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Legge federale
sulla esecuzione e sul fallimento
(LEF)1

dell’11 aprile 1889 (Stato 1° gennaio 2023)

1 Abbreviazione introdotta dal n. I della LF del 16 dic. 1994, in vigore dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

L’Assemblea federale della Confederazione Svizzera,

visto l’articolo 64 della Costituzione federale2 (Cost.),3

decreta:

2[CS 13]. A questa disp. corrisponde l’art. 122 cpv. 1 della Cost. del 18 apr. 1999 (RS 101).

3Nuovo testo giusta il n. I della LF del 24 mar. 2000, in vigore dal 1° gen. 2001 (RU 2000 2531; FF 1999 80778458).

Titolo primo: Disposizioni generali

I. Della organizzazione

Art. 1

I. Del­la or­ga­niz­za­zio­ne

A. Cir­con­da­ri d’ese­cu­zio­ne e cir­con­da­ri dei fal­li­men­ti

 

1 Per la pro­ce­du­ra d’ese­cu­zio­ne e di fal­li­men­to il ter­ri­to­rio di ogni Can­to­ne for­ma uno o più cir­con­da­ri.

2 I Can­to­ni de­ter­mi­na­no il nu­me­ro e la cir­co­scri­zio­ne di que­sti cir­con­da­ri.

3 Un cir­con­da­rio pei fal­li­men­ti può com­pren­de­re più cir­con­da­ri d’ese­cu­zio­ne.

Art. 2

B. Uf­fi­ci d’ese­cu­zio­ne e uf­fi­ci dei fal­li­men­ti

1. Or­ga­niz­za­zio­ne

 

1 In ogni cir­con­da­rio d’ese­cu­zio­ne è isti­tui­to un uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne di­ret­to da un uf­fi­cia­le ese­cu­to­re.

2 In ogni cir­con­da­rio dei fal­li­men­ti è isti­tui­to un uf­fi­cio dei fal­li­men­ti di­ret­to da un uf­fi­cia­le dei fal­li­men­ti.5

3 All’uf­fi­cia­le è ag­giun­to un sup­plen­te che ne fa le ve­ci nei ca­si di in­com­pa­ti­bi­li­tà o d’im­pe­di­men­to al­la di­re­zio­ne dell’uf­fi­cio.6

4 Gli uf­fi­ci d’ese­cu­zio­ne e gli uf­fi­ci dei fal­li­men­ti pos­so­no es­se­re di­ret­ti dal­lo stes­so uf­fi­cia­le.7

5 Per il re­sto, l’or­ga­niz­za­zio­ne de­gli uf­fi­ci spet­ta ai Can­to­ni.

5Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

6Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

7In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 38

2. Re­tri­bu­zio­ne

 

La re­tri­bu­zio­ne dell’uf­fi­cia­le ese­cu­to­re, di quel­lo dei fal­li­men­ti e dei lo­ro sup­plen­ti è di com­pe­ten­za dei Can­to­ni.

8Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 49

C. As­si­sten­za

 

1 Gli uf­fi­ci d’ese­cu­zio­ne e gli uf­fi­ci dei fal­li­men­ti pro­ce­do­no al­le ope­ra­zio­ni di lo­ro com­pe­ten­za su ri­chie­sta de­gli uf­fi­ci, del­le am­mi­ni­stra­zio­ni spe­cia­li del fal­li­men­to, co­me pu­re dei com­mis­sa­ri e dei li­qui­da­to­ri di un al­tro cir­con­da­rio.

2 Gli uf­fi­ci, le am­mi­ni­stra­zio­ni spe­cia­li del fal­li­men­to, i com­mis­sa­ri e i li­qui­da­to­ri pos­so­no pro­ce­de­re ad at­ti del lo­ro uf­fi­cio an­che al di fuo­ri del lo­ro cir­con­da­rio, se l’uf­fi­cio com­pe­ten­te per ter­ri­to­rio vi ac­con­sen­te. La com­pe­ten­za per la no­ti­fi­ca­zio­ne de­gli at­ti ese­cu­ti­vi che non av­ven­ga per po­sta, per il pi­gno­ra­men­to, per la ven­di­ta agli in­can­ti e per la ri­chie­sta d’in­ter­ven­to del­la for­za pub­bli­ca spet­ta tut­ta­via uni­ca­men­te all’uf­fi­cio do­ve l’at­to de­ve es­se­re com­piu­to.

9Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 4a10

Cbis. Pro­ce­du­re ma­te­rial­men­te con­nes­se

 

1 Nei fal­li­men­ti e nel­le pro­ce­du­re con­cor­da­ta­rie ma­te­rial­men­te con­nes­si, gli or­ga­ni di ese­cu­zio­ne for­za­ta non­ché le au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za e giu­di­zia­rie coin­vol­ti coor­di­na­no nel li­mi­te del pos­si­bi­le i lo­ro at­ti.

2 I giu­di­ci del fal­li­men­to e del con­cor­da­to coin­vol­ti co­me pu­re le au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za pos­so­no, di co­mu­ne ac­cor­do, de­si­gna­re l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te per l’in­sie­me del­le pro­ce­du­re.

10 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 511

D. Re­spon­sa­bi­li­tà

1. Prin­ci­pio

 

1 Il Can­to­ne è re­spon­sa­bi­le del dan­no ca­gio­na­to il­le­ci­ta­men­te dai fun­zio­na­ri, da­gli im­pie­ga­ti, dai lo­ro au­si­lia­ri, dal­le am­mi­ni­stra­zio­ni spe­cia­li del fal­li­men­to, dai com­mis­sa­ri, dai li­qui­da­to­ri, dal­le au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za e giu­di­zia­rie, co­me pu­re dal­la po­li­zia, nell’adem­pi­men­to dei com­pi­ti lo­ro as­se­gna­ti dal­la pre­sen­te leg­ge.

2 Il dan­neg­gia­to non ha azio­ne con­tro il col­pe­vo­le.

3 Il di­rit­to can­to­na­le di­sci­pli­na l’eser­ci­zio del re­gres­so dei Can­to­ni con­tro le per­so­ne che han­no ca­gio­na­to il dan­no.

4 Se la gra­vi­tà del pre­giu­di­zio lo giu­sti­fi­ca, può es­se­re chie­sto il pa­ga­men­to di una som­ma a ti­to­lo di ri­pa­ra­zio­ne mo­ra­le.

11Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 612

2. Pre­scri­zio­ne

 

1 L’azio­ne di ri­sar­ci­men­to del dan­no si pre­scri­ve in tre an­ni dal gior­no in cui il dan­neg­gia­to ha avu­to co­no­scen­za del dan­no, ma in ogni ca­so in die­ci an­ni dal gior­no in cui il fat­to dan­no­so è sta­to com­mes­so o è ces­sa­to.

2 Se il fat­to com­mes­so dal­la per­so­na che ha ca­gio­na­to il dan­no co­sti­tui­sce un fat­to pu­ni­bi­le, l’azio­ne di ri­sar­ci­men­to si pre­scri­ve al più pre­sto al­la sca­den­za del ter­mi­ne di pre­scri­zio­ne dell’azio­ne pe­na­le. Se la pre­scri­zio­ne dell’azio­ne pe­na­le si estin­gue a se­gui­to di una sen­ten­za pe­na­le di pri­ma istan­za, l’azio­ne di ri­sar­ci­men­to si pre­scri­ve al più pre­sto in tre an­ni dal­la co­mu­ni­ca­zio­ne del­la sen­ten­za.

12Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 4 del­la LF del 15 giu. 2018 (Re­vi­sio­ne del­la di­sci­pli­na del­la pre­scri­zio­ne), in vi­go­re dal 1° gen. 2020 (RU 20185343; FF 2014 211).

Art. 713

3. Com­pe­ten­za del Tri­bu­na­le fe­de­ra­le

 

Se l’azio­ne di ri­sar­ci­men­to è fon­da­ta sull’at­to il­le­ci­to dell’au­to­ri­tà can­to­na­le su­pe­rio­re di vi­gi­lan­za o dell’istan­za can­to­na­le su­pe­rio­re dei con­cor­da­ti, il Tri­bu­na­le fe­de­ra­le è so­lo com­pe­ten­te.

13Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 814

E. Ver­ba­li e re­gi­stri

1. Te­nu­ta, pro­va e ret­ti­fi­ca­zio­ne

 

1 Gli uf­fi­ci d’ese­cu­zio­ne e gli uf­fi­ci dei fal­li­men­ti sten­do­no ver­ba­le del­le lo­ro ope­ra­zio­ni non­ché del­le do­man­de e di­chia­ra­zio­ni lo­ro pre­sen­ta­te e ten­go­no i re­gi­stri.

2 I ver­ba­li e i re­gi­stri fan­no fe­de fi­no a pro­va con­tra­ria.

3 L’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne ret­ti­fi­ca d’uf­fi­cio o su do­man­da del­la per­so­na toc­ca­ta le iscri­zio­ni er­ro­nee.

14Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 8a15

2. Con­sul­ta­zio­ne

 

1 Chiun­que ren­da ve­ro­si­mi­le un in­te­res­se può con­sul­ta­re i ver­ba­li e i re­gi­stri de­gli uf­fi­ci d’ese­cu­zio­ne e de­gli uf­fi­ci dei fal­li­men­ti, non­ché chie­der­ne estrat­ti.

2 Ta­le in­te­res­se è in par­ti­co­la­re re­so ve­ro­si­mi­le se la do­man­da di estrat­to ri­sul­ta da un nes­so di­ret­to con la con­clu­sio­ne o la li­qui­da­zio­ne del con­trat­to.

3 Gli uf­fi­ci non pos­so­no dar no­ti­zia a ter­zi cir­ca pro­ce­di­men­ti ese­cu­ti­vi:

a.
nul­li o an­nul­la­ti in se­gui­to a im­pu­gna­zio­ne o a de­ci­sio­ne giu­di­zia­le;
b.
per i qua­li il de­bi­to­re ha eser­ci­ta­to con suc­ces­so l’azio­ne di ri­pe­ti­zio­ne dell’in­de­bi­to;
c.
per i qua­li il cre­di­to­re ha ri­ti­ra­to l’ese­cu­zio­ne;
d.16
per i qua­li il de­bi­to­re ab­bia pre­sen­ta­to una do­man­da in tal sen­so al­me­no tre me­si do­po la no­ti­fi­ca­zio­ne del pre­cet­to ese­cu­ti­vo, sem­pre che en­tro un ter­mi­ne di 20 gior­ni im­par­ti­to dall’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne il cre­di­to­re non for­ni­sca la pro­va di aver av­via­to a tem­po de­bi­to la pro­ce­du­ra di eli­mi­na­zio­ne dell’op­po­si­zio­ne (art. 79–84); se ta­le pro­va è for­ni­ta in un se­con­do tem­po o l’ese­cu­zio­ne è pro­se­gui­ta, gli uf­fi­ci pos­so­no nuo­va­men­te dar no­ti­zia di que­st’ul­ti­ma a ter­zi.

4 Per i ter­zi, il di­rit­to di con­sul­ta­zio­ne si estin­gue cin­que an­ni do­po la chiu­su­ra del pro­ce­di­men­to. Suc­ces­si­va­men­te, estrat­ti so­no ri­la­scia­ti sol­tan­to ad au­to­ri­tà giu­di­zia­rie o am­mi­ni­stra­ti­ve per pro­ce­di­men­ti pen­den­ti pres­so di lo­ro.

15In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

16 In­tro­dot­ta dal n. I del­la LF del 16 dic. 2018, in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 4583; FF 2015 26414779).

Art. 9

F. De­po­si­to di som­me e di og­get­ti pre­zio­si

 

Gli uf­fi­ci d’ese­cu­zio­ne e dei fal­li­men­ti so­no te­nu­ti a de­po­si­ta­re pres­so lo sta­bi­li­men­to dei de­po­si­ti le som­me, le car­te-va­lo­ri e gli og­get­ti pre­zio­si di cui en­tro tre gior­ni dal ri­ce­vi­men­to non sia sta­to di­spo­sto.

Art. 1017

G. Ri­cu­sa­zio­ne

 

1 I fun­zio­na­ri e gli im­pie­ga­ti de­gli uf­fi­ci d’ese­cu­zio­ne e de­gli uf­fi­ci dei fal­li­men­ti e i mem­bri dell’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za non pos­so­no eser­ci­ta­re le lo­ro fun­zio­ni:

1.
ne­gli af­fa­ri pro­pri;
2.18
ne­gli af­fa­ri del co­niu­ge, del part­ner re­gi­stra­to o del­la per­so­na con cui con­vi­vo­no di fat­to;
2bis.19
ne­gli af­fa­ri dei pa­ren­ti ed af­fi­ni in li­nea ret­ta o, fi­no al ter­zo gra­do, in li­nea col­la­te­ra­le;
3.
ne­gli af­fa­ri di una per­so­na di cui sia­no rap­pre­sen­tan­ti le­ga­li, man­da­ta­ri o im­pie­ga­ti;
4.
ne­gli af­fa­ri in cui pos­sa­no per al­tri mo­ti­vi ave­re in­te­res­si.

2 L’uf­fi­cia­le te­nu­to a ri­cu­sar­si tra­smet­te im­me­dia­ta­men­te le do­man­de al suo sup­plen­te e ne av­vi­sa il cre­di­to­re con let­te­ra sem­pli­ce.

17Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

18 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 16 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20055685; FF 20031165).

19 In­tro­dot­to dall’all. n. 16 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20055685; FF 20031165).

Art. 1120

H. Ne­go­zi giu­ri­di­ci vie­ta­ti

 

Ai fun­zio­na­ri e im­pie­ga­ti de­gli uf­fi­ci d’ese­cu­zio­ne e de­gli uf­fi­ci dei fal­li­men­ti è vie­ta­to con­clu­de­re ne­go­zi per pro­prio con­to ri­guar­do al cre­di­to per il qua­le l’uf­fi­cio pro­ce­de o all’og­get­to che è in­ca­ri­ca­to di rea­liz­za­re. Gli at­ti che con­trav­ven­go­no a que­sto di­vie­to so­no nul­li.

20Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 12

I. Pa­ga­men­ti all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne

 

1 L’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne è te­nu­to ad ac­cet­ta­re ogni pa­ga­men­to fat­to per con­to del cre­di­to­re istan­te.

2 Il pa­ga­men­to fat­to all’uf­fi­cio li­be­ra il de­bi­to­re.

Art. 13

K. Au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za

1. Au­to­ri­tà can­to­na­le

a. De­si­gna­zio­ne

 

1 Ogni Can­to­ne de­ve de­si­gna­re un’au­to­ri­tà in­ca­ri­ca­ta di vi­gi­la­re su­gli uf­fi­ci d’ese­cu­zio­ne e su­gli uf­fi­ci dei fal­li­men­ti.21

2 I Can­to­ni pos­so­no inol­tre isti­tui­re au­to­ri­tà in­fe­rio­ri di vi­gi­lan­za per uno o più cir­con­da­ri.

21Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 14

b. Ispe­zio­ne e san­zio­ni di­sci­pli­na­ri

 

1 L’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za de­ve ispe­zio­na­re al­me­no una vol­ta all’an­no la ge­stio­ne di ogni uf­fi­cio.

2 Nei con­fron­ti dell’uf­fi­cia­le o dell’im­pie­ga­to pos­so­no es­se­re pre­se le mi­su­re di­sci­pli­na­ri se­guen­ti:22

1.23
l’am­mo­ni­men­to;
2.24
la mul­ta si­no a 1000 fran­chi;
3.
la so­spen­sio­ne dall’uf­fi­cio per una du­ra­ta non mag­gio­re di sei me­si;
4.
la de­sti­tu­zio­ne.

22Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

23Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

24Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 15

2. Con­si­glio fe­de­ra­le

 

1 Il Con­si­glio fe­de­ra­le eser­ci­ta l’al­ta vi­gi­lan­za sul­le ese­cu­zio­ni e sui fal­li­men­ti e cu­ra l’uni­for­me ap­pli­ca­zio­ne del­la pre­sen­te leg­ge.26

2 Ema­na le di­spo­si­zio­ni e i re­go­la­men­ti ne­ces­sa­ri all’at­tua­zio­ne del­la me­de­si­ma.

3 Può im­par­ti­re istru­zio­ni al­le au­to­ri­tà can­to­na­li di vi­gi­lan­za e ri­chie­de­re da es­se an­nua­li re­la­zio­ni.

4 ...27

5 Coor­di­na la co­mu­ni­ca­zio­ne elet­tro­ni­ca tra gli uf­fi­ci di ese­cu­zio­ne e dei fal­li­men­ti, tra gli uf­fi­ci del re­gi­stro fon­dia­rio e del re­gi­stro di com­mer­cio, non­ché tra i tri­bu­na­li e il pub­bli­co.28

26 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 6 del­la L del 17 giu. 2005 sul Tri­bu­na­le fe­de­ra­le, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20061205; FF 20013764).

27 Abro­ga­to dall’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

28 In­tro­dot­to dall’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

Art. 16

L. Tas­se

 

1 Il Con­si­glio fe­de­ra­le sta­bi­li­sce la ta­rif­fa del­le tas­se.

2 Gli at­ti del­la pro­ce­du­ra d’ese­cu­zio­ne e di fal­li­men­to so­no esen­ti da bol­lo.

Art. 17

M. Ri­cor­so

1. All’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za

 

1 Sal­vo i ca­si nei qua­li la pre­sen­te leg­ge pre­scri­va la via giu­di­zia­le, è am­mes­so il ri­cor­so all’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za con­tro ogni prov­ve­di­men­to di un uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne o di un uf­fi­cio dei fal­li­men­ti, per vio­la­zio­ne di una nor­ma di di­rit­to o er­ro­re d’ap­prez­za­men­to.29

2 Il ri­cor­so30 dev’es­se­re pre­sen­ta­to en­tro die­ci gior­ni da quel­lo in cui il ri­cor­ren­te eb­be no­ti­zia del prov­ve­di­men­to.

3 È am­mes­so in ogni tem­po il ri­cor­so per de­ne­ga­ta o ri­tar­da­ta giu­sti­zia.

4 In ca­so di ri­cor­so, l’uf­fi­cio può, fi­no all’in­vio del­la sua ri­spo­sta, ri­con­si­de­ra­re il prov­ve­di­men­to im­pu­gna­to. Se ema­na una nuo­va de­ci­sio­ne, la no­ti­fi­ca sen­za in­du­gio al­le par­ti e ne dà co­no­scen­za all’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za.31

29Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

30Nuo­vo ter­mi­ne giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

31In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 1832

2. All’au­to­ri­tà su­pe­rio­re di vi­gi­lan­za

 

1 La de­ci­sio­ne di un’au­to­ri­tà in­fe­rio­re di vi­gi­lan­za può es­se­re de­fe­ri­ta all’au­to­ri­tà can­to­na­le su­pe­rio­re di vi­gi­lan­za en­tro die­ci gior­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne.

2 Con­tro una de­ci­sio­ne dell’au­to­ri­tà in­fe­rio­re è am­mes­so in ogni tem­po il ri­cor­so all’au­to­ri­tà can­to­na­le su­pe­rio­re di vi­gi­lan­za per de­ne­ga­ta o ri­tar­da­ta giu­sti­zia.

32Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 1933

3. Al Tri­bu­na­le fe­de­ra­le

 

Il ri­cor­so al Tri­bu­na­le fe­de­ra­le è ret­to dal­la leg­ge del 17 giu­gno 200534 sul Tri­bu­na­le fe­de­ra­le.

33Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 6 del­la L del 17 giu. 2005 sul Tri­bu­na­le fe­de­ra­le, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20061205; FF 20013764).

34 RS 173.110

Art. 2035

4. Ter­mi­ni in ma­te­ria di ese­cu­zio­ne cam­bia­ria

 

Nel­le ese­cu­zio­ni cam­bia­rie i ter­mi­ni d’im­pu­gna­zio­ne so­no ri­dot­ti a cin­que gior­ni; l’au­to­ri­tà de­ve de­ci­de­re en­tro ugual ter­mi­ne.


35Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 20a37

5. Pro­ce­du­ra avan­ti al­le au­to­ri­tà can­to­na­li di vi­gi­lan­za

 

1 ...38

2 Al­la pro­ce­du­ra da­van­ti al­le au­to­ri­tà can­to­na­li di vi­gi­lan­za si ap­pli­ca­no le di­spo­si­zio­ni se­guen­ti:39

1.
le au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za, ogni vol­ta che agi­sco­no in que­sta ve­ste, de­vo­no de­si­gnar­si co­me ta­li e se del ca­so co­me au­to­ri­tà su­pe­rio­re o in­fe­rio­re di vi­gi­lan­za;
2.
l’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za con­sta­ta i fat­ti d’uf­fi­cio. Es­sa può chie­de­re la col­la­bo­ra­zio­ne del­le par­ti e, se ri­fiu­ta­no di pre­sta­re la col­la­bo­ra­zio­ne che da es­se ci si può ra­gio­ne­vol­men­te at­ten­de­re, di­chia­ra­rne ir­ri­ce­vi­bi­li le con­clu­sio­ni;
3.40
l’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za ap­prez­za li­be­ra­men­te le pro­ve; fat­to sal­vo l’ar­ti­co­lo 22, es­sa è vin­co­la­ta dal­le con­clu­sio­ni del­le par­ti;
4.
la de­ci­sio­ne sul ri­cor­so de­ve es­se­re mo­ti­va­ta e in­di­ca­re i ri­me­di di di­rit­to; es­sa è no­ti­fi­ca­ta per scrit­to al­le par­ti, all’uf­fi­cio e agli al­tri even­tua­li in­te­res­sa­ti;
5.41
le pro­ce­du­re so­no gra­tui­te. La par­te o il suo rap­pre­sen­tan­te che agi­sco­no in ma­la fe­de o in mo­do te­me­ra­rio pos­so­no es­se­re con­dan­na­ti a una mul­ta si­no a 1500 fran­chi, non­ché al pa­ga­men­to di tas­se e spe­se.

3 Per il re­sto, i Can­to­ni sta­bi­li­sco­no la pro­ce­du­ra.

37In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

38 Abro­ga­to dall’all. n. 6 del­la L del 17 giu. 2005 sul Tri­bu­na­le fe­de­ra­le, con ef­fet­to dal 1° gen. 2007 (RU 20061205; FF 20013764).

39 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 6 del­la L del 17 giu. 2005 sul Tri­bu­na­le fe­de­ra­le, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20061205; FF 20013764).

40 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 6 dell’O dell’AF del 20 dic. 2006 che ade­gua ta­lu­ni at­ti nor­ma­ti­vi al­le di­sp. del­la L sul Tri­bu­na­le fe­de­ra­le e del­la L sul Tri­bu­na­le am­mi­ni­stra­ti­vo fe­de­ra­le (RU 2006 5599; FF 2006 7109).

41 In­tro­dot­to dall’all. n. 6 del­la L del 17 giu. 2005 sul Tri­bu­na­le fe­de­ra­le, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20061205; FF 20013764).

Art. 21

6. De­ci­sio­ni su ri­cor­so

 

L’au­to­ri­tà che di­chia­ra fon­da­to un ri­cor­so an­nul­la o ri­for­ma gli at­ti im­pu­gna­ti. Es­sa or­di­na l’ese­cu­zio­ne di quel­li dei qua­li il fun­zio­na­rio ab­bia sen­za mo­ti­vo ri­fiu­ta­to o ri­tar­da­to il com­pi­men­to.

Art. 2242

N. De­ci­sio­ni nul­le

 

1 So­no nul­le le de­ci­sio­ni che vio­la­no pre­scri­zio­ni ema­na­te nell’in­te­res­se pub­bli­co o nell’in­te­res­se di per­so­ne che non so­no par­te nel pro­ce­di­men­to. L’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za con­sta­ta d’uf­fi­cio la nul­li­tà an­che quan­do la de­ci­sio­ne non sia sta­ta im­pu­gna­ta.

2 L’uf­fi­cio può so­sti­tui­re la de­ci­sio­ne nul­la con una nuo­va de­ci­sio­ne. Non­di­me­no, se pres­so l’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za è pen­den­te un pro­ce­di­men­to ai sen­si del ca­po­ver­so 1, la so­sti­tu­zio­ne è am­mis­si­bi­le fi­no all’in­vio del­la ri­spo­sta da par­te dell’uf­fi­cio.

42Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 2343

O. Di­spo­si­zio­ni can­to­na­li d’ese­cu­zio­ne

1. Au­to­ri­tà giu­di­zia­rie

 

I Can­to­ni de­si­gna­no le au­to­ri­tà giu­di­zia­rie com­pe­ten­ti per le de­ci­sio­ni de­fe­ri­te al giu­di­ce dal­la pre­sen­te leg­ge.

43Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 24

2. Sta­bi­li­men­ti di de­po­si­to

 

I Can­to­ni de­si­gna­no gli sta­bi­li­men­ti ob­bli­ga­ti ad ac­cet­ta­re i de­po­si­ti nei ca­si pre­vi­sti dal­la pre­sen­te leg­ge («sta­bi­li­men­ti di de­po­si­ti»). Es­si so­no re­spon­sa­bi­li dei de­po­si­ti fat­ti pres­so ta­li sta­bi­li­men­ti.

Art. 2544

3. ...

 

44 Abro­ga­to dall’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

Art. 2645

4. Ef­fet­ti di di­rit­to pub­bli­co del pi­gno­ra­men­to in­frut­tuo­so e del fal­li­men­to

 

1 In quan­to il di­rit­to fe­de­ra­le non sia ap­pli­ca­bi­le, i Can­to­ni pos­so­no pre­scri­ve­re che il pi­gno­ra­men­to in­frut­tuo­so e il fal­li­men­to pro­du­ca­no ef­fet­ti di di­rit­to pub­bli­co, qua­li l’ine­leg­gi­bi­li­tà a fun­zio­ni pub­bli­che, l’in­ter­di­zio­ne dall’eser­ci­zio di una pro­fes­sio­ne o di un’at­ti­vi­tà su­bor­di­na­ta a au­to­riz­za­zio­ne. È esclu­sa la pri­va­zio­ne dei di­rit­ti ci­vi­ci co­me pu­re la pub­bli­ca­zio­ne de­gli at­te­sta­ti di ca­ren­za di be­ni.

2 Agli ef­fet­ti di di­rit­to pub­bli­co de­ve es­se­re po­sto ter­mi­ne qua­lo­ra il fal­li­men­to sia re­vo­ca­to, tut­ti i cre­di­to­ri al be­ne­fi­cio di un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni sia­no sta­ti sod­di­sfat­ti o tut­ti i lo­ro cre­di­ti sia­no pre­scrit­ti.

3 Qua­lo­ra il co­niu­ge o il part­ner re­gi­stra­to del de­bi­to­re sia l’uni­co cre­di­to­re che su­bi­sca per­di­te, gli ef­fet­ti di di­rit­to pub­bli­co del pi­gno­ra­men­to in­frut­tuo­so e del fal­li­men­to non pos­so­no es­se­re pro­nun­cia­ti.46

45Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

46 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 16 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20055685; FF 20031165).

Art. 2747

5. Rap­pre­sen­tan­za nel pro­ce­di­men­to ese­cu­ti­vo

 

1 Chiun­que ha l’eser­ci­zio dei di­rit­ti ci­vi­li è au­to­riz­za­to a rap­pre­sen­ta­re al­tre per­so­ne nel pro­ce­di­men­to ese­cu­ti­vo. Ciò va­le an­che per la rap­pre­sen­tan­za pro­fes­sio­na­le. I Can­to­ni pos­so­no, per mo­ti­vi gra­vi, vie­ta­re a una per­so­na di eser­ci­ta­re la rap­pre­sen­tan­za pro­fes­sio­na­le.

2 Le spe­se per la rap­pre­sen­tan­za da­van­ti agli uf­fi­ci d’ese­cu­zio­ne e agli uf­fi­ci dei fal­li­men­ti non pos­so­no es­se­re ac­col­la­te al­la con­tro­par­te.

47Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 25 set. 2015 (Rap­pre­sen­tan­za pro­fes­sio­na­le nel pro­ce­di­men­to ese­cu­ti­vo), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 3643; FF 2014 7505).

Art. 2848

P. Co­mu­ni­ca­zio­ne cir­ca l’or­ga­niz­za­zio­ne nel Can­to­ne

 

1 I Can­to­ni in­di­ca­no al Con­si­glio fe­de­ra­le i cir­con­da­ri di ese­cu­zio­ne e dei fal­li­men­ti, l’or­ga­niz­za­zio­ne dei re­la­ti­vi uf­fi­ci, co­me pu­re le au­to­ri­tà de­si­gna­te in ap­pli­ca­zio­ne del­la pre­sen­te leg­ge.

2 Il Con­si­glio fe­de­ra­le prov­ve­de al­la con­ve­nien­te pub­bli­ci­tà di ta­li in­di­ca­zio­ni.

48 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 6 dell’O dell’AF del 20 dic. 2006 che ade­gua ta­lu­ni at­ti nor­ma­ti­vi al­le di­sp. del­la L sul Tri­bu­na­le fe­de­ra­le e del­la L sul Tri­bu­na­le am­mi­ni­stra­ti­vo fe­de­ra­le (RU 2006 5599; FF 2006 7109).

Art. 2949

Q. ...

 

49 Abro­ga­to dall’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

Art. 3050

R. Pro­ce­di­men­ti ese­cu­ti­vi spe­cia­li

 

1 La pre­sen­te leg­ge non si ap­pli­ca all’ese­cu­zio­ne nei con­fron­ti di Can­to­ni, Di­stret­ti e Co­mu­ni, in quan­to la ma­te­ria sia di­sci­pli­na­ta da nor­me spe­cia­li fe­de­ra­li o can­to­na­li.

2 So­no inol­tre sal­ve le di­spo­si­zio­ni di al­tre leg­gi fe­de­ra­li che pre­ve­do­no pro­ce­du­re ese­cu­ti­ve spe­cia­li.

50Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 30a51

S. Trat­ta­ti in­ter­na­zio­na­li e di­rit­to in­ter­na­zio­na­le pri­va­to

 

So­no sal­vi i trat­ta­ti in­ter­na­zio­na­li e le di­spo­si­zio­ni del­la leg­ge fe­de­ra­le del 18 di­cem­bre 198752 sul di­rit­to in­ter­na­zio­na­le pri­va­to (LDIP).

51In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

52RS 291

II. Regole diverse

Art. 3153

II. Re­go­le di­ver­se

A. Ter­mi­ni

1. In ge­ne­re

 

Sal­vo che la pre­sen­te leg­ge di­spon­ga al­tri­men­ti, al com­pu­to, all’os­ser­van­za e al de­cor­so dei ter­mi­ni si ap­pli­ca­no le di­spo­si­zio­ni del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 di­cem­bre 200854 (CPC).

53 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

54 RS 272

Art. 3255

2. Os­ser­van­za del ter­mi­ne

 

1 ...56

2 Un ter­mi­ne è pu­re os­ser­va­to se pri­ma del­la sua sca­den­za è adi­to un uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne o dei fal­li­men­ti in­com­pe­ten­te; que­sto tra­smet­te sen­za in­du­gio il re­la­ti­vo at­to scrit­to all’uf­fi­cio com­pe­ten­te.57

3 ...58

4 Se una co­mu­ni­ca­zio­ne scrit­ta è vi­zia­ta in mo­do ri­me­dia­bi­le, de­ve es­se­re da­ta la pos­si­bi­li­tà di ri­pa­ra­re il vi­zio.

55Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

56 Abro­ga­to dall’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

57 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

58 Abro­ga­to dall’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

Art. 33

3. Mo­di­fi­ca­zio­ne e re­sti­tu­zio­ne

 

1 I ter­mi­ni fis­sa­ti nel­la pre­sen­te leg­ge non pos­so­no es­se­re mo­di­fi­ca­ti me­dian­te ac­cor­do del­le par­ti.

2 Un ter­mi­ne più lun­go o una pro­ro­ga pos­so­no es­se­re con­ces­si al­la par­te in­te­res­sa­ta nel pro­ce­di­men­to, se abi­ta all’este­ro o se de­ve es­se­re av­vi­sa­ta me­dian­te pub­bli­ca­zio­ne.59

3 La par­te in­te­res­sa­ta nel pro­ce­di­men­to può ri­nun­cia­re ad av­va­ler­si dell’inos­ser­van­za di un ter­mi­ne, se que­sto è sta­to isti­tui­to nel suo esclu­si­vo in­te­res­se.60

4 Chi è sta­to im­pe­di­to ad agi­re en­tro il ter­mi­ne sta­bi­li­to da un osta­co­lo non im­pu­ta­bi­le a sua col­pa può chie­de­re all’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za o all’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria com­pe­ten­te la re­sti­tu­zio­ne del ter­mi­ne. Egli de­ve, en­tro il me­de­si­mo ter­mi­ne dal­la ces­sa­zio­ne dell’im­pe­di­men­to, inol­tra­re la ri­chie­sta mo­ti­va­ta e com­pie­re pres­so l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te l’at­to omes­so.61

59Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

60In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

61In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 33a62

Abis. Tra­smis­sio­ne per via elet­tro­ni­ca

 

1 Un at­to scrit­to può es­se­re tra­smes­so per via elet­tro­ni­ca agli uf­fi­ci di ese­cu­zio­ne e agli uf­fi­ci dei fal­li­men­ti, non­ché al­le au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za.

2 L’at­to de­ve es­se­re mu­ni­to di una fir­ma elet­tro­ni­ca qua­li­fi­ca­ta se­con­do la leg­ge del 18 mar­zo 201663 sul­la fir­ma elet­tro­ni­ca. Il Con­si­glio fe­de­ra­le può pre­ve­de­re ec­ce­zio­ni per la pro­ce­du­ra col­let­ti­va.

3 Per il ri­spet­to di un ter­mi­ne è de­ter­mi­nan­te il mo­men­to in cui è ri­la­scia­ta la ri­ce­vu­ta at­te­stan­te che la par­te o il suo rap­pre­sen­tan­te ha ese­gui­to tut­ti le ope­ra­zio­ni ne­ces­sa­rie per la tra­smis­sio­ne.

4 Il Con­si­glio fe­de­ra­le di­sci­pli­na:

a.
il for­ma­to dell’at­to e dei re­la­ti­vi al­le­ga­ti;
b.
le mo­da­li­tà di tra­smis­sio­ne;
c.
le con­di­zio­ni al­le qua­li può es­se­re ri­chie­sta la tra­smis­sio­ne suc­ces­si­va di do­cu­men­ti car­ta­cei in ca­so di pro­ble­mi tec­ni­ci.

62 In­tro­dot­to dall’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008 (RU 2010 1739; FF 2006 6593). Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 6 del­la L del 18 mar. 2016 sul­la fir­ma elet­tro­ni­ca, in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2016 4651; FF 2014 913).

63 RS 943.03

Art. 3464

B. No­ti­fi­ca­zio­ne

1. Per scrit­to e per via elet­tro­ni­ca

 

1 Gli av­vi­si e le de­ci­sio­ni de­gli uf­fi­ci d’ese­cu­zio­ne, de­gli uf­fi­ci dei fal­li­men­ti e del­le au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za so­no no­ti­fi­ca­ti me­dian­te in­vio po­sta­le rac­co­man­da­to o in al­tro mo­do con­tro ri­ce­vu­ta, sem­pre che la pre­sen­te leg­ge non di­spon­ga al­tri­men­ti.

2 Pre­vio as­sen­so del de­sti­na­ta­rio, gli av­vi­si e le de­ci­sio­ni pos­so­no es­se­re no­ti­fi­ca­ti per via elet­tro­ni­ca. De­vo­no es­se­re mu­ni­ti di una fir­ma elet­tro­ni­ca se­con­do la leg­ge del 18 mar­zo 201665 sul­la fir­ma elet­tro­ni­ca. Il Con­si­glio fe­de­ra­le di­sci­pli­na:

a.
la fir­ma da uti­liz­za­re;
b.
il for­ma­to de­gli av­vi­si e del­le de­ci­sio­ni non­ché dei re­la­ti­vi al­le­ga­ti;
c.
le mo­da­li­tà di tra­smis­sio­ne;
d.
il mo­men­to in cui gli av­vi­si o le de­ci­sio­ni so­no con­si­de­ra­ti no­ti­fi­ca­ti.66

64Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

65 RS 943.03

66 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 6 del­la L del 18 mar. 2016 sul­la fir­ma elet­tro­ni­ca, in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2016 4651; FF 2014 913).

Art. 3567

2. Me­dian­te pub­bli­ca­zio­ne

 

1 Le pub­bli­ca­zio­ni so­no an­no­ta­te nel Fo­glio uf­fi­cia­le sviz­ze­ro di com­mer­cio e nel Fo­glio uf­fi­cia­le can­to­na­le in­te­res­sa­to. La pub­bli­ca­zio­ne sul Fo­glio uf­fi­cia­le sviz­ze­ro di com­mer­cio è de­ter­mi­nan­te per il cal­co­lo dei ter­mi­ni e le con­se­guen­ze del­la pub­bli­ca­zio­ne.

2 Qua­lo­ra le cir­co­stan­ze lo ri­chie­da­no, la pub­bli­ca­zio­ne si fa an­che in al­tri fo­gli o per mez­zo di pub­bli­co ban­do.

67Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 3668

C. Ef­fet­to so­spen­si­vo

 

Le ap­pel­la­zio­ni e i ri­cor­si han­no ef­fet­to so­spen­si­vo sol­tan­to per de­cre­to spe­cia­le dell’au­to­ri­tà adi­ta o del suo pre­si­den­te. Ta­le de­cre­to de­ve es­se­re im­me­dia­ta­men­te co­mu­ni­ca­to al­le par­ti.

68Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 3769

D. De­fi­ni­zio­ni

 

1 L’espres­sio­ne «ipo­te­ca» ai sen­si del­la pre­sen­te leg­ge com­pren­de l’ipo­te­ca, la car­tel­la ipo­te­ca­ria, i pe­gni im­mo­bi­lia­ri del di­rit­to an­te­rio­re, gli one­ri fon­dia­ri, ogni di­rit­to di pri­vi­le­gio su de­ter­mi­na­ti fon­di e il pe­gno su­gli ac­ces­so­ri di un fon­do.70

2 L’espres­sio­ne «pe­gno ma­nua­le» com­pren­de il pe­gno mo­bi­lia­re, il pe­gno sul be­stia­me, il di­rit­to di ri­ten­zio­ne, il di­rit­to di pe­gno su cre­di­ti ed al­tri di­rit­ti.

3 L’espres­sio­ne «pe­gno» com­pren­de tan­to il pe­gno im­mo­bi­lia­re quan­to quel­lo mo­bi­lia­re.

69Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 58 Tit. fin. CC, in vi­go­re dal 1° gen. 1912 (RU 24233Tit. fin. art. 60).

70 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 4 del­la LF dell’11 dic. 2009 (Car­tel­la ipo­te­ca­ria re­gi­stra­le e di­rit­ti rea­li), in vi­go­re dal 1° gen. 2012 (RU 2011 4637; FF 2007 4845).

Titolo secondo: Della esecuzione

I. Delle diverse specie d’esecuzione

Art. 38

I. Del­le di­ver­se spe­cie d’ese­cu­zio­ne

A. Og­get­to del­l’ese­cu­zio­ne e spe­cie d’ese­cu­zio­ne

 

1 L’ese­cu­zio­ne ha per sco­po di ot­te­ne­re il pa­ga­men­to di da­na­ro o la pre­sta­zio­ne di ga­ran­zie.

2 L’ese­cu­zio­ne co­min­cia con la no­ti­fi­ca­zio­ne del pre­cet­to ese­cu­ti­vo e si pro­se­gue in via di pi­gno­ra­men­to o di rea­liz­za­zio­ne del pe­gno, op­pu­re in via di fal­li­men­to.

3 L’uf­fi­cia­le ese­cu­to­re de­ter­mi­na qua­le spe­cie d’ese­cu­zio­ne si deb­ba ap­pli­ca­re.

Art. 39

B. Ese­cu­zio­ne in via di fal­li­men­to

1. Cam­po d’ap­pli­ca­zio­ne

 

1 L’ese­cu­zio­ne si pro­se­gue in via di fal­li­men­to e cioè co­me «ese­cu­zio­ne or­di­na­ria in via di fal­li­men­to» (art. 159 a 176) o co­me «ese­cu­zio­ne cam­bia­ria» (art. 177 a 189) quan­do il de­bi­to­re sia iscrit­to nel re­gi­stro di com­mer­cio in una del­le se­guen­ti qua­li­tà:

1.
ti­to­la­re di una dit­ta com­mer­cia­le (art. 934 e 935 CO71);
2.
so­cio di una so­cie­tà in no­me col­let­ti­vo (art. 554 CO);
3.
so­cio il­li­mi­ta­ta­men­te re­spon­sa­bi­le di una so­cie­tà in ac­co­man­di­ta (art. 596 CO);
4.
mem­bro dell’am­mi­ni­stra­zio­ne di una so­cie­tà in ac­co­man­di­ta per azio­ni (art. 765 CO);
5.72
...
6.
so­cie­tà in no­me col­let­ti­vo (art. 552 CO);
7.
so­cie­tà in ac­co­man­di­ta (art. 594 CO);
8.
so­cie­tà ano­ni­ma o in ac­co­man­di­ta per azio­ni (art. 620 e 764 CO);
9.
so­cie­tà a ga­ran­zia li­mi­ta­ta (art. 772 CO);
10.
so­cie­tà coo­pe­ra­ti­va (art. 828 CO);
11.
as­so­cia­zio­ne (art. 60 CC73);
12.74
fon­da­zio­ne (art. 80 CC75);
13.76
so­cie­tà di in­ve­sti­men­to a ca­pi­ta­le va­ria­bi­le (art. 36 del­la L del 23 giu. 200677 su­gli in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi, LI­Col);
14.78
so­cie­tà in ac­co­man­di­ta per in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi di ca­pi­ta­le (art. 98 LI­Col).

2 ...79

3 L’in­scri­zio­ne pro­du­ce ef­fet­to sol­tan­to dal gior­no sus­se­guen­te a quel­lo del­la pub­bli­ca­zio­ne nel Fo­glio uf­fi­cia­le sviz­ze­ro di com­mer­cio80.

71RS 220

72 Abro­ga­to dall’all. n. 3 del­la LF del 16 dic. 2005 (Di­rit­to del­la so­cie­tà a ga­ran­zia li­mi­ta­ta; ade­gua­men­to del di­rit­to del­la so­cie­tà ano­ni­ma, del­la so­cie­tà coo­pe­ra­ti­va, del re­gi­stro di com­mer­cio e del­le dit­te com­mer­cia­li), con ef­fet­to dal 1° gen. 2008 (RU 2007 4791; FF 2002 2841, 2004 3545).

73RS210

74 In­tro­dot­ta dall’all. n. II 3 del­la L del 23 giu. 2006 su­gli in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20065379; FF 20055701).

75Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

76 In­tro­dot­to dall’all. n. II 3 del­la L del 23 giu. 2006 su­gli in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20065379; FF 20055701).

77 RS 951.31

78 In­tro­dot­to dall’all. n. II 3 del­la L del 23 giu. 2006 su­gli in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20065379; FF 20055701).

79Abro­ga­to dall’art. 15 n. 1 di­sp. fin. e trans. Tit. XXIV–XX­XIII CO, con ef­fet­to dal 1° lug. 1937 (RU 53189).

80Nuo­vo ter­mi­ne giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

Art. 40

2. Du­ra­ta de­gli ef­fet­ti dell’iscri­zio­ne nel re­gi­stro di com­mer­cio

 

1 Le per­so­ne in­scrit­te nel re­gi­stro di com­mer­cio ri­man­go­no sog­get­te al­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to, an­che do­po la can­cel­la­zio­ne da quel re­gi­stro, per sei me­si dal­la pub­bli­ca­zio­ne di que­sta nel Fo­glio uf­fi­cia­le sviz­ze­ro di com­mer­cio.

2 Se pri­ma del­lo sca­de­re di que­sto ter­mi­ne il cre­di­to­re ha chie­sto la con­ti­nua­zio­ne dell’ese­cu­zio­ne o il pre­cet­to per l’ese­cu­zio­ne cam­bia­ria, l’ese­cu­zio­ne si pro­se­gue in via di fal­li­men­to.81

81Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 4182

C. Ese­cu­zio­ne in via di rea­liz­za­zio­ne del pe­gno

 

1 Per i cre­di­ti ga­ran­ti­ti da pe­gno l’ese­cu­zio­ne si pro­se­gue in via di rea­liz­za­zio­ne del pe­gno (art. 151 a 158) an­che con­tro i de­bi­to­ri sog­get­ti al­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to.

1bis Se un’ese­cu­zio­ne in via di pi­gno­ra­men­to o di fal­li­men­to è in­tro­dot­ta per un cre­di­to ga­ran­ti­to da pe­gno, il de­bi­to­re può chie­de­re, me­dian­te ri­cor­so (art. 17), che il cre­di­to­re eser­ci­ti dap­pri­ma il suo di­rit­to sull’og­get­to del pe­gno.

2 Per gli in­te­res­si e le an­nua­li­tà di un cre­di­to ga­ran­ti­ti da ipo­te­ca si può tut­ta­via pro­ce­de­re, a scel­ta del cre­di­to­re, in via di rea­liz­za­zio­ne del pe­gno op­pu­re, se­con­do la per­so­na del de­bi­to­re, in via di pi­gno­ra­men­to o di fal­li­men­to. So­no sal­ve le di­spo­si­zio­ni in ma­te­ria di ese­cu­zio­ne cam­bia­ria (art. 177 cpv. 1).

82Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 4283

D. Ese­cu­zio­ne in via di pi­gno­ra­men­to

 

1 In tut­ti gli al­tri ca­si l’ese­cu­zio­ne si pro­se­gue in via di pi­gno­ra­men­to (art. 89 a 150).

2 Se un de­bi­to­re vie­ne iscrit­to nel re­gi­stro di com­mer­cio, le do­man­de di con­ti­nua­zio­ne dell’ese­cu­zio­ne pen­den­ti con­tro di lui so­no cio­no­no­stan­te ese­gui­te in via di pi­gno­ra­men­to, fin­ché non sia sta­to di­chia­ra­to il suo fal­li­men­to.

83Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 4384

E. Ec­ce­zio­ni all’ese­cu­zio­ne in via di fal­li­men­to

 

L’ese­cu­zio­ne in via di fal­li­men­to è in ogni ca­so esclu­sa per:

1.
im­po­ste, tri­bu­ti, tas­se, spor­tu­le, mul­te e al­tre pre­sta­zio­ni fon­da­te sul di­rit­to pub­bli­co e do­vu­te a pub­bli­che cas­se o a fun­zio­na­ri;
1bis.85 pre­mi dell’as­si­cu­ra­zio­ne ob­bli­ga­to­ria con­tro gli in­for­tu­ni;
2.86
con­tri­bu­ti pe­rio­di­ci di man­te­ni­men­to o d’as­si­sten­za in vir­tù del di­rit­to di fa­mi­glia e con­tri­bu­ti di man­te­ni­men­to se­con­do la leg­ge del 18 giu­gno 200487 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta;
3.
pre­te­se ten­den­ti al­la pre­sta­zio­ne di ga­ran­zia.

84Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

85 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 3 ott. 2003, in vi­go­re dal 1° lug. 2004 (RU 20042757; FF 20027175).

86 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 16 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20055685; FF 20031165).

87 RS 211.231

Art. 4488

F. Ri­ser­va del­le di­spo­si­zio­ni spe­cia­li

1. Rea­liz­za­zio­ne de­gli og­get­ti con­fi­sca­ti

 

La rea­liz­za­zio­ne di og­get­ti con­fi­sca­ti in vir­tù di leg­gi d’or­di­ne pe­na­le o fi­sca­le op­pu­re in vir­tù del­la leg­ge del 18 di­cem­bre 201589 sui va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li di pro­ve­nien­za il­le­ci­ta ha luo­go se­con­do le di­spo­si­zio­ni del­le re­la­ti­ve leg­gi fe­de­ra­li o can­to­na­li.

88 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 31 cpv. 2 n. 2 del­la LF del 18 dic. 2007 sui va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li di pro­ve­nien­za il­le­ci­ta, in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 20161803; FF 2014 4555).

89 RS 196.1

Art. 4590

2. Pre­sti­to a pe­gno

 

La rea­liz­za­zio­ne dei cre­di­ti de­gli isti­tu­ti di pre­sti­to a pe­gno è di­sci­pli­na­ta dall’ar­ti­co­lo 910 del Co­di­ce ci­vi­le (CC)91.

90Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

91RS210

II. Del luogo dell’esecuzione

Art. 46

II. Del luo­go dell’ese­cu­zio­ne

A. Fo­ro or­di­na­rio d’ese­cu­zio­ne

 

1 Il de­bi­to­re dev’es­se­re escus­so al suo do­mi­ci­lio.

2 Le per­so­ne giu­ri­di­che e le so­cie­tà in­scrit­te nel re­gi­stro di com­mer­cio so­no escus­se al­la lo­ro se­de; le per­so­ne giu­ri­di­che non in­scrit­te, al­la se­de prin­ci­pa­le del­la lo­ro am­mi­ni­stra­zio­ne.

3 Per de­bi­ti di un’in­di­vi­sio­ne ognu­no dei par­te­ci­pan­ti può es­se­re escus­so al luo­go do­ve la co­mu­nio­ne eser­ci­ta la sua at­ti­vi­tà eco­no­mi­ca, quan­do non esi­sta una rap­pre­sen­tan­za.92

4 La co­mu­nio­ne dei com­pro­prie­ta­ri per pia­ni è escus­sa al luo­go in cui si tro­va il fon­do.93

92In­tro­dot­to dall’art. 58 Tit. fin. CC, in vi­go­re dal 1° gen. 1912 (RU 24233Tit. fin. art. 60).

93In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 4794

 

94Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, con ef­fet­to dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 48

B. Fo­ri spe­cia­li d’ese­cu­zio­ne

1. Fo­ro del luo­go di di­mo­ra

 

I de­bi­to­ri che non han­no sta­bi­le do­mi­ci­lio pos­so­no es­se­re escus­si nel luo­go di lo­ro di­mo­ra.

Art. 4995

2. Fo­ro del­la suc­ces­sio­ne

 

Fi­no al­la di­vi­sio­ne od al­la co­sti­tu­zio­ne di una in­di­vi­sio­ne od al­la li­qui­da­zio­ne d’uf­fi­cio, l’ere­di­tà può es­se­re escus­sa col­la spe­cie di ese­cu­zio­ne ap­pli­ca­bi­le al de­fun­to, al luo­go in cui egli po­te­va es­se­re escus­so al mo­men­to del­la sua mor­te.

95Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 58 Tit. fin. CC, in vi­go­re dal 1° gen. 1912 (RU 24233Tit. fin. art. 60).

Art. 50

3. Fo­ro del de­bi­to­re do­mi­ci­lia­to all’este­ro

 

1 Per le ob­bli­ga­zio­ni as­sun­te a con­to di una lo­ro azien­da nel­la Sviz­ze­ra i de­bi­to­ri do­mi­ci­lia­ti all’este­ro pos­so­no es­se­re escus­si al­la se­de del­la me­de­si­ma.

2 I de­bi­to­ri do­mi­ci­lia­ti all’este­ro, che per l’adem­pi­men­to di un’ob­bli­ga­zio­ne han­no elet­to un do­mi­ci­lio spe­cia­le nel­la Sviz­ze­ra, pos­so­no es­se­re escus­si per la me­de­si­ma al do­mi­ci­lio elet­to.

Art. 51

4. Fo­ro del luo­go in cui si tro­va la co­sa

 

1 Per i cre­di­ti ga­ran­ti­ti da pe­gno ma­nua­le l’ese­cu­zio­ne si può pro­muo­ve­re tan­to al luo­go de­ter­mi­na­to giu­sta gli ar­ti­co­li 46 a 50, quan­to al luo­go in cui si tro­va il pe­gno o la sua par­te di mag­gior va­lo­re.96

2 Pei cre­di­ti ipo­te­ca­ri l’ese­cu­zio­ne si può fa­re sol­tan­to nel luo­go in cui si tro­va il fon­do ipo­te­ca­to. Se è di­ret­ta con­tro più fon­di ipo­te­ca­ti si­tua­ti in di­ver­si cir­con­da­ri, si fa in quel­lo do­ve tro­va­si la par­te di mag­gior va­lo­re dei me­de­si­mi.

96Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 52

5. Fo­ro del se­que­stro

 

L’ese­cu­zio­ne pre­ce­du­ta da se­que­stro può es­se­re pro­mos­sa an­che al luo­go in cui si tro­va l’og­get­to se­que­stra­to.97 Tut­ta­via la com­mi­na­to­ria e la do­man­da di fal­li­men­to pos­so­no es­se­re no­ti­fi­ca­te sol­tan­to nel luo­go in cui si de­ve escu­te­re il de­bi­to­re in via or­di­na­ria.

97Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 53

C. Fo­ro in ca­so di cam­bia­men­to di do­mi­ci­lio

 

Se il de­bi­to­re cam­bia do­mi­ci­lio do­po la no­ti­fi­ca­zio­ne del pi­gno­ra­men­to, del­la com­mi­na­to­ria di fal­li­men­to o del pre­cet­to nel­la ese­cu­zio­ne cam­bia­ria, l’ese­cu­zio­ne si pro­se­gue al do­mi­ci­lio pre­ce­den­te.

Art. 54

D. Fo­ro in ca­so di fal­li­men­to del de­bi­to­re in fu­ga

 

Con­tro un de­bi­to­re in fu­ga il fal­li­men­to si di­chia­ra nel luo­go dell’ul­ti­mo suo do­mi­ci­lio.

Art. 55

E. Prin­ci­pio dell’uni­tà del fal­li­men­to

 

Il fal­li­men­to di uno stes­so de­bi­to­re non può es­se­re aper­to con­tem­po­ra­nea­men­te, nel­la Sviz­ze­ra, in più di un luo­go. Si re­pu­ta aper­to do­ve ven­ne pri­ma di­chia­ra­to.

III. Dei periodi preclusi, delle ferie e delle sospensioni 98

98Nuovo testo giusta il n. I della LF del 16 dic. 1994, in vigore dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 5699

III. Dei pe­rio­di pre­clu­si, del­le fe­rie e del­le so­spen­sio­ni

A. Prin­ci­pi e no­zio­ni

 

Fat­ti sal­vi i ca­si di se­que­stro o di prov­ve­di­men­ti con­ser­va­ti­vi che non am­met­to­no di­la­zio­ne, non si può pro­ce­de­re ad at­ti ese­cu­ti­vi:

1.
nei pe­rio­di pre­clu­si, cioè tra le ore 20 e le 7, co­me pu­re di do­me­ni­ca e nei gior­ni uf­fi­cial­men­te ri­co­no­sciu­ti co­me fe­sti­vi;
2.
du­ran­te le fe­rie, cioè set­te gior­ni pri­ma e set­te gior­ni do­po la Pa­squa e il Na­ta­le, co­me pu­re dal 15 lu­glio al 31 lu­glio; que­sta di­spo­si­zio­ne non si ap­pli­ca tut­ta­via all’ese­cu­zio­ne cam­bia­ria;
3.
con­tro un de­bi­to­re cui sia sta­ta con­ces­sa la so­spen­sio­ne (art. 57–62).

99 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 57101

B. So­spen­sio­ne

1. Ser­vi­zio mi­li­ta­re, ser­vi­zio ci­vi­le o ser­vi­zio di pro­te­zio­ne ci­vi­le

a. Du­ra­ta

 

1 L’ese­cu­zio­ne con­tro un de­bi­to­re in ser­vi­zio mi­li­ta­re, ser­vi­zio ci­vi­le o ser­vi­zio di pro­te­zio­ne ci­vi­le è so­spe­sa per tut­ta la du­ra­ta del ser­vi­zio.102

2 Se il de­bi­to­re ha pre­sta­to, sen­za in­ter­ru­zio­ni no­te­vo­li, al­me­no tren­ta gior­ni di ser­vi­zio pri­ma del li­cen­zia­men­to o del con­ge­do, la so­spen­sio­ne con­ti­nua an­co­ra du­ran­te le pri­me due set­ti­ma­ne sus­se­guen­ti al li­cen­zia­men­to o al con­ge­do.

3 Trat­tan­do­si di con­tri­bu­ti pe­rio­di­ci di man­te­ni­men­to o d’as­si­sten­za in vir­tù del di­rit­to di fa­mi­glia, il de­bi­to­re può es­se­re escus­so an­che du­ran­te la so­spen­sio­ne.103

4 Il de­bi­to­re che pre­sta ser­vi­zio mi­li­ta­re o di pro­te­zio­ne ci­vi­le in qua­li­tà di fun­zio­na­rio o im­pie­ga­to del­la Con­fe­de­ra­zio­ne o del Can­to­ne non frui­sce del­la so­spen­sio­ne.104

101Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 2 del­la LF del 28 set. 1949, in vi­go­re dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57).

102Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

103Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

104Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 57a105

b. Ob­bli­go d’in­for­ma­re dei ter­zi

 

1 Quan­do non si può pro­ce­de­re ad un at­to d’ese­cu­zio­ne per­ché il de­bi­to­re pre­sta ser­vi­zio mi­li­ta­re, ser­vi­zio ci­vi­le o ser­vi­zio di pro­te­zio­ne ci­vi­le, le per­so­ne mag­gio­ren­ni che fan­no par­te del­la sua eco­no­mia do­me­sti­ca, o se si trat­ta di at­ti no­ti­fi­ca­ti in uno sta­bi­li­men­to in­du­stria­le o com­mer­cia­le, i la­vo­ra­to­ri o, se­con­do il ca­so, il da­to­re di la­vo­ro so­no te­nu­ti sot­to mi­nac­cia di pe­na (art. 324 n. 5 CP106) a in­di­ca­re all’uf­fi­cia­le l’in­di­riz­zo di ser­vi­zio e l’an­no di na­sci­ta del de­bi­to­re.107

1bis L’uf­fi­cia­le ri­cor­da al­le per­so­ne te­nu­te all’ob­bli­go d’in­for­ma­re i lo­ro do­ve­ri co­me pu­re le con­se­guen­ze pe­na­li dell’inos­ser­van­za.108

2 Il co­man­do mi­li­ta­re com­pe­ten­te co­mu­ni­ca all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne, se ri­chie­sto, la da­ta del li­cen­zia­men­to o del con­ge­do del de­bi­to­re.

3 ...109

105In­tro­dot­to dall’art. 2 del­la LF del 28 set. 1949, in vi­go­re dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57). Ve­di an­che la no­ta all’art. 57.

106RS 311.0

107Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

108In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

109Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, con ef­fet­to dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 57b110

c. Ga­ran­zia del pe­gno im­mo­bi­lia­re

 

1 Nei con­fron­ti di un de­bi­to­re, cui è sta­ta con­ces­sa la so­spen­sio­ne dell’ese­cu­zio­ne a cau­sa del ser­vi­zio mi­li­ta­re, ser­vi­zio ci­vi­le o ser­vi­zio di pro­te­zio­ne ci­vi­le, la ga­ran­zia del pe­gno im­mo­bi­lia­re per gli in­te­res­si (art. 818 cpv. 1 n. 3 CC111) si esten­de a tut­ta la du­ra­ta del­la so­spen­sio­ne.112

2 In ma­te­ria di ese­cu­zio­ne in via di rea­liz­za­zio­ne del pe­gno, il pre­cet­to ese­cu­ti­vo de­ve es­se­re no­ti­fi­ca­to an­che du­ran­te la so­spen­sio­ne se que­sta du­ra da al­me­no tre me­si.

110In­tro­dot­to dall’art. 2 del­la LF del 28 set. 1949, in vi­go­re dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57). Ve­di an­che la no­ta all’art. 57.

111RS210

112Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 57c113

d. In­ven­ta­rio

 

1 Se un de­bi­to­re frui­sce del­la so­spen­sio­ne dell’ese­cu­zio­ne a cau­sa del ser­vi­zio mi­li­ta­re, ser­vi­zio ci­vi­le o ser­vi­zio di pro­te­zio­ne ci­vi­le, il cre­di­to­re può esi­ge­re che per la du­ra­ta del­la so­spen­sio­ne l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne com­pi­li un in­ven­ta­rio dei be­ni con gli ef­fet­ti pre­vi­sti dall’ar­ti­co­lo 164.114 Il cre­di­to­re de­ve tut­ta­via ren­de­re ve­ro­si­mi­le che il suo cre­di­to esi­ste e che es­so è mes­so in pe­ri­co­lo con at­ti del de­bi­to­re o di ter­zi in­te­si a fa­vo­ri­re sin­go­li cre­di­to­ri a dan­no di al­tri o a dan­neg­gia­re i cre­di­to­ri in ge­ne­re.

2 L’in­ven­ta­rio può es­se­re evi­ta­to se ven­go­no for­ni­te ga­ran­zie per il cre­di­to del cre­di­to­re istan­te.

113In­tro­dot­to dall’art. 2 del­la LF del 28 set. 1949, in vi­go­re dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57). Ve­di an­che la no­ta all’art. 57.

114Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 57d115

e. Re­vo­ca da par­te del giu­di­ce

 

Il giu­di­ce com­pe­ten­te per il ri­get­to dell’op­po­si­zio­ne può re­vo­ca­re con ef­fet­to im­me­dia­to, in ge­ne­ra­le op­pu­re per sin­go­li cre­di­ti, la so­spen­sio­ne con­ces­sa a cau­sa del ser­vi­zio mi­li­ta­re, ser­vi­zio ci­vi­le o ser­vi­zio di pro­te­zio­ne ci­vi­le, se il cre­di­to­re istan­te ren­de ve­ro­si­mi­le che:

1.
il de­bi­to­re ha sot­trat­to be­ni all’azio­ne dei suoi cre­di­to­ri o com­pie at­ti in­te­si a fa­vo­ri­re sin­go­li cre­di­to­ri a dan­no di al­tri o a dan­neg­gia­re i cre­di­to­ri in ge­ne­re; op­pu­re
2.
il de­bi­to­re, in ser­vi­zio mi­li­ta­re vo­lon­ta­rio o in ser­vi­zio vo­lon­ta­rio di pro­te­zio­ne ci­vi­le, non ha bi­so­gno del­la so­spen­sio­ne per po­ter prov­ve­de­re al­la pro­pria esi­sten­za eco­no­mi­ca, op­pu­re
3.
il de­bi­to­re pre­sta ser­vi­zio mi­li­ta­re vo­lon­ta­rio o ser­vi­zio vo­lon­ta­rio di pro­te­zio­ne ci­vi­le per sot­trar­si ai suoi im­pe­gni.

115In­tro­dot­to dall’art. 2 del­la LF del 28 set. 1949 (RU 1950 I 57). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 57e116

f. Ser­vi­zio mi­li­ta­re, ser­vi­zio ci­vi­le o ser­vi­zio di pro­te­zio­ne ci­vi­le del rap­pre­sen­tan­te le­ga­le

 

Le di­spo­si­zio­ni sul­la so­spen­sio­ne so­no ap­pli­ca­bi­li an­che al­le per­so­ne ed al­le so­cie­tà il cui rap­pre­sen­tan­te le­ga­le si tro­va in ser­vi­zio mi­li­ta­re, ser­vi­zio ci­vi­le o ser­vi­zio di pro­te­zio­ne ci­vi­le, fin­tan­to che es­se non sia­no in gra­do di de­si­gna­re un al­tro rap­pre­sen­tan­te.

116In­tro­dot­to dall’art. 2 del­la LF del 28 set. 1949 (RU 1950 I 57). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 58117

2. De­ces­so

 

L’ese­cu­zio­ne con­tro un de­bi­to­re cui sia mor­to il co­niu­ge, il part­ner re­gi­stra­to, un pa­ren­te o un af­fi­ne in li­nea ret­ta o una per­so­na che vi­ve in co­mu­nio­ne do­me­sti­ca con lui è so­spe­sa du­ran­te due set­ti­ma­ne a con­ta­re dal gior­no del­la mor­te.

117Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 16 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20055685; FF 20031165).

Art. 59

3. Nell’ese­cu­zio­ne per i de­bi­ti del­la suc­ces­sio­ne

 

1 L’ese­cu­zio­ne per de­bi­ti di una suc­ces­sio­ne è so­spe­sa du­ran­te due set­ti­ma­ne a con­ta­re dal gior­no del­la mor­te, non­ché du­ran­te il ter­mi­ne per ac­cet­ta­re o ri­nun­cia­re118 all’ere­di­tà.119

2 L’ese­cu­zio­ne ini­zia­ta con­tro il de­fun­to pri­ma del­la mor­te può es­se­re con­ti­nua­ta con­tro la sua ere­di­tà a ter­mi­ni dell’ar­ti­co­lo 49.120

3 Con­tro gli ere­di può es­se­re pro­se­gui­ta sol­tan­to quan­do si trat­ti di rea­liz­za­zio­ne del pe­gno o quan­do, in una ese­cu­zio­ne per via di pi­gno­ra­men­to, sia­no de­cor­si i ter­mi­ni sta­bi­li­ti da­gli ar­ti­co­li 110 e 111 per la par­te­ci­pa­zio­ne al me­de­si­mo.

118Nuo­vo ter­mi­ne giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

119Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 2 del­la LF del 28 set. 1949, in vi­go­re dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57).

120Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 58 Tit. fin. CC, in vi­go­re dal 1° gen. 1912 (RU 24233Tit. fin. art. 60).

Art. 60

4. In­car­ce­ra­zio­ne

 

Se vie­ne escus­so un de­te­nu­to che non sia prov­vi­sto di rap­pre­sen­tan­te, l’uf­fi­cia­le gli as­se­gna un ter­mi­ne per prov­ve­der­se­ne.121 Du­ran­te que­sto ter­mi­ne l’ese­cu­zio­ne è so­spe­sa.

121 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 12 del­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2011 725; FF 2006 6391).

Art. 61

5. Ma­lat­tia gra­ve

 

In ca­so di gra­ve ma­lat­tia del de­bi­to­re, l’uf­fi­cia­le può ac­cor­dar­gli la so­spen­sio­ne per un tem­po de­ter­mi­na­to.

Art. 62122

6. Epi­de­mia o pub­bli­ca ca­la­mi­tà

 

In ca­so di epi­de­mia o di pub­bli­ca ca­la­mi­tà e in tem­po di guer­ra, il Con­si­glio fe­de­ra­le, o il Go­ver­no can­to­na­le con il con­sen­so del Con­si­glio fe­de­ra­le, può ac­cor­da­re la so­spen­sio­ne per de­ter­mi­na­te par­ti del ter­ri­to­rio o di po­po­la­zio­ne.

122Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227137; FF 1991 III 1).

Art. 63123

C. Ef­fet­ti sul­la de­cor­ren­za dei ter­mi­ni

 

Le fe­rie e le so­spen­sio­ni non im­pe­di­sco­no la de­cor­ren­za dei ter­mi­ni. Tut­ta­via, il ter­mi­ne a di­spo­si­zio­ne del de­bi­to­re, del cre­di­to­re o di ter­zi che vie­ne a sca­de­re du­ran­te le fe­rie o le so­spen­sio­ni è pro­ro­ga­to fi­no al ter­zo gior­no do­po la fi­ne del­le me­de­si­me. Nel com­pu­to del ter­mi­ne di tre gior­ni non si tie­ne con­to dei sa­ba­ti, del­le do­me­ni­che e dei gior­ni uf­fi­cial­men­te ri­co­no­sciu­ti co­me fe­sti­vi.

123Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

IV. Della notificazione degli atti esecutivi

Art. 64

IV. Del­la no­ti­fi­ca­zio­ne de­gli at­ti ese­cu­ti­vi

A. Al­le per­so­ne fi­si­che

 

1 Gli at­ti ese­cu­ti­vi si no­ti­fi­ca­no al de­bi­to­re nel­la sua abi­ta­zio­ne o nel luo­go in cui suo­le eser­ci­ta­re la sua pro­fes­sio­ne. Quan­do non vi si tro­vi, la no­ti­fi­ca­zio­ne può es­se­re fat­ta a per­so­na adul­ta del­la sua fa­mi­glia o ad uno de’ suoi im­pie­ga­ti.

2 Ove non si tro­vi al­cu­na del­le no­mi­na­te per­so­ne, l’at­to ese­cu­ti­vo vie­ne con­se­gna­to ad un fun­zio­na­rio co­mu­na­le o di po­li­zia, per­ché lo ri­met­ta al de­bi­to­re.

Art. 65

B. Al­le per­so­ne giu­ri­di­che, so­cie­tà ed ere­di­tà in­di­vi­se

 

1 Se l’ese­cu­zio­ne è di­ret­ta con­tro una per­so­na giu­ri­di­ca o con­tro una so­cie­tà, la no­ti­fi­ca­zio­ne si fa al rap­pre­sen­tan­te del­le me­de­si­me, e cioè:

1.124 per un Co­mu­ne, un Can­to­ne o la Con­fe­de­ra­zio­ne, al pre­si­den­te dell’au­to­ri­tà ese­cu­ti­va, o al ser­vi­zio de­si­gna­to da que­st’au­to­­ri­tà;
2.125 per una so­cie­tà ano­ni­ma, una so­cie­tà in ac­co­man­di­ta per azio­ni, una so­cie­tà a ga­ran­zia li­mi­ta­ta, una so­cie­tà coo­pe­ra­ti­va o un’as­so­cia­zio­ne iscrit­ta nel re­gi­stro di com­mer­cio, a qua­lun­que mem­bro dell’am­mi­ni­stra­zio­ne o del­la di­re­zio­ne, co­me pu­re a qua­lun­que di­ret­to­re o pro­cu­ra­to­re;
3.
per al­tra per­so­na giu­ri­di­ca, al pre­si­den­te dell’am­mi­ni­stra­zio­ne o all’am­mi­ni­stra­to­re;
4.
per una so­cie­tà in no­me col­let­ti­vo o in ac­co­man­di­ta, a qua­lun­que so­cio am­mi­ni­stra­to­re ed a qua­lun­que di­ret­to­re e pro­cu­ra­to­re126.

2 Ove pe­rò le ri­cor­da­te per­so­ne non si tro­vi­no in uf­fi­cio, la no­ti­fi­ca­zio­ne si po­trà fa­re ad al­tro fun­zio­na­rio od im­pie­ga­to.

3 Se l’ese­cu­zio­ne è di­ret­ta con­tro un’ere­di­tà non di­vi­sa, la no­ti­fi­ca­zio­ne si fa al rap­pre­sen­tan­te dell’ere­di­tà o se que­sti non è co­no­sciu­to ad uno de­gli ere­di.127

124Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

125Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

126Nuo­vo ter­mi­ne giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

127In­tro­dot­to dall’art. 58 Tit. fin. CC, in vi­go­re dal 1° gen. 1912 (RU 24233Tit. fin. art. 60).

Art. 66

C. Al de­bi­to­re do­mi­ci­lia­to al­l’este­ro o in ca­so di no­ti­fi­ca­zio­ne im­pos­si­bi­le

 

1 Quan­do il de­bi­to­re non di­mo­ri nel luo­go dell’ese­cu­zio­ne, gli at­ti ese­cu­ti­vi si con­se­gna­no al­la per­so­na o nel lo­ca­le da lui in­di­ca­ti in quel luo­go stes­so.

2 In man­can­za di ta­le in­di­ca­zio­ne, la no­ti­fi­ca­zio­ne si fa per mez­zo dell’uf­fi­cio del do­mi­ci­lio del de­bi­to­re o per po­sta.

3 Se il de­bi­to­re è do­mi­ci­lia­to all’este­ro, la no­ti­fi­ca­zio­ne si fa per mez­zo del­le au­to­ri­tà di quel luo­go o, in quan­to un trat­ta­to in­ter­na­zio­na­le lo pre­ve­da op­pu­re lo Sta­to sul ter­ri­to­rio del qua­le de­ve av­ve­ni­re la no­ti­fi­ca­zio­ne lo am­met­ta, per po­sta.128

4 La no­ti­fi­ca­zio­ne si fa me­dian­te pub­bli­ca­zio­ne quan­do:

1.
il do­mi­ci­lio del de­bi­to­re è sco­no­sciu­to;
2.
il de­bi­to­re per­si­ste a sot­trar­si al­la no­ti­fi­ca­zio­ne;
3.
il de­bi­to­re è do­mi­ci­lia­to all’este­ro e la no­ti­fi­ca­zio­ne giu­sta il ca­po­ver­so 3 non è pos­si­bi­le in un ter­mi­ne ra­gio­ne­vo­le.129

5 ...130

128Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

129Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

130Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, con ef­fet­to dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

V. Della domanda d’esecuzione

Art. 67

V. Del­la do­man­da d’ese­cu­zio­ne

A. Do­man­da d’ese­cu­zio­ne

 

1 La do­man­da d’ese­cu­zio­ne si pre­sen­ta per iscrit­to o ver­bal­men­te all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne. Es­sa de­ve enun­cia­re:

1.
il no­me ed il do­mi­ci­lio del cre­di­to­re e dell’even­tua­le suo rap­pre­sen­tan­te e, ove di­mo­ri all’este­ro, il do­mi­ci­lio da lui elet­to nel­la Sviz­ze­ra;
in man­can­za d’in­di­ca­zio­ne spe­cia­le, que­sto do­mi­ci­lio si re­pu­ta elet­to pres­so l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne;
2.131
il no­me ed il do­mi­ci­lio del de­bi­to­re e, al ca­so, del suo le­ga­le rap­pre­sen­tan­te; nel­la do­man­da di ese­cu­zio­ne con­tro un’ere­di­tà dev’es­se­re in­di­ca­to a qua­li ere­di deb­ba far­si la no­ti­fi­ca­zio­ne;
3.
l’am­mon­ta­re del cre­di­to o del­le ga­ran­zie ri­chie­ste, in va­lu­ta le­ga­le sviz­ze­ra, e pei cre­di­ti frut­ti­fe­ri la mi­su­ra de­gli in­te­res­si e il gior­no dal qua­le so­no do­man­da­ti;
4.
il ti­to­lo di cre­di­to con la sua da­ta e, in di­fet­to di ti­to­lo, la cau­sa del cre­di­to.

2 Pei cre­di­ti ga­ran­ti­ti da pe­gno la do­man­da de­ve con­te­ne­re inol­tre le in­di­ca­zio­ni pre­scrit­te dall’ar­ti­co­lo 151.132

3 Del­la do­man­da d’ese­cu­zio­ne si de­ve dar at­to gra­tui­ta­men­te al cre­di­to­re che lo ri­chie­da.

131Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 58 Tit. fin. CC, in vi­go­re dal 1° gen. 1912 (RU 24233Tit. fin. art. 60).

132Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 68

B. Spe­se d’ese­cu­zio­ne

 

1 Le spe­se d’ese­cu­zio­ne so­no a ca­ri­co del de­bi­to­re, ma il cre­di­to­re è te­nu­to ad an­ti­ci­par­le. In man­can­za di ta­le an­ti­ci­pa­zio­ne, l’uf­fi­cio può in­tan­to so­spen­de­re l’at­to ese­cu­ti­vo, dan­do­ne av­vi­so al cre­di­to­re.

2 Il cre­di­to­re ha di­rit­to di pre­le­va­re sui pa­ga­men­ti del de­bi­to­re le spe­se d’ese­cu­zio­ne.

VI. Dell’esecuzione contro un coniuge vivente in comunione di beni 133

133Originario Tit. Vbis. Introdotto dall’art. 15 n. 3 disp. fin. e trans. Tit. XXIV–XXXIII CO (RU 53189). Nuovo testo giusta il n. I della LF del 16 dic. 1994, in vigore dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 68a134

VI. Dell’ese­cu­zio­ne con­tro un co­niu­ge vi­ven­te in co­mu­nio­ne di be­ni

A. No­ti­fi­ca­zio­ne de­gli at­ti ese­cu­ti­vi. Op­po­si­zio­ne

 

1 Se l’ese­cu­zio­ne è di­ret­ta con­tro un co­niu­ge vi­ven­te in co­mu­nio­ne di be­ni, il pre­cet­to ese­cu­ti­vo e tut­ti gli al­tri at­ti ese­cu­ti­vi de­vo­no es­se­re no­ti­fi­ca­ti an­che all’al­tro co­niu­ge; quan­do ta­le si­tua­zio­ne pa­tri­mo­nia­le del de­bi­to­re sia fat­ta va­le­re sol­tan­to nel cor­so del pro­ce­di­men­to, l’uf­fi­cio prov­ve­de sen­za in­du­gio al­le no­ti­fi­ca­zio­ni omes­se.

2 Cia­scun co­niu­ge può fa­re op­po­si­zio­ne.

3 ...135

134Ori­gi­na­rio art. 68bis. In­tro­dot­to dall’art. 15 n. 3 di­sp. fin. e trans. Tit. XXIV–XX­XIII CO (RU 53189). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 3 del­la LF del 5 ott. 1984 che mo­di­fi­ca il CC, in vi­go­re dal 1° gen. 1988 (RU 1986 122153art. 1; FF 1979 II 1119).

135Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, con ef­fet­to dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 68b136

B. Di­spo­si­zio­ni spe­cia­li

 

1 Me­dian­te la pro­ce­du­ra di ri­ven­di­ca­zio­ne137 (art. 106–109), il de­bi­to­re o il suo co­niu­ge può far va­le­re che un be­ne pi­gno­ra­to ap­par­tie­ne ai be­ni pro­pri di que­st’ul­ti­mo.

2 Se l’ese­cu­zio­ne ver­te uni­ca­men­te sui be­ni pro­pri del de­bi­to­re e sul­la sua quo­ta di be­ni co­mu­ni, cia­scun co­niu­ge può inol­tre, me­dian­te la pro­ce­du­ra di ri­ven­di­ca­zio­ne (art. 106–109), op­por­si al pi­gno­ra­men­to di be­ni co­mu­ni.

3 Se l’ese­cu­zio­ne è con­ti­nua­ta sui be­ni pro­pri e sul­la quo­ta di be­ni co­mu­ni, il pi­gno­ra­men­to e la rea­liz­za­zio­ne di que­st’ul­ti­ma so­no ret­ti dall’ar­ti­co­lo 132; ri­ma­ne sal­vo il pi­gno­ra­men­to di en­tra­te suc­ces­si­ve pro­ve­nien­ti dall’at­ti­vi­tà lu­cra­ti­va del co­niu­ge escus­so (art. 93).138

4 La quo­ta di be­ni co­mu­ni non può es­se­re rea­liz­za­ta139 all’in­can­to.

5 L’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za può chie­de­re al giu­di­ce di pro­nun­cia­re la se­pa­ra­zio­ne dei be­ni.

136In­tro­dot­to dal n. II 3 del­la LF del 5 ott. 1984 che mo­di­fi­ca il CC, in vi­go­re dal 1° gen. 1988 (RU 1986 122153art. 1; FF 1979 II 1119).

137Nuo­vo ter­mi­ne giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

138Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

139Nuo­vo ter­mi­ne giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

VII. Dell’esecuzione in caso di rappresentanza legale o curatela140

140Introdotto dal n. I della LF del 16 dic. 1994, in vigore dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 68c141

VII.

1. De­bi­to­re mi­no­ren­ne

 

1 Se il de­bi­to­re è mi­no­ren­ne, gli at­ti ese­cu­ti­vi si no­ti­fi­ca­no al rap­pre­sen­tan­te le­ga­le. Se è sta­ta isti­tui­ta una cu­ra­te­la se­con­do l’ar­ti­co­lo 325 CC142, gli at­ti ese­cu­ti­vi so­no no­ti­fi­ca­ti al cu­ra­to­re e ai de­ten­to­ri dell’au­to­ri­tà pa­ren­ta­le, sem­pre che la no­mi­na del cu­ra­to­re sia sta­ta co­mu­ni­ca­ta all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne.

2 Se tut­ta­via il cre­di­to de­ri­va dall’eser­ci­zio di una pro­fes­sio­ne o di un me­stie­re au­to­riz­za­ti, ov­ve­ro è in re­la­zio­ne con l’am­mi­ni­stra­zio­ne del pro­ven­to del la­vo­ro o dei be­ni li­be­ri da par­te di un mi­no­ren­ne (art. 321 cpv. 2, 323 cpv. 1 e 327b CC), gli at­ti ese­cu­ti­vi si no­ti­fi­ca­no al de­bi­to­re e al suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le.

141Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 12 del­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2011 725; FF 2006 6391).

142 RS 210

Art. 68d143

2. De­bi­to­re mag­gio­ren­ne sot­to­po­sto a una mi­su­ra di pro­te­zio­ne de­gli adul­ti

 

1 Se l’am­mi­ni­stra­zio­ne dei be­ni di un de­bi­to­re mag­gio­ren­ne spet­ta a un cu­ra­to­re o a un man­da­ta­rio de­si­gna­to con man­da­to pre­cau­zio­na­le e l’au­to­ri­tà di pro­te­zio­ne de­gli adul­ti ne ha av­vi­sa­to l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne, gli at­ti ese­cu­ti­vi so­no no­ti­fi­ca­ti al cu­ra­to­re o al man­da­ta­rio.

2 Gli at­ti ese­cu­ti­vi si no­ti­fi­ca­no pu­re al de­bi­to­re se non è li­mi­ta­to nel­l’eser­ci­zio dei di­rit­ti ci­vi­li.144

143Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 12 del­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2011 725; FF 2006 6391).

144Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 25 set. 2015 (Rap­pre­sen­tan­za pro­fes­sio­na­le nel pro­ce­di­men­to ese­cu­ti­vo), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 3643; FF 2014 7505).

Art. 68e

3. Li­mi­ta­zio­ne del­la re­spon­sa­bi­li­tà

 

Nel­la pro­ce­du­ra di ri­ven­di­ca­zio­ne (art. 106 a 109), se il de­bi­to­re ri­spon­de sol­tan­to con i be­ni li­be­ri, si può far va­le­re l’estra­nei­tà del be­ne pi­gno­ra­to a que­sti be­ni.

VIII. Del precetto esecutivo e della opposizione145

145Originario Tit. VI.

Art. 69

VIII.

A. Pre­cet­to ese­cu­ti­vo

1. Con­te­nu­to

 

1 Ri­ce­vu­ta la do­man­da d’ese­cu­zio­ne, l’uf­fi­cio sten­de il pre­cet­to ese­cu­ti­vo.

2 Il pre­cet­to con­tie­ne:

1.
le in­di­ca­zio­ni del­la do­man­da d’ese­cu­zio­ne;
2.
l’in­giun­zio­ne di pa­ga­re al cre­di­to­re, en­tro ven­ti gior­ni, il cre­di­to e le spe­se d’ese­cu­zio­ne o, se que­sta ha per sco­po la pre­sta­zio­ne di ga­ran­zie, di for­nir­le;
3.
l’av­ver­ti­men­to che, ove il de­bi­to­re in­ten­da con­te­sta­re il cre­di­to in tut­to o in par­te od il di­rit­to del cre­di­to­re di pro­ce­de­re per es­so in via ese­cu­ti­va, do­vrà di­chia­rar­lo all’uf­fi­cio («fa­re op­po­si­zio­ne») en­tro die­ci gior­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne del pre­cet­to;
4.
la com­mi­na­to­ria che, ove il de­bi­to­re non ot­tem­pe­ri al pre­cet­to, né fac­cia op­po­si­zio­ne, l’ese­cu­zio­ne se­gui­rà il suo cor­so.

Art. 70

2. Ste­su­ra

 

1 Il pre­cet­to è ste­so in dop­pio ori­gi­na­le; l’uno pel de­bi­to­re, l’al­tro pel cre­di­to­re. In ca­so di dif­for­mi­tà dei due ori­gi­na­li, pre­va­le quel­lo no­ti­fi­ca­to al de­bi­to­re.

2 Se per lo stes­so de­bi­to si pro­ce­de con­tem­po­ra­nea­men­te con­tro più de­bi­to­ri, a cia­scu­no di es­si è no­ti­fi­ca­to un pre­cet­to.146

146Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 71

3. Mo­men­to del­la no­ti­fi­ca­zio­ne

 

1 Ri­ce­vu­ta la do­man­da d’ese­cu­zio­ne, il pre­cet­to è no­ti­fi­ca­to al de­bi­to­re.147

2 Ove sia­no pre­sen­ta­te più do­man­de d’ese­cu­zio­ne con­tro lo stes­so de­bi­to­re, tut­ti i pre­cet­ti de­vo­no es­se­re no­ti­fi­ca­ti con­tem­po­ra­nea­men­te.

3 Ad una do­man­da pre­sen­ta­ta po­ste­rior­men­te non si può in al­cun ca­so da­re cor­so pri­ma che ad una an­te­rio­re.

147Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 72

4. For­ma del­la no­ti­fi­ca­zio­ne

 

1 La no­ti­fi­ca­zio­ne è fat­ta dall’uf­fi­cia­le, da un im­pie­ga­to dell’uf­fi­cio o per po­sta.148

2 All’at­to del­la con­se­gna co­lui che pro­ce­de al­la no­ti­fi­ca­zio­ne de­ve at­te­sta­re su am­be­due gli ori­gi­na­li, in qual gior­no ed a chi que­sta sia sta­ta fat­ta.

148Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 73149

B. Pro­du­zio­ne dei mez­zi di pro­va

 

1 Do­po l’aper­tu­ra dell’ese­cu­zio­ne il de­bi­to­re può chie­de­re in ogni tem­po che il cre­di­to­re sia in­vi­ta­to a pre­sen­ta­re pres­so l’uf­fi­cio i mez­zi di pro­va con­cer­nen­ti la pre­te­sa uni­ta­men­te a una pa­no­ra­mi­ca di tut­te le sue pre­te­se sca­du­te nei con­fron­ti del de­bi­to­re.

2 L’in­vi­to non ha al­cun ef­fet­to sui ter­mi­ni, che con­ti­nua­no a cor­re­re. In ca­so di ina­dem­pi­men­to o di adem­pi­men­to tar­di­vo del cre­di­to­re il giu­di­ce, in una li­te suc­ces­si­va, tie­ne tut­ta­via con­to nel­la de­ci­sio­ne sul­le spe­se pro­ces­sua­li e sul­le ri­pe­ti­bi­li del fat­to che il de­bi­to­re non ave­va avu­to la pos­si­bi­li­tà di pren­de­re vi­sio­ne dei mez­zi di pro­va.

149Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 2018, in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 4583; FF 2015 26414779).

Art. 74

C. Op­po­si­zio­ne

1. Ter­mi­ne e for­ma

 

1 Se l’escus­so in­ten­de fa­re op­po­si­zio­ne, de­ve di­chia­rar­lo ver­bal­men­te o per scrit­to, im­me­dia­ta­men­te a chi gli con­se­gna il pre­cet­to o, en­tro die­ci gior­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne del pre­cet­to, all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne.150

2 Se l’escus­so con­te­sta sol­tan­to una par­te del cre­di­to, de­ve in­di­ca­re esat­ta­men­te l’im­por­to con­te­sta­to, al­tri­men­ti si re­pu­ta con­te­sta­to l’in­te­ro cre­di­to.151

3 Del­la di­chia­ra­zio­ne di op­po­si­zio­ne si de­ve dar at­to gra­tui­ta­men­te al de­bi­to­re che lo ri­chie­da.

150Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

151Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 75152

2. Mo­ti­vi

 

1 Non è ne­ces­sa­rio mo­ti­va­re l’op­po­si­zio­ne. Ad­du­cen­do­ne i mo­ti­vi, il de­bi­to­re non ri­nun­cia a far va­le­re ul­te­rio­ri ec­ce­zio­ni.

2 Il de­bi­to­re che con­te­sta di es­se­re ri­tor­na­to a mi­glior for­tu­na (art. 265, 265a) de­ve di­chia­rar­lo espli­ci­ta­men­te nell’op­po­si­zio­ne, al­tri­men­ti si re­pu­ta che egli ab­bia ri­nun­cia­to a ta­le ec­ce­zio­ne.

3 So­no sal­ve le di­spo­si­zio­ni sull’op­po­si­zio­ne tar­di­va (art. 77) e sull’op­po­si­zio­ne nell’ese­cu­zio­ne cam­bia­ria (art. 179 cpv. 1).

152Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 76

3. Co­mu­ni­ca­zio­ne al cre­di­to­re

 

1 Il con­te­nu­to dell’op­po­si­zio­ne è no­ti­fi­ca­to al cre­di­to­re istan­te sul suo esem­pla­re; quan­do l’op­po­si­zio­ne non ab­bia avu­to luo­go, se ne fa men­zio­ne.

2 Det­to esem­pla­re dev’es­se­re no­ti­fi­ca­to al cre­di­to­re istan­te im­me­dia­ta­men­te do­po l’op­po­si­zio­ne o, se non fu fat­ta, ap­pe­na sca­du­to il ter­mi­ne del­la me­de­si­ma.

Art. 77

4. Op­po­si­zio­ne tar­di­va per cam­bia­men­to del cre­di­to­re

 

1 Se il cre­di­to­re cam­bia in cor­so d’ese­cu­zio­ne, l’escus­so può fa­re op­po­si­zio­ne in un se­con­do tem­po, si­no al­la ri­par­ti­zio­ne o al­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to.153

2 L’escus­so de­ve pre­sen­ta­re op­po­si­zio­ne scrit­ta e mo­ti­va­ta al giu­di­ce del luo­go dell’ese­cu­zio­ne en­tro die­ci gior­ni dal­la co­no­scen­za del cam­bia­men­to del cre­di­to­re, ren­den­do ve­ro­si­mi­li le ec­ce­zio­ni op­po­ni­bi­li al nuo­vo cre­di­to­re.154

3 Il giu­di­ce, ri­ce­vu­to l’at­to di op­po­si­zio­ne, può or­di­na­re la prov­vi­so­ria so­spen­sio­ne dell’ese­cu­zio­ne; udi­te le par­ti, de­ci­de sull’am­mis­si­bi­li­tà dell’op­po­si­zio­ne.

4 Se l’op­po­si­zio­ne tar­di­va è am­mes­sa ma un pi­gno­ra­men­to è già sta­to ese­gui­to, l’uf­fi­cia­le im­par­ti­sce al cre­di­to­re un ter­mi­ne di die­ci gior­ni per pro­muo­ve­re l’azio­ne di ri­co­no­sci­men­to del suo cre­di­to. Tra­scor­so in­frut­tuo­sa­men­te il ter­mi­ne, il pi­gno­ra­men­to de­ca­de.155

5 L’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne av­vi­sa il de­bi­to­re di ogni cam­bia­men­to di cre­di­to­re.156

153Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

154Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

155In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

156In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 78

5. Ef­fet­ti

 

1 L’op­po­si­zio­ne so­spen­de l’ese­cu­zio­ne.

2 Se il de­bi­to­re con­te­sta sol­tan­to una par­te del cre­di­to, l’ese­cu­zio­ne può pro­se­guir­si per l’am­mon­ta­re non con­te­sta­to.

Art. 79157

D. Eli­mi­na­zio­ne dell’op­po­si­zio­ne

1. Me­dian­te la pro­ce­du­ra ci­vi­le o am­mi­ni­stra­ti­va

 

Se è sta­ta fat­ta op­po­si­zio­ne con­tro l’ese­cu­zio­ne, il cre­di­to­re, per far va­le­re la pro­pria pre­te­sa, de­ve se­gui­re la pro­ce­du­ra ci­vi­le o am­mi­ni­stra­ti­va. Può chie­de­re la con­ti­nua­zio­ne dell’ese­cu­zio­ne sol­tan­to in for­za di una de­ci­sio­ne ese­cu­ti­va che tol­ga espres­sa­men­te l’op­po­si­zio­ne.

157 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

Art. 80158

2. Me­dian­te ri­get­to de­fi­ni­ti­vo

a. Ti­to­li di ri­get­to

 

1 Se il cre­di­to è fon­da­to su una de­ci­sio­ne giu­di­zia­ria ese­cu­ti­va, il cre­di­to­re può chie­de­re in giu­di­zio il ri­get­to de­fi­ni­ti­vo dell’op­po­si­zio­ne.159

2 So­no pa­ri­fi­ca­ti al­le de­ci­sio­ni giu­di­zia­rie:160

1.
le tran­sa­zio­ni e i ri­co­no­sci­men­ti di de­bi­to giu­di­zia­li;
1bis.161 i do­cu­men­ti pub­bli­ci ese­cu­ti­vi se­con­do gli ar­ti­co­li 347–352 CPC162;
2.163
le de­ci­sio­ni di au­to­ri­tà am­mi­ni­stra­ti­ve sviz­ze­re;
3.164
...
4.165
le de­ci­sio­ni de­fi­ni­ti­ve re­la­ti­ve al­le spe­se di con­trol­lo pro­nun­cia­te da­gli or­ga­ni di con­trol­lo in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 16 ca­po­ver­so 1 del­la leg­ge del 17 giu­gno 2005166 con­tro il la­vo­ro ne­ro;
5.167
nell’am­bi­to dell’im­po­sta sul va­lo­re ag­giun­to, ren­di­con­ti fi­sca­li e av­vi­si di tas­sa­zio­ne che so­no pas­sa­ti in giu­di­ca­to con il su­ben­tra­re del­la pre­scri­zio­ne del di­rit­to di tas­sa­zio­ne, non­ché av­vi­si di tas­sa­zio­ne che so­no pas­sa­ti in giu­di­ca­to con il ri­co­no­sci­men­to scrit­to da par­te del con­tri­buen­te.

158Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

159 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

160 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

161 In­tro­dot­to dall’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

162 RS 272

163 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

164 Abro­ga­to dall’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

165 In­tro­dot­to dall’all. n. 3 del­la L del 17 giu. 2005 con­tro il la­vo­ro ne­ro, in vi­go­re dal 1° gen. 2008 (RU 2007359; FF 20023243).

166 RS 822.41

167 In­tro­dot­to dall’all. n. 2 del­la LF del 30 set. 2016, in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2017 3575; FF 2015 2161).

Art. 81168

b. Ec­ce­zio­ni

 

1 Se il cre­di­to è fon­da­to su una de­ci­sio­ne ese­cu­ti­va di un tri­bu­na­le sviz­ze­ro o di un’au­to­ri­tà am­mi­ni­stra­ti­va sviz­ze­ra, l’op­po­si­zio­ne è ri­get­ta­ta in via de­fi­ni­ti­va a me­no che l’escus­so pro­vi con do­cu­men­ti che do­po l’ema­na­zio­ne del­la de­ci­sio­ne il de­bi­to è sta­to estin­to o il ter­mi­ne per il pa­ga­men­to è sta­to pro­ro­ga­to ov­ve­ro che è in­ter­ve­nu­ta la pre­scri­zio­ne.

2 Se il cre­di­to è fon­da­to su un do­cu­men­to pub­bli­co ese­cu­ti­vo, l’escus­so può sol­le­va­re al­tre ec­ce­zio­ni con­tro l’ob­bli­go di pre­sta­zio­ne, sem­pre che sia­no im­me­dia­ta­men­te com­pro­va­bi­li.

3 Se la de­ci­sio­ne è sta­ta pro­nun­cia­ta in un al­tro Sta­to, l’escus­so può inol­tre av­va­ler­si del­le ec­ce­zio­ni pre­vi­ste dal per­ti­nen­te trat­ta­to o, in man­can­za di que­sto, dal­la leg­ge fe­de­ra­le del 18 di­cem­bre 1987169 sul di­rit­to in­ter­na­zio­na­le pri­va­to, sem­pre che un tri­bu­na­le sviz­ze­ro non ab­bia già pro­nun­cia­to su ta­li ec­ce­zio­ni.170

168Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

169 RS 291

170Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 3 n. 2 del DF dell’11 dic. 2009 (ap­pro­va­zio­ne ed ese­cu­zio­ne del­la Conv. di Lu­ga­no), in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 5601; FF 2009 1435).

Art. 82

3. Me­dian­te ri­get­to prov­vi­so­rio

a. Con­di­zio­ni

 

1 Se il cre­di­to si fon­da so­pra un ri­co­no­sci­men­to di de­bi­to con­sta­ta­to me­dian­te at­to pub­bli­co o scrit­tu­ra pri­va­ta, il cre­di­to­re può chie­de­re il ri­get­to prov­vi­so­rio dell’op­po­si­zio­ne.

2 Il giu­di­ce lo pro­nun­cia, sem­pre­ché il de­bi­to­re non giu­sti­fi­chi im­me­dia­ta­men­te del­le ec­ce­zio­ni che in­fir­ma­no il ri­co­no­sci­men­to di de­bi­to.

Art. 83

b. Ef­fet­ti

 

1 Spi­ra­to il ter­mi­ne del pa­ga­men­to, il cre­di­to­re che fe­ce ri­get­ta­re l’op­po­si­zio­ne può chie­de­re, se­con­do la per­so­na del de­bi­to­re, il pi­gno­ra­men­to prov­vi­so­rio o in­sta­re per la for­ma­zio­ne dell’in­ven­ta­rio a’ ter­mi­ni dell’ar­ti­co­lo 162.

2 Tut­ta­via l’escus­so, en­tro ven­ti gior­ni dal ri­get­to dell’op­po­si­zio­ne, può do­man­da­re con la pro­ce­du­ra or­di­na­ria il di­sco­no­sci­men­to del de­bi­to al giu­di­ce del luo­go dell’ese­cu­zio­ne.171

3 Se l’escus­so omet­te di fa­re ta­le do­man­da o se que­sta è re­spin­ta, il ri­get­to dell’op­po­si­zio­ne e, se­con­do i ca­si, il pi­gno­ra­men­to prov­vi­so­rio di­ven­ta­no de­fi­ni­ti­vi.172

4 Il de­cor­so del ter­mi­ne di cui all’ar­ti­co­lo 165 ca­po­ver­so 2 è so­spe­so tra il gior­no in cui ven­ne pro­mos­sa l’azio­ne di di­sco­no­sci­men­to del de­bi­to e la sua de­fi­ni­zio­ne giu­di­zia­le. Non­di­me­no, il giu­di­ce del fal­li­men­to po­ne ter­mi­ne agli ef­fet­ti dell’in­ven­ta­rio quan­do ces­sa­no di esi­ste­re le con­di­zio­ni per or­di­nar­lo.173

171Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

172Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

173In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 84174

4. Pro­ce­du­ra di ri­get­to

 

1 Il giu­di­ce del luo­go d’ese­cu­zio­ne pro­nun­cia sul­la do­man­da di ri­get­to dell’op­po­si­zio­ne.

2 Non ap­pe­na ri­ce­vu­ta la do­man­da, dà all’escus­so la pos­si­bi­li­tà di espri­mer­si ver­bal­men­te o per scrit­to, poi co­mu­ni­ca la de­ci­sio­ne en­tro cin­que gior­ni.

174Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 85175

E. An­nul­la­men­to o so­spen­sio­ne giu­di­zia­li del­l’ese­cu­zio­ne

1. In pro­ce­du­ra som­ma­ria

 

Se l’escus­so pro­va per mez­zo di do­cu­men­ti che il de­bi­to con i re­la­ti­vi in­te­res­si e con le spe­se è sta­to estin­to o che gli è sta­ta con­ces­sa una di­la­zio­ne, può ot­te­ne­re in ogni tem­po dal tri­bu­na­le del luo­go dell’ese­cu­zio­ne nel pri­mo ca­so l’an­nul­la­men­to, e nel se­con­do la so­spen­sio­ne dell’ese­cu­zio­ne.

175Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 85a177

2. In pro­ce­du­ra or­di­na­ria e in pro­ce­du­ra sem­pli­fi­ca­ta

 

1 A pre­scin­de­re da una sua even­tua­le op­po­si­zio­ne, l’escus­so può do­man­da­re in ogni tem­po al tri­bu­na­le del luo­go dell’ese­cu­zio­ne l’ac­cer­ta­men­to dell’ine­si­sten­za del de­bi­to, del­la sua estin­zio­ne o del­la con­ces­sio­ne di una di­la­zio­ne.178

2 Se, do­po aver sen­ti­to le par­ti ed esa­mi­na­to i do­cu­men­ti pro­dot­ti, il tri­bu­na­le ri­tie­ne che la do­man­da è mol­to ve­ro­si­mil­men­te fon­da­ta, pro­nun­cia la so­spen­sio­ne prov­vi­so­ria dell’ese­cu­zio­ne:

1.
nell’ese­cu­zio­ne in via di pi­gno­ra­men­to o di rea­liz­za­zio­ne del pe­gno, pri­ma del­la rea­liz­za­zio­ne o, se que­sta ha già avu­to luo­go, pri­ma del­la ri­par­ti­zio­ne;
2.
nell’ese­cu­zio­ne in via di fal­li­men­to, do­po la no­ti­fi­ca­zio­ne del­la com­mi­na­to­ria di fal­li­men­to.

3 Se l’azio­ne è am­mes­sa, il tri­bu­na­le, se­con­do il ca­so, an­nul­la o so­spen­de l’ese­cu­zio­ne.

4 ...179

177In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

178 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 2018, in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 4583; FF 2015 26414779).

179 Abro­ga­to dall’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

Art. 86

F. Azio­ne di ri­pe­ti­zio­ne per pa­ga­men­to in­de­bi­to

 

1 Chi per omes­sa op­po­si­zio­ne o pel ri­get­to di que­sta ha pa­ga­to l’in­de­bi­to può, en­tro un an­no dal pa­ga­men­to, ri­pe­te­re in giu­di­zio la som­ma sbor­sa­ta.180

2 L’azio­ne per la ri­pe­ti­zio­ne dell’in­de­bi­to si può pro­muo­ve­re, a scel­ta dell’at­to­re, o avan­ti al giu­di­ce dell’ese­cu­zio­ne o al fo­ro or­di­na­rio del con­ve­nu­to.

3 In ec­ce­zio­ne all’ar­ti­co­lo 63 del Co­di­ce del­le ob­bli­ga­zio­ni (CO)181, per ave­re di­rit­to al­la re­sti­tu­zio­ne è suf­fi­cien­te pro­va­re l’ine­si­sten­za del de­bi­to.182

180 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

181RS 220

182Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 87

G. Ese­cu­zio­ne in via di rea­liz­za­zio­ne del pe­gno ed ese­cu­zio­ne cam­bia­ria

 

Pel pre­cet­to nel­la ese­cu­zio­ne in via di rea­liz­za­zio­ne del pe­gno, val­go­no le spe­cia­li di­spo­si­zio­ni de­gli ar­ti­co­li 151 a 153; pel pre­cet­to e per l’op­po­si­zio­ne nel­la ese­cu­zio­ne cam­bia­ria, quel­le de­gli ar­ti­co­li 178 a 189.

IX. Continuazione dell’esecuzione 183

183Introdotto dal n. I della LF del 16 dic. 1994, in vigore dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 88184

IX. Con­ti­nua­zio­ne dell’ese­cu­zio­ne

 

1 Se l’ese­cu­zio­ne non è sta­ta so­spe­sa in vir­tù di un’op­po­si­zio­ne o di una de­ci­sio­ne giu­di­zia­le, tra­scor­si ven­ti gior­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne del pre­cet­to il cre­di­to­re può chie­der­ne la con­ti­nua­zio­ne.

2 Que­sto di­rit­to si estin­gue de­cor­so un an­no dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne del pre­cet­to. Se è sta­ta fat­ta op­po­si­zio­ne, il ter­mi­ne re­sta so­spe­so tra il gior­no in cui è sta­ta pro­mos­sa l’azio­ne giu­di­zia­ria o am­mi­ni­stra­ti­va e la sua de­fi­ni­zio­ne.

3 Del­la do­man­da di con­ti­nua­zio­ne è da­to at­to gra­tui­ta­men­te al cre­di­to­re che lo ri­chie­de.

4 A ri­chie­sta del cre­di­to­re, l’am­mon­ta­re del cre­di­to espres­so in va­lu­ta este­ra può es­se­re ri­con­ver­ti­to in va­lu­ta sviz­ze­ra al cor­so del gior­no del­la do­man­da di con­ti­nua­zio­ne.

184Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Titolo terzo: Della esecuzione in via di pignoramento185

185Originario Tit. avanti l’art. 88.

I. Del pignoramento186

186Originario Tit. avanti l’art. 88.

Art. 89187

I.

A. Ese­cu­zio­ne

1. Mo­men­to

 

Se il de­bi­to­re è sog­get­to all’ese­cu­zio­ne in via di pi­gno­ra­men­to, l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne, ri­ce­vu­ta la do­man­da di con­ti­nua­zio­ne, pro­ce­de sen­za in­du­gio al pi­gno­ra­men­to o vi fa pro­ce­de­re dall’uf­fi­cio del luo­go do­ve si tro­va­no i be­ni da pi­gno­ra­re.

187Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 90

2. Av­vi­so

 

Il de­bi­to­re dev’es­se­re av­vi­sa­to del pi­gno­ra­men­to al­me­no il gior­no pri­ma. L’av­vi­so ri­chia­me­rà le di­spo­si­zio­ni dell’ar­ti­co­lo 91.

Art. 91188

3. Ob­bli­ghi del de­bi­to­re e dei ter­zi

 

1 Il de­bi­to­re è te­nu­to, sot­to mi­nac­cia di pe­na:

1.
ad as­si­ste­re al pi­gno­ra­men­to o a far­vi­si rap­pre­sen­ta­re (art. 323 n. 1 CP189);
2.
a in­di­ca­re, si­no a con­cor­ren­za di quan­to sia ne­ces­sa­rio per un suf­fi­cien­te pi­gno­ra­men­to, tut­ti i suoi be­ni, com­pre­si quel­li che non so­no in suo pos­ses­so, co­me pu­re i cre­di­ti e i di­rit­ti ver­so ter­zi (art. 163 n. 1 e 323 n. 2 CP).190

2 Se il de­bi­to­re omet­te sen­za giu­sti­fi­ca­zio­ne suf­fi­cien­te di as­si­ste­re al pi­gno­ra­men­to o di far­vi­si rap­pre­sen­ta­re, l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne può or­di­nar­ne l’ac­com­pa­gna­men­to per mez­zo del­la po­li­zia.

3 Su ri­chie­sta dell’uf­fi­cia­le, il de­bi­to­re de­ve apri­re i lo­ca­li e i ri­po­sti­gli. Se ne­ces­sa­rio, l’uf­fi­cia­le può chie­de­re l’aiu­to dell’au­to­ri­tà di po­li­zia.

4 I ter­zi che de­ten­go­no be­ni del de­bi­to­re o ver­so i qua­li que­sti van­ta cre­di­ti han­no, sot­to mi­nac­cia di pe­na (art. 324 n. 5 CP), lo stes­so ob­bli­go di in­for­ma­re del de­bi­to­re.

5 Le au­to­ri­tà han­no lo stes­so ob­bli­go di in­for­ma­re del de­bi­to­re.

6 L’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne ri­cor­da espli­ci­ta­men­te agli in­te­res­sa­ti i lo­ro ob­bli­ghi co­me pu­re le con­se­guen­ze pe­na­li dell’inos­ser­van­za.

188Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

189RS 311.0

190 RU 2005 79

Art. 92

4. Be­ni im­pi­gno­ra­bi­li

 

1 So­no im­pi­gno­ra­bi­li:

1.191 gli og­get­ti de­sti­na­ti all’uso per­so­na­le del de­bi­to­re o del­la sua fa­mi­glia, qua­li abi­ti, ef­fet­ti per­so­na­li, uten­si­li, uten­si­li di ca­sa, mo­bi­li o al­tri og­get­ti, in quan­to in­di­spen­sa­bi­li a ga­ran­ti­re una qua­li­tà mi­ni­ma di vi­ta;
1a.192 gli ani­ma­li do­me­sti­ci non te­nu­ti a sco­po pa­tri­mo­nia­le o lu­cra­ti­vo;
2.193 i li­bri re­li­gio­si e gli og­get­ti del cul­to;
3.194 gli ar­ne­si, gli ap­pa­rec­chi, gli stru­men­ti e i li­bri, in quan­to sia­no ne­ces­sa­ri al de­bi­to­re e al­la sua fa­mi­glia per l’eser­ci­zio del­la pro­fes­sio­ne;
4.195 a scel­ta del de­bi­to­re, due vac­che da lat­te, due gio­ven­che, quat­tro ca­pre o pe­co­re, ol­tre al be­stia­me mi­nu­to, col fo­rag­gio e con la pa­glia ne­ces­sa­ri per quat­tro me­si, quan­do det­ti ani­ma­li sia­no in­di­spen­sa­bi­li al so­sten­ta­men­to del de­bi­to­re e del­la sua fa­mi­glia o al man­te­ni­men­to del­la sua azien­da;
5.196 le prov­vi­ste di vit­to e di com­bu­sti­bi­le ne­ces­sa­rie al de­bi­to­re ed al­la sua fa­mi­glia per i due me­si suc­ces­si­vi al pi­gno­ra­men­to, ov­ve­ro il de­na­ro li­qui­do o i cre­di­ti in­di­spen­sa­bi­li per ac­qui­star­li;
6.197 gli ef­fet­ti di ab­bi­glia­men­to, di equi­pag­gia­men­to e ar­ma­men­to, il ca­val­lo di ser­vi­zio e il sol­do di un mi­li­ta­re, l’im­por­to gior­na­lie­ro per le pic­co­le spe­se ver­sa­to a chi pre­sta ser­vi­zio ci­vi­le, non­ché gli ef­fet­ti di ab­bi­glia­men­to e di equi­pag­gia­men­to e l’in­den­ni­tà di una per­so­na te­nu­ta a pre­sta­re ser­vi­zio di pro­te­zio­ne ci­vi­le;
7.198 il di­rit­to a ren­di­te vi­ta­li­zie co­sti­tui­te giu­sta gli ar­ti­co­li 516 a 520 CO199;
8.200 le pre­sta­zio­ni d’as­si­sten­za e i sus­si­di elar­gi­ti da as­so­cia­zio­ni o cas­se di be­ne­fi­cen­za o di soc­cor­so in ca­so di ma­lat­tia, in­di­gen­za o mor­te, co­me pu­re da al­tre si­mi­li isti­tu­zio­ni;
9.201
le ren­di­te, in­den­ni­tà in ca­pi­ta­le e al­tre pre­sta­zio­ni elar­gi­te al­la vit­ti­ma o ai suoi pa­ren­ti per le­sio­ni cor­po­ra­li, dan­no al­la sa­lu­te o mor­te d’uo­mo, in quan­to co­sti­tui­sca­no in­den­ni­tà a ti­to­lo di ri­pa­ra­zio­ne mo­ra­le, o ri­sar­ci­men­to per le spe­se di cu­ra o per l’ac­qui­sto di mez­zi au­si­lia­ri;
9a.202 le ren­di­te giu­sta l’ar­ti­co­lo 20 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 20 di­cem­bre 1946203 sull’as­si­cu­ra­zio­ne per la vec­chia­ia e per i su­per­sti­ti o giu­sta l’ar­ti­co­lo 50 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 19 giu­gno 1959204, sull’as­si­cu­ra­zio­ne per l’in­va­li­di­tà le pre­sta­zio­ni giu­sta l’ar­ti­co­lo 12 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 19 mar­zo 1965205 sul­le pre­sta­zio­ni com­ple­men­ta­ri all’as­si­cu­ra­zio­ne per la vec­chia­ia, i su­per­sti­ti e l’in­va­li­di­tà, co­me pu­re le pre­sta­zio­ni del­le cas­se di com­pen­sa­zio­ne per in­den­ni­tà fa­mi­lia­ri;
10.206
i di­rit­ti non an­co­ra esi­gi­bi­li a pre­sta­zio­ni pre­vi­den­zia­li e al li­be­ro pas­sag­gio nei con­fron­ti di fon­di di pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le;
11.207 i be­ni de­sti­na­ti a svol­ge­re com­pi­ti di pub­bli­co im­pe­rio ap­par­te­nen­ti a uno Sta­to este­ro o a una ban­ca cen­tra­le este­ra.

2 So­no inol­tre im­pi­gno­ra­bi­li gli og­get­ti per i qua­li vi è senz’al­tro da pre­su­me­re che il ri­ca­vo ec­ce­de­reb­be di co­sì po­co la som­ma del­le spe­se da non giu­sti­fi­ca­re la lo­ro rea­liz­za­zio­ne. Ta­li og­get­ti de­vo­no tut­ta­via es­se­re in­di­ca­ti nel ver­ba­le di pi­gno­ra­men­to con il lo­ro va­lo­re di sti­ma.208

3 Gli og­get­ti di cui al ca­po­ver­so 1 nu­me­ri 1 a 3 so­no pi­gno­ra­bi­li se di va­lo­re ele­va­to; tut­ta­via es­si pos­so­no es­se­re tol­ti al de­bi­to­re sol­tan­to do­po che il cre­di­to­re ha mes­so a di­spo­si­zio­ne del de­bi­to­re, in lo­ro so­sti­tu­zio­ne, og­get­ti del me­de­si­mo va­lo­re d’uso op­pu­re la som­ma ne­ces­sa­ria per il lo­ro ac­qui­sto.209

4 So­no sal­ve le di­spo­si­zio­ni spe­cia­li sull’im­pi­gno­ra­bi­li­tà pre­vi­ste dal­la leg­ge fe­de­ra­le del 2 apri­le 1908210 sul con­trat­to d’as­si­cu­ra­zio­ne (art. 79 cpv. 2 e 80 LCA), dal­la leg­ge fe­de­ra­le del 9 ot­to­bre 1992211 sul di­rit­to d’au­to­re (art. 18 LDA) e dal Co­di­ce pe­na­le (CP)212 (art. 378 cpv. 2 CP).213

191Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

192 In­tro­dot­to dal n. IV del­la LF del 4 ott. 2002 (Ar­ti­co­lo di prin­ci­pio su­gli ani­ma­li), in vi­go­re dal 1° apr. 2003 (RU 2003 463; FF 200237345207).

193Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 3 del­la LF del 28 set. 1949, in vi­go­re dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57).

194Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

195Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 3 del­la LF del 28 set. 1949, in vi­go­re dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57).

196Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 3 del­la LF del 28 set. 1949, in vi­go­re dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57).

197Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 4 del­la LF del 6 ott. 1995 sul ser­vi­zio ci­vi­le so­sti­tu­ti­vo, in vi­go­re dal 1° ott. 1996 (RU 19961445; FF 1994III 1445).

198Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

199RS 220

200Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

201Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

202In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

203RS 831.10

204RS 831.20

205[RU 1965 535; 1971 32; 1972 2483n. III; 1974 1589 n. II; 1978 391 n. II 2; 1985 2017; 1986 699; 1996 2466all. n. 4; 1997 2952; 2000 2687; 2002 701n. I 6, 3371all. n. 9, 3453; 2003 3837all. n. 4; 2006 979art. 2 n. 8. RU 2007 6055art. 35]. Ora: giu­sta l’art. 20 del­la LF del 6. ott. 2006 (RS 831.30).

206Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

207In­tro­dot­to dall’art. 3 del­la LF del 28 set. 1949 (R 1950 I 57). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

208In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

209In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

210RS 221.229.1

211RS 231.1

212RS 311.0. Ora: l’art 83 cpv. 2.

213In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 93214

5. Red­di­ti li­mi­ta­ta­men­te pi­gno­ra­bi­li

 

1 Ogni pro­ven­to del la­vo­ro, gli usu­frut­ti e il lo­ro pro­dot­to, le ren­di­te vi­ta­li­zie e gli ali­men­ti, le pen­sio­ni e le pre­sta­zio­ni di qual­sia­si ti­po de­sti­na­te a ri­sar­ci­re una per­di­ta di gua­da­gno o una pre­te­sa de­ri­van­te dal di­rit­to al man­te­ni­men­to, se­gna­ta­men­te le ren­di­te e le in­den­ni­tà in ca­pi­ta­le che non so­no im­pi­gno­ra­bi­li giu­sta l’ar­ti­co­lo 92, pos­so­no es­se­re pi­gno­ra­ti in quan­to, a giu­di­zio dell’uf­fi­cia­le, non sia­no as­so­lu­ta­men­te ne­ces­sa­ri al so­sten­ta­men­to del de­bi­to­re e del­la sua fa­mi­glia.

2 Ta­li red­di­ti pos­so­no es­se­re pi­gno­ra­ti per un an­no al mas­si­mo dal gior­no dell’ese­cu­zio­ne del pi­gno­ra­men­to. Se al pi­gno­ra­men­to par­te­ci­pa­no più cre­di­to­ri, il ter­mi­ne de­cor­re dal pri­mo pi­gno­ra­men­to ese­gui­to su ri­chie­sta di un cre­di­to­re del grup­po in que­stio­ne (art. 110 e 111).

3 Se du­ran­te il de­cor­so di ta­le ter­mi­ne l’uf­fi­cio ha co­no­scen­za di una mo­di­fi­ca­zio­ne de­ter­mi­nan­te per l’im­por­to da pi­gno­ra­re, es­so com­mi­su­ra il pi­gno­ra­men­to al­le mu­ta­te cir­co­stan­ze.

214Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 94

6. Pi­gno­ra­men­to di frut­ti pri­ma del rac­col­to

 

1 I frut­ti non an­co­ra rac­col­ti o se­pa­ra­ti dal suo­lo non pos­so­no es­se­re pi­gno­ra­ti:

1.
sui pra­ti, avan­ti al pri­mo apri­le
2.
sui cam­pi, avan­ti al pri­mo giu­gno;
3.
nel­le vi­gne, avan­ti al ven­ti ago­sto.

2 L’alie­na­zio­ne del­le mes­si fat­ta pri­ma o nei gior­ni suin­di­ca­ti è nul­la di fron­te al cre­di­to­re pi­gno­ran­te.

3 So­no sal­vi i di­rit­ti spet­tan­ti al cre­di­to­re con pe­gno im­mo­bi­lia­re sui frut­ti non an­co­ra rac­col­ti o se­pa­ra­ti dal suo­lo co­me par­ti co­sti­tu­ti­ve del pe­gno, a con­di­zio­ne pe­rò che il cre­di­to­re stes­so ab­bia ini­zia­to la pro­ce­du­ra di rea­liz­za­zio­ne del pe­gno pri­ma del­la rea­liz­za­zio­ne dei frut­ti pi­gno­ra­ti.215

215Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 58 Tit. fin. CC, in vi­go­re dal 1° gen. 1912 (RU 24233Tit. fin. art. 60).

Art. 95

7. Or­di­ne del pi­gno­ra­men­to

a. In ge­ne­ra­le

 

1 Si de­vo­no pi­gno­ra­re in pri­mo luo­go i be­ni mo­bi­li, com­pre­si i cre­di­ti e le pre­te­se li­mi­ta­ta­men­te pi­gno­ra­bi­li (art. 93). So­no pi­gno­ra­ti an­zi­tut­to gli og­get­ti di com­mer­cio quo­ti­dia­no, ma i me­no ne­ces­sa­ri pri­ma de­gli in­di­spen­sa­bi­li.216

2 I be­ni im­mo­bi­li pos­so­no es­se­re pi­gno­ra­ti sol­tan­to in quan­to quel­li mo­bi­li non ba­sti­no a co­pri­re il cre­di­to.217

3 Da ul­ti­mo so­no pi­gno­ra­ti gli og­get­ti col­pi­ti da se­que­stro, quel­li in­di­ca­ti dal de­bi­to­re co­me ap­par­te­nen­ti a ter­zi e quel­li ri­ven­di­ca­ti da ter­zi.

4 Ove sia­no pi­gno­ra­te prov­vi­ste di fo­rag­gi, si do­vrà pi­gno­ra­re, a ri­chie­sta del de­bi­to­re, an­che una cor­ri­spon­den­te quan­ti­tà di be­stia­me.

4bis L’uf­fi­cia­le può sco­star­si da que­st’or­di­ne qua­lo­ra le cir­co­stan­ze lo giu­sti­fi­chi­no o se il cre­di­to­re e il de­bi­to­re di co­mu­ne ac­cor­do lo ri­chie­do­no.218

5 In ogni ca­so il fun­zio­na­rio de­ve con­ci­lia­re, per quan­to sia pos­si­bi­le, gli in­te­res­si del cre­di­to­re e quel­li del de­bi­to­re.

216Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

217Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

218In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 95a219

b. Cre­di­ti ver­so il co­niu­ge o il part­ner re­gi­stra­to

 

I cre­di­ti del de­bi­to­re ver­so il suo co­niu­ge o il suo part­ner re­gi­stra­to so­no pi­gno­ra­ti sol­tan­to in ca­so di in­suf­fi­cien­za dei suoi al­tri be­ni.

219In­tro­dot­to dal II 3 del­la LF del 5 ott. 1984 che mo­di­fi­ca il CC (RU 1986 122; FF 1979 II 1119). Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 16 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20055685; FF 20031165).

Art. 96

B. Ef­fet­ti del pi­gno­ra­men­to

 

1 È fat­to di­vie­to al de­bi­to­re, sot­to mi­nac­cia di pe­na (art. 169 CP220), di di­spor­re, sen­za au­to­riz­za­zio­ne dell’uf­fi­cia­le, de­gli og­get­ti pi­gno­ra­ti. L’uf­fi­cia­le pro­ce­den­te ri­cor­da espli­ci­ta­men­te al de­bi­to­re il di­vie­to co­me pu­re le con­se­guen­ze pe­na­li dell’inos­ser­van­za.221

2 Gli at­ti di di­spo­si­zio­ne del de­bi­to­re so­no nul­li in quan­to ne sia­no pre­giu­di­ca­ti i di­rit­ti che il cre­di­to­re ha ac­qui­si­to col pi­gno­ra­men­to, sot­to ri­ser­va de­gli ef­fet­ti dell’ac­qui­sto del pos­ses­so da par­te di ter­zi di buo­na fe­de.222

220RS 311.0

221Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

222In­tro­dot­to dall’art. 58 Tit. fin. CC, in vi­go­re dal 1° gen. 1912 (RU 24233Tit. fin. art. 60).

Art. 97

C. Sti­ma. En­ti­tà del pi­gno­ra­men­to

 

1 Il fun­zio­na­rio sti­ma gli og­get­ti pi­gno­ra­ti fa­cen­do­si as­si­ste­re, ove oc­cor­ra, da pe­ri­ti.

2 Il pi­gno­ra­men­to è li­mi­ta­to a quan­to ba­sti per sod­di­sfa­re dei lo­ro cre­di­ti, in ca­pi­ta­le, in­te­res­si e spe­se, i cre­di­to­ri pi­gno­ran­ti.

Art. 98

D. Mi­su­re cau­te­la­ri

1. Per i be­ni mo­bi­li

 

1 Il de­na­ro, i bi­gliet­ti di ban­ca, i ti­to­li al por­ta­to­re, le cam­bia­li e gli al­tri ti­to­li gi­ra­bi­li, gli og­get­ti di me­tal­lo pre­zio­so e gli al­tri og­get­ti di va­lo­re so­no pre­si in cu­sto­dia dall’uf­fi­cio.223

2 Le al­tre co­se mo­bi­li pos­so­no es­se­re la­scia­te prov­vi­so­ria­men­te nel­le ma­ni del de­bi­to­re o del ter­zo pos­ses­so­re con l’ob­bli­go di te­ner­le pron­te ad ogni ri­chie­sta.

3 Que­sti og­get­ti do­vran­no pe­rò es­se­re col­lo­ca­ti in cu­sto­dia dell’uf­fi­cio o d’un ter­zo, se l’uf­fi­cia­le lo re­pu­ti op­por­tu­no o se il cre­di­to­re giu­sti­fi­chi che ciò è ne­ces­sa­rio per ga­ran­ti­re i di­rit­ti co­sti­tui­ti in suo fa­vo­re dal pi­gno­ra­men­to.224

4 L’uf­fi­cio può in­te­res­sar­si an­che di co­se sul­le qua­li un ter­zo ab­bia un di­rit­to di pe­gno. Ove non ven­ga­no rea­liz­za­te, gli sa­ran­no re­sti­tui­te.

223Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

224Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 3 apr. 1924, in vi­go­re dal 1° gen. 1925 (RU 40 391).

Art. 99

2. Per i cre­di­ti

 

In ca­so di pi­gno­ra­men­to di cre­di­ti o di di­rit­ti non ri­sul­tan­ti da ti­to­li al por­ta­to­re o all’or­di­ne, si av­ver­te il ter­zo de­bi­to­re che d’ora in­nan­zi non po­trà fa­re un pa­ga­men­to va­li­do se non all’uf­fi­cio.

Art. 100

3. Per gli al­tri di­rit­ti. Ri­scos­sio­ne

 

L’uf­fi­cio cu­ra la con­ser­va­zio­ne dei di­rit­ti pi­gno­ra­ti e ri­scuo­te i cre­di­ti sca­du­ti.

Art. 101225

4. Per i fon­di

a. An­no­ta­zio­ne nel re­gi­stro fon­dia­rio

 

1 Il pi­gno­ra­men­to di un fon­do li­mi­ta la fa­col­tà di di­spor­ne. L’uf­fi­cio co­mu­ni­ca sen­za in­du­gio il pi­gno­ra­men­to all’uf­fi­cio del re­gi­stro fon­dia­rio, con la da­ta e la som­ma per la qua­le è fat­to, af­fin­ché pro­ce­da sen­za in­du­gio all’an­no­ta­zio­ne. So­no pu­re co­mu­ni­ca­te la par­te­ci­pa­zio­ne di al­tri cre­di­to­ri e la ces­sa­zio­ne del pi­gno­ra­men­to.

2 L’an­no­ta­zio­ne è ra­dia­ta se la rea­liz­za­zio­ne non è chie­sta en­tro due an­ni dal pi­gno­ra­men­to.

225Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 102226

b. Frut­ti e red­di­ti

 

1 Il pi­gno­ra­men­to di un fon­do com­pren­de an­che i frut­ti e gli al­tri red­di­ti ed av­vie­ne sen­za pre­giu­di­zio dei di­rit­ti spet­tan­ti ai cre­di­to­ri con pe­gno im­mo­bi­lia­re.

2 L’uf­fi­cio di ese­cu­zio­ne de­ve da­re co­mu­ni­ca­zio­ne del pi­gno­ra­men­to a que­sti cre­di­to­ri, ed al ca­so agli in­qui­li­ni ed agli af­fit­tua­ri.

3 Egli cu­ra l’am­mi­ni­stra­zio­ne e la col­tu­ra del fon­do227.

226Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 58 Tit. fin. CC, in vi­go­re dal 1° gen. 1912 (RU 24233Tit. fin. art. 60).

227Nuo­vo ter­mi­ne giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

Art. 103

c. Rac­col­ta dei frut­ti

 

1 L’uf­fi­cio cu­ra la rac­col­ta dei frut­ti (art. 94 e 102).

2 In ca­so di bi­so­gno, si pre­le­ve­rà da es­si quan­to sia ne­ces­sa­rio al so­sten­ta­men­to del de­bi­to­re e del­la sua fa­mi­glia.

Art. 104

5. Per i be­ni co­mu­ni

 

In ca­so di pi­gno­ra­men­to di un usu­frut­to o di una quo­ta in un’ere­di­tà in­di­vi­sa, in una so­cie­tà o al­tra co­mu­nio­ne, l’uf­fi­cio ne dà av­vi­so ai ter­zi in­te­res­sa­ti.

Art. 105

6. Spe­se di con­ser­va­zio­ne e man­te­ni­men­to dei be­ni pi­gno­ra­ti

 

A ri­chie­sta dell’uf­fi­cio, il cre­di­to­re de­ve an­ti­ci­pa­re le spe­se di con­ser­va­zio­ne e di man­te­ni­men­to dei be­ni pi­gno­ra­ti.

Art. 106228

E. Pre­te­se di ter­zi (ri­ven­di­ca­zio­ne)

1. Men­zio­ne e co­mu­ni­ca­zio­ne

 

1 Se vien fat­to va­le­re che sul be­ne pi­gno­ra­to un ter­zo è ti­to­la­re di un di­rit­to di pro­prie­tà, di pe­gno o di un al­tro di­rit­to in­com­pa­ti­bi­le con il pi­gno­ra­men­to o che de­ve es­se­re pre­so in con­si­de­ra­zio­ne in pro­se­gui­men­to di ese­cu­zio­ne, l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne ne fa men­zio­ne nel ver­ba­le di pi­gno­ra­men­to o, se que­sto è già sta­to no­ti­fi­ca­to, ne dà spe­cia­le av­vi­so al­le par­ti.

2 I ter­zi pos­so­no no­ti­fi­ca­re le lo­ro pre­te­se fin­tan­to che la som­ma ri­ca­va­ta dal­la rea­liz­za­zio­ne del be­ne pi­gno­ra­to non sia sta­ta ri­par­ti­ta.

3 Do­po la rea­liz­za­zio­ne, i ter­zi pos­so­no far va­le­re al di fuo­ri del­la pro­ce­du­ra ese­cu­ti­va le pre­te­se fon­da­te sul di­rit­to ci­vi­le in ca­so di fur­to, smar­ri­men­to o pri­va­zio­ne con­tro la sua vo­lon­tà di co­sa mo­bi­le (art. 934 e 935 CC229) op­pu­re in ca­so di ac­qui­si­zio­ne in ma­la fe­de (art. 936 e 974 cpv. 3 CC). La ven­di­ta a trat­ta­ti­ve pri­va­te giu­sta l’ar­ti­co­lo 130 del­la pre­sen­te leg­ge è equi­pa­ra­ta al­la ven­di­ta all’asta pub­bli­ca ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 934 ca­po­ver­so 2 CC.

228Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

229RS210

Art. 107230

2. Se­gui­to del­la pro­ce­du­ra

a. In ca­so di pos­ses­so esclu­si­vo del de­bi­to­re

 

1 Il de­bi­to­re e il cre­di­to­re pos­so­no con­te­sta­re pres­so l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne la pre­te­sa del ter­zo, quan­do que­sta ri­guar­da:

1.
un be­ne mo­bi­le in pos­ses­so esclu­si­vo del de­bi­to­re;
2.
un cre­di­to o un al­tro di­rit­to, se la pre­te­sa del de­bi­to­re ap­pa­re più fon­da­ta di quel­la del ter­zo;
3.
un fon­do, se la pre­te­sa non ri­sul­ta dal re­gi­stro fon­dia­rio.

2 L’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne im­par­ti­sce lo­ro un ter­mi­ne di die­ci gior­ni per far va­le­re que­sto di­rit­to.

3 Su do­man­da del de­bi­to­re o del cre­di­to­re, il ter­zo è in­vi­ta­to a pro­dur­re i suoi mez­zi di pro­va all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne en­tro lo spi­ra­re del ter­mi­ne d’op­po­si­zio­ne. L’ar­ti­co­lo 73 ca­po­ver­so 2 si ap­pli­ca per ana­lo­gia.

4 Se la pre­te­sa del ter­zo non è con­te­sta­ta, si ri­tie­ne che es­sa sia am­mes­sa nell’ese­cu­zio­ne in at­to.

5 Se la pre­te­sa è con­te­sta­ta, l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne im­par­ti­sce al ter­zo un ter­mi­ne di ven­ti gior­ni per pro­muo­ve­re l’azio­ne di ac­cer­ta­men­to del suo di­rit­to nei con­fron­ti di co­lui che lo con­te­sta. Se il ter­zo non pro­muo­ve l’azio­ne, la sua pre­te­sa non è pre­sa in con­si­de­ra­zio­ne nell’ese­cu­zio­ne in at­to.

230Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 108231

b. In ca­so di pos­ses­so o di co­pos­ses­so del ter­zo

 

1 Il cre­di­to­re e il de­bi­to­re pos­so­no pro­muo­ve­re nei con­fron­ti del ter­zo l’azio­ne di con­te­sta­zio­ne del­la sua pre­te­sa, quan­do que­sta ri­guar­da:

1.
un be­ne mo­bi­le in pos­ses­so o co­pos­ses­so del ter­zo;
2.
un cre­di­to o un al­tro di­rit­to, se la pre­te­sa del ter­zo ap­pa­re più fon­da­ta di quel­la del de­bi­to­re;
3.
un fon­do, se la pre­te­sa ri­sul­ta dal re­gi­stro fon­dia­rio.

2 L’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne im­par­ti­sce lo­ro un ter­mi­ne di ven­ti gior­ni per pro­muo­ve­re l’azio­ne.

3 Se nes­su­na azio­ne è pro­mos­sa, la pre­te­sa è ri­te­nu­ta ri­co­no­sciu­ta nell’ese­cu­zio­ne in at­to.

4 Su do­man­da del cre­di­to­re o del de­bi­to­re, il ter­zo è in­vi­ta­to a pro­dur­re all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne i suoi mez­zi di pro­va en­tro lo sca­de­re del ter­mi­ne per pro­muo­ve­re l’azio­ne. L’ar­ti­co­lo 73 ca­po­ver­so 2 si ap­pli­ca per ana­lo­gia.

231Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 109232

c. Fo­ro

 

1 So­no pro­mos­se al luo­go dell’ese­cu­zio­ne:

1.
le azio­ni fon­da­te sull’ar­ti­co­lo 107 ca­po­ver­so 5;
2.
le azio­ni fon­da­te sull’ar­ti­co­lo 108 ca­po­ver­so 1, in quan­to il con­ve­nu­to sia do­mi­ci­lia­to all’este­ro.

2 Se è di­ret­ta con­tro un con­ve­nu­to do­mi­ci­lia­to in Sviz­ze­ra, l’azio­ne fon­da­ta sull’ar­ti­co­lo 108 ca­po­ver­so 1 è pro­mos­sa al do­mi­ci­lio di que­st’ul­ti­mo.

3 Se la pre­te­sa ri­guar­da un fon­do, l’azio­ne è pro­mos­sa in tut­ti i ca­si avan­ti il giu­di­ce del luo­go ove è si­tua­to il fon­do o la par­te di mag­gior va­lo­re di es­so.

4 Il giu­di­ce co­mu­ni­ca all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne l’in­tro­du­zio­ne dell’azio­ne e la de­ci­sio­ne de­fi­ni­ti­va. ...233

5 Per quan­to ri­guar­da gli og­get­ti li­ti­gio­si, l’ese­cu­zio­ne è so­spe­sa fi­no a de­ci­sio­ne de­fi­ni­ti­va, e i ter­mi­ni per chie­de­re la rea­liz­za­zio­ne (art. 116) so­no so­spe­si.

232Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

233 Per. abro­ga­to dall’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

Art. 110

F. Par­te­ci­pa­zio­ne al pi­gno­ra­men­to

1. In ge­ne­ra­le

 

1 I cre­di­to­ri che pre­sen­ta­no do­man­da di con­ti­nua­zio­ne dell’ese­cu­zio­ne en­tro tren­ta gior­ni dall’ese­cu­zio­ne di un pi­gno­ra­men­to par­te­ci­pa­no a que­sto. L’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne com­ple­ta il pi­gno­ra­men­to man ma­no, in quan­to sia ne­ces­sa­rio per co­pri­re tut­ti i cre­di­ti di que­sto grup­po.234

2 I cre­di­to­ri che pre­sen­ta­no la do­man­da di con­ti­nua­zio­ne dell’ese­cu­zio­ne so­lo do­po lo sca­de­re del ter­mi­ne di tren­ta gior­ni for­ma­no nel­lo stes­so mo­do ul­te­rio­ri grup­pi con pi­gno­ra­men­to se­pa­ra­to.235

3 I be­ni già pi­gno­ra­ti pos­so­no es­se­re nuo­va­men­te og­get­to di un suc­ces­si­vo pi­gno­ra­men­to, ma sol­tan­to nel­la mi­su­ra in cui la som­ma ri­ca­va­ta­ne non spet­ti ai cre­di­to­ri che pro­ce­det­te­ro al pi­gno­ra­men­to an­te­rio­re.

234Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

235Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 111236

2. Par­te­ci­pa­zio­ne pri­vi­le­gia­ta

 

1 Han­no di­rit­to di par­te­ci­pa­re, sen­za pre­ven­ti­va ese­cu­zio­ne, al pi­gno­ra­men­to du­ran­te qua­ran­ta gior­ni a con­ta­re dall’ese­cu­zio­ne del pi­gno­ra­men­to:

1.237
il co­niu­ge o il part­ner re­gi­stra­to del de­bi­to­re;
2.238
i fi­gli del de­bi­to­re per i cre­di­ti ine­ren­ti ai rap­por­ti con i ge­ni­to­ri e le per­so­ne mag­gio­ren­ni per i cre­di­ti de­ri­van­ti da un man­da­to pre­cau­zio­na­le (art. 360–369 CC239);
3.
i fi­gli mag­gio­ren­ni e gli abia­ti­ci del de­bi­to­re per i cre­di­ti fon­da­ti su­gli ar­ti­co­li 334 e 334bis CC240;
4.
il co­sti­tuen­te di un con­trat­to di vi­ta­li­zio per i cre­di­ti fon­da­ti sull’ar­ti­co­lo 529 CO241.

2 Le per­so­ne di cui al ca­po­ver­so 1 nu­me­ri 1 e 2 pos­so­no eser­ci­ta­re ta­le di­rit­to sol­tan­to se il pi­gno­ra­men­to è av­ve­nu­to du­ran­te il ma­tri­mo­nio, l’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, l’au­to­ri­tà pa­ren­ta­le o l’ef­fi­ca­cia del man­da­to pre­cau­zio­na­le, op­pu­re nel ter­mi­ne di un an­no do­po la lo­ro fi­ne; la du­ra­ta di un pro­ces­so o di un pro­ce­di­men­to ese­cu­ti­vo non vie­ne com­pu­ta­ta. Per i mi­no­ren­ni o le per­so­ne sot­to­po­ste a una mi­su­ra di pro­te­zio­ne de­gli adul­ti la di­chia­ra­zio­ne di par­te­ci­pa­zio­ne al pi­gno­ra­men­to può es­se­re fat­ta an­che dall’au­to­ri­tà di pro­te­zio­ne dei mi­no­ri e da quel­la di pro­te­zio­ne de­gli adul­ti.242

3 In quan­to da es­so co­no­sciu­ti, l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne in­for­ma, con let­te­ra sem­pli­ce, gli aven­ti di­rit­to di par­te­ci­pa­zio­ne al pi­gno­ra­men­to.

4 L’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne dà av­vi­so del­la do­man­da di par­te­ci­pa­zio­ne al de­bi­to­re e ai cre­di­to­ri, im­par­ten­do lo­ro un ter­mi­ne di die­ci gior­ni per con­te­star­la.

5 Se vie­ne con­te­sta­ta, la par­te­ci­pa­zio­ne è am­mes­sa sol­tan­to con gli ef­fet­ti di un pi­gno­ra­men­to prov­vi­so­rio, e l’istan­te de­ve pro­muo­ve­re l’azio­ne en­tro ven­ti gior­ni al luo­go dell’ese­cu­zio­ne; tra­scor­so in­frut­tuo­sa­men­te il ter­mi­ne, la sua par­te­ci­pa­zio­ne è ca­du­ca. ...243

236Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

237 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 16 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20055685; FF 20031165).

238 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 12 del­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2011 725; FF 2006 6391).

239 RS 210

240RS210

241RS 220

242 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 12 del­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2011 725; FF 2006 6391).

243 Per. abro­ga­to dall’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

Art. 112

G. At­to di pi­gno­ra­men­to

1. Ste­su­ra

 

1 Per ogni pi­gno­ra­men­to vie­ne ste­so un ver­ba­le («at­to di pi­gno­ra­men­to») sot­to­scrit­to dall’uf­fi­cia­le o dall’im­pie­ga­to che vi pro­ce­de. Es­so enun­cia i no­mi dei cre­di­to­ri e del de­bi­to­re, l’am­mon­ta­re del cre­di­to, il gior­no e l’ora del pi­gno­ra­men­to, i be­ni pi­gno­ra­ti ed il lo­ro prez­zo di sti­ma, co­me pu­re, quan­do ne sia il ca­so, le pre­te­se dei ter­zi.

2 Se ven­go­no pi­gno­ra­ti og­get­ti già col­pi­ti da se­que­stro, la par­te­ci­pa­zio­ne del cre­di­to­re se­que­stran­te al pi­gno­ra­men­to è men­zio­na­ta nel ver­ba­le (art. 281).

3 Ove non si tro­vi­no be­ni pi­gno­ra­bi­li o non se ne tro­vi­no in quan­ti­tà suf­fi­cien­te, se ne fa pu­re men­zio­ne.

Art. 113244

2. Ag­giun­te

 

La par­te­ci­pa­zio­ne di nuo­vi cre­di­to­ri a un pi­gno­ra­men­to e i pi­gno­ra­men­ti com­ple­men­ta­ri so­no an­no­ta­ti in co­da all’at­to di pi­gno­ra­men­to.

244Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 114245

3. No­ti­fi­ca­zio­ne ai cre­di­to­ri e al de­bi­to­re

 

Tra­scor­so il ter­mi­ne di par­te­ci­pa­zio­ne di tren­ta gior­ni, l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne no­ti­fi­ca sen­za in­du­gio una co­pia de­gli at­ti di pi­gno­ra­men­to ai cre­di­to­ri e al de­bi­to­re.

245Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 115

4. At­to di pi­gno­ra­men­to va­li­do co­me at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni

 

1 Se non esi­sto­no be­ni pi­gno­ra­bi­li, il ver­ba­le di pi­gno­ra­men­to co­sti­tui­sce pel cre­di­to­re l’at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni a’ sen­si dell’ar­ti­co­lo 149.

2 Es­so va­le co­me at­te­sta­to prov­vi­so­rio di ca­ren­za di be­ni ed ha gli ef­fet­ti in­di­ca­ti nell’ar­ti­co­lo 271 nu­me­ro 5 e nell’ar­ti­co­lo 285, quan­do in ba­se al­la sti­ma uf­fi­cia­le i be­ni pi­gno­ra­bi­li non sia­no suf­fi­cien­ti.

3 L’at­te­sta­to prov­vi­so­rio di ca­ren­za di be­ni con­fe­ri­sce inol­tre al cre­di­to­re il di­rit­to di esi­ge­re, en­tro il ter­mi­ne di un an­no pre­vi­sto dall’ar­ti­co­lo 88 ca­po­ver­so 2, il pi­gno­ra­men­to di be­ni nuo­va­men­te sco­per­ti. Le di­spo­si­zio­ni sul­la par­te­ci­pa­zio­ne (art. 110 e 111) so­no ap­pli­ca­bi­li.246

246In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

II. Della realizzazione 247

247Nuovo testo giusta il n. I della LF del 16 dic. 1994, in vigore dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 116248

II. Del­la rea­liz­za­zio­ne

A. Do­man­da di rea­liz­za­zio­ne

1. Ter­mi­ne

 

1 Il cre­di­to­re può do­man­da­re la rea­liz­za­zio­ne dei be­ni mo­bi­li, cre­di­ti e al­tri di­rit­ti pi­gno­ra­ti non pri­ma di un me­se né più tar­di di un an­no dal pi­gno­ra­men­to e, quan­do si trat­ti di fon­di, non pri­ma di sei me­si né più tar­di di due an­ni dal pi­gno­ra­men­to.

2 Qua­lo­ra ven­ga pi­gno­ra­to il sa­la­rio fu­tu­ro e il da­to­re di la­vo­ro non ab­bia con­se­gna­to al­la sca­den­za le som­me pi­gno­ra­te, la rea­liz­za­zio­ne del di­rit­to a que­ste som­me può es­se­re do­man­da­ta en­tro quin­di­ci me­si dal pi­gno­ra­men­to.

3 Qua­lo­ra la par­te­ci­pa­zio­ne di più cre­di­to­ri ab­bia com­por­ta­to pi­gno­ra­men­ti com­ple­men­ta­ri, i ter­mi­ni de­cor­ro­no dall’ul­ti­mo pi­gno­ra­men­to com­ple­men­ta­re frut­tuo­so.

248Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 117

2. Le­git­ti­ma­zio­ne at­ti­va

 

1 Il di­rit­to di chie­de­re la rea­liz­za­zio­ne com­pe­te, in cia­scun grup­po, ad ogni sin­go­lo par­te­ci­pan­te.

2 Pos­so­no chie­de­re la rea­liz­za­zio­ne an­che i cre­di­to­ri che a’ ter­mi­ni dell’ar­ti­co­lo 110 ca­po­ver­so 3 pi­gno­ra­ro­no be­ni sol­tan­to per l’ec­ce­den­za.

Art. 118

3. In ca­so di pi­gno­ra­men­to prov­vi­so­rio

 

Non pos­so­no chie­der­la in­ve­ce i cre­di­to­ri che ot­ten­ne­ro sol­tan­to un pi­gno­ra­men­to prov­vi­so­rio. Con­tro di lo­ro non de­cor­ro­no frat­tan­to i ter­mi­ni dell’ar­ti­co­lo 116.

Art. 119249

4. Ef­fet­ti

 

1 I be­ni pi­gno­ra­ti si rea­liz­za­no con­for­me­men­te agli ar­ti­co­li 122 a 143a.

2 La rea­liz­za­zio­ne è so­spe­sa non ap­pe­na la som­ma ri­ca­va­ta rag­giun­ge l’im­por­to to­ta­le dei cre­di­ti, per i qua­li il pi­gno­ra­men­to è prov­vi­so­rio o de­fi­ni­ti­vo. Ri­ma­ne sal­vo l’ar­ti­co­lo 144 ca­po­ver­so 5.

249Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 120

5. Av­vi­so al de­bi­to­re

 

L’uf­fi­cio av­vi­sa il de­bi­to­re, en­tro tre gior­ni, che il cre­di­to­re ha do­man­da­to la rea­liz­za­zio­ne.

Art. 121

6. Estin­zio­ne dell’ese­cu­zio­ne

 

L’ese­cu­zio­ne è pe­ren­ta se la do­man­da di rea­liz­za­zio­ne non è sta­ta fat­ta nel ter­mi­ne le­ga­le o se, ri­ti­ra­ta, non fu più rin­no­va­ta.

Art. 122

B. Rea­liz­za­zio­ne di be­ni mo­bi­li e cre­di­ti

1. Ter­mi­ni

a. In ge­ne­ra­le

 

1 I be­ni mo­bi­li e i cre­di­ti so­no rea­liz­za­ti dall’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne non pri­ma di die­ci gior­ni né più tar­di di due me­si dal ri­ce­vi­men­to del­la do­man­da di rea­liz­za­zio­ne.250

2 I frut­ti non an­co­ra rac­col­ti o se­pa­ra­ti dal suo­lo, non pos­so­no es­se­re rea­liz­za­ti sen­za il con­sen­so del de­bi­to­re pri­ma che sia­no giun­ti a ma­tu­ri­tà.

250Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 123251

b. Dif­fe­ri­men­to del­la rea­liz­za­zio­ne

 

1 Se il de­bi­to­re ren­de ve­ro­si­mi­le di es­se­re in gra­do di estin­gue­re con pa­ga­men­ti ra­tea­li il suo de­bi­to e si im­pe­gna a ver­sa­re con­grui e re­go­la­ri ac­con­ti all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne, l’uf­fi­cia­le, do­po pa­ga­men­to del­la pri­ma ra­ta, può dif­fe­ri­re la rea­liz­za­zio­ne di do­di­ci me­si al mas­si­mo.252

2 Nell’ese­cu­zio­ne per cre­di­ti col­lo­ca­ti in pri­ma clas­se (art. 219 cpv. 4), la rea­liz­za­zio­ne può es­se­re dif­fe­ri­ta di sei me­si al mas­si­mo.253

3 L’uf­fi­cia­le fis­sa l’im­por­to e la sca­den­za del­le ra­te te­nen­do con­to del­le con­di­zio­ni tan­to del de­bi­to­re quan­to del cre­di­to­re.

4 In ca­so di so­spen­sio­ne dell’ese­cu­zio­ne, la pro­ro­ga si ri­tie­ne pro­lun­ga­ta per la du­ra­ta del­la so­spen­sio­ne. Le ra­te e le lo­ro sca­den­ze so­no fis­sa­te di nuo­vo al­lo spi­ra­re del­la so­spen­sio­ne.254

5 L’uf­fi­cia­le mo­di­fi­ca la sua de­ci­sio­ne, d’uf­fi­cio o su istan­za del cre­di­to­re o del de­bi­to­re, in quan­to le cir­co­stan­ze lo ri­chie­da­no. La pro­ro­ga ca­de se una ra­ta non è ver­sa­ta a tem­po de­bi­to.255

251Nuo­vo te­sto giu­sto l’art. 5 del­la LF del 28 set. 1949, in vi­go­re dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57).

252Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

253Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

254Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

255Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 124

c. Rea­liz­za­zio­ne an­ti­ci­pa­ta

 

1 Sul­la do­man­da del de­bi­to­re, la rea­liz­za­zio­ne si può fa­re an­che pri­ma che il cre­di­to­re sia au­to­riz­za­to a chie­der­la.

2 L’uf­fi­cia­le può sem­pre pro­ce­de­re al­la rea­liz­za­zio­ne de­gli og­get­ti espo­sti a ra­pi­do de­prez­za­men­to, ov­ve­ro la cui con­ser­va­zio­ne o de­po­si­to com­por­ti­no spe­se ec­ces­si­ve.256

256Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 125

2. Pub­bli­ci in­can­ti

a. Pre­pa­ra­ti­vi

 

1 La rea­liz­za­zio­ne si fa ai pub­bli­ci in­can­ti, dei qua­li so­no re­si no­ti pre­ce­den­te­men­te il luo­go, il gior­no e l’ora.2 La for­ma di pub­bli­ca­zio­ne del ban­do, il mo­do, il tem­po ed il luo­go de­gli in­can­ti so­no de­ter­mi­na­ti dall’uf­fi­cia­le col mag­gior ri­guar­do pos­si­bi­le agli in­te­res­si del­le par­ti. Non è ri­chie­sta l’in­ser­zio­ne del ban­do nel fo­glio uf­fi­cia­le.

3 Quan­do il de­bi­to­re, il cre­di­to­re e i ter­zi in­te­res­sa­ti ab­bia­no in Sviz­ze­ra una di­mo­ra co­no­sciu­ta o un rap­pre­sen­tan­te, l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne li av­vi­sa con let­te­ra sem­pli­ce, al­me­no tre gior­ni pri­ma, del gior­no, dell’ora e del luo­go dell’in­can­to.257

257Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 126258

b. Ag­giu­di­ca­zio­ne. Prin­ci­pio dell’of­fer­ta suf­fi­cien­te

 

1 Do­po tre chia­ma­te, gli og­get­ti da rea­liz­za­re so­no ag­giu­di­ca­ti al mag­gior of­fe­ren­te, pur­ché l’of­fer­ta ec­ce­da l’im­por­to de­gli even­tua­li cre­di­ti ga­ran­ti­ti da pe­gno po­zio­ri a quel­lo del cre­di­to­re pro­ce­den­te.

2 Se non è fat­ta un’of­fer­ta suf­fi­cien­te, l’ese­cu­zio­ne ces­sa ri­guar­do all’og­get­to da rea­liz­za­re.

258Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 6 del­la LF del 28 set. 1949, in vi­go­re dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57).

Art. 127259

c. Ri­nun­cia al­la rea­liz­za­zio­ne

 

Se ap­pa­re evi­den­te che un’ag­giu­di­ca­zio­ne non sa­rà pos­si­bi­le in ba­se all’ar­ti­co­lo 126, l’uf­fi­cia­le può, a do­man­da del cre­di­to­re pro­ce­den­te, ri­nun­zia­re al­la rea­liz­za­zio­ne e ri­la­scia­re un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni.

259Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 6 del­la LF del 28 set. 1949, in vi­go­re dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57).

Art. 128260

d. Og­get­ti di me­tal­lo pre­zio­so

 

Gli og­get­ti di me­tal­lo pre­zio­so non si pos­so­no ag­giu­di­ca­re per un prez­zo in­fe­rio­re al va­lo­re del me­tal­lo.

260Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 129

e. Mo­do di pa­ga­men­to e con­se­guen­ze del­la mo­ra

 

1 Il pa­ga­men­to de­ve es­se­re ef­fet­tua­to im­me­dia­ta­men­te do­po l’ag­giu­di­ca­zio­ne. L’uf­fi­cia­le può tut­ta­via ac­cor­da­re un ter­mi­ne per il pa­ga­men­to di 20 gior­ni al mas­si­mo. La con­se­gna av­vie­ne sol­tan­to quan­do l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne può di­spor­re ir­re­vo­ca­bil­men­te del de­na­ro.261

2 Il pa­ga­men­to può es­se­re ef­fet­tua­to in con­tan­ti fi­no a 100 000 fran­chi. Se il prez­zo è su­pe­rio­re, il pa­ga­men­to del­la par­te ec­ce­den­te ta­le im­por­to de­ve es­se­re ef­fet­tua­to per il tra­mi­te di un in­ter­me­dia­rio fi­nan­zia­rio ai sen­si del­la leg­ge del 10 ot­to­bre 1997262 sul ri­ci­clag­gio di de­na­ro. L’uf­fi­cia­le sta­bi­li­sce il mo­do di pa­ga­men­to.263

3 Se il pa­ga­men­to non è fat­to nel ter­mi­ne pre­scrit­to, l’uf­fi­cio or­di­na un nuo­vo in­can­to al qua­le si ap­pli­ca l’ar­ti­co­lo 126.264

4 Il pre­ce­den­te de­li­be­ra­ta­rio ed i suoi fi­de­ius­so­ri ri­spon­do­no del­la mi­nor som­ma ri­ca­va­ta e d’ogni al­tro dan­no. Gli in­te­res­si per­du­ti so­no cal­co­la­ti nel­la mi­su­ra del cin­que per cen­to.

261 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 3 del­la LF del 12 dic. 2014 con­cer­nen­te l’at­tua­zio­ne del­le Rac­co­man­da­zio­ni del Grup­po d’azio­ne fi­nan­zia­ria ri­ve­du­te nel 2012, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 1389; FF 2014 563).

262 RS 955.0

263 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 3 del­la LF del 12 dic. 2014 con­cer­nen­te l’at­tua­zio­ne del­le Rac­co­man­da­zio­ni del Grup­po d’azio­ne fi­nan­zia­ria ri­ve­du­te nel 2012, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 1389; FF 2014 563).

264Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 7 del­la LF del 8 set. 1949, in vi­go­re dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57).

Art. 130

3. Ven­di­ta a trat­ta­ti­ve pri­va­te

 

In luo­go dell’in­can­to si può pro­ce­de­re al­la ven­di­ta a trat­ta­ti­ve pri­va­te:265

1.266
quan­do tut­ti gli in­te­res­sa­ti vi ac­con­sen­to­no espli­ci­ta­men­te;
2.
quan­do si trat­ti di car­te-va­lo­ri o d’al­tri og­get­ti che han­no un prez­zo di bor­sa o di mer­ca­to ed il prez­zo of­fer­to rag­giun­ga il cor­so del­la gior­na­ta;
3.267
quan­do si trat­ta di og­get­ti di me­tal­lo pre­zio­so per i qua­li le of­fer­te fat­te all’in­can­to non han­no rag­giun­to il va­lo­re del me­tal­lo e se ne of­fre que­sto prez­zo;
4.
nel ca­so dell’ar­ti­co­lo 124 ca­po­ver­so 2.

265Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

266Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

267Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 131

4. As­se­gna­zio­ne dei cre­di­ti

 

1 I cre­di­ti del de­bi­to­re che non han­no un prez­zo di bor­sa o di mer­ca­to, se tut­ti i cre­di­to­ri pi­gno­ran­ti lo ri­chie­da­no, so­no as­se­gna­ti in pa­ga­men­to per il lo­ro va­lo­re no­mi­na­le ai cre­di­to­ri ov­ve­ro ad al­cu­ni di es­si per con­to di tut­ti. In que­sto ca­so, i cre­di­to­ri su­ben­tra­no nei di­rit­ti del de­bi­to­re fi­no a con­cor­ren­za dei lo­ro cre­di­ti.

2 Con l’ac­cor­do di tut­ti i cre­di­to­ri pi­gno­ran­ti, tut­ti o al­cu­ni di es­si, sen­za pre­giu­di­zio dei lo­ro di­rit­ti ver­so il de­bi­to­re, pos­so­no fa­re va­le­re a pro­prio no­me, con­to e ri­schio i cre­di­ti pi­gno­ra­ti. Es­si de­vo­no ot­te­ne­re l’au­to­riz­za­zio­ne dell’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne. La som­ma ri­ca­va­ta ser­ve a co­pri­re le spe­se e i cre­di­ti di co­lo­ro che han­no pro­ce­du­to in tal mo­do. L’ec­ce­den­za è con­se­gna­ta all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne.268

268Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 132269

5. Pro­ce­du­re spe­cia­li di rea­liz­za­zio­ne

 

1 Se si trat­ta di be­ni d’al­tra spe­cie, co­me un usu­frut­to, una quo­ta di un’ere­di­tà in­di­vi­sa, di una in­di­vi­sio­ne di fa­mi­glia, di una so­cie­tà o di al­tra co­mu­nio­ne, l’uf­fi­cia­le fa de­ter­mi­na­re il mo­do del­la lo­ro rea­liz­za­zio­ne dall’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za.

2 La stes­sa re­go­la va­le per la rea­liz­za­zio­ne del­le in­ven­zio­ni, dei ti­to­li di pro­te­zio­ne del­la va­rie­tà, dei di­se­gni o mo­del­li in­du­stria­li, dei mar­chi di fab­bri­ca e di com­mer­cio e dei di­rit­ti d’au­to­re.270

3 Udi­ti gli in­te­res­sa­ti, l’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za può or­di­na­re l’in­can­to, af­fi­da­re la rea­liz­za­zio­ne ad un am­mi­ni­stra­to­re o pren­de­re al­tri prov­ve­di­men­ti.

269Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 8 del­la LF del 28 set. 1949, in vi­go­re dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57).

270Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 52 n. 1 del­la LF del 20 mar. 1975 sul­la pro­te­zio­ne del­le no­vi­tà ve­ge­ta­li, in vi­go­re dal 1° giu. 1977 (RU 1977862; FF 1974I 1399).

Art. 132a271

6. Con­te­sta­zio­ne del­la rea­liz­za­zio­ne

 

1 La rea­liz­za­zio­ne può es­se­re con­te­sta­ta sol­tan­to me­dian­te ri­cor­so con­tro l’ag­giu­di­ca­zio­ne o l’at­to di ven­di­ta a trat­ta­ti­ve pri­va­te.

2 Il ter­mi­ne di ri­cor­so pre­vi­sto dall’ar­ti­co­lo 17 ca­po­ver­so 2 de­cor­re dal mo­men­to in cui il ri­cor­ren­te ha avu­to co­no­scen­za dell’at­to con­te­sta­to e po­te­va co­no­sce­re i mo­ti­vi d’im­pu­gna­zio­ne.

3 Il di­rit­to di ri­cor­so è pe­ren­to un an­no do­po la rea­liz­za­zio­ne.

...272

271In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

272 Tit. abro­ga­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, con ef­fet­to dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 133273

C. Rea­liz­za­zio­ne dei fon­di

1. Ter­mi­ne

 

1 I fon­di so­no rea­liz­za­ti ai pub­bli­ci in­can­ti dall’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne non pri­ma di un me­se né più tar­di di tre me­si dal gior­no del ri­ce­vi­men­to del­la do­man­da di rea­liz­za­zio­ne.

2 Su istan­za del de­bi­to­re e con l’ac­cor­do espli­ci­to di tut­ti i cre­di­to­ri pi­gno­ra­ti­zi e pi­gno­ran­ti, si può pro­ce­de­re al­la rea­liz­za­zio­ne an­che pri­ma che un cre­di­to­re sia le­git­ti­ma­to a ri­chie­der­la.

273Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 134

2. Con­di­zio­ni dell’in­can­to

a. Av­vi­so

 

1 Le con­di­zio­ni dell’in­can­to so­no sta­bi­li­te dall’uf­fi­cio in con­for­mi­tà de­gli usi lo­ca­li e in mo­do da ot­te­ne­re la mag­gior som­ma pos­si­bi­le.

2 Es­se ven­go­no espo­ste nell’uf­fi­cio al­me­no die­ci gior­ni pri­ma dell’in­can­to, per­ché ognu­no pos­sa pren­der­ne co­gni­zio­ne.

Art. 135

b. Con­te­nu­to

 

1 Le con­di­zio­ni dell’in­can­to de­vo­no in­di­ca­re che i fon­di so­no ag­giu­di­ca­ti con tut­ti gli one­ri che li gra­va­no (ser­vi­tù, one­ri fon­dia­ri, pe­gni im­mo­bi­lia­ri, di­rit­ti per­so­na­li an­no­ta­ti) e che le ob­bli­ga­zio­ni per­so­na­li che ne de­ri­va­no so­no ac­col­la­te al de­li­be­ra­ta­rio. Il pre­ce­den­te de­bi­to­re di un’ipo­te­ca o di una car­tel­la ipo­te­ca­ria è li­be­ra­to se il cre­di­to­re non gli no­ti­fi­ca en­tro un an­no dall’ag­giu­di­ca­zio­ne di te­ner­lo an­co­ra per ob­bli­ga­to (art. 832 CC274). Se so­no esi­gi­bi­li, i de­bi­ti ga­ran­ti­ti da pe­gno im­mo­bi­lia­re non ven­go­no as­se­gna­ti, ben­sì estin­ti col ri­ca­vo del­la rea­liz­za­zio­ne.275

2 Le con­di­zio­ni dell’in­can­to sta­bi­li­sco­no inol­tre qua­li spe­se deb­ba so­ste­ne­re il de­li­be­ra­ta­rio.

274RS210

275Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 136276

c. Mo­do di pa­ga­men­to

 

1 L’uf­fi­cia­le sta­bi­li­sce il mo­do di pa­ga­men­to nel­le con­di­zio­ni d’in­can­to; può ac­cor­da­re un ter­mi­ne per il pa­ga­men­to di sei me­si al mas­si­mo.

2 Il pa­ga­men­to può es­se­re ef­fet­tua­to in con­tan­ti fi­no a 100 000 fran­chi. Se il prez­zo è su­pe­rio­re, il pa­ga­men­to del­la par­te ec­ce­den­te ta­le im­por­to de­ve es­se­re ef­fet­tua­to per il tra­mi­te di un in­ter­me­dia­rio fi­nan­zia­rio ai sen­si del­la leg­ge del 10 ot­to­bre 1997277 sul ri­ci­clag­gio di de­na­ro.

276Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 3 del­la LF del 12 dic. 2014 con­cer­nen­te l’at­tua­zio­ne del­le Rac­co­man­da­zio­ni del Grup­po d’azio­ne fi­nan­zia­ria ri­ve­du­te nel 2012, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 1389; FF 2014 563).

277 RS 955.0

Art. 137278

d. Ter­mi­ne per il pa­ga­men­to

 

Quan­do sia con­ces­so un ter­mi­ne, il fon­do ri­ma­ne, fi­no al pa­ga­men­to del prez­zo, sot­to l’am­mi­ni­stra­zio­ne dell’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne, per con­to e ri­schio dell’ac­qui­ren­te. Non può nel frat­tem­po es­se­re fat­ta al­cu­na iscri­zio­ne nel re­gi­stro fon­dia­rio sen­za il con­sen­so dell’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne. L’uf­fi­cio può inol­tre esi­ge­re al­tre ga­ran­zie per il pa­ga­men­to.

278Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 138

3. In­can­to

a. Ban­do. In­si­nua­zio­ne dei di­rit­ti

 

1 L’av­vi­so dell’in­can­to, («ban­do») è pub­bli­ca­to al­me­no un me­se pri­ma.

2 Il ban­do con­tie­ne:

1.
il luo­go, il gior­no e l’ora dell’in­can­to;
2.
l’in­di­ca­zio­ne del gior­no dal qua­le sa­ran­no espo­ste le con­di­zio­ni dell’in­can­to;
3.279 l’in­giun­zio­ne ai cre­di­to­ri ipo­te­ca­ri e a tut­ti gli al­tri in­te­res­sa­ti di in­si­nua­re all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne, en­tro ven­ti gior­ni, le lo­ro pre­te­se sul fon­do, spe­cial­men­te per in­te­res­si e spe­se. L’in­giun­zio­ne de­ve con­te­ne­re la com­mi­na­to­ria che, sca­du­to il ter­mi­ne pre­det­to, es­si po­tran­no par­te­ci­pa­re al­la som­ma ri­ca­va­ta dal­la rea­liz­za­zio­ne sol­tan­to in quan­to i lo­ro di­rit­ti sia­no iscrit­ti nel re­gi­stro fon­dia­rio.

3 Si­mi­le in­giun­zio­ne è di­ret­ta an­che ai pos­ses­so­ri di ser­vi­tù, in quan­to sia an­co­ra ap­pli­ca­bi­le il di­rit­to can­to­na­le.280

279Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

280Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 58 Tit. fin. CC, in vi­go­re dal 1° gen. 1912 (RU 24233Tit. fin. art. 60).

Art. 139281

b. Av­vi­so agli in­te­res­sa­ti

 

L’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne no­ti­fi­ca, con let­te­ra sem­pli­ce, co­pia del ban­do al cre­di­to­re, al de­bi­to­re e, all’oc­cor­ren­za, al ter­zo pro­prie­ta­rio del fon­do, non­ché ad ogni al­tro in­te­res­sa­to iscrit­to nel re­gi­stro fon­dia­rio, sem­pre­ché ab­bia­no un do­mi­ci­lio co­no­sciu­to o un rap­pre­sen­tan­te.

281Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 140282

c. Ap­pu­ra­men­to dell’elen­co one­ri. Sti­ma

 

1 Pri­ma dell’in­can­to, l’uf­fi­cia­le con­sta­ta, in ba­se al­le in­si­nua­zio­ni pre­sen­ta­te da­gli aven­ti di­rit­to e all’estrat­to del re­gi­stro fon­dia­rio, gli one­ri gra­van­ti il fon­do (ser­vi­tù, one­ri fon­dia­ri, pe­gni im­mo­bi­lia­ri, di­rit­ti per­so­na­li an­no­ta­ti).

2 L’uf­fi­cia­le co­mu­ni­ca l’elen­co di ta­li one­ri agli in­te­res­sa­ti, im­par­ten­do lo­ro un ter­mi­ne di die­ci gior­ni per con­te­star­lo. So­no ap­pli­ca­bi­li gli ar­ti­co­li 106 a 109.

3 L’uf­fi­cia­le or­di­na inol­tre una sti­ma del fon­do e la co­mu­ni­ca agli in­te­res­sa­ti.

282Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 141283

d. Dif­fe­ri­men­to dell’in­can­to

 

1 Se un di­rit­to iscrit­to nell’elen­co de­gli one­ri è con­te­sta­to, l’in­can­to de­ve es­se­re dif­fe­ri­to si­no a de­ci­sio­ne sul­la li­te, sem­pre­ché si pos­sa am­met­te­re che que­sta in­flui­reb­be sul prez­zo d’ag­giu­di­ca­zio­ne o che pro­ce­den­do all’in­can­to si pre­giu­di­che­reb­be­ro al­tri in­te­res­si le­git­ti­mi.

2 Tut­ta­via, se la li­te ver­te uni­ca­men­te sul­la qua­li­tà di ac­ces­so­rio o sul­la de­ter­mi­na­zio­ne dei cre­di­to­ri pi­gno­ra­ti­zi ga­ran­ti­ti da un ac­ces­so­rio, si può pro­ce­de­re all’in­can­to del fon­do e dell’ac­ces­so­rio.

283Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 142284

e. Dop­pio tur­no d’asta

 

1 Qua­lo­ra il fon­do sia sta­to gra­va­to, sen­za il con­sen­so del cre­di­to­re pi­gno­ra­ti­zio an­te­rio­re, da ser­vi­tù, da one­ri fon­dia­ri o da un di­rit­to per­so­na­le an­no­ta­to e la pre­ce­den­za del di­rit­to di pe­gno ri­sul­ti dall’elen­co de­gli one­ri, il cre­di­to­re pi­gno­ra­ti­zio può pre­ten­de­re, en­tro die­ci gior­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne dell’elen­co de­gli one­ri, che il fon­do sia mes­so agli in­can­ti con o sen­za que­sto ag­gra­vio.

2 Qua­lo­ra la prio­ri­tà del di­rit­to di pe­gno non ri­sul­ti dall’elen­co de­gli one­ri, si pro­ce­de al dop­pio tur­no d’asta sol­tan­to se il ti­to­la­re dell’one­re sud­det­to ri­co­no­sce la prio­ri­tà del di­rit­to di pe­gno, op­pu­re se il cre­di­to­re pi­gno­ra­ti­zio non pro­muo­ve al luo­go ove è po­sto il fon­do, en­tro die­ci gior­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne dell’elen­co de­gli one­ri, l’azio­ne di ac­cer­ta­men­to del­la prio­ri­tà del suo cre­di­to.

3 Se il prez­zo of­fer­to per il fon­do con il nuo­vo ag­gra­vio non ba­sta per sod­di­sfa­re il cre­di­to­re, e se la rea­liz­za­zio­ne sen­za l’ag­gra­vio per­met­te di ot­te­ne­re un prez­zo mag­gio­re, il cre­di­to­re può do­man­dar­ne la can­cel­la­zio­ne dal re­gi­stro fon­dia­rio. Sod­di­sfat­to il cre­di­to­re, l’even­tua­le ec­ce­den­za spet­ta in pri­mo luo­go, a ti­to­lo di in­den­ni­tà, al ti­to­la­re dell’one­re si­no a con­cor­ren­za del suo va­lo­re.

284Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 142a285

4. Ag­giu­di­ca­zio­ne. Prin­ci­pio dell’of­fer­ta suf­fi­cien­te. Ri­nun­cia al­la rea­liz­za­zio­ne

 

So­no ap­pli­ca­bi­li le di­spo­si­zio­ni ri­guar­dan­ti l’ag­giu­di­ca­zio­ne e il prin­ci­pio dell’of­fer­ta suf­fi­cien­te (art. 126), co­me pu­re la ri­nun­cia al­la rea­liz­za­zio­ne (art. 127).

285In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 143

5. Con­se­guen­ze del­la mo­ra

 

1 Se il pa­ga­men­to non è fat­to nel ter­mi­ne pre­scrit­to, l’ag­giu­di­ca­zio­ne è re­vo­ca­ta e l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne or­di­na im­me­dia­ta­men­te un nuo­vo in­can­to. L’ar­ti­co­lo 126 è ap­pli­ca­bi­le.286

2 Il pre­ce­den­te de­li­be­ra­ta­rio ed i suoi fi­de­ius­so­ri ri­spon­do­no del­la mi­nor som­ma ri­ca­va­ta e d’ogni al­tro dan­no. Gli in­te­res­si per­du­ti so­no cal­co­la­ti nel­la mi­su­ra del cin­que per cen­to.

286Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 143a287

6. Di­spo­si­zio­ni com­ple­men­ta­ri

 

Per il re­sto, al­la rea­liz­za­zio­ne dei fon­di si ap­pli­ca­no gli ar­ti­co­li 123 e 132a.

287In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 143b288

7. Ven­di­ta a trat­ta­ti­ve pri­va­te

 

1 In luo­go dell’in­can­to, si può fa­re la ven­di­ta a trat­ta­ti­ve pri­va­te, se tut­ti gli in­te­res­sa­ti vi ac­con­sen­to­no e il prez­zo of­fer­to è pa­ri al­me­no a quel­lo di sti­ma.

2 La ven­di­ta può aver luo­go sol­tan­to do­po l’ap­pu­ra­men­to dell’elen­co one­ri ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 138 ca­po­ver­so 2 nu­me­ro 3 e ca­po­ver­so 3 non­ché 140, co­me pu­re in ap­pli­ca­zio­ne per ana­lo­gia de­gli ar­ti­co­li 135 a 137.

288In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 144

D. Ri­par­ti­zio­ne

1. Mo­men­to. Mo­da­li­tà

 

1 La ri­par­ti­zio­ne ha luo­go to­sto­chè sia­no rea­liz­za­ti tut­ti i be­ni col­pi­ti da un me­de­si­mo pi­gno­ra­men­to.

2 Si pos­so­no fa­re an­che pri­ma del­le ri­par­ti­zio­ni prov­vi­so­rie.

3 Sul­la som­ma ri­ca­va­ta si pre­le­va­no in­nan­zi­tut­to le spe­se d’am­mi­ni­stra­zio­ne, di rea­liz­za­zio­ne e di ri­par­ti­zio­ne e, all’oc­cor­ren­za, d’ac­quis­to di un og­get­to di so­sti­tu­zio­ne (art. 92 cpv. 3).289

4 La som­ma net­ta ri­ca­va­ta vie­ne di­stri­bui­ta ai cre­di­to­ri in­te­res­sa­ti si­no a con­cor­ren­za dei lo­ro cre­di­ti, com­pre­si gli in­te­res­si fi­no al gior­no dell’ul­ti­ma rea­liz­za­zio­ne e le spe­se d’ese­cu­zio­ne (art. 68).290

5 Le quo­te spet­tan­ti ai cre­di­ti pei qua­li eb­be luo­go un pi­gno­ra­men­to prov­vi­so­rio so­no de­po­si­ta­te nel frat­tem­po pres­so lo sta­bi­li­men­to dei de­po­si­ti.

289Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

290Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 145291

2. Pi­gno­ra­men­to com­ple­men­ta­re

 

1 Quan­do la som­ma ri­ca­va­ta non ba­sti a co­pri­re l’am­mon­ta­re dei cre­di­ti, l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne pro­ce­de sen­za in­du­gio a un pi­gno­ra­men­to com­ple­men­ta­re e rea­liz­za nel mo­do più ra­pi­do gli og­get­ti pi­gno­ra­ti. Non è ne­ces­sa­rio che un cre­di­to­re ne fac­cia istan­za e l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne non è te­nu­to ad os­ser­va­re i ter­mi­ni or­di­na­ri.

2 Se nel frat­tem­po l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne ha ese­gui­to un al­tro pi­gno­ra­men­to, i di­rit­ti co­sì ac­qui­si­ti non so­no pre­giu­di­ca­ti dal pi­gno­ra­men­to com­ple­men­ta­re.

3 So­no ap­pli­ca­bi­li le di­spo­si­zio­ni sul­la par­te­ci­pa­zio­ne al pi­gno­ra­men­to (art. 110 e 111).

291Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 146292

3. Gra­dua­to­ria e sta­to di ri­par­ti­zio­ne

a. Gra­dua­zio­ne dei cre­di­to­ri

 

1 Se la som­ma ri­ca­va­ta non ba­sta a sod­di­sfa­re tut­ti i cre­di­to­ri, l’uf­fi­cio for­ma lo sta­to di gra­dua­zio­ne dei cre­di­to­ri («gra­dua­to­ria») e lo sta­to di ri­par­ti­zio­ne.

2 I cre­di­to­ri so­no col­lo­ca­ti nel­la clas­se che, se­con­do l’ar­ti­co­lo 219, oc­cu­pe­reb­be­ro nel fal­li­men­to del de­bi­to­re. In luo­go del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to, è de­ter­mi­nan­te il mo­men­to del­la do­man­da di con­ti­nua­zio­ne dell’ese­cu­zio­ne.

292Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 147293

b. Av­vi­so

 

La gra­dua­to­ria e lo sta­to di ri­par­ti­zio­ne so­no de­po­si­ta­ti pres­so l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne. Que­sto ne in­for­ma gli in­te­res­sa­ti e no­ti­fi­ca a ogni cre­di­to­re un estrat­to con­cer­nen­te il suo cre­di­to.

293Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 148

c. Azio­ne di con­te­sta­zio­ne

 

1 Il cre­di­to­re che in­ten­de con­te­sta­re il cre­di­to o il gra­do di un al­tro cre­di­to­re de­ve pro­muo­ve­re con­tro l’in­te­res­sa­to, en­tro ven­ti gior­ni dal ri­ce­vi­men­to dell’estrat­to e da­van­ti al tri­bu­na­le del luo­go d’ese­cu­zio­ne, l’azio­ne di con­te­sta­zio­ne del­la gra­dua­to­ria.294

2 ...295

3 Se la do­man­da è am­mes­sa, la par­te del­la som­ma ri­ca­va­ta dal­la rea­liz­za­zio­ne de­sti­na­ta se­con­do lo sta­to di ri­par­ti­zio­ne al con­ve­nu­to ser­ve al sod­di­sfa­ci­men­to dell’at­to­re, si­no a con­cor­ren­za del­la per­di­ta sta­bi­li­ta nel­lo sta­to di ri­par­ti­zio­ne e del­le spe­se pro­ces­sua­li. L’ec­ce­den­za spet­ta al con­ve­nu­to.296

294Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

295 Abro­ga­to dall’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

296In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 149

4. At­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni

a. Ri­la­scio e ef­fet­ti

 

1 Il cre­di­to­re par­te­ci­pan­te al pi­gno­ra­men­to ri­ce­ve per l’am­mon­ta­re ri­ma­sto sco­per­to del suo cre­di­to un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni. Il de­bi­to­re ne ri­ce­ve una co­pia.297

1bis L’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne ri­la­scia l’at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni non ap­pe­na sta­bi­li­to l’am­mon­ta­re del­la per­di­ta.298

2 Que­sto at­te­sta­to va­le co­me ri­co­no­sci­men­to di de­bi­to a sen­si dell’ar­ti­­­co­lo 82 e con­fe­ri­sce al cre­di­to­re i di­rit­ti in­di­ca­ti nell’ar­ti­co­lo 271 nu­me­ro 5 e nell’ar­ti­co­lo 285.

3 En­tro sei me­si dal ri­ce­vi­men­to di ta­le at­te­sta­to, il cre­di­to­re può pro­se­gui­re l’ese­cu­zio­ne sen­za bi­so­gno di nuo­vo pre­cet­to.

4 Il de­bi­to­re non può es­se­re co­stret­to a cor­ri­spon­de­re in­te­res­si su di un cre­di­to ac­cer­ta­to me­dian­te un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni, né pos­so­no chie­der­glie­ne la ri­fu­sio­ne i con­de­bi­to­ri, fi­de­ius­so­ri o al­tri ob­bli­ga­ti in via di re­gres­so che aves­se­ro do­vu­to pa­gar­li.

5 ...299

297Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

298In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

299Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, con ef­fet­to dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 149a300

b. Pre­scri­zio­ne e can­cel­la­zio­ne

 

1 Il cre­di­to ac­cer­ta­to me­dian­te un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni si pre­scri­ve in ven­ti an­ni dal ri­la­scio dell’at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni; nei con­fron­ti de­gli ere­di del de­bi­to­re il cre­di­to si pre­scri­ve al più tar­di un an­no a con­ta­re dal gior­no dell’aper­tu­ra del­la suc­ces­sio­ne.

2 Il de­bi­to­re può sem­pre estin­gue­re il de­bi­to ver­san­do­ne l’am­mon­ta­re all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne che ha ri­la­scia­to l’at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni. L’uf­fi­cio con­se­gna l’im­por­to al cre­di­to­re o, se­con­do il ca­so, lo de­po­si­ta pres­so la cas­sa dei de­po­si­ti.

3 Do­po il pa­ga­men­to dell’in­te­ro de­bi­to, l’iscri­zio­ne dell’at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni è can­cel­la­ta dal re­gi­stro. Del­la can­cel­la­zio­ne vie­ne da­to at­to al de­bi­to­re che lo ri­chie­da.

300In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 150

5. Re­sti­tu­zio­ne del ti­to­lo di cre­di­to

 

1 I cre­di­to­ri de­vo­no, per mez­zo dell’uf­fi­cia­le, re­sti­tui­re qui­tan­za­ti al de­bi­to­re i ti­to­li dei cre­di­ti in­tie­ra­men­te sod­di­sfat­ti.301

2 Ove il cre­di­to sia sod­di­sfat­to sol­tan­to in par­te, il cre­di­to­re con­ser­va il ti­to­lo; l’uf­fi­cio vi in­di­ca o fa in­di­ca­re dall’au­to­ri­tà com­pe­ten­te per qua­le im­por­to il cre­di­to con­ti­nui a sus­si­ste­re.

3 Trat­tan­do­si di rea­liz­za­zio­ne di fon­di, l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne pro­ce­de al­le ne­ces­sa­rie can­cel­la­zio­ni e mu­ta­zio­ni nel re­gi­stro fon­dia­rio di ser­vi­tù, one­ri fon­dia­ri, pe­gni im­mo­bi­lia­ri e di­rit­ti per­so­na­li an­no­ta­ti.302

301Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 58 Tit. fin. CC, in vi­go­re dal 1° gen. 1912 (RU 24233Tit. fin. art. 60).

302Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Titolo quarto: Dell’esecuzione in via di realizzazione del pegno

Art. 151303

A. Do­man­da d’ese­cu­zio­ne

 

1 La do­man­da d’ese­cu­zio­ne per un cre­di­to ga­ran­ti­to da pe­gno (art. 37) de­ve enun­cia­re, ol­tre al­le in­di­ca­zio­ni enu­me­ra­te nell’ar­ti­co­lo 67, l’og­get­to del pe­gno. All’oc­cor­ren­za, es­sa de­ve inol­tre pre­ci­sa­re:

a.
il no­me del ter­zo che ha co­sti­tui­to il pe­gno o che ne è di­ven­ta­to pro­prie­ta­rio;
b.
se il fon­do pi­gno­ra­to è l’abi­ta­zio­ne fa­mi­lia­re (art. 169 CC304) o l’abi­ta­zio­ne co­mu­ne (art. 14 del­la L del 18 giu. 2004305 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta) del de­bi­to­re o del ter­zo.306

2 Il cre­di­to­re che do­man­da l’ese­cu­zio­ne per la rea­liz­za­zio­ne di un pe­gno ma­nua­le sul qua­le gra­vi un di­rit­to di pe­gno po­ste­rio­re di un ter­zo (art. 886 CC) de­ve in­for­mar­ne que­st’ul­ti­mo.

303Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

304 RS 210

305 RS 211.231

306 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 16 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20055685; FF 20031165).

Art. 152

B. Pre­cet­to ese­cu­ti­vo

1. Con­te­nu­to. Av­vi­so ai lo­ca­ta­ri e agli af­fit­tua­ri

 

1 Ri­ce­vu­ta la do­man­da d’ese­cu­zio­ne, l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne sten­de il pre­cet­to se­con­do l’ar­ti­co­lo 69, con le se­guen­ti mo­di­fi­ca­zio­ni:307

1.
il ter­mi­ne da as­se­gnar­si al de­bi­to­re pel pa­ga­men­to è di un me­se se si trat­ta di un pe­gno ma­nua­le, di sei me­si se si trat­ta di un’ipo­te­ca;
2.308
la com­mi­na­to­ria di­chia­ra che, qua­lo­ra il de­bi­to­re non ot­tem­pe­ri al pre­cet­to né fac­cia op­po­si­zio­ne, il pe­gno sa­rà rea­liz­za­to.

2 Se il fon­do è da­to in lo­ca­zio­ne o in af­fit­to e il cre­di­to­re pi­gno­ra­ti­zio pro­ce­den­te pre­ten­de che il di­rit­to di pe­gno sia este­so ai cre­di­ti per pi­gio­ni e fit­ti (art. 806 CC309), l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne ne dà co­mu­ni­ca­zio­ne ai lo­ca­ta­ri e agli af­fit­tua­ri, in­giun­gen­do lo­ro che il pa­ga­men­to del­le pi­gio­ni e dei fit­ti che ver­ran­no a sca­den­za an­drà fat­to all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne.310

307Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

308Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

309RS210

310In­tro­dot­to dall’art. 58 Tit. fin. CC (RU 24233Tit. fin. art. 60). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 153

2. Ste­su­ra. Si­tua­zio­ne del ter­zo pro­prie­ta­rio del pe­gno

 

1 Il pre­cet­to è ste­so in con­for­mi­tà dell’ar­ti­co­lo 70.

2 L’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne no­ti­fi­ca il pre­cet­to an­che al­le se­guen­ti per­so­ne:

a.
al ter­zo che ha co­sti­tui­to il pe­gno o ne è di­ven­ta­to pro­prie­ta­rio;
b.311
al co­niu­ge o al part­ner re­gi­stra­to del de­bi­to­re o del ter­zo se il fon­do pi­gno­ra­to è l’abi­ta­zio­ne fa­mi­lia­re (art. 169 CC312) o l’abi­ta­zio­ne co­mu­ne (art. 14 del­la L del 18 giu. 2004313 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta).

Il ter­zo e il co­niu­ge pos­so­no fa­re op­po­si­zio­ne al­la stre­gua del de­bi­to­re.314

2bis Le per­so­ne di cui al ca­po­ver­so 2 pos­so­no fa­re op­po­si­zio­ne al­la stre­gua del de­bi­to­re.315

3 Qua­lo­ra il ter­zo ab­bia chie­sto la pur­ga­zio­ne del­le ipo­te­che (art. 828 e 829 CC), il fon­do può es­se­re rea­liz­za­to sol­tan­to se, ter­mi­na­to il pro­ce­di­men­to, il cre­di­to­re di­mo­stra all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne di es­se­re an­co­ra ti­to­la­re di un di­rit­to di pe­gno sul fon­do per il cre­di­to per cui pro­ce­de.316

4 Si ap­pli­ca­no inol­tre al pre­cet­to ed al­la op­po­si­zio­ne le di­spo­si­zio­ni de­gli ar­ti­co­li 71 a 86.317

311 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 16 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20055685; FF 20031165).

312 RS 210

313 RS 211.231

314Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

315 In­tro­dot­to dall’all. n. 16 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20055685; FF 20031165).

316In­tro­dot­to dall’art. 58 Tit. fin. CC (RU 24233Tit. fin. art. 60). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

317Pri­mi­ti­vo cpv. 3.

Art. 153a318

C. Op­po­si­zio­ne. An­nul­la­men­to dell’av­vi­so ai lo­ca­ta­ri e agli af­fit­tua­ri

 

1 Se è sta­ta fat­ta op­po­si­zio­ne, il cre­di­to­re può chie­der­ne il ri­get­to o pro­muo­ve­re l’azio­ne di ac­cer­ta­men­to del cre­di­to o del di­rit­to di pe­gno en­tro die­ci gior­ni dal­la co­mu­ni­ca­zio­ne dell’op­po­si­zio­ne.

2 Il cre­di­to­re soc­com­ben­te nel­la pro­ce­du­ra di ri­get­to può pro­muo­ve­re azio­ne or­di­na­ria en­tro die­ci gior­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne del­la de­ci­sio­ne.

3 Tra­scor­si in­frut­tuo­sa­men­te i ter­mi­ni, l’av­vi­so ai lo­ca­ta­ri e agli af­fit­tua­ri vie­ne re­vo­ca­to.

318In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 154

D. Ter­mi­ni di rea­liz­za­zio­ne

 

1 Il cre­di­to­re può chie­de­re la rea­liz­za­zio­ne di un pe­gno ma­nua­le non pri­ma di un me­se né più tar­di di un an­no, quel­la di un pe­gno im­mo­bi­lia­re non pri­ma di sei me­si né più tar­di di due an­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne del pre­cet­to ese­cu­ti­vo. Se è sta­ta fat­ta op­po­si­zio­ne, i ter­mi­ni ri­man­go­no so­spe­si tra il gior­no in cui fu pro­mos­sa l’azio­ne e quel­lo del­la sua de­fi­ni­ti­va de­fi­ni­zio­ne giu­di­zia­le.319

2 L’ese­cu­zio­ne è pe­ren­ta se la do­man­da di rea­liz­za­zio­ne non è sta­ta fat­ta nel ter­mi­ne le­ga­le o se, ri­ti­ra­ta, non fu più rin­no­va­ta.

319Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 155

E. Pro­ce­du­ra di rea­liz­za­zio­ne

1. In­tro­du­zio­ne

 

1 Se il cre­di­to­re ha do­man­da­to la rea­liz­za­zio­ne, gli ar­ti­co­li 97 ca­po­ver­so 1, 102 ca­po­ver­so 3, 103 e 106 a 109 si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia al pe­gno.320

2 L’uf­fi­cio av­vi­sa il de­bi­to­re, en­tro tre gior­ni, che il cre­di­to­re ha do­man­da­to la rea­liz­za­zio­ne.

320Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 156321

2. At­tua­zio­ne

 

1 La rea­liz­za­zio­ne si fa se­con­do gli ar­ti­co­li 122 a 143b. Le con­di­zio­ni d’in­can­to (art. 135) sta­bi­li­sco­no non­di­me­no che la par­te del prez­zo di rea­liz­za­zio­ne spet­tan­te al cre­di­to del pro­ce­den­te de­ve es­se­re pa­ga­ta in de­na­ro, sal­vo pat­tui­zio­ne con­tra­ria tra gli in­te­res­sa­ti. Es­se di­chia­ra­no inol­tre che gli one­ri fon­dia­ri iscrit­ti nel re­gi­stro fon­dia­rio a fa­vo­re del pro­ce­den­te de­vo­no es­se­re can­cel­la­ti.

2 I ti­to­li di cre­di­to ga­ran­ti­ti da pe­gno im­mo­bi­lia­re e per i qua­li è de­si­gna­to co­me cre­di­to­re il pro­prie­ta­rio o il por­ta­to­re, da­ti in pe­gno dal pro­prie­ta­rio, so­no ri­dot­ti, in ca­so di rea­liz­za­zio­ne se­pa­ra­ta, all’im­por­to del­la som­ma ri­ca­va­ta.

321Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 157

3. Ri­par­ti­zio­ne

 

1 Sul­la som­ma ri­ca­va­ta si pre­le­va­no in­nan­zi­tut­to le spe­se d’am­mi­ni­stra­zio­ne, di rea­liz­za­zio­ne e di ri­par­ti­zio­ne.322

2 La som­ma net­ta ri­ca­va­ta vie­ne quin­di di­stri­bui­ta ai cre­di­to­ri pi­gno­ra­ti­zi si­no a con­cor­ren­za dei lo­ro cre­di­ti, com­pre­si gli in­te­res­si fi­no al gior­no dell’ul­ti­ma rea­liz­za­zio­ne e le spe­se d’ese­cu­zio­ne.323

3 Se la som­ma ri­ca­va­ta non ba­sta a sod­di­sfa­re tut­ti i cre­di­to­ri, l’uf­fi­cia­le for­ma la gra­dua­to­ria dei cre­di­to­ri e de­ter­mi­na i lo­ro ri­par­ti, avu­to ri­guar­do all’ar­ti­co­lo 219 ca­po­ver­si 2 e 3.

4 Si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia gli ar­ti­co­li 147, 148 e 150.

322Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

323Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 158

4. At­te­sta­to di in­suf­fi­cien­za del pe­gno

 

1 Se la rea­liz­za­zio­ne del pe­gno non è sta­ta pos­si­bi­le per man­can­za di un’of­fer­ta suf­fi­cien­te (art. 126 e 127) o se la som­ma ri­ca­va­ta non co­pre il de­bi­to, l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne ri­la­scia al cre­di­to­re pro­ce­den­te un at­te­sta­to di in­suf­fi­cien­za del pe­gno.324

2 Ri­ce­vu­to l’at­te­sta­to, il cre­di­to­re può pro­muo­ve­re l’ese­cu­zio­ne in via di pi­gno­ra­men­to o di fal­li­men­to, se­con­do la per­so­na del de­bi­to­re, sem­pre­ché non si trat­ti di una ren­di­ta fon­dia­ria (art. 33a tit. fin. CC325) o di un al­tro one­re fon­dia­rio. Se pro­ce­de en­tro un me­se, non è ne­ces­sa­rio un nuo­vo pre­cet­to.326

3 L’at­te­sta­to di in­suf­fi­cien­za del pe­gno va­le qua­le ri­co­no­sci­men­to di de­bi­to ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 82.327

324Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

325 RS 210

326Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 4 del­la LF dell’11 dic. 2009 (Car­tel­la ipo­te­ca­ria re­gi­stra­le e di­rit­ti rea­li), in vi­go­re dal 1° gen. 2012 (RU 2011 4637; FF 2007 4845).

327In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Titolo quinto: Della procedura di fallimento

I. Della procedura ordinaria di fallimento

Art. 159328

I. Del­la pro­ce­du­ra or­di­na­ria di fal­li­men­to

A. Com­mi­na­to­ria di fal­li­men­to

1. Mo­men­to

 

Ri­ce­vu­ta la do­man­da di con­ti­nua­zio­ne, se il de­bi­to­re è sog­get­to all’ese­cu­zio­ne in via di fal­li­men­to, l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne gli com­mi­na sen­za in­du­gio il fal­li­men­to.

328Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 160

2. Con­te­nu­to

 

1 La com­mi­na­to­ria di fal­li­men­to con­tie­ne:

1.
le in­di­ca­zio­ni del­la do­man­da d’ese­cu­zio­ne;
2.
la da­ta del pre­cet­to;
3.329 l’av­ver­ten­za che, sca­du­to il ter­mi­ne di ven­ti gior­ni, il cre­di­to­re po­trà chie­de­re il fal­li­men­to del de­bi­to­re;
4.330 l’av­ver­ten­za che il de­bi­to­re che in­ten­de con­te­sta­re l’am­mis­si­bi­li­tà del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to può ri­cor­re­re en­tro die­ci gior­ni all’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za (art. 17).

2 Si ri­cor­de­rà inol­tre al de­bi­to­re che la leg­ge gli per­met­te di pro­por­re un con­cor­da­to.

329Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

330Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 161

3. No­ti­fi­ca­zio­ne

 

1 La no­ti­fi­ca­zio­ne del­la com­mi­na­to­ria di fal­li­men­to si fa giu­sta l’ar­ti­co­lo 72.331

2 Un esem­pla­re ne è tra­smes­so al cre­di­to­re, to­sto­chè l’al­tro sia sta­to no­ti­fi­ca­to al de­bi­to­re.

3 ...332

331Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

332Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, con ef­fet­to dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 162

B. In­ven­ta­rio dei be­ni

1. De­ci­sio­ne

 

A ri­chie­sta del cre­di­to­re, il giu­di­ce del fal­li­men­to, quan­do lo re­pu­ti op­por­tu­no, or­di­na che sia fat­to un in­ven­ta­rio di tut­ti i be­ni del de­bi­to­re.

Art. 163

2. Ese­cu­zio­ne

 

1 L’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne com­pi­la l’in­ven­ta­rio. Es­so non può pro­ce­der­vi pri­ma del­la no­ti­fi­ca­zio­ne del­la com­mi­na­to­ria di fal­li­men­to; so­no sal­ve le ec­ce­zio­ni pre­vi­ste ne­gli ar­ti­co­li 83 ca­po­ver­so 1 e 183.333

2 Si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia le di­spo­si­zio­ni de­gli ar­ti­co­li 90, 91 e 92.

333Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 164334

3. Ef­fet­ti

a. Ob­bli­ghi del de­bi­to­re

 

1 Il de­bi­to­re è te­nu­to, sot­to mi­nac­cia di pe­na (art. 169 CP335), a con­ser­va­re gli og­get­ti in­ven­ta­ria­ti o a so­sti­tuir­li con al­tri di egual va­lo­re; egli può tut­ta­via ser­vir­se­ne nel­la mi­su­ra in cui, se­con­do l’ap­prez­za­men­to dell’uf­fi­cia­le, es­si so­no ne­ces­sa­ri al so­sten­ta­men­to suo e del­la sua fa­mi­glia.

2 L’uf­fi­cia­le ri­cor­da espli­ci­ta­men­te al de­bi­to­re i suoi do­ve­ri co­me pu­re le con­se­guen­ze pe­na­li dell’inos­ser­van­za.

334Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

335RS 311.0

Art. 165

b. Du­ra­ta

 

1 L’ob­bli­ga­zio­ne del de­bi­to­re de­ri­van­te dall’in­ven­ta­rio vie­ne an­nul­la­ta dall’uf­fi­cia­le, se tut­ti i cre­di­to­ri istan­ti lo con­sen­to­no.

2 Gli ef­fet­ti dell’in­ven­ta­rio ces­sa­no di di­rit­to quat­tro me­si do­po la for­ma­zio­ne.336

336Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 166

C. Do­man­da di fal­li­men­to

1. Ter­mi­ne

 

1 De­cor­so il ter­mi­ne di ven­ti gior­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne del­la com­mi­na­to­ria, il cre­di­to­re, pro­du­cen­do ta­le do­cu­men­to ed il pre­cet­to, può chie­de­re al giu­di­ce del fal­li­men­to che que­sto ven­ga di­chia­ra­to.

2 Ta­le di­rit­to si estin­gue quin­di­ci me­si do­po la no­ti­fi­ca­zio­ne del pre­cet­to ese­cu­ti­vo. Se è sta­ta fat­ta op­po­si­zio­ne, que­sto ter­mi­ne ri­ma­ne so­spe­so a par­ti­re dal gior­no in cui l’azio­ne fu pro­mos­sa si­no a quel­lo del­la sua de­fi­ni­zio­ne giu­di­zia­le.337

337Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 167

2. Ri­ti­ro

 

Il cre­di­to­re che ri­ti­ra la do­man­da di fal­li­men­to non può rin­no­var­la pri­ma del de­cor­so di un me­se.

Art. 168

3. Udien­za fal­li­men­ta­re

 

Pre­sen­ta­ta la do­man­da di fal­li­men­to, le par­ti so­no av­vi­sa­te, al­me­no tre gior­ni pri­ma, del­la trat­ta­zio­ne giu­di­zia­le del­la me­de­si­ma. Es­se pos­so­no com­pa­ri­re per­so­nal­men­te in giu­di­zio o far­si rap­pre­sen­ta­re.

Art. 169

4. Re­spon­sa­bi­li­tà per le spe­se

 

1 Chi pre­sen­ta la do­man­da di fal­li­men­to è re­spon­sa­bi­le del­le spe­se oc­cor­se fi­no al­la so­spen­sio­ne del fal­li­men­to per man­can­za di at­ti­vi (art. 230) o al­la pub­bli­ca­zio­ne e con­vo­ca­zio­ne dei cre­di­to­ri (art. 232) com­pre­se.338

2 Il giu­di­ce può pre­ten­de­re dal cre­di­to­re una con­ve­nien­te an­ti­ci­pa­zio­ne del­le me­de­si­me.

338Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 170

5. Prov­ve­di­men­ti con­ser­va­ti­vi

 

Ap­pe­na pre­sen­ta­ta do­man­da di fal­li­men­to, il giu­di­ce può pren­de­re i prov­ve­di­men­ti con­ser­va­ti­vi che re­pu­ti ne­ces­sa­ri a tu­te­la dei di­rit­ti dei cre­di­to­ri.

Art. 171339

D. De­ci­sio­ne giu­di­zia­le

1. Di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to

 

Il giu­di­ce de­ci­de se­du­ta stan­te an­che in as­sen­za del­le par­ti. Egli di­chia­ra il fal­li­men­to, sal­vo nei ca­si pre­vi­sti da­gli ar­ti­co­li 172 a 173a.

339Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 172

2. Reie­zio­ne del­la do­man­da di fal­li­men­to

 

Il giu­di­ce ri­get­ta la do­man­da di fal­li­men­to:

1.
quan­do la com­mi­na­to­ria sia sta­ta an­nul­la­ta dall’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za;
2.340 quan­do al de­bi­to­re sia­no sta­ti re­sti­tui­ti i ter­mi­ni (art. 33 cpv. 4) o quan­do egli sia sta­to am­mes­so al be­ne­fi­cio dell’op­po­si­zio­ne tar­di­va (art. 77);
3.
quan­do il de­bi­to­re pro­vi con do­cu­men­ti che il de­bi­to, com­pre­si gli in­te­res­si e le spe­se, è sta­to estin­to o che il cre­di­to­re gli ha con­ces­so una di­la­zio­ne.

340Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 173

3. Dif­fe­ri­men­to del­la de­ci­sio­ne

a. Per so­spen­sio­ne dell’ese­cu­zio­ne o mo­ti­vi di nul­li­tà

 

1 Se l’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za in se­gui­to a ri­cor­so o il giu­di­ce in ap­pli­ca­zio­ne de­gli ar­ti­co­li 85 o 85aca­po­ver­so 2 han­no or­di­na­to la so­spen­sio­ne dell’ese­cu­zio­ne, il giu­di­ce dif­fe­ri­sce la de­ci­sio­ne sul­la do­man­da di fal­li­men­to.341

2 Se ri­tie­ne che nel pro­ce­di­men­to sia sta­ta an­te­rior­men­te ema­na­ta una de­ci­sio­ne nul­la (art. 22 cpv. 1), il giu­di­ce dif­fe­ri­sce an­che la sua de­ci­sio­ne e sot­to­po­ne il ca­so all’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za.342

3 Il de­cre­to dell’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za è co­mu­ni­ca­to al giu­di­ce del fal­li­men­to, il qua­le de­ci­de.

341Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

342Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 173a343

b. Per do­man­da di mo­ra­to­ria con­cor­da­ta­ria o straor­di­na­ria op­pu­re d’uf­fi­cio

 

1 Se il de­bi­to­re o il cre­di­to­re han­no pre­sen­ta­to una do­man­da di mo­ra­to­ria con­cor­da­ta­ria o di mo­ra­to­ria straor­di­na­ria, il giu­di­ce può dif­fe­ri­re la de­ci­sio­ne sul fal­li­men­to.344

2 Il giu­di­ce può inol­tre dif­fe­ri­re d’uf­fi­cio la de­ci­sio­ne sul fal­li­men­to qua­lo­ra ap­pa­ia pos­si­bi­le il ri­sa­na­men­to im­me­dia­to o la con­clu­sio­ne di un con­cor­da­to; in tal ca­so tra­smet­te gli at­ti al giu­di­ce del con­cor­da­to.345

3 ...346

343In­tro­dot­to dall’art. 12 del­la LF del 28 set. 1949 (RU 1950 I 57). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

344 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

345 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 4 del­la LF del 19 giu. 2020 (Di­rit­to del­la so­cie­tà ano­ni­ma), in vi­go­re dal 1° gen. 2023 (RU 2020 4005; 2022 109; FF 2017 325).

346 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, con ef­fet­to dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 173b347

3bis. Com­pe­ten­za dell’Au­to­ri­tà fe­de­ra­le di vi­gi­lan­za sui mer­ca­ti fi­nan­zia­ri

 

1 Se la do­man­da di fal­li­men­to con­cer­ne un de­bi­to­re che, se­con­do le leg­gi sui mer­ca­ti fi­nan­zia­ri di cui all’ar­ti­co­lo 1 del­la leg­ge del 22 giu­gno 2007348 sul­la vi­gi­lan­za dei mer­ca­ti fi­nan­zia­ri, è sog­get­to al­la com­pe­ten­za in ma­te­ria di fal­li­men­to dell’Au­to­ri­tà fe­de­ra­le di vi­gi­lan­za sui mer­ca­ti fi­nan­zia­ri (FIN­MA), il giu­di­ce del fal­li­men­to tra­smet­te gli at­ti al­la FIN­MA. La stes­sa pro­ce­de con­for­me­men­te al­le nor­me del­le leg­gi spe­cia­li.

2 Sot­to­stan­no al­la com­pe­ten­za del­la FIN­MA in ma­te­ria di fal­li­men­to uni­ca­men­te i de­bi­to­ri che di­spon­go­no del­la ne­ces­sa­ria au­to­riz­za­zio­ne del­la FIN­MA.349

347In­tro­dot­to dal n. II 1 del­la LF del 3 ott. 2003 (RU 2004 2767; FF 2002 7175). Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 5 del­la LF del 15 giu. 2018 su­gli isti­tu­ti fi­nan­zia­ri, in vi­go­re dal 1° gen. 2020 (RU 2018 5247, 2019 4631; FF 2015 7293).

348 RS 956.1

349 In­tro­dot­to dall’all. n. 3 del­la LF del 17 dic. 2021 (In­sol­ven­za e ga­ran­zia dei de­po­si­ti), in vi­go­re dal 1° gen. 2023 (RU 2022 732; FF 2020 5647).

Art. 174350

4. Im­pu­gna­zio­ne

 

1 La de­ci­sio­ne del giu­di­ce del fal­li­men­to può es­se­re im­pu­gna­ta en­tro die­ci gior­ni me­dian­te re­cla­mo se­con­do il CPC351. Le par­ti pos­so­no av­va­ler­si di fat­ti nuo­vi, se que­sti si so­no ve­ri­fi­ca­ti an­te­rior­men­te al­la de­ci­sio­ne di pri­ma istan­za.

2 L’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re può an­nul­la­re la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to se il de­bi­to­re ren­de ve­ro­si­mi­le la sua sol­vi­bi­li­tà e pro­va per mez­zo di do­cu­men­ti che nel frat­tem­po:

1.
il de­bi­to, com­pre­si gli in­te­res­si e le spe­se, è sta­to estin­to;
2.
l’im­por­to do­vu­to è sta­to de­po­si­ta­to pres­so l’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re a di­spo­si­zio­ne del cre­di­to­re; o
3.
il cre­di­to­re ha ri­ti­ra­to la do­man­da di fal­li­men­to.

3 Se ac­cor­da ef­fet­to so­spen­si­vo al re­cla­mo, l’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re pren­de i ne­ces­sa­ri prov­ve­di­men­ti cau­te­la­ri a tu­te­la dei cre­di­to­ri.

350Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

351 RS 272

Art. 175

E. Mo­men­to dell’aper­tu­ra del fal­li­men­to

 

1 Il fal­li­men­to si con­si­de­ra aper­to dal mo­men­to in cui è di­chia­ra­to.

2 Il giu­di­ce sta­bi­li­sce ta­le mo­men­to nel­la sen­ten­za.

Art. 176352

F. Co­mu­ni­ca­zio­ne del­le de­ci­sio­ni giu­di­zia­li

 

1 Il giu­di­ce co­mu­ni­ca sen­za in­du­gio agli uf­fi­ci d’ese­cu­zio­ne, agli uf­fi­ci dei fal­li­men­ti, al re­gi­stro di com­mer­cio e al re­gi­stro fon­dia­rio:

1.
la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to;
2.
la re­vo­ca del fal­li­men­to;
3.
la chiu­su­ra del fal­li­men­to;
4.
le de­ci­sio­ni che at­tri­bui­sco­no ef­fet­to so­spen­si­vo a un ri­cor­so;
5.
i prov­ve­di­men­ti con­ser­va­ti­vi.

2 Il fal­li­men­to è men­zio­na­to nel re­gi­stro fon­dia­rio al più tar­di due gior­ni do­po la re­la­ti­va di­chia­ra­zio­ne.353

352Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

353 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 19 mar. 2004 (Men­zio­ne del fal­li­men­to nel re­gi­stro fon­dia­rio), in vi­go­re dal 1° gen. 2005 (RU 2004 4033; FF 2003 56555663).

II. Della esecuzione cambiaria

Art. 177

II. Del­la ese­cu­zio­ne cam­bia­ria

A. Con­di­zio­ni

 

1 Pei cre­di­ti de­ri­van­ti da cam­bia­le o da chè­que, an­che se ga­ran­ti­ti con pe­gno, si può chie­de­re all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne che si pro­ce­da in via cam­bia­ria, sem­pre­ché il de­bi­to­re sia sog­get­to al­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to.

2 Con la do­man­da d’ese­cu­zio­ne si de­vo­no con­se­gna­re all’uf­fi­cio la cam­bia­le o lo chè­que.

Art. 178

B. Pre­cet­to ese­cu­ti­vo

 

1 Quan­do ri­cor­ra­no le con­di­zio­ni del­la pro­ce­du­ra cam­bia­ria, l’uf­fi­cio no­ti­fi­ca im­me­dia­ta­men­te al de­bi­to­re un pre­cet­to ese­cu­ti­vo.

2 Il pre­cet­to con­tie­ne:

1.
le in­di­ca­zio­ni del­la do­man­da d’ese­cu­zio­ne;
2.354 l’in­giun­zio­ne di pa­ga­re al cre­di­to­re, en­tro cin­que gior­ni, il cre­di­to e le spe­se d’ese­cu­zio­ne;
3.355 l’av­ver­ten­za che il de­bi­to­re può fa­re op­po­si­zio­ne (art. 179) o ri­cor­re­re all’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za per vio­la­zio­ne del­le di­spo­si­zio­ni del­la pre­sen­te leg­ge (art. 17 e 20);
4.356 l’in­di­ca­zio­ne che il cre­di­to­re può do­man­da­re il fal­li­men­to, se il de­bi­to­re non ot­tem­pe­ra al pre­cet­to ese­cu­ti­vo, ben­ché non sia sta­ta fat­ta op­po­si­zio­ne o que­sta non sia sta­ta am­mes­sa (art. 188).

3 So­no ap­pli­ca­bi­li gli ar­ti­co­li 70 e 72.

354Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 15 n. 4 di­sp. fin. e trans. Tit. XXIV–XX­XIII CO, in vi­go­re dal 1° lug. 1937 (RU 53189).

355Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

356Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 179357

C. Op­po­si­zio­ne

1. Ter­mi­ni e for­ma

 

1 Il de­bi­to­re può fa­re op­po­si­zio­ne all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne, per scrit­to en­tro cin­que gior­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne del pre­cet­to, ec­ce­pen­do uno dei mo­ti­vi pre­vi­sti dall’ar­ti­co­lo 182. Dell’av­ve­nu­ta op­po­si­zio­ne vie­ne da­to at­to gra­tui­ta­men­te al de­bi­to­re che lo ri­chie­da.

2 Ad­du­cen­do i mo­ti­vi dell’op­po­si­zio­ne, il de­bi­to­re non ri­nun­cia ad av­va­ler­si di ul­te­rio­ri ec­ce­zio­ni ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 182.

3 L’ar­ti­co­lo 33 ca­po­ver­so 4 non è ap­pli­ca­bi­le.

357Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 180

2. No­ti­fi­ca­zio­ne al cre­di­to­re

 

1 Il con­te­nu­to dell’op­po­si­zio­ne è no­ti­fi­ca­to al cre­di­to­re istan­te sul suo esem­pla­re. Quan­do l’op­po­si­zio­ne non ab­bia avu­to luo­go, se ne fa men­zio­ne.

2 Det­to esem­pla­re dev’es­se­re no­ti­fi­ca­to al cre­di­to­re istan­te su­bi­to do­po l’op­po­si­zio­ne o, se non fu fat­ta, ap­pe­na sca­du­to il ter­mi­ne del­la me­de­si­ma.

Art. 181358

3. Tra­smis­sio­ne al giu­di­ce

 

L’uf­fi­cio sot­to­po­ne sen­za in­du­gio l’op­po­si­zio­ne al giu­di­ce del luo­go dell’ese­cu­zio­ne. Il giu­di­ce ci­ta le par­ti al con­trad­dit­to­rio e sta­tui­sce, an­che in lo­ro as­sen­za, en­tro die­ci gior­ni dal ri­ce­vi­men­to dell’op­po­si­zio­ne.

358Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 182

4. Am­mis­si­bi­li­tà

 

Il giu­di­ce am­met­te l’op­po­si­zio­ne:

1.
quan­do ven­ga pro­va­to con do­cu­men­ti che il de­bi­to è sta­to pa­ga­to al por­ta­to­re del­la cam­bia­le o del­lo chè­que ov­ve­ro che que­sti ha ac­cor­da­to la ri­mes­sio­ne od una di­la­zio­ne;
2.
quan­do ap­pa­ia ve­ro­si­mi­le la fal­si­tà del ti­to­lo al­le­ga­ta dal de­bi­to­re;
3.
quan­do un’ec­ce­zio­ne am­mes­sa dal di­rit­to cam­bia­rio sem­bri at­ten­di­bi­le;
4.359
quan­do sia op­po­sta un’al­tra ec­ce­zio­ne fon­da­ta sull’ar­ti­co­lo 1007 del CO360 ed es­sa sem­bri at­ten­di­bi­le; in que­sto ca­so, tut­ta­via, il de­bi­to­re de­ve de­po­si­ta­re l’im­por­to del cre­di­to in de­na­ro o in va­lo­ri op­pu­re for­ni­re una ga­ran­zia equi­va­len­te.

359Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

360RS 220

Art. 183

5. Ri­get­to del­l’op­po­si­zio­ne. Prov­ve­di­men­ti con­ser­va­ti­vi

 

1 Ove il giu­di­ce ri­get­ti l’op­po­si­zio­ne, può or­di­na­re prov­ve­di­men­ti con­ser­va­ti­vi, se­gna­ta­men­te la for­ma­zio­ne dell’in­ven­ta­rio a sen­si de­gli ar­ti­co­li 162 a 165.

2 Egli può an­che esi­ge­re, oc­cor­ren­do, che il cre­di­to­re pre­sti cau­zio­ne.361

361Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 15 n. 6 di­sp. fin. e trans. Tit. XXIV–XX­XIII CO, in vi­go­re dal 1° lug. 1937 (RU 53189).

Art. 184

6. No­ti­fi­ca­zio­ne del­la de­ci­sio­ne. Ter­mi­ne per agi­re in ca­so di de­po­si­to

 

1 La de­ci­sio­ne sull’am­mis­si­bi­li­tà dell’op­po­si­zio­ne è im­me­dia­ta­men­te no­ti­fi­ca­ta al­le par­ti.362

2 Ove l’op­po­si­zio­ne sia sta­ta am­mes­sa sol­tan­to con­tro de­po­si­to dell’am­mon­ta­re con­te­sta­to, il cre­di­to­re è dif­fi­da­to a pro­muo­ve­re en­tro die­ci gior­ni l’azio­ne di pa­ga­men­to. Non ot­tem­pe­ran­do egli a ta­le dif­fi­da, il de­po­si­to vie­ne re­sti­tui­to.

362Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 185363

7. Im­pu­gna­zio­ne

 

La de­ci­sio­ne sull’am­mis­si­bi­li­tà dell’op­po­si­zio­ne può es­se­re im­pu­gna­ta en­tro cin­que gior­ni me­dian­te re­cla­mo se­con­do il CPC364.

363Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

364 RS 272

Art. 186

8. Ef­fet­ti del­l’am­mis­sio­ne dell’op­po­si­zio­ne

 

Se l’op­po­si­zio­ne è sta­ta am­mes­sa, si so­spen­de l’ese­cu­zio­ne ed il cre­di­to­re, per far va­le­re il suo di­rit­to, de­ve se­gui­re la pro­ce­du­ra or­di­na­ria.

Art. 187

D. Azio­ne di ri­pe­ti­zio­ne

 

Chi per omes­sa op­po­si­zio­ne o pel ri­get­to di que­sta ha pa­ga­to l’in­de­bi­to può ri­pe­te­rlo a’ ter­mi­ni dell’ar­ti­co­lo 86.

Art. 188

E. Do­man­da di fal­li­men­to

 

1 Quan­do l’op­po­si­zio­ne non sia sta­ta fat­ta o non sia sta­ta am­mes­sa e ciò non ostan­te non sia­si ot­tem­pe­ra­to al pre­cet­to, il cre­di­to­re può, me­dian­te pro­du­zio­ne di que­sto e del ti­to­lo di cre­di­to co­me an­che, oc­cor­ren­do, del­la giu­di­zia­le de­ci­sio­ne, do­man­da­re che sia di­chia­ra­to il fal­li­men­to.

2 Que­sto di­rit­to si estin­gue de­cor­so un me­se dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne del pre­cet­to. Ove il de­bi­to­re ab­bia fat­to op­po­si­zio­ne, non si com­pu­ta il tem­po tra­scor­so dal gior­no in cui que­sta eb­be luo­go a quel­lo del­la de­ci­sio­ne sul­la sua am­mis­si­bi­li­tà, e, qua­lo­ra sia sta­ta am­mes­sa, il tem­po tra­scor­so dal gior­no in cui l’azio­ne fu pro­mos­sa a quel­lo del­la sua giu­di­zia­le de­fi­ni­zio­ne.

Art. 189365

F. De­ci­sio­ne del giu­di­ce del fal­li­men­to

 

1 Il giu­di­ce av­vi­sa le par­ti del luo­go, gior­no e ora dell’udien­za in cui la do­man­da di fal­li­men­to sa­rà di­scus­sa. Egli sta­tui­sce, an­che in as­sen­za del­le par­ti, en­tro die­ci gior­ni dal­la pre­sen­ta­zio­ne del­la do­man­da.

2 So­no ap­pli­ca­bi­li gli ar­ti­co­li 169, 170, 172 nu­me­ro 3, 173, 173a, 175 e 176.

365Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

III. Della dichiarazione di fallimento senza preventiva esecuzione

Art. 190

III. Del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to sen­za pre­ven­ti­va ese­cu­zio­ne

A. Su istan­za di un cre­di­to­re

 

1 Il cre­di­to­re può chie­de­re al giu­di­ce la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to sen­za pre­ven­ti­va ese­cu­zio­ne:

1.
con­tro qua­lun­que de­bi­to­re che non ab­bia di­mo­ra co­no­sciu­ta o sia fug­gi­to per sot­trar­si al­le sue ob­bli­ga­zio­ni od ab­bia com­piu­to o ten­ta­to di com­pie­re at­ti frau­do­len­ti in pre­giu­di­zio dei suoi cre­di­to­ri o na­sco­sto og­get­ti del suo pa­tri­mo­nio in una ese­cu­zio­ne in via di pi­gno­ra­men­to;
2.
con­tro il de­bi­to­re sog­get­to al­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to che ab­bia so­spe­so i suoi pa­ga­men­ti.
3.366
...

2 Il de­bi­to­re che di­mo­ri nel­la Sviz­ze­ra o vi ab­bia un rap­pre­sen­tan­te è ci­ta­to in giu­di­zio a bre­ve ter­mi­ne per es­se­re udi­to.

366 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, con ef­fet­to dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 191

B. Su istan­za del de­bi­to­re

 

1 Il de­bi­to­re può chie­de­re egli stes­so la di­chia­ra­zio­ne del suo fal­li­men­to fa­cen­do no­ta al giu­di­ce la pro­pria in­sol­ven­za.

2 Se non sus­si­sto­no pos­si­bi­li­tà di ap­pu­ra­men­to bo­na­le dei de­bi­ti se­con­do gli ar­ti­co­li 333 segg., il giu­di­ce di­chia­ra il fal­li­men­to.367

367In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 192368

C. D’uf­fi­cio

 

Il fal­li­men­to è di­chia­ra­to d’uf­fi­cio, sen­za pre­ven­ti­va ese­cu­zio­ne, nei ca­si pre­vi­sti dal­la leg­ge.

368Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 193369

D. In ca­so di ri­nun­cia all’ere­di­tà o di ere­di­tà obe­ra­ta

 

1 L’au­to­ri­tà com­pe­ten­te in­for­ma il giu­di­ce qua­lo­ra:

1.
tut­ti gli ere­di ab­bia­no espres­sa­men­te ri­nun­cia­to all’ere­di­tà o si deb­ba pre­su­me­re la ri­nun­cia (art. 566 segg., 573 CC370);
2.
l’ere­di­tà del­la qua­le è sta­ta chie­sta op­pu­re or­di­na­ta la li­qui­da­zio­ne d’uf­fi­cio ri­sul­ti obe­ra­ta (art. 597 CC).

2 Nei ca­si sum­men­zio­na­ti, il giu­di­ce or­di­na la li­qui­da­zio­ne in via di fal­li­men­to.

3 La li­qui­da­zio­ne in via di fal­li­men­to può es­se­re chie­sta an­che da un cre­di­to­re o da un ere­de.

369Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

370RS210

Art. 194371

E. Pro­ce­du­ra

 

1 Gli ar­ti­co­li 169, 170 e 173aa 176 si ap­pli­ca­no ai fal­li­men­ti di­chia­ra­ti sen­za pre­ven­ti­va ese­cu­zio­ne. L’ar­ti­co­lo 169 non si ap­pli­ca nel ca­so di fal­li­men­to giu­sta l’ar­ti­co­lo 192.

2 La co­mu­ni­ca­zio­ne al re­gi­stro di com­mer­cio (art. 176) non ha luo­go se il de­bi­to­re non è sog­get­to all’ese­cu­zio­ne in via di fal­li­men­to.

371Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

IV. Della revoca del fallimento372

372Nuovo termine giusta il n. I della LF del 16 dic. 1994, in vigore dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1). Di detta mod. è tenuto conto in tutto il presente testo.

Art. 195

IV. Del­la re­vo­ca

A. In ge­ne­ra­le

 

1 Il giu­di­ce del fal­li­men­to ne de­cre­ta la re­vo­ca e rein­te­gra il de­bi­to­re nel­la li­be­ra di­spo­si­zio­ne del suo pa­tri­mo­nio, quan­do:

1.
il de­bi­to­re pro­vi che tut­ti i de­bi­ti so­no sta­ti estin­ti;
2.
il de­bi­to­re pro­du­ca una di­chia­ra­zio­ne scrit­ta di tut­ti i cre­di­to­ri con cui ri­ti­ra­no le lo­ro in­si­nua­zio­ni; ov­ve­ro
3.
sia in­ter­ve­nu­to un con­cor­da­to.373

2 La ri­vo­ca­zio­ne può es­se­re pro­nun­cia­ta dal­la sca­den­za dei ter­mi­ni per le in­si­nua­zio­ni fi­no al­la chiu­su­ra del fal­li­men­to.

3 La ri­vo­ca­zio­ne del fal­li­men­to vie­ne pub­bli­ca­ta.

373Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 196374

B. In ca­so di ri­nun­cia all’ere­di­tà

 

La li­qui­da­zio­ne in via di fal­li­men­to di un’ere­di­tà a cui gli ere­di han­no ri­nun­cia­to è inol­tre so­spe­sa se, pri­ma del­la chiu­su­ra del­la me­de­si­ma, un aven­te di­rit­to all’ere­di­tà di­chia­ra di ac­cet­tar­la e pre­sta suf­fi­cien­ti ga­ran­zie per il pa­ga­men­to dei de­bi­ti.

374Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Titolo sesto: Degli effetti del fallimento

I. Degli effetti del fallimento sui beni del debitore

Art. 197

I. De­gli ef­fet­ti del fal­li­men­to sui be­ni del de­bi­to­re

A. Mas­sa del fal­li­men­to

1. In ge­ne­ra­le

 

1 Tut­ti i be­ni pi­gno­ra­bi­li spet­tan­ti al de­bi­to­re al mo­men­to del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to for­ma­no, do­vun­que si tro­vi­no, un’uni­ca mas­sa de­sti­na­ta al co­mu­ne sod­di­sfa­ci­men­to dei cre­di­to­ri.

2 Ap­par­ten­go­no al­la mas­sa an­che i be­ni che per­ven­go­no al fal­li­to pri­ma che sia chiu­sa la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to.

Art. 198

2. Be­ni co­sti­tui­ti in pe­gno

 

I be­ni su cui gra­va­no di­rit­ti di pe­gno so­no com­pre­si nel­la mas­sa, sal­vo il di­rit­to pre­fe­ren­zia­le375 dei cre­di­to­ri pi­gno­ra­ti­zi.

375Nuo­vo ter­mi­ne giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

Art. 199

3. Be­ni pi­gno­ra­ti o se­que­stra­ti

 

1 So­no pu­re de­vo­lu­ti al­la mas­sa i be­ni pi­gno­ra­ti non pe­ran­co rea­liz­za­ti al mo­men­to del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to e gli og­get­ti se­que­stra­ti.

2 Tut­ta­via, se i ter­mi­ni di par­te­ci­pa­zio­ne al pi­gno­ra­men­to (art. 110 e 111) so­no sca­du­ti, le som­me già ri­ca­va­te dal pi­gno­ra­men­to di de­na­ro, di cre­di­ti e di sa­la­ri, non­ché dal­la rea­liz­za­zio­ne di be­ni, so­no ri­par­ti­te a nor­ma de­gli ar­ti­co­li 144 a 150; l’even­tua­le ec­ce­den­za spet­ta al­la mas­sa.376

376Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 200

4. Va­lo­ri og­get­to di azio­ne re­vo­ca­to­ria

 

Ap­par­tie­ne inol­tre al­la mas­sa tut­to ciò che a’ ter­mi­ni de­gli ar­ti­co­li 214 e 285 a 292 è og­get­to di azio­ne ri­vo­ca­to­ria.

Art. 201

5. Ti­to­li al por­ta­to­re o all’or­di­ne

 

Se pres­so il fal­li­to si tro­va­no ti­to­li al por­ta­to­re o all’or­di­ne a lui con­se­gna­ti o gi­ra­ti sol­tan­to per l’in­cas­so o co­me fon­di per un de­ter­mi­na­to pa­ga­men­to fu­tu­ro, chi li ha con­se­gna­ti o gi­ra­ti può chie­der­ne la re­sti­tu­zio­ne.

Art. 202

6. Ces­sio­ne del cre­di­to o re­sti­tu­zio­ne del prez­zo

 

Ove il fal­li­to ab­bia ven­du­to co­se al­trui e al tem­po del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to non ne ab­bia an­co­ra ri­scos­so il prez­zo, il pro­prie­ta­rio pre­ce­den­te, rim­bor­san­do la mas­sa di quan­to ha di­rit­to d’esi­ge­re sul­le me­de­si­me, può do­man­da­re la ces­sio­ne del cre­di­to ver­so il com­pra­to­re o la re­sti­tu­zio­ne del prez­zo pa­ga­to nel frat­tem­po all’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to.

Art. 203

7. Di­rit­to di ri­ven­di­ca­zio­ne del ven­di­to­re

 

1 Ove una co­sa com­pra­ta dal fal­li­to, sen­za che ne ab­bia pa­ga­to il prez­zo, gli sia sta­ta spe­di­ta, ma al tem­po del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to non sia an­co­ra per­ve­nu­ta in suo pos­ses­so, il ven­di­to­re può ri­ven­di­car­la, sem­pre­ché l’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to non ne pa­ghi il prez­zo.

2 La ri­ven­di­ca­zio­ne non è più am­mes­sa quan­do pri­ma del­la pub­bli­ca­zio­ne del fal­li­men­to la co­sa sia sta­ta ven­du­ta o da­ta in pe­gno ad un ter­zo di buo­na fe­de, su let­te­ra di vet­tu­ra, bol­let­ta di spe­di­zio­ne o po­liz­za di ca­ri­co.

Art. 204

B. In­ca­pa­ci­tà di di­spor­re del fal­li­to

 

1 So­no nul­li, rim­pet­to ai cre­di­to­ri, tut­ti gli at­ti giu­ri­di­ci com­piu­ti dal fal­li­to do­po la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to, ri­guar­do ad og­get­ti ap­par­te­nen­ti al­la mas­sa.

2 Tut­ta­via se pri­ma del­la pub­bli­ca­zio­ne del fal­li­men­to il fal­li­to ha pa­ga­to al­la sca­den­za una cam­bia­le pro­pria da lui emes­sa od una cam­bia­le trat­ta so­pra di lui, il pa­ga­men­to è va­li­do, pur­ché il por­ta­to­re del­la cam­bia­le non co­no­sces­se la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to e, in ca­so di man­ca­to pa­ga­men­to, aves­se po­tu­to eser­ci­ta­re util­men­te il re­gres­so cam­bia­rio ver­so i ter­zi.

Art. 205

C. Pa­ga­men­ti al fal­li­to

 

1 Do­po la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to, i cre­di­ti ap­par­te­nen­ti al­la mas­sa non pos­so­no più es­se­re estin­ti me­dian­te pa­ga­men­to al fal­li­to; sif­fat­to pa­ga­men­to non pro­du­ce li­be­ra­zio­ne dal de­bi­to, di fron­te ai cre­di­to­ri del fal­li­men­to, se non in quan­to ciò che fu pa­ga­to sia per­ve­nu­to al­la mas­sa.

2 Chi pe­rò ha pa­ga­to pri­ma del­la pub­bli­ca­zio­ne del fal­li­men­to ri­ma­ne li­be­ra­to se non co­no­sce­va an­co­ra la di­chia­ra­zio­ne del me­de­si­mo.

Art. 206377

D. Ese­cu­zio­ni con­tro il fal­li­to

 

1 Tut­te le ese­cu­zio­ni in cor­so con­tro il fal­li­to ces­sa­no di di­rit­to e non si pos­so­no pro­muo­ve­re du­ran­te la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to nuo­ve ese­cu­zio­ni per cre­di­ti sor­ti pri­ma del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to. Fan­no ec­ce­zio­ne le ese­cu­zio­ni per rea­liz­za­zio­ne di pe­gni ap­par­te­nen­ti a ter­zi.

2 Le ese­cu­zio­ni per cre­di­ti sor­ti do­po la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to si pro­se­guo­no, du­ran­te la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to, in via di pi­gno­ra­men­to o di rea­liz­za­zio­ne del pe­gno.

3 Du­ran­te la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to, il de­bi­to­re non può chie­de­re la di­chia­ra­zio­ne di un al­tro fal­li­men­to fa­cen­do no­ta la pro­pria in­sol­ven­za (art. 191).

377Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 207378

E. So­spen­sio­ne del­le cau­se ci­vi­li e dei pro­ce­di­men­ti am­mi­ni­stra­ti­vi

 

1 Sal­vo i ca­si d’ur­gen­za, le cau­se ci­vi­li nel­le qua­li il fal­li­to è par­te e che in­flui­sco­no sul­la com­po­si­zio­ne del­la mas­sa ri­man­go­no so­spe­se. Le si può riat­ti­va­re, in ca­so di li­qui­da­zio­ne or­di­na­ria, non

pri­ma di die­ci gior­ni do­po la se­con­da as­sem­blea dei cre­di­to­ri e, in ca­so di li­qui­da­zio­ne som­ma­ria, non pri­ma di ven­ti gior­ni do­po il de­po­si­to del­la gra­dua­to­ria.

2 I pro­ce­di­men­ti am­mi­ni­stra­ti­vi pos­so­no es­se­re so­spe­si al­le stes­se con­di­zio­ni del­le cau­se ci­vi­li.

3 I ter­mi­ni di pre­scri­zio­ne e di pe­ren­zio­ne non cor­ro­no du­ran­te i pe­rio­di di so­spen­sio­ne.

4 La di­spo­si­zio­ne sum­men­zio­na­ta non si ap­pli­ca al­le azio­ni di ri­sar­ci­men­to del dan­no per le­sio­ni del­la per­so­na­li­tà o cor­po­ra­li né al­le cau­se del di­rit­to di fa­mi­glia.

378Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

II. Degli effetti del fallimento sui diritti dei creditori

Art. 208

II. De­gli ef­fet­ti del fal­li­men­to sui di­rit­ti dei cre­di­to­ri

A. Esi­gi­bi­li­tà dei de­bi­ti

 

1 La di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to ren­de esi­gi­bi­li rim­pet­to al­la mas­sa tut­ti i de­bi­ti del fal­li­to ec­cet­tua­ti quel­li che so­no ef­fet­ti­va­men­te ga­ran­ti­ti da pe­gno sui suoi fon­di. Il cre­di­to­re può far va­le­re col suo cre­di­to gli in­te­res­si fi­no al gior­no del­la di­chia­ra­zio­ne e le spe­se di ese­cu­zio­ne.379

2 Dai cre­di­ti in­frut­ti­fe­ri non an­co­ra sca­du­ti si de­du­ce lo scon­to del cin­que per cen­to.

379Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 58 Tit. fin. CC, in vi­go­re dal 1° gen. 1912 (RU 24233Tit. fin. art. 60).

Art. 209380

B. De­cor­so de­gli in­te­res­si

 

1 Di­chia­ra­to il fal­li­men­to, ces­sa­no di de­cor­re­re gli in­te­res­si di tut­ti i cre­di­ti nei con­fron­ti del fal­li­to.

2 Tut­ta­via, gli in­te­res­si dei cre­di­ti ga­ran­ti­ti da pe­gno con­ti­nua­no a de­cor­re­re si­no al­la rea­liz­za­zio­ne, nel­la mi­su­ra in cui il ri­ca­vo di que­sta sia su­pe­rio­re al de­bi­to, com­pre­si gli in­te­res­si cal­co­la­ti si­no al­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to.

380Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 210381

C. Cre­di­ti sot­to­po­sti a con­di­zio­ne

 

1 I cre­di­ti sot­to­po­sti a con­di­zio­ne so­spen­si­va so­no am­mes­si al pas­si­vo per l’in­te­ro am­mon­ta­re; tut­ta­via il cre­di­to­re non può per­ce­pi­re il ri­par­to che gli spet­ta sul­la mas­sa si­no a che non sia adem­pi­ta la con­di­zio­ne.

2 Per le pre­te­se de­ri­van­ti da ren­di­te vi­ta­li­zie è ap­pli­ca­bi­le l’ar­ti­co­lo 518 ca­po­ver­so 3 del CO382.

381Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

382RS 220

Art. 211

D. Con­ver­sio­ne in cre­di­ti pe­cu­nia­ri

 

1 I cre­di­ti che non han­no per og­get­to il pa­ga­men­to di una som­ma di da­na­ro si ri­sol­vo­no in cre­di­ti pe­cu­nia­ri di va­lo­re cor­ri­spon­den­te.

2 Tut­ta­via, l’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to ha il di­rit­to di adem­pie­re in luo­go del de­bi­to­re i cre­di­ti ri­sul­tan­ti da con­trat­ti bi­la­te­ra­li non an­co­ra ese­gui­ti o ese­gui­ti so­lo in par­te al mo­men­to del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to. Il co­con­traen­te può pre­ten­de­re ga­ran­zia per l’adem­pi­men­to.383

2bis Il di­rit­to dell’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to pre­vi­sto dal ca­po­ver­so 2 è tut­ta­via esclu­so in ca­so di ob­bli­ga­zio­ni a tem­po de­ter­mi­na­to (art. 108 n. 3 CO384), co­me pu­re in ca­so di ope­ra­zio­ni fi­nan­zia­rie a ter­mi­ne, swaps e op­zio­ni, qua­lo­ra il va­lo­re del­le pre­sta­zio­ni con­trat­tua­li il gior­no del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to sia de­ter­mi­na­bi­le in ba­se al prez­zo di mer­ca­to o al cor­so di bor­sa. L’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to e il co­con­traen­te han­no en­tram­bi il di­rit­to di far va­le­re la dif­fe­ren­za tra il va­lo­re con­ve­nu­to del­le pre­sta­zio­ni con­trat­tua­li e il va­lo­re di mer­ca­to al mo­men­to del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to.385

3 So­no sal­ve le di­spo­si­zio­ni di al­tre leg­gi fe­de­ra­li sul­lo scio­gli­men­to di con­trat­ti in ca­so di fal­li­men­to, co­me pu­re le di­spo­si­zio­ni sul­la ri­ser­va di pro­prie­tà (art. 715 e 716 CC386).387

383Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

384RS 220

385In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

386RS210

387Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 211a388

Dbis. Con­trat­ti di du­ra­ta

 

1 Le pre­te­se ri­sul­tan­ti da con­trat­ti di du­ra­ta pos­so­no es­se­re fat­te va­le­re co­me cre­di­ti a par­ti­re dal­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to, ma non ol­tre il pri­mo ter­mi­ne di di­sdet­ta uti­le o la sca­den­za del con­trat­to di du­ra­ta de­ter­mi­na­ta. Gli even­tua­li van­tag­gi con­se­gui­ti dal cre­di­to­re du­ran­te ta­le pe­rio­do gli so­no im­pu­ta­ti.

2 Se la mas­sa del fal­li­men­to ha be­ne­fi­cia­to di pre­sta­zio­ni de­ri­van­ti da con­trat­ti di du­ra­ta, i re­la­ti­vi cre­di­ti sor­ti do­po la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to so­no con­si­de­ra­ti de­bi­ti del­la mas­sa.

3 È fat­ta sal­va la con­ti­nua­zio­ne di un rap­por­to con­trat­tua­le a ti­to­lo per­so­na­le da par­te del de­bi­to­re.

388 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 212

E. Di­rit­to di re­ces­so del ven­di­to­re

 

Il ven­di­to­re che pri­ma del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to aves­se con­se­gna­to al fal­li­to la co­sa ven­du­ta­gli non può più re­ce­de­re dal con­trat­to né ri­ven­di­ca­re la co­sa quan­d’an­che si fos­se ri­ser­va­to ta­le di­rit­to espres­sa­men­te.

Art. 213

F. Com­pen­sa­zio­ne

1. Con­di­zio­ni

 

1 Il cre­di­to­re può com­pen­sa­re il suo cre­di­to con quel­lo del fal­li­to ver­so di lui.

2 La com­pen­sa­zio­ne non ha luo­go:

1.389 quan­do un de­bi­to­re del fal­li­to di­ven­ti cre­di­to­re di lui sol­tan­to do­po la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to, sem­pre­ché non ab­bia adem­pi­to un’ob­bli­ga­zio­ne sor­ta pre­ce­den­te­men­te o ab­bia ri­scat­ta­to una co­sa da­ta in pe­gno per un de­bi­to del fal­li­to e gli com­pe­ta su que­sta co­sa la pro­prie­tà o un di­rit­to rea­le li­mi­ta­to (art. 110 n. 1 CO390);
2.
quan­do un cre­di­to­re del fal­li­to di­ven­ti de­bi­to­re di lui o del­la mas­sa sol­tan­to do­po la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to;
3.391
...

3 La com­pen­sa­zio­ne con cre­di­ti de­ri­van­ti da ti­to­li al por­ta­to­re può aver luo­go se e nel­la mi­su­ra in cui il cre­di­to­re for­ni­sce la pro­va che ha ac­qui­sta­to i ti­to­li in buo­na fe­de pri­ma dell’aper­tu­ra del fal­li­men­to.392

4 In ca­so di fal­li­men­to di una so­cie­tà in ac­co­man­di­ta, di una so­cie­tà ano­ni­ma, di una so­cie­tà in ac­co­man­di­ta per azio­ni, di una so­cie­tà a re­spon­sa­bi­li­tà li­mi­ta­ta o di una so­cie­tà coo­pe­ra­ti­va, non si pos­so­no com­pen­sa­re le quo­te non ver­sa­te del ca­pi­ta­le ac­co­man­da­to o del ca­pi­ta­le so­cia­le, né gli ar­re­tra­ti dei con­tri­bu­ti sta­tu­ta­ri di una so­cie­tà coo­pe­ra­ti­va.393

389Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

390RS 220

391Abro­ga­to dall’art. 13 del­la LF del 28 set. 1949, con ef­fet­to dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57).

392In­tro­dot­to dall’art. 13 del­la LF del 28 set. 1949, in vi­go­re dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57).

393Ori­gi­na­rio cpv. 3. Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 214

2. Im­pu­gna­zio­ne

 

La com­pen­sa­zio­ne può es­se­re im­pu­gna­ta quan­do un de­bi­to­re del fal­li­to, pri­ma del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to, co­no­scen­do l’in­sol­ven­za di lui, ab­bia ac­qui­sta­to un cr­edi­to ver­so il me­de­si­mo al­lo sco­po di pro­cu­ra­re me­dian­te la com­pen­sa­zio­ne un van­tag­gio a sé o ad al­tri in pre­giu­di­zio del­la mas­sa.

Art. 215

G. Re­spon­sa­bi­li­tà dei coob­bli­ga­ti

1. Fi­de­ius­sio­ne

 

1 I cre­di­ti de­ri­van­ti da fi­de­ius­sio­ni del fal­li­to, an­cor­ché non sca­du­ti, si pos­so­no far va­le­re nel fal­li­men­to.

2 La mas­sa è sur­ro­ga­ta nei di­rit­ti del cre­di­to­re ver­so il de­bi­to­re prin­ci­pa­le e i coob­bli­ga­ti fi­no a con­cor­ren­za del­la som­ma che ha pa­ga­to (art. 507 CO394). Tut­ta­via, se vie­ne di­chia­ra­to il fal­li­men­to an­che del de­bi­to­re prin­ci­pa­le o di un coob­bli­ga­to, si ap­pli­ca­no gli ar­ti­co­li 216 e 217.395

394RS 220

395Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 216

2. Fal­li­men­to con­tem­po­ra­neo di più coob­bli­ga­ti

 

1 Se vie­ne di­chia­ra­to con­tem­po­ra­nea­men­te il fal­li­men­to di più coob­bli­ga­ti, il cre­di­to­re può far va­le­re il suo cre­di­to per l’in­tie­ro am­mon­ta­re in ogni sin­go­lo fal­li­men­to.

2 Ove i ri­par­ti del­le sin­go­le mas­se ec­ce­da­no com­ples­si­va­men­te l’am­mon­ta­re dell’in­tie­ro cre­di­to, l’ec­ce­den­za tor­na al­le me­de­si­me in pro­por­zio­ne dei di­rit­ti di re­gres­so spet­tan­ti re­ci­pro­ca­men­te ai coob­bli­ga­ti.

3 Fin­ché l’im­por­to com­ples­si­vo dei ri­par­ti del­le sin­go­le mas­se non rag­giun­ga l’am­mon­ta­re dell’in­te­ro cre­di­to, es­se non han­no, l’una in con­fron­to dell’al­tra, al­cun re­gres­so pei ri­par­ti pa­ga­ti.

Art. 217

3. Ac­con­to pa­ga­to da un coob­bli­ga­to del fal­li­to

 

1 Quan­do un cre­di­to­re sia sta­to sod­di­sfat­to in par­te pel suo cre­di­to da un coob­bli­ga­to del fal­li­to, ta­le cre­di­to è am­mes­so ciò non­di­me­no per l’im­por­to ori­gi­na­rio al pas­si­vo del­la mas­sa, ab­bia o non ab­bia il coob­bli­ga­to un di­rit­to di re­gres­so ver­so il fal­li­to.

2 Il di­rit­to d’in­si­nua­re ta­le cre­di­to nel fal­li­men­to spet­ta al cre­di­to­re ed al coob­bli­ga­to.

3 Il ri­par­to as­se­gna­to al cre­di­to spet­ta al cre­di­to­re si­no a to­ta­le suo sod­di­sfa­ci­men­to. Sull’ec­ce­den­za il coob­bli­ga­to aven­te di­rit­to di re­gres­so ot­tie­ne la som­ma che ot­ter­reb­be fa­cen­do va­le­re di­ret­ta­men­te ta­le di­rit­to. Il re­si­duo ri­ma­ne al­la mas­sa.

Art. 218

4. Fal­li­men­to con­tem­po­ra­neo del­la so­cie­tà in no­me col­let­ti­vo, del­la so­cie­tà in ac­co­man­di­ta e dei lo­ro so­ci

 

1 Qua­lo­ra sia sta­to di­chia­ra­to con­tem­po­ra­nea­men­te il fal­li­men­to di una so­cie­tà in no­me col­let­ti­vo e di un so­cio di que­sta, i cre­di­to­ri del­la so­cie­tà non pos­so­no far va­le­re nel fal­li­men­to del so­cio se non il re­si­duo dei lo­ro cre­di­ti ri­ma­sto in­sod­di­sfat­to nel fal­li­men­to del­la so­cie­tà. Ri­guar­do al pa­ga­men­to di ta­le re­si­duo per par­te dei sin­go­li so­ci val­go­no le di­spo­si­zio­ni de­gli ar­ti­co­li 216 e 217.

2 Qua­lo­ra sia sta­to di­chia­ra­to il fal­li­men­to di un so­cio, ma non con­tem­po­ra­nea­men­te quel­lo del­la so­cie­tà, i cre­di­to­ri di que­sta pos­so­no far va­le­re nel fal­li­men­to del so­cio i lo­ro cre­di­ti per l’in­tie­ro am­mon­ta­re e la mas­sa è sur­ro­ga­ta nei di­rit­ti men­zio­na­ti all’ar­ti­co­lo 215.

3 I ca­po­ver­si 1 e 2 si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia ai so­ci il­li­mi­ta­ta­men­te re­spon­sa­bi­li di una so­cie­tà in ac­co­man­di­ta.396

396In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 219

H. Or­di­ne dei cre­di­to­ri

 

1 I cre­di­ti ga­ran­ti­ti da pe­gno ven­go­no sod­di­sfat­ti in pre­ce­den­za con la som­ma ri­ca­va­ta dal­la rea­liz­za­zio­ne dei pe­gni.

2 Se più pe­gni ga­ran­ti­sco­no il me­de­si­mo cre­di­to, le som­me da es­si ri­ca­va­te s’im­pie­ga­no, in pro­por­zio­ne del lo­ro am­mon­ta­re, pel pa­ga­men­to di quel­lo.

3 Il gra­do dei cre­di­ti ga­ran­ti­ti da pe­gno e l’esten­sio­ne del­la ga­ran­zia agli in­te­res­si ed ac­ces­so­ri so­no re­go­la­ti dal­le di­spo­si­zio­ni sul pe­gno im­mo­bi­lia­re.397

4 I cre­di­ti non ga­ran­ti­ti da pe­gno, co­me pu­re le quo­te non sod­di­sfat­te di quel­li ga­ran­ti­ti, so­no col­lo­ca­ti nell’or­di­ne se­guen­te sull’in­te­ra mas­sa re­si­dua­le del fal­li­men­to:

Pri­ma clas­se

a.398 I cre­di­ti dei la­vo­ra­to­ri de­ri­van­ti dal rap­por­to di la­vo­ro, sor­ti o di­ve­nu­ti esi­gi­bi­li nei sei me­si pre­ce­den­ti la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to o suc­ces­si­va­men­te, si­no all’im­por­to an­nuo mas­si­mo del gua­da­gno as­si­cu­ra­to se­con­do l’as­si­cu­ra­zio­ne ob­bli­ga­to­ria con­tro gli in­for­tu­ni.
abis.399
I cre­di­ti dei la­vo­ra­to­ri per la cau­zio­ne for­ni­ta al da­to­re di la­vo­ro.
ater.400 I cre­di­ti dei la­vo­ra­to­ri de­ri­van­ti da un pia­no so­cia­le, sor­ti o di­ve­nu­ti esi­gi­bi­li nei sei me­si pre­ce­den­ti la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to o suc­ces­si­va­men­te.
b.
I cre­di­ti de­gli as­si­cu­ra­ti se­con­do la leg­ge fe­de­ra­le del 20 mar­zo 1981401 sull’as­si­cu­ra­­zio­ne in­for­tu­ni, co­me pu­re quel­li de­ri­van­ti dal­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le non ob­bli­ga­to­ria e i cre­di­ti de­gli isti­tu­ti di pre­vi­den­za del per­so­na­le nei con­fron­ti dei da­to­ri di la­vo­ro af­fi­lia­ti.
c.402 I cre­di­ti pe­cu­nia­ri per con­tri­bu­ti di man­te­ni­men­to e d’as­si­sten­za in vir­tù del di­rit­to di fa­mi­glia, co­me pu­re quel­li per con­tri­bu­ti di man­te­ni­men­to se­con­do la leg­ge del 18 giu­gno 2004403 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, sor­ti nei sei me­si pre­ce­den­ti la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to.

Se­con­da clas­se404

a.
I cre­di­ti di per­so­ne il cui pa­tri­mo­nio era af­fi­da­to al fal­li­to in vir­tù dell’au­to­ri­tà pa­ren­ta­le, per le som­me di cui egli, in ta­le qua­li­tà, sia di­ve­nu­to de­bi­to­re ver­so le me­de­si­me.
Que­sto pri­vi­le­gio va­le sol­tan­to quan­do il fal­li­men­to sia sta­to di­chia­ra­to du­ran­te l’au­to­ri­tà pa­ren­ta­le o en­tro l’an­no dal­la ces­sa­zio­ne del­la stes­sa.
b.
I cre­di­ti di con­tri­bu­ti con­for­me­men­te al­la leg­ge fe­de­ra­le del 20 di­cem­bre 1946405 sull’as­si­cu­ra­zio­ne per la vec­chia­ia e per i su­per­sti­ti, al­la leg­ge fe­de­ra­le del 19 giu­gno 1959406 sull’as­si­cu­­ra­zio­ne per l’in­va­li­di­tà, al­la leg­ge fe­de­ra­le del 20 mar­zo 1981 sull’as­si­cu­ra­zio­ne con­tro gli in­for­tu­ni, al­la leg­ge fe­de­ra­le del 25 set­tem­bre 1952407 sul­le in­den­ni­tà di per­di­ta di gua­da­gno in ca­so di ser­vi­zio mi­li­ta­re, ser­vi­zio ci­vi­le o ser­vi­zio di pro­te­zio­ne ci­vi­le e al­la leg­ge fe­de­ra­le del 25 giu­gno 1982408 sull’as­si­cu­ra­zio­ne ob­bli­ga­to­ria con­tro la di­soc­cu­pa­zio­ne e l’in­den­ni­tà per in­sol­ven­za.
c.
I cre­di­ti di pre­mi e par­te­ci­pa­zio­ni ai co­sti dell’as­si­cu­ra­zio­ne ma­lat­tie so­cia­le.
d.
I con­tri­bu­ti al­la Cas­sa uni­ca per gli as­se­gni fa­mi­lia­ri.
e.409...
f.410
I de­po­si­ti di cui all’ar­ti­co­lo 37a del­la leg­ge dell’8 no­vem­bre 1934411 sul­le ban­che.

Ter­za clas­se

Tut­ti gli al­tri cre­di­ti.412

5 Non si com­pu­ta­no nei ter­mi­ni sta­bi­li­ti per la pri­ma e se­con­da clas­se:

1.
la du­ra­ta del­la pro­ce­du­ra con­cor­da­ta­ria pre­ce­den­te la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to;
2.
la du­ra­ta di una cau­sa con­cer­nen­te il cre­di­to;
3.
in ca­so di li­qui­da­zio­ne in via di fal­li­men­to di un’ere­di­tà, il tem­po tra­scor­so tra il gior­no del­la mor­te e l’or­di­ne di li­qui­da­zio­ne.413

397Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 58 Tit. fin. CC, in vi­go­re dal 1° gen. 1912 (RU 24233Tit. fin. art. 60).

398 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 18 giu. 2010, in vi­go­re dal 1° dic. 2010 (RU 20104921; FF 2009 69416951). Ve­di an­che la di­sp. trans. di det­ta mod. al­la fi­ne del pre­sen­te te­sto.

399 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 18 giu. 2010, in vi­go­re dal 1° dic. 2010 (RU 20104921; FF 2009 69416951). Ve­di an­che la di­sp. trans. di det­ta mod. al­la fi­ne del pre­sen­te te­sto.

400 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 18 giu. 2010, in vi­go­re dal 1° dic. 2010 (RU 20104921; FF 2009 69416951). Ve­di an­che la di­sp. trans. di det­ta mod. al­la fi­ne del pre­sen­te te­sto.

401RS 832.20

402 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 16 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20055685; FF 20031165).

403 RS 211.231

404 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2000, in vi­go­re dal 1° gen. 2001 (RU 2000 2531; FF 1999 80778458).

405 RS 831.10

406 RS 831.20

407 RS 834.1. Ora : LF del 25 set. 1952 sul­le in­den­ni­tà di per­di­ta di gua­da­gno per chi pre­sta ser­vi­zio e in ca­so di ma­ter­ni­tà.

408 RS 837.0

409 In­tro­dot­ta dall’art. 111 n. 1 del­la LF del 12 giu. 2009 sull’IVA (RU 20095203; FF 20086033). Abro­ga­ta dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, con ef­fet­to dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

410 In­tro­dot­ta dall’all. n. 2 del­la LF del 18 mar. 2011 (Ga­ran­zia dei de­po­si­ti), in vi­go­re dal 1° set. 2011 (RU 2011 3919; FF 2010 3513).

411 RS 952.0

412Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

413In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 220

I. Rap­por­to tra le clas­si

 

1 I cre­di­to­ri del­la me­de­si­ma clas­se con­cor­ro­no fra lo­ro a pa­ri­tà di di­rit­to.

2 I cre­di­to­ri di una clas­se sus­se­guen­te non han­no al­cun di­rit­to se non do­po sod­di­sfat­ti quel­li del­la clas­se pre­ce­den­te.

Titolo settimo: Della liquidazione del fallimento

I. Della determinazione dell’attivo e della definizione della procedura 414

414Nuovo testo giusta il n. I della LF del 16 dic. 1994, in vigore dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 221

I. Del­la de­ter­mi­na­zio­ne dell’at­ti­vo e del­la de­fi­ni­zio­ne del­la pro­ce­du­ra

A. For­ma­zio­ne dell’in­ven­ta­rio

 

1 Ap­pe­na l’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti ab­bia ri­ce­vu­to co­mu­ni­ca­zio­ne del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to, pro­ce­de al­la for­ma­zio­ne dell’in­ven­ta­rio dei be­ni ap­par­te­nen­ti al­la mas­sa e pren­de i prov­ve­di­men­ti op­por­tu­ni per la lo­ro con­ser­va­zio­ne.

2 ...415

415Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, con ef­fet­to dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 222416

B. Ob­bli­go d’in­for­ma­re e di met­te­re a di­spo­si­zio­ne

 

1 Il fal­li­to è te­nu­to, sot­to mi­nac­cia di pe­na (art. 163 n. 1, 323 n. 4 CP417), a in­di­ca­re tut­ti i suoi be­ni all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne e a met­ter­li a sua di­spo­si­zio­ne.

2 Se il fal­li­to è mor­to o la­ti­tan­te, ta­le ob­bli­go in­com­be, sot­to mi­nac­cia di pe­na (art. 324 n. 1 CP), a tut­te le per­so­ne adul­te che con­vi­ve­va­no con lui.

3 Le per­so­ne men­zio­na­te ai ca­po­ver­si 1 e 2 de­vo­no, a ri­chie­sta dell’uf­fi­cia­le, apri­re i lo­ca­li e i ri­po­sti­gli. Se ne­ces­sa­rio, l’uf­fi­cia­le può chie­de­re l’aiu­to dell’au­to­ri­tà di po­li­zia.

4 I ter­zi che de­ten­go­no be­ni del fal­li­to o ver­so i qua­li que­sti van­ta cre­di­ti han­no, sot­to mi­nac­cia di pe­na (art. 324 n. 5 CP), lo stes­so ob­bli­go di in­for­ma­re e di met­te­re a di­spo­si­zio­ne del fal­li­to.

5 Le au­to­ri­tà han­no lo stes­so ob­bli­go di in­for­ma­re del fal­li­to.

6 L’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti ri­cor­da espli­ci­ta­men­te agli in­te­res­sa­ti i lo­ro ob­bli­ghi co­me pu­re le con­se­guen­ze pe­na­li dell’inos­ser­van­za.

416Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

417RS 311.0

Art. 223

C. Mi­su­re cau­te­la­ri

 

1 L’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti fa chiu­de­re im­me­dia­ta­men­te, con ap­po­si­zio­ne di si­gil­li, i ma­gaz­zi­ni, i de­po­si­ti di mer­ci, le of­fi­ci­ne, le bot­te­ghe ecc., quan­do non pos­sa­no es­se­re am­mi­ni­stra­ti con suf­fi­cien­te vi­gi­lan­za fi­no al­la pri­ma as­sem­blea418 dei cre­di­to­ri.

2 Es­so pren­de in cu­sto­dia il da­na­ro con­tan­te, le car­te-va­lo­ri, i li­bri di com­mer­cio e di fa­mi­glia e le al­tre car­te di qual­che im­por­tan­za.

3 Tut­ti gli al­tri be­ni, fin­ché non sia­no in­ven­ta­ria­ti, so­no po­sti sot­to si­gil­lo; i si­gil­li si pos­so­no ap­por­re di nuo­vo an­che do­po la re­gi­stra­zio­ne nell’in­ven­ta­rio, se l’uf­fi­cio lo re­pu­ta ne­ces­sa­rio.

4 L’uf­fi­cio prov­ve­de al­la cu­sto­dia de­gli og­get­ti che si tro­va­no fuo­ri dei lo­ca­li uti­liz­za­ti dal fal­li­to.

418Nuo­vo ter­mi­ne giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

Art. 224

D. Be­ni ne­ces­sa­ri

 

I be­ni enu­me­ra­ti nell’ar­ti­co­lo 92 so­no la­scia­ti a di­spo­si­zio­ne del fal­li­to, ma in­di­ca­ti ciò non­di­me­no nell’in­ven­ta­rio.

Art. 225

E. Di­rit­ti di ter­zi

1. Su co­se mo­bi­li

 

Le co­se in­di­ca­te co­me pro­prie­tà di ter­zi o ri­ven­di­ca­te da ter­zi de­vo­no ciò non ostan­te es­se­re in­ven­ta­ria­te, con men­zio­ne di ta­le cir­co­stan­za.

Art. 226419

2. Su fon­di

 

I di­rit­ti dei ter­zi sui fon­di del fal­li­to che ri­sul­ta­no dal re­gi­stro fon­dia­rio so­no an­no­ta­ti d’uf­fi­cio nell’in­ven­ta­rio.

419Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 227

F. Sti­ma

 

Nell’in­ven­ta­rio si in­di­ca il prez­zo di sti­ma di ogni sin­go­lo og­get­to.

Art. 228

G. Di­chia­ra­zio­ne del fal­li­to cir­ca l’in­ven­ta­rio

 

1 L’uf­fi­cio sot­to­po­ne l’in­ven­ta­rio al fal­li­to, in­vi­tan­do­lo a di­chia­ra­re se lo ri­co­no­sca esat­to e com­ple­to.

2 La di­chia­ra­zio­ne del fal­li­to è men­zio­na­ta nell’in­ven­ta­rio e dev’es­se­re sot­to­scrit­ta da lui.

Art. 229

H. Col­la­bo­ra­zio­ne e sus­si­sten­za del fal­li­to

 

1 Du­ran­te la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to, il fal­li­to è te­nu­to, sot­to mi­nac­cia di pe­na (art. 323 n. 5 CP420), a ri­ma­ne­re a di­spo­si­zio­ne dell’am­mi­ni­stra­zio­ne, a me­no che ne ven­ga di­spen­sa­to espres­sa­men­te. Se ne­ces­sa­rio, egli è tra­dot­to sul luo­go dall’au­to­ri­tà di po­li­zia. L’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to gli ri­cor­da espli­ci­ta­men­te il suo ob­bli­go co­me pu­re le con­se­guen­ze pe­na­li dell’inos­ser­van­za.421

2 L’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to può as­se­gnar­gli un equo soc­cor­so, spe­cial­men­te quan­do lo ob­bli­ghi a sta­re a sua di­spo­si­zio­ne.

3 L’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to de­ter­mi­na a qua­li con­di­zio­ni e fi­no a quan­do il fal­li­to e la sua fa­mi­glia pos­so­no ri­ma­ne­re nell’abi­ta­zio­ne, sem­pre­ché que­sta fac­cia par­te del­la mas­sa.422

420RS 311.0

421Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

422Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 230

I. So­spen­sio­ne del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to per man­can­za di at­ti­vi

1. In ge­ne­ra­le

 

1 Se è pre­ve­di­bi­le che la mas­sa non sa­rà suf­fi­cien­te per co­pri­re le spe­se del­la pro­ce­du­ra som­ma­ria, il giu­di­ce del fal­li­men­to or­di­na, su istan­za dell’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti, la so­spen­sio­ne del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to.423

2 L’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti pub­bli­ca la so­spen­sio­ne del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to. La pub­bli­ca­zio­ne av­ver­te che la pro­ce­du­ra sa­rà chiu­sa se en­tro die­ci gior­ni nes­sun cre­di­to­re ne chie­de­rà la con­ti­nua­zio­ne for­nen­do la ga­ran­zia ri­chie­sta per la quo­ta di spe­se non co­per­te dal­la mas­sa.424

3 Du­ran­te i due an­ni do­po la so­spen­sio­ne del­la li­qui­da­zio­ne, il de­bi­to­re può es­se­re escus­so an­che in via di pi­gno­ra­men­to.425

4 Do­po la so­spen­sio­ne del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to, le ese­cu­zio­ni pro­mos­se pri­ma del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to ri­pren­do­no il lo­ro cor­so. Il tem­po tra­scor­so tra la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to e la so­spen­sio­ne non si com­pu­ta nei ter­mi­ni pre­vi­sti dal­la pre­sen­te leg­ge.426

423Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

424Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

425In­tro­dot­to dall’art. 15 del­la LF del 28 set. 1949, in vi­go­re dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57).

426In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 230a427

2. Ere­di­tà al­le qua­li tut­ti gli ere­di han­no ri­nun­cia­to e per­so­ne giu­ri­di­che

 

1 Se la li­qui­da­zio­ne in via di fal­li­men­to di un’ere­di­tà al­la qua­le tut­ti gli ere­di han­no ri­nun­cia­to vie­ne so­spe­sa per man­can­za di at­ti­vi, gli ere­di pos­so­no esi­ge­re che gli at­ti­vi ap­par­te­nen­ti all’ere­di­tà sia­no ce­du­ti a lo­ro fa­vo­re o ad al­cu­ni di es­si, pur­ché i ri­chie­den­ti si di­chia­ri­no per­so­nal­men­te re­spon­sa­bi­li per il pa­ga­men­to dei cre­di­ti ga­ran­ti­ti da pe­gno e del­le spe­se di li­qui­da­zio­ne non co­per­te dal­la mas­sa. Se nes­sun ere­de se ne av­va­le, que­sto di­rit­to può es­se­re eser­ci­ta­to dai cre­di­to­ri o, in ca­so di lo­ro inat­ti­vi­tà, da ter­zi in­te­res­sa­ti.

2 Se la mas­sa di una per­so­na giu­ri­di­ca in fal­li­men­to com­pren­de va­lo­ri gra­va­ti da di­rit­ti di pe­gno e la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to è sta­ta so­spe­sa per man­can­za di at­ti­vi, ogni cre­di­to­re pi­gno­ra­ti­zio può non­di­me­no pre­ten­de­re dall’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti la rea­liz­za­zio­ne del pro­prio pe­gno. L’uf­fi­cio im­par­ti­sce un ter­mi­ne.

3 In man­can­za di una ces­sio­ne ai sen­si del ca­po­ver­so 1 e se nes­sun cre­di­to­re do­man­da la rea­liz­za­zio­ne del pro­prio pe­gno en­tro il ter­mi­ne sta­bi­li­to dall’uf­fi­cio, gli at­ti­vi, pre­vio pre­le­va­men­to del­le spe­se, so­no de­vo­lu­ti al­lo Sta­to con gli one­ri che li gra­va­no ma sen­za le ob­bli­ga­zio­ni per­so­na­li, sem­pre­ché l’au­to­ri­tà can­to­na­le com­pe­ten­te non ri­fiu­ti la de­vo­lu­zio­ne.

4 Se l’au­to­ri­tà can­to­na­le com­pe­ten­te ri­fiu­ta la de­vo­lu­zio­ne, l’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti pro­ce­de al­la rea­liz­za­zio­ne de­gli at­ti­vi.

427In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 231428

K. Li­qui­da­zio­ne som­ma­ria

 

1 L’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti pro­po­ne al giu­di­ce del fal­li­men­to di pro­ce­de­re al­la li­qui­da­zio­ne se­con­do la pro­ce­du­ra som­ma­ria quan­do con­sta­ta che:

1.
il ri­ca­vo del­la rea­liz­za­zio­ne dei be­ni in­ven­ta­ria­ti non sa­rà pre­ve­di­bil­men­te suf­fi­cien­te per co­pri­re le spe­se del­la pro­ce­du­ra or­di­na­ria; o
2.
il ca­so è sem­pli­ce.

2 Se il giu­di­ce è del­lo stes­so pa­re­re, la mas­sa è li­qui­da­ta con la pro­ce­du­ra som­ma­ria, sem­pre­ché pri­ma del­la ri­par­ti­zio­ne del­la som­ma ri­ca­va­ta nes­sun cre­di­to­re chie­da che si pro­ce­da se­con­do la pro­ce­du­ra or­di­na­ria di fal­li­men­to, for­nen­do una ga­ran­zia suf­fi­cien­te per le spe­se pre­su­mi­bil­men­te non co­per­te.

3 La li­qui­da­zio­ne som­ma­ria ha luo­go se­con­do le re­go­le del­la pro­ce­du­ra or­di­na­ria, fat­te sal­ve le ec­ce­zio­ni se­guen­ti:

1.
Di re­go­la non han­no luo­go as­sem­blee dei cre­di­to­ri. Tut­ta­via, se in ra­gio­ne di cir­co­stan­ze par­ti­co­la­ri una con­sul­ta­zio­ne dei cre­di­to­ri sem­bra op­por­tu­na, l’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti può riu­nir­li in as­sem­blea o pro­vo­ca­re una lo­ro ri­so­lu­zio­ne per mez­zo di cir­co­la­re.
2.
Al­lo sca­de­re del ter­mi­ne per le in­si­nua­zio­ni (art. 232 cpv. 2 n. 2), l’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti pro­ce­de al­la rea­liz­za­zio­ne; es­so os­ser­va le di­spo­si­zio­ni de­gli ar­ti­co­li 256 ca­po­ver­si 2 a 4 e tie­ne con­to con il mag­gior ri­guar­do pos­si­bi­le de­gli in­te­res­si dei cre­di­to­ri. I fon­di pos­so­no es­se­re rea­liz­za­ti sol­tan­to do­po che sia sta­to al­le­sti­to l’elen­co de­gli one­ri.
3.
L’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti de­si­gna i be­ni ne­ces­sa­ri nell’in­ven­ta­rio e lo de­po­si­ta in­sie­me con la gra­dua­to­ria.
4.
Non è ne­ces­sa­rio de­po­si­ta­re lo sta­to di ri­par­ti­zio­ne.

428Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

II. Della grida e della convocazione dei creditori 429

429Prima avanti l’art. 231.

Art. 232

II. Del­la gri­da e del­la con­vo­ca­zio­ne dei cre­di­to­ri

A. Pub­bli­ca­zio­ne

 

1 L’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti pub­bli­ca la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to non ap­pe­na sia sta­to de­ci­so se si pro­ce­de­rà al­la li­qui­da­zio­ne or­di­na­ria o a quel­la som­ma­ria.430

2 La pub­bli­ca­zio­ne con­tie­ne:

1.
la de­si­gna­zio­ne del fal­li­to e del suo do­mi­ci­lio, non­ché la da­ta del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to;
2.431 l’in­giun­zio­ne ai cre­di­to­ri del fal­li­to e a tut­ti co­lo­ro che van­ta­no pre­te­se sui be­ni che so­no in suo pos­ses­so d’in­si­nua­re all’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti, en­tro un me­se dal­la pub­bli­ca­zio­ne, i lo­ro cre­di­ti o le lo­ro pre­te­se in­sie­me con i mez­zi di pro­va (ri­co­no­sci­men­ti di de­bi­to, estrat­ti di li­bri ecc.);
3.432 l’in­giun­zio­ne ai de­bi­to­ri del fal­li­to di an­nun­ciar­si all’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti en­tro il ter­mi­ne per le in­si­nua­zio­ni, non­ché l’av­ver­ten­za cir­ca le con­se­guen­ze pe­na­li dell’omis­sio­ne (art. 324 n. 2 CP433);
4.434 l’in­giun­zio­ne a co­lo­ro che pos­seg­go­no og­get­ti del fal­li­to a ti­to­lo di pe­gno o per al­tro ti­to­lo, di por­li a di­spo­si­zio­ne dell’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti en­tro il ter­mi­ne per le in­si­nua­zio­ni, non­ché l’av­ver­ten­za cir­ca le con­se­guen­ze pe­na­li dell’omis­sio­ne (art. 324 n. 3 CP) e l’av­vi­so che, ove que­sta non sia giu­sti­fi­ca­ta, i di­rit­ti di pre­la­zio­ne sa­ran­no estin­ti;
5.435 la con­vo­ca­zio­ne del­la pri­ma as­sem­blea dei cre­di­to­ri, che de­ve aver luo­go al più tar­di en­tro ven­ti gior­ni dal­la pub­bli­ca­zio­ne e al­la qua­le pos­so­no in­ter­ve­ni­re an­che i con­de­bi­to­ri e i fi­de­ius­so­ri del fal­li­to, co­me pu­re gli ob­bli­ga­ti in via di re­gres­so;
6.436 l’av­ver­ten­za che per gli in­te­res­sa­ti re­si­den­ti all’este­ro l’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti va­le qua­le luo­go per la no­ti­fi­ca­zio­ne, fin­tan­to che non ne ven­ga de­si­gna­to un al­tro in Sviz­ze­ra.

430Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

431Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

432Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

433RS 311.0

434Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

435Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

436In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 233

B. Av­vi­so spe­cia­le ai cre­di­to­ri

 

L’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti tra­smet­te un esem­pla­re non rac­co­man­da­to del­la pub­bli­ca­zio­ne a tut­ti i cre­di­to­ri dei qua­li sia­no co­no­sciu­ti il no­me e la di­mo­ra.

Art. 234437

C. Ca­si spe­cia­li

 

Se, pri­ma del­la li­qui­da­zio­ne di un’ere­di­tà al­la qua­le tut­ti gli ere­di ab­bia­no ri­nun­cia­to o nel cor­so di una pro­ce­du­ra con­cor­da­ta­ria pre­ce­den­te il fal­li­men­to, ha già avu­to luo­go una gri­da ai cre­di­to­ri, l’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti ri­du­ce il ter­mi­ne per le in­si­nua­zio­ni a die­ci gior­ni, co­mu­ni­can­do nel­la pub­bli­ca­zio­ne che i cre­di­to­ri già in­si­nua­ti­si so­no di­spen­sa­ti dal far­lo una se­con­da vol­ta.

437Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1). Cor­re­zio­ne del­la CdR dell’AF, pub­bli­ca­ta il 14 mar. 2017 (RU 2017 2165).

III. Dell’amministrazione della massa

Art. 235

III. Dell’am­mi­ni­stra­zio­ne del­la mas­sa

A. Pri­ma as­sem­blea dei cre­di­to­ri

1. Co­sti­tu­zio­ne e quo­rum

 

1 Nel­la pri­ma as­sem­blea dei cre­di­to­ri un fun­zio­na­rio dell’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti di­ri­ge le de­li­be­ra­zio­ni e co­sti­tui­sce con due cre­di­to­ri scel­ti da lui la pre­si­den­za (bu­rò).

2 La pre­si­den­za de­ci­de sull’am­mis­sio­ne di per­so­ne che, sen­za es­se­re sta­te in­vi­ta­te par­ti­co­lar­men­te, in­ten­da­no pren­der par­te al­le de­li­be­ra­zio­ni.

3 L’as­sem­blea è co­sti­tui­ta le­gal­men­te quan­do il nu­me­ro dei cre­di­to­ri pre­sen­ti o rap­pre­sen­ta­ti rag­giun­ga al­me­no il quar­to dei cre­di­to­ri co­no­sciu­ti. Ove sia­no sol­tan­to quat­tro o me­no, pos­so­no de­li­be­ra­re va­li­da­men­te, pur­ché co­sti­tui­sca­no al­me­no la me­tà dei cre­di­to­ri co­no­sciu­ti.

4 L’as­sem­blea de­li­be­ra a mag­gio­ran­za as­so­lu­ta dei cre­di­to­ri vo­tan­ti. A pa­ri­tà di vo­ti, pre­va­le quel­lo del pre­si­den­te. La pre­si­den­za de­ci­de sul­le con­te­sta­zio­ni re­la­ti­ve al com­pu­to dei vo­ti.438

438Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 236439

2. Man­can­za di quo­rum

 

Se l’as­sem­blea non può es­se­re co­sti­tui­ta, l’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti lo con­sta­ta. Es­so in­for­ma i cre­di­to­ri pre­sen­ti sul­lo sta­to del­la mas­sa e am­mi­ni­stra la stes­sa si­no al­la se­con­da as­sem­blea dei cre­di­to­ri.

439Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 237

3. Com­pe­ten­ze

a. De­si­gna­zio­ne dell’am­mi­ni­stra­zio­ne e di una de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri

 

1 Co­sti­tui­ta l’as­sem­blea, l’uf­fi­cio pre­sen­ta una re­la­zio­ne sull’in­ven­ta­rio e sul­la mas­sa.

2 L’as­sem­blea de­li­be­ra se in­ten­de af­fi­da­re l’am­mi­ni­stra­zio­ne all’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti op­pu­re ad una o più per­so­ne di sua scel­ta.

3 In en­tram­bi i ca­si, l’as­sem­blea può co­sti­tui­re fra i suoi mem­bri una de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri, al­la qua­le so­no af­fi­da­ti, se l’as­sem­blea non de­ci­de al­tri­men­ti, i se­guen­ti com­pi­ti:440

1.
vi­gi­la­re sul­la ge­stio­ne dell’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to, dar pa­re­ri sul­le que­stio­ni ad es­sa sot­to­po­ste dall’am­mi­ni­stra­zio­ne, fa­re op­po­si­zio­ne ad ogni prov­ve­di­men­to con­tra­rio agli in­te­res­si dei cre­di­to­ri;
2.
au­to­riz­za­re la con­ti­nua­zio­ne del com­mer­cio o dell’in­du­stria del fal­li­to, de­ter­mi­nan­do­ne le con­di­zio­ni;
3.
ap­pro­va­re i con­ti, au­to­riz­za­re a sta­re in giu­di­zio, a tran­si­ge­re e com­pro­met­te­re;
4.
op­por­si ai cre­di­ti am­mes­si dall’am­mi­ni­stra­zio­ne;
5.
au­to­riz­za­re ri­par­ti­zio­ni prov­vi­so­rie du­ran­te la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to.

440Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 238

b. De­li­be­ra­zio­ni su que­stio­ni ur­gen­ti

 

1 L’as­sem­blea dei cre­di­to­ri può de­li­be­ra­re su que­stio­ni la cui so­lu­zio­ne non am­met­ta in­du­gio, in par­ti­co­la­re cir­ca la con­ti­nua­zio­ne dell’in­du­stria o del com­mer­cio del fal­li­to, cir­ca il te­ne­re aper­te le of­fi­ci­ne, i ma­gaz­zi­ni e le bot­te­ghe del­lo stes­so, cir­ca la pro­se­cu­zio­ne del­le cau­se pen­den­ti e le ven­di­te a trat­ta­ti­ve pri­va­te.

2 Se il fal­li­to pro­po­ne un con­cor­da­to, l’as­sem­blea può so­spen­de­re la li­qui­da­zio­ne.441

441Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 239

4. Im­pu­gna­zio­ne del­le de­li­be­ra­zio­ni

 

1 Le de­li­be­ra­zio­ni dell’as­sem­blea pos­so­no es­se­re de­fe­ri­te, en­tro cin­que gior­ni, all’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za.442

2 L’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za de­ci­de a bre­ve ter­mi­ne, udi­to l’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti e, se lo giu­di­chi op­por­tu­no, il ri­cor­ren­te ed i cre­di­to­ri che ne fac­cia­no istan­za.

442Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 240

B. Am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to

1. Com­pi­ti in ge­ne­ra­le

 

L’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to cu­ra gli in­te­res­si del­la mas­sa e prov­ve­de al­la sua li­qui­da­zio­ne. Es­sa rap­pre­sen­ta la mas­sa in giu­di­zio.

Art. 241443

2. Si­tua­zio­ne dell’am­mi­ni­stra­zio­ne spe­cia­le

 

Le di­spo­si­zio­ni con­te­nu­te ne­gli ar­ti­co­li 8 a 11, 13, 14 ca­po­ver­so 2 nu­me­ri 1, 2 e 4, non­ché 17 a 19, 34 e 35 val­go­no an­che per l’am­mi­ni­stra­zio­ne spe­cia­le del fal­li­men­to.

443Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 242444

3. Ri­ven­di­ca­zio­ne di ter­zi e del­la mas­sa

 

1 L’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to de­ci­de se le co­se ri­ven­di­ca­te da un ter­zo de­vo­no es­se­re re­sti­tui­te.

2 Se ri­tie­ne in­fon­da­ta la pre­te­sa del ter­zo, l’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to gli im­par­ti­sce un ter­mi­ne di ven­ti gior­ni per pro­muo­ve­re l’azio­ne avan­ti al giu­di­ce del luo­go del fal­li­men­to. Se il ter­zo non os­ser­va que­sto ter­mi­ne, il di­rit­to è pe­ren­to.

3 La mas­sa che ri­ven­di­ca co­me pro­prie­tà del fal­li­to be­ni mo­bi­li in pos­ses­so o co­pos­ses­so di ter­zi op­pu­re fon­di iscrit­ti nel re­gi­stro fon­dia­rio a no­me di ter­zi de­ve pro­muo­ve­re azio­ne con­tro di es­si.

444Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 242a445

3a. Re­sti­tu­zio­ne di be­ni crit­to­gra­fi­ci

 

1 L’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to de­ci­de se de­vo­no es­se­re re­sti­tui­ti i be­ni crit­to­gra­fi­ci di cui il fal­li­to ha la fa­col­tà di di­spor­re al mo­men­to del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to e che so­no ri­ven­di­ca­ti da un ter­zo.

2 La pre­te­sa del ter­zo è fon­da­ta se il fal­li­to si è im­pe­gna­to a met­te­re in ogni mo­men­to a di­spo­si­zio­ne del ter­zo i be­ni crit­to­gra­fi­ci e que­sti so­no at­tri­bui­ti:

a.
in­di­vi­dual­men­te al ter­zo; o
b.
a una co­mu­nio­ne e la par­te che spet­ta al ter­zo è chia­ra­men­te de­ter­mi­na­ta.

3 Se ri­tie­ne in­fon­da­ta la pre­te­sa del ter­zo, l’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to gli im­par­ti­sce un ter­mi­ne di ven­ti gior­ni per pro­muo­ve­re l’azio­ne avan­ti al giu­di­ce del luo­go del fal­li­men­to. Se il ter­zo non os­ser­va que­sto ter­mi­ne, il di­rit­to è pe­ren­to.

4 Le spe­se per la re­sti­tu­zio­ne so­no a ca­ri­co del ri­chie­den­te. L’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to può pre­ten­de­re una con­ve­nien­te an­ti­ci­pa­zio­ne del­le me­de­si­me.

445In­tro­dot­to dal n. I 2 del­la LF del 25 set. 2020 sull’ade­gua­men­to del di­rit­to fe­de­ra­le agli svi­lup­pi del­la tec­no­lo­gia di re­gi­stro di­stri­bui­to, in vi­go­re dal 1° ago. 2021 (RU 2021 33, 399; FF 2020 221).

Art. 242b446

3b. Ac­ces­so ai da­ti e lo­ro re­sti­tu­zio­ne

 

1 Il ter­zo che di­mo­stra un di­rit­to le­ga­le o con­trat­tua­le ai da­ti di cui la mas­sa ha la fa­col­tà di di­spor­re può, a se­con­da del ti­po di di­rit­to, chie­de­re l’ac­ces­so a ta­li da­ti o la lo­ro re­sti­tu­zio­ne da par­te del­la mas­sa.

2 Se ri­tie­ne in­fon­da­ta la pre­te­sa del ter­zo, l’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to gli im­par­ti­sce un ter­mi­ne di ven­ti gior­ni per pro­muo­ve­re l’azio­ne avan­ti al giu­di­ce del luo­go del fal­li­men­to. I da­ti non pos­so­no es­se­re di­strut­ti o rea­liz­za­ti pri­ma del pas­sag­gio in giu­di­ca­to del­la de­ci­sio­ne del giu­di­ce.

3 Le spe­se per l’ac­ces­so ai da­ti o per la lo­ro re­sti­tu­zio­ne so­no a ca­ri­co del ri­chie­den­te. L’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to può pre­ten­de­re una con­ve­nien­te an­ti­ci­pa­zio­ne del­le me­de­si­me.

4 È fat­to sal­vo il di­rit­to d’ac­ces­so se­con­do le di­spo­si­zio­ni fe­de­ra­li o can­to­na­li sul­la pro­te­zio­ne dei da­ti.

446In­tro­dot­to dal n. I 2 del­la LF del 25 set. 2020 sull’ade­gua­men­to del di­rit­to fe­de­ra­le agli svi­lup­pi del­la tec­no­lo­gia di re­gi­stro di­stri­bui­to, in vi­go­re dal 1° ago. 2021 (RU 2021 33, 399; FF 2020 221).

Art. 243

4. Ri­scos­sio­ne dei cre­di­ti. Rea­liz­za­zio­ne d’ur­gen­za

 

1 L’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to ri­scuo­te i cre­di­ti li­qui­di e sca­du­ti del­la mas­sa; oc­cor­ren­do, in via di ese­cu­zio­ne.

2 L’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to rea­liz­za sen­za in­du­gio gli og­get­ti espo­sti a ra­pi­do de­prez­za­men­to, che ri­chie­do­no una ma­nu­ten­zio­ne co­sto­sa o la cui con­ser­va­zio­ne com­por­ta spe­se ec­ces­si­ve. Es­sa può inol­tre or­di­na­re la rea­liz­za­zio­ne im­me­dia­ta di car­te­va­lo­ri e al­tri og­get­ti che han­no un prez­zo di bor­sa o di mer­ca­to.447

3 Gli al­tri be­ni del­la mas­sa so­no rea­liz­za­ti sol­tan­to do­po la se­con­da as­sem­blea dei cre­di­to­ri.

447Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

IV. Della verificazione dei crediti e della graduazione dei creditori

Art. 244

IV. Del­la ve­ri­fi­ca­zio­ne dei cre­di­ti e del­la gra­dua­zio­ne dei cre­di­to­ri

A. Esa­me del­le in­si­nua­zio­ni

 

Tra­scor­so il ter­mi­ne per le in­si­nua­zio­ni, l’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to esa­mi­na i cre­di­ti in­si­nua­ti e fa le ne­ces­sa­rie ve­ri­fi­ca­zio­ni. Su cia­scu­na in­si­nua­zio­ne chie­de la di­chia­ra­zio­ne del fal­li­to.

Art. 245

B. De­ci­sio­ne

 

L’am­mi­ni­stra­zio­ne de­ci­de sull’am­mis­sio­ne dei sin­go­li cre­di­ti sen­za es­se­re vin­co­la­ta al­la di­chia­ra­zio­ne del fal­li­to.

Art. 246448

C. Cre­di­ti am­mes­si d’uf­fi­cio

 

I cre­di­ti ri­sul­tan­ti dal re­gi­stro fon­dia­rio, an­che se non so­no in­si­nua­ti, so­no am­mes­si, con gli in­te­res­si in cor­so, al pas­si­vo del fal­li­men­to.

448Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 247449

D. Gra­dua­to­ria

1. For­ma­zio­ne

 

1 En­tro ses­san­ta gior­ni dal­lo sca­de­re del ter­mi­ne per le in­si­nua­zio­ni, l’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to for­ma lo sta­to di gra­dua­zio­ne dei cre­di­ti («gra­dua­to­ria», art. 219 e 220).

2 Se un fon­do fa par­te del­la mas­sa, l’am­mi­ni­stra­zio­ne com­pi­la en­tro lo stes­so ter­mi­ne un elen­co de­gli one­ri che lo gra­va­no (di­rit­ti di pe­gno, ser­vi­tù, one­ri fon­dia­ri e di­rit­ti per­so­na­li an­no­ta­ti). L’elen­co de­gli one­ri co­sti­tui­sce par­te in­te­gran­te del­la gra­dua­to­ria.

3 Se è sta­ta co­sti­tui­ta una de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri, l’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to sot­to­po­ne al­la sua ap­pro­va­zio­ne la gra­dua­to­ria e l’elen­co de­gli one­ri; la de­le­ga­zio­ne può mo­di­fi­car­li en­tro die­ci gior­ni.

4 L’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za può, all’oc­cor­ren­za, pro­ro­ga­re que­sti ter­mi­ni.

449Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 248

2. Cre­di­ti ri­get­ta­ti

 

Nel­la gra­dua­to­ria è fat­ta men­zio­ne an­che dei cre­di­ti ri­get­ta­ti, con l’in­di­ca­zio­ne dei mo­ti­vi del ri­get­to.

Art. 249

3. De­po­si­to del­la gra­dua­to­ria e av­vi­so spe­cia­le

 

1 La gra­dua­to­ria vie­ne de­po­si­ta­ta per l’ispe­zio­ne pres­so l’uf­fi­cio.

2 L’am­mi­ni­stra­zio­ne ne av­ver­te con pub­bli­co av­vi­so i cre­di­to­ri.

3 Co­lo­ro i cui cre­di­ti fu­ro­no in tut­to o in par­te ri­get­ta­ti o non fu­ro­no col­lo­ca­ti nel gra­do do­man­da­to ri­ce­vo­no spe­cia­le av­vi­so del de­po­si­to e del ri­get­to.

Art. 250450

4. Con­te­sta­zio­ne del­la gra­dua­to­ria

 

1 Il cre­di­to­re che in­ten­de con­te­sta­re la gra­dua­to­ria poi­ché il suo cre­di­to è sta­to, in tut­to o in par­te, ri­get­ta­to o non è sta­to col­lo­ca­to nel gra­do ri­ven­di­ca­to, de­ve pro­muo­ve­re l’azio­ne avan­ti al giu­di­ce del luo­go del fal­li­men­to, en­tro ven­ti gior­ni dal­la pub­bli­ca­zio­ne del de­po­si­to del­la gra­dua­to­ria.

2 Se egli con­te­sta il cre­di­to o il gra­do di un al­tro cre­di­to­re, l’azio­ne de­ve es­se­re pro­mos­sa con­tro l’in­te­res­sa­to. Se la do­man­da è am­mes­sa, il ri­par­to de­sti­na­to se­con­do lo sta­to di ri­par­ti­zio­ne al con­ve­nu­to ser­ve al sod­di­sfa­ci­men­to dell’at­to­re fi­no a con­cor­ren­za del suo in­te­ro cre­di­to, com­pre­se le spe­se pro­ces­sua­li. L’even­tua­le ec­ce­den­za è ri­par­ti­ta se­con­do la gra­dua­to­ria ret­ti­fi­ca­ta.

3 ...451

450Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

451 Abro­ga­to dall’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

Art. 251

5. In­si­nua­zio­ni tar­di­ve

 

1 Le in­si­nua­zio­ni tar­di­ve so­no am­mes­se fi­no al­la chiu­su­ra del fal­li­men­to.

2 Il cre­di­to­re de­ve pa­ga­re le spe­se ca­gio­na­te dal ri­tar­do e può es­se­re co­stret­to ad una con­ve­nien­te an­ti­ci­pa­zio­ne.

3 Egli non ha al­cun di­rit­to sul­le ri­par­ti­zio­ni prov­vi­so­rie fat­te pri­ma del­la sua in­si­nua­zio­ne.

4 Se l’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to ri­tie­ne giu­sti­fi­ca­ta l’in­si­nua­zio­ne tar­di­va, mo­di­fi­ca la gra­dua­to­ria e pub­bli­ca le mo­di­fi­ca­zio­ni.

5 È ap­pli­ca­bi­le l’ar­ti­co­lo 250.

V. Della liquidazione della massa

Art. 252

V. Del­la li­qui­da­zio­ne del­la mas­sa

A. Se­con­da as­sem­blea dei cre­di­to­ri

1. Con­vo­ca­zio­ne

 

1 Do­po aver de­po­si­ta­to la gra­dua­to­ria, l’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to con­vo­ca ad una se­con­da as­sem­blea i cre­di­to­ri i cui cre­di­ti non so­no sta­ti ri­get­ta­ti de­fi­ni­ti­va­men­te. L’av­vi­so di con­vo­ca­zio­ne de­ve es­se­re in­via­to al­me­no ven­ti gior­ni pri­ma dell’as­sem­blea.452

2 Qua­lo­ra in que­st’as­sem­blea si deb­ba de­li­be­ra­re su un con­cor­da­to, l’av­vi­so di con­vo­ca­zio­ne ne fa men­zio­ne.453

3 L’as­sem­blea è pre­sie­du­ta da un mem­bro dell’am­mi­ni­stra­zio­ne. Si ap­pli­ca per ana­lo­gia l’ar­ti­co­lo 235 ca­po­ver­si 3 e 4.

452Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

453Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 253

2. Com­pe­ten­za

 

1 L’am­mi­ni­stra­zio­ne pre­sen­ta all’as­sem­blea una re­la­zio­ne par­ti­co­la­reg­gia­ta sull’an­da­men­to del­la ge­stio­ne, non­ché sul­lo sta­to at­ti­vo e pas­si­vo.

2 L’as­sem­blea de­li­be­ra sul­la con­fer­ma dell’am­mi­ni­stra­zio­ne ed even­tual­men­te del­la de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri; es­sa or­di­na inap­pel­la­bil­men­te quan­to ri­chie­de la ge­stio­ne del fal­li­men­to.

Art. 254454

3. Man­can­za di quo­rum

 

Se l’as­sem­blea non può es­se­re co­sti­tui­ta, l’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to lo con­sta­ta e in­for­ma i cre­di­to­ri pre­sen­ti sul­lo sta­to del­la mas­sa. L’am­mi­ni­stra­zio­ne e la de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri ri­man­go­no in fun­zio­ne si­no al­la chiu­su­ra del­la li­qui­da­zio­ne.

454Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 255455

B. Ul­te­rio­ri as­sem­blee dei cre­di­to­ri

 

Ul­te­rio­ri as­sem­blee dei cre­di­to­ri so­no con­vo­ca­te, qua­lo­ra un quar­to dei cre­di­to­ri o la de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri ne fac­cia do­man­da, op­pu­re l’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to lo re­pu­ti ne­ces­sa­rio.

455Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 255a456

C. De­li­be­ra­zio­ni per mez­zo di cir­co­la­re

 

1 Nei ca­si ur­gen­ti o se non è sta­to pos­si­bi­le co­sti­tui­re una del­le as­sem­blee dei cre­di­to­ri, l’am­mi­ni­stra­zio­ne può sot­to­por­re pro­po­ste ai cre­di­to­ri per mez­zo di cir­co­la­re. Una pro­po­sta è ac­cet­ta­ta quan­do la mag­gio­ran­za dei cre­di­to­ri la ap­pro­va, espli­ci­ta­men­te o ta­ci­ta­men­te, en­tro il ter­mi­ne im­par­ti­to.

2 Se non si co­no­sco­no tut­ti i cre­di­to­ri, l’am­mi­ni­stra­zio­ne può inol­tre pub­bli­ca­re le sue pro­po­ste.

456In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 256

D. Mo­do di rea­liz­za­zio­ne

 

1 I be­ni ap­par­te­nen­ti al­la mas­sa so­no rea­liz­za­ti per cu­ra dell’am­mi­ni­stra­zio­ne ai pub­bli­ci in­can­ti o, se i cre­di­to­ri lo de­li­be­ra­no, a trat­ta­ti­ve pri­va­te.

2 I be­ni co­sti­tui­ti in pe­gno non pos­so­no es­se­re rea­liz­za­ti in mo­do di­ver­so dai pub­bli­ci in­can­ti se non col con­sen­so dei cre­di­to­ri pi­gno­ra­ti­zi.

3 I be­ni di co­spi­cuo va­lo­re e i fon­di pos­so­no es­se­re rea­liz­za­ti a trat­ta­ti­ve pri­va­te sol­tan­to se è sta­ta da­ta la pos­si­bi­li­tà ai cre­di­to­ri di for­mu­la­re of­fer­te su­pe­rio­ri.457

4 Le pre­te­se fon­da­te su­gli ar­ti­co­li 286 a 288 non pos­so­no es­se­re rea­liz­za­te ai pub­bli­ci in­can­ti né al­tri­men­ti alie­na­te.458

457In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

458In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 257

E. Pub­bli­ci in­can­ti

1. Pub­bli­ca­zio­ne

 

1 Il luo­go, il gior­no e l’ora dell’in­can­to so­no re­si pub­bli­ca­men­te no­ti.

2 Ove sia­no da rea­liz­za­re fon­di, il ban­do dev’es­se­re pub­bli­ca­to al­me­no un me­se pri­ma dell’in­can­to e in­di­ca­re il gior­no dal qua­le le con­di­zio­ni dell’in­can­to sa­ran­no de­po­si­ta­te, per l’ispe­zio­ne, pres­so l’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti.

3 Un esem­pla­re del ban­do sa­rà no­ti­fi­ca­to ad ogni sin­go­lo cre­di­to­re ipo­te­ca­rio con l’in­di­ca­zio­ne del prez­zo di sti­ma.

Art. 258459

2. Ag­giu­di­ca­zio­ne

 

1 Do­po tre chia­ma­te, gli og­get­ti da rea­liz­za­re so­no ag­giu­di­ca­ti al mag­gior of­fe­ren­te.

2 In ca­so di rea­liz­za­zio­ne di un fon­do so­no ap­pli­ca­bi­li le di­spo­si­zio­ni dell’ar­ti­co­lo 142 ca­po­ver­si 1 e 3. I cre­di­to­ri pos­so­no inol­tre sta­bi­li­re un prez­zo d’ag­giu­di­ca­zio­ne mi­ni­mo per il pri­mo in­can­to.460

459Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 16 del­la LF del 28 set. 1949, in vi­go­re dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57).

460Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 259461

3. Con­di­zio­ni dell’in­can­to

 

Al­le con­di­zio­ni dell’in­can­to si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia gli ar­ti­co­li 128, 129, 132a, 134 a 137 e 143. Le fun­zio­ni dell’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne spet­ta­no all’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to.

461Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 260

F. Ces­sio­ne dei di­rit­ti

 

1 Ogni cre­di­to­re ha di­rit­to di chie­de­re la ces­sio­ne di quel­le pre­te­se al­le qua­li ri­nun­cia la mas­sa dei cre­di­to­ri.

2 La som­ma ri­ca­va­ta, de­dot­te le spe­se, ser­ve a co­pri­re i cre­di­ti dei ces­sio­na­ri se­con­do il lo­ro gra­do ri­spet­ti­vo. L’ec­ce­den­za sa­rà ver­sa­ta al­la mas­sa.

3 Una pre­te­sa può es­se­re rea­liz­za­ta con­for­me­men­te all’ar­ti­co­lo 256, se la mas­sa dei cre­di­to­ri ri­nun­cia a far­la va­le­re e nes­su­no di es­si ne do­man­da la ces­sio­ne.462

462In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

VI. Della ripartizione

Art. 261

VI. Del­la ri­par­ti­zio­ne

A. Sta­to di ri­par­ti­zio­ne e con­to fi­na­le

 

In­cas­sa­ta la som­ma ri­ca­va­ta da tut­ta la mas­sa e di­ve­nu­ta de­fi­ni­ti­va la gra­dua­to­ria, l’am­mi­ni­stra­zio­ne com­pi­la lo sta­to di ri­par­ti­zio­ne ed il con­to fi­na­le.

Art. 262463

B. Spe­se

 

1 Si pre­le­va­no in pri­mo luo­go tut­te le spe­se ca­gio­na­te dal­la di­chia­ra­zio­ne e dal­la li­qui­da­zio­ne del fal­li­men­to, non­ché dal­la for­ma­zio­ne dell’in­ven­ta­rio.

2 Sul­la som­ma ri­ca­va­ta da­gli og­get­ti co­sti­tui­ti in pe­gno si pre­le­va­no sol­tan­to le spe­se d’in­ven­ta­rio, di am­mi­ni­stra­zio­ne e di rea­liz­za­zio­ne del pe­gno.

463Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 263

C. De­po­si­to del­lo sta­to di ri­par­ti­zio­ne e del con­to fi­na­le

 

1 Lo sta­to di ri­par­ti­zio­ne ed il con­to fi­na­le so­no de­po­si­ta­ti per die­ci gior­ni pres­so l’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti.

2 Il de­po­si­to è no­ti­fi­ca­to a cia­scun cre­di­to­re in­sie­me ad un estrat­to ri­guar­dan­te il suo ri­par­to.

Art. 264

D. Ri­par­ti­zio­ne

 

1 Ap­pe­na tra­scor­so il ter­mi­ne del de­po­si­to, l’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to pro­ce­de al­la ri­par­ti­zio­ne.

2 So­no ap­pli­ca­bi­li per ana­lo­gia le di­spo­si­zio­ni dell’ar­ti­co­lo 150.

3 I ri­par­ti spet­tan­ti ai cre­di­ti sot­to­po­sti a con­di­zio­ne so­spen­si­va od a sca­den­za in­cer­ta so­no de­po­si­ta­ti pres­so lo sta­bi­li­men­to dei de­po­si­ti.

Art. 265

E. At­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni

1. Con­te­nu­to ed ef­fet­ti

 

1 All’at­to del­la ri­par­ti­zio­ne fi­na­le cia­scun cre­di­to­re ri­ce­ve, per l’am­mon­ta­re ri­ma­sto sco­per­to del suo cre­di­to, un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni, nel qua­le si in­di­ca se il cre­di­to sia sta­to ri­co­no­sciu­to o con­te­sta­to dal fal­li­to. Nel pri­mo ca­so, l’at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni va­le co­me ri­co­no­sci­men­to di de­bi­to a’ sen­si dell’ar­ti­co­lo 82.

2 L’at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni per­met­te di chie­de­re il se­que­stro e pro­du­ce gli ef­fet­ti enun­cia­ti ne­gli ar­ti­co­li 149 ca­po­ver­so 4 e 149a. Tut­ta­via, non si può pro­muo­ve­re una nuo­va ese­cu­zio­ne, in ba­se al me­de­si­mo, se non quan­do il de­bi­to­re sia ri­tor­na­to a mi­glior for­tu­na. A ta­le ef­fet­to si tien con­to an­che dei be­ni di cui il de­bi­to­re di­spon­ga eco­no­mi­ca­men­te.464

3 ...465

464Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

465Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, con ef­fet­to dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 265a466

2. De­ter­mi­na­zio­ne del ri­tor­no a mi­glior for­tu­na

 

1 Se il de­bi­to­re si op­po­ne al pre­cet­to ese­cu­ti­vo con­te­stan­do di es­se­re ri­tor­na­to a mi­glior for­tu­na, l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne tra­smet­te l’op­po­si­zio­ne al giu­di­ce del luo­go dell’ese­cu­zio­ne. Que­sti sta­tui­sce do­po aver sen­ti­to le par­ti; con­tro la de­ci­sio­ne non è da­to al­cun mez­zo di im­pu­gna­zio­ne.467

2 Il giu­di­ce am­met­te l’op­po­si­zio­ne se il de­bi­to­re espo­ne la sua si­tua­zio­ne eco­no­mi­ca e pa­tri­mo­nia­le e ren­de ve­ro­si­mi­le di non es­se­re ri­tor­na­to a mi­glior for­tu­na.

3 Se il giu­di­ce non am­met­te l’op­po­si­zio­ne, es­so de­ter­mi­na in qua­le mi­su­ra il de­bi­to­re è ri­tor­na­to a mi­glior for­tu­na (art. 265 cpv. 2). Il giu­di­ce può di­chia­ra­re pi­gno­ra­bi­li i be­ni ap­par­te­nen­ti a ter­zi ma di cui il de­bi­to­re di­spo­ne eco­no­mi­ca­men­te, qua­lo­ra il di­rit­to del ter­zo si fon­di su una at­to com­piu­to dal de­bi­to­re nell’in­ten­zio­ne ri­co­no­sci­bi­le per il ter­zo di im­pe­di­re il ri­tor­no a mi­glior for­tu­na.

4 Il de­bi­to­re e il cre­di­to­re pos­so­no pro­muo­ve­re l’azio­ne di con­te­sta­zio­ne o ac­cer­ta­men­to del ri­tor­no a mi­glior for­tu­na da­van­ti al giu­di­ce del luo­go dell’ese­cu­zio­ne, en­tro ven­ti gior­ni dal­la co­mu­ni­ca­zio­ne del­la de­ci­sio­ne sull’op­po­si­zio­ne.468

466In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

467 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

468 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

Art. 265b469

3. Inam­mis­si­bi­li­tà del­la di­chia­ra­zio­ne d fal­li­men­to su do­man­da del de­bi­to­re

 

Il de­bi­to­re che si op­po­ne all’ese­cu­zio­ne con­te­stan­do di es­se­re ri­tor­na­to a mi­glior for­tu­na non può do­man­da­re egli stes­so, du­ran­te l’ese­cu­zio­ne me­de­si­ma, la di­chia­ra­zio­ne del suo fal­li­men­to (art. 191).

469In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 266

F. Ri­par­ti­zio­ni prov­vi­so­rie

 

1 Si pos­so­no fa­re del­le ri­par­ti­zio­ni prov­vi­so­rie to­sto­chè sia tra­scor­so il ter­mi­ne per im­pu­gna­re la gra­dua­to­ria.

2 L’ar­ti­co­lo 263 si ap­pli­ca per ana­lo­gia.470

470In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 267

G. Cre­di­ti non in­si­nua­ti

 

I cre­di­to­ri che non han­no par­te­ci­pa­to al­la li­qui­da­zio­ne sot­to­stan­no al­le li­mi­ta­zio­ni di co­lo­ro che ri­ce­vet­te­ro un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni.

VII. Della chiusura del fallimento

Art. 268

VII. Del­la chiu­su­ra del fal­li­men­to

A. Re­la­zio­ne fi­na­le e de­ci­sio­ne di chiu­su­ra

 

1 Ul­ti­ma­ta la ri­par­ti­zio­ne, l’am­mi­ni­stra­zio­ne pre­sen­ta una re­la­zio­ne fi­na­le al giu­di­ce del fal­li­men­to.

2 Quan­do il giu­di­ce ri­ten­ga esau­ri­ta la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to, ne pro­nun­cia la chiu­su­ra.

3 Ove ab­bia a fa­re os­ser­va­zio­ni sul­la ge­stio­ne dell’am­mi­ni­stra­zio­ne, ne in­for­ma l’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za.

4 L’uf­fi­cio pub­bli­ca la chiu­su­ra del fal­li­men­to.

Art. 269

B. Be­ni sco­per­ti suc­ces­si­va­men­te

 

1 Se, chiu­so il fal­li­men­to, si sco­pro­no be­ni che sa­reb­be­ro spet­ta­ti al­la mas­sa, ma non vi fu­ro­no com­pre­si, l’uf­fi­cio ne pren­de pos­ses­so e li rea­liz­za senz’al­tra for­ma­li­tà, di­stri­buen­do la som­ma ri­ca­va­ta­ne fra i cre­di­to­ri per­den­ti, se­con­do il gra­do ri­spet­ti­vo.

2 L’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti pro­ce­de nel­lo stes­so mo­do ri­guar­do al­le som­me de­po­si­ta­te che di­ven­go­no di­spo­ni­bi­li o che non so­no sta­te ri­scos­se en­tro die­ci an­ni.471

3 Trat­tan­do­si di pre­te­sa dub­bia, l’uf­fi­cio ne av­vi­sa i cre­di­to­ri me­dian­te pub­bli­ca­zio­ne o con let­te­ra. Si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia le di­spo­si­zio­ni dell’ar­ti­co­lo 260.

471Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 270

C. Ter­mi­ne di ul­ti­ma­zio­ne del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to

 

1 La pro­ce­du­ra di fal­li­men­to de­ve es­se­re ul­ti­ma­ta en­tro un an­no dal­la di­chia­ra­zio­ne del me­de­si­mo.472

2 In ca­so di bi­so­gno, que­sto ter­mi­ne può es­se­re pro­ro­ga­to dall’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za.

472Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Titolo ottavo: Del sequestro

Art. 271

A. Cau­se di se­que­stro

 

1 Per i cre­di­ti sca­du­ti, in quan­to non sia­no ga­ran­ti­ti da pe­gno, il cre­di­to­re può chie­de­re il se­que­stro dei be­ni del de­bi­to­re che si tro­va­no in Sviz­ze­ra:473

1.
quan­do il de­bi­to­re non ab­bia do­mi­ci­lio fis­so;
2.
quan­do il de­bi­to­re, nell’in­ten­zio­ne di sot­trar­si all’adem­pi­men­to del­le sue ob­bli­ga­zio­ni, tra­fu­ghi i suoi be­ni, si ren­da la­ti­tan­te o si pre­pa­ri a pren­de­re la fu­ga;
3.
quan­do il de­bi­to­re sia di pas­sag­gio o ap­par­ten­ga al ce­to del­le per­so­ne che fre­quen­ta­no le fie­re ed i mer­ca­ti e si trat­ti di cre­di­ti per lo­ro na­tu­ra im­me­dia­ta­men­te esi­gi­bi­li;
4.474
quan­do il de­bi­to­re non di­mo­ri in Sviz­ze­ra, se non vi è al­tra cau­sa di se­que­stro, ma il cre­di­to ab­bia un le­ga­me suf­fi­cien­te con la Sviz­ze­ra o si fon­di su un ri­co­no­sci­men­to di de­bi­to ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 82 ca­po­ver­so 1;
5.475
quan­do al cre­di­to­re sia sta­to ri­la­scia­to nei con­fron­ti del de­bi­to­re un at­te­sta­to prov­vi­so­rio o de­fi­ni­ti­vo di ca­ren­za di be­ni;
6.476
quan­do il cre­di­to­re pos­sie­da nei con­fron­ti del de­bi­to­re un ti­to­lo de­fi­ni­ti­vo di ri­get­to dell’op­po­si­zio­ne.

2 Nei ca­si con­tem­pla­ti ai nu­me­ri 1 e 2 il se­que­stro si può do­man­da­re al­tre­sì per cre­di­ti non an­co­ra sca­du­ti; es­so pro­du­ce, rim­pet­to al de­bi­to­re, la sca­den­za del cr­edi­to.

3 Nel ca­so con­tem­pla­to al ca­po­ver­so 1 nu­me­ro 6, se si trat­ta di una de­ci­sio­ne stra­nie­ra da ese­gui­re se­con­do la Con­ven­zio­ne del 30 ot­to­bre 2007477 con­cer­nen­te la com­pe­ten­za giu­ri­sdi­zio­na­le, il ri­co­no­sci­men­to e l’ese­cu­zio­ne del­le de­ci­sio­ni in ma­te­ria ci­vi­le e com­mer­cia­le, il giu­di­ce pro­nun­cia an­che sull’ese­cu­ti­vi­tà del­la stes­sa.478

473Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 3 n. 2 del DF (Con­ven­zio­ne di Lu­ga­no) dell’11 dic. 2009, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 5601; FF 2009 1435).

474Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 3 n. 2 del DF dell’11 dic. 2009 (ap­pro­va­zio­ne ed ese­cu­zio­ne del­la Conv. di Lu­ga­no), in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 5601; FF 2009 1435).

475Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

476In­tro­dot­to dall’art. 3 n. 2 del DF dell’11 dic. 2009 (ap­pro­va­zio­ne ed ese­cu­zio­ne del­la Conv. di Lu­ga­no), in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 5601; FF 2009 1435).

477 RS 0.275.12

478Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 3 n. 2 del DF dell’11 dic. 2009 (ap­pro­va­zio­ne ed ese­cu­zio­ne del­la Conv. di Lu­ga­no), in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 5601; FF 2009 1435).

Art. 272479

B. Con­ces­sio­ne del se­que­stro

 

1 Il se­que­stro vie­ne con­ces­so dal giu­di­ce del luo­go dell’ese­cu­zio­ne o dal giu­di­ce del luo­go in cui si tro­va­no i be­ni, pur­ché il cre­di­to­re ren­da ve­ro­si­mi­le l’esi­sten­za:480

1.
del cre­di­to;
2.
di una cau­sa di se­que­stro;
3.
di be­ni ap­par­te­nen­ti al de­bi­to­re.

2 Se il cre­di­to­re di­mo­ra all’este­ro e non ha elet­to do­mi­ci­lio in Sviz­ze­ra, lo si ri­tie­ne do­mi­ci­lia­to pres­so l’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne.

479Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

480Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 3 n. 2 del DF dell’11 dic. 2009 (ap­pro­va­zio­ne ed ese­cu­zio­ne del­la Conv. di Lu­ga­no), in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 5601; FF 2009 1435).

Art. 273481

C. Re­spon­sa­bi­li­tà per se­que­stro in­fon­da­to

 

1 Il cre­di­to­re è re­spon­sa­bi­le sia nei con­fron­ti del de­bi­to­re, sia di ter­zi, dei dan­ni ca­gio­na­ti con un se­que­stro in­fon­da­to. Il giu­di­ce può ob­bli­gar­lo a pre­sta­re ga­ran­zia.

2 L’azio­ne di ri­sar­ci­men­to può es­se­re pro­mos­sa an­che avan­ti al giu­di­ce del luo­go del se­que­stro.

481Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 274

D. De­cre­to di se­que­stro

 

1 Il giu­di­ce in­ca­ri­ca dell’ese­cu­zio­ne del se­que­stro l’uf­fi­cia­le o al­tro fun­zio­na­rio o im­pie­ga­to, a cui co­mu­ni­ca il de­cre­to di se­que­stro.482

2 Il de­cre­to enun­cia:

1.
il no­me ed il do­mi­ci­lio del cre­di­to­re, dell’even­tua­le man­da­ta­rio e del de­bi­to­re;
2.
il cre­di­to pel qua­le il se­que­stro è con­ces­so;
3.
la cau­sa del se­que­stro;
4.
gli og­get­ti da se­que­stra­re;
5.
la men­zio­ne del­la re­spon­sa­bi­li­tà del cre­di­to­re pei dan­ni ed
even­tual­men­te del­la pre­sta­zio­ne di ga­ran­zia a lui im­po­sta.

482Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 3 n. 2 del DF dell’11 dic. 2009 (ap­pro­va­zio­ne ed ese­cu­zio­ne del­la Conv. di Lu­ga­no), in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 5601; FF 2009 1435).

Art. 275483

E. Ese­cu­zio­ne del se­que­stro

 

Gli ar­ti­co­li 91 a 109 con­cer­nen­ti il pi­gno­ra­men­to si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia all’ese­cu­zio­ne del se­que­stro.

483Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 276

F. Ver­ba­le di se­que­stro

 

1 Il fun­zio­na­rio o l’im­pie­ga­to in­ca­ri­ca­to del se­que­stro ne sten­de il ver­ba­le, at­te­stan­do a piè del de­cre­to l’av­ve­nu­to se­que­stro ed in­di­can­do gli og­get­ti se­que­stra­ti con la lo­ro sti­ma, e lo tra­smet­te im­me­dia­ta­men­te all’uf­fi­cio.

2 Que­sto co­mu­ni­ca im­me­dia­ta­men­te co­pia del ver­ba­le al cre­di­to­re e al de­bi­to­re e in­for­ma i ter­zi i cui di­rit­ti so­no toc­ca­ti dal se­que­stro.484

484Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 277

G. Ga­ran­zia pre­sta­ta dal de­bi­to­re

 

Gli og­get­ti se­que­stra­ti so­no la­scia­ti a di­spo­si­zio­ne del de­bi­to­re, ove pre­sti ga­ran­zia che in ca­so di pi­gno­ra­men­to o di fal­li­men­to pre­sen­te­rà gli iden­ti­ci og­get­ti o ne so­sti­tui­rà al­tri di egual va­lo­re. La ga­ran­zia si pre­sta me­dian­te de­po­si­to, fi­de­ius­sio­ne so­li­da­le o un’al­tra ga­ran­zia equi­va­len­te.485

485Nuo­vo te­sto del per. giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 278486

H. Op­po­si­zio­ne al de­cre­to di se­que­stro

 

1 Chi è toc­ca­to nei suoi di­rit­ti da un se­que­stro può fa­re op­po­si­zio­ne al giu­di­ce en­tro die­ci gior­ni dal­la co­no­scen­za del se­que­stro.

2 Il giu­di­ce dà agli in­te­res­sa­ti la pos­si­bi­li­tà di espri­mer­si e pro­nun­cia sen­za in­du­gio.

3 La de­ci­sio­ne sull’op­po­si­zio­ne può es­se­re im­pu­gna­ta me­dian­te re­cla­mo se­con­do il CPC487. Da­van­ti all’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re pos­so­no es­se­re fat­ti va­le­re nuo­vi fat­ti.

4 L’op­po­si­zio­ne e il re­cla­mo non osta­co­la­no l’ef­fi­ca­cia del se­que­stro.

486Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 3 n. 2 del DF dell’11 dic. 2009 (ap­pro­va­zio­ne ed ese­cu­zio­ne del­la Conv. di Lu­ga­no), in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 5601; FF 2009 1435).

487 RS 272

Art. 279488

I. Con­va­li­da del se­que­stro

 

1 Il cre­di­to­re che aves­se ot­te­nu­to un se­que­stro pri­ma di pro­muo­ve­re l’ese­cu­zio­ne o l’azio­ne de­ve prov­ve­der­vi en­tro die­ci gior­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne del ver­ba­le di se­que­stro.

2 Se il de­bi­to­re ha fat­to op­po­si­zio­ne, il cre­di­to­re de­ve, en­tro die­ci gior­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne dell’esem­pla­re a lui de­sti­na­to del pre­cet­to ese­cu­ti­vo, fa­re do­man­da di ri­get­to dell’op­po­si­zio­ne o pro­muo­ve­re l’azio­ne di ac­cer­ta­men­to del suo cre­di­to. Se la do­man­da di ri­get­to non è am­mes­sa, il cre­di­to­re de­ve pro­muo­ve­re l’azio­ne en­tro die­ci gior­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne del­la de­ci­sio­ne.489

3 Se il de­bi­to­re non ha fat­to op­po­si­zio­ne, il cre­di­to­re de­ve chie­de­re la con­ti­nua­zio­ne dell’ese­cu­zio­ne en­tro ven­ti gior­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne dell’esem­pla­re a lui de­sti­na­to del pre­cet­to ese­cu­ti­vo. Se l’op­po­si­zio­ne è sta­ta ri­mos­sa, il ter­mi­ne de­cor­re dal pas­sag­gio in giu­di­ca­to del­la re­la­ti­va de­ci­sio­ne. L’ese­cu­zio­ne si pro­se­gue in via di pi­gno­ra­men­to o di fal­li­men­to, se­con­do la per­so­na del de­bi­to­re.490

4 Se il cre­di­to­re ha pro­mos­so l’azio­ne di ac­cer­ta­men­to del suo cre­di­to sen­za pre­ven­ti­va ese­cu­zio­ne, de­ve pro­muo­ve­re l’ese­cu­zio­ne en­tro die­ci gior­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne del­la de­ci­sio­ne.

5 I ter­mi­ni pre­vi­sti dal pre­sen­te ar­ti­co­lo ri­man­go­no so­spe­si:

1.
du­ran­te la pro­ce­du­ra di op­po­si­zio­ne e in ca­so di im­pu­gna­zio­ne del­la de­ci­sio­ne sull’op­po­si­zio­ne;
2.
du­ran­te la pro­ce­du­ra per la di­chia­ra­zio­ne di ese­cu­ti­vi­tà se­con­do la Con­ven­zio­ne del 30 ot­to­bre 2007491 con­cer­nen­te la com­pe­ten­za giu­ri­sdi­zio­na­le, il ri­co­no­sci­men­to e l’ese­cu­zio­ne del­le de­ci­sio­ni in ma­te­ria ci­vi­le e com­mer­cia­le e in ca­so di im­pu­gna­zio­ne del­la de­ci­sio­ne sul­la di­chia­ra­zio­ne di ese­cu­ti­vi­tà.492

488Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

489Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 3 n. 2 del DF dell’11 dic. 2009 (ap­pro­va­zio­ne ed ese­cu­zio­ne del­la Conv. di Lu­ga­no), in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 5601; FF 2009 1435).

490Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 3 n. 2 del DF dell’11 dic. 2009 (ap­pro­va­zio­ne ed ese­cu­zio­ne del­la Conv. di Lu­ga­no), in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 5601; FF 2009 1435).

491 RS 0.275.12

492In­tro­dot­to dall’art. 3 n. 2 del DF dell’11 dic. 2009 (ap­pro­va­zio­ne ed ese­cu­zio­ne del­la Conv. di Lu­ga­no), in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 5601; FF 2009 1435).

Art. 280493

K. Re­vo­ca del se­que­stro

 

Il se­que­stro è re­vo­ca­to se il cre­di­to­re:

1.
non os­ser­va i ter­mi­ni sta­bi­li­ti dall’ar­ti­co­lo 279;
2.
ri­ti­ra o la­scia pe­ri­me­re l’azio­ne o l’ese­cu­zio­ne;
3.
la sua azio­ne è re­spin­ta de­fi­ni­ti­va­men­te dal giu­di­ce.

493Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 281

L. Par­te­ci­pa­zio­ne prov­vi­so­ria

 

1 Qua­lo­ra do­po il de­cre­to di se­que­stro gli og­get­ti se­que­stra­ti ven­ga­no pi­gno­ra­ti da ter­zi, pri­ma che il cre­di­to­re se­que­stran­te pos­sa pre­sen­ta­re la do­man­da di pi­gno­ra­men­to, que­sti par­te­ci­pa di di­rit­to al pi­gno­ra­men­to in via prov­vi­so­ria.

2 Egli pre­le­va sul­la som­ma ri­ca­va­ta le spe­se del se­que­stro.

3 Il se­que­stro non pro­du­ce al­tro di­rit­to di pre­la­zio­ne.

Titolo nono: Disposizioni speciali relative a pigioni e affitti

Art. 282494

 

494Abro­ga­to dal n. II art. 3 del­la LF del 15 dic. 1989 che mo­di­fi­ca il CO, con ef­fet­to dal 1° lug. 1990 (lo­ca­zio­ne e af­fit­to) (RU 1990 802di­sp. fin. Tit. VIII e VIIIbis;FF 1985 I1202).

Art. 283

In­ven­ta­rio de­gli og­get­ti vin­co­la­ti al di­rit­to di ri­ten­zio­ne

 

1 An­che pri­ma d’ini­zia­re l’ese­cu­zio­ne, il lo­ca­to­re di lo­ca­li com­mer­cia­li può do­man­da­re l’as­si­sten­za dell’uf­fi­cio per la prov­vi­so­ria tu­te­la del suo di­rit­to di ri­ten­zio­ne (art. 268 segg. e 299c del CO).495

2 Quan­do sia­vi pe­ri­co­lo nel ri­tar­do, si può chie­de­re l’as­si­sten­za del­la po­li­zia o del­le au­to­ri­tà co­mu­na­li.

3 L’uf­fi­cio fa l’in­ven­ta­rio de­gli og­get­ti vin­co­la­ti al di­rit­to di ri­ten­zio­ne e fis­sa al lo­ca­to­re un ter­mi­ne per pro­muo­ve­re l’ese­cu­zio­ne in via di rea­liz­za­zio­ne del pe­gno.

495Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II art. 3 del­la LF del 15 dic. 1989 che mo­di­fi­ca il CO (lo­ca­zio­ne e af­fit­to), in vi­go­re dal 1° lug. 1990 (RU 1990802di­sp. fin. Tit. VIII e VIIIbis; FF 1985 I 1202).

Art. 284

Rein­te­gra­zio­ne di og­get­ti

 

Ove ta­li og­get­ti sia­no sta­ti aspor­ta­ti clan­de­sti­na­men­te o con vio­len­za, po­tran­no es­se­re ri­por­ta­ti, con l’as­si­sten­za del­la po­li­zia, nei lo­ca­li ap­pi­gio­na­ti o af­fit­ta­ti, en­tro die­ci gior­ni dall’aspor­ta­zio­ne. So­no sal­vi i di­rit­ti dei ter­zi di buo­na fe­de. In ca­so di con­te­sta­zio­ne, de­ci­de il giu­di­ce.496

496 Nuo­vo te­sto del per. giu­sta l’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

Titolo nono : Disposizioni speciali relative ai rapporti di trustbis497

497 Introdotto dall’art. 3 del DF del 20 dic. 2006 che approva e traspone nel diritto svizzero la Conv. dell’Aia relativa alla L applicabile ai trustedal loro riconoscimento, in vigore dal 1° lug. 2007 (RU 2007 2849; FF 2006 517).

Art. 284a

A. Ese­cu­zio­ne per de­bi­ti sui be­ni in tru­st

 

1 L’ese­cu­zio­ne per de­bi­ti per cui ri­spon­do­no be­ni in tru­st ai sen­si del ca­pi­to­lo 9a LDIP498 dev’es­se­re di­ret­ta con­tro un tru­stee, in qua­li­tà di rap­pre­sen­tan­te del tru­st.

2 Il luo­go dell’ese­cu­zio­ne è la se­de del tru­st ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 21 ca­po­ver­so 3 LDIP. Se il luo­go de­si­gna­to dell’am­mi­ni­stra­zio­ne non si tro­va in Sviz­ze­ra, l’ese­cu­zio­ne del tru­st de­ve av­ve­ni­re nel luo­go in cui il tru­st è am­mi­ni­stra­to ef­fet­ti­va­men­te.

3 L’ese­cu­zio­ne si pro­se­gue in via di fal­li­men­to. Il fal­li­men­to ver­te uni­ca­men­te sui be­ni in tru­st.

Art. 284b

B. Fal­li­men­to di un tru­stee

 

In ca­so di fal­li­men­to di un tru­stee, i be­ni in tru­st ven­go­no se­pa­ra­ti dal­la mas­sa del fal­li­men­to, pre­via de­du­zio­ne del­le pre­te­se del tru­stee su di es­si.

Titolo decimo: Della revocazione 499

499Nuovo testo giusta il n. I della LF del 16 dic. 1994, in vigore dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 285

A. Prin­ci­pi

 

1 La re­vo­ca­zio­ne ha per sco­po di as­sog­get­ta­re all’ese­cu­zio­ne i be­ni che le so­no sta­ti sot­trat­ti in se­gui­to a uno de­gli at­ti enu­me­ra­ti da­gli ar­ti­co­li 286 a 288.501

2 Pos­so­no do­man­da­re la re­vo­ca­zio­ne:

1.502 i cre­di­to­ri che han­no ot­te­nu­to un at­te­sta­to prov­vi­so­rio o de­fi­ni­ti­vo di ca­ren­za di be­ni do­po pi­gno­ra­men­to;
2.
l’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to o, a ter­mi­ni de­gli ar­ti­co­li 260 e 269 ca­po­ver­so 3, i sin­go­li cre­di­to­ri.

3 Non so­no re­vo­ca­bi­li gli at­ti com­piu­ti du­ran­te una mo­ra­to­ria con­cor­da­ta­ria, per quan­to sia­no sta­ti au­to­riz­za­ti da un giu­di­ce del con­cor­da­to o da una de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri (art. 295a).503

4 Non so­no inol­tre re­vo­ca­bi­li gli al­tri de­bi­ti con­trat­ti du­ran­te la mo­ra­to­ria con il con­sen­so del com­mis­sa­rio.504

501Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

502Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

503 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

504 In­tro­dot­to dall’all. n. 4 del­la LF del 19 giu. 2020 (Di­rit­to del­la so­cie­tà ano­ni­ma), in vi­go­re dal 1° gen. 2023 (RU 2020 4005; 2022 109; FF 2017 325).

Art. 286

B. At­ti re­vo­ca­bi­li

1. Di­spo­si­zio­ni a ti­to­lo gra­tui­to

 

1 So­no re­vo­ca­bi­li tut­te le do­na­zio­ni e di­spo­si­zio­ni a ti­to­lo gra­tui­to, ec­cet­to gli usua­li re­ga­li oc­ca­sio­na­li, fat­te dal de­bi­to­re nell’an­no pre­ce­den­te il pi­gno­ra­men­to o la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to.505

2 So­no equi­pa­ra­ti al­le do­na­zio­ni:

1.
gli at­ti pei qua­li il de­bi­to­re aves­se ac­cet­ta­to un cor­re­spet­ti­vo non pro­por­zio­na­to al­la sua pre­sta­zio­ne;
2.506 gli at­ti me­dian­te i qua­li il de­bi­to­re aves­se co­sti­tui­to a sé o ad al­tri una ren­di­ta vi­ta­li­zia, un vi­ta­li­zio, un usu­frut­to o un di­rit­to di abi­ta­zio­ne.

3 Se è chie­sta la re­vo­ca­zio­ne di un at­to com­piu­to a fa­vo­re di una per­so­na vi­ci­na al de­bi­to­re, in­com­be a ta­le per­so­na pro­va­re che non vi è spro­por­zio­ne tra pre­sta­zio­ne e cor­re­spet­ti­vo. So­no con­si­de­ra­te per­so­ne vi­ci­ne an­che le so­cie­tà fa­cen­ti par­te di un grup­po.507

505Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

506Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

507 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 287

2. In­sol­ven­za

 

1 So­no re­vo­ca­bi­li i se­guen­ti at­ti che il de­bi­to­re in sta­to d’in­sol­ven­za aves­se com­piu­to nell’an­no pre­ce­den­te il pi­gno­ra­men­to o la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to:508

1.509 la co­sti­tu­zio­ne di ga­ran­zie per ob­bli­ga­zio­ni pre­e­si­sten­ti per le qua­li il de­bi­to­re non si era già pri­ma ob­bli­ga­to a pre­star ga­ran­zia;
2.
l’estin­zio­ne di un de­bi­to pe­cu­nia­rio che non sia sta­ta ese­gui­ta con da­na­ro o con al­tri mez­zi usua­li di pa­ga­men­to;
3.
il pa­ga­men­to di un de­bi­to non sca­du­to.

2 Tut­ta­via la re­vo­ca­zio­ne non è am­mes­sa se co­lui che ha pro­fit­ta­to dell’at­to pro­va di non aver co­no­sciu­to né di aver do­vu­to co­no­sce­re l’in­sol­ven­za del de­bi­to­re.510

3 La re­vo­ca­zio­ne non è in par­ti­co­la­re am­mes­sa se va­lo­ri mo­bi­lia­ri, ti­to­li con­ta­bi­li o al­tri stru­men­ti fi­nan­zia­ri ne­go­zia­ti su un mer­ca­to rap­pre­sen­ta­ti­vo so­no sta­ti co­sti­tui­ti in ga­ran­zia e in pre­ce­den­za il de­bi­to­re:

1.
si è im­pe­gna­to ad au­men­ta­re la ga­ran­zia in ca­so di cam­bia­men­ti del va­lo­re del­la ga­ran­zia o dell’im­por­to dell’im­pe­gno ga­ran­ti­to; o
2.
si è fat­to con­ce­de­re il di­rit­to di so­sti­tui­re una ga­ran­zia con una ga­ran­zia del­lo stes­so va­lo­re.511

508Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

509Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

510Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

511 In­tro­dot­to dall’all. n. 4 del­la L del 3 ott. 2008 sui ti­to­li con­ta­bi­li, in vi­go­re dal 1° gen. 2010 (RU 20093577; FF 20068533).

Art. 288512

3. Do­lo

 

1 So­no in­fi­ne re­vo­ca­bi­li tut­ti gli at­ti che il de­bi­to­re ha com­piu­to nei cin­que an­ni pre­ce­den­ti il pi­gno­ra­men­to o la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to con l’in­ten­zio­ne, ri­co­no­sci­bi­le dall’al­tra par­te, di re­car pre­giu­di­zio ai suoi cre­di­to­ri o di fa­vo­rir­ne al­cu­ni a de­tri­men­to di al­tri.

2 Se è chie­sta la re­vo­ca­zio­ne di un at­to com­piu­to a fa­vo­re di una per­so­na vi­ci­na al de­bi­to­re, in­com­be a ta­le per­so­na pro­va­re che non po­te­va ren­der­si con­to dell’in­ten­zio­ne di re­car pre­giu­di­zio. So­no con­si­de­ra­te per­so­ne vi­ci­ne an­che le so­cie­tà fa­cen­ti par­te di un grup­po.513

512Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

513 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 288a514

4. Com­pu­to dei ter­mi­ni

 

Non so­no com­pu­ta­ti nei ter­mi­ni pre­vi­sti da­gli ar­ti­co­li 286–288:

1.
la du­ra­ta del­la mo­ra­to­ria con­cor­da­ta­ria pre­ce­den­te la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to;
2.
in ca­so di li­qui­da­zio­ne in via di fal­li­men­to di un’ere­di­tà, il tem­po tra­scor­so tra il gior­no del­la mor­te e l’or­di­ne di li­qui­da­zio­ne;
3.
la du­ra­ta del­la pre­ven­ti­va ese­cu­zio­ne.

514In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 16 dic. 1994 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 289515

C. Azio­ne re­vo­ca­to­ria

1. Fo­ro

 

L’azio­ne re­vo­ca­to­ria si pro­muo­ve al do­mi­ci­lio del con­ve­nu­to. Se que­sti non ha do­mi­ci­lio in Sviz­ze­ra, l’azio­ne può es­se­re pro­mos­sa al luo­go del pi­gno­ra­men­to o del fal­li­men­to.

515Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 290516

2. Le­git­ti­ma­zio­ne pas­si­va

 

L’azio­ne re­vo­ca­to­ria si pro­muo­ve con­tro co­lo­ro che sti­pu­la­ro­no col de­bi­to­re l’at­to re­vo­ca­bi­le o che fu­ro­no da lui fa­vo­ri­ti me­dian­te un at­to re­vo­ca­bi­le, non­ché con­tro i lo­ro ere­di o al­tri suc­ces­so­ri a ti­to­lo uni­ver­sa­le e con­tro ter­zi di ma­la fe­de. L’azio­ne non pre­giu­di­ca i di­rit­ti dei ter­zi di buo­na fe­de.

516Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 291

D. Ef­fet­ti

 

1 Chi per l’at­to ri­vo­ca­bi­le aves­se ac­qui­sta­to be­ni del de­bi­to­re è te­nu­to a re­sti­tuir­li. Il cor­re­spet­ti­vo dev’es­se­re re­sti­tui­to, in quan­to si tro­vi an­co­ra nel­le ma­ni del de­bi­to­re o in quan­to que­sti se ne sia ar­ric­chi­to. Per l’ec­ce­den­za non si ha che un sem­pli­ce cre­di­to ver­so il de­bi­to­re.

2 Il cre­di­to­re che ha re­sti­tui­to quan­to gli fu da­to in pa­ga­men­to in vir­tù di un at­to re­vo­ca­bi­le, rien­tra nei suoi di­rit­ti.517

3 Il do­na­ta­rio di buo­na fe­de è te­nu­to a re­sti­tui­re sol­tan­to ciò di cui si è ar­ric­chi­to.

517Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 292518

E. Pre­scri­zio­ne

 

1 L’azio­ne re­vo­ca­to­ria si pre­scri­ve in:

1.
tre an­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne dell’at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni do­po pi­gno­ra­men­to (art. 285 cpv. 2 n. 1);
2.
tre an­ni dal­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to (art. 285 cpv. 2 n. 2);
3.
tre an­ni dall’omo­lo­ga­zio­ne del con­cor­da­to con ab­ban­do­no dell’at­ti­vo.

2 In ca­so di ri­co­no­sci­men­to di un de­cre­to stra­nie­ro di fal­li­men­to, non si com­pu­ta il tem­po tra­scor­so tra l’istan­za di ri­co­no­sci­men­to e la pub­bli­ca­zio­ne di cui all’ar­ti­co­lo 169 LDIP519.

518Nuo­vo te­sto giu­sta il n. III del­la LF del 15 giu. 2018 (Re­vi­sio­ne del­la di­sci­pli­na del­la pre­scri­zio­ne), in vi­go­re dal 1° gen. 2020 (RU 20185343; FF 2014 211).

519 RS 291

Titolo undecimo: Della procedura concordataria520

520Nuovo testo giusta il n. I della LF del 16 dic. 1994, in vigore dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

I. Moratoria concordataria

Art. 293521

I. Mo­ra­to­ria con­cor­da­ta­ria

A. In­tro­du­zio­ne

 

La pro­ce­du­ra con­cor­da­ta­ria è pro­mos­sa me­dian­te:

a.
l’istan­za del de­bi­to­re, cor­re­da­ta dei se­guen­ti do­cu­men­ti: bi­lan­cio ag­gior­na­to, con­to eco­no­mi­co e pia­no di li­qui­di­tà, o do­cu­men­ti at­te­stan­ti lo sta­to pa­tri­mo­nia­le o red­di­tua­le at­tua­le e fu­tu­ro del de­bi­to­re, non­ché un pia­no di ri­sa­na­men­to prov­vi­so­rio;
b.
l’istan­za di un cre­di­to­re le­git­ti­ma­to a pre­sen­ta­re do­man­da di fal­li­men­to;
c.
la tra­smis­sio­ne de­gli at­ti con­for­me­men­te all’ar­ti­co­lo 173aca­po­ver­so 2.

521 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 293a522

B. Mo­ra­to­ria prov­vi­so­ria

1. Con­ces­sio­ne

 

1 Il giu­di­ce del con­cor­da­to con­ce­de sen­za in­du­gio una mo­ra­to­ria prov­vi­so­ria e adot­ta d’uf­fi­cio i prov­ve­di­men­ti ne­ces­sa­ri a pre­ser­va­re il pa­tri­mo­nio del de­bi­to­re. Su do­man­da può pro­ro­ga­re la mo­ra­to­ria prov­vi­so­ria.

2 La du­ra­ta del­la mo­ra­to­ria prov­vi­so­ria non può ec­ce­de­re quat­tro me­si. Su do­man­da del com­mis­sa­rio o, se que­sto non è sta­to de­si­gna­to, del de­bi­to­re, in ca­si mo­ti­va­ti la mo­ra­to­ria prov­vi­so­ria può es­se­re pro­ro­ga­ta al mas­si­mo di 4 me­si.523

3 Se ma­ni­fe­sta­men­te non vi so­no pos­si­bi­li­tà di ri­sa­na­men­to o di omo­lo­ga­zio­ne di un con­cor­da­to, il giu­di­ce del con­cor­da­to di­chia­ra d’uf­fi­cio il fal­li­men­to.

522 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

523 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 4 del­la LF del 19 giu. 2020 (Di­rit­to del­la so­cie­tà ano­ni­ma), in vi­go­re dal 20 ott. 2020 (RU 2020 4005, 4145; FF 2017 325).

Art. 293b524

2. Com­mis­sa­rio prov­vi­so­rio

 

1 Il giu­di­ce del con­cor­da­to de­si­gna uno o più com­mis­sa­ri prov­vi­so­ri per­ché esa­mi­ni­no ap­pro­fon­di­ta­men­te le pos­si­bi­li­tà di ri­sa­na­men­to o di omo­lo­ga­zio­ne di un con­cor­da­to. L’ar­ti­co­lo 295 si ap­pli­ca per ana­lo­gia.

2 In ca­si mo­ti­va­ti può ri­nun­cia­re al­la de­si­gna­zio­ne di un com­mis­sa­rio prov­vi­so­rio.

524 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 293c525

3. Ef­fet­ti del­la mo­ra­to­ria prov­vi­so­ria

 

1 La mo­ra­to­ria prov­vi­so­ria ha i me­de­si­mi ef­fet­ti di una mo­ra­to­ria de­fi­ni­ti­va.

2 In ca­si mo­ti­va­ti è pos­si­bi­le ri­nun­cia­re al­la pub­bli­ca­zio­ne fi­no al­la sca­den­za del­la mo­ra­to­ria prov­vi­so­ria pur­ché ne sia sta­ta fat­ta ri­chie­sta e sia ga­ran­ti­ta la tu­te­la dei ter­zi. In tal ca­so:

a.
la co­mu­ni­ca­zio­ne agli uf­fi­ci non ha luo­go;
b.
un’ese­cu­zio­ne con­tro il de­bi­to­re può es­se­re pro­mos­sa, ma non pro­se­gui­ta;
c.
le con­se­guen­ze giu­ri­di­che di cui all’ar­ti­co­lo 297 ca­po­ver­so 4 si espli­ca­no sol­tan­to dal mo­men­to in cui la mo­ra­to­ria prov­vi­so­ria è co­mu­ni­ca­ta al ces­sio­na­rio;
d.
è de­si­gna­to un com­mis­sa­rio prov­vi­so­rio.

525 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 293d526

4. Ri­me­di giu­ri­di­ci

 

La con­ces­sio­ne del­la mo­ra­to­ria prov­vi­so­ria e la de­si­gna­zio­ne del com­mis­sa­rio prov­vi­so­rio non so­no im­pu­gna­bi­li.

526 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 294527

C. Mo­ra­to­ria de­fi­ni­ti­va

1. Udien­za e de­ci­sio­ne

 

1 Se du­ran­te la mo­ra­to­ria prov­vi­so­ria ap­pa­re pro­ba­bi­le il ri­sa­na­men­to o l’omo­lo­ga­zio­ne del con­cor­da­to, il giu­di­ce del con­cor­da­to con­ce­de la mo­ra­to­ria in via de­fi­ni­ti­va per un pe­rio­do da quat­tro a sei me­si; de­ci­de d’uf­fi­cio pri­ma del­la sca­den­za del­la mo­ra­to­ria prov­vi­so­ria.

2 Il giu­di­ce con­vo­ca per un’udien­za pre­li­mi­na­re il de­bi­to­re e l’even­tua­le cre­di­to­re ri­chie­den­te. Il com­mis­sa­rio prov­vi­so­rio ri­fe­ri­sce oral­men­te o per scrit­to. Il giu­di­ce può sen­ti­re al­tri cre­di­to­ri.

3 Se non vi so­no pos­si­bi­li­tà di ri­sa­na­men­to o di omo­lo­ga­zio­ne del con­cor­da­to, il giu­di­ce di­chia­ra d’uf­fi­cio il fal­li­men­to.

527 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 295528

2. Com­mis­sa­rio

 

1 Il giu­di­ce del con­cor­da­to no­mi­na uno o più com­mis­sa­ri.

2 Il com­mis­sa­rio ha se­gna­ta­men­te i com­pi­ti se­guen­ti:

a.
ela­bo­ra il pro­get­to di con­cor­da­to, per quan­to sia ne­ces­sa­rio;
b.
vi­gi­la su­gli at­ti del de­bi­to­re;
c.
eser­ci­ta le at­tri­bu­zio­ni di cui agli ar­ti­co­li 298–302 e 304;
d.
pre­sen­ta su do­man­da del giu­di­ce del con­cor­da­to rap­por­ti in­ter­me­di e in­for­ma i cre­di­to­ri sull’an­da­men­to del­la mo­ra­to­ria.

3 Il giu­di­ce del con­cor­da­to può at­tri­bui­re al­tri com­pi­ti al com­mis­sa­rio.

4 Gli ar­ti­co­li 8, 8a, 10, 11, 14, 17–19, 34 e 35 si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia al­la ge­stio­ne del com­mis­sa­rio.529

528 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

529 In­tro­dot­to dall’all. n. 4 del­la LF del 19 giu. 2020 (Di­rit­to del­la so­cie­tà ano­ni­ma), in vi­go­re dal 1° gen. 2023 (RU 2020 4005; 2022 109; FF 2017 325).

Art. 295a530

3. De­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri

 

1 Se le cir­co­stan­ze lo ri­chie­do­no, il giu­di­ce del con­cor­da­to isti­tui­sce una de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri; le di­ver­se ca­te­go­rie di cre­di­to­ri de­vo­no es­ser­vi ade­gua­ta­men­te rap­pre­sen­ta­te.

2 La de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri vi­gi­la sul com­mis­sa­rio; può ri­vol­ger­gli rac­co­man­da­zio­ni ed è da que­sti pe­rio­di­ca­men­te in­for­ma­ta sul­lo sta­to del­la pro­ce­du­ra.

3 La de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri au­to­riz­za, in ve­ce del giu­di­ce del con­cor­da­to, gli at­ti di cui all’ar­ti­co­lo 298 ca­po­ver­so 2.

530 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 295b531

4. Pro­ro­ga del­la mo­ra­to­ria

 

1 Su do­man­da del com­mis­sa­rio, la mo­ra­to­ria può es­se­re pro­ro­ga­ta fi­no a 12 me­si e, nei ca­si par­ti­co­lar­men­te com­ples­si, fi­no a un mas­si­mo di 24 me­si.

2 In ca­so di pro­ro­ga su­pe­rio­re a 12 me­si il com­mis­sa­rio con­vo­ca un’as­sem­blea dei cre­di­to­ri, da te­ner­si en­tro no­ve me­si dal­la con­ces­sio­ne del­la mo­ra­to­ria de­fi­ni­ti­va. L’ar­ti­co­lo 301 si ap­pli­ca per ana­lo­gia.

3 Il com­mis­sa­rio in­for­ma i cre­di­to­ri sul­lo sta­to del­la pro­ce­du­ra e sui mo­ti­vi del­la pro­ro­ga. I cre­di­to­ri pos­so­no co­sti­tui­re o re­vo­ca­re una de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri, no­mi­na­re o re­vo­ca­re mem­bri non­ché no­mi­na­re un nuo­vo com­mis­sa­rio. L’ar­ti­co­lo 302 ca­po­ver­so 2 si ap­pli­ca per ana­lo­gia.

531 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 295c532

5. Ri­me­di giu­ri­di­ci

 

1 Il de­bi­to­re e i cre­di­to­ri pos­so­no im­pu­gna­re la de­ci­sio­ne del giu­di­ce del con­cor­da­to me­dian­te re­cla­mo se­con­do il CPC533.

2 Al re­cla­mo con­tro la con­ces­sio­ne del­la mo­ra­to­ria con­cor­da­ta­ria non può es­se­re at­tri­bui­to l’ef­fet­to so­spen­si­vo.

532 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

533 RS 272

Art. 296534

6. Pub­bli­ca­zio­ne

 

Il giu­di­ce del con­cor­da­to pub­bli­ca la con­ces­sio­ne del­la mo­ra­to­ria e la co­mu­ni­ca sen­za in­du­gio all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne, al re­gi­stro di com­mer­cio e al re­gi­stro fon­dia­rio. La mo­ra­to­ria con­cor­da­ta­ria è men­zio­na­ta nel re­gi­stro fon­dia­rio al più tar­di due gior­ni do­po es­se­re sta­ta con­ces­sa.

534 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 296a535

7. An­nul­la­men­to

 

1 Se il ri­sa­na­men­to ha esi­to po­si­ti­vo pri­ma del­la sca­den­za del­la mo­ra­to­ria con­cor­da­ta­ria, il giu­di­ce del con­cor­da­to la an­nul­la d’uf­fi­cio. L’ar­ti­co­lo 296 si ap­pli­ca per ana­lo­gia.

2 Il giu­di­ce con­vo­ca per un’udien­za il de­bi­to­re e l’even­tua­le cre­di­to­re ri­chie­den­te. Il com­mis­sa­rio ri­fe­ri­sce oral­men­te o per scrit­to. Il giu­di­ce può sen­ti­re al­tri cre­di­to­ri.

3 La de­ci­sio­ne di an­nul­la­men­to può es­se­re im­pu­gna­ta me­dian­te re­cla­mo se­con­do il CPC536.

535 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

536 RS 272

Art. 296b537

8. Di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to

 

Il fal­li­men­to è di­chia­ra­to d’uf­fi­cio pri­ma del­la sca­den­za del­la mo­ra­to­ria se:

a.
è ne­ces­sa­rio per pre­ser­va­re il pa­tri­mo­nio del de­bi­to­re;
b.
ma­ni­fe­sta­men­te non vi so­no pos­si­bi­li­tà di ri­sa­na­men­to o di omo­lo­ga­zio­ne del con­cor­da­to; o
c.
il de­bi­to­re con­trav­vie­ne all’ar­ti­co­lo 298 o al­le istru­zio­ni del com­mis­sa­rio.

537 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 297538

D. Ef­fet­ti del­la mo­ra­to­ria

1. Sui di­rit­ti dei cre­di­to­ri

 

1 Du­ran­te la mo­ra­to­ria non si può pro­muo­ve­re né pro­se­gui­re al­cu­na ese­cu­zio­ne con­tro il de­bi­to­re. È fat­ta sal­va l’ese­cu­zio­ne in via di rea­liz­za­zio­ne di cre­di­ti ga­ran­ti­ti da pe­gno im­mo­bi­lia­re; la rea­liz­za­zio­ne di sif­fat­to pe­gno è in­ve­ce esclu­sa.

2 L’ar­ti­co­lo 199 ca­po­ver­so 2 si ap­pli­ca per ana­lo­gia ai be­ni pi­gno­ra­ti.

3 I cre­di­ti con­cor­da­ta­ri non dan­no luo­go a se­que­stro né ad al­tre mi­su­re cau­te­la­ri.

4 La ces­sio­ne di cre­di­ti fu­tu­ri con­ve­nu­ta pri­ma del­la con­ces­sio­ne del­la mo­ra­to­ria con­cor­da­ta­ria non espli­ca al­cun ef­fet­to se il cre­di­to na­sce do­po ta­le con­ces­sio­ne.

5 Ec­ce­zion fat­ta per i ca­si ur­gen­ti, i pro­ce­di­men­ti ci­vi­li e am­mi­ni­stra­ti­vi con­cer­nen­ti i cre­di­ti con­cor­da­ta­ri so­no so­spe­si.

6 Il de­cor­so di tut­te le pre­scri­zio­ni e pe­ren­zio­ni ri­ma­ne so­spe­so.

7 La con­ces­sio­ne del­la mo­ra­to­ria so­spen­de, nei con­fron­ti del de­bi­to­re, il cor­so de­gli in­te­res­si di tut­ti i cre­di­ti non ga­ran­ti­ti da pe­gno, sal­vo di­spo­si­zio­ne con­tra­ria del con­cor­da­to.

8 La com­pen­sa­zio­ne è ret­ta da­gli ar­ti­co­li 213 e 214. La con­ces­sio­ne del­la mo­ra­to­ria va­le co­me di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to.

9 L’ar­ti­co­lo 211 ca­po­ver­so 1 si ap­pli­ca per ana­lo­gia se e quan­do il com­mis­sa­rio co­mu­ni­ca al co­con­traen­te la con­ver­sio­ne del cre­di­to.

538 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 297a539

2. Sui con­trat­ti di du­ra­ta del de­bi­to­re

 

Con il con­sen­so del com­mis­sa­rio e die­tro in­den­niz­zo del co­con­traen­te, il de­bi­to­re può in ogni tem­po di­sdi­re per una sca­den­za qual­sia­si un con­trat­to di du­ra­ta se al­tri­men­ti lo sco­po del ri­sa­na­men­to ri­sul­te­reb­be va­ni­fi­ca­to; l’in­den­niz­zo è con­si­de­ra­to un cre­di­to con­cor­da­ta­rio. So­no fat­te sal­ve le nor­me spe­cia­li sul­la ri­so­lu­zio­ne dei con­trat­ti di la­vo­ro.

539 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 298540

3. Sul­la ca­pa­ci­tà di di­spor­re del de­bi­to­re

 

1 Il de­bi­to­re può con­ti­nua­re la sua at­ti­vi­tà sot­to la vi­gi­lan­za del com­mis­sa­rio. Il giu­di­ce del con­cor­da­to può tut­ta­via or­di­na­re che de­ter­mi­na­ti at­ti pos­sa­no es­se­re com­piu­ti va­li­da­men­te sol­tan­to con il con­cor­so del com­mis­sa­rio, op­pu­re au­to­riz­za­re il com­mis­sa­rio a pro­se­gui­re l’at­ti­vi­tà azien­da­le in luo­go del de­bi­to­re.

2 Sal­vo au­to­riz­za­zio­ne del giu­di­ce del con­cor­da­to o del­la de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri, du­ran­te la mo­ra­to­ria il de­bi­to­re non può va­li­da­men­te alie­na­re o ipo­te­ca­re ele­men­ti de­gli at­ti­vi fis­si, co­sti­tui­re pe­gni, pre­sen­ta­re fi­de­ius­sio­ni e di­spor­re a ti­to­lo gra­tui­to.

3 So­no fat­ti sal­vi i di­rit­ti dei ter­zi di buo­na fe­de.

4 Se il de­bi­to­re con­trav­vie­ne a que­ste di­spo­si­zio­ni o al­le istru­zio­ni del com­mis­sa­rio, il giu­di­ce del con­cor­da­to può, su se­gna­la­zio­ne del com­mis­sa­rio, to­glie­re al de­bi­to­re la fa­col­tà di di­spor­re dei suoi be­ni o di­chia­ra­re d’uf­fi­cio il fal­li­men­to.

540 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 299

E. Pro­ce­du­ra di mo­ra­to­ria

1. In­ven­ta­rio e sti­ma del pe­gno

 

1 Il com­mis­sa­rio, ap­pe­na no­mi­na­to, fa l’in­ven­ta­rio di tut­ti i be­ni del de­bi­to­re e pro­ce­de al­la sti­ma dei sin­go­li og­get­ti.

2 Il com­mis­sa­rio tie­ne a di­spo­si­zio­ne dei cre­di­to­ri la de­ci­sio­ne sul­la sti­ma dei pe­gni; la co­mu­ni­ca per scrit­to, pri­ma dell’as­sem­blea dei cre­di­to­ri, ai cre­di­to­ri ipo­te­ca­ri e al de­bi­to­re.

3 Ogni in­te­res­sa­to può do­man­da­re al giu­di­ce del con­cor­da­to, en­tro die­ci gior­ni e an­ti­ci­pan­do­ne le spe­se, una nuo­va sti­ma del pe­gno. Se la me­de­si­ma è sta­ta do­man­da­ta da un cre­di­to­re, que­sti può pre­ten­de­re dal de­bi­to­re il rim­bor­so del­le spe­se sol­tan­to se la pri­ma sti­ma è sta­ta mo­di­fi­ca­ta in no­te­vo­le mi­su­ra.

Art. 300

2. Av­vi­so ai cre­di­to­ri

 

1 Il com­mis­sa­rio in­vi­ta i cre­di­to­ri, me­dian­te pub­bli­co av­vi­so (art. 35 e 296), a in­si­nua­re en­tro un me­se i lo­ro cre­di­ti, sot­to la com­mi­na­to­ria che in ca­so di omis­sio­ne non avran­no di­rit­to di vo­to nel­le de­li­be­ra­zio­ni sul con­cor­da­to. In­via, con let­te­ra sem­pli­ce, una co­pia del pub­bli­co av­vi­so ai cre­di­to­ri dei qua­li sia co­no­sciu­to il no­me e il do­mi­ci­lio.543

2 Il com­mis­sa­rio in­vi­ta il de­bi­to­re a pro­nun­ciar­si sui cre­di­ti in­si­nua­ti.

543 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 301

3. Con­vo­ca­zio­ne dell’as­sem­blea dei cre­di­to­ri

 

1 Al­le­sti­ta la pro­po­sta di con­cor­da­to, il com­mis­sa­rio con­vo­ca, me­dian­te pub­bli­co av­vi­so, l’as­sem­blea dei cre­di­to­ri, av­ver­ten­do che gli at­ti pos­so­no es­se­re esa­mi­na­ti nei ven­ti gior­ni che pre­ce­do­no det­ta as­sem­blea.544 La pub­bli­ca­zio­ne dell’av­vi­so de­ve aver luo­go al­me­no un me­se pri­ma dell’as­sem­blea.

2 Egli in­via, con let­te­ra sem­pli­ce, una co­pia del pub­bli­co av­vi­so ai cre­di­to­ri dei qua­li sia co­no­sciu­to il no­me e il do­mi­ci­lio.545

544 RU 2004 1359

545 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 301a–301d

 

Abro­ga­ti

Art. 302

F. As­sem­blea dei cre­di­to­ri

 

1 Nell’as­sem­blea dei cre­di­to­ri il com­mis­sa­rio di­ri­ge le de­li­be­ra­zio­ni e ri­fe­ri­sce sul­lo sta­to pa­tri­mo­nia­le e sull’an­da­men­to red­di­tua­le del de­bi­to­re.

2 Il de­bi­to­re de­ve in­ter­ve­ni­re all’as­sem­blea per da­re gli schia­ri­men­ti che gli ve­nis­se­ro chie­sti.

3 Il com­mis­sa­rio sot­to­po­ne il con­cor­da­to ai cre­di­to­ri riu­ni­ti in as­sem­blea, per­ché l’ap­pro­vi­no con la lo­ro sot­to­scri­zio­ne.

4 Abro­ga­to

Art. 303

G. Di­rit­ti con­tro i coob­bli­ga­ti

 

1 Il cre­di­to­re che non ha ade­ri­to al con­cor­da­to non per­de i suoi di­rit­ti con­tro i con­de­bi­to­ri, i fi­de­ius­so­ri e gli ob­bli­ga­ti in via di re­gres­so (art. 216).

2 Pa­ri­men­ti, il cre­di­to­re che vi ha ade­ri­to non per­de i suoi di­rit­ti con­tro le per­so­ne sum­men­zio­na­te, a con­di­zio­ne che le ab­bia av­vi­sa­te, al­me­no die­ci gior­ni pri­ma, del gior­no e del luo­go dell’as­sem­blea, of­fren­do lo­ro la ces­sio­ne del pro­prio cre­di­to con­tro pa­ga­men­to (art. 114, 147, 501 CO548).

3 Il cre­di­to­re può al­tre­sì, sen­za pre­giu­di­zio dei suoi di­rit­ti, au­to­riz­za­re i con­de­bi­to­ri, fi­de­ius­so­ri e ob­bli­ga­ti in via di re­gres­so a de­li­be­ra­re in sua ve­ce sull’ade­sio­ne al con­cor­da­to.

Art. 304

H. Re­la­zio­ne del com­mis­sa­rio; pub­bli­ca­zio­ne dell’udien­za d’omo­lo­ga-zio­ne

 

1 Pri­ma del­la sca­den­za del­la mo­ra­to­ria, il com­mis­sa­rio sot­to­po­ne al giu­di­ce del con­cor­da­to tut­ti gli at­ti. Nel­la sua re­la­zio­ne, egli ri­fe­ri­sce sul­le ade­sio­ni già ri­ce­vu­te e rac­co­man­da l’omo­lo­ga­zio­ne o il ri­get­to del con­cor­da­to.

2 Il giu­di­ce del con­cor­da­to pro­nun­cia a bre­ve ter­mi­ne.

3 Il gior­no e il luo­go dell’udien­za so­no co­mu­ni­ca­ti me­dian­te pub­bli­co av­vi­so, con l’av­ver­ten­za che i cre­di­to­ri po­tran­no far­vi va­le­re le lo­ro op­po­si­zio­ni al con­cor­da­to.

II. Disposizioni generali sul concordato

Art. 305

II. Di­spo­si­zio­ni ge­ne­ra­li sul con­cor­da­to

A. Ac­cet­ta­zio­ne da par­te dei cre­di­to­ri

 

1 Il con­cor­da­to è ac­cet­ta­to qua­lo­ra vi ab­bia ade­ri­to, pri­ma del­la de­ci­sio­ne di omo­lo­ga­zio­ne:

a.
la mag­gio­ran­za dei cre­di­to­ri, rap­pre­sen­tan­ti al­me­no i due ter­zi dell’am­mon­ta­re com­ples­si­vo dei cre­di­ti; o
b.
un quar­to dei cre­di­to­ri, rap­pre­sen­tan­ti al­me­no i tre quar­ti di det­to am­mon­ta­re.550

2 I cre­di­to­ri pri­vi­le­gia­ti e il co­niu­ge o il part­ner re­gi­stra­to del de­bi­to­re non so­no com­pre­si nel com­pu­to né per la lo­ro per­so­na né per i lo­ro cre­di­ti. I cre­di­ti ga­ran­ti­ti da pe­gno si com­pu­ta­no sol­tan­to per l’am­mon­ta­re che in ba­se al­la sti­ma del com­mis­sa­rio ri­ma­ne sco­per­to.551

3 Il giu­di­ce del con­cor­da­to552 de­ci­de se e per qual som­ma si deb­ba­no com­pu­ta­re an­che i cre­di­ti sot­to con­di­zio­ne, quel­li sot­to­po­sti a ter­mi­ne in­cer­to e quel­li con­te­sta­ti, sen­za che ne ri­man­ga pre­giu­di­ca­ta la que­stio­ne sul­la sus­si­sten­za dei me­de­si­mi.553

550 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

551 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 16 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 20055685; FF 20031165).

552Nuo­vo ter­mi­ne giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

553 CS 3 3

Art. 306554

B. Omo­lo­ga­zio­ne

1. Con­di­zio­ni

 

1 L’omo­lo­ga­zio­ne è su­bor­di­na­ta al­le se­guen­ti con­di­zio­ni:

1.
il va­lo­re del­le pre­sta­zio­ni of­fer­te de­ve es­se­re in giu­sta pro­por­zio­ne con i mez­zi del de­bi­to­re; il giu­di­ce del con­cor­da­to può te­ner con­to del­le sue aspet­ta­ti­ve;
2.
l’in­te­gra­le sod­di­sfa­ci­men­to dei cre­di­to­ri pri­vi­le­gia­ti am­mes­si e l’adem­pi­men­to del­le ob­bli­ga­zio­ni con­trat­te du­ran­te la mo­ra­to­ria con il con­sen­so del com­mis­sa­rio de­vo­no es­se­re suf­fi­cien­te­men­te ga­ran­ti­ti, a me­no che sin­go­li cre­di­to­ri ab­bia­no espli­ci­ta­men­te ri­nun­cia­to a esi­ge­re una ga­ran­zia per il lo­ro cre­di­to; l’ar­ti­co­lo 305 ca­po­ver­so 3 si ap­pli­ca per ana­lo­gia;
3.
in ca­so di con­cor­da­to or­di­na­rio (art. 314 cpv. 1), i ti­to­la­ri di quo­te di par­te­ci­pa­zio­ne de­vo­no con­tri­bui­re equa­men­te al ri­sa­na­men­to.

2 Il giu­di­ce del con­cor­da­to può, d’uf­fi­cio o su do­man­da di un par­te­ci­pan­te, com­ple­ta­re un con­cor­da­to non suf­fi­cien­te­men­te di­sci­pli­na­to.

554 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 306a

2. So­spen­sio­ne del­la rea­liz­za­zio­ne di pe­gni im­mo­bi­lia­ri

 

1 Su do­man­da del de­bi­to­re, il giu­di­ce del con­cor­da­to può so­spen­de­re, du­ran­te un an­no al mas­si­mo a con­ta­re dall’omo­lo­ga­zio­ne del con­cor­da­to, la rea­liz­za­zio­ne di un fon­do gra­va­to di un pe­gno per un cre­di­to an­te­rio­re all’ini­zio del­la pro­ce­du­ra con­cor­da­ta­ria, a con­di­zio­ne che gli in­te­res­si del suo de­bi­to ipo­te­ca­rio non sia­no im­pa­ga­ti da più di un an­no. Il de­bi­to­re de­ve tut­ta­via ren­de­re ve­ro­si­mi­le che il fon­do è ne­ces­sa­rio per l’eser­ci­zio del­la sua azien­da e che con la rea­liz­za­zio­ne egli cor­re­reb­be il ri­schio di ve­de­re com­pro­mes­sa la sua esi­sten­za eco­no­mi­ca.

2 Ai cre­di­to­ri in­te­res­sa­ti de­ve es­se­re da­to mo­do di pre­sen­ta­re le lo­ro os­ser­va­zio­ni scrit­te pri­ma del­la di­scus­sio­ne sull’omo­lo­ga­zio­ne del con­cor­da­to (art. 304); es­si so­no con­vo­ca­ti per­so­nal­men­te all’as­sem­blea dei cre­di­to­ri (art. 302) e all’udien­za avan­ti il giu­di­ce del con­cor­da­to.

3 La so­spen­sio­ne del­la rea­liz­za­zio­ne ca­de d’uf­fi­cio quan­do il de­bi­to­re alie­na vo­lon­ta­ria­men­te il pe­gno, quan­do è di­chia­ra­to in fal­li­men­to o quan­do muo­re.

4 Su do­man­da di un cre­di­to­re in­te­res­sa­to e do­po aver sen­ti­to il de­bi­to­re, il giu­di­ce del con­cor­da­to re­vo­ca la so­spen­sio­ne del­la rea­liz­za­zio­ne, se il cre­di­to­re ren­de ve­ro­si­mi­le che:

1.
il de­bi­to­re l’ha ot­te­nu­ta dan­do in­di­ca­zio­ni non ve­ri­tie­re al giu­di­ce del con­cor­da­to;
2.
il pa­tri­mo­nio o il red­di­to del de­bi­to­re sia au­men­ta­to e che di con­se­guen­za que­sti può rim­bor­sa­re il de­bi­to sen­za com­pro­met­te­re la sua esi­sten­za eco­no­mi­ca; op­pu­re
3.
la rea­liz­za­zio­ne del pe­gno im­mo­bi­lia­re non met­te più in pe­ri­co­lo l’esi­sten­za eco­no­mi­ca del de­bi­to­re.

Art. 307555

3. Im­pu­gna­zio­ne

 

1 La de­ci­sio­ne sul con­cor­da­to può es­se­re im­pu­gna­ta me­dian­te re­cla­mo se­con­do il CPC556.

2 Il re­cla­mo ha ef­fet­to so­spen­si­vo, sem­pre­ché l’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re non di­spon­ga di­ver­sa­men­te.

555 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

556 RS 272

Art. 308557

4. Co­mu­ni­ca­zio­ne e pub­bli­ca­zio­ne

 

1 Non ap­pe­na ese­cu­ti­va, la de­ci­sio­ne sul con­cor­da­to:

a.
è co­mu­ni­ca­ta sen­za in­du­gio all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne, all’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti, al re­gi­stro fon­dia­rio e, se il de­bi­to­re vi è iscrit­to, al re­gi­stro di com­mer­cio;
b.
è pub­bli­ca­ta.

2 Non ap­pe­na la de­ci­sio­ne è ese­cu­ti­va, ces­sa­no gli ef­fet­ti del­la mo­ra­to­ria.

557 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 309558

C. Ef­fet­ti

1. In ca­so di ri­get­to

 

In ca­so di ri­get­to del con­cor­da­to, il giu­di­ce del con­cor­da­to di­chia­ra d’uf­fi­cio il fal­li­men­to.

558 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 310559

2. In ca­so di omo­lo­ga­zio­ne

a. Ob­bli­ga­to­rie­tà per i cre­di­to­ri

 

1 Il con­cor­da­to è ob­bli­ga­to­rio per tut­ti i cre­di­to­ri i cui cre­di­ti sia­no sor­ti pri­ma del­la con­ces­sio­ne del­la mo­ra­to­ria o, sen­za il con­sen­so del com­mis­sa­rio, do­po la stes­sa (cre­di­ti con­cor­da­ta­ri). Fan­no ec­ce­zio­ne i cre­di­ti ga­ran­ti­ti da pe­gno, pur­ché co­per­ti da que­st’ul­ti­mo.

2 I de­bi­ti con­trat­ti du­ran­te la mo­ra­to­ria con il con­sen­so del com­mis­sa­rio co­sti­tui­sco­no de­bi­ti del­la mas­sa in un con­cor­da­to con ab­ban­do­no dell’at­ti­vo o in un fal­li­men­to suc­ces­si­vo. Lo stes­so va­le per i cre­di­ti ri­sul­tan­ti da un con­trat­to di du­ra­ta, a con­di­zio­ne che il de­bi­to­re ab­bia be­ne­fi­cia­to del­le pre­sta­zio­ni con il con­sen­so del com­mis­sa­rio.

559 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 311

b. Estin­zio­ne del­le ese­cu­zio­ni

 

L’omo­lo­ga­zio­ne del con­cor­da­to pro­du­ce estin­zio­ne di tut­te le ese­cu­zio­ni pro­mos­se pri­ma del­la mo­ra­to­ria ad ec­ce­zio­ne di quel­le in via di rea­liz­za­zio­ne del pe­gno; l’ar­ti­co­lo 199 ca­po­ver­so 2 è ap­pli­ca­bi­le per ana­lo­gia.

Art. 312

c. Nul­li­tà del­le pro­mes­se fat­te al di fuo­ri del con­cor­da­to

 

È nul­la ogni pro­mes­sa con cui il de­bi­to­re as­si­cu­ri ad un cre­di­to­re più di quan­to gli spet­ti se­con­do i ter­mi­ni del con­cor­da­to (art. 20 CO560).

Art. 313

D. Re­vo­ca del con­cor­da­to

 

1 Ogni cre­di­to­re può do­man­da­re al giu­di­ce del con­cor­da­to la re­vo­ca di un con­cor­da­to ot­te­nu­to con mez­zi slea­li (art. 20, 28, 29 CO561).

2 Gli ar­ti­co­li 307 a 309 so­no ap­pli­ca­bi­li per ana­lo­gia.

III. Del concordato ordinario

Art. 314

III. Del con­cor­da­to or­di­na­rio

A. Con­te­nu­to

 

1 Il con­cor­da­to in­di­ca in qua­le mi­su­ra i cre­di­to­ri ri­nun­cia­no ai lo­ro cre­di­ti, co­me il de­bi­to­re adem­pi­rà le sue ob­bli­ga­zio­ni e, all’oc­cor­ren­za, co­me que­ste sa­ran­no ga­ran­ti­te.

1bis Il di­vi­den­do del con­cor­da­to può es­se­re co­sti­tui­to in tut­to o in par­te di quo­te so­cia­li o di­rit­ti so­cie­ta­ri del de­bi­to­re o di una so­cie­tà su­ben­tran­te.562

2 Il com­mis­sa­rio o un ter­zo può es­se­re in­ca­ri­ca­to di pren­de­re i prov­ve­di­men­ti di vi­gi­lan­za, di ge­stio­ne e di li­qui­da­zio­ne ne­ces­sa­ri per ese­gui­re il con­cor­da­to e ga­ran­tir­ne l’adem­pi­men­to.

562 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 315

B. Cre­di­ti con­te­sta­ti

 

1 Omo­lo­gan­do il con­cor­da­to, il giu­di­ce del con­cor­da­to as­se­gna ai cre­di­to­ri le cui pre­te­se so­no con­te­sta­te un ter­mi­ne di ven­ti gior­ni per pro­muo­ve­re l’azio­ne al luo­go del con­cor­da­to, sot­to la com­mi­na­to­ria che in ca­so di omis­sio­ne per­de­ran­no il di­rit­to al­la ga­ran­zia del di­vi­den­do.

2 A ri­chie­sta del giu­di­ce del con­cor­da­to, il de­bi­to­re de­ve de­po­si­ta­re pres­so lo sta­bi­li­men­to dei de­po­si­ti, si­no a cau­sa de­fi­ni­ta, i ri­par­ti re­la­ti­vi ai cre­di­ti con­te­sta­ti.

Art. 316

C. Re­vo­ca­zio­ne di un con­cor­da­to nei con­fron­ti di un cre­di­to­re

 

1 Ogni cre­di­to­re ri­guar­do al qua­le non sia sta­to adem­pi­to il con­cor­da­to può, sen­za pre­giu­di­zio dei di­rit­ti che que­sto gli as­si­cu­ra, do­man­da­re al giu­di­ce del con­cor­da­to la re­vo­ca per il suo cre­di­to.

2 L’ar­ti­co­lo 307 è ap­pli­ca­bi­le per ana­lo­gia.

IV. Del concordato con abbandono dell’attivo

Art. 317

IV. Del con­cor­da­to con ab­ban­do­no dell’at­ti­vo

A. No­zio­ne

 

1 Il con­cor­da­to con ab­ban­do­no dell’at­ti­vo può con­fe­ri­re ai cre­di­to­ri il di­rit­to di di­spor­re dei be­ni del de­bi­to­re o con­si­ste­re nel tra­sfe­ri­men­to a ter­zi di tut­ti o di par­te di que­sti be­ni.

2 I cre­di­to­ri eser­ci­ta­no i lo­ro di­rit­ti per il tra­mi­te di li­qui­da­to­ri e di una de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri. Que­sti so­no no­mi­na­ti dall’as­sem­blea che si pro­nun­cia sul con­cor­da­to. Pos­so­no fun­ge­re da com­mis­sa­rio i li­qui­da­to­ri.

Art. 318

B. Con­te­nu­to

 

1 Il con­cor­da­to con­tie­ne di­spo­si­zio­ni cir­ca:

1.
la ri­nun­cia dei cre­di­to­ri al­la par­te del cre­di­to non co­per­ta dal ri­ca­vo del­la li­qui­da­zio­ne dei be­ni o del prez­zo del tra­sfe­ri­men­to di ta­li be­ni a un ter­zo, op­pu­re la re­go­la­men­ta­zio­ne pre­ci­sa dei di­rit­ti spet­tan­ti ad es­si a que­sto ri­guar­do;
2.
la de­si­gna­zio­ne dei li­qui­da­to­ri e il nu­me­ro di mem­bri del­la de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri, non­ché la de­li­mi­ta­zio­ne del­le lo­ro at­tri­bu­zio­ni;
3.
il mo­do di li­qui­da­zio­ne, in quan­to non di­sci­pli­na­to dal­la leg­ge, non­ché il mo­do e le ga­ran­zie d’ese­cu­zio­ne del­la ces­sio­ne, se i be­ni so­no ce­du­ti a un ter­zo;
4.
gli or­ga­ni, ol­tre i fo­gli uf­fi­cia­li, nei qua­li le pub­bli­ca­zio­ni de­sti­na­te ai cre­di­to­ri de­vo­no es­se­re fat­te.563

1bis Il di­vi­den­do del con­cor­da­to può es­se­re co­sti­tui­to in tut­to o in par­te di quo­te so­cia­li o di di­rit­ti so­cie­ta­ri del de­bi­to­re o di una so­cie­tà su­ben­tran­te.564

2 In par­ti­co­la­re, il con­cor­da­to che non con­cer­ne la to­ta­li­tà dei be­ni del de­bi­to­re de­ve in­di­ca­re esat­ta­men­te qua­li be­ni so­no ce­du­ti ai cre­di­to­ri e qua­li a un ter­zo.

563 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

564 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Art. 319

C. Ef­fet­ti dell’omo­lo­ga­zio­ne

 

1 Quan­do l’omo­lo­ga­zio­ne del con­cor­da­to con ab­ban­do­no dell’at­ti­vo è di­ve­nu­ta ese­cu­ti­va, il de­bi­to­re non ha più di­rit­to di di­spor­re dei suoi be­ni e i pre­ce­den­ti aven­ti di­rit­to non so­no più au­to­riz­za­ti a fir­ma­re.565

2 Se il de­bi­to­re è iscrit­to nel re­gi­stro di com­mer­cio, al­la sua ra­gio­ne so­cia­le de­vo­no es­se­re ag­giun­te le pa­ro­le: «in li­qui­da­zio­ne con­cor­da­ta­ria». Sot­to que­sta ra­gio­ne la mas­sa può es­se­re escus­sa per i de­bi­ti non com­pre­si nel con­cor­da­to.

3 I li­qui­da­to­ri prov­ve­do­no a tut­ti gli at­ti ne­ces­sa­ri al­la con­ser­va­zio­ne e al­la rea­liz­za­zio­ne del­la mas­sa o, all’oc­cor­ren­za, al tra­sfe­ri­men­to dei be­ni.

4 Es­si rap­pre­sen­ta­no la mas­sa in giu­sti­zia. L’ar­ti­co­lo 242 è ap­pli­ca­bi­le per ana­lo­gia.

565 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 4 del­la LF del 19 giu. 2020 (Di­rit­to del­la so­cie­tà ano­ni­ma), in vi­go­re dal 1° gen. 2023 (RU 2020 4005; 2022 109; FF 2017 325).

Art. 320

D. Si­tua­zio­ne dei li­qui­da­to­ri

 

1 I li­qui­da­to­ri sog­giac­cio­no al­la vi­gi­lan­za e al con­trol­lo del­la de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri.

2 I prov­ve­di­men­ti dei li­qui­da­to­ri con­cer­nen­ti la rea­liz­za­zio­ne dell’at­ti­vo pos­so­no es­se­re im­pu­gna­ti avan­ti la de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri, e le de­ci­sio­ni di que­sta com­mis­sio­ne pos­so­no es­se­re de­fe­ri­te all’au­to­ri­tà di sor­ve­glian­za en­tro die­ci gior­ni dal­la co­mu­ni­ca­zio­ne.

3 Per il re­sto, gli ar­ti­co­li 8 a 11, 14, 34 e 35 si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia al­la ge­stio­ne dei li­qui­da­to­ri.

Art. 321

E. De­ter­mi­na­zio­ne dei cre­di­to­ri le­git­ti­ma­ti a par­te­ci­pa­re al­la ri­par­ti­zio­ne

 

1 Per de­ter­mi­na­re le per­so­ne che par­te­ci­pe­ran­no al ri­par­to del ri­ca­vo del­la li­qui­da­zio­ne ed il gra­do dei lo­ro cre­di­ti, i li­qui­da­to­ri, sen­za pub­bli­ca­re nuo­va gri­da e fon­dan­do­si sui li­bri e sul­le in­si­nua­zio­ni, com­pi­le­ran­no uno sta­to di col­lo­ca­zio­ne (gra­dua­to­ria), che sa­rà mes­so a di­spo­si­zio­ne dei cre­di­to­ri.

2 Gli ar­ti­co­li 244 a 251 si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia.

Art. 322

F. Rea­liz­za­zio­ne

1. In ge­ne­ra­le

 

1 I be­ni che com­pon­go­no l’at­ti­vo so­no di re­go­la rea­liz­za­ti se­pa­ra­ta­men­te o in bloc­co. La rea­liz­za­zio­ne si fa per via d’in­cas­so o di ven­di­ta se si trat­ta di cre­di­ti e a trat­ta­ti­ve pri­va­te o me­dian­te pub­bli­co in­can­to se si trat­ta di al­tri be­ni.

2 Il mo­do e il mo­men­to del­la rea­liz­za­zio­ne so­no de­ter­mi­na­ti dai li­qui­da­to­ri d’ac­cor­do con la de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri.

Art. 323

2. Fon­di gra­va­ti da pe­gno

 

Ec­ce­zion fat­ta per i ca­si in cui gli at­ti­vi sia­no tra­sfe­ri­ti a un ter­zo, i fon­di gra­va­ti da pe­gno pos­so­no es­se­re ven­du­ti dai li­qui­da­to­ri a trat­ta­ti­ve pri­va­te sol­tan­to col con­sen­so dei cre­di­to­ri pi­gno­ra­ti­zi non co­per­ti dal prez­zo di ven­di­ta. In man­can­za di con­sen­so, es­si do­vran­no es­se­re rea­liz­za­ti ai pub­bli­ci in­can­ti (art. 134 a 137, 142, 143, 257 e 258). La gra­dua­to­ria (art. 321) fa sta­to per l’esi­sten­za e il gra­do de­gli one­ri (ser­vi­tù, one­ri fon­dia­ri, pe­gni im­mo­bi­lia­ri e di­rit­ti per­so­na­li an­no­ta­ti) che li gra­va­no.

Art. 324

3. Pe­gni mo­bi­lia­ri

 

1 I cre­di­to­ri ga­ran­ti­ti da pe­gni ma­nua­li non han­no l’ob­bli­go di con­se­gnar­li ai li­qui­da­to­ri. Se il con­cor­da­to com­por­tan­te mo­ra­to­ria non lo vie­ta, i cre­di­to­ri ga­ran­ti­ti da pe­gni ma­nua­li pos­so­no rea­liz­zar­li al mo­men­to che lo­ro sem­bra op­por­tu­no, me­dian­te ese­cu­zio­ne in via di rea­liz­za­zio­ne del pe­gno, ov­ve­ro, se vi so­no au­to­riz­za­ti dall’at­to co­sti­tu­ti­vo del pe­gno, me­dian­te ven­di­ta a trat­ta­ti­ve pri­va­te o in bor­sa.

2 Se tut­ta­via l’in­te­res­se del­la mas­sa esi­ge che il pe­gno sia rea­liz­za­to, i li­qui­da­to­ri pos­so­no as­se­gna­re al cre­di­to­re pi­gno­ra­ti­zio un ter­mi­ne non in­fe­rio­re a sei me­si per pro­ce­de­re al­la rea­liz­za­zio­ne. Con­tem­po­ra­nea­men­te, es­si in­giun­go­no al cre­di­to­re pi­gno­ra­ti­zio, sot­to mi­nac­cia di pe­na (art. 324 n. 4 CP566), di con­se­gna­re lo­ro il pe­gno do­po la sca­den­za del ter­mi­ne per la rea­liz­za­zio­ne, e lo av­vi­sa­no che, se la man­ca­ta con­se­gna non è giu­sti­fi­ca­ta, il di­rit­to pre­fe­ren­zia­le sa­rà estin­to.

Art. 325

4. Ces­sio­ne di pre­te­se ai cre­di­to­ri

 

Se i li­qui­da­to­ri o la de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri ri­nun­cia­no ad una pre­te­sa con­te­sta­ta o di rea­liz­za­zio­ne dif­fi­ci­le, in ispe­cial mo­do, se ri­nun­cia­no ad un di­rit­to che do­vreb­be es­se­re fat­to va­le­re me­dian­te l’azio­ne ri­vo­ca­to­ria od un’azio­ne di re­spon­sa­bi­li­tà con­tro gli or­ga­ni o gl’im­pie­ga­ti del de­bi­to­re, es­si ne in­for­me­ran­no i cre­di­to­ri con av­vi­so per­so­na­le o me­dian­te pub­bli­ca­zio­ne uf­fi­cia­le ed of­fri­ran­no lo­ro la ces­sio­ne di det­te pre­te­se con­for­me­men­te all’ar­ti­co­lo 260.

Art. 326

G. Ri­par­ti­zio­ne

1. Sta­to di ri­par­to

 

Pri­ma di ogni di­stri­bu­zio­ne, an­che prov­vi­so­ria, i li­qui­da­to­ri so­no te­nu­ti a com­pi­la­re un estrat­to del­lo sta­to di ri­par­to e a te­ner­lo a di­spo­si­zio­ne dei cre­di­to­ri per die­ci gior­ni. En­tro que­sto ter­mi­ne, è am­mes­so il ri­cor­so con­tro lo sta­to di ri­par­to all’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za.

Art. 327

2. Im­por­to sco­per­to in ca­so di cre­di­to ga­ran­ti­to da pe­gno

 

1 I cre­di­to­ri pi­gno­ra­ti­zi i cui pe­gni so­no già sta­ti rea­liz­za­ti al mo­men­to del de­po­si­to del­lo sta­to di ri­par­to prov­vi­so­rio par­te­ci­pa­no al ri­par­to prov­vi­so­rio per l’im­por­to ef­fet­ti­va­men­te sco­per­to. Que­sto im­por­to è de­ter­mi­na­to dai li­qui­da­to­ri, la cui de­ci­sio­ne può es­se­re im­pu­gna­ta sol­tan­to me­dian­te ri­cor­so con­for­me­men­te all’ar­ti­co­lo 326.

2 Se il pe­gno non è an­co­ra sta­to rea­liz­za­to al mo­men­to del de­po­si­to del­lo sta­to di ri­par­to prov­vi­so­rio, il cre­di­to­re pi­gno­ra­ti­zio par­te­ci­pe­rà al­la di­stri­bu­zio­ne per l’im­por­to pre­su­mi­bil­men­te sco­per­to, a sti­ma del com­mis­sa­rio. Se di­mo­stra che il ri­ca­vo del­la rea­liz­za­zio­ne del pe­gno è ri­ma­sto in­fe­rio­re a que­sta sti­ma, il cre­di­to­re pi­gno­ra­ti­zio avrà di­rit­to al di­vi­den­do e agli ac­con­ti cor­ri­spon­den­ti.

3 Se il ri­ca­vo del­la rea­liz­za­zio­ne del pe­gno e i di­vi­den­di prov­vi­so­ri già ri­scos­si su­pe­ra­no l’am­mon­ta­re del cre­di­to, il cre­di­to­re do­vrà re­sti­tui­re l’ec­ce­den­za.

Art. 328

3. Con­to fi­na­le

 

Con lo sta­to di ri­par­to de­fi­ni­ti­vo, i li­qui­da­to­ri de­vo­no de­po­si­ta­re il con­to fi­na­le, che com­pren­de­rà an­che il con­to del­le spe­se.

Art. 329

4. De­po­si­to

 

1 I di­vi­den­di che non so­no sta­ti ri­ti­ra­ti en­tro il ter­mi­ne fis­sa­to so­no de­po­si­ta­ti pres­so la cas­sa dei de­po­si­ti de­si­gna­ta dal giu­di­ce del con­cor­da­to567.

2 I di­vi­den­di che non sa­ran­no sta­ti ri­ti­ra­ti en­tro il ter­mi­ne di die­ci an­ni sa­ran­no di­stri­bui­ti a cu­ra dell’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti; è ap­pli­ca­bi­le per ana­lo­gia l’ar­ti­co­lo 269.

567 Nuo­vo ter­mi­ne giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

Art. 330

H. Re­la­zio­ne sul­la ge­stio­ne

 

1 Ter­mi­na­ta la li­qui­da­zio­ne, i li­qui­da­to­ri sten­do­no una re­la­zio­ne fi­na­le. Que­sta de­ve es­se­re ap­pro­va­ta dal­la de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri, co­mu­ni­ca­ta al giu­di­ce del con­cor­da­to e te­nu­ta a di­spo­si­zio­ne dei cre­di­to­ri.

2 Se la li­qui­da­zio­ne du­ra più di un an­no, i li­qui­da­to­ri han­no l’ob­bli­go di al­le­sti­re al 31 di­cem­bre di ogni an­no uno sta­to del pa­tri­mo­nio li­qui­da­to e dei be­ni non an­co­ra rea­liz­za­ti ed una re­la­zio­ne sul­la lo­ro ge­stio­ne. En­tro i due pri­mi me­si dell’an­no se­guen­te, es­si de­vo­no tra­smet­te­re lo sta­to del pa­tri­mo­nio e la re­la­zio­ne al giu­di­ce del con­cor­da­to, per il tra­mi­te del­la de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri, e met­ter­li a di­spo­si­zio­ne dei cre­di­to­ri stes­si.

Art. 331

I. Re­vo­ca di at­ti giu­ri­di­ci

 

1 Gli at­ti giu­ri­di­ci com­piu­ti dal de­bi­to­re pri­ma dell’omo­lo­ga­zio­ne del con­cor­da­to so­no re­vo­ca­bi­li con­for­me­men­te agli ar­ti­co­li 285 a 292.

2 Per il com­pu­to dei ter­mi­ni di cui agli ar­ti­co­li 286–288 fa sta­to, in luo­go del pi­gno­ra­men­to o del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to, la con­ces­sio­ne del­la mo­ra­to­ria con­cor­da­ta­ria.568

3 I li­qui­da­to­ri pos­so­no e deb­bo­no op­por­re ai cre­di­to­ri tut­te le ec­ce­zio­ni che com­pe­to­no al­la mas­sa in vir­tù dei di­spo­sti re­la­ti­vi all’azio­ne ri­vo­ca­to­ria.

568 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

V. Del concordato nella procedura di fallimento

Art. 332

V. Del con­cor­da­to nel­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to

 

1 Il de­bi­to­re o un cre­di­to­re può pro­por­re un con­cor­da­to. In tal ca­so, l’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to lo sot­to­po­ne col pro­prio pa­re­re ai cre­di­to­ri, i qua­li de­li­be­ra­no sul me­de­si­mo al più pre­sto nel­la se­con­da as­sem­blea.569

2 Gli ar­ti­co­li 302 a 307 e 310 a 331 si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia. Tut­ta­via le fun­zio­ni del com­mis­sa­rio spet­ta­no all’am­mi­ni­stra­zio­ne del fal­li­men­to. La rea­liz­za­zio­ne è so­spe­sa si­no a de­ci­sio­ne del giu­di­ce del con­cor­da­to sull’omo­lo­ga­zio­ne.

3 La de­ci­sio­ne sul con­cor­da­to è co­mu­ni­ca­ta all’am­mi­ni­stra­zio­ne, la qua­le, in ca­so di omo­lo­ga­zio­ne, pro­po­ne al giu­di­ce la ri­vo­ca­zio­ne del fal­li­men­to.

569 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

VI. Dell’appuramento bonale dei debiti mediante trattative private

Art. 333

VI. Dell’ap­pu­ra­men­to bo­na­le dei de­bi­ti me­dian­te trat­ta­ti­ve pri­va­te

1. Do­man­da del de­bi­to­re

 

1 Ogni de­bi­to­re non sog­get­to all’ese­cu­zio­ne in via di fal­li­men­to può do­man­da­re al giu­di­ce del con­cor­da­to che si pro­ce­da all’ap­pu­ra­men­to bo­na­le dei de­bi­ti me­dian­te trat­ta­ti­ve pri­va­te.

2 Nel­la do­man­da, il de­bi­to­re de­ve pre­sen­ta­re lo sta­to dei suoi de­bi­ti e la si­tua­zio­ne quan­to al suo pa­tri­mo­nio e ai suoi pro­ven­ti.

Art. 334

2. Mo­ra­to­ria. No­mi­na di un com­mis­sa­rio

 

1 Se l’ap­pu­ra­men­to bo­na­le dei de­bi­ti non ap­pa­re esclu­so già di pri­mo ac­chi­to e le spe­se del pro­ce­di­men­to so­no ga­ran­ti­te, il giu­di­ce del con­cor­da­to con­ce­de al de­bi­to­re una mo­ra­to­ria di tre me­si al mas­si­mo e no­mi­na un com­mis­sa­rio.

2 Su do­man­da del com­mis­sa­rio, la mo­ra­to­ria può es­se­re pro­ro­ga­ta fi­no a sei me­si al mas­si­mo. Inol­tre, può es­se­re re­vo­ca­ta in­nan­zi tem­po, se l’ap­pu­ra­men­to non è ma­ni­fe­sta­men­te più pos­si­bi­le.

3 Du­ran­te la mo­ra­to­ria non si può pro­muo­ve­re né pro­se­gui­re al­cu­na ese­cu­zio­ne con­tro il de­bi­to­re, fat­ta ec­ce­zio­ne per i con­tri­bu­ti pe­rio­di­ci di man­te­ni­men­to o d’esi­sten­za in vir­tù del di­rit­to di fa­mi­glia. I ter­mi­ni pre­vi­sti da­gli ar­ti­co­li 88, 93 ca­po­ver­so 2, 116 e 154 so­no so­spe­si.

4 La de­ci­sio­ne del giu­di­ce del con­cor­da­to è co­mu­ni­ca­ta ai cre­di­to­ri; l’ar­ti­co­lo 295csi ap­pli­ca per ana­lo­gia.570

570 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 4 del­la LF del 19 giu. 2020 (Di­rit­to del­la so­cie­tà ano­ni­ma), in vi­go­re dal 1° gen. 2023 (RU 2020 4005; 2022 109; FF 2017 325).

Art. 335

3. Com­pi­ti del com­mis­sa­rio

 

1 Il com­mis­sa­rio as­si­ste il de­bi­to­re nell’ela­bo­ra­zio­ne di una pro­po­sta di ap­pu­ra­men­to. Il de­bi­to­re può in par­ti­co­la­re pro­por­re ai cre­di­to­ri un di­vi­den­do, op­pu­re ri­chie­de­re una mo­ra­to­ria o ogni al­tra mi­su­ra per fa­ci­li­ta­re il pa­ga­men­to del ca­pi­ta­le o de­gli in­te­res­si.

2 Il com­mis­sa­rio con­du­ce le trat­ta­ti­ve con i cre­di­to­ri in vi­sta dell’ac­cet­ta­zio­ne del­le pro­po­ste di ap­pu­ra­men­to fat­te dal de­bi­to­re.

3 Il giu­di­ce del con­cor­da­to può in­ca­ri­ca­re il com­mis­sa­rio di vi­gi­la­re sul de­bi­to­re nell’ese­cu­zio­ne dell’ap­pu­ra­men­to bo­na­le.

Art. 336

4. Rap­por­to con la mo­ra­to­ria con­cor­da­ta­ria

 

In ca­so di suc­ces­si­va pro­ce­du­ra con­cor­da­ta­ria, la du­ra­ta del­la mo­ra­to­ria se­con­do gli ar­ti­co­li 333 segg. è com­pu­ta­ta sul­la du­ra­ta del­la mo­ra­to­ria con­cor­da­ta­ria.

Titolo dodicesimo: Della moratoria straordinaria571

571Introdotto dal n. IV della LF del 3 apr. 1924 (RU 40 391).Nuovo testo giusta il n. I della LF del 16 dic. 1994, in vigore dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 337

A. Ap­pli­ca­bi­li­tà

 

In cir­co­stan­ze straor­di­na­rie, so­prat­tut­to nel ca­so di cri­si eco­no­mi­ca per­si­sten­te, il Go­ver­no can­to­na­le può, col con­sen­so del­la Con­fe­de­ra­zio­ne572, di­chia­ra­re ap­pli­ca­bi­li per un de­ter­mi­na­to tem­po le di­spo­si­zio­ni del pre­sen­te ti­to­lo ai de­bi­to­ri di un de­ter­mi­na­to ter­ri­to­rio re­si vit­ti­me da sif­fat­te cir­co­stan­ze.

572Espr. mo­di­fi­ca­ta dal n. III del­la LF del 15 dic. 1989 conc. l’ap­pro­va­zio­ne di at­ti le­gi­sla­ti­vi dei Can­to­ni da par­te del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, in vi­go­re dal 1° feb. 1991 (RU 1991 362; FF 1988 II 1149).

Art. 338

B. Con­ces­sio­ne

1. Con­di­zio­ni

 

1 Un de­bi­to­re che, sen­za sua col­pa, in se­gui­to al­le cir­co­stan­ze pre­vi­ste dall’ar­ti­co­lo 337, non è in gra­do di sod­di­sfa­re i suoi im­pe­gni, può chie­de­re al giu­di­ce del con­cor­da­to una mo­ra­to­ria straor­di­na­ria di sei me­si al mas­si­mo, sem­pre­ché si pos­sa pre­su­me­re che, sca­du­ta la mo­ra­to­ria, egli pos­sa sod­di­sfa­re in­te­gral­men­te i suoi cre­di­to­ri.

2 A que­sto sco­po egli de­ve al­le­ga­re al­la sua do­man­da gli at­ti giu­sti­fi­ca­ti­vi ri­chie­sti cir­ca le sue con­di­zio­ni pa­tri­mo­nia­li, pre­sen­ta­re un elen­co dei suoi cre­di­to­ri, for­ni­re tut­ti gli schia­ri­men­ti chie­sti dal giu­di­ce del con­cor­da­to e pro­dur­re gli al­tri do­cu­men­ti che gli fos­se­ro do­man­da­ti.

3 Se il de­bi­to­re è sot­to­po­sto al­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to, de­ve al­le­ga­re al­la do­man­da an­che un bi­lan­cio e i suoi li­bri di com­mer­cio.

4 Do­po la pre­sen­ta­zio­ne del­la do­man­da, il giu­di­ce del con­cor­da­to può so­spen­de­re, con una mi­su­ra prov­vi­sio­na­le, le ese­cu­zio­ni pen­den­ti, ec­ce­zion fat­ta di quel­le per cre­di­ti in­di­ca­ti nell’ar­ti­co­lo 342. Egli de­ci­de se e in qua­le mi­su­ra il tem­po del­la so­spen­sio­ne deb­ba es­se­re com­pu­ta­to nel­la du­ra­ta del­la mo­ra­to­ria straor­di­na­ria.

Art. 339

2. De­ci­sio­ne

 

1 Il giu­di­ce del con­cor­da­to com­pie le in­da­gi­ni che an­co­ra fos­se­ro ne­ces­sa­rie e, quan­do la do­man­da non ri­sul­ti senz’al­tro in­fon­da­ta, ci­ta, me­dian­te pub­bli­co av­vi­so, tut­ti i cre­di­to­ri ad una di­scus­sio­ne ora­le; ove oc­cor­ra, sa­ran­no as­sun­ti dei pe­ri­ti.

2 Se l’elen­co dei cre­di­to­ri pre­sen­ta­to dal de­bi­to­re in­di­ca un nu­me­ro re­la­ti­va­men­te esi­guo di cre­di­to­ri e il giu­di­ce del con­cor­da­to lo re­pu­ta de­gno di fe­de, la con­vo­ca­zio­ne pub­bli­ca dei cre­di­to­ri, fi­de­ius­so­ri e con­de­bi­to­ri può es­se­re so­sti­tui­ta da una ci­ta­zio­ne per­so­na­le.573

3 Pri­ma del­la di­scus­sio­ne i cre­di­to­ri pos­so­no ve­de­re gli at­ti e an­che pre­sen­ta­re per iscrit­to le lo­ro obie­zio­ni con­tro la do­man­da.574

4 Il giu­di­ce del con­cor­da­to de­ci­de en­tro bre­ve ter­mi­ne. Es­sa può, con­ce­den­do la mo­ra­to­ria, im­por­re al de­bi­to­re il pa­ga­men­to di una o più ra­te.575

573In­tro­dot­to dall’art. 25 del­la LF del 28 set. 1949, in vi­go­re dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57).

574Pri­mi­ti­vi cpv. 2 e 3.

575Pri­mi­ti­vi cpv. 2 e 3.

Art. 340

3. Re­cla­mo

 

1 Il de­bi­to­re e ogni cre­di­to­re pos­so­no im­pu­gna­re la de­ci­sio­ne me­dian­te re­cla­mo se­con­do il CPC577.578

2 Ai di­bat­ti­men­ti so­no ci­ta­ti a com­pa­ri­re il de­bi­to­re e i cre­di­to­ri che era­no pre­sen­ti o si era­no fat­ti rap­pre­sen­ta­re da­van­ti al­la pri­ma istan­za.

3 La mo­ra­to­ria con­ces­sa dal giu­di­ce del con­cor­da­to è ope­ra­ti­va fi­no al­la de­ci­sio­ne de­fi­ni­ti­va dell’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re.579

577 RS 272

578 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

579 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

Art. 341

4. Mi­su­re cau­te­la­ri

 

1 Il giu­di­ce del con­cor­da­to or­di­na, al più tar­di al mo­men­to del­la con­ces­sio­ne del­la mo­ra­to­ria, la for­ma­zio­ne di un in­ven­ta­rio dei be­ni. Gli ar­ti­co­li 163 e 164 si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia. Il giu­di­ce può pren­de­re al­tri prov­ve­di­men­ti per la tu­te­la de­gli in­te­res­si dei cre­di­to­ri.

2 Con­ce­den­do la mo­ra­to­ria, egli può af­fi­da­re a un com­mis­sa­rio l’in­ca­ri­co di vi­gi­la­re sul­la ge­stio­ne del de­bi­to­re.

Art. 342

5. Co­mu­ni­ca­zio­ne del­la de­ci­sio­ne

 

La de­ci­sio­ne che con­ce­de la mo­ra­to­ria è no­ti­fi­ca­ta all’uf­fi­cio d’ese­cu­zio­ne e, se il de­bi­to­re è sot­to­po­sto al­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to, al giu­di­ce del fal­li­men­to. Es­sa vie­ne pub­bli­ca­ta non ap­pe­na sia di­ve­nu­ta de­fi­ni­ti­va.

Art. 343

C. Ef­fet­ti del­la mo­ra­to­ria straor­di­na­ria

1. Sul­le ese­cu­zio­ni e sui ter­mi­ni

 

1 Fin­ché du­ra la mo­ra­to­ria, con­tro il de­bi­to­re pos­so­no es­se­re ini­zia­te e pro­se­gui­te del­le ese­cu­zio­ni fi­no al pi­gno­ra­men­to o al­la com­mi­na­to­ria di fal­li­men­to. I sa­la­ri pi­gno­ra­ti so­no ri­scos­si an­che du­ran­te la mo­ra­to­ria. Lo stes­so di­ca­si del­le pi­gio­ni e dei fit­ti, in quan­to sia­no com­pre­si nel­la ga­ran­zia rea­le in vir­tù di un’ese­cu­zio­ne chie­sta pri­ma o du­ran­te la mo­ra­to­ria. Per con­tro, non può es­se­re da­to cor­so a una do­man­da di rea­liz­za­zio­ne o a una do­man­da di fal­li­men­to.

2 I ter­mi­ni pre­vi­sti da­gli ar­ti­co­li 116, 154, 166, 188, 219, 286, 287 e 288 so­no pro­lun­ga­ti di un pe­rio­do cor­ri­spon­den­te al­la mo­ra­to­ria. Pa­ri­men­ti, vie­ne pro­lun­ga­ta di un pe­rio­do cor­ri­spon­den­te al­la mo­ra­to­ria la ga­ran­zia rea­le per gli in­te­res­si dei cre­di­ti ga­ran­ti­ti da pe­gno im­mo­bi­lia­re (art. 818 cpv. 1 n. 3 CC580).

Art. 344

2. Sul­la ca­pa­ci­tà di di­spor­re del de­bi­to­re

a. In ge­ne­ra­le

 

Il de­bi­to­re può con­ti­nua­re il suo com­mer­cio o la sua in­du­stria, ma gli è vie­ta­to di com­pie­re du­ran­te la mo­ra­to­ria de­gli at­ti giu­ri­di­ci ta­li da nuo­ce­re agli in­te­res­si le­git­ti­mi dei cre­di­to­ri o da fa­vo­ri­re cer­ti cre­di­to­ri a de­tri­men­to di al­tri.

Art. 345

b. Per de­ci­sio­ne del giu­di­ce del con­cor­da­to

 

1 Con­ce­den­do la mo­ra­to­ria, il giu­di­ce del con­cor­da­to può di­spor­re che il de­bi­to­re non po­trà, sen­za il con­sen­so del com­mis­sa­rio o, in sua as­sen­za, del giu­di­ce del con­cor­da­to, va­li­da­men­te alie­na­re o ipo­te­ca­re fon­di, co­sti­tui­re pe­gni, pre­sta­re fi­de­ius­sio­ni, di­spor­re dei pro­pri be­ni a ti­to­lo gra­tui­to, né fa­re pa­ga­men­ti per de­bi­ti con­trat­ti an­te­rior­men­te al­la mo­ra­to­ria. Il con­sen­so non è pe­rò ri­chie­sto per il pa­ga­men­to di de­bi­ti del­la se­con­da clas­se giu­sta l’ar­ti­co­lo 219 ca­po­ver­so 4, né per il ver­sa­men­to del­le ra­te pre­vi­ste dall’ar­ti­co­lo 339 ca­po­ver­so 4.

2 Se il giu­di­ce del con­cor­da­to, nel con­ce­de­re la mo­ra­to­ria, for­mu­la sif­fat­ta ri­ser­va, que­st’ul­ti­ma de­ve es­se­re in­di­ca­ta nel­la pub­bli­ca­zio­ne e la mo­ra­to­ria de­ve es­se­re men­zio­na­ta nel re­gi­stro fon­dia­rio co­me re­stri­zio­ne del di­rit­to di di­spor­re.

Art. 346

3. Cre­di­ti non sog­get­ti al­la mo­ra­to­ria

 

1 La mo­ra­to­ria non si esten­de né ai cre­di­ti in­fe­rio­ri a cen­to fran­chi, né ai cre­di­ti del­la pri­ma clas­se (art. 219 cpv. 4).

2 Tut­ta­via, du­ran­te la mo­ra­to­ria, an­che con­tro il de­bi­to­re sot­to­po­sto al­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to è pos­si­bi­le, per que­sti cre­di­ti, sol­tan­to l’ese­cu­zio­ne in via di pi­gno­ra­men­to o di rea­liz­za­zio­ne del pe­gno.581

581 Cor­re­zio­ne del­la CdR dell’AF, pub­bli­ca­ta il 14 mar. 2017 (RU 2017 2165).

Art. 347

D. Pro­ro­ga

 

1 En­tro il ter­mi­ne dell’ar­ti­co­lo 337, il giu­di­ce del con­cor­da­to può, su istan­za del de­bi­to­re, pro­ro­ga­re per quat­tro me­si al mas­si­mo la mo­ra­to­ria con­ces­sa­gli, quan­do con­ti­nui­no a sus­si­ste­re, sen­za che egli ne ab­bia col­pa, i mo­ti­vi che ne han­no de­ter­mi­na­to la con­ces­sio­ne.

2 Il de­bi­to­re de­ve, con la do­man­da, com­ple­ta­re l’elen­co dei cre­di­to­ri e, qua­lo­ra sia sot­to­po­sto al­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to, pre­sen­ta­re un nuo­vo bi­lan­cio.

3 Il giu­di­ce del con­cor­da­to, con pub­bli­co av­vi­so, in­for­ma del­la do­man­da di pro­ro­ga i cre­di­to­ri e fis­sa lo­ro un ter­mi­ne en­tro il qua­le es­si pos­so­no far va­le­re le lo­ro op­po­si­zio­ni per iscrit­to al­la do­man­da stes­sa. Se è sta­to de­si­gna­to un com­mis­sa­rio, es­so sa­rà in­vi­ta­to a ri­fe­ri­re.

4 Tra­scor­so il ter­mi­ne, il giu­di­ce del con­cor­da­to de­ci­de. Con­tro la sua de­ci­sio­ne è am­mes­so il ri­cor­so co­me per la mo­ra­to­ria straor­di­na­ria; es­sa va pub­bli­ca­ta nel­lo stes­so mo­do di que­st’ul­ti­ma.

5 L’istan­za su­pe­rio­re giu­di­zia­ria dei con­cor­da­ti de­ci­de fon­dan­do­si su­gli at­ti.

Art. 348

E. Re­vo­ca

 

1 Su pro­po­sta di un cre­di­to­re o del com­mis­sa­rio, il giu­di­ce del con­cor­da­to de­ve re­vo­ca­re la mo­ra­to­ria:

1.582
se il de­bi­to­re non pa­ga pun­tual­men­te le ra­te che gli so­no sta­te im­po­ste;
2.
se es­so con­trav­vie­ne al­le istru­zio­ni del com­mis­sa­rio, le­de gli in­te­res­si le­git­ti­mi dei cre­di­to­ri o fa­vo­ri­sce al­cu­ni cre­di­to­ri a de­tri­men­to d’al­tri;
3.
se un cre­di­to­re for­ni­sce la pro­va che le in­di­ca­zio­ni da­te dal de­bi­to­re al giu­di­ce del con­cor­da­to583 so­no fal­se o che egli è in gra­do di sod­di­sfa­re tut­ti i suoi im­pe­gni.

2 Il de­bi­to­re de­ve po­ter espor­re oral­men­te o in iscrit­to le sue ra­gio­ni cir­ca la do­man­da di re­vo­ca. Il giu­di­ce del con­cor­da­to, do­po aver fat­to le in­da­gi­ni even­tual­men­te an­co­ra ne­ces­sa­rie, de­ci­de in ba­se agli at­ti; al­tret­tan­to fa l’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re in ca­so di re­cla­mo.584 La re­vo­ca vien pub­bli­ca­ta nel­lo stes­so mo­do del­la con­ces­sio­ne del­la mo­ra­to­ria.

3 Se la mo­ra­to­ria vien re­vo­ca­ta giu­sta il nu­me­ro 2 o 3, non può es­se­re con­ces­sa nè una mo­ra­to­ria or­di­na­ria nè una nuo­va mo­ra­to­ria straor­di­na­ria.

582 Cor­re­zio­ne del­la CdR dell’AF, pub­bli­ca­ta il 14 mar. 2017 (RU 2017 2165).

583 Nuo­vo ter­mi­ne giu­sta il n. I del­la LF del 21 giu. 2013, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

584 Nuo­vo te­sto del per. giu­sta l’all. 1 n. II 17 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

Art. 349

F. Rap­por­to con la mo­ra­to­ria or­di­na­ria

 

1 Se, du­ran­te la mo­ra­to­ria straor­di­na­ria, il de­bi­to­re in­ten­de chie­de­re un con­cor­da­to, il di­se­gno di con­cor­da­to, cor­re­da­to di tut­ti gli at­ti e del pre­av­vi­so del com­mis­sa­rio, dev’es­se­re pre­sen­ta­to pri­ma che sca­da la mo­ra­to­ria.

2 En­tro il se­me­stre che se­gue la sca­den­za del­la mo­ra­to­ria straor­di­na­ria, non può es­se­re chie­sta nè una mo­ra­to­ria or­di­na­ria nè una nuo­va mo­ra­to­ria straor­di­na­ria.

3 Il de­bi­to­re, che ab­bia ri­ti­ra­to la do­man­da di mo­ra­to­ria straor­di­na­ria o la cui do­man­da sia sta­ta re­spin­ta, non può pre­sen­ta­re una nuo­va do­man­da pri­ma che sia­no scor­si sei me­si.585

585In­tro­dot­to dall’art. 28 del­la LF del 28 set. 1949, in vi­go­re dal 1° feb. 1950 (RU 1950 I 57).

Art. 350586

 

586 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 21 giu. 2013, con ef­fet­to dal 1° gen. 2014 (RU 20134111; FF 20105667).

Titolo tredicesimo: Disposizioni finali587

587Nuovo numerazione giusta il n. V della LF del 3 apr. 1924 (RU 40 391). Nuovo testo giusta il n. I della LF del 16 dic. 1994, in vigore dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

Art. 351

A. En­tra­ta in vi­go­re

 

1 La pre­sen­te leg­ge an­drà in vi­go­re il pri­mo gen­na­io 1892.

2 L’ar­ti­co­lo 333 en­tra in vi­go­re con l’in­ser­zio­ne del­la leg­ge nel­la Rac­col­ta fe­de­ra­le del­le leg­gi.

3 Con l’at­tua­zio­ne del­la pre­sen­te leg­ge so­no abro­ga­te tut­te le di­spo­si­zio­ni con­tra­rie del­le le­gi­sla­zio­ni fe­de­ra­le e can­to­na­le, dei re­go­la­men­ti e dei con­cor­da­ti, sal­vo le ec­ce­zio­ni con­te­nu­te nei se­guen­ti ar­ti­co­li.

Art. 352

B. Pub­bli­ca­zio­ne

 

Il Con­si­glio fe­de­ra­le è in­ca­ri­ca­to di pub­bli­ca­re la pre­sen­te leg­ge, con­for­me­men­te al­le di­spo­si­zio­ni del­la leg­ge fe­de­ra­le del 17 giu­gno 1874588 con­cer­nen­te le vo­ta­zio­ni po­po­la­ri su leg­gi e ri­so­lu­zio­ni fe­de­ra­li.

588[CS 1 168; RU 1962 848art. 11 cpv. 3. RU 1978688art. 89 lett. b]

Disposizioni finali della modifica del 16 dicembre 1994 589

Art. 1

A. Di­spo­si­zio­ni d’ese­cu­zio­ne

 

Il Con­si­glio fe­de­ra­le, il Tri­bu­na­le fe­de­ra­le e i Can­to­ni ema­na­no le di­spo­si­zio­ni d’ese­cu­zio­ne.

Art. 2

B. Di­spo­si­zio­ni tran­si­to­rie

 

1 Le di­spo­si­zio­ni di pro­ce­du­ra pre­vi­ste dal­la pre­sen­te leg­ge e le re­la­ti­ve di­spo­si­zio­ni d’ese­cu­zio­ne si ap­pli­ca­no a par­ti­re dal­la lo­ro en­tra­ta in vi­go­re ai pro­ce­di­men­ti in cor­so, in quan­to con es­si com­pa­ti­bi­li.

2 Per la du­ra­ta dei ter­mi­ni il cui de­cor­so è co­min­cia­to pri­ma dell’en­tra­ta in vi­go­re del­la pre­sen­te leg­ge, va­le il di­rit­to an­te­rio­re.

3 I di­rit­ti di pre­la­zio­ne pre­vi­sti dal di­rit­to an­te­rio­re (art. 146 e 219) si ap­pli­ca­no ai fal­li­men­ti pro­nun­cia­ti e ai pi­gno­ra­men­ti ese­gui­ti pri­ma dell’en­tra­ta in vi­go­re del­la pre­sen­te leg­ge.

4 Il cre­di­to pri­vi­le­gia­to del­la mo­glie è col­lo­ca­to in una clas­se spe­cia­le tra la se­con­da e la ter­za clas­se nei ca­si se­guen­ti:

a.
quan­do i co­niu­gi con­ti­nua­no a vi­ve­re sot­to il re­gi­me dell’u­nio­ne di be­ni o sot­to il re­gi­me ester­no del­la co­mu­nio­ne di be­ni giu­sta gli ar­ti­co­li 211 e 224 CC590 nel te­no­re del 1907;
b.
quan­do i co­niu­gi vi­vo­no sot­to il re­gi­me del­la par­te­ci­pa­zio­ne agli ac­qui­sti giu­sta l’ar­ti­co­lo 9cdel ti­to­lo fi­na­le CC nel te­no­re del 1984591.

5 La pre­scri­zio­ne dei cre­di­ti ac­cer­ta­ti me­dian­te un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni ri­la­scia­to pre­ce­den­te­men­te all’en­tra­ta in vi­go­re del­la pre­sen­te leg­ge co­min­cia a de­cor­re­re dall’en­tra­ta in vi­go­re di que­sta.

Art. 3

C. Re­fe­ren­dum

 

La pre­sen­te leg­ge sot­to­stà al re­fe­ren­dum fa­col­ta­ti­vo.

Art. 4

D. En­tra­ta in vi­go­re

 

Il Con­si­glio fe­de­ra­le ne de­ter­mi­na l’en­tra­ta in vi­go­re.

Disposizione finale della modifica del 24 marzo 2000 592

Disposizione finale della modifica del 19 dicembre 2003 593

Disposizione finale della modifica del 17 giugno 2005 594595

594 Rettificato dalla Commissione di redazione dell’AF (art. 58 cpv. 1 LParl; RS 171.10).

595 RU 2006 1205; FF 2001 3764

Disposizione transitoria della modifica del 18 giugno 2010 596

Disposizione transitoria della modifica del 21 giugno 2013 597

Disposizione transitoria della modifica del 19 giugno 2020 598