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Convenzione per la salvaguardia dei diritti
dell’uomo e delle libertà fondamentali1

RU 1974 2151; FF 1974 I 1008

Traduzione

Conchiusa a Roma il 4 novembre 1950Approvata dall’Assemblea federale il 3 ottobre 1974 Istrumento di ratificazione depositato dalla Svizzera il 28 novembre 1974Entrata in vigore per la Svizzera il 28 novembre 19742

(Stato 16 settembre 2022)

1 Gli emendamenti del 13 mag. 2004 (RS 0.101.094; RU 2009 3067) e del 24 giu. 2013 (RS 0.101.095; RU 2021 461) sono inseriti nella presente Convenzione. Questi emendamenti sono in vigore solo nei rapporti tra gli Stati che li hanno ratificati. Vedi dunque il campo d’applicazione dei rispettivi Protocolli.

2 Art. 1 cpv. 1 lett. a del DF del 3 ott. 1974 (RU 1974 2148).

I Governi firmatari, Membri del Consiglio dell’Europa,

considerata la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo, proclamata dall’As­semblea delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948;

considerato che questa Dichiarazione tende a garantire il riconoscimento e l’applica­zione universali ed effettivi dei diritti che vi sono enunciati;

considerato che il fine del consiglio dell’Europa è quello di realizzare una unione più stretta tra i suoi Membri, e che uno dei mezzi per conseguire tale fine è la salva­guar­dia e lo sviluppo dei Diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali;

riaffermato il loro profondo attaccamento a queste libertà fondamentali che costitui­scono le basi stesse della giustizia e della pace nel mondo e il cui mantenimento si fonda essenzialmente, da una parte, su un regime politico veramente democratico e, dall’altra, su una concezione comune e un comune rispetto dei Diritti dell’uomo a cui essi si appellano;

risoluti, in quanto Governi di Stati europei animati da uno stesso spirito e forti di un patrimonio comune di tradizioni e di ideali politici, di rispetto della libertà e di pre­minenza di diritto, a prendere le prime misure adatte ad assicurare la garanzia col­lettiva di certi diritti enunciati nella Dichiarazione Universale;

affermando che spetta in primo luogo alle Alte Parti contraenti, conformemente al principio di sussidiarietà, garantire il rispetto dei diritti e delle libertà definiti nella presente Convenzione e nei suoi protocolli e che, nel fare ciò, esse godono di un margine di apprezzamento, sotto il controllo della Corte europea dei diritti dell’uomo istituita dalla presente Convenzione,3

hanno convenuto quanto segue:

3 Considerando introdotto dall’art. 1 del Prot. n. 15 del 24 giu. 2013, approvato dall’AF il 18 mar. 2016, in vigore per la Svizzera il 1° ago. 2021 (RU 2021 461; FF 2015 1935).

1

Art. 1 Obbligo di rispettare i diritti dell’uomo

Le Al­te Par­ti Con­traen­ti ri­co­no­sco­no ad ogni per­so­na sog­get­ta al­la lo­ro giu­ri­sdi­zio­ne i di­rit­ti e le li­ber­tà de­fi­ni­ti al ti­to­lo pri­mo del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne.

Titolo I: Diritti e libertà

Art. 2 Diritto alla vita

1. Il di­rit­to al­la vi­ta di ogni per­so­na è pro­tet­to dal­la leg­ge. Nes­su­no può es­se­re in­ten­zio­nal­men­te pri­va­to del­la vi­ta, sal­vo che in ese­cu­zio­ne di una sen­ten­za ca­pi­ta­le pro­nun­cia­ta da un tri­bu­na­le, nei ca­si in cui il de­lit­to sia pu­ni­to dal­la leg­ge con ta­le pe­na.

2. La mor­te non è con­si­de­ra­ta in­flit­ta in vio­la­zio­ne di que­sto ar­ti­co­lo quan­do de­ri­vas­se da un ri­cor­so al­la for­za re­so as­so­lu­ta­men­te ne­ces­sa­rio:

a)
per as­si­cu­ra­re la di­fe­sa di qual­sia­si per­so­na dal­la vio­len­za il­le­ga­le;
b)
per ef­fet­tua­re un re­go­la­re ar­re­sto o per im­pe­di­re l’eva­sio­ne di una per­so­na le­gal­men­te de­te­nu­ta;
c)
per re­pri­me­re, in mo­do con­for­me al­la leg­ge, una som­mos­sa o una in­sur­re­zio­ne.

Art. 3 Divieto di tortura

Nes­su­no può es­se­re sot­to­po­sto a tor­tu­ra né a pe­ne o trat­ta­men­to inu­ma­ni o de­gra­dan­ti.

Art. 4 Divieto di schiavitù e lavori forzati

1. Nes­su­no può es­se­re te­nu­to in con­di­zio­ne di schia­vi­tù o di ser­vi­tù.

2. Nes­su­no può es­se­re co­stret­to a com­pie­re un la­vo­ro for­za­to o ob­bli­ga­to­rio.

3. Non è con­si­de­ra­to «la­vo­ro for­za­to o ob­bli­ga­to­rio» nel sen­so di que­sto ar­ti­co­lo:

a)
ogni la­vo­ro nor­mal­men­te ri­chie­sto ad una per­so­na de­te­nu­ta al­le con­di­zio­ni pre­vi­ste dall’ar­ti­co­lo 5 del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne o nel pe­rio­do di li­ber­tà con­di­zio­na­ta;
b)
ogni ser­vi­zio di ca­rat­te­re mi­li­ta­re o, nel ca­so di obiet­to­ri di co­scien­za nei pae­si nei qua­li l’obie­zio­ne di co­scien­za è ri­co­no­sciu­ta le­git­ti­ma, un al­tro ser­vi­zio so­sti­tu­ti­vo di quel­lo mi­li­ta­re ob­bli­ga­to­rio;
c)
ogni ser­vi­zio ri­chie­sto in ca­so di cri­si o di ca­la­mi­tà che mi­nac­cia­no la vi­ta o il be­nes­se­re del­la co­mu­ni­tà;
d)
ogni la­vo­ro o ser­vi­zio che fac­cia par­te dei nor­ma­li do­ve­ri ci­vi­ci.

Art. 5 Diritto alla libertà e alla sicurezza

1. Ogni per­so­na ha di­rit­to al­la li­ber­tà e al­la si­cu­rez­za. Nes­su­no può es­se­re pri­va­to del­la li­ber­tà sal­vo che nei ca­si se­guen­ti e nei mo­di pre­vi­sti dal­la leg­ge:

a)
se è de­te­nu­to re­go­lar­men­te in se­gui­to a con­dan­na da par­te di un tri­bu­na­le com­­pe­ten­te;
b)
se è in re­go­la­re sta­to di ar­re­sto o di de­ten­zio­ne per vio­la­zio­ne di un prov­ve­di­men­to le­git­ti­ma­men­te adot­ta­to da un tri­bu­na­le ov­ve­ro per ga­ran­ti­re l’ese­cu­zio­ne di un ob­bli­go im­po­sto dal­la leg­ge;
c)
se è sta­to ar­re­sta­to o de­te­nu­to per es­se­re tra­dot­to di­nan­zi all’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria com­pe­ten­te quan­do vi so­no ra­gio­ni plau­si­bi­li per so­spet­ta­re che egli ab­bia com­mes­so un rea­to o ci so­no mo­ti­vi fon­da­ti per ri­te­ne­re ne­ces­sa­rio di im­pe­dir­gli di com­met­te­re un rea­to o di fug­gi­re do­po aver­lo com­mes­so;
d)
se si trat­ta del­la de­ten­zio­ne re­go­la­re di un mi­no­re, de­ci­sa per sor­ve­glia­re la sua edu­ca­zio­ne, o di sua le­ga­le de­ten­zio­ne al fi­ne di tra­dur­lo di­nan­zi all’au­to­ri­tà com­pe­ten­te;
e)
se si trat­ta del­la de­ten­zio­ne re­go­la­re di una per­so­na per pre­ve­ni­re la pro­pa­ga­zio­ne di una ma­lat­tia con­ta­gio­sa, di un alie­na­to, di un al­coo­liz­za­to, di un tos­si­co­ma­ne o di un va­ga­bon­do;
f)
se si trat­ta dell’ar­re­sto o del­la de­ten­zio­ne re­go­la­ri di una per­so­na per im­pe­dir­le di pe­ne­tra­re ir­re­go­lar­men­te nel ter­ri­to­rio, o con­tro la qua­le è in cor­so un pro­ce­di­men­to d’espul­sio­ne o d’estra­di­zio­ne.

2. Ogni per­so­na che ven­ga ar­re­sta­ta de­ve es­se­re in­for­ma­ta al più pre­sto e in una lin­gua a lei com­pren­si­bi­le dei mo­ti­vi dell’ar­re­sto e di ogni ac­cu­sa ele­va­ta a suo ca­ri­co.

3. Ogni per­so­na ar­re­sta­ta o de­te­nu­ta nel­le con­di­zio­ni pre­vi­ste dal pa­ra­gra­fo 1 c) del pre­sen­te ar­ti­co­lo, de­ve es­se­re tra­dot­ta al più pre­sto di­nan­zi a un giu­di­ce o a un al­tro ma­gi­stra­to au­to­riz­za­to dal­la leg­ge ad eser­ci­ta­re fun­zio­ni giu­di­zia­rie e ha di­rit­to di es­se­re giu­di­ca­ta en­tro un ter­mi­ne ra­gio­ne­vo­le o di es­se­re po­sta in li­ber­tà du­ran­te l’istrut­to­ria. La scar­ce­ra­zio­ne può es­se­re su­bor­di­na­ta ad una ga­ran­zia che as­si­cu­ri la com­pa­ri­zio­ne del­la per­so­na all’udien­za.

4. Ogni per­so­na pri­va­ta del­la li­ber­tà me­dian­te ar­re­sto o de­ten­zio­ne ha di­rit­to di in­di­riz­za­re un ri­cor­so ad un tri­bu­na­le af­fin­ché es­so de­ci­da, en­tro bre­vi ter­mi­ni, sul­la le­ga­li­tà del­la sua de­ten­zio­ne e ne or­di­ni la scar­ce­ra­zio­ne se la de­ten­zio­ne è il­le­ga­le.

5. Ogni per­so­na vit­ti­ma di ar­re­sto o di de­ten­zio­ne in vio­la­zio­ne a una del­le di­spo­si­zio­ni di que­sto ar­ti­co­lo ha di­rit­to ad una ri­pa­ra­zio­ne.

Art. 6 Diritto ad un processo equo

1. Ogni per­so­na ha di­rit­to ad un’equa e pub­bli­ca udien­za en­tro un ter­mi­ne ra­gio­ne­vo­le, da­van­ti a un tri­bu­na­le in­di­pen­den­te e im­par­zia­le co­sti­tui­to per leg­ge, al fi­ne del­la de­ter­mi­na­zio­ne sia dei suoi di­rit­ti e dei suoi do­ve­ri di ca­rat­te­re ci­vi­le, sia del­la fon­da­tez­za di ogni ac­cu­sa pe­na­le che gli ven­ga ri­vol­ta. La sen­ten­za de­ve es­se­re re­sa pub­bli­ca­men­te, ma l’ac­ces­so al­la sa­la d’udien­za può es­se­re vie­ta­to al­la stam­pa e al pub­bli­co du­ran­te tut­to o una par­te del pro­ces­so nell’in­te­res­se del­la mo­ra­le, dell’or­di­ne pub­bli­co o del­la si­cu­rez­za na­zio­na­le in una so­cie­tà de­mo­cra­ti­ca, quan­do lo esi­go­no gli in­te­res­si dei mi­no­ri o la tu­te­la del­la vi­ta pri­va­ta del­le par­ti nel pro­ces­so, nel­la mi­su­ra giu­di­ca­ta stret­ta­men­te ne­ces­sa­ria dal tri­bu­na­le quan­do, in spe­cia­li cir­co­stan­ze, la pub­bli­ci­tà po­treb­be pre­giu­di­ca­re gli in­te­res­si del­la giu­sti­zia.

2. Ogni per­so­na ac­cu­sa­ta di un rea­to è pre­sun­ta in­no­cen­te si­no a quan­do la sua col­pe­vo­lez­za non sia sta­ta le­gal­men­te ac­cer­ta­ta.

3. Ogni ac­cu­sa­to ha se­gna­ta­men­te di­rit­to a:

a)
es­se­re in­for­ma­to, nel più bre­ve tem­po pos­si­bi­le, in una lin­gua a lui com­pren­si­bi­le e in un mo­do det­ta­glia­to, del­la na­tu­ra e dei mo­ti­vi dell’ac­cu­sa ele­va­ta a suo ca­ri­co;
b)
di­spor­re del tem­po e del­le fa­ci­li­ta­zio­ni ne­ces­sa­rie per pre­pa­ra­re la sua di­fe­sa;
c)
di­fen­der­si da sé o ave­re l’as­si­sten­za di un di­fen­so­re di pro­pria scel­ta e, se non ha i mez­zi per ri­com­pen­sa­re un di­fen­so­re, po­ter es­se­re as­si­sti­to gra­tui­ta­men­te da un av­vo­ca­to d’uf­fi­cio quan­do lo esi­ga­no gli in­te­res­si del­la giu­sti­zia;
d)
in­ter­ro­ga­re o far in­ter­ro­ga­re i te­sti­mo­ni a ca­ri­co ed ot­te­ne­re la con­vo­ca­zio­ne e l’in­ter­ro­ga­zio­ne dei te­sti­mo­ni a di­sca­ri­co nel­le stes­se con­di­zio­ni dei te­sti­mo­ni a ca­ri­co;
e)
far­si as­si­ste­re gra­tui­ta­men­te da un in­ter­pre­te se non com­pren­de o non par­la la lin­gua im­pie­ga­ta nell’udien­za.

Art. 7 Nessuna pena senza legge

1. Nes­su­no può es­se­re con­dan­na­to per un’azio­ne o una omis­sio­ne che al mo­men­to in cui fu com­mes­sa non co­sti­tuis­se rea­to se­con­do il di­rit­to in­ter­no o se­con­do il di­rit­to in­ter­na­zio­na­le. Non può del pa­ri es­se­re in­flit­ta al­cu­na pe­na su­pe­rio­re a quel­la che era ap­pli­ca­bi­le al mo­men­to in cui il rea­to è sta­to com­mes­so.

2. Il pre­sen­te ar­ti­co­lo non osta­co­le­rà il rin­vio a giu­di­zio e la con­dan­na di una per­so­na col­pe­vo­le d’una azio­ne o d’una omis­sio­ne che, al mo­men­to in cui fu com­mes­sa, era cri­mi­na­le se­con­do i prin­ci­pi ge­ne­ra­li di di­rit­to ri­co­no­sciu­ti dal­le na­zio­ni ci­vi­li.

Art. 8 Diritto al rispetto della vita privata e familiare

1. Ogni per­so­na ha di­rit­to al ri­spet­to del­la sua vi­ta pri­va­ta e fa­mi­lia­re, del suo do­mi­ci­lio e del­la sua cor­ri­spon­den­za.

2. Non può es­ser­vi in­ge­ren­za del­la pub­bli­ca au­to­ri­tà nell’eser­ci­zio di ta­le di­rit­to se non in quan­to ta­le in­ge­ren­za sia pre­vi­sta dal­la leg­ge e in quan­to co­sti­tui­sca una mi­su­ra che, in una so­cie­tà de­mo­cra­ti­ca, è ne­ces­sa­ria per la si­cu­rez­za na­zio­na­le, l’or­di­ne pub­bli­co, il be­nes­se­re eco­no­mi­co del pae­se, la pre­ven­zio­ne dei rea­ti, la pro­te­zio­ne del­la sa­lu­te o del­la mo­ra­le, o la pro­te­zio­ne dei di­rit­ti e del­le li­ber­tà al­trui.

Art. 9 Libertà di pensiero, di coscienza e di religione

1. Ogni per­so­na ha di­rit­to al­la li­ber­tà di pen­sie­ro, di co­scien­za e di re­li­gio­ne; ta­le di­rit­to in­clu­de la li­ber­tà di cam­bia­re di re­li­gio­ne o di cre­do e la li­ber­tà di ma­ni­fe­sta­re la pro­pria re­li­gio­ne o cre­do in­di­vi­dual­men­te o col­let­ti­va­men­te, sia in pub­bli­co che in pri­va­to, me­dian­te il cul­to, l’in­se­gna­men­to, le pra­ti­che e l’os­ser­van­za dei ri­ti.

2. La li­ber­tà di ma­ni­fe­sta­re la pro­pria re­li­gio­ne o il pro­prio cre­do può es­se­re og­get­to di quel­le so­le re­stri­zio­ni che, sta­bi­li­te per leg­ge, co­sti­tui­sco­no mi­su­re ne­ces­sa­rie in una so­cie­tà de­mo­cra­ti­ca, per la pro­te­zio­ne dell’or­di­ne pub­bli­co, del­la sa­lu­te o del­la mo­ra­le pub­bli­ca, o per la pro­te­zio­ne dei di­rit­ti e del­la li­ber­tà al­trui.

Art. 10 Libertà di espressione

1. Ogni per­so­na ha di­rit­to al­la li­ber­tà d’espres­sio­ne. Ta­le di­rit­to in­clu­de la li­ber­tà d’opi­nio­ne e la li­ber­tà di ri­ce­ve­re o di co­mu­ni­ca­re in­for­ma­zio­ni o idee sen­za in­ge­ren­za al­cu­na da par­te del­le au­to­ri­tà pub­bli­che e sen­za con­si­de­ra­zio­ne di fron­tie­ra. Il pre­sen­te ar­ti­co­lo no­ti im­pe­di­sce che gli Sta­ti sot­to­pon­ga­no a un re­gi­me di au­to­riz­za­zio­ne le im­pre­se di ra­dio­dif­fu­sio­ne, di ci­ne­ma o di te­le­vi­sio­ne.

2. L’eser­ci­zio di que­ste li­ber­tà, com­por­tan­do do­ve­ri e re­spon­sa­bi­li­tà, può es­se­re sot­to­po­sto a de­ter­mi­na­te for­ma­li­tà, con­di­zio­ni, re­stri­zio­ni o san­zio­ni pre­vi­ste dal­la leg­ge e co­sti­tuen­ti mi­su­re ne­ces­sa­rie in una so­cie­tà de­mo­cra­ti­ca, per la si­cu­rez­za na­zio­na­le, l’in­te­gri­tà ter­ri­to­ria­le o l’or­di­ne pub­bli­co, la pre­ven­zio­ne dei rea­ti, la pro­te­zio­ne del­la sa­lu­te e del­la mo­ra­le, la pro­te­zio­ne del­la re­pu­ta­zio­ne o dei di­rit­ti al­trui, o per im­pe­di­re la di­vul­ga­zio­ne di in­for­ma­zio­ni con­fi­den­zia­li o per ga­ran­ti­re l’au­to­ri­tà e la im­par­zia­li­tà del po­te­re giu­di­zia­rio.

Art. 11 Libertà di riunione ed associazione

1. Ogni per­so­na ha di­rit­to al­la li­ber­tà di riu­nio­ne pa­ci­fi­ca e al­la li­ber­tà d’as­so­cia­zio­ne, ivi com­pre­so il di­rit­to di par­te­ci­pa­re al­la co­sti­tu­zio­ne di sin­da­ca­ti e di ade­ri­re ad es­si per la di­fe­sa dei pro­pri in­te­res­si.

2. L’eser­ci­zio di que­sti di­rit­ti non può co­sti­tui­re og­get­to di al­tre re­stri­zio­ni ol­tre quel­le che, sta­bi­li­te per leg­ge, co­sti­tui­sco­no mi­su­re ne­ces­sa­rie, in una so­cie­tà de­mo­cra­ti­ca, per la si­cu­rez­za na­zio­na­le, l’or­di­ne pub­bli­co, la pre­ven­zio­ne dei rea­ti, la pro­te­zio­ne del­la sa­lu­te e del­la mo­ra­le o per la pro­te­zio­ne dei di­rit­ti e del­le li­ber­tà al­trui. Il pre­sen­te ar­ti­co­lo non vie­ta che re­stri­zio­ni le­git­ti­me sia­no im­po­ste all’eser­ci­zio di que­sti di­rit­ti da par­te dei mem­bri del­le for­ze ar­ma­te, del­la po­li­zia o dell’am­mi­ni­stra­zio­ne del­lo Sta­to.

Art. 12 Diritto al matrimonio

Uo­mi­ni e don­ne in età adat­ta han­no di­rit­to di spo­sar­si e di fon­da­re una fa­mi­glia se­con­do le leg­gi na­zio­na­li re­go­lan­ti l’eser­ci­zio di ta­le di­rit­to.

Art. 13 Diritto ad un ricorso effettivo

Ogni per­so­na i cui di­rit­ti e le cui li­ber­tà ri­co­no­sciu­ti nel­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne sia­no sta­ti vio­la­ti, ha di­rit­to a un ri­cor­so ef­fet­ti­vo da­van­ti a un’istan­za na­zio­na­le, an­che quan­do la vio­la­zio­ne sia sta­ta com­mes­sa da per­so­ne agen­ti nell’eser­ci­zio del­le lo­ro fun­zio­ni uf­fi­cia­li.

Art. 14 Divieto di discriminazione

Il go­di­men­to dei di­rit­ti e del­le li­ber­tà ri­co­no­sciu­ti nel­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne de­ve es­se­re as­si­cu­ra­to, sen­za di­stin­zio­ne di al­cu­na spe­cie, co­me di ses­so, di raz­za, di co­lo­re, di lin­gua, di re­li­gio­ne, di opi­nio­ne po­li­ti­ca o di al­tro ge­ne­re, di ori­gi­ne na­zio­na­le o so­cia­le, di ap­par­te­nen­za a una mi­no­ran­za na­zio­na­le di ric­chez­za, di na­sci­ta o di al­tra con­di­zio­ne.

Art. 15 Deroga in caso di emergenze

1. In ca­so di guer­ra o di al­tro pe­ri­co­lo pub­bli­co che mi­nac­ci la vi­ta del­la na­zio­ne, ogni Al­ta Par­te Con­traen­te può pren­de­re del­le mi­su­re in de­ro­ga al­le ob­bli­ga­zio­ni pre­vi­ste nel­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne nel­la stret­ta mi­su­ra in cui la si­tua­zio­ne lo esi­ga e a con­di­zio­ne che ta­li mi­su­re non sia­no in con­trad­di­zio­ne con le al­tre ob­bli­ga­zio­ni de­ri­van­ti dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le.

2. La di­spo­si­zio­ne pre­ce­den­te non au­to­riz­za al­cu­na de­ro­ga all’ar­ti­co­lo 2 sal­vo che per il ca­so di de­ces­so ri­sul­tan­te da le­git­ti­mi at­ti di guer­ra, e agli ar­ti­co­li 3, 4 (pa­ra­gra­fo 1) e 7.

3. Ogni Al­ta Par­te Con­traen­te che eser­ci­ti ta­le di­rit­to di de­ro­ga tie­ne pie­na­men­te in­for­ma­to il Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le del Con­si­glio d’Eu­ro­pa del­le mi­su­re pre­se e dei mo­ti­vi che le han­no ispi­ra­te. Es­sa de­ve pa­ri­men­ti in­for­ma­re il Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le del Con­si­glio d’Eu­ro­pa del­la da­ta in cui que­ste mi­su­re han­no ces­sa­to d’es­ser in vi­go­re e le di­spo­si­zio­ni del­la Con­ven­zio­ne riac­qui­sta­no pie­na ap­pli­ca­zio­ne.

Art. 16 Restrizione all’attività politica degli stranieri

Nes­su­na del­le di­spo­si­zio­ni de­gli ar­ti­co­li 10, 11 e 14 può es­se­re con­si­de­ra­ta co­me vie­tan­te al­le Al­te Par­ti Con­traen­ti di por­re li­mi­ta­zio­ni all’at­ti­vi­tà po­li­ti­ca de­gli stra­nie­ri.

Art. 17 Divieto dell’abuso di diritto

Nes­su­na di­spo­si­zio­ne del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne può es­se­re in­ter­pre­ta­ta co­me im­pli­can­te il di­rit­to per uno Sta­to, grup­po o in­di­vi­duo di eser­ci­ta­re una at­ti­vi­tà o com­pie­re un at­to mi­ran­te al­la di­stru­zio­ne dei di­rit­ti o del­le li­ber­tà ri­co­no­sciu­ti nel­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne o por­re a que­sti di­rit­ti e a que­ste li­ber­tà li­mi­ta­zio­ni mag­gio­ri di quel­le pre­vi­ste in det­ta Con­ven­zio­ne.

Art. 18 Limitazioni dell’uso di restrizioni ai diritti

Le li­mi­ta­zio­ni che, in ba­se al­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne, so­no po­ste a det­ti di­rit­ti e li­ber­tà non pos­so­no es­se­re ap­pli­ca­te che per lo sco­po per il qua­le so­no sta­te pre­vi­ste.

Titolo II: Corte europea dei diritti dell’uomo4

4 Nuovo testo giusta l’art. 1 del Prot. n. 11 dell’11 mag. 1994, approvato dall’AF il 12 giu. 1995, in vigore dal 1° nov. 1998 (RU 1998 29932992; FF 1995 I 835).

Art. 19 Istituzione della Corte

Al fi­ne di as­si­cu­ra­re il ri­spet­to de­gli im­pe­gni de­ri­van­ti dal­la Con­ven­zio­ne e dai suoi Pro­to­col­li al­le Al­te Par­ti con­traen­ti, vie­ne isti­tui­ta una Cor­te eu­ro­pea dei di­rit­ti dell’uo­mo, dap­pres­so de­no­mi­na­ta «la Cor­te». Es­sa ope­ra in mo­do per­ma­nen­te.

Art. 20 Numero dei giudici

La Cor­te si com­po­ne di un nu­me­ro di giu­di­ci egua­le a quel­lo del­le Al­te Par­ti con­traen­ti.

Art. 21 Condizioni per l’esercizio delle funzioni 5

1. I giu­di­ci de­vo­no go­de­re del­la più al­ta con­si­de­ra­zio­ne mo­ra­le e pos­se­de­re i re­qui­si­ti ri­chie­sti per l’eser­ci­zio del­le più al­te fun­zio­ni giu­di­zia­rie o es­se­re giu­ri­sti di ri­co­no­sciu­ta com­pe­ten­za.

2. I can­di­da­ti de­vo­no ave­re me­no di 65 an­ni di età al­la da­ta in cui la li­sta di tre can­di­da­ti de­ve per­ve­ni­re all’As­sem­blea par­la­men­ta­re in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 22.

3. I giu­di­ci sie­do­no in Cor­te a ti­to­lo in­di­vi­dua­le.

4. Du­ran­te il lo­ro man­da­to, i giu­di­ci non pos­so­no svol­ge­re al­cu­na at­ti­vi­tà in­com­pa­ti­bi­le con le esi­gen­ze di au­to­no­mia, di im­par­zia­li­tà o di di­spo­ni­bi­li­tà ri­chie­ste per un’at­ti­vi­tà eser­ci­ta­ta a tem­po pie­no; tut­te le con­tro­ver­sie de­ri­van­ti dall’ap­pli­ca­zio­ne del pre­sen­te pa­ra­gra­fo ven­go­no de­ci­se dal­la Cor­te.

5 Ag­gior­na­to dall’art. 2 par. 1 e 2del Prot. n. 15 del 24 giu. 2013, ap­pro­va­to dall’AF il 18 mar. 2016, in vi­go­re per la Sviz­ze­ra il 1° ago. 2021 (RU 2021 461; FF 2015 1935).

Art. 22 Elezione dei giudici

1. I giu­di­ci ven­go­no elet­ti dall’As­sem­blea par­la­men­ta­re per cia­scu­na Al­ta Par­te con­traen­te, a mag­gio­ran­za dei vo­ti espres­si, su una li­sta di tre can­di­da­ti pre­sen­ta­ta dall’Al­ta Par­te con­traen­te.

2. …6

6 Abro­ga­to dall’art. 1 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005, con ef­fet­to dal 1° giu. 2010 (RU 2009 30673065, 2010 1241; FF 2005 1913).

Art. 23 Durata del mandato e revoca 7

1. I giu­di­ci ven­go­no elet­ti per un pe­rio­do di no­ve an­ni. Es­si non so­no rie­leg­gi­bi­li.

2. I giu­di­ci re­sta­no in ca­ri­ca si­no al­la lo­ro so­sti­tu­zio­ne. Gli stes­si con­ti­nua­no tut­ta­via ad oc­cu­par­si del­le cau­se di cui so­no già in­ve­sti­ti.

3. Nes­sun giu­di­ce può es­se­re re­vo­ca­to dall’in­ca­ri­co se non quan­do gli al­tri giu­di­ci de­ci­do­no, a mag­gio­ran­za dei due ter­zi, che lo stes­so non sod­di­sfa più le con­di­zio­ni ri­chie­ste.

7 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 6 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005 (RU 2009 3067; FF 2005 1913). Ag­gior­na­to dall’art. 2 par. 3 del Prot. n. 15 del 24 giu. 2013, ap­pro­va­to dall’AF il 18 mar. 2016, in vi­go­re per la Sviz­ze­ra il 1° ago. 2021 (RU 2021 461; FF 2015 1935).

Art. 24 Cancelleria e relatori 8

1. La Cor­te di­spo­ne di una can­cel­le­ria le cui fun­zio­ni e or­ga­niz­za­zio­ne so­no sta­bi­li­te dal re­go­la­men­to del­la Cor­te.

2. Quan­do sie­de nel­la com­po­si­zio­ne di giu­di­ce uni­co, la Cor­te è as­si­sti­ta da re­la­to­ri che svol­go­no le lo­ro fun­zio­ni sot­to la su­per­vi­sio­ne del pre­si­den­te del­la Cor­te. Es­si fan­no par­te del­la can­cel­le­ria del­la Cor­te.

8 Ori­gi­na­rio art. 25. Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 4 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005, in vi­go­re dal 1° giu. 2010 (RU 2009 30673065, 2010 1241; FF 2005 1913).

Art. 25 Assemblea plenaria della Corte 910

La Cor­te riu­ni­ta in As­sem­blea ple­na­ria:

a)
eleg­ge, per una du­ra­ta di tre an­ni, il suo pre­si­den­te ed uno o due vi­ce-pre­si­den­ti: pos­so­no es­se­re rie­let­ti;
b)
isti­tui­sce le se­zio­ni per un pe­rio­do di tem­po de­ter­mi­na­to;
c)
eleg­ge i pre­si­den­ti del­le se­zio­ni del­la Cor­te; que­sti pos­so­no es­se­re rie­let­ti;
d)
adot­ta il re­go­la­men­to del­la Cor­te;
e)
eleg­ge il can­cel­lie­re e uno o più vi­ce-can­cel­lie­ri;
f)11
pre­sen­ta l’istan­za di cui al pa­ra­gra­fo 2 dell’ar­ti­co­lo 26.

9 Ori­gi­na­rio art. 26.

10 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 5 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005, in vi­go­re dal 1° giu. 2010 (RU 2009 30673065, 2010 1241; FF 2005 1913).

11 In­tro­dot­to dall’art. 5 n. 3 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005, in vi­go­re dal 1° giu. 2010 (RU 2009 30673065, 2010 1241; FF 2005 1913).

Art. 26 Giudice unico, comitati, sezioni e sezione allargata 12

1. Per l’esa­me dei ca­si ad es­sa ri­mes­si, la Cor­te sie­de nel­la com­po­si­zio­ne di giu­di­ce uni­co, in co­mi­ta­ti com­po­sti da tre giu­di­ci, in se­zio­ni com­po­ste da set­te giu­di­ci e in una se­zio­ne al­lar­ga­ta com­po­sta da di­cias­set­te giu­di­ci. Le se­zio­ni del­la Cor­te isti­tui­sco­no i co­mi­ta­ti per un pe­rio­do di tem­po de­ter­mi­na­to.

2. Su istan­za dell’As­sem­blea ple­na­ria del­la Cor­te, il Co­mi­ta­to dei Mi­ni­stri può, me­dian­te de­ci­sio­ne una­ni­me e per un pe­rio­do de­ter­mi­na­to, ri­dur­re a cin­que il nu­me­ro dei giu­di­ci del­le se­zio­ni.

3. Un giu­di­ce che sie­de in qua­li­tà di giu­di­ce uni­co non esa­mi­na al­cun ri­cor­so pre­sen­ta­to con­tro l’Al­ta Par­te con­traen­te a ti­to­lo del­la qua­le ta­le giu­di­ce è sta­to elet­to.

4. Il giu­di­ce elet­to a ti­to­lo di un’Al­ta Par­te con­traen­te par­te al­la pro­ce­du­ra è mem­bro di di­rit­to del­la se­zio­ne e del­la se­zio­ne al­lar­ga­ta. In ca­so di as­sen­za di det­to giu­di­ce o se è im­pos­si­bi­li­ta­to a se­de­re, sie­de in qua­li­tà di giu­di­ce una per­so­na scel­ta dal pre­si­den­te del­la Cor­te tra quel­le fi­gu­ran­ti su una li­sta pre­via­men­te pre­sen­ta­ta da ta­le Par­te.

5. Fan­no par­te del­la se­zio­ne al­lar­ga­ta an­che il pre­si­den­te del­la Cor­te, i vi­ce-pre­si­den­ti, i pre­si­den­ti del­le se­zio­ni ed al­tri giu­di­ci de­si­gna­ti con­for­me­men­te al re­go­la­men­to del­la Cor­te. Quan­do una cau­sa è de­fe­ri­ta al­la se­zio­ne al­lar­ga­ta in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 43, non può se­de­re nes­sun giu­di­ce del­la se­zio­ne che ha emes­so il giu­di­zio, ad ec­ce­zio­ne del pre­si­den­te del­la se­zio­ne e del giu­di­ce che ab­bia par­te­ci­pa­to al giu­di­zio a ti­to­lo dell’Al­ta Par­te in­te­res­sa­ta.

12 Ori­gi­na­rio art. 27. Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 6 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005, in vi­go­re dal 1° giu. 2010 (RU 2009 30673065, 2010 1241; FF 2005 1913).

Art. 27 Competenza dei giudici unici 13

1. Un giu­di­ce uni­co può di­chia­ra­re ir­ri­ce­vi­bi­le o can­cel­la­re dal ruo­lo un ri­cor­so in­di­vi­dua­le pre­sen­ta­to in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 34 nei ca­si in cui ta­le de­ci­sio­ne può es­se­re pre­sa sen­za ul­te­rio­re esa­me.

2. La de­ci­sio­ne è de­fi­ni­ti­va.

3. Se non di­chia­ra ir­ri­ce­vi­bi­le o non can­cel­la dal ruo­lo un ri­cor­so, il giu­di­ce uni­co lo tra­smet­te a un co­mi­ta­to o a una se­zio­ne per ul­te­rio­re esa­me.

13 In­tro­dot­to dall’art. 7 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005, in vi­go­re dal 1° giu. 2010 (RU 2009 30673065, 2010 1241; FF 2005 1913).

Art. 28 Competenza dei comitati 14

1. Un co­mi­ta­to in­ve­sti­to di un ri­cor­so in­di­vi­dua­le pre­sen­ta­to in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 34 può, con vo­to una­ni­me:

a)
di­chia­rar­lo ir­ri­ce­vi­bi­le o can­cel­lar­lo dal ruo­lo nei ca­si in cui ta­le de­ci­sio­ne può es­se­re pre­sa sen­za ul­te­rio­re esa­me; o
b)
di­chia­rar­lo ri­ce­vi­bi­le e pro­nun­cia­re nel con­tem­po una sen­ten­za sul me­ri­to, se la que­stio­ne re­la­ti­va all’in­ter­pre­ta­zio­ne o all’ap­pli­ca­zio­ne del­la Con­ven­zio­ne o dei suoi Pro­to­col­li all’ori­gi­ne del­la cau­sa è og­get­to di una giu­ri­spru­den­za con­so­li­da­ta del­la Cor­te.

2. Le de­ci­sio­ni e le sen­ten­ze di cui al pa­ra­gra­fo 1 so­no de­fi­ni­ti­ve.

3. Se il giu­di­ce elet­to a ti­to­lo dell’Al­ta Par­te con­traen­te par­te al­la pro­ce­du­ra non è mem­bro del co­mi­ta­to, que­st’ul­ti­mo può, in qual­sia­si mo­men­to del­la pro­ce­du­ra, in­vi­tar­lo a se­de­re al po­sto di uno dei suoi mem­bri, te­nen­do con­to di tut­ti i fat­to­ri per­ti­nen­ti, com­pre­sa l’even­tua­li­tà che ta­le Par­te ab­bia con­te­sta­to l’ap­pli­ca­zio­ne del­la pro­ce­du­ra di cui al pa­ra­gra­fo 1.b.

14 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 8 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005, in vi­go­re dal 1° giu. 2010 (RU 2009 30673065, 2010 1241; FF 2005 1913).

Art. 29 Decisioni delle sezioni sulla ricevibilità e il merito

1. Se non vie­ne pre­sa al­cu­na de­ci­sio­ne in vir­tù de­gli ar­ti­co­li 27 e 28 e non vie­ne emes­sa al­cu­na sen­ten­za in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 28, una se­zio­ne si pro­nun­cia sul­la ri­ce­vi­bi­li­tà e sul me­ri­to dei ri­cor­si in­di­vi­dua­li pre­sen­ta­ti in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 34. La de­ci­sio­ne sul­la ri­ce­vi­bi­li­tà può es­se­re adot­ta­ta se­pa­ra­ta­men­te.15

2. Una se­zio­ne si pro­nun­cia sul­la ri­ce­vi­bi­li­tà ed il me­ri­to dei ri­cor­si in­ter­sta­ta­li pre­sen­ta­ti in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 33. Sal­vo de­ci­sio­ne con­tra­ria del­la Cor­te per ca­si ec­ce­zio­na­li, la de­ci­sio­ne sul­la ri­ce­vi­bi­li­tà vie­ne adot­ta­ta se­pa­ra­ta­men­te.16

3. …17

15 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 9 cpv. 1 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005, in vi­go­re dal 1° giu. 2010 (RU 2009 30673065, 2010 1241; FF 2005 1913).

16 Per. in­tro­dot­to dall’art. 9 cpv. 2 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005, in vi­go­re dal 1° giu. 2010 (RU 2009 30673065, 2010 1241; FF 2005 1913).

17 Abro­ga­to dall’art. 9 cpv. 3 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005, con ef­fet­to dal 1° giu. 2010 (RU 2009 30673065, 2010 1241; FF 2005 1913).

Art. 30 Trasferimento di competenza alla sezione allargata

Se la cau­sa pen­den­te in­nan­zi ad una se­zio­ne sol­le­va una que­stio­ne gra­ve re­la­ti­va all’in­ter­pre­ta­zio­ne del­la Con­ven­zio­ne o dei suoi Pro­to­col­li, o se la so­lu­zio­ne di una que­stio­ne può por­ta­re ad una con­trad­di­zio­ne ri­spet­to ad una sen­ten­za pre­ce­den­te­men­te emes­sa dal­la Cor­te, la se­zio­ne in qual­sia­si mo­men­to pre­ce­den­te all’emis­sio­ne del­la sua sen­ten­za può tra­sfe­ri­re la com­pe­ten­za al­la se­zio­ne al­lar­ga­ta ...18 .

18 Lo­cu­zio­ne abro­ga­ta dall’art. 3 del Prot. n. 15 del 24 giu. 2013, ap­pro­va­to dall’AF il 18 mar. 2016, con ef­fet­to per la Sviz­ze­ra il 1° ago. 2021 (RU 2021 461; FF 2015 1935).

Art. 31 Poteri della sezione allargata

La se­zio­ne al­lar­ga­ta:

a)
si pro­nun­cia sui ri­cor­si pre­sen­ta­ti in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 33 o dell’ar­ti­co­lo 34 al­lor­quan­do la cau­sa le è sta­ta de­fe­ri­ta da una se­zio­ne in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 30 o quan­do la cau­sa le è sta­ta ri­mes­sa in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 43;
b)19
si pro­nun­cia sul­le que­stio­ni per le qua­li il Co­mi­ta­to dei Mi­ni­stri ha adi­to la Cor­te in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 46, pa­ra­gra­fo 4; e
c)20
esa­mi­na le ri­chie­ste di pa­re­re pre­sen­ta­te in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 47.

19 In­tro­dot­ta dall’art. 10 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005, in vi­go­re dal 1° giu. 2010 (RU 2009 30673065, 2010 1241; FF 2005 1913).

20 Ori­gi­na­ria lett. b).

Art. 32 Competenza della Corte

1. La com­pe­ten­za del­la Cor­te si esten­de a tut­te le que­stio­ni ri­guar­dan­ti l’in­ter­pre­ta­zio­ne e l’ap­pli­ca­zio­ne del­la Con­ven­zio­ne e dei suoi Pro­to­col­li che le ver­ran­no sot­to­po­ste nei ter­mi­ni pre­vi­sti da­gli ar­ti­co­li 33, 34, 46 e 47.21

2. In ca­so di con­te­sta­zio­ne sul­la com­pe­ten­za del­la Cor­te, la de­ci­sio­ne sul pun­to spet­ta al­la Cor­te.

21 Ag­gior­na­to dall’art. 11 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005, in vi­go­re dal 1° giu. 2010 (RU 2009 30673065, 2010 1241; FF 2005 1913).

Art. 33 Cause interstatali

Cia­scu­na Al­ta Par­te con­traen­te può adi­re la Cor­te in or­di­ne ad ogni pre­sun­ta vio­la­zio­ne del­le di­spo­si­zio­ni del­la Con­ven­zio­ne e dei suoi Pro­to­col­li da par­te di un’al­tra Al­ta Par­te con­traen­te.

Art. 34 Ricorsi individuali

La Cor­te può es­se­re adi­ta per ri­cor­si pre­sen­ta­ti da ogni per­so­na fi­si­ca, ogni or­ga­niz­za­zio­ne non go­ver­na­ti­va o grup­po di in­di­vi­dui che pre­ten­da di es­se­re vit­ti­ma di una vio­la­zio­ne da par­te di una del­le Al­te Par­ti con­traen­ti dei di­rit­ti ri­co­no­sciu­ti dal­la Con­ven­zio­ne o dai suoi Pro­to­col­li. Le Al­te Par­ti con­traen­ti si im­pe­gna­no a non im­pe­di­re in al­cun mo­do l’eser­ci­zio ef­fet­ti­vo di que­sto di­rit­to.

Art. 35 Criteri di ricevibilità

1. Una que­stio­ne può es­se­re ri­mes­sa al­la Cor­te so­lo do­po l’esau­ri­men­to di tut­te le vie di ri­cor­so in­ter­ne, qual è in­te­so se­con­do i prin­ci­pi di di­rit­to in­ter­na­zio­na­le ge­ne­ral­men­te ri­co­no­sciu­ti, ed en­tro un pe­rio­do di quat­tro22 me­si dal­la da­ta del­la de­ci­sio­ne in­ter­na de­fi­ni­ti­va.

2. La Cor­te non pren­de in con­si­de­ra­zio­ne al­cun ri­cor­so in­di­vi­dua­le pre­sen­ta­to in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 34 quan­do:

a)
è ano­ni­mo, o
b)
è so­stan­zial­men­te ugua­le ad un ri­cor­so pre­ce­den­te­men­te esa­mi­na­to dal­la Cor­te o è già sta­to sot­to­po­sto ad un’al­tra istan­za in­ter­na­zio­na­le di in­chie­sta o di com­po­si­zio­ne e non con­tie­ne fat­ti nuo­vi.

3. La Cor­te di­chia­ra ir­ri­ce­vi­bi­le ogni ri­cor­so in­di­vi­dua­le pre­sen­ta­to in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 34 qua­lo­ra:

a)
lo ri­ten­ga in­com­pa­ti­bi­le con le di­spo­si­zio­ni del­la Con­ven­zio­ne o dei suoi Pro­to­col­li, o ma­ni­fe­sta­men­te in­fon­da­to o abu­si­vo; o
b)23
il ri­cor­ren­te non ab­bia su­bi­to al­cun pre­giu­di­zio si­gni­fi­ca­ti­vo, a me­no che il ri­spet­to dei di­rit­ti dell’uo­mo ga­ran­ti­ti dal­la Con­ven­zio­ne e dai suoi Pro­to­col­li non esi­ga l’esa­me del me­ri­to del ri­cor­so ...24.

4. La Cor­te re­spin­ge tut­ti i ri­cor­si ir­ri­ce­vi­bi­li ai sen­si del pre­sen­te ar­ti­co­lo. Può pro­ce­de­re in tal sen­so in ogni fa­se del­la pro­ce­du­ra.

22 Nuo­va lo­cu­zio­ne giu­sta l’art. 4 del Prot. n. 15 del 24 giu. 2013, ap­pro­va­to dall’AF il 18 mar. 2016, in vi­go­re per la Sviz­ze­ra il 1° feb. 2022 (RU 2021 461; FF 2015 1935).

23 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 12 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005, in vi­go­re dal 1° giu. 2010 (RU 2009 30673065, 2010 1241; FF 2005 1913).

24 Lo­cu­zio­ne abro­ga­ta dall’art. 5 del Prot. n. 15 del 24 giu. 2013, ap­pro­va­to dall’AF il 18 mar. 2016, con ef­fet­to per la Sviz­ze­ra il 1° ago. 2021 (RU 2021 461; FF 2015 1935).

Art. 36 Intervento di terzi

1. Per tut­te le cau­se ri­mes­se ad una se­zio­ne o al­la se­zio­ne al­lar­ga­ta, un’Al­ta Par­te con­traen­te il cui cit­ta­di­no sia un ri­cor­ren­te ha il di­rit­to di pre­sen­ta­re os­ser­va­zio­ni scrit­te e di pren­de­re par­te al­le udien­ze.

2. Nell’in­te­res­se di una buo­na am­mi­ni­stra­zio­ne del­la giu­sti­zia, il pre­si­den­te del­la Cor­te può in­vi­ta­re un’Al­ta Par­te con­traen­te che non è par­te o ogni al­tra per­so­na in­te­res­sa­ta che non sia il ri­cor­ren­te a pre­sen­ta­re os­ser­va­zio­ni scrit­te o a pren­de­re par­te al­le udien­ze.

3. Per tut­te le cau­se ri­mes­se ad una se­zio­ne o al­la se­zio­ne al­lar­ga­ta, il Com­mis­sa­rio per i Di­rit­ti dell’Uo­mo del Con­si­glio d’Eu­ro­pa può pre­sen­ta­re os­ser­va­zio­ni scrit­te e pren­de­re par­te al­le udien­ze.25

25 In­tro­dot­to dall’art. 13 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005, in vi­go­re dal 1° giu. 2010 (RU 2009 30673065, 2010 1241; FF 2005 1913).

Art. 37 Cancellazione dei ricorsi dal ruolo

1. In qual­sia­si mo­men­to del­la pro­ce­du­ra, la Cor­te può de­ci­de­re di can­cel­la­re un ri­cor­so dal ruo­lo qua­lo­ra le cir­co­stan­ze por­ti­no al­la con­clu­sio­ne che:

a)
il ri­cor­ren­te non in­ten­da più man­te­ner­lo; o
b)
la con­tro­ver­sia sia sta­ta ri­sol­ta; o
c)
per ogni al­tra ra­gio­ne ac­cer­ta­ta dal­la Cor­te, non sia più giu­sti­fi­ca­to con­ti­nua­re l’esa­me del ri­cor­so.

La Cor­te con­ti­nua tut­ta­via ad esa­mi­na­re il ri­cor­so se il ri­spet­to dei di­rit­ti dell’uo­mo ga­ran­ti­ti dal­la Con­ven­zio­ne e dai suoi Pro­to­col­li lo ri­chie­de.

2. La Cor­te può de­ci­de­re di re­iscri­ve­re un ri­cor­so nel ruo­lo al­lor­quan­do ri­ten­ga che le cir­co­stan­ze lo giu­sti­fi­chi­no.

Art. 38 Esame della causa 26

La Cor­te esa­mi­na la cau­sa con i rap­pre­sen­tan­ti del­le par­ti e, nel ca­so in cui sia ne­ces­sa­rio, pro­ce­de a un’in­da­gi­ne, per la cui con­du­zio­ne ef­fi­ca­ce le Al­te Par­ti con­traen­ti in­te­res­sa­te for­ni­ran­no tut­te le age­vo­la­zio­ni ne­ces­sa­rie.

26 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 14 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005, in vi­go­re dal 1° giu. 2010 (RU 2009 30673065, 2010 1241; FF 2005 1913).

Art. 39 Composizione amichevole 27

1. In qual­sia­si mo­men­to del­la pro­ce­du­ra, la Cor­te può met­ter­si a di­spo­si­zio­ne del­le par­ti in­te­res­sa­te al fi­ne di giun­ge­re ad una com­po­si­zio­ne ami­che­vo­le del­la cau­sa che si ispi­ri al ri­spet­to dei di­rit­ti dell’uo­mo ri­co­no­sciu­ti dal­la Con­ven­zio­ne e dai suoi Pro­to­col­li.

2. La pro­ce­du­ra ai sen­si del pa­ra­gra­fo 1 è ri­ser­va­ta.

3. In ca­so di com­po­si­zio­ne ami­che­vo­le, la Cor­te can­cel­la la cau­sa dal ruo­lo me­dian­te una de­ci­sio­ne che si li­mi­ta a una bre­ve espo­si­zio­ne dei fat­ti e del­la so­lu­zio­ne adot­ta­ta.

4. Ta­le de­ci­sio­ne è tra­smes­sa al Co­mi­ta­to dei Mi­ni­stri, che con­trol­la l’ese­cu­zio­ne dei ter­mi­ni del­la com­po­si­zio­ne ami­che­vo­le pre­vi­sti dal­la de­ci­sio­ne.

27 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 15 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005, in vi­go­re dal 1° giu. 2010 (RU 2009 30673065, 2010 1241; FF 2005 1913).

Art. 40 Udienze pubbliche ed accesso ai documenti

1. Le udien­ze so­no pub­bli­che, a me­no che la Cor­te non de­ci­da di­ver­sa­men­te in cir­co­stan­ze ec­ce­zio­na­li.

2. I do­cu­men­ti de­po­si­ta­ti in ar­chi­vio so­no ac­ces­si­bi­li al pub­bli­co a me­no che il pre­si­den­te del­la Cor­te non de­ci­da di­ver­sa­men­te.

Art. 41 Equa soddisfazione

Se la Cor­te di­chia­ra che vi è sta­ta una vio­la­zio­ne del­la Con­ven­zio­ne o dei suoi Pro­to­col­li e se il di­rit­to in­ter­no dell’Al­ta Par­te con­traen­te in­te­res­sa­ta non per­met­te che una par­zia­le ri­pa­ra­zio­ne del­la vio­la­zio­ne, la Cor­te, se ne­ces­sa­rio, ac­cor­da al­la par­te le­sa un’equa sod­di­sfa­zio­ne.

Art. 42 Sentenze delle sezioni

Le sen­ten­ze del­le se­zio­ni di­ven­go­no de­fi­ni­ti­ve con­for­me­men­te al­le di­spo­si­zio­ni dell’ar­ti­co­lo 44 pa­ra­gra­fo 2.

Art. 43 Rinvio alla sezione allargata

1. En­tro il ter­mi­ne di tre me­si dal­la da­ta in cui la se­zio­ne ha pro­nun­cia­to la sen­ten­za, le par­ti pos­so­no, in ca­si ec­ce­zio­na­li, chie­de­re il de­fe­ri­men­to del­la cau­sa al­la se­zio­ne al­lar­ga­ta.

2. Un col­le­gio di cin­que giu­di­ci del­la se­zio­ne al­lar­ga­ta ac­co­glie la ri­chie­sta se il ca­so sol­le­va una que­stio­ne gra­ve re­la­ti­va all’in­ter­pre­ta­zio­ne o all’ap­pli­ca­zio­ne del­la Con­ven­zio­ne o dei suoi Pro­to­col­li, o una que­stio­ne gra­ve di ca­rat­te­re ge­ne­ra­le.

3. Se il col­le­gio ac­co­glie la ri­chie­sta, la se­zio­ne al­lar­ga­ta si pro­nun­cia sul­la cau­sa con sen­ten­za.

Art. 44 Sentenze definitive

1. La sen­ten­za del­la se­zio­ne al­lar­ga­ta è de­fi­ni­ti­va.

2. La sen­ten­za di una se­zio­ne di­vie­ne de­fi­ni­ti­va:

a)
quan­do le par­ti di­chia­ra­no di non vo­ler de­fe­ri­re la cau­sa al­la se­zio­ne al­lar­ga­ta; o
b)
tre me­si do­po la da­ta del­la sen­ten­za, se non è ri­chie­sto il de­fe­ri­men­to del­la cau­sa al­la se­zio­ne al­lar­ga­ta; o
c)
quan­do il col­le­gio del­la se­zio­ne al­lar­ga­ta re­spin­ge la ri­chie­sta di rin­vio for­mu­la­ta in ap­pli­ca­zio­ne dell’ar­ti­co­lo 43.

3. La sen­ten­za de­fi­ni­ti­va vie­ne pub­bli­ca­ta.

Art. 45 Motivazione delle sentenze e delle decisioni

1. Le sen­ten­ze, non­ché le de­ci­sio­ni che di­chia­ra­no i ri­cor­si ri­ce­vi­bi­li o ir­ri­ce­vi­bi­li, so­no mo­ti­va­te.

2. Se una sen­ten­za non espri­me, nel­la sua to­ta­li­tà o in par­te, l’opi­nio­ne una­ni­me dei giu­di­ci, ogni giu­di­ce ha il di­rit­to di al­le­ga­re la sua opi­nio­ne se­pa­ra­ta.

Art. 46 Forza vincolante ed esecuzione delle sentenze 28

1. Le Al­te Par­ti con­traen­ti si im­pe­gna­no a con­for­mar­si al­la sen­ten­za de­fi­ni­ti­va del­la Cor­te per le con­tro­ver­sie di cui so­no par­ti.

2. La sen­ten­za de­fi­ni­ti­va del­la Cor­te vie­ne tra­smes­sa al Co­mi­ta­to dei Mi­ni­stri che ne con­trol­la l’ese­cu­zio­ne.

3. Se il Co­mi­ta­to dei Mi­ni­stri ri­tie­ne che il con­trol­lo dell’ese­cu­zio­ne di una sen­ten­za de­fi­ni­ti­va sia osta­co­la­to da una dif­fi­col­tà d’in­ter­pre­ta­zio­ne di ta­le sen­ten­za, può adi­re la Cor­te af­fin­ché es­sa si pro­nun­ci su ta­le que­stio­ne d’in­ter­pre­ta­zio­ne. La de­ci­sio­ne di adi­re la Cor­te è pre­sa a mag­gio­ran­za dei due ter­zi dei rap­pre­sen­tan­ti aven­ti di­rit­to a se­de­re nel Co­mi­ta­to.

4. Se il Co­mi­ta­to dei Mi­ni­stri ri­tie­ne che un’Al­ta Par­te con­traen­te ri­fiu­ti di con­for­mar­si a una sen­ten­za de­fi­ni­ti­va in una con­tro­ver­sia di cui è par­te, può, do­po aver am­mo­ni­to det­ta Par­te, de­fe­ri­re al­la Cor­te, con de­ci­sio­ne pre­sa a mag­gio­ran­za dei due ter­zi dei rap­pre­sen­tan­ti aven­ti di­rit­to di se­de­re nel Co­mi­ta­to, la que­stio­ne del ri­spet­to da par­te di ta­le Sta­to mem­bro dell’ob­bli­go di cui al pa­ra­gra­fo 1.

5. Se la Cor­te ac­cer­ta una vio­la­zio­ne del pa­ra­gra­fo 1, rin­via la cau­sa al Co­mi­ta­to dei Mi­ni­stri af­fin­ché esa­mi­ni le mi­su­re da adot­ta­re. Se la Cor­te ac­cer­ta che non vi è sta­ta una vio­la­zio­ne del pa­ra­gra­fo 1, rin­via la cau­sa al Co­mi­ta­to dei Mi­ni­stri, il qua­le di­chia­ra con­clu­so il suo esa­me.

28 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 16 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005, in vi­go­re dal 1° giu. 2010 (RU 2009 30673065, 2010 1241; FF 2005 1913).

Art. 47 Pareri

1. La Cor­te, su ri­chie­sta del Co­mi­ta­to dei Mi­ni­stri, può ri­la­scia­re pa­re­ri su que­stio­ni giu­ri­di­che con­cer­nen­ti l’in­ter­pre­ta­zio­ne del­la Con­ven­zio­ne e dei suoi Pro­to­col­li.

2. Ta­li pa­re­ri non pos­so­no ri­guar­da­re que­stio­ni re­la­ti­ve al con­te­nu­to o al­la por­ta­ta dei di­rit­ti e del­le li­ber­tà di cui al ti­to­lo I del­la Con­ven­zio­ne e dei suoi Pro­to­col­li, né al­tre que­stio­ni che la Cor­te o il Co­mi­ta­to dei Mi­ni­stri po­treb­be­ro do­ver esa­mi­na­re a se­gui­to dell’in­tro­du­zio­ne di un ri­cor­so pre­vi­sto dal­la Con­ven­zio­ne.

3. Le de­ci­sio­ni del Co­mi­ta­to dei Mi­ni­stri di ri­chie­de­re un pa­re­re del­la Cor­te so­no pre­se a mag­gio­ran­za dei vo­ti dei rap­pre­sen­tan­ti aven­ti di­rit­to a se­de­re nel Co­mi­ta­to.

Art. 48 Competenza consultiva della Corte

La Cor­te de­ci­de se la ri­chie­sta di pa­re­re pre­sen­ta­ta dal Co­mi­ta­to dei Mi­ni­stri è di sua com­pe­ten­za, se­con­do quan­to sta­bi­li­to dall’ar­ti­co­lo 47.

Art. 49 Motivazione dei pareri

1. I pa­re­ri del­la Cor­te de­vo­no es­se­re mo­ti­va­ti.

2. Se il pa­re­re non espri­me, nel­la sua to­ta­li­tà o in par­te, l’opi­nio­ne una­ni­me dei giu­di­ci, ogni giu­di­ce ha il di­rit­to di al­le­ga­re la sua opi­nio­ne se­pa­ra­ta.

3. I pa­re­ri del­la Cor­te ven­go­no tra­smes­si al Co­mi­ta­to dei Mi­ni­stri.

Art. 50 Spese di funzionamento della Corte

Le spe­se di fun­zio­na­men­to del­la Cor­te so­no a ca­ri­co del Con­si­glio d’Eu­ro­pa.

Art. 51 Privilegi e immunità dei giudici

I giu­di­ci, du­ran­te l’eser­ci­zio del­le lo­ro fun­zio­ni, go­do­no dei pri­vi­le­gi e del­le im­mu­ni­tà pre­vi­sti dall’ar­ti­co­lo 40 del­lo Sta­tu­to del Con­si­glio d’Eu­ro­pa29 e da­gli ac­cor­di con­clu­si in vir­tù di det­to ar­ti­co­lo.

Titolo III: Disposizioni diverse30

30 Originario Tit. V. Aggiornato dall’art. 2 del Prot. n. 11 dell’11 mag. 1994, approvato dall’AF il 12 giu. 1995, in vigore dal 1° nov. 1998 (RU 1998 29932992; FF 1995 I 835).

Art. 52 Richieste del Segretario generale

Ogni Al­ta Par­te Con­traen­te, su do­man­da del Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le del Con­si­glio dell’Eu­ro­pa, for­ni­rà le spie­ga­zio­ni ri­chie­ste sul mo­do in cui il pro­prio di­rit­to in­ter­no as­si­cu­ra la ef­fet­ti­va ap­pli­ca­zio­ne di tut­te le di­spo­si­zio­ni del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne.

Art. 53 Salvaguardia dei diritti dell’uomo riconosciuti

Nes­su­na del­le di­spo­si­zio­ni del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne può es­se­re in­ter­pre­ta­ta co­me re­can­te pre­giu­di­zio o li­mi­ta­zio­ne ai Di­rit­ti dell’uo­mo e al­le li­ber­tà fon­da­men­ta­li che pos­sa­no es­se­re ri­co­no­sciu­ti in ba­se a leg­gi di qua­lun­que Sta­to Con­traen­te o ad al­tri Ac­cor­di in­ter­na­zio­na­li di cui ta­le Sta­to sia par­te.

Art. 54 Poteri del Comitato dei Ministri

Nes­su­na di­spo­si­zio­ne del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne por­ta pre­giu­di­zio ai po­te­ri con­fe­ri­ti al Co­mi­ta­to dei Mi­ni­stri dal­lo Sta­tu­to del Con­si­glio d’Eu­ro­pa.31

Art. 55 Rinuncia ad altri mezzi di risoluzione delle controversie

Le Al­te Par­ti Con­traen­ti ri­nun­zia­no re­ci­pro­ca­men­te, sal­vo com­pro­mes­so spe­cia­le, a pre­va­ler­si dei trat­ta­ti, con­ven­zio­ni o di­chia­ra­zio­ni fra di lo­ro esi­sten­ti, in vi­sta di sot­to­met­te­re, per via di ri­cor­so, una con­tro­ver­sia na­ta dall’in­ter­pre­ta­zio­ne o dall’ap­pli­ca­zio­ne del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne ad una pro­ce­du­ra di re­go­la­men­to di­ver­sa da quel­le pre­vi­ste da det­ta Con­ven­zio­ne.

Art. 56 Applicazione territoriale

1. Ogni Sta­to, al mo­men­to del­la ra­ti­fi­ca o in ogni al­tro mo­men­to suc­ces­si­vo, può di­chia­ra­re, me­dian­te no­ti­fi­ca in­di­riz­za­ta al Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le del Con­si­glio d’Eu­ro­pa, che la pre­sen­te Con­ven­zio­ne tro­ve­rà ap­pli­ca­zio­ne sal­vo quan­to pre­vi­sto al pa­ra­gra­fo 4 del pre­sen­te ar­ti­co­lo in tut­ti i ter­ri­to­ri o in de­ter­mi­na­ti ter­ri­to­ri di cui as­si­cu­ra le re­la­zio­ni in­ter­na­zio­na­li.

2. La Con­ven­zio­ne si ap­pli­che­rà al ter­ri­to­rio o ai ter­ri­to­ri de­si­gna­ti nel­la no­ti­fi­ca a par­ti­re dal tren­te­si­mo gior­no suc­ces­si­vo al­la da­ta in cui il Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le del Con­si­glio d’Eu­ro­pa avrà ri­ce­vu­to ta­le no­ti­fi­ca.

3. In det­ti ter­ri­to­ri le di­spo­si­zio­ni del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne sa­ran­no ap­pli­ca­te te­nen­do con­to del­le ne­ces­si­tà lo­ca­li.

4. Ogni Sta­to che ha fat­to una di­chia­ra­zio­ne con­for­me al pri­mo pa­ra­gra­fo di que­sto ar­ti­co­lo può, in ogni mo­men­to, di­chia­ra­re re­la­ti­va­men­te a uno o a più ter­ri­to­ri pre­vi­sti in ta­le di­chia­ra­zio­ne che ac­cet­ta la com­pe­ten­za del­la Cor­te a co­no­sce­re dei ri­cor­si di per­so­ne fi­si­che, di or­ga­niz­za­zio­ni non go­ver­na­ti­ve, o di grup­pi di pri­va­ti co­me pre­vi­sto dall’ar­ti­co­lo 34 del­la Con­ven­zio­ne.

Art. 57 Riserve

1. Ogni Sta­to, al mo­men­to del­la fir­ma del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne o del de­po­si­to del suo stru­men­to di ra­ti­fi­ca, può for­mu­la­re una ri­ser­va ri­guar­do ad una par­ti­co­la­re di­spo­si­zio­ne del­la Con­ven­zio­ne, nel­la mi­su­ra in cui una leg­ge in quel mo­men­to in vi­go­re sul suo ter­ri­to­rio non sia con­for­me a ta­le di­spo­si­zio­ne. Le ri­ser­ve di ca­rat­te­re ge­ne­ra­le non so­no au­to­riz­za­te in ba­se al pre­sen­te ar­ti­co­lo.

2. Ogni ri­ser­va emes­sa in con­for­mi­tà al pre­sen­te ar­ti­co­lo com­por­ta un bre­ve espo­sto del­la leg­ge in que­stio­ne.

Art. 58 Denuncia

1. Un’Al­ta Par­te Con­traen­te non può de­nun­cia­re la pre­sen­te Con­ven­zio­ne che do­po un pe­rio­do di cin­que an­ni a par­ti­re dal­la da­ta d’en­tra­ta in vi­go­re del­la Con­ven­zio­ne nei suoi con­fron­ti e dan­do un pre­av­vi­so di sei me­si me­dian­te una no­ti­fi­ca in­di­riz­za­ta al Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le del Con­si­glio d’Eu­ro­pa, che ne in­for­ma le Al­te Par­ti Con­traen­ti.

2. Ta­le de­nun­cia non può ave­re l’ef­fet­to di svin­co­la­re l’Al­ta Par­te Con­traen­te in­te­res­sa­ta dal­le ob­bli­ga­zio­ni con­te­nu­te nel­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne in ciò che con­cer­ne qua­lun­que fat­to che, po­ten­do co­sti­tui­re una vio­la­zio­ne di que­ste ob­bli­ga­zio­ni, fos­se sta­to com­piu­to da es­sa an­te­rior­men­te al­la da­ta in cui la de­nun­cia pro­du­ce il suo ef­fet­to.

3. Con la me­de­si­ma ri­ser­va ces­sa d’es­ser Par­te del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne ogni Par­te Con­traen­te che ces­si d’es­se­re mem­bro del Con­si­glio d’Eu­ro­pa.

4. La Con­ven­zio­ne può es­se­re de­nun­cia­ta in con­for­mi­tà al­le di­spo­si­zio­ni dei pre­ce­den­ti pa­ra­gra­fi re­la­ti­va­men­te a ogni ter­ri­to­rio nel qua­le sia sta­ta di­chia­ra­ta ap­pli­ca­bi­le in ba­se all’ar­ti­co­lo 56.

Art. 59 Firma e ratifica

1. La pre­sen­te Con­ven­zio­ne è aper­ta al­la fir­ma dei Mem­bri del Con­si­glio d’Eu­ro­pa. Es­sa sa­rà ra­ti­fi­ca­ta. Le ra­ti­fi­che sa­ran­no de­po­si­ta­te pres­so il Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le del Con­si­glio d’Eu­ro­pa.

2. L’Unio­ne eu­ro­pea può ade­ri­re al­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne.32

3. La pre­sen­te Con­ven­zio­ne en­tre­rà in vi­go­re do­po il de­po­si­to di die­ci stru­men­ti di ra­ti­fi­ca.33

4. Per ogni fir­ma­ta­rio che la ra­ti­fi­che­rà suc­ces­si­va­men­te, la Con­ven­zio­ne en­tre­rà in vi­go­re dal mo­men­to del de­po­si­to del­lo stru­men­to di ra­ti­fi­ca.34

5. Il Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le del Con­si­glio d’Eu­ro­pa no­ti­fi­che­rà a tut­ti i mem­bri del Con­si­glio d’Eu­ro­pa l’en­tra­ta in vi­go­re del­la Con­ven­zio­ne, i no­mi del­le Al­te Par­ti Con­traen­ti che l’avran­no ra­ti­fi­ca­ta, co­me an­che il de­po­si­to di ogni al­tro stru­men­to di ra­ti­fi­ca che si sia avu­to suc­ces­si­va­men­te.35

32 In­tro­dot­to dall’art. 17 del Prot. n. 14 del 13 mag. 2004, ap­pro­va­to dall’AF il 16 dic. 2005, in vi­go­re dal 1° giu. 2010 (RU 2009 30673065, 2010 1241; FF 2005 1913).

33 Ori­gi­na­rio n. 2.

34 Ori­gi­na­rio n. 3.

35 Ori­gi­na­rio n. 4.

Firme

Campo d’applicazione il 16 settembre 2022 3636

36 RU 1974 2168, 1977 1471464, 1978 64, 1982 2852065, 1983 1592, 1984 9731491, 1985 360, 1986 169, 1987 3141346, 1988 1264, 1989 276, 1990 55, 1991 789, 1992 6572219, 1993 3097, 2000 916, 2002 1145, 2005 1835, 2006 3319, 2012 1143, 2022 248. Una versione aggiornata del campo d’applicazione è pubblicata sulla piattaforma di pubblicazione del diritto federale «Fedlex» all’indirizzo seguente: https://fedlex.admin.ch/it/Treaty