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Codice penale svizzero

del 21 dicembre 1937 (Stato 1° marzo 2019)

L'Assemblea federale della Confederazione Svizzera,

visto l'articolo 123 capoversi 1 e 3 della Costituzione federale1,2 visto il messaggio del Consiglio federale del 23 luglio 19183,

decreta:

Libro primo: Disposizioni generali

Parte prima: Dei crimini e dei delitti

Titolo primo: Del campo d'applicazione

Art. 1

1. Nes­su­na san­zio­ne sen­za leg­ge

 

Una pe­na o mi­su­ra può es­se­re in­flit­ta sol­tan­to per un fat­to per cui la leg­ge com­mi­na espres­sa­men­te una pe­na.

Art. 2

2. Con­di­zio­ni di tem­po

 

1È giu­di­ca­to se­con­do il pre­sen­te Co­di­ce chiun­que com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to do­po che il Co­di­ce è en­tra­to in vi­go­re.

2Il pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca an­che in ca­so di cri­mi­ni o de­lit­ti com­mes­si pri­ma del­la sua en­tra­ta in vi­go­re ma giu­di­ca­ti do­po, se più fa­vo­re­vo­le all'au­to­re.

Art. 3

3. Con­di­zio­ni di luo­go.

Cri­mi­ni o de­lit­ti com­mes­si in Sviz­ze­ra

 

1Il pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca a chiun­que com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to in Sviz­ze­ra.

2Se, per il me­de­si­mo fat­to, l'au­to­re è sta­to con­dan­na­to all'este­ro e vi ha scon­ta­to to­tal­men­te o par­zial­men­te la pe­na, il giu­di­ce com­pu­ta la pe­na scon­ta­ta all'este­ro in quel­la da pro­nun­cia­re.

3Fat­ta sal­va una cras­sa vio­la­zio­ne dei prin­ci­pi del­la Co­sti­tu­zio­ne fe­de­ra­le e del­la Con­ven­zio­ne del 4 no­vem­bre 19501 per la sal­va­guar­dia dei di­rit­ti dell'uo­mo e del­le li­ber­tà fon­da­men­ta­li (CE­DU), l'au­to­re per­se­gui­to all'este­ro a ri­chie­sta dell'au­to­ri­tà sviz­ze­ra non è più per­se­gui­to in Sviz­ze­ra per il me­de­si­mo fat­to se:

a.
è sta­to as­sol­to con sen­ten­za de­fi­ni­ti­va dal tri­bu­na­le este­ro;
b.
la san­zio­ne in­flit­ta­gli all'este­ro è sta­ta ese­gui­ta o con­do­na­ta op­pu­re è ca­du­ta in pre­scri­zio­ne.

4Se l'au­to­re per­se­gui­to all'este­ro a ri­chie­sta dell'au­to­ri­tà sviz­ze­ra non ha scon­ta­to o ha so­lo par­zial­men­te scon­ta­to la pe­na all'este­ro, l'in­te­ra pe­na o la par­te re­si­dua è ese­gui­ta in Sviz­ze­ra. Il giu­di­ce de­ci­de se una mi­su­ra non ese­gui­ta o so­lo par­zial­men­te ese­gui­ta all'este­ro deb­ba es­se­re ese­gui­ta o con­ti­nua­ta in Sviz­ze­ra.


1 RS 0.101

Art. 4

Cri­mi­ni o de­lit­ti com­mes­si all'este­ro con­tro lo Sta­to

 

1Il pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca an­che a chiun­que com­met­te all'este­ro un cri­mi­ne o de­lit­to con­tro lo Sta­to o la di­fe­sa na­zio­na­le (art. 265-278).

2Se, per il me­de­si­mo fat­to, l'au­to­re è sta­to con­dan­na­to all'este­ro e vi ha scon­ta­to to­tal­men­te o par­zial­men­te la pe­na, il giu­di­ce com­pu­ta la pe­na scon­ta­ta all'este­ro in quel­la da pro­nun­cia­re.

Art. 5

Rea­ti com­mes­si all'este­ro su mi­no­ren­ni

 

1Il pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca inol­tre a chiun­que si tro­va in Sviz­ze­ra, non è estra­da­to e ha com­mes­so all'este­ro uno dei se­guen­ti rea­ti:

a.1
trat­ta di es­se­ri uma­ni (art. 182), coa­zio­ne ses­sua­le (art. 189), vio­len­za car­na­le (art. 190), at­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re (art. 191) o pro­mo­vi­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne (art. 195), se la vit­ti­ma è mi­no­re di di­ciot­to an­ni;
abis.2
at­ti ses­sua­li con per­so­ne di­pen­den­ti (art. 188) e at­ti ses­sua­li con mi­no­ren­ni con­tro ri­mu­ne­ra­zio­ne (art. 196);
b.
at­ti ses­sua­li con fan­ciul­li (art. 187), se la vit­ti­ma è mi­no­re di quat­tor­di­ci an­ni;
c.3
por­no­gra­fia qua­li­fi­ca­ta (art. 197 cpv. 3 e 4), se gli og­get­ti o le rap­pre­sen­ta­zio­ni ver­to­no su at­ti ses­sua­li con mi­no­ren­ni.

2Fat­ta sal­va una cras­sa vio­la­zio­ne dei prin­ci­pi del­la Co­sti­tu­zio­ne fe­de­ra­le e del­la CE­DU4, l'au­to­re non è più per­se­gui­to in Sviz­ze­ra per il me­de­si­mo fat­to se:

a.
è sta­to as­sol­to con sen­ten­za de­fi­ni­ti­va da un tri­bu­na­le este­ro;
b.
la san­zio­ne in­flit­ta­gli all'este­ro è sta­ta ese­gui­ta o con­do­na­ta op­pu­re è ca­du­ta in pre­scri­zio­ne.

3Se, per il me­de­si­mo fat­to, l'au­to­re è sta­to con­dan­na­to all'este­ro e vi ha scon­ta­to so­lo par­zial­men­te la pe­na, il giu­di­ce com­pu­ta la pe­na scon­ta­ta all'este­ro in quel­la da pro­nun­cia­re. Il giu­di­ce de­ci­de se una mi­su­ra or­di­na­ta all'este­ro, ma all'este­ro so­lo par­zial­men­te ese­gui­ta, deb­ba es­se­re con­ti­nua­ta o com­pu­ta­ta nel­la pe­na in­flit­ta in Sviz­ze­ra.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 2 n. 1 del DF del 24 mar. 2006 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro il Prot. fa­col­ta­ti­vo del 25 mag. 2000 al­la Conv. sui di­rit­ti del fan­ciul­lo con­cer­nen­te la ven­di­ta di fan­ciul­li, la pro­sti­tu­zio­ne in­fan­ti­le e la pe­do­por­no­gra­fia, in vi­go­re dal 1° dic. 2006 (RU 2006 5437; FF 2005 2513).
2 In­tro­dot­ta dal n. 1 dell'all. del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 1 dell'all. del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).
4 RS 0.101

Art. 6

Rea­ti com­mes­si all'este­ro e per­se­gui­ti in con­for­mi­tà di un ob­bli­go in­ter­na­zio­na­le

 

1Il pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca a chiun­que com­met­te all'este­ro un cri­mi­ne o un de­lit­to che la Sviz­ze­ra si è im­pe­gna­ta a re­pri­me­re in vir­tù di un ac­cor­do in­ter­na­zio­na­le se:

a.
l'at­to è pu­ni­bi­le an­che nel luo­go in cui è sta­to com­mes­so o que­sto luo­go non sog­gia­ce ad al­cu­na giu­ri­sdi­zio­ne pe­na­le; e
b.
l'au­to­re si tro­va in Sviz­ze­ra e non è estra­da­to all'este­ro.

2Il giu­di­ce fis­sa le san­zio­ni in mo­do da non far­le ri­sul­ta­re com­ples­si­va­men­te più se­ve­re di quel­le pre­vi­ste dal­la leg­ge del luo­go in cui l'at­to è sta­to com­mes­so.

3Fat­ta sal­va una cras­sa vio­la­zio­ne dei prin­ci­pi del­la Co­sti­tu­zio­ne fe­de­ra­le e del­la CE­DU1, l'au­to­re non è più per­se­gui­to in Sviz­ze­ra per il me­de­si­mo fat­to se:

a.
è sta­to as­sol­to con sen­ten­za de­fi­ni­ti­va da un tri­bu­na­le este­ro;
b.
la san­zio­ne in­flit­ta­gli all'este­ro è sta­ta ese­gui­ta o con­do­na­ta op­pu­re è ca­du­ta in pre­scri­zio­ne.

4Se, per il me­de­si­mo fat­to, l'au­to­re è sta­to con­dan­na­to all'este­ro e vi ha scon­ta­to so­lo par­zial­men­te la pe­na, il giu­di­ce com­pu­ta la pe­na scon­ta­ta all'este­ro in quel­la da pro­nun­cia­re. Il giu­di­ce de­ci­de se una mi­su­ra or­di­na­ta all'este­ro, ma all'este­ro so­lo par­zial­men­te ese­gui­ta, deb­ba es­se­re con­ti­nua­ta o com­pu­ta­ta nel­la pe­na in­flit­ta in Sviz­ze­ra.


1 RS 0.101

Art. 7

Al­tri rea­ti com­mes­si all'este­ro

 

1Il pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca a chiun­que com­met­te all'este­ro un cri­mi­ne o un de­lit­to, sen­za che sia­no adem­piu­te le con­di­zio­ni di cui agli ar­ti­co­li 4, 5 o 6, se:

a.
l'at­to è pu­ni­bi­le an­che nel luo­go in cui è sta­to com­mes­so o que­sto luo­go non sog­gia­ce ad al­cu­na giu­ri­sdi­zio­ne pe­na­le;
b.
l'au­to­re si tro­va in Sviz­ze­ra o, per que­sto suo at­to, è estra­da­to al­la Con­fe­de­ra­zio­ne; e
c.
se­con­do il di­rit­to sviz­ze­ro l'at­to con­sen­te l'estra­di­zio­ne, ma l'au­to­re non vie­ne estra­da­to.

2Se l'au­to­re non è sviz­ze­ro e il cri­mi­ne o il de­lit­to non è sta­to com­mes­so con­tro uno sviz­ze­ro, il ca­po­ver­so 1 è ap­pli­ca­bi­le sol­tan­to se:

a.
la ri­chie­sta di estra­di­zio­ne è sta­ta re­spin­ta per un mo­ti­vo non ine­ren­te al­la na­tu­ra dell'at­to; op­pu­re
b.
l'au­to­re ha com­mes­so un cri­mi­ne par­ti­co­lar­men­te gra­ve pro­scrit­to dal­la co­mu­ni­tà giu­ri­di­ca in­ter­na­zio­na­le.

3Il giu­di­ce fis­sa le san­zio­ni in mo­do da non far­le ri­sul­ta­re com­ples­si­va­men­te più se­ve­re di quel­le pre­vi­ste dal­la leg­ge del luo­go in cui l'at­to è sta­to com­mes­so.

4Fat­ta sal­va una cras­sa vio­la­zio­ne dei prin­ci­pi del­la Co­sti­tu­zio­ne fe­de­ra­le e dal­la CE­DU1, l'au­to­re non è più per­se­gui­to in Sviz­ze­ra per il me­de­si­mo fat­to se:

a.
è sta­to as­sol­to con sen­ten­za de­fi­ni­ti­va da un tri­bu­na­le este­ro;
b.
la san­zio­ne in­flit­ta­gli all'este­ro è sta­ta ese­gui­ta o con­do­na­ta op­pu­re è ca­du­ta in pre­scri­zio­ne.

5Se, per il me­de­si­mo fat­to, l'au­to­re è sta­to con­dan­na­to all'este­ro e vi ha scon­ta­to so­lo par­zial­men­te la pe­na, il giu­di­ce com­pu­ta la pe­na scon­ta­ta all'este­ro in quel­la da pro­nun­cia­re. Il giu­di­ce de­ci­de se una mi­su­ra or­di­na­ta all'este­ro, ma all'este­ro so­lo par­zial­men­te ese­gui­ta, deb­ba es­se­re con­ti­nua­ta o com­pu­ta­ta nel­la pe­na in­flit­ta in Sviz­ze­ra.


1 RS 0.101

Art. 8

Luo­go del rea­to

 

1Un cri­mi­ne o un de­lit­to si re­pu­ta com­mes­so tan­to nel luo­go in cui l'au­to­re lo com­pie o omet­te di in­ter­ve­ni­re con­tra­ria­men­te al suo do­ve­re, quan­to in quel­lo in cui si ve­ri­fi­ca l'even­to.

2Il ten­ta­ti­vo si re­pu­ta com­mes­so tan­to nel luo­go in cui l'au­to­re lo com­pie quan­to in quel­lo in cui, se­con­do la sua con­ce­zio­ne, avreb­be do­vu­to ve­ri­fi­car­si l'even­to.

Art. 9

4. Con­di­zio­ni per­so­na­li

 

1Il pre­sen­te Co­di­ce non è ap­pli­ca­bi­le al­le per­so­ne i cui at­ti de­vo­no es­se­re giu­di­ca­ti se­con­do il di­rit­to pe­na­le mi­li­ta­re.

2Per le per­so­ne che, al mo­men­to del fat­to, non ave­va­no an­co­ra com­piu­to i di­ciott'an­ni ri­man­go­no sal­ve le di­spo­si­zio­ni del di­rit­to pe­na­le mi­no­ri­le del 20 giu­gno 20031 (DP­Min). Se van­no giu­di­ca­ti nel con­tem­po un at­to com­mes­so pri­ma del com­pi­men­to dei di­ciott'an­ni e un at­to com­mes­so do­po, si ap­pli­ca l'ar­ti­co­lo 3 ca­po­ver­so 2 DP­Min.2


1 RS 311.1
2 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 44 n. 1 del di­rit­to pe­na­le mi­no­ri­le del 20 giu. 2003, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3545; FF 1999 1669).

Titolo secondo: Della punibilità

Art. 10

1. Cri­mi­ni e de­lit­ti.

De­fi­ni­zio­ni

 

1Il pre­sen­te Co­di­ce di­stin­gue i cri­mi­ni dai de­lit­ti in fun­zio­ne del­la gra­vi­tà del­la pe­na com­mi­na­ta.

2So­no cri­mi­ni i rea­ti per cui è com­mi­na­ta una pe­na de­ten­ti­va di ol­tre tre an­ni.

3So­no de­lit­ti i rea­ti per cui è com­mi­na­ta una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 11

Com­mis­sio­ne per omis­sio­ne

 

1Un cri­mi­ne o un de­lit­to può al­tre­sì es­se­re com­mes­so per omis­sio­ne con­tra­ria a un ob­bli­go di agi­re.

2Com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to per omis­sio­ne con­tra­ria a un ob­bli­go di agi­re chiun­que non im­pe­di­sce l'espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo o la le­sio­ne di un be­ne giu­ri­di­co pro­tet­to dal­la le­gi­sla­zio­ne pe­na­le ben­ché vi sia te­nu­to in ra­gio­ne del suo sta­tus giu­ri­di­co, in par­ti­co­la­re in vir­tù:

a.
del­la leg­ge;
b.
di un con­trat­to;
c.
di una co­mu­ni­tà di ri­schi li­be­ra­men­te ac­cet­ta­ta; o
d.
del­la crea­zio­ne di un ri­schio.

3Chi com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to per omis­sio­ne con­tra­ria a un ob­bli­go di agi­re è pu­ni­bi­le per il rea­to cor­ri­spon­den­te sol­tan­to se a se­con­da del­le cir­co­stan­ze gli si può muo­ve­re lo stes­so rim­pro­ve­ro che gli sa­reb­be sta­to ri­vol­to se aves­se com­mes­so at­ti­va­men­te il rea­to.

4Il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na.

Art. 12

2. In­ten­zio­ne e ne­gli­gen­za.

De­fi­ni­zio­ni

 

1Sal­vo che la leg­ge di­spon­ga espres­sa­men­te in al­tro mo­do, è pu­ni­bi­le so­lo co­lui che com­met­te con in­ten­zio­ne un cri­mi­ne o un de­lit­to.

2Com­met­te con in­ten­zio­ne un cri­mi­ne o un de­lit­to chi lo com­pie con­sa­pe­vol­men­te e vo­lon­ta­ria­men­te. Ba­sta a tal fi­ne che l'au­to­re ri­ten­ga pos­si­bi­le il rea­liz­zar­si dell'at­to e se ne ac­col­li il ri­schio.

3Com­met­te per ne­gli­gen­za un cri­mi­ne o un de­lit­to co­lui che, per un'im­pre­vi­den­za col­pe­vo­le, non ha scor­to le con­se­guen­ze del suo com­por­ta­men­to o non ne ha te­nu­to con­to. L'im­pre­vi­den­za è col­pe­vo­le se l'au­to­re non ha usa­to le pre­cau­zio­ni al­le qua­li era te­nu­to se­con­do le cir­co­stan­ze e le sue con­di­zio­ni per­so­na­li.

Art. 13

Er­ro­re sui fat­ti

 

1Chiun­que agi­sce per ef­fet­to di una sup­po­si­zio­ne er­ro­nea del­le cir­co­stan­ze di fat­to è giu­di­ca­to se­con­do que­sta sup­po­si­zio­ne, se gli è fa­vo­re­vo­le.

2Se aves­se po­tu­to evi­ta­re l'er­ro­re usan­do le de­bi­te pre­cau­zio­ni, è pu­ni­bi­le per ne­gli­gen­za qua­lo­ra la leg­ge re­pri­ma l'at­to co­me rea­to col­po­so.

Art. 14

3. At­ti le­ci­ti e col­pa.

At­to per­mes­so dal­la leg­ge

 

Chiun­que agi­sce co­me lo im­po­ne o lo con­sen­te la leg­ge si com­por­ta le­ci­ta­men­te an­che se l'at­to in sé sa­reb­be pu­ni­bi­le se­con­do il pre­sen­te Co­di­ce o un'al­tra leg­ge.

Art. 15

Le­git­ti­ma di­fe­sa esi­men­te

 

Ognu­no ha il di­rit­to di re­spin­ge­re in mo­do ade­gua­to al­le cir­co­stan­ze un'ag­gres­sio­ne in­giu­sta o la mi­nac­cia in­giu­sta di un'ag­gres­sio­ne im­mi­nen­te fat­ta a sé o ad al­tri.

Art. 16

Le­git­ti­ma di­fe­sa di­scol­pan­te

 

1Se chi re­spin­ge un'ag­gres­sio­ne ec­ce­de i li­mi­ti del­la le­git­ti­ma di­fe­sa se­con­do l'ar­ti­co­lo 15, il giu­di­ce at­te­nua la pe­na.

2Chi ec­ce­de i li­mi­ti del­la le­git­ti­ma di­fe­sa per scu­sa­bi­le ec­ci­ta­zio­ne o sbi­got­ti­men­to non agi­sce in mo­do col­pe­vo­le.

Art. 17

Sta­to di ne­ces­si­tà esi­men­te

 

Chiun­que com­met­te un rea­to per pre­ser­va­re un be­ne giu­ri­di­co pro­prio o un be­ne giu­ri­di­co al­trui da un pe­ri­co­lo im­mi­nen­te e non al­tri­men­ti evi­ta­bi­le agi­sce le­ci­ta­men­te se in tal mo­do sal­va­guar­da in­te­res­si pre­pon­de­ran­ti.

Art. 18

Sta­to di ne­ces­si­tà di­scol­pan­te

 

1Se al­cu­no com­met­te un rea­to per pre­ser­va­re se stes­so o un'al­tra per­so­na da un pe­ri­co­lo im­mi­nen­te e non al­tri­men­ti evi­ta­bi­le per la vi­ta, l'in­te­gri­tà per­so­na­le, la li­ber­tà, l'ono­re, il pa­tri­mo­nio o al­tri be­ni es­sen­zia­li, il giu­di­ce at­te­nua la pe­na se si po­te­va ra­gio­ne­vol­men­te pre­ten­de­re che l'au­to­re sa­cri­fi­cas­se il be­ne in pe­ri­co­lo.

2Non agi­sce in mo­do col­pe­vo­le co­lui dal qua­le non si po­te­va ra­gio­ne­vol­men­te pre­ten­de­re che sa­cri­fi­cas­se il be­ne in pe­ri­co­lo.

Art. 19

In­ca­pa­ci­tà e sce­ma­ta im­pu­ta­bi­li­tà

 

1Non è pu­ni­bi­le co­lui che al mo­men­to del fat­to non era ca­pa­ce di va­lu­tar­ne il ca­rat­te­re il­le­ci­to o di agi­re se­con­do ta­le va­lu­ta­zio­ne.

2Se al mo­men­to del fat­to l'au­to­re era sol­tan­to in par­te ca­pa­ce di va­lu­tar­ne il ca­rat­te­re il­le­ci­to o di agi­re se­con­do ta­le va­lu­ta­zio­ne, il giu­di­ce at­te­nua la pe­na.

3Pos­so­no tut­ta­via es­se­re di­spo­ste le mi­su­re pre­vi­ste ne­gli ar­ti­co­li 59-61, 63, 64, 67, 67b e 67e.1

4I ca­po­ver­si 1-3 non so­no ap­pli­ca­bi­li se l'au­to­re po­te­va evi­ta­re l'in­ca­pa­ci­tà o la sce­ma­ta im­pu­ta­bi­li­tà e pre­ve­de­re co­sì l'at­to com­mes­so in ta­le sta­to.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Art. 20

Dub­bio sull'im­pu­ta­bi­li­tà

 

Qua­lo­ra vi sia se­rio mo­ti­vo di du­bi­ta­re dell'im­pu­ta­bi­li­tà dell'au­to­re, l'au­to­ri­tà istrut­to­ria o il giu­di­ce or­di­na una pe­ri­zia.

Art. 21

Er­ro­re sull'il­li­cei­tà

 

Chiun­que com­met­te un rea­to non sa­pen­do né po­ten­do sa­pe­re di agi­re il­le­ci­ta­men­te non agi­sce in mo­do col­pe­vo­le. Se l'er­ro­re era evi­ta­bi­le, il giu­di­ce at­te­nua la pe­na.

Art. 22

4. Ten­ta­ti­vo.

Pu­ni­bi­li­tà

 

1Chiun­que, aven­do co­min­cia­to l'ese­cu­zio­ne di un cri­mi­ne o di un de­lit­to, non com­pie o com­pie sen­za ri­sul­ta­to o sen­za pos­si­bi­li­tà di ri­sul­ta­to tut­ti gli at­ti ne­ces­sa­ri al­la con­su­ma­zio­ne del rea­to può es­se­re pu­ni­to con pe­na at­te­nua­ta.

2L'au­to­re che, per gra­ve di­fet­to d'in­tel­li­gen­za, non si ren­de con­to che l'og­get­to con­tro il qua­le l'at­to è di­ret­to o il mez­zo da lui usa­to per com­met­ter­lo è di na­tu­ra ta­le da esclu­de­re in mo­do as­so­lu­to la con­su­ma­zio­ne del rea­to è esen­te da pe­na.

Art. 23

De­si­sten­za e pen­ti­men­to at­ti­vo

 

1Se l'au­to­re ha spon­ta­nea­men­te de­si­sti­to dal con­su­ma­re un rea­to ini­zia­to o ha con­tri­bui­to ad im­pe­dir­ne la con­su­ma­zio­ne, il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na o pre­scin­de­re da ogni pe­na.

2Il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na o pre­scin­de­re da ogni pe­na nei con­fron­ti dei coau­to­ri o dei com­par­te­ci­pi che han­no spon­ta­nea­men­te con­tri­bui­to ad im­pe­di­re la con­su­ma­zio­ne del rea­to.

3Il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na o pre­scin­de­re da ogni pe­na an­che se la de­si­sten­za dell'au­to­re o del com­par­te­ci­pe non ha, per al­tri mo­ti­vi, po­tu­to im­pe­di­re la con­su­ma­zio­ne del rea­to.

4Il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na o pre­scin­de­re da ogni pe­na nei con­fron­ti del coau­to­re o com­par­te­ci­pe che si è ado­pe­ra­to se­ria­men­te e spon­ta­nea­men­te per im­pe­di­re la con­su­ma­zio­ne del rea­to, sem­pre­ché il rea­to me­de­si­mo sia sta­to com­mes­so in­di­pen­den­te­men­te dal suo con­tri­bu­to.

Art. 24

5. Par­te­ci­pa­zio­ne.

Isti­ga­zio­ne

 

1Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te de­ter­mi­na al­tri a com­met­te­re un cri­mi­ne o un de­lit­to è pu­ni­to, se il rea­to è sta­to com­mes­so, con la pe­na ap­pli­ca­bi­le all'au­to­re.

2Chiun­que ten­ta di de­ter­mi­na­re al­tri a com­met­te­re un cri­mi­ne in­cor­re nel­la pe­na pre­vi­sta per il ten­ta­ti­vo di que­sto cri­mi­ne.

Art. 25

Com­pli­ci­tà

 

Chiun­que aiu­ta in­ten­zio­nal­men­te al­tri a com­met­te­re un cri­mi­ne o un de­lit­to è pu­ni­to con pe­na at­te­nua­ta.

Art. 26

Par­te­ci­pa­zio­ne a un rea­to spe­cia­le

 

Se la pu­ni­bi­li­tà è giu­sti­fi­ca­ta o ag­gra­va­ta da uno spe­cia­le ob­bli­go dell'au­to­re, il com­par­te­ci­pe che non sia vin­co­la­to a ta­le ob­bli­go è pu­ni­to con pe­na at­te­nua­ta.

Art. 27

Cir­co­stan­ze per­so­na­li

 

Si tie­ne con­to del­le spe­cia­li re­la­zio­ni, qua­li­tà e cir­co­stan­ze per­so­na­li che ag­gra­va­no, at­te­nua­no o esclu­do­no la pu­ni­bi­li­tà so­lo per l'au­to­re o il com­par­te­ci­pe a cui si ri­fe­ri­sco­no.

Art. 28

6. Pu­ni­bi­li­tà dei mass me­dia

 

1Se un rea­to è com­mes­so me­dian­te pub­bli­ca­zio­ne in un mez­zo di co­mu­ni­ca­zio­ne so­cia­le e con­su­ma­to per ef­fet­to del­la pub­bli­ca­zio­ne, so­lo l'au­to­re dell'ope­ra è pu­ni­to, fat­te sal­ve le di­spo­si­zio­ni che se­guo­no.

2Qua­lo­ra l'au­to­re dell'ope­ra non pos­sa es­se­re in­di­vi­dua­to o non pos­sa es­se­re tra­dot­to da­van­ti a un tri­bu­na­le sviz­ze­ro, è pu­ni­to il re­dat­to­re re­spon­sa­bi­le giu­sta l'ar­ti­co­lo 322bis. In sua man­can­za, è pu­ni­ta giu­sta il me­de­si­mo ar­ti­co­lo la per­so­na re­spon­sa­bi­le del­la pub­bli­ca­zio­ne.

3Qua­lo­ra la pub­bli­ca­zio­ne sia av­ve­nu­ta all'in­sa­pu­ta o con­tro la vo­lon­tà dell'au­to­re dell'ope­ra, è pu­ni­to co­me au­to­re del rea­to il re­dat­to­re o, in sua man­can­za, la per­so­na re­spon­sa­bi­le del­la pub­bli­ca­zio­ne.

4Non sog­gia­ce a pe­na il re­so­con­to ve­ri­tie­ro di de­li­be­ra­zio­ni pub­bli­che e di co­mu­ni­ca­zio­ni uf­fi­cia­li di un'au­to­ri­tà.

Art. 28a

Tu­te­la del­le fon­ti

 

1Non pos­so­no es­se­re in­flit­te pe­ne né pre­si prov­ve­di­men­ti pro­ces­sua­li coer­ci­ti­vi nei con­fron­ti di per­so­ne che si oc­cu­pa­no pro­fes­sio­nal­men­te del­la pub­bli­ca­zio­ne di in­for­ma­zio­ni nel­la par­te re­da­zio­na­le di un pe­rio­di­co non­ché nei con­fron­ti dei lo­ro au­si­lia­ri, se ri­fiu­ta­no di te­sti­mo­nia­re sull'iden­ti­tà dell'au­to­re dell'ope­ra o su con­te­nu­to e fon­ti del­le in­for­ma­zio­ni.

2Il ca­po­ver­so 1 non si ap­pli­ca se il giu­di­ca ac­cer­ta che:

a.
la te­sti­mo­nian­za è ne­ces­sa­ria per pre­ser­va­re da un pe­ri­co­lo im­mi­nen­te la vi­ta o l'in­te­gri­tà fi­si­ca di una per­so­na; op­pu­re
b.1
sen­za te­sti­mo­nian­za non è pos­si­bi­le far lu­ce su un omi­ci­dio ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 111-113 o su un al­tro cri­mi­ne pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni, op­pu­re su un rea­to ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 187, 189-191, 197 ca­po­ver­so 4, 260ter, 260quin­quies, 305bis, 305ter e 322ter-322sep­ties del pre­sen­te Co­di­ce, co­me pu­re ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 19 ca­po­ver­so 2 del­la leg­ge del 3 ot­to­bre 19512 su­gli stu­pe­fa­cen­ti, o non è pos­si­bi­le cat­tu­ra­re il col­pe­vo­le di un si­mi­le rea­to.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 1 dell'all. del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).
2 RS812.121

Art. 29

7. Rap­por­ti di rap­pre­sen­tan­za

 

Se fon­da o ag­gra­va la pu­ni­bi­li­tà, la vio­la­zio­ne di un do­ve­re par­ti­co­la­re che in­com­be uni­ca­men­te al­la per­so­na giu­ri­di­ca, al­la so­cie­tà o al­la dit­ta in­di­vi­dua­le1 è im­pu­ta­ta a una per­so­na fi­si­ca al­lor­quan­do es­sa agi­sce:

a.
in qua­li­tà di or­ga­no o mem­bro di un or­ga­no di una per­so­na giu­ri­di­ca;
b.
in qua­li­tà di so­cio;
c.
in qua­li­tà di col­la­bo­ra­to­re di una per­so­na giu­ri­di­ca, di una so­cie­tà o di una dit­ta in­di­vi­dua­le2 nel­la qua­le eser­ci­ta com­pe­ten­ze de­ci­sio­na­li au­to­no­me nel pro­prio set­to­re di at­ti­vi­tà;
d.
in qua­li­tà di di­ri­gen­te ef­fet­ti­vo sen­za es­se­re or­ga­no, mem­bro di un or­ga­no, so­cio o col­la­bo­ra­to­re.

1 Ora: im­pre­sa in­di­vi­dua­le.
2 Ora: im­pre­sa in­di­vi­dua­le.

Art. 30

8. Que­re­la del­la par­te le­sa.

Di­rit­to di que­re­la

 

1Se un rea­to è pu­ni­bi­le so­lo a que­re­la di par­te, chiun­que ne è sta­to le­so può chie­de­re che l'au­to­re sia pu­ni­to.

2Se la per­so­na le­sa non ha l'eser­ci­zio dei di­rit­ti ci­vi­li, il di­rit­to di que­re­la spet­ta al suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le. Se es­sa si tro­va sot­to tu­te­la o cu­ra­te­la ge­ne­ra­le, il di­rit­to di que­re­la spet­ta an­che all'au­to­ri­tà di pro­te­zio­ne de­gli adul­ti.1

3La per­so­na le­sa mi­no­ren­ne o sot­to cu­ra­te­la ge­ne­ra­le può an­ch'es­sa pre­sen­ta­re la que­re­la se è ca­pa­ce di di­scer­ni­men­to.2

4Se la per­so­na le­sa muo­re sen­za ave­re pre­sen­ta­to que­re­la né ave­re espres­sa­men­te ri­nun­cia­to a pre­sen­tar­la, il di­rit­to di que­re­la pas­sa a ognu­no dei suoi con­giun­ti.

5Se l'aven­te di­rit­to ha espres­sa­men­te ri­nun­cia­to a pre­sen­ta­re la que­re­la, la ri­nun­cia è de­fi­ni­ti­va.


1 Nuo­vo te­sto del per. giu­sta il n. 14 dell'all. al­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2011 725; FF 2006 6391).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 14 dell'all. al­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2011 725; FF 2006 6391).

Art. 31

Ter­mi­ne

 

Il di­rit­to di que­re­la si estin­gue in tre me­si. Il ter­mi­ne de­cor­re dal gior­no in cui l'aven­te di­rit­to ha co­no­sciu­to l'iden­ti­tà dell'au­to­re del rea­to.

Art. 32

In­di­vi­si­bi­li­tà

 

Quan­do l'aven­te di­rit­to pre­sen­ta que­re­la con­tro uno dei com­par­te­ci­pi al rea­to, tut­ti i com­par­te­ci­pi de­vo­no es­se­re per­se­gui­ti.

Art. 33

De­si­sten­za

 

1Il que­re­lan­te può de­si­ste­re dal­la que­re­la fin­ché non sia sta­ta pro­nun­cia­ta la sen­ten­za can­to­na­le di se­con­da istan­za.

2Chi ha de­si­sti­to dal­la que­re­la non può più ri­pro­por­la.

3La de­si­sten­za dal­la que­re­la con­tro uno de­gli im­pu­ta­ti va­le per tut­ti.

4Es­sa non va­le per l'im­pu­ta­to che vi si op­pon­ga.

Titolo terzo: Delle pene e delle misure

Capo primo: Delle pene

Sezione 1: Della pena pecuniaria e della pena detentiva

Art. 34

1. Pe­na pe­cu­nia­ria.

Com­mi­su­ra­zio­ne

 

1Sal­vo di­ver­sa di­spo­si­zio­ne del­la leg­ge, la pe­na pe­cu­nia­ria am­mon­ta al­me­no a 3 ali­quo­te gior­na­lie­re e al mas­si­mo a 180 ali­quo­te gior­na­lie­re.1 Il giu­di­ce ne sta­bi­li­sce il nu­me­ro com­mi­su­ran­do­lo al­la col­pe­vo­lez­za dell'au­to­re.

2Di re­go­la un'ali­quo­ta gior­na­lie­ra am­mon­ta al­me­no a 30 fran­chi e al mas­si­mo a 3000 fran­chi. Ec­ce­zio­nal­men­te, se la si­tua­zio­ne per­so­na­le ed eco­no­mi­ca dell'au­to­re lo ri­chie­de, può es­se­re ri­dot­ta fi­no a 10 fran­chi. Il giu­di­ce ne fis­sa l'im­por­to se­con­do la si­tua­zio­ne per­so­na­le ed eco­no­mi­ca dell'au­to­re al mo­men­to del­la pro­nun­cia del­la sen­ten­za, te­nen­do se­gna­ta­men­te con­to del suo red­di­to e del­la sua so­stan­za, del suo te­no­re di vi­ta, dei suoi ob­bli­ghi fa­mi­lia­ri e as­si­sten­zia­li e del mi­ni­mo vi­ta­le.2

3Le au­to­ri­tà fe­de­ra­li, can­to­na­li e co­mu­na­li for­ni­sco­no le in­for­ma­zio­ni ne­ces­sa­rie per la de­ter­mi­na­zio­ne dell'ali­quo­ta gior­na­lie­ra.

4Il nu­me­ro e l'im­por­to del­le ali­quo­te gior­na­lie­re so­no fis­sa­ti nel­la sen­ten­za.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 35

Esa­zio­ne

 

1L'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne fis­sa al con­dan­na­to un ter­mi­ne da uno a sei me­si per il pa­ga­men­to.1 Può or­di­na­re il pa­ga­men­to ra­tea­le e, a ri­chie­sta, pro­ro­ga­re i ter­mi­ni.

2Se vi è fon­da­to so­spet­to che il con­dan­na­to si sot­trar­rà all'esa­zio­ne, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne può esi­ge­re il pa­ga­men­to im­me­dia­to o la pre­sta­zio­ne di ga­ran­zie.

3Se il con­dan­na­to non pa­ga la pe­na pe­cu­nia­ria nei ter­mi­ni fis­sa­ti, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne or­di­na l'ese­cu­zio­ne per de­bi­ti qua­lo­ra il prov­ve­di­men­to ap­pa­ia ef­fi­ca­ce.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 36

Pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va

 

1Se il con­dan­na­to non pa­ga la pe­na pe­cu­nia­ria e que­st'ul­ti­ma non può es­se­re ri­scos­sa in via ese­cu­ti­va (art. 35 cpv. 3), la pe­na pe­cu­nia­ria è so­sti­tui­ta da una pe­na de­ten­ti­va. Un'ali­quo­ta gior­na­lie­ra cor­ri­spon­de a un gior­no di pe­na de­ten­ti­va. La pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va si estin­gue con il pa­ga­men­to a po­ste­rio­ri del­la pe­na pe­cu­nia­ria.

2Se la pe­na pe­cu­nia­ria è sta­ta in­flit­ta da un'au­to­ri­tà am­mi­ni­stra­ti­va, il giu­di­ce de­ci­de sul­la pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va.

3a 5...1


1 Abro­ga­ti dal n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), con ef­fet­to 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 37 a 39

2. …

 

1 Abro­ga­ti dal n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), con ef­fet­to 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 40

3. Pe­na de­ten­ti­va.

Du­ra­ta

 

1La du­ra­ta mi­ni­ma del­la pe­na de­ten­ti­va è di tre gior­ni; ri­ma­ne sal­va una pe­na de­ten­ti­va più bre­ve pro­nun­cia­ta in so­sti­tu­zio­ne di una pe­na pe­cu­nia­ria (art. 36) o di una mul­ta (art. 106) non pa­ga­te.

2La du­ra­ta mas­si­ma del­la pe­na de­ten­ti­va è di ven­ti an­ni. La pe­na de­ten­ti­va è a vi­ta se la leg­ge lo di­chia­ra espres­sa­men­te.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 41

Pe­na de­ten­ti­va in luo­go del­la pe­na pe­cu­nia­ria

 

1Il giu­di­ce può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va in­ve­ce di una pe­na pe­cu­nia­ria se:

a.
una pe­na de­ten­ti­va ap­pa­re giu­sti­fi­ca­ta per trat­te­ne­re l'au­to­re dal com­met­te­re nuo­vi cri­mi­ni o de­lit­ti; o
b.
una pe­na pe­cu­nia­ria non po­trà ve­ro­si­mil­men­te es­se­re ese­gui­ta.

2Il giu­di­ce de­ve mo­ti­va­re in mo­do cir­co­stan­zia­to la scel­ta del­la pe­na de­ten­ti­va.

3Ri­ma­ne sal­va la pe­na de­ten­ti­va pro­nun­cia­ta in so­sti­tu­zio­ne di una pe­na pe­cu­nia­ria non pa­ga­ta (art. 36).


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Sezione 2: Della condizionale

Art. 42

1. Pe­ne con la con­di­zio­na­le

 

1Il giu­di­ce so­spen­de di re­go­la l'ese­cu­zio­ne di una pe­na pe­cu­nia­ria o di una pe­na de­ten­ti­va non su­pe­rio­re a due an­ni se una pe­na sen­za con­di­zio­na­le non sem­bra ne­ces­sa­ria per trat­te­ne­re l'au­to­re dal com­met­te­re nuo­vi cri­mi­ni o de­lit­ti.1

2Se, nei cin­que an­ni pri­ma del rea­to, l'au­to­re è sta­to con­dan­na­to a una pe­na de­ten­ti­va su­pe­rio­re a sei me­si, con o sen­za con­di­zio­na­le, la so­spen­sio­ne è pos­si­bi­le sol­tan­to in pre­sen­za di cir­co­stan­ze par­ti­co­lar­men­te fa­vo­re­vo­li.2

3La con­ces­sio­ne del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le può es­se­re ri­fiu­ta­ta an­che per­ché l'au­to­re ha omes­so di ri­pa­ra­re il dan­no con­tra­ria­men­te a quan­to si po­te­va ra­gio­ne­vol­men­te pre­ten­de­re da lui.

4Ol­tre al­la pe­na con­di­zio­nal­men­te so­spe­sa il giu­di­ce può in­flig­ge­re una mul­ta ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 106.3


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 43

2. Pe­na de­ten­ti­va con con­di­zio­na­le par­zia­le1

 

1Il giu­di­ce può so­spen­de­re par­zial­men­te l'ese­cu­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va di un an­no a tre an­ni se ne­ces­sa­rio per te­ne­re suf­fi­cien­te­men­te con­to del­la col­pa dell'au­to­re.2

2La par­te da ese­gui­re non può ec­ce­de­re la me­tà del­la pe­na.

3La par­te so­spe­sa e la par­te da ese­gui­re de­vo­no es­se­re di al­me­no sei me­si. Le nor­me sul­la con­ces­sio­ne del­la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le (art. 86) non so­no ap­pli­ca­bi­li al­la par­te da ese­gui­re.3


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 44

3. Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni.

Pe­rio­do di pro­va

 

1Se il giu­di­ce so­spen­de del tut­to o in par­te l'ese­cu­zio­ne del­la pe­na, al con­dan­na­to è im­par­ti­to un pe­rio­do di pro­va da due a cin­que an­ni.

2Per la du­ra­ta del pe­rio­do di pro­va, il giu­di­ce può or­di­na­re un'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta.

3Il giu­di­ce spie­ga al con­dan­na­to l'im­por­tan­za e le con­se­guen­ze del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le.

Art. 45

Suc­ces­so del pe­rio­do di pro­va

 

Se il con­dan­na­to su­pe­ra con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va, la pe­na so­spe­sa non è più ese­gui­ta.

Art. 46

In­suc­ces­so del pe­rio­do di pro­va

 

1Se, du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, il con­dan­na­to com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to e vi è per­tan­to da at­ten­der­si ch'egli com­met­te­rà nuo­vi rea­ti, il giu­di­ce re­vo­ca la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le. Se la pe­na di cui è re­vo­ca­ta la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le e la nuo­va pe­na so­no del­lo stes­so ge­ne­re, il giu­di­ce pro­nun­cia una pe­na uni­ca in ap­pli­ca­zio­ne ana­lo­gi­ca dell'ar­ti­co­lo 49.1

2Se non vi è d'at­ten­der­si che il con­dan­na­to com­pia nuo­vi rea­ti, il giu­di­ce ri­nun­cia al­la re­vo­ca. Può am­mo­ni­re il con­dan­na­to o pro­ro­ga­re il pe­rio­do di pro­va al mas­si­mo del­la me­tà del­la du­ra­ta sta­bi­li­ta nel­la sen­ten­za. Per la du­ra­ta del pe­rio­do di pro­va pro­ro­ga­to, può or­di­na­re un'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta. Se po­ste­rio­re al pe­rio­do di pro­va, la pro­ro­ga de­cor­re dal gior­no in cui è sta­ta or­di­na­ta.

3Il giu­di­ce com­pe­ten­te per giu­di­ca­re il nuo­vo cri­mi­ne o de­lit­to de­ci­de an­che sul­la re­vo­ca.

4Se il con­dan­na­to si sot­trae all'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta, è ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­si 3-5.

5La re­vo­ca non può più es­se­re or­di­na­ta do­po tre an­ni dal­la sca­den­za del pe­rio­do di pro­va.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Sezione 3: Della commisurazione della pena

Art. 47

1. Prin­ci­pio

 

1Il giu­di­ce com­mi­su­ra la pe­na al­la col­pa dell'au­to­re. Tie­ne con­to del­la vi­ta an­te­rio­re e del­le con­di­zio­ni per­so­na­li dell'au­to­re, non­ché dell'ef­fet­to che la pe­na avrà sul­la sua vi­ta.

2La col­pa è de­ter­mi­na­ta se­con­do il gra­do di le­sio­ne o espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo del be­ne giu­ri­di­co of­fe­so, se­con­do la ri­pren­si­bi­li­tà dell'of­fe­sa, i mo­ven­ti e gli obiet­ti­vi per­se­gui­ti, non­ché, te­nu­to con­to del­le cir­co­stan­ze in­ter­ne ed ester­ne, se­con­do la pos­si­bi­li­tà che l'au­to­re ave­va di evi­ta­re l'espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo o la le­sio­ne.

Art. 48

2. At­te­nua­zio­ne del­la pe­na.

Cir­co­stan­ze at­te­nuan­ti

 

Il giu­di­ce at­te­nua la pe­na se:

a.
l'au­to­re ha agi­to:
1.
per mo­ti­vi ono­re­vo­li,
2.
in sta­to di gra­ve an­gu­stia,
3.
sot­to l'im­pres­sio­ne d'una gra­ve mi­nac­cia,
4.
ad in­ci­ta­men­to di una per­so­na a cui do­ve­va ob­be­dien­za o da cui di­pen­de­va;
b.
l'au­to­re è sta­to se­ria­men­te in­dot­to in ten­ta­zio­ne dal­la con­dot­ta del­la vit­ti­ma;
c.
l'au­to­re ha agi­to ce­den­do a una vio­len­ta com­mo­zio­ne dell'ani­mo scu­sa­bi­le per le cir­co­stan­ze o in sta­to di pro­fon­da pro­stra­zio­ne;
d.
l'au­to­re ha di­mo­stra­to con fat­ti sin­ce­ro pen­ti­men­to, spe­cial­men­te se ha ri­sar­ci­to il dan­no per quan­to si po­tes­se ra­gio­ne­vol­men­te pre­ten­de­re da lui;
e.
la pe­na ha ma­ni­fe­sta­men­te per­so di sen­so vi­sto il tem­po tra­scor­so dal rea­to e da al­lo­ra l'au­to­re ha te­nu­to buo­na con­dot­ta.

Art. 48a

Ef­fet­ti

 

1Se at­te­nua la pe­na, il giu­di­ce non è vin­co­la­to al­la pe­na mi­ni­ma com­mi­na­ta.

2Il giu­di­ce può pro­nun­cia­re una pe­na di ge­ne­re di­ver­so da quel­lo com­mi­na­to, ma è vin­co­la­to al mas­si­mo e al mi­ni­mo le­ga­li di cia­scun ge­ne­re di pe­na.

Art. 49

3. Con­cor­so di rea­ti

 

1Quan­do per uno o più rea­ti ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per l'in­fli­zio­ne di più pe­ne del­lo stes­so ge­ne­re, il giu­di­ce con­dan­na l'au­to­re al­la pe­na pre­vi­sta per il rea­to più gra­ve au­men­tan­do­la in mi­su­ra ade­gua­ta. Non può tut­ta­via au­men­ta­re di ol­tre la me­tà il mas­si­mo del­la pe­na com­mi­na­ta. È in ogni mo­do vin­co­la­to al mas­si­mo le­ga­le del ge­ne­re di pe­na.

2Se de­ve giu­di­ca­re un rea­to che l'au­to­re ha com­mes­so pri­ma di es­se­re sta­to con­dan­na­to per un al­tro fat­to, il giu­di­ce de­ter­mi­na la pe­na com­ple­men­ta­re in mo­do che l'au­to­re non sia pu­ni­to più gra­ve­men­te di quan­to sa­reb­be sta­to se i di­ver­si rea­ti fos­se­ro sta­ti com­pre­si in un uni­co giu­di­zio.

3Nel­la com­mi­su­ra­zio­ne del­la pe­na uni­ca se­con­do i ca­po­ver­si 1 e 2, i rea­ti che l'au­to­re aves­se com­mes­so pri­ma di aver com­piu­to i di­ciott'an­ni non de­vo­no in­ci­de­re più di quan­to sa­reb­be sta­to se fos­se­ro sta­ti giu­di­ca­ti sin­go­lar­men­te.

Art. 50

4. Ob­bli­go di mo­ti­va­zio­ne

 

Se la sen­ten­za dev'es­se­re mo­ti­va­ta, il giu­di­ce vi espo­ne an­che le cir­co­stan­ze ri­le­van­ti per la com­mi­su­ra­zio­ne del­la pe­na e la lo­ro pon­de­ra­zio­ne.

Art. 51

5. Com­pu­to del car­ce­re pre­ven­ti­vo

 

Il giu­di­ce com­pu­ta nel­la pe­na il car­ce­re pre­ven­ti­vo scon­ta­to nell'am­bi­to del pro­ce­di­men­to in at­to o di un al­tro pro­ce­di­men­to. Un gior­no di car­ce­re cor­ri­spon­de a un'ali­quo­ta gior­na­lie­ra di pe­na pe­cu­nia­ria.1


1 Nuo­vo te­sto del per. giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Sezione 4: Dell'impunità e della sospensione del procedimento

Art. 52

1. Mo­ti­vi d'im­pu­ni­tà.

Pu­ni­zio­ne pri­va di sen­so1

 

L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te pre­scin­de dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne se la col­pa e le con­se­guen­ze del fat­to so­no di lie­ve en­ti­tà.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 1732 1761).

Art. 53

Ri­pa­ra­zio­ne

 

Se l'au­to­re ha ri­sar­ci­to il dan­no o ha in­tra­pre­so tut­to quan­to si po­te­va ra­gio­ne­vol­men­te pre­ten­de­re da lui per ri­pa­ra­re al tor­to da lui cau­sa­to, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te pre­scin­de dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne qua­lo­ra:

a.
le con­di­zio­ni per la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le del­la pe­na sia­no adem­piu­te (art. 42); e
b.
l'in­te­res­se del pub­bli­co e del dan­neg­gia­to all'at­tua­zio­ne del pro­ce­di­men­to pe­na­le sia di scar­sa im­por­tan­za.

Art. 54

Au­to­re du­ra­men­te col­pi­to

 

Se l'au­to­re è sta­to co­sì du­ra­men­te col­pi­to dal­le con­se­guen­ze di­ret­te del suo at­to che una pe­na ri­sul­te­reb­be inap­pro­pria­ta, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te pre­scin­de dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne.

Art. 55

2. Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni

 

1Se le con­di­zio­ni dell'im­pu­ni­tà so­no adem­piu­te, il giu­di­ce pre­scin­de dal­la re­vo­ca del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le o, in ca­so di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le, dal ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne.

2I Can­to­ni de­si­gna­no or­ga­ni del­la giu­sti­zia pe­na­le qua­li au­to­ri­tà com­pe­ten­ti ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 52, 53 e 54.

Art. 55a

 

3. So­spen­sio­ne del pro­ce­di­men­to.

Co­niu­ge, part­ner re­gi­stra­to o part­ner con­vi­ven­te qua­le vit­ti­ma 2

1In ca­so di le­sio­ni sem­pli­ci (art. 123 n. 2 cpv. 3-5), vie di fat­to rei­te­ra­te (art. 126 cpv. 2 lett. b, bbis e c), mi­nac­cia (art. 180 cpv. 2) e coa­zio­ne (art. 181), il pub­bli­co mi­ni­ste­ro e il giu­di­ce pos­so­no so­spen­de­re il pro­ce­di­men­to se:3

a.4
la vit­ti­ma è:
1.
il co­niu­ge o il co­niu­ge di­vor­zia­to dell'au­to­re e il fat­to è sta­to com­mes­so du­ran­te il ma­tri­mo­nio o nell'an­no suc­ces­si­vo al di­vor­zio, o
2.
il part­ner re­gi­stra­to o l'ex part­ner re­gi­stra­to dell'au­to­re e il fat­to è sta­to com­mes­so du­ran­te l'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta o nell'an­no suc­ces­si­vo al suo scio­gli­men­to, o
3.
il part­ner con­vi­ven­te, ete­ro­ses­sua­le o omo­ses­sua­le, o l'ex part­ner con­vi­ven­te dell'au­to­re e il fat­to è sta­to com­mes­so du­ran­te la con­vi­ven­za o nell'an­no suc­ces­si­vo al­la se­pa­ra­zio­ne; e
b.
la vit­ti­ma o, nel ca­so in cui es­sa non ab­bia l'eser­ci­zio dei di­rit­ti ci­vi­li, il suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le lo ri­chie­de o ac­con­sen­te al­la do­man­da dell'au­to­ri­tà com­pe­ten­te.

2Il pro­ce­di­men­to vie­ne ri­pre­so se la vit­ti­ma o, nel ca­so in cui es­sa non ab­bia l'eser­ci­zio dei di­rit­ti ci­vi­li, il suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le re­vo­ca il suo con­sen­so, per scrit­to o ver­bal­men­te, en­tro sei me­si dal­la so­spen­sio­ne. 5

3Qua­lo­ra il con­sen­so non sia re­vo­ca­to, il pub­bli­co mi­ni­ste­ro e il giu­di­ce di­spon­go­no l'ab­ban­do­no del pro­ce­di­men­to. 6

47


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 1732 1761).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 37 n. 1 del­la L del 18 giu. 2004 sull'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1°gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).
4 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 1732 1761).
5 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).
6 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).
7 Abro­ga­to dal n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

Capo secondo: Delle misure

Sezione 1: Delle misure terapeutiche e dell'internamento

Art. 56

1. Prin­ci­pi

 

1Una mi­su­ra de­ve es­se­re or­di­na­ta se:

a.
la so­la pe­na non è at­ta a im­pe­di­re il ri­schio che l'au­to­re com­met­ta al­tri rea­ti;
b.
sus­si­ste un bi­so­gno di trat­ta­men­to dell'au­to­re o la si­cu­rez­za pub­bli­ca lo esi­ge; e
c.
le con­di­zio­ni pre­vi­ste ne­gli ar­ti­co­li 59-61, 63 o 64 so­no adem­piu­te.

2La mi­su­ra può es­se­re pro­nun­cia­ta se la con­nes­sa in­ge­ren­za nei di­rit­ti del­la per­so­na­li­tà dell'au­to­re non sia spro­por­zio­na­ta ri­spet­to al­la pro­ba­bi­li­tà e gra­vi­tà di nuo­vi rea­ti.

3Per or­di­na­re una mi­su­ra pre­vi­sta ne­gli ar­ti­co­li 59-61, 63 e 64, co­me pu­re in ca­so di mo­di­fi­ca del­la san­zio­ne se­con­do l'ar­ti­co­lo 65, il giu­di­ce si fon­da su una pe­ri­zia. La pe­ri­zia ver­te su:

a.
la ne­ces­si­tà e le pro­spet­ti­ve di suc­ces­so di un trat­ta­men­to dell'au­to­re;
b.
il ge­ne­re e la pro­ba­bi­li­tà di even­tua­li al­tri rea­ti; e
c.
la pos­si­bi­li­tà di ese­gui­re la mi­su­ra.

4Se l'au­to­re ha com­mes­so un rea­to ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, la pe­ri­zia dev'es­se­re ef­fet­tua­ta da un esper­to che non ab­bia né cu­ra­to né as­si­sti­to in al­tro mo­do l'au­to­re.

4bisSe en­tra in li­nea di con­to l'in­ter­na­men­to a vi­ta di cui all'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1bis, il giu­di­ce, per or­di­nar­lo, si fon­da sul­le pe­ri­zie di al­me­no due pe­ri­ti esper­ti e re­ci­pro­ca­men­te in­di­pen­den­ti che non han­no né cu­ra­to né as­si­sti­to in al­tro mo­do l'au­to­re.1

5Di re­go­la il giu­di­ce or­di­na una mi­su­ra sol­tan­to se è di­spo­ni­bi­le un'isti­tu­zio­ne ade­gua­ta.

6La mi­su­ra i cui pre­sup­po­sti non sia­no più adem­piu­ti dev'es­se­re sop­pres­sa.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).

Art. 56a

Con­cor­so di mi­su­re

 

1Se più mi­su­re si ri­ve­la­no ugual­men­te ade­gua­te, ma una so­la è ne­ces­sa­ria, il giu­di­ce or­di­na quel­la me­no gra­vo­sa per l'au­to­re.

2Se più mi­su­re si ri­ve­la­no ne­ces­sa­rie, il giu­di­ce può or­di­nar­le con­giun­ta­men­te.

Art. 57

Re­la­zio­ne tra le mi­su­re e le pe­ne

 

1Se so­no adem­piu­te le con­di­zio­ni sia per una pe­na sia per una mi­su­ra, il tri­bu­na­le or­di­na en­tram­be le san­zio­ni.

2Le mi­su­re di cui agli ar­ti­co­li 59-61 van­no ese­gui­te pri­ma del­la pe­na de­ten­ti­va pro­nun­cia­ta con­tem­po­ra­nea­men­te o di­ve­nu­ta ese­cu­ti­va in se­gui­to a re­vo­ca del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le o del­la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le. Pa­ri­men­ti, le mi­su­re ri­pri­sti­na­te se­con­do l'ar­ti­co­lo 62a van­no ese­gui­te pri­ma del­la pe­na uni­ca pro­nun­cia­ta con­giun­ta­men­te.

3La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al­la mi­su­ra è com­pu­ta­ta nel­la pe­na.

Art. 58

Ese­cu­zio­ne

 

11

2Le isti­tu­zio­ni te­ra­peu­ti­che ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 59-61 de­vo­no es­se­re se­pa­ra­te dai pe­ni­ten­zia­ri.


1 Abro­ga­to dal n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

Art. 59

2. Mi­su­re te­ra­peu­ti­che sta­zio­na­rie.

Trat­ta­men­to di tur­be psi­chi­che

 

1Se l'au­to­re è af­fet­to da gra­ve tur­ba psi­chi­ca, il giu­di­ce può or­di­na­re un trat­ta­men­to sta­zio­na­rio qua­lo­ra:

a.
l'au­to­re ab­bia com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to in con­nes­sio­ne con que­sta sua tur­ba; e
b.
vi sia da at­ten­der­si che in tal mo­do si po­trà evi­ta­re il ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti in con­nes­sio­ne con que­sta sua tur­ba.

2Il trat­ta­men­to sta­zio­na­rio si svol­ge in un'ap­pro­pria­ta isti­tu­zio­ne psi­chia­tri­ca o in un'isti­tu­zio­ne per l'ese­cu­zio­ne del­le mi­su­re.

3Fin­tan­to che sus­si­ste il pe­ri­co­lo che l'au­to­re si dia al­la fu­ga o com­met­ta nuo­vi rea­ti, il trat­ta­men­to si svol­ge in un'isti­tu­zio­ne chiu­sa. Il trat­ta­men­to può svol­ger­si an­che in un pe­ni­ten­zia­rio se­con­do l'ar­ti­co­lo 76 ca­po­ver­so 2, sem­pre­ché il trat­ta­men­to te­ra­peu­ti­co ne­ces­sa­rio sia as­si­cu­ra­to da per­so­na­le spe­cia­liz­za­to.1

4La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al trat­ta­men­to sta­zio­na­rio non su­pe­ra di re­go­la i cin­que an­ni. Se, do­po cin­que an­ni, i pre­sup­po­sti per la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le non so­no an­co­ra adem­piu­ti e vi è da at­ten­der­si che la pro­se­cu­zio­ne del­la mi­su­ra per­met­te­rà di ov­via­re al ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi cri­mi­ni e de­lit­ti in con­nes­sio­ne con la sua tur­ba psi­chi­ca, il giu­di­ce, su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne, può or­di­na­re la pro­tra­zio­ne del­la mi­su­ra, di vol­ta in vol­ta per un pe­rio­do non su­pe­rio­re a cin­que an­ni.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

Art. 60

Trat­ta­men­to del­la tos­si­co­di­pen­den­za

 

1Se l'au­to­re è tos­si­co­ma­ne o al­tri­men­ti af­fet­to da di­pen­den­za, il giu­di­ce può or­di­na­re un trat­ta­men­to sta­zio­na­rio qua­lo­ra:

a.
l'au­to­re ab­bia com­mes­so un cri­mi­ne o de­lit­to in con­nes­sio­ne con il suo sta­to di di­pen­den­za; e
b.
vi sia da at­ten­der­si che in tal mo­do si po­trà evi­ta­re il ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to di di­pen­den­za.

2Il giu­di­ce tie­ne con­to del­la ri­chie­sta dell'au­to­re e del­la sua di­spo­ni­bi­li­tà a sot­to­por­si al trat­ta­men­to.

3Il trat­ta­men­to si svol­ge in un'isti­tu­zio­ne spe­cia­liz­za­ta o, se ne­ces­sa­rio, in una cli­ni­ca psi­chia­tri­ca. Va ade­gua­to al­le esi­gen­ze spe­cia­li e al­lo svi­lup­po dell'au­to­re.

4La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al trat­ta­men­to sta­zio­na­rio non su­pe­ra di re­go­la i tre an­ni. Se, do­po tre an­ni, i pre­sup­po­sti per la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le non so­no an­co­ra adem­piu­ti e vi è da at­ten­der­si che la pro­se­cu­zio­ne del­la mi­su­ra per­met­te­rà di ov­via­re al ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi cri­mi­ni e de­lit­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to di di­pen­den­za, il giu­di­ce, su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne, può or­di­na­re, una so­la vol­ta, che la mi­su­ra sia pro­trat­ta per un al­tro an­no. La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al­la mi­su­ra non de­ve ec­ce­de­re com­ples­si­va­men­te sei an­ni in ca­so di pro­tra­zio­ne e di ri­pri­sti­no do­po la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le.

Art. 61

Mi­su­re per i gio­va­ni adul­ti

 

1Se l'au­to­re non ave­va an­co­ra com­piu­to i ven­ti­cin­que an­ni al mo­men­to del fat­to ed è se­ria­men­te tur­ba­to nel­lo svi­lup­po del­la sua per­so­na­li­tà, il giu­di­ce può or­di­nar­ne il col­lo­ca­men­to in un'isti­tu­zio­ne per gio­va­ni adul­ti qua­lo­ra:

a.
l'au­to­re ab­bia com­mes­so un cri­mi­ne o de­lit­to in con­nes­sio­ne con lo svi­lup­po tur­ba­to del­la sua per­so­na­li­tà; e
b.
vi sia da at­ten­der­si che in tal mo­do si po­trà evi­ta­re il ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti in con­nes­sio­ne con lo svi­lup­po tur­ba­to del­la sua per­so­na­li­tà.

2Le isti­tu­zio­ni per gio­va­ni adul­ti so­no se­pa­ra­te da­gli al­tri sta­bi­li­men­ti e dal­le al­tre isti­tu­zio­ni pre­vi­ste dal pre­sen­te Co­di­ce.

3Van­no sti­mo­la­te le at­ti­tu­di­ni dell'au­to­re a vi­ve­re in mo­do re­spon­sa­bi­le ed esen­te da pe­ne. In par­ti­co­la­re van­no pro­mos­se la sua for­ma­zio­ne e la sua for­ma­zio­ne pro­fes­sio­na­le con­ti­nua1.

4La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al­la mi­su­ra non su­pe­ra di re­go­la i quat­tro an­ni. In ca­so di ri­pri­sti­no del­la mi­su­ra do­po la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le, non de­ve ec­ce­de­re com­ples­si­va­men­te sei an­ni. La mi­su­ra dev'es­se­re sop­pres­sa al più tar­di quan­do il col­lo­ca­to ha com­piu­to i trent'an­ni.

5Se l'au­to­re è sta­to con­dan­na­to an­che per un rea­to com­mes­so pri­ma dei di­ciott'an­ni, la mi­su­ra può es­se­re ese­gui­ta in un'isti­tu­zio­ne per ado­le­scen­ti.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. 11 dell'all. al­la LF del 20 giu. 2014 sul­la for­ma­zio­ne con­ti­nua, in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2016 689; FF 2013 3085). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

Art. 62

Li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le

 

1L'au­to­re è li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te dall'ese­cu­zio­ne sta­zio­na­ria del­la mi­su­ra ap­pe­na il suo sta­to giu­sti­fi­chi che gli sia da­ta la pos­si­bi­li­tà di es­se­re mes­so al­la pro­va in li­ber­tà.

2Il pe­rio­do di pro­va è di uno a cin­que an­ni in ca­so di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le da una mi­su­ra di cui all'ar­ti­co­lo 59 e di uno a tre an­ni in ca­so di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le da una mi­su­ra di cui agli ar­ti­co­li 60 e 61.

3Du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te può es­se­re ob­bli­ga­to a sot­to­por­si a trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le. Per la du­ra­ta del pe­rio­do di pro­va, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne può or­di­na­re un'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta.

4Se, al­la sca­den­za del pe­rio­do di pro­va, ap­pa­re ne­ces­sa­rio pro­se­gui­re con il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le, l'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o le nor­me di con­dot­ta, al fi­ne di ov­via­re al ri­schio che il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te com­met­ta nuo­vi cri­mi­ni e de­lit­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to, il giu­di­ce, su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne, può or­di­na­re la pro­tra­zio­ne del pe­rio­do di pro­va:

a.
di vol­ta in vol­ta da uno a cin­que an­ni in ca­so di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le da una mi­su­ra di cui all'ar­ti­co­lo 59;
b.
da uno a tre an­ni in ca­so di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le da una mi­su­ra di cui agli ar­ti­co­li 60 e 61.

5Il pe­rio­do di pro­va do­po la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le da una mi­su­ra di cui agli ar­ti­co­li 60 e 61 non de­ve ec­ce­de­re com­ples­si­va­men­te sei an­ni.

6Se l'au­to­re ha com­mes­so un rea­to ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, il pe­rio­do di pro­va può es­se­re pro­ro­ga­to fin­quan­do ap­pa­ia ne­ces­sa­rio per im­pe­di­re nuo­vi rea­ti del­lo stes­so ge­ne­re.

Art. 62a

In­suc­ces­so del pe­rio­do di pro­va

 

1Se, du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te com­met­te un rea­to mo­stran­do co­sì che per­ma­ne il ri­schio cui do­ve­va ov­via­re la mi­su­ra, il giu­di­ce com­pe­ten­te per giu­di­ca­re il nuo­vo rea­to può, do­po aver sen­ti­to l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne:

a.
or­di­na­re il ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne;
b.
sop­pri­me­re la mi­su­ra e, sem­pre­ché ne sia­no adem­piu­te le con­di­zio­ni, or­di­na­re una nuo­va mi­su­ra; o
c.
sop­pri­me­re la mi­su­ra e, sem­pre­ché ne sia­no adem­piu­te le con­di­zio­ni, or­di­na­re l'ese­cu­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va.

2Se, in ba­se al nuo­vo rea­to, ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per l'in­fli­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va sen­za con­di­zio­na­le e que­sta pe­na vie­ne ad ag­giun­ger­si a quel­la so­spe­sa a fa­vo­re del­la mi­su­ra, il giu­di­ce fis­sa una pe­na uni­ca in ap­pli­ca­zio­ne dell'ar­ti­co­lo 49.

3Se, in ba­se al com­por­ta­men­to du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, vi è se­ria­men­te da at­ten­der­si che il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te pos­sa com­met­te­re un rea­to ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, il giu­di­ce che ha or­di­na­to la mi­su­ra può or­di­nar­ne il ri­pri­sti­no su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne.

4La du­ra­ta mas­si­ma dell'ese­cu­zio­ne ri­pri­sti­na­ta è di cin­que an­ni per la mi­su­ra di cui all'ar­ti­co­lo 59 e di due an­ni per le mi­su­re di cui agli ar­ti­co­li 60 e 61.

5Se pre­scin­de dal ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne o da una nuo­va mi­su­ra, il giu­di­ce può:

a.
am­mo­ni­re il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te;
b.
or­di­na­re un trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le o un'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va;
c.
im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta; e
d.
pro­ro­ga­re il pe­rio­do di pro­va da uno a cin­que an­ni in ca­so di mi­su­ra se­con­do l'ar­ti­co­lo 59 e da uno a tre an­ni in ca­so di mi­su­ra se­con­do gli ar­ti­co­li 60 o 61.

6Se il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te si sot­trae all'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta, è ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­si 3-5.

Art. 62b

Li­be­ra­zio­ne de­fi­ni­ti­va

 

1Il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te che ha su­pe­ra­to con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va è li­be­ra­to de­fi­ni­ti­va­men­te.

2L'au­to­re è li­be­ra­to de­fi­ni­ti­va­men­te se è sta­ta rag­giun­ta la du­ra­ta mas­si­ma di una mi­su­ra di cui agli ar­ti­co­li 60 o 61 e ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le.

3Se la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al­la mi­su­ra è in­fe­rio­re al­la du­ra­ta del­la pe­na de­ten­ti­va so­spe­sa, la pe­na re­si­dua non vie­ne più ese­gui­ta.

Art. 62c

Sop­pres­sio­ne del­la mi­su­ra

 

1La mi­su­ra è sop­pres­sa se:

a.
la sua ese­cu­zio­ne o pro­se­cu­zio­ne non ha pro­spet­ti­ve di suc­ces­so; o
b.
è sta­ta rag­giun­ta la du­ra­ta mas­si­ma se­con­do gli ar­ti­co­li 60 e 61 e non ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le; op­pu­re
c.
non esi­ste o non esi­ste più un'isti­tu­zio­ne ade­gua­ta.

2Se la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al­la mi­su­ra è in­fe­rio­re al­la du­ra­ta del­la pe­na de­ten­ti­va so­spe­sa, la pe­na re­si­dua vie­ne ese­gui­ta. Se ri­guar­do a que­st'ul­ti­ma ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le o per la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le, l'ese­cu­zio­ne è so­spe­sa.

3In­ve­ce dell'ese­cu­zio­ne del­la pe­na il giu­di­ce può or­di­na­re un'al­tra mi­su­ra se vi è da at­ten­der­si che in tal mo­do si po­trà ov­via­re al ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi cri­mi­ni e de­lit­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to.

4Se all'at­to del­la sop­pres­sio­ne del­la mi­su­ra or­di­na­ta per un rea­to ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1 vi è se­ria­men­te da at­ten­der­si che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti di que­sto ge­ne­re, il giu­di­ce può or­di­na­re l'in­ter­na­men­to su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne.

5Se all'at­to del­la sop­pres­sio­ne del­la mi­su­ra ri­tie­ne op­por­tu­na una mi­su­ra di pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te ne av­vi­sa l'au­to­ri­tà di pro­te­zio­ne de­gli adul­ti.1

6Il giu­di­ce può inol­tre sop­pri­me­re una mi­su­ra te­ra­peu­ti­ca sta­zio­na­ria, pri­ma o do­po la sua ese­cu­zio­ne, e or­di­na­re in sua ve­ce un'al­tra mi­su­ra te­ra­peu­ti­ca sta­zio­na­ria se vi è da at­ten­der­si che con que­sta nuo­va mi­su­ra si po­trà ma­ni­fe­sta­men­te ov­via­re me­glio al ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 14 dell'all. al­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2011 725; FF 2006 6391).

Art. 62d

Esa­me del­la li­be­ra­zio­ne e del­la sop­pres­sio­ne

 

1L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te esa­mi­na d'uf­fi­cio o a ri­chie­sta se e quan­do l'au­to­re deb­ba es­se­re li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te dall'ese­cu­zio­ne del­la mi­su­ra o la mi­su­ra deb­ba es­se­re sop­pres­sa. De­ci­de in me­ri­to al­me­no una vol­ta all'an­no. Sen­te dap­pri­ma il col­lo­ca­to e chie­de pre­via­men­te una re­la­zio­ne al­la di­re­zio­ne dell'isti­tu­zio­ne d'ese­cu­zio­ne.

2Se l'au­to­re ha com­mes­so un rea­to ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te de­ci­de fon­dan­do­si sul­la pe­ri­zia di un esper­to in­di­pen­den­te e do­po aver sen­ti­to una com­mis­sio­ne com­po­sta di rap­pre­sen­tan­ti del­le au­to­ri­tà pre­po­ste al pro­ce­di­men­to pe­na­le, del­le au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne non­ché del­la psi­chia­tria. L'esper­to e i rap­pre­sen­tan­ti del­la psi­chia­tria non de­vo­no aver cu­ra­to né as­si­sti­to in al­tro mo­do l'au­to­re.

Art. 63

3. Trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le.

Con­di­zio­ni e ese­cu­zio­ne

 

1Se l'au­to­re è af­fet­to da una gra­ve tur­ba psi­chi­ca, è tos­si­co­ma­ne o al­tri­men­ti af­fet­to da di­pen­den­za, il giu­di­ce può, in­ve­ce del trat­ta­men­to sta­zio­na­rio, or­di­na­re un trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le qua­lo­ra:

a.
l'au­to­re ab­bia com­mes­so un rea­to in con­nes­sio­ne con que­sto suo sta­to; e
b.
vi sia da at­ten­der­si che in tal mo­do si po­trà ov­via­re al ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to.

2Per con­sen­ti­re il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le e te­ner con­to del ge­ne­re di trat­ta­men­to, il giu­di­ce può so­spen­de­re l'ese­cu­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va sen­za con­di­zio­na­le e pro­nun­cia­ta con­tem­po­ra­nea­men­te, di una pe­na de­ten­ti­va di­chia­ra­ta ese­cu­ti­va in se­gui­to a re­vo­ca non­ché di una pe­na re­si­dua di­ve­nu­ta ese­cu­ti­va in se­gui­to a ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne. Per la du­ra­ta del trat­ta­men­to può or­di­na­re un'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta.

3L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te può di­spor­re che l'au­to­re ven­ga tem­po­ra­nea­men­te sot­to­po­sto a trat­ta­men­to sta­zio­na­rio, se ne­ces­sa­rio per da­re ini­zio al trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le. Il trat­ta­men­to sta­zio­na­rio non de­ve com­ples­si­va­men­te du­ra­re più di due me­si.

4Di re­go­la, il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le non può du­ra­re più di cin­que an­ni. Se, tra­scor­sa la du­ra­ta mas­si­ma, ri­sul­ta ne­ces­sa­ria una pro­tra­zio­ne per ov­via­re al ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi cri­mi­ni e de­lit­ti con­nes­si al­la sua tur­ba psi­chi­ca, il giu­di­ce può di vol­ta in vol­ta pro­trar­re il trat­ta­men­to da uno a cin­que an­ni su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne.

Art. 63a

Sop­pres­sio­ne del­la mi­su­ra

 

1L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te esa­mi­na al­me­no una vol­ta all'an­no se il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le deb­ba es­se­re con­ti­nua­to o sop­pres­so. Sen­te dap­pri­ma l'au­to­re e chie­de pre­via­men­te una re­la­zio­ne al te­ra­peu­ta.

2Il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le è sop­pres­so dall'au­to­ri­tà com­pe­ten­te se:

a.
si è con­clu­so con suc­ces­so;
b.
la sua pro­se­cu­zio­ne non ha pro­spet­ti­ve di suc­ces­so; o
c.
è sta­ta rag­giun­ta la du­ra­ta mas­si­ma le­ga­le, ove si trat­ti di trat­ta­men­to di al­co­liz­za­ti, tos­si­co­ma­ni o far­ma­co­di­pen­den­ti.

3Se, du­ran­te il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le, l'au­to­re com­met­te un rea­to e mo­stra co­sì che il trat­ta­men­to non per­met­te ve­ro­si­mil­men­te di ri­muo­ve­re il ri­schio ch'egli com­met­ta nuo­vi rea­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to, il trat­ta­men­to in­frut­tuo­so è sop­pres­so dal giu­di­ce com­pe­ten­te per giu­di­ca­re il nuo­vo rea­to.

4Se l'au­to­re si sot­trae all'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta, è ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­si 3-5.

Art. 63b

Ese­cu­zio­ne del­la pe­na de­ten­ti­va so­spe­sa

 

1Se il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le si è con­clu­so con suc­ces­so, la pe­na de­ten­ti­va so­spe­sa non vie­ne più ese­gui­ta.

2Se il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le è sop­pres­so per man­can­za di pro­spet­ti­ve di suc­ces­so (art. 63a cpv. 2 lett. b), per rag­giun­gi­men­to del­la du­ra­ta mas­si­ma le­ga­le (art. 63a cpv. 2 lett. c) o per­ché in­frut­tuo­so (art. 63a cpv. 3), la pe­na de­ten­ti­va so­spe­sa vie­ne ese­gui­ta.

3Se il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le in re­gi­me di li­ber­tà si ri­ve­la pe­ri­co­lo­so per ter­zi, la pe­na de­ten­ti­va so­spe­sa vie­ne ese­gui­ta e il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le con­ti­nua du­ran­te l'ese­cu­zio­ne del­la me­de­si­ma.

4Il giu­di­ce de­ci­de in qual mi­su­ra la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le è com­pu­ta­ta nel­la pe­na. Se ri­guar­do al­la pe­na re­si­dua ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le o per la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le, so­spen­de l'ese­cu­zio­ne.

5In­ve­ce dell'ese­cu­zio­ne del­la pe­na il giu­di­ce può or­di­na­re una mi­su­ra te­ra­peu­ti­ca sta­zio­na­ria se­con­do gli ar­ti­co­li 59-61 se vi è da at­ten­der­si che in tal mo­do si po­trà ov­via­re al ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi cri­mi­ni e de­lit­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to.

Art. 64

4. In­ter­na­men­to.

Con­di­zio­ni e ese­cu­zio­ne

 

1Il giu­di­ce or­di­na l'in­ter­na­men­to se l'au­to­re ha com­mes­so un as­sas­si­nio, un omi­ci­dio in­ten­zio­na­le, una le­sio­ne per­so­na­le gra­ve, una vio­len­za car­na­le, una ra­pi­na, una pre­sa d'ostag­gio, un in­cen­dio, un'espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo del­la vi­ta al­trui o un al­tro rea­to pas­si­bi­le di una pe­na de­ten­ti­va mas­si­ma di cin­que o più an­ni, con il qua­le ha gra­ve­men­te pre­giu­di­ca­to o vo­lu­to pre­giu­di­ca­re l'in­te­gri­tà fi­si­ca, psi­chi­ca o ses­sua­le di un'al­tra per­so­na, e se:1

a.
in ba­se al­le ca­rat­te­ri­sti­che del­la per­so­na­li­tà dell'au­to­re, non­ché in ba­se al­le cir­co­stan­ze in cui fu com­mes­so il rea­to e vi è se­ria­men­te da at­ten­der­si che co­stui com­met­ta nuo­vi rea­ti di que­sto ge­ne­re; o
b.
in ba­se a una tur­ba psi­chi­ca di no­te­vo­le gra­vi­tà, per­ma­nen­te o di lun­ga du­ra­ta, con cui ave­va con­nes­sio­ne il rea­to, vi è se­ria­men­te da at­ten­der­si che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti di que­sto ge­ne­re e che una mi­su­ra se­con­do l'ar­ti­co­lo 59 non ab­bia pro­spet­ti­ve di suc­ces­so.

1bisIl giu­di­ce or­di­na l'in­ter­na­men­to a vi­ta se l'au­to­re ha com­mes­so un as­sas­si­nio, un omi­ci­dio in­ten­zio­na­le, una le­sio­ne per­so­na­le gra­ve, una ra­pi­na, una vio­len­za car­na­le, una coa­zio­ne ses­sua­le, un se­que­stro di per­so­na o un ra­pi­men­to, una pre­sa d'ostag­gio, una spa­ri­zio­ne for­za­ta, una trat­ta di es­se­ri uma­ni, un ge­no­ci­dio, un cri­mi­ne con­tro l'uma­ni­tà o un cri­mi­ne di guer­ra (ti­to­lo do­di­ce­si­moter) e se so­no adem­pi­te le con­di­zio­ni se­guen­ti:2

a.
con il cri­mi­ne l'au­to­re ha pre­giu­di­ca­to o vo­lu­to pre­giu­di­ca­re in mo­do par­ti­co­lar­men­te gra­ve l'in­te­gri­tà fi­si­ca, psi­chi­ca o ses­sua­le di un'al­tra per­so­na;
b.
è al­ta­men­te pro­ba­bi­le che l'au­to­re com­met­ta di nuo­vo uno di que­sti cri­mi­ni;
c.
l'au­to­re è con­si­de­ra­to du­re­vol­men­te re­frat­ta­rio al­la te­ra­pia, poi­ché il trat­ta­men­to non ha pro­spet­ti­ve di suc­ces­so a lun­go ter­mi­ne.3

2L'ese­cu­zio­ne dell'in­ter­na­men­to è dif­fe­ri­ta fin­tan­to che l'au­to­re scon­ta una pe­na de­ten­ti­va. Non so­no ap­pli­ca­bi­li le di­spo­si­zio­ni in ma­te­ria di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le dal­la pe­na de­ten­ti­va (art. 86-88).4

3Se già nel cor­so dell'ese­cu­zio­ne del­la pe­na de­ten­ti­va vi è da at­ten­der­si che l'au­to­re su­pe­re­rà con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va in li­ber­tà, il giu­di­ce di­spo­ne la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le dal­la pe­na de­ten­ti­va al più pre­sto per il gior­no in cui l'au­to­re avrà scon­ta­to i due ter­zi del­la pe­na de­ten­ti­va o quin­di­ci an­ni se la pe­na de­ten­ti­va è a vi­ta. È com­pe­ten­te il giu­di­ce che ha or­di­na­to l'in­ter­na­men­to. Per il re­sto è ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 64a.5

4L'in­ter­na­men­to è ese­gui­to in un'isti­tu­zio­ne per l'ese­cu­zio­ne del­le mi­su­re o in un pe­ni­ten­zia­rio se­con­do l'ar­ti­co­lo 76 ca­po­ver­so 2. La si­cu­rez­za pub­bli­ca dev'es­se­re ga­ran­ti­ta. Per quan­to ne­ces­sa­rio, l'in­te­res­sa­to frui­sce di as­si­sten­za psi­chia­tri­ca.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 1 dell'all. 2 al DF del 18 dic. 2015 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Con­ven­zio­ne in­ter­na­zio­na­le per la pro­te­zio­ne di tut­te le per­so­ne dal­la spa­ri­zio­ne for­za­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2016 4687; FF 2014 417).
3 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).
4 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).
5 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

Art. 64a

Fi­ne dell'in­ter­na-men­to e li­be­ra­zio­ne

 

1L'au­to­re è li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te dall'in­ter­na­men­to se­con­do l'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1 ap­pe­na vi è da at­ten­der­si ch'egli su­pe­re­rà con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va in li­ber­tà.1 Il pe­rio­do di pro­va è di due a cin­que an­ni. Per la du­ra­ta del pe­rio­do di pro­va può es­se­re or­di­na­ta un'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e pos­so­no es­se­re im­par­ti­te nor­me di con­dot­ta.

2Se al­la sca­den­za del pe­rio­do di pro­va ap­pa­re ne­ces­sa­rio pro­se­gui­re l'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o le nor­me di con­dot­ta per ov­via­re al ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, il giu­di­ce, su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne, può di vol­ta in vol­ta pro­trar­re il pe­rio­do di pro­va da due a cin­que an­ni.

3Se, in ba­se al com­por­ta­men­to du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, vi è se­ria­men­te da at­ten­der­si che il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te pos­sa com­met­te­re nuo­vi rea­ti ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, il giu­di­ce or­di­na il ri­pri­sti­no dell'in­ter­na­men­to su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne.

4Se il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te si sot­trae all'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta, è ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­si 3-5.

5Se il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te ha su­pe­ra­to con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va, la li­be­ra­zio­ne di­ven­ta de­fi­ni­ti­va.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).

Art. 64b

Esa­me del­la li­be­ra­zio­ne

 

1L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te esa­mi­na d'uf­fi­cio o su ri­chie­sta:

a.
al­me­no una vol­ta all'an­no, e la pri­ma vol­ta do­po due an­ni, se e quan­do l'au­to­re pos­sa es­se­re li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te dall'in­ter­na­men­to (art. 64a cpv. 1);
b.
al­me­no ogni due an­ni, e la pri­ma vol­ta pri­ma che ab­bia ini­zio l'in­ter­na­men­to, se so­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per un trat­ta­men­to te­ra­peu­ti­co sta­zio­na­rio e se de­ve es­se­re pre­sen­ta­ta una ri­chie­sta in tal sen­so al giu­di­ce com­pe­ten­te (art. 65 cpv. 1).

2L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te pren­de una de­ci­sio­ne se­con­do il ca­po­ver­so 1:

a.
fon­dan­do­si su un rap­por­to del­la di­re­zio­ne dell'isti­tu­to;
b.
fon­dan­do­si su una pe­ri­zia di un esper­to in­di­pen­den­te ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 56 ca­po­ver­so 4;
c.
do­po aver sen­ti­to una com­mis­sio­ne ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 62d ca­po­ver­so 2;
d.
do­po aver sen­ti­to l'au­to­re.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

Art. 64c

Esa­me del­la li­be­ra­zio­ne dall'in­ter­na­men­to a vi­ta e li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le

 

1In ca­so di in­ter­na­men­to a vi­ta se­con­do l'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1bis, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te esa­mi­na, d'uf­fi­cio o su ri­chie­sta, se vi so­no nuo­ve co­no­scen­ze scien­ti­fi­che che per­met­ta­no di pre­ve­de­re che l'au­to­re pos­sa es­se­re cu­ra­to in mo­do da non co­sti­tui­re più un pe­ri­co­lo per la col­let­ti­vi­tà. Es­sa de­ci­de fon­dan­do­si sul rap­por­to del­la com­mis­sio­ne pe­ri­ta­le fe­de­ra­le in­ca­ri­ca­ta di va­lu­ta­re l'ido­nei­tà al­la te­ra­pia dei cri­mi­na­li in­ter­na­ti a vi­ta.

2Se con­clu­de che l'au­to­re può es­se­re cu­ra­to, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te gli pro­po­ne un trat­ta­men­to. Ta­le trat­ta­men­to si svol­ge in un'isti­tu­zio­ne chiu­sa. Le di­spo­si­zio­ni in ma­te­ria di ese­cu­zio­ne dell'in­ter­na­men­to a vi­ta re­sta­no ap­pli­ca­bi­li fi­no al­la sop­pres­sio­ne dell'in­ter­na­men­to se­con­do il ca­po­ver­so 3.

3Se il trat­ta­men­to di­mo­stra che la pe­ri­co­lo­si­tà dell'au­to­re è di­mi­nui­ta in ma­nie­ra con­si­de­re­vo­le e può es­se­re ri­dot­ta al pun­to che co­stui non co­sti­tui­sca più un pe­ri­co­lo per la col­let­ti­vi­tà, il giu­di­ce sop­pri­me l'in­ter­na­men­to a vi­ta e or­di­na che sia ese­gui­ta in un'isti­tu­zio­ne chiu­sa una mi­su­ra te­ra­peu­ti­ca sta­zio­na­ria se­con­do gli ar­ti­co­li 59-61.

4Il giu­di­ce può li­be­ra­re con­di­zio­nal­men­te l'au­to­re dall'in­ter­na­men­to a vi­ta se co­stui non co­sti­tui­sce più un pe­ri­co­lo per la col­let­ti­vi­tà per età avan­za­ta, gra­ve ma­lat­tia o al­tro mo­ti­vo. La li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le è ret­ta dall'ar­ti­co­lo 64a.

5La sop­pres­sio­ne dell'in­ter­na­men­to a vi­ta e la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le com­pe­to­no al giu­di­ce che ha or­di­na­to l'in­ter­na­men­to a vi­ta. Egli de­ci­de fon­dan­do­si sul­le pe­ri­zie di al­me­no due pe­ri­ti esper­ti e re­ci­pro­ca­men­te in­di­pen­den­ti che non han­no né cu­ra­to né as­si­sti­to in al­tro mo­do l'au­to­re.

6I ca­po­ver­si 1 e 2 si ap­pli­ca­no an­che du­ran­te l'ese­cu­zio­ne del­la pe­na de­ten­ti­va che pre­ce­de l'in­ter­na­men­to a vi­ta. La sop­pres­sio­ne dell'in­ter­na­men­to a vi­ta se­con­do il ca­po­ver­so 3 è pos­si­bi­le al più pre­sto quan­do l'au­to­re ha espia­to due ter­zi del­la pe­na o quin­di­ci an­ni di pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).

Art. 65

5. Mo­di­fi­ca del­la san­zio­ne

 

1Se, pri­ma o du­ran­te l'ese­cu­zio­ne del­la pe­na de­ten­ti­va o dell'in­ter­na­men­to se­con­do l'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, le con­di­zio­ni per una mi­su­ra te­ra­peu­ti­ca sta­zio­na­ria ri­sul­ta­no adem­piu­te, il giu­di­ce può or­di­na­re que­sta mi­su­ra a po­ste­rio­ri.1 È com­pe­ten­te il giu­di­ce che ha pro­nun­cia­to la pe­na o or­di­na­to l'in­ter­na­men­to. L'ese­cu­zio­ne del­la pe­na re­si­dua è so­spe­sa.

2Se, du­ran­te l'ese­cu­zio­ne del­la pe­na de­ten­ti­va, sul­la ba­se di nuo­vi fat­ti o mez­zi di pro­va, ri­sul­ta che le con­di­zio­ni per un in­ter­na­men­to so­no adem­piu­te e sus­si­ste­va­no già al mo­men­to del­la con­dan­na, sen­za che il giu­di­ce ne po­tes­se es­se­re a co­no­scen­za, il giu­di­ce può or­di­na­re l'in­ter­na­men­to a po­ste­rio­ri. La com­pe­ten­za e la pro­ce­du­ra so­no ret­te dal­le nor­me ap­pli­ca­bi­li al­la re­vi­sio­ne.2


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).
2 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

Sezione 2: Delle altre misure

Art. 66

1. Cau­zio­ne pre­ven­ti­va

 

1Se vi è il ri­schio che chi ha pro­fe­ri­to la mi­nac­cia di com­met­te­re un cri­mi­ne o un de­lit­to lo com­pia ef­fet­ti­va­men­te, o se chi è già sta­to con­dan­na­to per un cri­mi­ne o un de­lit­to ma­ni­fe­sta l'in­ten­zio­ne de­ter­mi­na­ta di ri­pe­ter­lo, il giu­di­ce, a ri­chie­sta del­la per­so­na mi­nac­cia­ta, può esi­ge­re da lui la pro­mes­sa di non com­met­ter­lo e ob­bli­gar­lo a pre­sta­re ade­gua­ta cau­zio­ne.

2Se egli si ri­fiu­ta di pro­met­te­re o non pre­sta per mal­vo­le­re la cau­zio­ne en­tro il ter­mi­ne fis­sa­to, il giu­di­ce può co­strin­ger­ve­lo con la car­ce­ra­zio­ne. La car­ce­ra­zio­ne non può du­ra­re ol­tre due me­si. È scon­ta­ta co­me una pe­na de­ten­ti­va di bre­ve du­ra­ta (art. 791).

3Se egli com­met­te il cri­mi­ne o il de­lit­to nel ter­mi­ne di due an­ni dal gior­no in cui pre­stò la cau­zio­ne, que­sta è de­vo­lu­ta al­lo Sta­to. In ca­so di­ver­so gli è re­sti­tui­ta.


1 Que­sto art. è abro­ga­to (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 66a

1a. Espul­sio­ne.

a. Espul­sio­ne ob­bli­ga­to­ria

 

1Il giu­di­ce espel­le dal ter­ri­to­rio sviz­ze­ro per un tem­po da cin­que a quin­di­ci an­ni lo stra­nie­ro con­dan­na­to per uno dei se­guen­ti rea­ti, a pre­scin­de­re dall'en­ti­tà del­la pe­na in­flit­ta:

a.
omi­ci­dio in­ten­zio­na­le (art. 111), as­sas­si­nio (art. 112), omi­ci­dio pas­sio­na­le (art. 113), isti­ga­zio­ne e aiu­to al sui­ci­dio (art. 115), in­ter­ru­zio­ne pu­ni­bi­le del­la gra­vi­dan­za (art. 118 cpv. 1 e 2);
b.
le­sio­ni per­so­na­li gra­vi (art. 122), mu­ti­la­zio­ne di or­ga­ni ge­ni­ta­li fem­mi­ni­li (art. 124 cpv. 1), ab­ban­do­no (art. 127), espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo del­la vi­ta al­trui (art. 129), ag­gres­sio­ne (art. 134);
c.
ap­pro­pria­zio­ne in­de­bi­ta qua­li­fi­ca­ta (art. 138 n. 2), fur­to qua­li­fi­ca­to (art. 139 n. 2 e 3), ra­pi­na (art. 140), truf­fa per me­stie­re (art. 146 cpv. 2), abu­so per me­stie­re di un im­pian­to per l'ela­bo­ra­zio­ne di da­ti (art. 147 cpv. 2), abu­so per me­stie­re di car­te-chè­ques o di cre­di­to (art. 148 cpv. 2), estor­sio­ne qua­li­fi­ca­ta (art. 156 n. 2-4), usu­ra per me­stie­re (art. 157 n. 2), ri­cet­ta­zio­ne per me­stie­re (art. 160 n. 2);
d.
fur­to (art. 139) in com­bi­na­zio­ne con vio­la­zio­ne di do­mi­ci­lio (art. 186);
e.
truf­fa (art. 146 cpv. 1) a un'as­si­cu­ra­zio­ne so­cia­le o all'aiu­to so­cia­le, ot­te­ni­men­to il­le­ci­to di pre­sta­zio­ni di un'as­si­cu­ra­zio­ne so­cia­le o dell'aiu­to so­cia­le (art. 148a cpv. 1);
f.
truf­fa (art. 146 cpv. 1), truf­fa in ma­te­ria di pre­sta­zio­ni e di tas­se (art. 14 cpv. 1, 2 e 4 del­la LF del 22 mar. 19742 sul di­rit­to pe­na­le am­mi­ni­stra­ti­vo) o fro­de fi­sca­le, ap­pro­pria­zio­ne in­de­bi­ta d'im­po­ste al­la fon­te o un al­tro rea­to nell'am­bi­to dei tri­bu­ti di di­rit­to pub­bli­co per il qua­le è com­mi­na­ta una pe­na mas­si­ma di uno o più an­ni;
g.
ma­tri­mo­nio for­za­to, unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta for­za­ta (art. 181a), trat­ta di es­se­ri uma­ni (art. 182), se­que­stro di per­so­na e ra­pi­men­to (art. 183), se­que­stro di per­so­na e ra­pi­men­to qua­li­fi­ca­ti (art. 184), pre­sa d'ostag­gio (art. 185);
h.3
at­ti ses­sua­li con fan­ciul­li (art. 187 n. 1), coa­zio­ne ses­sua­le (art. 189), vio­len­za car­na­le (art. 190), at­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re (art. 191), pro­mo­vi­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne (art. 195), por­no­gra­fia (art. 197 cpv. 4 se­con­do pe­rio­do);
i.
in­cen­dio in­ten­zio­na­le (art. 221 cpv. 1 e 2), esplo­sio­ne in­ten­zio­na­le (art. 223 n. 1, pri­mo com­ma), uso de­lit­tuo­so di ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si (art. 224 cpv. 1), uso in­ten­zio­na­le sen­za fi­ne de­lit­tuo­so di ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si (art. 225 cpv. 1), fab­bri­ca­zio­ne, oc­cul­ta­men­to e tra­spor­to di ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si (art. 226), pe­ri­co­lo do­vu­to all'ener­gia nu­clea­re, al­la ra­dioat­ti­vi­tà e a rag­gi io­niz­zan­ti (art. 226bis), at­ti pre­pa­ra­to­ri pu­ni­bi­li (art. 226ter), inon­da­zio­ne, fra­na­men­to ca­gio­na­ti in­ten­zio­nal­men­te (art. 227 n. 1, pri­mo com­ma), dan­neg­gia­men­to in­ten­zio­na­le d'im­pian­ti elet­tri­ci, di ope­re idrau­li­che e di ope­re di pre­mu­ni­zio­ne (art. 228 n. 1, pri­mo com­ma);
j.
pe­ri­co­li cau­sa­ti in­ten­zio­nal­men­te da or­ga­ni­smi ge­ne­ti­ca­men­te mo­di­fi­ca­ti o pa­to­ge­ni (art. 230bis cpv. 1), pro­pa­ga­zio­ne in­ten­zio­na­le di ma­lat­tie dell'uo­mo (art. 231 n. 1), in­qui­na­men­to in­ten­zio­na­le di ac­que po­ta­bi­li (art. 234 cpv. 1);
k.
per­tur­ba­men­to qua­li­fi­ca­to del­la cir­co­la­zio­ne pub­bli­ca (art. 237 n. 1, se­con­do com­ma), per­tur­ba­men­to in­ten­zio­na­le del ser­vi­zio fer­ro­via­rio (art. 238 cpv. 1);
l.
at­ti pre­pa­ra­to­ri pu­ni­bi­li (art. 260bis cpv. 1 e 3), par­te­ci­pa­zio­ne o so­ste­gno a un'or­ga­niz­za­zio­ne cri­mi­na­le (art. 260ter), mes­sa in pe­ri­co­lo del­la si­cu­rez­za pub­bli­ca con ar­mi (art. 260qua­ter), fi­nan­zia­men­to del ter­ro­ri­smo (art. 260quin­quies);
m.
ge­no­ci­dio (art. 264), cri­mi­ni con­tro l'uma­ni­tà (art. 264a), gra­vi vio­la­zio­ni del­le Con­ven­zio­ni di Gi­ne­vra del 12 ago­sto 19494 (art. 264c), al­tri cri­mi­ni di guer­ra (art. 264d-264h);
n.
in­fra­zio­ne in­ten­zio­na­le all'ar­ti­co­lo 116 ca­po­ver­so 3 o 118 ca­po­ver­so 3 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 16 di­cem­bre 20055 su­gli stra­nie­ri;
o.
in­fra­zio­ne all'ar­ti­co­lo 19 ca­po­ver­so 2 o 20 ca­po­ver­so 2 del­la leg­ge del 3 ot­to­bre 19516 su­gli stu­pe­fa­cen­ti (LStup).

2Il giu­di­ce può ri­nun­cia­re ec­ce­zio­nal­men­te a pro­nun­cia­re l'espul­sio­ne se que­sta co­sti­tui­reb­be per lo stra­nie­ro un gra­ve ca­so di ri­go­re per­so­na­le e l'in­te­res­se pub­bli­co all'espul­sio­ne non pre­va­le sull'in­te­res­se pri­va­to del­lo stra­nie­ro a ri­ma­ne­re in Sviz­ze­ra. Tie­ne in ogni mo­do con­to del­la si­tua­zio­ne par­ti­co­la­re del­lo stra­nie­ro na­to o cre­sciu­to in Sviz­ze­ra.

3Il giu­di­ce può inol­tre ri­nun­cia­re a pro­nun­cia­re l'espul­sio­ne se il fat­to è sta­to com­mes­so per le­git­ti­ma di­fe­sa di­scol­pan­te (art. 16 cpv. 1) o in sta­to di ne­ces­si­tà di­scol­pan­te (art. 18 cpv. 1).


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).
2 RS313.0
3 Cor­re­zio­ne del­la CdR dell'AF del 28 nov. 2017, pub­bli­ca­ta il 12 dic. 2017, con­cer­ne sol­tan­to il te­sto fran­ce­se (RU 2017 7257).
4 RS 0.518.12, 0.518.23, 0.518.42, 0.518.51
5 RS 142.20
6 RS 812.121

Art. 66abis

b. Espul­sio­ne non ob­bli­ga­to­ria

 

Il giu­di­ce può espel­le­re dal ter­ri­to­rio sviz­ze­ro per un tem­po da tre a quin­di­ci an­ni lo stra­nie­ro con­dan­na­to a una pe­na o nei con­fron­ti del qua­le è pro­nun­cia­ta una mi­su­ra ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 59-61 o 64 per un cri­mi­ne o un de­lit­to non pre­vi­sto nell'ar­ti­co­lo 66a.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

Art. 66b

c. Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni.

Re­ci­di­va

 

1Se com­met­te un nuo­vo rea­to che adem­pie le con­di­zio­ni dell'espul­sio­ne se­con­do l'ar­ti­co­lo 66a, la per­so­na nei con­fron­ti del­la qua­le è già sta­ta or­di­na­ta l'espul­sio­ne è con­dan­na­ta a una nuo­va espul­sio­ne del­la du­ra­ta di ven­ti an­ni.

2L'espul­sio­ne può es­se­re pro­nun­cia­ta a vi­ta se il con­dan­na­to com­met­te il nuo­vo rea­to men­tre ha an­co­ra ef­fet­to l'espul­sio­ne per il rea­to pre­ce­den­te.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

Art. 66c

d. Mo­men­to dell'ese­cu­zio­ne

 

1L'espul­sio­ne ha ef­fet­to dal pas­sag­gio in giu­di­ca­to del­la sen­ten­za.

2Pri­ma dell'espul­sio­ne de­vo­no es­se­re ese­gui­te le pe­ne o par­ti di pe­na sen­za con­di­zio­na­le e le mi­su­re pri­va­ti­ve del­la li­ber­tà.

3L'espul­sio­ne è ese­gui­ta ap­pe­na il con­dan­na­to sia li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te o de­fi­ni­ti­va­men­te dall'ese­cu­zio­ne del­la pe­na o del­la mi­su­ra op­pu­re ap­pe­na la mi­su­ra pri­va­ti­va del­la li­ber­tà sia sop­pres­sa, se non de­ve es­se­re ese­gui­ta una pe­na re­si­dua o se non è or­di­na­ta un'al­tra mi­su­ra pri­va­ti­va del­la li­ber­tà.

4Se la per­so­na nei con­fron­ti del­la qua­le è sta­ta or­di­na­ta l'espul­sio­ne è tra­sfe­ri­ta nel suo Pae­se d'ori­gi­ne per l'ese­cu­zio­ne del­la pe­na o del­la mi­su­ra, l'espul­sio­ne è con­si­de­ra­ta ese­gui­ta al mo­men­to del tra­sfe­ri­men­to.

5La du­ra­ta dell'espul­sio­ne de­cor­re dal gior­no in cui il con­dan­na­to ha la­scia­to la Sviz­ze­ra.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

Art. 66d

e. So­spen­sio­ne dell'ese­cu­zio­ne dell'espul­sio­ne ob­bli­ga­to­ria

 

1L'ese­cu­zio­ne dell'espul­sio­ne ob­bli­ga­to­ria di cui all'ar­ti­co­lo 66a può es­se­re so­spe­sa sol­tan­to se:2

a.
l'in­te­res­sa­to è un ri­fu­gia­to ri­co­no­sciu­to dal­la Sviz­ze­ra che, in se­gui­to all'espul­sio­ne, sa­reb­be mi­nac­cia­to nel­la vi­ta o nel­la li­ber­tà a mo­ti­vo del­la sua raz­za, del­la sua re­li­gio­ne, del­la sua cit­ta­di­nan­za, del­la sua ap­par­te­nen­za a un de­ter­mi­na­to grup­po so­cia­le o del­le sue opi­nio­ni po­li­ti­che; fan­no ec­ce­zio­ne i ri­fu­gia­ti che, con­for­me­men­te all'ar­ti­co­lo 5 ca­po­ver­so 2 del­la leg­ge del 26 giu­gno 19983 sull'asi­lo, non pos­so­no far va­le­re il di­vie­to di re­spin­gi­men­to;
b.
al­tre nor­me im­pe­ra­ti­ve del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le vi si op­pon­go­no.

2Nel pren­de­re la sua de­ci­sio­ne, l'au­to­ri­tà can­to­na­le com­pe­ten­te pre­su­me che l'espul­sio­ne ver­so uno Sta­to che il Con­si­glio fe­de­ra­le ha de­si­gna­to co­me si­cu­ro ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 6a ca­po­ver­so 2 del­la leg­ge del 26 giu­gno 1998 sull'asi­lo non vio­la l'ar­ti­co­lo 25 ca­po­ver­si 2 e 3 del­la Co­sti­tu­zio­ne fe­de­ra­le.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).
2 La cor­re­zio­ne del­la CdR dell'AF del 21 giu. 2017, pub­bli­ca­ta l'11 lug. 2017 con­cer­ne so­la­men­te il te­sto fran­ce­se (RU 2017 3695).
3 RS142.31

Art. 67

2. In­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te.

a. In­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà, con­di­zio­ni

 

1Se al­cu­no, nell'eser­ci­zio di unʼat­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta, ha com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to per il qua­le è sta­to con­dan­na­to a una pe­na de­ten­ti­va su­pe­rio­re a sei me­si e sus­si­ste il ri­schio che abu­si del­la sua at­ti­vi­tà per com­met­te­re al­tri cri­mi­ni o de­lit­ti, il giu­di­ce può in­ter­dir­gli in tut­to o in par­te lʼe­ser­ci­zio di ta­le at­ti­vi­tà o di al­tre at­ti­vi­tà ana­lo­ghe per un tem­po da sei me­si a cin­que an­ni.2

2Se al­cu­no ha com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to con­tro un mi­no­ren­ne o con­tro unʼal­tra per­so­na par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­le e sus­si­ste il ri­schio che com­met­ta al­tri rea­ti ana­lo­ghi nel­lʼe­ser­ci­zio di unʼat­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta im­pli­can­te un con­tat­to re­go­la­re con mi­no­ren­ni o con al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li, il giu­di­ce può in­ter­dir­gli lʼe­ser­ci­zio di ta­le at­ti­vi­tà per un tem­po da uno a die­ci an­ni.

2bisIl giu­di­ce può pro­nun­cia­re l'in­ter­di­zio­ne di cui al ca­po­ver­so 2 a vi­ta, se vi è da at­ten­der­si che una du­ra­ta di die­ci an­ni non sia suf­fi­cien­te a ga­ran­ti­re che l'au­to­re non co­sti­tui­sca più un pe­ri­co­lo. Su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne, il giu­di­ce può pro­ro­ga­re di vol­ta in vol­ta di cin­que an­ni al mas­si­mo l'in­ter­di­zio­ne di du­ra­ta de­ter­mi­na­ta di cui al ca­po­ver­so 2, se è ne­ces­sa­rio per trat­te­ne­re l'au­to­re dal com­met­te­re nuo­vi cri­mi­ni o de­lit­ti ana­lo­ghi a quel­li che han­no de­ter­mi­na­to l'in­ter­di­zio­ne.3

3Se ad al­cu­no è sta­ta in­flit­ta una pe­na o una del­le mi­su­re di cui agli ar­ti­co­li 59-61, 63 o 64 per aver com­mes­so uno dei rea­ti se­guen­ti, il giu­di­ce gli in­ter­di­ce a vi­ta l'eser­ci­zio di qual­sia­si at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta im­pli­can­te un con­tat­to re­go­la­re con mi­no­ren­ni:

a.
trat­ta di es­se­ri uma­ni (art. 182), se il rea­to è sta­to com­mes­so a sco­po di sfrut­ta­men­to ses­sua­le e la vit­ti­ma è mi­no­ren­ne;
b.
at­ti ses­sua­li con fan­ciul­li (art. 187), at­ti ses­sua­li con per­so­ne di­pen­den­ti (art. 188) o at­ti ses­sua­li con mi­no­ren­ni con­tro ri­mu­ne­ra­zio­ne (art. 196);
c.
coa­zio­ne ses­sua­le (art. 189), vio­len­za car­na­le (art. 190), at­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re (art. 191), at­ti ses­sua­li con per­so­ne ri­co­ve­ra­te, de­te­nu­te od im­pu­ta­te (art. 192), sfrut­ta­men­to del­lo sta­to di bi­so­gno (art. 193), esi­bi­zio­ni­smo (art. 194), pro­mo­vi­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne (art. 195) o mo­le­stie ses­sua­li (art. 198), se la vit­ti­ma è mi­no­ren­ne;
d.
por­no­gra­fia (art. 197):
1.
se­con­do l'ar­ti­co­lo 197 ca­po­ver­so 1 o 3,
2.
se­con­do l'ar­ti­co­lo 197 ca­po­ver­so 4 o 5, se gli og­get­ti o le rap­pre­sen­ta­zio­ni ver­to­no su at­ti ses­sua­li con mi­no­ren­ni.4

4Se ad al­cu­no è sta­ta in­flit­ta una pe­na o una del­le mi­su­re di cui agli ar­ti­co­li 59-61, 63 o 64 per aver com­mes­so uno dei rea­ti se­guen­ti, il giu­di­ce gli in­ter­di­ce a vi­ta l'eser­ci­zio di qual­sia­si at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta im­pli­can­te un con­tat­to re­go­la­re con mag­gio­ren­ni par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li non­ché l'eser­ci­zio di qual­sia­si at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta nel set­to­re sa­ni­ta­rio im­pli­can­te un con­tat­to di­ret­to con i pa­zien­ti:

a.
trat­ta di es­se­ri uma­ni (art. 182) a sco­po di sfrut­ta­men­to ses-sua­le, coa­zio­ne ses­sua­le (art. 189), vio­len­za car­na­le (art. 190), at­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re (art. 191), at­ti ses­sua­li con per­so­ne ri­co­ve­ra­te, de­te­nu­te od im­pu­ta­te (art. 192), sfrut­ta­men­to del­lo sta­to di bi­so­gno (art. 193), esi­bi­zio­ni­smo (art. 194), pro­mo­vi­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne (art. 195) o mo­le­stie ses­sua­li (art. 198), se la vit­ti­ma è:
1.
un mag­gio­ren­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­le,
2.
un mag­gio­ren­ne non par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­le, ma inet­to a re­si­ste­re, in­ca­pa­ce di di­scer­ni­men­to o non in gra­do di op­por­re re­si­sten­za a cau­sa di una di­pen­den­za fi­si­ca o psi­chi­ca;
b.
por­no­gra­fia (art. 197 cpv. 2 pri­mo per., 4 o 5), se gli og­get­ti o le rap­pre­sen­ta­zio­ni ver­to­no su:
1.
at­ti ses­sua­li con mag­gio­ren­ni par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li,
2.
at­ti ses­sua­li con mag­gio­ren­ni non par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li, ma inet­ti a re­si­ste­re, in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o non in gra­do di op­por­re re­si­sten­za a cau­sa di una di­pen­den­za fi­si­ca o psi­chi­ca.5

4bisNei ca­si di esi­gua gra­vi­tà, il giu­di­ce può, a ti­to­lo ec­ce­zio­na­le, pre­scin­de­re dal­la pro­nun­cia di un'in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un'at­ti­vi­tà se­con­do il ca­po­ver­so 3 o 4, se non ap­pa­re ne­ces­sa­ria per trat­te­ne­re l'au­to­re dal com­met­te­re nuo­vi rea­ti ana­lo­ghi a quel­li che han­no de­ter­mi­na­to l'in­ter­di­zio­ne. Il giu­di­ce non può tut­ta­via pre­scin­de­re dal­la pro­nun­cia di un'in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un'at­ti­vi­tà:

a.
in ca­so di trat­ta di es­se­ri uma­ni (art. 182), coa­zio­ne ses­sua­le (art. 189), vio­len­za ses­sua­le (art. 190), at­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re (art. 191) o pro­mo­vi­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne (art. 195); op­pu­re
b.
se l'au­to­re è con­si­de­ra­to pe­do­fi­lo se­con­do i cri­te­ri di clas­si­fi­ca­zio­ne in­ter­na­zio­nal­men­te ri­co­no­sciu­ti.6

5Se all'au­to­re è in­flit­ta nel me­de­si­mo pro­ce­di­men­to una pe­na o mi­su­ra per aver com­mes­so più rea­ti, il giu­di­ce sta­bi­li­sce qua­le par­te del­la pe­na o qua­le mi­su­ra è in­flit­ta per un rea­to pas­si­bi­le del­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà. Ta­le par­te del­la pe­na, la mi­su­ra e il rea­to so­no de­ter­mi­nan­ti per sta­bi­li­re se pro­nun­cia­re un'in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un'at­ti­vi­tà se­con­do il ca­po­ver­so 1, 2, 2bis, 3 o 4. Le par­ti di pe­na in­flit­te per più rea­ti pas­si­bi­li di in­ter­di­zio­ne so­no ad­di­zio­na­te. È pos­si­bi­le pro­nun­cia­re più in­ter­di­zio­ni di eser­ci­ta­re un'at­ti­vi­tà.7

6Il giu­di­ce può or­di­na­re un'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va per la du­ra­ta dell'in­ter­di­zio­ne.8

7...9


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
3 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
4 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
5 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
6 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
7 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
8 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
9 Abro­ga­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), con ef­fet­to dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

Art. 67a

Con­te­nu­to e por­ta­ta

 

1So­no con­si­de­ra­te at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­li ai sen­si del­lʼar­ti­co­lo 67 le at­ti­vi­tà svol­te nel­lʼe­ser­ci­zio, a ti­to­lo prin­ci­pa­le o ac­ces­so­rio, di una pro­fes­sio­ne, di unʼin­du­stria o di un com­mer­cio. So­no con­si­de­ra­te at­ti­vi­tà ex­tra­pro­fes­sio­na­li or­ga­niz­za­te le at­ti­vi­tà svol­te sen­za sco­po di lu­cro o sen­za pre­va­len­te sco­po di lu­cro nel­lʼam­bi­to di unʼas­so­cia­zio­ne o di unʼal­tra or­ga­niz­za­zio­ne.

2Lʼin­ter­di­zio­ne ai sen­si del­lʼar­ti­co­lo 67 vie­ta al­lʼau­to­re di eser­ci­ta­re at­ti­vi­tà a ti­to­lo in­di­pen­den­te o in ve­ste di or­ga­no di una per­so­na giu­ri­di­ca o di una so­cie­tà com­mer­cia­le, non­ché di man­da­ta­rio o rap­pre­sen­tan­te di ter­zi, co­me pu­re di far­le eser­ci­ta­re da una per­so­na sot­to­po­sta al­le sue istru­zio­ni.

3Se sus­si­ste il ri­schio che lʼau­to­re abu­si del­la sua at­ti­vi­tà per com­met­te­re rea­ti an­che se sot­to­po­sto al­le istru­zio­ni e al con­trol­lo di un su­pe­rio­re o di un sor­ve­glian­te, lʼin­ter­di­zio­ne ver­te sul­la to­ta­li­tà del­lʼat­ti­vi­tà con­si­de­ra­ta.

4Le in­ter­di­zio­ni di cui al­lʼar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­si 3 e 4 ver­to­no sem­pre sul­la to­ta­li­tà del­lʼat­ti­vi­tà con­si­de­ra­ta.

5So­no con­si­de­ra­te at­ti­vi­tà im­pli­can­ti un con­tat­to re­go­la­re con mi­no­ren­ni o al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li:

a.
le at­ti­vi­tà eser­ci­ta­te spe­ci­fi­ca­men­te a con­tat­to di­ret­to con mi­no­ren­ni o al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li, se­gna­ta­men­te:
1.
l'in­se­gna­men­to,
2.
l'edu­ca­zio­ne e la con­su­len­za,
3.
l'as­si­sten­za e la sor­ve­glian­za,
4.
la cu­ra,
5.
gli esa­mi e i trat­ta­men­ti di na­tu­ra fi­si­ca,
6.
gli esa­mi e i trat­ta­men­ti di na­tu­ra psi­co­lo­gi­ca,
7.
la ri­sto­ra­zio­ne,
8.
il tra­spor­to,
9.
la ven­di­ta e il pre­sti­to di­ret­ti di og­get­ti de­sti­na­ti spe­ci­fi­ca­men­te ai mi­no­ren­ni o ad al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li, non­ché l'at­ti­vi­tà di in­ter­me­dia­rio di­ret­to in ta­le ven­di­ta o pre­sti­to, se es­sa rap­pre­sen­ta l'at­ti­vi­tà prin­ci­pa­le del­la per­so­na in que­stio­ne;
b.
al­tre at­ti­vi­tà, eser­ci­ta­te so­prat­tut­to o re­go­lar­men­te in isti­tu­ti che of­fro­no ser­vi­zi di cui al­la let­te­ra a; so­no ec­cet­tua­te le at­ti­vi­tà per le qua­li è cer­to che, a cau­sa del­la lo­ro ubi­ca­zio­ne o del lo­ro ora­rio, non pos­so­no im­pli­ca­re al­cun con­tat­to con mi­no­ren­ni o al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li.2

6So­no con­si­de­ra­te par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li le per­so­ne che, a cau­sa dell'età, di una ma­lat­tia o di una de­fi­cien­za fi­si­ca, men­ta­le o psi­chi­ca di lun­ga du­ra­ta, di­pen­do­no dall'aiu­to di ter­zi nel­le at­ti­vi­tà del­la vi­ta quo­ti­dia­na o nel­la de­ter­mi­na­zio­ne del­la lo­ro esi­sten­za.3


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).
2 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
3 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

Art. 67b

b. Di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te

 

1Se al­cu­no ha com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to con­tro una o più per­so­ne de­ter­mi­na­te o con­tro i mem­bri di un grup­po de­ter­mi­na­to e sus­si­ste il ri­schio che com­met­ta al­tri cri­mi­ni o de­lit­ti nel ca­so in cui ab­bia con­tat­ti con ta­li per­so­ne, il giu­di­ce può pro­nun­cia­re nei suoi con­fron­ti un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te per un tem­po di cin­que an­ni al mas­si­mo.

2Pro­nun­cian­do il di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te il giu­di­ce può vie­ta­re al­lʼau­to­re di:

a.
met­ter­si in con­tat­to, di­ret­ta­men­te o tra­mi­te ter­zi, con una o più per­so­ne de­ter­mi­na­te o con i mem­bri di un grup­po de­ter­mi­na­to, in par­ti­co­la­re per te­le­fo­no, per scrit­to o per via elet­tro­ni­ca, im­pie­gar­le, al­log­giar­le, for­mar­le, sor­ve­gliar­le, cu­rar­le o fre­quen­tar­le in al­tro mo­do;
b.
av­vi­ci­nar­si a una de­ter­mi­na­ta per­so­na o ac­ce­de­re a un pe­ri­me­tro de­ter­mi­na­to at­tor­no al­la sua abi­ta­zio­ne;
c.
trat­te­ner­si in de­ter­mi­na­ti luo­ghi, in par­ti­co­la­re vie, piaz­ze o quar­tie­ri.

3Per ese­gui­re il di­vie­to, lʼau­to­ri­tà com­pe­ten­te può im­pie­ga­re ap­pa­rec­chi tec­ni­ci fis­sa­ti sul­lʼau­to­re. Ta­li ap­pa­rec­chi pos­so­no ser­vi­re in par­ti­co­la­re a lo­ca­liz­za­re lʼau­to­re.

4Il giu­di­ce può or­di­na­re unʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va per la du­ra­ta del di­vie­to.

5Se ne­ces­sa­rio per trat­te­ne­re lʼau­to­re dal com­met­te­re nuo­vi cri­mi­ni o de­lit­ti con­tro un mi­no­ren­ne o una per­so­na par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­le, su pro­po­sta del­lʼau­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne il giu­di­ce può pro­ro­ga­re il di­vie­to di vol­ta in vol­ta per cin­que an­ni al mas­si­mo.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Art. 67c

c. Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni.

Ese­cu­zio­ne del­lʼin­ter­di­zio­ne o del di­vie­to

 

1Lʼin­ter­di­zio­ne o il di­vie­to ha ef­fet­to dal gior­no in cui la sen­ten­za pas­sa in giu­di­ca­to.

2La du­ra­ta del­lʼe­se­cu­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va o di una mi­su­ra pri­va­ti­va del­la li­ber­tà (art. 59-61 e 64) non è com­pu­ta­ta nel­la du­ra­ta del­lʼin­ter­di­zio­ne o del di­vie­to.

3Se lʼau­to­re non ha su­pe­ra­to il pe­rio­do di pro­va, con con­se­guen­te re­vo­ca del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le del­la pe­na de­ten­ti­va ov­ve­ro ri­pri­sti­no di una pe­na o di una mi­su­ra, la du­ra­ta del­lʼin­ter­di­zio­ne o del di­vie­to si con­ta sol­tan­to dal gior­no del­la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le o de­fi­ni­ti­va ov­ve­ro da quel­lo in cui la san­zio­ne è sta­ta sop­pres­sa o con­do­na­ta.

4Se lʼau­to­re ha su­pe­ra­to con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va, lʼau­to­ri­tà com­pe­ten­te de­ci­de se lʼin­ter­di­zio­ne di cui al­lʼar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 1 o il di­vie­to di cui al­lʼar­ti­co­lo 67b deb­ba­no es­se­re at­te­nua­ti quan­to a du­ra­ta e con­te­nu­to op­pu­re sop­pres­si.

5Lʼau­to­re può chie­de­re al­lʼau­to­ri­tà com­pe­ten­te di ri­dur­re la du­ra­ta o at­te­nua­re il con­te­nu­to di unʼin­ter­di­zio­ne o di un di­vie­to op­pu­re di sop­pri­mer­li:

a.
do­po al­me­no due an­ni di ese­cu­zio­ne, nel ca­so di unʼin­ter­di­zio­ne di cui al­lʼar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 1 o di un di­vie­to di cui al­lʼar­ti­co­lo 67b;
b.
tra­scor­sa la me­tà del­la du­ra­ta del­lʼin­ter­di­zio­ne, ma do­po al­me­no tre an­ni di ese­cu­zio­ne, nel ca­so di unʼin­ter­di­zio­ne di du­ra­ta de­ter­mi­na­ta di cui al­lʼar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 2;
c.2
...
d.3
do­po al­me­no die­ci an­ni di ese­cu­zio­ne, nel ca­so di un'in­ter­di­zio­ne a vi­ta di cui all'ar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 2bis.

6Nei ca­si di cui al ca­po­ver­so 4 o 5, lʼau­to­ri­tà com­pe­ten­te sop­pri­me lʼin­ter­di­zio­ne o il di­vie­to se non vi è da te­me­re che lʼau­to­re com­met­ta al­tri cri­mi­ni o de­lit­ti nel­lʼe­ser­ci­zio del­lʼat­ti­vi­tà in que­stio­ne o nel ca­so in cui ab­bia con­tat­ti con de­ter­mi­na­te per­so­ne o con i mem­bri di un grup­po de­ter­mi­na­to e se lʼau­to­re ha, per quan­to si po­tes­se ra­gio­ne­vol­men­te pre­ten­de­re, ri­sar­ci­to il dan­no da lui cau­sa­to.

6bisLe in­ter­di­zio­ni pro­nun­cia­te se­con­do l'ar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 3 o 4 non pos­so­no es­se­re sop­pres­se.4

7Se il con­dan­na­to di­sat­ten­de unʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te o si sot­trae al­lʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va con­nes­sa o se ta­le as­si­sten­za si ri­ve­la inat­tua­bi­le o non più ne­ces­sa­ria, lʼau­to­ri­tà com­pe­ten­te ne ri­fe­ri­sce al giu­di­ce o al­le au­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne. Il giu­di­ce o lʼau­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne può por­re fi­ne al­lʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­spor­ne una nuo­va.

7bisL'au­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne può or­di­na­re l'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va per l'in­te­ra du­ra­ta dell'in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un'at­ti­vi­tà o del di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te.5

8Se il con­dan­na­to si sot­trae al­lʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va du­ran­te un pe­rio­do di pro­va, è ap­pli­ca­bi­le lʼar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­si 4 e 5.

9Se, du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, il con­dan­na­to di­sat­ten­de un'in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un'at­ti­vi­tà o un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, so­no ap­pli­ca­bi­li l'ar­ti­co­lo 294 e le di­spo­si­zio­ni sul­la re­vo­ca del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le del­la pe­na, non­ché sul ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne del­la pe­na o del­la mi­su­ra.6


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).
2 Abro­ga­ta dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), con ef­fet­to dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
4 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
5 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
6 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 67d

Mo­di­fi­ca o pro­nun­cia a po­ste­rio­ri di unʼin­ter­di­zio­ne o di un di­vie­to

 

1Se du­ran­te lʼe­se­cu­zio­ne di unʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o di un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te si con­sta­ta che lʼau­to­re adem­pie le con­di­zio­ni per unʼe­sten­sio­ne del­lʼin­ter­di­zio­ne o del di­vie­to o per unʼin­ter­di­zio­ne o un di­vie­to ag­giun­ti­vi, il giu­di­ce può or­di­nar­li a po­ste­rio­ri su pro­po­sta del­lʼau­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne.

2Se du­ran­te lʼe­se­cu­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va o di una mi­su­ra pri­va­ti­va del­la li­ber­tà si con­sta­ta che lʼau­to­re adem­pie le con­di­zio­ni per unʼin­ter­di­zio­ne di cui al­lʼar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 1 o 2 op­pu­re per un di­vie­to di cui al­lʼar­ti­co­lo 67b, il giu­di­ce può or­di­nar­li a po­ste­rio­ri su pro­po­sta del­lʼau­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Art. 67e

3. Di­vie­to di con­dur­re

 

Se l'au­to­re ha uti­liz­za­to un vei­co­lo a mo­to­re per com­met­te­re un cri­mi­ne o un de­lit­to e sus­si­ste il ri­schio di un ul­te­rio­re abu­so, il giu­di­ce può or­di­na­re con­giun­ta­men­te a una pe­na o a una mi­su­ra se­con­do gli ar­ti­co­li 59-64 il ri­ti­ro del­la li­cen­za di al­lie­vo con­du­cen­te o del­la li­cen­za di con­dur­re per una du­ra­ta da un me­se a cin­que an­ni.


1 Ori­gi­na­rio art. 67b.

Art. 67f


1 Pri­vo d'og­get­to giu­sta il n. IV 1 del­la del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

 

Art. 68

4. Pub­bli­ca­zio­ne del­la sen­ten­za

 

1Se l'in­te­res­se pub­bli­co o l'in­te­res­se del­la per­so­na le­sa o dell'aven­te di­rit­to di que­re­la lo ri­chie­de, il giu­di­ce or­di­na che la sen­ten­za di con­dan­na sia re­sa pub­bli­ca a spe­se del con­dan­na­to.

2Se l'in­te­res­se pub­bli­co o l'in­te­res­se del­la per­so­na as­sol­ta o sca­gio­na­ta lo ri­chie­de, il giu­di­ce or­di­na che la sen­ten­za di as­so­lu­zio­ne o la de­ci­sio­ne di ab­ban­do­no del pro­ce­di­men­to sia re­sa pub­bli­ca a spe­se del­lo Sta­to o del de­nun­cian­te.

3La pub­bli­ca­zio­ne nell'in­te­res­se del­la per­so­na le­sa, dell'aven­te di­rit­to di que­re­la o del­la per­so­na as­sol­ta o sca­gio­na­ta av­vie­ne sol­tan­to a lo­ro ri­chie­sta.

4Il giu­di­ce fis­sa le mo­da­li­tà e l'esten­sio­ne del­la pub­bli­ca­zio­ne.

Art. 69

5. Con­fi­sca

a. Con­fi­sca di og­get­ti pe­ri­co­lo­si

 

1Il giu­di­ce, in­di­pen­den­te­men­te dal­la pu­ni­bi­li­tà di una da­ta per­so­na, or­di­na la con­fi­sca de­gli og­get­ti che han­no ser­vi­to o era­no de­sti­na­ti a com­met­te­re un rea­to o che co­sti­tui­sco­no il pro­dot­to di un rea­to se ta­li og­get­ti com­pro­met­to­no la si­cu­rez­za del­le per­so­ne, la mo­ra­li­tà o l'or­di­ne pub­bli­co.

2Il giu­di­ce può or­di­na­re che gli og­get­ti con­fi­sca­ti sia­no re­si in­ser­vi­bi­li o di­strut­ti.

Art. 70

b. Con­fi­sca di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li.

Prin­ci­pi

 

1Il giu­di­ce or­di­na la con­fi­sca dei va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li che co­sti­tui­sco­no il pro­dot­to di un rea­to o era­no de­sti­na­ti a de­ter­mi­na­re o a ri­com­pen­sa­re l'au­to­re di un rea­to, a me­no che deb­ba­no es­se­re re­sti­tui­ti al­la per­so­na le­sa al­lo sco­po di ri­pri­sti­na­re la si­tua­zio­ne le­ga­le.

2La con­fi­sca non può es­se­re or­di­na­ta se un ter­zo ha ac­qui­si­to i va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li igno­ran­do i fat­ti che l'avreb­be­ro giu­sti­fi­ca­ta, nel­la mi­su­ra in cui ab­bia for­ni­to una con­tro­pre­sta­zio­ne ade­gua­ta o la con­fi­sca co­sti­tui­sca nei suoi con­fron­ti una mi­su­ra ec­ces­si­va­men­te se­ve­ra.

3Il di­rit­to di or­di­na­re la con­fi­sca si pre­scri­ve in set­te an­ni; se il per­se­gui­men­to del rea­to sog­gia­ce a una pre­scri­zio­ne più lun­ga, que­sta si ap­pli­ca an­che al­la con­fi­sca.

4La con­fi­sca è pub­bli­ca­ta uf­fi­cial­men­te. Le pre­te­se del­la per­so­na le­sa o di ter­zi si estin­guo­no cin­que an­ni do­po la pub­bli­ca­zio­ne uf­fi­cia­le del­la con­fi­sca.

5Se l'im­por­to dei va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li sot­to­stan­ti a con­fi­sca non può es­se­re de­ter­mi­na­to o può es­ser­lo sol­tan­to con spe­se spro­por­zio­na­te, il giu­di­ce può pro­ce­de­re a una sti­ma.

Art. 71

Ri­sar­ci­men­ti

 

1Se i va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li sot­to­stan­ti al­la con­fi­sca non so­no più re­pe­ri­bi­li, il giu­di­ce or­di­na in fa­vo­re del­lo Sta­to un ri­sar­ci­men­to equi­va­len­te; nei con­fron­ti di ter­zi, tut­ta­via, il ri­sar­ci­men­to può es­se­re or­di­na­to sol­tan­to per quan­to non sia esclu­so giu­sta l'ar­ti­co­lo 70 ca­po­ver­so 2.

2Il giu­di­ce può pre­scin­de­re in tut­to o in par­te dal ri­sar­ci­men­to che ri­sul­ti pre­su­mi­bil­men­te ine­si­gi­bi­le o im­pe­di­sca se­ria­men­te il rein­se­ri­men­to so­cia­le dell'in­te­res­sa­to.

3In vi­sta dell'ese­cu­zio­ne del ri­sar­ci­men­to, l'au­to­ri­tà in­qui­ren­te può sot­to­por­re a se­que­stro va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li dell'in­te­res­sa­to. Il se­que­stro non fon­da al­cu­na pre­te­sa pri­vi­le­gia­ta in fa­vo­re del­lo Sta­to nell'am­bi­to dell'ese­cu­zio­ne for­za­ta.

Art. 72

Con­fi­sca di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li di una or­ga­niz­za­zio­ne cri­mi­na­le

 

Il giu­di­ce or­di­na la con­fi­sca di tut­ti i va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li di cui un'or­ga­niz­za­zio­ne cri­mi­na­le ha fa­col­tà di di­spor­re. I va­lo­ri ap­par­te­nen­ti a una per­so­na che ab­bia par­te­ci­pa­to o so­ste­nu­to un'or­ga­niz­za­zio­ne cri­mi­na­le (art. 260ter) so­no pre­sun­ti sot­to­po­sti, fi­no a pro­va del con­tra­rio, al­la fa­col­tà di di­spor­re dell'or­ga­niz­za­zio­ne.

Art. 73

6. As­se­gna­men­ti al dan­neg­gia­to

 

1Se, in se­gui­to a un cri­mi­ne o a un de­lit­to, al­cu­no pa­ti­sce un dan­no non co­per­to da un'as­si­cu­ra­zio­ne e si de­ve pre­su­me­re che il dan­no o il tor­to mo­ra­le non sa­ran­no ri­sar­ci­ti dall'au­to­re, il giu­di­ce as­se­gna al dan­neg­gia­to, a sua ri­chie­sta, fi­no all'im­por­to del ri­sar­ci­men­to o dell'in­den­ni­tà per tor­to mo­ra­le sta­bi­li­ti giu­di­zial­men­te o me­dian­te tran­sa­zio­ne:

a.
la pe­na pe­cu­nia­ria o la mul­ta pa­ga­ta dal con­dan­na­to;
b.
gli og­get­ti e i be­ni con­fi­sca­ti o il ri­ca­vo del­la lo­ro rea­liz­za­zio­ne, de­dot­te le spe­se;
c.
le pre­te­se di ri­sar­ci­men­to;
d.
l'im­por­to del­la cau­zio­ne pre­ven­ti­va pre­sta­ta.

2Il giu­di­ce può tut­ta­via or­di­na­re que­sti as­se­gna­men­ti sol­tan­to se il dan­neg­gia­to ce­de al­lo Sta­to la re­la­ti­va quo­ta del suo cre­di­to.

3I Can­to­ni pre­ve­do­no una pro­ce­du­ra sem­pli­ce e ra­pi­da per il ca­so in cui gli as­se­gna­men­ti non fos­se­ro pos­si­bi­li già nel­la sen­ten­za pe­na­le.

Titolo quarto: Dell'esecuzione delle pene detentive e delle misure privative della libertà

Art. 74

1. Prin­ci­pi dell'ese­cu­zio­ne

 

La di­gni­tà uma­na del de­te­nu­to o col­lo­ca­to dev'es­se­re ri­spet­ta­ta. I di­rit­ti di co­stui pos­so­no es­se­re li­mi­ta­ti sol­tan­to nel­la mi­su­ra in cui la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà e la con­vi­ven­za nell'isti­tu­zio­ne d'ese­cu­zio­ne lo ri­chie­da­no.

Art. 75

2. Ese­cu­zio­ne del­le pe­ne de­ten­ti­ve.

Prin­ci­pi

 

1L'ese­cu­zio­ne del­la pe­na de­ve pro­muo­ve­re il com­por­ta­men­to so­cia­le del de­te­nu­to, in par­ti­co­la­re la sua ca­pa­ci­tà a vi­ve­re esen­te da pe­na. Es­sa de­ve cor­ri­spon­de­re per quan­to pos­si­bi­le al­le con­di­zio­ni ge­ne­ra­li di vi­ta, ga­ran­ti­re as­si­sten­za al de­te­nu­to, ov­via­re al­le con­se­guen­ze no­ci­ve del­la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà e te­ne­re con­to ade­gua­ta­men­te del­la pro­te­zio­ne del­la col­let­ti­vi­tà, del per­so­na­le in­ca­ri­ca­to dell'ese­cu­zio­ne e de­gli al­tri de­te­nu­ti.

21

3Il re­go­la­men­to del pe­ni­ten­zia­rio pre­ve­de l'al­le­sti­men­to di un pia­no di ese­cu­zio­ne con il de­te­nu­to. Il pia­no con­tie­ne in par­ti­co­la­re in­di­ca­zio­ni su­gli aiu­ti of­fer­ti, sul­le pos­si­bi­li­tà di la­vo­ro, di for­ma­zio­ne e for­ma­zio­ne con­ti­nua2, sul­la ri­pa­ra­zio­ne del dan­no, sul­le re­la­zio­ni con il mon­do ester­no e sul­la pre­pa­ra­zio­ne al­la vi­ta in li­ber­tà.

4Il de­te­nu­to de­ve par­te­ci­pa­re at­ti­va­men­te agli sfor­zi di ri­so­cia­liz­za­zio­ne e al­la pre­pa­ra­zio­ne del­la li­be­ra­zio­ne.

5Va te­nu­to con­to del­le pre­oc­cu­pa­zio­ni e del­le esi­gen­ze dei de­te­nu­ti d'am­bo i ses­si.

6Se il de­te­nu­to è li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te o de­fi­ni­ti­va­men­te e ri­sul­ta a po­ste­rio­ri che all'at­to del­la li­be­ra­zio­ne esi­ste­va con­tro di lui un'al­tra sen­ten­za ese­cu­ti­va di con­dan­na a una pe­na de­ten­ti­va, que­st'ul­ti­ma non vie­ne più ese­gui­ta qua­lo­ra:

a.
es­sa non sia sta­ta ese­gui­ta si­mul­ta­nea­men­te all'al­tra pe­na de­ten­ti­va per un mo­ti­vo ad­de­bi­ta­bi­le al­le au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne;
b.
il de­te­nu­to po­tes­se pre­su­me­re in buo­na fe­de che all'at­to del­la li­be­ra­zio­ne non sa­reb­be esi­sti­ta con­tro di lui al­cun'al­tra sen­ten­za ese­cu­ti­va di con­dan­na a una pe­na de­ten­ti­va; e
c.
l'ese­cu­zio­ne me­de­si­ma com­pro­met­tes­se il rein­se­ri­men­to so­cia­le del de­te­nu­to.

1 Abro­ga­to dal n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).
2 Nuo­va espr. giu­sta il n. 11 dell'all. al­la LF del 20 giu. 2014 sul­la for­ma­zio­ne con­ti­nua, in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2016 689; FF 2013 3085). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

Art. 75a

Mi­su­re par­ti­co­la­ri di si­cu­rez­za

 

1La com­mis­sio­ne di cui all'ar­ti­co­lo 62d ca­po­ver­so 2 va­lu­ta la pe­ri­co­lo­si­tà pub­bli­ca dell'au­to­re in vi­sta del suo tra­sfe­ri­men­to in un pe­ni­ten­zia­rio aper­to, non­ché in vi­sta dell'au­to­riz­za­zio­ne di un re­gi­me aper­to, se:

a.
l'au­to­re ha com­mes­so un cri­mi­ne di cui all'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1; e
b.
l'au­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne non è in gra­do di va­lu­ta­re con cer­tez­za la pe­ri­co­lo­si­tà pub­bli­ca del de­te­nu­to.

2Per re­gi­me aper­to si in­ten­de un'espia­zio­ne del­la pe­na ta­le da es­se­re me­no re­strit­ti­va del­la li­ber­tà, in par­ti­co­la­re il tra­sfe­ri­men­to in un pe­ni­ten­zia­rio aper­to, la con­ces­sio­ne di con­ge­di, l'au­to­riz­za­zio­ne del la­vo­ro o al­log­gio ester­ni e la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le.

3La pe­ri­co­lo­si­tà pub­bli­ca è pre­sun­ta quan­do vi è il pe­ri­co­lo che il de­te­nu­to si dia al­la fu­ga e com­met­ta nuo­vi rea­ti at­ti a pre­giu­di­ca­re gra­ve­men­te l'in­te­gri­tà fi­si­ca, psi­chi­ca o ses­sua­le di un'al­tra per­so­na.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

Art. 76

Luo­go dell'ese­cu­zio­ne

 

1Le pe­ne de­ten­ti­ve so­no scon­ta­te in un pe­ni­ten­zia­rio chiu­so o aper­to.

2Il de­te­nu­to è col­lo­ca­to in un pe­ni­ten­zia­rio chiu­so o in un re­par­to chiu­so di un pe­ni­ten­zia­rio aper­to se vi è il pe­ri­co­lo che si dia al­la fu­ga o vi è da at­ten­der­si che com­met­ta nuo­vi rea­ti.

Art. 77

Ese­cu­zio­ne or­di­na­ria

 

Di re­go­la, il de­te­nu­to tra­scor­re nel pe­ni­ten­zia­rio il tem­po di la­vo­ro e di ri­po­so e il tem­po li­be­ro.

Art. 77a

La­vo­ro e al­log­gio ester­ni

 

1La pe­na de­ten­ti­va una cui par­te, ma di re­go­la al­me­no la me­tà, è già sta­ta scon­ta­ta è ese­gui­ta in for­ma di la­vo­ro ester­no se non vi è da at­ten­der­si che il de­te­nu­to si dia al­la fu­ga o com­met­ta nuo­vi rea­ti.

2In re­gi­me di la­vo­ro ester­no il de­te­nu­to la­vo­ra fuo­ri del pe­ni­ten­zia­rio e tra­scor­re le ore di tem­po li­be­ro e di ri­po­so nel pe­ni­ten­zia­rio. Il pas­sag­gio a que­sta for­ma d'ese­cu­zio­ne av­vie­ne di re­go­la do­po un ade­gua­to pe­rio­do di per­ma­nen­za in un pe­ni­ten­zia­rio aper­to o nel re­par­to aper­to di un pe­ni­ten­zia­rio chiu­so. So­no con­si­de­ra­ti la­vo­ri fuo­ri del pe­ni­ten­zia­rio an­che i la­vo­ri do­me­sti­ci e la cu­ra dei fi­gli.

3Se il de­te­nu­to si com­por­ta cor­ret­ta­men­te nel la­vo­ro ester­no, l'ese­cu­zio­ne ul­te­rio­re av­vie­ne in for­ma di al­log­gio e la­vo­ro ester­ni. In tal ca­so il de­te­nu­to al­log­gia e la­vo­ra fuo­ri del pe­ni­ten­zia­rio, ma ri­ma­ne sot­to­po­sto all'au­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne.

Art. 77b

Se­mi­pri­gio­nia

 

1A ri­chie­sta del con­dan­na­to, una pe­na de­ten­ti­va non su­pe­rio­re a do­di­ci me­si o una pe­na re­si­dua, ri­sul­tan­te dal com­pu­to del car­ce­re pre­ven­ti­vo, non su­pe­rio­re a sei me­si pos­so­no es­se­re ese­gui­te in for­ma di se­mi­pri­gio­nia se:

a.
non vi è da at­ten­der­si che il con­dan­na­to si dia al­la fu­ga o com­met­ta nuo­vi rea­ti; e
b.
il con­dan­na­to svol­ge un la­vo­ro, una for­ma­zio­ne o un'oc­cu­pa­zio­ne re­go­la­ri per al­me­no ven­ti ore al­la set­ti­ma­na.
2Il de­te­nu­to con­ti­nua a svol­ge­re il suo la­vo­ro o la sua for­ma­zio­ne od oc­cu­pa­zio­ne fuo­ri del pe­ni­ten­zia­rio, ma vi tra­scor­re il tem­po di ri­po­so e il tem­po li­be­ro.

3An­zi­ché in un pe­ni­ten­zia­rio, la se­mi­pri­gio­nia può svol­ger­si in un re­par­to spe­cia­le di uno sta­bi­li­men­to adi­bi­to al car­ce­re pre­ven­ti­vo, pur­ché il con­dan­na­to sia de­bi­ta­men­te as­si­sti­to.

4Se il con­dan­na­to non adem­pie più le con­di­zio­ni dell'au­to­riz­za­zio­ne o se, no­no­stan­te dif­fi­da, non scon­ta la se­mi­pri­gio­nia con­for­me­men­te al­le con­di­zio­ni e one­ri sta­bi­li­ti dall'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne, la pe­na de­ten­ti­va è ese­gui­ta in re­gi­me or­di­na­rio.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 78

Se­gre­ga­zio­ne cel­lu­la­re

 

La se­gre­ga­zio­ne cel­lu­la­re, in for­ma di iso­la­men­to inin­ter­rot­to da­gli al­tri de­te­nu­ti, può es­se­re or­di­na­ta sol­tan­to:

a.
all'ini­zio del­la pe­na e al fi­ne di av­via­re l'ese­cu­zio­ne, per un pe­rio­do di non ol­tre una set­ti­ma­na;
b.
a tu­te­la del de­te­nu­to o di ter­zi;
c.
co­me san­zio­ne di­sci­pli­na­re.

Art. 79


1 Abro­ga­to dal n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), con ef­fet­to 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

 

Art. 79a

La­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà

 

1Se non vi è da at­ten­der­si che il con­dan­na­to si dia al­la fu­ga o com­met­ta nuo­vi rea­ti, a sua ri­chie­sta pos­so­no es­se­re ese­gui­te in for­ma di la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà:

a.
una pe­na de­ten­ti­va non su­pe­rio­re a sei me­si;
b.
una pe­na re­si­dua, ri­sul­tan­te dal com­pu­to del car­ce­re pre­ven­ti­vo, non su­pe­rio­re a sei me­si; o
c.
una pe­na pe­cu­nia­ria o una mul­ta.
2Le pe­ne de­ten­ti­ve so­sti­tu­ti­ve non pos­so­no es­se­re ese­gui­te in for­ma di la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà.

3Il la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà de­ve es­se­re pre­sta­to a fa­vo­re di isti­tu­zio­ni so­cia­li, ope­re di in­te­res­se pub­bli­co o per­so­ne bi­so­gno­se. È pre­sta­to gra­tui­ta­men­te.

4Quat­tro ore di la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà cor­ri­spon­do­no a un gior­no di pe­na de­ten­ti­va, a un'ali­quo­ta gior­na­lie­ra di pe­na pe­cu­nia­ria o, per le con­trav­ven­zio­ni, a un gior­no di pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va.

5L'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne fis­sa al con­dan­na­to un ter­mi­ne di due an­ni al mas­si­mo per pre­sta­re il la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà. Nel ca­so di una mul­ta il ter­mi­ne è di un an­no al mas­si­mo.

6Se, no­no­stan­te dif­fi­da, il con­dan­na­to non pre­sta il la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà con­for­me­men­te al­le con­di­zio­ni e one­ri sta­bi­li­ti dall'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne o nel ter­mi­ne fis­sa­to, la pe­na de­ten­ti­va è ese­gui­ta in re­gi­me or­di­na­rio o in for­ma di se­mi­pri­gio­nia o si pro­ce­de all'esa­zio­ne del­la pe­na pe­cu­nia­ria o del­la mul­ta.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 79b

Sor­ve­glian­za elet­tro­ni­ca

 

1A ri­chie­sta del con­dan­na­to, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne può or­di­na­re l'im­pie­go di ap­pa­rec­chi elet­tro­ni­ci e la lo­ro ap­pli­ca­zio­ne fis­sa sul cor­po del con­dan­na­to (sor­ve­glian­za elet­tro­ni­ca):

a.
per l'ese­cu­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va o pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va da ven­ti gior­ni a do­di­ci me­si; o
b.
in luo­go del la­vo­ro ester­no o del la­vo­ro e al­log­gio ester­ni, per una du­ra­ta da tre a do­di­ci me­si.

2L'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne può or­di­na­re la sor­ve­glian­za elet­tro­ni­ca sol­tan­to se:

a.
non vi è da at­ten­der­si che il con­dan­na­to si dia al­la fu­ga o com­met­ta nuo­vi rea­ti;
b.
il con­dan­na­to di­spo­ne di un al­log­gio fis­so;
c.
il con­dan­na­to svol­ge un la­vo­ro, una for­ma­zio­ne o un'oc­cu­pa­zio­ne re­go­la­ri per al­me­no ven­ti ore al­la set­ti­ma­na o è pos­si­bi­le as­se­gnar­gli una ta­le at­ti­vi­tà;
d.
gli adul­ti che vi­vo­no con il con­dan­na­to nel­la stes­sa abi­ta­zio­ne vi ac­con­sen­to­no; e
e.
il con­dan­na­to ap­pro­va il pia­no di ese­cu­zio­ne al­le­sti­to per lui.

3Se le con­di­zio­ni di cui al ca­po­ver­so 2 let­te­ra a, b o c non so­no più adem­piu­te o se il con­dan­na­to vio­la gli ob­bli­ghi sta­bi­li­ti nel pia­no di ese­cu­zio­ne, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne può por­re fi­ne all'ese­cu­zio­ne in for­ma di sor­ve­glian­za elet­tro­ni­ca e or­di­na­re che la pe­na de­ten­ti­va sia ese­gui­ta in re­gi­me or­di­na­rio o in for­ma di se­mi­pri­gio­nia op­pu­re li­mi­ta­re il tem­po li­be­ro spet­tan­te al con­dan­na­to.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 80

De­ro­ghe al­le for­me d'ese­cu­zio­ne

 

1Al­le nor­me in ma­te­ria di ese­cu­zio­ne può es­se­re de­ro­ga­to a fa­vo­re del de­te­nu­to:

a.
qua­lo­ra il suo sta­to di sa­lu­te lo ri­chie­da;
b.
in ca­so di gra­vi­dan­za, par­to e puer­pe­rio;
c.
per per­met­te­re a ma­dri de­te­nu­te di te­ne­re con sé i lo­ro in­fan­ti, se nell'in­te­res­se an­che del bam­bi­no me­de­si­mo.

2Se la pe­na non è scon­ta­ta in un pe­ni­ten­zia­rio ben­sì in un'al­tra isti­tu­zio­ne ap­pro­pria­ta, il de­te­nu­to ne sot­to­stà ai re­go­la­men­ti, sal­vo di­spo­si­zio­ne con­tra­ria dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne.

Art. 81

La­vo­ro

 

1Il de­te­nu­to è ob­bli­ga­to al la­vo­ro. Il la­vo­ro de­ve cor­ri­spon­de­re quan­to pos­si­bi­le al­le sue ca­pa­ci­tà, al­la sua for­ma­zio­ne e al­le sue in­cli­na­zio­ni.

2Il de­te­nu­to che vi ac­con­sen­te può es­se­re oc­cu­pa­to pres­so un da­to­re di la­vo­ro pri­va­to.

Art. 82

For­ma­zio­ne e for­ma­zio­ne con­ti­nua

 

Al de­te­nu­to ido­neo de­ve per quan­to pos­si­bi­le es­se­re da­ta la pos­si­bi­li­tà di ac­qui­si­re una for­ma­zio­ne e una for­ma­zio­ne con­ti­nua cor­ri­spon­den­ti al­le sue ca­pa­ci­tà.

Art. 83

Re­tri­bu­zio­ne

 

1Il de­te­nu­to ri­ce­ve per il suo la­vo­ro una re­tri­bu­zio­ne cor­ri­spon­den­te al­le sue pre­sta­zio­ni e ade­gua­ta al­le cir­co­stan­ze.

2Men­tre scon­ta la pe­na, il de­te­nu­to può di­spor­re li­be­ra­men­te sol­tan­to di una par­te del­la re­tri­bu­zio­ne. La par­te re­stan­te è ac­can­to­na­ta qua­le som­ma de­sti­na­ta a far fron­te ai pri­mi tem­pi do­po la li­be­ra­zio­ne. La re­tri­bu­zio­ne non può es­se­re né pi­gno­ra­ta né se­que­stra­ta né in­clu­sa in una mas­sa fal­li­men­ta­re. È nul­la ogni sua ces­sio­ne o co­sti­tu­zio­ne in pe­gno.

3Per la par­te­ci­pa­zio­ne a mi­su­re di for­ma­zio­ne o for­ma­zio­ne pro­fes­sio­na­le con­ti­nua che il pia­no d'ese­cu­zio­ne pre­ve­de in luo­go del la­vo­ro il de­te­nu­to ri­ce­ve un con­gruo com­pen­so.

Art. 84

Re­la­zio­ni con il mon­do ester­no

 

1Il de­te­nu­to ha il di­rit­to di ri­ce­ve­re vi­si­te e di man­te­ne­re con­tat­ti con per­so­ne all'ester­no del pe­ni­ten­zia­rio. Dev'es­ser­gli age­vo­la­to il con­tat­to con per­so­ne a lui vi­ci­ne.

2Ta­li con­tat­ti pos­so­no es­se­re sot­to­po­sti a con­trol­lo e, per sal­va­guar­da­re la di­sci­pli­na e la si­cu­rez­za nel pe­ni­ten­zia­rio, es­se­re li­mi­ta­ti o vie­ta­ti. Le vi­si­te non pos­so­no es­se­re sor­ve­glia­te all'in­sa­pu­ta de­gli in­te­res­sa­ti. Ri­man­go­no sal­vi i prov­ve­di­men­ti pro­ces­sua­li or­di­na­ti per as­si­cu­ra­re un pro­ce­di­men­to pe­na­le.

3Gli as­si­sten­ti spi­ri­tua­li, i me­di­ci, gli av­vo­ca­ti, i no­tai e i tu­to­ri non­ché le per­so­ne con fun­zio­ni ana­lo­ghe pos­so­no es­se­re au­to­riz­za­ti a co­mu­ni­ca­re li­be­ra­men­te con i de­te­nu­ti nei li­mi­ti dell'or­di­na­men­to ge­ne­ra­le del pe­ni­ten­zia­rio.

4I con­tat­ti con i di­fen­so­ri so­no con­sen­ti­ti. Le vi­si­te dei di­fen­so­ri pos­so­no es­se­re sor­ve­glia­te, ma i col­lo­qui non pos­so­no es­se­re ascol­ta­ti. La cor­ri­spon­den­za non­ché gli scrit­ti de­gli av­vo­ca­ti non pos­so­no es­se­re esa­mi­na­ti quan­to al con­te­nu­to. In ca­so di abu­so, i rap­por­ti tra de­te­nu­to e av­vo­ca­ti pos­so­no es­se­re vie­ta­ti dall'au­to­ri­tà com­pe­ten­te.

5I rap­por­ti con le au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za non pos­so­no es­se­re con­trol­la­ti.

6Al de­te­nu­to van­no con­ces­si ade­gua­ti con­ge­di per la cu­ra del­le re­la­zio­ni con il mon­do ester­no, per la pre­pa­ra­zio­ne del ri­tor­no al­la vi­ta li­be­ra o per ra­gio­ni par­ti­co­la­ri, sem­pre­ché il suo com­por­ta­men­to du­ran­te l'ese­cu­zio­ne del­la pe­na non vi si op­pon­ga e pur­ché non vi sia il ri­schio che si dia al­la fu­ga o non vi sia da at­ten­der­si che com­met­ta nuo­vi rea­ti.

6bisAi cri­mi­na­li in­ter­na­ti a vi­ta non so­no con­ces­si con­ge­di o al­tre for­me di re­gi­me pe­ni­ten­zia­rio aper­to du­ran­te l'ese­cu­zio­ne del­la pe­na che pre­ce­de l'in­ter­na­men­to a vi­ta.1

7Ri­man­go­no sal­vi l'ar­ti­co­lo 36 del­la Con­ven­zio­ne di Vien­na del 24 apri­le 19632 sul­le re­la­zio­ni con­so­la­ri e le al­tre nor­me di di­rit­to in­ter­na­zio­na­le pub­bli­co con­cer­nen­ti le vi­si­te e la cor­ri­spon­den­za, vin­co­lan­ti per la Sviz­ze­ra.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).
2 RS 0.191.02

Art. 85

Con­trol­li e ispe­zio­ni

 

1Gli ef­fet­ti per­so­na­li e gli al­log­gi dei de­te­nu­ti pos­so­no es­se­re per­qui­si­ti per tu­te­la­re l'or­di­ne e la si­cu­rez­za nel pe­ni­ten­zia­rio.

2Il de­te­nu­to so­spet­ta­to di ce­la­re su di sé o nel suo cor­po og­get­ti vie­ta­ti può es­se­re sot­to­po­sto a un esa­me cor­po­ra­le. L'esa­me è ef­fet­tua­to da una per­so­na del­lo stes­so ses­so. Se im­pli­ca una sve­sti­zio­ne, non può es­se­re ese­gui­to in pre­sen­za di al­tri de­te­nu­ti. L'esa­me all'in­ter­no del cor­po è ef­fet­tua­to da un me­di­co o da per­so­na­le me­di­co.

Art. 86

Li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le

a. Con­ces­sio­ne

 

1Quan­do il de­te­nu­to ha scon­ta­to i due ter­zi del­la pe­na, ma in ogni ca­so al­me­no tre me­si, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te lo li­be­ra con­di­zio­nal­men­te se il suo com­por­ta­men­to du­ran­te l'ese­cu­zio­ne del­la pe­na lo giu­sti­fi­ca e non si deb­ba pre­su­me­re che com­met­te­rà nuo­vi cri­mi­ni o de­lit­ti.

2L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te esa­mi­na d'uf­fi­cio se il de­te­nu­to pos­sa es­se­re li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te. Chie­de a tal fi­ne una re­la­zio­ne al­la di­re­zio­ne del pe­ni­ten­zia­rio. Il de­te­nu­to de­ve es­se­re sen­ti­to.

3Se non con­ce­de la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te rie­sa­mi­na la que­stio­ne al­me­no una vol­ta all'an­no.

4Quan­do il de­te­nu­to ha scon­ta­to la me­tà del­la pe­na, ma in ogni ca­so al­me­no tre me­si, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te può, a ti­to­lo ec­ce­zio­na­le, li­be­rar­lo con­di­zio­nal­men­te qua­lo­ra cir­co­stan­ze straor­di­na­rie ine­ren­ti al­la per­so­na del de­te­nu­to lo giu­sti­fi­chi­no.

5In ca­so di pe­na de­ten­ti­va a vi­ta, la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le se­con­do il ca­po­ver­so 1 è pos­si­bi­le al più pre­sto do­po quin­di­ci an­ni; quel­la se­con­do il ca­po­ver­so 4, do­po die­ci.

Art. 87

b. Pe­rio­do di pro­va

 

1Al li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te è im­po­sto un pe­rio­do di pro­va di du­ra­ta cor­ri­spon­den­te al re­sto del­la pe­na. Ta­le pe­rio­do non può pe­rò es­se­re in­fe­rio­re a un an­no né su­pe­rio­re a cin­que.

2Per la du­ra­ta del pe­rio­do di pro­va, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne or­di­na di re­go­la un'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va. Può inol­tre im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta.

3Se la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le è sta­ta con­ces­sa per una pe­na de­ten­ti­va in­flit­ta per un rea­to ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1 e se al­la sca­den­za del pe­rio­do di pro­va ap­pa­re ne­ces­sa­rio pro­se­gui­re con l'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o le nor­me di con­dot­ta per ov­via­re al ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti del­lo stes­so ge­ne­re, il giu­di­ce, su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne, può di vol­ta in vol­ta or­di­na­re la pro­tra­zio­ne dell'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o del­le nor­me di con­dot­ta per un pe­rio­do da uno a cin­que an­ni o or­di­na­re nuo­ve nor­me di con­dot­ta per que­sto pe­rio­do. In que­sto ca­so, non è pos­si­bi­le il ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne del­la pe­na se­con­do l'ar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­so 5.

Art. 88

c. Suc­ces­so del pe­rio­do di pro­va

 

Se il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te ha su­pe­ra­to con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va, la li­be­ra­zio­ne di­ven­ta de­fi­ni­ti­va.

Art. 89

d. In­suc­ces­so del pe­rio­do di pro­va

 

1Se, du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to, il giu­di­ce com­pe­ten­te per giu­di­ca­re il nuo­vo rea­to or­di­na il ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne.

2Se, no­no­stan­te il cri­mi­ne o il de­lit­to com­mes­so du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, non vi è da at­ten­der­si che il con­dan­na­to com­met­ta nuo­vi rea­ti, il giu­di­ce ri­nun­cia al ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne. Può am­mo­ni­re il con­dan­na­to e pro­ro­ga­re il pe­rio­do di pro­va del­la me­tà al mas­si­mo del­la du­ra­ta sta­bi­li­ta ini­zial­men­te dall'au­to­ri­tà com­pe­ten­te. Se su­ben­tra al ter­mi­ne del pe­rio­do di pro­va, la pro­ro­ga de­cor­re a par­ti­re dal gior­no in cui è sta­ta or­di­na­ta. Le di­spo­si­zio­ni sull'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e sul­le no­me di con­dot­ta (art. 93-95) so­no ap­pli­ca­bi­li.

3Se il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te si sot­trae all'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta, è ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­si 3-5.

4Il ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne non può più es­se­re or­di­na­to tra­scor­si tre an­ni dal­la fi­ne del pe­rio­do di pro­va.

5Il car­ce­re pre­ven­ti­vo sof­fer­to du­ran­te la pro­ce­du­ra di ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne è com­pu­ta­to nel re­sto del­la pe­na.

6Se in se­gui­to al nuo­vo rea­to ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per una pe­na de­ten­ti­va sen­za con­di­zio­na­le e ta­le pe­na è in con­cor­so con il re­sto del­la pe­na di­ve­nu­ta ese­cu­ti­va a mo­ti­vo del­la re­vo­ca, il giu­di­ce pro­nun­cia una pe­na uni­ca in ap­pli­ca­zio­ne dell'ar­ti­co­lo 49. Al­la pe­na uni­ca so­no nuo­va­men­te ap­pli­ca­bi­li le nor­me del­la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le. Se de­ve es­se­re ese­gui­to sol­tan­to il re­sto del­la pe­na è ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 86 ca­po­ver­si 1-4.

7Se il re­sto di una pe­na di­ve­nu­ta ese­cu­ti­va in se­gui­to a una de­ci­sio­ne di ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne è in con­cor­so con una del­le mi­su­re pre­vi­ste ne­gli ar­ti­co­li 59-61, è ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 57 ca­po­ver­si 2 e 3.

Art. 90

3. Ese­cu­zio­ne di mi­su­re

 

1Nell'ese­cu­zio­ne di una mi­su­ra se­con­do gli ar­ti­co­li 59-61 il col­lo­ca­to può es­se­re inin­ter­rot­ta­men­te se­pa­ra­to da­gli al­tri col­lo­ca­ti sol­tan­to se ta­le se­gre­ga­zio­ne è in­di­spen­sa­bi­le:

a.
co­me mi­su­ra te­ra­peu­ti­ca tem­po­ra­nea;
b.
a tu­te­la del col­lo­ca­to me­de­si­mo o di ter­zi;
c.
co­me san­zio­ne di­sci­pli­na­re.

2All'ini­zio dell'ese­cu­zio­ne del­la mi­su­ra è al­le­sti­to un pia­no di ese­cu­zio­ne in­sie­me con il col­lo­ca­to o il suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le. Il pia­no con­tie­ne in par­ti­co­la­re in­di­ca­zio­ni sul trat­ta­men­to del­la tur­ba psi­chi­ca, del­la di­pen­den­za o dell'al­te­ra­zio­ne ca­rat­te­ria­le del col­lo­ca­to non­ché sul co­me evi­ta­re che ter­zi sia­no espo­sti a pe­ri­co­lo.

2bisLe mi­su­re di cui agli ar­ti­co­li 59-61 e 64 pos­so­no es­se­re ese­gui­te in for­ma di la­vo­ro e al­log­gio ester­ni se vi so­no fon­da­te pro­ba­bi­li­tà che ciò con­tri­bui­sca in mo­do de­ter­mi­nan­te a rea­liz­za­re lo sco­po del­la mi­su­ra e pur­ché non vi sia il pe­ri­co­lo che il col­lo­ca­to si dia al­la fu­ga o com­met­ta nuo­vi rea­ti. L'ar­ti­co­lo 77a ca­po­ver­si 2 e 3 si ap­pli­ca per ana­lo­gia.1

3Il col­lo­ca­to abi­le al la­vo­ro è te­nu­to a la­vo­ra­re per quan­to il trat­ta­men­to o le cu­re sta­zio­na­ri lo ri­chie­da­no o con­sen­ta­no. Gli ar­ti­co­li 81-83 si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia.

4Le re­la­zio­ni con il mon­do ester­no so­no ret­te per ana­lo­gia dall'ar­ti­co­lo 84, sem­pre­ché ra­gio­ni ine­ren­ti al trat­ta­men­to sta­zio­na­rio non ri­chie­da­no re­stri­zio­ni ul­te­rio­ri.

4bisAl tra­sfe­ri­men­to in un pe­ni­ten­zia­rio aper­to e all'au­to­riz­za­zio­ne di un re­gi­me aper­to si ap­pli­ca per ana­lo­gia l'ar­ti­co­lo 75a.2

4terDu­ran­te l'in­ter­na­men­to a vi­ta non so­no con­ces­si con­ge­di o al­tre for­me di re­gi­me pe­ni­ten­zia­rio aper­to.3

5Con­trol­li e per­qui­si­zio­ni so­no ret­ti per ana­lo­gia dall'ar­ti­co­lo 85.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).
2 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).
3 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).

Art. 91

4. Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni.

Di­rit­to di­sci­pli­na­re

 

1Ai de­te­nu­ti e col­lo­ca­ti che con­trav­ven­go­no col­pe­vol­men­te al­le pre­scri­zio­ni dell'ese­cu­zio­ne pe­na­le o al pia­no d'ese­cu­zio­ne pos­so­no es­se­re in­flit­te san­zio­ni di­sci­pli­na­ri.

2Le san­zio­ni di­sci­pli­na­ri so­no:

a.
l'am­mo­ni­zio­ne;
b.
la re­vo­ca tem­po­ra­nea o li­mi­ta­zio­ne del di­rit­to di di­spor­re di mez­zi fi­nan­zia­ri, dell'oc­cu­pa­zio­ne del tem­po li­be­ro o dei con­tat­ti con l'ester­no;
c.1
la mul­ta;
d.2
l'ar­re­sto qua­le ul­te­rio­re re­stri­zio­ne al­la li­ber­tà.

3Per l'ese­cu­zio­ne del­le pe­ne e del­le mi­su­re i Can­to­ni ema­na­no di­spo­si­zio­ni di­sci­pli­na­ri. Ta­li di­spo­si­zio­ni de­fi­ni­sco­no gli ele­men­ti co­sti­tu­ti­vi del­le in­fra­zio­ni di­sci­pli­na­ri, de­ter­mi­na­no le san­zio­ni di­sci­pli­na­ri e la lo­ro com­mi­su­ra­zio­ne e di­sci­pli­na­no la pro­ce­du­ra.


1 In­tro­dot­ta dal n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).
2 Ori­gi­na­ria lett. c.

Art. 92

In­ter­ru­zio­ne dell'ese­cu­zio­ne

 

L'ese­cu­zio­ne di pe­ne e mi­su­re può es­se­re in­ter­rot­ta per gra­vi mo­ti­vi.

Art. 92a

Di­rit­to d'in­for­ma­zio­ne

 

1La vit­ti­ma e i con­giun­ti del­la vit­ti­ma ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 1 ca­po­ver­si 1 e 2 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 23 mar­zo 20072 con­cer­nen­te l'aiu­to al­le vit­ti­me di rea­ti (LAV), non­ché i ter­zi, per quan­to es­si ab­bia­no un in­te­res­se de­gno di pro­te­zio­ne, pos­so­no chie­de­re, pre­sen­tan­do do­man­da scrit­ta, che l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne li in­for­mi:

a.
del mo­men­to in cui ha ini­zio la pe­na o la mi­su­ra a ca­ri­co del con­dan­na­to, dell'isti­tu­zio­ne d'ese­cu­zio­ne, del­la for­ma dell'ese­cu­zio­ne per quan­to di­ver­ga dall'ese­cu­zio­ne or­di­na­ria, dell'in­ter­ru­zio­ne dell'ese­cu­zio­ne, del re­gi­me aper­to (art. 75a cpv. 2), del­la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le o de­fi­ni­ti­va, non­ché del ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne del­la pe­na o del­la mi­su­ra;
b.
sen­za in­du­gio, di un'even­tua­le fu­ga del con­dan­na­to e del­la fi­ne del­la stes­sa.

2L'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne de­ci­de in me­ri­to al­la do­man­da do­po aver sen­ti­to il con­dan­na­to.

3Può ri­fiu­tar­si di in­for­ma­re o re­vo­ca­re una pre­ce­den­te de­ci­sio­ne in tal sen­so sol­tan­to se pre­val­go­no in­te­res­si le­git­ti­mi del con­dan­na­to.

4Se ac­co­glie la do­man­da, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne ren­de at­ten­to l'aven­te di­rit­to all'in­for­ma­zio­ne in me­ri­to al ca­rat­te­re con­fi­den­zia­le del­le in­for­ma­zio­ni co­mu­ni­ca­te. Le per­so­ne che han­no di­rit­to all'aiu­to al­le vit­ti­me se­con­do la LAV non so­no vin­co­la­te al­la ri­ser­va­tez­za nei con­fron­ti dei con­su­len­ti di un con­sul­to­rio ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 9 LAV.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 26 set. 2014 sul di­rit­to d'in­for­ma­zio­ne del­le vit­ti­me di rea­ti, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 1623; FF 2014 833 855). Ve­di an­che le di­sp. trans. di det­ta mod. al­la fi­ne del pre­sen­te te­sto.
2 RS 312.5

Titolo quinto: Dell'assistenza riabilitativa, delle norme di condotta e dell'assistenza sociale volontaria

Art. 93

As­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va

 

1L'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va è in­te­sa a pre­ser­va­re l'as­si­sti­to dal­la re­ci­di­va, pro­muo­ven­do­ne l'in­te­gra­zio­ne so­cia­le. L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te in me­ri­to pre­sta e pro­cu­ra l'aiu­to so­cia­le e spe­cia­liz­za­to ne­ces­sa­rio a tal fi­ne.

2Gli ope­ra­to­ri dell'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va so­no te­nu­ti al se­gre­to su quan­to ap­pren­do­no nell'eser­ci­zio del­le lo­ro fun­zio­ni. Pos­so­no co­mu­ni­ca­re a ter­zi in­for­ma­zio­ni sul­le con­di­zio­ni per­so­na­li de­gli as­si­sti­ti sol­tan­to con il con­sen­so scrit­to di que­sti ul­ti­mi o dell'au­to­ri­tà com­pe­ten­te per l'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va.

3Le au­to­ri­tà del­la giu­sti­zia pe­na­le pos­so­no chie­de­re all'au­to­ri­tà com­pe­ten­te per l'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va una re­la­zio­ne sul com­por­ta­men­to de­gli as­si­sti­ti.

Art. 94

Nor­me di con­dot­ta

 

Le nor­me di con­dot­ta che il giu­di­ce o l'au­to­ri­tà pre­po­sta all'ese­cu­zio­ne del­le pe­ne può im­par­ti­re al con­dan­na­to per il pe­rio­do di pro­va con­cer­no­no in par­ti­co­la­re l'eser­ci­zio di una pro­fes­sio­ne, la di­mo­ra, la gui­da di un vei­co­lo a mo­to­re, la ri­pa­ra­zio­ne del dan­no non­ché la cu­ra me­di­ca e psi­co­lo­gi­ca.

Art. 95

Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni

 

1Pri­ma di de­ci­de­re cir­ca lʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e le nor­me di con­dot­ta, il giu­di­ce e lʼau­to­ri­tà pre­po­sta al­lʼe­se­cu­zio­ne del­le pe­ne pos­so­no chie­de­re una re­la­zio­ne al­lʼau­to­ri­tà cui com­pe­to­no lʼas­si­sten­za me­de­si­ma, il con­trol­lo del­le nor­me di con­dot­ta o lʼe­se­cu­zio­ne del­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o del di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te.1 L'in­te­res­sa­to può espri­me­re il pro­prio pa­re­re in me­ri­to. Le sue os­ser­va­zio­ni di­scor­dan­ti van­no men­zio­na­te nel­la re­la­zio­ne.

2L'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e le nor­me di con­dot­ta de­vo­no es­se­re di­spo­ste e mo­ti­va­te nel­la sen­ten­za o nel­la de­ci­sio­ne.

3Se il con­dan­na­to si sot­trae all'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta o se es­se si ri­ve­la­no inat­tua­bi­li o non più ne­ces­sa­rie, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te ne ri­fe­ri­sce al giu­di­ce o al­le au­to­ri­tà pre­po­ste all'ese­cu­zio­ne del­le pe­ne.

4Il giu­di­ce o l'au­to­ri­tà pre­po­sta all'ese­cu­zio­ne del­le pe­ne può, nei ca­si pre­vi­sti dal ca­po­ver­so 3:

a.
pro­ro­ga­re del­la me­tà la du­ra­ta del pe­rio­do di pro­va;
b.
por fi­ne all'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o rior­ga­niz­zar­la;
c.
mo­di­fi­ca­re o abro­ga­re le nor­me di con­dot­ta o im­par­tir­ne di nuo­ve.

5Nei ca­si pre­vi­sti dal ca­po­ver­so 3, il giu­di­ce può re­vo­ca­re la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le del­la pe­na de­ten­ti­va o or­di­na­re il ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne del­la pe­na o del­la mi­su­ra qua­lo­ra vi sia se­ria­men­te d'at­ten­der­si che il con­dan­na­to com­met­te­rà nuo­vi rea­ti.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Art. 96

As­si­sten­za so­cia­le vo­lon­ta­ria

 

Per la du­ra­ta del pro­ce­di­men­to pe­na­le e dell'ese­cu­zio­ne del­la pe­na i Can­to­ni as­si­cu­ra­no un'as­si­sten­za so­cia­le cui gli in­te­res­sa­ti pos­so­no far ca­po vo­lon­ta­ria­men­te.

Titolo sesto: Della prescrizione

Art. 97

1. Pre­scri­zio­ne dell'azio­ne pe­na­le.

Ter­mi­ni

 

1L'azio­ne pe­na­le si pre­scri­ve:

a.
in 30 an­ni, se la pe­na mas­si­ma com­mi­na­ta è una pe­na de­ten­ti­va a vi­ta;
b.
in 15 an­ni, se la pe­na mas­si­ma com­mi­na­ta è una pe­na de­ten­ti­va su­pe­rio­re a tre an­ni;
c.
in 10 an­ni, se la pe­na mas­si­ma com­mi­na­ta è una pe­na de­ten­ti­va di tre an­ni;
d.
in 7 an­ni, se la pe­na mas­si­ma com­mi­na­ta è un'al­tra pe­na.1

2In ca­so di at­ti ses­sua­li con fan­ciul­li (art. 187) e per­so­ne di­pen­den­ti (art. 188), co­me pu­re di rea­ti se­con­do gli ar­ti­co­li 111, 113, 122, 124, 182, 189-191, 195 e 197 ca­po­ver­so 3 di­ret­ti con­tro per­so­ne mi­no­ri di se­di­ci an­ni, l'azio­ne pe­na­le non si pre­scri­ve pri­ma che la vit­ti­ma ab­bia com­piu­to ven­ti­cin­que an­ni.2

3Se pri­ma del­la sca­den­za del ter­mi­ne di pre­scri­zio­ne è sta­ta pro­nun­cia­ta una sen­ten­za di pri­ma istan­za, la pre­scri­zio­ne si estin­gue.

4In ca­so di at­ti ses­sua­li con fan­ciul­li (art. 187) e mi­no­ri di­pen­den­ti (art. 188), co­me pu­re di rea­ti se­con­do gli ar­ti­co­li 111-113, 122, 182, 189-191 e 195 di­ret­ti con­tro per­so­ne mi­no­ri di se­di­ci an­ni, la pre­scri­zio­ne dell'azio­ne pe­na­le è ret­ta dai ca­po­ver­si 1-3 se il rea­to è sta­to com­mes­so pri­ma dell'en­tra­ta in vi­go­re del­la mo­di­fi­ca del 5 ot­to­bre 20013 e il re­la­ti­vo ter­mi­ne di pre­scri­zio­ne non è an­co­ra sca­du­to a ta­le da­ta.4


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 21 giu. 2013 (Pro­lun­ga­men­to dei ter­mi­ni di pre­scri­zio­ne dell'azio­ne pe­na­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 2013 4417; FF 2012 8119).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 1 dell'all. del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).
3 HY­PER­LINK "http://www.bk.ad­min.ch/ch/i/as/2002/2993.pdf"
4 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 2 n. 1 del DF del 24 mar. 2006 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro il Prot. fa­col­ta­ti­vo del 25 mag. 2000 al­la Conv. sui di­rit­ti del fan­ciul­lo con­cer­nen­te la ven­di­ta di fan­ciul­li, la pro­sti­tu­zio­ne in­fan­ti­le e la pe­do­por­no­gra­fia, in vi­go­re dal 1° dic. 2006 (RU 2006 5437; FF 2005 2513).

Art. 98

De­cor­ren­za

 

La pre­scri­zio­ne de­cor­re:

a.
dal gior­no in cui l'au­to­re ha com­mes­so il rea­to;
b.
se il rea­to è sta­to ese­gui­to me­dian­te at­ti suc­ces­si­vi, dal gior­no in cui è sta­to com­piu­to l'ul­ti­mo at­to;
c.
se il rea­to è con­ti­nua­to per un cer­to tem­po, dal gior­no in cui è ces­sa­ta la con­ti­nua­zio­ne.

Art. 99

2. Pre­scri­zio­ne del­la pe­na.

Ter­mi­ni

 

1La pe­na si pre­scri­ve:

a.
in trent'an­ni, se si trat­ta di una pe­na de­ten­ti­va a vi­ta;
b.
in ven­ti­cin­que an­ni, se si trat­ta di una pe­na de­ten­ti­va di die­ci o più an­ni;
c.
in ven­ti an­ni, se si trat­ta di una pe­na de­ten­ti­va da cin­que a me­no di die­ci an­ni;
d.
in quin­di­ci an­ni, se si trat­ta di una pe­na de­ten­ti­va di ol­tre un an­no ma in­fe­rio­re a cin­que an­ni;
e.
in cin­que an­ni, se si trat­ta di un'al­tra pe­na.

2Il ter­mi­ne di pre­scri­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va è so­spe­so:

a.
du­ran­te l'ese­cu­zio­ne inin­ter­rot­ta di que­sta pe­na o di un'al­tra pe­na de­ten­ti­va o mi­su­ra ese­gui­ta im­me­dia­ta­men­te pri­ma;
b.
nel ca­so di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le, du­ran­te il tem­po di pro­va.

Art. 100

De­cor­ren­za

 

La pre­scri­zio­ne de­cor­re dal gior­no in cui la sen­ten­za ac­qui­sta for­za di co­sa giu­di­ca­ta. In ca­so di so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le del­la pe­na o di pre­via ese­cu­zio­ne di una mi­su­ra, de­cor­re dal gior­no in cui è or­di­na­ta l'ese­cu­zio­ne del­la pe­na.

Art. 101

3. Im­pre­scrit­ti­bi­li­tà

 

1So­no im­pre­scrit­ti­bi­li:

a.
il ge­no­ci­dio (art. 264);
b.
i cri­mi­ni con­tro l'uma­ni­tà (art. 264a cpv. 1 e 2);
c.
i cri­mi­ni di guer­ra (art. 264c cpv. 1-3, 264d cpv. 1 e 2, 264e cpv. 1 e 2, 264f, 264g cpv. 1 e 2 e 264h);
d.
i cri­mi­ni che, co­me mez­zi d'estor­sio­ne o coa­zio­ne, met­to­no o mi­nac­cia­no di met­te­re in pe­ri­co­lo la vi­ta e l'in­te­gri­tà fi­si­ca di mol­te per­so­ne, se­gna­ta­men­te con l'im­pie­go di mez­zi di di­stru­zio­ne di mas­sa, lo sca­te­na­men­to di una ca­ta­stro­fe o una pre­sa d'ostag­gio;1
e.2
gli at­ti ses­sua­li con fan­ciul­li (art. 187 n. 1), la coa­zio­ne ses­sua­le (art. 189), la vio­len­za car­na­le (art. 190), gli at­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re (art. 191), gli at­ti ses­sua­li con per­so­ne ri­co­ve­ra­te, de­te­nu­te od im­pu­ta­te (art. 192 cpv. 1) e lo sfrut­ta­men­to del­lo sta­to di bi­so­gno (art. 193 cpv. 1), se com­mes­si su fan­ciul­li mi­no­ri di 12 an­ni.

2Il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na nel ca­so in cui l'azio­ne pe­na­le fos­se ca­du­ta in pre­scri­zio­ne in ap­pli­ca­zio­ne de­gli ar­ti­co­li 97 e 98.

3I ca­po­ver­si 1 let­te­re a, c e d e 2 si ap­pli­ca­no se il 1° gen­na­io 1983 l'azio­ne pe­na­le o la pe­na non era an­co­ra ca­du­ta in pre­scri­zio­ne se­con­do il di­rit­to si­no al­lo­ra vi­gen­te. Il ca­po­ver­so 1 let­te­ra b si ap­pli­ca se al mo­men­to dell'en­tra­ta in vi­go­re del­la mo­di­fi­ca del 18 giu­gno 2010 del­la pre­sen­te leg­ge l'azio­ne pe­na­le o la pe­na non era an­co­ra ca­du­ta in pre­scri­zio­ne se­con­do il di­rit­to si­no al­lo­ra vi­gen­te. Il ca­po­ver­so 1 let­te­ra e si ap­pli­ca se il 30 no­vem­bre 2008 l'azio­ne pe­na­le o la pe­na non era an­co­ra ca­du­ta in pre­scri­zio­ne se­con­do il di­rit­to si­no al­lo­ra vi­gen­te.34


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 18 giu. 2010 sul­la mo­di­fi­ca di leg­gi fe­de­ra­li per l'at­tua­zio­ne del­lo Sta­tu­to di Ro­ma del­la Cor­te pe­na­le in­ter­na­zio­na­le, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 4963; FF 2008 3293).
2 In­tro­dot­ta dal n. I 1 del­la LF del 15 giu. 2012 (Im­pre­scrit­ti­bi­li­tà dei rea­ti ses­sua­li o di por­no­gra­fia com­mes­si su fan­ciul­li im­pu­be­ri), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2012 5951; FF 2011 5393).
3 Per. in­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 15 giu. 2012 (Im­pre­scrit­ti­bi­li­tà dei rea­ti ses­sua­li o di por­no­gra­fia com­mes­si su fan­ciul­li im­pu­be­ri), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2012 5951; FF 2011 5393).
4 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 18 giu. 2010 sul­la mo­di­fi­ca di leg­gi fe­de­ra­li per l'at­tua­zio­ne del­lo Sta­tu­to di Ro­ma del­la Cor­te pe­na­le in­ter­na­zio­na­le, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 4963; FF 2008 3293).

Titolo settimo: Della responsabilità dell'impresa

Art. 102

Pu­ni­bi­li­tà

 

1Se in un'im­pre­sa, nell'eser­ci­zio di at­ti­vi­tà com­mer­cia­li con­for­mi al­lo sco­po im­pren­di­to­ria­le, è com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to che, per ca­ren­te or­ga­niz­za­zio­ne in­ter­na, non può es­se­re ascrit­to a una per­so­na fi­si­ca de­ter­mi­na­ta, il cri­mi­ne o il de­lit­to è ascrit­to all'im­pre­sa. In que­sto ca­so l'im­pre­sa è pu­ni­ta con la mul­ta fi­no a cin­que mi­lio­ni di fran­chi.

2Se si trat­ta di un rea­to ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 260ter, 260quin­quies, 305bis, 322ter, 322quin­quies, 322sep­ties ca­po­ver­so 1 o 322oc­ties, l'im­pre­sa è pu­ni­ta a pre­scin­de­re dal­la pu­ni­bi­li­tà del­le per­so­ne fi­si­che qua­lo­ra le si pos­sa rim­pro­ve­ra­re di non ave­re pre­so tut­te le mi­su­re or­ga­niz­za­ti­ve ra­gio­ne­vo­li e in­di­spen­sa­bi­li per im­pe­di­re un si­mi­le rea­to.1

3Il giu­di­ce de­ter­mi­na la mul­ta in par­ti­co­la­re in fun­zio­ne del­la gra­vi­tà del rea­to, del­la gra­vi­tà del­le la­cu­ne or­ga­niz­za­ti­ve e del dan­no pro­vo­ca­to, non­ché del­la ca­pa­ci­tà eco­no­mi­ca dell'im­pre­sa.

4So­no con­si­de­ra­te im­pre­se ai sen­si del pre­sen­te ar­ti­co­lo:

a.
le per­so­ne giu­ri­di­che di di­rit­to pri­va­to;
b.
le per­so­ne giu­ri­di­che di di­rit­to pub­bli­co, ec­cet­tua­ti gli en­ti ter­ri­to­ria­li;
c.
le so­cie­tà;
d.
le dit­te in­di­vi­dua­li2.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 25 set. 2015 (Di­spo­si­zio­ni pe­na­li sul­la cor­ru­zio­ne), in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 2016 1287; FF 2014 3099).
2 Ora: im­pre­se in­di­vi­dua­li.

Art. 102a


1 Abro­ga­to dal n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

 

Parte seconda: Delle contravvenzioni

Art. 103

De­fi­ni­zio­ne

 

So­no con­trav­ven­zio­ni i rea­ti cui è com­mi­na­ta la mul­ta.

Art. 104

Ap­pli­ca­bi­li­tà del­le di­spo­si­zio­ni del­la par­te pri­ma

 

Le di­spo­si­zio­ni del­la par­te pri­ma del pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca­no an­che al­le con­trav­ven­zio­ni, con le mo­di­fi­che qui ap­pres­so.

Art. 105

Inap­pli­ca­bi­li­tà o ap­pli­ca­bi­li­tà con­di­zio­na­le

 

1Le di­spo­si­zio­ni sul­la con­di­zio­na­le (art. 42 e 43), sull'espul­sio­ne (art. 66a‒66d) e sul­la re­spon­sa­bi­li­tà dell'im­pre­sa (art. 102) non so­no ap­pli­ca­bi­li al­le con­trav­ven­zio­ni.1

2Il ten­ta­ti­vo e la com­pli­ci­tà so­no pu­ni­ti sol­tan­to nei ca­si espres­sa­men­te pre­vi­sti dal­la leg­ge.

3Le mi­su­re pri­va­ti­ve del­la li­ber­tà (art. 59-61 e 64), lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà (art. 67), il di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te (art. 67b) non­ché la pub­bli­ca­zio­ne del­la sen­ten­za (art. 68) so­no am­mes­si sol­tan­to nei ca­si espres­sa­men­te pre­vi­sti dal­la leg­ge.2


1 Nuo­vo te­sto giu­stal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Art. 106

Mul­ta

 

1Se la leg­ge non di­spo­ne al­tri­men­ti, il mas­si­mo del­la mul­ta è di die­ci­mi­la fran­chi.

2In ca­so di man­ca­to pa­ga­men­to del­la mul­ta per col­pa dell'au­to­re, il giu­di­ce or­di­na nel­la sen­ten­za una pe­na de­ten­ti­va so­sti­tui­va da un mi­ni­mo di un gior­no a un mas­si­mo di tre me­si.

3Il giu­di­ce com­mi­su­ra la mul­ta e la pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va al­le con­di­zio­ni dell'au­to­re, in mo­do che que­sti scon­ti una pe­na ade­gua­ta al­la sua col­pe­vo­lez­za.

4Il pa­ga­men­to ul­te­rio­re del­la mul­ta com­por­ta una ri­du­zio­ne pro­por­zio­na­le del­la pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va.

5Per l'esa­zio­ne e la com­mu­ta­zio­ne si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia gli ar­ti­co­li 35 e 36 ca­po­ver­si 2-5.

Art. 107


1 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), con ef­fet­to 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

 

Art. 108


1 Per ra­gio­ni di tec­ni­ca le­gi­sla­ti­va, l'art. é pri­vo di con­te­nu­to. Te­sto ret­ti­fi­ca­to dal­la Com­mis­sio­ne di re­da­zio­ne dell'AF (art. 58 cpv. 1 LParl ; RS 171.10).

 

Art. 109

Pre­scri­zio­ne

 

L'azio­ne pe­na­le e la pe­na si pre­scri­vo­no in tre an­ni.

Parte terza: Definizioni

Art. 110


1 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 37 n. 1 del­la L del 18 giu. 2004 sull'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1°gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).
2RU 2006 3583

 

1Per con­giun­ti di una per­so­na s'in­ten­do­no il co­niu­ge, il part­ner re­gi­stra­to, i pa­ren­ti in li­nea ret­ta, i fra­tel­li e so­rel­le ger­ma­ni, con­san­gui­nei o ute­ri­ni, i ge­ni­to­ri adot­ti­vi, i fra­tel­li e so­rel­le adot­ti­vi e i fi­gli adot­ti­vi.1

2Per mem­bri del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca s'in­ten­do­no le per­so­ne con­vi­ven­ti nel­la me­de­si­ma eco­no­mia do­me­sti­ca.

3Per fun­zio­na­ri s'in­ten­do­no i fun­zio­na­ri e im­pie­ga­ti di un'am­mi­ni­stra­zio­ne pub­bli­ca e del­la giu­sti­zia, non­ché le per­so­ne che vi oc­cu­pa­no prov­vi­so­ria­men­te un uf­fi­cio o un im­pie­go o eser­ci­ta­no tem­po­ra­nea­men­te pub­bli­che fun­zio­ni.

3bisUna di­spo­si­zio­ne che si ba­sa sul con­cet­to di co­sa è ap­pli­ca­bi­le an­che agli ani­ma­li.2

4Per do­cu­men­ti s'in­ten­do­no gli scrit­ti de­sti­na­ti e at­ti a pro­va­re un fat­to di por­ta­ta giu­ri­di­ca non­ché i se­gni de­sti­na­ti a tal fi­ne. La re­gi­stra­zio­ne su sup­por­ti d'im­ma­gi­ni o di da­ti è equi­pa­ra­ta al­la for­ma scrit­ta per quan­to ser­va al me­de­si­mo sco­po.

5Per do­cu­men­ti pub­bli­ci s'in­ten­do­no i do­cu­men­ti ema­na­ti da mem­bri di un'au­to­ri­tà, da fun­zio­na­ri o da pub­bli­ci uf­fi­cia­li nell'eser­ci­zio del­le lo­ro fun­zio­ni so­vra­ne. Non so­no con­si­de­ra­ti pub­bli­ci i do­cu­men­ti ema­na­ti in af­fa­ri di di­rit­to ci­vi­le dall'am­mi­ni­stra­zio­ne del­le im­pre­se di ca­rat­te­re eco­no­mi­co e dei mo­no­po­li del­lo Sta­to o di al­tre cor­po­ra­zio­ni e isti­tu­ti di di­rit­to pub­bli­co.

6Il gior­no è con­ta­to in ra­gio­ne di ven­ti­quat­tr'ore con­se­cu­ti­ve. Il me­se e l'an­no so­no com­pu­ta­ti se­con­do il ca­len­da­rio co­mu­ne.

7È con­si­de­ra­to car­ce­re pre­ven­ti­vo ogni car­ce­ra­zio­ne or­di­na­ta nel cor­so del pro­ce­di­men­to pe­na­le per i bi­so­gni dell'istru­zio­ne, per mo­ti­vi di si­cu­rez­za o in vi­sta d'estra­di­zio­ne.

Libro secondo: Disposizioni speciali

Titolo primo: Dei reati contro la vita e l'integrità della persona

Art. 111

1. Omi­ci­dio.

Omi­ci­dio in­ten­zio­na­le

 

Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te uc­ci­de una per­so­na è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va1 non in­fe­rio­re a cin­que an­ni, in quan­to non ri­cor­ra­no le con­di­zio­ni pre­vi­ste ne­gli ar­ti­co­li se­guen­ti.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 1 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 112

As­sas­si­nio

 

Se il col­pe­vo­le ha agi­to con par­ti­co­la­re man­can­za di scru­po­li, se­gna­ta­men­te con mo­ven­te, sco­po o mo­da­li­tà par­ti­co­lar­men­te per­ver­si, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va a vi­ta o una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a die­ci an­ni.2


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 113

Omi­ci­dio pas­sio­na­le

 

Se il col­pe­vo­le ha agi­to ce­den­do a una vio­len­ta com­mo­zio­ne dell'ani­mo scu­sa­bi­le per le cir­co­stan­ze o in sta­to di pro­fon­da pro­stra­zio­ne, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va da uno a die­ci an­ni.2


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 114

Omi­ci­dio su ri­chie­sta del­la vit­ti­ma

 

Chiun­que, per mo­ti­vi ono­re­vo­li, se­gna­ta­men­te per pie­tà, ca­gio­na la mor­te di una per­so­na a sua se­ria e in­si­sten­te ri­chie­sta, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria2.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).
2 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 115

Isti­ga­zio­ne e aiu­to al sui­ci­dio

 

Chiun­que per mo­ti­vi egoi­sti­ci isti­ga al­cu­no al sui­ci­dio o gli pre­sta aiu­to è pu­ni­to, se il sui­ci­dio è sta­to con­su­ma­to o ten­ta­to, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria1.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 3 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 116

In­fan­ti­ci­dio

 

La ma­dre che, du­ran­te il par­to o fin­ché si tro­va sot­to l'in­fluen­za del puer­pe­rio, uc­ci­de l'in­fan­te, è pu­ni­ta con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449 246; FF 1985 II 901).

Art. 117

Omi­ci­dio col­po­so

 

Chiun­que per ne­gli­gen­za ca­gio­na la mor­te di al­cu­no è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 118

2. In­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za.

In­ter­ru­zio­ne pu­ni­bi­le del­la gra­vi­dan­za

 

1Chiun­que in­ter­rom­pe una gra­vi­dan­za con il con­sen­so del­la ge­stan­te, isti­ga una ge­stan­te ad in­ter­rom­pe­re la gra­vi­dan­za o le pre­sta aiu­to nel far­lo, sen­za che le con­di­zio­ni dell'ar­ti­co­lo 119 sia­no adem­piu­te, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Chiun­que in­ter­rom­pe una gra­vi­dan­za sen­za il con­sen­so del­la ge­stan­te è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno2 a die­ci an­ni.

3La ge­stan­te che in­ter­rom­pe la gra­vi­dan­za da so­la o con l'aiu­to di un ter­zo o par­te­ci­pa al­tri­men­ti a in­ter­rom­per­la do­po la do­di­ce­si­ma set­ti­ma­na dall'ini­zio dell'ul­ti­ma me­strua­zio­ne, sen­za che le con­di­zio­ni dell'ar­ti­co­lo 119 ca­po­ver­so 1 sia­no adem­piu­te, è pu­ni­ta con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

4Nei ca­si di cui ai ca­po­ver­si 1 e 3, l'azio­ne pe­na­le si pre­scri­ve in tre an­ni.3


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 mar. 2001 (In­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za), in vi­go­re dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2989; FF 1998 2381 4285).
2 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 4 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 22 mar. 2002 (Pre­scri­zio­ne dell'azio­ne pe­na­le), in vi­go­re dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2986; FF 2002 2416 1513).

Art. 119

In­ter­ru­zio­ne non pu­ni­bi­le del­la gra­vi­dan­za

 

1L'in­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za non è pu­ni­bi­le se, in ba­se al giu­di­zio di un me­di­co, è ne­ces­sa­ria per evi­ta­re al­la ge­stan­te il pe­ri­co­lo di un gra­ve dan­no fi­si­co o di una gra­ve an­gu­stia psi­chi­ca. Il pe­ri­co­lo de­ve es­se­re tan­to più gra­ve quan­to più avan­za­ta è la gra­vi­dan­za.

2L'in­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za non è nem­me­no pu­ni­bi­le se, su ri­chie­sta scrit­ta del­la ge­stan­te che fa va­le­re uno sta­to di an­gu­stia, è ef­fet­tua­ta en­tro do­di­ci set­ti­ma­ne dall'ini­zio dell'ul­ti­ma me­strua­zio­ne da un me­di­co abi­li­ta­to ad eser­ci­ta­re la pro­fes­sio­ne. Pri­ma dell'in­ter­ven­to, il me­di­co tie­ne per­so­nal­men­te un col­lo­quio ap­pro­fon­di­to con la ge­stan­te e le for­ni­sce tut­te le in­for­ma­zio­ni uti­li.

3Se la ge­stan­te è in­ca­pa­ce di di­scer­ni­men­to è ne­ces­sa­rio il con­sen­so del suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le.

4I Can­to­ni de­si­gna­no gli stu­di me­di­ci e gli ospe­da­li che adem­pio­no i re­qui­si­ti ne­ces­sa­ri per pra­ti­ca­re cor­ret­ta­men­te l'in­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za e per for­ni­re una con­su­len­za ap­pro­fon­di­ta.

5Qual­sia­si in­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za dev'es­se­re an­nun­cia­ta a fi­ni sta­ti­sti­ci all'au­to­ri­tà sa­ni­ta­ria com­pe­ten­te, nel ri­spet­to tut­ta­via dell'ano­ni­ma­to del­la don­na in­te­res­sa­ta e del se­gre­to me­di­co.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 mar. 2001 (In­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za), in vi­go­re dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2989; FF 1998 2381 4285).

Art. 120

Con­trav­ven­zio­ni com­mes­se dal me­di­co

 

1Il me­di­co che in­ter­rom­pe una gra­vi­dan­za in ap­pli­ca­zio­ne dell'ar­ti­co­lo 119 ca­po­ver­so 2 e che pri­ma dell'in­ter­ven­to omet­te di:

a.
chie­de­re al­la ge­stan­te una ri­chie­sta scrit­ta;
b.
te­ne­re per­so­nal­men­te un col­lo­quio ap­pro­fon­di­to con la ge­stan­te e di for­nir­le tut­te le in­for­ma­zio­ni uti­li, in­for­mar­la sui ri­schi me­di­ci dell'in­ter­ven­to e con­se­gnar­le, con­tro fir­ma, un opu­sco­lo con­te­nen­te:
1.
un elen­co dei con­sul­to­ri mes­si a di­spo­si­zio­ne gra­tui­ta­men­te,
2.
una li­sta del­le as­so­cia­zio­ni e de­gli or­ga­ni­smi su­scet­ti­bi­li di for­ni­re un aiu­to mo­ra­le o ma­te­ria­le,
3.
in­for­ma­zio­ni sul­le pos­si­bi­li­tà di ado­zio­ne del na­sci­tu­ro; e
c.
as­si­cu­rar­si per­so­nal­men­te che la ge­stan­te di me­no di se­di­ci an­ni si sia ri­vol­ta a un con­sul­to­rio per mi­no­ren­ni,

è pu­ni­to con la mul­ta2.

2È pu­ni­to con la me­de­si­ma pe­na pu­re il me­di­co che omet­te di an­nun­cia­re all'au­to­ri­tà sa­ni­ta­ria com­pe­ten­te l'in­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za, se­con­do l'ar­ti­co­lo 119 ca­po­ver­so 5.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 mar. 2001 (In­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za), in vi­go­re dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2989; FF 1998 2381 4285).
2 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 5 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 121


1 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 23 mar. 2001 (In­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za), con ef­fet­to dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2989; FF 1998 2381 4285).

 

Art. 122

3. Le­sio­ni per­so­na­li.

Le­sio­ni gra­vi

 

Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te fe­ri­sce una per­so­na met­ten­do­ne in pe­ri­co­lo la vi­ta,

chiun­que in­ten­zio­nal­men­te mu­ti­la il cor­po, un or­ga­no o ar­to im­por­tan­te di una per­so­na, o le pro­du­ce la per­di­ta dell'uso di un ta­le or­ga­no o ar­to, o le ca­gio­na per­ma­nen­te­men­te in­ca­pa­ci­tà al la­vo­ro, in­fer­mi­tà o ma­lat­tia men­ta­le, o le sfre­gia in mo­do gra­ve e per­ma­nen­te il vi­so,

chiun­que in­ten­zio­nal­men­te ca­gio­na un al­tro gra­ve dan­no al cor­po od al­la sa­lu­te fi­si­ca o men­ta­le di una per­so­na,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da sei me­si a die­ci an­ni.2


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 123

Le­sio­ni sem­pli­ci

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te ca­gio­na un dan­no in al­tro mo­do al cor­po od al­la sa­lu­te di una per­so­na, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Nei ca­si po­co gra­vi il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na (art. 48a).2

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria e il col­pe­vo­le è per­se­gui­to d'uf­fi­cio,

se egli ha fat­to uso di ve­le­no, di un'ar­ma o di un og­get­to pe­ri­co­lo­so,

se egli ha agi­to con­tro una per­so­na in­ca­pa­ce di di­fen­der­si o con­tro una per­so­na, se­gna­ta­men­te un fan­ciul­lo, del­la qua­le ave­va la cu­sto­dia o do­ve­va aver cu­ra,

se egli è il co­niu­ge del­la vit­ti­ma e ha agi­to du­ran­te il ma­tri­mo­nio o nell'an­no suc­ces­si­vo al di­vor­zio,3

se egli è il part­ner re­gi­stra­to o l'ex part­ner re­gi­stra­to del­la vit­ti­ma e ha agi­to du­ran­te l'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta o nell'an­no suc­ces­si­vo al suo scio­gli­men­to,4

se egli è il part­ner ete­ro­ses­sua­le o omo­ses­sua­le del­la vit­ti­ma, a con­di­zio­ne che es­si vi­ve­va­no in co­mu­nio­ne do­me­sti­ca per un tem­po in­de­ter­mi­na­to e l'at­to sia sta­to com­mes­so du­ran­te que­sto tem­po o nell'an­no suc­ces­si­vo al­la se­pa­ra­zio­ne.5


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).
2 Nuo­vo te­sto del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).
3 Com­ma in­tro­dot­to dal il n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 1732 1761).
4 Com­ma. in­tro­dot­to dal n. 18 dell'all. al­la L del 18 giu. 2004 sull'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).
5 Ori­gi­na­rio com­ma 4. In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 1732 1761).

Art. 124

Mu­ti­la­zio­ne di or­ga­ni ge­ni­ta­li fem­mi­ni­li

 

1Chiun­que mu­ti­la gli or­ga­ni ge­ni­ta­li di una per­so­na di ses­so fem­mi­ni­le, pre­giu­di­ca con­si­de­re­vol­men­te e in mo­do per­ma­nen­te la lo­ro fun­zio­ne na­tu­ra­le o li dan­neg­gia in al­tro mo­do, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 180 ali­quo­te gior­na­lie­re.

2È pu­ni­bi­le an­che chi com­met­te il rea­to all'este­ro, si tro­va in Sviz­ze­ra e non è estra­da­to. L'ar­ti­co­lo 7 ca­po­ver­si 4 e 5 è ap­pli­ca­bi­le.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 30 set. 2012, in vi­go­re dal 1° lug. 2012 (RU 2012 2575; FF 2010 4941 4967).

Art. 125

Le­sio­ni col­po­se

 

1Chiun­que per ne­gli­gen­za ca­gio­na un dan­no al cor­po o al­la sa­lu­te d'una per­so­na è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria1.

2Se la le­sio­ne è gra­ve, il col­pe­vo­le è per­se­gui­to d'uf­fi­cio.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 126

Vie di fat­to

 

1Chiun­que com­met­te vie di fat­to con­tro una per­so­na, sen­za ca­gio­nar­le un dan­no al cor­po o al­la sa­lu­te, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con la mul­ta.

2Il col­pe­vo­le è per­se­gui­to d'uf­fi­cio se ha agi­to rei­te­ra­ta­men­te:

a.
con­tro una per­so­na, se­gna­ta­men­te un fan­ciul­lo, del­la qua­le ave­va la cu­sto­dia o do­ve­va aver cu­ra;
b.
con­tro il pro­prio co­niu­ge du­ran­te il ma­tri­mo­nio o nell'an­no suc­ces­si­vo al di­vor­zio; o
bbis.1 con­tro il pro­prio part­ner re­gi­stra­to o ex part­ner re­gi­stra­to, du­ran­te l'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta o nell'an­no suc­ces­si­vo al suo scio­gli­men­to; o
c.
con­tro il pro­prio part­ner ete­ro­ses­sua­le o omo­ses­sua­le, a con­di­zio­ne che es­si vi­va­no in co­mu­nio­ne do­me­sti­ca per un tem­po in­de­ter­mi­na­to e l'at­to sia sta­to com­mes­so du­ran­te que­sto tem­po o nell'an­no suc­ces­si­vo al­la se­pa­ra­zio­ne.2

1 In­tro­dot­ta dal n. 18 dell'all. al­la L del 18 giu. 2004 sull'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).
2 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 23 giu. 1989 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 1732 1761).

Art. 127

4. Espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo del­la vi­ta o sa­lu­te al­trui.

Ab­ban­do­no

 

Chiun­que espo­ne a pe­ri­co­lo di mor­te od a gra­ve im­mi­nen­te pe­ri­co­lo di per­di­ta del­la sa­lu­te una per­so­na in­ca­pa­ce di prov­ve­de­re a se stes­sa e del­la qua­le egli ha la cu­sto­dia o de­ve aver cu­ra, ov­ve­ro l'ab­ban­do­na in sif­fat­to pe­ri­co­lo, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

Art. 128

Omis­sio­ne di soc­cor­so

 

Chiun­que omet­te di pre­sta­re soc­cor­so a una per­so­na da lui fe­ri­ta o in im­mi­nen­te pe­ri­co­lo di mor­te, an­cor­ché, se­con­do le cir­co­stan­ze, lo si po­tes­se da lui ra­gio­ne­vol­men­te esi­ge­re,

chiun­que im­pe­di­sce ad un ter­zo di pre­sta­re soc­cor­so o lo osta­co­la nell'adem­pi­men­to di ta­le do­ve­re,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

Art. 128bis

Fal­so al­lar­me

 

Chiun­que, co­scien­te del­la gra­tui­tà del suo at­to, al­lar­ma sen­za mo­ti­vo i ser­vi­zi pub­bli­ci di si­cu­rez­za o di in­te­res­se ge­ne­ra­le, un ser­vi­zio di sal­va­tag­gio o di soc­cor­so, in par­ti­co­la­re la po­li­zia, i pom­pie­ri o i ser­vi­zi sa­ni­ta­ri, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 17 giu. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1995 (RU 1994 2290; FF 1991 II 797).

Art. 129

Espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo del­la vi­ta al­trui

 

Chiun­que met­te sen­za scru­po­li in pe­ri­co­lo im­mi­nen­te la vi­ta al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

Art. 130 a 132


1 Abro­ga­ti dal n. I del­la LF del 23 giu. 1989, con ef­fet­to dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

 

Art. 133

Ris­sa

 

1Chiun­que pren­de par­te ad una ris­sa che ha per con­se­guen­za la mor­te o la le­sio­ne di una per­so­na, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Non è pu­ni­bi­le chi si li­mi­ti a re­spin­ge­re gli at­tac­chi od a se­pa­ra­re i con­ten­den­ti.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

Art. 134

Ag­gres­sio­ne

 

Chiun­que pren­de par­te ad un'ag­gres­sio­ne, a dan­no di una o più per­so­ne, che ha per con­se­guen­za la mor­te o la le­sio­ne di un ag­gre­di­to o di un ter­zo, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria2.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).
2 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 6 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 135

Rap­pre­sen­ta­zio­ne di at­ti di cru­da vio­len­za

 

1Chiun­que fab­bri­ca, im­por­ta, tie­ne in de­po­si­to, met­te in cir­co­la­zio­ne, pro­pa­gan­da, espo­ne, of­fre, mo­stra, la­scia o ren­de ac­ces­si­bi­li re­gi­stra­zio­ni so­no­re o vi­si­ve, im­ma­gi­ni o al­tri og­get­ti o rap­pre­sen­ta­zio­ni che, sen­za ave­re al­cun va­lo­re cul­tu­ra­le o scien­ti­fi­co de­gno di pro­te­zio­ne, mo­stra­no con in­si­sten­za at­ti di cru­da vio­len­za ver­so es­se­ri uma­ni o ani­ma­li e per­tan­to of­fen­do­no gra­ve­men­te la di­gni­tà uma­na, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

1bisChiun­que ac­qui­sta, si pro­cu­ra per via elet­tro­ni­ca o in al­tro mo­do o pos­sie­de og­get­ti o rap­pre­sen­ta­zio­ni se­con­do il ca­po­ver­so 1 che mo­stra­no at­ti di vio­len­za ver­so es­se­ri uma­ni o ani­ma­li, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no ad un an­no o con una pe­na pe­cu­nia­ria.23

2Gli og­get­ti so­no con­fi­sca­ti.

3Se il col­pe­vo­le ha agi­to per fi­ne di lu­cro, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va é cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.4


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).
3 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 5 ott. 2001(Rea­ti con­tro l'in­te­gri­tà ses­sua­le; di­vie­to del pos­ses­so di por­no­gra­fia du­ra), in vi­go­re dal 1° apr. 2002 (RU 2002 408; FF 2000 2609). Ret­ti­fi­ca­to dal­la Com­mis­sio­ne di re­da­zio­ne dell'AF (art. 58 cpv. 1 LParl; RS 171.10).
4 Nuo­ve espr. del cpv. giu­sta il n. II 1 cpv. 7 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 136

Som­mi­ni­stra­zio­ne a fan­ciul­li di so­stan­ze pe­ri­co­lo­se per la sa­lu­te

 

Chiun­que som­mi­ni­stra a una per­so­na mi­no­re di se­di­ci an­ni, o le met­te a di­spo­si­zio­ne per il con­su­mo, be­van­de al­co­li­che o al­tre so­stan­ze in quan­ti­tà pe­ri­co­lo­se per la sa­lu­te, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II del­la LF del 20 mar. 2008, in vi­go­re dal 1° lug. 2011 (RU 2011 2559, 2009 2623; FF 2006 7879 7949).

Titolo secondo: Dei reati contro il patrimonio

Art. 137

1. Rea­ti con­tro il pa­tri­mo­nio.

Ap­pro­pria­zio­ne sem­pli­ce

 

1. Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, si ap­pro­pria una co­sa mo­bi­le al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, in quan­to non ri­cor­ra­no le con­di­zio­ni de­gli ar­ti­co­li 138-140.

2. Se il col­pe­vo­le ha tro­va­to la co­sa o ne è en­tra­to in pos­ses­so in mo­do in­di­pen­den­te dal­la sua vo­lon­tà,

se egli ha agi­to sen­za fi­ne di lu­cro o

se il rea­to è sta­to com­mes­so a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca,

è pu­ni­to sol­tan­to a que­re­la di par­te.

Art. 138

Ap­pro­pria­zio­ne in­de­bi­ta

 

1. Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, si ap­pro­pria una co­sa mo­bi­le al­trui che gli è sta­ta af­fi­da­ta,

chiun­que in­de­bi­ta­men­te im­pie­ga a pro­fit­to pro­prio o di un ter­zo va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li af­fi­da­ti­gli,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

L'ap­pro­pria­zio­ne in­de­bi­ta a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca è pu­ni­ta sol­tan­to a que­re­la di par­te.

2. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria1 se ha com­mes­so il fat­to in qua­li­tà di mem­bro di un'au­to­ri­tà, di fun­zio­na­rio, di tu­to­re, di cu­ra­to­re, di ge­ren­te di pa­tri­mo­ni, o nell'eser­ci­zio di una pro­fes­sio­ne, di un'in­du­stria o di un com­mer­cio, per il qua­le ha ot­te­nu­to l'au­to­riz­za­zio­ne da un'au­to­ri­tà.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 8 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 139

Fur­to

 

1. Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, sot­trae al fi­ne di ap­pro­priar­se­ne una co­sa mo­bi­le al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re1 se fa me­stie­re del fur­to.

3. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da sei me­si a die­ci an­ni se2

ha per­pe­tra­to il fur­to co­me as­so­cia­to ad una ban­da in­te­sa a com­met­te­re fur­ti o ra­pi­ne,

per com­met­te­re il fur­to si è mu­ni­to di un'ar­ma da fuo­co o di un'al­tra ar­ma pe­ri­co­lo­sa o,

per il mo­do in cui ha per­pe­tra­to il fur­to, si di­mo­stra co­mun­que par­ti­co­lar­men­te pe­ri­co­lo­so.

4. Il fur­to a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca è pu­ni­to sol­tan­to a que­re­la di par­te.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 9 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 140

Ra­pi­na

 

1. Chiun­que com­met­te un fur­to usan­do vio­len­za con­tro una per­so­na, mi­nac­cian­do­la di un pe­ri­co­lo im­mi­nen­te al­la vi­ta o all'in­te­gri­tà cor­po­ra­le o ren­den­do­la in­ca­pa­ce di op­por­re re­si­sten­za, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da sei me­si a die­ci an­ni.1

È pu­ni­to con la stes­sa pe­na chiun­que, sor­pre­so in fla­gran­te rea­to di fur­to, com­met­te uno de­gli at­ti di coa­zio­ne men­zio­na­ti nel com­ma 1 nell'in­ten­to di con­ser­va­re la co­sa ru­ba­ta.

2. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no2 se, per com­met­te­re la ra­pi­na, si è mu­ni­to di un'ar­ma da fuo­co o di un'al­tra ar­ma pe­ri­co­lo­sa.

3. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a due an­ni se ha ese­gui­to la ra­pi­na co­me as­so­cia­to ad una ban­da in­te­sa a com­met­te­re fur­ti o ra­pi­ne, o

per il mo­do in cui ha per­pe­tra­to la ra­pi­na, si di­mo­stra co­mun­que par­ti­co­lar­men­te pe­ri­co­lo­so.

4. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a cin­que an­ni se il col­pe­vo­le ha espo­sto la vit­ti­ma a pe­ri­co­lo di mor­te, le ha ca­gio­na­to una le­sio­ne per­so­na­le gra­ve o l'ha trat­ta­ta con cru­del­tà.


1 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
2 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 12 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 141

Sot­tra­zio­ne di una co­sa mo­bi­le

 

Chiun­que, sen­za in­ten­zio­ne di ap­pro­priar­se­ne, sot­trae una co­sa mo­bi­le al le­git­ti­mo de­ten­to­re cau­san­do­gli un pre­giu­di­zio con­si­de­re­vo­le è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 141bis

Im­pie­go il­le­ci­to di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li

 

Chiun­que im­pie­ga in­de­bi­ta­men­te, a pro­fit­to pro­prio o al­trui, va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li ve­nu­ti in suo pos­ses­so in mo­do in­di­pen­den­te dal­la sua vo­lon­tà è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 142

Sot­tra­zio­ne di ener­gia

 

1Chiun­que sot­trae in­de­bi­ta­men­te ener­gia ad un im­pian­to per l'uti­liz­za­zio­ne di for­ze na­tu­ra­li, in mo­do par­ti­co­la­re ad un im­pian­to elet­tri­co, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Se il col­pe­vo­le ha agi­to per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 143

Ac­qui­si­zio­ne il­le­ci­ta di da­ti

 

1Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, pro­cu­ra, per sé o al­tri, da­ti a lui non de­sti­na­ti e spe­cial­men­te pro­tet­ti con­tro il suo ac­ces­so non au­to­riz­za­to, re­gi­stra­ti o tra­smes­si elet­tro­ni­ca­men­te o se­con­do un mo­do si­mi­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2L'ac­qui­si­zio­ne il­le­ci­ta di da­ti a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca è pu­ni­ta sol­tan­to a que­re­la di par­te.

Art. 143bis

Ac­ces­so in­de­bi­to a un si­ste­ma per l'ela­bo­ra­zio­ne di da­ti

 

1Chiun­que si in­tro­du­ce in­de­bi­ta­men­te, per mez­zo di un di­spo­si­ti­vo di tra­smis­sio­ne dei da­ti, in un si­ste­ma al­trui per l'ela­bo­ra­zio­ne di da­ti spe­cial­men­te pro­tet­to con­tro ogni suo ac­ces­so è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Chiun­que met­te in cir­co­la­zio­ne o ren­de ac­ces­si­bi­li pas­sword, pro­gram­mi o al­tri da­ti, sa­pen­do o do­ven­do pre­su­me­re che so­no uti­liz­za­ti al­lo sco­po di com­met­te­re un rea­to se­con­do il ca­po­ver­so 1, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 2 n. 1 del DF del 18 mar. 2011 (Con­ven­zio­ne del Con­si­glio d'Eu­ro­pa sul­la ci­ber­cri­mi­na­li­tà), in vi­go­re dal 1° gen. 2012 (RU 2011 6293; FF 2010 4119).

Art. 144

Dan­neg­gia­men­to

 

1Chiun­que de­te­rio­ra, di­strug­ge o ren­de in­ser­vi­bi­le una co­sa al­trui, o su cui gra­va un di­rit­to d'uso o d'usu­frut­to a fa­vo­re di al­tri, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Se il col­pe­vo­le ha per­pe­tra­to il dan­neg­gia­men­to in oc­ca­sio­ne di un pub­bli­co as­sem­bra­men­to, si pro­ce­de d'uf­fi­cio.

3Il giu­di­ce può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni se il col­pe­vo­le ha ca­gio­na­to un dan­no con­si­de­re­vo­le. Il per­se­gui­men­to ha luo­go d'uf­fi­cio.

Art. 144bis

Dan­neg­gia­men­to di da­ti

 

1. Chiun­que, il­le­ci­ta­men­te, can­cel­la, mo­di­fi­ca o ren­de in­ser­vi­bi­li da­ti re­gi­stra­ti o tra­smes­si elet­tro­ni­ca­men­te o se­con­do un mo­do si­mi­le è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Il giu­di­ce può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni se il col­pe­vo­le ha cau­sa­to un dan­no con­si­de­re­vo­le. Il per­se­gui­men­to ha luo­go d'uf­fi­cio.

2. Chiun­que al­le­sti­sce, im­por­ta, met­te in cir­co­la­zio­ne, pro­pa­gan­da, of­fre o ren­de co­mun­que ac­ces­si­bi­li pro­gram­mi che sa o de­ve pre­su­me­re de­sti­na­ti a sco­pi di cui al nu­me­ro 1, o dà in­di­ca­zio­ni per al­le­stir­li, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Se il col­pe­vo­le ha agi­to per me­stie­re, può es­se­re pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni.

Art. 145

Ap­pro­pria­zio­ne e sot­tra­zio­ne di co­se da­te in pe­gno o sog­get­te a ri­ten­zio­ne

 

Il de­bi­to­re che, nell'in­ten­zio­ne di nuo­ce­re al pro­prio cre­di­to­re, gli sot­trae una co­sa su cui gra­va un di­rit­to di pe­gno o di ri­ten­zio­ne, op­pu­re ne di­spo­ne ar­bi­tra­ria­men­te, la de­te­rio­ra, di­strug­ge, sva­lu­ta o ren­de in­ser­vi­bi­le, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, una con pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 146

Truf­fa

 

1Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, in­gan­na con astu­zia una per­so­na af­fer­man­do co­se fal­se o dis­si­mu­lan­do co­se ve­re, op­pu­re ne con­fer­ma sub­do­la­men­te l'er­ro­re in­du­cen­do­la in tal mo­do ad at­ti pre­giu­di­zie­vo­li al pa­tri­mo­nio pro­prio o al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re se il col­pe­vo­le fa me­stie­re del­la truf­fa.

3La truf­fa a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca è pu­ni­ta sol­tan­to a que­re­la di par­te.

Art. 147

Abu­so di un im­pian­to per l'ela­bo­ra­zio­ne di da­ti

 

1Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, ser­ven­do­si in mo­do abu­si­vo, in­com­ple­to o in­de­bi­to di da­ti, op­pu­re di un ana­lo­go pro­ce­di­men­to, in­flui­sce su un pro­ces­so elet­tro­ni­co o si­mi­le di trat­ta­men­to o di tra­smis­sio­ne di da­ti e pro­vo­ca, per mez­zo dei ri­sul­ta­ti er­ro­nei co­sì ot­te­nu­ti, un tra­sfe­ri­men­to di at­ti­vi a dan­no di al­tri o dis­si­mu­la un tra­sfe­ri­men­to di at­ti­vi ap­pe­na ef­fet­tua­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re se il col­pe­vo­le fa me­stie­re di ta­li ope­ra­zio­ni.

3L'abu­so di un im­pian­to per l'ela­bo­ra­zio­ne di da­ti a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca è pu­ni­to sol­tan­to a que­re­la di par­te.

Art. 148

Abu­so di car­te- chè­ques o di cre­di­to

 

1Chiun­que, in­sol­ven­te o non di­spo­sto a sal­da­re il do­vu­to, ot­tie­ne pre­sta­zio­ni di na­tu­ra pa­tri­mo­nia­le uti­liz­zan­do una car­ta-chè­que, una car­ta di cre­di­to o un ana­lo­go mez­zo di pa­ga­men­to, ca­gio­nan­do un dan­no al pa­tri­mo­nio dell'isti­tu­to d'emis­sio­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, se l'isti­tu­to d'emis­sio­ne e l'im­pre­sa con­traen­te han­no pre­so le mi­su­re che si po­te­va­no ra­gio­ne­vol­men­te esi­ge­re da lo­ro per evi­ta­re l'abu­so del­la car­ta.

2La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re se il col­pe­vo­le fa me­stie­re di ta­li ope­ra­zio­ni.

Art. 148a

Ot­te­ni­men­to il­le­ci­to di pre­sta­zio­ni di un'as­si­cu­ra­zio­ne so­cia­le o dell'aiu­to so­cia­le

 

1Chiun­que, for­nen­do in­for­ma­zio­ni fal­se o in­com­ple­te, sot­ta­cen­do fat­ti o in al­tro mo­do, in­gan­na una per­so­na o ne con­fer­ma l'er­ro­re, ot­te­nen­do in tal mo­do per sé o per ter­zi pre­sta­zio­ni di un'as­si­cu­ra­zio­ne so­cia­le o dell'aiu­to so­cia­le a cui egli o i ter­zi non han­no di­rit­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va fi­no a un an­no o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Nei ca­si po­co gra­vi la pe­na è del­la mul­ta.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

Art. 149

Fro­de del­lo scot­to

 

Chiun­que si fa ospi­ta­re o ser­vi­re ci­bi o bi­bi­te in un eser­ci­zio pub­bli­co al­ber­ghie­ro o di ri­sto­ra­zio­ne o ot­tie­ne al­tre pre­sta­zio­ni e fro­da l'eser­cen­te del­la som­ma do­vu­ta è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 150

Con­se­gui­men­to frau­do­len­to di una pre­sta­zio­ne

 

Chiun­que, sen­za pa­ga­re, ot­tie­ne frau­do­len­te­men­te una pre­sta­zio­ne sa­pen­do che la stes­sa è da­ta sol­tan­to a pa­ga­men­to, in mo­do par­ti­co­la­re l'uti­liz­za­zio­ne di un mez­zo di tra­spor­to pub­bli­co,

l'ac­ces­so ad una rap­pre­sen­ta­zio­ne, ad un'espo­si­zio­ne o ad una ma­ni­fe­sta­zio­ne si­mi­le,

il fun­zio­na­men­to di un im­pian­to per l'ela­bo­ra­zio­ne di da­ti o di un ap­pa­rec­chio au­to­ma­ti­co,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 150bis

Fab­bri­ca­zio­ne e im­mis­sio­ne in com­mer­cio di di­spo­si­ti­vi per l'il­le­ci­ta de­co­di­fi­ca­zio­ne di of­fer­te in co­di­ce

 

1Chiun­que fab­bri­ca, im­por­ta, espor­ta, fa tran­si­ta­re, im­met­te in com­mer­cio o in­stal­la ap­pa­rec­chia­tu­re, lo­ro com­po­nen­ti o pro­gram­mi per l'ela­bo­ra­zio­ne di da­ti, de­sti­na­ti o at­ti a de­co­di­fi­ca­re il­le­ci­ta­men­te pro­gram­mi ra­dio­fo­ni­ci o ser­vi­zi di te­le­co­mu­ni­ca­zio­ne in co­di­ce è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con la mul­ta.2

2Il ten­ta­ti­vo e la com­pli­ci­tà so­no pu­ni­bi­li.


1 In­tro­dot­to dal n. 2 dell'all. al­la LF del 30 apr. 1997 sul­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni, in vi­go­re dal 1° gen. 1998 (RU 1997 2187; FF 1996 III 1297).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 151

Dan­no pa­tri­mo­nia­le pro­cu­ra­to con astu­zia

 

Chiun­que, sen­za fi­ne di lu­cro, in­gan­na con astu­zia una per­so­na af­fer­man­do co­se fal­se o dis­si­mu­lan­do co­se ve­re, op­pu­re ne con­fer­ma sub­do­la­men­te l'er­ro­re in­du­cen­do­la in tal mo­do ad at­ti pre­giu­di­zie­vo­li al pa­tri­mo­nio pro­prio od al­trui, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 152

Fal­se in­di­ca­zio­ni su at­ti­vi­tà com­mer­cia­li

 

Chiun­que co­me fon­da­to­re, ti­to­la­re, so­cio il­li­mi­ta­ta­men­te re­spon­sa­bi­le, pro­cu­ra­to­re o mem­bro dell'or­ga­no di ge­stio­ne, del con­si­glio d'am­mi­ni­stra­zio­ne o dell'uf­fi­cio di re­vi­sio­ne, op­pu­re li­qui­da­to­re di una so­cie­tà com­mer­cia­le, coo­pe­ra­ti­va o di un'al­tra azien­da eser­ci­ta­ta in for­ma com­mer­cia­le,

dà o fa da­re, in co­mu­ni­ca­zio­ni al pub­bli­co o in rap­por­ti o pro­po­ste all'in­sie­me dei so­ci o agli as­so­cia­ti all'azien­da, in­di­ca­zio­ni fal­se o in­com­ple­te di im­por­tan­za con­si­de­re­vo­le, ta­li da de­ter­mi­na­re ter­zi ad at­ti di di­spo­si­zio­ne pre­giu­di­zie­vo­li al pro­prio pa­tri­mo­nio,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 153

Fal­se co­mu­ni­ca­zio­ni al­le au­to­ri­tà del re­gi­stro di com­mer­cio

 

Chiun­que in­du­ce l'au­to­ri­tà pre­po­sta al re­gi­stro di com­mer­cio a iscri­ve­re un fat­to con­tra­rio al ve­ro o omet­te di se­gna­lar­le un fat­to che do­vreb­be ve­nir iscrit­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 154

 

Abro­ga­to

Art. 155

Con­traf­fa­zio­ne di mer­ci

 

1. Chiun­que, a sco­po di fro­de nel com­mer­cio e nel­le re­la­zio­ni d'af­fa­ri, fab­bri­ca mer­ci il cui rea­le va­lo­re ve­na­le è in­fe­rio­re a quan­to fan pen­sa­re le ap­pa­ren­ze, se­gna­ta­men­te per­ché con­traf­fà o fal­si­fi­ca mer­ci, im­por­ta, tie­ne in de­po­si­to o met­te in cir­co­la­zio­ne ta­li mer­ci,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, ec­cet­to che l'at­to sia pas­si­bi­le di una pe­na più gra­ve in vir­tù di un'al­tra di­spo­si­zio­ne.

2. Se il col­pe­vo­le fa me­stie­re di ta­li ope­ra­zio­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, ec­cet­to che l'at­to sia pas­si­bi­le di una pe­na più gra­ve in vir­tù di un'al­tra di­spo­si­zio­ne.1


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 3 ott. 2008 con­cer­nen­te l'at­tua­zio­ne del­le Rac­co­man­da­zio­ni ri­ve­du­te del Grup­po d'azio­ne fi­nan­zia­ria, in vi­go­re dal 1° feb. 2009 (RU 2009 361; FF 2007 5687).

Art. 156

Estor­sio­ne

 

1. Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, usan­do vio­len­za con­tro una per­so­na o mi­nac­cian­do­la di un gra­ve dan­no, la in­du­ce ad at­ti pre­giu­di­zie­vo­li al pa­tri­mo­nio pro­prio o al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno a die­ci an­ni se fa me­stie­re dell'estor­sio­ne, o com­met­te ri­pe­tu­ta­men­te l'estor­sio­ne in dan­no del­la me­de­si­ma per­so­na.

3. Se il col­pe­vo­le com­met­te l'estor­sio­ne usan­do vio­len­za con­tro una per­so­na o mi­nac­cian­do­la di un pe­ri­co­lo im­mi­nen­te al­la vi­ta o all'in­te­gri­tà cor­po­ra­le, la pe­na è quel­la com­mi­na­ta dall'ar­ti­co­lo 140.

4. Se il col­pe­vo­le mi­nac­cia di met­te­re in pe­ri­co­lo la vi­ta o l'in­te­gri­tà cor­po­ra­le di mol­te per­so­ne o di cau­sa­re gra­vi dan­ni a co­se di gran­de in­te­res­se pub­bli­co, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no1.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 12 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 157

Usu­ra

 

1. Chiun­que sfrut­ta lo sta­to di bi­so­gno o di di­pen­den­za, l'ine­spe­rien­za o la ca­ren­te ca­pa­ci­tà di di­scer­ni­men­to di una per­so­na per far­le da­re o pro­met­te­re a sé o ad al­tri, co­me cor­ri­spet­ti­vo di una pre­sta­zio­ne, van­tag­gi pe­cu­nia­ri che so­no in ma­ni­fe­sta spro­por­zio­ne eco­no­mi­ca con la pro­pria pre­sta­zio­ne,

chiun­que ac­qui­si­sce un cre­di­to usu­ra­rio e lo alie­na o lo fa va­le­re,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno a die­ci an­ni se fa me­stie­re dell'usu­ra.

Art. 158

Am­mi­ni­stra­zio­ne in­fe­de­le

 

1. Chiun­que, ob­bli­ga­to per leg­ge, man­da­to uf­fi­cia­le o ne­go­zio giu­ri­di­co ad am­mi­ni­stra­re il pa­tri­mo­nio al­trui o a sor­ve­gliar­ne la ge­stio­ne, man­can­do al pro­prio do­ve­re, lo dan­neg­gia o per­met­te che ciò av­ven­ga, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

È pu­ni­to con la stes­sa pe­na chi com­pie ta­li at­ti do­po aver as­sun­to sen­za man­da­to la ge­stio­ne del pa­tri­mo­nio al­trui.

Il giu­di­ce può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni se il col­pe­vo­le ha agi­to per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to.

2. Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, abu­sa del­la qua­li­tà di rap­pre­sen­tan­te con­fe­ri­ta­gli dal­la leg­ge, da un man­da­to uf­fi­cia­le o da un ne­go­zio giu­ri­di­co e ca­gio­na in tal mo­do un dan­no al pa­tri­mo­nio del rap­pre­sen­ta­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

3. L'am­mi­ni­stra­zio­ne in­fe­de­le a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la eco­no­mia do­me­sti­ca è pu­ni­ta sol­tan­to a que­re­la di par­te.

Art. 159

Ap­pro­pria­zio­ne in­de­bi­ta di trat­te­nu­te sa­la­ria­li

 

Il da­to­re di la­vo­ro che di­sat­ten­de l'ob­bli­go di ver­sa­re trat­te­nu­te sa­la­ria­li qua­le pa­ga­men­to di im­po­ste, tas­se, pre­mi e con­tri­bu­ti d'as­si­cu­ra­zio­ne, op­pu­re di uti­liz­zar­le al­tri­men­ti a fa­vo­re del la­vo­ra­to­re e ca­gio­na in tal mo­do a que­st'ul­ti­mo un dan­no pa­tri­mo­nia­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 160

Ri­cet­ta­zio­ne

 

1. Chiun­que ac­qui­sta, ri­ce­ve in do­no o in pe­gno, oc­cul­ta o aiu­ta ad alie­na­re una co­sa che sa o de­ve pre­su­me­re ot­te­nu­ta da un ter­zo me­dian­te un rea­to con­tro il pa­tri­mo­nio, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Il ri­cet­ta­to­re è pu­ni­to con la pe­na com­mi­na­ta al rea­to pre­li­mi­na­re, se que­sta è più mi­te.

Ove il rea­to pre­li­mi­na­re sia per­se­gui­bi­le so­lo a que­re­la di par­te, la ri­cet­ta­zio­ne è pu­ni­bi­le so­lo se la que­re­la è sta­ta spor­ta.

2. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re se fa me­stie­re del­la ri­cet­ta­zio­ne.

Art. 161


1 Abro­ga­to dal n. II 3 del­la LF del 28 set. 2012, con ef­fet­to dal 1° mag. 2013 (RU 2013 1103; FF 2011 6109).

 

Art. 161bis


1 In­tro­dot­to dall'art. 46 del­la LF del 24 mar. 1995 sul­le bor­se e il com­mer­cio di va­lo­ri mo­bi­lia­ri (RU 1997 68; FF 1993 I 1077). Abro­ga­to dal n. II 3 del­la LF del 28 set. 2012, con ef­fet­to dal 1° mag. 2013 (RU 2013 1103; FF 2011 6109).

 

Art. 162

2. Vio­la­zio­ne del se­gre­to di fab­bri­ca o com­mer­cia­le

 

Chiun­que ri­ve­la un se­gre­to di fab­bri­ca o com­mer­cia­le, che ave­va per leg­ge o per con­trat­to l'ob­bli­go di cu­sto­di­re,

chiun­que trae pro­fit­to per sè o per al­tri da que­sta ri­ve­la­zio­ne,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 163

3. Cri­mi­ni o de­lit­ti nel fal­li­men­to e nell'ese­cu­zio­ne per de­bi­ti.

Ban­ca­rot­ta frau­do­len­ta e fro­de nel pi­gno­ra­men­to

 

1. Il de­bi­to­re che, in dan­no dei suoi cre­di­to­ri, di­mi­nui­sce fit­ti­zia­men­te il pro­prio at­ti­vo, in par­ti­co­la­re

di­strae o oc­cul­ta va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li,

si­mu­la de­bi­ti,

ri­co­no­sce de­bi­ti fit­ti­zi op­pu­re in­ci­ta un ter­zo a far­li va­le­re,

è pu­ni­to, se vie­ne di­chia­ra­to il suo fal­li­men­to o se vie­ne ri­la­scia­to con­tro di lui un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Nel­le stes­se con­di­zio­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria il ter­zo che com­pie ta­li at­ti in dan­no dei cre­di­to­ri.

Art. 164

Di­mi­nu­zio­ne dell'at­ti­vo in dan­no dei cre­di­to­ri

 

1. Il de­bi­to­re che, in dan­no dei suoi cre­di­to­ri, di­mi­nui­sce il pro­prio at­ti­vo in quan­to

de­te­rio­ra, di­strug­ge, sva­lu­ta o ren­de in­ser­vi­bi­li va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li, alie­na gra­tui­ta­men­te o con­tro una pre­sta­zio­ne ma­ni­fe­sta­men­te in­fe­rio­re va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li,

ri­fiu­ta sen­za va­li­di mo­ti­vi di­rit­ti che gli spet­ta­no o ri­nun­cia gra­tui­ta­men­te a ta­li di­rit­ti,

è pu­ni­to, se vie­ne di­chia­ra­to il suo fal­li­men­to o se vie­ne ri­la­scia­to con­tro di lui un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Nel­le stes­se con­di­zio­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria il ter­zo che com­pie ta­li at­ti in dan­no dei cre­di­to­ri.

Art. 165

Cat­ti­va ge­stio­ne

 

1. Il de­bi­to­re che, in un mo­do non pre­vi­sto nell'ar­ti­co­lo 164, a cau­sa di una cat­ti­va ge­stio­ne, in par­ti­co­la­re a cau­sa di un'in­suf­fi­cien­te do­ta­zio­ne di ca­pi­ta­le, spe­se spro­por­zio­na­te, spe­cu­la­zio­ni av­ven­ta­te, cre­di­ti con­ces­si o uti­liz­za­ti con leg­ge­rez­za, sven­di­ta di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li, gra­ve ne­gli­gen­za nell'eser­ci­zio del­la sua pro­fes­sio­ne o nell'am­mi­ni­stra­zio­ne dei suoi be­ni,

ca­gio­na o ag­gra­va il pro­prio ec­ces­si­vo in­de­bi­ta­men­to, ca­gio­na la pro­pria in­sol­ven­za o ag­gra­va la sua si­tua­zio­ne co­no­scen­do la pro­pria in­sol­ven­za,

è pu­ni­to, se vie­ne di­chia­ra­to il suo fal­li­men­to o se vie­ne ri­la­scia­to con­tro di lui un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Il de­bi­to­re escus­so in via di pi­gno­ra­men­to è per­se­gui­to pe­nal­men­te sol­tan­to a que­re­la di un cre­di­to­re che ha ot­te­nu­to con­tro di lui un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni.

La que­re­la de­ve es­se­re pre­sen­ta­ta en­tro tre me­si dal ri­la­scio dell'at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni.

Non ha di­rit­to di que­re­la il cre­di­to­re che ha in­dot­to il de­bi­to­re a con­trar­re de­bi­ti al­la leg­ge­ra, a fa­re spe­se spro­por­zio­na­te o spe­cu­la­zio­ni av­ven­ta­te, ov­ve­ro che l'ha sfrut­ta­to in mo­do usu­ra­rio.

Art. 166

Omis­sio­ne del­la con­ta­bi­li­tà

 

Il de­bi­to­re che vio­la il do­ve­re im­po­sto­gli dal­la leg­ge di te­ne­re re­go­lar­men­te e con­ser­va­re i li­bri di com­mer­cio e di al­le­sti­re un bi­lan­cio in mo­do che non si pos­sa ri­le­va­re il suo sta­to pa­tri­mo­nia­le o non si pos­sa ri­le­var­lo in­te­ra­men­te, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, se vie­ne di­chia­ra­to il suo fal­li­men­to o se con­tro di lui vie­ne ri­la­scia­to un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni in se­gui­to ad un pi­gno­ra­men­to ese­gui­to in con­for­mi­tà dell'ar­ti­co­lo 43 del­la leg­ge fe­de­ra­le dell'11 apri­le 18891 sul­la ese­cu­zio­ne e sul fal­li­men­to (LEF).


1 RS 281.1

Art. 167

Fa­vo­ri con­ces­si ad un cre­di­to­re

 

Il de­bi­to­re che, co­no­scen­do la pro­pria in­sol­ven­za e al fi­ne di fa­vo­ri­re al­cu­ni dei suoi cre­di­to­ri in dan­no de­gli al­tri, com­pie at­ti ten­den­ti a ta­le sco­po, in ispe­cie pa­ga de­bi­ti non sca­du­ti, estin­gue un de­bi­to sca­du­to con mez­zi di pa­ga­men­to di­ver­si da­gli usua­li, ga­ran­ti­sce un de­bi­to con mez­zi pro­pri sen­za es­se­re ob­bli­ga­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, se vie­ne di­chia­ra­to il suo fal­li­men­to o se con­tro di lui vie­ne ri­la­scia­to un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni.

Art. 168

Cor­ru­zio­ne nell'ese­cu­zio­ne for­za­ta

 

1Chiun­que con­ce­de o pro­met­te van­tag­gi par­ti­co­la­ri a un cre­di­to­re o al suo rap­pre­sen­tan­te, per ot­te­ner­ne il vo­to nell'adu­nan­za dei cre­di­to­ri o nel­la de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri op­pu­re l'ade­sio­ne a un con­cor­da­to giu­di­zia­le o il suo ri­get­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Chiun­que con­ce­de o pro­met­te van­tag­gi par­ti­co­la­ri all'am­mi­ni­stra­to­re del fal­li­men­to, a un mem­bro dell'am­mi­ni­stra­zio­ne, al com­mis­sa­rio o al li­qui­da­to­re per in­fluen­zar­ne le de­ci­sio­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

3È pu­ni­to con la stes­sa pe­na chi si è fat­to ac­cor­da­re o pro­met­te­re ta­li van­tag­gi.

Art. 169

Di­stra­zio­ne di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li sot­to­po­sti a pro­ce­di­men­to giu­di­zia­le

 

Chiun­que ar­bi­tra­ria­men­te di­spo­ne in dan­no dei cre­di­to­ri di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li

pi­gno­ra­ti o se­que­stra­ti,

com­pre­si in un in­ven­ta­rio del­la pro­ce­du­ra di ese­cu­zio­ne in via di pi­gno­ra­men­to o in via di fal­li­men­to, ov­ve­ro del­la pro­ce­du­ra di ri­ten­zio­ne,

ap­par­te­nen­ti al pa­tri­mo­nio ce­du­to me­dian­te un con­cor­da­to con ab­ban­do­no dell'at­ti­vo, op­pu­re

de­te­rio­ra, di­strug­ge, sva­lu­ta o ren­de in­ser­vi­bi­li ta­li va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 170

Con­se­gui­men­to frau­do­len­to di un con­cor­da­to giu­di­zia­le

 

Il de­bi­to­re che, al­lo sco­po di ot­te­ne­re una mo­ra­to­ria o l'omo­lo­ga­zio­ne di un con­cor­da­to giu­di­zia­le, in­du­ce in er­ro­re sul­la pro­pria si­tua­zio­ne pa­tri­mo­nia­le i cre­di­to­ri, il com­mis­sa­rio del con­cor­da­to o l'au­to­ri­tà dei con­cor­da­ti, in mo­do par­ti­co­la­re me­dian­te con­ta­bi­li­tà ine­sat­ta o bi­lan­ci fal­si,

il ter­zo che com­pie ta­li at­ti a van­tag­gio del de­bi­to­re,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 171

Con­cor­da­to giu­di­zia­le

 

1Gli ar­ti­co­li 163 nu­me­ro 1, 164 nu­me­ro 1, 165 nu­me­ro 1, 166 e 167 so­no ap­pli­ca­bi­li an­che quan­do un con­cor­da­to giu­di­zia­le è sta­to ac­cet­ta­to ed omo­lo­ga­to.

2Se il de­bi­to­re o il ter­zo ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 163 nu­me­ro 2 e 164 nu­me­ro 2 ha for­ni­to par­ti­co­la­ri sfor­zi eco­no­mi­ci, fa­ci­li­tan­do in tal mo­do la con­clu­sio­ne del con­cor­da­to, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te può pre­scin­de­re dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne.

Art. 171bis

Re­vo­ca del fal­li­men­to

 

1Quan­do il fal­li­men­to è re­vo­ca­to (art. 195 LEF1), l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te può pre­scin­de­re dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne.

2Nei ca­si di con­cor­da­to giu­di­zia­le, il ca­po­ver­so 1 si ap­pli­ca sol­tan­to se il de­bi­to­re o il ter­zo ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 163 nu­me­ro 2 e 164 nu­me­ro 2 ha for­ni­to par­ti­co­la­ri sfor­zi eco­no­mi­ci, fa­ci­li­tan­do in tal mo­do la con­clu­sio­ne del con­cor­da­to.


1 RS 281.1

Art. 172

4. Di­spo­si­zio­ni ge­ne­ra­li. …

 

1 Abro­ga­to dal n. II 3 del­la LF del 13 dic. 2002, con ef­fet­to dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 172bis


1 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), con ef­fet­to 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

 

Art. 172ter

Rea­ti di po­ca en­ti­tà

 

1. Se il rea­to con­cer­ne sol­tan­to un ele­men­to pa­tri­mo­nia­le di po­co va­lo­re o un dan­no di lie­ve en­ti­tà, il col­pe­vo­le è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con la mul­ta.

2. Il pre­sen­te di­spo­sto non è ap­pli­ca­bi­le al fur­to ag­gra­va­to (art. 139 n. 2 e 3), al­la ra­pi­na e all'estor­sio­ne.

Titolo terzo: Dei delitti contro l'onore e la sfera personale riservata

Art. 173

1. De­lit­ti con­tro l'ono­re.

Dif­fa­ma­zio­ne

 

1. Chiun­que, co­mu­ni­can­do con un ter­zo, in­col­pa o ren­de so­spet­ta una per­so­na di con­dot­ta di­so­no­re­vo­le o di al­tri fat­ti che pos­sa­no nuo­ce­re al­la ri­pu­ta­zio­ne di lei,

chiun­que di­vul­ga una ta­le in­col­pa­zio­ne o un ta­le so­spet­to,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na pe­cu­nia­ria.2

2. Il col­pe­vo­le non in­cor­re in al­cu­na pe­na se pro­va di ave­re det­to o di­vul­ga­to co­se ve­re op­pu­re pro­va di ave­re avu­to se­ri mo­ti­vi di con­si­de­rar­le ve­re in buo­na fe­de.

3. Il col­pe­vo­le non è am­mes­so a fa­re la pro­va del­la ve­ri­tà ed è pu­ni­bi­le se le im­pu­ta­zio­ni so­no sta­te pro­fe­ri­te o di­vul­ga­te sen­za che sia­no giu­sti­fi­ca­te dall'in­te­res­se pub­bli­co o da al­tro mo­ti­vo suf­fi­cien­te, pre­va­len­te­men­te nell'in­ten­to di fa­re del­la mal­di­cen­za, in par­ti­co­la­re quan­do si ri­fe­ri­sco­no al­la vi­ta pri­va­ta o al­la vi­ta di fa­mi­glia.

4. Se il col­pe­vo­le ri­trat­ta co­me non ve­ro quan­to ha det­to, può es­se­re pu­ni­to con pe­na at­te­nua­ta od an­da­re esen­te da ogni pe­na.

5. Se il col­pe­vo­le non ha fat­to la pro­va del­la ve­ri­tà del­le sue im­pu­ta­zio­ni o se le stes­se era­no con­tra­rie al­la ve­ri­tà o se il col­pe­vo­le le ha ri­trat­ta­te, il giu­di­ce ne dà at­to nel­la sen­ten­za o in al­tro do­cu­men­to.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 1 16; FF 1949 613).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 174

Ca­lun­nia

 

1. Chiun­que, co­mu­ni­can­do con un ter­zo e sa­pen­do di di­re co­sa non ve­ra, in­col­pa o ren­de so­spet­ta una per­so­na di con­dot­ta di­so­no­re­vo­le o di al­tri fat­ti che pos­sa­no nuo­ce­re al­la ri­pu­ta­zio­ne di lei,

chiun­que, sa­pen­do di di­re co­sa non ve­ra, di­vul­ga una ta­le in­col­pa­zio­ne o un ta­le so­spet­to,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Se il col­pe­vo­le ha agi­to col pro­po­si­to de­li­be­ra­to di ro­vi­na­re la ri­pu­ta­zio­ne di una per­so­na, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re.1

3. Se il col­pe­vo­le ri­trat­ta da­van­ti al giu­di­ce co­me non ve­ro quan­to egli ha det­to, può es­se­re pu­ni­to con pe­na at­te­nua­ta. Il giu­di­ce dà all'of­fe­so at­to del­la ri­trat­ta­zio­ne.


1 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 175

Dif­fa­ma­zio­ne e ca­lun­nia con­tro un de­fun­to o uno scom­par­so

 

1Quan­do la dif­fa­ma­zio­ne o la ca­lun­nia sia di­ret­ta con­tro una per­so­na de­fun­ta o di­chia­ra­ta scom­par­sa, il di­rit­to di que­re­la spet­ta ai con­giun­ti di que­sta per­so­na.

2Non sa­rà pro­nun­cia­ta pe­na, se al mo­men­to del fat­to so­no tra­scor­si più di trent'an­ni dal­la mor­te o dal­la di­chia­ra­zio­ne di scom­par­sa.

Art. 176

Di­spo­si­zio­ne co­mu­ne

 

Al­la dif­fa­ma­zio­ne e al­la ca­lun­nia ver­ba­li so­no pa­ri­fi­ca­te la dif­fa­ma­zio­ne e la ca­lun­nia com­mes­se me­dian­te scrit­ti, im­ma­gi­ni, ge­sti o qua­lun­que al­tro mez­zo.

Art. 177

In­giu­ria

 

1Chiun­que of­fen­de in al­tro mo­do con pa­ro­le, scrit­ti, im­ma­gi­ni, ge­sti o vie di fat­to l'ono­re di una per­so­na, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na pe­cu­nia­ria si­no a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re.1

2Se l'in­giu­ria è sta­ta pro­vo­ca­ta di­ret­ta­men­te dall'in­giu­ria­to con un con­te­gno scon­ve­nien­te, il giu­di­ce può man­dar esen­te da pe­na il col­pe­vo­le.

3Se all'in­giu­ria si è im­me­dia­ta­men­te ri­spo­sto con in­giu­ria o con vie di fat­to, il giu­di­ce può man­dar esen­ti da pe­na le par­ti o una di es­se.


1 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 178

Pre­scri­zio­ne

 

1Per i de­lit­ti con­tro l'ono­re, l'azio­ne pe­na­le si pre­scri­ve in quat­tro an­ni.1

2Per l'estin­zio­ne del di­rit­to di que­re­la va­le l'ar­ti­co­lo 31.2


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 22 mar. 2002 (Pre­scri­zio­ne dell'azio­ne pe­na­le), in vi­go­re dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2986; FF 2002 2416 1513).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 179

2.1 De­lit­ti con­tro la sfe­ra per­so­na­le ri­ser­va­ta.

Vio­la­zio­ne di se­gre­ti pri­va­ti

 

Chiun­que, sen­za aver­ne il di­rit­to, apre uno scrit­to o un in­vol­to chiu­so per pren­de­re co­gni­zio­ne del suo con­te­nu­to,

chiun­que, aven­do pre­so co­gni­zio­ne di fat­ti coll'aper­tu­ra di uno scrit­to o di un in­vol­to chiu­so a lui non de­sti­na­to, li di­vul­ga o ne trae pro­fit­to,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con la mul­ta.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 20 dic. 1968, in vi­go­re dal 1° mag. 1969 (RU 1969 327; FF 1968 I 427).

Art. 179bis

Ascol­to e re­gi­stra­zio­ne di con­ver­sa­zio­ni estra­nee

 

Chiun­que ascol­ta, con un ap­pa­rec­chio d'in­ter­cet­ta­zio­ne, o re­gi­stra, su un sup­por­to del suo­no, una con­ver­sa­zio­ne, estra­nea non pub­bli­ca sen­za l'as­sen­so di tut­ti gl'in­ter­lo­cu­to­ri,

chiun­que sfrut­ta o co­mu­ni­ca a un ter­zo un fat­to, del qua­le egli sa o de­ve pre­su­me­re d'es­se­re ve­nu­to a co­no­scen­za me­dian­te un rea­to se­con­do il ca­po­ver­so 1,

chiun­que con­ser­va o ren­de ac­ces­si­bi­le a un ter­zo una re­gi­stra­zio­ne, che sa o de­ve pre­su­me­re ese­gui­ta me­dian­te un rea­to se­con­do il ca­po­ver­so 1,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 20 dic. 1968, in vi­go­re dal 1° mag. 1969 (RU 1969 327; FF 1968 I 427).

Art. 179ter

Re­gi­stra­zio­ne clan­de­sti­na di con­ver­sa­zio­ni

 

Chiun­que, sen­za l'as­sen­so de­gli al­tri in­ter­lo­cu­to­ri, re­gi­stra su un sup­por­to del suo­no una con­ver­sa­zio­ne non pub­bli­ca cui par­te­ci­pi,

chiun­que con­ser­va, sfrut­ta o ren­de ac­ces­si­bi­le a un ter­zo una re­gi­stra­zio­ne che sa o de­ve pre­su­me­re ese­gui­ta me­dian­te un rea­to se­con­do il ca­po­ver­so 1,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no ad un an­no o con una pe­na pe­cu­nia­ria.2


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 20 dic. 1968, in vi­go­re dal 1° mag. 1969 (RU 1969 327; FF 1968 I 427).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 179quater

Vio­la­zio­ne del­la sfe­ra se­gre­ta o pri­va­ta me­dian­te ap­pa­rec­chi di pre­sa d'im­ma­gi­ni

 

Chiun­que, con un ap­pa­rec­chio da pre­sa, os­ser­va o fis­sa su un sup­por­to d'im­ma­gi­ni un fat­to rien­tran­te nel­la sfe­ra se­gre­ta op­pu­re un fat­to, non os­ser­va­bi­le senz'al­tro da ognu­no, rien­tran­te nel­la sfe­ra pri­va­ta d'una per­so­na, sen­za l'as­sen­so di que­st'ul­ti­ma,

chiun­que sfrut­ta o co­mu­ni­ca a un ter­zo un fat­to, del qua­le egli sa o de­ve pre­su­me­re d'es­se­re ve­nu­to a co­no­scen­za me­dian­te un rea­to se­con­do il ca­po­ver­so 1,

chiun­que con­ser­va o ren­de ac­ces­si­bi­le a un ter­zo una pre­sa d'im­ma­gi­ni, che sa o de­ve pre­su­me­re ese­gui­ta me­dian­te un rea­to se­con­do il ca­po­ver­so 1,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 20 dic. 1968, in vi­go­re dal 1° mag. 1969 (RU 1969 327; FF 1968 I 427).

Art. 179quinquies

Re­gi­stra­zio­ni non pu­ni­bi­li

 

1Non è pu­ni­bi­le né se­con­do l'ar­ti­co­lo 179bis ca­po­ver­so 1 né se­con­do l'ar­ti­co­lo 179ter ca­po­ver­so 1 chiun­que, co­me in­ter­lo­cu­to­re o ab­bo­na­to al col­le­ga­men­to uti­liz­za­to:

a.
re­gi­stra con­ver­sa­zio­ni te­le­fo­ni­che con ser­vi­zi d'as­si­sten­za, di sal­va­tag­gio o di si­cu­rez­za;
b.
re­gi­stra, in am­bi­to di re­la­zio­ni com­mer­cia­li, con­ver­sa­zio­ni te­le­fo­ni­che ver­ten­ti su or­di­na­zio­ni, su man­da­ti, su pre­no­ta­zio­ni o su ana­lo­ghe ope­ra­zio­ni pre­li­mi­na­ri.

2All'uti­liz­za­zio­ne ul­te­rio­re del­le re­gi­stra­zio­ni con­for­me­men­te al ca­po­ver­so 1 so­no ap­pli­ca­bi­li per ana­lo­gia gli ar­ti­co­li 179bis ca­po­ver­si 2 e 3 e 179ter ca­po­ver­so 2.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 20 dic. 1968 (RU 1969 327; FF 1968 I 427). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 3 ott. 2003, in vi­go­re dal 1° mar. 2004 (RU 2004 823; FF 2001 2328 5225).

Art. 179sexies

Mes­sa in cir­co­la­zio­ne e pro­pa­gan­da di ap­pa­rec­chi di ascol­to, di re­gi­stra­zio­ne del suo­no e del­le im­ma­gi­ni

 

1. Chiun­que fab­bri­ca, im­por­ta, espor­ta, ac­qui­sta, im­ma­gaz­zi­na, pos­sie­de, tra­spor­ta, con­se­gna a un ter­zo, ven­de, no­leg­gia, pre­sta o, in qual­sia­si al­tro mo­do, met­te in cir­co­la­zio­ne ap­pa­rec­chi tec­ni­ci de­sti­na­ti spe­ci­fi­ca­ta­men­te all'ascol­to il­le­ci­to o al­la pre­sa il­le­ci­ta di suo­ni od im­ma­gi­ni, for­ni­sce in­di­ca­zio­ni per fab­bri­car­li, op­pu­re fa pro­pa­gan­da a lo­ro fa­vo­re,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Il ter­zo, nel cui in­te­res­se l'agen­te ha ope­ra­to, è pas­si­bi­le del­la stes­sa pe­na, qua­lo­ra co­no­sces­se l'in­fra­zio­ne e non ab­bia fat­to tut­to il pos­si­bi­le per im­pe­dir­la.

Se il ter­zo è una per­so­na giu­ri­di­ca, una so­cie­tà in no­me col­let­ti­vo o in ac­co­man­di­ta o una dit­ta in­di­vi­dua­le2, il ca­po­ver­so 1 è ap­pli­ca­bi­le a co­lo­ro che han­no agi­to o avreb­be­ro do­vu­to agi­re per es­sa.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 20 dic. 1968, in vi­go­re dal 1° mag. 1969 (RU 1969 327; FF 1968 I 427).
2 Ora: im­pre­sa in­di­vi­dua­le.

Art. 179septies

Abu­so di im­pian­ti di te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni

 

Chiun­que, per ma­li­zia o per ce­lia, uti­liz­za abu­si­va­men­te un im­pian­to di te­le­co­mu­ni­ca­zio­ne per in­quie­ta­re o im­por­tu­na­re un ter­zo è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con la mul­ta.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 20 dic. 1968 (RU 1969 327; FF 1968 I 427). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 2 dell'all. al­la LF del 30 apr. 1997 sul­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni, in vi­go­re dal 1° gen. 1998 (RU 1997 2187; FF 1996 III 1297).

Art. 179octies

Sor­ve­glian­za uf­fi­cia­le, im­pu­ni­bi­li­tà

 

1Chiun­que, nell'eser­ci­zio di un espli­ci­to po­te­re le­ga­le, or­di­na o ese­gue la sor­ve­glian­za del­la cor­ri­spon­den­za po­sta­le e del traf­fi­co del­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni di una per­so­na op­pu­re im­pie­ga ap­pa­rec­chi tec­ni­ci di sor­ve­glian­za (art. 179bis segg.), non è pu­ni­bi­le pur­ché sia ri­chie­sta sen­za in­du­gio l'ap­pro­va­zio­ne del giu­di­ce com­pe­ten­te.

2Le con­di­zio­ni del­la sor­ve­glian­za del­la cor­ri­spon­den­za po­sta­le e del traf­fi­co del­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni non­ché la re­la­ti­va pro­ce­du­ra so­no di­sci­pli­na­te dal­la leg­ge fe­de­ra­le del 6 ot­to­bre 20002 sul­la sor­ve­glian­za del­la cor­ri­spon­den­za po­sta­le e del traf­fi­co del­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni.


1 In­tro­dot­to dal n. VII del­la LF del 23 mar. 1979 sul­la pro­te­zio­ne del­la sfe­ra se­gre­ta per­so­na­le (RU 1979 1170; FF 1976 I 479, II 1545). Nuo­vo te­sto giu­sta il n.1 dell'all. al­la LF del 6 ott. 2000 sul­la sor­ve­glian­za del­la cor­ri­spon­den­za po­sta­le e del traf­fi­co del­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni, in vi­go­re dal 1° gen. 2002 (RU 2001 3096; FF 1998 3319).
2 RS 780.1

Art. 179novies

Sot­tra­zio­ne di da­ti per­so­na­li

 

Chiun­que sot­trae da una col­le­zio­ne da­ti per­so­na­li de­gni di par­ti­co­la­re pro­te­zio­ne o pro­fi­li del­la per­so­na­li­tà non li­be­ra­men­te ac­ces­si­bi­li è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 In­tro­dot­to dal n. 4 dell'all. del­la LF del 19 giu. 1993 sul­la pro­te­zio­ne dei da­ti, in vi­go­re dal 1° lug. 1993 (RU 1993 1945; FF 1988 II 353).

Titolo quarto: Del crimini o dei delitti contro la libertà personale

Art. 180

Mi­nac­cia

 

1 Chiun­que, usan­do gra­ve mi­nac­cia, in­cu­te spa­ven­to o ti­mo­re a una per­so­na, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Il col­pe­vo­le è per­se­gui­to d'uf­fi­cio se:

a.
è il co­niu­ge del­la vit­ti­ma e la mi­nac­cia è sta­ta com­mes­sa du­ran­te il ma­tri­mo­nio o nell'an­no suc­ces­si­vo al di­vor­zio; o
abis.1è il part­ner re­gi­stra­to del­la vit­ti­ma o l'ex part­ner re­gi­stra­to e la mi­nac­cia è sta­ta com­mes­sa du­ran­te l'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta o nell'an­no suc­ces­si­vo al suo scio­gli­men­to; o
b.
è il part­ner ete­ro­ses­sua­le o omo­ses­sua­le del­la vit­ti­ma, a con­di­zio­ne che es­si vi­ve­va­no in co­mu­nio­ne do­me­sti­ca per un tem­po in­de­ter­mi­na­to e la mi­nac­cia sia sta­ta com­mes­sa du­ran­te que­sto tem­po o nell'an­no suc­ces­si­vo al­la se­pa­ra­zio­ne.2

1 In­tro­dot­ta dal n. 18 dell'all. al­la L del 18 giu. 2004 sull'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).
2 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 1732 1761).

Art. 181

Coa­zio­ne

 

Chiun­que, usan­do vio­len­za o mi­nac­cia di gra­ve dan­no con­tro una per­so­na, o in­tral­cian­do in al­tro mo­do la li­ber­tà d'agi­re di lei, la co­strin­ge a fa­re, omet­te­re o tol­le­ra­re un at­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 181a

Ma­tri­mo­nio for­za­to, unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta for­za­ta

 

1Chiun­que, usan­do vio­len­za o mi­nac­cia di gra­ve dan­no con­tro una per­so­na, o in­tral­cian­do in al­tro mo­do la li­ber­tà d'agi­re di lei, la co­strin­ge a con­trar­re un ma­tri­mo­nio o un'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2È pu­ni­bi­le an­che chi com­met­te il rea­to all'este­ro, se si tro­va in Sviz­ze­ra e non è estra­da­to. È ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 7 ca­po­ver­si 4 e 5.


1 In­tro­dot­to dal n. I 6 del­la LF del 15 giu. 2012 sul­le mi­su­re con­tro i ma­tri­mo­ni for­za­ti, in vi­go­re dal 1° lug. 2013 (RU 2013 1035; FF 2011 1987).

Art. 182

Trat­ta di es­se­ri uma­ni

 

1Chiun­que, co­me of­fe­ren­te, in­ter­me­dia­rio o de­sti­na­ta­rio, fa com­mer­cio di un es­se­re uma­no a sco­po di sfrut­ta­men­to ses­sua­le, di sfrut­ta­men­to del suo la­vo­ro o di pre­lie­vo di un suo or­ga­no, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va o con una pe­na pe­cu­nia­ria. Il re­clu­ta­men­to di un es­se­re uma­no per i me­de­si­mi sco­pi è pa­ri­fi­ca­to al­la trat­ta.

2Se la vit­ti­ma è mi­no­ren­ne o se l'au­to­re fa me­stie­re del­la trat­ta di es­se­ri uma­ni, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a un an­no.

3In ogni ca­so è pro­nun­cia­ta an­che una pe­na pe­cu­nia­ria.

4È pu­ni­bi­le an­che chi com­met­te il rea­to all'este­ro. Gli ar­ti­co­li 5 e 6 so­no ap­pli­ca­bi­li.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 2 n. 1 del DF del 24 mar. 2006 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro il Prot. fa­col­ta­ti­vo del 25 mag. 2000 al­la Conv. sui di­rit­ti del fan­ciul­lo con­cer­nen­te la ven­di­ta di fan­ciul­li, la pro­sti­tu­zio­ne in­fan­ti­le e la pe­do­por­no­gra­fia, in vi­go­re dal 1° dic. 2006 (RU 2006 5437; FF 2005 2513).

Art. 183

Se­que­stro di per­so­na e ra­pi­men­to

 

1. Chiun­que in­de­bi­ta­men­te ar­re­sta o tie­ne se­que­stra­ta una per­so­na o la pri­va in al­tro mo­do del­la li­ber­tà per­so­na­le,

chiun­que ra­pi­sce una per­so­na con vio­len­za, in­gan­no o mi­nac­cia,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Pa­ri­men­ti è pu­ni­to chiun­que ra­pi­sce una per­so­na in­ca­pa­ce di di­scer­ni­men­to, inet­ta a re­si­ste­re o mi­no­re di se­di­ci an­ni.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 9 ott. 1981, in vi­go­re dal 1° ott. 1982 (RU 1982 1530; FF 1980 I 1032).

Art. 184

Cir­co­stan­ze ag­gra­van­ti

 

Il se­que­stro di per­so­na ed il ra­pi­men­to so­no pu­ni­ti con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no se il col­pe­vo­le ha cer­ca­to di ot­te­ne­re un ri­scat­to,

ha trat­ta­to la vit­ti­ma con cru­del­tà,

la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà è du­ra­ta più di die­ci gior­ni o

la sa­lu­te del­la vit­ti­ma è sta­ta se­ria­men­te espo­sta a pe­ri­co­lo.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 9 ott. 1981, in vi­go­re dal 1° ott. 1982 (RU 1982 1530; FF 1980 I 1032).

Art. 185

Pre­sa d'ostag­gio

 

1. Chiun­que se­que­stra o ra­pi­sce una per­so­na o co­mun­que se ne im­pa­dro­ni­sce per co­strin­ge­re un ter­zo a fa­re, omet­te­re o tol­le­ra­re un at­to, chiun­que per co­strin­ge­re un ter­zo, sfrut­ta una tal si­tua­zio­ne crea­ta da al­tri,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni se il col­pe­vo­le ha mi­nac­cia­to di uc­ci­de­re la vit­ti­ma, di ca­gio­nar­le una le­sio­ne per­so­na­le gra­ve o di trat­tar­la con cru­del­tà.

3. In ca­si par­ti­co­lar­men­te gra­vi, se­gna­ta­men­te quan­do l'at­to è di­ret­to con­tro mol­te per­so­ne, il col­pe­vo­le può es­se­re pu­ni­to con la pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.

4.2Se il col­pe­vo­le de­si­ste dal­la coa­zio­ne e la­scia li­be­ra la vit­ti­ma, la pe­na può es­se­re at­te­nua­ta (art. 48a).

5. È pu­ni­bi­le an­che chi com­met­te il rea­to all'este­ro, se è ar­re­sta­to in Sviz­ze­ra e non è estra­da­to. L'ar­ti­co­lo 7 ca­po­ver­si 4 e 5 è ap­pli­ca­bi­le.3


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 9 ott. 1981, in vi­go­re dal 1° ott. 1982 (RU 1982 1530; FF 1980 I 1032).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).
3 Nuo­vo te­sto del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 185bis

Spa­ri­zio­ne for­za­ta

 

1È pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no chiun­que, nell'in­ten­to di sot­trar­re una per­so­na per un pro­lun­ga­to pe­rio­do di tem­po al­la pro­te­zio­ne del­la leg­ge:

a.
pri­va la per­so­na del­la li­ber­tà su man­da­to o con l'ap­pro­va­zio­ne di uno Sta­to o di un'or­ga­niz­za­zio­ne po­li­ti­ca, ne­gan­do in se­gui­to la for­ni­tu­ra di in­for­ma­zio­ni sul­la sor­te di ta­le per­so­na o sul luo­go in cui que­sta si tro­va; o
b.
si ri­fiu­ta di for­ni­re in­for­ma­zio­ni sul­la sor­te di ta­le per­so­na o sul luo­go in cui que­sta si tro­va, su man­da­to di uno Sta­to o di un'or­ga­niz­za­zio­ne po­li­ti­ca op­pu­re in vio­la­zio­ne di un ob­bli­go le­ga­le.

2È pu­ni­bi­le an­che chi com­met­te il rea­to all'este­ro, si tro­va in Sviz­ze­ra e non è estra­da­to. È ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 7 ca­po­ver­si 4 e 5.


1 In­tro­dot­to dal n. 1 dell'all. 2 al DF del 18 dic. 2015 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Con­ven­zio­ne in­ter­na­zio­na­le per la pro­te­zio­ne di tut­te le per­so­ne dal­la spa­ri­zio­ne for­za­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2016 4687; FF 2014 417).

Art. 186

Vio­la­zio­ne di do­mi­ci­lio

 

Chiun­que, in­de­bi­ta­men­te e con­tro la vo­lon­tà dell'aven­te di­rit­to, s'in­tro­du­ce in una ca­sa, in un'abi­ta­zio­ne, in un lo­ca­le chiu­so di una ca­sa, od in uno spiaz­zo, cor­te o giar­di­no cin­ta­ti e at­ti­gui ad una ca­sa, od in un can­tie­re, op­pu­re vi si trat­tie­ne con­tro l'in­giun­zio­ne d'uscir­ne fat­ta da chi ne ha di­rit­to, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Titolo quinto: Dei reati contro l'integrità sessuale

Art. 187

1. Espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo del­lo svi­lup­po di mi­no­ren­ni.

At­ti ses­sua­li con fan­ciul­li

 

1. Chiun­que com­pie un at­to ses­sua­le con una per­so­na mi­no­re di se­di­ci an­ni,

in­du­ce una ta­le per­so­na ad un at­to ses­sua­le,

coin­vol­ge una ta­le per­so­na in un at­to ses­sua­le,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. L'at­to non è pu­ni­bi­le se la dif­fe­ren­za d'età tra le per­so­ne coin­vol­te non ec­ce­de i tre an­ni.

3. Se il col­pe­vo­le, al mo­men­to del­lʼat­to o del pri­mo at­to, non ave­va an­co­ra com­piu­to ven­tʼan­ni e sus­si­sto­no cir­co­stan­ze par­ti­co­la­ri o se la vit­ti­ma ha con­trat­to con lui ma­tri­mo­nio o unʼu­nio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, lʼau­to­ri­tà com­pe­ten­te può pre­scin­de­re dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne.1

4. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to ri­te­nen­do er­ro­nea­men­te che la vit­ti­ma aves­se al­me­no se­di­ci an­ni, ben­ché usan­do la do­vu­ta cau­te­la gli fos­se pos­si­bi­le evi­ta­re l'er­ro­re.

5.2

6.3


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).
2 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 21 mar. 1997, con ef­fet­to dal 1° set. 1997 (RU 1997 1626; FF 1996 IV 1135 1139).
3 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 mar. 1997 (RU 1997 1626; FF 1996 IV 1135 1139). Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 5 ott. 2001 (Pre­scri­zio­ne dell'azio­ne pe­na­le in ge­ne­ra­le e in ca­so di rea­ti ses­sua­li com­mes­si su fan­ciul­li), con ef­fet­to dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2993; FF 2000 2609).

Art. 188

At­ti ses­sua­li con per­so­ne di­pen­den­ti

 

1. Chiun­que, pro­fit­tan­do di rap­por­ti di edu­ca­zio­ne, di fi­du­cia, di la­vo­ro o co­mun­que di di­pen­den­za, com­pie un at­to ses­sua­le con un mi­no­ren­ne di età su­pe­rio­re ai se­di­ci an­ni,

chiun­que in­du­ce una ta­le per­so­na ad un at­to ses­sua­le, pro­fit­tan­do del­la di­pen­den­za in cui es­sa si tro­va,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Se la vit­ti­ma ha con­trat­to suc­ces­si­va­men­te ma­tri­mo­nio o un'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta con il col­pe­vo­le, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te può pre­scin­de­re dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne.1


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 18 dell'all. al­la L del 18 giu. 2004 sull'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).

Art. 189

2. Of­fe­se al­la li­ber­tà ed all'ono­re ses­sua­li.

Coa­zio­ne ses­sua­le

 

1Chiun­que co­strin­ge una per­so­na a su­bi­re un at­to ana­lo­go al­la con­giun­zio­ne car­na­le o un al­tro at­to ses­sua­le, se­gna­ta­men­te usan­do mi­nac­cia o vio­len­za, eser­ci­tan­do pres­sio­ni psi­co­lo­gi­che su di lei o ren­den­do­la inet­ta a re­si­ste­re, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

21

3Se il col­pe­vo­le ha agi­to con cru­del­tà, se­gna­ta­men­te se ha fat­to uso di un'ar­ma pe­ri­co­lo­sa o di un al­tro og­get­to pe­ri­co­lo­so, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni.2


1 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), con ef­fet­to dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 1732 1761).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 1732 1761).

Art. 190

Vio­len­za car­na­le

 

1Chiun­que co­strin­ge una per­so­na di ses­so fem­mi­ni­le a su­bi­re la con­giun­zio­ne car­na­le, se­gna­ta­men­te usan­do mi­nac­cia o vio­len­za, eser­ci­tan­do pres­sio­ni psi­co­lo­gi­che su di lei o ren­den­do­la inet­ta a re­si­ste­re, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno a die­ci an­ni.

21

3Se il col­pe­vo­le ha agi­to con cru­del­tà, se­gna­ta­men­te se ha fat­to uso di un'ar­ma pe­ri­co­lo­sa o di un al­tro og­get­to pe­ri­co­lo­so, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni.2


1 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), con ef­fet­to dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 1732 1761).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 1732 1761).

Art. 191

At­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re

 

Chiun­que, co­no­scen­do­ne e sfrut­tan­do­ne lo sta­to, si con­giun­ge car­nal­men­te o com­pie un at­to ana­lo­go al­la con­giun­zio­ne car­na­le o un al­tro at­to ses­sua­le con una per­so­na in­ca­pa­ce di di­scer­ni­men­to od inet­ta a re­si­ste­re, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 192

At­ti ses­sua­li con per­so­ne ri­co­ve­ra­te, de­te­nu­te od im­pu­ta­te

 

1Chiun­que, pro­fit­tan­do di un rap­por­to di di­pen­den­za, in­du­ce una per­so­na ri­co­ve­ra­ta o col­lo­ca­ta in uno sta­bi­li­men­to, de­te­nu­ta, in­car­ce­ra­ta o im­pu­ta­ta, a com­met­te­re o a su­bi­re un at­to ses­sua­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Se la vit­ti­ma ha con­trat­to ma­tri­mo­nio o un'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta con il col­pe­vo­le, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te può pre­scin­de­re dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne.1


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 18 dell'all. al­la L del 18 giu. 2004 sull'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).

Art. 193

Sfrut­ta­men­to del­lo sta­to di bi­so­gno

 

1Chiun­que, sfrut­tan­do­ne lo sta­to di bi­so­gno o pro­fit­tan­do di rap­por­ti di la­vo­ro o co­mun­que di di­pen­den­za, de­ter­mi­na una per­so­na a com­pie­re o a su­bi­re un at­to ses­sua­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Se la vit­ti­ma ha con­trat­to ma­tri­mo­nio o un'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta con il col­pe­vo­le, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te può pre­scin­de­re dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne.1


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 18 dell'all. al­la L del 18 giu. 2004 sull'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).

Art. 194

Esi­bi­zio­ni­smo

 

1Chiun­que com­pie un at­to esi­bi­zio­ni­sti­co è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na pe­cu­nia­ria.1

2Se il col­pe­vo­le si sot­to­po­ne a trat­ta­men­to me­di­co, il pro­ce­di­men­to pe­na­le può es­se­re so­spe­so. Es­so sa­rà ri­pre­so se il col­pe­vo­le si sa­rà sot­trat­to al trat­ta­men­to.


1 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 195

3. Sfrut­ta­men­to di at­ti ses­sua­li.

Pro­mo­vi­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne

 

È pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria chiun­que:

a.
so­spin­ge al­la pro­sti­tu­zio­ne un mi­no­ren­ne o, per trar­ne un van­tag­gio pa­tri­mo­nia­le, ne pro­muo­ve la pro­sti­tu­zio­ne;
b.
so­spin­ge al­tri al­la pro­sti­tu­zio­ne pro­fit­tan­do di un rap­por­to di di­pen­den­za o per trar­ne un van­tag­gio pa­tri­mo­nia­le;
c.
le­de la li­ber­tà d'azio­ne di una per­so­na de­di­ta al­la pro­sti­tu­zio­ne sor­ve­glian­do­la in que­sta sua at­ti­vi­tà o im­po­nen­do­le il luo­go, il tem­po, l'esten­sio­ne o al­tre cir­co­stan­ze ine­ren­ti all'eser­ci­zio del­la pro­sti­tu­zio­ne;
d.
man­tie­ne una per­so­na nel­la pro­sti­tu­zio­ne.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 1 dell'all. del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).

Art. 196

At­ti ses­sua­li con mi­no­ren­ni con­tro ri­mu­ne­ra­zio­ne

 

Chiun­que, in cam­bio di una ri­mu­ne­ra­zio­ne o di una pro­mes­sa di ri­mu­ne­ra­zio­ne, com­pie at­ti ses­sua­li con un mi­no­ren­ne o glie­li fa com­pie­re, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 1 dell'all. del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).

Art. 197

4. Por­no­gra­fia

 

1Chiun­que of­fre, mo­stra, la­scia o ren­de ac­ces­si­bi­li a una per­so­na mi­no­re di se­di­ci an­ni, scrit­ti, re­gi­stra­zio­ni so­no­re o vi­si­ve, im­ma­gi­ni o al­tri og­get­ti o rap­pre­sen­ta­zio­ni por­no­gra­fi­ci, o li dif­fon­de per mez­zo del­la ra­dio o del­la te­le­vi­sio­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Chiun­que espo­ne o mo­stra in pub­bli­co og­get­ti o rap­pre­sen­ta­zio­ni a te­no­re del ca­po­ver­so 1 o li of­fre ad una per­so­na che non glie­ne ha fat­to ri­chie­sta, è pu­ni­to con la mul­ta. Chiun­que, in oc­ca­sio­ne di mo­stre o di rap­pre­sen­ta­zio­ni in lo­ca­li chiu­si, at­ti­ra pre­via­men­te l'at­ten­zio­ne de­gli spet­ta­to­ri sul ca­rat­te­re por­no­gra­fi­co di que­ste, è esen­te da pe­na.

3Chiun­que re­clu­ta un mi­no­ren­ne per far­lo par­te­ci­pa­re a una rap­pre­sen­ta­zio­ne por­no­gra­fi­ca o lo in­du­ce a par­te­ci­pa­re a una ta­le rap­pre­sen­ta­zio­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

4Chiun­que fab­bri­ca, im­por­ta, tie­ne in de­po­si­to, met­te in cir­co­la­zio­ne, pro­pa­gan­da, espo­ne, of­fre, mo­stra, la­scia o ren­de ac­ces­si­bi­li, ac­qui­sta, si pro­cu­ra per via elet­tro­ni­ca o in al­tro mo­do o pos­sie­de og­get­ti o rap­pre­sen­ta­zio­ni a te­no­re del ca­po­ver­so 1, ver­ten­ti su at­ti ses­sua­li con ani­ma­li o at­ti vio­len­ti tra adul­ti o at­ti ses­sua­li fit­ti­zi con mi­no­ren­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria. Se gli og­get­ti o le rap­pre­sen­ta­zio­ni ver­to­no su at­ti ses­sua­li rea­li con mi­no­ren­ni, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

5Chiun­que con­su­ma o fab­bri­ca per il pro­prio con­su­mo, im­por­ta, tie­ne in de­po­si­to, ac­qui­sta, si pro­cu­ra per via elet­tro­ni­ca o in al­tro mo­do o pos­sie­de og­get­ti o rap­pre­sen­ta­zio­ni a te­no­re del ca­po­ver­so 1, ver­ten­ti su at­ti ses­sua­li con ani­ma­li, at­ti vio­len­ti tra adul­ti o at­ti ses­sua­li fit­ti­zi con mi­no­ren­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a un an­no o con una pe­na pe­cu­nia­ria. Se gli og­get­ti o le rap­pre­sen­ta­zio­ni ver­to­no su at­ti ses­sua­li rea­li con mi­no­ren­ni, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

6Nel ca­so di rea­ti a te­no­re dei ca­po­ver­si 4 e 5 gli og­get­ti so­no con­fi­sca­ti.

7Se l'au­to­re ha agi­to per fi­ne di lu­cro, la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta con una pe­na pe­cu­nia­ria.

8So­no esen­ti da pe­na i mi­no­ren­ni di età su­pe­rio­re ai se­di­ci an­ni che fab­bri­ca­no, pos­sie­do­no o con­su­ma­no, con il lo­ro con­sen­so, og­get­ti o rap­pre­sen­ta­zio­ni a te­no­re del ca­po­ver­so 1 che li raf­fi­gu­ra­no.

9Gli og­get­ti o rap­pre­sen­ta­zio­ni a te­no­re dei ca­po­ver­si 1-5 non so­no con­si­de­ra­ti por­no­gra­fi­ci se han­no un va­lo­re cul­tu­ra­le o scien­ti­fi­co de­gno di pro­te­zio­ne.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 1 dell'all. del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).

Art. 198

5. Con­trav­ven­zio­ni con­tro l'in­te­gri­tà ses­sua­le.

Mo­le­stie ses­sua­li

 

Chiun­que cau­sa scan­da­lo com­pien­do un at­to ses­sua­le in pre­sen­za di una per­so­na che non se lo aspet­ta­va,

chiun­que, me­dian­te vie di fat­to o, im­pu­den­te­men­te, me­dian­te pa­ro­le, mo­le­sta ses­sual­men­te una per­so­na,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con la mul­ta.

Art. 199

Eser­ci­zio il­le­ci­to del­la pro­sti­tu­zio­ne

 

Chiun­que in­fran­ge le pre­scri­zio­ni can­to­na­li su il luo­go, il tem­po o le mo­da­li­tà dell'eser­ci­zio del­la pro­sti­tu­zio­ne, non­ché con­tro mo­le­sti fe­no­me­ni con­co­mi­tan­ti, è pu­ni­to con la mul­ta.

Art. 200

6. Rea­to col­let­ti­vo

 

Se un rea­to pre­vi­sto nel pre­sen­te ti­to­lo è sta­to com­mes­so in­sie­me da più per­so­ne, il giu­di­ce può au­men­ta­re la pe­na si­no a una vol­ta e mez­zo quel­la com­mi­na­ta, ma sen­za an­dar ol­tre al mas­si­mo le­ga­le del­la spe­cie di pe­na.

Art. 201 a 212


1 Que­sti art. (sal­vo l'art. 211) so­no so­sti­tui­ti da­gli art. 195 a 199 (cfr. com­men­to nel n. 23 del mes­sag­gio - FF 1985 II 901). L'art. 211 è stral­cia­to.

 

Titolo sesto: Dei crimini o dei delitti contro la famiglia

Art. 213

In­ce­sto

 

1Chiun­que com­pie la con­giun­zio­ne car­na­le con un pro­prio ascen­den­te o di­scen­den­te o con un fra­tel­lo o so­rel­la ger­ma­no, con­san­gui­neo o ute­ri­no, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Il mi­no­ren­ne va esen­te da pe­na se è sta­to se­dot­to.

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1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).
2 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 5 ott. 2001 (Pre­scri­zio­ne dell'azio­ne pe­na­le in ge­ne­ra­le e in ca­so di rea­ti ses­sua­li com­mes­si su fan­ciul­li), con ef­fet­to dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2993; FF 2000 2609).

Art. 214


1 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 23 giu. 1989, con ef­fet­to dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

 

Art. 215

Bi­ga­mia nel ma­tri­mo­nio o nell'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta

 

Chiun­que con­trae ma­tri­mo­nio o un'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta es­sen­do già co­niu­ga­to o vin­co­la­to da un'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta,

chiun­que con­trae ma­tri­mo­nio o un'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta con una per­so­na co­niu­ga­ta o vin­co­la­ta da un'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 18 dell'all. al­la L del 18 giu. 2004 sull'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).

Art. 216


1 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 23 giu. 1989, con ef­fet­to dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

 

Art. 217

Tra­scu­ran­za de­gli ob­bli­ghi di man­te­ni­men­to

 

1Chiun­que non pre­sta gli ali­men­ti o i sus­si­di che gli so­no im­po­sti dal di­rit­to di fa­mi­glia, ben­ché ab­bia o pos­sa ave­re i mez­zi per far­lo, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Il di­rit­to di que­re­la spet­ta an­che al­le au­to­ri­tà e ai ser­vi­zi de­si­gna­ti dai Can­to­ni. Va eser­ci­ta­to sal­va­guar­dan­do gli in­te­res­si del­la fa­mi­glia.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

Art. 218


1 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 23 giu. 1989, con ef­fet­to dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

 

Art. 219

Vio­la­zio­ne del do­ve­re d'as­si­sten­za o edu­ca­zio­ne

 

1Chiun­que vio­la o tra­scu­ra il suo do­ve­re d'as­si­sten­za o edu­ca­zio­ne ver­so un mi­no­ren­ne e in tal mo­do ne espo­ne a pe­ri­co­lo lo svi­lup­po fi­si­co o psi­chi­co, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za, in­ve­ce del­la pe­na de­ten­ti­va o pe­cu­nia­ria può es­se­re pro­nun­cia­ta la mul­ta.2


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 220

Sot­tra­zio­ne di mi­no­ren­ne

 

Chiun­que sot­trae o si ri­fiu­ta di re­sti­tui­re un mi­no­ren­ne al­la per­so­na che ha il di­rit­to di sta­bi­lir­ne il luo­go di di­mo­ra, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 4 dell'all. al­la LF del 21 giu. 2013 (Au­to­ri­tà pa­ren­ta­le), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 357; FF 2011 8025).

Titolo settimo: Dei crimini o dei delitti di comune pericolo

Art. 221

In­cen­dio in­ten­zio­na­le

 

1Chiun­que ca­gio­na in­ten­zio­nal­men­te un in­cen­dio, se dal fat­to de­ri­va dan­no al­la co­sa al­trui o pe­ri­co­lo per la in­co­lu­mi­tà pub­bli­ca, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

2La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni se il col­pe­vo­le met­te scien­te­men­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l'in­te­gri­tà del­le per­so­ne.

3Se dall'in­cen­dio è de­ri­va­to sol­tan­to un dan­no di lie­ve im­por­tan­za, può es­se­re pro­nun­cia­ta una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 222

In­cen­dio col­po­so

 

1Chiun­que per ne­gli­gen­za ca­gio­na un in­cen­dio, se dal fat­to de­ri­va dan­no al­la co­sa al­trui o pe­ri­co­lo per la in­co­lu­mi­tà pub­bli­ca, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le met­te per ne­gli­gen­za in pe­ri­co­lo la vi­ta o l'in­te­gri­tà del­le per­so­ne.

Art. 223

Esplo­sio­ne

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te ca­gio­na esplo­sio­ne di gas, ben­zi­na, pe­tro­lio o ma­te­rie si­mi­li e met­te con ciò scien­te­men­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l'in­te­gri­tà del­le per­so­ne o l'al­trui pro­prie­tà, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

Se ne è de­ri­va­to sol­tan­to un dan­no di lie­ve im­por­tan­za, può es­se­re pro­nun­cia­ta una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Art. 224

Uso de­lit­tuo­so di ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si

 

1Chiun­que, in­ten­zio­nal­men­te e per fi­ne de­lit­tuo­so, met­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l'in­te­gri­tà del­le per­so­ne o la pro­prie­tà al­trui con ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

2Se ne è de­ri­va­to sol­tan­to un dan­no di lie­ve im­por­tan­za al­la pro­prie­tà, può es­se­re pro­nun­cia­ta una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 225

Uso col­po­so di ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si

 

1Chiun­que, in­ten­zio­nal­men­te ma sen­za fi­ne de­lit­tuo­so ov­ve­ro per ne­gli­gen­za, met­te in pe­ri­co­lo con ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si la vi­ta o l'in­te­gri­tà del­le per­so­ne o la pro­prie­tà al­trui è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Nei ca­si po­co gra­vi può es­se­re pro­nun­cia­ta la mul­ta.

Art. 226

Fab­bri­ca­zio­ne, oc­cul­ta­men­to e tra­spor­to di ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si

 

1Chiun­que fab­bri­ca ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si, sa­pen­do o do­ven­do pre­su­me­re che so­no de­sti­na­ti ad uso de­lit­tuo­so, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da sei me­si a die­ci an­ni.1

2Chiun­que si pro­cu­ra, con­se­gna ad al­tri, ri­ce­ve da al­tri, cu­sto­di­sce, na­scon­de o tra­spor­ta ma­te­rie esplo­si­ve, gas ve­le­no­si o so­stan­ze de­sti­na­te al­la lo­ro fab­bri­ca­zio­ne, è pu­ni­to, se sa o de­ve pre­su­me­re che so­no de­sti­na­ti ad uso de­lit­tuo­so, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re2.

3Chiun­que, sa­pen­do o do­ven­do pre­su­me­re che ta­lu­no si pro­po­ne di fa­re uso de­lit­tuo­so di ma­te­rie esplo­si­ve o di gas ve­le­no­si, gli dà istru­zio­ni per la lo­ro fab­bri­ca­zio­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re.


1 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
2 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 14 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 226bis

Pe­ri­co­lo do­vu­to all'ener­gia nu­clea­re, al­la ra­dioat­ti­vi­tà e a rag­gi io­niz­zan­ti

 

1Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te met­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o la sa­lu­te uma­na o la pro­prie­tà al­trui di no­te­vo­le va­lo­re con l'ener­gia nu­clea­re, so­stan­ze ra­dioat­ti­ve o rag­gi io­niz­zan­ti è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va o una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va fi­no a cin­que an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 In­tro­dot­to dal n. II 2 dell'all. al­la LF del 21 mar. 2003 sull'ener­gia nu­clea­re, in vi­go­re dal 1° feb. 2005 (RU 2004 4719; FF 2001 2349).

Art. 226ter

At­ti pre­pa­ra­to­ri pu­ni­bi­li

 

1Chiun­que pren­de, con­for­me­men­te a un pia­no, di­spo­si­zio­ni tec­ni­che con­cre­te o or­ga­niz­za­ti­ve per met­te­re in pe­ri­co­lo la vi­ta o la sa­lu­te uma­na o la pro­prie­tà al­trui di no­te­vo­le va­lo­re con l'ener­gia nu­clea­re, so­stan­ze ra­dioat­ti­ve o rag­gi io­niz­zan­ti è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va fi­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Chiun­que pro­du­ce, si pro­cu­ra, con­se­gna o pro­cu­ra ad al­tri, ri­pren­de da al­tri, cu­sto­di­sce o na­scon­de so­stan­ze ra­dioat­ti­ve, im­pian­ti, di­spo­si­ti­vi o og­get­ti che con­ten­go­no so­stan­ze ra­dioat­ti­ve o pos­so­no emet­te­re rag­gi io­niz­zan­ti, ben­ché sap­pia o deb­ba pre­su­me­re che es­si so­no de­sti­na­ti a un uso pe­nal­men­te per­se­gui­bi­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va fi­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.

3Chiun­que for­ni­sce ad al­tri in­di­ca­zio­ni per fab­bri­ca­re sif­fat­te so­stan­ze, im­pian­ti, di­spo­si­ti­vi o og­get­ti, ben­ché sap­pia o deb­ba pre­su­me­re che es­si so­no de­sti­na­ti a un uso pe­nal­men­te per­se­gui­bi­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va fi­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 In­tro­dot­to dal n. 2 II dell'all. al­la LF del 21 mar. 2003 sull'ener­gia nu­clea­re, in vi­go­re dal 1° feb. 2005 (RU 2004 4719; FF 2001 2349).

Art. 227

Inon­da­zio­ne. Fra­na­men­to

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te ca­gio­na un'inon­da­zio­ne o il crol­lo di una co­stru­zio­ne o un fra­na­men­to e met­te con ciò scien­te­men­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l'in­te­gri­tà del­le per­so­ne o la pro­prie­tà al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

Se ne è de­ri­va­to sol­tan­to un dan­no di lie­ve im­por­tan­za, può es­se­re pro­nun­cia­ta una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Art. 228

Dan­neg­gia­men­to d'im­pian­ti elet­tri­ci, di ope­re idrau­li­che e di ope­re di pre­mu­ni­zio­ne

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te di­strug­ge o gua­sta im­pian­ti elet­tri­ci, ope­re idrau­li­che, in ispe­cie ar­gi­ni, di­ghe, tra­ver­se, chiu­se, ope­re di pre­mu­ni­zio­ne con­tro fe­no­me­ni na­tu­ra­li, co­me fra­ne o va­lan­ghe, e met­te con ciò scien­te­men­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l'in­te­gri­tà del­le per­so­ne o la pro­prie­tà al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

Se ne è de­ri­va­to sol­tan­to un dan­no di lie­ve im­por­tan­za, può es­se­re pro­nun­cia­ta una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Art. 229

Vio­la­zio­ne del­le re­go­le dell'ar­te edi­li­zia

 

1Chiun­que, di­ri­gen­do od ese­guen­do una co­stru­zio­ne o una de­mo­li­zio­ne, tra­scu­ra in­ten­zio­nal­men­te le re­go­le ri­co­no­sciu­te dell'ar­te e met­te con ciò in pe­ri­co­lo la vi­ta o l'in­te­gri­tà del­le per­so­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Se il col­pe­vo­le ha tra­scu­ra­to per ne­gli­gen­za le re­go­le ri­co­no­sciu­te dell'ar­te, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 230

Ri­mo­zio­ne od omis­sio­ne di ap­pa­rec­chi pro­tet­ti­vi

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te gua­sta, di­strug­ge, ri­muo­ve, ren­de al­tri­men­ti in­ser­vi­bi­li o met­te fuo­ri uso ap­pa­rec­chi de­sti­na­ti a pre­ve­ni­re gli in­for­tu­ni in una fab­bri­ca o in un'al­tra azien­da, ov­ve­ro gl'in­for­tu­ni che pos­so­no es­ser ca­gio­na­ti da mac­chi­ne,

chiun­que, con­tra­ria­men­te al­le nor­me ap­pli­ca­bi­li, omet­te di col­lo­ca­re ta­li ap­pa­rec­chi,

e met­te con ciò scien­te­men­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l'in­te­gri­tà del­le per­so­ne,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va é cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Titolo ottavo: Dei crimini o dei delitti contro la salute pubblica

Art. 230bis

Pe­ri­co­li cau­sa­ti da or­ga­ni­smi ge­ne­ti­ca­men­te mo­di­fi­ca­ti o pa­to­ge­ni

 

1Chiun­que, in­ten­zio­nal­men­te, im­met­te nell'am­bien­te or­ga­ni­smi ge­ne­ti­ca­men­te mo­di­fi­ca­ti o pa­to­ge­ni, di­stur­ba il fun­zio­na­men­to di un im­pian­to de­sti­na­to al lo­ro stu­dio o al­la lo­ro con­ser­va­zio­ne o pro­du­zio­ne o ne di­stur­ba il tra­spor­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno a die­ci an­ni, se sa o de­ve sa­pe­re che con ta­li at­ti:

a.
met­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l'in­te­gri­tà del­le per­so­ne; o
b.
met­te in pe­ri­co­lo in mo­do gra­ve la com­po­si­zio­ne na­tu­ra­le di bi­ce­no­si del­la fau­na e del­la flo­ra o i lo­ro bio­to­pi.

2Se l'au­to­re ha agi­to per ne­gli­gen­za, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 In­tro­dot­to dal n. 1 dell'all. al­la L del 21 mar. 2003 sull'in­ge­gne­ria ge­ne­ti­ca, in vi­go­re dal 1° gen. 2006 (RU 2003 4803; FF 2000 2145).

Art. 231

Pro­pa­ga­zio­ne di ma­lat­tie dell'es­se­re uma­no

 

Chiun­que con ani­mo abiet­to pro­pa­ga una ma­lat­tia dell'es­se­re uma­no pe­ri­co­lo­sa e tra­smis­si­bi­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 86 n. 1 del­la L del 28 set. 2012 sul­le epi­de­mie, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 1435; FF 2011 283).

Art. 232

Pro­pa­ga­zio­ne di epi­zoo­zie

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te pro­pa­ga una epi­zoo­zia fra gli ani­ma­li do­me­sti­ci, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Se il col­pe­vo­le ha, con ani­mo abiet­to, ca­gio­na­to un gra­ve dan­no, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni.

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Art. 233

Pro­pa­ga­zio­ne di pa­ras­si­ti pe­ri­co­lo­si

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te pro­pa­ga un pa­ras­si­ta od un ger­me pe­ri­co­lo­so per l'agri­col­tu­ra o sel­vi­col­tu­ra, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Se il col­pe­vo­le ha, con ani­mo abiet­to, ca­gio­na­to un gra­ve dan­no, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni.

2. La pe­na é una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Art. 234

In­qui­na­men­to di ac­que po­ta­bi­li

 

1Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te in­qui­na con ma­te­rie no­ci­ve al­la sa­lu­te l'ac­qua po­ta­bi­le de­sti­na­ta al­le per­so­ne o agli ani­ma­li do­me­sti­ci, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re.

2La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Art. 235

Fab­bri­ca­zio­ne di fo­rag­gi no­ci­vi

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te ma­ni­po­la o fab­bri­ca fo­rag­gi na­tu­ra­li od ar­ti­fi­cia­li de­sti­na­ti agli ani­ma­li do­me­sti­ci in mo­do da met­ter­ne in pe­ri­co­lo la sa­lu­te, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Se il col­pe­vo­le fa me­stie­re di ta­le ma­ni­po­la­zio­ne o fab­bri­ca­zio­ne, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re. Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.1 La sen­ten­za di con­dan­na è re­sa pub­bli­ca.

2. La pe­na è del­la mul­ta se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

3. I pro­dot­ti so­no con­fi­sca­ti. Es­si pos­so­no es­se­re re­si in­no­cui o di­strut­ti.


1 Nuo­vo te­sto dei per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 236

Com­mer­cio di fo­rag­gi adul­te­ra­ti

 

1Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te im­por­ta, tie­ne in de­po­si­to, met­te in ven­di­ta o in cir­co­la­zio­ne fo­rag­gi na­tu­ra­li od ar­ti­fi­cia­li ch'egli sa es­se­re no­ci­vi al­la sa­lu­te de­gli ani­ma­li, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria. La sen­ten­za di con­dan­na è re­sa pub­bli­ca.

2La pe­na è del­la mul­ta se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

3I pro­dot­ti so­no con­fi­sca­ti. Es­si pos­so­no es­se­re re­si in­no­cui o di­strut­ti.

Titolo nono: Dei crimini o dei delitti contro le pubbliche comunicazioni

Art. 237

Per­tur­ba­men­to del­la cir­co­la­zio­ne pub­bli­ca

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te im­pe­di­sce, per­tur­ba o po­ne in pe­ri­co­lo la cir­co­la­zio­ne pub­bli­ca, in mo­do par­ti­co­la­re la cir­co­la­zio­ne sul­le stra­de, sull'ac­qua o nell'aria e met­te con ciò scien­te­men­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l'in­te­gri­tà del­le per­so­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Se il col­pe­vo­le met­te scien­te­men­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l'in­te­gri­tà di mol­te per­so­ne, può es­se­re pro­nun­cia­ta una pe­na de­ten­ti­va da uno a die­ci an­ni.

2. La pe­na é una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Art. 238

Per­tur­ba­men­to del ser­vi­zio fer­ro­via­rio

 

1Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te im­pe­di­sce, per­tur­ba o po­ne in pe­ri­co­lo il ser­vi­zio del­le stra­de fer­ra­te e met­te con ciò scien­te­men­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l'in­te­gri­tà del­le per­so­ne o la pro­prie­tà al­trui, in mo­do par­ti­co­la­re chiun­que ca­gio­na il pe­ri­co­lo di un de­via­men­to o di uno scon­tro di tre­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va o pe­cu­nia­ria1.

2La pe­na é una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za e mes­so in gra­ve pe­ri­co­lo la vi­ta o l'in­te­gri­tà del­le per­so­ne o la pro­prie­tà al­trui.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 15 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 239

Per­tur­ba­men­to di pub­bli­ci ser­vi­zi

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te im­pe­di­sce, per­tur­ba o met­te in pe­ri­co­lo l'eser­ci­zio di un'im­pre­sa pub­bli­ca di co­mu­ni­ca­zio­ne, in mo­do par­ti­co­la­re l'eser­ci­zio del­le stra­de fer­ra­te, del­le po­ste, dei te­le­gra­fi o dei te­le­fo­ni,

chiun­que in­ten­zio­nal­men­te im­pe­di­sce, per­tur­ba o met­te in pe­ri­co­lo l'eser­ci­zio di uno sta­bi­li­men­to o di un im­pian­to che for­ni­sce al pub­bli­co ac­qua, lu­ce, for­za o ca­lo­re,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. La pe­na é una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Titolo decimo: Della falsificazione delle monete, dei valori ufficiali di bollo, delle marche ufficiali, dei pesi e delle misure

Art. 240

Con­traf­fa­zio­ne di mo­ne­te

 

1Chiun­que con­traf­fà mo­ne­te, car­ta­mo­ne­ta o bi­gliet­ti di ban­ca al fi­ne di met­ter­li in cir­co­la­zio­ne co­me ge­nui­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

2Nei ca­si d'esi­gua gra­vi­tà la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

3Il col­pe­vo­le è pu­ni­bi­le an­che quan­do ha com­mes­so il rea­to all'este­ro, se è sta­to ar­re­sta­to nel­la Sviz­ze­ra e non è estra­da­to all'este­ro e se l'at­to è pu­ni­to nel­lo Sta­to in cui fu com­piu­to.

Art. 241

Al­te­ra­zio­ne di mo­ne­te

 

1Chiun­que al­te­ra mo­ne­te, car­ta­mo­ne­ta o bi­gliet­ti di ban­ca al fi­ne di met­ter­li in cir­co­la­zio­ne con l'ap­pa­ren­za di un va­lo­re su­pe­rio­re, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da sei me­si a cin­que an­ni.1

2Nei ca­si di esi­gua gra­vi­tà la pe­na é una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 242

Mes­sa in cir­co­la­zio­ne di mo­ne­te fal­se

 

1Chiun­que met­te in cir­co­la­zio­ne co­me ge­nui­ni o inal­te­ra­ti mo­ne­te, car­ta­mo­ne­te o bi­gliet­ti di ban­ca con­traf­fat­ti od al­te­ra­ti, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria1.

2Se il col­pe­vo­le o il suo man­dan­te o il suo rap­pre­sen­tan­te ha ri­ce­vu­to le mo­ne­te o i bi­gliet­ti di ban­ca co­me ge­nui­ni o inal­te­ra­ti, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 243

Imi­ta­zio­ne di bi­gliet­ti di ban­ca, mo­ne­te o va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li sen­za fi­ne di fal­si­fi­ca­zio­ne

 

1Chiun­que, sen­za fi­ne di fal­si­fi­ca­zio­ne, ri­pro­du­ce o imi­ta bi­gliet­ti di ban­ca in mo­do che pos­sa esi­ste­re il pe­ri­co­lo di con­fu­sio­ne da par­te di per­so­ne o ap­pa­rec­chi con i bi­gliet­ti di ban­ca au­ten­ti­ci, in par­ti­co­la­re quan­do l'in­te­ro bi­gliet­to di ban­ca, una sua fac­cia o la mag­gior par­te di una fac­cia è ri­pro­dot­ta o imi­ta­ta su un ma­te­ria­le e in un for­ma­to iden­ti­ci o si­mi­li a quel­li dell'ori­gi­na­le,

chiun­que, sen­za fi­ne di fal­si­fi­ca­zio­ne, fab­bri­ca og­get­ti si­mi­li per co­nio, pe­so o di­men­sio­ni al­le mo­ne­te in cor­so, o che pre­sen­ta­no va­lo­ri no­mi­na­li o sin­go­le par­ti­co­la­ri­tà di una co­nia­tu­ra uf­fi­cia­le, in mo­do che pos­sa esi­ste­re il pe­ri­co­lo di con­fu­sio­ne da par­te di per­so­ne o ap­pa­rec­chi con le mo­ne­te in cor­so,

chiun­que, sen­za fi­ne di fal­si­fi­ca­zio­ne, ri­pro­du­ce o imi­ta va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li in mo­do che pos­sa esi­ste­re il pe­ri­co­lo di con­fu­sio­ne con i va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li,

chiun­que im­por­ta, met­te in ven­di­ta o in cir­co­la­zio­ne sif­fat­ti og­get­ti,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.2

2La pe­na è la mul­ta se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.3


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 3 dell'ap­pen­di­ce del­la LF del 22 dic. 1999 sull'uni­tà mo­ne­ta­ria e i mez­zi di pa­ga­men­to, in vi­go­re dal 1° mag. 2000 (RU 2000 1144; FF 1999 6201).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).
3 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 244

Im­por­ta­zio­ne, ac­qui­sto e de­po­si­to di mo­ne­te fal­se

 

1Chiun­que im­por­ta, ac­qui­sta o tie­ne in de­po­si­to mo­ne­te, car­ta­mo­ne­ta o bi­gliet­ti di ban­ca con­traf­fat­ti o al­te­ra­ti, al fi­ne di met­ter­li in cir­co­la­zio­ne co­me ge­nui­ni o inal­te­ra­ti è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.1

2Chiun­que ne im­por­ta, ac­qui­sta o tie­ne in de­po­si­to in gran­de quan­ti­tà, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 3 dell'ap­pen­di­ce del­la LF del 22 dic. 1999 sull'uni­tà mo­ne­ta­ria e i mez­zi di pa­ga­men­to, in vi­go­re dal 1° mag. 2000 (RU 2000 1144; FF 1999 6201).

Art. 245

Fal­si­fi­ca­zio­ne di va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li

 

1. Chiun­que, al fi­ne di met­ter­li in cir­co­la­zio­ne co­me ge­nui­ni od inal­te­ra­ti, con­traf­fà od al­te­ra va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li, in ispe­cie fran­co­bol­li o mar­che da bol­lo o da tas­sa,

chiun­que a va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li an­nul­la­ti dà l'ap­pa­ren­za di bol­li an­co­ra va­li­di per usar­li co­me ta­li,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Il col­pe­vo­le è pu­ni­bi­le an­che quan­do ha com­mes­so il rea­to all'este­ro, se è ar­re­sta­to nel­la Sviz­ze­ra e non è estra­da­to all'este­ro e se l'at­to è pu­ni­to nel­lo Sta­to in cui fu com­piu­to.

2. Chiun­que usa co­me ge­nui­ni, inal­te­ra­ti o va­li­di va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li con­traf­fat­ti, al­te­ra­ti od an­nul­la­ti, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 246

Fal­si­fi­ca­zio­ne di mar­che uf­fi­cia­li

 

Chiun­que, al fi­ne di usar­ne co­me ge­nui­ne od inal­te­ra­te, con­traf­fà od al­te­ra mar­che uf­fi­cia­li ap­po­ste dall'au­to­ri­tà ad un og­get­to per con­sta­ta­re il ri­sul­ta­to di un esa­me o la con­ces­sio­ne di un per­mes­so, qua­li per esem­pio i bol­li di con­trol­lo dei la­vo­ri d'oro e d'ar­gen­to, i bol­li de­gli ispet­to­ri del­le car­ni, le mar­che dell'Am­mi­ni­stra­zio­ne del­le do­ga­ne,

chiun­que usa co­me ge­nui­ni od inal­te­ra­ti se­gni di det­to ge­ne­re con­traf­fat­ti od al­te­ra­ti,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 247

Stru­men­ti per la fal­si­fi­ca­zio­ne e uso il­le­git­ti­mo di stru­men­ti

 

Chiun­que, al fi­ne di far­ne uso in­de­bi­to, fab­bri­ca o si pro­cu­ra stru­men­ti per la con­traf­fa­zio­ne o l'al­te­ra­zio­ne di mo­ne­te, car­ta mo­ne­ta, bi­gliet­ti di ban­ca o va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li,

chiun­que fa uso in­de­bi­to di stru­men­ti coi qua­li si fab­bri­ca­no mo­ne­te, car­ta mo­ne­ta, bi­gliet­ti di ban­ca o va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 248

Fal­si­fi­ca­zio­ne dei pe­si e del­le mi­su­re

 

Chiun­que, a sco­po di fro­de nel com­mer­cio e nel­le re­la­zio­ni d'af­fa­ri, ap­po­ne una fal­sa bol­la­tu­ra a mi­su­re, pe­si, bi­lan­ce od al­tri stru­men­ti di mi­su­ra od al­te­ra la bol­la­tu­ra esi­sten­te,

al­te­ra mi­su­re, pe­si, bi­lan­ce od al­tri stru­men­ti di mi­su­ra bol­la­ti,

usa mi­su­re, pe­si, bi­lan­ce od al­tri stru­men­ti di mi­su­ra fal­si od al­te­ra­ti,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 249

Con­fi­sca

 

1Le mo­ne­te o la car­ta­mo­ne­ta con­traf­fat­te o al­te­ra­te, i bi­gliet­ti di ban­ca, i va­lo­ri di bol­lo e le mar­che uf­fi­cia­li, le mi­su­re, i pe­si, le bi­lan­ce o gli al­tri stru­men­ti di mi­su­ra con­traf­fat­ti o al­te­ra­ti, co­me pu­re gli stru­men­ti per la fal­si­fi­ca­zio­ne, so­no con­fi­sca­ti e re­si in­ser­vi­bi­li o di­strut­ti.

2So­no inol­tre con­fi­sca­ti e re­si in­ser­vi­bi­li o di­strut­ti i bi­gliet­ti di ban­ca, le mo­ne­te o i va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li ri­pro­dot­ti che, imi­ta­ti o fab­bri­ca­ti sen­za fi­ne di fal­si­fi­ca­zio­ne, com­por­ta­no un pe­ri­co­lo di con­fu­sio­ne.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 3 dell'ap­pen­di­ce del­la LF del 22 dic. 1999 sull'uni­tà mo­ne­ta­ria e i mez­zi di pa­ga­men­to, in vi­go­re dal 1° mag. 2000 (RU 2000 1144; FF 1999 6201).

Art. 250

Mo­ne­te e bol­li di va­lo­re este­ri

 

Le di­spo­si­zio­ni del pre­sen­te ti­to­lo si ap­pli­ca­no an­che a mo­ne­te, car­ta­mo­ne­te, bi­gliet­ti di ban­ca e va­lo­ri di bol­lo este­ri.

Titolo undecimo: Della falsità in atti

Art. 251

Fal­si­tà in do­cu­men­ti

 

1. Chiun­que, al fi­ne di nuo­ce­re al pa­tri­mo­nio o ad al­tri di­rit­ti di una per­so­na o di pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to,

for­ma un do­cu­men­to fal­so od al­te­ra un do­cu­men­to ve­ro, op­pu­re abu­sa dell'al­trui fir­ma au­ten­ti­ca o dell'al­trui se­gno a ma­no au­ten­ti­co per for­ma­re un do­cu­men­to sup­po­si­ti­zio, op­pu­re at­te­sta o fa at­te­sta­re in un do­cu­men­to, con­tra­ria­men­te al­la ve­ri­tà, un fat­to di im­por­tan­za giu­ri­di­ca,

o fa uso, a sco­po d'in­gan­no, di un ta­le do­cu­men­to,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Nei ca­si di esi­gua gra­vi­tà, può es­se­re pro­nun­cia­ta la pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1995 (RU 1994 2290; FF 1991 II 797).

Art. 252

Fal­si­tà in cer­ti­fi­ca­ti

 

Chiun­que, al fi­ne di mi­glio­ra­re la si­tua­zio­ne pro­pria o al­trui,

con­traf­fà od al­te­ra car­te di le­git­ti­ma­zio­ne, cer­ti­fi­ca­ti, at­te­sta­ti,

fa uso, a sco­po di in­gan­no, di uno scrit­to di que­sta na­tu­ra,

abu­sa, a sco­po di in­gan­no, di scrit­ti au­ten­ti­ci di que­sta na­tu­ra non de­sti­na­ti a lui,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1995 (RU 1994 2290; FF 1991 II 797).

Art. 253

Con­se­gui­men­to frau­do­len­to di una fal­sa at­te­sta­zio­ne

 

Chiun­que, usan­do in­gan­no, in­du­ce un fun­zio­na­rio o un pub­bli­co uf­fi­cia­le ad at­te­sta­re in un do­cu­men­to pub­bli­co, con­tra­ria­men­te al­la ve­ri­tà, un fat­to d'im­por­tan­za giu­ri­di­ca, in ispe­cie ad au­ten­ti­ca­re una fir­ma fal­sa od una co­pia non con­for­me all'ori­gi­na­le,

chiun­que fa uso di un do­cu­men­to ot­te­nu­to in tal mo­do per in­gan­na­re al­tri sul fat­to in es­so at­te­sta­to,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 254

Sop­pres­sio­ni di do­cu­men­to

 

1Chiun­que, al fi­ne di nuo­ce­re al pa­tri­mo­nio o ad al­tri di­rit­ti di una per­so­na o di pro­cac­cia­re a sé o ad un ter­zo un in­de­bi­to pro­fit­to, de­te­rio­ra, di­strug­ge, sop­pri­me o sot­trae un do­cu­men­to del qua­le non ha il di­rit­to di di­spor­re da so­lo, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2La sop­pres­sio­ne di do­cu­men­ti a pre­giu­di­zio di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca è per­se­gui­ta sol­tan­to a que­re­la di par­te.

Art. 255

Do­cu­men­ti este­ri

 

Gli ar­ti­co­li 251 a 254 si ap­pli­ca­no an­che ai do­cu­men­ti este­ri.

Art. 256

Ri­mo­zio­ne di ter­mi­ni

 

Chiun­que, al fi­ne di nuo­ce­re al pa­tri­mo­nio o ad al­tri di­rit­ti di una per­so­na o di pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, sop­pri­me, ri­muo­ve, ren­de ir­ri­co­no­sci­bi­le, al­te­ra o col­lo­ca fal­sa­men­te un ter­mi­ne od al­tro se­gno di con­fi­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 257

Sop­pres­sio­ne di se­gna­li tri­go­no­me­tri­ci e lim­ni­me­tri­ci

 

Chiun­que sop­pri­me, ri­muo­ve, ren­de ir­ri­co­no­sci­bi­le o col­lo­ca fal­sa­men­te un se­gna­le pub­bli­co tri­go­no­me­tri­co o lim­ni­me­tri­co, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Titolo dodicesimo: Dei crimini o dei delitti contro la tranquillità pubblica

Art. 258

Pub­bli­ca in­ti­mi­da­zio­ne

 

Chiun­que dif­fon­de lo spa­ven­to nel­la po­po­la­zio­ne con la mi­nac­cia o con il fal­so an­nun­cio di un pe­ri­co­lo per la vi­ta, la sa­lu­te o la pro­prie­tà, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1995 (RU 1994 2290; FF 1991 II 797).

Art. 259

Pub­bli­ca isti­ga­zio­ne a un cri­mi­ne o al­la vio­len­za

 

1Chiun­que pub­bli­ca­men­te isti­ga a com­met­te­re un cri­mi­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

1bisLa pub­bli­ca isti­ga­zio­ne al ge­no­ci­dio (art. 264), da com­met­te­re del tut­to o in par­te in Sviz­ze­ra, è pu­ni­bi­le an­che se l'isti­ga­zio­ne av­vie­ne all'este­ro.2

2Chiun­que pub­bli­ca­men­te isti­ga a com­met­te­re un de­lit­to im­pli­can­te at­ti di vio­len­za con­tro per­so­ne o co­se, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 9 ott. 1981, in vi­go­re dal 1° ott. 1982 (RU 1982 1530; FF 1980 I 1032).
2 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 18 giu. 2010 sul­la mo­di­fi­ca di leg­gi fe­de­ra­li per l'at­tua­zio­ne del­lo Sta­tu­to di Ro­ma del­la Cor­te pe­na­le in­ter­na­zio­na­le, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 4963; FF 2008 3293).

Art. 260

Som­mos­sa

 

1Chiun­que par­te­ci­pa ad un pub­bli­co as­sem­bra­men­to, nel qua­le so­no com­mes­si col­let­ti­va­men­te at­ti di vio­len­za con­tro per­so­ne o co­se, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Il com­par­te­ci­pe va esen­te da pe­na se, ac­cet­tan­do l'in­ti­ma­zio­ne fat­ta­gli dall'au­to­ri­tà, de­si­ste dall'azio­ne sen­za aver com­mes­so vio­len­ze né isti­ga­to a com­met­ter­ne.

Art. 260bis

At­ti pre­pa­ra­to­ri pu­ni­bi­li

 

1È pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria chiun­que pren­de, con­for­me­men­te a un pia­no, con­cre­te di­spo­si­zio­ni tec­ni­che od or­ga­niz­za­ti­ve la cui na­tu­ra ed esten­sio­ne mo­stra­no che egli si ac­cin­ge a com­met­te­re uno dei se­guen­ti rea­ti:

a.
Omi­ci­dio in­ten­zio­na­le (art. 111);
b.
As­sas­si­nio (art. 112);
c.
Le­sio­ni gra­vi (art. 122);
cbis.2
Mu­ti­la­zio­ne di or­ga­ni ge­ni­ta­li fem­mi­ni­li (art. 124);
d.
Ra­pi­na (art. 140);
e.
Se­que­stro di per­so­na e ra­pi­men­to (art. 183);
f.
Pre­sa d'ostag­gio (art. 185);
fbis.3
Spa­ri­zio­ne for­za­ta (art. 185bis);
g.
In­cen­dio in­ten­zio­na­le (art. 221);
h.
Ge­no­ci­dio (art. 264);
i.
Cri­mi­ni con­tro l'uma­ni­tà (art. 264a);
j.
Cri­mi­ni di guer­ra (art. 264c-264h).4

2Chi spon­ta­nea­men­te de­si­ste dal con­su­ma­re un at­to pre­pa­ra­to­rio ini­zia­to è esen­te da pe­na.

3È pa­ri­men­te pu­ni­bi­le chi com­met­te gli at­ti pre­pa­ra­to­ri all'este­ro, se i rea­ti co­sì pre­pa­ra­ti do­ves­se­ro es­se­re com­mes­si in Sviz­ze­ra. L'ar­ti­co­lo 3 ca­po­ver­so 2 è ap­pli­ca­bi­le.5


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 9 ott. 1981, in vi­go­re dal 1° ott. 1982 (RU 1982 1530; FF 1980 I 1032).
2 In­tro­dot­ta dal n. I del­la LF del 30 set. 2012, in vi­go­re dal 1° lug. 2012 (RU 2012 2575; FF 2010 4941 4967). FF 1918 II 1
3 In­tro­dot­ta dal n. 1 dell'all. 2 al DF del 18 dic. 2015 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Con­ven­zio­ne in­ter­na­zio­na­le per la pro­te­zio­ne di tut­te le per­so­ne dal­la spa­ri­zio­ne for­za­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2016 4687; FF 2014 417).
4 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 18 giu. 2010 sul­la mo­di­fi­ca di leg­gi fe­de­ra­li per l'at­tua­zio­ne del­lo Sta­tu­to di Ro­ma del­la Cor­te pe­na­le in­ter­na­zio­na­le, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 4963; FF 2008 3293).
5 Nuo­vo te­sto del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 260ter

Or­ga­niz­za­zio­ne cri­mi­na­le

 

1. Chiun­que par­te­ci­pa a un'or­ga­niz­za­zio­ne che tie­ne se­gre­ti la strut­tu­ra e i suoi com­po­nen­ti e che ha lo sco­po di com­met­te­re at­ti di vio­len­za cri­mi­na­li o di ar­ric­chir­si con mez­zi cri­mi­na­li,

chiun­que so­stie­ne una ta­le or­ga­niz­za­zio­ne nel­la sua at­ti­vi­tà cri­mi­na­le,

è pu­ni­to una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na (art. 48a)2 se l'agen­te si sfor­za d'im­pe­di­re la pro­se­cu­zio­ne dell'at­ti­vi­tà cri­mi­na­le dell'or­ga­niz­za­zio­ne.

3. È pu­ni­bi­le an­che chi com­met­te il rea­to all'este­ro, se l'or­ga­niz­za­zio­ne eser­ci­ta o in­ten­de eser­ci­ta­re l'at­ti­vi­tà cri­mi­na­le in tut­to o in par­te in Sviz­ze­ra. L'ar­ti­co­lo 3 ca­po­ver­so 2 è ap­pli­ca­bi­le.3


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 18 mar. 1994, in vi­go­re dal 1° ago 1994 (RU 1994 1614; FF 1993 III 193).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).
3 Nuo­vo te­sto del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 260quater

Mes­sa in pe­ri­co­lo del­la si­cu­rez­za pub­bli­ca con ar­mi

 

Chiun­que ven­de, lo­ca, do­na, la­scia a di­spo­si­zio­ne di ter­zi o pro­cu­ra per me­dia­zio­ne ar­mi da fuo­co, ar­mi vie­ta­te dal­la leg­ge, par­ti es­sen­zia­li di ar­mi, ac­ces­so­ri di ar­mi, mu­ni­zio­ni o ele­men­ti di mu­ni­zio­ni, sa­pen­do o do­ven­do sa­pe­re che es­si ser­vi­ran­no al­la com­mis­sio­ne di un de­lit­to o di un cri­mi­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, in quan­to non ri­cor­ra­no le con­di­zio­ni co­sti­tu­ti­ve di un rea­to più gra­ve.2


1 In­tro­dot­to dall'art. 41 del­la LF del 20 giu. 1997 sul­le ar­mi, gli ac­ces­so­ri di ar­mi e le mu­ni­zio­ni, in vi­go­re dal 1° gen. 1999 (RU 1998 2535; FF 1996 I 875).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 260quinquies

Fi­nan­zia­men­to del ter­ro­ri­smo

 

1 Chiun­que rac­co­glie o met­te a di­spo­si­zio­ne va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li nell'in­ten­to di fi­nan­zia­re at­ti di vio­len­za cri­mi­na­li vol­ti a in­ti­mi­di­re la po­po­la­zio­ne o a co­strin­ge­re uno Sta­to o un'or­ga­niz­za­zio­ne in­ter­na­zio­na­le a fa­re o ad omet­te­re un at­to è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va fi­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Non si ren­de pu­ni­bi­le se­con­do la pre­sen­te di­spo­si­zio­ne chi si li­mi­ta a tol­le­ra­re l'even­tua­li­tà che det­ti va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li pos­sa­no ser­vi­re a fi­nan­zia­re il ter­ro­ri­smo.

3Non co­sti­tui­sce fi­nan­zia­men­to di un at­to ter­ro­ri­sti­co l'at­to vol­to a in­stau­ra­re o ri­pri­sti­na­re la de­mo­cra­zia o lo Sta­to di di­rit­to op­pu­re a per­met­te­re l'eser­ci­zio o il ri­spet­to dei di­rit­ti dell'uo­mo.

4Il ca­po­ver­so 1 non è ap­pli­ca­bi­le se il fi­nan­zia­men­to è de­sti­na­to a so­ste­ne­re at­ti che non con­trad­di­co­no al­le nor­me del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le ap­pli­ca­bi­li nei con­flit­ti ar­ma­ti.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 21 mar. 2003 (Fi­nan­zia­men­to del ter­ro­ri­smo), in vi­go­re dal 1° ott. 2003 (RU 2003 3043; FF 2002 4815).

Art. 261

Per­tur­ba­men­to del­la li­ber­tà di cre­den­za e di cul­to

 

Chiun­que pub­bli­ca­men­te ed in mo­do abiet­to of­fen­de o scher­ni­sce le con­vin­zio­ni al­trui in ma­te­ria di cre­den­za, par­ti­co­lar­men­te di cre­den­za in Dio, ov­ve­ro pro­fa­na og­get­ti di ve­ne­ra­zio­ne re­li­gio­sa,

chiun­que con ma­la­ni­mo im­pe­di­sce, per­tur­ba o scher­ni­sce pub­bli­ca­men­te un at­to di cul­to ga­ran­ti­to dal­la Co­sti­tu­zio­ne,

chiun­que pro­fa­na con ma­la­ni­mo un luo­go od un og­get­to de­sti­na­ti ad un cul­to o ad un at­to di cul­to ga­ran­ti­ti dal­la Co­sti­tu­zio­ne,

è pu­ni­to con una pe­na pe­cu­nia­ria.1


1 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 261bis

Di­scri­mi­na­zio­ne raz­zia­le

 

Chiun­que in­ci­ta pub­bli­ca­men­te all'odio o al­la di­scri­mi­na­zio­ne con­tro una per­so­na o un grup­po di per­so­ne per la lo­ro raz­za, et­nia o re­li­gio­ne;

chiun­que pro­pa­ga pub­bli­ca­men­te un'ideo­lo­gia in­te­sa a di­scre­di­ta­re o ca­lun­nia­re si­ste­ma­ti­ca­men­te i mem­bri di una raz­za, et­nia o re­li­gio­ne;

chiun­que, nel me­de­si­mo in­ten­to, or­ga­niz­za o in­co­rag­gia azio­ni di pro­pa­gan­da o vi par­te­ci­pa;

chiun­que, pub­bli­ca­men­te, me­dian­te pa­ro­le, scrit­ti, im­ma­gi­ni, ge­sti, vie di fat­to o in mo­do co­mun­que le­si­vo del­la di­gni­tà uma­na, di­scre­di­ta o di­scri­mi­na una per­so­na o un grup­po di per­so­ne per la lo­ro raz­za, et­nia o re­li­gio­ne o, per le me­de­si­me ra­gio­ni, di­sco­no­sce, mi­ni­miz­za gros­so­la­na­men­te o cer­ca di giu­sti­fi­ca­re il ge­no­ci­dio o al­tri cri­mi­ni con­tro l'uma­ni­tà;2

chiun­que ri­fiu­ta ad una per­so­na o a un grup­po di per­so­ne, per la lo­ro raz­za, et­nia o re­li­gio­ne, un ser­vi­zio da lui of­fer­to e de­sti­na­to al pub­bli­co,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 In­tro­dot­to dall'art. 1 del­la LF del 18 giu. 1993, in vi­go­re dal 1° gen. 1995 (RU 1994 2887; FF 1992 III 217).
2RU 2005 1165

Art. 262

Tur­ba­men­to del­la pa­ce dei de­fun­ti

 

1. Chiun­que pro­fa­na gros­so­la­na­men­te la tom­ba di un de­fun­to,

chiun­que con ma­la­ni­mo tur­ba o pro­fa­na un fu­ne­ra­le od un ser­vi­zio fu­ne­bre,

chiun­que pro­fa­na o pub­bli­ca­men­te in­sul­ta un ca­da­ve­re uma­no,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Chiun­que, con­tro la vo­lon­tà dell'aven­te di­rit­to, sot­trae un ca­da­ve­re uma­no o par­ti di es­so, ov­ve­ro le ce­ne­ri di un de­fun­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 263

At­ti com­mes­si in ista­to di ir­re­spon­sa­bi­li­tà col­po­sa

 

1Chiun­que, es­sen­do in ista­to di ir­re­spon­sa­bi­li­tà a ca­gio­ne di eb­brez­za col­po­sa, pro­dot­ta da al­cool o da al­tra in­tos­si­ca­zio­ne, com­met­te un fat­to re­pres­so co­me cri­mi­ne o de­lit­to, è pu­ni­to con una pe­na pe­cu­nia­ria.1

2La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le, agen­do in ta­le sta­to di ir­re­spon­sa­bi­li­tà, ha com­mes­so un cri­mi­ne pu­ni­bi­le con la so­la pe­na de­ten­ti­va.2


1 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Titolo dodicesimo : Genocidio e crimini contro l'umanità

Art. 264

Ge­no­ci­dio

 

Chiun­que, nell'in­ten­to di di­strug­ge­re, del tut­to o in par­te, un grup­po na­zio­na­le, raz­zia­le, re­li­gio­so, et­ni­co, so­cia­le o po­li­ti­co in quan­to ta­le:

a.
uc­ci­de mem­bri di un sif­fat­to grup­po o ne le­de gra­ve­men­te l'in­te­gri­tà fi­si­ca o men­ta­le;
b.
sot­to­po­ne mem­bri del grup­po a con­di­zio­ni di vi­ta at­te a pro­vo­ca­re la di­stru­zio­ne to­ta­le o par­zia­le del grup­po;
c.
or­di­na o pren­de mi­su­re vol­te a im­pe­di­re le na­sci­te all'in­ter­no del grup­po;
d.
tra­sfe­ri­sce o fa tra­sfe­ri­re con la for­za fan­ciul­li del grup­po a un al­tro grup­po,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va a vi­ta o una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a die­ci an­ni.

Art. 264a

Cri­mi­ni con­tro l'uma­ni­tà

c. Ri­du­zio­ne in schia­vi­tù

d. Se­que­stro di per­so­na

e. Spa­ri­zio­ne for­za­ta di per­so­ne

f. Tor­tu­ra

g. Le­sio­ne dell'au­to­de­ter­mi- na­zio­ne ses­sua­le

h. De­por­ta­zio­ne o tra­sfe­ri­men­to for­za­to

i. Per­se­cu­zio­ne e apar­theid

j. Al­tri at­ti inu­ma­ni

 

1Chiun­que, nell'am­bi­to di un at­tac­co este­so o si­ste­ma­ti­co con­tro po­po­la­zio­ni ci­vi­li:

a. Omi­ci­dio in­ten­zio­na­le

a.
uc­ci­de in­ten­zio­nal­men­te una per­so­na;

b. Ster­mi­nio

b.
uc­ci­de in­ten­zio­nal­men­te mol­te per­so­ne o sot­to­po­ne la po­po­la­zio­ne, nell'in­ten­to di di­strug­ger­la del tut­to o in par­te, a con­di­zio­ni di vi­ta di­ret­te a pro­vo­car­ne la di­stru­zio­ne;
c.
si ar­ro­ga un di­rit­to di pro­prie­tà su una per­so­na ed eser­ci­ta su que­sta un po­te­re di di­spo­si­zio­ne, se­gna­ta­men­te nel con­te­sto del­la trat­ta di es­se­ri uma­ni, del­lo sfrut­ta­men­to ses­sua­le o del la­vo­ro for­za­to;
d.
pri­va una per­so­na del­la li­ber­tà con­trav­ve­nen­do in mo­do gra­ve al­le re­go­le fon­da­men­ta­li del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le;
e.
nell'in­ten­to di sot­trar­re una per­so­na per un pro­lun­ga­to pe­rio­do di tem­po al­la pro­te­zio­ne del­la leg­ge:
1.
pri­va la per­so­na del­la li­ber­tà su man­da­to o con l'ap­pro­va­zio­ne di uno Sta­to o di un'or­ga­niz­za­zio­ne po­li­ti­ca, ne­gan­do in se­gui­to la for­ni­tu­ra di in­for­ma­zio­ni sul­la sor­te di ta­le per­so­na o sul luo­go in cui que­sta si tro­va, o
2.
si ri­fiu­ta di for­ni­re in­for­ma­zio­ni sul­la sor­te di ta­le per­so­na o sul luo­go in cui que­sta si tro­va, su man­da­to di uno Sta­to o di un'or­ga­niz­za­zio­ne po­li­ti­ca op­pu­re in vio­la­zio­ne di un ob­bli­go le­ga­le;
f.
in­flig­ge a una per­so­na di cui ha la cu­sto­dia o il con­trol­lo gran­di sof­fe­ren­ze o un gra­ve dan­no al cor­po o al­la sa­lu­te fi­si­ca o psi­chi­ca;
g.
stu­pra una per­so­na di ses­so fem­mi­ni­le o, do­po che que­sta è sta­ta re­sa gra­vi­da con­tro la sua vo­lon­tà, la tie­ne se­que­stra­ta nell'in­ten­to di mo­di­fi­ca­re la com­po­si­zio­ne et­ni­ca di una po­po­la­zio­ne, co­strin­ge una per­so­na a su­bi­re un at­to ses­sua­le di gra­vi­tà ana­lo­ga al­lo stu­pro o a pro­sti­tuir­si, op­pu­re la sot­to­po­ne a ste­ri­liz­za­zio­ne for­za­ta;
h.
de­por­ta per­so­ne dal­la re­gio­ne nel­la qua­le si tro­va­no le­git­ti­ma­men­te o le tra­sfe­ri­sce con la for­za in un al­tro luo­go;
i.
le­de in mo­do gra­ve i di­rit­ti fon­da­men­ta­li di un grup­po di per­so­ne non ri­co­no­scen­do lo­ro ta­li di­rit­ti, o pri­van­do­le de­gli stes­si, per mo­ti­vi po­li­ti­ci, raz­zia­li, et­ni­ci, re­li­gio­si, so­cia­li o per al­tri mo­ti­vi non am­mes­si dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le, in re­la­zio­ne a un rea­to pre­vi­sto dal ti­to­lo do­di­ce­si­mobis o do­di­ce­si­moter o ai fi­ni dell'op­pres­sio­ne e do­mi­na­zio­ne si­ste­ma­ti­ca di un grup­po raz­zia­le;
j.
com­met­te un al­tro at­to di gra­vi­tà pa­ra­go­na­bi­le ai cri­mi­ni in­di­ca­ti nel pre­sen­te ca­po­ver­so, che pro­vo­ca a una per­so­na gran­di sof­fe­ren­ze o gra­vi dan­ni al cor­po o al­la sa­lu­te fi­si­ca o psi­chi­ca,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a cin­que an­ni.

2In ca­si par­ti­co­lar­men­te gra­vi, se­gna­ta­men­te se il rea­to è com­mes­so nei con­fron­ti di mol­te per­so­ne o se l'au­to­re agi­sce in mo­do cru­de­le, il giu­di­ce può pro­nun­cia­re la pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.

3Nei ca­si me­no gra­vi rien­tran­ti nel cam­po d'ap­pli­ca­zio­ne del ca­po­ver­so 1 let­te­re c-j il giu­di­ce non può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va in­fe­rio­re a un an­no.

Titolo dodicesimo : Crimini di guerra

Art. 264b

1. Cam­po d'ap­pli­ca­zio­ne

 

Gli ar­ti­co­li 264d-264j si ap­pli­ca­no nel con­te­sto di con­flit­ti ar­ma­ti in­ter­na­zio­na­li, in­clu­si i ca­si di oc­cu­pa­zio­ne, co­me pu­re nel con­te­sto di con­flit­ti ar­ma­ti non in­ter­na­zio­na­li, sem­pre­ché non ri­sul­ti di­ver­sa­men­te dal­la na­tu­ra dei rea­ti.

Art. 264c

2. Gra­vi vio­la­zio­ni del­le Con­ven­zio­ni di Gi­ne­vra

 

1Chiun­que, nel con­te­sto di un con­flit­to ar­ma­to in­ter­na­zio­na­le, vio­la in mo­do gra­ve le Con­ven­zio­ni di Gi­ne­vra del 12 ago­sto 19491, com­met­ten­do uno dei se­guen­ti at­ti con­tro per­so­ne o be­ni pro­tet­ti da que­ste Con­ven­zio­ni:

a.
omi­ci­dio in­ten­zio­na­le;
b.
pre­sa d'ostag­gio;
c.
in­fli­zio­ne di gran­di sof­fe­ren­ze o di gra­vi dan­ni al cor­po o al­la sa­lu­te fi­si­ca o psi­chi­ca, se­gna­ta­men­te me­dian­te tor­tu­ra, trat­ta­men­to inu­ma­no o espe­ri­men­ti bio­lo­gi­ci;
d.
di­stru­zio­ne o ap­pro­pria­zio­ne di be­ni, non giu­sti­fi­ca­te da ne­ces­si­tà mi­li­ta­ri e com­piu­te su lar­ga sca­la;
e.
co­stri­zio­ne a pre­sta­re ser­vi­zio nel­le for­ze ar­ma­te di una po­ten­za ne­mi­ca;
f.
de­por­ta­zio­ne, tra­sfe­ri­men­to o de­ten­zio­ne il­le­ga­li;
g.
pri­va­zio­ne del di­rit­to a un equo e re­go­la­re pro­ces­so pri­ma dell'in­fli­zio­ne o dell'ese­cu­zio­ne di una pe­na se­ve­ra,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a cin­que an­ni.

2Gli at­ti elen­ca­ti al ca­po­ver­so 1 com­mes­si nel con­te­sto di un con­flit­to ar­ma­to non in­ter­na­zio­na­le so­no equi­pa­ra­ti al­le gra­vi vio­la­zio­ni del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio, se so­no di­ret­ti con­tro una per­so­na o un be­ne pro­tet­ti dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio.

3In ca­si par­ti­co­lar­men­te gra­vi, se­gna­ta­men­te se il rea­to è com­mes­so nei con­fron­ti di mol­te per­so­ne o se l'au­to­re agi­sce in mo­do cru­de­le, il giu­di­ce può pro­nun­cia­re la pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.

4Nei ca­si me­no gra­vi rien­tran­ti nel cam­po d'ap­pli­ca­zio­ne del ca­po­ver­so 1 let­te­re c-g il giu­di­ce non può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va in­fe­rio­re a un an­no.


1 Conv. di Gi­ne­vra del 12 ago. 1949 per mi­glio­ra­re la sor­te dei fe­ri­ti e dei ma­la­ti del­le for­ze ar­ma­te in cam­pa­gna (CG I), RS 0.518.12; Conv. di Gi­ne­vra del 12 ago. 1949 per mi­glio­ra­re la sor­te dei fe­ri­ti, dei ma­la­ti e dei nau­fra­ghi del­le for­ze ar­ma­te di ma­re (CG II), RS 0.518.23; Conv. di Gi­ne­vra del 12 ago. 1949 re­la­ti­va al trat­ta­men­to dei pri­gio­nie­ri di guer­ra (CG III), RS 0.518.42; Conv. di Gi­ne­vra del 12 ago. 1949 per la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne ci­vi­li in tem­po di guer­ra (CG IV), RS 0.518.51.

Art. 264d

3. Al­tri cri­mi­ni di guer­ra

a. At­tac­chi con­tro per­so­ne e be­ni di ca­rat­te­re ci­vi­le

 

1Chiun­que, nel con­te­sto di un con­flit­to ar­ma­to, di­ri­ge at­tac­chi con­tro:

a.
la po­po­la­zio­ne ci­vi­le in quan­to ta­le o con­tro per­so­ne che non par­te­ci­pa­no di­ret­ta­men­te al­le osti­li­tà;
b.
per­so­ne, in­stal­la­zio­ni, ma­te­ria­le o vei­co­li uti­liz­za­ti nell'am­bi­to di una mis­sio­ne di soc­cor­so uma­ni­ta­rio o di man­te­ni­men­to del­la pa­ce in con­for­mi­tà del­la Car­ta del­le Na­zio­ni Uni­te del 26 giu­gno 19451, nel­la mi­su­ra in cui gli stes­si sia­no pro­tet­ti dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio;
c.
be­ni di ca­rat­te­re ci­vi­le, luo­ghi o edi­fi­ci non di­fe­si op­pu­re con­tro zo­ne smi­li­ta­riz­za­te che non co­sti­tui­sco­no un obiet­ti­vo mi­li­ta­re;
d.
uni­tà sa­ni­ta­rie, edi­fi­ci, ma­te­ria­le o vei­co­li che por­ta­no un em­ble­ma di­stin­ti­vo del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio, o il cui ca­rat­te­re pro­tet­to è ri­co­no­sci­bi­le an­che sen­za em­ble­mi di­stin­ti­vi, ospe­da­li o luo­ghi do­ve so­no riu­ni­ti ma­la­ti e fe­ri­ti;
e.
be­ni cul­tu­ra­li, per­so­ne cui è af­fi­da­ta la lo­ro pro­te­zio­ne o vei­co­li adi­bi­ti al tra­spor­to di ta­li be­ni, edi­fi­ci de­di­ca­ti al cul­to re­li­gio­so, all'ar­te, all'edu­ca­zio­ne, al­la scien­za o a sco­pi uma­ni­ta­ri, nel­la mi­su­ra in cui sia­no pro­tet­ti dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni.

2Nei ca­si par­ti­co­lar­men­te gra­vi con­cer­nen­ti at­tac­chi con­tro per­so­ne, il giu­di­ce può pro­nun­cia­re la pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.

3Nei ca­si me­no gra­vi il giu­di­ce non può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va in­fe­rio­re a un an­no.


1 RS 0.120

Art. 264e

b. Trat­ta­men­to me­di­co in­giu­sti­fi­ca­to, le­sio­ne dell'au­to­de­ter­mi- na­zio­ne ses­sua­le e del­la di­gni­tà uma­na

 

1Chiun­que, nel con­te­sto di un con­flit­to ar­ma­to:

a.
ca­gio­na gra­vi dan­ni al cor­po op­pu­re vio­la o met­te gra­ve­men­te in pe­ri­co­lo la sa­lu­te fi­si­ca o psi­chi­ca di una per­so­na pro­tet­ta dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le, sot­to­po­nen­do­la a un trat­ta­men­to me­di­co che il suo sta­to di sa­lu­te non ren­de ne­ces­sa­rio e che non è con­for­me ai prin­ci­pi me­di­ci ge­ne­ral­men­te ri­co­no­sciu­ti;
b.
stu­pra una per­so­na di ses­so fem­mi­ni­le pro­tet­ta dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le o, do­po che que­sta è sta­ta re­sa gra­vi­da con­tro la sua vo­lon­tà, la tie­ne se­que­stra­ta nell'in­ten­to di mo­di­fi­ca­re la com­po­si­zio­ne et­ni­ca di una po­po­la­zio­ne, la co­strin­ge a su­bi­re un at­to ses­sua­le di gra­vi­tà ana­lo­ga al­lo stu­pro o a pro­sti­tuir­si, op­pu­re la sot­to­po­ne a ste­ri­liz­za­zio­ne for­za­ta;
c.
sot­to­po­ne una per­so­na pro­tet­ta dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le a un trat­ta­men­to gra­ve­men­te umi­lian­te o de­gra­dan­te,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni.

2In ca­si par­ti­co­lar­men­te gra­vi, se­gna­ta­men­te se il rea­to è com­mes­so nei con­fron­ti di mol­te per­so­ne o se l'au­to­re agi­sce in mo­do cru­de­le, il giu­di­ce può pro­nun­cia­re la pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.

3Nei ca­si me­no gra­vi il giu­di­ce non può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va in­fe­rio­re a un an­no.

Art. 264f

c. Re­clu­ta­men­to e im­pie­go di bam­bi­ni-sol­da­to

 

1Chiun­que ar­ruo­la o re­clu­ta fan­ciul­li di età in­fe­rio­re a quin­di­ci an­ni nel­le for­ze ar­ma­te o in grup­pi ar­ma­ti o li fa par­te­ci­pa­re a con­flit­ti ar­ma­ti, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni.

2In ca­si par­ti­co­lar­men­te gra­vi, se­gna­ta­men­te se il rea­to è com­mes­so nei con­fron­ti di mol­ti fan­ciul­li o se l'au­to­re agi­sce in mo­do cru­de­le, il giu­di­ce può pro­nun­cia­re la pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.

3Nei ca­si me­no gra­vi il giu­di­ce non può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va in­fe­rio­re a un an­no.

Art. 264g

d. Me­to­di di guer­ra vie­ta­ti

 

1Chiun­que, nel con­te­sto di un con­flit­to ar­ma­to:

a.
di­ri­ge at­tac­chi, mal­gra­do sap­pia o deb­ba sup­por­re che gli stes­si avran­no co­me con­se­guen­za l'uc­ci­sio­ne o il fe­ri­men­to di ci­vi­li, dan­ni a og­get­ti di ca­rat­te­re ci­vi­le op­pu­re dan­ni dif­fu­si, du­ra­tu­ri e gra­vi all'am­bien­te na­tu­ra­le, se ta­li at­tac­chi so­no ec­ces­si­vi ri­spet­to ai van­tag­gi mi­li­ta­ri con­cre­ti e di­ret­ti pre­vi­sti;
b.
uti­liz­za co­me scu­do una per­so­na pro­tet­ta dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio per in­flui­re sul­le ope­ra­zio­ni mi­li­ta­ri;
c.
co­me me­to­do di guer­ra sac­cheg­gia o si ap­pro­pria in al­tro in­de­bi­to mo­do di be­ni al­trui, di­strug­ge o con­fi­sca be­ni del ne­mi­co sen­za che la di­stru­zio­ne o la con­fi­sca sia­no im­pe­ra­ti­va­men­te ri­chie­ste dal­le ne­ces­si­tà del con­flit­to, pri­va per­so­ne ci­vi­li di be­ni in­di­spen­sa­bi­li al­la lo­ro so­prav­vi­ven­za o im­pe­di­sce l'in­vio di soc­cor­si;
d.
uc­ci­de o fe­ri­sce un com­bat­ten­te ne­mi­co in mo­do per­fi­do o quan­do que­sti si tro­va fuo­ri com­bat­ti­men­to;
e.
mu­ti­la il ca­da­ve­re di un com­bat­ten­te ne­mi­co;
f.
co­me co­man­dan­te mi­li­ta­re, im­par­ti­sce l'or­di­ne di non la­scia­re in vi­ta nes­su­no o mi­nac­cia il ne­mi­co di im­par­ti­re ta­le or­di­ne;
g.
fa uso im­pro­prio del­la ban­die­ra bian­ca, del­la ban­die­ra, dell'uni­for­me o del­le in­se­gne mi­li­ta­ri del ne­mi­co o del­le Na­zio­ni Uni­te, non­ché de­gli em­ble­mi di­stin­ti­vi del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio;
h.
co­me ap­par­te­nen­te a una for­za di oc­cu­pa­zio­ne, tra­sfe­ri­sce una par­te del­la pro­pria po­po­la­zio­ne ci­vi­le nel ter­ri­to­rio oc­cu­pa­to, op­pu­re tra­sfe­ri­sce tut­ta o par­te del­la po­po­la­zio­ne del ter­ri­to­rio oc­cu­pa­to all'in­ter­no o all'ester­no di ta­le ter­ri­to­rio,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni.

2In ca­si par­ti­co­lar­men­te gra­vi, se­gna­ta­men­te se il rea­to è com­mes­so nei con­fron­ti di mol­te per­so­ne o se l'au­to­re agi­sce in mo­do cru­de­le, il giu­di­ce può pro­nun­cia­re la pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.

3Nei ca­si me­no gra­vi il giu­di­ce non può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va in­fe­rio­re a un an­no.

Art. 264h

e. Im­pie­go di ar­mi vie­ta­te

 

1Chiun­que, nel con­te­sto di un con­flit­to ar­ma­to:

a.
uti­liz­za ve­le­no o ar­mi ve­le­no­se;
b.
uti­liz­za ar­mi bio­lo­gi­che o chi­mi­che, in­clu­si gas, so­stan­ze e li­qui­di tos­si­ci o asfis­sian­ti;
c.
uti­liz­za pro­iet­ti­li che all'in­ter­no del cor­po uma­no si espan­do­no o si ap­piat­ti­sco­no fa­cil­men­te op­pu­re vi esplo­do­no;
d.
uti­liz­za ar­mi il cui ef­fet­to prin­ci­pa­le è fe­ri­re con scheg­ge che non pos­so­no es­se­re lo­ca­liz­za­te nel cor­po uma­no me­dian­te rag­gi X;
e.
uti­liz­za ar­mi la­ser il cui ef­fet­to prin­ci­pa­le è pro­cu­ra­re la ce­ci­tà per­ma­nen­te,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni.

2In ca­si par­ti­co­lar­men­te gra­vi il giu­di­ce può pro­nun­cia­re la pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.

Art. 264i

4. Rot­tu­ra di un ar­mi­sti­zio o del­la pa­ce. Rea­ti con­tro un par­la­men­ta­rio. Ri­tar­do nel rim­pa­trio di pri­gio­nie­ri di guer­ra

 

È pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria chiun­que:

a.
con­ti­nua le osti­li­tà do­po aver avu­to uf­fi­cial­men­te no­ti­zia del­la con­clu­sio­ne di un ar­mi­sti­zio o del­la pa­ce, o vio­la in al­tro mo­do le con­di­zio­ni dell'ar­mi­sti­zio;
b.
mal­trat­ta, in­giu­ria o trat­tie­ne sen­za mo­ti­vo un par­la­men­ta­rio ne­mi­co o una per­so­na che l'ac­com­pa­gna;
c.
ri­tar­da in mo­do in­giu­sti­fi­ca­to il rim­pa­trio di pri­gio­nie­ri di guer­ra do­po la fi­ne del­le ope­ra­zio­ni mi­li­ta­ri.

Art. 264j

5. Al­tre vio­la­zio­ni del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio

 

È pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria chiun­que, nel con­te­sto di un con­flit­to ar­ma­to e in mo­do di­ver­so da quan­to pre­vi­sto da­gli ar­ti­co­li 264c-264i, vio­la una di­spo­si­zio­ne del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio, se ta­le vio­la­zio­ne è di­chia­ra­ta pu­ni­bi­le dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le con­sue­tu­di­na­rio o da una con­ven­zio­ne ri­co­no­sciu­ta co­me vin­co­lan­te dal­la Sviz­ze­ra.

Titolo dodicesimo : Disposizioni comuni ai titoli dodicesimo e dodicesimo

Art. 264k

Pu­ni­bi­li­tà dei su­pe­rio­ri

 

1Il su­pe­rio­re che sa che una per­so­na a lui su­bor­di­na­ta com­met­te o si ac­cin­ge a com­met­te­re un rea­to pre­vi­sto dal ti­to­lo do­di­ce­si­mobis o do­di­ce­si­moter, e che non adot­ta mi­su­re ade­gua­te per im­pe­dir­ne l'ese­cu­zio­ne, è pu­ni­to con la stes­sa pe­na ap­pli­ca­bi­le all'au­to­re. Se il su­pe­rio­re ha agi­to per ne­gli­gen­za, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Il su­pe­rio­re che sa che una per­so­na a lui su­bor­di­na­ta ha com­mes­so un rea­to pre­vi­sto dal ti­to­lo do­di­ce­si­mobis o do­di­ce­si­moter e che non adot­ta mi­su­re ade­gua­te per ga­ran­ti­re che il rea­to ven­ga san­zio­na­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 264l

Com­mis­sio­ne di un rea­to in ese­cu­zio­ne di un or­di­ne

 

È pu­ni­bi­le il su­bal­ter­no che su or­di­ne di un su­pe­rio­re o ese­guen­do un al­tro or­di­ne di ca­rat­te­re vin­co­lan­te com­met­te un rea­to pre­vi­sto dal ti­to­lo do­di­ce­si­mobis o do­di­ce­si­moter, se al mo­men­to del rea­to era con­sa­pe­vo­le del­la pu­ni­bi­li­tà dell'at­to.

Art. 264m

Rea­ti com­mes­si all'este­ro

 

1È pu­ni­bi­le an­che co­lui che ha com­mes­so all'este­ro un rea­to pre­vi­sto dai ti­to­li do­di­ce­si­mobis, do­di­ce­si­moter o dall'ar­ti­co­lo 264k, se si tro­va in Sviz­ze­ra e non è estra­da­to a un al­tro Sta­to o con­se­gna­to a un tri­bu­na­le pe­na­le in­ter­na­zio­na­le di cui la Sviz­ze­ra ri­co­no­sce la com­pe­ten­za.

2Se l'au­to­re del rea­to non ha la cit­ta­di­nan­za sviz­ze­ra e il rea­to non è sta­to com­mes­so con­tro un cit­ta­di­no sviz­ze­ro, il giu­di­ce può pre­scin­de­re dal per­se­gui­men­to pe­na­le o ab­ban­do­nar­lo, fat­te sal­ve le mi­su­re at­te ad as­si­cu­ra­re le pro­ve, se:

a.
un'au­to­ri­tà este­ra o un tri­bu­na­le pe­na­le in­ter­na­zio­na­le di cui la Sviz­ze­ra ri­co­no­sce la com­pe­ten­za per­se­gue il rea­to e l'au­to­re del rea­to vie­ne estra­da­to o con­se­gna­to a ta­le tri­bu­na­le; o
b.
l'au­to­re del rea­to non si tro­va più in Sviz­ze­ra e un suo ri­tor­no in Sviz­ze­ra ap­pa­re im­pro­ba­bi­le.

3L'ar­ti­co­lo 7 ca­po­ver­si 4 e 5 è ap­pli­ca­bi­le, a me­no che l'as­so­lu­zio­ne, il con­do­no o la pre­scri­zio­ne del­la pe­na all'este­ro sia­no av­ve­nu­ti con lo sco­po di sot­trar­re in­giu­sta­men­te l'au­to­re a ogni san­zio­ne.

Art. 264n

Esclu­sio­ne dell'im­mu­ni­tà re­la­ti­va

 

Il per­se­gui­men­to dei rea­ti pre­vi­sti dai ti­to­li do­di­ce­si­mobis e do­di­ce­si­moter e dall'ar­ti­co­lo 264k non è su­bor­di­na­to a nes­su­na del­le au­to­riz­za­zio­ni di cui agli ar­ti­co­li se­guen­ti:

a.
ar­ti­co­lo 7 ca­po­ver­so 2 let­te­ra b del Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le1;
b.
ar­ti­co­li 14 e 15 del­la leg­ge del 14 mar­zo 19582 sul­la re­spon­sa­bi­li­tà;
c.
ar­ti­co­lo 17 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 13 di­cem­bre 20023 sull'As­sem­blea fe­de­ra­le;
d.
ar­ti­co­lo 61a del­la leg­ge fe­de­ra­le del 21 mar­zo 19974 sull'or­ga­niz­za­zio­ne del Go­ver­no e dell'Am­mi­ni­stra­zio­ne;
e.
ar­ti­co­lo 11 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 17 giu­gno 20055 sul Tri­bu­na­le fe­de­ra­le;
f.
ar­ti­co­lo 12 del­la leg­ge del 17 giu­gno 20056 sul Tri­bu­na­le am­mi­ni­stra­ti­vo fe­de­ra­le;
g.
ar­ti­co­lo 16 del­la leg­ge del 20 mar­zo 20097 sul Tri­bu­na­le fe­de­ra­le dei bre­vet­ti;
h.
ar­ti­co­lo 50 del­la leg­ge del 19 mar­zo 20108 sull'or­ga­niz­za­zio­ne del­le au­to­ri­tà pe­na­li.

Titolo tredicesimo: Dei crimini o dei delitti contro lo Stato e la difesa nazionale

Art. 265

1. Cri­mi­ni o de­lit­ti con­tro lo Sta­to.

Al­to tra­di­men­to

 

Chiun­que com­met­te un at­to di­ret­to

a mu­ta­re con la vio­len­za la Co­sti­tu­zio­ne del­la Con­fe­de­ra­zio­ne1 o d'un Can­to­ne2,

ad ab­bat­te­re con la vio­len­za le au­to­ri­tà po­li­ti­che co­sti­tu­zio­na­li od a ri­dur­le nell'im­pos­si­bi­li­tà di eser­ci­ta­re i lo­ro po­te­ri,

a di­stac­ca­re con la vio­len­za una par­te del ter­ri­to­rio sviz­ze­ro dal­la Con­fe­de­ra­zio­ne o una par­te di ter­ri­to­rio da un Can­to­ne,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a un an­no3.


1 RS 101
2 RS 131.211/.235
3 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 11 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 266

At­ten­ta­ti con­tro l'in­di­pen­den­za del­la Con­fe­de­ra­zio­ne

 

1. Chiun­que com­met­te un at­to di­ret­to

a me­no­ma­re ov­ve­ro ad espor­re a pe­ri­co­lo l'in­di­pen­den­za del­la Con­fe­de­ra­zio­ne,

a pro­vo­ca­re l'in­ge­ren­za di uno Sta­to este­ro ne­gli af­fa­ri del­la Con­fe­de­ra­zio­ne in mo­do da met­te­re in pe­ri­co­lo l'in­di­pen­den­za del­la Con­fe­de­ra­zio­ne,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a un an­no.

2. Chiun­que tie­ne in­tel­li­gen­ze col go­ver­no di uno Sta­to este­ro o con agen­ti di es­so al­lo sco­po di pro­vo­ca­re una guer­ra con­tro la Con­fe­de­ra­zio­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni.

Nei ca­si gra­vi, può es­se­re pro­nun­cia­ta la pe­na de­ten­ti­va a vi­ta. 1


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 1 16; FF 1949 613).

Art. 266bis

Im­pre­se e me­ne dell'este­ro con­tro la si­cu­rez­za del­la Sviz­ze­ra

 

1Chiun­que, nell'in­ten­to di pro­vo­ca­re o di so­ste­ne­re im­pre­se o me­ne dell'este­ro con­tro la si­cu­rez­za del­la Sviz­ze­ra, en­tra in rap­por­to con uno Sta­to este­ro, con par­ti­ti este­ri o con al­tre or­ga­niz­za­zio­ni all'este­ro, o con i lo­ro agen­ti, ov­ve­ro lan­cia o dif­fon­de in­for­ma­zio­ni ine­sat­te o ten­den­zio­se, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Nei ca­si gra­vi, può es­se­re pro­nun­cia­ta una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 1 16; FF 1949 613).

Art. 267

Tra­di­men­to nel­le re­la­zio­ni di­plo­ma­ti­che

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te ri­ve­la o ren­de ac­ces­si­bi­le a uno Sta­to este­ro o ad agen­ti di es­so un se­gre­to che do­ve­va es­se­re con­ser­va­to nell'in­te­res­se del­la Con­fe­de­ra­zio­ne,1

chiun­que in­ten­zio­nal­men­te espo­ne a pe­ri­co­lo gli in­te­res­si del­la Con­fe­de­ra­zio­ne o di un Can­to­ne fal­si­fi­can­do, di­strug­gen­do, fa­cen­do scom­pa­ri­re o sot­traen­do do­cu­men­ti o mez­zi di pro­va con­cer­nen­ti rap­por­ti di di­rit­to tra la Con­fe­de­ra­zio­ne od un Can­to­ne ed uno Sta­to este­ro,

chiun­que, co­me rap­pre­sen­tan­te del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, in­ten­zio­nal­men­te in­ta­vo­la con un Go­ver­no este­ro ne­go­zia­ti a dan­no del­la Con­fe­de­ra­zio­ne,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a un an­no.

2. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te ri­ve­la o ren­de ac­ces­si­bi­le al pub­bli­co un se­gre­to che do­ve­va es­se­re con­ser­va­to nell'in­te­res­se del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.2

3. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.3


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 10 ott. 1997, in vi­go­re dal 1° apr. 1998 (RU 1998 1 852; FF 1996 IV 449).
2 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 10 ott. 1997, in vi­go­re dal 1° apr. 1998 (RU 1998 1 852; FF 1996 IV 449).
3 Ori­gi­na­rio n. 2.

Art. 268

Ri­mo­zio­ne di ter­mi­ni di con­fi­ne pub­bli­ci

 

Chiun­que sop­pri­me, ri­muo­ve, ren­de ir­ri­co­no­sci­bi­li, al­te­ra o col­lo­ca fal­sa­men­te un ter­mi­ne od al­tro con­tras­se­gno del con­fi­ne del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, d'un Can­to­ne o d'un Co­mu­ne è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 269

Vio­la­zio­ne del­la so­vra­ni­tà ter­ri­to­ria­le sviz­ze­ra

 

Chiun­que pe­ne­tra sul ter­ri­to­rio sviz­ze­ro con­tra­ria­men­te al di­rit­to del­le gen­ti è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va o pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 1 16; FF 1949 613). Ve­di an­che RU 57 1408.

Art. 270

Of­fe­se agli em­ble­mi sviz­ze­ri

 

Chiun­que per ma­le­vo­len­za ri­muo­ve, dan­neg­gia o con at­ti ol­trag­gia un em­ble­ma di so­vra­ni­tà sviz­ze­ro espo­sto da una au­to­ri­tà, in mo­do par­ti­co­la­re lo stem­ma o la ban­die­ra del­la Con­fe­de­ra­zio­ne o di un Can­to­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 271

At­ti com­piu­ti sen­za au­to­riz­za­zio­ne per con­to di uno Sta­to este­ro

 

1. Chiun­que, sen­za es­ser­vi au­to­riz­za­to, com­pie sul ter­ri­to­rio sviz­ze­ro per con­to di uno Sta­to este­ro at­ti che spet­ta­no a po­te­ri pub­bli­ci;

chiun­que com­pie sif­fat­ti at­ti per con­to di un par­ti­to este­ro o di un'al­tra or­ga­niz­za­zio­ne dell'este­ro;

chiun­que fa­vo­ri­sce ta­li at­ti,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria e, in ca­si gra­vi, con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a un an­no.2

2. Chiun­que, usan­do vio­len­za, astu­zia o mi­nac­cia, trae all'este­ro una per­so­na per con­se­gnar­la ad un'au­to­ri­tà, ad un par­ti­to o ad una or­ga­niz­za­zio­ne ana­lo­ga dell'este­ro o per met­ter­ne in pe­ri­co­lo la vi­ta o la in­te­gri­tà per­so­na­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

3. Chiun­que pre­pa­ra un ta­le at­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va o pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 1 16; FF 1949 613).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 272

2. Spio­nag­gio.

Spio­nag­gio po­li­ti­co

 

1. Chiun­que, a pro­fit­to di uno Sta­to este­ro, o di un par­ti­to este­ro o di un'al­tra or­ga­niz­za­zio­ne dell'este­ro, e a pre­giu­di­zio del­la Sviz­ze­ra o dei suoi at­ti­nen­ti, abi­tan­ti o del­le sue or­ga­niz­za­zio­ni, eser­ci­ta un ser­vi­zio di spio­nag­gio po­li­ti­co od or­ga­niz­za un ser­vi­zio sif­fat­to,

chiun­que ar­ruo­la per­so­ne per ser­vi­zi sif­fat­ti o li fa­vo­ri­sce,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Nei ca­si gra­vi, il giu­di­ce pro­nun­cia una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no. È in mo­do par­ti­co­la­re con­si­de­ra­to co­me ca­so gra­ve in­ci­ta­re ad azio­ni ov­ve­ro da­re fal­se in­for­ma­zio­ni at­te a com­pro­met­te­re la si­cu­rez­za in­ter­na o ester­na del­la Con­fe­de­ra­zio­ne.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 1 16; FF 1949 613).

Art. 273

Spio­nag­gio eco­no­mi­co

 

Chiun­que cer­ca di sco­pri­re un se­gre­to di fab­bri­ca­zio­ne o di af­fa­ri per ren­der­lo ac­ces­si­bi­le ad un or­ga­ni­smo uf­fi­cia­le o pri­va­to dell'este­ro, ov­ve­ro ad un'im­pre­sa od or­ga­niz­za­zio­ne pri­va­ta este­ra, o ai lo­ro agen­ti,

chiun­que ren­de ac­ces­si­bi­le un se­gre­to di fab­bri­ca­zio­ne o di af­fa­ri ad un or­ga­ni­smo uf­fi­cia­le o pri­va­to dell'este­ro, ov­ve­ro ad una im­pre­sa od or­ga­niz­za­zio­ne pri­va­ta este­ra, o ai lo­ro agen­ti,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria o, nei ca­si gra­vi, con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no. Con la pe­na de­ten­ti­va può es­se­re cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.1


1 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 274

Spio­nag­gio mi­li­ta­re

 

1. Chiun­que rac­co­glie in­for­ma­zio­ni mi­li­ta­ri per con­to di uno Sta­to este­ro in dan­no del­la Sviz­ze­ra, ov­ve­ro or­ga­niz­za un ser­vi­zio sif­fat­to;

chiun­que ar­ruo­la per­so­ne per sif­fat­ti ser­vi­zi o li fa­vo­ri­sce,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Nei ca­si gra­vi, può es­se­re pro­nun­cia­ta una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

2. La cor­ri­spon­den­za ed il ma­te­ria­le so­no con­fi­sca­ti.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 1 16; FF 1949 613).

Art. 275

3. Mes­sa in pe­ri­co­lo dell'or­di­ne co­sti­tu­zio­na­le.

At­ten­ta­ti con­tro l'or­di­ne co­sti­tu­zio­na­le

 

Chiun­que com­met­te un at­to di­ret­to a tur­ba­re o a mu­ta­re in mo­do il­le­ci­to l'or­di­ne fon­da­to sul­la Co­sti­tu­zio­ne del­la Con­fe­de­ra­zio­ne2 o di un Can­to­ne3, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 1 16; FF 1949 613).
2 RS 101
3 RS 131.211/.235

Art. 275bis

Pro­pa­gan­da sov­ver­si­va

 

Chiun­que svol­ge una pro­pa­gan­da dell'este­ro in­te­sa a sov­ver­ti­re con la vio­len­za l'or­di­ne co­sti­tu­zio­na­le del­la Con­fe­de­ra­zio­ne o di un Can­to­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 1 16; FF 1949 613).

Art. 275ter

As­so­cia­zio­ni il­le­ci­te

 

Chiun­que co­sti­tui­sce un'as­so­cia­zio­ne che si pro­po­ne di svol­ge­re o svol­ge un'at­ti­vi­tà di­ret­ta a com­pie­re at­ti pu­ni­ti ne­gli ar­ti­co­li 265, 266, 266bis, 271 a 274, 275 e 275bis,

chiun­que ade­ri­sce a una ta­le as­so­cia­zio­ne o par­te­ci­pa al­le sue me­ne,

chiun­que pro­muo­ve la co­sti­tu­zio­ne di una ta­le as­so­cia­zio­ne o ne se­gue le istru­zio­ni,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 1 16; FF 1949 613).

Art. 276

4. At­ten­ta­ti con­tro la si­cu­rez­za mi­li­ta­re.

Pro­vo­ca­zio­ne ed in­ci­ta­men­to al­la vio­la­zio­ne de­gli ob­bli­ghi mi­li­ta­ri

 

1. Chiun­que pub­bli­ca­men­te pro­vo­ca al­la di­sob­be­dien­za agli or­di­ni mi­li­ta­ri, al­la vio­la­zio­ne dei do­ve­ri di ser­vi­zio, al ri­fiu­to del ser­vi­zio od al­la di­ser­zio­ne,

chiun­que in­ci­ta una per­so­na ob­bli­ga­ta al ser­vi­zio mi­li­ta­re a com­met­te­re un rea­to sif­fat­to,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va o pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha pro­vo­ca­to o in­ci­ta­to al­la se­di­zio­ne o al con­cer­to per la se­di­zio­ne.

Art. 277

Fal­si­fi­ca­zio­ne d'or­di­ni o di istru­zio­ni

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te con­traf­fà, al­te­ra, fa spa­ri­re o di­strug­ge un or­di­ne di mar­cia o di chia­ma­ta al­le ar­mi, un or­di­ne di pre­sen­ta­zio­ne al re­clu­ta­men­to o un'istru­zio­ne di­ret­ta a per­so­ne ob­bli­ga­te al ser­vi­zio mi­li­ta­re,

chiun­que fa uso di ta­li or­di­ni od istru­zio­ni con­traf­fat­ti o al­te­ra­ti,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va o pe­cu­nia­ria.

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Art. 278

Tur­ba­men­to del ser­vi­zio mi­li­ta­re

 

Chiun­que im­pe­di­sce o di­stur­ba un mi­li­ta­re nell'adem­pi­men­to del pro­prio ser­vi­zio, è pu­ni­to con una pe­na pe­cu­nia­ria.1


1 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Titolo quattordicesimo: Dei delitti contro la volontà popolare

Art. 279

Per­tur­ba­men­to ed im­pe­di­men­to di ele­zio­ni e vo­ta­zio­ni

 

Chiun­que, con vio­len­za o mi­nac­cia di gra­ve dan­no, im­pe­di­sce o tur­ba un'as­sem­blea, un'ele­zio­ne od una vo­ta­zio­ne or­di­na­ta dal­la co­sti­tu­zio­ne o dal­la leg­ge,

chiun­que im­pe­di­sce od osta­co­la, con vio­len­za o mi­nac­cia di gra­ve dan­no, la rac­col­ta o la con­se­gna di fir­me per una do­man­da di re­fe­ren­dum o d'ini­zia­ti­va,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 280

At­ten­ta­ti con­tro il di­rit­to di vo­to

 

Chiun­que, con vio­len­za o mi­nac­cia di gra­ve dan­no, im­pe­di­sce ad un elet­to­re d'eser­ci­ta­re il di­rit­to di vo­to o di fir­ma­re una do­man­da di re­fe­ren­dum o d'ini­zia­ti­va,

chiun­que, con vio­len­za o mi­nac­cia di gra­ve dan­no, co­strin­ge un elet­to­re ad eser­ci­ta­re uno di que­sti di­rit­ti o ad eser­ci­tar­lo in un sen­so de­ter­mi­na­to,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 281

Cor­ru­zio­ne elet­to­ra­le

 

Chiun­que of­fre, pro­met­te, dà o pro­cu­ra ad un elet­to­re un do­no od al­tro pro­fit­to per­ché vo­ti in un sen­so de­ter­mi­na­to o per­ché ade­ri­sca o non ade­ri­sca ad una do­man­da di re­fe­ren­dum o d'ini­zia­ti­va,

chiun­que of­fre, pro­met­te, dà o pro­cu­ra ad un elet­to­re un do­no od al­tro pro­fit­to per­ché si asten­ga da una ele­zio­ne o vo­ta­zio­ne,

l'elet­to­re che si fa da­re o pro­met­te­re un ta­le pro­fit­to,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 282

Fro­de elet­to­ra­le

 

1. Chiun­que con­traf­fà, al­te­ra, fa spa­ri­re o di­strug­ge un ca­ta­lo­go elet­to­ra­le,

chiun­que, sen­za di­rit­to, par­te­ci­pa ad una ele­zio­ne o ad una vo­ta­zio­ne ov­ve­ro fir­ma una do­man­da di re­fe­ren­dum o d'ini­zia­ti­va,

chiun­que al­te­ra il ri­sul­ta­to di una ele­zio­ne, di una vo­ta­zio­ne, di una rac­col­ta di fir­me per l'eser­ci­zio del re­fe­ren­dum o dell'ini­zia­ti­va, in mo­do par­ti­co­la­re ag­giun­gen­do, cam­bian­do, omet­ten­do o can­cel­lan­do sche­de elet­to­ra­li o fir­me me­dian­te ine­sat­ta nu­me­ra­zio­ne od in­ve­ri­tie­ra re­gi­stra­zio­ne del ri­sul­ta­to nel pro­ces­so ver­ba­le,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Se il col­pe­vo­le ha agi­to in qua­li­tà uf­fi­cia­le, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re. Con la pe­na de­ten­ti­va può es­se­re cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.1


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 282bis

In­cet­ta di vo­ti

 

Chiun­que rac­co­glie, riem­pie o mo­di­fi­ca si­ste­ma­ti­ca­men­te sche­de per un'ele­zio­ne o vo­ta­zio­ne ov­ve­ro di­stri­bui­sce sche­de sif­fat­te è pu­ni­to con la mul­ta.


1 In­tro­dot­to dall'art. 88 n. 1 del­la LF del 17 dic. 1976 sui di­rit­ti po­li­ti­ci, in vi­go­re dal 1° lug. 1978 (RU 1978 688; FF 1975 I 1313).

Art. 283

Vio­la­zio­ne del se­gre­to del vo­to

 

Chiun­que con ma­no­vre il­le­ci­te pro­cu­ra di co­no­sce­re il vo­to da­to da sin­go­li elet­to­ri, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 284


1 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 18 mar. 1971, con ef­fet­to dal 1° lug. 1971 (RU 1971 777; FF 1965 I 474).

 

Titolo quindicesimo: Dei reati contro la pubblica autorità

Art. 285

Vio­len­za o mi­nac­cia con­tro le au­to­ri­tà e i fun­zio­na­ri

 

1.1 Chiun­que con vio­len­za o mi­nac­cia im­pe­di­sce a un'au­to­ri­tà, a un mem­bro di un'au­to­ri­tà o a un fun­zio­na­rio di com­pie­re un at­to che en­tra nel­le lo­ro at­tri­bu­zio­ni, op­pu­re li co­strin­ge a un ta­le at­to o men­tre lo adem­pio­no com­met­te con­tro di lo­ro vie di fat­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

So­no con­si­de­ra­ti fun­zio­na­ri an­che gli im­pie­ga­ti di im­pre­se ai sen­si del­la leg­ge fe­de­ra­le del 20 di­cem­bre 19572 sul­le fer­ro­vie, del­la leg­ge del 20 mar­zo 20093 sul tra­spor­to di viag­gia­to­ri, del­la leg­ge del 19 di­cem­bre 20084 sul tra­spor­to di mer­ci, co­me pu­re gli im­pie­ga­ti del­le or­ga­niz­za­zio­ni in­ca­ri­ca­te ai sen­si del­la leg­ge fe­de­ra­le del 18 giu­gno 20105 su­gli or­ga­ni di si­cu­rez­za del­le im­pre­se di tra­spor­to pub­bli­co e au­to­riz­za­te dall'Uf­fi­cio fe­de­ra­le dei tra­spor­ti.6

2. Se il rea­to è com­mes­so da un as­sem­bra­men­to di per­so­ne, chiun­que vi par­te­ci­pa è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

I com­par­te­ci­pi che han­no com­mes­so at­ti di vio­len­za con­tro le per­so­ne o le co­se, so­no pu­ni­ti con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re.7


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 5 del­la LF del 20 mar. 2009 sul­la Ri­for­ma del­le fer­ro­vie 2, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2009 5597 5629; FF 2183, 2007 2457).
2 RS 742.101
3 RS 745.1
4 RS 742.41
5 RS 745.2
6 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 11 cpv. 2 del­la LF del 18 giu. 2010 su­gli or­ga­ni di si­cu­rez­za del­le im­pre­se di tra­spor­to pub­bli­co, in vi­go­re dal 1° ott. 2011 (RU 2011 3961; FF 2010 793 817).
7 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 286

Im­pe­di­men­to di at­ti dell'au­to­ri­tà

 

Chiun­que im­pe­di­sce a un'au­to­ri­tà, a un mem­bro di un'au­to­ri­tà o a un fun­zio­na­rio di com­pie­re un at­to che en­tra nel­le lo­ro at­tri­bu­zio­ni, è pu­ni­to con una pe­na pe­cu­nia­ria si­no a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re.

So­no con­si­de­ra­ti fun­zio­na­ri an­che gli im­pie­ga­ti di im­pre­se ai sen­si del­la leg­ge fe­de­ra­le del 20 di­cem­bre 19572 sul­le fer­ro­vie, del­la leg­ge del 20 mar­zo 20093 sul tra­spor­to di viag­gia­to­ri, del­la leg­ge del 19 di­cem­bre 20084 sul tra­spor­to di mer­ci, co­me pu­re gli im­pie­ga­ti del­le or­ga­niz­za­zio­ni in­ca­ri­ca­te ai sen­si del­la leg­ge fe­de­ra­le del 18 giu­gno 20105 su­gli or­ga­ni di si­cu­rez­za del­le im­pre­se di tra­spor­to pub­bli­co e au­to­riz­za­te dall'Uf­fi­cio fe­de­ra­le dei tra­spor­ti. 6


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 5 del­la LF del 20 mar. 2009 sul­la Ri­for­ma del­le fer­ro­vie 2, in vi­go­re dal 1° gen. 2010 (RU 2009 5597; FF 2005 2183, 2007 2457).
2 RS 742.101
3 RS 745.1
4 RS 742.41
5 RS 745.2
6 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 11 cpv. 2 del­la LF del 18 giu. 2010 su­gli or­ga­ni di si­cu­rez­za del­le im­pre­se di tra­spor­to pub­bli­co, in vi­go­re dal 1° ott. 2011 (RU 2011 3961; FF 2010 793 817).

Art. 287

Usur­pa­zio­ne di fun­zio­ni

 

Chiun­que per un fi­ne il­le­ci­to si ar­ro­ga l'eser­ci­zio di una pub­bli­ca fun­zio­ne od il po­te­re di da­re or­di­ni mi­li­ta­ri, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 288


1 Abro­ga­to dal n. I 1 del­la LF del 22 dic. 1999 (Re­vi­sio­ne del­le di­spo­si­zio­ni pe­na­li in ma­te­ria di cor­ru­zio­ne), con ef­fet­to dal 1° mag. 2000 (RU 2000 1121; FF 1999 4721).

 

Art. 289

Sot­tra­zio­ne di co­se re­qui­si­te o se­que­stra­te

 

Chiun­que sot­trae co­se re­qui­si­te o se­que­stra­te dall'au­to­ri­tà, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 290

Rot­tu­ra di si­gil­li

 

Chiun­que rom­pe, ri­muo­ve o ren­de inef­fi­ca­ce un se­gno uf­fi­cia­le in mo­do par­ti­co­la­re un si­gil­lo uf­fi­cia­le ap­po­sto dall'au­to­ri­tà per rin­chiu­de­re od iden­ti­fi­ca­re una co­sa, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 291

Vio­la­zio­ne del ban­do

 

1Chiun­que con­trav­vie­ne ad un de­cre­to d'espul­sio­ne dal ter­ri­to­rio del­la Con­fe­de­ra­zio­ne o d'un Can­to­ne, ema­na­to da un'au­to­ri­tà com­pe­ten­te, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2La du­ra­ta di que­sta pe­na non è com­pu­ta­ta in quel­la del ban­do.

Art. 292

Di­sob­be­dien­za a de­ci­sio­ni dell'au­to­ri­tà

 

Chiun­que non ot­tem­pe­ra ad una de­ci­sio­ne a lui in­ti­ma­ta da una au­to­ri­tà com­pe­ten­te o da un fun­zio­na­rio com­pe­ten­te sot­to com­mi­na­to­ria del­la pe­na pre­vi­sta nel pre­sen­te ar­ti­co­lo, è pu­ni­to con la mul­ta.

Art. 293

Pub­bli­ca­zio­ne di de­li­be­ra­zio­ni uf­fi­cia­li se­gre­te

 

1Chiun­que ren­de pub­bli­ci in tut­to o in par­te at­ti, istrut­to­rie o de­li­be­ra­zio­ni di un'au­to­ri­tà, di­chia­ra­ti se­gre­ti in vir­tù di una leg­ge o di una de­ci­sio­ne pre­sa dall'au­to­ri­tà con­for­me­men­te al­la leg­ge, è pu­ni­to con la mul­ta.1

2La com­pli­ci­tà è pu­ni­bi­le.

3L'at­to non è pu­ni­bi­le se nes­sun in­te­res­se pub­bli­co o pri­va­to pre­pon­de­ran­te si op­po­ne­va al­la pub­bli­ca­zio­ne.2


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 giu. 2017 (Pub­bli­ca­zio­ne di de­li­be­ra­zio­ni uf­fi­cia­li se­gre­te), in vi­go­re dal 1° mar. 2018 (RU 2018 567; FF 2016 6579 6813).
2 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 10 ott. 1997 (RU 1998 1 852; FF 1996 IV 449). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 giu. 2017 (Pub­bli­ca­zio­ne di de­li­be­ra­zio­ni uf­fi­cia­li se­gre­te), in vi­go­re dal 1° mar. 2018 (RU 2018 567; FF 2016 6579 6813).

Art. 294

Vio­la­zio­ne del­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o del di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te

 

1Chiun­que eser­ci­ta unʼat­ti­vi­tà il cui eser­ci­zio gli è sta­to in­ter­det­to con­for­me­men­te al­lʼar­ti­co­lo 67, al­lʼar­ti­co­lo 50 del Co­di­ce pe­na­le mi­li­ta­re del 13 giu­gno 19272 (CPM) o al­lʼar­ti­co­lo 16a DP­Min3, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no ad un an­no o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Chiun­que si met­te in con­tat­to con una o più per­so­ne de­ter­mi­na­te o con i mem­bri di un grup­po de­ter­mi­na­to, vi si av­vi­ci­na o si trat­tie­ne in de­ter­mi­na­ti luo­ghi seb­be­ne un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te ai sen­si del­lʼar­ti­co­lo 67b, del­lʼar­ti­co­lo 50b CPM o del­lʼar­ti­co­lo 16a DP­Min glie­lo vie­ti, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no ad un an­no o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).
2 RS321.0
3 RS311.1

Art. 295

Vio­la­zio­ne del­lʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e del­le nor­me di con­dot­ta

 

Chiun­que si sot­trae al­lʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta im­par­ti­te dal giu­di­ce o dal­lʼau­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne è pu­ni­to con la mul­ta.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Titolo sedicesimo: Dei crimini o dei delitti che compromettono le relazioni con gli Stati esteri

Art. 296

Ol­trag­gio ad uno Sta­to este­ro

 

Chiun­que pub­bli­ca­men­te of­fen­de uno Sta­to este­ro nel­la per­so­na del suo ca­po, nel suo Go­ver­no ov­ve­ro nel­la per­so­na di uno dei suoi agen­ti di­plo­ma­ti­ci o di uno dei suoi de­le­ga­ti uf­fi­cia­li a una con­fe­ren­za di­plo­ma­ti­ca riu­ni­ta nel­la Sviz­ze­ra o di uno dei suoi rap­pre­sen­tan­ti uf­fi­cia­li pres­so un'isti­tu­zio­ne in­ter­na­zio­na­le o una sua or­ga­niz­za­zio­ne con se­de o riu­ni­ta nel­la Sviz­ze­ra, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 1 16; FF 1949 613).

Art. 297

Ol­trag­gi a isti­tu­zio­ni in­ter­na­zio­na­li

 

Chiun­que pub­bli­ca­men­te of­fen­de un'isti­tu­zio­ne in­ter­na­zio­na­le o una sua or­ga­niz­za­zio­ne con se­de o riu­ni­ta in Sviz­ze­ra nel­la per­so­na di uno dei suoi rap­pre­sen­tan­ti uf­fi­cia­li è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 1 16; FF 1949 613).

Art. 298

Of­fe­se agli em­ble­mi di uno Sta­to este­ro

 

Chiun­que per ma­le­vo­len­za ri­muo­ve, dan­neg­gia o con at­ti ol­trag­gia gli em­ble­mi di so­vra­ni­tà di uno Sta­to este­ro espo­sti pub­bli­ca­men­te dal rap­pre­sen­tan­te ri­co­no­sciu­to di que­sto Sta­to, in mo­do par­ti­co­la­re lo stem­ma o la ban­die­ra, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 299

Vio­la­zio­ne del­la so­vra­ni­tà ter­ri­to­ria­le di uno Sta­to este­ro

 

1. Chiun­que vio­la la so­vra­ni­tà ter­ri­to­ria­le di uno Sta­to este­ro, in mo­do par­ti­co­la­re com­pien­do il­le­ci­ta­men­te at­ti uf­fi­cia­li nel ter­ri­to­rio di es­so,

chiun­que pe­ne­tra nel ter­ri­to­rio di uno Sta­to este­ro con­tra­ria­men­te al di­rit­to del­le gen­ti,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Chiun­que, dal ter­ri­to­rio del­la Sviz­ze­ra, ten­ta di per­tur­ba­re con vio­len­za l'or­di­ne po­li­ti­co di uno Sta­to este­ro, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 300

At­ti di osti­li­tà con­tro un bel­li­ge­ran­te o con­tro trup­pe stra­nie­re

 

Chiun­que, dal ter­ri­to­rio neu­tra­le del­la Sviz­ze­ra, in­tra­pren­de o fa­vo­ri­sce at­ti di osti­li­tà con­tro un bel­li­ge­ran­te,

chiun­que in­tra­pren­de at­ti di osti­li­tà con­tro le trup­pe stra­nie­re am­mes­se nel­la Sviz­ze­ra,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va o pe­cu­nia­ria.

Art. 301

Spio­nag­gio in dan­no di Sta­ti este­ri

 

1. Chiun­que, nel ter­ri­to­rio del­la Sviz­ze­ra, rac­co­glie in­for­ma­zio­ni mi­li­ta­ri per con­to di uno Sta­to este­ro in dan­no di un al­tro Sta­to este­ro, ov­ve­ro or­ga­niz­za un ser­vi­zio sif­fat­to,

chiun­que ar­ruo­la per­so­ne per ser­vi­zi sif­fat­ti o li fa­vo­ri­sce, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. La cor­ri­spon­den­za ed il ma­te­ria­le so­no con­fi­sca­ti.

Art. 302

Pro­ce­di­men­to

 

1I cri­mi­ni e i de­lit­ti pre­vi­sti nel pre­sen­te ti­to­lo non so­no per­se­gui­ti che su ri­so­lu­zio­ne del Con­si­glio fe­de­ra­le.

2Il Con­si­glio fe­de­ra­le non or­di­na il pro­ce­di­men­to che a ri­chie­sta del Go­ver­no del­lo Sta­to este­ro nei ca­si pre­vi­sti nell'ar­ti­co­lo 296 e a ri­chie­sta di un or­ga­no dell'isti­tu­zio­ne in­ter­na­zio­na­le nei ca­si pre­vi­sti nell'ar­ti­co­lo 297. In tem­pi di ser­vi­zio at­ti­vo, es­so può or­di­na­re il pro­ce­di­men­to an­che sen­za sif­fat­ta do­man­da.

3Nei ca­si pre­vi­sti ne­gli ar­ti­co­li 296 e 297 l'azio­ne pe­na­le si pre­scri­ve in due an­ni.2


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 1 16; FF 1949 613).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 22 mar. 2002 (Pre­scri­zio­ne dell'azio­ne pe­na­le), in vi­go­re dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2986; FF 2002 2416 1513).

Titolo diciassettesimo: Dei crimini o dei delitti contro l'amministrazione della giustizia

Art. 303

De­nun­cia men­da­ce

 

1. Chiun­que de­nun­cia all'au­to­ri­tà co­me col­pe­vo­le di un cri­mi­ne o di un de­lit­to una per­so­na che egli sa in­no­cen­te, per pro­vo­ca­re con­tro di es­sa un pro­ce­di­men­to pe­na­le,

chiun­que in al­tro mo­do or­di­sce me­ne sub­do­le per pro­vo­ca­re un pro­ce­di­men­to pe­na­le con­tro una per­so­na che egli sa in­no­cen­te,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va o pe­cu­nia­ria.

2. Se la de­nun­cia men­da­ce con­cer­ne una con­trav­ven­zio­ne, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 304

Svia­men­to del­la giu­sti­zia

 

1. Chiun­que fa all'au­to­ri­tà una fal­sa de­nun­cia per un at­to pu­ni­bi­le, che egli sa non com­mes­so,

chiun­que fal­sa­men­te in­col­pa, pres­so l'au­to­ri­tà, sé me­de­si­mo di un at­to pu­ni­bi­le,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Nei ca­si di esi­gua gra­vi­tà il giu­di­ce può pre­scin­de­re da ogni pe­na.

Art. 305

Fa­vo­reg­gia­men­to

 

1Chiun­que sot­trae una per­so­na ad at­ti di pro­ce­di­men­to pe­na­le o all'ese­cu­zio­ne di una pe­na o di una del­le mi­su­re pre­vi­ste ne­gli ar­ti­co­li 59-61, 63 e 64, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.1

1bisÈ pa­ri­men­ti pu­ni­bi­le chi sot­trae ad at­ti di pro­ce­di­men­to pe­na­le este­ri od al­la ese­cu­zio­ne all'este­ro di una pe­na de­ten­ti­va o di una mi­su­ra ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 59-61, 63 o 64 una per­so­na per­se­gui­ta o con­dan­na­ta all'este­ro per un cri­mi­ne men­zio­na­to nell'ar­ti­co­lo 101.2

2Se fra il col­pe­vo­le e la per­so­na fa­vo­reg­gia­ta esi­sto­no re­la­zio­ni co­sì stret­te da ren­de­re scu­sa­bi­le la sua con­dot­ta, il giu­di­ce può pre­scin­de­re da ogni pe­na.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).
2 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 9 ott. 1981 (RU 1982 1530 1534; FF 1980 I 1032). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 305bis

Ri­ci­clag­gio di de­na­ro

 

1. Chiun­que com­pie un at­to su­scet­ti­bi­le di va­ni­fi­ca­re l'ac­cer­ta­men­to dell'ori­gi­ne, il ri­tro­va­men­to o la con­fi­sca di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li sa­pen­do o do­ven­do pre­su­me­re che pro­ven­go­no da un cri­mi­ne o da un de­lit­to fi­sca­le qua­li­fi­ca­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.2

1bis. So­no con­si­de­ra­ti de­lit­to fi­sca­le qua­li­fi­ca­to i rea­ti di cui all'ar­ti­co­lo 186 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 14 di­cem­bre 19903 sull'im­po­sta fe­de­ra­le di­ret­ta e all'ar­ti­co­lo 59 ca­po­ver­so 1 pri­mo com­ma del­la leg­ge fe­de­ra­le del 14 di­cem­bre 19904 sull'ar­mo­niz­za­zio­ne del­le im­po­ste di­ret­te dei Can­to­ni e dei Co­mu­ni, se le im­po­ste sot­trat­te am­mon­ta­no a ol­tre 300 000 fran­chi per pe­rio­do fi­sca­le.5

2. Nei ca­si gra­vi, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria si­no a 500 ali­quo­te gior­na­lie­re.6

Vi è ca­so gra­ve se­gna­ta­men­te se l'au­to­re:

a.
agi­sce co­me mem­bro di un'or­ga­niz­za­zio­ne cri­mi­na­le;
b.
agi­sce co­me mem­bro di una ban­da co­sti­tui­ta­si per eser­ci­ta­re si­ste­ma­ti­ca­men­te il ri­ci­clag­gio;
c.
rea­liz­za una gros­sa ci­fra d'af­fa­ri o un gua­da­gno con­si­de­re­vo­le fa­cen­do me­stie­re del ri­ci­clag­gio.

3. L'au­to­re è pu­ni­bi­le an­che se l'at­to prin­ci­pa­le è sta­to com­mes­so all'este­ro, pur­ché co­sti­tui­sca rea­to an­che nel luo­go in cui è sta­to com­piu­to.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 23 mar. 1990, in vi­go­re dal 1° ago. 1990 (RU 1990 1077; FF 1989 II 837).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 4 del­la LF del 12 dic. 2014 con­cer­nen­te l'at­tua­zio­ne del­le Rac­co­man­da­zio­ni del Grup­po d'azio­ne fi­nan­zia­ria ri­ve­du­te nel 2012, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 1389; FF 2014 563).
3 RS642.11
4 RS642.14
5 In­tro­dot­to dal n. I 4 del­la LF del 12 dic. 2014 con­cer­nen­te l'at­tua­zio­ne del­le Rac­co­man­da­zio­ni del Grup­po d'azio­ne fi­nan­zia­ria ri­ve­du­te nel 2012, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 1389; FF 2014 563). Ve­di an­che le dis. trans. di det­ta mod. al­la fi­ne del pre­sen­te te­sto.
6 Nuo­vo te­sto dei per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 305ter

Ca­ren­te di­li­gen­za in ope­ra­zio­ni fi­nan­zia­rie e di­rit­to di co­mu­ni­ca­zio­ne2

 

1Chiun­que, a ti­to­lo pro­fes­sio­na­le, ac­cet­ta, pren­de in cu­sto­dia, aiu­ta a col­lo­ca­re o a tra­sfe­ri­re va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li al­trui sen­za ac­cer­tar­si, con la di­li­gen­za ri­chie­sta dal­le cir­co­stan­ze, dell'iden­ti­tà dell'aven­te eco­no­mi­ca­men­te di­rit­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no ad un an­no o con una pe­na pe­cu­nia­ria.3

2Le per­so­ne men­zio­na­te nel ca­po­ver­so 1 han­no il di­rit­to di co­mu­ni­ca­re all'Uf­fi­cio di co­mu­ni­ca­zio­ne in ma­te­ria di ri­ci­clag­gio di de­na­ro dell'Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia gli in­di­zi che per­met­to­no di so­spet­ta­re che va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li pro­ven­go­no da un cri­mi­ne o da un de­lit­to fi­sca­le qua­li­fi­ca­to ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 305bis nu­me­ro 1bis.4


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 23 mar. 1990, in vi­go­re dal 1° ago. 1990 (RU 1990 1077; FF 1989 II 837).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 18 mar. 1994, in vi­go­re dal 1° ago 1994 (RU 1994 1614; FF 1993 III 193).
3 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).
4 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 18 mar. 1994 (RU 1994 1614; FF 1993 III 193). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 4 del­la LF del 12 dic. 2014 con­cer­nen­te l'at­tua­zio­ne del­le Rac­co­man­da­zio­ni del Grup­po d'azio­ne fi­nan­zia­ria ri­ve­du­te nel 2012, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 1389; FF 2014 563).

Art. 306

Di­chia­ra­zio­ne fal­sa di una par­te in giu­di­zio

 

1Chiun­que, do­po es­se­re sta­to av­ver­ti­to dal giu­di­ce dell'ob­bli­go di di­re la ve­ri­tà e del­le con­se­guen­ze pe­na­li in cui può in­cor­re­re, fa, co­me par­te in una cau­sa ci­vi­le, sui fat­ti del­la con­te­sta­zio­ne una fal­sa di­chia­ra­zio­ne che co­sti­tui­sce un mez­zo di pro­va, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Se il di­chia­ran­te ha pre­sta­to giu­ra­men­to o ha pro­mes­so so­len­ne­men­te di di­re la ve­ri­tà, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re.1


1 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 307

Fal­sa te­sti­mo­nian­za, fal­sa pe­ri­zia, fal­sa tra­du­zio­ne od in­ter­pre­ta­zio­ne

 

1Chiun­que co­me te­sti­mo­nio, pe­ri­to, tra­dut­to­re od in­ter­pre­te in un pro­ce­di­men­to giu­di­zia­rio, fa sui fat­ti del­la cau­sa una fal­sa de­po­si­zio­ne, una fal­sa con­sta­ta­zio­ne o for­ni­sce una fal­sa pe­ri­zia o tra­du­ce fal­sa­men­te, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Se il di­chia­ran­te ha pre­sta­to giu­ra­men­to o ha pro­mes­so so­len­ne­men­te di di­re la ve­ri­tà, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va da sei me­si a cin­que an­ni.1

3Se la fal­si­tà con­cer­ne fat­ti non in­fluen­ti sul­la de­ci­sio­ne del giu­di­ce, la pe­na è una pe­na pe­cu­nia­ria.2


1 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 308

At­te­nua­zio­ne di pe­ne

 

1Se l'au­to­re d'un cri­mi­ne o d'un de­lit­to pre­vi­sto ne­gli ar­ti­co­li 303, 304, 306 e 307 ret­ti­fi­ca spon­ta­nea­men­te la sua fal­sa de­nun­cia o fal­sa di­chia­ra­zio­ne pri­ma che ne sia ri­sul­ta­to un pre­giu­di­zio dei di­rit­ti al­trui, il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na (art. 48a) o pre­scin­de­re da ogni pe­na.1

2Se l'au­to­re d'un cri­mi­ne o d'un de­lit­to pre­vi­sto ne­gli ar­ti­co­li 306 e 307 ha fat­to una fal­sa di­chia­ra­zio­ne per­ché, ma­ni­fe­stan­do il ve­ro, avreb­be espo­sto a pro­ce­di­men­to pe­na­le sé me­de­si­mo o un pros­si­mo con­giun­to, il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na (art. 48a).2


1 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 309

Cau­se am­mi­ni­stra­ti­ve e pro­ce­du­ra da­van­ti a tri­bu­na­li in­ter­na­zio­na­li

 

Gli ar­ti­co­li 306-308 si ap­pli­ca­no an­che:

a.
al­la pro­ce­du­ra da­van­ti ai tri­bu­na­li am­mi­ni­stra­ti­vi, da­van­ti agli ar­bi­tri e da­van­ti al­le au­to­ri­tà e ai fun­zio­na­ri dell'am­mi­ni­stra­zio­ne ai qua­li com­pe­te il di­rit­to di as­su­me­re te­sti­mo­ni;
b.
al­la pro­ce­du­ra da­van­ti ai tri­bu­na­li in­ter­na­zio­na­li la cui com­pe­ten­za è ri­co­no­sciu­ta co­me vin­co­lan­te dal­la Sviz­ze­ra.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 1 del­la LF del 22 giu. 2001 (Rea­ti con­tro l'am­mi­ni­stra­zio­ne del­la giu­sti­zia com­mes­si da­van­ti a tri­bu­na­li in­ter­na­zio­na­li), in vi­go­re dal 1° lug. 2002 (RU 2002 1491; FF 2001 311).

Art. 310

Li­be­ra­zio­ne di de­te­nu­ti

 

1. Chiun­que, usan­do vio­len­za, mi­nac­cia od astu­zia, li­be­ra una per­so­na ar­re­sta­ta, de­te­nu­ta o col­lo­ca­ta in uno sta­bi­li­men­to per de­ci­sio­ne dell'au­to­ri­tà, o le pre­sta aiu­to nell'eva­sio­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Se il rea­to è com­mes­so da un as­sem­bra­men­to di per­so­ne, chiun­que vi par­te­ci­pa è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

I com­par­te­ci­pi, che han­no com­mes­so at­ti di vio­len­za con­tro le per­so­ne o le co­se, so­no pu­ni­ti con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re.1


1 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 311

Am­mu­ti­na­men­to di de­te­nu­ti

 

1. I de­te­nu­ti o le per­so­ne col­lo­ca­te in uno sta­bi­li­men­to per de­ci­sio­ne dell'au­to­ri­tà, che si as­sem­bra­no

per ag­gre­di­re di con­cer­to i fun­zio­na­ri del­lo sta­bi­li­men­to od al­tre per­so­ne in­ca­ri­ca­te del­la sor­ve­glian­za,

per co­strin­ge­re con vio­len­za o con mi­nac­cia di vio­len­za i fun­zio­na­ri del­lo sta­bi­li­men­to od al­tre per­so­ne in­ca­ri­ca­te del­la sor­ve­glian­za a fa­re o ad omet­te­re un at­to,

per eva­de­re vio­len­te­men­te,

so­no pu­ni­ti con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re.1

2. I com­par­te­ci­pi, che han­no com­mes­so at­ti di vio­len­za con­tro le per­so­ne o le co­se, so­no pu­ni­ti con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re.2


1 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Titolo diciottesimo: Dei reati contro i doveri d'ufficio e professionali

Art. 312

Abu­so di au­to­ri­tà

 

I mem­bri di una au­to­ri­tà od i fun­zio­na­ri, che abu­sa­no dei po­te­ri del­la lo­ro ca­ri­ca al fi­ne di pro­cu­ra­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to o di re­car dan­no ad al­tri, so­no pu­ni­ti con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 313

Con­cus­sio­ne

 

Il fun­zio­na­rio che per fi­ne di lu­cro ri­scuo­te tas­se, emo­lu­men­ti od in­den­ni­tà non do­vu­ti o ec­ce­den­ti la ta­rif­fa le­ga­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 314

In­fe­del­tà nel­la ge­stio­ne pub­bli­ca

 

I mem­bri di un'au­to­ri­tà o i fun­zio­na­ri che, al fi­ne di pro­cu­ra­re a sè o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, re­ca­no dan­no in un ne­go­zio giu­ri­di­co agli in­te­res­si pub­bli­ci che es­si do­ve­va­no sal­va­guar­da­re, so­no pu­ni­ti con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.2


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1995 (RU 1994 2290; FF 1991 II 797).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 315 e 316


1 Abro­ga­ti dal n. I 1 del­la LF del 22 dic. 1999 (Re­vi­sio­ne del­le di­spo­si­zio­ni pe­na­li in ma­te­ria di cor­ru­zio­ne), con ef­fet­to dal 1° mag. 2000 (RU 2000 1121; FF 1999 4721).

 

Art. 317

Fal­si­tà in at­ti for­ma­ti da pub­bli­ci uf­fi­cia­li o fun­zio­na­ri

 

1. I fun­zio­na­ri o i pub­bli­ci uf­fi­cia­li che in­ten­zio­nal­men­te for­ma­no un at­to fal­so od al­te­ra­no un at­to ve­ro, op­pu­re abu­sa­no dell'al­trui fir­ma au­ten­ti­ca o dell'al­trui se­gno a ma­no au­ten­ti­co per for­ma­re un at­to sup­po­si­ti­zio,

i fun­zio­na­ri o i pub­bli­ci uf­fi­cia­li che in­ten­zio­nal­men­te in un do­cu­men­to at­te­sta­no in mo­do con­tra­rio al­la ve­ri­tà un fat­to d'im­por­tan­za giu­ri­di­ca, in ispe­cie au­ten­ti­ca­no una fir­ma fal­sa o una co­pia non con­for­me all'ori­gi­na­le,

so­no pu­ni­ti con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. La pe­na è del­la mul­ta se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1995 (RU 1994 2290; FF 1991 II 797).

Art. 317bis

At­ti non pu­ni­bi­li

 

1Non è pu­ni­bi­le giu­sta gli ar­ti­co­li 251, 252, 255 e 317 co­lui che al­le­sti­sce, al­te­ra o uti­liz­za do­cu­men­ti at­ti a co­sti­tui­re o con­ser­va­re la sua iden­ti­tà fit­ti­zia, sem­pre che vi sia sta­to au­to­riz­za­to dal giu­di­ce nell'am­bi­to di un'in­chie­sta ma­sche­ra­ta, op­pu­re al­le­sti­sce, al­te­ra o uti­liz­za do­cu­men­ti at­ti a co­sti­tui­re o con­ser­va­re la sua co­per­tu­ra o iden­ti­tà fit­ti­zia in am­bi­to in­for­ma­ti­vo, sem­pre che vi sia sta­to au­to­riz­za­to dal Ser­vi­zio del­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve del­la Con­fe­de­ra­zio­ne (SIC) se­con­do l'ar­ti­co­lo 17 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 25 set­tem­bre 20152 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve (LAIn) o dal ca­po del Di­par­ti­men­to fe­de­ra­le del­la di­fe­sa, del­la pro­te­zio­ne del­la po­po­la­zio­ne e del­lo sport se­con­do l'ar­ti­co­lo 18 LAIn.3

2Non è pu­ni­bi­le giu­sta gli ar­ti­co­li 251, 252, 255 e 317 co­lui che al­le­sti­sce o al­te­ra do­cu­men­ti per co­per­tu­re o iden­ti­tà fit­ti­zie, sem­pre che vi sia sta­to au­to­riz­za­to ai fi­ni di un'in­chie­sta ma­sche­ra­ta o agi­sca su man­da­to dell'au­to­ri­tà com­pe­ten­te se­con­do l'ar­ti­co­lo 17 o 18 LAIn.4

3Non è pu­ni­bi­le giu­sta gli ar­ti­co­li 251, 252, 255 e 317 co­lui che al­le­sti­sce, al­te­ra o uti­liz­za do­cu­men­ti con­for­me­men­te al­la leg­ge fe­de­ra­le del 23 di­cem­bre 20115 sul­la pro­te­zio­ne ex­tra­pro­ces­sua­le dei te­sti­mo­ni.6


1 In­tro­dot­to dall'art. 24 n. 1 del­la LF del 20 giu. 2003 sull'in­chie­sta ma­sche­ra­ta (RU 2004 1409; FF 1998 3319). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 3 dell'all. al­la LF del 23 dic. 2011, in vi­go­re dal 16 lug. 2012 (RU 2012 3745; FF 2007 4613, 2010 6923).
2 RS 121
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 5 dell'all. al­la LF del 25 set. 2015 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve, in vi­go­re dal 1° set. 2017 (RU 2017 4095; FF 2014 1885).
4 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 5 dell'all. al­la LF del 25 set. 2015 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve, in vi­go­re dal 1° set. 2017 (RU 2017 4095; FF 2014 1885).
5 RS 312.2
6 In­tro­dot­to dal n. 3 dell'all. al­la LF del 23 dic. 2011 sul­la pro­te­zio­ne ex­tra­pro­ces­sua­le dei te­sti­mo­ni, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2012 6715; FF 2011 1).

Art. 318

Fal­so cer­ti­fi­ca­to me­di­co

 

1. I me­di­ci, i den­ti­sti, i ve­te­ri­na­ri e le le­va­tri­ci che in­ten­zio­nal­men­te ri­la­scia­no un cer­ti­fi­ca­to con­tra­rio al­la ve­ri­tà, il qua­le sia de­sti­na­to ad es­se­re pro­dot­to all'au­to­ri­tà od a con­se­gui­re un in­de­bi­to pro­fit­to o sia at­to a le­de­re im­por­tan­ti e le­git­ti­mi in­te­res­si di ter­zi, so­no pu­ni­ti con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Se il col­pe­vo­le ave­va per ta­le at­to do­man­da­to, ac­cet­ta­to o si era fat­to pro­met­te­re una ri­com­pen­sa spe­cia­le, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. La pe­na è del­la mul­ta se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Art. 319

Aiu­to al­la eva­sio­ne di de­te­nu­ti

 

Il fun­zio­na­rio che pre­sta aiu­to al­la eva­sio­ne di un ar­re­sta­to, di un de­te­nu­to o di al­tra per­so­na col­lo­ca­ta in uno sta­bi­li­men­to per or­di­ne dell'au­to­ri­tà o che lo la­scia eva­de­re, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 320

Vio­la­zio­ne del se­gre­to d'uf­fi­cio

 

1. Chiun­que ri­ve­la un se­gre­to, che gli è con­fi­da­to nel­la sua qua­li­tà di mem­bro di una au­to­ri­tà o di fun­zio­na­rio o di cui ha no­ti­zia per la sua ca­ri­ca o fun­zio­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

La ri­ve­la­zio­ne del se­gre­to è pu­ni­bi­le an­che do­po la ces­sa­zio­ne del­la ca­ri­ca o del­la fun­zio­ne.

2. La ri­ve­la­zio­ne fat­ta col con­sen­so scrit­to dell'au­to­ri­tà su­pe­rio­re non è pu­ni­bi­le.

Art. 321

Vio­la­zio­ne del se­gre­to pro­fes­sio­na­le

 

1. Gli ec­cle­sia­sti­ci, gli av­vo­ca­ti, i di­fen­so­ri, i no­tai, i con­su­len­ti in bre­vet­ti, i re­vi­so­ri te­nu­ti al se­gre­to pro­fes­sio­na­le in vir­tù del Co­di­ce del­le ob­bli­ga­zio­ni1, i me­di­ci, i den­ti­sti, i chi­ro­pra­ti­ci, i far­ma­ci­sti, le le­va­tri­ci, gli psi­co­lo­gi, co­me pu­re gli au­si­lia­ri di que­sti pro­fes­sio­ni­sti, che ri­ve­la­no se­gre­ti a lo­ro con­fi­da­ti per ra­gio­ne del­la lo­ro pro­fes­sio­ne o di cui han­no avu­to no­ti­zia nell'eser­ci­zio del­la me­de­si­ma so­no pu­ni­ti, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.2

So­no pa­ri­men­te pu­ni­ti gli stu­den­ti che ri­ve­la­no un se­gre­to di cui han­no avu­to no­ti­zia nel cor­so dei lo­ro stu­di.

La ri­ve­la­zio­ne del se­gre­to è pu­ni­bi­le an­che do­po la ces­sa­zio­ne dell'eser­ci­zio del­la pro­fes­sio­ne o do­po la fi­ne de­gli stu­di.

2. La ri­ve­la­zio­ne non è pu­ni­bi­le, quan­do sia fat­ta col con­sen­so dell'in­te­res­sa­to o con l'au­to­riz­za­zio­ne scrit­ta da­ta, a ri­chie­sta di chi de­tie­ne il se­gre­to, dall'au­to­ri­tà su­pe­rio­re o dall'au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za.

3. Ri­man­go­no sal­ve le di­spo­si­zio­ni del­la le­gi­sla­zio­ne fe­de­ra­le e can­to­na­le sul di­rit­to di av­vi­sa­re un'au­to­ri­tà e di col­la­bo­ra­re con la stes­sa, sull'ob­bli­go di da­re in­for­ma­zio­ni a un'au­to­ri­tà e sull'ob­bli­go di te­sti­mo­nia­re in giu­di­zio.3


1 RS 220
2 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 48 n. 1 del­la LF del 18 mar. 2011 sul­le pro­fes­sio­ni psi­co­lo­gi­che, in vi­go­re dal 1° apr. 2013 (RU 2012 1929, 2013 915 975; FF 2009 6005).
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 1 dall'all. al­la LF del 15 dic. 2017 (Pro­te­zio­ne dei mi­no­ren­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 2947; FF 2015 2751).

Art. 321bis

Se­gre­to pro­fes­sio­na­le nel­la ri­cer­ca sull'es­se­re uma­no

 

1Chiun­que ri­ve­la in mo­do il­le­ci­to un se­gre­to del qua­le ha avu­to no­ti­zia nell'eser­ci­zio del­la sua at­ti­vi­tà di ri­cer­ca sull'es­se­re uma­no ai sen­si del­la leg­ge del 30 set­tem­bre 20112 sul­la ri­cer­ca uma­na, è pu­ni­to con­for­me­men­te all'ar­ti­co­lo 321.

2Un se­gre­to pro­fes­sio­na­le può es­se­re tol­to per sco­pi di ri­cer­ca sul­le ma­lat­tie uma­ne e sul­la strut­tu­ra e la fun­zio­ne del cor­po uma­no se so­no adem­piu­te le con­di­zio­ni di cui all'ar­ti­co­lo 34 del­la leg­ge del 30 set­tem­bre 2011 sul­la ri­cer­ca uma­na e se la com­mis­sio­ne d'eti­ca com­pe­ten­te ne ha au­to­riz­za­to la di­vul­ga­zio­ne.


1 In­tro­dot­to dal n. 4 dell'all. del­la LF del 19 giu. 1993 sul­la pro­te­zio­ne dei da­ti (RU 1993 1945; FF 1988 II 353). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 2 dell'all. al­la LF del 30 set. 2011 sul­la ri­cer­ca uma­na, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 2013 3215; FF 2009 6979).
2 RS 810.30

Art. 321ter

Vio­la­zio­ne del se­gre­to po­sta­le e del se­gre­to del­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni

 

1Chiun­que, nel­la sua qua­li­tà di fun­zio­na­rio, im­pie­ga­to o au­si­lia­rio di un'or­ga­niz­za­zio­ne che for­ni­sce ser­vi­zi po­sta­li o del­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni, co­mu­ni­ca a ter­zi in­for­ma­zio­ni con­cer­nen­ti le re­la­zio­ni po­sta­li, il traf­fi­co dei pa­ga­men­ti o il traf­fi­co del­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni dei clien­ti, apre in­vii po­sta­li chiu­si o cer­ca di sco­prir­ne il con­te­nu­to, dà a ter­zi oc­ca­sio­ne di com­met­te­re si­mi­li rea­ti, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2È pa­ri­men­ti pu­ni­to chiun­que, per do­lo, in­du­ce a vio­la­re ta­le ob­bli­go una per­so­na te­nu­ta a con­ser­va­re il se­gre­to giu­sta il ca­po­ver­so 1.

3La vio­la­zio­ne del se­gre­to po­sta­le e del se­gre­to del­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni ri­ma­ne pu­ni­bi­le an­che do­po la ces­sa­zio­ne del rap­por­to con­trat­tua­le.

4La vio­la­zio­ne del se­gre­to po­sta­le e del se­gre­to del­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni non è pu­ni­bi­le quan­do è ri­chie­sta per sco­pri­re l'aven­te di­rit­to o per evi­ta­re dan­ni.

5Ri­man­go­no sal­ve le di­spo­si­zio­ni dell'ar­ti­co­lo 179oc­ties e quel­le del­la le­gi­sla­zio­ne fe­de­ra­le e can­to­na­le sull'ob­bli­go di da­re in­for­ma­zio­ni all'au­to­ri­tà o di te­sti­mo­nia­re in giu­di­zio.


1 In­tro­dot­to dal n. 2 dell'all. al­la LF del 30 apr. 1997 sul­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni, in vi­go­re dal 1° gen. 1998 (RU 1997 2187; FF 1996 III 1297).

Art. 322

Vio­la­zio­ne dell'ob­bli­go d'in­for­ma­re dei mass me­dia

 

1Le im­pre­se dei mez­zi di co­mu­ni­ca­zio­ne so­cia­le so­no ob­bli­ga­te a ren­de­re no­te a ogni per­so­na, su do­man­da, sen­za in­du­gio e per scrit­to la pro­pria se­de non­ché l'iden­ti­tà del re­spon­sa­bi­le (art. 28 cpv. 2 e 3).2

2Gior­na­li e ri­vi­ste de­vo­no inol­tre in­di­ca­re nell'im­pres­sum la se­de dell'im­pre­sa, le par­te­ci­pa­zio­ni ri­le­van­ti in al­tre im­pre­se non­ché il no­me del re­dat­to­re re­spon­sa­bi­le. Se un re­dat­to­re è re­spon­sa­bi­le sol­tan­to di una par­te del gior­na­le o del­la ri­vi­sta, de­ve es­se­re in­di­ca­to co­me ta­le. Per ogni par­te di ta­le gior­na­le o ri­vi­sta si de­ve in­di­ca­re un re­dat­to­re re­spon­sa­bi­le.

3In ca­so di vio­la­zio­ne del­le pre­scri­zio­ni del pre­sen­te ar­ti­co­lo il di­ret­to­re dell'im­pre­sa è pu­ni­to con la mul­ta. Vi è vio­la­zio­ne an­che quan­do un'in­ter­po­sta per­so­na è in­di­ca­ta co­me re­spon­sa­bi­le del­la pub­bli­ca­zio­ne (art. 28 cpv. 2 e 3).3


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 10 ott. 1997, in vi­go­re dal 1° apr. 1998 (RU 1998 852; FF 1996 IV 449).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).
3 Nuo­vo te­sto del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 322bis

Man­ca­ta op­po­si­zio­ne a una pub­bli­ca­zio­ne pu­ni­bi­le

 

Chiun­que, in quan­to re­spon­sa­bi­le giu­sta l'ar­ti­co­lo 28 ca­po­ver­si 2 e 32, in­ten­zio­nal­men­te non im­pe­di­sce una pub­bli­ca­zio­ne con la qua­le è com­mes­so un rea­to è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria. Se ha agi­to per ne­gli­gen­za, la pe­na è la mul­ta.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 10 ott. 1997, in vi­go­re dal 1° apr. 1998 (RU 1998 852; FF 1996 IV 449).
2 Nuo­va te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Titolo diciannovesimo: Della corruzione

Art. 322ter

1. Cor­ru­zio­ne di pub­bli­ci uf­fi­cia­li sviz­ze­ri.

Cor­ru­zio­ne at­ti­va

 

Chiun­que of­fre, pro­met­te o pro­cu­ra un in­de­bi­to van­tag­gio a un mem­bro di un'au­to­ri­tà giu­di­zia­ria o di un'al­tra au­to­ri­tà, a un fun­zio­na­rio, a un pe­ri­to, tra­dut­to­re o in­ter­pre­te de­le­ga­to dall'au­to­ri­tà, a un ar­bi­tro o a un mi­li­ta­re, a fa­vo­re di lui o di ter­zi, per in­dur­lo a com­met­te­re un at­to o un'omis­sio­ne in re­la­zio­ne con la sua at­ti­vi­tà uf­fi­cia­le e con­tra­stan­te coi do­ve­ri d'uf­fi­cio o sot­to­stan­te al suo po­te­re d'ap­prez­za­men­to,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 322quater

Cor­ru­zio­ne pas­si­va

 

Chiun­que, in qua­li­tà di mem­bro di un'au­to­ri­tà giu­di­zia­ria o di un'al­tra au­to­ri­tà, di fun­zio­na­rio, di pe­ri­to, tra­dut­to­re o in­ter­pre­te de­le­ga­to dall'au­to­ri­tà o di ar­bi­tro, do­man­da, si fa pro­met­te­re o ac­cet­ta un in­de­bi­to van­tag­gio, per sé o per ter­zi, per com­met­te­re un at­to o un'omis­sio­ne in re­la­zio­ne con la sua at­ti­vi­tà uf­fi­cia­le e con­tra­stan­te coi do­ve­ri d'uf­fi­cio o sot­to­stan­te al suo po­te­re d'ap­prez­za­men­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 322quinquies

Con­ces­sio­ne di van­tag­gi

 

Chiun­que of­fre, pro­met­te o pro­cu­ra un in­de­bi­to van­tag­gio a un mem­bro di un'au­to­ri­tà giu­di­zia­ria o di un'al­tra au­to­ri­tà, a un fun­zio­na­rio, a un pe­ri­to, tra­dut­to­re o in­ter­pre­te de­le­ga­to dall'au­to­ri­tà, a un ar­bi­tro o a un mi­li­ta­re, a fa­vo­re di lui o di ter­zi, in con­si­de­ra­zio­ne dell'esple­ta­men­to del­la sua at­ti­vi­tà uf­fi­cia­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 25 set. 2015 (Di­spo­si­zio­ni pe­na­li sul­la cor­ru­zio­ne), in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 2016 1287; FF 2014 3099).

Art. 322sexies

Ac­cet­ta­zio­ne di van­tag­gi

 

Chiun­que, in qua­li­tà di mem­bro di un'au­to­ri­tà giu­di­zia­ria o di un'al­tra au­to­ri­tà, di fun­zio­na­rio, di pe­ri­to, tra­dut­to­re o in­ter­pre­te de­le­ga­to dall'au­to­ri­tà o di ar­bi­tro, do­man­da, si fa pro­met­te­re o ac­cet­ta un in­de­bi­to van­tag­gio, per sé o per ter­zi, in con­si­de­ra­zio­ne dell'esple­ta­men­to del­la sua at­ti­vi­tà uf­fi­cia­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 25 set. 2015 (Di­spo­si­zio­ni pe­na­li sul­la cor­ru­zio­ne), in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 2016 1287; FF 2014 3099).

Art. 322septies

2. Cor­ru­zio­ne di pub­bli­ci uf­fi­cia­li stra­nie­ri

 

Chiun­que of­fre, pro­met­te o pro­cu­ra un in­de­bi­to van­tag­gio a un mem­bro di un'au­to­ri­tà giu­di­zia­ria o di un'al­tra au­to­ri­tà, a un fun­zio­na­rio, a un pe­ri­to, tra­dut­to­re o in­ter­pre­te de­le­ga­to dall'au­to­ri­tà, a un ar­bi­tro o a un mi­li­ta­re di un Pae­se stra­nie­ro o di un'or­ga­niz­za­zio­ne in­ter­na­zio­na­le, a fa­vo­re di lui o di ter­zi, per in­dur­lo a com­met­te­re un at­to o un'omis­sio­ne in re­la­zio­ne con la sua at­ti­vi­tà uf­fi­cia­le e con­tra­stan­te coi do­ve­ri d'uf­fi­cio o sot­to­stan­te al suo po­te­re d'ap­prez­za­men­to,

chiun­que in qua­li­tà di mem­bro di un'au­to­ri­tà giu­di­zia­ria o di un'al­tra au­to­ri­tà, di fun­zio­na­rio, di pe­ri­to, tra­dut­to­re o in­ter­pre­te de­le­ga­to dall'au­to­ri­tà, di ar­bi­tro o di mi­li­ta­re di un Pae­se stra­nie­ro o di un'or­ga­niz­za­zio­ne in­ter­na­zio­na­le do­man­da, si fa pro­met­te­re o ac­cet­ta, per sé o per ter­zi, un in­de­bi­to van­tag­gio per com­met­te­re un at­to o un'omis­sio­ne in re­la­zio­ne con la sua at­ti­vi­tà uf­fi­cia­le e con­tra­stan­te coi do­ve­ri d'uf­fi­cio o sot­to­stan­te al suo po­te­re d'ap­prez­za­men­to,1

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.2


1 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 2 n. 2 del DF del 7 ott. 2005 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Conv. pe­na­le del Con­si­glio d'Eu­ro­pa sul­la cor­ru­zio­ne e il re­la­ti­vo Prot. agg., in vi­go­re dal 1° lug. 2006 (RU 2006 2371; FF 2004 6189).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 2 n. 2 del DF del 7 ott. 2005 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Conv. pe­na­le del Con­si­glio d'Eu­ro­pa sul­la cor­ru­zio­ne e il re­la­ti­vo Prot. agg., in vi­go­re dal 1° lug. 2006 (RU 2006 2371; FF 2004 6189).

Art. 322octies

3. Cor­ru­zio­ne di pri­va­ti

Cor­ru­zio­ne at­ti­va

 

1Chiun­que of­fre, pro­met­te o pro­cu­ra un in­de­bi­to van­tag­gio a un la­vo­ra­to­re, a un so­cio, a un man­da­ta­rio o a un al­tro au­si­lia­rio di un ter­zo nel set­to­re pri­va­to, a fa­vo­re di lui o di ter­zi, per in­dur­lo a com­met­te­re un at­to o un'omis­sio­ne in re­la­zio­ne con la sua at­ti­vi­tà di ser­vi­zio o d'af­fa­ri e con­tra­stan­te coi do­ve­ri d'uf­fi­cio o sot­to­stan­te al suo po­te­re d'ap­prez­za­men­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Nei ca­si po­co gra­vi il rea­to è pu­ni­to sol­tan­to a que­re­la di par­te.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 25 set. 2015 (Di­spo­si­zio­ni pe­na­li sul­la cor­ru­zio­ne), in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 2016 1287; FF 2014 3099).

Art. 322novies

Cor­ru­zio­ne pas­si­va

 

1Chiun­que, in qua­li­tà di la­vo­ra­to­re, so­cio, man­da­ta­rio o al­tro au­si­lia­rio di un ter­zo nel set­to­re pri­va­to do­man­da, si fa pro­met­te­re o ac­cet­ta un in­de­bi­to van­tag­gio, per sé o per ter­zi, per com­met­te­re un at­to o un'omis­sio­ne in re­la­zio­ne con la sua at­ti­vi­tà di ser­vi­zio o d'af­fa­ri e con­tra­stan­te coi do­ve­ri d'uf­fi­cio o sot­to­stan­te al suo po­te­re d'ap­prez­za­men­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Nei ca­si po­co gra­vi il rea­to è pu­ni­to sol­tan­to a que­re­la di par­te.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 25 set. 2015 (Di­spo­si­zio­ni pe­na­li sul­la cor­ru­zio­ne), in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 2016 1287; FF 2014 3099).

Art. 322decies

4. Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni

 

1Non so­no in­de­bi­ti van­tag­gi:

a.
i van­tag­gi am­mes­si dal­le nor­me in ma­te­ria di rap­por­ti di ser­vi­zio o ac­cet­ta­ti con­trat­tual­men­te dal ter­zo;
b.
i van­tag­gi di lie­ve en­ti­tà, usua­li nel­le re­la­zio­ni so­cia­li.

2So­no equi­pa­ra­ti a pub­bli­ci uf­fi­cia­li i pri­va­ti che adem­pio­no com­pi­ti pub­bli­ci.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 25 set. 2015 (Di­spo­si­zio­ni pe­na­li sul­la cor­ru­zio­ne), in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 2016 1287; FF 2014 3099).

Titolo ventesimo: Delle contravvenzioni a disposizioni del diritto federale

Art. 323

Inos­ser­van­za da par­te del de­bi­to­re di nor­me del­la pro­ce­du­ra di ese­cu­zio­ne e fal­li­men­to

 

So­no pu­ni­ti con la mul­ta:

1.
il de­bi­to­re che, av­vi­sa­to nel­le for­me di leg­ge, non as­si­ste e non si fa rap­pre­sen­ta­re ad un pi­gno­ra­men­to o a una com­pi­la­zio­ne d'in­ven­ta­rio (art. 91 cpv. 1 n. 1, 163 cpv. 2, 345 cpv. 12 LEF3);
2.
il de­bi­to­re che non in­di­ca, si­no a con­cor­ren­za di quan­to sia ne­ces­sa­rio per un suf­fi­cien­te pi­gno­ra­men­to o per l'ese­cu­zio­ne di un se­que­stro, tut­ti i suoi be­ni, com­pre­si quel­li che non so­no in suo pos­ses­so, co­me pu­re i suoi cre­di­ti e di­rit­ti ver­so ter­zi (art. 91 cpv. 1 n. 2, 275 LEF);
3.
il de­bi­to­re che, all'at­to del­la com­pi­la­zio­ne di un in­ven­ta­rio, non in­di­ca tut­ti i suoi be­ni, com­pre­si quel­li che non so­no in suo pos­ses­so, co­me pu­re i suoi cre­di­ti e di­rit­ti ver­so ter­zi (art. 163 cpv. 2, 345 cpv. 14 LEF);
4.
il fal­li­to che non in­di­ca all'uf­fi­cio dei fal­li­men­ti tut­ti i suoi be­ni e non li met­te a di­spo­si­zio­ne di es­so (art. 222 cpv. 1 LEF);
5.
il fal­li­to che, sen­za es­ser­ne sta­to espres­sa­men­te di­spen­sa­to, non sta a di­spo­si­zio­ne dell'am­mi­ni­stra­zio­ne du­ran­te la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to (art. 229 cpv. 1 LEF).

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 8 dell'all. del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).
2 Ora: l'art. 341 cpv. 1
3 RS 281.1
4 Ora: l'art. 341 cpv. 1

Art. 324

Inos­ser­van­za da par­te di ter­zi di nor­me del­la pro­ce­du­ra di ese­cu­zio­ne e fal­li­men­to e del­la pro­ce­du­ra con­cor­da­ta­ria

 

So­no pu­ni­ti con la mul­ta:

1.
la per­so­na adul­ta che, es­sen­do con­vis­su­ta col fal­li­to, mor­to o la­ti­tan­te, non in­di­ca all'uf­fi­cio dei fal­li­men­ti tut­ti i be­ni del de­bi­to­re e non li met­te a di­spo­si­zio­ne di es­so (art. 222 cpv. 2 LEF2);
2.
chi non no­ti­fi­ca i suoi de­bi­ti ver­so il fal­li­to en­tro il ter­mi­ne per le no­ti­fi­ca­zio­ni (art. 232 cpv. 2 n. 3 LEF);
3.
chi non met­te a di­spo­si­zio­ne dell'uf­fi­cio dei fal­li­men­ti, en­tro il ter­mi­ne per le no­ti­fi­ca­zio­ni, gli og­get­ti del fal­li­to che egli de­tie­ne a ti­to­lo di pe­gno o per al­tro ti­to­lo (art. 232 cpv. 2 n. 4 LEF);
4.
chi, sca­du­to il ter­mi­ne di rea­liz­za­zio­ne, non con­se­gna ai li­qui­da­to­ri og­get­ti del fal­li­to che de­tie­ne a ti­to­lo di cre­di­to­re pi­gno­ra­ti­zio (art. 324 cpv. 2 LEF);
5.
il ter­zo che non ot­tem­pe­ra al do­ve­re di in­for­ma­re e di met­te­re a di­spo­si­zio­ne giu­sta gli ar­ti­co­li 57a ca­po­ver­so 1, 91 ca­po­ver­so 4, 163 ca­po­ver­so 2, 222 ca­po­ver­so 4 e 345 ca­po­ver­so 13 del­la leg­ge fe­de­ra­le sul­la ese­cu­zio­ne e sul fal­li­men­to.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 8 dell'all. del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).
2 RS 281.1
3 Ora: l'art. 341 cpv. 1

Art. 325

Inos­ser­van­za del­le nor­me le­ga­li sul­la con­ta­bi­li­tà

 

Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te o per ne­gli­gen­za non ot­tem­pe­ra all'ob­bli­go im­po­sto dal­la leg­ge di te­ne­re re­go­lar­men­te i li­bri di com­mer­cio,

chiun­que in­ten­zio­nal­men­te o per ne­gli­gen­za non ot­tem­pe­ra all'ob­bli­go im­po­sto dal­la leg­ge di con­ser­va­re i li­bri di com­mer­cio, le let­te­re ed i te­le­gram­mi d'af­fa­ri,

è pu­ni­to con la mul­ta.

Art. 325bis

In­fra­zio­ni al­le di­spo­si­zio­ni sul­la pro­te­zio­ne dei con­dut­to­ri di lo­ca­li d'abi­ta­zio­ne e com­mer­cia­li

 

Chiun­que, mi­nac­cian­do svan­tag­gi, se­gna­ta­men­te lo scio­gli­men­to suc­ces­si­vo del rap­por­to di lo­ca­zio­ne, im­pe­di­sce o ten­ta di im­pe­di­re il con­dut­to­re a con­te­sta­re pi­gio­ni od al­tre pre­te­se del lo­ca­to­re,

chiun­que dà la di­sdet­ta al con­dut­to­re poi­ché que­sti tu­te­la o in­ten­de tu­te­la­re i di­rit­ti spet­tan­ti­gli in vir­tù del Co­di­ce del­le ob­bli­ga­zio­ni2,

chiun­que im­po­ne o ten­ta di im­por­re il­le­ci­ta­men­te pi­gio­ni o al­tre pre­te­se do­po il fal­li­men­to di un espe­ri­men­to di con­ci­lia­zio­ne o do­po una de­ci­sio­ne giu­di­zia­le,

è pu­ni­to, a que­re­la del con­dut­to­re, con la mul­ta.


1 In­tro­dot­to dal n. II art. 4 del­la LF del 15 dic. 1989 che mo­di­fi­ca il CO (lo­ca­zio­ne e af­fit­to), in vi­go­re dal 1° lug. 1990 (RU 1990 802; FF 1985 1202 in fi­ne, di­sp. fin. tit. VIII e VIIIbis).
2 RS 220

Art. 326

Per­so­ne giu­ri­di­che, so­cie­tà com­mer­cia­li e dit­te in­di­vi­dua­li2

1. …

 

1 Abro­ga­to dal n. II 3 del­la LF del 13 dic. 2002, con ef­fet­to dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).
2 Ora: im­pre­se in­di­vi­dua­li.

Art. 326bis

2. Nel ca­so dell'ar­ti­co­lo 325bis

 

1Se una del­le in­fra­zio­ni pre­vi­ste nell'ar­ti­co­lo 325bis è com­mes­sa nel­la ge­stio­ne de­gli af­fa­ri di una per­so­na giu­ri­di­ca, di una so­cie­tà in no­me col­let­ti­vo o in ac­co­man­di­ta o di una dit­ta in­di­vi­dua­le2, o al­tri­men­ti nell'eser­ci­zio di in­com­ben­ze d'af­fa­ri o di ser­vi­zio per ter­ze per­so­ne, le di­spo­si­zio­ni pe­na­li si ap­pli­ca­no al­le per­so­ne fi­si­che che l'han­no com­mes­sa.

2Il pa­dro­ne d'azien­da o il da­to­re di la­vo­ro, il man­dan­te o la per­so­na rap­pre­sen­ta­ta che era a co­no­scen­za dell'in­fra­zio­ne o ne ha avu­to suc­ces­si­va­men­te no­ti­zia e, ben­ché ne aves­se la pos­si­bi­li­tà, non si è ado­pe­ra­to per im­pe­dir­la o per pa­ra­liz­zar­ne gli ef­fet­ti, è pu­ni­bi­le co­me l'au­to­re.

3Se il pa­dro­ne d'azien­da o il da­to­re di la­vo­ro, il man­dan­te o la per­so­na rap­pre­sen­ta­ta è una per­so­na giu­ri­di­ca, una so­cie­tà in no­me col­let­ti­vo o in ac­co­man­di­ta, una dit­ta in­di­vi­dua­le3 o una co­mu­ni­tà di per­so­ne sen­za per­so­na­li­tà giu­ri­di­ca, il ca­po­ver­so 2 si ap­pli­ca agli or­ga­ni, ai mem­bri de­gli or­ga­ni, ai so­ci pre­po­sti al­la ge­stio­ne, al­le per­so­ne ef­fet­ti­va­men­te di­ri­gen­ti o ai li­qui­da­to­ri col­pe­vo­li.


1 In­tro­dot­to dal n. II art. 4 del­la LF del 15 dic. 1989 che mo­di­fi­ca il CO (lo­ca­zio­ne e af­fit­to), in vi­go­re dal 1° lug. 1990 (RU 1990 802; FF 1985 1202 in fi­ne, di­sp. fin. tit. VIII e VIIIbis).
2 Ora: im­pre­sa in­di­vi­dua­le.
3 Ora: im­pre­sa in­di­vi­dua­le.

Art. 326ter

Con­trav­ven­zio­ni al­le di­spo­si­zio­ni su dit­te e no­mi com­mer­cia­li

 

Chiun­que uti­liz­za per un sog­get­to giu­ri­di­co o una suc­cur­sa­le iscrit­ti nel re­gi­stro di com­mer­cio una de­no­mi­na­zio­ne non con­for­me a quel­la iscrit­ta a re­gi­stro e ta­le da in­dur­re in er­ro­re,

chiun­que uti­liz­za per un sog­get­to giu­ri­di­co o una suc­cur­sa­le non iscrit­ti nel re­gi­stro di com­mer­cio una de­no­mi­na­zio­ne fal­la­ce,

chiun­que su­sci­ta l'im­pres­sio­ne che un sog­get­to giu­ri­di­co stra­nie­ro non iscrit­to nel re­gi­stro di com­mer­cio ab­bia la se­de o una suc­cur­sa­le in Sviz­ze­ra,

è pu­ni­to con la mul­ta2.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 17 giu. 1994 (RU 1994 2290; FF 1991 II 797). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 5 dell'all. al LF del 16 dic. 2006 (Di­rit­to del­la so­cie­tà a ga­ran­zia li­mi­ta­ta; ade­gua­men­to del di­rit­to del­la so­cie­tà ano­ni­ma, del­la so­cie­tà coo­pe­ra­ti­va, del re­gi­stro di com­mer­cio e del­le dit­te com­mer­cia­li), in vi­go­re dal 1° gen. 2008 (RU 2007 4791; FF 2002 2841, 2004 3545).
2 Ret­ti­fi­ca­to dal­la Com­mis­sio­ne di re­da­zio­ne dell'AF (art. 58 cpv. 2 LParl; RS 171.10).

Art. 326quater

Fal­se in­for­ma­zio­ni da par­te di isti­tu­zio­ni di pre­vi­den­za a fa­vo­re del per­so­na­le

 

Chiun­que, te­nu­to le­gal­men­te nel­la sua qua­li­tà di or­ga­no di un isti­tu­to di pre­vi­den­za in fa­vo­re del per­so­na­le a in­for­ma­re i be­ne­fi­cia­ri e le au­to­ri­tà di sor­ve­glian­za, vio­la que­st'ob­bli­go o for­ni­sce in­for­ma­zio­ni in­ve­ri­tie­re, è pu­ni­to con la mul­ta.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 17 giu. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1995 (RU 1994 2290; FF 1991 II 797).

Art. 327


1 Abro­ga­to dal n. 3 dell'ap­pen­di­ce del­la LF del 22 dic. 1999 sull'uni­tà mo­ne­ta­ria e i mez­zi di pa­ga­men­to, con ef­fet­to dal 1° mag. 2000 (RU 2000 1144; FF 1999 6201).

 

Art. 328

Con­traf­fa­zio­ne di se­gni di va­lo­re po­sta­li sen­za fi­ne di fal­si­fi­ca­zio­ne

 

1. Chiun­que con­traf­fà se­gni di va­lo­re po­sta­li sviz­ze­ri od este­ri per met­ter­li in cir­co­la­zio­ne co­me imi­ta­zio­ni, sen­za ap­por­re a cia­scu­no di es­si un con­tras­se­gno che in­di­chi la con­traf­fa­zio­ne,

chiun­que im­por­ta, met­te in ven­di­ta od in cir­co­la­zio­ne ta­li con­traf­fa­zio­ni,

è pu­ni­to con la mul­ta.

2. Le con­traf­fa­zio­ni so­no con­fi­sca­te.1


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951(RU 1951 1; FF 1949 613).

Art. 329

Vio­la­zio­ne di se­gre­ti mi­li­ta­ri

 

1. Chiun­que in­de­bi­ta­men­te

pe­ne­tra in uno sta­bi­li­men­to od in al­tro luo­go, il cui ac­ces­so è proi­bi­to dall'au­to­ri­tà mi­li­ta­re,

pren­de di­se­gni di sta­bi­li­men­ti o di og­get­ti che in­te­res­sa­no la di­fe­sa na­zio­na­le op­pu­re ri­pro­du­ce o pub­bli­ca ta­li di­se­gni,

è pu­ni­to con la mul­ta.

2. Il ten­ta­ti­vo e la com­pli­ci­tà so­no pu­ni­bi­li.

Art. 330

Com­mer­cio di ma­te­ria­li se­que­stra­ti o re­qui­si­ti dall'eser­ci­to

 

Chiun­que in­de­bi­ta­men­te ven­de od ac­qui­sta, dà o ri­ce­ve in pe­gno, con­su­ma, fa scom­pa­ri­re, di­strug­ge o ren­de in­ser­vi­bi­li og­get­ti, che fu­ro­no se­que­stra­ti o re­qui­si­ti dall'Am­mi­ni­stra­zio­ne dell'eser­ci­to a sco­po di di­fe­sa na­zio­na­le, è pu­ni­to con la mul­ta.1


1 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 331

Uso in­de­bi­to del­la uni­for­me mi­li­ta­re

 

Chiun­que in­de­bi­ta­men­te por­ta l'uni­for­me dell'eser­ci­to sviz­ze­ro, è pu­ni­to con la mul­ta.1


1 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 332

Omes­sa no­ti­fi­ca­zio­ne del rin­ve­ni­men­to di co­se smar­ri­te

 

Chiun­que non dà l'av­vi­so pre­scrit­to dall'ar­ti­co­lo 720 ca­po­ver­so 2, 720a e 725 ca­po­ver­so 1 del Co­di­ce ci­vi­le2 per una co­sa che ha tro­va­ta o che è ve­nu­ta in suo po­te­re, è pu­ni­to con la mul­ta.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. III del­la LF del 4 ott. 2002 (Ar­ti­co­lo di prin­ci­pio su­gli ani­ma­li), in vi­go­re dal 1° apr. 2003 (RU 2003 463; FF 2002 3734 5207).
2 RS 210

Libro terzo: Dell'attuazione e dell'applicazione del Codice penale

Titolo primo: Della relazione del presente Codice con altre leggi della Confederazione e con le leggi dei Cantoni

Art. 333

Ap­pli­ca­zio­ne del­la par­te ge­ne­ra­le ad al­tre leg­gi fe­de­ra­li

 

1Le di­spo­si­zio­ni ge­ne­ra­li del pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca­no ai rea­ti pre­vi­sti da al­tre leg­gi fe­de­ra­li, in quan­to que­ste non con­ten­ga­no di­spo­si­zio­ni sul­la ma­te­ria.

2Nel­le al­tre leg­gi fe­de­ra­li le se­guen­ti pe­ne so­no so­sti­tui­te co­me se­gue:

a.
la re­clu­sio­ne, con una pe­na de­ten­ti­va su­pe­rio­re a un an­no;
b.
la de­ten­zio­ne, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria;
c.
la de­ten­zio­ne in­fe­rio­re a sei me­si, con una pe­na pe­cu­nia­ria d'im­por­to pa­ri a tren­ta ali­quo­te gior­na­lie­re di 3000 fran­chi al mas­si­mo per un me­se di pe­na de­ten­ti­va.

3Se la pe­na mas­si­ma com­mi­na­ta è l'ar­re­sto o la mul­ta o la so­la mul­ta, il rea­to si con­fi­gu­ra co­me con­trav­ven­zio­ne. So­no ap­pli­ca­bi­li gli ar­ti­co­li 106 e 107. È fat­to sal­vo l'ar­ti­co­lo 8 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 22 mar­zo 19741 sul di­rit­to pe­na­le am­mi­ni­stra­ti­vo. È con­trav­ven­zio­ne an­che il rea­to per cui un'al­tra leg­ge fe­de­ra­le en­tra­ta in vi­go­re pri­ma del 1942 com­mi­na la de­ten­zio­ne non su­pe­rio­re a tre me­si.

4Ri­man­go­no sal­vi i li­mi­ti di pe­na mi­ni­mi e mas­si­mi de­ro­gan­ti al ca­po­ver­so 2, non­ché l'ar­ti­co­lo 41 e gli im­por­ti del­la mul­ta de­ro­gan­ti all'ar­ti­co­lo 106.

5Se un'al­tra leg­ge fe­de­ra­le com­mi­na la mul­ta per un cri­mi­ne o un de­lit­to, è ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 34. Le nor­me di com­mi­su­ra­zio­ne de­ro­gan­ti all'ar­ti­co­lo 34 non so­no ap­pli­ca­bi­li. È fat­to sal­vo l'ar­ti­co­lo 8 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 22 mar­zo 1974 sul di­rit­to pe­na­le am­mi­ni­stra­ti­vo. Se è in­fe­rio­re a 1 080 000 fran­chi, l'im­por­to mas­si­mo del­la mul­ta com­mi­na­ta de­ca­de. Se è com­mi­na­ta una mul­ta di al­me­no 1 080 000 fran­chi, ta­le im­por­to mi­ni­mo è man­te­nu­to. In que­sto ca­so, il nu­me­ro mas­si­mo del­le ali­quo­te gior­na­lie­re ri­sul­ta dall'im­por­to mas­si­mo del­la mul­ta di­vi­so per 3000.

6Nel­le al­tre leg­gi fe­de­ra­li, fin­tan­to che non sia­no for­mal­men­te ade­gua­te al nuo­vo di­rit­to, va­le quan­to se­gue:

a.
i ter­mi­ni di pre­scri­zio­ne dell'azio­ne pe­na­le per i cri­mi­ni e i de­lit­ti so­no au­men­ta­ti del­la me­tà e quel­li per le con­trav­ven­zio­ni au­men­ta­ti del dop­pio;
b.
i ter­mi­ni di pre­scri­zio­ne dell'azio­ne pe­na­le per le con­trav­ven­zio­ni, se su­pe­rio­ri a un an­no, so­no rad­dop­pia­ti;
c.
le nor­me sull'in­ter­ru­zio­ne e la so­spen­sio­ne del­la pre­scri­zio­ne dell'azio­ne pe­na­le so­no abro­ga­te. È fat­to sal­vo l'ar­ti­co­lo 11 ca­po­ver­so 3 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 22 mar­zo 1974 sul di­rit­to pe­na­le am­mi­ni­stra­ti­vo;
d.
l'azio­ne pe­na­le non si pre­scri­ve più se pri­ma del­la sca­den­za del ter­mi­ne di pre­scri­zio­ne è pro­nun­cia­ta una sen­ten­za in pri­ma istan­za;
e.
i ter­mi­ni di pre­scri­zio­ne del­la pe­na per i cri­mi­ni e i de­lit­ti so­no man­te­nu­ti men­tre quel­li per le con­trav­ven­zio­ni so­no au­men­ta­ti del­la me­tà;
f.
le nor­me sul­la so­spen­sio­ne del­la pre­scri­zio­ne del­la pe­na so­no man­te­nu­te men­tre quel­le sull'in­ter­ru­zio­ne del­la me­de­si­ma so­no abro­ga­te.

7Le con­trav­ven­zio­ni pre­vi­ste da al­tre leg­gi fe­de­ra­li so­no pu­ni­bi­li an­che quan­do so­no do­vu­te a ne­gli­gen­za, pur­ché non ri­sul­ti dal­la di­spo­si­zio­ne ap­pli­ca­bi­le che la con­trav­ven­zio­ne è pu­ni­ta so­lo se è com­mes­sa in­ten­zio­nal­men­te.


1 RS 313.0

Art. 334

Ri­fe­ri­men­to a di­spo­si­zio­ni abro­ga­te

 

Se in una di­spo­si­zio­ne di di­rit­to pe­na­le è fat­to ri­fe­ri­men­to a nor­me mo­di­fi­ca­te o abro­ga­te dal pre­sen­te Co­di­ce, il ri­fe­ri­men­to si ap­pli­ca al­le cor­ri­spon­den­ti di­spo­si­zio­ni del Co­di­ce stes­so.

Art. 335

Leg­gi can­to­na­li

 

1Ai Can­to­ni ri­ma­ne ri­ser­va­ta la le­gi­sla­zio­ne sul­le con­trav­ven­zio­ni di po­li­zia, che non so­no re­go­la­te dal­la le­gi­sla­zio­ne fe­de­ra­le.

2Es­si pos­so­no com­mi­na­re san­zio­ni per le vio­la­zio­ni del­le di­spo­si­zio­ni can­to­na­li in ma­te­ria di am­mi­ni­stra­zio­ne e di pro­ce­du­ra.

Titolo secondo: …

Art. 336 a 338


1 Abro­ga­ti dal n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

 

Titolo terzo: …

Art. 339 a 348


1 Abro­ga­ti dal n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

 

Titolo quarto: Dell'assistenza in materia di polizia

Art. 349


1 Abro­ga­to dal n. 5 dell'all. 1 al­la LF del 13 giu. 2008 sui si­ste­mi d'in­for­ma­zio­ne di po­li­zia del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, con ef­fet­to dal 5 dic. 2008 (RU 2008 4989; FF 2006 4631).

 

Art. 349a

1. Pro­te­zio­ne dei da­ti per­so­na­li

a. Ba­si le­ga­li

 

Le au­to­ri­tà fe­de­ra­li com­pe­ten­ti han­no il di­rit­to di co­mu­ni­ca­re da­ti per­so­na­li sol­tan­to se esi­ste una ba­se le­ga­le ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 7 del­la leg­ge del 28 set­tem­bre 20182 sul­la pro­te­zio­ne dei da­ti in am­bi­to Schen­gen (LPDS) op­pu­re se:

a.
la co­mu­ni­ca­zio­ne dei da­ti per­so­na­li è ne­ces­sa­ria per pro­teg­ge­re la vi­ta o l'in­te­gri­tà fi­si­ca dell'in­te­res­sa­to o di un ter­zo;
b.
l'in­te­res­sa­to ha re­so i suoi da­ti per­so­na­li ac­ces­si­bi­li a chiun­que e non si è op­po­sto espres­sa­men­te al­la co­mu­ni­ca­zio­ne.

1 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).
2 RS 235.3

Art. 349b

b. Pa­ri­tà di trat­ta­men­to

 

1La co­mu­ni­ca­zio­ne di da­ti per­so­na­li al­le au­to­ri­tà com­pe­ten­ti di Sta­ti vin­co­la­ti da un ac­cor­do di as­so­cia­zio­ne al­la nor­ma­ti­va di Schen­gen (Sta­ti Schen­gen) non può es­se­re sog­get­ta a re­go­le di pro­te­zio­ne dei da­ti per­so­na­li più se­ve­re di quel­le ap­pli­ca­bi­li al­la co­mu­ni­ca­zio­ne al­le au­to­ri­tà pe­na­li sviz­ze­re.

2Le leg­gi spe­cia­li che pre­ve­do­no re­go­le di pro­te­zio­ne dei da­ti per­so­na­li più se­ve­re per la co­mu­ni­ca­zio­ne di da­ti per­so­na­li al­le au­to­ri­tà este­re com­pe­ten­ti non si ap­pli­ca­no al­la co­mu­ni­ca­zio­ne al­le au­to­ri­tà com­pe­ten­ti de­gli Sta­ti Schen­gen.


1 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

Art. 349c

c. Co­mu­ni­ca­zio­ne di da­ti per­so­na­li a uno Sta­to ter­zo o a un or­ga­no in­ter­na­zio­na­le

 

1Non pos­so­no es­se­re co­mu­ni­ca­ti da­ti per­so­na­li all'au­to­ri­tà com­pe­ten­te di uno Sta­to che non è vin­co­la­to da un ac­cor­do di as­so­cia­zio­ne al­la nor­ma­ti­va di Schen­gen (Sta­to ter­zo) o a un or­ga­no in­ter­na­zio­na­le qua­lo­ra la per­so­na­li­tà dell'in­te­res­sa­to pos­sa su­bir­ne gra­ve pre­giu­di­zio, do­vu­to in par­ti­co­la­re all'as­sen­za di una pro­te­zio­ne ade­gua­ta.

2Una pro­te­zio­ne ade­gua­ta è ga­ran­ti­ta:

a.
dal­la le­gi­sla­zio­ne del­lo Sta­to ter­zo nel ca­so in cui l'Unio­ne eu­ro­pea l'ab­bia con­sta­ta­to tra­mi­te de­ci­sio­ne;
b.
da un trat­ta­to in­ter­na­zio­na­le;
c.
da ga­ran­zie spe­ci­fi­che.

3Se è un'au­to­ri­tà fe­de­ra­le, l'au­to­ri­tà che co­mu­ni­ca i da­ti in­for­ma l'In­ca­ri­ca­to fe­de­ra­le del­la pro­te­zio­ne dei da­ti e del­la tra­spa­ren­za (In­ca­ri­ca­to) sul­le ca­te­go­rie del­le co­mu­ni­ca­zio­ni di da­ti per­so­na­li ef­fet­tua­te sul­la ba­se di ga­ran­zie spe­ci­fi­che se­con­do il ca­po­ver­so 2 let­te­ra c. Ogni co­mu­ni­ca­zio­ne è do­cu­men­ta­ta.

4In de­ro­ga al ca­po­ver­so 1, pos­so­no es­se­re co­mu­ni­ca­ti da­ti per­so­na­li all'au­to­ri­tà com­pe­ten­te di uno Sta­to ter­zo o a un or­ga­no in­ter­na­zio­na­le se ciò è ne­ces­sa­rio nel ca­so spe­ci­fi­co per:

a.
pro­teg­ge­re la vi­ta o l'in­te­gri­tà fi­si­ca dell'in­te­res­sa­to o di un ter­zo;
b.
pre­ve­ni­re una mi­nac­cia im­mi­nen­te e gra­ve per la si­cu­rez­za pub­bli­ca di uno Sta­to Schen­gen o di uno Sta­to ter­zo;
c.
pre­ve­ni­re, ac­cer­ta­re o per­se­gui­re un rea­to, a con­di­zio­ne che nes­sun in­te­res­se de­gno di pro­te­zio­ne e pre­pon­de­ran­te dell'in­te­res­sa­to si op­pon­ga al­la co­mu­ni­ca­zio­ne;
d.
eser­ci­ta­re o far va­le­re un di­rit­to da­van­ti a un'au­to­ri­tà com­pe­ten­te per pre­ve­ni­re, ac­cer­ta­re o per­se­gui­re un rea­to, a con­di­zio­ne che nes­sun in­te­res­se de­gno di pro­te­zio­ne e pre­pon­de­ran­te dell'in­te­res­sa­to si op­pon­ga al­la co­mu­ni­ca­zio­ne.

5Se è un'au­to­ri­tà fe­de­ra­le, l'au­to­ri­tà che co­mu­ni­ca i da­ti in­for­ma l'In­ca­ri­ca­to sul­la co­mu­ni­ca­zio­ne di da­ti per­so­na­li ef­fet­tua­ta in vir­tù del ca­po­ver­so 4.


1 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

Art. 349d

d. Co­mu­ni­ca­zio­ne a uno Sta­to ter­zo o a un or­ga­no in­ter­na­zio­na­le di da­ti per­so­na­li pro­ve­nien­ti da uno Sta­to Schen­gen

 

1I da­ti per­so­na­li tra­smes­si o mes­si a di­spo­si­zio­ne da uno Sta­to Schen­gen pos­so­no es­se­re co­mu­ni­ca­ti all'au­to­ri­tà com­pe­ten­te di uno Sta­to ter­zo o a un or­ga­no in­ter­na­zio­na­le sol­tan­to se:

a.
la co­mu­ni­ca­zio­ne è ne­ces­sa­ria per pre­ve­ni­re, ac­cer­ta­re o per­se­gui­re un rea­to;
b.
lo Sta­to Schen­gen che ha tra­smes­so o mes­so a di­spo­si­zio­ne i da­ti per­so­na­li ha for­ni­to il suo con­sen­so pre­li­mi­na­re; e
c.
le con­di­zio­ni di cui all'ar­ti­co­lo 349c so­no adem­piu­te.

2In de­ro­ga al ca­po­ver­so 1 let­te­ra b, i da­ti per­so­na­li pos­so­no es­se­re co­mu­ni­ca­ti se nel ca­so spe­ci­fi­co:

a.
il con­sen­so pre­li­mi­na­re del­lo Sta­to Schen­gen non può es­se­re ot­te­nu­to in tem­po uti­le; e
b.
la co­mu­ni­ca­zio­ne è in­di­spen­sa­bi­le per pre­ve­ni­re una mi­nac­cia im­mi­nen­te e gra­ve al­la si­cu­rez­za pub­bli­ca di uno Sta­to Schen­gen o di uno Sta­to ter­zo o per sal­va­guar­da­re gli in­te­res­si es­sen­zia­li di uno Sta­to Schen­gen.

3Lo Sta­to Schen­gen è in­for­ma­to sen­za in­du­gio del­le co­mu­ni­ca­zio­ni ef­fet­tua­te in vir­tù del ca­po­ver­so 2.


1 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

Art. 349e

e. Co­mu­ni­ca­zio­ne di da­ti per­so­na­li a un de­sti­na­ta­rio do­mi­ci­lia­to in uno Sta­to ter­zo

 

1Se i da­ti per­so­na­li non pos­so­no es­se­re co­mu­ni­ca­ti all'au­to­ri­tà com­pe­ten­te di uno Sta­to ter­zo tra­mi­te i ca­na­li con­sue­ti del­la coo­pe­ra­zio­ne di po­li­zia, se­gna­ta­men­te in una si­tua­zio­ne d'ur­gen­za, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te può ec­ce­zio­nal­men­te co­mu­ni­car­li a un de­sti­na­ta­rio do­mi­ci­lia­to in que­sto Sta­to se:

a.
la co­mu­ni­ca­zio­ne è in­di­spen­sa­bi­le per l'adem­pi­men­to di un com­pi­to le­ga­le dell'au­to­ri­tà che co­mu­ni­ca i da­ti; e
b.
nes­sun in­te­res­se de­gno di pro­te­zio­ne e pre­pon­de­ran­te dell'in­te­res­sa­to vi si op­po­ne.

2Al mo­men­to del­la co­mu­ni­ca­zio­ne dei da­ti, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te co­mu­ni­ca al de­sti­na­ta­rio che può uti­liz­zar­li uni­ca­men­te per gli sco­pi da es­sa fis­sa­ti.

3L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te in­for­ma sen­za in­du­gio l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te del­lo Sta­to ter­zo in me­ri­to a qual­sia­si co­mu­ni­ca­zio­ne di da­ti per­so­na­li, sem­pre che lo con­si­de­ri ap­pro­pria­to.

4Se è un'au­to­ri­tà fe­de­ra­le, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te in­for­ma l'In­ca­ri­ca­to sen­za in­du­gio sul­le co­mu­ni­ca­zio­ni di da­ti per­so­na­li ef­fet­tua­te in vir­tù del ca­po­ver­so 1.

5L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te do­cu­men­ta le co­mu­ni­ca­zio­ni di da­ti per­so­na­li. Il Con­si­glio fe­de­ra­le di­sci­pli­na le mo­da­li­tà.


1 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

Art. 349f

f. Esat­tez­za dei da­ti per­so­na­li

 

1L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te ret­ti­fi­ca sen­za in­du­gio i da­ti per­so­na­li ine­sat­ti.

2In­for­ma sen­za in­du­gio dell'av­ve­nu­ta ret­ti­fi­ca l'au­to­ri­tà che le ha tra­smes­so o mes­so a di­spo­si­zio­ne ta­li da­ti o al­la qua­le li ha co­mu­ni­ca­ti.

3In­di­ca al de­sti­na­ta­rio l'at­tua­li­tà e l'af­fi­da­bi­li­tà dei da­ti per­so­na­li che co­mu­ni­ca.

4Co­mu­ni­ca inol­tre al de­sti­na­ta­rio qual­sia­si in­for­ma­zio­ne che per­met­te di di­stin­gue­re nel­la mi­su­ra del pos­si­bi­le:

a.
le di­ver­se ca­te­go­rie di in­te­res­sa­ti;
b.
i da­ti per­so­na­li fon­da­ti su fat­ti da quel­li fon­da­ti su va­lu­ta­zio­ni per­so­na­li.

5L'ob­bli­go di in­for­ma­re il de­sti­na­ta­rio non sus­si­ste qua­lo­ra le in­for­ma­zio­ni pre­vi­ste ai ca­po­ver­si 3 o 4 ri­sul­ti­no dai da­ti per­so­na­li stes­si o dal­le cir­co­stan­ze.


1 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

Art. 349g

g. Ve­ri­fi­ca del­la li­cei­tà del trat­ta­men­to

 

1L'in­te­res­sa­to può chie­de­re all'In­ca­ri­ca­to di ve­ri­fi­ca­re se gli even­tua­li da­ti che lo con­cer­no­no so­no trat­ta­ti in mo­do le­ci­to qua­lo­ra:

a.
il suo di­rit­to di es­se­re in­for­ma­to su uno scam­bio di da­ti che lo con­cer­no­no sia li­mi­ta­to o dif­fe­ri­to (art. 18a e 18b del­la leg­ge fe­de­ra­le del 19 giu­gno 19922 sul­la pro­te­zio­ne dei da­ti);
b.
il suo di­rit­to d'ac­ces­so sia ne­ga­to, li­mi­ta­to o dif­fe­ri­to (art. 17 e 18 LPDS3); o
c.
il suo di­rit­to di esi­ge­re la ret­ti­fi­ca, la di­stru­zio­ne o la can­cel­la­zio­ne dei da­ti che lo con­cer­no­no sia par­zial­men­te o to­tal­men­te ne­ga­to (art. 19 cpv. 2 lett. a LPDS).

2Una ve­ri­fi­ca può es­se­re ef­fet­tua­ta uni­ca­men­te nei con­fron­ti di un'au­to­ri­tà fe­de­ra­le sog­get­ta al­la sor­ve­glian­za dell'In­ca­ri­ca­to.

3L'In­ca­ri­ca­to ef­fet­tua la ve­ri­fi­ca; co­mu­ni­ca all'in­te­res­sa­to che nes­sun da­to che lo con­cer­ne è trat­ta­to in mo­do il­le­ci­to op­pu­re, se ha ri­scon­tra­to er­ro­ri nel trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li, che ha aper­to un'in­chie­sta con­for­me­men­te all'ar­ti­co­lo 22 LPDS.

4Se ri­scon­tra er­ro­ri nel trat­ta­men­to dei da­ti, l'In­ca­ri­ca­to or­di­na all'au­to­ri­tà fe­de­ra­le com­pe­ten­te di por­vi ri­me­dio.

5Le co­mu­ni­ca­zio­ni di cui al ca­po­ver­so 3 han­no sem­pre lo stes­so te­no­re e non ven­go­no mo­ti­va­te. Non so­no im­pu­gna­bi­li.


1 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).
2 RS 235.1
3 RS 235.3

Art. 349h

h. In­chie­sta

 

1Chi ren­de ve­ro­si­mi­le che uno scam­bio di da­ti per­so­na­li che lo con­cer­no­no po­treb­be vio­la­re le di­spo­si­zio­ni sul­la pro­te­zio­ne dei da­ti per­so­na­li può chie­de­re all'In­ca­ri­ca­to di apri­re un'in­chie­sta ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 22 LPDS2.

2Un'in­chie­sta può es­se­re aper­ta uni­ca­men­te nei con­fron­ti di un'au­to­ri­tà fe­de­ra­le sog­get­ta al­la sor­ve­glian­za dell'In­ca­ri­ca­to.

3L'in­te­res­sa­to e l'au­to­ri­tà fe­de­ra­le nei con­fron­ti del­la qua­le è sta­ta aper­ta un'in­chie­sta han­no qua­li­tà di par­te.

4Per il ri­ma­nen­te so­no ap­pli­ca­bi­li gli ar­ti­co­li 23 e 24 LPDS.


1 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).
2 RS 235.3

Art. 350

2. Col­la­bo­ra­zio­ne con IN­TER­POL

a. Com­pe­ten­za1

 

1L'Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia as­su­me i com­pi­ti di uf­fi­cio cen­tra­le na­zio­na­le ai sen­si de­gli sta­tu­ti dell'Or­ga­niz­za­zio­ne in­ter­na­zio­na­le di po­li­zia cri­mi­na­le (IN­TER­POL).

2 Es­so è com­pe­ten­te a me­dia­re scam­bi d'in­for­ma­zio­ni tra le au­to­ri­tà fe­de­ra­li e can­to­na­li pre­po­ste al per­se­gui­men­to pe­na­le, da un can­to, e gli uf­fi­ci cen­tra­li na­zio­na­li di al­tri Sta­ti e il Se­gre­ta­ria­to ge­ne­ra­le di IN­TER­POL, dall'al­tro.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

Art. 351

b. Com­pi­ti1

 

1L'Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia tra­smet­te le in­for­ma­zio­ni di po­li­zia cri­mi­na­le de­sti­na­te al per­se­gui­men­to di rea­ti e all'ese­cu­zio­ne di pe­ne e di mi­su­re.

2 Es­so può tra­smet­te­re in­for­ma­zio­ni di po­li­zia cri­mi­na­le se, sul­la ba­se di cir­co­stan­ze con­cre­te, si può pre­ve­de­re con gran­de pro­ba­bi­li­tà che sa­rà com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to.

3 Es­so può tra­smet­te­re in­for­ma­zio­ni de­sti­na­te al­la ri­cer­ca di per­so­ne scom­par­se o all'iden­ti­fi­ca­zio­ne di sco­no­sciu­ti.

4On­de pre­ve­ni­re o chia­ri­re rea­ti, l'Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia può ri­ce­ve­re in­for­ma­zio­ni da pri­va­ti o for­ni­re in­for­ma­zio­ni a pri­va­ti, se ciò è nell'in­te­res­se del­le per­so­ne coin­vol­te ed es­se han­no da­to il lo­ro con­sen­so o le cir­co­stan­ze per­met­to­no di pre­su­me­re ta­le con­sen­so.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

Art. 352

c. Pro­te­zio­ne dei da­ti1

 

1Lo scam­bio di in­for­ma­zio­ni di po­li­zia cri­mi­na­le è ret­to dai prin­ci­pi del­la leg­ge fe­de­ra­le del 20 mar­zo 19812 sull'as­si­sten­za in­ter­na­zio­na­le in ma­te­ria pe­na­le non­ché da­gli sta­tu­ti e re­go­la­men­ti d'IN­TER­POL di­chia­ra­ti ap­pli­ca­bi­li dal Con­si­glio fe­de­ra­le.

2La leg­ge fe­de­ra­le del 19 giu­gno 19923 sul­la pro­te­zio­ne dei da­ti reg­ge lo scam­bio d'in­for­ma­zio­ni de­sti­na­te al­la ri­cer­ca di per­so­ne scom­par­se e all'iden­ti­fi­ca­zio­ne di sco­no­sciu­ti e per sco­pi am­mi­ni­stra­ti­vi.

3L'Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia può tra­smet­te­re in­for­ma­zio­ni di­ret­ta­men­te agli uf­fi­ci cen­tra­li na­zio­na­li di al­tri Sta­ti, se lo Sta­to de­sti­na­ta­rio sog­gia­ce al­le pre­scri­zio­ni d'IN­TER­POL in ma­te­ria di pro­te­zio­ne dei da­ti.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).
2 RS 351.1
3 RS 235.1

Art. 353

d. Aiu­ti fi­nan­zia­ri e in­den­ni­tà1

 

La Con­fe­de­ra­zio­ne può ac­cor­da­re a IN­TER­POL aiu­ti fi­nan­zia­ri e in­den­ni­tà.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

Art. 354

3. Col­la­bo­ra­zio­ne a sco­po d'iden­ti­fi­ca­zio­ne di per­so­ne1

 

1Il Di­par­ti­men­to fe­de­ra­le com­pe­ten­te re­gi­stra e me­mo­riz­za i da­ti se­gna­le­ti­ci ri­le­va­ti e tra­smes­si­gli da au­to­ri­tà can­to­na­li, fe­de­ra­li o este­re nell'am­bi­to di per­se­gui­men­ti pe­na­li o nel­lo svol­gi­men­to di al­tri com­pi­ti le­ga­li. Ta­li da­ti pos­so­no es­se­re con­fron­ta­ti fra lo­ro al­lo sco­po di iden­ti­fi­ca­re una per­so­na ri­cer­ca­ta o sco­no­sciu­ta.

2Pos­so­no con­fron­ta­re e trat­ta­re i da­ti di cui al ca­po­ver­so 1:

a.
il cen­tro di cal­co­lo del Di­par­ti­men­to fe­de­ra­le di giu­sti­zia e po­li­zia;
b.
l'Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia;
c.
i po­sti di con­fi­ne;
d.
le au­to­ri­tà can­to­na­li di po­li­zia.

3I da­ti per­so­na­li ine­ren­ti ai da­ti se­gna­le­ti­ci se­con­do il ca­po­ver­so 1 so­no trat­ta­ti in si­ste­mi d'in­for­ma­zio­ne se­pa­ra­ti, di­sci­pli­na­ti dal­la leg­ge fe­de­ra­le del 13 giu­gno 20082 sui si­ste­mi d'in­for­ma­zio­ne di po­li­zia del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, dal­la leg­ge fe­de­ra­le del 26 giu­gno 19983 sull'asi­lo e dal­la leg­ge fe­de­ra­le del 16 di­cem­bre 20054 su­gli stra­nie­ri. Il si­ste­ma d'in­for­ma­zio­ne ba­sa­to sui pro­fi­li del DNA è di­sci­pli­na­to dal­la leg­ge del 20 giu­gno 20035 sui pro­fi­li del DNA.6

4Il Con­si­glio fe­de­ra­le:

a.
di­sci­pli­na le mo­da­li­tà, se­gna­ta­men­te la re­spon­sa­bi­li­tà del trat­ta­men­to dei da­ti, le ca­te­go­rie dei da­ti da ri­le­va­re, la du­ra­ta di con­ser­va­zio­ne dei da­ti e la col­la­bo­ra­zio­ne con i Can­to­ni;
b.
de­si­gna le au­to­ri­tà che me­dian­te pro­ce­du­ra di ri­chia­mo pos­so­no im­met­te­re di­ret­ta­men­te da­ti per­so­na­li nel si­ste­ma, quel­le che pos­so­no con­sul­tar­li di­ret­ta­men­te e quel­le cui i da­ti per­so­na­li pos­so­no es­se­re co­mu­ni­ca­ti nel sin­go­lo ca­so;
c.
di­sci­pli­na i di­rit­ti pro­ce­du­ra­li del­le per­so­ne in­te­res­sa­te, se­gna­ta­men­te la con­sul­ta­zio­ne, la ret­ti­fi­ca, l'ar­chi­via­zio­ne e la di­stru­zio­ne dei da­ti che le con­cer­no­no.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).
2 RS 361
3 RS 142.31
4 RS 142.20
5 RS 363
6 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 5 dell'all. 1 al­la LF del 13 giu. 2008 sui si­ste­mi d'in­for­ma­zio­ne di po­li­zia del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, in vi­go­re dal 5 dic. 2008 (RU 2008 4989; FF 2006 4631).

Art. 355

4. …

 

1 Abro­ga­to dal n. 5 dell'all. 1 al­la LF del 13 giu. 2008 sui si­ste­mi d'in­for­ma­zio­ne di po­li­zia del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, con ef­fet­to dal 5 dic. 2008 (RU 2008 4989; FF 2006 4631).

Art. 355a

5. Coo­pe­ra­zio­ne con Eu­ro­pol

a. Scam­bio di da­ti2

 

1 L'Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia (fed­pol) e il Ser­vi­zio del­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve del­la Con­fe­de­ra­zio­ne (SIC) pos­so­no tra­smet­te­re all'Uf­fi­cio eu­ro­peo di po­li­zia (Eu­ro­pol) da­ti per­so­na­li, in­clu­si quel­li de­gni di par­ti­co­la­re pro­te­zio­ne e pro­fi­li del­la per­so­na­li­tà.3

2La tra­smis­sio­ne di que­sti da­ti sot­to­stà se­gna­ta­men­te al­le con­di­zio­ni in­di­ca­te ne­gli ar­ti­co­li 3 e 10-13 dell'Ac­cor­do del 24 set­tem­bre 20044 tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra e l'Uf­fi­cio eu­ro­peo di po­li­zia.

3Con­tem­po­ra­nea­men­te al­la tra­smis­sio­ne dei da­ti, l'Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia in­for­ma Eu­ro­pol sul­lo sco­po a cui i da­ti so­no de­sti­na­ti, co­me pu­re su tut­te le al­tre re­stri­zio­ni con­cer­nen­ti il lo­ro trat­ta­men­to cui es­so stes­so sot­to­stà in con­for­mi­tà del­la le­gi­sla­zio­ne fe­de­ra­le o can­to­na­le.

4Gli scam­bi di da­ti per­so­na­li con Eu­ro­pol so­no equi­pa­ra­ti a uno scam­bio con un'au­to­ri­tà com­pe­ten­te di uno Sta­to Schen­gen (art. 349b).5


1 In­tro­dot­to dall'art. 2 del DF del 7 ott. 2005 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro l'Acc. tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra e l'Uf­fi­cio eu­ro­peo di po­li­zia, in vi­go­re dal 1° apr. 2006 (RU 2006 1017; FF 2005 859).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 3 dell'O del 4 dic. 2009 sull'ade­gua­men­to di di­spo­si­zio­ni le­ga­li in se­gui­to all'isti­tu­zio­ne del Ser­vi­zio del­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, in vi­go­re dal 1° gen. 2010 (RU 2009 6921).
4 RS 0.362.2
5 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

Art. 355b

b. Esten­sio­ne del man­da­to2

 

Il Con­si­glio fe­de­ra­le è au­to­riz­za­to a con­ve­ni­re con Eu­ro­pol mo­di­fi­che del cam­po d'ap­pli­ca­zio­ne del man­da­to nell'am­bi­to dell'ar­ti­co­lo 3 pa­ra­gra­fo 3 dell'Ac­cor­do del 24 set­tem­bre 20043 tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra e l'Uf­fi­cio eu­ro­peo di po­li­zia.


1 In­tro­dot­to dall'art. 2 del DF del 7 ott. 2005 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro l'Acc. tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra e l'Uf­fi­cio eu­ro­peo di po­li­zia, in vi­go­re dal 1° apr. 2006 (RU 2006 1017; FF 2005 859).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).
3 RS 0.362.2

Art. 355c

5bis. Coo­pe­ra­zio­ne nell'am­bi­to de­gli ac­cor­di di as­so­cia­zio­ne al­la nor­ma­ti­va di Schen­gen.

Com­pe­ten­za

 

Gli or­ga­ni di po­li­zia fe­de­ra­li e can­to­na­li ese­guo­no le di­spo­si­zio­ni con­te­nu­te ne­gli ac­cor­di di as­so­cia­zio­ne al­la nor­ma­ti­va di Schen­gen2 at­te­nen­do­si al­la le­gi­sla­zio­ne na­zio­na­le.


1 In­tro­dot­to dall'art. 3 n. 4 del DF del 17 dic. 2004 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro gli ac­cor­di bi­la­te­ra­li con l'UE per l'as­so­cia­zio­ne del­la Sviz­ze­ra al­la nor­ma­ti­va di Schen­gen e Du­bli­no, in vi­go­re dal 1° giu. 2008 (RU 2008 447 2179 2227; FF 2004 5273).
2 Acc. del 26 ott. 2004 tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra, l'Unio­ne eu­ro­pea e la Co­mu­ni­tà eu­ro­pea ri­guar­dan­te l'as­so­cia­zio­ne del­la Sviz­ze­ra all'at­tua­zio­ne, all'ap­pli­ca­zio­ne e al­lo svi­lup­po dell'ac­quis di Schen­gen (RS 0.362.31); Acc. del 20 apr. 2005 tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra e il Re­gno di Da­ni­mar­ca ri­guar­dan­te la co­sti­tu­zio­ne di di­rit­ti e di do­ve­ri tra i due Sta­ti in vi­sta del­la coo­pe­ra­zio­ne Schen­gen (RS 0.362.33); Acc. del 17 dic. 2004 tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra, la Re­pub­bli­ca d'Islan­da e il Re­gno di Nor­ve­gia sull'at­tua­zio­ne, l'ap­pli­ca­zio­ne e lo svi­lup­po dell'ac­quis di Schen­gen non­ché sui cri­te­ri e i mec­ca­ni­smi per de­ter­mi­na­re lo Sta­to com­pe­ten­te per l'esa­me di una do­man­da di asi­lo pre­sen­ta­ta in Sviz­ze­ra, in Islan­da o in Nor­ve­gia (RS 0.362.32); Prot. del 28 feb. 2008 tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra, l'Unio­ne eu­ro­pea, la Co­mu­ni­tà eu­ro­pea e il Prin­ci­pa­to del Lie­ch­ten­stein sull'ade­sio­ne del Prin­ci­pa­to del Lie­ch­ten­stein all'ac­cor­do tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra, l'Unio­ne eu­ro­pea e la Co­mu­ni­tà eu­ro­pea, ri­guar­dan­te l'as­so­cia­zio­ne del­la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra all'at­tua­zio­ne, all'ap­pli­ca­zio­ne e al­lo svi­lup­po dell'ac­quis di Schen­gen (RS 0.362.311).

Art. 355d

5ter. …

 

1 In­tro­dot­to dall'art. 3 n. 4 del DF del 17 dic. 2004 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro gli ac­cor­di bi­la­te­ra­li con l'UE per l'as­so­cia­zio­ne del­la Sviz­ze­ra al­la nor­ma­ti­va di Schen­gen e Du­bli­no (RU 2008 447 2179 2227; FF 2004 5273). Abro­ga­to dal n. II dell'all. 2 al­la LF del 13 giu. 2008 sui si­ste­mi d'in­for­ma­zio­ne di po­li­zia del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, con ef­fet­to dal 5 dic. 2008 (RU 2008 4989; FF 2006 4631).

Art. 355e

5qua­ter. Uf­fi­cio SI­RE­NE

 

1Pres­so l'Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia è isti­tui­to un ser­vi­zio cen­tra­le (uf­fi­cio SI­RE­NE2) re­spon­sa­bi­le del N-SIS.

2L'uf­fi­cio SI­RE­NE è il cen­tro di con­tat­to, di coor­di­na­men­to e di con­sul­ta­zio­ne per lo scam­bio di in­for­ma­zio­ni re­la­ti­ve al­le se­gna­la­zio­ni in­se­ri­te nel SIS. L'uf­fi­cio esa­mi­na l'am­mis­si­bi­li­tà for­ma­le del­le se­gna­la­zio­ni na­zio­na­li e este­re pre­sen­ti nel SIS.


1 In­tro­dot­to dall'art. 3 n. 4 del DF del 17 dic. 2004 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro gli ac­cor­di bi­la­te­ra­li con l'UE per l'as­so­cia­zio­ne del­la Sviz­ze­ra al­la nor­ma­ti­va di Schen­gen e Du­bli­no, in vi­go­re dal 1° giu. 2008 (RU 2008 447 2179 2227; FF 2004 5273).
2 Sup­ple­men­ta­ry in­for­ma­tion re­que­st at the na­tio­nal en­try (ri­chie­ste di in­for­ma­zio­ni sup­ple­men­ta­ri pres­so il ser­vi­zio na­zio­na­le).

Art. 355f e 355g


1 In­tro­dot­ti dal n. 4 del­la LF del 19 mar. 2010 che tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la de­ci­sio­ne qua­dro 2008/977/GAI sul­la pro­te­zio­ne dei da­ti per­so­na­li trat­ta­ti nell'am­bi­to del­la coo­pe­ra­zio­ne giu­di­zia­ria e di po­li­zia in ma­te­ria pe­na­le (RU 2010 3387 3417; FF 2009 5873). Abro­ga­ti dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, con ef­fet­to dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

 

Art. 356 a 361


1 Abro­ga­ti dal n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

 

Art. 362

6. Av­vi­so in ca­so di por­no­gra­fia

 

L'au­to­ri­tà istrut­to­ria, se ac­cer­ta che og­get­ti por­no­gra­fi­ci (art. 197 cpv. 4) so­no sta­ti fab­bri­ca­ti all'este­ro o im­por­ta­ti, ne in­for­ma im­me­dia­ta­men­te l'uf­fi­cio cen­tra­le fe­de­ra­le isti­tui­to per la re­pres­sio­ne del­la por­no­gra­fia.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 1 dell'all. del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).

Titolo quinto: …

Art. 363


1 Abro­ga­to dal n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989). Ret­ti­fi­ca­to dal­la Com­mis­sio­ne di re­da­zio­ne dell'AF il 20 feb. 2013 (RU 2013 845).

 

Art. 364


1 Abro­ga­to dal n. 1 dall'all. al­la LF del 15 dic. 2017 (Pro­te­zio­ne dei mi­no­ren­ni), con ef­fet­to dal 1° gen. 2019 (RU 2018 2947; FF 2015 2751).

 

Titolo sesto: Del casellario giudiziale

Art. 365

Sco­po

 

1L'Uf­fi­cio fe­de­ra­le di giu­sti­zia ge­sti­sce, in­sie­me ad al­tre au­to­ri­tà fe­de­ra­li e ai Can­to­ni (art. 367 cpv. 1), un ca­sel­la­rio giu­di­zia­le in­for­ma­tiz­za­to nel qua­le so­no iscrit­te le con­dan­ne e le ri­chie­ste di estrat­ti del ca­sel­la­rio giu­di­zia­le in re­la­zio­ne con pro­ce­di­men­ti pe­na­li pen­den­ti, con­te­nen­te da­ti per­so­na­li e pro­fi­li del­la per­so­na­li­tà de­gni di par­ti­co­la­re pro­te­zio­ne. Nel ca­sel­la­rio giu­di­zia­le in­for­ma­tiz­za­to, i da­ti re­la­ti­vi al­le con­dan­ne e quel­li re­la­ti­vi al­le ri­chie­ste di estrat­ti del ca­sel­la­rio giu­di­zia­le in re­la­zio­ne con pro­ce­di­men­ti pe­na­li pen­den­ti so­no trat­ta­ti se­pa­ra­ta­men­te.

2Il ca­sel­la­rio ha lo sco­po di as­si­ste­re le au­to­ri­tà fe­de­ra­li e can­to­na­li nell'adem­pi­men­to dei com­pi­ti se­guen­ti:

a.
at­tua­zio­ne di pro­ce­di­men­ti pe­na­li;
b.
pro­ce­du­re in­ter­na­zio­na­li in ma­te­ria d'as­si­sten­za giu­di­zia­ria e d'estra­di­zio­ne;
c.
ese­cu­zio­ne del­le pe­ne e del­le mi­su­re;
d.
con­trol­li di si­cu­rez­za ci­vi­li e mi­li­ta­ri;
e.
pro­nun­cia e re­vo­ca del­le mi­su­re d'al­lon­ta­na­men­to nei con­fron­ti di stra­nie­ri ai sen­si del­la leg­ge fe­de­ra­le del 26 mar­zo 19311 con­cer­nen­te la di­mo­ra e il do­mi­ci­lio de­gli stra­nie­ri non­ché del­le al­tre mi­su­re d'espul­sio­ne e d'al­lon­ta­na­men­to dal ter­ri­to­rio sviz­ze­ro;
f.
esa­me del­la di­gni­tà ad ot­te­ne­re asi­lo ai sen­si del­la leg­ge del 26 giu­gno 19982 sull'asi­lo;
g.
pro­ce­du­ra di na­tu­ra­liz­za­zio­ne;
h.
ri­la­scio e re­vo­ca di li­cen­ze di con­dur­re o per al­lie­vo con­du­cen­te ai sen­si del­la leg­ge fe­de­ra­le del 19 di­cem­bre 19583 sul­la cir­co­la­zio­ne stra­da­le;
i.
ese­cu­zio­ne del­la pro­te­zio­ne con­so­la­re;
j.
trat­ta­men­to di da­ti sta­ti­sti­ci ai sen­si del­la leg­ge del 9 ot­to­bre 19924 sul­la sta­ti­sti­ca fe­de­ra­le;
k.5
pro­nun­cia o re­vo­ca di mi­su­re di pro­te­zio­ne dei mi­no­ri o de­gli adul­ti;
l.6
esclu­sio­ne dal ser­vi­zio ci­vi­le o da pre­sta­zio­ni di ser­vi­zio ci­vi­le ai sen­si del­la leg­ge del 6 ot­to­bre 19957 sul ser­vi­zio ci­vi­le;
m.8 ve­ri­fi­ca del­la re­pu­ta­zio­ne in vi­sta di de­ter­mi­na­ti im­pie­ghi ai sen­si del­la leg­ge sul ser­vi­zio ci­vi­le;
n.9
esa­me di una de­ci­sio­ne di non re­clu­ta­men­to o di un'am­mis­sio­ne al re­clu­ta­men­to, di un'esclu­sio­ne dall'eser­ci­to o di una riam­mis­sio­ne nell'eser­ci­to op­pu­re di una de­gra­da­zio­ne ai sen­si del­la leg­ge mi­li­ta­re del 3 feb­bra­io 199510 (LM);
o.11
esa­me dell'ido­nei­tà a una pro­mo­zio­ne o a una no­mi­na ai sen­si del­la LM;
p.12
esa­me dei mo­ti­vi d'im­pe­di­men­to per la ces­sio­ne dell'ar­ma per­so­na­le ai sen­si del­la LM;
q.13
esa­me di un'esclu­sio­ne dal ser­vi­zio di pro­te­zio­ne ci­vi­le ai sen­si del­la leg­ge fe­de­ra­le del 4 ot­to­bre 200214 sul­la pro­te­zio­ne del­la po­po­la­zio­ne e sul­la pro­te­zio­ne ci­vi­le;
r.15
in­di­vi­dua­zio­ne tem­pe­sti­va e neu­tra­liz­za­zio­ne di mi­nac­ce per la si­cu­rez­za in­ter­na o ester­na se­con­do l'ar­ti­co­lo 6 ca­po­ver­so 1 LAIn16;
s.17
tra­smis­sio­ne di in­for­ma­zio­ni a Eu­ro­pol se­con­do l'ar­ti­co­lo 355a, sem­pre che i da­ti di Eu­ro­pol sia­no ne­ces­sa­ri per gli sco­pi di cui al­la let­te­ra r;
t.18
esa­me di mi­su­re di re­spin­gi­men­to nei con­fron­ti di stra­nie­ri se­con­do la leg­ge fe­de­ra­le del 16 di­cem­bre 200519 su­gli stra­nie­ri e pre­pa­ra­zio­ne di de­ci­sio­ni di espul­sio­ne ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 121 ca­po­ver­so 2 del­la Co­sti­tu­zio­ne fe­de­ra­le;
u.20
ac­qui­si­zio­ne e tra­smis­sio­ne di in­for­ma­zio­ni ad au­to­ri­tà di si­cu­rez­za este­re nell'am­bi­to di ri­chie­ste se­con­do l'ar­ti­co­lo 12 ca­po­ver­so 1 let­te­ra d LAIn; i da­ti la cui tra­smis­sio­ne non è nell'in­te­res­se del­la per­so­na in que­stio­ne pos­so­no es­se­re tra­smes­si uni­ca­men­te con il suo espli­ci­to con­sen­so.

1 [CS 1 117; RU 1949 225, 1987 1665, 1988 332, 1990 1587 art. 3 cpv. 2, 1991 362 n. II 11 1034 n. III, 1995 146, 1999 1111 2253 2262 all. n. 1, 2000 1891 n. IV 2, 2002 685 n. I 1 701 n. I 1 3988 all. n. 3, 2003 4557 all. n. II 2, 2004 1633 n. I 1 4655 n. I 1, 2005 5685 all. n. 2, 2006 979 art. 2 n. 1 1931 art. 18 n. 1 2197 all. n. 3 3459 all. n. 1 4745 all. n. 1, 2007 359 all. n. 1. RU 2007 5437 all. n. I]. Ve­di ora: la LF del 16 dic. 2005 su­gli stra­nie­ri (RS 142.20).
2 RS 142.31
3 RS 741.01
4 RS 431.01
5 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 14 dell'all. al­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2011 725; FF 2006 6391).
6 In­tro­dot­ta dal n. II 1 del­la LF del 3 ott. 2008 (RU 2009 1093; FF 2008 2255). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 1 del­la LF del 25 set. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 2016 1883; FF 2014 5749).
7 RS 824.0
8 In­tro­dot­ta dal n. II 1 del­la LF del 3 ott. 2008 (RU 2009 1093; FF 2008 2255). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 1 del­la LF del 25 set. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 2016 1883; FF 2014 5749).
9 In­tro­dot­ta dal n. 1 dell'all. al­la LF del 3 ott. 2008 sui si­ste­mi d'in­for­ma­zio­ne mi­li­ta­ri, in vi­go­re dal 1° gen. 2010 (RU 2009 6617; FF 2008 2685).
10 RS 510.10
11 In­tro­dot­ta dal n. 1 dell'all. al­la LF del 3 ott. 2008 sui si­ste­mi d'in­for­ma­zio­ne mi­li­ta­ri, in vi­go­re dal 1° gen. 2010 (RU 2009 6617; FF 2008 2685).
12 In­tro­dot­ta dal n. 1 dell'all. al­la LF del 3 ott. 2008 sui si­ste­mi d'in­for­ma­zio­ne mi­li­ta­ri, in vi­go­re dal 1° gen. 2010 (RU 2009 6617; FF 2008 2685).
13 In­tro­dot­ta dal n. 1 dell'all. al­la LF del 3 ott. 2008 sui si­ste­mi d'in­for­ma­zio­ne mi­li­ta­ri, in vi­go­re dal 1° gen. 2010 (RU 2009 6617; FF 2008 2685).
14 RS 520.1
15 In­tro­dot­ta dal n. II 5 dell'all. al­la LF del 25 set. 2015 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve, in vi­go­re dal 1° set. 2017 (RU 2017 4095; FF 2014 1885).
16 RS 121
17 In­tro­dot­ta dal n. II 5 dell'all. al­la LF del 25 set. 2015 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve, in vi­go­re dal 1° set. 2017 (RU 2017 4095; FF 2014 1885).
18 In­tro­dot­ta dal n. II 5 dell'all. al­la LF del 25 set. 2015 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve, in vi­go­re dal 1° set. 2017 (RU 2017 4095; FF 2014 1885).
19 RS 142.20
20 In­tro­dot­ta dal n. II 5 dell'all. al­la LF del 25 set. 2015 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve, in vi­go­re dal 1° set. 2017 (RU 2017 4095; FF 2014 1885).

Art. 366

Con­te­nu­to

 

1Nel ca­sel­la­rio so­no re­gi­stra­te le per­so­ne con­dan­na­te nel ter­ri­to­rio del­la Con­fe­de­ra­zio­ne non­ché gli Sviz­ze­ri con­dan­na­ti all'este­ro.

2Nel ca­sel­la­rio si iscri­vo­no:

a.
le con­dan­ne per cri­mi­ni e de­lit­ti sem­pre­ché sia sta­ta pro­nun­cia­ta una pe­na o una mi­su­ra;
b.
le con­dan­ne per con­trav­ven­zio­ni al pre­sen­te Co­di­ce o ad al­tre leg­gi fe­de­ra­li, de­si­gna­te con or­di­nan­za del Con­si­glio fe­de­ra­le;
c.
le co­mu­ni­ca­zio­ni pro­ve­nien­ti dall'este­ro cir­ca con­dan­ne pro­nun­cia­te all'este­ro e sot­to­po­ste all'ob­bli­go dell'iscri­zio­ne se­con­do il pre­sen­te Co­di­ce;
d.
i fat­ti che ren­do­no ne­ces­sa­ria la mo­di­fi­ca di iscri­zio­ni esi­sten­ti.

3Le sen­ten­ze pro­nun­cia­te con­tro mi­no­ri per un cri­mi­ne o un de­lit­to so­no iscrit­te se la san­zio­ne in­flit­ta è:

a.
una pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà (art. 25 DP­Min1);
b.
un col­lo­ca­men­to (art. 15 DP­Min);
c.
un trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le (art. 14 DP­Min); o
d.
unʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te (art. 16a DP­Min).2
3bisLe sen­ten­ze pro­nun­cia­te con­tro mi­no­ri per una con­trav­ven­zio­ne so­no iscrit­te se la san­zio­ne in­flit­ta è unʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te (art. 16a DP­Min).3

4Nel ca­sel­la­rio so­no re­gi­stra­te an­che le per­so­ne con­tro cui è pen­den­te in Sviz­ze­ra un pro­ce­di­men­to pe­na­le per cri­mi­ni o de­lit­ti.4


1 RS311.1
2 In­tro­dot­to dall'art. 44 n. 1 del di­rit­to pe­na­le mi­no­ri­le del 20 giu. 2003 (RU 2006 3545; FF 1999 1669). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).
3 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).
4 Ori­gi­na­rio cpv. 3.

Art. 367

Trat­ta­men­to dei da­ti e ac­ces­so

 

1Le au­to­ri­tà se­guen­ti trat­ta­no nel ca­sel­la­rio da­ti per­so­na­li con­cer­nen­ti le sen­ten­ze di cui all'ar­ti­co­lo 366 ca­po­ver­si 1-3:1

a.
Uf­fi­cio fe­de­ra­le di giu­sti­zia;
b.
au­to­ri­tà del­la giu­sti­zia pe­na­le;
c.
au­to­ri­tà del­la giu­sti­zia mi­li­ta­re;
d.
au­to­ri­tà pre­po­ste all'ese­cu­zio­ne pe­na­le;
e.
ser­vi­zi di coor­di­na­men­to can­to­na­li.

2Le au­to­ri­tà se­guen­ti pos­so­no, me­dian­te pro­ce­du­ra di ri­chia­mo, ac­ce­de­re ai da­ti per­so­na­li con­cer­nen­ti le sen­ten­ze di cui all'ar­ti­co­lo 366 ca­po­ver­si 1, 2 e 3 let­te­re a e b:2

a.
au­to­ri­tà di cui al ca­po­ver­so 1;
b.
Mi­ni­ste­ro pub­bli­co del­la Con­fe­de­ra­zio­ne;
c.
Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia nell'am­bi­to di in­da­gi­ni del­la po­li­zia giu­di­zia­ria;
d.
Ag­grup­pa­men­to Di­fe­sa3;
e.4Se­gre­te­ria di Sta­to del­la mi­gra­zio­ne5;
f.6
g.
au­to­ri­tà can­to­na­li di po­li­zia de­gli stra­nie­ri;
h.
au­to­ri­tà can­to­na­li com­pe­ten­ti in ma­te­ria di cir­co­la­zio­ne stra­da­le;
i.7
au­to­ri­tà fe­de­ra­li com­pe­ten­ti per l'ese­cu­zio­ne dei con­trol­li di si­cu­rez­za re­la­ti­vi al­le per­so­ne ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 2 ca­po­ver­so 2 let­te­ra a del­la leg­ge fe­de­ra­le del 21 mar­zo 19978 sul­le mi­su­re per la sal­va­guar­dia del­la si­cu­rez­za in­ter­na (LM­SI);
j.9
Uf­fi­cio fe­de­ra­le del ser­vi­zio ci­vi­le10;
k.11
or­ga­ni can­to­na­li com­pe­ten­ti per le de­ci­sio­ni con­cer­nen­ti l'esclu­sio­ne dal ser­vi­zio di pro­te­zio­ne ci­vi­le;
l.12
Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni del­la Con­fe­de­ra­zio­ne con­for­me­men­te al­la leg­ge fe­de­ra­le del 23 di­cem­bre 201113 sul­la pro­te­zio­ne ex­tra­pro­ces­sua­le dei te­sti­mo­ni, per adem­pie­re i suoi com­pi­ti;
m.14
SIC.

2bisLe au­to­ri­tà se­guen­ti pos­so­no, me­dian­te pro­ce­du­ra di ri­chia­mo, ac­ce­de­re an­che ai da­ti per­so­na­li con­cer­nen­ti le sen­ten­ze di cui all'ar­ti­co­lo 366 ca­po­ver­so 3 let­te­ra c:

a.
l'Ag­grup­pa­men­to Di­fe­sa15 per l'esa­me di una de­ci­sio­ne di non re­clu­ta­men­to o di un'am­mis­sio­ne al re­clu­ta­men­to, di un'esclu­sio­ne dall'eser­ci­to o di una riam­mis­sio­ne nell'eser­ci­to op­pu­re di una de­gra­da­zio­ne ai sen­si del­la LM16, per l'esa­me dei mo­ti­vi d'im­pe­di­men­to per la ces­sio­ne dell'ar­ma per­so­na­le ai sen­si del­la LM, per l'esa­me dell'ido­nei­tà a una pro­mo­zio­ne o a una no­mi­na ai sen­si del­la LM;
b.17
le au­to­ri­tà fe­de­ra­li com­pe­ten­ti per l'ese­cu­zio­ne dei con­trol­li di si­cu­rez­za re­la­ti­vi al­le per­so­ne ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 2 ca­po­ver­so 2 let­te­ra a LM­SI;
c.
le au­to­ri­tà del­la giu­sti­zia pe­na­le per l'at­tua­zio­ne di pro­ce­di­men­ti pe­na­li (art. 365 cpv. 2 lett. a);
d.
i ser­vi­zi di coor­di­na­men­to can­to­na­li e l'Uf­fi­cio fe­de­ra­le di giu­sti­zia per adem­pie­re i lo­ro com­pi­ti le­ga­li nell'am­bi­to del­la ge­stio­ne del ca­sel­la­rio;
e.
le au­to­ri­tà pre­po­ste all'ese­cu­zio­ne pe­na­le per l'ese­cu­zio­ne del­le pe­ne e del­le mi­su­re (art. 365 cpv. 2 lett. c).18

2terLe au­to­ri­tà di cui ai ca­po­ver­si 2 let­te­re c-l e 2sep­ties pos­so­no con­sul­ta­re le sen­ten­ze che con­ten­go­no l'espul­sio­ne sol­tan­to fin­ché l'in­te­res­sa­to è sog­get­to a que­st'ul­ti­ma. Se è più lun­go, il ter­mi­ne pre­vi­sto nell'ar­ti­co­lo 369 de­ter­mi­na quel­lo ap­pli­ca­bi­le al­la con­sul­ta­zio­ne.19

2qua­ter L'or­ga­no del­la Con­fe­de­ra­zio­ne com­pe­ten­te per il ca­sel­la­rio co­mu­ni­ca re­go­lar­men­te all'Ag­grup­pa­men­to Di­fe­sa, ai fi­ni dell'adem­pi­men­to dei com­pi­ti di cui all'ar­ti­co­lo 365 ca­po­ver­so 2 let­te­re n-q, i se­guen­ti da­ti, re­gi­stra­ti in VO­STRA, con­cer­nen­ti per­so­ne sog­get­te all'ob­bli­go di le­va, mi­li­ta­ri e per­so­ne sog­get­te all'ob­bli­go di pre­sta­re ser­vi­zio di pro­te­zio­ne ci­vi­le:20

a.
le sen­ten­ze pe­na­li per un cri­mi­ne o un de­lit­to;
b.
le mi­su­re pri­va­ti­ve del­la li­ber­tà;
c.
le de­ci­sio­ni con­cer­nen­ti l'in­suc­ces­so del pe­rio­do di pro­va di per­so­ne sog­get­te all'ob­bli­go di le­va e di mi­li­ta­ri.21

2quin­quiesSo­no co­mu­ni­ca­te le ge­ne­ra­li­tà de­gli Sviz­ze­ri re­gi­stra­ti se­con­do il ca­po­ver­so 2qua­ter che han­no com­piu­to i 17 an­ni di età. Se lo Sta­to mag­gio­re di con­dot­ta dell'eser­ci­to con­sta­ta che una per­so­na di cui so­no sta­te co­mu­ni­ca­te le ge­ne­ra­li­tà è sog­get­ta all'ob­bli­go di le­va o è un mi­li­ta­re, l'or­ga­no com­pe­ten­te per il ca­sel­la­rio co­mu­ni­ca an­che i da­ti pe­na­li.22

2se­xiesLa co­mu­ni­ca­zio­ne e la con­sta­ta­zio­ne di cui al ca­po­ver­so 2quin­quies pos­so­no es­se­re ef­fet­tua­te me­dian­te un'in­ter­fac­cia elet­tro­ni­ca tra il Si­ste­ma di ge­stio­ne del per­so­na­le dell'eser­ci­to (PI­SA) e il ca­sel­la­rio.23

2sep­ties Per ve­ri­fi­ca­re la re­pu­ta­zio­ne in vi­sta del ri­la­scio o del­la re­vo­ca di un ri­co­no­sci­men­to di qua­dro Gio­ven­tù e Sport, l'Uf­fi­cio fe­de­ra­le del­lo sport può con­sul­ta­re, su do­man­da scrit­ta, i da­ti per­so­na­li re­la­ti­vi al­le sen­ten­ze.24

3Qua­lo­ra il nu­me­ro del­le do­man­de d'in­for­ma­zio­ne lo giu­sti­fi­chi e pre­via con­sul­ta­zio­ne dell'In­ca­ri­ca­to fe­de­ra­le del­la pro­te­zio­ne dei da­ti e del­la tra­spa­ren­za25, il Con­si­glio fe­de­ra­le può esten­de­re il di­rit­to d'ac­ces­so di cui al ca­po­ver­so 2 ad al­tre au­to­ri­tà giu­di­zia­rie e am­mi­ni­stra­ti­ve del­la Con­fe­de­ra­zio­ne e dei Can­to­ni si­no all'en­tra­ta in vi­go­re di una ba­se le­ga­le in sen­so for­ma­le.

4I da­ti per­so­na­li con­cer­nen­ti pro­ce­di­men­ti pe­na­li pen­den­ti pos­so­no es­se­re trat­ta­ti sol­tan­to dal­le au­to­ri­tà di cui al ca­po­ver­so 2 let­te­re a-e, j, l e m.26

4bis27

4terPer ve­ri­fi­ca­re la re­pu­ta­zio­ne in vi­sta del ri­la­scio o del­la so­spen­sio­ne di un ri­co­no­sci­men­to di qua­dro Gio­ven­tù e Sport, l'Uf­fi­cio fe­de­ra­le del­lo sport può con­sul­ta­re, su do­man­da scrit­ta, i da­ti per­so­na­li con­cer­nen­ti pro­ce­di­men­ti pe­na­li pen­den­ti.28

5Ogni Can­to­ne de­si­gna un ser­vi­zio di coor­di­na­men­to per il trat­ta­men­to dei da­ti nel ca­sel­la­rio.

6Il Con­si­glio fe­de­ra­le fis­sa le mo­da­li­tà, se­gna­ta­men­te:

a.
la re­spon­sa­bi­li­tà del trat­ta­men­to dei da­ti;
b.
il ge­ne­re dei da­ti rac­col­ti e la lo­ro du­ra­ta di con­ser­va­zio­ne;
c.
la col­la­bo­ra­zio­ne con le au­to­ri­tà in­te­res­sa­te;
d.
i com­pi­ti dei ser­vi­zi di coor­di­na­men­to;
e.
il di­rit­to d'in­for­ma­zio­ne e gli al­tri di­rit­ti pro­ce­du­ra­li a tu­te­la del­le per­so­ne in­te­res­sa­te;
f.
la si­cu­rez­za dei da­ti;
g.
le au­to­ri­tà che pos­so­no no­ti­fi­ca­re per scrit­to da­ti per­so­na­li, quel­le che pos­so­no in­tro­dur­re da­ti nel re­gi­stro, quel­le che pos­so­no con­sul­tar­lo e quel­le cui i da­ti per­so­na­li pos­so­no es­se­re di ca­so in ca­so co­mu­ni­ca­ti;
h.
la tra­smis­sio­ne elet­tro­ni­ca dei da­ti all'Uf­fi­cio fe­de­ra­le di sta­ti­sti­ca.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 19 mar. 2010, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2010 6015, 2011 487; FF 2009 5137).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 19 mar. 2010, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2010 6015, 2011 487; FF 2009 5137).
3 Nuo­va espr. giu­sta il n. 2 dell'all. al­la LF 18 mar. 2016, in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 4277, 2017 2297; FF 2014 5939).
4 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 3 dell'O del 3 nov. 2004 con­cer­nen­te l'ade­gua­men­to del­le di­spo­si­zio­ni le­ga­li in se­gui­to al­la fu­sio­ne de­gli uf­fi­ci fe­de­ra­li IMES e UFR, in vi­go­re dal 1° gen. 2005 (RU 2004 4655).
5 La de­si­gna­zio­ne dell'uni­tà am­mi­ni­stra­ti­va è sta­ta adat­ta­ta in ap­pli­ca­zio­ne dell'art. 16 cpv. 3 dell'O del 17 nov. 2004 sul­le pub­bli­ca­zio­ni uf­fi­cia­li (RU 2004 4937), con ef­fet­to dal 1° gen. 2015.
6 Abro­ga­ta dal n. I 3 dell'O del 3 nov. 2004 con­cer­nen­te l'ade­gua­men­to del­le di­spo­si­zio­ni le­ga­li in se­gui­to al­la fu­sio­ne de­gli uf­fi­ci fe­de­ra­li IMES e UFR, con ef­fet­to dal 1° gen. 2005 (RU 2004 4655).
7 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 5 dell'all. al­la LF del 25 set. 2015 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve, in vi­go­re dal 1° set. 2017 (RU 2017 4095; FF 2014 1885).
8 RS 120
9 In­tro­dot­ta dal n. II del­la LF del 21 mar. 2003, in vi­go­re dal 1° gen. 2004 (RU 2003 4843; FF 2001 5451).
10 La de­si­gna­zio­ne dell'uni­tà am­mi­ni­stra­ti­va è sta­ta adat­ta­ta in ap­pli­ca­zio­ne dell'art. 20 cpv. 2 dell'O del 7 ott. 2015 sul­le pub­bli­ca­zio­ni uf­fi­cia­li (RS 170.512.1), con ef­fet­to dal 1° gen. 2019.
11 In­tro­dot­ta dal n. 1 dell'all. al­la LF del 3 ott. 2008 sui si­ste­mi d'in­for­ma­zio­ne mi­li­ta­ri, in vi­go­re dal 1° gen. 2010 (RU 2009 6617; FF 2008 2685).
12 In­tro­dot­ta dal n. 3 dell'all. al­la LF del 23 dic. 2011 sul­la pro­te­zio­ne ex­tra­pro­ces­sua­le dei te­sti­mo­ni, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2012 6715; FF 2011 1).
13 RS 312.2
14 In­tro­dot­ta dal n. II 5 dell'all. al­la LF del 25 set. 2015 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve, in vi­go­re dal 1° set. 2017 (RU 2017 4095; FF 2014 1885).
15 Nuo­va espr. giu­sta il n. 2 dell'all. al­la LF 18 mar. 2016, in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 4277, 2017 2297; FF 2014 5939).
16 RS 510.10
17 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 5 dell'all. al­la LF del 25 set. 2015 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve, in vi­go­re dal 1° set. 2017 (RU 2017 4095; FF 2014 1885).
18 In­tro­dot­to dal n. 1 dell'all. al­la LF del 3 ott. 2008 sui si­ste­mi d'in­for­ma­zio­ne mi­li­ta­ri (RU 2009 6617; FF 2008 2685). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 19 mar. 2010, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2010 6015, 2011 487; FF 2009 5137).
19 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).
20 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 2 dell'all. al­la LF del 18 mar. 2016, in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 4277, 2017 2297; FF 2014 5939).
21 Ori­gi­na­rio cpv. 2ter. In­tro­dot­to dal n. 1 dell'all. al­la LF del 3 ott. 2008 sui si­ste­mi d'in­for­ma­zio­ne mi­li­ta­ri (RU 2009 6617; FF 2008 2685). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 19 mar. 2010, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2010 6015, 2011 487; FF 2009 5137).
22 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 19 mar. 2010 (RU 2010 6015, 2011 487; FF 2009 5137). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).
23 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).
24 Ori­gi­na­rio cpv. 2se­xies. In­tro­dot­to dall'art. 34 n. 1 e 36 del­la LF del 17 giu. 2011 sul­la pro­mo­zio­ne del­lo sport e dell'at­ti­vi­tà fi­si­ca, in vi­go­re dal 1° ott. 2012 (RU 2012 3953; FF 2009 7113).
25 La de­si­gna­zio­ne dell'uni­tà am­mi­ni­stra­ti­va è sta­ta adat­ta­ta in ap­pli­ca­zio­ne dell'art. 16 cpv. 3 dell'O del 17 nov. 2004 sul­le pub­bli­ca­zio­ni uf­fi­cia­li (RU 2004 4937).
26 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 87 del­la LF del 25 set. 2015 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve, in vi­go­re dal 1° set. 2017 (RU 2017 4095; FF 2014 1885).
27 In­tro­dot­to dal n. II 1 del­la LF del 3 ott. 2008 (RU 2009 1093; FF 2008 2255). Abro­ga­to dal n. II 1 del­la LF del 25 set. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2016 (RU 2016 1883; FF 2014 5749).
28 In­tro­dot­to dall'art. 34 n. 1 del­la LF del 17 giu. 2011 sul­la pro­mo­zio­ne del­lo sport e dell'at­ti­vi­tà fi­si­ca, in vi­go­re dal 1° ott. 2012 (RU 2012 3953; FF 2009 7113).

Art. 368

Co­mu­ni­ca­zio­ne dei fat­ti che de­vo­no es­se­re iscrit­ti

 

L'au­to­ri­tà fe­de­ra­le com­pe­ten­te può co­mu­ni­ca­re le iscri­zio­ni nel ca­sel­la­rio al­lo Sta­to di ori­gi­ne del con­dan­na­to.

Art. 369

Eli­mi­na­zio­ne dell'iscri­zio­ne

 

1Le iscri­zio­ni di con­dan­ne a una pe­na de­ten­ti­va so­no eli­mi­na­te d'uf­fi­cio se al di là del­la du­ra­ta del­la pe­na com­mi­su­ra­ta dal giu­di­ce so­no tra­scor­si i se­guen­ti ter­mi­ni:

a.
vent'an­ni in ca­so di pe­na de­ten­ti­va di cin­que o più an­ni;
b.
quin­di­ci an­ni in ca­so di pe­na de­ten­ti­va da uno a me­no di cin­que an­ni;
c.
die­ci an­ni in ca­so di pe­na de­ten­ti­va in­fe­rio­re a un an­no;
d.1
die­ci an­ni in ca­so di pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà se­con­do l'ar­ti­co­lo 25 DP­Min2.

2I ter­mi­ni di cui al ca­po­ver­so 1 so­no pro­trat­ti del­la du­ra­ta di una pe­na de­ten­ti­va già iscrit­ta.

3Le sen­ten­ze che con­ten­go­no co­me pe­na prin­ci­pa­le una pe­na de­ten­ti­va con la con­di­zio­na­le, una pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con la con­di­zio­na­le, una pe­na pe­cu­nia­ria, un la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà o una mul­ta so­no eli­mi­na­te d'uf­fi­cio do­po die­ci an­ni.3

4Le con­dan­ne a una pe­na cu­mu­la­ta con una mi­su­ra sta­zio­na­ria o a una mi­su­ra sta­zio­na­ria sol­tan­to so­no eli­mi­na­te d'uf­fi­cio do­po:

a.
quin­di­ci an­ni in ca­so di mi­su­re se­con­do gli ar­ti­co­li 59-61 e 64;
b.
die­ci an­ni in ca­so di col­lo­ca­men­to in un isti­tu­to chiu­so ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 15 ca­po­ver­so 2 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 20 giu­gno 20034 sul di­rit­to pe­na­le mi­no­ri­le;
c.5
set­te an­ni in ca­so di col­lo­ca­men­to in un isti­tu­to aper­to o pres­so pri­va­ti ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 15 ca­po­ver­so 1 DP­Min. 6

4bisLe con­dan­ne uni­ca­men­te a un trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 63 so­no eli­mi­na­te d'uf­fi­cio do­po die­ci an­ni. Le con­dan­ne a un trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 14 DP­Min so­no eli­mi­na­te d'uf­fi­cio do­po cin­que an­ni per quan­to un com­pu­to dei ter­mi­ni se­con­do i ca­po­ver­si 1-4 non sia pos­si­bi­le.7

4terLe con­dan­ne uni­ca­men­te a una mi­su­ra se­con­do gli ar­ti­co­li 66 ca­po­ver­so 1, 67 ca­po­ver­so 1 o 67e op­pu­re gli ar­ti­co­li 48, 50 ca­po­ver­so 1 o 50e CPM8 so­no eli­mi­na­te dʼuf­fi­cio do­po die­ci an­ni.9

4qua­ter Le con­dan­ne uni­ca­men­te a un'in­ter­di­zio­ne o a un di­vie­to se­con­do gli ar­ti­co­li 67 ca­po­ver­si 2-4 o 67b del pre­sen­te Co­di­ce op­pu­re se­con­do gli ar­ti­co­li 50 ca­po­ver­si 2-4 o 50b CPM so­no eli­mi­na­te d'uf­fi­cio do­po die­ci an­ni.10

4quin­quiesLe con­dan­ne uni­ca­men­te a un'in­ter­di­zio­ne o a un di­vie­to se­con­do l'ar­ti­co­lo 16a DP­Min so­no eli­mi­na­te d'uf­fi­cio do­po set­te an­ni.11

5I ter­mi­ni di cui al ca­po­ver­so 4 so­no pro­trat­ti del­la du­ra­ta di una pe­na re­si­dua.

5bisLe sen­ten­ze che con­ten­go­no l'espul­sio­ne ri­man­go­no iscrit­te nel ca­sel­la­rio giu­di­zia­le si­no al­la mor­te dell'in­te­res­sa­to. Se l'in­te­res­sa­to non di­mo­ra in Sviz­ze­ra, la sen­ten­za è eli­mi­na­ta dal ca­sel­la­rio giu­di­zia­le al più tar­di cen­to an­ni do­po la sua na­sci­ta. Se ac­qui­si­sce la cit­ta­di­nan­za sviz­ze­ra, ot­to an­ni do­po la na­tu­ra­liz­za­zio­ne l'in­te­res­sa­to può pre­sen­ta­re una do­man­da di eli­mi­na­zio­ne del­la sen­ten­za se­con­do i ter­mi­ni di cui ai ca­po­ver­si 1‒5.12

6Il ter­mi­ne de­cor­re:

a.13
in ca­so di con­dan­ne se­con­do i ca­po­ver­si 1, 3, 4ter, 4qua­ter e 4quin­quies, dal gior­no in cui la sen­ten­za pas­sa in giu­di­ca­to;
b.
in ca­so di con­dan­ne se­con­do i ca­po­ver­si 4 e 4bis, dal gior­no del­la sop­pres­sio­ne del­la mi­su­ra o del­la li­be­ra­zio­ne de­fi­ni­ti­va dal­la mi­su­ra.14

7Le iscri­zio­ni eli­mi­na­te non de­vo­no po­ter es­se­re ri­co­strui­te. La sen­ten­za eli­mi­na­ta non è più op­po­ni­bi­le all'in­te­res­sa­to.

8I da­ti del ca­sel­la­rio giu­di­zia­le non de­vo­no es­se­re ar­chi­via­ti.


1 In­tro­dot­ta dall'art. 44 n. 1 del di­rit­to pe­na­le mi­no­ri­le del 20 giu. 2003, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3545; FF 1999 1669).
2 RS 311.1
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 19 mar. 2010, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2010 6015, 2011 487; FF 2009 5137).
4 RS 311.1
5 In­tro­dot­ta dal n. II 2 del­la LF del 19 mar. 2010, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2010 6015, 2011 487; FF 2009 5137).
6 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).
7 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le) (RU 2006 3539; FF 2005 4197). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 19 mar. 2010, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2010 6015, 2011 487; FF 2009 5137).
8 RS 321.0
9 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le) (RU 2006 3539; FF 2005 4197). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).
10 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
11 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
12 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).
13 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
14 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

Art. 369a

Eli­mi­na­zio­ne di sen­ten­ze con­te­nen­ti unʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te

 

Le sen­ten­ze che con­ten­go­no un'in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un'at­ti­vi­tà o un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te se­con­do gli ar­ti­co­li 67 ca­po­ver­si 2-4 o 67b del pre­sen­te Co­di­ce op­pu­re se­con­do gli ar­ti­co­li 50 ca­po­ver­si 2-4 o 50b CPM2 o l'ar­ti­co­lo 16a DP­Min3 so­no eli­mi­na­te d'uf­fi­cio do­po die­ci an­ni dal­la fi­ne dell'in­ter­di­zio­ne o del di­vie­to.4 Fan­no sta­to i ter­mi­ni di cui al­lʼar­ti­co­lo 369, se so­no più lun­ghi.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).
2 RS 321.0
3 RS 311.1
4 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

Art. 370

Di­rit­to di con­sul­ta­zio­ne

 

1Ognu­no ha il di­rit­to di con­sul­ta­re in­te­gral­men­te le iscri­zio­ni che lo con­cer­no­no.

2Non si ri­la­scia­no co­pie.

Art. 371

Estrat­to per pri­va­ti1

 

1Ognu­no può chie­de­re al Ca­sel­la­rio giu­di­zia­le cen­tra­le sviz­ze­ro un estrat­to scrit­to del­le iscri­zio­ni che lo con­cer­no­no. Nel­lʼe­strat­to fi­gu­ra­no le sen­ten­ze pro­nun­cia­te per cri­mi­ni e de­lit­ti; le con­dan­ne per con­trav­ven­zio­ni vi fi­gu­ra­no sol­tan­to se è sta­ta pro­nun­cia­ta unʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te se­con­do gli ar­ti­co­li 67 o 67b, se­con­do gli ar­ti­co­li 50 o 50b CPM2 o se­con­do lʼar­ti­co­lo 16a DP­Min3.4

2Le sen­ten­ze pro­nun­cia­te per rea­ti com­mes­si nell'ado­le­scen­za so­no ri­por­ta­te nell'estrat­to sol­tan­to se vi fi­gu­ra­no an­che al­tri rea­ti per i qua­li l'in­te­res­sa­to è sta­to con­dan­na­to in età adul­ta.

3Le sen­ten­ze che con­ten­go­no una pe­na non ven­go­no ri­por­ta­te nell'estrat­to se so­no tra­scor­si due ter­zi del­la du­ra­ta de­ter­mi­nan­te per l'eli­mi­na­zio­ne se­con­do l'ar­ti­co­lo 369 ca­po­ver­si 1‒5 e 6.5

3bisLe sen­ten­ze che con­ten­go­no una pe­na con la con­di­zio­na­le, to­ta­le o par­zia­le, non ven­go­no ri­por­ta­te nell'estrat­to se il con­dan­na­to ha su­pe­ra­to con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va.6

4Le con­dan­ne a una pe­na cu­mu­la­ta con una mi­su­ra o a una mi­su­ra sol­tan­to non ven­go­no ri­por­ta­te nell'estrat­to se è tra­scor­sa la me­tà del­la du­ra­ta de­ter­mi­nan­te per l'eli­mi­na­zio­ne se­con­do l'ar­ti­co­lo 369 ca­po­ver­si 1‒5 e 6.7

4bisLe sen­ten­ze che con­ten­go­no l'espul­sio­ne fi­gu­ra­no nell'estrat­to fin­ché l'in­te­res­sa­to è sog­get­to a que­st'ul­ti­ma. Se è più lun­go, il ter­mi­ne pre­vi­sto nei ca­po­ver­si 3 o 4 de­ter­mi­na la du­ra­ta du­ran­te la qua­le la sen­ten­za fi­gu­ra nell'estrat­to.8

5Sca­du­to il ter­mi­ne di cui ai ca­po­ver­si 3, 4 e 4bis, la sen­ten­za vie­ne ri­por­ta­ta nell'estrat­to se que­st'ul­ti­mo con­tie­ne an­che una sen­ten­za per la qua­le il ter­mi­ne non è an­co­ra sca­du­to.9


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).
2 RS321.0
3 RS311.1
4 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).
5 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).
6 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).
7 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).
8 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).
9 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

Art. 371a

Estrat­to spe­ci­fi­co per pri­va­ti

 

1Può chie­de­re al ca­sel­la­rio giu­di­zia­le un estrat­to spe­ci­fi­co del­le iscri­zio­ni che lo con­cer­no­no chiun­que:

a.
si can­di­da per:
1.
un'at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o un'at­ti­vi­tà ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta im­pli­can­te un con­tat­to re­go­la­re con mi­no­ren­ni o al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li, o
2.
un'at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o un'at­ti­vi­tà ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta nel set­to­re sa­ni­ta­rio im­pli­can­te un con­tat­to di­ret­to con i pa­zien­ti; o
b.
eser­ci­ta una del­le at­ti­vi­tà di cui al­la let­te­ra a.2

2Al­la do­man­da de­ve al­le­ga­re un'at­te­sta­zio­ne scrit­ta del sog­get­to che esi­ge la pre­sen­ta­zio­ne dell'estrat­to spe­ci­fi­co per pri­va­ti, sia es­so il da­to­re di la­vo­ro, l'or­ga­niz­za­zio­ne o l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te per l'au­to­riz­za­zio­ne all'eser­ci­zio dell'at­ti­vi­tà, nel­la qua­le si con­fer­ma che:3

a.
il ri­chie­den­te si can­di­da per unʼat­ti­vi­tà di cui al ca­po­ver­so 1 o svol­ge ta­le at­ti­vi­tà; e
b.
il ri­chie­den­te de­ve pre­sen­ta­re lʼe­strat­to spe­ci­fi­co per pri­va­ti per svol­ge­re una nuo­va at­ti­vi­tà o per con­ti­nua­re a svol­ge­re lʼat­ti­vi­tà con­si­de­ra­ta.

3Nel­lʼe­strat­to spe­ci­fi­co per pri­va­ti fi­gu­ra­no:

a.4
le sen­ten­ze che con­ten­go­no un'in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un'at­ti­vi­tà se­con­do l'ar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­si 2-4 o l'ar­ti­co­lo 50 ca­po­ver­si 2-4 CPM5;
b.
le sen­ten­ze che con­ten­go­no un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te se­con­do lʼar­ti­co­lo 67b o lʼar­ti­co­lo 50b CPM, se ta­le di­vie­to è sta­to pro­nun­cia­to a tu­te­la di mi­no­ren­ni o di al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li;
c.
le sen­ten­ze ema­na­te nei con­fron­ti di mi­no­ri che con­ten­go­no unʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà se­con­do lʼar­ti­co­lo 16a ca­po­ver­so 1 DP­Min6 o un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te se­con­do lʼar­ti­co­lo 16a ca­po­ver­so 2 DP­Min, pro­nun­cia­ti a tu­te­la di mi­no­ri o di al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li.

4Una sen­ten­za con­te­nen­te unʼin­ter­di­zio­ne o un di­vie­to ai sen­si del ca­po­ver­so 3 fi­gu­ra nel­lʼe­strat­to spe­ci­fi­co per pri­va­ti fin­tan­to che lʼin­ter­di­zio­ne o il di­vie­to ha ef­fet­to.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
4 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
5 RS 321.0
6 RS311.1

Titolo settimo: Dell'esecuzione delle pene e delle misure, dell'assistenza riabilitativa, dei penitenziari e delle istituzioni

Art. 372

1. Ob­bli­go di ese­gui­re pe­ne e mi­su­re

 

1I Can­to­ni ese­gui­sco­no le sen­ten­ze pro­nun­cia­te dai lo­ro tri­bu­na­li pe­na­li in ap­pli­ca­zio­ne del pre­sen­te Co­di­ce. Es­si so­no ob­bli­ga­ti ad ese­gui­re, me­dian­te ri­fu­sio­ne del­le spe­se, le sen­ten­ze del­le au­to­ri­tà pe­na­li del­la Con­fe­de­ra­zio­ne.

2So­no pa­ri­fi­ca­te al­le sen­ten­ze le de­ci­sio­ni in ma­te­ria pe­na­le del­le au­to­ri­tà di po­li­zia o di al­tre au­to­ri­tà com­pe­ten­ti ed i de­cre­ti del­le au­to­ri­tà di ac­cu­sa.

3I Can­to­ni ga­ran­ti­sco­no un'ese­cu­zio­ne uni­for­me del­le san­zio­ni pe­na­li.1


1 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 6 ott. 2006 (Nuo­va im­po­sta­zio­ne del­la pe­re­qua­zio­ne fi­nan­zia­ria e del­la ri­par­ti­zio­ne dei com­pi­ti tra Con­fe­de­ra­zio­ne e Can­to­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2008 (RU 2007 5779; FF 2005 5349).

Art. 373

2. Pe­ne pe­cu­nia­rie, mul­te, spe­se e con­fi­sche.

Ese­cu­zio­ne

 

Le de­ci­sio­ni pas­sa­te in giu­di­ca­to e pro­nun­cia­te in ap­pli­ca­zio­ne del di­rit­to pe­na­le fe­de­ra­le o can­to­na­le so­no ese­cu­ti­ve in tut­ta la Sviz­ze­ra per quan­to con­cer­ne le pe­ne pe­cu­nia­rie, le mul­te, le spe­se e le con­fi­sche.

Art. 374

Di­rit­to di di­spo­si­zio­ne

 

1I Can­to­ni di­spon­go­no cir­ca il ri­ca­vo del­le pe­ne pe­cu­nia­rie, del­le mul­te e del­le con­fi­sche pro­nun­cia­te in ap­pli­ca­zio­ne del pre­sen­te Co­di­ce.

2Nel­le cau­se giu­di­ca­te dal­la Cor­te pe­na­le o dal­la Cor­te d'ap­pel­lo del Tri­bu­na­le pe­na­le fe­de­ra­le di­spo­ne in­ve­ce la Con­fe­de­ra­zio­ne.1

3Ri­ma­ne sal­vo l'im­pie­go a fa­vo­re del dan­neg­gia­to se­con­do l'ar­ti­co­lo 73.

4So­no sal­ve le di­spo­si­zio­ni del­la leg­ge fe­de­ra­le del 19 mar­zo 20042 sul­la ri­par­ti­zio­ne dei va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li con­fi­sca­ti.3


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 17 mar. 2017 (Isti­tu­zio­ne di una cor­te d'ap­pel­lo in se­no al Tri­bu­na­le pe­na­le fe­de­ra­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2017 5769; FF 2013 6121, 2016 5587).
2 RS 312.4
3 In­tro­dot­to dal n. 1 dell'all. al­la LF del 19 mar. 2004 sul­la ri­par­ti­zio­ne dei va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li con­fi­sca­ti, in vi­go­re dal 1° ago. 2004 (RU 2004 3503; FF 2002 389).

Art. 375

3. La­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà

 

1I Can­to­ni so­no com­pe­ten­ti per l'at­tua­zio­ne del la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà.

2L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te de­ter­mi­na il ge­ne­re e la for­ma del la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà.

3La du­ra­ta mas­si­ma del la­vo­ro de­ter­mi­na­ta dal­la leg­ge può es­se­re su­pe­ra­ta nel­la pre­sta­zio­ne del la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà. Ri­man­go­no ap­pli­ca­bi­li le nor­me in ma­te­ria di si­cu­rez­za sul la­vo­ro e di pro­te­zio­ne del­la sa­lu­te.

Art. 376

4. As­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va

 

1I Can­to­ni or­ga­niz­za­no l'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va. Pos­so­no af­fi­da­re que­sto com­pi­to ad as­so­cia­zio­ni pri­va­te.

2L'as­si­sten­za è pre­sta­ta di re­go­la dal Can­to­ne di do­mi­ci­lio dell'as­si­sti­to.

Art. 377

5. Pe­ni­ten­zia­ri e isti­tu­zio­ni.

Ob­bli­go dei Can­to­ni di isti­tuir­li e ge­stir­li

 

1I Can­to­ni isti­tui­sco­no e ge­sti­sco­no i pe­ni­ten­zia­ri e i re­par­ti di pe­ni­ten­zia­rio per de­te­nu­ti che scon­ta­no la pe­na in re­gi­me chiu­so e aper­to, non­ché in se­mi­pri­gio­nia e in la­vo­ro ester­no.

2Pos­so­no inol­tre ge­sti­re re­par­ti per spe­cia­li grup­pi di de­te­nu­ti, in par­ti­co­la­re per:

a.
don­ne;
b.
de­te­nu­ti di de­ter­mi­na­te clas­si d'età;
c.
de­te­nu­ti che de­vo­no espia­re pe­ne di as­sai lun­ga o as­sai bre­ve du­ra­ta;
d.
de­te­nu­ti che ab­bi­so­gna­no di cu­re o trat­ta­men­to in­ten­si­vi o che ri­ce­vo­no una for­ma­zio­ne o una for­ma­zio­ne pro­fes­sio­na­le con­ti­nua.

3I Can­to­ni isti­tui­sco­no e ge­sti­sco­no al­tre­sì le isti­tu­zio­ni pre­vi­ste dal pre­sen­te Co­di­ce per l'ese­cu­zio­ne del­le mi­su­re.

4Prov­ve­do­no af­fin­ché i re­go­la­men­ti e la ge­stio­ne dei pe­ni­ten­zia­ri e del­le isti­tu­zio­ni sia­no con­for­mi al­le nor­me del pre­sen­te Co­di­ce.

5Pro­muo­vo­no la for­ma­zio­ne e la for­ma­zio­ne pro­fes­sio­na­le con­ti­nua del per­so­na­le.

Art. 378

Col­la­bo­ra­zio­ne in­ter­can­to­na­le

 

1I Can­to­ni pos­so­no con­clu­de­re ac­cor­di per l'isti­tu­zio­ne e la ge­stio­ne in co­mu­ne di pe­ni­ten­zia­ri e isti­tu­zio­ni o as­si­cu­rar­si il di­rit­to di usa­re pe­ni­ten­zia­ri e isti­tu­zio­ni d'al­tri Can­to­ni.

2Si in­for­ma­no re­ci­pro­ca­men­te sul­le pe­cu­lia­ri­tà dei sin­go­li pe­ni­ten­zia­ri e del­le sin­go­le isti­tu­zio­ni, se­gna­ta­men­te sul­le pos­si­bi­li­tà di cu­re, trat­ta­men­to e la­vo­ro; col­la­bo­ra­no nell'as­se­gna­zio­ne dei de­te­nu­ti.

Art. 379

Sta­bi­li­men­ti pri­va­ti

 

1I Can­to­ni pos­so­no ri­la­scia­re a pe­ni­ten­zia­ri e isti­tu­zio­ni ge­sti­ti da pri­va­ti l'au­to­riz­za­zio­ne di ese­gui­re pe­ne in for­ma di se­mi­pri­gio­nia e di la­vo­ro ester­no, non­ché mi­su­re se­con­do gli ar­ti­co­li 59-61 e 63.

2I pe­ni­ten­zia­ri e le isti­tu­zio­ni ge­sti­ti da pri­va­ti sot­to­stan­no al­la vi­gi­lan­za dei Can­to­ni.

Art. 380

Spe­se

 

1Le spe­se dell'ese­cu­zio­ne di pe­ne e mi­su­re so­no a ca­ri­co dei Can­to­ni.

2Il con­dan­na­to è te­nu­to a par­te­ci­pa­re in mo­do ade­gua­to al­le spe­se di ese­cu­zio­ne:

a.
me­dian­te com­pen­sa­zio­ne con il la­vo­ro da lui pre­sta­to nell'am­bi­to dell'ese­cu­zio­ne di pe­ne e mi­su­re;
b.
pro­por­zio­nal­men­te al suo red­di­to e al­la sua so­stan­za se ri­fiu­ta di ese­gui­re il la­vo­ro che gli è as­se­gna­to, ben­ché que­sto cor­ri­spon­da al­le esi­gen­ze dell'ar­ti­co­lo 81 o 90 ca­po­ver­so 3;
c.1
me­dian­te de­du­zio­ne di una quo­ta del red­di­to rea­liz­za­to per il tra­mi­te di un'at­ti­vi­tà nell'am­bi­to del­la se­mi­pri­gio­nia, dell'ese­cu­zio­ne in for­ma di sor­ve­glian­za elet­tro­ni­ca, del la­vo­ro ester­no o del la­vo­ro e al­log­gio ester­ni.

3I Can­to­ni ema­na­no di­spo­si­zio­ni det­ta­glia­te sul­la par­te­ci­pa­zio­ne al­le spe­se da par­te dei con­dan­na­ti.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del LF del 17 mar. 2017 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Titolo settimo a: Responsabilità in caso di soppressione dell'internamento a vita

Art. 380a


1 RS 220
2 RS 170.32

 

1Se una per­so­na in­ter­na­ta a vi­ta cui è con­ces­sa la li­ber­tà con­di­zio­na­le o il cui in­ter­na­men­to è sta­to sop­pres­so com­met­te di nuo­vo un cri­mi­ne di cui all'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1bis, la re­spon­sa­bi­li­tà per il dan­no che ne ri­sul­ta è as­sun­ta dall'en­te pub­bli­co com­pe­ten­te.

2Al di­rit­to di re­gres­so con­tro l'au­to­re e al­la pre­scri­zio­ne dell'azio­ne di ri­sar­ci­men­to del dan­no o di ri­pa­ra­zio­ne si ap­pli­ca­no le di­spo­si­zio­ni del Co­di­ce del­le ob­bli­ga­zio­ni1 in ma­te­ria di at­ti il­le­ci­ti.

3Al di­rit­to di re­gres­so con­tro i mem­bri dell'au­to­ri­tà di­spo­nen­te si ap­pli­ca il di­rit­to can­to­na­le o la leg­ge del 14 mar­zo 19582 sul­la re­spon­sa­bi­li­tà.

Titolo ottavo: Della grazia, dell'amnistia e della revisione

Art. 381

1. Gra­zia.

Com­pe­ten­za

 

Per le sen­ten­ze pro­nun­cia­te in ap­pli­ca­zio­ne del pre­sen­te Co­di­ce o di al­tre leg­gi fe­de­ra­li, il di­rit­to di gra­zia spet­ta:

a.1
all'As­sem­blea fe­de­ra­le, nel­le cau­se giu­di­ca­te dal­la Cor­te pe­na­le o dal­la Cor­te d'ap­pel­lo del Tri­bu­na­le pe­na­le fe­de­ra­le o da un'au­to­ri­tà am­mi­ni­stra­ti­va del­la Con­fe­de­ra­zio­ne;
b.
all'au­to­ri­tà com­pe­ten­te dei Can­to­ni, nel­le cau­se giu­di­ca­te dal­le au­to­ri­tà can­to­na­li.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 19 giu. 2015 (Isti­tu­zio­ne di una cor­te d'ap­pel­lo in se­no al Tri­bu­na­le pe­na­le fe­de­ra­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2017 5769; FF 2013 6121, 2016 5587).

Art. 382

Do­man­da di gra­zia

 

1La do­man­da di gra­zia può es­se­re pre­sen­ta­ta dal con­dan­na­to, dal suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le e, col con­sen­so del con­dan­na­to, dal di­fen­so­re, dal co­niu­ge o dal part­ner re­gi­stra­to.1

2Per cri­mi­ni o de­lit­ti po­li­ti­ci e per rea­ti con­nes­si con un cri­mi­ne o un de­lit­to po­li­ti­co, il Con­si­glio fe­de­ra­le od il go­ver­no can­to­na­le può inol­tre pro­muo­ve­re d'uf­fi­cio la pro­ce­du­ra per la gra­zia.

3L'au­to­ri­tà che pro­nun­cia sul­la gra­zia può de­ci­de­re che una do­man­da re­spin­ta non de­ve es­se­re ri­pre­sen­ta­ta pri­ma che sia tra­scor­so un ter­mi­ne de­ter­mi­na­to.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 18 dell'all. al­la L del 18 giu. 2004 sull'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).

Art. 383

Ef­fet­ti

 

1Per ef­fet­to del­la gra­zia tut­te le pe­ne pro­nun­cia­te con sen­ten­za pas­sa­ta in giu­di­ca­to pos­so­no es­se­re con­do­na­te to­tal­men­te o par­zial­men­te op­pu­re com­mu­ta­te in pe­ne me­no gra­vi.

2Il de­cre­to di gra­zia ne de­ter­mi­na i li­mi­ti.

Art. 384

2. Am­ni­stia

 

1Nel­le cau­se pe­na­li in cui si ap­pli­ca il pre­sen­te Co­di­ce o un'al­tra leg­ge fe­de­ra­le, le Ca­me­re fe­de­ra­li pos­so­no con­ce­de­re un'am­ni­stia.

2Con l'am­ni­stia si esclu­de il per­se­gui­men­to pe­na­le di de­ter­mi­na­ti fat­ti o ca­te­go­rie di au­to­ri e si di­spo­ne il con­do­no del­le re­la­ti­ve pe­ne.

Art. 385

3. Re­vi­sio­ne

 

I Can­to­ni de­vo­no pre­ve­de­re la re­vi­sio­ne del pro­ces­so a fa­vo­re del con­dan­na­to con­tro sen­ten­ze pro­nun­cia­te in ap­pli­ca­zio­ne del pre­sen­te Co­di­ce o di al­tre leg­gi fe­de­ra­li, quan­do esi­sta­no fat­ti o mez­zi di pro­va ri­le­van­ti che non era­no no­ti al tri­bu­na­le nel pri­mo pro­ces­so.

Titolo nono: Misure preventive, disposizioni completive e disposizioni generali transitorie

Art. 386

1. Mi­su­re pre­ven­ti­ve

 

1La Con­fe­de­ra­zio­ne può pren­de­re mi­su­re di in­for­ma­zio­ne, di edu­ca­zio­ne o al­tre mi­su­re in­te­se a evi­ta­re i rea­ti e a pre­ve­ni­re la cri­mi­na­li­tà.

2Può so­ste­ne­re pro­get­ti che per­se­guo­no gli obiet­ti­vi del ca­po­ver­so 1.

3Può par­te­ci­pa­re a or­ga­niz­za­zio­ni che ese­guo­no mi­su­re ai sen­si del ca­po­ver­so 1 op­pu­re isti­tui­re e so­ste­ne­re si­mi­li or­ga­niz­za­zio­ni.

4Il Con­si­glio fe­de­ra­le di­sci­pli­na il con­te­nu­to, gli obiet­ti­vi e il ge­ne­re del­le mi­su­re pre­ven­ti­ve.


1 In vi­go­re dal 1° gen. 2006 giu­sta l'O del 2 dic. 2005 (RU 2005 5723).

Art. 387

2. Di­spo­si­zio­ni com­ple­ti­ve del Con­si­glio fe­de­ra­le

 

1Il Con­si­glio fe­de­ra­le, sen­ti­ti i Can­to­ni, è au­to­riz­za­to a ema­na­re di­spo­si­zio­ni su:

a.
l'ese­cu­zio­ne di pe­ne uni­che, di pe­ne sup­ple­ti­ve e di più pe­ne e mi­su­re da ese­gui­re si­mul­ta­nea­men­te;
b.
l'as­sun­zio­ne dell'ese­cu­zio­ne di pe­ne e mi­su­re da par­te di un al­tro Can­to­ne;
c.
l'ese­cu­zio­ne di pe­ne e mi­su­re pro­nun­cia­te nei con­fron­ti di am­ma­la­ti, per­so­ne gra­ci­li e an­zia­ni;
d.
l'ese­cu­zio­ne di pe­ne e mi­su­re nei con­fron­ti di don­ne, se­con­do l'ar­ti­co­lo 80;
e.
la re­tri­bu­zio­ne del la­vo­ro del de­te­nu­to se­con­do l'ar­ti­co­lo 83.

1bisRi­guar­do al­la com­mis­sio­ne pe­ri­ta­le fe­de­ra­le in­ca­ri­ca­ta di va­lu­ta­re l'ido­nei­tà al­la te­ra­pia dei cri­mi­na­li in­ter­na­ti a vi­ta (art. 64c cpv. 1), il Con­si­glio fe­de­ra­le ema­na le di­spo­si­zio­ni ne­ces­sa­rie con­cer­nen­ti la scel­ta dei mem­bri e la lo­ro re­tri­bu­zio­ne, non­ché la pro­ce­du­ra e l'or­ga­niz­za­zio­ne in­ter­na.1

2Il Con­si­glio fe­de­ra­le, su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà can­to­na­le com­pe­ten­te, può ema­na­re di­spo­si­zio­ni spe­cia­li cir­ca la se­pa­ra­zio­ne de­gli sta­bi­li­men­ti del Can­to­ne Ti­ci­no.

3Il Con­si­glio fe­de­ra­le può pre­ve­de­re che i da­ti eli­mi­na­ti dal ca­sel­la­rio giu­di­zia­le pos­sa­no an­co­ra es­se­re con­ser­va­ti a sco­po di ri­cer­ca; van­no sal­va­guar­da­ti i di­rit­ti del­la per­so­na­li­tà e ri­spet­ta­ti i prin­ci­pi del­la pro­te­zio­ne dei da­ti.

4Il Con­si­glio fe­de­ra­le può, in via spe­ri­men­ta­le e per un tem­po de­ter­mi­na­to:

a.
in­tro­dur­re o per­met­te­re nuo­ve pe­ne e mi­su­re non­ché nuo­ve for­me d'ese­cu­zio­ne e mo­di­fi­ca­re il cam­po d'ap­pli­ca­zio­ne di san­zio­ni e for­me d'ese­cu­zio­ne esi­sten­ti;
b.
di­spor­re o per­met­te­re che l'ese­cu­zio­ne di pe­ne de­ten­ti­ve sia af­fi­da­ta a sta­bi­li­men­ti ge­sti­ti da pri­va­ti e ri­spon­den­ti al­le esi­gen­ze del pre­sen­te Co­di­ce in ma­te­ria di ese­cu­zio­ne del­le pe­ne (art. 74-85, 91 e 92). Que­sti sta­bi­li­men­ti sot­to­stan­no al­la vi­gi­lan­za dei Can­to­ni.

5Le di­spo­si­zio­ni can­to­na­li d'at­tua­zio­ne per la spe­ri­men­ta­zio­ne di nuo­ve san­zio­ni e for­me d'ese­cu­zio­ne e per l'ese­cu­zio­ne del­le pe­ne sot­to ge­stio­ne pri­va­ta (cpv. 4) sot­to­stan­no all'ap­pro­va­zio­ne del­la Con­fe­de­ra­zio­ne.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).

Art. 388

3. Di­spo­si­zio­ni tran­si­to­rie ge­ne­ra­li.

Ese­cu­zio­ne di sen­ten­ze an­te­rio­ri

 

1Le sen­ten­ze pro­nun­cia­te in ap­pli­ca­zio­ne del di­rit­to an­te­rio­re so­no ese­gui­te se­con­do ta­le di­rit­to. So­no sal­ve le ec­ce­zio­ni pre­vi­ste dai ca­po­ver­si 2 e 3.

2Se il nuo­vo di­rit­to non com­mi­na una pe­na per il fat­to per il qua­le è sta­ta pro­nun­cia­ta la con­dan­na se­con­do il di­rit­to an­te­rio­re, la pe­na o mi­su­ra in­flit­ta non è più ese­gui­ta.

3Le di­spo­si­zio­ni del nuo­vo di­rit­to con­cer­nen­ti l'ese­cu­zio­ne di pe­ne e mi­su­re non­ché i di­rit­ti e do­ve­ri del de­te­nu­to so­no ap­pli­ca­bi­li an­che a chi è sta­to con­dan­na­to se­con­do il di­rit­to an­te­rio­re.

Art. 389

Pre­scri­zio­ne

 

1Sal­vo di­spo­si­zio­ne con­tra­ria del pre­sen­te Co­di­ce, le di­spo­si­zio­ni del nuo­vo di­rit­to con­cer­nen­ti la pre­scri­zio­ne dell'azio­ne pe­na­le e del­la pe­na so­no ap­pli­ca­bi­li an­che se il fat­to è sta­to com­mes­so o l'au­to­re con­dan­na­to pri­ma del­la lo­ro en­tra­ta in vi­go­re, se più fa­vo­re­vo­li all'au­to­re.

2Il pe­rio­do di tem­po de­cor­so pri­ma dell'en­tra­ta in vi­go­re del nuo­vo di­rit­to è com­pu­ta­to.

Art. 390

Rea­ti per­se­gui­bi­li a que­re­la di par­te

 

1Per i rea­ti per­se­gui­bi­li so­lo a que­re­la di par­te, il ter­mi­ne per pre­sen­ta­re la que­re­la è cal­co­la­to se­con­do la leg­ge in vi­go­re al mo­men­to in cui il fat­to è sta­to com­mes­so.

2Se il nuo­vo di­rit­to ri­chie­de la que­re­la di par­te per per­se­gui­re un rea­to che se­con­do il di­rit­to an­te­rio­re era per­se­gui­bi­le d'uf­fi­cio, il ter­mi­ne per pre­sen­ta­re la que­re­la de­cor­re dall'en­tra­ta in vi­go­re del nuo­vo di­rit­to. Il pro­ce­di­men­to già in­tro­dot­to con­ti­nua so­lo a que­re­la di par­te.

3Se il nuo­vo di­rit­to pre­ve­de il per­se­gui­men­to d'uf­fi­cio di un rea­to che se­con­do il di­rit­to an­te­rio­re era per­se­gui­bi­le so­lo a que­re­la di par­te, il fat­to com­mes­so pri­ma dell'en­tra­ta in vi­go­re del nuo­vo di­rit­to è pu­ni­to so­lo a que­re­la di par­te.

Art. 391

4. Di­spo­si­zio­ni can­to­na­li d'ap­pli­ca­zio­ne

 

I Can­to­ni co­mu­ni­ca­no al­la Con­fe­de­ra­zio­ne le ne­ces­sa­rie di­spo­si­zio­ni di ap­pli­ca­zio­ne del pre­sen­te Co­di­ce.

Art. 392

5. En­tra­ta in vi­go­re

 

Il pre­sen­te Co­di­ce en­tra in vi­go­re il 1° gen­na­io 1942.

Disposizioni finali della modifica del 18 marzo 1971

Disposizionifinali della modifica del 13 dicembre 2002

Disposizione transitoria della modifica del 12 dicembre 2014

Disposizione transitoria della modifica del 26 settembre 2014

Disposizione transitoria della modifica del 19 giugno 2015

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