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Codice penale svizzero

del 21 dicembre 1937 (Stato 22 novembre 2022)

L’Assemblea federale della Confederazione Svizzera,

visto l’articolo 123 capoversi 1 e 3 della Costituzione federale1,2
visto il messaggio del Consiglio federale del 23 luglio 19183,

decreta:

1 RS 101

2 Nuovo testo giusta il n. I della LF del 30 set. 2011, in vigore dal 1° lug. 2012 (RU 20122575; FF 2010 49414967).

3FF 1918 II 1

Libro primo: Disposizioni generali4

4 Nuovo testo giusta il n. I della LF del 13 dic. 2002, in vigore dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Parte prima: Dei crimini e dei delitti

Titolo primo: Del campo d’applicazione

Art. 1

1. Nes­su­na san­zio­ne sen­za leg­ge

 

Una pe­na o mi­su­ra può es­se­re in­flit­ta sol­tan­to per un fat­to per cui la leg­ge com­mi­na espres­sa­men­te una pe­na.

Art. 2

2. Con­di­zio­ni di tem­po

 

1 È giu­di­ca­to se­con­do il pre­sen­te Co­di­ce chiun­que com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to do­po che il Co­di­ce è en­tra­to in vi­go­re.

2 Il pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca an­che in ca­so di cri­mi­ni o de­lit­ti com­mes­si pri­ma del­la sua en­tra­ta in vi­go­re ma giu­di­ca­ti do­po, se più fa­vo­re­vo­le all’au­to­re.

Art. 3

3. Con­di­zio­ni di luo­go.

Cri­mi­ni o de­lit­ti com­mes­si in Sviz­ze­ra

 

1 Il pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca a chiun­que com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to in Sviz­ze­ra.

2 Se, per il me­de­si­mo fat­to, l’au­to­re è sta­to con­dan­na­to all’este­ro e vi ha scon­ta­to to­tal­men­te o par­zial­men­te la pe­na, il giu­di­ce com­pu­ta la pe­na scon­ta­ta all’este­ro in quel­la da pro­nun­cia­re.

3 Fat­ta sal­va una cras­sa vio­la­zio­ne dei prin­ci­pi del­la Co­sti­tu­zio­ne fe­de­ra­le e del­la Con­ven­zio­ne del 4 no­vem­bre 19505 per la sal­va­guar­dia dei di­rit­ti dell’uo­mo e del­le li­ber­tà fon­da­men­ta­li (CE­DU), l’au­to­re per­se­gui­to all’este­ro a ri­chie­sta dell’au­to­ri­tà sviz­ze­ra non è più per­se­gui­to in Sviz­ze­ra per il me­de­si­mo fat­to se:

a.
è sta­to as­sol­to con sen­ten­za de­fi­ni­ti­va dal tri­bu­na­le este­ro;
b.
la san­zio­ne in­flit­ta­gli all’este­ro è sta­ta ese­gui­ta o con­do­na­ta op­pu­re è ca­du­ta in pre­scri­zio­ne.

4 Se l’au­to­re per­se­gui­to all’este­ro a ri­chie­sta dell’au­to­ri­tà sviz­ze­ra non ha scon­ta­to o ha so­lo par­zial­men­te scon­ta­to la pe­na all’este­ro, l’in­te­ra pe­na o la par­te re­si­dua è ese­gui­ta in Sviz­ze­ra. Il giu­di­ce de­ci­de se una mi­su­ra non ese­gui­ta o so­lo par­zial­men­te ese­gui­ta all’este­ro deb­ba es­se­re ese­gui­ta o con­ti­nua­ta in Sviz­ze­ra.

Art. 4

Cri­mi­ni o de­lit­ti com­mes­si all’este­ro con­tro lo Sta­to

 

1 Il pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca an­che a chiun­que com­met­te all’este­ro un cri­mi­ne o de­lit­to con­tro lo Sta­to o la di­fe­sa na­zio­na­le (art. 265–278).

2 Se, per il me­de­si­mo fat­to, l’au­to­re è sta­to con­dan­na­to all’este­ro e vi ha scon­ta­to to­tal­men­te o par­zial­men­te la pe­na, il giu­di­ce com­pu­ta la pe­na scon­ta­ta all’este­ro in quel­la da pro­nun­cia­re.

Art. 5

Rea­ti com­mes­si all’este­ro su mi­no­ren­ni

 

1 Il pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca inol­tre a chiun­que si tro­va in Sviz­ze­ra, non è estra­da­to e ha com­mes­so all’este­ro uno dei se­guen­ti rea­ti:

a.6
trat­ta di es­se­ri uma­ni (art. 182), coa­zio­ne ses­sua­le (art. 189), vio­len­za car­na­le (art. 190), at­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re (art. 191) o pro­mo­vi­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne (art. 195), se la vit­ti­ma è mi­no­re di di­ciot­to an­ni;
abis.7
at­ti ses­sua­li con per­so­ne di­pen­den­ti (art. 188) e at­ti ses­sua­li con mi­no­ren­ni con­tro ri­mu­ne­ra­zio­ne (art. 196);
b.
at­ti ses­sua­li con fan­ciul­li (art. 187), se la vit­ti­ma è mi­no­re di quat­tor­di­ci an­ni;
c.8
por­no­gra­fia qua­li­fi­ca­ta (art. 197 cpv. 3 e 4), se gli og­get­ti o le rap­pre­sen­ta­zio­ni ver­to­no su at­ti ses­sua­li con mi­no­ren­ni.

2 Fat­ta sal­va una cras­sa vio­la­zio­ne dei prin­ci­pi del­la Co­sti­tu­zio­ne fe­de­ra­le e del­la CE­DU9, l’au­to­re non è più per­se­gui­to in Sviz­ze­ra per il me­de­si­mo fat­to se:

a.
è sta­to as­sol­to con sen­ten­za de­fi­ni­ti­va da un tri­bu­na­le este­ro;
b.
la san­zio­ne in­flit­ta­gli all’este­ro è sta­ta ese­gui­ta o con­do­na­ta op­pu­re è ca­du­ta in pre­scri­zio­ne.

3 Se, per il me­de­si­mo fat­to, l’au­to­re è sta­to con­dan­na­to all’este­ro e vi ha scon­ta­to so­lo par­zial­men­te la pe­na, il giu­di­ce com­pu­ta la pe­na scon­ta­ta all’este­ro in quel­la da pro­nun­cia­re. Il giu­di­ce de­ci­de se una mi­su­ra or­di­na­ta all’este­ro, ma all’este­ro so­lo par­zial­men­te ese­gui­ta, deb­ba es­se­re con­ti­nua­ta o com­pu­ta­ta nel­la pe­na in­flit­ta in Sviz­ze­ra.

6 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 2 n. 1 del DF del 24 mar. 2006 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro il Prot. fa­col­ta­ti­vo del 25 mag. 2000 al­la Conv. sui di­rit­ti del fan­ciul­lo con­cer­nen­te la ven­di­ta di fan­ciul­li, la pro­sti­tu­zio­ne in­fan­ti­le e la pe­do­por­no­gra­fia, in vi­go­re dal 1° dic. 2006 (RU 2006 5437; FF 2005 2513).

7 In­tro­dot­ta dall’all. n. 1 del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).

8 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 1 del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).

9 RS 0.101

Art. 6

Rea­ti com­mes­si all’este­ro e per­se­gui­ti in con­for­mi­tà di un ob­bli­go in­ter­na­zio­na­le

 

1 Il pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca a chiun­que com­met­te all’este­ro un cri­mi­ne o un de­lit­to che la Sviz­ze­ra si è im­pe­gna­ta a re­pri­me­re in vir­tù di un ac­cor­do in­ter­na­zio­na­le se:

a.
l’at­to è pu­ni­bi­le an­che nel luo­go in cui è sta­to com­mes­so o que­sto luo­go non sog­gia­ce ad al­cu­na giu­ri­sdi­zio­ne pe­na­le; e
b.
l’au­to­re si tro­va in Sviz­ze­ra e non è estra­da­to all’este­ro.

2 Il giu­di­ce fis­sa le san­zio­ni in mo­do da non far­le ri­sul­ta­re com­ples­si­va­men­te più se­ve­re di quel­le pre­vi­ste dal­la leg­ge del luo­go in cui l’at­to è sta­to com­mes­so.

3 Fat­ta sal­va una cras­sa vio­la­zio­ne dei prin­ci­pi del­la Co­sti­tu­zio­ne fe­de­ra­le e del­la CE­DU10, l’au­to­re non è più per­se­gui­to in Sviz­ze­ra per il me­de­si­mo fat­to se:

a.
è sta­to as­sol­to con sen­ten­za de­fi­ni­ti­va da un tri­bu­na­le este­ro;
b.
la san­zio­ne in­flit­ta­gli all’este­ro è sta­ta ese­gui­ta o con­do­na­ta op­pu­re è ca­du­ta in pre­scri­zio­ne.

4 Se, per il me­de­si­mo fat­to, l’au­to­re è sta­to con­dan­na­to all’este­ro e vi ha scon­ta­to so­lo par­zial­men­te la pe­na, il giu­di­ce com­pu­ta la pe­na scon­ta­ta all’este­ro in quel­la da pro­nun­cia­re. Il giu­di­ce de­ci­de se una mi­su­ra or­di­na­ta all’este­ro, ma all’este­ro so­lo par­zial­men­te ese­gui­ta, deb­ba es­se­re con­ti­nua­ta o com­pu­ta­ta nel­la pe­na in­flit­ta in Sviz­ze­ra.

Art. 7

Al­tri rea­ti com­mes­si all’este­ro

 

1 Il pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca a chiun­que com­met­te all’este­ro un cri­mi­ne o un de­lit­to, sen­za che sia­no adem­piu­te le con­di­zio­ni di cui agli ar­ti­co­li 4, 5 o 6, se:

a.
l’at­to è pu­ni­bi­le an­che nel luo­go in cui è sta­to com­mes­so o que­sto luo­go non sog­gia­ce ad al­cu­na giu­ri­sdi­zio­ne pe­na­le;
b.
l’au­to­re si tro­va in Sviz­ze­ra o, per que­sto suo at­to, è estra­da­to al­la Con­fe­de­ra­zio­ne; e
c.
se­con­do il di­rit­to sviz­ze­ro l’at­to con­sen­te l’estra­di­zio­ne, ma l’au­to­re non vie­ne estra­da­to.

2 Se l’au­to­re non è sviz­ze­ro e il cri­mi­ne o il de­lit­to non è sta­to com­mes­so con­tro uno sviz­ze­ro, il ca­po­ver­so 1 è ap­pli­ca­bi­le sol­tan­to se:

a.
la ri­chie­sta di estra­di­zio­ne è sta­ta re­spin­ta per un mo­ti­vo non ine­ren­te al­la na­tu­ra dell’at­to; op­pu­re
b.
l’au­to­re ha com­mes­so un cri­mi­ne par­ti­co­lar­men­te gra­ve pro­scrit­to dal­la co­mu­ni­tà giu­ri­di­ca in­ter­na­zio­na­le.

3 Il giu­di­ce fis­sa le san­zio­ni in mo­do da non far­le ri­sul­ta­re com­ples­si­va­men­te più se­ve­re di quel­le pre­vi­ste dal­la leg­ge del luo­go in cui l’at­to è sta­to com­mes­so.

4 Fat­ta sal­va una cras­sa vio­la­zio­ne dei prin­ci­pi del­la Co­sti­tu­zio­ne fe­de­ra­le e dal­la CE­DU11, l’au­to­re non è più per­se­gui­to in Sviz­ze­ra per il me­de­si­mo fat­to se:

a.
è sta­to as­sol­to con sen­ten­za de­fi­ni­ti­va da un tri­bu­na­le este­ro;
b.
la san­zio­ne in­flit­ta­gli all’este­ro è sta­ta ese­gui­ta o con­do­na­ta op­pu­re è ca­du­ta in pre­scri­zio­ne.

5 Se, per il me­de­si­mo fat­to, l’au­to­re è sta­to con­dan­na­to all’este­ro e vi ha scon­ta­to so­lo par­zial­men­te la pe­na, il giu­di­ce com­pu­ta la pe­na scon­ta­ta all’este­ro in quel­la da pro­nun­cia­re. Il giu­di­ce de­ci­de se una mi­su­ra or­di­na­ta all’este­ro, ma all’este­ro so­lo par­zial­men­te ese­gui­ta, deb­ba es­se­re con­ti­nua­ta o com­pu­ta­ta nel­la pe­na in­flit­ta in Sviz­ze­ra.

Art. 8

Luo­go del rea­to

 

1 Un cri­mi­ne o un de­lit­to si re­pu­ta com­mes­so tan­to nel luo­go in cui l’au­to­re lo com­pie o omet­te di in­ter­ve­ni­re con­tra­ria­men­te al suo do­ve­re, quan­to in quel­lo in cui si ve­ri­fi­ca l’even­to.

2 Il ten­ta­ti­vo si re­pu­ta com­mes­so tan­to nel luo­go in cui l’au­to­re lo com­pie quan­to in quel­lo in cui, se­con­do la sua con­ce­zio­ne, avreb­be do­vu­to ve­ri­fi­car­si l’even­to.

Art. 9

4. Con­di­zio­ni per­so­na­li

 

1 Il pre­sen­te Co­di­ce non è ap­pli­ca­bi­le al­le per­so­ne i cui at­ti de­vo­no es­se­re giu­di­ca­ti se­con­do il di­rit­to pe­na­le mi­li­ta­re.

2 Per le per­so­ne che, al mo­men­to del fat­to, non ave­va­no an­co­ra com­piu­to i di­ciott’an­ni ri­man­go­no sal­ve le di­spo­si­zio­ni del di­rit­to pe­na­le mi­no­ri­le del 20 giu­gno 200312 (DP­Min). Se van­no giu­di­ca­ti nel con­tem­po un at­to com­mes­so pri­ma del com­pi­men­to dei di­ciott’an­ni e un at­to com­mes­so do­po, si ap­pli­ca l’ar­ti­co­lo 3 ca­po­ver­so 2 DP­Min.13

12 RS 311.1

13 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 44 n. 1 del di­rit­to pe­na­le mi­no­ri­le del 20 giu. 2003, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3545; FF 1999 1669).

Titolo secondo: Della punibilità

Art. 10

1. Cri­mi­ni e de­lit­ti.

De­fi­ni­zio­ni

 

1 Il pre­sen­te Co­di­ce di­stin­gue i cri­mi­ni dai de­lit­ti in fun­zio­ne del­la gra­vi­tà del­la pe­na com­mi­na­ta.

2 So­no cri­mi­ni i rea­ti per cui è com­mi­na­ta una pe­na de­ten­ti­va di ol­tre tre an­ni.

3 So­no de­lit­ti i rea­ti per cui è com­mi­na­ta una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 11

Com­mis­sio­ne per omis­sio­ne

 

1 Un cri­mi­ne o un de­lit­to può al­tre­sì es­se­re com­mes­so per omis­sio­ne con­tra­ria a un ob­bli­go di agi­re.

2 Com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to per omis­sio­ne con­tra­ria a un ob­bli­go di agi­re chiun­que non im­pe­di­sce l’espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo o la le­sio­ne di un be­ne giu­ri­di­co pro­tet­to dal­la le­gi­sla­zio­ne pe­na­le ben­ché vi sia te­nu­to in ra­gio­ne del suo sta­tus giu­ri­di­co, in par­ti­co­la­re in vir­tù:

a.
del­la leg­ge;
b.
di un con­trat­to;
c.
di una co­mu­ni­tà di ri­schi li­be­ra­men­te ac­cet­ta­ta; o
d.
del­la crea­zio­ne di un ri­schio.

3 Chi com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to per omis­sio­ne con­tra­ria a un ob­bli­go di agi­re è pu­ni­bi­le per il rea­to cor­ri­spon­den­te sol­tan­to se a se­con­da del­le cir­co­stan­ze gli si può muo­ve­re lo stes­so rim­pro­ve­ro che gli sa­reb­be sta­to ri­vol­to se aves­se com­mes­so at­ti­va­men­te il rea­to.

4 Il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na.

Art. 12

2. In­ten­zio­ne e ne­gli­gen­za.

De­fi­ni­zio­ni

 

1 Sal­vo che la leg­ge di­spon­ga espres­sa­men­te in al­tro mo­do, è pu­ni­bi­le so­lo co­lui che com­met­te con in­ten­zio­ne un cri­mi­ne o un de­lit­to.

2 Com­met­te con in­ten­zio­ne un cri­mi­ne o un de­lit­to chi lo com­pie con­sa­pe­vol­men­te e vo­lon­ta­ria­men­te. Ba­sta a tal fi­ne che l’au­to­re ri­ten­ga pos­si­bi­le il rea­liz­zar­si dell’at­to e se ne ac­col­li il ri­schio.

3 Com­met­te per ne­gli­gen­za un cri­mi­ne o un de­lit­to co­lui che, per un’im­pre­vi­den­za col­pe­vo­le, non ha scor­to le con­se­guen­ze del suo com­por­ta­men­to o non ne ha te­nu­to con­to. L’im­pre­vi­den­za è col­pe­vo­le se l’au­to­re non ha usa­to le pre­cau­zio­ni al­le qua­li era te­nu­to se­con­do le cir­co­stan­ze e le sue con­di­zio­ni per­so­na­li.

Art. 13

Er­ro­re sui fat­ti

 

1 Chiun­que agi­sce per ef­fet­to di una sup­po­si­zio­ne er­ro­nea del­le cir­co­stan­ze di fat­to è giu­di­ca­to se­con­do que­sta sup­po­si­zio­ne, se gli è fa­vo­re­vo­le.

2 Se aves­se po­tu­to evi­ta­re l’er­ro­re usan­do le de­bi­te pre­cau­zio­ni, è pu­ni­bi­le per ne­gli­gen­za qua­lo­ra la leg­ge re­pri­ma l’at­to co­me rea­to col­po­so.

Art. 14

3. At­ti le­ci­ti e col­pa.

At­to per­mes­so dal­la leg­ge

 

Chiun­que agi­sce co­me lo im­po­ne o lo con­sen­te la leg­ge si com­por­ta le­ci­ta­men­te an­che se l’at­to in sé sa­reb­be pu­ni­bi­le se­con­do il pre­sen­te Co­di­ce o un’al­tra leg­ge.

Art. 15

Le­git­ti­ma di­fe­sa esi­men­te

 

Ognu­no ha il di­rit­to di re­spin­ge­re in mo­do ade­gua­to al­le cir­co­stan­ze un’ag­gres­sio­ne in­giu­sta o la mi­nac­cia in­giu­sta di un’ag­gres­sio­ne im­mi­nen­te fat­ta a sé o ad al­tri.

Art. 16

Le­git­ti­ma di­fe­sa di­scol­pan­te

 

1 Se chi re­spin­ge un’ag­gres­sio­ne ec­ce­de i li­mi­ti del­la le­git­ti­ma di­fe­sa se­con­do l’ar­ti­co­lo 15, il giu­di­ce at­te­nua la pe­na.

2 Chi ec­ce­de i li­mi­ti del­la le­git­ti­ma di­fe­sa per scu­sa­bi­le ec­ci­ta­zio­ne o sbi­got­ti­men­to non agi­sce in mo­do col­pe­vo­le.

Art. 17

Sta­to di ne­ces­si­tà esi­men­te

 

Chiun­que com­met­te un rea­to per pre­ser­va­re un be­ne giu­ri­di­co pro­prio o un be­ne giu­ri­di­co al­trui da un pe­ri­co­lo im­mi­nen­te e non al­tri­men­ti evi­ta­bi­le agi­sce le­ci­ta­men­te se in tal mo­do sal­va­guar­da in­te­res­si pre­pon­de­ran­ti.

Art. 18

Sta­to di ne­ces­si­tà di­scol­pan­te

 

1 Se al­cu­no com­met­te un rea­to per pre­ser­va­re se stes­so o un’al­tra per­so­na da un pe­ri­co­lo im­mi­nen­te e non al­tri­men­ti evi­ta­bi­le per la vi­ta, l’in­te­gri­tà per­so­na­le, la li­ber­tà, l’ono­re, il pa­tri­mo­nio o al­tri be­ni es­sen­zia­li, il giu­di­ce at­te­nua la pe­na se si po­te­va ra­gio­ne­vol­men­te pre­ten­de­re che l’au­to­re sa­cri­fi­cas­se il be­ne in pe­ri­co­lo.

2 Non agi­sce in mo­do col­pe­vo­le co­lui dal qua­le non si po­te­va ra­gio­ne­vol­men­te pre­ten­de­re che sa­cri­fi­cas­se il be­ne in pe­ri­co­lo.

Art. 19

In­ca­pa­ci­tà e sce­ma­ta im­pu­ta­bi­li­tà

 

1 Non è pu­ni­bi­le co­lui che al mo­men­to del fat­to non era ca­pa­ce di va­lu­tar­ne il ca­rat­te­re il­le­ci­to o di agi­re se­con­do ta­le va­lu­ta­zio­ne.

2 Se al mo­men­to del fat­to l’au­to­re era sol­tan­to in par­te ca­pa­ce di va­lu­tar­ne il ca­rat­te­re il­le­ci­to o di agi­re se­con­do ta­le va­lu­ta­zio­ne, il giu­di­ce at­te­nua la pe­na.

3 Pos­so­no tut­ta­via es­se­re di­spo­ste le mi­su­re pre­vi­ste ne­gli ar­ti­co­li
59–61, 63, 64, 67, 67b e 67e.14

4 I ca­po­ver­si 1–3 non so­no ap­pli­ca­bi­li se l’au­to­re po­te­va evi­ta­re l’in­ca­pa­ci­tà o la sce­ma­ta im­pu­ta­bi­li­tà e pre­ve­de­re co­sì l’at­to com­mes­so in ta­le sta­to.

14 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Art. 20

Dub­bio sull’im­pu­ta­bi­li­tà

 

Qua­lo­ra vi sia se­rio mo­ti­vo di du­bi­ta­re dell’im­pu­ta­bi­li­tà dell’au­to­re, l’au­to­ri­tà istrut­to­ria o il giu­di­ce or­di­na una pe­ri­zia.

Art. 21

Er­ro­re sull’il­li­cei­tà

 

Chiun­que com­met­te un rea­to non sa­pen­do né po­ten­do sa­pe­re di agi­re il­le­ci­ta­men­te non agi­sce in mo­do col­pe­vo­le. Se l’er­ro­re era evi­ta­bi­le, il giu­di­ce at­te­nua la pe­na.

Art. 22

4. Ten­ta­ti­vo.

Pu­ni­bi­li­tà

 

1 Chiun­que, aven­do co­min­cia­to l’ese­cu­zio­ne di un cri­mi­ne o di un de­lit­to, non com­pie o com­pie sen­za ri­sul­ta­to o sen­za pos­si­bi­li­tà di ri­sul­ta­to tut­ti gli at­ti ne­ces­sa­ri al­la con­su­ma­zio­ne del rea­to può es­se­re pu­ni­to con pe­na at­te­nua­ta.

2 L’au­to­re che, per gra­ve di­fet­to d’in­tel­li­gen­za, non si ren­de con­to che l’og­get­to con­tro il qua­le l’at­to è di­ret­to o il mez­zo da lui usa­to per com­met­ter­lo è di na­tu­ra ta­le da esclu­de­re in mo­do as­so­lu­to la con­su­ma­zio­ne del rea­to è esen­te da pe­na.

Art. 23

De­si­sten­za e pen­ti­men­to at­ti­vo

 

1 Se l’au­to­re ha spon­ta­nea­men­te de­si­sti­to dal con­su­ma­re un rea­to ini­zia­to o ha con­tri­bui­to ad im­pe­dir­ne la con­su­ma­zio­ne, il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na o pre­scin­de­re da ogni pe­na.

2 Il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na o pre­scin­de­re da ogni pe­na nei con­fron­ti dei coau­to­ri o dei com­par­te­ci­pi che han­no spon­ta­nea­men­te con­tri­bui­to ad im­pe­di­re la con­su­ma­zio­ne del rea­to.

3 Il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na o pre­scin­de­re da ogni pe­na an­che se la de­si­sten­za dell’au­to­re o del com­par­te­ci­pe non ha, per al­tri mo­ti­vi, po­tu­to im­pe­di­re la con­su­ma­zio­ne del rea­to.

4 Il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na o pre­scin­de­re da ogni pe­na nei con­fron­ti del coau­to­re o com­par­te­ci­pe che si è ado­pe­ra­to se­ria­men­te e spon­ta­nea­men­te per im­pe­di­re la con­su­ma­zio­ne del rea­to, sem­pre­ché il rea­to me­de­si­mo sia sta­to com­mes­so in­di­pen­den­te­men­te dal suo con­tri­bu­to.

Art. 24

5. Par­te­ci­pa­zio­ne.

Isti­ga­zio­ne

 

1 Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te de­ter­mi­na al­tri a com­met­te­re un cri­mi­ne o un de­lit­to è pu­ni­to, se il rea­to è sta­to com­mes­so, con la pe­na ap­pli­ca­bi­le all’au­to­re.

2 Chiun­que ten­ta di de­ter­mi­na­re al­tri a com­met­te­re un cri­mi­ne in­cor­re nel­la pe­na pre­vi­sta per il ten­ta­ti­vo di que­sto cri­mi­ne.

Art. 25

Com­pli­ci­tà

 

Chiun­que aiu­ta in­ten­zio­nal­men­te al­tri a com­met­te­re un cri­mi­ne o un de­lit­to è pu­ni­to con pe­na at­te­nua­ta.

Art. 26

Par­te­ci­pa­zio­ne a un rea­to spe­cia­le

 

Se la pu­ni­bi­li­tà è giu­sti­fi­ca­ta o ag­gra­va­ta da uno spe­cia­le ob­bli­go del­l’au­to­re, il com­par­te­ci­pe che non sia vin­co­la­to a ta­le ob­bli­go è pu­ni­to con pe­na at­te­nua­ta.

Art. 27

Cir­co­stan­ze per­so­na­li

 

Si tie­ne con­to del­le spe­cia­li re­la­zio­ni, qua­li­tà e cir­co­stan­ze per­so­na­li che ag­gra­va­no, at­te­nua­no o esclu­do­no la pu­ni­bi­li­tà so­lo per l’au­to­re o il com­par­te­ci­pe a cui si ri­fe­ri­sco­no.

Art. 28

6. Pu­ni­bi­li­tà dei mass me­dia

 

1 Se un rea­to è com­mes­so me­dian­te pub­bli­ca­zio­ne in un mez­zo di co­mu­ni­ca­zio­ne so­cia­le e con­su­ma­to per ef­fet­to del­la pub­bli­ca­zio­ne, so­lo l’au­to­re dell’ope­ra è pu­ni­to, fat­te sal­ve le di­spo­si­zio­ni che se­guo­no.

2 Qua­lo­ra l’au­to­re dell’ope­ra non pos­sa es­se­re in­di­vi­dua­to o non pos­sa es­se­re tra­dot­to da­van­ti a un tri­bu­na­le sviz­ze­ro, è pu­ni­to il re­dat­to­re re­spon­sa­bi­le giu­sta l’ar­ti­co­lo 322bis. In sua man­can­za, è pu­ni­ta giu­sta il me­de­si­mo ar­ti­co­lo la per­so­na re­spon­sa­bi­le del­la pub­bli­ca­zio­ne.

3 Qua­lo­ra la pub­bli­ca­zio­ne sia av­ve­nu­ta all’in­sa­pu­ta o con­tro la vo­lon­tà dell’au­to­re dell’ope­ra, è pu­ni­to co­me au­to­re del rea­to il re­dat­to­re o, in sua man­can­za, la per­so­na re­spon­sa­bi­le del­la pub­bli­ca­zio­ne.

4 Non sog­gia­ce a pe­na il re­so­con­to ve­ri­tie­ro di de­li­be­ra­zio­ni pub­bli­che e di co­mu­ni­ca­zio­ni uf­fi­cia­li di un’au­to­ri­tà.

Art. 28a

Tu­te­la del­le fon­ti

 

1 Non pos­so­no es­se­re in­flit­te pe­ne né pre­si prov­ve­di­men­ti pro­ces­sua­li coer­ci­ti­vi nei con­fron­ti di per­so­ne che si oc­cu­pa­no pro­fes­sio­nal­men­te del­la pub­bli­ca­zio­ne di in­for­ma­zio­ni nel­la par­te re­da­zio­na­le di un pe­rio­di­co non­ché nei con­fron­ti dei lo­ro au­si­lia­ri, se ri­fiu­ta­no di te­sti­mo­nia­re sull’iden­ti­tà dell’au­to­re dell’ope­ra o su con­te­nu­to e fon­ti del­le in­for­ma­zio­ni.

2 Il ca­po­ver­so 1 non si ap­pli­ca se il giu­di­ce ac­cer­ta che:

a.
la te­sti­mo­nian­za è ne­ces­sa­ria per pre­ser­va­re da un pe­ri­co­lo im­mi­nen­te la vi­ta o l’in­te­gri­tà fi­si­ca di una per­so­na; op­pu­re
b.15
sen­za te­sti­mo­nian­za non è pos­si­bi­le far lu­ce su un omi­ci­dio ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 111–113 o su un al­tro cri­mi­ne pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni, op­pu­re su un rea­to ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 187, 189–191, 197 ca­po­ver­so 4, 260ter, 260quin­quies, 260se­xies, 305bis, 305tere 322ter–322sep­ties del pre­sen­te Co­di­ce, o ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 19 ca­po­ver­so 2 del­la leg­ge del 3 ot­to­bre 195116 su­gli stu­pe­fa­cen­ti, o non è pos­si­bi­le cat­tu­ra­re il col­pe­vo­le di un si­mi­le rea­to.

15 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 2 del DF del 25 set. 2020 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Con­ven­zio­ne del Con­si­glio d’Eu­ro­pa per la pre­ven­zio­ne del ter­ro­ri­smo e il re­la­ti­vo Pro­to­col­lo ad­di­zio­na­le e po­ten­zia il di­spo­si­ti­vo pe­na­le con­tro il ter­ro­ri­smo e la cri­mi­na­li­tà or­ga­niz­za­ta, in vi­go­re dal 1° lug. 2021 (RU 2021360; FF 2018 5439).

16 RS 812.121

Art. 29

7. Rap­por­ti di rap­pre­sen­tan­za

 

Se fon­da o ag­gra­va la pu­ni­bi­li­tà, la vio­la­zio­ne di un do­ve­re par­ti­co­la­re che in­com­be uni­ca­men­te al­la per­so­na giu­ri­di­ca, al­la so­cie­tà o al­la dit­ta in­di­vi­dua­le17 è im­pu­ta­ta a una per­so­na fi­si­ca al­lor­quan­do es­sa agi­sce:

a.
in qua­li­tà di or­ga­no o mem­bro di un or­ga­no di una per­so­na giu­ri­di­ca;
b.
in qua­li­tà di so­cio;
c.
in qua­li­tà di col­la­bo­ra­to­re di una per­so­na giu­ri­di­ca, di una so­cie­tà o di una dit­ta in­di­vi­dua­le18 nel­la qua­le eser­ci­ta com­pe­ten­ze de­ci­sio­na­li au­to­no­me nel pro­prio set­to­re di at­ti­vi­tà;
d.
in qua­li­tà di di­ri­gen­te ef­fet­ti­vo sen­za es­se­re or­ga­no, mem­bro di un or­ga­no, so­cio o col­la­bo­ra­to­re.

17 Ora: im­pre­sa in­di­vi­dua­le.

18 Ora: im­pre­sa in­di­vi­dua­le.

Art. 30

8. Que­re­la del­la par­te le­sa.

Di­rit­to di que­re­la

 

1 Se un rea­to è pu­ni­bi­le so­lo a que­re­la di par­te, chiun­que ne è sta­to le­so può chie­de­re che l’au­to­re sia pu­ni­to.

2 Se la per­so­na le­sa non ha l’eser­ci­zio dei di­rit­ti ci­vi­li, il di­rit­to di que­re­la spet­ta al suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le. Se es­sa si tro­va sot­to tu­te­la o cu­ra­te­la ge­ne­ra­le, il di­rit­to di que­re­la spet­ta an­che all’au­to­ri­tà di pro­te­zio­ne de­gli adul­ti.19

3 La per­so­na le­sa mi­no­ren­ne o sot­to cu­ra­te­la ge­ne­ra­le può an­ch’es­sa pre­sen­ta­re la que­re­la se è ca­pa­ce di di­scer­ni­men­to.20

4 Se la per­so­na le­sa muo­re sen­za ave­re pre­sen­ta­to que­re­la né ave­re espres­sa­men­te ri­nun­cia­to a pre­sen­tar­la, il di­rit­to di que­re­la pas­sa a ognu­no dei suoi con­giun­ti.

5 Se l’aven­te di­rit­to ha espres­sa­men­te ri­nun­cia­to a pre­sen­ta­re la que­re­la, la ri­nun­cia è de­fi­ni­ti­va.

19 Nuo­vo te­sto del per. giu­sta l’all. n. 14 del­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2011 725; FF 2006 6391).

20 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 14 del­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2011 725; FF 2006 6391).

Art. 31

Ter­mi­ne

 

Il di­rit­to di que­re­la si estin­gue in tre me­si. Il ter­mi­ne de­cor­re dal gior­no in cui l’aven­te di­rit­to ha co­no­sciu­to l’iden­ti­tà dell’au­to­re del rea­to.

Art. 32

In­di­vi­si­bi­li­tà

 

Quan­do l’aven­te di­rit­to pre­sen­ta que­re­la con­tro uno dei com­par­te­ci­pi al rea­to, tut­ti i com­par­te­ci­pi de­vo­no es­se­re per­se­gui­ti.

Art. 33

De­si­sten­za

 

1 Il que­re­lan­te può de­si­ste­re dal­la que­re­la fin­ché non sia sta­ta pro­nun­cia­ta la sen­ten­za can­to­na­le di se­con­da istan­za.

2 Chi ha de­si­sti­to dal­la que­re­la non può più ri­pro­por­la.

3 La de­si­sten­za dal­la que­re­la con­tro uno de­gli im­pu­ta­ti va­le per tut­ti.

4 Es­sa non va­le per l’im­pu­ta­to che vi si op­pon­ga.

Titolo terzo: Delle pene e delle misure

Capo primo: Delle pene

Sezione 1: Della pena pecuniaria e della pena detentiva 21

21 Nuovo testo giusta il n. I 1 della LF del 19 giu. 2015 (Modifica della disciplina delle sanzioni), in vigore dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 34

1. Pe­na pe­cu­nia­ria.

Com­mi­su­ra­zio­ne

 

1 Sal­vo di­ver­sa di­spo­si­zio­ne del­la leg­ge, la pe­na pe­cu­nia­ria am­mon­ta al­me­no a 3 ali­quo­te gior­na­lie­re e al mas­si­mo a 180 ali­quo­te gior­na­lie­re.22 Il giu­di­ce ne sta­bi­li­sce il nu­me­ro com­mi­su­ran­do­lo al­la col­pe­vo­lez­za dell’au­to­re.

2 Di re­go­la un’ali­quo­ta gior­na­lie­ra am­mon­ta al­me­no a 30 fran­chi e al mas­si­mo a 3000 fran­chi. Ec­ce­zio­nal­men­te, se la si­tua­zio­ne per­so­na­le ed eco­no­mi­ca dell’au­to­re lo ri­chie­de, può es­se­re ri­dot­ta fi­no a 10 fran­chi. Il giu­di­ce ne fis­sa l’im­por­to se­con­do la si­tua­zio­ne per­so­na­le ed eco­no­mi­ca dell’au­to­re al mo­men­to del­la pro­nun­cia del­la sen­ten­za, te­nen­do se­gna­ta­men­te con­to del suo red­di­to e del­la sua so­stan­za, del suo te­no­re di vi­ta, dei suoi ob­bli­ghi fa­mi­lia­ri e as­si­sten­zia­li e del mi­ni­mo vi­ta­le.23

3 Le au­to­ri­tà fe­de­ra­li, can­to­na­li e co­mu­na­li for­ni­sco­no le in­for­ma­zio­ni ne­ces­sa­rie per la de­ter­mi­na­zio­ne dell’ali­quo­ta gior­na­lie­ra.

4 Il nu­me­ro e l’im­por­to del­le ali­quo­te gior­na­lie­re so­no fis­sa­ti nel­la sen­ten­za.

22 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

23 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 35

Esa­zio­ne

 

1 L’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne fis­sa al con­dan­na­to un ter­mi­ne da uno a sei me­si per il pa­ga­men­to.24 Può or­di­na­re il pa­ga­men­to ra­tea­le e, a ri­chie­sta, pro­ro­ga­re i ter­mi­ni.

2 Se vi è fon­da­to so­spet­to che il con­dan­na­to si sot­trar­rà all’esa­zio­ne, l’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne può esi­ge­re il pa­ga­men­to im­me­dia­to o la pre­sta­zio­ne di ga­ran­zie.

3 Se il con­dan­na­to non pa­ga la pe­na pe­cu­nia­ria nei ter­mi­ni fis­sa­ti, l’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne or­di­na l’ese­cu­zio­ne per de­bi­ti qua­lo­ra il prov­ve­di­men­to ap­pa­ia ef­fi­ca­ce.

24 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 36

Pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va

 

1 Se il con­dan­na­to non pa­ga la pe­na pe­cu­nia­ria e que­st’ul­ti­ma non può es­se­re ri­scos­sa in via ese­cu­ti­va (art. 35 cpv. 3), la pe­na pe­cu­nia­ria è so­sti­tui­ta da una pe­na de­ten­ti­va. Un’ali­quo­ta gior­na­lie­ra cor­ri­spon­de a un gior­no di pe­na de­ten­ti­va. La pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va si estin­gue con il pa­ga­men­to a po­ste­rio­ri del­la pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Se la pe­na pe­cu­nia­ria è sta­ta in­flit­ta da un’au­to­ri­tà am­mi­ni­stra­ti­va, il giu­di­ce de­ci­de sul­la pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va.

3 a 5 ...25

25 Abro­ga­ti dal n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), con ef­fet­to 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 37a3926

2. ...

 

26 Abro­ga­ti dal n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), con ef­fet­to 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 4027

3. Pe­na de­ten­ti­va.

Du­ra­ta

 

1 La du­ra­ta mi­ni­ma del­la pe­na de­ten­ti­va è di tre gior­ni; ri­ma­ne sal­va una pe­na de­ten­ti­va più bre­ve pro­nun­cia­ta in so­sti­tu­zio­ne di una pe­na pe­cu­nia­ria (art. 36) o di una mul­ta (art. 106) non pa­ga­te.

2 La du­ra­ta mas­si­ma del­la pe­na de­ten­ti­va è di ven­ti an­ni. La pe­na de­ten­ti­va è a vi­ta se la leg­ge lo di­chia­ra espres­sa­men­te.

27 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 4128

Pe­na de­ten­ti­va in luo­go del­la pe­na pe­cu­nia­ria

 

1 Il giu­di­ce può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va in­ve­ce di una pe­na pe­cu­nia­ria se:

a.
una pe­na de­ten­ti­va ap­pa­re giu­sti­fi­ca­ta per trat­te­ne­re l’au­to­re dal com­met­te­re nuo­vi cri­mi­ni o de­lit­ti; o
b.
una pe­na pe­cu­nia­ria non po­trà ve­ro­si­mil­men­te es­se­re ese­gui­ta.

2 Il giu­di­ce de­ve mo­ti­va­re in mo­do cir­co­stan­zia­to la scel­ta del­la pe­na de­ten­ti­va.

3 Ri­ma­ne sal­va la pe­na de­ten­ti­va pro­nun­cia­ta in so­sti­tu­zio­ne di una pe­na pe­cu­nia­ria non pa­ga­ta (art. 36).

28 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Sezione 2: Della condizionale

Art. 42

1. Pe­ne con la con­di­zio­na­le

 

1 Il giu­di­ce so­spen­de di re­go­la l’ese­cu­zio­ne di una pe­na pe­cu­nia­ria o di una pe­na de­ten­ti­va non su­pe­rio­re a due an­ni se una pe­na sen­za con­di­zio­na­le non sem­bra ne­ces­sa­ria per trat­te­ne­re l’au­to­re dal com­met­te­re nuo­vi cri­mi­ni o de­lit­ti.29

2 Se, nei cin­que an­ni pri­ma del rea­to, l’au­to­re è sta­to con­dan­na­to a una pe­na de­ten­ti­va su­pe­rio­re a sei me­si, con o sen­za con­di­zio­na­le, la so­spen­sio­ne è pos­si­bi­le sol­tan­to in pre­sen­za di cir­co­stan­ze par­ti­co­lar­men­te fa­vo­re­vo­li.30

3 La con­ces­sio­ne del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le può es­se­re ri­fiu­ta­ta an­che per­ché l’au­to­re ha omes­so di ri­pa­ra­re il dan­no con­tra­ria­men­te a quan­to si po­te­va ra­gio­ne­vol­men­te pre­ten­de­re da lui.

4 Ol­tre al­la pe­na con­di­zio­nal­men­te so­spe­sa il giu­di­ce può in­flig­ge­re una mul­ta ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 106.31

29 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

30 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

31 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 43

2. Pe­na de­ten­ti­va con con­di­zio­na­le par­zia­le

 

1 Il giu­di­ce può so­spen­de­re par­zial­men­te l’ese­cu­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va di un an­no a tre an­ni se ne­ces­sa­rio per te­ne­re suf­fi­cien­te­men­te con­to del­la col­pa dell’au­to­re.33

2 La par­te da ese­gui­re non può ec­ce­de­re la me­tà del­la pe­na.

3 La par­te so­spe­sa e la par­te da ese­gui­re de­vo­no es­se­re di al­me­no sei me­si. Le nor­me sul­la con­ces­sio­ne del­la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le (art. 86) non so­no ap­pli­ca­bi­li al­la par­te da ese­gui­re.34

33 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

34 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 44

3. Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni.

Pe­rio­do di pro­va

 

1 Se il giu­di­ce so­spen­de del tut­to o in par­te l’ese­cu­zio­ne del­la pe­na, al con­dan­na­to è im­par­ti­to un pe­rio­do di pro­va da due a cin­que an­ni.

2 Per la du­ra­ta del pe­rio­do di pro­va, il giu­di­ce può or­di­na­re un’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta.

3 Il giu­di­ce spie­ga al con­dan­na­to l’im­por­tan­za e le con­se­guen­ze del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le.

Art. 45

Suc­ces­so del pe­rio­do di pro­va

 

Se il con­dan­na­to su­pe­ra con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va, la pe­na so­spe­sa non è più ese­gui­ta.

Art. 46

In­suc­ces­so del pe­rio­do di pro­va

 

1 Se, du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, il con­dan­na­to com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to e vi è per­tan­to da at­ten­der­si ch’egli com­met­te­rà nuo­vi rea­ti, il giu­di­ce re­vo­ca la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le. Se la pe­na di cui è re­vo­ca­ta la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le e la nuo­va pe­na so­no del­lo stes­so ge­ne­re, il giu­di­ce pro­nun­cia una pe­na uni­ca in ap­pli­ca­zio­ne ana­lo­gi­ca dell’ar­ti­co­lo 49.35

2 Se non vi è d’at­ten­der­si che il con­dan­na­to com­pia nuo­vi rea­ti, il giu­di­ce ri­nun­cia al­la re­vo­ca. Può am­mo­ni­re il con­dan­na­to o pro­ro­ga­re il pe­rio­do di pro­va al mas­si­mo del­la me­tà del­la du­ra­ta sta­bi­li­ta nel­la sen­ten­za. Per la du­ra­ta del pe­rio­do di pro­va pro­ro­ga­to, può or­di­na­re un’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta. Se po­ste­rio­re al pe­rio­do di pro­va, la pro­ro­ga de­cor­re dal gior­no in cui è sta­ta or­di­na­ta.

3 Il giu­di­ce com­pe­ten­te per giu­di­ca­re il nuo­vo cri­mi­ne o de­lit­to de­ci­de an­che sul­la re­vo­ca.

4 Se il con­dan­na­to si sot­trae all’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta, è ap­pli­ca­bi­le l’ar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­si 3–5.

5 La re­vo­ca non può più es­se­re or­di­na­ta do­po tre an­ni dal­la sca­den­za del pe­rio­do di pro­va.

35 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Sezione 3: Della commisurazione della pena

Art. 47

1. Prin­ci­pio

 

1 Il giu­di­ce com­mi­su­ra la pe­na al­la col­pa dell’au­to­re. Tie­ne con­to del­la vi­ta an­te­rio­re e del­le con­di­zio­ni per­so­na­li dell’au­to­re, non­ché del­l’ef­fet­to che la pe­na avrà sul­la sua vi­ta.

2 La col­pa è de­ter­mi­na­ta se­con­do il gra­do di le­sio­ne o espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo del be­ne giu­ri­di­co of­fe­so, se­con­do la re­pren­si­bi­li­tà dell’of­fe­sa, i mo­ven­ti e gli obiet­ti­vi per­se­gui­ti, non­ché, te­nu­to con­to del­le cir­co­stan­ze in­ter­ne ed ester­ne, se­con­do la pos­si­bi­li­tà che l’au­to­re ave­va di evi­ta­re l’espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo o la le­sio­ne.

Art. 48

2. At­te­nua­zio­ne del­la pe­na.

Cir­co­stan­ze at­te­nuan­ti

 

Il giu­di­ce at­te­nua la pe­na se:

a.
l’au­to­re ha agi­to:
1.
per mo­ti­vi ono­re­vo­li,
2.
in sta­to di gra­ve an­gu­stia,
3.
sot­to l’im­pres­sio­ne d’una gra­ve mi­nac­cia,
4.
ad in­ci­ta­men­to di una per­so­na a cui do­ve­va ob­be­dien­za o da cui di­pen­de­va;
b.
l’au­to­re è sta­to se­ria­men­te in­dot­to in ten­ta­zio­ne dal­la con­dot­ta del­la vit­ti­ma;
c.
l’au­to­re ha agi­to ce­den­do a una vio­len­ta com­mo­zio­ne dell’ani­mo scu­sa­bi­le per le cir­co­stan­ze o in sta­to di pro­fon­da pro­stra­zio­ne;
d.
l’au­to­re ha di­mo­stra­to con fat­ti sin­ce­ro pen­ti­men­to, spe­cial­men­te se ha ri­sar­ci­to il dan­no per quan­to si po­tes­se ra­gio­ne­vol­men­te pre­ten­de­re da lui;
e.
la pe­na ha ma­ni­fe­sta­men­te per­so di sen­so vi­sto il tem­po tra­scor­so dal rea­to e da al­lo­ra l’au­to­re ha te­nu­to buo­na con­dot­ta.

Art. 48a

Ef­fet­ti

 

1 Se at­te­nua la pe­na, il giu­di­ce non è vin­co­la­to al­la pe­na mi­ni­ma com­mi­na­ta.

2 Il giu­di­ce può pro­nun­cia­re una pe­na di ge­ne­re di­ver­so da quel­lo com­mi­na­to, ma è vin­co­la­to al mas­si­mo e al mi­ni­mo le­ga­li di cia­scun ge­ne­re di pe­na.

Art. 49

3. Con­cor­so di rea­ti

 

1 Quan­do per uno o più rea­ti ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per l’in­fli­zio­ne di più pe­ne del­lo stes­so ge­ne­re, il giu­di­ce con­dan­na l’au­to­re al­la pe­na pre­vi­sta per il rea­to più gra­ve au­men­tan­do­la in mi­su­ra ade­gua­ta. Non può tut­ta­via au­men­ta­re di ol­tre la me­tà il mas­si­mo del­la pe­na com­mi­na­ta. È in ogni mo­do vin­co­la­to al mas­si­mo le­ga­le del ge­ne­re di pe­na.

2 Se de­ve giu­di­ca­re un rea­to che l’au­to­re ha com­mes­so pri­ma di es­se­re sta­to con­dan­na­to per un al­tro fat­to, il giu­di­ce de­ter­mi­na la pe­na com­ple­men­ta­re in mo­do che l’au­to­re non sia pu­ni­to più gra­ve­men­te di quan­to sa­reb­be sta­to se i di­ver­si rea­ti fos­se­ro sta­ti com­pre­si in un uni­co giu­di­zio.

3 Nel­la com­mi­su­ra­zio­ne del­la pe­na uni­ca se­con­do i ca­po­ver­si 1 e 2, i rea­ti che l’au­to­re aves­se com­mes­so pri­ma di aver com­piu­to i di­ciott’an­ni non de­vo­no in­ci­de­re più di quan­to sa­reb­be sta­to se fos­se­ro sta­ti giu­di­ca­ti sin­go­lar­men­te.

Art. 50

4. Ob­bli­go di mo­ti­va­zio­ne

 

Se la sen­ten­za dev’es­se­re mo­ti­va­ta, il giu­di­ce vi espo­ne an­che le cir­co­stan­ze ri­le­van­ti per la com­mi­su­ra­zio­ne del­la pe­na e la lo­ro pon­de­ra­zio­ne.

Art. 51

5. Com­pu­to del car­ce­re pre­ven­ti­vo

 

Il giu­di­ce com­pu­ta nel­la pe­na il car­ce­re pre­ven­ti­vo scon­ta­to nell’am­bi­to del pro­ce­di­men­to in at­to o di un al­tro pro­ce­di­men­to. Un gior­no di car­ce­re cor­ri­spon­de a un’ali­quo­ta gior­na­lie­ra di pe­na pe­cu­nia­ria.36

36 Nuo­vo te­sto del per. giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Sezione 4: Dell’impunità nonché della sospensione e dell’abbandono del procedimento 37

37 Introdotto dal n. I 3 della LF del 14 dic. 2018 intesa a migliorare la protezione delle vittime di violenza, in vigore dal 1° lug. 2020 (RU 2019 2273; FF 2017 6267).

Art. 52

1. Mo­ti­vi d’im­pu­ni­tà.

Pu­ni­zio­ne pri­va di sen­so

 

L’au­to­ri­tà com­pe­ten­te pre­scin­de dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne se la col­pa e le con­se­guen­ze del fat­to so­no di lie­ve en­ti­tà.

Art. 5339

Ri­pa­ra­zio­ne

 

Se l’au­to­re ha ri­sar­ci­to il dan­no o ha in­tra­pre­so tut­to quan­to si po­te­va ra­gio­ne­vol­men­te pre­ten­de­re da lui per ri­pa­ra­re al tor­to da lui cau­sa­to, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te pre­scin­de dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne qua­lo­ra:

a.
co­me pu­ni­zio­ne en­tri in li­nea di con­to una pe­na de­ten­ti­va si­no a un an­no con la con­di­zio­na­le, una pe­na pe­cu­nia­ria con la con­di­zio­na­le o una mul­ta;
b.
l’in­te­res­se del pub­bli­co e del dan­neg­gia­to all’at­tua­zio­ne del pro­ce­di­men­to pe­na­le sia di scar­sa im­por­tan­za; e
c.
l’au­to­re am­met­ta i fat­ti.

39 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 14 dic. 2018 che mo­di­fi­ca la di­sci­pli­na del­la ri­pa­ra­zio­ne, in vi­go­re dal 1° lug. 2019 (RU 2019 1809; FF 2018 31934223).

Art. 54

Au­to­re du­ra­men­te col­pi­to

 

Se l’au­to­re è sta­to co­sì du­ra­men­te col­pi­to dal­le con­se­guen­ze di­ret­te del suo at­to che una pe­na ri­sul­te­reb­be inap­pro­pria­ta, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te pre­scin­de dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne.

Art. 55

2. Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni

 

1 Se le con­di­zio­ni dell’im­pu­ni­tà so­no adem­piu­te, il giu­di­ce pre­scin­de dal­la re­vo­ca del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le o, in ca­so di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le, dal ri­pri­sti­no dell’ese­cu­zio­ne.

2 I Can­to­ni de­si­gna­no or­ga­ni del­la giu­sti­zia pe­na­le qua­li au­to­ri­tà com­pe­ten­ti ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 52, 53 e 54.

Art. 55a41

3. So­spen­sio­ne e ab­ban­do­no del pro­ce­di­men­to.

Co­niu­ge, part­ner re­gi­stra­to o part­ner con­vi­ven­te qua­le vit­ti­ma

 

1 In ca­so di le­sio­ni sem­pli­ci (art. 123 n. 2 cpv. 3–5), vie di fat­to rei­te­ra­te (art. 126 cpv. 2 lett. b, bbis e c), mi­nac­cia (art. 180 cpv. 2) e co­azio­ne (art. 181), il pub­bli­co mi­ni­ste­ro o il giu­di­ce può so­spen­de­re il pro­ce­di­men­to, se:42

a.43
la vit­ti­ma è:
1.
il co­niu­ge o il co­niu­ge di­vor­zia­to dell’au­to­re e il fat­to è sta­to com­mes­so du­ran­te il ma­tri­mo­nio o nell’an­no suc­ces­si­vo al di­vor­zio, o
2.
il part­ner re­gi­stra­to o l’ex part­ner re­gi­stra­to dell’au­to­re e il fat­to è sta­to com­mes­so du­ran­te l’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta o nell’an­no suc­ces­si­vo al suo scio­gli­men­to, o
3.
il part­ner con­vi­ven­te, ete­ro­ses­sua­le o omo­ses­sua­le, o l’ex part­ner con­vi­ven­te dell’au­to­re e il fat­to è sta­to com­mes­so du­ran­te la con­vi­ven­za o nell’an­no suc­ces­si­vo al­la se­pa­ra­zio­ne; e
b.44
la vit­ti­ma o, nel ca­so in cui es­sa non ab­bia l’eser­ci­zio dei di­rit­ti ci­vi­li, il suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le lo ri­chie­de; e
c.45
la so­spen­sio­ne ap­pa­re ido­nea a sta­bi­liz­za­re o mi­glio­ra­re la si­tua­zio­ne del­la vit­ti­ma.

2 Il pub­bli­co mi­ni­ste­ro o il giu­di­ce può ob­bli­ga­re l’im­pu­ta­to a par­te­ci­pa­re a un pro­gram­ma di pre­ven­zio­ne del­la vio­len­za du­ran­te la so­spen­sio­ne del pro­ce­di­men­to. Il pub­bli­co mi­ni­ste­ro o il giu­di­ce in­for­ma sul­le mi­su­re adot­ta­te il ser­vi­zio can­to­na­le com­pe­ten­te per i ca­si di vio­len­za do­me­sti­ca.46

3 La so­spen­sio­ne non è am­mes­sa, se:

a.
l’im­pu­ta­to è sta­to con­dan­na­to per un cri­mi­ne o un de­lit­to con­tro la vi­ta e l’in­te­gri­tà del­la per­so­na, la li­ber­tà per­so­na­le o l’in­te­gri­tà ses­sua­le;
b.
nei con­fron­ti dell’im­pu­ta­to è sta­ta pro­nun­cia­ta una pe­na od or­di­na­ta una mi­su­ra; e
c.
il rea­to è sta­to com­mes­so con­tro una vit­ti­ma ai sen­si del ca­po­ver­so 1 let­te­ra a.47

4 La so­spen­sio­ne è li­mi­ta­ta a sei me­si. Il pub­bli­co mi­ni­ste­ro o il giu­di­ce ri­pren­de il pro­ce­di­men­to se la vit­ti­ma o, nel ca­so in cui es­sa non ab­bia l’eser­ci­zio dei di­rit­ti ci­vi­li, il suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le lo ri­chie­de o se ri­sul­ta che la so­spen­sio­ne non sta­bi­liz­za né mi­glio­ra la si­tua­zio­ne del­la vit­ti­ma.48

5 Pri­ma del­la fi­ne del pe­rio­do di so­spen­sio­ne il pub­bli­co mi­ni­ste­ro o il giu­di­ce pro­ce­de a una va­lu­ta­zio­ne. Se la si­tua­zio­ne del­la vit­ti­ma si è sta­bi­liz­za­ta o è mi­glio­ra­ta, è di­spo­sto l’ab­ban­do­no del pro­ce­di­men­to.49

41 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 17321761).

42 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 3 del­la LF del 14 dic. 2018 in­te­sa a mi­glio­ra­re la pro­te­zio­ne del­le vit­ti­me di vio­len­za, in vi­go­re dal 1° lug. 2020 (RU 2019 2273; FF 2017 6267).

43 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 17321761).

44 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 3 del­la LF del 14 dic. 2018 in­te­sa a mi­glio­ra­re la pro­te­zio­ne del­le vit­ti­me di vio­len­za, in vi­go­re dal 1° lug. 2020 (RU 2019 2273; FF 2017 6267).

45 In­tro­dot­to dal n. I 3 del­la LF del 14 dic. 2018 in­te­sa a mi­glio­ra­re la pro­te­zio­ne del­le vit­ti­me di vio­len­za, in vi­go­re dal 1° lug. 2020 (RU 2019 2273; FF 2017 6267).

46 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 3 del­la LF del 14 dic. 2018 in­te­sa a mi­glio­ra­re la pro­te­zio­ne del­le vit­ti­me di vio­len­za, in vi­go­re dal 1° lug. 2020 (RU 2019 2273; FF 2017 6267).

47 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 3 del­la LF del 14 dic. 2018 in­te­sa a mi­glio­ra­re la pro­te­zio­ne del­le vit­ti­me di vio­len­za, in vi­go­re dal 1° lug. 2020 (RU 2019 2273; FF 2017 6267).

48 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 3 del­la LF del 14 dic. 2018 in­te­sa a mi­glio­ra­re la pro­te­zio­ne del­le vit­ti­me di vio­len­za, in vi­go­re dal 1° lug. 2020 (RU 2019 2273; FF 2017 6267).

49 In­tro­dot­to dal n. I 3 del­la LF del 14 dic. 2018 in­te­sa a mi­glio­ra­re la pro­te­zio­ne del­le vit­ti­me di vio­len­za, in vi­go­re dal 1° lug. 2020 (RU 2019 2273; FF 2017 6267).

Capo secondo: Delle misure

Sezione 1: Delle misure terapeutiche e dell’internamento

Art. 56

1. Prin­ci­pi

 

1 Una mi­su­ra de­ve es­se­re or­di­na­ta se:

a.
la so­la pe­na non è at­ta a im­pe­di­re il ri­schio che l’au­to­re com­met­ta al­tri rea­ti;
b.
sus­si­ste un bi­so­gno di trat­ta­men­to dell’au­to­re o la si­cu­rez­za pub­bli­ca lo esi­ge; e
c.
le con­di­zio­ni pre­vi­ste ne­gli ar­ti­co­li 59–61, 63 o 64 so­no adem­piu­te.

2 La mi­su­ra può es­se­re pro­nun­cia­ta se la con­nes­sa in­ge­ren­za nei di­rit­ti del­la per­so­na­li­tà dell’au­to­re non sia spro­por­zio­na­ta ri­spet­to al­la pro­ba­bi­li­tà e gra­vi­tà di nuo­vi rea­ti.

3 Per or­di­na­re una mi­su­ra pre­vi­sta ne­gli ar­ti­co­li 59–61, 63 e 64, co­me pu­re in ca­so di mo­di­fi­ca del­la san­zio­ne se­con­do l’ar­ti­co­lo 65, il giu­di­ce si fon­da su una pe­ri­zia. La pe­ri­zia ver­te su:

a.
la ne­ces­si­tà e le pro­spet­ti­ve di suc­ces­so di un trat­ta­men­to del­l’au­to­re;
b.
il ge­ne­re e la pro­ba­bi­li­tà di even­tua­li al­tri rea­ti; e
c.
la pos­si­bi­li­tà di ese­gui­re la mi­su­ra.

4 Se l’au­to­re ha com­mes­so un rea­to ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, la pe­ri­zia dev’es­se­re ef­fet­tua­ta da un esper­to che non ab­bia né cu­ra­to né as­si­sti­to in al­tro mo­do l’au­to­re.

4bis Se en­tra in li­nea di con­to l’in­ter­na­men­to a vi­ta di cui all’ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1bis, il giu­di­ce, per or­di­nar­lo, si fon­da sul­le pe­ri­zie di al­me­no due pe­ri­ti esper­ti e re­ci­pro­ca­men­te in­di­pen­den­ti che non han­no né cu­ra­to né as­si­sti­to in al­tro mo­do l’au­to­re.50

5 Di re­go­la il giu­di­ce or­di­na una mi­su­ra sol­tan­to se è di­spo­ni­bi­le un’i­sti­tu­zio­ne ade­gua­ta.

6 La mi­su­ra i cui pre­sup­po­sti non sia­no più adem­piu­ti dev’es­se­re sop­pres­sa.

50 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).

Art. 56a

Con­cor­so di mi­su­re

 

1 Se più mi­su­re si ri­ve­la­no ugual­men­te ade­gua­te, ma una so­la è ne­ces­sa­ria, il giu­di­ce or­di­na quel­la me­no gra­vo­sa per l’au­to­re.

2 Se più mi­su­re si ri­ve­la­no ne­ces­sa­rie, il giu­di­ce può or­di­nar­le con­giun­ta­men­te.

Art. 57

Re­la­zio­ne tra le mi­su­re e le pe­ne

 

1 Se so­no adem­piu­te le con­di­zio­ni sia per una pe­na sia per una mi­su­ra, il tri­bu­na­le or­di­na en­tram­be le san­zio­ni.

2 Le mi­su­re di cui agli ar­ti­co­li 59–61 van­no ese­gui­te pri­ma del­la pe­na de­ten­ti­va pro­nun­cia­ta con­tem­po­ra­nea­men­te o di­ve­nu­ta ese­cu­ti­va in se­gui­to a re­vo­ca del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le o del­la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le. Pa­ri­men­ti, le mi­su­re ri­pri­sti­na­te se­con­do l’ar­ti­co­lo 62a van­no ese­gui­te pri­ma del­la pe­na uni­ca pro­nun­cia­ta con­giun­ta­men­te.

3 La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al­la mi­su­ra è com­pu­ta­ta nel­la pe­na.


Art. 58

Ese­cu­zio­ne

 

1 ...51

2 Le isti­tu­zio­ni te­ra­peu­ti­che ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 59–61 de­vo­no es­se­re se­pa­ra­te dai pe­ni­ten­zia­ri.

51 Abro­ga­to dall’all. 1 n. II 8 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

Art. 59

2. Mi­su­re te­ra­peu­ti­che sta­zio­na­rie.

Trat­ta­men­to di tur­be psi­chi­che

 

1 Se l’au­to­re è af­fet­to da gra­ve tur­ba psi­chi­ca, il giu­di­ce può or­di­na­re un trat­ta­men­to sta­zio­na­rio qua­lo­ra:

a.
l’au­to­re ab­bia com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to in con­nes­sio­ne con que­sta sua tur­ba; e
b.
vi sia da at­ten­der­si che in tal mo­do si po­trà evi­ta­re il ri­schio che l’au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti in con­nes­sio­ne con que­sta sua tur­ba.

2 Il trat­ta­men­to sta­zio­na­rio si svol­ge in un’ap­pro­pria­ta isti­tu­zio­ne psi­chia­tri­ca o in un’isti­tu­zio­ne per l’ese­cu­zio­ne del­le mi­su­re.

3 Fin­tan­to che sus­si­ste il pe­ri­co­lo che l’au­to­re si dia al­la fu­ga o com­met­ta nuo­vi rea­ti, il trat­ta­men­to si svol­ge in un’isti­tu­zio­ne chiu­sa. Il trat­ta­men­to può svol­ger­si an­che in un pe­ni­ten­zia­rio se­con­do l’ar­ti­co­lo 76 ca­po­ver­so 2, sem­pre­ché il trat­ta­men­to te­ra­peu­ti­co ne­ces­sa­rio sia as­si­cu­ra­to da per­so­na­le spe­cia­liz­za­to.52

4 La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al trat­ta­men­to sta­zio­na­rio non su­pe­ra di re­go­la i cin­que an­ni. Se, do­po cin­que an­ni, i pre­sup­po­sti per la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le non so­no an­co­ra adem­piu­ti e vi è da at­ten­der­si che la pro­se­cu­zio­ne del­la mi­su­ra per­met­te­rà di ov­via­re al ri­schio che l’au­to­re com­met­ta nuo­vi cri­mi­ni e de­lit­ti in con­nes­sio­ne con la sua tur­ba psi­chi­ca, il giu­di­ce, su pro­po­sta dell’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne, può or­di­na­re la pro­tra­zio­ne del­la mi­su­ra, di vol­ta in vol­ta per un pe­rio­do non su­pe­rio­re a cin­que an­ni.

52 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

Art. 60

Trat­ta­men­to del­la tos­si­co­di­pen­den­za

 

1 Se l’au­to­re è tos­si­co­ma­ne o al­tri­men­ti af­fet­to da di­pen­den­za, il giu­di­ce può or­di­na­re un trat­ta­men­to sta­zio­na­rio qua­lo­ra:

a.
l’au­to­re ab­bia com­mes­so un cri­mi­ne o de­lit­to in con­nes­sio­ne con il suo sta­to di di­pen­den­za; e
b.
vi sia da at­ten­der­si che in tal mo­do si po­trà evi­ta­re il ri­schio che l’au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to di di­pen­den­za.

2 Il giu­di­ce tie­ne con­to del­la ri­chie­sta dell’au­to­re e del­la sua di­spo­ni­bi­li­tà a sot­to­por­si al trat­ta­men­to.

3 Il trat­ta­men­to si svol­ge in un’isti­tu­zio­ne spe­cia­liz­za­ta o, se ne­ces­sa­rio, in una cli­ni­ca psi­chia­tri­ca. Va ade­gua­to al­le esi­gen­ze spe­cia­li e al­lo svi­lup­po dell’au­to­re.

4 La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al trat­ta­men­to sta­zio­na­rio non su­pe­ra di re­go­la i tre an­ni. Se, do­po tre an­ni, i pre­sup­po­sti per la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le non so­no an­co­ra adem­piu­ti e vi è da at­ten­der­si che la pro­se­cu­zio­ne del­la mi­su­ra per­met­te­rà di ov­via­re al ri­schio che l’au­to­re com­met­ta nuo­vi cri­mi­ni e de­lit­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to di di­pen­den­za, il giu­di­ce, su pro­po­sta dell’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne, può or­di­na­re, una so­la vol­ta, che la mi­su­ra sia pro­trat­ta per un al­tro an­no. La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al­la mi­su­ra non de­ve ec­ce­de­re com­ples­si­va­men­te sei an­ni in ca­so di pro­tra­zio­ne e di ri­pri­sti­no do­po la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le.

Art. 61

Mi­su­re per i gio­va­ni adul­ti

 

1 Se l’au­to­re non ave­va an­co­ra com­piu­to i ven­ti­cin­que an­ni al mo­men­to del fat­to ed è se­ria­men­te tur­ba­to nel­lo svi­lup­po del­la sua per­so­na­li­tà, il giu­di­ce può or­di­nar­ne il col­lo­ca­men­to in un’isti­tu­zio­ne per gio­va­ni adul­ti qua­lo­ra:

a.
l’au­to­re ab­bia com­mes­so un cri­mi­ne o de­lit­to in con­nes­sio­ne con lo svi­lup­po tur­ba­to del­la sua per­so­na­li­tà; e
b.
vi sia da at­ten­der­si che in tal mo­do si po­trà evi­ta­re il ri­schio che l’au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti in con­nes­sio­ne con lo svi­lup­po tur­ba­to del­la sua per­so­na­li­tà.

2 Le isti­tu­zio­ni per gio­va­ni adul­ti so­no se­pa­ra­te da­gli al­tri sta­bi­li­men­ti e dal­le al­tre isti­tu­zio­ni pre­vi­ste dal pre­sen­te Co­di­ce.

3 Van­no sti­mo­la­te le at­ti­tu­di­ni dell’au­to­re a vi­ve­re in mo­do re­spon­sa­bi­le ed esen­te da pe­ne. In par­ti­co­la­re van­no pro­mos­se la sua for­ma­zio­ne e la sua for­ma­zio­ne pro­fes­sio­na­le con­ti­nua53.

4 La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al­la mi­su­ra non su­pe­ra di re­go­la i quat­tro an­ni. In ca­so di ri­pri­sti­no del­la mi­su­ra do­po la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le, non de­ve ec­ce­de­re com­ples­si­va­men­te sei an­ni. La mi­su­ra dev’es­se­re sop­pres­sa al più tar­di quan­do il col­lo­ca­to ha com­piu­to i trent’an­ni.

5 Se l’au­to­re è sta­to con­dan­na­to an­che per un rea­to com­mes­so pri­ma dei di­ciott’an­ni, la mi­su­ra può es­se­re ese­gui­ta in un’isti­tu­zio­ne per ado­le­scen­ti.

53 Nuo­va espr. giu­sta l’all. n. 11 del­la LF del 20 giu. 2014 sul­la for­ma­zio­ne con­ti­nua, in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2016 689; FF 2013 3085). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

Art. 62

Li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le

 

1 L’au­to­re è li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te dall’ese­cu­zio­ne sta­zio­na­ria del­la mi­su­ra ap­pe­na il suo sta­to giu­sti­fi­chi che gli sia da­ta la pos­si­bi­li­tà di es­se­re mes­so al­la pro­va in li­ber­tà.

2 Il pe­rio­do di pro­va è di uno a cin­que an­ni in ca­so di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le da una mi­su­ra di cui all’ar­ti­co­lo 59 e di uno a tre an­ni in ca­so di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le da una mi­su­ra di cui agli ar­ti­co­li 60 e 61.

3 Du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te può es­se­re ob­bli­ga­to a sot­to­por­si a trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le. Per la du­ra­ta del pe­rio­do di pro­va, l’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne può or­di­na­re un’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta.

4 Se, al­la sca­den­za del pe­rio­do di pro­va, ap­pa­re ne­ces­sa­rio pro­se­gui­re con il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le, l’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o le nor­me di con­dot­ta, al fi­ne di ov­via­re al ri­schio che il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te com­met­ta nuo­vi cri­mi­ni e de­lit­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to, il giu­di­ce, su pro­po­sta dell’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne, può or­di­na­re la pro­tra­zio­ne del pe­rio­do di pro­va:

a.
di vol­ta in vol­ta da uno a cin­que an­ni in ca­so di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le da una mi­su­ra di cui all’ar­ti­co­lo 59;
b.
da uno a tre an­ni in ca­so di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le da una mi­su­ra di cui agli ar­ti­co­li 60 e 61.

5 Il pe­rio­do di pro­va do­po la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le da una mi­su­ra di cui agli ar­ti­co­li 60 e 61 non de­ve ec­ce­de­re com­ples­si­va­men­te sei an­ni.

6 Se l’au­to­re ha com­mes­so un rea­to ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, il pe­rio­do di pro­va può es­se­re pro­ro­ga­to fin­quan­do ap­pa­ia ne­ces­sa­rio per im­pe­di­re nuo­vi rea­ti del­lo stes­so ge­ne­re.

Art. 62a

In­suc­ces­so del pe­rio­do di pro­va

 

1 Se, du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te com­met­te un rea­to mo­stran­do co­sì che per­ma­ne il ri­schio cui do­ve­va ov­via­re la mi­su­ra, il giu­di­ce com­pe­ten­te per giu­di­ca­re il nuo­vo rea­to può, do­po aver sen­ti­to l’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne:

a.
or­di­na­re il ri­pri­sti­no dell’ese­cu­zio­ne;
b.
sop­pri­me­re la mi­su­ra e, sem­pre­ché ne sia­no adem­piu­te le con­di­zio­ni, or­di­na­re una nuo­va mi­su­ra; o
c.
sop­pri­me­re la mi­su­ra e, sem­pre­ché ne sia­no adem­piu­te le con­di­zio­ni, or­di­na­re l’ese­cu­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va.

2 Se, in ba­se al nuo­vo rea­to, ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per l’in­fli­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va sen­za con­di­zio­na­le e que­sta pe­na vie­ne ad ag­giun­ger­si a quel­la so­spe­sa a fa­vo­re del­la mi­su­ra, il giu­di­ce fis­sa una pe­na uni­ca in ap­pli­ca­zio­ne dell’ar­ti­co­lo 49.

3 Se, in ba­se al com­por­ta­men­to du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, vi è se­ria­men­te da at­ten­der­si che il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te pos­sa com­met­te­re un rea­to ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, il giu­di­ce che ha or­di­na­to la mi­su­ra può or­di­nar­ne il ri­pri­sti­no su pro­po­sta dell’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne.

4 La du­ra­ta mas­si­ma dell’ese­cu­zio­ne ri­pri­sti­na­ta è di cin­que an­ni per la mi­su­ra di cui all’ar­ti­co­lo 59 e di due an­ni per le mi­su­re di cui agli ar­ti­co­li 60 e 61.

5 Se pre­scin­de dal ri­pri­sti­no dell’ese­cu­zio­ne o da una nuo­va mi­su­ra, il giu­di­ce può:

a.
am­mo­ni­re il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te;
b.
or­di­na­re un trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le o un’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va;
c.
im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta; e
d.
pro­ro­ga­re il pe­rio­do di pro­va da uno a cin­que an­ni in ca­so di mi­su­ra se­con­do l’ar­ti­co­lo 59 e da uno a tre an­ni in ca­so di mi­su­ra se­con­do gli ar­ti­co­li 60 o 61.

6 Se il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te si sot­trae all’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta, è ap­pli­ca­bi­le l’ar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­si 3–5.

Art. 62b

Li­be­ra­zio­ne de­fi­ni­ti­va

 

1 Il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te che ha su­pe­ra­to con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va è li­be­ra­to de­fi­ni­ti­va­men­te.

2 L’au­to­re è li­be­ra­to de­fi­ni­ti­va­men­te se è sta­ta rag­giun­ta la du­ra­ta mas­si­ma di una mi­su­ra di cui agli ar­ti­co­li 60 o 61 e ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le.

3 Se la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al­la mi­su­ra è in­fe­rio­re al­la du­ra­ta del­la pe­na de­ten­ti­va so­spe­sa, la pe­na re­si­dua non vie­ne più ese­gui­ta.

Art. 62c

Sop­pres­sio­ne del­la mi­su­ra

 

1 La mi­su­ra è sop­pres­sa se:

a.
la sua ese­cu­zio­ne o pro­se­cu­zio­ne non ha pro­spet­ti­ve di suc­ces­so; o
b.
è sta­ta rag­giun­ta la du­ra­ta mas­si­ma se­con­do gli ar­ti­co­li 60 e 61 e non ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le; op­pu­re
c.
non esi­ste o non esi­ste più un’isti­tu­zio­ne ade­gua­ta.

2 Se la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al­la mi­su­ra è in­fe­rio­re al­la du­ra­ta del­la pe­na de­ten­ti­va so­spe­sa, la pe­na re­si­dua vie­ne ese­gui­ta. Se ri­guar­do a que­st’ul­ti­ma ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le o per la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le, l’ese­cu­zio­ne è so­spe­sa.

3 In­ve­ce dell’ese­cu­zio­ne del­la pe­na il giu­di­ce può or­di­na­re un’al­tra mi­su­ra se vi è da at­ten­der­si che in tal mo­do si po­trà ov­via­re al ri­schio che l’au­to­re com­met­ta nuo­vi cri­mi­ni e de­lit­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to.

4 Se all’at­to del­la sop­pres­sio­ne del­la mi­su­ra or­di­na­ta per un rea­to ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1 vi è se­ria­men­te da at­ten­der­si che l’au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti di que­sto ge­ne­re, il giu­di­ce può or­di­na­re l’in­ter­na­men­to su pro­po­sta dell’au­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne.

5 Se all’at­to del­la sop­pres­sio­ne del­la mi­su­ra ri­tie­ne op­por­tu­na una mi­su­ra di pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te ne av­vi­sa l’au­to­ri­tà di pro­te­zio­ne de­gli adul­ti.54

6 Il giu­di­ce può inol­tre sop­pri­me­re una mi­su­ra te­ra­peu­ti­ca sta­zio­na­ria, pri­ma o do­po la sua ese­cu­zio­ne, e or­di­na­re in sua ve­ce un’al­tra mi­su­ra te­ra­peu­ti­ca sta­zio­na­ria se vi è da at­ten­der­si che con que­sta nuo­va mi­su­ra si po­trà ma­ni­fe­sta­men­te ov­via­re me­glio al ri­schio che l’au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to.

54 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 14 del­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2011 725; FF 2006 6391).

Art. 62d

Esa­me del­la li­be­ra­zio­ne e del­la sop­pres­sio­ne

 

1 L’au­to­ri­tà com­pe­ten­te esa­mi­na d’uf­fi­cio o a ri­chie­sta se e quan­do l’au­to­re deb­ba es­se­re li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te dall’ese­cu­zio­ne del­la mi­su­ra o la mi­su­ra deb­ba es­se­re sop­pres­sa. De­ci­de in me­ri­to al­me­no una vol­ta all’an­no. Sen­te dap­pri­ma il col­lo­ca­to e chie­de pre­via­men­te una re­la­zio­ne al­la di­re­zio­ne dell’isti­tu­zio­ne d’ese­cu­zio­ne.

2 Se l’au­to­re ha com­mes­so un rea­to ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te de­ci­de fon­dan­do­si sul­la pe­ri­zia di un esper­to in­di­pen­den­te e do­po aver sen­ti­to una com­mis­sio­ne com­po­sta di rap­pre­sen­tan­ti del­le au­to­ri­tà pre­po­ste al pro­ce­di­men­to pe­na­le, del­le au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne non­ché del­la psi­chia­tria. L’esper­to e i rap­pre­sen­tan­ti del­la psi­chia­tria non de­vo­no aver cu­ra­to né as­si­sti­to in al­tro mo­do l’au­to­re.

Art. 63

3. Trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le.

Con­di­zio­ni e ese­cu­zio­ne

 

1 Se l’au­to­re è af­fet­to da una gra­ve tur­ba psi­chi­ca, è tos­si­co­ma­ne o al­tri­men­ti af­fet­to da di­pen­den­za, il giu­di­ce può, in­ve­ce del trat­ta­men­to sta­zio­na­rio, or­di­na­re un trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le qua­lo­ra:

a.
l’au­to­re ab­bia com­mes­so un rea­to in con­nes­sio­ne con que­sto suo sta­to; e
b.
vi sia da at­ten­der­si che in tal mo­do si po­trà ov­via­re al ri­schio che l’au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to.

2 Per con­sen­ti­re il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le e te­ner con­to del ge­ne­re di trat­ta­men­to, il giu­di­ce può so­spen­de­re l’ese­cu­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va sen­za con­di­zio­na­le e pro­nun­cia­ta con­tem­po­ra­nea­men­te, di una pe­na de­ten­ti­va di­chia­ra­ta ese­cu­ti­va in se­gui­to a re­vo­ca non­ché di una pe­na re­si­dua di­ve­nu­ta ese­cu­ti­va in se­gui­to a ri­pri­sti­no dell’ese­cu­zio­ne. Per la du­ra­ta del trat­ta­men­to può or­di­na­re un’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta.

3 L’au­to­ri­tà com­pe­ten­te può di­spor­re che l’au­to­re ven­ga tem­po­ra­nea­men­te sot­to­po­sto a trat­ta­men­to sta­zio­na­rio, se ne­ces­sa­rio per da­re ini­zio al trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le. Il trat­ta­men­to sta­zio­na­rio non de­ve com­ples­si­va­men­te du­ra­re più di due me­si.

4 Di re­go­la, il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le non può du­ra­re più di cin­que an­ni. Se, tra­scor­sa la du­ra­ta mas­si­ma, ri­sul­ta ne­ces­sa­ria una pro­tra­zio­ne per ov­via­re al ri­schio che l’au­to­re com­met­ta nuo­vi cri­mi­ni e de­lit­ti con­nes­si al­la sua tur­ba psi­chi­ca, il giu­di­ce può di vol­ta in vol­ta pro­trar­re il trat­ta­men­to da uno a cin­que an­ni su pro­po­sta dell’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne.

Art. 63a

Sop­pres­sio­ne del­la mi­su­ra

 

1 L’au­to­ri­tà com­pe­ten­te esa­mi­na al­me­no una vol­ta all’an­no se il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le deb­ba es­se­re con­ti­nua­to o sop­pres­so. Sen­te dap­pri­ma l’au­to­re e chie­de pre­via­men­te una re­la­zio­ne al te­ra­peu­ta.

2 Il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le è sop­pres­so dall’au­to­ri­tà com­pe­ten­te se:

a.
si è con­clu­so con suc­ces­so;
b.
la sua pro­se­cu­zio­ne non ha pro­spet­ti­ve di suc­ces­so; o
c.
è sta­ta rag­giun­ta la du­ra­ta mas­si­ma le­ga­le, ove si trat­ti di trat­ta­men­to di al­co­liz­za­ti, tos­si­co­ma­ni o far­ma­co­di­pen­den­ti.

3 Se, du­ran­te il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le, l’au­to­re com­met­te un rea­to e mo­stra co­sì che il trat­ta­men­to non per­met­te ve­ro­si­mil­men­te di ri­muo­ve­re il ri­schio ch’egli com­met­ta nuo­vi rea­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to, il trat­ta­men­to in­frut­tuo­so è sop­pres­so dal giu­di­ce com­pe­ten­te per giu­di­ca­re il nuo­vo rea­to.

4 Se l’au­to­re si sot­trae all’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta, è ap­pli­ca­bi­le l’ar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­si 3–5.

Art. 63b

Ese­cu­zio­ne del­la pe­na de­ten­ti­va so­spe­sa

 

1 Se il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le si è con­clu­so con suc­ces­so, la pe­na de­ten­ti­va so­spe­sa non vie­ne più ese­gui­ta.

2 Se il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le è sop­pres­so per man­can­za di pro­spet­ti­ve di suc­ces­so (art. 63a cpv. 2 lett. b), per rag­giun­gi­men­to del­la du­ra­ta mas­si­ma le­ga­le (art. 63a cpv. 2 lett. c) o per­ché in­frut­tuo­so (art. 63a cpv. 3), la pe­na de­ten­ti­va so­spe­sa vie­ne ese­gui­ta.

3 Se il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le in re­gi­me di li­ber­tà si ri­ve­la pe­ri­co­lo­so per ter­zi, la pe­na de­ten­ti­va so­spe­sa vie­ne ese­gui­ta e il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le con­ti­nua du­ran­te l’ese­cu­zio­ne del­la me­de­si­ma.

4 Il giu­di­ce de­ci­de in qual mi­su­ra la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le è com­pu­ta­ta nel­la pe­na. Se ri­guar­do al­la pe­na re­si­dua ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le o per la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le, so­spen­de l’ese­cu­zio­ne.

5 In­ve­ce dell’ese­cu­zio­ne del­la pe­na il giu­di­ce può or­di­na­re una mi­su­ra te­ra­peu­ti­ca sta­zio­na­ria se­con­do gli ar­ti­co­li 59–61 se vi è da at­ten­der­si che in tal mo­do si po­trà ov­via­re al ri­schio che l’au­to­re com­met­ta nuo­vi cri­mi­ni e de­lit­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to.

Art. 64

4. In­ter­na­men­to.

Con­di­zio­ni e ese­cu­zio­ne

 

1 Il giu­di­ce or­di­na l’in­ter­na­men­to se l’au­to­re ha com­mes­so un as­sas­si­nio, un omi­ci­dio in­ten­zio­na­le, una le­sio­ne per­so­na­le gra­ve, una vio­len­za car­na­le, una ra­pi­na, una pre­sa d’ostag­gio, un in­cen­dio, un’espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo del­la vi­ta al­trui o un al­tro rea­to pas­si­bi­le di una pe­na de­ten­ti­va mas­si­ma di cin­que o più an­ni, con il qua­le ha gra­ve­men­te pre­giu­di­ca­to o vo­lu­to pre­giu­di­ca­re l’in­te­gri­tà fi­si­ca, psi­chi­ca o ses­sua­le di un’al­tra per­so­na, e se:55

a.
in ba­se al­le ca­rat­te­ri­sti­che del­la per­so­na­li­tà dell’au­to­re, non­ché in ba­se al­le cir­co­stan­ze in cui fu com­mes­so il rea­to e vi è se­ria­men­te da at­ten­der­si che co­stui com­met­ta nuo­vi rea­ti di que­sto ge­ne­re; o
b.
in ba­se a una tur­ba psi­chi­ca di no­te­vo­le gra­vi­tà, per­ma­nen­te o di lun­ga du­ra­ta, con cui ave­va con­nes­sio­ne il rea­to, vi è se­ria­men­te da at­ten­der­si che l’au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti di que­sto ge­ne­re e che una mi­su­ra se­con­do l’ar­ti­co­lo 59 non ab­bia pro­spet­ti­ve di suc­ces­so.

1bis Il giu­di­ce or­di­na l’in­ter­na­men­to a vi­ta se l’au­to­re ha com­mes­so un as­sas­si­nio, un omi­ci­dio in­ten­zio­na­le, una le­sio­ne per­so­na­le gra­ve, una ra­pi­na, una vio­len­za car­na­le, una coa­zio­ne ses­sua­le, un se­que­stro di per­so­na o un ra­pi­men­to, una pre­sa d’ostag­gio, una spa­ri­zio­ne for­za­ta, una trat­ta di es­se­ri uma­ni, un ge­no­ci­dio, un cri­mi­ne con­tro l’uma­ni­tà o un cri­mi­ne di guer­ra (ti­to­lo do­di­ce­si­moter) e se so­no adem­pi­te le con­di­zio­ni se­guen­ti:56

a.
con il cri­mi­ne l’au­to­re ha pre­giu­di­ca­to o vo­lu­to pre­giu­di­ca­re in mo­do par­ti­co­lar­men­te gra­ve l’in­te­gri­tà fi­si­ca, psi­chi­ca o ses­sua­le di un’al­tra per­so­na;
b.
è al­ta­men­te pro­ba­bi­le che l’au­to­re com­met­ta di nuo­vo uno di que­sti cri­mi­ni;
c.
l’au­to­re è con­si­de­ra­to du­re­vol­men­te re­frat­ta­rio al­la te­ra­pia, poi­ché il trat­ta­men­to non ha pro­spet­ti­ve di suc­ces­so a lun­go ter­mi­ne.57

2 L’ese­cu­zio­ne dell’in­ter­na­men­to è dif­fe­ri­ta fin­tan­to che l’au­to­re scon­ta una pe­na de­ten­ti­va. Non so­no ap­pli­ca­bi­li le di­spo­si­zio­ni in ma­te­ria di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le dal­la pe­na de­ten­ti­va (art. 86–88).58

3 Se già nel cor­so dell’ese­cu­zio­ne del­la pe­na de­ten­ti­va vi è da at­ten­der­si che l’au­to­re su­pe­re­rà con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va in li­ber­tà, il giu­di­ce di­spo­ne la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le dal­la pe­na de­ten­ti­va al più pre­sto per il gior­no in cui l’au­to­re avrà scon­ta­to i due ter­zi del­la pe­na de­ten­ti­va o quin­di­ci an­ni se la pe­na de­ten­ti­va è a vi­ta. È com­pe­ten­te il giu­di­ce che ha or­di­na­to l’in­ter­na­men­to. Per il re­sto è ap­pli­ca­bi­le l’ar­ti­co­lo 64a.59

4 L’in­ter­na­men­to è ese­gui­to in un’isti­tu­zio­ne per l’ese­cu­zio­ne del­le mi­su­re o in un pe­ni­ten­zia­rio se­con­do l’ar­ti­co­lo 76 ca­po­ver­so 2. La si­cu­rez­za pub­bli­ca dev’es­se­re ga­ran­ti­ta. Per quan­to ne­ces­sa­rio, l’in­te­res­sa­to frui­sce di as­si­sten­za psi­chia­tri­ca.

55 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

56 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 2 n. 1 del DF del 18 dic. 2015 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Con­ven­zio­ne in­ter­na­zio­na­le per la pro­te­zio­ne di tut­te le per­so­ne dal­la spa­ri­zio­ne for­za­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2016 4687; FF 2014 417).

57 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).

58 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

59 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

Art. 64a

Fi­ne dell’in­ter­na-men­to e li­be­ra­zio­ne

 

1 L’au­to­re è li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te dall’in­ter­na­men­to se­con­do l’ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1 ap­pe­na vi è da at­ten­der­si ch’egli su­pe­re­rà con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va in li­ber­tà.60 Il pe­rio­do di pro­va è di due a cin­que an­ni. Per la du­ra­ta del pe­rio­do di pro­va può es­se­re or­di­na­ta un’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e pos­so­no es­se­re im­par­ti­te nor­me di con­dot­ta.

2 Se al­la sca­den­za del pe­rio­do di pro­va ap­pa­re ne­ces­sa­rio pro­se­gui­re l’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o le nor­me di con­dot­ta per ov­via­re al ri­schio che l’au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, il giu­di­ce, su pro­po­sta dell’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne, può di vol­ta in vol­ta pro­trar­re il pe­rio­do di pro­va da due a cin­que an­ni.

3 Se, in ba­se al com­por­ta­men­to du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, vi è se­ria­men­te da at­ten­der­si che il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te pos­sa com­met­te­re nuo­vi rea­ti ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, il giu­di­ce or­di­na il ri­pri­sti­no dell’in­ter­na­men­to su pro­po­sta dell’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne.

4 Se il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te si sot­trae all’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta, è ap­pli­ca­bi­le l’ar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­si 3–5.

5 Se il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te ha su­pe­ra­to con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va, la li­be­ra­zio­ne di­ven­ta de­fi­ni­ti­va.

60 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).

Art. 64b61

Esa­me del­la li­be­ra­zio­ne

 

1 L’au­to­ri­tà com­pe­ten­te esa­mi­na d’uf­fi­cio o su ri­chie­sta:

a.
al­me­no una vol­ta all’an­no, e la pri­ma vol­ta do­po due an­ni, se e quan­do l’au­to­re pos­sa es­se­re li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te dal­l’in­ter­na­men­to (art. 64a cpv. 1);
b.
al­me­no ogni due an­ni, e la pri­ma vol­ta pri­ma che ab­bia ini­zio l’in­ter­na­men­to, se so­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per un trat­ta­men­to te­ra­peu­ti­co sta­zio­na­rio e se de­ve es­se­re pre­sen­ta­ta una ri­chie­sta in tal sen­so al giu­di­ce com­pe­ten­te (art. 65 cpv. 1).

2 L’au­to­ri­tà com­pe­ten­te pren­de una de­ci­sio­ne se­con­do il ca­po­ver­so 1:

a.
fon­dan­do­si su un rap­por­to del­la di­re­zio­ne dell’isti­tu­to;
b.
fon­dan­do­si su una pe­ri­zia di un esper­to in­di­pen­den­te ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 56 ca­po­ver­so 4;
c.
do­po aver sen­ti­to una com­mis­sio­ne ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 62d ca­po­ver­so 2;
d.
do­po aver sen­ti­to l’au­to­re.

61 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

Art. 64c62

Esa­me del­la li­be­ra­zio­ne dall’in­ter­na­men­to a vi­ta e li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le

 

1 In ca­so di in­ter­na­men­to a vi­ta se­con­do l’ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1bis, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te esa­mi­na, d’uf­fi­cio o su ri­chie­sta, se vi so­no nuo­ve co­no­scen­ze scien­ti­fi­che che per­met­ta­no di pre­ve­de­re che l’au­to­re pos­sa es­se­re cu­ra­to in mo­do da non co­sti­tui­re più un pe­ri­co­lo per la col­let­ti­vi­tà. Es­sa de­ci­de fon­dan­do­si sul rap­por­to del­la com­mis­sio­ne pe­ri­ta­le fe­de­ra­le in­ca­ri­ca­ta di va­lu­ta­re l’ido­nei­tà al­la te­ra­pia dei cri­mi­na­li in­ter­na­ti a vi­ta.

2 Se con­clu­de che l’au­to­re può es­se­re cu­ra­to, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te gli pro­po­ne un trat­ta­men­to. Ta­le trat­ta­men­to si svol­ge in un’isti­tu­zio­ne chiu­­sa. Le di­spo­si­zio­ni in ma­te­ria di ese­cu­zio­ne dell’in­ter­na­men­to a vi­ta re­sta­no ap­pli­ca­bi­li fi­no al­la sop­pres­sio­ne dell’in­ter­na­men­to se­con­do il ca­po­ver­so 3.

3 Se il trat­ta­men­to di­mo­stra che la pe­ri­co­lo­si­tà dell’au­to­re è di­mi­nui­ta in ma­nie­ra con­si­de­re­vo­le e può es­se­re ri­dot­ta al pun­to che co­stui non co­sti­tui­sca più un pe­ri­co­lo per la col­let­ti­vi­tà, il giu­di­ce sop­pri­me l’in­ter­na­men­to a vi­ta e or­di­na che sia ese­gui­ta in un’i­sti­tu­zio­ne chiu­sa una mi­su­ra te­ra­peu­ti­ca sta­zio­na­ria se­con­do gli ar­ti­co­li 59–61.

4 Il giu­di­ce può li­be­ra­re con­di­zio­nal­men­te l’au­to­re dall’in­ter­na­men­to a vi­ta se co­stui non co­sti­tui­sce più un pe­ri­co­lo per la col­let­ti­vi­tà per età avan­za­ta, gra­ve ma­lat­tia o al­tro mo­ti­vo. La li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le è ret­ta dall’ar­ti­co­lo 64a.

5 La sop­pres­sio­ne dell’in­ter­na­men­to a vi­ta e la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le com­pe­to­no al giu­di­ce che ha or­di­na­to l’in­ter­na­men­to a vi­ta. Egli de­ci­de fon­dan­do­si sul­le pe­ri­zie di al­me­no due pe­ri­ti esper­ti e re­ci­pro­ca­men­te in­di­pen­den­ti che non han­no né cu­ra­to né as­si­sti­to in al­tro mo­do l’au­to­re.

6 I ca­po­ver­si 1 e 2 si ap­pli­ca­no an­che du­ran­te l’ese­cu­zio­ne del­la pe­na de­ten­ti­va che pre­ce­de l’in­ter­na­men­to a vi­ta. La sop­pres­sio­ne del­l’in­ter­­­na­men­to a vi­ta se­con­do il ca­po­ver­so 3 è pos­si­bi­le al più pre­sto quan­do l’au­to­re ha espia­to due ter­zi del­la pe­na o quin­di­ci an­ni di pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.

62 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).

Art. 65

5. Mo­di­fi­ca del­la san­zio­ne

 

1 Se, pri­ma o du­ran­te l’ese­cu­zio­ne del­la pe­na de­ten­ti­va o dell’in­ter­na­men­to se­con­do l’ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, le con­di­zio­ni per una mi­su­ra te­ra­peu­ti­ca sta­zio­na­ria ri­sul­ta­no adem­piu­te, il giu­di­ce può or­di­na­re que­sta mi­su­ra a po­ste­rio­ri.63 È com­pe­ten­te il giu­di­ce che ha pro­nun­cia­to la pe­na o or­di­na­to l’in­ter­na­men­to. L’ese­cu­zio­ne del­la pe­na re­si­dua è so­spe­sa.

2 Se, du­ran­te l’ese­cu­zio­ne del­la pe­na de­ten­ti­va, sul­la ba­se di nuo­vi fat­ti o mez­zi di pro­va, ri­sul­ta che le con­di­zio­ni per un in­ter­na­men­to so­no adem­piu­te e sus­si­ste­va­no già al mo­men­to del­la con­dan­na, sen­za che il giu­di­ce ne po­tes­se es­se­re a co­no­scen­za, il giu­di­ce può or­di­na­re l’in­ter­na­men­to a po­ste­rio­ri. La com­pe­ten­za e la pro­ce­du­ra so­no ret­te dal­le nor­me ap­pli­ca­bi­li al­la re­vi­sio­ne.64

63 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).

64 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

Sezione 2: Delle altre misure

Art. 66

1. Cau­zio­ne pre­ven­ti­va

 

1 Se vi è il ri­schio che chi ha pro­fe­ri­to la mi­nac­cia di com­met­te­re un cri­mi­ne o un de­lit­to lo com­pia ef­fet­ti­va­men­te, o se chi è già sta­to con­dan­na­to per un cri­mi­ne o un de­lit­to ma­ni­fe­sta l’in­ten­zio­ne de­ter­mi­na­ta di ri­pe­ter­lo, il giu­di­ce, a ri­chie­sta del­la per­so­na mi­nac­cia­ta, può esi­ge­re da lui la pro­mes­sa di non com­met­ter­lo e ob­bli­gar­lo a pre­sta­re ade­gua­ta cau­zio­ne.

2 Se egli si ri­fiu­ta di pro­met­te­re o non pre­sta per mal­vo­le­re la cau­zio­ne en­tro il ter­mi­ne fis­sa­to, il giu­di­ce può co­strin­ger­ve­lo con la car­ce­ra­zio­ne. La car­ce­ra­zio­ne non può du­ra­re ol­tre due me­si. È scon­ta­ta co­me una pe­na de­ten­ti­va di bre­ve du­ra­ta (art. 7965).

3 Se egli com­met­te il cri­mi­ne o il de­lit­to nel ter­mi­ne di due an­ni dal gior­no in cui pre­stò la cau­zio­ne, que­sta è de­vo­lu­ta al­lo Sta­to. In ca­so di­ver­so gli è re­sti­tui­ta.

65 Que­sto art. è abro­ga­to (RU 2016 1249; FF 20124181).

Art. 66a66

1a. Espul­sio­ne.

a. Espul­sio­ne ob­bli­ga­to­ria

 

1 Il giu­di­ce espel­le dal ter­ri­to­rio sviz­ze­ro per un tem­po da cin­que a quin­di­ci an­ni lo stra­nie­ro con­dan­na­to per uno dei se­guen­ti rea­ti, a pre­scin­de­re dall’en­ti­tà del­la pe­na in­flit­ta:

a.
omi­ci­dio in­ten­zio­na­le (art. 111), as­sas­si­nio (art. 112), omi­ci­dio pas­sio­na­le (art. 113), isti­ga­zio­ne e aiu­to al sui­ci­dio (art. 115), in­ter­ru­zio­ne pu­ni­bi­le del­la gra­vi­dan­za (art. 118 cpv. 1 e 2);
b.
le­sio­ni per­so­na­li gra­vi (art. 122), mu­ti­la­zio­ne di or­ga­ni ge­ni­ta­li fem­mi­ni­li (art. 124 cpv. 1), ab­ban­do­no (art. 127), espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo del­la vi­ta al­trui (art. 129), ag­gres­sio­ne (art. 134);
c.
ap­pro­pria­zio­ne in­de­bi­ta qua­li­fi­ca­ta (art. 138 n. 2), fur­to qua­li­fi­ca­to (art. 139 n. 2 e 3), ra­pi­na (art. 140), truf­fa per me­stie­re (art. 146 cpv. 2), abu­so per me­stie­re di un im­pian­to per l’ela­bo­ra­zio­ne di da­ti (art. 147 cpv. 2), abu­so per me­stie­re di car­te-chè­ques o di cre­di­to (art. 148 cpv. 2), estor­sio­ne qua­li­fi­ca­ta (art. 156 n. 2–4), usu­ra per me­stie­re (art. 157 n. 2), ri­cet­ta­zio­ne per me­stie­re (art. 160 n. 2);
d.
fur­to (art. 139) in com­bi­na­zio­ne con vio­la­zio­ne di do­mi­ci­lio (art. 186);
e.
truf­fa (art. 146 cpv. 1) a un’as­si­cu­ra­zio­ne so­cia­le o all’aiu­to so­cia­le, ot­te­ni­men­to il­le­ci­to di pre­sta­zio­ni di un’as­si­cu­ra­zio­ne so­cia­le o dell’aiu­to so­cia­le (art. 148a cpv. 1);
f.
truf­fa (art. 146 cpv. 1), truf­fa in ma­te­ria di pre­sta­zio­ni e di tas­se (art. 14 cpv. 1, 2 e 4 del­la LF del 22 mar. 197467 sul di­rit­to pe­na­le am­mi­ni­stra­ti­vo) o fro­de fi­sca­le, ap­pro­pria­zio­ne in­de­bi­ta d’im­po­ste al­la fon­te o un al­tro rea­to nell’am­bi­to dei tri­bu­ti di di­rit­to pub­bli­co per il qua­le è com­mi­na­ta una pe­na mas­si­ma di uno o più an­ni;
g.
ma­tri­mo­nio for­za­to, unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta for­za­ta (art. 181a), trat­ta di es­se­ri uma­ni (art. 182), se­que­stro di per­so­na e ra­pi­men­to (art. 183), se­que­stro di per­so­na e ra­pi­men­to qua­li­fi­ca­ti (art. 184), pre­sa d’ostag­gio (art. 185);
h.68
at­ti ses­sua­li con fan­ciul­li (art. 187 n. 1), coa­zio­ne ses­sua­le (art. 189), vio­len­za car­na­le (art. 190), at­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re (art. 191), pro­mo­vi­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne (art. 195), por­no­gra­fia (art. 197 cpv. 4 se­con­do pe­rio­do);
i.
in­cen­dio in­ten­zio­na­le (art. 221 cpv. 1 e 2), esplo­sio­ne in­ten­zio­na­le (art. 223 n. 1, pri­mo com­ma), uso de­lit­tuo­so di ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si (art. 224 cpv. 1), uso in­ten­zio­na­le sen­za fi­ne de­lit­tuo­so di ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si (art. 225 cpv. 1), fab­bri­ca­zio­ne, oc­cul­ta­men­to e tra­spor­to di ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si (art. 226), pe­ri­co­lo do­vu­to all’ener­gia nu­clea­re, al­la ra­dioat­ti­vi­tà e a rag­gi io­niz­zan­ti (art. 226bis), at­ti pre­pa­ra­to­ri pu­ni­bi­li (art. 226ter), inon­da­zio­ne, fra­na­men­to ca­gio­na­ti in­ten­zio­nal­men­te (art. 227 n. 1, pri­mo com­ma), dan­neg­gia­men­to in­ten­zio­na­le d’im­pian­ti elet­tri­ci, di ope­re idrau­li­che e di ope­re di pre­­mu­ni­zio­ne (art. 228 n. 1, pri­mo com­ma);
j.
pe­ri­co­li cau­sa­ti in­ten­zio­nal­men­te da or­ga­ni­smi ge­ne­ti­ca­men­te mo­di­fi­ca­ti o pa­to­ge­ni (art. 230bis cpv. 1), pro­pa­ga­zio­ne in­ten­zio­na­le di ma­lat­tie dell’uo­mo (art. 231 n. 1), in­qui­na­men­to in­ten­zio­na­le di ac­que po­ta­bi­li (art. 234 cpv. 1);
k.
per­tur­ba­men­to qua­li­fi­ca­to del­la cir­co­la­zio­ne pub­bli­ca (art. 237 n. 1, se­con­do com­ma), per­tur­ba­men­to in­ten­zio­na­le del ser­vi­zio fer­ro­via­rio (art. 238 cpv. 1);
l.69
at­ti pre­pa­ra­to­ri pu­ni­bi­li (art. 260bis cpv. 1 e 3), par­te­ci­pa­zio­ne o so­ste­gno a un’or­ga­niz­za­zio­ne cri­mi­na­le o ter­ro­ri­sti­ca (art. 260ter), mes­sa in pe­ri­co­lo del­la si­cu­rez­za pub­bli­ca con ar­mi (art. 260qua­ter), fi­nan­zia­men­to del ter­ro­ri­smo (art. 260quin­quies), re­clu­ta­men­to, ad­de­stra­men­to e viag­gi fi­na­liz­za­ti al­la com­mis­sio­ne di un rea­to di ter­ro­ri­smo (art. 260se­xies);
m.
ge­no­ci­dio (art. 264), cri­mi­ni con­tro l’uma­ni­tà (art. 264a), gra­vi vio­la­zio­ni del­le Con­ven­zio­ni di Gi­ne­vra del 12 ago­sto 194970 (art. 264c), al­tri cri­mi­ni di guer­ra (art. 264d–264h);
n.
in­fra­zio­ne in­ten­zio­na­le all’ar­ti­co­lo 116 ca­po­ver­so 3 o 118 ca­po­ver­so 3 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 16 di­cem­bre 200571 su­gli stra­nie­ri;
o.
in­fra­zio­ne all’ar­ti­co­lo 19 ca­po­ver­so 2 o 20 ca­po­ver­so 2 del­la leg­ge del 3 ot­to­bre 195172 su­gli stu­pe­fa­cen­ti (LStup) ;
p.73
in­fra­zio­ne se­con­do l’ar­ti­co­lo 74 ca­po­ver­so 4 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 25 set­tem­bre 201574 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve (LAIn).

2 Il giu­di­ce può ri­nun­cia­re ec­ce­zio­nal­men­te a pro­nun­cia­re l’espul­sio­ne se que­sta co­sti­tui­reb­be per lo stra­nie­ro un gra­ve ca­so di ri­go­re per­so­na­le e l’in­te­res­se pub­bli­co all’espul­sio­ne non pre­va­le sull’in­te­res­se pri­va­to del­lo stra­nie­ro a ri­ma­ne­re in Sviz­ze­ra. Tie­ne in ogni mo­do con­to del­la si­tua­zio­ne par­ti­co­la­re del­lo stra­nie­ro na­to o cre­sciu­to in Sviz­ze­ra.

3 Il giu­di­ce può inol­tre ri­nun­cia­re a pro­nun­cia­re l’espul­sio­ne se il fat­to è sta­to com­mes­so per le­git­ti­ma di­fe­sa di­scol­pan­te (art. 16 cpv. 1) o in sta­to di ne­ces­si­tà di­scol­pan­te (art. 18 cpv. 1).

66 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell’art. 121 cpv. 3–6 Co­st. sull’espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

67 RS 313.0

68 Cor­re­zio­ne del­la CdR dell’AF del 28 nov. 2017, pub­bli­ca­ta il 12 dic. 2017, con­cer­ne sol­tan­to il te­sto fran­ce­se (RU 2017 7257).

69 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 2 del DF del 25 set. 2020 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Con­ven­zio­ne del Con­si­glio d’Eu­ro­pa per la pre­ven­zio­ne del ter­ro­ri­smo e il re­la­ti­vo Pro­to­col­lo ad­di­zio­na­le e po­ten­zia il di­spo­si­ti­vo pe­na­le con­tro il ter­ro­ri­smo e la cri­mi­na­li­tà or­ga­niz­za­ta, in vi­go­re dal 1° lug. 2021 (RU 2021360; FF 2018 5439).

70 RS 0.518.12, 0.518.23, 0.518.42, 0.518.51

71 RS 142.20

72 RS 812.121

73 In­tro­dot­ta dall’all. n. II 2 del DF del 25 set. 2020 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Con­ven­zio­ne del Con­si­glio d’Eu­ro­pa per la pre­ven­zio­ne del ter­ro­ri­smo e il re­la­ti­vo Pro­to­col­lo ad­di­zio­na­le e po­ten­zia il di­spo­si­ti­vo pe­na­le con­tro il ter­ro­ri­smo e la cri­mi­na­li­tà or­ga­niz­za­ta, in vi­go­re dal 1° lug. 2021 (RU 2021360; FF 2018 5439).

74 RS 121

Art. 66abis75

b. Espul­sio­ne non ob­bli­ga­to­ria

 

Il giu­di­ce può espel­le­re dal ter­ri­to­rio sviz­ze­ro per un tem­po da tre a quin­di­ci an­ni lo stra­nie­ro con­dan­na­to a una pe­na o nei con­fron­ti del qua­le è pro­nun­cia­ta una mi­su­ra ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 59–61 o 64 per un cri­mi­ne o un de­lit­to non pre­vi­sto nell’ar­ti­co­lo 66a.

75 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell’art. 121 cpv. 3–6 Co­st. sull’espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

Art. 66b76

c. Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni.

Re­ci­di­va

 

1 Se com­met­te un nuo­vo rea­to che adem­pie le con­di­zio­ni dell’espul­sio­ne se­con­do l’ar­ti­co­lo 66a, la per­so­na nei con­fron­ti del­la qua­le è già sta­ta or­di­na­ta l’espul­sio­ne è con­dan­na­ta a una nuo­va espul­sio­ne del­la du­ra­ta di ven­ti an­ni.

2 L’espul­sio­ne può es­se­re pro­nun­cia­ta a vi­ta se il con­dan­na­to com­met­te il nuo­vo rea­to men­tre ha an­co­ra ef­fet­to l’espul­sio­ne per il rea­to pre­ce­den­te.

76 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell’art. 121 cpv. 3–6 Co­st. sull’espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

Art. 66c77

d. Mo­men­to dell’ese­cu­zio­ne

 

1 L’espul­sio­ne ha ef­fet­to dal pas­sag­gio in giu­di­ca­to del­la sen­ten­za.

2 Pri­ma dell’espul­sio­ne de­vo­no es­se­re ese­gui­te le pe­ne o par­ti di pe­na sen­za con­di­zio­na­le e le mi­su­re pri­va­ti­ve del­la li­ber­tà.

3 L’espul­sio­ne è ese­gui­ta ap­pe­na il con­dan­na­to sia li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te o de­fi­ni­ti­va­men­te dall’ese­cu­zio­ne del­la pe­na o del­la mi­su­ra op­pu­re ap­pe­na la mi­su­ra pri­va­ti­va del­la li­ber­tà sia sop­pres­sa, se non de­ve es­se­re ese­gui­ta una pe­na re­si­dua o se non è or­di­na­ta un’al­tra mi­su­ra pri­va­ti­va del­la li­ber­tà.

4 Se la per­so­na nei con­fron­ti del­la qua­le è sta­ta or­di­na­ta l’espul­sio­ne è tra­sfe­ri­ta nel suo Pae­se d’ori­gi­ne per l’ese­cu­zio­ne del­la pe­na o del­la mi­su­ra, l’espul­sio­ne è con­si­de­ra­ta ese­gui­ta al mo­men­to del tra­sfe­ri­men­to.

5 La du­ra­ta dell’espul­sio­ne de­cor­re dal gior­no in cui il con­dan­na­to ha la­scia­to la Sviz­ze­ra.

77 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell’art. 121 cpv. 3–6 Co­st. sull’espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

Art. 66d78

e. So­spen­sio­ne dell’ese­cu­zio­ne dell’espul­sio­ne ob­bli­ga­to­ria

 

1 L’ese­cu­zio­ne dell’espul­sio­ne ob­bli­ga­to­ria di cui all’ar­ti­co­lo 66a può es­se­re so­spe­sa sol­tan­to se:79

a.
l’in­te­res­sa­to è un ri­fu­gia­to ri­co­no­sciu­to dal­la Sviz­ze­ra che, in se­gui­to all’espul­sio­ne, sa­reb­be mi­nac­cia­to nel­la vi­ta o nel­la li­ber­tà a mo­ti­vo del­la sua raz­za, del­la sua re­li­gio­ne, del­la sua cit­ta­di­nan­za, del­la sua ap­par­te­nen­za a un de­ter­mi­na­to grup­po so­cia­le o del­le sue opi­nio­ni po­li­ti­che; fan­no ec­ce­zio­ne i ri­fu­gia­ti che, con­for­me­men­te all’ar­ti­co­lo 5 ca­po­ver­so 2 del­la leg­ge del 26 giu­gno 199880 sull’asi­lo, non pos­so­no far va­le­re il di­vie­to di re­spin­gi­men­to;
b.
al­tre nor­me im­pe­ra­ti­ve del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le vi si op­pon­go­no.

2 Nel pren­de­re la sua de­ci­sio­ne, l’au­to­ri­tà can­to­na­le com­pe­ten­te pre­su­me che l’espul­sio­ne ver­so uno Sta­to che il Con­si­glio fe­de­ra­le ha de­si­gna­to co­me si­cu­ro ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 6a ca­po­ver­so 2 del­la leg­ge del 26 giu­gno 1998 sull’asi­lo non vio­la l’ar­ti­co­lo 25 ca­po­ver­si 2 e 3 del­la Co­sti­tu­zio­ne fe­de­ra­le.

78 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell’art. 121 cpv. 3–6 Co­st. sull’espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

79 La cor­re­zio­ne del­la CdR dell’AF del 21 giu. 2017, pub­bli­ca­ta l’11 lug. 2017 con­cer­ne so­la­men­te il te­sto fran­ce­se (RU 2017 3695).

80 RS 142.31

Art. 6781

2. In­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te.

a. In­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà, con­di­zio­ni

 

1 Se al­cu­no, nell’eser­ci­zio di unʼat­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta, ha com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to per il qua­le è sta­to con­dan­na­to a una pe­na de­ten­ti­va su­pe­rio­re a sei me­si e sus­si­ste il ri­schio che abu­si del­la sua at­ti­vi­tà per com­met­te­re al­tri cri­mi­ni o de­lit­ti, il giu­di­ce può in­ter­dir­gli in tut­to o in par­te lʼe­ser­ci­zio di ta­le at­ti­vi­tà o di al­tre at­ti­vi­tà ana­lo­ghe per un tem­po da sei me­si a cin­que an­ni.82

2 Se al­cu­no ha com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to con­tro un mi­no­ren­ne o con­tro unʼal­tra per­so­na par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­le e sus­si­ste il ri­schio che com­met­ta al­tri rea­ti ana­lo­ghi nel­lʼe­ser­ci­zio di unʼat­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta im­pli­can­te un con­tat­to re­go­la­re con mi­no­ren­ni o con al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li, il giu­di­ce può in­ter­dir­gli lʼe­ser­ci­zio di ta­le at­ti­vi­tà per un tem­po da uno a die­ci an­ni.

2bis Il giu­di­ce può pro­nun­cia­re l’in­ter­di­zio­ne di cui al ca­po­ver­so 2 a vi­ta, se vi è da at­ten­der­si che una du­ra­ta di die­ci an­ni non sia suf­fi­cien­te a ga­ran­ti­re che l’au­to­re non co­sti­tui­sca più un pe­ri­co­lo. Su pro­po­sta dell’au­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne, il giu­di­ce può pro­ro­ga­re di vol­ta in vol­ta di cin­que an­ni al mas­si­mo l’in­ter­di­zio­ne di du­ra­ta de­ter­mi­na­ta di cui al ca­po­ver­so 2, se è ne­ces­sa­rio per trat­te­ne­re l’au­to­re dal com­met­te­re nuo­vi cri­mi­ni o de­lit­ti ana­lo­ghi a quel­li che han­no de­ter­mi­na­to l’in­ter­d­­izio­ne.83

3 Se ad al­cu­no è sta­ta in­flit­ta una pe­na o una del­le mi­su­re di cui agli ar­ti­co­li 59–61, 63 o 64 per aver com­mes­so uno dei rea­ti se­guen­ti, il giu­di­ce gli in­ter­di­ce a vi­ta l’eser­ci­zio di qual­sia­si at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta im­pli­can­te un con­tat­to re­go­la­re con mi­no­ren­ni:

a.
trat­ta di es­se­ri uma­ni (art. 182), se il rea­to è sta­to com­mes­so a sco­po di sfrut­ta­men­to ses­sua­le e la vit­ti­ma è mi­no­ren­ne;
b.
at­ti ses­sua­li con fan­ciul­li (art. 187), at­ti ses­sua­li con per­so­ne di­pen­den­ti (art. 188) o at­ti ses­sua­li con mi­no­ren­ni con­tro ri­mu­ne­ra­zio­ne (art. 196);
c.
coa­zio­ne ses­sua­le (art. 189), vio­len­za car­na­le (art. 190), at­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re (art. 191), at­ti ses­sua­li con per­so­ne ri­co­ve­ra­te, de­te­nu­te od im­pu­ta­te (art. 192), sfrut­ta­men­to del­lo sta­to di bi­so­gno (art. 193), esi­bi­zio­ni­smo (art. 194), pro­mo­vi­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne (art. 195) o mo­le­stie ses­sua­li (art. 198), se la vit­ti­ma è mi­no­ren­ne;
d.
por­no­gra­fia (art. 197):
1.
se­con­do l’ar­ti­co­lo 197 ca­po­ver­so 1 o 3,
2.
se­con­do l’ar­ti­co­lo 197 ca­po­ver­so 4 o 5, se gli og­get­ti o le rap­pre­sen­ta­zio­ni ver­to­no su at­ti ses­sua­li con mi­no­ren­ni.84

4 Se ad al­cu­no è sta­ta in­flit­ta una pe­na o una del­le mi­su­re di cui agli ar­ti­co­li 59–61, 63 o 64 per aver com­mes­so uno dei rea­ti se­guen­ti, il giu­di­ce gli in­ter­di­ce a vi­ta l’eser­ci­zio di qual­sia­si at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta im­pli­can­te un con­tat­to re­go­la­re con mag­gio­ren­ni par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li non­ché l’eser­ci­zio di qual­sia­si at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta nel set­to­re sa­ni­ta­rio im­pli­can­te un con­tat­to di­ret­to con i pa­zien­ti:

a.
trat­ta di es­se­ri uma­ni (art. 182) a sco­po di sfrut­ta­men­to ses­sua­le, coa­zio­ne ses­sua­le (art. 189), vio­len­za car­na­le (art. 190), at­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re (art. 191), at­ti ses­sua­li con per­so­ne ri­co­ve­ra­te, de­te­nu­te od im­pu­ta­te (art. 192), sfrut­ta­men­to del­lo sta­to di bi­so­gno (art. 193), esi­bi­zio­ni­smo (art. 194), pro­mo­vi­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne (art. 195) o mo­le­stie ses­sua­li (art. 198), se la vit­ti­ma è:
1.
un mag­gio­ren­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­le,
2.
un mag­gio­ren­ne non par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­le, ma inet­to a re­si­ste­re, in­ca­pa­ce di di­scer­ni­men­to o non in gra­do di op­por­re re­si­sten­za a cau­sa di una di­pen­den­za fi­si­ca o psi­chi­ca;
b.
por­no­gra­fia (art. 197 cpv. 2 pri­mo per., 4 o 5), se gli og­get­ti o le rap­pre­sen­ta­zio­ni ver­to­no su:
1.
at­ti ses­sua­li con mag­gio­ren­ni par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li,
2.
at­ti ses­sua­li con mag­gio­ren­ni non par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li, ma inet­ti a re­si­ste­re, in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o non in gra­do di op­por­re re­si­sten­za a cau­sa di una di­pen­den­za fi­si­ca o psi­chi­ca.85

4bis Nei ca­si di esi­gua gra­vi­tà, il giu­di­ce può, a ti­to­lo ec­ce­zio­na­le, pre­scin­de­re dal­la pro­nun­cia di un’in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un’at­ti­vi­tà se­con­do il ca­po­ver­so 3 o 4, se non ap­pa­re ne­ces­sa­ria per trat­te­ne­re l’au­to­re dal com­met­te­re nuo­vi rea­ti ana­lo­ghi a quel­li che han­no de­ter­mi­na­to l’in­ter­di­zio­ne. Il giu­di­ce non può tut­ta­via pre­scin­de­re dal­la pro­nun­cia di un’in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un’at­ti­vi­tà:

a.
in ca­so di trat­ta di es­se­ri uma­ni (art. 182), coa­zio­ne ses­sua­le (art. 189), vio­len­za ses­sua­le (art. 190), at­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re (art. 191) o pro­mo­vi­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne (art. 195); op­pu­re
b.
se l’au­to­re è con­si­de­ra­to pe­do­fi­lo se­con­do i cri­te­ri di clas­si­fi­ca­zio­ne in­ter­na­zio­nal­men­te ri­co­no­sciu­ti.86

5 Se all’au­to­re è in­flit­ta nel me­de­si­mo pro­ce­di­men­to una pe­na o mi­su­ra per aver com­mes­so più rea­ti, il giu­di­ce sta­bi­li­sce qua­le par­te del­la pe­na o qua­le mi­su­ra è in­flit­ta per un rea­to pas­si­bi­le del­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà. Ta­le par­te del­la pe­na, la mi­su­ra e il rea­to so­no de­ter­mi­nan­ti per sta­bi­li­re se pro­nun­cia­re un’in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un’at­ti­vi­tà se­con­do il ca­po­ver­so 1, 2, 2bis, 3 o 4. Le par­ti di pe­na in­flit­te per più rea­ti pas­si­bi­li di in­ter­di­zio­ne so­no ad­di­zio­na­te. È pos­si­bi­le pro­nun­cia­re più in­ter­di­zio­ni di eser­ci­ta­re un’at­ti­vi­tà.87

6 Il giu­di­ce può or­di­na­re un’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va per la du­ra­ta del­l’in­ter­di­zio­ne.88

7 ...89

81 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

82 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

83 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

84 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

85 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

86 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

87 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

88 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

89 Abro­ga­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), con ef­fet­to dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

Art. 67a90

Con­te­nu­to e por­ta­ta

 

1 So­no con­si­de­ra­te at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­li ai sen­si del­lʼar­ti­co­lo 67 le at­ti­vi­tà svol­te nel­lʼe­ser­ci­zio, a ti­to­lo prin­ci­pa­le o ac­ces­so­rio, di una pro­fes­sio­ne, di unʼin­du­stria o di un com­mer­cio. So­no con­si­de­ra­te at­ti­vi­tà ex­tra­pro­fes­sio­na­li or­ga­niz­za­te le at­ti­vi­tà svol­te sen­za sco­po di lu­cro o sen­za pre­va­len­te sco­po di lu­cro nel­lʼam­bi­to di unʼas­so­cia­zio­ne o di unʼal­tra or­ga­niz­za­zio­ne.

2 Lʼin­ter­di­zio­ne ai sen­si del­lʼar­ti­co­lo 67 vie­ta al­lʼau­to­re di eser­ci­ta­re at­ti­vi­tà a ti­to­lo in­di­pen­den­te o in ve­ste di or­ga­no di una per­so­na giu­ri­di­ca o di una so­cie­tà com­mer­cia­le, non­ché di man­da­ta­rio o rap­pre­sen­tan­te di ter­zi, co­me pu­re di far­le eser­ci­ta­re da una per­so­na sot­to­po­sta al­le sue istru­zio­ni.

3 Se sus­si­ste il ri­schio che lʼau­to­re abu­si del­la sua at­ti­vi­tà per com­met­te­re rea­ti an­che se sot­to­po­sto al­le istru­zio­ni e al con­trol­lo di un su­pe­rio­re o di un sor­ve­glian­te, lʼin­ter­di­zio­ne ver­te sul­la to­ta­li­tà del­lʼat­ti­vi­tà con­si­de­ra­ta.

4 Le in­ter­di­zio­ni di cui al­lʼar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­si 3 e 4 ver­to­no sem­pre sul­la to­ta­li­tà del­lʼat­ti­vi­tà con­si­de­ra­ta.

5 So­no con­si­de­ra­te at­ti­vi­tà im­pli­can­ti un con­tat­to re­go­la­re con mi­no­ren­ni o al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li:

a.
le at­ti­vi­tà eser­ci­ta­te spe­ci­fi­ca­men­te a con­tat­to di­ret­to con mi­no­ren­ni o al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li, se­gna­ta­men­te:
1.
l’in­se­gna­men­to,
2.
l’edu­ca­zio­ne e la con­su­len­za,
3.
l’as­si­sten­za e la sor­ve­glian­za,
4.
la cu­ra,
5.
gli esa­mi e i trat­ta­men­ti di na­tu­ra fi­si­ca,
6.
gli esa­mi e i trat­ta­men­ti di na­tu­ra psi­co­lo­gi­ca,
7.
la ri­sto­ra­zio­ne,
8.
il tra­spor­to,
9.
la ven­di­ta e il pre­sti­to di­ret­ti di og­get­ti de­sti­na­ti spe­ci­fi­ca­men­te ai mi­no­ren­ni o ad al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li, non­ché l’at­ti­vi­tà di in­ter­me­dia­rio di­ret­to in ta­le ven­di­ta o pre­sti­to, se es­sa rap­pre­sen­ta l’at­ti­vi­tà prin­ci­pa­le del­la per­so­na in que­stio­ne;
b.
al­tre at­ti­vi­tà, eser­ci­ta­te so­prat­tut­to o re­go­lar­men­te in isti­tu­ti che of­fro­no ser­vi­zi di cui al­la let­te­ra a; so­no ec­cet­tua­te le at­ti­vi­tà per le qua­li è cer­to che, a cau­sa del­la lo­ro ubi­ca­zio­ne o del lo­ro ora­rio, non pos­so­no im­pli­ca­re al­cun con­tat­to con mi­no­ren­ni o al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li.91

6 So­no con­si­de­ra­te par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li le per­so­ne che, a cau­sa dell’età, di una ma­lat­tia o di una de­fi­cien­za fi­si­ca, men­ta­le o psi­chi­ca di lun­ga du­ra­ta, di­pen­do­no dall’aiu­to di ter­zi nel­le at­ti­vi­tà del­la vi­ta quo­ti­dia­na o nel­la de­ter­mi­na­zio­ne del­la lo­ro esi­sten­za.92

90 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

91 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

92 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

Art. 67b93

b. Di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te

 

1 Se al­cu­no ha com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to con­tro una o più per­so­ne de­ter­mi­na­te o con­tro i mem­bri di un grup­po de­ter­mi­na­to e sus­si­ste il ri­schio che com­met­ta al­tri cri­mi­ni o de­lit­ti nel ca­so in cui ab­bia con­tat­ti con ta­li per­so­ne, il giu­di­ce può pro­nun­cia­re nei suoi con­fron­ti un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te per un tem­po di cin­que an­ni al mas­si­mo.

2 Pro­nun­cian­do il di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te il giu­di­ce può vie­ta­re al­lʼau­to­re di:

a.
met­ter­si in con­tat­to, di­ret­ta­men­te o tra­mi­te ter­zi, con una o più per­so­ne de­ter­mi­na­te o con i mem­bri di un grup­po de­ter­mi­na­to, in par­ti­co­la­re per te­le­fo­no, per scrit­to o per via elet­tro­ni­ca, im­pie­gar­le, al­log­giar­le, for­mar­le, sor­ve­gliar­le, cu­rar­le o fre­quen­tar­le in al­tro mo­do;
b.
av­vi­ci­nar­si a una de­ter­mi­na­ta per­so­na o ac­ce­de­re a un pe­ri­me­tro de­ter­mi­na­to at­tor­no al­la sua abi­ta­zio­ne;
c.
trat­te­ner­si in de­ter­mi­na­ti luo­ghi, in par­ti­co­la­re vie, piaz­ze o quar­tie­ri.

3 Per ese­gui­re il di­vie­to, lʼau­to­ri­tà com­pe­ten­te può im­pie­ga­re ap­pa­rec­chi tec­ni­ci fis­sa­ti sul­lʼau­to­re. Ta­li ap­pa­rec­chi pos­so­no ser­vi­re in par­ti­co­la­re a lo­ca­liz­za­re lʼau­to­re.

4 Il giu­di­ce può or­di­na­re unʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va per la du­ra­ta del di­vie­to.

5 Se ne­ces­sa­rio per trat­te­ne­re lʼau­to­re dal com­met­te­re nuo­vi cri­mi­ni o de­lit­ti con­tro un mi­no­ren­ne o una per­so­na par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­le, su pro­po­sta del­lʼau­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne il giu­di­ce può pro­ro­ga­re il di­vie­to di vol­ta in vol­ta per cin­que an­ni al mas­si­mo.

93 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Art. 67c94

c. Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni.

Ese­cu­zio­ne del­lʼin­ter­di­zio­ne o del di­vie­to

 

1 Lʼin­ter­di­zio­ne o il di­vie­to ha ef­fet­to dal gior­no in cui la sen­ten­za pas­sa in giu­di­ca­to.

2 La du­ra­ta del­lʼe­se­cu­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va o di una mi­su­ra pri­va­ti­va del­la li­ber­tà (art. 59–61 e 64) non è com­pu­ta­ta nel­la du­ra­ta del­lʼin­ter­di­zio­ne o del di­vie­to.

3 Se lʼau­to­re non ha su­pe­ra­to il pe­rio­do di pro­va, con con­se­guen­te re­vo­ca del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le del­la pe­na de­ten­ti­va ov­ve­ro ri­pri­sti­no di una pe­na o di una mi­su­ra, la du­ra­ta del­lʼin­ter­di­zio­ne o del di­vie­to si con­ta sol­tan­to dal gior­no del­la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le o de­fi­ni­ti­va ov­ve­ro da quel­lo in cui la san­zio­ne è sta­ta sop­pres­sa o con­do­na­ta.

4 Se lʼau­to­re ha su­pe­ra­to con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va, lʼau­to­ri­tà com­pe­ten­te de­ci­de se lʼin­ter­di­zio­ne di cui al­lʼar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 1 o il di­vie­to di cui al­lʼar­ti­co­lo 67b deb­ba­no es­se­re at­te­nua­ti quan­to a du­ra­ta e con­te­nu­to op­pu­re sop­pres­si.

5 Lʼau­to­re può chie­de­re al­lʼau­to­ri­tà com­pe­ten­te di ri­dur­re la du­ra­ta o at­te­nua­re il con­te­nu­to di unʼin­ter­di­zio­ne o di un di­vie­to op­pu­re di sop­pri­mer­li:

a.
do­po al­me­no due an­ni di ese­cu­zio­ne, nel ca­so di unʼin­ter­di­zio­ne di cui al­lʼar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 1 o di un di­vie­to di cui al­lʼar­ti­co­lo 67b;
b.
tra­scor­sa la me­tà del­la du­ra­ta del­lʼin­ter­di­zio­ne, ma do­po al­me­no tre an­ni di ese­cu­zio­ne, nel ca­so di unʼin­ter­di­zio­ne di du­ra­ta de­ter­mi­na­ta di cui al­lʼar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 2;
c.95
...
d.96
do­po al­me­no die­ci an­ni di ese­cu­zio­ne, nel ca­so di un’in­ter­di­zio­ne a vi­ta di cui all’ar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 2bis.

6 Nei ca­si di cui al ca­po­ver­so 4 o 5, lʼau­to­ri­tà com­pe­ten­te sop­pri­me lʼin­ter­di­zio­ne o il di­vie­to se non vi è da te­me­re che lʼau­to­re com­met­ta al­tri cri­mi­ni o de­lit­ti nel­lʼe­ser­ci­zio del­lʼat­ti­vi­tà in que­stio­ne o nel ca­so in cui ab­bia con­tat­ti con de­ter­mi­na­te per­so­ne o con i mem­bri di un grup­po de­ter­mi­na­to e se lʼau­to­re ha, per quan­to si po­tes­se ra­gio­ne­vol­men­te pre­ten­de­re, ri­sar­ci­to il dan­no da lui cau­sa­to.

6bis Le in­ter­di­zio­ni pro­nun­cia­te se­con­do l’ar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 3 o 4 non pos­so­no es­se­re sop­pres­se.97

7 Se il con­dan­na­to di­sat­ten­de unʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te o si sot­trae al­lʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va con­nes­sa o se ta­le as­si­sten­za si ri­ve­la inat­tua­bi­le o non più ne­ces­sa­ria, lʼau­to­ri­tà com­pe­ten­te ne ri­fe­ri­sce al giu­di­ce o al­le au­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne. Il giu­di­ce o lʼau­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne può por­re fi­ne al­lʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­spor­ne una nuo­va.

7bis L’au­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne può or­di­na­re l’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va per l’in­te­ra du­ra­ta dell’in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un’at­ti­vi­tà o del di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te.98

8 Se il con­dan­na­to si sot­trae al­lʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va du­ran­te un pe­rio­do di pro­va, è ap­pli­ca­bi­le lʼar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­si 4 e 5.

9 Se, du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, il con­dan­na­to di­sat­ten­de un’in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un’at­ti­vi­tà o un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, so­no ap­pli­ca­bi­li l’ar­ti­co­lo 294 e le di­spo­si­zio­ni sul­la re­vo­ca del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le del­la pe­na, non­ché sul ri­pri­sti­no dell’ese­cu­zio­ne del­la pe­na o del­la mi­su­ra.99

94 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

95 Abro­ga­ta dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), con ef­fet­to dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

96 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

97 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

98 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

99 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 67d100

Mo­di­fi­ca o pro­nun­cia a po­ste­rio­ri di unʼin­ter­di­zio­ne o di un di­vie­to

 

1 Se du­ran­te lʼe­se­cu­zio­ne di unʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o di un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te si con­sta­ta che lʼau­to­re adem­pie le con­di­zio­ni per unʼe­sten­sio­ne del­lʼin­ter­di­zio­ne o del di­vie­to o per unʼin­ter­di­zio­ne o un di­vie­to ag­giun­ti­vi, il giu­di­ce può or­di­nar­li a po­ste­rio­ri su pro­po­sta del­lʼau­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne.

2 Se du­ran­te lʼe­se­cu­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va o di una mi­su­ra pri­va­ti­va del­la li­ber­tà si con­sta­ta che lʼau­to­re adem­pie le con­di­zio­ni per unʼin­ter­di­zio­ne di cui al­lʼar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 1 o 2 op­pu­re per un di­vie­to di cui al­lʼar­ti­co­lo 67b, il giu­di­ce può or­di­nar­li a po­ste­rio­ri su pro­po­sta del­lʼau­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne.

100 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Art. 67e101

3. Di­vie­to di con­dur­re

 

Se l’au­to­re ha uti­liz­za­to un vei­co­lo a mo­to­re per com­met­te­re un cri­mi­ne o un de­lit­to e sus­si­ste il ri­schio di un ul­te­rio­re abu­so, il giu­di­ce può or­di­na­re con­giun­ta­men­te a una pe­na o a una mi­su­ra se­con­do gli ar­ti­co­li 59–64 il ri­ti­ro del­la li­cen­za di al­lie­vo con­du­cen­te o del­la li­cen­za di con­dur­re per una du­ra­ta da un me­se a cin­que an­ni.

101 Ori­gi­na­rio art. 67b.

Art. 67f102

 

102 Pri­vo d’og­get­togiu­sta il n. IV 1 del­la del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 68

4. Pub­bli­ca­zio­ne del­la sen­ten­za

 

1 Se l’in­te­res­se pub­bli­co o l’in­te­res­se del­la per­so­na le­sa o dell’aven­te di­rit­to di que­re­la lo ri­chie­de, il giu­di­ce or­di­na che la sen­ten­za di con­dan­na sia re­sa pub­bli­ca a spe­se del con­dan­na­to.

2 Se l’in­te­res­se pub­bli­co o l’in­te­res­se del­la per­so­na as­sol­ta o sca­gio­na­ta lo ri­chie­de, il giu­di­ce or­di­na che la sen­ten­za di as­so­lu­zio­ne o la de­ci­sio­ne di ab­ban­do­no del pro­ce­di­men­to sia re­sa pub­bli­ca a spe­se del­lo Sta­to o del de­nun­cian­te.

3 La pub­bli­ca­zio­ne nell’in­te­res­se del­la per­so­na le­sa, dell’aven­te di­rit­to di que­re­la o del­la per­so­na as­sol­ta o sca­gio­na­ta av­vie­ne sol­tan­to a lo­ro ri­chie­sta.

4 Il giu­di­ce fis­sa le mo­da­li­tà e l’esten­sio­ne del­la pub­bli­ca­zio­ne.


Art. 69

5. Con­fi­sca

a. Con­fi­sca di og­get­ti pe­ri­co­lo­si

 

1 Il giu­di­ce, in­di­pen­den­te­men­te dal­la pu­ni­bi­li­tà di una da­ta per­so­na, or­di­na la con­fi­sca de­gli og­get­ti che han­no ser­vi­to o era­no de­sti­na­ti a com­met­te­re un rea­to o che co­sti­tui­sco­no il pro­dot­to di un rea­to se ta­li og­get­ti com­pro­met­to­no la si­cu­rez­za del­le per­so­ne, la mo­ra­li­tà o l’or­di­ne pub­bli­co.

2 Il giu­di­ce può or­di­na­re che gli og­get­ti con­fi­sca­ti sia­no re­si in­ser­vi­bi­li o di­strut­ti.

Art. 70

b. Con­fi­sca di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li.

Prin­ci­pi

 

1 Il giu­di­ce or­di­na la con­fi­sca dei va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li che co­sti­tui­sco­no il pro­dot­to di un rea­to o era­no de­sti­na­ti a de­ter­mi­na­re o a ri­com­pen­sa­re l’au­to­re di un rea­to, a me­no che deb­ba­no es­se­re re­sti­tui­ti al­la per­so­na le­sa al­lo sco­po di ri­pri­sti­na­re la si­tua­zio­ne le­ga­le.

2 La con­fi­sca non può es­se­re or­di­na­ta se un ter­zo ha ac­qui­si­to i va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li igno­ran­do i fat­ti che l’avreb­be­ro giu­sti­fi­ca­ta, nel­la mi­su­ra in cui ab­bia for­ni­to una con­tro­pre­sta­zio­ne ade­gua­ta o la con­fi­sca co­sti­tui­sca nei suoi con­fron­ti una mi­su­ra ec­ces­si­va­men­te se­ve­ra.

3 Il di­rit­to di or­di­na­re la con­fi­sca si pre­scri­ve in set­te an­ni; se il per­se­gui­men­to del rea­to sog­gia­ce a una pre­scri­zio­ne più lun­ga, que­sta si ap­pli­ca an­che al­la con­fi­sca.

4 La con­fi­sca è pub­bli­ca­ta uf­fi­cial­men­te. Le pre­te­se del­la per­so­na le­sa o di ter­zi si estin­guo­no cin­que an­ni do­po la pub­bli­ca­zio­ne uf­fi­cia­le del­la con­fi­sca.

5 Se l’im­por­to dei va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li sot­to­stan­ti a con­fi­sca non può es­se­re de­ter­mi­na­to o può es­ser­lo sol­tan­to con spe­se spro­por­zio­na­te, il giu­di­ce può pro­ce­de­re a una sti­ma.

Art. 71

Ri­sar­ci­men­ti

 

1 Se i va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li sot­to­stan­ti al­la con­fi­sca non so­no più re­pe­ri­bi­li, il giu­di­ce or­di­na in fa­vo­re del­lo Sta­to un ri­sar­ci­men­to equi­va­len­te; nei con­fron­ti di ter­zi, tut­ta­via, il ri­sar­ci­men­to può es­se­re or­di­na­to sol­tan­to per quan­to non sia esclu­so giu­sta l’ar­ti­co­lo 70 ca­po­ver­so 2.

2 Il giu­di­ce può pre­scin­de­re in tut­to o in par­te dal ri­sar­ci­men­to che ri­sul­ti pre­su­mi­bil­men­te ine­si­gi­bi­le o im­pe­di­sca se­ria­men­te il rein­se­ri­men­to so­cia­le dell’in­te­res­sa­to.

3 In vi­sta dell’ese­cu­zio­ne del ri­sar­ci­men­to, l’au­to­ri­tà in­qui­ren­te può sot­to­por­re a se­que­stro va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li dell’in­te­res­sa­to. Il se­que­stro non fon­da al­cu­na pre­te­sa pri­vi­le­gia­ta in fa­vo­re del­lo Sta­to nell’am­bi­to dell’ese­cu­zio­ne for­za­ta.

Art. 72103

Con­fi­sca di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li di un’or­ga­niz­za­zio­ne cri­mi­na­le o ter­ro­ri­sti­ca

 

Il giu­di­ce or­di­na la con­fi­sca di tut­ti i va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li di cui un’or­ga­niz­za­zio­ne cri­mi­na­le o ter­ro­ri­sti­ca ha fa­col­tà di di­spor­re. I va­lo­ri ap­par­te­nen­ti a una per­so­na che ab­bia par­te­ci­pa­to a una si­mi­le or­ga­niz­za­zio­ne o l’ab­bia so­ste­nu­ta (art. 260ter) so­no pre­sun­ti sot­to­po­sti, fi­no a pro­va del con­tra­rio, al­la fa­col­tà di di­spor­re dell’or­ga­niz­za­zio­ne.

103 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 2 del DF del 25 set. 2020 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Con­ven­zio­ne del Con­si­glio d’Eu­ro­pa per la pre­ven­zio­ne del ter­ro­ri­smo e il re­la­ti­vo Pro­to­col­lo ad­di­zio­na­le e po­ten­zia il di­spo­si­ti­vo pe­na­le con­tro il ter­ro­ri­smo e la cri­mi­na­li­tà or­ga­niz­za­ta, in vi­go­re dal 1° lug. 2021 (RU 2021360; FF 2018 5439).

Art. 73

6. As­se­gna­men­ti al dan­neg­gia­to

 

1 Se, in se­gui­to a un cri­mi­ne o a un de­lit­to, al­cu­no pa­ti­sce un dan­no non co­per­to da un’as­si­cu­ra­zio­ne e si de­ve pre­su­me­re che il dan­no o il tor­to mo­ra­le non sa­ran­no ri­sar­ci­ti dall’au­to­re, il giu­di­ce as­se­gna al dan­neg­gia­to, a sua ri­chie­sta, fi­no all’im­por­to del ri­sar­ci­men­to o del­l’in­den­ni­tà per tor­to mo­ra­le sta­bi­li­ti giu­di­zial­men­te o me­dian­te tran­sa­zio­ne:

a.
la pe­na pe­cu­nia­ria o la mul­ta pa­ga­ta dal con­dan­na­to;
b.
gli og­get­ti e i be­ni con­fi­sca­ti o il ri­ca­vo del­la lo­ro rea­liz­za­zio­ne, de­dot­te le spe­se;
c.
le pre­te­se di ri­sar­ci­men­to;
d.
l’im­por­to del­la cau­zio­ne pre­ven­ti­va pre­sta­ta.

2 Il giu­di­ce può tut­ta­via or­di­na­re que­sti as­se­gna­men­ti sol­tan­to se il dan­neg­gia­to ce­de al­lo Sta­to la re­la­ti­va quo­ta del suo cre­di­to.

3 I Can­to­ni pre­ve­do­no una pro­ce­du­ra sem­pli­ce e ra­pi­da per il ca­so in cui gli as­se­gna­men­ti non fos­se­ro pos­si­bi­li già nel­la sen­ten­za pe­na­le.

Titolo quarto: Dell’esecuzione delle pene detentive e delle misure privative della libertà

Art. 74

1. Prin­ci­pi dell’ese­cu­zio­ne

 

La di­gni­tà uma­na del de­te­nu­to o col­lo­ca­to dev’es­se­re ri­spet­ta­ta. I di­rit­ti di co­stui pos­so­no es­se­re li­mi­ta­ti sol­tan­to nel­la mi­su­ra in cui la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà e la con­vi­ven­za nell’isti­tu­zio­ne d’ese­cu­zio­ne lo ri­chie­da­no.

Art. 75

2. Ese­cu­zio­ne del­le pe­ne de­ten­ti­ve.

Prin­ci­pi

 

1 L’ese­cu­zio­ne del­la pe­na de­ve pro­muo­ve­re il com­por­ta­men­to so­cia­le del de­te­nu­to, in par­ti­co­la­re la sua ca­pa­ci­tà a vi­ve­re esen­te da pe­na. Es­sa de­ve cor­ri­spon­de­re per quan­to pos­si­bi­le al­le con­di­zio­ni ge­ne­ra­li di vi­ta, ga­ran­ti­re as­si­sten­za al de­te­nu­to, ov­via­re al­le con­se­guen­ze no­ci­ve del­la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà e te­ne­re con­to ade­gua­ta­men­te del­la pro­te­zio­ne del­la col­let­ti­vi­tà, del per­so­na­le in­ca­ri­ca­to dell’ese­cu­zio­ne e de­gli al­tri de­te­nu­ti.

2 ...104

3 Il re­go­la­men­to del pe­ni­ten­zia­rio pre­ve­de l’al­le­sti­men­to di un pia­no di ese­cu­zio­ne con il de­te­nu­to. Il pia­no con­tie­ne in par­ti­co­la­re in­di­ca­zio­ni su­gli aiu­ti of­fer­ti, sul­le pos­si­bi­li­tà di la­vo­ro, di for­ma­zio­ne e for­ma­zio­ne con­ti­nua105, sul­la ri­pa­ra­zio­ne del dan­no, sul­le re­la­zio­ni con il mon­do ester­no e sul­la pre­pa­ra­zio­ne al­la vi­ta in li­ber­tà.

4 Il de­te­nu­to de­ve par­te­ci­pa­re at­ti­va­men­te agli sfor­zi di ri­so­cia­liz­za­zio­ne e al­la pre­pa­ra­zio­ne del­la li­be­ra­zio­ne.

5 Va te­nu­to con­to del­le pre­oc­cu­pa­zio­ni e del­le esi­gen­ze dei de­te­nu­ti d’am­bo i ses­si.

6 Se il de­te­nu­to è li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te o de­fi­ni­ti­va­men­te e ri­sul­ta a po­ste­rio­ri che all’at­to del­la li­be­ra­zio­ne esi­ste­va con­tro di lui un’al­tra sen­ten­za ese­cu­ti­va di con­dan­na a una pe­na de­ten­ti­va, que­st’ul­ti­ma non vie­ne più ese­gui­ta qua­lo­ra:

a.
es­sa non sia sta­ta ese­gui­ta si­mul­ta­nea­men­te all’al­tra pe­na de­ten­ti­va per un mo­ti­vo ad­de­bi­ta­bi­le al­le au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne;
b.
il de­te­nu­to po­tes­se pre­su­me­re in buo­na fe­de che all’at­to del­la li­be­ra­zio­ne non sa­reb­be esi­sti­ta con­tro di lui al­cun’al­tra sen­ten­za ese­cu­ti­va di con­dan­na a una pe­na de­ten­ti­va; e
c.
l’ese­cu­zio­ne me­de­si­ma com­pro­met­tes­se il rein­se­ri­men­to so­cia­le del de­te­nu­to.

104 Abro­ga­to dall’all. 1 n. II 8 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

105 Nuo­va espr. giu­sta l’all. n. 11 del­la LF del 20 giu. 2014 sul­la for­ma­zio­ne con­ti­nua, in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2016 689; FF 2013 3085). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

Art. 75a106

Mi­su­re par­ti­co­la­ri di si­cu­rez­za

 

1 La com­mis­sio­ne di cui all’ar­ti­co­lo 62d ca­po­ver­so 2 va­lu­ta la pe­ri­co­lo­si­tà pub­bli­ca dell’au­to­re in vi­sta del suo tra­sfe­ri­men­to in un pe­ni­ten­zia­rio aper­to, non­ché in vi­sta dell’au­to­riz­za­zio­ne di un re­gi­me aper­to, se:

a.
l’au­to­re ha com­mes­so un cri­mi­ne di cui all’ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1; e
b.
l’au­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne non è in gra­do di va­lu­ta­re con cer­tez­za la pe­ri­co­lo­si­tà pub­bli­ca del de­te­nu­to.

2 Per re­gi­me aper­to si in­ten­de un’espia­zio­ne del­la pe­na ta­le da es­se­re me­no re­strit­ti­va del­la li­ber­tà, in par­ti­co­la­re il tra­sfe­ri­men­to in un pe­ni­ten­zia­rio aper­to, la con­ces­sio­ne di con­ge­di, l’au­to­riz­za­zio­ne del la­vo­ro o al­log­gio ester­ni e la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le.

3 La pe­ri­co­lo­si­tà pub­bli­ca è pre­sun­ta quan­do vi è il pe­ri­co­lo che il de­te­nu­to si dia al­la fu­ga e com­met­ta nuo­vi rea­ti at­ti a pre­giu­di­ca­re gra­ve­men­te l’in­te­gri­tà fi­si­ca, psi­chi­ca o ses­sua­le di un’al­tra per­so­na.

106 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

Art. 76

Luo­go dell’ese­cu­zio­ne

 

1 Le pe­ne de­ten­ti­ve so­no scon­ta­te in un pe­ni­ten­zia­rio chiu­so o aper­to.

2 Il de­te­nu­to è col­lo­ca­to in un pe­ni­ten­zia­rio chiu­so o in un re­par­to chiu­so di un pe­ni­ten­zia­rio aper­to se vi è il pe­ri­co­lo che si dia al­la fu­ga o vi è da at­ten­der­si che com­met­ta nuo­vi rea­ti.

Art. 77

Ese­cu­zio­ne or­di­na­ria

 

Di re­go­la, il de­te­nu­to tra­scor­re nel pe­ni­ten­zia­rio il tem­po di la­vo­ro e di ri­po­so e il tem­po li­be­ro.

Art. 77a

La­vo­ro e al­log­gio ester­ni

 

1 La pe­na de­ten­ti­va una cui par­te, ma di re­go­la al­me­no la me­tà, è già sta­ta scon­ta­ta è ese­gui­ta in for­ma di la­vo­ro ester­no se non vi è da at­ten­der­si che il de­te­nu­to si dia al­la fu­ga o com­met­ta nuo­vi rea­ti.

2 In re­gi­me di la­vo­ro ester­no il de­te­nu­to la­vo­ra fuo­ri del pe­ni­ten­zia­rio e tra­scor­re le ore di tem­po li­be­ro e di ri­po­so nel pe­ni­ten­zia­rio. Il pas­sag­gio a que­sta for­ma d’ese­cu­zio­ne av­vie­ne di re­go­la do­po un ade­gua­to pe­rio­do di per­ma­nen­za in un pe­ni­ten­zia­rio aper­to o nel re­par­to aper­to di un pe­ni­ten­zia­rio chiu­so. So­no con­si­de­ra­ti la­vo­ri fuo­ri del pe­ni­ten­zia­rio an­che i la­vo­ri do­me­sti­ci e la cu­ra dei fi­gli.

3 Se il de­te­nu­to si com­por­ta cor­ret­ta­men­te nel la­vo­ro ester­no, l’ese­cu­zio­ne ul­te­rio­re av­vie­ne in for­ma di al­log­gio e la­vo­ro ester­ni. In tal ca­so il de­te­nu­to al­log­gia e la­vo­ra fuo­ri del pe­ni­ten­zia­rio, ma ri­ma­ne sot­to­po­sto all’au­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne.

Art. 77b107

Se­mi­pri­gio­nia

 

1 A ri­chie­sta del con­dan­na­to, una pe­na de­ten­ti­va non su­pe­rio­re a do­di­ci me­si o una pe­na re­si­dua, ri­sul­tan­te dal com­pu­to del car­ce­re pre­ven­ti­vo, non su­pe­rio­re a sei me­si pos­so­no es­se­re ese­gui­te in for­ma di se­mi­pri­gio­nia se:

a.
non vi è da at­ten­der­si che il con­dan­na­to si dia al­la fu­ga o com­met­ta nuo­vi rea­ti; e
b.
il con­dan­na­to svol­ge un la­vo­ro, una for­ma­zio­ne o un’oc­cu­pa­zio­ne re­go­la­ri per al­me­no ven­ti ore al­la set­ti­ma­na.
2 Il de­te­nu­to con­ti­nua a svol­ge­re il suo la­vo­ro o la sua for­ma­zio­ne od oc­cu­pa­zio­ne fuo­ri del pe­ni­ten­zia­rio, ma vi tra­scor­re il tem­po di ri­po­so e il tem­po li­be­ro.

3 An­zi­ché in un pe­ni­ten­zia­rio, la se­mi­pri­gio­nia può svol­ger­si in un re­par­to spe­cia­le di uno sta­bi­li­men­to adi­bi­to al car­ce­re pre­ven­ti­vo, pur­ché il con­dan­na­to sia de­bi­ta­men­te as­si­sti­to.

4 Se il con­dan­na­to non adem­pie più le con­di­zio­ni dell’au­to­riz­za­zio­ne o se, no­no­stan­te dif­fi­da, non scon­ta la se­mi­pri­gio­nia con­for­me­men­te al­le con­di­zio­ni e one­ri sta­bi­li­ti dall’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne, la pe­na de­ten­ti­va è ese­gui­ta in re­gi­me or­di­na­rio.

107 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 78

Se­gre­ga­zio­ne cel­lu­la­re

 

La se­gre­ga­zio­ne cel­lu­la­re, in for­ma di iso­la­men­to inin­ter­rot­to da­gli al­tri de­te­nu­ti, può es­se­re or­di­na­ta sol­tan­to:

a.
all’ini­zio del­la pe­na e al fi­ne di av­via­re l’ese­cu­zio­ne, per un pe­rio­do di non ol­tre una set­ti­ma­na;
b.
a tu­te­la del de­te­nu­to o di ter­zi;
c.
co­me san­zio­ne di­sci­pli­na­re;
d.108
per im­pe­di­re che al­tri de­te­nu­ti sia­no in­fluen­za­ti da un’ideo­lo­gia che po­treb­be in­dur­li a com­pie­re at­ti­vi­tà ter­ro­ri­sti­che, lad­do­ve vi sia­no in­di­zi con­cre­ti di una ta­le in­fluen­za.

108 In­tro­dot­ta dal n. I 6 del­la LF del 25 set. 2020 sul­le mi­su­re di po­li­zia per la lot­ta al ter­ro­ri­smo, in vi­go­re dal 1° giu. 2022 (RU 2021 565; 2022 300; FF 2019 3935).

Art. 79109

 

109 Abro­ga­to dal n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), con ef­fet­to 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 79a110

La­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà

 

1 Se non vi è da at­ten­der­si che il con­dan­na­to si dia al­la fu­ga o com­met­ta nuo­vi rea­ti, a sua ri­chie­sta pos­so­no es­se­re ese­gui­te in for­ma di la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà:

a.
una pe­na de­ten­ti­va non su­pe­rio­re a sei me­si;
b.
una pe­na re­si­dua, ri­sul­tan­te dal com­pu­to del car­ce­re pre­ven­ti­vo, non su­pe­rio­re a sei me­si; o
c.
una pe­na pe­cu­nia­ria o una mul­ta.
2 Le pe­ne de­ten­ti­ve so­sti­tu­ti­ve non pos­so­no es­se­re ese­gui­te in for­ma di la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà.

3 Il la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà de­ve es­se­re pre­sta­to a fa­vo­re di isti­tu­zio­ni so­cia­li, ope­re di in­te­res­se pub­bli­co o per­so­ne bi­so­gno­se. È pre­sta­to gra­tui­ta­men­te.

4 Quat­tro ore di la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà cor­ri­spon­do­no a un gior­no di pe­na de­ten­ti­va, a un’ali­quo­ta gior­na­lie­ra di pe­na pe­cu­nia­ria o, per le con­trav­ven­zio­ni, a un gior­no di pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va.

5 L’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne fis­sa al con­dan­na­to un ter­mi­ne di due an­ni al mas­si­mo per pre­sta­re il la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà. Nel ca­so di una mul­ta il ter­mi­ne è di un an­no al mas­si­mo.

6 Se, no­no­stan­te dif­fi­da, il con­dan­na­to non pre­sta il la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà con­for­me­men­te al­le con­di­zio­ni e one­ri sta­bi­li­ti dall’au­to­ri­tà d’e­se­cu­zio­ne o nel ter­mi­ne fis­sa­to, la pe­na de­ten­ti­va è ese­gui­ta in re­gi­me or­di­na­rio o in for­ma di se­mi­pri­gio­nia o si pro­ce­de all’esa­zio­ne del­la pe­na pe­cu­nia­ria o del­la mul­ta.

110 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 79b111

Sor­ve­glian­za elet­tro­ni­ca

 

1 A ri­chie­sta del con­dan­na­to, l’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne può or­di­na­re l’im­pie­go di ap­pa­rec­chi elet­tro­ni­ci e la lo­ro ap­pli­ca­zio­ne fis­sa sul cor­po del con­dan­na­to (sor­ve­glian­za elet­tro­ni­ca):

a.
per l’ese­cu­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va o pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va da ven­ti gior­ni a do­di­ci me­si; o
b.
in luo­go del la­vo­ro ester­no o del la­vo­ro e al­log­gio ester­ni, per una du­ra­ta da tre a do­di­ci me­si.

2 L’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne può or­di­na­re la sor­ve­glian­za elet­tro­ni­ca sol­tan­to se:

a.
non vi è da at­ten­der­si che il con­dan­na­to si dia al­la fu­ga o com­met­ta nuo­vi rea­ti;
b.
il con­dan­na­to di­spo­ne di un al­log­gio fis­so;
c.
il con­dan­na­to svol­ge un la­vo­ro, una for­ma­zio­ne o un’oc­cu­pa­zio­ne re­go­la­ri per al­me­no ven­ti ore al­la set­ti­ma­na o è pos­si­bi­le as­se­gnar­gli una ta­le at­ti­vi­tà;
d.
gli adul­ti che vi­vo­no con il con­dan­na­to nel­la stes­sa abi­ta­zio­ne vi ac­con­sen­to­no; e
e.
il con­dan­na­to ap­pro­va il pia­no di ese­cu­zio­ne al­le­sti­to per lui.

3 Se le con­di­zio­ni di cui al ca­po­ver­so 2 let­te­ra a, b o c non so­no più adem­piu­te o se il con­dan­na­to vio­la gli ob­bli­ghi sta­bi­li­ti nel pia­no di ese­cu­zio­ne, l’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne può por­re fi­ne all’ese­cu­zio­ne in for­ma di sor­ve­glian­za elet­tro­ni­ca e or­di­na­re che la pe­na de­ten­ti­va sia ese­gui­ta in re­gi­me or­di­na­rio o in for­ma di se­mi­pri­gio­nia op­pu­re li­mi­ta­re il tem­po li­be­ro spet­tan­te al con­dan­na­to.

111 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 80

De­ro­ghe al­le for­me d’ese­cu­zio­ne

 

1 Al­le nor­me in ma­te­ria di ese­cu­zio­ne può es­se­re de­ro­ga­to a fa­vo­re del de­te­nu­to:

a.
qua­lo­ra il suo sta­to di sa­lu­te lo ri­chie­da;
b.
in ca­so di gra­vi­dan­za, par­to e puer­pe­rio;
c.
per per­met­te­re a ma­dri de­te­nu­te di te­ne­re con sé i lo­ro in­fan­ti, se nell’in­te­res­se an­che del bam­bi­no me­de­si­mo.

2 Se la pe­na non è scon­ta­ta in un pe­ni­ten­zia­rio ben­sì in un’al­tra isti­tu­zio­ne ap­pro­pria­ta, il de­te­nu­to ne sot­to­stà ai re­go­la­men­ti, sal­vo di­spo­si­zio­ne con­tra­ria dell’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne.

Art. 81

La­vo­ro

 

1 Il de­te­nu­to è ob­bli­ga­to al la­vo­ro. Il la­vo­ro de­ve cor­ri­spon­de­re quan­to pos­si­bi­le al­le sue ca­pa­ci­tà, al­la sua for­ma­zio­ne e al­le sue in­cli­na­zio­ni.

2 Il de­te­nu­to che vi ac­con­sen­te può es­se­re oc­cu­pa­to pres­so un da­to­re di la­vo­ro pri­va­to.

Art. 82

For­ma­zio­ne e for­ma­zio­ne con­ti­nua

 

Al de­te­nu­to ido­neo de­ve per quan­to pos­si­bi­le es­se­re da­ta la pos­si­bi­li­tà di ac­qui­si­re una for­ma­zio­ne e una for­ma­zio­ne con­ti­nua cor­ri­spon­den­ti al­le sue ca­pa­ci­tà.

Art. 83

Re­tri­bu­zio­ne

 

1 Il de­te­nu­to ri­ce­ve per il suo la­vo­ro una re­tri­bu­zio­ne cor­ri­spon­den­te al­le sue pre­sta­zio­ni e ade­gua­ta al­le cir­co­stan­ze.

2 Men­tre scon­ta la pe­na, il de­te­nu­to può di­spor­re li­be­ra­men­te sol­tan­to di una par­te del­la re­tri­bu­zio­ne. La par­te re­stan­te è ac­can­to­na­ta qua­le som­ma de­sti­na­ta a far fron­te ai pri­mi tem­pi do­po la li­be­ra­zio­ne. La re­tri­bu­zio­ne non può es­se­re né pi­gno­ra­ta né se­que­stra­ta né in­clu­sa in una mas­sa fal­li­men­ta­re. È nul­la ogni sua ces­sio­ne o co­sti­tu­zio­ne in pe­gno.

3 Per la par­te­ci­pa­zio­ne a mi­su­re di for­ma­zio­ne o for­ma­zio­ne pro­fes­sio­na­le con­ti­nua che il pia­no d’ese­cu­zio­ne pre­ve­de in luo­go del la­vo­ro il de­te­nu­to ri­ce­ve un con­gruo com­pen­so.


Art. 84

Re­la­zio­ni con il mon­do ester­no

 

1 Il de­te­nu­to ha il di­rit­to di ri­ce­ve­re vi­si­te e di man­te­ne­re con­tat­ti con per­so­ne all’ester­no del pe­ni­ten­zia­rio. Dev’es­ser­gli age­vo­la­to il con­tat­to con per­so­ne a lui vi­ci­ne.

2 Ta­li con­tat­ti pos­so­no es­se­re sot­to­po­sti a con­trol­lo e, per sal­va­guar­da­re la di­sci­pli­na e la si­cu­rez­za nel pe­ni­ten­zia­rio, es­se­re li­mi­ta­ti o vie­ta­ti. Le vi­si­te non pos­so­no es­se­re sor­ve­glia­te all’in­sa­pu­ta de­gli in­te­res­sa­ti. Ri­man­go­no sal­vi i prov­ve­di­men­ti pro­ces­sua­li or­di­na­ti per as­si­cu­ra­re un pro­ce­di­men­to pe­na­le.

3 Gli as­si­sten­ti spi­ri­tua­li, i me­di­ci, gli av­vo­ca­ti, i no­tai e i tu­to­ri non­ché le per­so­ne con fun­zio­ni ana­lo­ghe pos­so­no es­se­re au­to­riz­za­ti a co­mu­ni­ca­re li­be­ra­men­te con i de­te­nu­ti nei li­mi­ti dell’or­di­na­men­to ge­ne­ra­le del pe­ni­ten­zia­rio.

4 I con­tat­ti con i di­fen­so­ri so­no con­sen­ti­ti. Le vi­si­te dei di­fen­so­ri pos­so­no es­se­re sor­ve­glia­te, ma i col­lo­qui non pos­so­no es­se­re ascol­ta­ti. La cor­ri­spon­den­za non­ché gli scrit­ti de­gli av­vo­ca­ti non pos­so­no es­se­re esa­mi­na­ti quan­to al con­te­nu­to. In ca­so di abu­so, i rap­por­ti tra de­te­nu­to e av­vo­ca­ti pos­so­no es­se­re vie­ta­ti dall’au­to­ri­tà com­pe­ten­te.

5 I rap­por­ti con le au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za non pos­so­no es­se­re con­trol­la­ti.

6 Al de­te­nu­to van­no con­ces­si ade­gua­ti con­ge­di per la cu­ra del­le re­la­zio­ni con il mon­do ester­no, per la pre­pa­ra­zio­ne del ri­tor­no al­la vi­ta li­be­ra o per ra­gio­ni par­ti­co­la­ri, sem­pre­ché il suo com­por­ta­men­to du­ran­te l’ese­cu­zio­ne del­la pe­na non vi si op­pon­ga e pur­ché non vi sia il ri­schio che si dia al­la fu­ga o non vi sia da at­ten­der­si che com­met­ta nuo­vi rea­ti.

6bis Ai cri­mi­na­li in­ter­na­ti a vi­ta non so­no con­ces­si con­ge­di o al­tre for­me di re­gi­me pe­ni­ten­zia­rio aper­to du­ran­te l’ese­cu­zio­ne del­la pe­na che pre­ce­de l’in­ter­na­men­to a vi­ta.112

7 Ri­man­go­no sal­vi l’ar­ti­co­lo 36 del­la Con­ven­zio­ne di Vien­na del 24 apri­le 1963113 sul­le re­la­zio­ni con­so­la­ri e le al­tre nor­me di di­rit­to in­ter­na­zio­na­le pub­bli­co con­cer­nen­ti le vi­si­te e la cor­ri­spon­den­za, vin­co­lan­ti per la Sviz­ze­ra.

112 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).

113 RS 0.191.02

Art. 85

Con­trol­li e ispe­zio­ni

 

1 Gli ef­fet­ti per­so­na­li e gli al­log­gi dei de­te­nu­ti pos­so­no es­se­re per­qui­si­ti per tu­te­la­re l’or­di­ne e la si­cu­rez­za nel pe­ni­ten­zia­rio.

2 Il de­te­nu­to so­spet­ta­to di ce­la­re su di sé o nel suo cor­po og­get­ti vie­ta­ti può es­se­re sot­to­po­sto a un esa­me cor­po­ra­le. L’esa­me è ef­fet­tua­to da una per­so­na del­lo stes­so ses­so. Se im­pli­ca una sve­sti­zio­ne, non può es­se­re ese­gui­to in pre­sen­za di al­tri de­te­nu­ti. L’esa­me all’in­ter­no del cor­po è ef­fet­tua­to da un me­di­co o da per­so­na­le me­di­co.

Art. 86

Li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le

a. Con­ces­sio­ne

 

1 Quan­do il de­te­nu­to ha scon­ta­to i due ter­zi del­la pe­na, ma in ogni ca­so al­me­no tre me­si, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te lo li­be­ra con­di­zio­nal­men­te se il suo com­por­ta­men­to du­ran­te l’ese­cu­zio­ne del­la pe­na lo giu­sti­fi­ca e non si deb­ba pre­su­me­re che com­met­te­rà nuo­vi cri­mi­ni o de­lit­ti.

2 L’au­to­ri­tà com­pe­ten­te esa­mi­na d’uf­fi­cio se il de­te­nu­to pos­sa es­se­re li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te. Chie­de a tal fi­ne una re­la­zio­ne al­la di­re­zio­ne del pe­ni­ten­zia­rio. Il de­te­nu­to de­ve es­se­re sen­ti­to.

3 Se non con­ce­de la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te rie­sa­mi­na la que­stio­ne al­me­no una vol­ta all’an­no.

4 Quan­do il de­te­nu­to ha scon­ta­to la me­tà del­la pe­na, ma in ogni ca­so al­me­no tre me­si, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te può, a ti­to­lo ec­ce­zio­na­le, li­be­rar­lo con­di­zio­nal­men­te qua­lo­ra cir­co­stan­ze straor­di­na­rie ine­ren­ti al­la per­so­na del de­te­nu­to lo giu­sti­fi­chi­no.

5 In ca­so di pe­na de­ten­ti­va a vi­ta, la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le se­con­do il ca­po­ver­so 1 è pos­si­bi­le al più pre­sto do­po quin­di­ci an­ni; quel­la se­con­do il ca­po­ver­so 4, do­po die­ci.

Art. 87

b. Pe­rio­do di pro­va

 

1 Al li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te è im­po­sto un pe­rio­do di pro­va di du­ra­ta cor­ri­spon­den­te al re­sto del­la pe­na. Ta­le pe­rio­do non può pe­rò es­se­re in­fe­rio­re a un an­no né su­pe­rio­re a cin­que.

2 Per la du­ra­ta del pe­rio­do di pro­va, l’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne or­di­na di re­go­la un’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va. Può inol­tre im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta.

3 Se la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le è sta­ta con­ces­sa per una pe­na de­ten­ti­va in­flit­ta per un rea­to ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1 e se al­la sca­den­za del pe­rio­do di pro­va ap­pa­re ne­ces­sa­rio pro­se­gui­re con l’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o le nor­me di con­dot­ta per ov­via­re al ri­schio che l’au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti del­lo stes­so ge­ne­re, il giu­di­ce, su pro­po­sta dell’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne, può di vol­ta in vol­ta or­di­na­re la pro­tra­zio­ne dell’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o del­le nor­me di con­dot­ta per un pe­rio­do da uno a cin­que an­ni o or­di­na­re nuo­ve nor­me di con­dot­ta per que­sto pe­rio­do. In que­sto ca­so, non è pos­si­bi­le il ri­pri­sti­no dell’ese­cu­zio­ne del­la pe­na se­con­do l’ar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­so 5.

Art. 88

c. Suc­ces­so del pe­rio­do di pro­va

 

Se il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te ha su­pe­ra­to con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va, la li­be­ra­zio­ne di­ven­ta de­fi­ni­ti­va.


Art. 89

d. In­suc­ces­so del pe­rio­do di pro­va

 

1 Se, du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to, il giu­di­ce com­pe­ten­te per giu­di­ca­re il nuo­vo rea­to or­di­na il ri­pri­sti­no dell’ese­cu­zio­ne.

2 Se, no­no­stan­te il cri­mi­ne o il de­lit­to com­mes­so du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, non vi è da at­ten­der­si che il con­dan­na­to com­met­ta nuo­vi rea­ti, il giu­di­ce ri­nun­cia al ri­pri­sti­no dell’ese­cu­zio­ne. Può am­mo­ni­re il con­dan­na­to e pro­ro­ga­re il pe­rio­do di pro­va del­la me­tà al mas­si­mo del­la du­ra­ta sta­bi­li­ta ini­zial­men­te dall’au­to­ri­tà com­pe­ten­te. Se su­ben­tra al ter­mi­ne del pe­rio­do di pro­va, la pro­ro­ga de­cor­re a par­ti­re dal gior­no in cui è sta­ta or­di­na­ta. Le di­spo­si­zio­ni sull’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e sul­le no­me di con­dot­ta (art. 93–95) so­no ap­pli­ca­bi­li.

3 Se il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te si sot­trae all’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta, è ap­pli­ca­bi­le l’ar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­si 3–5.

4 Il ri­pri­sti­no dell’ese­cu­zio­ne non può più es­se­re or­di­na­to tra­scor­si tre an­ni dal­la fi­ne del pe­rio­do di pro­va.

5 Il car­ce­re pre­ven­ti­vo sof­fer­to du­ran­te la pro­ce­du­ra di ri­pri­sti­no dell’ese­cu­zio­ne è com­pu­ta­to nel re­sto del­la pe­na.

6 Se in se­gui­to al nuo­vo rea­to ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per una pe­na de­ten­ti­va sen­za con­di­zio­na­le e ta­le pe­na è in con­cor­so con il re­sto del­la pe­na di­ve­nu­ta ese­cu­ti­va a mo­ti­vo del­la re­vo­ca, il giu­di­ce pro­nun­cia una pe­na uni­ca in ap­pli­ca­zio­ne dell’ar­ti­co­lo 49. Al­la pe­na uni­ca so­no nuo­va­men­te ap­pli­ca­bi­li le nor­me del­la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le. Se de­ve es­se­re ese­gui­to sol­tan­to il re­sto del­la pe­na è ap­pli­ca­bi­le l’ar­ti­co­lo 86 ca­po­ver­si 1–4.

7 Se il re­sto di una pe­na di­ve­nu­ta ese­cu­ti­va in se­gui­to a una de­ci­sio­ne di ri­pri­sti­no dell’ese­cu­zio­ne è in con­cor­so con una del­le mi­su­re pre­vi­ste ne­gli ar­ti­co­li 59–61, è ap­pli­ca­bi­le l’ar­ti­co­lo 57 ca­po­ver­si 2 e 3.

Art. 90

3. Ese­cu­zio­ne di mi­su­re

 

1 Nell’ese­cu­zio­ne di una mi­su­ra se­con­do gli ar­ti­co­li 59–61 il col­lo­ca­to può es­se­re inin­ter­rot­ta­men­te se­pa­ra­to da­gli al­tri col­lo­ca­ti sol­tan­to se ta­le se­gre­ga­zio­ne è in­di­spen­sa­bi­le:

a.
co­me mi­su­ra te­ra­peu­ti­ca tem­po­ra­nea;
b.
a tu­te­la del col­lo­ca­to me­de­si­mo o di ter­zi;
c.
co­me san­zio­ne di­sci­pli­na­re;
d.114
per im­pe­di­re che al­tri col­lo­ca­ti sia­no in­fluen­za­ti da un’ideo­lo­gia che po­treb­be in­dur­li a com­pie­re at­ti­vi­tà ter­ro­ri­sti­che, lad­do­ve vi sia­no in­di­zi con­cre­ti di una ta­le in­fluen­za.

2 All’ini­zio dell’ese­cu­zio­ne del­la mi­su­ra è al­le­sti­to un pia­no di ese­cu­zio­ne in­sie­me con il col­lo­ca­to o il suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le. Il pia­no con­tie­ne in par­ti­co­la­re in­di­ca­zio­ni sul trat­ta­men­to del­la tur­ba psi­chi­ca, del­la di­pen­den­za o dell’al­te­ra­zio­ne ca­rat­te­ria­le del col­lo­ca­to non­ché sul co­me evi­ta­re che ter­zi sia­no espo­sti a pe­ri­co­lo.

2bis Le mi­su­re di cui agli ar­ti­co­li 59–61 e 64 pos­so­no es­se­re ese­gui­te in for­ma di la­vo­ro e al­log­gio ester­ni se vi so­no fon­da­te pro­ba­bi­li­tà che ciò con­tri­bui­sca in mo­do de­ter­mi­nan­te a rea­liz­za­re lo sco­po del­la mi­su­ra e pur­ché non vi sia il pe­ri­co­lo che il col­lo­ca­to si dia al­la fu­ga o com­met­ta nuo­vi rea­ti. L’ar­ti­co­lo 77a ca­po­ver­si 2 e 3 si ap­pli­ca per ana­lo­gia.115

3 Il col­lo­ca­to abi­le al la­vo­ro è te­nu­to a la­vo­ra­re per quan­to il trat­ta­men­to o le cu­re sta­zio­na­ri lo ri­chie­da­no o con­sen­ta­no. Gli ar­ti­co­li 81–83 si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia.

4 Le re­la­zio­ni con il mon­do ester­no so­no ret­te per ana­lo­gia dall’ar­ti­co­lo 84, sem­pre­ché ra­gio­ni ine­ren­ti al trat­ta­men­to sta­zio­na­rio non ri­chie­da­no re­stri­zio­ni ul­te­rio­ri.

4bis Al tra­sfe­ri­men­to in un pe­ni­ten­zia­rio aper­to e all’au­to­riz­za­zio­ne di un re­gi­me aper­to si ap­pli­ca per ana­lo­gia l’ar­ti­co­lo 75a.116

4ter Du­ran­te l’in­ter­na­men­to a vi­ta non so­no con­ces­si con­ge­di o al­tre for­me di re­gi­me pe­ni­ten­zia­rio aper­to.117

5 Con­trol­li e per­qui­si­zio­ni so­no ret­ti per ana­lo­gia dall’ar­ti­co­lo 85.

114 In­tro­dot­ta dal n. I 6 del­la LF del 25 set. 2020 sul­le mi­su­re di po­li­zia per la lot­ta al ter­ro­ri­smo, in vi­go­re dal 1° giu. 2022 (RU 2021 565; 2022 300; FF 2019 3935).

115 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

116 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

117 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).

Art. 91

4. Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni.

Di­rit­to di­sci­pli­na­re

 

1 Ai de­te­nu­ti e col­lo­ca­ti che con­trav­ven­go­no col­pe­vol­men­te al­le pre­scri­zio­ni dell’ese­cu­zio­ne pe­na­le o al pia­no d’ese­cu­zio­ne pos­so­no es­se­re in­flit­te san­zio­ni di­sci­pli­na­ri.

2 Le san­zio­ni di­sci­pli­na­ri so­no:

a.
l’am­mo­ni­zio­ne;
b.
la re­vo­ca tem­po­ra­nea o li­mi­ta­zio­ne del di­rit­to di di­spor­re di mez­zi fi­nan­zia­ri, dell’oc­cu­pa­zio­ne del tem­po li­be­ro o dei con­tat­ti con l’ester­no;
c.118
la mul­ta;
d.119
l’ar­re­sto qua­le ul­te­rio­re re­stri­zio­ne al­la li­ber­tà.

3 Per l’ese­cu­zio­ne del­le pe­ne e del­le mi­su­re i Can­to­ni ema­na­no di­spo­si­zio­ni di­sci­pli­na­ri. Ta­li di­spo­si­zio­ni de­fi­ni­sco­no gli ele­men­ti co­sti­tu­ti­vi del­le in­fra­zio­ni di­sci­pli­na­ri, de­ter­mi­na­no le san­zio­ni di­sci­pli­na­ri e la lo­ro com­mi­su­ra­zio­ne e di­sci­pli­na­no la pro­ce­du­ra.

118 In­tro­dot­ta dal n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

119 Ori­gi­na­ria lett. c.

Art. 92

In­ter­ru­zio­ne dell’ese­cu­zio­ne

 

L’ese­cu­zio­ne di pe­ne e mi­su­re può es­se­re in­ter­rot­ta per gra­vi mo­ti­vi.

Art. 92a120

Di­rit­to d’in­for­ma­zio­ne

 

1 La vit­ti­ma e i con­giun­ti del­la vit­ti­ma ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 1 ca­po­ver­si 1 e 2 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 23 mar­zo 2007121 con­cer­nen­te l’aiu­to al­le vit­ti­me di rea­ti (LAV), non­ché i ter­zi, per quan­to es­si ab­bia­no un in­te­res­se de­gno di pro­te­zio­ne, pos­so­no chie­de­re, pre­sen­tan­do do­man­da scrit­ta, che l’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne li in­for­mi:

a.
del mo­men­to in cui ha ini­zio la pe­na o la mi­su­ra a ca­ri­co del con­dan­na­to, dell’isti­tu­zio­ne d’ese­cu­zio­ne, del­la for­ma del­l’ese­cu­zio­ne per quan­to di­ver­ga dall’ese­cu­zio­ne or­di­na­ria, del­l’in­ter­ru­zio­ne dell’ese­cu­zio­ne, del re­gi­me aper­to (art. 75a cpv. 2), del­la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le o de­fi­ni­ti­va, non­ché del ri­pri­sti­no dell’ese­cu­zio­ne del­la pe­na o del­la mi­su­ra;
b.
sen­za in­du­gio, di un’even­tua­le fu­ga del con­dan­na­to e del­la fi­ne del­la stes­sa.

2 L’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne de­ci­de in me­ri­to al­la do­man­da do­po aver sen­ti­to il con­dan­na­to.

3 Può ri­fiu­tar­si di in­for­ma­re o re­vo­ca­re una pre­ce­den­te de­ci­sio­ne in tal sen­so sol­tan­to se pre­val­go­no in­te­res­si le­git­ti­mi del con­dan­na­to.

4 Se ac­co­glie la do­man­da, l’au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne ren­de at­ten­to l’aven­te di­rit­to all’in­for­ma­zio­ne in me­ri­to al ca­rat­te­re con­fi­den­zia­le del­le in­for­ma­zio­ni co­mu­ni­ca­te. Le per­so­ne che han­no di­rit­to all’aiu­to al­le vit­ti­me se­con­do la LAV non so­no vin­co­la­te al­la ri­ser­va­tez­za nei con­fron­ti dei con­su­len­ti di un con­sul­to­rio ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 9 LAV.

120 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 26 set. 2014 sul di­rit­to d’in­for­ma­zio­ne del­le vit­ti­me di rea­ti, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 1623; FF 2014 833855). Ve­di an­che le di­sp. trans. di det­ta mod. al­la fi­ne del pre­sen­te te­sto.

121 RS 312.5

Titolo quinto: Dell’assistenza riabilitativa, delle norme di condotta e dell’assistenza sociale volontaria

Art. 93

As­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va

 

1 L’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va è in­te­sa a pre­ser­va­re l’as­si­sti­to dal­la re­ci­di­va, pro­muo­ven­do­ne l’in­te­gra­zio­ne so­cia­le. L’au­to­ri­tà com­pe­ten­te in me­ri­to pre­sta e pro­cu­ra l’aiu­to so­cia­le e spe­cia­liz­za­to ne­ces­sa­rio a tal fi­ne.

2 Gli ope­ra­to­ri dell’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va so­no te­nu­ti al se­gre­to su quan­to ap­pren­do­no nell’eser­ci­zio del­le lo­ro fun­zio­ni. Pos­so­no co­mu­ni­ca­re a ter­zi in­for­ma­zio­ni sul­le con­di­zio­ni per­so­na­li de­gli as­si­sti­ti sol­tan­to con il con­sen­so scrit­to di que­sti ul­ti­mi o dell’au­to­ri­tà com­pe­ten­te per l’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va.

3 Le au­to­ri­tà del­la giu­sti­zia pe­na­le pos­so­no chie­de­re all’au­to­ri­tà com­pe­ten­te per l’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va una re­la­zio­ne sul com­por­ta­men­to de­gli as­si­sti­ti.

Art. 94

Nor­me di con­dot­ta

 

Le nor­me di con­dot­ta che il giu­di­ce o l’au­to­ri­tà pre­po­sta all’ese­cu­zio­ne del­le pe­ne può im­par­ti­re al con­dan­na­to per il pe­rio­do di pro­va con­cer­no­no in par­ti­co­la­re l’eser­ci­zio di una pro­fes­sio­ne, la di­mo­ra, la gui­da di un vei­co­lo a mo­to­re, la ri­pa­ra­zio­ne del dan­no non­ché la cu­ra me­di­ca e psi­co­lo­gi­ca.

Art. 95

Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni

 

1 Pri­ma di de­ci­de­re cir­ca lʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e le nor­me di con­dot­ta, il giu­di­ce e lʼau­to­ri­tà pre­po­sta al­lʼe­se­cu­zio­ne del­le pe­ne pos­so­no chie­de­re una re­la­zio­ne al­lʼau­to­ri­tà cui com­pe­to­no lʼas­si­sten­za me­de­si­ma, il con­trol­lo del­le nor­me di con­dot­ta o lʼe­se­cu­zio­ne del­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o del di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te.122 L’in­te­res­sa­to può espri­me­re il pro­prio pa­re­re in me­ri­to. Le sue os­ser­va­zio­ni di­scor­dan­ti van­no men­zio­na­te nel­la re­la­zio­ne.

2 L’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e le nor­me di con­dot­ta de­vo­no es­se­re di­spo­ste e mo­ti­va­te nel­la sen­ten­za o nel­la de­ci­sio­ne.

3 Se il con­dan­na­to si sot­trae all’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta o se es­se si ri­ve­la­no inat­tua­bi­li o non più ne­ces­sa­rie, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te ne ri­fe­ri­sce al giu­di­ce o al­le au­to­ri­tà pre­po­ste all’ese­cu­zio­ne del­le pe­ne.

4 Il giu­di­ce o l’au­to­ri­tà pre­po­sta all’ese­cu­zio­ne del­le pe­ne può, nei ca­si pre­vi­sti dal ca­po­ver­so 3:

a.
pro­ro­ga­re del­la me­tà la du­ra­ta del pe­rio­do di pro­va;
b.
por fi­ne all’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o rior­ga­niz­zar­la;
c.
mo­di­fi­ca­re o abro­ga­re le nor­me di con­dot­ta o im­par­tir­ne di nuo­ve.

5 Nei ca­si pre­vi­sti dal ca­po­ver­so 3, il giu­di­ce può re­vo­ca­re la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le del­la pe­na de­ten­ti­va o or­di­na­re il ri­pri­sti­no del­l’ese­cu­zio­ne del­la pe­na o del­la mi­su­ra qua­lo­ra vi sia se­ria­men­te d’at­ten­der­si che il con­dan­na­to com­met­te­rà nuo­vi rea­ti.

122 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Art. 96

As­si­sten­za so­cia­le vo­lon­ta­ria

 

Per la du­ra­ta del pro­ce­di­men­to pe­na­le e dell’ese­cu­zio­ne del­la pe­na i Can­to­ni as­si­cu­ra­no un’as­si­sten­za so­cia­le cui gli in­te­res­sa­ti pos­so­no far ca­po vo­lon­ta­ria­men­te.

Titolo sesto: Della prescrizione

Art. 97

1. Pre­scri­zio­ne dell’azio­ne pe­na­le.

Ter­mi­ni

 

1 L’azio­ne pe­na­le si pre­scri­ve:

a.
in 30 an­ni, se la pe­na mas­si­ma com­mi­na­ta è una pe­na de­ten­ti­va a vi­ta;
b.
in 15 an­ni, se la pe­na mas­si­ma com­mi­na­ta è una pe­na de­ten­ti­va su­pe­rio­re a tre an­ni;
c.
in 10 an­ni, se la pe­na mas­si­ma com­mi­na­ta è una pe­na de­ten­ti­va di tre an­ni;
d.
in 7 an­ni, se la pe­na mas­si­ma com­mi­na­ta è un’al­tra pe­na.123

2 In ca­so di at­ti ses­sua­li con fan­ciul­li (art. 187) e per­so­ne di­pen­den­ti (art. 188), co­me pu­re di rea­ti se­con­do gli ar­ti­co­li 111, 113, 122, 124, 182, 189–191, 195 e 197 ca­po­ver­so 3 di­ret­ti con­tro per­so­ne mi­no­ri di se­di­ci an­ni, l’azio­ne pe­na­le non si pre­scri­ve pri­ma che la vit­ti­ma ab­bia com­piu­to ven­ti­cin­que an­ni.124

3 Se pri­ma del­la sca­den­za del ter­mi­ne di pre­scri­zio­ne è sta­ta pro­nun­cia­ta una sen­ten­za di pri­ma istan­za, la pre­scri­zio­ne si estin­gue.

4 In ca­so di at­ti ses­sua­li con fan­ciul­li (art. 187) e mi­no­ri di­pen­den­ti (art. 188), co­me pu­re di rea­ti se­con­do gli ar­ti­co­li 111–113, 122, 182, 189–191 e 195 di­ret­ti con­tro per­so­ne mi­no­ri di se­di­ci an­ni, la pre­scri­zio­ne del­l’azio­ne pe­na­le è ret­ta dai ca­po­ver­si 1–3 se il rea­to è sta­to com­mes­so pri­ma dell’en­tra­ta in vi­go­re del­la mo­di­fi­ca del 5 ot­to­bre 2001125 e il re­la­ti­vo ter­mi­ne di pre­scri­zio­ne non è an­co­ra sca­du­to a ta­le da­ta.126

123 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 21 giu. 2013 (Pro­lun­ga­men­to dei ter­mi­ni di pre­scri­zio­ne dell’azio­ne pe­na­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 20134417; FF 2012 8119).

124 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 1del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).

125 RU 20022993

126 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 2 n. 1 del DF del 24 mar. 2006 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro il Prot. fa­col­ta­ti­vo del 25 mag. 2000 al­la Conv. sui di­rit­ti del fan­ciul­lo con­cer­nen­te la ven­di­ta di fan­ciul­li, la pro­sti­tu­zio­ne in­fan­ti­le e la pe­do­por­no­gra­fia, in vi­go­re dal 1° dic. 2006 (RU 2006 5437; FF 2005 2513).

Art. 98

De­cor­ren­za

 

La pre­scri­zio­ne de­cor­re:

a.
dal gior­no in cui l’au­to­re ha com­mes­so il rea­to;
b.
se il rea­to è sta­to ese­gui­to me­dian­te at­ti suc­ces­si­vi, dal gior­no in cui è sta­to com­piu­to l’ul­ti­mo at­to;
c.
se il rea­to è con­ti­nua­to per un cer­to tem­po, dal gior­no in cui è ces­sa­ta la con­ti­nua­zio­ne.

Art. 99

2. Pre­scri­zio­ne del­la pe­na.

Ter­mi­ni

 

1 La pe­na si pre­scri­ve:

a.
in trent’an­ni, se si trat­ta di una pe­na de­ten­ti­va a vi­ta;
b.
in ven­ti­cin­que an­ni, se si trat­ta di una pe­na de­ten­ti­va di die­ci o più an­ni;
c.
in ven­ti an­ni, se si trat­ta di una pe­na de­ten­ti­va da cin­que a me­no di die­ci an­ni;
d.
in quin­di­ci an­ni, se si trat­ta di una pe­na de­ten­ti­va di ol­tre un an­no ma in­fe­rio­re a cin­que an­ni;
e.
in cin­que an­ni, se si trat­ta di un’al­tra pe­na.

2 Il ter­mi­ne di pre­scri­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va è so­spe­so:

a.
du­ran­te l’ese­cu­zio­ne inin­ter­rot­ta di que­sta pe­na o di un’al­tra pe­na de­ten­ti­va o mi­su­ra ese­gui­ta im­me­dia­ta­men­te pri­ma;
b.
nel ca­so di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le, du­ran­te il tem­po di pro­va.

Art. 100

De­cor­ren­za

 

La pre­scri­zio­ne de­cor­re dal gior­no in cui la sen­ten­za ac­qui­sta for­za di co­sa giu­di­ca­ta. In ca­so di so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le del­la pe­na o di pre­via ese­cu­zio­ne di una mi­su­ra, de­cor­re dal gior­no in cui è or­di­na­ta l’ese­cu­zio­ne del­la pe­na.

Art. 101

3. Im­pre­scrit­ti­bi­li­tà

 

1 So­no im­pre­scrit­ti­bi­li:

a.
il ge­no­ci­dio (art. 264);
b.
i cri­mi­ni con­tro l’uma­ni­tà (art. 264a cpv. 1 e 2);
c.
i cri­mi­ni di guer­ra (art. 264c cpv. 1–3, 264d cpv. 1 e 2, 264ecpv. 1 e 2, 264f, 264g cpv. 1 e 2 e 264h);
d.
i cri­mi­ni che, co­me mez­zi d’estor­sio­ne o coa­zio­ne, met­to­no o mi­nac­cia­no di met­te­re in pe­ri­co­lo la vi­ta e l’in­te­gri­tà fi­si­ca di mol­te per­so­ne, se­gna­ta­men­te con l’im­pie­go di mez­zi di di­stru­zio­ne di mas­sa, lo sca­te­na­men­to di una ca­ta­stro­fe o una pre­sa d’ostag­gio;127
e.128
gli at­ti ses­sua­li con fan­ciul­li (art. 187 n. 1), la coa­zio­ne ses­sua­le (art. 189), la vio­len­za car­na­le (art. 190), gli at­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re (art. 191), gli at­ti ses­sua­li con per­so­ne ri­co­ve­ra­te, de­te­nu­te od im­pu­ta­te (art. 192 cpv. 1) e lo sfrut­ta­men­to del­lo sta­to di bi­so­gno (art. 193 cpv. 1), se com­mes­si su fan­ciul­li mi­no­ri di 12 an­ni.

2 Il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na nel ca­so in cui l’azio­ne pe­na­le fos­se ca­du­ta in pre­scri­zio­ne in ap­pli­ca­zio­ne de­gli ar­ti­co­li 97 e 98.

3 I ca­po­ver­si 1 let­te­re a, c e d e 2 si ap­pli­ca­no se il 1° gen­na­io 1983 l’azio­ne pe­na­le o la pe­na non era an­co­ra ca­du­ta in pre­scri­zio­ne se­con­do il di­rit­to si­no al­lo­ra vi­gen­te. Il ca­po­ver­so 1 let­te­ra b si ap­pli­ca se al mo­men­to dell’en­tra­ta in vi­go­re del­la mo­di­fi­ca del 18 giu­gno 2010 del­la pre­sen­te leg­ge l’azio­ne pe­na­le o la pe­na non era an­co­ra ca­du­ta in pre­scri­zio­ne se­con­do il di­rit­to si­no al­lo­ra vi­gen­te. Il ca­po­ver­so 1 let­te­ra e si ap­pli­ca se il 30 no­vem­bre 2008 l’azio­ne pe­na­le o la pe­na non era an­co­ra ca­du­ta in pre­scri­zio­ne se­con­do il di­rit­to si­no al­lo­ra vi­gen­te.129 130

127 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 18 giu. 2010 sul­la mo­di­fi­ca di leg­gi fe­de­ra­li per l’at­tua­zio­ne del­lo Sta­tu­to di Ro­ma del­la Cor­te pe­na­le in­ter­na­zio­na­le, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 4963; FF 2008 3293).

128 In­tro­dot­ta dal n. I 1 del­la LF del 15 giu. 2012 (Im­pre­scrit­ti­bi­li­tà dei rea­ti ses­sua­li o di por­no­gra­fia com­mes­si su fan­ciul­li im­pu­be­ri), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2012 5951; FF 2011 5393).

129 Per. in­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 15 giu. 2012 (Im­pre­scrit­ti­bi­li­tà dei rea­ti ses­sua­li o di por­no­gra­fia com­mes­si su fan­ciul­li im­pu­be­ri), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2012 5951; FF 2011 5393).

130 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 18 giu. 2010 sul­la mo­di­fi­ca di leg­gi fe­de­ra­li per l’at­tua­zio­ne del­lo Sta­tu­to di Ro­ma del­la Cor­te pe­na­le in­ter­na­zio­na­le, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 4963; FF 2008 3293).

Titolo settimo: Della responsabilità dell’impresa

Art. 102

Pu­ni­bi­li­tà

 

1 Se in un’im­pre­sa, nell’eser­ci­zio di at­ti­vi­tà com­mer­cia­li con­for­mi al­lo sco­po im­pren­di­to­ria­le, è com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to che, per ca­ren­te or­ga­niz­za­zio­ne in­ter­na, non può es­se­re ascrit­to a una per­so­na fi­si­ca de­ter­mi­na­ta, il cri­mi­ne o il de­lit­to è ascrit­to all’im­pre­sa. In que­sto ca­so l’im­pre­sa è pu­ni­ta con la mul­ta fi­no a cin­que mi­lio­ni di fran­chi.

2 Se si trat­ta di un rea­to ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 260ter, 260quin­quies, 305bis, 322ter, 322quin­quies, 322sep­ties ca­po­ver­so 1 o 322oc­ties, l’im­pre­sa è pu­ni­ta a pre­scin­de­re dal­la pu­ni­bi­li­tà del­le per­so­ne fi­si­che qua­lo­ra le si pos­sa rim­pro­ve­ra­re di non ave­re pre­so tut­te le mi­su­re or­ga­niz­za­ti­ve ra­gio­ne­vo­li e in­di­spen­sa­bi­li per im­pe­di­re un si­mi­le rea­to.131

3 Il giu­di­ce de­ter­mi­na la mul­ta in par­ti­co­la­re in fun­zio­ne del­la gra­vi­tà del rea­to, del­la gra­vi­tà del­le la­cu­ne or­ga­niz­za­ti­ve e del dan­no pro­vo­ca­to, non­ché del­la ca­pa­ci­tà eco­no­mi­ca dell’im­pre­sa.

4 So­no con­si­de­ra­te im­pre­se ai sen­si del pre­sen­te ar­ti­co­lo:

a.
le per­so­ne giu­ri­di­che di di­rit­to pri­va­to;
b.
le per­so­ne giu­ri­di­che di di­rit­to pub­bli­co, ec­cet­tua­ti gli en­ti ter­ri­to­ria­li;
c.
le so­cie­tà;
d.
le dit­te in­di­vi­dua­li132.

131 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 25 set. 2015 (Di­spo­si­zio­ni pe­na­li sul­la cor­ru­zio­ne), in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 2016 1287; FF 2014 3099).

132 Ora: im­pre­se in­di­vi­dua­li.

Art. 102a133

 

133 Abro­ga­to dall’all. 1 n. II 8 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

Parte seconda: Delle contravvenzioni

Art. 103

De­fi­ni­zio­ne

 

So­no con­trav­ven­zio­ni i rea­ti cui è com­mi­na­ta la mul­ta.

Art. 104

Ap­pli­ca­bi­li­tà del­le di­spo­si­zio­ni del­la par­te pri­ma

 

Le di­spo­si­zio­ni del­la par­te pri­ma del pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca­no an­che al­le con­trav­ven­zio­ni, con le mo­di­fi­che qui ap­pres­so.

Art. 105

Inap­pli­ca­bi­li­tà o ap­pli­ca­bi­li­tà con­di­zio­na­le

 

1 Le di­spo­si­zio­ni sul­la con­di­zio­na­le (art. 42 e 43), sull’espul­sio­ne (art. 66a‒66d) e sul­la re­spon­sa­bi­li­tà dell’im­pre­sa (art. 102) non so­no ap­pli­ca­bi­li al­le con­trav­ven­zio­ni.134

2 Il ten­ta­ti­vo e la com­pli­ci­tà so­no pu­ni­ti sol­tan­to nei ca­si espres­sa­men­te pre­vi­sti dal­la leg­ge.

3 Le mi­su­re pri­va­ti­ve del­la li­ber­tà (art. 59–61 e 64), lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà (art. 67), il di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te (art. 67b) non­ché la pub­bli­ca­zio­ne del­la sen­ten­za (art. 68) so­no am­mes­si sol­tan­to nei ca­si espres­sa­men­te pre­vi­sti dal­la leg­ge.135

134 Nuo­vo te­sto giu­stal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell’art. 121 cpv. 3–6 Co­st. sull’espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

135 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Art. 106

Mul­ta

 

1 Se la leg­ge non di­spo­ne al­tri­men­ti, il mas­si­mo del­la mul­ta è di die­ci­mi­la fran­chi.

2 In ca­so di man­ca­to pa­ga­men­to del­la mul­ta per col­pa dell’au­to­re, il giu­di­ce or­di­na nel­la sen­ten­za una pe­na de­ten­ti­va so­sti­tui­va da un mi­ni­mo di un gior­no a un mas­si­mo di tre me­si.

3 Il giu­di­ce com­mi­su­ra la mul­ta e la pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va al­le con­di­zio­ni dell’au­to­re, in mo­do che que­sti scon­ti una pe­na ade­gua­ta al­la sua col­pe­vo­lez­za.

4 Il pa­ga­men­to ul­te­rio­re del­la mul­ta com­por­ta una ri­du­zio­ne pro­por­zio­na­le del­la pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va.

5 Per l’esa­zio­ne e la com­mu­ta­zio­ne si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia gli ar­ti­co­li 35 e 36 ca­po­ver­si 2–5.

Art. 107136

 

136 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), con ef­fet­to 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 108137

 

137 Per ra­gio­ni di tec­ni­ca le­gi­sla­ti­va, l’art. é pri­vo di con­te­nu­to. Te­sto ret­ti­fi­ca­to dal­la Com­mis­sio­ne di re­da­zio­ne dell’AF (art. 58 cpv. 1 LParl ; RS 171.10).

Art. 109

Pre­scri­zio­ne

 

L’azio­ne pe­na­le e la pe­na si pre­scri­vo­no in tre an­ni.

Parte terza: Definizioni

Art. 110

 

1 Per con­giun­tidi una per­so­na s’in­ten­do­no il co­niu­ge, il part­ner re­gi­stra­to, i pa­ren­ti in li­nea ret­ta, i fra­tel­li e so­rel­le ger­ma­ni, con­san­gui­nei o ute­ri­ni, i ge­ni­to­ri adot­ti­vi, i fra­tel­li e so­rel­le adot­ti­vi e i fi­gli adot­ti­vi.138

2 Per mem­bri del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca s’in­ten­do­no le per­so­ne con­vi­ven­ti nel­la me­de­si­ma eco­no­mia do­me­sti­ca.

3 Per fun­zio­na­ri s’in­ten­do­no i fun­zio­na­ri e im­pie­ga­ti di un’am­mi­ni­stra­zio­ne pub­bli­ca e del­la giu­sti­zia, non­ché le per­so­ne che vi oc­cu­pa­no prov­vi­so­ria­men­te un uf­fi­cio o un im­pie­go o eser­ci­ta­no tem­po­ra­nea­men­te pub­bli­che fun­zio­ni.

3bis Una di­spo­si­zio­ne che si ba­sa sul con­cet­to di co­sa è ap­pli­ca­bi­le an­che agli ani­ma­li.139

4 Per do­cu­men­ti s’in­ten­do­no gli scrit­ti de­sti­na­ti e at­ti a pro­va­re un fat­to di por­ta­ta giu­ri­di­ca non­ché i se­gni de­sti­na­ti a tal fi­ne. La re­gi­stra­zio­ne su sup­por­ti d’im­ma­gi­ni o di da­ti è equi­pa­ra­ta al­la for­ma scrit­ta per quan­to ser­va al me­de­si­mo sco­po.

5 Per do­cu­men­ti pub­bli­ci s’in­ten­do­no i do­cu­men­ti ema­na­ti da mem­bri di un’au­to­ri­tà, da fun­zio­na­ri o da pub­bli­ci uf­fi­cia­li nell’eser­ci­zio del­le lo­ro fun­zio­ni so­vra­ne. Non so­no con­si­de­ra­ti pub­bli­ci i do­cu­men­ti ema­na­ti in af­fa­ri di di­rit­to ci­vi­le dall’am­mi­ni­stra­zio­ne del­le im­pre­se di ca­rat­te­re eco­no­mi­co e dei mo­no­po­li del­lo Sta­to o di al­tre cor­po­ra­zio­ni e isti­tu­ti di di­rit­to pub­bli­co.

6 Il gior­no è con­ta­to in ra­gio­ne di ven­ti­quat­tr’ore con­se­cu­ti­ve. Il me­se e l’an­no so­no com­pu­ta­ti se­con­do il ca­len­da­rio co­mu­ne.

7 È con­si­de­ra­to car­ce­re pre­ven­ti­vo ogni car­ce­ra­zio­ne or­di­na­ta nel cor­so del pro­ce­di­men­to pe­na­le per i bi­so­gni dell’istru­zio­ne, per mo­ti­vi di si­cu­rez­za o in vi­sta d’estra­di­zio­ne.

138 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 37 n. 1 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1°gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).

139 RU 2006 3583

Libro secondo: Disposizioni speciali

Titolo primo: Dei reati contro la vita e l’integrità della persona

Art. 111

1. Omi­ci­dio.

Omi­ci­dio in­ten­zio­na­le

 

Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te uc­ci­de una per­so­na è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va140 non in­fe­rio­re a cin­que an­ni, in quan­to non ri­cor­ra­no le con­di­zio­ni pre­vi­ste ne­gli ar­ti­co­li se­guen­ti.

140 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 1 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 112141

As­sas­si­nio

 

Se il col­pe­vo­le ha agi­to con par­ti­co­la­re man­can­za di scru­po­li, se­gna­ta­men­te con mo­ven­te, sco­po o mo­da­li­tà par­ti­co­lar­men­te per­ver­si, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va a vi­ta o una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a die­ci an­ni.142

141Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

142 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 113143

Omi­ci­dio pas­sio­na­le

 

Se il col­pe­vo­le ha agi­to ce­den­do a una vio­len­ta com­mo­zio­ne dell’ani­mo scu­sa­bi­le per le cir­co­stan­ze o in sta­to di pro­fon­da pro­stra­zio­ne, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va da uno a die­ci an­ni.144

143Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

144 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 114145

Omi­ci­dio su ri­chie­sta del­la vit­ti­ma

 

Chiun­que, per mo­ti­vi ono­re­vo­li, se­gna­ta­men­te per pie­tà, ca­gio­na la mor­te di una per­so­na a sua se­ria e in­si­sten­te ri­chie­sta, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria146.

145Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

146 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 115

Isti­ga­zio­ne e aiu­to al sui­ci­dio

 

Chiun­que per mo­ti­vi egoi­sti­ci isti­ga al­cu­no al sui­ci­dio o gli pre­sta aiu­to è pu­ni­to, se il sui­ci­dio è sta­to con­su­ma­to o ten­ta­to, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria147.

147 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 3 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 116148

In­fan­ti­ci­dio

 

La ma­dre che, du­ran­te il par­to o fin­ché si tro­va sot­to l’in­fluen­za del puer­pe­rio, uc­ci­de l’in­fan­te, è pu­ni­ta con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

148Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449246; FF 1985 II 901).

Art. 117

Omi­ci­dio col­po­so

 

Chiun­que per ne­gli­gen­za ca­gio­na la mor­te di al­cu­no è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 118149

2. In­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za.

In­ter­ru­zio­ne pu­ni­bi­le del­la gra­vi­dan­za

 

1 Chiun­que in­ter­rom­pe una gra­vi­dan­za con il con­sen­so del­la ge­stan­te, isti­ga una ge­stan­te ad in­ter­rom­pe­re la gra­vi­dan­za o le pre­sta aiu­to nel far­lo, sen­za che le con­di­zio­ni dell’ar­ti­co­lo 119 sia­no adem­piu­te, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Chiun­que in­ter­rom­pe una gra­vi­dan­za sen­za il con­sen­so del­la ge­stan­te è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno150 a die­ci an­ni.

3 La ge­stan­te che in­ter­rom­pe la gra­vi­dan­za da so­la o con l’aiu­to di un ter­zo o par­te­ci­pa al­tri­men­ti a in­ter­rom­per­la do­po la do­di­ce­si­ma set­ti­ma­na dall’ini­zio dell’ul­ti­ma me­strua­zio­ne, sen­za che le con­di­zio­ni dell’ar­ti­co­lo 119 ca­po­ver­so 1 sia­no adem­piu­te, è pu­ni­ta con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

4 Nei ca­si di cui ai ca­po­ver­si 1 e 3, l’azio­ne pe­na­le si pre­scri­ve in tre an­ni.151

149 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 mar. 2001 (In­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za), in vi­go­re dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2989; FF 1998 23814285).

150 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 4 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

151 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 22 mar. 2002 (Pre­scri­zio­ne dell’azio­ne pe­na­le), in vi­go­re dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2986; FF 200224161513).

Art. 119152

In­ter­ru­zio­ne non pu­ni­bi­le del­la gra­vi­dan­za

 

1 L’in­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za non è pu­ni­bi­le se, in ba­se al giu­di­zio di un me­di­co, è ne­ces­sa­ria per evi­ta­re al­la ge­stan­te il pe­ri­co­lo di un gra­ve dan­no fi­si­co o di una gra­ve an­gu­stia psi­chi­ca. Il pe­ri­co­lo de­ve es­se­re tan­to più gra­ve quan­to più avan­za­ta è la gra­vi­dan­za.

2 L’in­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za non è nem­me­no pu­ni­bi­le se, su ri­chie­sta scrit­ta del­la ge­stan­te che fa va­le­re uno sta­to di an­gu­stia, è ef­fet­tua­ta en­tro do­di­ci set­ti­ma­ne dall’ini­zio dell’ul­ti­ma me­strua­zio­ne da un me­di­co abi­li­ta­to ad eser­ci­ta­re la pro­fes­sio­ne. Pri­ma dell’in­ter­ven­to, il me­di­co tie­ne per­so­nal­men­te un col­lo­quio ap­pro­fon­di­to con la ge­stan­te e le for­ni­sce tut­te le in­for­ma­zio­ni uti­li.

3 Se la ge­stan­te è in­ca­pa­ce di di­scer­ni­men­to è ne­ces­sa­rio il con­sen­so del suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le.

4 I Can­to­ni de­si­gna­no gli stu­di me­di­ci e gli ospe­da­li che adem­pio­no i re­qui­si­ti ne­ces­sa­ri per pra­ti­ca­re cor­ret­ta­men­te l’in­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za e per for­ni­re una con­su­len­za ap­pro­fon­di­ta.

5 Qual­sia­si in­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za dev’es­se­re an­nun­cia­ta a fi­ni sta­ti­sti­ci all’au­to­ri­tà sa­ni­ta­ria com­pe­ten­te, nel ri­spet­to tut­ta­via dell’ano­ni­ma­to del­la don­na in­te­res­sa­ta e del se­gre­to me­di­co.

152 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 mar. 2001 (In­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za), in vi­go­re dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2989; FF 1998 23814285).

Art. 120153

Con­trav­ven­zio­ni com­mes­se dal me­di­co

 

1 Il me­di­co che in­ter­rom­pe una gra­vi­dan­za in ap­pli­ca­zio­ne dell’ar­ti­co­lo 119 ca­po­ver­so 2 e che pri­ma dell’in­ter­ven­to omet­te di:

a.
chie­de­re al­la ge­stan­te una ri­chie­sta scrit­ta;
b.
te­ne­re per­so­nal­men­te un col­lo­quio ap­pro­fon­di­to con la ge­stan­te e di for­nir­le tut­te le in­for­ma­zio­ni uti­li, in­for­mar­la sui ri­schi me­di­ci dell’in­ter­ven­to e con­se­gnar­le, con­tro fir­ma, un opu­sco­lo con­te­nen­te:
1.
un elen­co dei con­sul­to­ri mes­si a di­spo­si­zio­ne gra­tui­ta­men­te,
2.
una li­sta del­le as­so­cia­zio­ni e de­gli or­ga­ni­smi su­scet­ti­bi­li di for­ni­re un aiu­to mo­ra­le o ma­te­ria­le,
3.
in­for­ma­zio­ni sul­le pos­si­bi­li­tà di ado­zio­ne del na­sci­tu­ro; e
c.
as­si­cu­rar­si per­so­nal­men­te che la ge­stan­te di me­no di se­di­ci an­ni si sia ri­vol­ta a un con­sul­to­rio per mi­no­ren­ni,

è pu­ni­to con la mul­ta154.

2 È pu­ni­to con la me­de­si­ma pe­na pu­re il me­di­co che omet­te di an­nun­cia­re all’au­to­ri­tà sa­ni­ta­ria com­pe­ten­te l’in­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za, se­con­do l’ar­ti­co­lo 119 ca­po­ver­so 5.

153 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 mar. 2001 (In­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za), in vi­go­re dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2989; FF 1998 23814285).

154 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 5 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 121155

 

155 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 23 mar. 2001 (In­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za), con ef­fet­to dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2989; FF 1998 23814285).

Art. 122156

3. Le­sio­ni per­so­na­li.

Le­sio­ni gra­vi

 

Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te fe­ri­sce una per­so­na met­ten­do­ne in pe­ri­co­lo la vi­ta,

chiun­que in­ten­zio­nal­men­te mu­ti­la il cor­po, un or­ga­no o ar­to im­por­tan­te di una per­so­na, o le pro­du­ce la per­di­ta dell’uso di un ta­le or­ga­no o ar­to, o le ca­gio­na per­ma­nen­te­men­te in­ca­pa­ci­tà al la­vo­ro, in­fer­mi­tà o ma­lat­tia men­ta­le, o le sfre­gia in mo­do gra­ve e per­ma­nen­te il vi­so,

chiun­que in­ten­zio­nal­men­te ca­gio­na un al­tro gra­ve dan­no al cor­po od al­la sa­lu­te fi­si­ca o men­ta­le di una per­so­na,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da sei me­si a die­ci an­ni.157

156Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

157 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 123158

Le­sio­ni sem­pli­ci

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te ca­gio­na un dan­no in al­tro mo­do al cor­po od al­la sa­lu­te di una per­so­na, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Nei ca­si po­co gra­vi il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na (art. 48a).159

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria e il col­pe­vo­le è per­se­gui­to d’uf­fi­cio,

se egli ha fat­to uso di ve­le­no, di un’ar­ma o di un og­get­to pe­ri­co­lo­so,

se egli ha agi­to con­tro una per­so­na in­ca­pa­ce di di­fen­der­si o con­tro una per­so­na, se­gna­ta­men­te un fan­ciul­lo, del­la qua­le ave­va la cu­sto­dia o do­ve­va aver cu­ra,

se egli è il co­niu­ge del­la vit­ti­ma e ha agi­to du­ran­te il ma­tri­mo­nio o nell’an­no suc­ces­si­vo al di­vor­zio,160

se egli è il part­ner re­gi­stra­to o l’ex part­ner re­gi­stra­to del­la vit­ti­ma e ha agi­to du­ran­te l’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta o nell’an­no suc­ces­si­vo al suo scio­gli­men­to,161

se egli è il part­ner ete­ro­ses­sua­le o omo­ses­sua­le del­la vit­ti­ma, a con­di­zio­ne che es­si vi­ve­va­no in co­mu­nio­ne do­me­sti­ca per un tem­po in­de­ter­mi­na­to e l’at­to sia sta­to com­mes­so du­ran­te que­sto tem­po o nell’an­no suc­ces­si­vo al­la se­pa­ra­zio­ne.162

158Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

159 Nuo­vo te­sto del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

160 Com­ma in­tro­dot­to dal il n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 17321761).

161 Com­ma. in­tro­dot­to dall’all. n. 18 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).

162 Ori­gi­na­rio com­ma 4. In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 17321761).

Art. 124163

Mu­ti­la­zio­ne di or­ga­ni ge­ni­ta­li fem­mi­ni­li

 

1 Chiun­que mu­ti­la gli or­ga­ni ge­ni­ta­li di una per­so­na di ses­so fem­mi­ni­le, pre­giu­di­ca con­si­de­re­vol­men­te e in mo­do per­ma­nen­te la lo­ro fun­zio­ne na­tu­ra­le o li dan­neg­gia in al­tro mo­do, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 180 ali­quo­te gior­na­lie­re.

2 È pu­ni­bi­le an­che chi com­met­te il rea­to all’este­ro, si tro­va in Sviz­ze­ra e non è estra­da­to. L’ar­ti­co­lo 7 ca­po­ver­si 4 e 5 è ap­pli­ca­bi­le.

163Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 30 set. 2012, in vi­go­re dal 1° lug. 2012 (RU 20122575; FF 2010 49414967).

Art. 125

Le­sio­ni col­po­se

 

1 Chiun­que per ne­gli­gen­za ca­gio­na un dan­no al cor­po o al­la sa­lu­te d’una per­so­na è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria164.

2 Se la le­sio­ne è gra­ve, il col­pe­vo­le è per­se­gui­to d’uf­fi­cio.

164 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 126

Vie di fat­to

 

1 Chiun­que com­met­te vie di fat­to con­tro una per­so­na, sen­za ca­gio­nar­le un dan­no al cor­po o al­la sa­lu­te, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con la mul­ta.

2 Il col­pe­vo­le è per­se­gui­to d’uf­fi­cio se ha agi­to rei­te­ra­ta­men­te:

a.
con­tro una per­so­na, se­gna­ta­men­te un fan­ciul­lo, del­la qua­le ave­va la cu­sto­dia o do­ve­va aver cu­ra;
b.
con­tro il pro­prio co­niu­ge du­ran­te il ma­tri­mo­nio o nell’an­no suc­ces­si­vo al di­vor­zio; o
bbis.165 con­tro il pro­prio part­ner re­gi­stra­to o ex part­ner re­gi­stra­to, du­ran­te l’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta o nell’an­no suc­ces­si­vo al suo scio­gli­men­to; o
c.
con­tro il pro­prio part­ner ete­ro­ses­sua­le o omo­ses­sua­le, a con­di­zio­ne che es­si vi­va­no in co­mu­nio­ne do­me­sti­ca per un tem­po in­de­ter­mi­na­to e l’at­to sia sta­to com­mes­so du­ran­te que­sto tem­po o nell’an­no suc­ces­si­vo al­la se­pa­ra­zio­ne.166

165 In­tro­dot­ta dall’all. n. 18 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).

166In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 23 giu. 1989 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 17321761).

Art. 127167

4. Espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo del­la vi­ta o sa­lu­te al­trui.

Ab­ban­do­no

 

Chiun­que espo­ne a pe­ri­co­lo di mor­te od a gra­ve im­mi­nen­te pe­ri­co­lo di per­di­ta del­la sa­lu­te una per­so­na in­ca­pa­ce di prov­ve­de­re a se stes­sa e del­la qua­le egli ha la cu­sto­dia o de­ve aver cu­ra, ov­ve­ro l’ab­ban­do­na in sif­fat­to pe­ri­co­lo, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

167Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

Art. 128168

Omis­sio­ne di soc­cor­so

 

Chiun­que omet­te di pre­sta­re soc­cor­so a una per­so­na da lui fe­ri­ta o in im­mi­nen­te pe­ri­co­lo di mor­te, an­cor­ché, se­con­do le cir­co­stan­ze, lo si po­tes­se da lui ra­gio­ne­vol­men­te esi­ge­re,

chiun­que im­pe­di­sce ad un ter­zo di pre­sta­re soc­cor­so o lo osta­co­la nell’adem­pi­men­to di ta­le do­ve­re,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

168Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

Art. 128bis169

Fal­so al­lar­me

 

Chiun­que, co­scien­te del­la gra­tui­tà del suo at­to, al­lar­ma sen­za mo­ti­vo i ser­vi­zi pub­bli­ci di si­cu­rez­za o di in­te­res­se ge­ne­ra­le, un ser­vi­zio di sal­va­tag­gio o di soc­cor­so, in par­ti­co­la­re la po­li­zia, i pom­pie­ri o i ser­vi­zi sa­ni­ta­ri, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

169In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 17 giu. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1995 (RU 1994 2290; FF 1991 II 797).

Art. 129170

Espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo del­la vi­ta al­trui

 

Chiun­que met­te sen­za scru­po­li in pe­ri­co­lo im­mi­nen­te la vi­ta al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

170Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

Art. 130 a132171

 

171Abro­ga­ti dal n. I del­la LF del 23 giu. 1989, con ef­fet­to dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

Art. 133172

Ris­sa

 

1 Chiun­que pren­de par­te ad una ris­sa che ha per con­se­guen­za la mor­te o la le­sio­ne di una per­so­na, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Non è pu­ni­bi­le chi si li­mi­ti a re­spin­ge­re gli at­tac­chi od a se­pa­ra­re i con­ten­den­ti.

172Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

Art. 134173

Ag­gres­sio­ne

 

Chiun­que pren­de par­te ad un’ag­gres­sio­ne, a dan­no di una o più per­so­ne, che ha per con­se­guen­za la mor­te o la le­sio­ne di un ag­gre­di­to o di un ter­zo, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria174.

173Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

174 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 6 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 135175

Rap­pre­sen­ta­zio­ne di at­ti di cru­da vio­len­za

 

1 Chiun­que fab­bri­ca, im­por­ta, tie­ne in de­po­si­to, met­te in cir­co­la­zio­ne, pro­pa­gan­da, espo­ne, of­fre, mo­stra, la­scia o ren­de ac­ces­si­bi­li re­gi­stra­zio­ni so­no­re o vi­si­ve, im­ma­gi­ni o al­tri og­get­ti o rap­pre­sen­ta­zio­ni che, sen­za ave­re al­cun va­lo­re cul­tu­ra­le o scien­ti­fi­co de­gno di pro­te­zio­ne, mo­stra­no con in­si­sten­za at­ti di cru­da vio­len­za ver­so es­se­ri uma­ni o ani­ma­li e per­tan­to of­fen­do­no gra­ve­men­te la di­gni­tà uma­na, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

1bis Chiun­que ac­qui­sta, si pro­cu­ra per via elet­tro­ni­ca o in al­tro mo­do o pos­sie­de og­get­ti o rap­pre­sen­ta­zio­ni se­con­do il ca­po­ver­so 1 che mo­stra­no at­ti di vio­len­za ver­so es­se­ri uma­ni o ani­ma­li, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no ad un an­no o con una pe­na pe­cu­nia­ria.176 177

2 Gli og­get­ti so­no con­fi­sca­ti.

3 Se il col­pe­vo­le ha agi­to per fi­ne di lu­cro, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va é cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.178

175Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

176 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

177 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 5 ott. 2001(Rea­ti con­tro l’in­te­gri­tà ses­sua­le; di­vie­to del pos­ses­so di por­no­gra­fia du­ra), in vi­go­re dal 1° apr. 2002 (RU 2002 408; FF 2000 2609). Ret­ti­fi­ca­to dal­la Com­mis­sio­ne di re­da­zio­ne dell’AF (art. 58 cpv. 1 LParl; RS 171.10).

178 Nuo­ve espr. del cpv. giu­sta il n. II 1 cpv. 7 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 19991669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 136179

Som­mi­ni­stra­zio­ne a fan­ciul­li di so­stan­ze pe­ri­co­lo­se per la sa­lu­te

 

Chiun­que som­mi­ni­stra a una per­so­na mi­no­re di se­di­ci an­ni, o le met­te a di­spo­si­zio­ne per il con­su­mo, be­van­de al­co­li­che o al­tre so­stan­ze in quan­ti­tà pe­ri­co­lo­se per la sa­lu­te, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

179Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II del­la LF del 20 mar. 2008, in vi­go­re dal 1° lug. 2011 (RU 2011 2559, 2009 2623; FF 2006 78797949).

Titolo secondo: Dei reati contro il patrimonio180

180Nuovo testo giusta il n. I della LF del 17 giu. 1994, in vigore dal 1° gen. 1995 (RU 1994 2290; FF 1991 II 797).

Art. 137

1. Rea­ti con­tro il pa­tri­mo­nio.

Ap­pro­pria­zio­ne sem­pli­ce

 

1. Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, si ap­pro­pria una co­sa mo­bi­le al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, in quan­to non ri­cor­ra­no le con­di­zio­ni de­gli ar­ti­co­li 138–140.

2. Se il col­pe­vo­le ha tro­va­to la co­sa o ne è en­tra­to in pos­ses­so in mo­do in­di­pen­den­te dal­la sua vo­lon­tà,

se egli ha agi­to sen­za fi­ne di lu­cro, o

se il rea­to è sta­to com­mes­so a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca,

è pu­ni­to sol­tan­to a que­re­la di par­te.

Art. 138

Ap­pro­pria­zio­ne in­de­bi­ta

 

1. Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, si ap­pro­pria una co­sa mo­bi­le al­trui che gli è sta­ta af­fi­da­ta,

chiun­que in­de­bi­ta­men­te im­pie­ga a pro­fit­to pro­prio o di un ter­zo va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li af­fi­da­ti­gli,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

L’ap­pro­pria­zio­ne in­de­bi­ta a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca è pu­ni­ta sol­tan­to a que­re­la di par­te.

2. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria181 se ha com­mes­so il fat­to in qua­li­tà di mem­bro di un’au­to­ri­tà, di fun­zio­na­rio, di tu­to­re, di cu­ra­to­re, di ge­ren­te di pa­tri­mo­ni, o nell’eser­ci­zio di una pro­fes­sio­ne, di un’in­du­stria o di un com­mer­cio, per il qua­le ha ot­te­nu­to l’au­to­riz­za­zio­ne da un’au­to­ri­tà.

181 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 8 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 139

Fur­to

 

1. Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, sot­trae al fi­ne di ap­pro­priar­se­ne una co­sa mo­bi­le al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re182 se fa me­stie­re del fur­to.

3. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da sei me­si a die­ci an­ni se183

ha per­pe­tra­to il fur­to co­me as­so­cia­to ad una ban­da in­te­sa a com­met­te­re fur­ti o ra­pi­ne,

per com­met­te­re il fur­to si è mu­ni­to di un’ar­ma da fuo­co o di un’al­tra ar­ma pe­ri­co­lo­sa, o

per il mo­do in cui ha per­pe­tra­to il fur­to, si di­mo­stra co­mun­que par­ti­co­lar­men­te pe­ri­co­lo­so.

4. Il fur­to a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca è pu­ni­to sol­tan­to a que­re­la di par­te.

182 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 9 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

183 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 140

Ra­pi­na

 

1. Chiun­que com­met­te un fur­to usan­do vio­len­za con­tro una per­so­na, mi­nac­cian­do­la di un pe­ri­co­lo im­mi­nen­te al­la vi­ta o all’in­te­gri­tà cor­po­ra­le o ren­den­do­la in­ca­pa­ce di op­por­re re­si­sten­za, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da sei me­si a die­ci an­ni.184

È pu­ni­to con la stes­sa pe­na chiun­que, sor­pre­so in fla­gran­te rea­to di fur­to, com­met­te uno de­gli at­ti di coa­zio­ne men­zio­na­ti nel com­ma 1 nell’in­ten­to di con­ser­va­re la co­sa ru­ba­ta.

2. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no185 se, per com­met­te­re la ra­pi­na, si è mu­ni­to di un’ar­ma da fuo­co o di un’al­tra ar­ma pe­ri­co­lo­sa.

3. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a due an­ni se ha ese­gui­to la ra­pi­na co­me as­so­cia­to ad una ban­da in­te­sa a com­met­te­re fur­ti o ra­pi­ne, o

per il mo­do in cui ha per­pe­tra­to la ra­pi­na, si di­mo­stra co­mun­que par­ti­co­lar­men­te pe­ri­co­lo­so.

4. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a cin­que an­ni se il col­pe­vo­le ha espo­sto la vit­ti­ma a pe­ri­co­lo di mor­te, le ha ca­gio­na­to una le­sio­ne per­so­na­le gra­ve o l’ha trat­ta­ta con cru­del­tà.

184 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

185 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 12 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 141

Sot­tra­zio­ne di una co­sa mo­bi­le

 

Chiun­que, sen­za in­ten­zio­ne di ap­pro­priar­se­ne, sot­trae una co­sa mo­bi­le al le­git­ti­mo de­ten­to­re cau­san­do­gli un pre­giu­di­zio con­si­de­re­vo­le è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 141bis

Im­pie­go il­le­ci­to di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li

 

Chiun­que im­pie­ga in­de­bi­ta­men­te, a pro­fit­to pro­prio o al­trui, va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li ve­nu­ti in suo pos­ses­so in mo­do in­di­pen­den­te dal­la sua vo­lon­tà è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 142

Sot­tra­zio­ne di ener­gia

 

1 Chiun­que sot­trae in­de­bi­ta­men­te ener­gia ad un im­pian­to per l’uti­liz­za­zio­ne di for­ze na­tu­ra­li, in mo­do par­ti­co­la­re ad un im­pian­to elet­tri­co, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Se il col­pe­vo­le ha agi­to per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 143

Ac­qui­si­zio­ne il­le­ci­ta di da­ti

 

1 Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, pro­cu­ra, per sé o al­tri, da­ti a lui non de­sti­na­ti e spe­cial­men­te pro­tet­ti con­tro il suo ac­ces­so non au­to­riz­za­to, re­gi­stra­ti o tra­smes­si elet­tro­ni­ca­men­te o se­con­do un mo­do si­mi­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 L’ac­qui­si­zio­ne il­le­ci­ta di da­ti a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca è pu­ni­ta sol­tan­to a que­re­la di par­te.

Art. 143bis186

Ac­ces­so in­de­bi­to a un si­ste­ma per l’ela­bo­ra­zio­ne di da­ti

 

1 Chiun­que si in­tro­du­ce in­de­bi­ta­men­te, per mez­zo di un di­spo­si­ti­vo di tra­smis­sio­ne dei da­ti, in un si­ste­ma al­trui per l’ela­bo­ra­zio­ne di da­ti spe­cial­men­te pro­tet­to con­tro ogni suo ac­ces­so è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Chiun­que met­te in cir­co­la­zio­ne o ren­de ac­ces­si­bi­li pas­sword, pro­gram­mi o al­tri da­ti, sa­pen­do o do­ven­do pre­su­me­re che so­no uti­liz­za­ti al­lo sco­po di com­met­te­re un rea­to se­con­do il ca­po­ver­so 1, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

186 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 2 n. 1 del DF del 18 mar. 2011 (Con­ven­zio­ne del Con­si­glio d’Eu­ro­pa sul­la ci­ber­cri­mi­na­li­tà), in vi­go­re dal 1° gen. 2012 (RU 2011 6293; FF 20104119).

Art. 144

Dan­neg­gia­men­to

 

1 Chiun­que de­te­rio­ra, di­strug­ge o ren­de in­ser­vi­bi­le una co­sa al­trui, o su cui gra­va un di­rit­to d’uso o d’usu­frut­to a fa­vo­re di al­tri, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Se il col­pe­vo­le ha per­pe­tra­to il dan­neg­gia­men­to in oc­ca­sio­ne di un pub­bli­co as­sem­bra­men­to, si pro­ce­de d’uf­fi­cio.

3 Il giu­di­ce può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni se il col­pe­vo­le ha ca­gio­na­to un dan­no con­si­de­re­vo­le. Il per­se­gui­men­to ha luo­go d’uf­fi­cio.

Art. 144bis

Dan­neg­gia­men­to di da­ti

 

1. Chiun­que, il­le­ci­ta­men­te, can­cel­la, mo­di­fi­ca o ren­de in­ser­vi­bi­li da­ti re­gi­stra­ti o tra­smes­si elet­tro­ni­ca­men­te o se­con­do un mo­do si­mi­le è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Il giu­di­ce può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni se il col­pe­vo­le ha cau­sa­to un dan­no con­si­de­re­vo­le. Il per­se­gui­men­to ha luo­go d’uf­fi­cio.

2. Chiun­que al­le­sti­sce, im­por­ta, met­te in cir­co­la­zio­ne, pro­pa­gan­da, of­fre o ren­de co­mun­que ac­ces­si­bi­li pro­gram­mi che sa o de­ve pre­su­me­re de­sti­na­ti a sco­pi di cui al nu­me­ro 1, o dà in­di­ca­zio­ni per al­le­sti­rli, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Se il col­pe­vo­le ha agi­to per me­stie­re, può es­se­re pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni.

Art. 145

Ap­pro­pria­zio­ne e sot­tra­zio­ne di co­se da­te in pe­gno o sog­get­te a ri­ten­zio­ne

 

Il de­bi­to­re che, nell’in­ten­zio­ne di nuo­ce­re al pro­prio cre­di­to­re, gli sot­trae una co­sa su cui gra­va un di­rit­to di pe­gno o di ri­ten­zio­ne, op­pu­re ne di­spo­ne ar­bi­tra­ria­men­te, la de­te­rio­ra, di­strug­ge, sva­lu­ta o ren­de in­ser­vi­bi­le, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, una con pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 146

Truf­fa

 

1 Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, in­gan­na con astu­zia una per­so­na af­fer­man­do co­se fal­se o dis­si­mu­lan­do co­se ve­re, op­pu­re ne con­fer­ma sub­do­la­men­te l’er­ro­re in­du­cen­do­la in tal mo­do ad at­ti pre­giu­di­zie­vo­li al pa­tri­mo­nio pro­prio o al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re se il col­pe­vo­le fa me­stie­re del­la truf­fa.

3 La truf­fa a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca è pu­ni­ta sol­tan­to a que­re­la di par­te.

Art. 147

Abu­so di un im­pian­to per l’ela­bo­ra­zio­ne di da­ti

 

1 Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, ser­ven­do­si in mo­do abu­si­vo, in­com­ple­to o in­de­bi­to di da­ti, op­pu­re di un ana­lo­go pro­ce­di­men­to, in­flui­sce su un pro­ces­so elet­tro­ni­co o si­mi­le di trat­ta­men­to o di tra­smis­sio­ne di da­ti e pro­vo­ca, per mez­zo dei ri­sul­ta­ti er­ro­nei co­sì ot­te­nu­ti, un tra­sfe­ri­men­to di at­ti­vi a dan­no di al­tri o dis­si­mu­la un tra­sfe­ri­men­to di at­ti­vi ap­pe­na ef­fet­tua­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re se il col­pe­vo­le fa me­stie­re di ta­li ope­ra­zio­ni.

3 L’abu­so di un im­pian­to per l’ela­bo­ra­zio­ne di da­ti a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca è pu­ni­to sol­tan­to a que­re­la di par­te.

Art. 148

Abu­so di car­te- chè­ques o di cre­di­to

 

1 Chiun­que, in­sol­ven­te o non di­spo­sto a sal­da­re il do­vu­to, ot­tie­ne pre­sta­zio­ni di na­tu­ra pa­tri­mo­nia­le uti­liz­zan­do una car­ta-chè­que, una car­ta di cre­di­to o un ana­lo­go mez­zo di pa­ga­men­to, ca­gio­nan­do un dan­no al pa­tri­mo­nio dell’isti­tu­to d’emis­sio­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, se l’isti­tu­to d’emis­sio­ne e l’im­pre­sa con­traen­te han­no pre­so le mi­su­re che si po­te­va­no ra­gio­ne­vol­men­te esi­ge­re da lo­ro per evi­ta­re l’abu­so del­la car­ta.

2 La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re se il col­pe­vo­le fa me­stie­re di ta­li ope­ra­zio­ni.

Art. 148a187

Ot­te­ni­men­to il­le­ci­to di pre­sta­zio­ni di un’as­si­cu­ra­zio­ne so­cia­le o dell’aiu­to so­cia­le

 

1 Chiun­que, for­nen­do in­for­ma­zio­ni fal­se o in­com­ple­te, sot­ta­cen­do fat­ti o in al­tro mo­do, in­gan­na una per­so­na o ne con­fer­ma l’er­ro­re, ot­te­nen­do in tal mo­do per sé o per ter­zi pre­sta­zio­ni di un’as­si­cu­ra­zio­ne so­cia­le o dell’aiu­to so­cia­le a cui egli o i ter­zi non han­no di­rit­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va fi­no a un an­no o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Nei ca­si po­co gra­vi la pe­na è del­la mul­ta.

187 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell’art. 121 cpv. 3–6 Co­st. sull’espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

Art. 149

Fro­de del­lo scot­to

 

Chiun­que si fa ospi­ta­re o ser­vi­re ci­bi o bi­bi­te in un eser­ci­zio pub­bli­co al­ber­ghie­ro o di ri­sto­ra­zio­ne o ot­tie­ne al­tre pre­sta­zio­ni e fro­da l’eser­cen­te del­la som­ma do­vu­ta è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 150

Con­se­gui­men­to frau­do­len­to di una pre­sta­zio­ne

 

Chiun­que, sen­za pa­ga­re, ot­tie­ne frau­do­len­te­men­te una pre­sta­zio­ne sa­pen­do che la stes­sa è da­ta sol­tan­to a pa­ga­men­to, in mo­do par­ti­co­la­re l’uti­liz­za­zio­ne di un mez­zo di tra­spor­to pub­bli­co,

l’ac­ces­so ad una rap­pre­sen­ta­zio­ne, ad un’espo­si­zio­ne o ad una ma­ni­fe­sta­zio­ne si­mi­le,

il fun­zio­na­men­to di un im­pian­to per l’ela­bo­ra­zio­ne di da­ti o di un ap­pa­rec­chio au­to­ma­ti­co,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 150bis188

Fab­bri­ca­zio­ne e im­mis­sio­ne in com­mer­cio di di­spo­si­ti­vi per l’il­le­ci­ta de­co­di­fi­ca­zio­ne di of­fer­te in co­di­ce

 

1 Chiun­que fab­bri­ca, im­por­ta, espor­ta, fa tran­si­ta­re, im­met­te in com­mer­cio o in­stal­la ap­pa­rec­chia­tu­re, lo­ro com­po­nen­ti o pro­gram­mi per l’ela­bo­ra­zio­ne di da­ti, de­sti­na­ti o at­ti a de­co­di­fi­ca­re il­le­ci­ta­men­te pro­gram­mi ra­dio­fo­ni­ci o ser­vi­zi di te­le­co­mu­ni­ca­zio­ne in co­di­ce è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con la mul­ta.189

2 Il ten­ta­ti­vo e la com­pli­ci­tà so­no pu­ni­bi­li.

188 In­tro­dot­to dall’all. n. 2 del­la LF del 30 apr. 1997 sul­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni, in vi­go­re dal 1° gen. 1998 (RU 1997 2187; FF 1996 III 1297).

189 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 151

Dan­no pa­tri­mo­nia­le pro­cu­ra­to con astu­zia

 

Chiun­que, sen­za fi­ne di lu­cro, in­gan­na con astu­zia una per­so­na af­fer­man­do co­se fal­se o dis­si­mu­lan­do co­se ve­re, op­pu­re ne con­fer­ma sub­do­la­men­te l’er­ro­re in­du­cen­do­la in tal mo­do ad at­ti pre­giu­di­zie­vo­li al pa­tri­mo­nio pro­prio od al­trui, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 152

Fal­se in­di­ca­zio­ni su at­ti­vi­tà com­mer­cia­li

 

Chiun­que co­me fon­da­to­re, ti­to­la­re, so­cio il­li­mi­ta­ta­men­te re­spon­sa­bi­le, pro­cu­ra­to­re o mem­bro dell’or­ga­no di ge­stio­ne, del con­si­glio d’am­mi­ni­stra­zio­ne o dell’uf­fi­cio di re­vi­sio­ne, op­pu­re li­qui­da­to­re di una so­cie­tà com­mer­cia­le, coo­pe­ra­ti­va o di un’al­tra azien­da eser­ci­ta­ta in for­ma com­mer­cia­le,

dà o fa da­re, in co­mu­ni­ca­zio­ni al pub­bli­co o in rap­por­ti o pro­po­ste all’in­sie­me dei so­ci o agli as­so­cia­ti all’azien­da, in­di­ca­zio­ni fal­se o in­com­ple­te di im­por­tan­za con­si­de­re­vo­le, ta­li da de­ter­mi­na­re ter­zi ad at­ti di di­spo­si­zio­ne pre­giu­di­zie­vo­li al pro­prio pa­tri­mo­nio,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 153

Fal­se co­mu­ni­ca­zio­ni al­le au­to­ri­tà del re­gi­stro di com­mer­cio

 

Chiun­que in­du­ce l’au­to­ri­tà pre­po­sta al re­gi­stro di com­mer­cio a iscri­ve­re un fat­to con­tra­rio al ve­ro o omet­te di se­gna­lar­le un fat­to che do­vreb­be ve­nir iscrit­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 154

 

Abro­ga­to

Art. 155

Con­traf­fa­zio­ne di mer­ci

 

1. Chiun­que, a sco­po di fro­de nel com­mer­cio e nel­le re­la­zio­ni d’af­fa­ri, fab­bri­ca mer­ci il cui rea­le va­lo­re ve­na­le è in­fe­rio­re a quan­to fan pen­sa­re le ap­pa­ren­ze, se­gna­ta­men­te per­ché con­traf­fà o fal­si­fi­ca mer­ci, im­por­ta, tie­ne in de­po­si­to o met­te in cir­co­la­zio­ne ta­li mer­ci,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, ec­cet­to che l’at­to sia pas­si­bi­le di una pe­na più gra­ve in vir­tù di un’al­tra di­spo­si­zio­ne.

2. Se il col­pe­vo­le fa me­stie­re di ta­li ope­ra­zio­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, ec­cet­to che l’at­to sia pas­si­bi­le di una pe­na più gra­ve in vir­tù di un’al­tra di­spo­si­zio­ne.190

190 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 3 ott. 2008 con­cer­nen­te l’at­tua­zio­ne del­le Rac­co­man­da­zio­ni ri­ve­du­te del Grup­po d’azio­ne fi­nan­zia­ria, in vi­go­re dal 1° feb. 2009 (RU 2009 361; FF 2007 5687).

Art. 156

Estor­sio­ne

 

1. Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, usan­do vio­len­za con­tro una per­so­na o mi­nac­cian­do­la di un gra­ve dan­no, la in­du­ce ad at­ti pre­giu­di­zie­vo­li al pa­tri­mo­nio pro­prio o al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno a die­ci an­ni se fa me­stie­re dell’estor­sio­ne, o com­met­te ri­pe­tu­ta­men­te l’estor­sio­ne in dan­no del­la me­de­si­ma per­so­na.

3. Se il col­pe­vo­le com­met­te l’estor­sio­ne usan­do vio­len­za con­tro una per­so­na o mi­nac­cian­do­la di un pe­ri­co­lo im­mi­nen­te al­la vi­ta o all’in­te­gri­tà cor­po­ra­le, la pe­na è quel­la com­mi­na­ta dall’ar­ti­co­lo 140.

4. Se il col­pe­vo­le mi­nac­cia di met­te­re in pe­ri­co­lo la vi­ta o l’in­te­gri­tà cor­po­ra­le di mol­te per­so­ne o di cau­sa­re gra­vi dan­ni a co­se di gran­de in­te­res­se pub­bli­co, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no191.

191 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 12 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 157

Usu­ra

 

1. Chiun­que sfrut­ta lo sta­to di bi­so­gno o di di­pen­den­za, l’ine­spe­rien­za o la ca­ren­te ca­pa­ci­tà di di­scer­ni­men­to di una per­so­na per far­le da­re o pro­met­te­re a sé o ad al­tri, co­me cor­ri­spet­ti­vo di una pre­sta­zio­ne, van­tag­gi pe­cu­nia­ri che so­no in ma­ni­fe­sta spro­por­zio­ne eco­no­mi­ca con la pro­pria pre­sta­zio­ne,

chiun­que ac­qui­si­sce un cre­di­to usu­ra­rio e lo alie­na o lo fa va­le­re,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno a die­ci an­ni se fa me­stie­re dell’usu­ra.

Art. 158

Am­mi­ni­stra­zio­ne in­fe­de­le

 

1. Chiun­que, ob­bli­ga­to per leg­ge, man­da­to uf­fi­cia­le o ne­go­zio giu­ri­di­co ad am­mi­ni­stra­re il pa­tri­mo­nio al­trui o a sor­ve­gliar­ne la ge­stio­ne, man­can­do al pro­prio do­ve­re, lo dan­neg­gia o per­met­te che ciò av­ven­ga, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

È pu­ni­to con la stes­sa pe­na chi com­pie ta­li at­ti do­po aver as­sun­to sen­za man­da­to la ge­stio­ne del pa­tri­mo­nio al­trui.

Il giu­di­ce può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni se il col­pe­vo­le ha agi­to per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to.

2. Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, abu­sa del­la qua­li­tà di rap­pre­sen­tan­te con­fe­ri­ta­gli dal­la leg­ge, da un man­da­to uf­fi­cia­le o da un ne­go­zio giu­ri­di­co e ca­gio­na in tal mo­do un dan­no al pa­tri­mo­nio del rap­pre­sen­ta­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

3. L’am­mi­ni­stra­zio­ne in­fe­de­le a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la eco­no­mia do­me­sti­ca è pu­ni­ta sol­tan­to a que­re­la di par­te.

Art. 159

Ap­pro­pria­zio­ne in­de­bi­ta di trat­te­nu­te sa­la­ria­li

 

Il da­to­re di la­vo­ro che di­sat­ten­de l’ob­bli­go di ver­sa­re trat­te­nu­te sa­la­ria­li qua­le pa­ga­men­to di im­po­ste, tas­se, pre­mi e con­tri­bu­ti d’as­si­cu­ra­zio­ne, op­pu­re di uti­liz­zar­le al­tri­men­ti a fa­vo­re del la­vo­ra­to­re e ca­gio­na in tal mo­do a que­st’ul­ti­mo un dan­no pa­tri­mo­nia­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 160

Ri­cet­ta­zio­ne

 

1. Chiun­que ac­qui­sta, ri­ce­ve in do­no o in pe­gno, oc­cul­ta o aiu­ta ad alie­na­re una co­sa che sa o de­ve pre­su­me­re ot­te­nu­ta da un ter­zo me­dian­te un rea­to con­tro il pa­tri­mo­nio, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Il ri­cet­ta­to­re è pu­ni­to con la pe­na com­mi­na­ta al rea­to pre­li­mi­na­re, se que­sta è più mi­te.

Ove il rea­to pre­li­mi­na­re sia per­se­gui­bi­le so­lo a que­re­la di par­te, la ri­cet­ta­zio­ne è pu­ni­bi­le so­lo se la que­re­la è sta­ta spor­ta.

2. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re se fa me­stie­re del­la ri­cet­ta­zio­ne.

Art. 161192

 

192 Abro­ga­to dal n. II 3 del­la LF del 28 set. 2012, con ef­fet­to dal 1° mag. 2013 (RU 2013 1103; FF 2011 6109).

Art. 161bis193

 

193In­tro­dot­to dall’art. 46 del­la LF del 24 mar. 1995 sul­le bor­se e il com­mer­cio di va­lo­ri mo­bi­lia­ri (RU 1997 68; FF 1993 I 1077). Abro­ga­to dal n. II 3 del­la LF del 28 set. 2012, con ef­fet­to dal 1° mag. 2013 (RU 2013 1103; FF 2011 6109).

Art. 162

2. Vio­la­zio­ne del se­gre­to di fab­bri­ca o com­mer­cia­le

 

Chiun­que ri­ve­la un se­gre­to di fab­bri­ca o com­mer­cia­le, che ave­va per leg­ge o per con­trat­to l’ob­bli­go di cu­sto­di­re,

chiun­que trae pro­fit­to per sé o per al­tri da que­sta ri­ve­la­zio­ne,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 163

3. Cri­mi­ni o de­lit­ti nel fal­li­men­to e nell’ese­cu­zio­ne per de­bi­ti.

Ban­ca­rot­ta frau­do­len­ta e fro­de nel pi­gno­ra­men­to

 

1. Il de­bi­to­re che, in dan­no dei suoi cre­di­to­ri, di­mi­nui­sce fit­ti­zia­men­te il pro­prio at­ti­vo, in par­ti­co­la­re

di­strae o oc­cul­ta va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li,

si­mu­la de­bi­ti,

ri­co­no­sce de­bi­ti fit­ti­zi op­pu­re in­ci­ta un ter­zo a far­li va­le­re,

è pu­ni­to, se vie­ne di­chia­ra­to il suo fal­li­men­to o se vie­ne ri­la­scia­to con­tro di lui un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Nel­le stes­se con­di­zio­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria il ter­zo che com­pie ta­li at­ti in dan­no dei cre­di­to­ri.

Art. 164

Di­mi­nu­zio­ne dell’at­ti­vo in dan­no dei cre­di­to­ri

 

1. Il de­bi­to­re che, in dan­no dei suoi cre­di­to­ri, di­mi­nui­sce il pro­prio at­ti­vo in quan­to

de­te­rio­ra, di­strug­ge, sva­lu­ta o ren­de in­ser­vi­bi­li va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li, alie­na gra­tui­ta­men­te o con­tro una pre­sta­zio­ne ma­ni­fe­sta­men­te in­fe­rio­re va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li,

ri­fiu­ta sen­za va­li­di mo­ti­vi di­rit­ti che gli spet­ta­no o ri­nun­cia gra­tui­ta­men­te a ta­li di­rit­ti,

è pu­ni­to, se vie­ne di­chia­ra­to il suo fal­li­men­to o se vie­ne ri­la­scia­to con­tro di lui un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Nel­le stes­se con­di­zio­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria il ter­zo che com­pie ta­li at­ti in dan­no dei cre­di­to­ri.

Art. 165

Cat­ti­va ge­stio­ne

 

1. Il de­bi­to­re che, in un mo­do non pre­vi­sto nell’ar­ti­co­lo 164, a cau­sa di una cat­ti­va ge­stio­ne, in par­ti­co­la­re a cau­sa di un’in­suf­fi­cien­te do­ta­zio­ne di ca­pi­ta­le, spe­se spro­por­zio­na­te, spe­cu­la­zio­ni av­ven­ta­te, cre­di­ti con­ces­si o uti­liz­za­ti con leg­ge­rez­za, sven­di­ta di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li, gra­ve ne­gli­gen­za nell’eser­ci­zio del­la sua pro­fes­sio­ne o nell’am­mi­ni­stra­zio­ne dei suoi be­ni,

ca­gio­na o ag­gra­va il pro­prio ec­ces­si­vo in­de­bi­ta­men­to, ca­gio­na la pro­pria in­sol­ven­za o ag­gra­va la sua si­tua­zio­ne co­no­scen­do la pro­pria in­sol­ven­za,

è pu­ni­to, se vie­ne di­chia­ra­to il suo fal­li­men­to o se vie­ne ri­la­scia­to con­tro di lui un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Il de­bi­to­re escus­so in via di pi­gno­ra­men­to è per­se­gui­to pe­nal­men­te sol­tan­to a que­re­la di un cre­di­to­re che ha ot­te­nu­to con­tro di lui un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni.

La que­re­la de­ve es­se­re pre­sen­ta­ta en­tro tre me­si dal ri­la­scio dell’at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni.

Non ha di­rit­to di que­re­la il cre­di­to­re che ha in­dot­to il de­bi­to­re a con­trar­re de­bi­ti al­la leg­ge­ra, a fa­re spe­se spro­por­zio­na­te o spe­cu­la­zio­ni av­ven­ta­te, ov­ve­ro che l’ha sfrut­ta­to in mo­do usu­ra­rio.

Art. 166

Omis­sio­ne del­la con­ta­bi­li­tà

 

Il de­bi­to­re che vio­la il do­ve­re im­po­sto­gli dal­la leg­ge di te­ne­re re­go­lar­men­te e con­ser­va­re i li­bri di com­mer­cio e di al­le­sti­re un bi­lan­cio in mo­do che non si pos­sa ri­le­va­re il suo sta­to pa­tri­mo­nia­le o non si pos­sa ri­le­var­lo in­te­ra­men­te, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, se vie­ne di­chia­ra­to il suo fal­li­men­to o se con­tro di lui vie­ne ri­la­scia­to un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni in se­gui­to ad un pi­gno­ra­men­to ese­gui­to in con­for­mi­tà dell’ar­ti­co­lo 43 del­la leg­ge fe­de­ra­le dell’11 apri­le 1889194 sul­la ese­cu­zio­ne e sul fal­li­men­to (LEF).

Art. 167

Fa­vo­ri con­ces­si ad un cre­di­to­re

 

Il de­bi­to­re che, co­no­scen­do la pro­pria in­sol­ven­za e al fi­ne di fa­vo­ri­re al­cu­ni dei suoi cre­di­to­ri in dan­no de­gli al­tri, com­pie at­ti ten­den­ti a ta­le sco­po, in ispe­cie pa­ga de­bi­ti non sca­du­ti, estin­gue un de­bi­to sca­du­to con mez­zi di pa­ga­men­to di­ver­si da­gli usua­li, ga­ran­ti­sce un de­bi­to con mez­zi pro­pri sen­za es­se­re ob­bli­ga­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, se vie­ne di­chia­ra­to il suo fal­li­men­to o se con­tro di lui vie­ne ri­la­scia­to un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni.

Art. 168

Cor­ru­zio­ne nel­l’ese­cu­zio­ne for­za­ta

 

1 Chiun­que con­ce­de o pro­met­te van­tag­gi par­ti­co­la­ri a un cre­di­to­re o al suo rap­pre­sen­tan­te, per ot­te­ner­ne il vo­to nell’adu­nan­za dei cre­di­to­ri o nel­la de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri op­pu­re l’ade­sio­ne a un con­cor­da­to giu­di­zia­le o il suo ri­get­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Chiun­que con­ce­de o pro­met­te van­tag­gi par­ti­co­la­ri all’am­mi­ni­stra­to­re del fal­li­men­to, a un mem­bro dell’am­mi­ni­stra­zio­ne, al com­mis­sa­rio o al li­qui­da­to­re per in­fluen­zar­ne le de­ci­sio­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

3 È pu­ni­to con la stes­sa pe­na chi si è fat­to ac­cor­da­re o pro­met­te­re ta­li van­tag­gi.

Art. 169

Di­stra­zio­ne di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li sot­to­po­sti a pro­ce­di­men­to giu­di­zia­le

 

Chiun­que ar­bi­tra­ria­men­te di­spo­ne in dan­no dei cre­di­to­ri di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li

pi­gno­ra­ti o se­que­stra­ti,

com­pre­si in un in­ven­ta­rio del­la pro­ce­du­ra di ese­cu­zio­ne in via di pi­gno­ra­men­to o in via di fal­li­men­to, ov­ve­ro del­la pro­ce­du­ra di ri­ten­zio­ne,

ap­par­te­nen­ti al pa­tri­mo­nio ce­du­to me­dian­te un con­cor­da­to con ab­ban­do­no dell’at­ti­vo, op­pu­re

de­te­rio­ra, di­strug­ge, sva­lu­ta o ren­de in­ser­vi­bi­li ta­li va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 170

Con­se­gui­men­to frau­do­len­to di un con­cor­da­to giu­di­zia­le

 

Il de­bi­to­re che, al­lo sco­po di ot­te­ne­re una mo­ra­to­ria o l’omo­lo­ga­zio­ne di un con­cor­da­to giu­di­zia­le, in­du­ce in er­ro­re sul­la pro­pria si­tua­zio­ne pa­tri­mo­nia­le i cre­di­to­ri, il com­mis­sa­rio del con­cor­da­to o l’au­to­ri­tà dei con­cor­da­ti, in mo­do par­ti­co­la­re me­dian­te con­ta­bi­li­tà ine­sat­ta o bi­lan­ci fal­si,

il ter­zo che com­pie ta­li at­ti a van­tag­gio del de­bi­to­re,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 171

Con­cor­da­to giu­di­zia­le

 

1 Gli ar­ti­co­li 163 nu­me­ro 1, 164 nu­me­ro 1, 165 nu­me­ro 1, 166 e 167 so­no ap­pli­ca­bi­li an­che quan­do un con­cor­da­to giu­di­zia­le è sta­to ac­cet­ta­to ed omo­lo­ga­to.

2 Se il de­bi­to­re o il ter­zo ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 163 nu­me­ro 2 e 164 nu­me­ro 2 ha for­ni­to par­ti­co­la­ri sfor­zi eco­no­mi­ci, fa­ci­li­tan­do in tal mo­do la con­clu­sio­ne del con­cor­da­to, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te può pre­scin­de­re dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne.

Art. 171bis

Re­vo­ca del fal­li­men­to

 

1 Quan­do il fal­li­men­to è re­vo­ca­to (art. 195 LEF195), l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te può pre­scin­de­re dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne.

2 Nei ca­si di con­cor­da­to giu­di­zia­le, il ca­po­ver­so 1 si ap­pli­ca sol­tan­to se il de­bi­to­re o il ter­zo ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 163 nu­me­ro 2 e 164 nu­me­ro 2 ha for­ni­to par­ti­co­la­ri sfor­zi eco­no­mi­ci, fa­ci­li­tan­do in tal mo­do la con­clu­sio­ne del con­cor­da­to.

Art. 172196

4. Di­spo­si­zio­ni ge­ne­ra­li. ...

 

196 Abro­ga­to dal n. II 3 del­la LF del 13 dic. 2002, con ef­fet­to dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 172bis197

 

197 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), con ef­fet­to 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 172ter

Rea­ti di po­ca en­ti­tà

 

1. Se il rea­to con­cer­ne sol­tan­to un ele­men­to pa­tri­mo­nia­le di po­co va­lo­re o un dan­no di lie­ve en­ti­tà, il col­pe­vo­le è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con la mul­ta.

2. Il pre­sen­te di­spo­sto non è ap­pli­ca­bi­le al fur­to ag­gra­va­to (art. 139 n. 2 e 3), al­la ra­pi­na e all’estor­sio­ne.

Titolo terzo: Dei delitti contro l’onore e la sfera personale riservata 198

198Nuovo testo giusta il n. I della LF del 20 dic. 1968, in vigore dal 1° mag. 1969 (RU 1969 327; FF 1968 I 427).

Art. 173199

1. De­lit­ti con­tro l’ono­re.

Dif­fa­ma­zio­ne

 

1. Chiun­que, co­mu­ni­can­do con un ter­zo, in­col­pa o ren­de so­spet­ta una per­so­na di con­dot­ta di­so­no­re­vo­le o di al­tri fat­ti che pos­sa­no nuo­ce­re al­la ri­pu­ta­zio­ne di lei,

chiun­que di­vul­ga una ta­le in­col­pa­zio­ne o un ta­le so­spet­to,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na pe­cu­nia­ria.200

2. Il col­pe­vo­le non in­cor­re in al­cu­na pe­na se pro­va di ave­re det­to o di­vul­ga­to co­se ve­re op­pu­re pro­va di ave­re avu­to se­ri mo­ti­vi di con­si­de­rar­le ve­re in buo­na fe­de.

3. Il col­pe­vo­le non è am­mes­so a fa­re la pro­va del­la ve­ri­tà ed è pu­ni­bi­le se le im­pu­ta­zio­ni so­no sta­te pro­fe­ri­te o di­vul­ga­te sen­za che sia­no giu­sti­fi­ca­te dall’in­te­res­se pub­bli­co o da al­tro mo­ti­vo suf­fi­cien­te, pre­va­len­te­men­te nell’in­ten­to di fa­re del­la mal­di­cen­za, in par­ti­co­la­re quan­do si ri­fe­ri­sco­no al­la vi­ta pri­va­ta o al­la vi­ta di fa­mi­glia.

4. Se il col­pe­vo­le ri­trat­ta co­me non ve­ro quan­to ha det­to, può es­se­re pu­ni­to con pe­na at­te­nua­ta od an­da­re esen­te da ogni pe­na.

5. Se il col­pe­vo­le non ha fat­to la pro­va del­la ve­ri­tà del­le sue im­pu­ta­zio­ni o se le stes­se era­no con­tra­rie al­la ve­ri­tà o se il col­pe­vo­le le ha ri­trat­ta­te, il giu­di­ce ne dà at­to nel­la sen­ten­za o in al­tro do­cu­men­to.

199Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 116; FF 1949 613).

200 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 174

Ca­lun­nia

 

1. Chiun­que, co­mu­ni­can­do con un ter­zo e sa­pen­do di di­re co­sa non ve­ra, in­col­pa o ren­de so­spet­ta una per­so­na di con­dot­ta di­so­no­re­vo­le o di al­tri fat­ti che pos­sa­no nuo­ce­re al­la ri­pu­ta­zio­ne di lei,

chiun­que, sa­pen­do di di­re co­sa non ve­ra, di­vul­ga una ta­le in­col­pa­zio­ne o un ta­le so­spet­to,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Se il col­pe­vo­le ha agi­to col pro­po­si­to de­li­be­ra­to di ro­vi­na­re la ri­pu­ta­zio­ne di una per­so­na, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re.201

3. Se il col­pe­vo­le ri­trat­ta da­van­ti al giu­di­ce co­me non ve­ro quan­to egli ha det­to, può es­se­re pu­ni­to con pe­na at­te­nua­ta. Il giu­di­ce dà all’of­fe­so at­to del­la ri­trat­ta­zio­ne.

201 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 175

Dif­fa­ma­zio­ne e ca­lun­nia con­tro un de­fun­to o uno scom­par­so

 

1 Quan­do la dif­fa­ma­zio­ne o la ca­lun­nia sia di­ret­ta con­tro una per­so­na de­fun­ta o di­chia­ra­ta scom­par­sa, il di­rit­to di que­re­la spet­ta ai con­giun­ti di que­sta per­so­na.

2 Non sa­rà pro­nun­cia­ta pe­na, se al mo­men­to del fat­to so­no tra­scor­si più di trent’an­ni dal­la mor­te o dal­la di­chia­ra­zio­ne di scom­par­sa.

Art. 176

Di­spo­si­zio­ne co­mu­ne

 

Al­la dif­fa­ma­zio­ne e al­la ca­lun­nia ver­ba­li so­no pa­ri­fi­ca­te la dif­fa­ma­zio­ne e la ca­lun­nia com­mes­se me­dian­te scrit­ti, im­ma­gi­ni, ge­sti o qua­lun­que al­tro mez­zo.

Art. 177

In­giu­ria

 

1 Chiun­que of­fen­de in al­tro mo­do con pa­ro­le, scrit­ti, im­ma­gi­ni, ge­sti o vie di fat­to l’ono­re di una per­so­na, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na pe­cu­nia­ria si­no a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re.202

2 Se l’in­giu­ria è sta­ta pro­vo­ca­ta di­ret­ta­men­te dall’in­giu­ria­to con un con­te­gno scon­ve­nien­te, il giu­di­ce può man­dar esen­te da pe­na il col­pe­vo­le.

3 Se all’in­giu­ria si è im­me­dia­ta­men­te ri­spo­sto con in­giu­ria o con vie di fat­to, il giu­di­ce può man­dar esen­ti da pe­na le par­ti o una di es­se.

202 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 178

Pre­scri­zio­ne

 

1 Per i de­lit­ti con­tro l’ono­re, l’azio­ne pe­na­le si pre­scri­ve in quat­tro an­ni.203

2 Per l’estin­zio­ne del di­rit­to di que­re­la va­le l’ar­ti­co­lo 31.204

203 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 22 mar. 2002 (Pre­scri­zio­ne dell’azio­ne pe­na­le), in vi­go­re dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2986; FF 200224161513).

204 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 179

2.

Vio­la­zio­ne di se­gre­ti pri­va­ti

 

Chiun­que, sen­za aver­ne il di­rit­to, apre uno scrit­to o un in­vol­to chiu­so per pren­de­re co­gni­zio­ne del suo con­te­nu­to,

chiun­que, aven­do pre­so co­gni­zio­ne di fat­ti coll’aper­tu­ra di uno scrit­to o di un in­vol­to chiu­so a lui non de­sti­na­to, li di­vul­ga o ne trae pro­fit­to,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con la mul­ta.

Art. 179bis206

Ascol­to e re­gi­stra­zio­ne di con­ver­sa­zio­ni estra­nee

 

Chiun­que ascol­ta, con un ap­pa­rec­chio d’in­ter­cet­ta­zio­ne, o re­gi­stra, su un sup­por­to del suo­no, una con­ver­sa­zio­ne, estra­nea non pub­bli­ca sen­za l’as­sen­so di tut­ti gl’in­ter­lo­cu­to­ri,

chiun­que sfrut­ta o co­mu­ni­ca a un ter­zo un fat­to, del qua­le egli sa o de­ve pre­su­me­re d’es­se­re ve­nu­to a co­no­scen­za me­dian­te un rea­to se­con­do il ca­po­ver­so 1,

chiun­que con­ser­va o ren­de ac­ces­si­bi­le a un ter­zo una re­gi­stra­zio­ne, che sa o de­ve pre­su­me­re ese­gui­ta me­dian­te un rea­to se­con­do il ca­po­ver­so 1,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

206In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 20 dic. 1968, in vi­go­re dal 1° mag. 1969 (RU 1969 327; FF 1968 I 427).

Art. 179ter207

Re­gi­stra­zio­ne clan­de­sti­na di con­ver­sa­zio­ni

 

Chiun­que, sen­za l’as­sen­so de­gli al­tri in­ter­lo­cu­to­ri, re­gi­stra su un sup­por­to del suo­no una con­ver­sa­zio­ne non pub­bli­ca cui par­te­ci­pi,

chiun­que con­ser­va, sfrut­ta o ren­de ac­ces­si­bi­le a un ter­zo una re­gi­stra­zio­ne che sa o de­ve pre­su­me­re ese­gui­ta me­dian­te un rea­to se­con­do il ca­po­ver­so 1,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no ad un an­no o con una pe­na pe­cu­nia­ria.208

207In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 20 dic. 1968, in vi­go­re dal 1° mag. 1969 (RU 1969 327; FF 1968 I 427).

208 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 179quater209

Vio­la­zio­ne del­la sfe­ra se­gre­ta o pri­va­ta me­dian­te ap­pa­rec­chi di pre­sa d’im­ma­gi­ni

 

Chiun­que, con un ap­pa­rec­chio da pre­sa, os­ser­va o fis­sa su un sup­por­to d’im­ma­gi­ni un fat­to rien­tran­te nel­la sfe­ra se­gre­ta op­pu­re un fat­to, non os­ser­va­bi­le senz’al­tro da ognu­no, rien­tran­te nel­la sfe­ra pri­va­ta d’una per­so­na, sen­za l’as­sen­so di que­st’ul­ti­ma,

chiun­que sfrut­ta o co­mu­ni­ca a un ter­zo un fat­to, del qua­le egli sa o de­ve pre­su­me­re d’es­se­re ve­nu­to a co­no­scen­za me­dian­te un rea­to se­con­do il ca­po­ver­so 1,

chiun­que con­ser­va o ren­de ac­ces­si­bi­le a un ter­zo una pre­sa d’im­ma­gi­ni, che sa o de­ve pre­su­me­re ese­gui­ta me­dian­te un rea­to se­con­do il ca­po­ver­so 1,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

209In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 20 dic. 1968, in vi­go­re dal 1° mag. 1969 (RU 1969 327; FF 1968 I 427).

Art. 179quinquies210

Re­gi­stra­zio­ni non pu­ni­bi­li

 

1 Non è pu­ni­bi­le né se­con­do l’ar­ti­co­lo 179bis ca­po­ver­so 1 né se­con­do l’ar­ti­co­lo 179ter ca­po­ver­so 1 chiun­que, co­me in­ter­lo­cu­to­re o ab­bo­na­to al col­le­ga­men­to uti­liz­za­to:

a.
re­gi­stra con­ver­sa­zio­ni te­le­fo­ni­che con ser­vi­zi d’as­si­sten­za, di sal­va­tag­gio o di si­cu­rez­za;
b.
re­gi­stra, in am­bi­to di re­la­zio­ni com­mer­cia­li, con­ver­sa­zio­ni te­le­fo­ni­che ver­ten­ti su or­di­na­zio­ni, su man­da­ti, su pre­no­ta­zio­ni o su ana­lo­ghe ope­ra­zio­ni pre­li­mi­na­ri.

2 All’uti­liz­za­zio­ne ul­te­rio­re del­le re­gi­stra­zio­ni con­for­me­men­te al ca­po­ver­so 1 so­no ap­pli­ca­bi­li per ana­lo­gia gli ar­ti­co­li 179bis ca­po­ver­si 2 e 3 e 179ter ca­po­ver­so 2.

210 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 20 dic. 1968 (RU 1969 327; FF 1968 I 427). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 3 ott. 2003, in vi­go­re dal 1° mar. 2004 (RU 2004 823; FF 2001 23285225).

Art. 179sexies211

Mes­sa in cir­co­la­zio­ne e pro­pa­gan­da di ap­pa­rec­chi di ascol­to, di re­gi­stra­zio­ne del suo­no e del­le im­ma­gi­ni

 

1. Chiun­que fab­bri­ca, im­por­ta, espor­ta, ac­qui­sta, im­ma­gaz­zi­na, pos­sie­de, tra­spor­ta, con­se­gna a un ter­zo, ven­de, no­leg­gia, pre­sta o, in qual­sia­si al­tro mo­do, met­te in cir­co­la­zio­ne ap­pa­rec­chi tec­ni­ci de­sti­na­ti spe­ci­fi­ca­ta­men­te all’ascol­to il­le­ci­to o al­la pre­sa il­le­ci­ta di suo­ni od im­ma­gi­ni, for­ni­sce in­di­ca­zio­ni per fab­bri­car­li, op­pu­re fa pro­pa­gan­da a lo­ro fa­vo­re,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Il ter­zo, nel cui in­te­res­se l’agen­te ha ope­ra­to, è pas­si­bi­le del­la stes­sa pe­na, qua­lo­ra co­no­sces­se l’in­fra­zio­ne e non ab­bia fat­to tut­to il pos­si­bi­le per im­pe­dir­la.

Se il ter­zo è una per­so­na giu­ri­di­ca, una so­cie­tà in no­me col­let­ti­vo o in ac­co­man­di­ta o una dit­ta in­di­vi­dua­le212, il ca­po­ver­so 1 è ap­pli­ca­bi­le a co­lo­ro che han­no agi­to o avreb­be­ro do­vu­to agi­re per es­sa.

211In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 20 dic. 1968, in vi­go­re dal 1° mag. 1969 (RU 1969 327; FF 1968 I 427).

212 Ora: im­pre­sa in­di­vi­dua­le.

Art.179septies213

Abu­so di im­pian­ti di te­le­­co­mu­ni­ca­zio­ni

 

Chiun­que, per ma­li­zia o per ce­lia, uti­liz­za abu­si­va­men­te un im­pian­to di te­le­co­mu­ni­ca­zio­ne per in­quie­ta­re o im­por­tu­na­re un ter­zo è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con la mul­ta.

213In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 20 dic. 1968 (RU 1969 327; FF 1968 I 427). Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 30 apr. 1997 sul­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni, in vi­go­re dal 1° gen. 1998 (RU 1997 2187; FF 1996 III 1297).

Art. 179octies214

Sor­ve­glian­za uf­fi­cia­le, im­pu­ni­bi­li­tà

 

1 Chiun­que, nell’eser­ci­zio di un espli­ci­to po­te­re le­ga­le, or­di­na o ese­gue la sor­ve­glian­za del­la cor­ri­spon­den­za po­sta­le e del traf­fi­co del­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni di una per­so­na op­pu­re im­pie­ga ap­pa­rec­chi tec­ni­ci di sor­ve­glian­za (art. 179bis segg.), non è pu­ni­bi­le pur­ché sia ri­chie­sta sen­za in­du­gio l’ap­pro­va­zio­ne del giu­di­ce com­pe­ten­te.

2 Le con­di­zio­ni del­la sor­ve­glian­za del­la cor­ri­spon­den­za po­sta­le e del traf­fi­co del­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni non­ché la re­la­ti­va pro­ce­du­ra so­no di­sci­pli­na­te dal­la leg­ge fe­de­ra­le del 6 ot­to­bre 2000215 sul­la sor­ve­glian­za del­la cor­ri­spon­den­za po­sta­le e del traf­fi­co del­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni.

214In­tro­dot­to dal n. VII del­la LF del 23 mar. 1979 sul­la pro­te­zio­ne del­la sfe­ra se­gre­ta per­so­na­le (RU 1979 1170; FF 1976 I 479, II 1545). Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 1 del­la LF del 6 ott. 2000 sul­la sor­ve­glian­za del­la cor­ri­spon­den­za po­sta­le e del traf­fi­co del­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni, in vi­go­re dal 1° gen. 2002 (RU 2001 3096; FF 1998 3319).

215 [RU 2001 3096; 2003 3043n. I 2; 2004 3693; 2007 921all. n. 3; 2010 1881all. 1 n. II 26, 3267all. n. II 14; 2017 4095all. n. II 12. RU 2018 117all. n. I]. Ve­di ora la LF del 18 mar. 2016 (RS 780.1).

Art. 179novies216

Sot­tra­zio­ne di da­ti per­so­na­li

 

Chiun­que sot­trae da una col­le­zio­ne da­ti per­so­na­li de­gni di par­ti­co­la­re pro­te­zio­ne o pro­fi­li del­la per­so­na­li­tà non li­be­ra­men­te ac­ces­si­bi­li è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

216In­tro­dot­to dall’all. n. 4 del­la LF del 19 giu. 1993 sul­la pro­te­zio­ne dei da­ti, in vi­go­re dal 1° lug. 1993 (RU 1993 1945; FF 1988 II 353).

Titolo quarto: Del crimini o dei delitti contro la libertà personale

Art. 180

Mi­nac­cia

 

1Chiun­que, usan­do gra­ve mi­nac­cia, in­cu­te spa­ven­to o ti­mo­re a una per­so­na, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Il col­pe­vo­le è per­se­gui­to d’uf­fi­cio se:

a.
è il co­niu­ge del­la vit­ti­ma e la mi­nac­cia è sta­ta com­mes­sa du­ran­te il ma­tri­mo­nio o nell’an­no suc­ces­si­vo al di­vor­zio; o
abis.217 è il part­ner re­gi­stra­to del­la vit­ti­ma o l’ex part­ner re­gi­stra­to e la mi­nac­cia è sta­ta com­mes­sa du­ran­te l’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta o nell’an­no suc­ces­si­vo al suo scio­gli­men­to; o
b.
è il part­ner ete­ro­ses­sua­le o omo­ses­sua­le del­la vit­ti­ma, a con­di­zio­ne che es­si vi­ve­va­no in co­mu­nio­ne do­me­sti­ca per un tem­po in­de­ter­mi­na­to e la mi­nac­cia sia sta­ta com­mes­sa du­ran­te que­sto tem­po o nell’an­no suc­ces­si­vo al­la se­pa­ra­zio­ne.218

217 In­tro­dot­ta dall’all. n. 18 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).

218 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 17321761).

Art. 181

Coa­zio­ne

 

Chiun­que, usan­do vio­len­za o mi­nac­cia di gra­ve dan­no con­tro una per­so­na, o in­tral­cian­do in al­tro mo­do la li­ber­tà d’agi­re di lei, la co­strin­ge a fa­re, omet­te­re o tol­le­ra­re un at­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 181a219

Ma­tri­mo­nio for­za­to, unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta for­za­ta

 

1 Chiun­que, usan­do vio­len­za o mi­nac­cia di gra­ve dan­no con­tro una per­so­na, o in­tral­cian­do in al­tro mo­do la li­ber­tà d’agi­re di lei, la co­strin­ge a con­trar­re un ma­tri­mo­nio o un’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 È pu­ni­bi­le an­che chi com­met­te il rea­to all’este­ro, se si tro­va in Sviz­ze­ra e non è estra­da­to. È ap­pli­ca­bi­le l’ar­ti­co­lo 7 ca­po­ver­si 4 e 5.


219 In­tro­dot­to dal n. I 6 del­la LF del 15 giu. 2012 sul­le mi­su­re con­tro i ma­tri­mo­ni for­za­ti, in vi­go­re dal 1° lug. 2013 (RU 2013 1035; FF 2011 1987).

Art. 182220

Trat­ta di es­se­ri uma­ni

 

1 Chiun­que, co­me of­fe­ren­te, in­ter­me­dia­rio o de­sti­na­ta­rio, fa com­mer­cio di un es­se­re uma­no a sco­po di sfrut­ta­men­to ses­sua­le, di sfrut­ta­men­to del suo la­vo­ro o di pre­lie­vo di un suo or­ga­no, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va o con una pe­na pe­cu­nia­ria. Il re­clu­ta­men­to di un es­se­re uma­no per i me­de­si­mi sco­pi è pa­ri­fi­ca­to al­la trat­ta.

2 Se la vit­ti­ma è mi­no­ren­ne o se l’au­to­re fa me­stie­re del­la trat­ta di es­se­ri uma­ni, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a un an­no.

3 In ogni ca­so è pro­nun­cia­ta an­che una pe­na pe­cu­nia­ria.

4 È pu­ni­bi­le an­che chi com­met­te il rea­to all’este­ro. Gli ar­ti­co­li 5 e 6 so­no ap­pli­ca­bi­li.

220Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 2 n. 1 del DF del 24 mar. 2006 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro il Prot. fa­col­ta­ti­vo del 25 mag. 2000 al­la Conv. sui di­rit­ti del fan­ciul­lo con­cer­nen­te la ven­di­ta di fan­ciul­li, la pro­sti­tu­zio­ne in­fan­ti­le e la pe­do­por­no­gra­fia, in vi­go­re dal 1° dic. 2006 (RU 2006 5437; FF 2005 2513).

Art. 183221

Se­que­stro di per­so­na e ra­pi­men­to

 

1. Chiun­que in­de­bi­ta­men­te ar­re­sta o tie­ne se­que­stra­ta una per­so­na o la pri­va in al­tro mo­do del­la li­ber­tà per­so­na­le,

chiun­que ra­pi­sce una per­so­na con vio­len­za, in­gan­no o mi­nac­cia,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Pa­ri­men­ti è pu­ni­to chiun­que ra­pi­sce una per­so­na in­ca­pa­ce di di­scer­ni­men­to, inet­ta a re­si­ste­re o mi­no­re di se­di­ci an­ni.

221Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 9 ott. 1981, in vi­go­re dal 1° ott. 1982 (RU 1982 1530; FF 1980 I 1032).

Art. 184222

Cir­co­stan­ze ag­gra­van­ti

 

Il se­que­stro di per­so­na ed il ra­pi­men­to so­no pu­ni­ti con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no se il col­pe­vo­le ha cer­ca­to di ot­te­ne­re un ri­scat­to,

ha trat­ta­to la vit­ti­ma con cru­del­tà,

la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà è du­ra­ta più di die­ci gior­ni, o

la sa­lu­te del­la vit­ti­ma è sta­ta se­ria­men­te espo­sta a pe­ri­co­lo.

222Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 9 ott. 1981, in vi­go­re dal 1° ott. 1982 (RU 1982 1530; FF 1980 I 1032).

Art. 185223

Pre­sa d’ostag­gio

 

1. Chiun­que se­que­stra o ra­pi­sce una per­so­na o co­mun­que se ne im­pa­dro­ni­sce per co­strin­ge­re un ter­zo a fa­re, omet­te­re o tol­le­ra­re un at­to, chiun­que per co­strin­ge­re un ter­zo, sfrut­ta una tal si­tua­zio­ne crea­ta da al­tri,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni se il col­pe­vo­le ha mi­nac­cia­to di uc­ci­de­re la vit­ti­ma, di ca­gio­nar­le una le­sio­ne per­so­na­le gra­ve o di trat­tar­la con cru­del­tà.

3. In ca­si par­ti­co­lar­men­te gra­vi, se­gna­ta­men­te quan­do l’at­to è di­ret­to con­tro mol­te per­so­ne, il col­pe­vo­le può es­se­re pu­ni­to con la pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.

4.224 Se il col­pe­vo­le de­si­ste dal­la coa­zio­ne e la­scia li­be­ra la vit­ti­ma, la pe­na può es­se­re at­te­nua­ta (art. 48a).

5. È pu­ni­bi­le an­che chi com­met­te il rea­to all’este­ro, se è ar­re­sta­to in Sviz­ze­ra e non è estra­da­to. L’ar­ti­co­lo 7 ca­po­ver­si 4 e 5 è ap­pli­ca­bi­le.225

223Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 9 ott. 1981, in vi­go­re dal 1° ott. 1982 (RU 1982 1530; FF 1980 I 1032).

224 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

225 Nuo­vo te­sto del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art.185bis226

Spa­ri­zio­ne for­za­ta

 

1 È pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no chiun­que, nell’in­ten­to di sot­trar­re una per­so­na per un pro­lun­ga­to pe­rio­do di tem­po al­la pro­te­zio­ne del­la leg­ge:

a.
pri­va la per­so­na del­la li­ber­tà su man­da­to o con l’ap­pro­va­zio­ne di uno Sta­to o di un’or­ga­niz­za­zio­ne po­li­ti­ca, ne­gan­do in se­gui­to la for­ni­tu­ra di in­for­ma­zio­ni sul­la sor­te di ta­le per­so­na o sul luo­go in cui que­sta si tro­va; o
b.
si ri­fiu­ta di for­ni­re in­for­ma­zio­ni sul­la sor­te di ta­le per­so­na o sul luo­go in cui que­sta si tro­va, su man­da­to di uno Sta­to o di un’or­ga­niz­za­zio­ne po­li­ti­ca op­pu­re in vio­la­zio­ne di un ob­bli­go le­ga­le.

2 È pu­ni­bi­le an­che chi com­met­te il rea­to all’este­ro, si tro­va in Sviz­ze­ra e non è estra­da­to. È ap­pli­ca­bi­le l’ar­ti­co­lo 7 ca­po­ver­si 4 e 5.

226 In­tro­dot­to dall’all. 2 n. 1 del DF del 18 dic. 2015 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Con­ven­zio­ne in­ter­na­zio­na­le per la pro­te­zio­ne di tut­te le per­so­ne dal­la spa­ri­zio­ne for­za­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2016 4687; FF 2014 417).

Art. 186

Vio­la­zio­ne di do­mi­ci­lio

 

Chiun­que, in­de­bi­ta­men­te e con­tro la vo­lon­tà dell’aven­te di­rit­to, s’in­tro­du­ce in una ca­sa, in un’abi­ta­zio­ne, in un lo­ca­le chiu­so di una ca­sa, od in uno spiaz­zo, cor­te o giar­di­no cin­ta­ti e at­ti­gui ad una ca­sa, od in un can­tie­re, op­pu­re vi si trat­tie­ne con­tro l’in­giun­zio­ne d’uscir­ne fat­ta da chi ne ha di­rit­to, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Titolo quinto: Dei reati contro l’integrità sessuale227

227Nuovo testo giusta il n. I del DAF del 21 giu. 1991, in vigore dal 1° ott. 1992 (RU 1992 1670; FF 1985 II 901).

Art. 187

1. Espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo del­lo svi­lup­po di mi­no­ren­ni.

At­ti ses­sua­li con fan­ciul­li

 

1. Chiun­que com­pie un at­to ses­sua­le con una per­so­na mi­no­re di se­di­ci an­ni,

in­du­ce una ta­le per­so­na ad un at­to ses­sua­le,

coin­vol­ge una ta­le per­so­na in un at­to ses­sua­le,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. L’at­to non è pu­ni­bi­le se la dif­fe­ren­za d’età tra le per­so­ne coin­vol­te non ec­ce­de i tre an­ni.

3. Se il col­pe­vo­le, al mo­men­to del­lʼat­to o del pri­mo at­to, non ave­va an­co­ra com­piu­to ven­tʼan­ni e sus­si­sto­no cir­co­stan­ze par­ti­co­la­ri o se la vit­ti­ma ha con­trat­to con lui ma­tri­mo­nio o unʼu­nio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, lʼau­to­ri­tà com­pe­ten­te può pre­scin­de­re dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne.228

4. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to ri­te­nen­do er­ro­nea­men­te che la vit­ti­ma aves­se al­me­no se­di­ci an­ni, ben­ché usan­do la do­vu­ta cau­te­la gli fos­se pos­si­bi­le evi­ta­re l’er­ro­re.

5.229 ...

6.230 ...

228 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

229Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 21 mar. 1997, con ef­fet­to dal 1° set. 1997 (RU 1997 1626; FF 1996 IV 11351139).

230In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 mar. 1997 (RU 1997 1626; FF 1996 IV 11351139). Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 5 ott. 2001 (Pre­scri­zio­ne dell’azio­ne pe­na­le in ge­ne­ra­le e in ca­so di rea­ti ses­sua­li com­mes­si su fan­ciul­li), con ef­fet­to dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2993; FF 2000 2609).

Art. 188

At­ti ses­sua­li con per­so­ne di­pen­den­ti

 

1. Chiun­que, pro­fit­tan­do di rap­por­ti di edu­ca­zio­ne, di fi­du­cia, di la­vo­ro o co­mun­que di di­pen­den­za, com­pie un at­to ses­sua­le con un mi­no­ren­ne di età su­pe­rio­re ai se­di­ci an­ni,

chiun­que in­du­ce una ta­le per­so­na ad un at­to ses­sua­le, pro­fit­tan­do del­la di­pen­den­za in cui es­sa si tro­va,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Se la vit­ti­ma ha con­trat­to suc­ces­si­va­men­te ma­tri­mo­nio o un’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta con il col­pe­vo­le, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te può pre­scin­de­re dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne.231

231 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 18 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).

Art. 189

2. Of­fe­se al­la li­ber­tà ed all’ono­re ses­sua­li.

Coa­zio­ne ses­sua­le

 

1 Chiun­que co­strin­ge una per­so­na a su­bi­re un at­to ana­lo­go al­la con­giun­zio­ne car­na­le o un al­tro at­to ses­sua­le, se­gna­ta­men­te usan­do mi­nac­cia o vio­len­za, eser­ci­tan­do pres­sio­ni psi­co­lo­gi­che su di lei o ren­den­do­la inet­ta a re­si­ste­re, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 ...232

3 Se il col­pe­vo­le ha agi­to con cru­del­tà, se­gna­ta­men­te se ha fat­to uso di un’ar­ma pe­ri­co­lo­sa o di un al­tro og­get­to pe­ri­co­lo­so, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni.233

232 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), con ef­fet­to dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 17321761).

233 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 17321761).

Art. 190

Vio­len­za car­na­le

 

1 Chiun­que co­strin­ge una per­so­na di ses­so fem­mi­ni­le a su­bi­re la con­giun­zio­ne car­na­le, se­gna­ta­men­te usan­do mi­nac­cia o vio­len­za, eser­ci­tan­do pres­sio­ni psi­co­lo­gi­che su di lei o ren­den­do­la inet­ta a re­si­ste­re, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno a die­ci an­ni.

2 ...234

3 Se il col­pe­vo­le ha agi­to con cru­del­tà, se­gna­ta­men­te se ha fat­to uso di un’ar­ma pe­ri­co­lo­sa o di un al­tro og­get­to pe­ri­co­lo­so, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni.235

234 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), con ef­fet­to dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 17321761).

235 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 17321761).

Art. 191

At­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re

 

Chiun­que, co­no­scen­do­ne e sfrut­tan­do­ne lo sta­to, si con­giun­ge car­nal­men­te o com­pie un at­to ana­lo­go al­la con­giun­zio­ne car­na­le o un al­tro at­to ses­sua­le con una per­so­na in­ca­pa­ce di di­scer­ni­men­to od inet­ta a re­si­ste­re, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 192

At­ti ses­sua­li con per­so­ne ri­co­ve­ra­te, de­te­nu­te od im­pu­ta­te

 

1 Chiun­que, pro­fit­tan­do di un rap­por­to di di­pen­den­za, in­du­ce una per­so­na ri­co­ve­ra­ta o col­lo­ca­ta in uno sta­bi­li­men­to, de­te­nu­ta, in­car­ce­ra­ta o im­pu­ta­ta, a com­met­te­re o a su­bi­re un at­to ses­sua­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Se la vit­ti­ma ha con­trat­to ma­tri­mo­nio o un’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta con il col­pe­vo­le, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te può pre­scin­de­re dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne.236

236 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 18 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).

Art. 193

Sfrut­ta­men­to del­lo sta­to di bi­so­gno

 

1 Chiun­que, sfrut­tan­do­ne lo sta­to di bi­so­gno o pro­fit­tan­do di rap­por­ti di la­vo­ro o co­mun­que di di­pen­den­za, de­ter­mi­na una per­so­na a com­pie­re o a su­bi­re un at­to ses­sua­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Se la vit­ti­ma ha con­trat­to ma­tri­mo­nio o un’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta con il col­pe­vo­le, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te può pre­scin­de­re dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne.237

237 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 18 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).

Art. 194

Esi­bi­zio­ni­smo

 

1 Chiun­que com­pie un at­to esi­bi­zio­ni­sti­co è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na pe­cu­nia­ria.238

2 Se il col­pe­vo­le si sot­to­po­ne a trat­ta­men­to me­di­co, il pro­ce­di­men­to pe­na­le può es­se­re so­spe­so. Es­so sa­rà ri­pre­so se il col­pe­vo­le si sa­rà sot­trat­to al trat­ta­men­to.

238 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 195239

3. Sfrut­ta­men­to di at­ti ses­sua­li.

Pro­mo­vi­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne

 

È pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria chiun­que:

a.
so­spin­ge al­la pro­sti­tu­zio­ne un mi­no­ren­ne o, per trar­ne un van­tag­gio pa­tri­mo­nia­le, ne pro­muo­ve la pro­sti­tu­zio­ne;
b.
so­spin­ge al­tri al­la pro­sti­tu­zio­ne pro­fit­tan­do di un rap­por­to di di­pen­den­za o per trar­ne un van­tag­gio pa­tri­mo­nia­le;
c.
le­de la li­ber­tà d’azio­ne di una per­so­na de­di­ta al­la pro­sti­tu­zio­ne sor­ve­glian­do­la in que­sta sua at­ti­vi­tà o im­po­nen­do­le il luo­go, il tem­po, l’esten­sio­ne o al­tre cir­co­stan­ze ine­ren­ti all’eser­ci­zio del­la pro­sti­tu­zio­ne;
d.
man­tie­ne una per­so­na nel­la pro­sti­tu­zio­ne.

239 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 1 del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).

Art. 196240

At­ti ses­sua­li con mi­no­ren­ni con­tro ri­mu­ne­ra­zio­ne

 

Chiun­que, in cam­bio di una ri­mu­ne­ra­zio­ne o di una pro­mes­sa di ri­mu­ne­ra­zio­ne, com­pie at­ti ses­sua­li con un mi­no­ren­ne o glie­li fa com­pie­re, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

240 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 1 del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).

Art. 197241

4. Por­no­gra­fia

 

1 Chiun­que of­fre, mo­stra, la­scia o ren­de ac­ces­si­bi­li a una per­so­na mi­no­re di se­di­ci an­ni, scrit­ti, re­gi­stra­zio­ni so­no­re o vi­si­ve, im­ma­gi­ni o al­tri og­get­ti o rap­pre­sen­ta­zio­ni por­no­gra­fi­ci, o li dif­fon­de per mez­zo del­la ra­dio o del­la te­le­vi­sio­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Chiun­que espo­ne o mo­stra in pub­bli­co og­get­ti o rap­pre­sen­ta­zio­ni a te­no­re del ca­po­ver­so 1 o li of­fre ad una per­so­na che non glie­ne ha fat­to ri­chie­sta, è pu­ni­to con la mul­ta. Chiun­que, in oc­ca­sio­ne di mo­stre o di rap­pre­sen­ta­zio­ni in lo­ca­li chiu­si, at­ti­ra pre­via­men­te l’at­ten­zio­ne de­gli spet­ta­to­ri sul ca­rat­te­re por­no­gra­fi­co di que­ste, è esen­te da pe­na.

3 Chiun­que re­clu­ta un mi­no­ren­ne per far­lo par­te­ci­pa­re a una rap­pre­sen­ta­zio­ne por­no­gra­fi­ca o lo in­du­ce a par­te­ci­pa­re a una ta­le rap­pre­sen­ta­zio­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

4 Chiun­que fab­bri­ca, im­por­ta, tie­ne in de­po­si­to, met­te in cir­co­la­zio­ne, pro­pa­gan­da, espo­ne, of­fre, mo­stra, la­scia o ren­de ac­ces­si­bi­li, ac­qui­sta, si pro­cu­ra per via elet­tro­ni­ca o in al­tro mo­do o pos­sie­de og­get­ti o rap­pre­sen­ta­zio­ni a te­no­re del ca­po­ver­so 1, ver­ten­ti su at­ti ses­sua­li con ani­ma­li o at­ti vio­len­ti tra adul­ti o at­ti ses­sua­li fit­ti­zi con mi­no­ren­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria. Se gli og­get­ti o le rap­pre­sen­ta­zio­ni ver­to­no su at­ti ses­sua­li rea­li con mi­no­ren­ni, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

5 Chiun­que con­su­ma o fab­bri­ca per il pro­prio con­su­mo, im­por­ta, tie­ne in de­po­si­to, ac­qui­sta, si pro­cu­ra per via elet­tro­ni­ca o in al­tro mo­do o pos­sie­de og­get­ti o rap­pre­sen­ta­zio­ni a te­no­re del ca­po­ver­so 1, ver­ten­ti su at­ti ses­sua­li con ani­ma­li, at­ti vio­len­ti tra adul­ti o at­ti ses­sua­li fit­ti­zi con mi­no­ren­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a un an­no o con una pe­na pe­cu­nia­ria. Se gli og­get­ti o le rap­pre­sen­ta­zio­ni ver­to­no su at­ti ses­sua­li rea­li con mi­no­ren­ni, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

6 Nel ca­so di rea­ti a te­no­re dei ca­po­ver­si 4 e 5 gli og­get­ti so­no con­fi­sca­ti.

7 Se l’au­to­re ha agi­to per fi­ne di lu­cro, la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta con una pe­na pe­cu­nia­ria.

8 So­no esen­ti da pe­na i mi­no­ren­ni di età su­pe­rio­re ai se­di­ci an­ni che fab­bri­ca­no, pos­sie­do­no o con­su­ma­no, con il lo­ro con­sen­so, og­get­ti o rap­pre­sen­ta­zio­ni a te­no­re del ca­po­ver­so 1 che li raf­fi­gu­ra­no.

9 Gli og­get­ti o rap­pre­sen­ta­zio­ni a te­no­re dei ca­po­ver­si 1–5 non so­no con­si­de­ra­ti por­no­gra­fi­ci se han­no un va­lo­re cul­tu­ra­le o scien­ti­fi­co de­gno di pro­te­zio­ne.

241 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 1 del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).

Art. 198

5. Con­trav­ven­zio­ni con­tro l’in­te­gri­tà ses­sua­le.

Mo­le­stie ses­sua­li

 

Chiun­que cau­sa scan­da­lo com­pien­do un at­to ses­sua­le in pre­sen­za di una per­so­na che non se lo aspet­ta­va,

chiun­que, me­dian­te vie di fat­to o, im­pu­den­te­men­te, me­dian­te pa­ro­le, mo­le­sta ses­sual­men­te una per­so­na,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con la mul­ta.

Art. 199

Eser­ci­zio il­le­ci­to del­la pro­sti­tu­zio­ne

 

Chiun­que in­fran­ge le pre­scri­zio­ni can­to­na­li su il luo­go, il tem­po o le mo­da­li­tà dell’eser­ci­zio del­la pro­sti­tu­zio­ne, non­ché con­tro mo­le­sti fe­no­me­ni con­co­mi­tan­ti, è pu­ni­to con la mul­ta.

Art. 200

6. Rea­to col­let­ti­vo

 

Se un rea­to pre­vi­sto nel pre­sen­te ti­to­lo è sta­to com­mes­so in­sie­me da più per­so­ne, il giu­di­ce può au­men­ta­re la pe­na si­no a una vol­ta e mez­zo quel­la com­mi­na­ta, ma sen­za an­dar ol­tre al mas­si­mo le­ga­le del­la spe­cie di pe­na.

Art. 201a212242

 

242Que­sti art. (sal­vo l’art. 211) so­no so­sti­tui­ti da­gli art. 195 a 199 (cfr. com­men­to nel n. 23 del mes­sag­gio – FF 1985 II 901). L’art. 211 è stral­cia­to.

Titolo sesto: Dei crimini o dei delitti contro la famiglia

Art. 213243

In­ce­sto

 

1 Chiun­que com­pie la con­giun­zio­ne car­na­le con un pro­prio ascen­den­te o dis­cen­den­te o con un fra­tel­lo o so­rel­la ger­ma­no, con­san­gui­neo o ute­ri­no, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Il mi­no­ren­ne va esen­te da pe­na se è sta­to se­dot­to.

3 ...244

243Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

244 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 5 ott. 2001 (Pre­scri­zio­ne dell’azio­ne pe­na­le in ge­ne­ra­le e in ca­so di rea­ti ses­sua­li com­mes­si su fan­ciul­li), con ef­fet­to dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2993; FF 2000 2609).

Art. 214245

 

245Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 23 giu. 1989, con ef­fet­to dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

Art. 215246

Bi­ga­mia nel ma­tri­mo­nio o nell’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta

 

Chiun­que con­trae ma­tri­mo­nio o un’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta es­sen­do già co­niu­ga­to o vin­co­la­to da un’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta,

chiun­que con­trae ma­tri­mo­nio o un’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta con una per­so­na co­niu­ga­ta o vin­co­la­ta da un’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

246 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 18 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).

Art. 216247

 

247Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 23 giu. 1989, con ef­fet­to dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

Art. 217248

Tra­scu­ran­za de­gli ob­bli­ghi di man­te­ni­men­to

 

1 Chiun­que non pre­sta gli ali­men­ti o i sus­si­di che gli so­no im­po­sti dal di­rit­to di fa­mi­glia, ben­ché ab­bia o pos­sa ave­re i mez­zi per far­lo, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Il di­rit­to di que­re­la spet­ta an­che al­le au­to­ri­tà e ai ser­vi­zi de­si­gna­ti dai Can­to­ni. Va eser­ci­ta­to sal­va­guar­dan­do gli in­te­res­si del­la fa­mi­glia.

248Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

Art. 218249

 

249Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 23 giu. 1989, con ef­fet­to dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

Art. 219250

Vio­la­zio­ne del do­ve­re d’as­si­sten­za o edu­ca­zio­ne

 

1 Chiun­que vio­la o tra­scu­ra il suo do­ve­re d’as­si­sten­za o edu­ca­zio­ne ver­so un mi­no­ren­ne e in tal mo­do ne espo­ne a pe­ri­co­lo lo svi­lup­po fi­si­co o psi­chi­co, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za, in­ve­ce del­la pe­na de­ten­ti­va o pe­cu­nia­ria può es­se­re pro­nun­cia­ta la mul­ta.251

250Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

251 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 220252

Sot­tra­zio­ne di mi­no­ren­ne

 

Chiun­que sot­trae o si ri­fiu­ta di re­sti­tui­re un mi­no­ren­ne al­la per­so­na che ha il di­rit­to di sta­bi­lir­ne il luo­go di di­mo­ra, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

252Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 4 del­la LF del 21 giu. 2013 (Au­to­ri­tà pa­ren­ta­le), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 357; FF 2011 8025).

Titolo settimo: Dei crimini o dei delitti di comune pericolo

Art. 221

In­cen­dio in­ten­zio­na­le

 

1 Chiun­que ca­gio­na in­ten­zio­nal­men­te un in­cen­dio, se dal fat­to de­ri­va dan­no al­la co­sa al­trui o pe­ri­co­lo per la in­co­lu­mi­tà pub­bli­ca, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

2 La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni se il col­pe­vo­le met­te scien­te­men­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l’in­te­gri­tà del­le per­so­ne.

3 Se dall’in­cen­dio è de­ri­va­to sol­tan­to un dan­no di lie­ve im­por­tan­za, può es­se­re pro­nun­cia­ta una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 222

In­cen­dio col­po­so

 

1 Chiun­que per ne­gli­gen­za ca­gio­na un in­cen­dio, se dal fat­to de­ri­va dan­no al­la co­sa al­trui o pe­ri­co­lo per la in­co­lu­mi­tà pub­bli­ca, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le met­te per ne­gli­gen­za in pe­ri­co­lo la vi­ta o l’in­te­gri­tà del­le per­so­ne.

Art. 223

Esplo­sio­ne

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te ca­gio­na esplo­sio­ne di gas, ben­zi­na, pe­tro­lio o ma­te­rie si­mi­li e met­te con ciò scien­te­men­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l’in­te­gri­tà del­le per­so­ne o l’al­trui pro­prie­tà, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

Se ne è de­ri­va­to sol­tan­to un dan­no di lie­ve im­por­tan­za, può es­se­re pro­nun­cia­ta una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Art. 224

Uso de­lit­tuo­so di ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si

 

1 Chiun­que, in­ten­zio­nal­men­te e per fi­ne de­lit­tuo­so, met­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l’in­te­gri­tà del­le per­so­ne o la pro­prie­tà al­trui con ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

2 Se ne è de­ri­va­to sol­tan­to un dan­no di lie­ve im­por­tan­za al­la pro­prie­tà, può es­se­re pro­nun­cia­ta una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 225

Uso col­po­so di ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si

 

1 Chiun­que, in­ten­zio­nal­men­te ma sen­za fi­ne de­lit­tuo­so ov­ve­ro per ne­gli­gen­za, met­te in pe­ri­co­lo con ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si la vi­ta o l’in­te­gri­tà del­le per­so­ne o la pro­prie­tà al­trui è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Nei ca­si po­co gra­vi può es­se­re pro­nun­cia­ta la mul­ta.

Art. 226

Fab­bri­ca­zio­ne, oc­cul­ta­men­to e tra­spor­to di ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si

 

1 Chiun­que fab­bri­ca ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si, sa­pen­do o do­ven­do pre­su­me­re che so­no de­sti­na­ti ad uso de­lit­tuo­so, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da sei me­si a die­ci an­ni.253

2 Chiun­que si pro­cu­ra, con­se­gna ad al­tri, ri­ce­ve da al­tri, cu­sto­di­sce, na­scon­de o tra­spor­ta ma­te­rie esplo­si­ve, gas ve­le­no­si o so­stan­ze de­sti­na­te al­la lo­ro fab­bri­ca­zio­ne, è pu­ni­to, se sa o de­ve pre­su­me­re che so­no de­sti­na­ti ad uso de­lit­tuo­so, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re254.

3 Chiun­que, sa­pen­do o do­ven­do pre­su­me­re che ta­lu­no si pro­po­ne di fa­re uso de­lit­tuo­so di ma­te­rie esplo­si­ve o di gas ve­le­no­si, gli dà istru­zio­ni per la lo­ro fab­bri­ca­zio­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re.

253 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

254 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 14 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 226bis255

Pe­ri­co­lo do­vu­to all’ener­gia nu­clea­re, al­la ra­dioat­ti­vi­tà e a rag­gi io­niz­zan­ti

 

1 Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te met­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o la sa­lu­te uma­na o la pro­prie­tà al­trui di no­te­vo­le va­lo­re con l’ener­gia nu­clea­re, so­stan­ze ra­dioat­ti­ve o rag­gi io­niz­zan­ti è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va o una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va fi­no a cin­que an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.

255 In­tro­dot­to dall’all. n. II 2 del­la LF del 21 mar. 2003 sull’ener­gia nu­clea­re, in vi­go­re dal 1° feb. 2005 (RU 2004 4719; FF 2001 2349).

Art. 226ter256

At­ti pre­pa­ra­to­ri pu­ni­bi­li

 

1 Chiun­que pren­de, con­for­me­men­te a un pia­no, di­spo­si­zio­ni tec­ni­che con­cre­te o or­ga­niz­za­ti­ve per met­te­re in pe­ri­co­lo la vi­ta o la sa­lu­te uma­na o la pro­prie­tà al­trui di no­te­vo­le va­lo­re con l’ener­gia nu­clea­re, so­stan­ze ra­dioat­ti­ve o rag­gi io­niz­zan­ti è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va fi­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Chiun­que pro­du­ce, si pro­cu­ra, con­se­gna o pro­cu­ra ad al­tri, ri­pren­de da al­tri, cu­sto­di­sce o na­scon­de so­stan­ze ra­dioat­ti­ve, im­pian­ti, di­spo­si­ti­vi o og­get­ti che con­ten­go­no so­stan­ze ra­dioat­ti­ve o pos­so­no emet­te­re rag­gi io­niz­zan­ti, ben­ché sap­pia o deb­ba pre­su­me­re che es­si so­no de­sti­na­ti a un uso pe­nal­men­te per­se­gui­bi­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va fi­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.

3 Chiun­que for­ni­sce ad al­tri in­di­ca­zio­ni per fab­bri­ca­re sif­fat­te so­stan­ze, im­pian­ti, di­spo­si­ti­vi o og­get­ti, ben­ché sap­pia o deb­ba pre­su­me­re che es­si so­no de­sti­na­ti a un uso pe­nal­men­te per­se­gui­bi­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va fi­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.

256 In­tro­dot­to dall’all. n. II 2 del­la LF del 21 mar. 2003 sull’ener­gia nu­clea­re, in vi­go­re dal 1° feb. 2005 (RU 2004 4719; FF 2001 2349).

Art. 227

Inon­da­zio­ne. Fra­na­men­to

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te ca­gio­na un’inon­da­zio­ne o il crol­lo di una co­stru­zio­ne o un fra­na­men­to e met­te con ciò scien­te­men­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l’in­te­gri­tà del­le per­so­ne o la pro­prie­tà al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

Se ne è de­ri­va­to sol­tan­to un dan­no di lie­ve im­por­tan­za, può es­se­re pro­nun­cia­ta una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Art. 228

Dan­neg­gia­men­to d’im­pian­ti elet­tri­ci, di ope­re idrau­li­che e di ope­re di pre­mu­ni­zio­ne

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te di­strug­ge o gua­sta im­pian­ti elet­tri­ci, ope­re idrau­li­che, in ispe­cie ar­gi­ni, di­ghe, tra­ver­se, chiu­se, ope­re di pre­mu­ni­zio­ne con­tro fe­no­me­ni na­tu­ra­li, co­me fra­ne o va­lan­ghe, e met­te con ciò scien­te­men­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l’in­te­gri­tà del­le per­so­ne o la pro­prie­tà al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

Se ne è de­ri­va­to sol­tan­to un dan­no di lie­ve im­por­tan­za, può es­se­re pro­nun­cia­ta una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Art. 229

Vio­la­zio­ne del­le re­go­le dell’ar­te edi­li­zia

 

1 Chiun­que, di­ri­gen­do od ese­guen­do una co­stru­zio­ne o una de­mo­li­zio­ne, tra­scu­ra in­ten­zio­nal­men­te le re­go­le ri­co­no­sciu­te dell’ar­te e met­te con ciò in pe­ri­co­lo la vi­ta o l’in­te­gri­tà del­le per­so­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Se il col­pe­vo­le ha tra­scu­ra­to per ne­gli­gen­za le re­go­le ri­co­no­sciu­te dell’ar­te, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 230

Ri­mo­zio­ne od omis­sio­ne di ap­pa­rec­chi pro­tet­ti­vi

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te gua­sta, di­strug­ge, ri­muo­ve, ren­de al­tri­men­ti in­ser­vi­bi­li o met­te fuo­ri uso ap­pa­rec­chi de­sti­na­ti a pre­ve­ni­re gli in­for­tu­ni in una fab­bri­ca o in un’al­tra azien­da, ov­ve­ro gl’in­for­tu­ni che pos­so­no es­ser ca­gio­na­ti da mac­chi­ne,

chiun­que, con­tra­ria­men­te al­le nor­me ap­pli­ca­bi­li, omet­te di col­lo­ca­re ta­li ap­pa­rec­chi,

e met­te con ciò scien­te­men­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l’in­te­gri­tà del­le per­so­ne,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Titolo ottavo: Dei crimini o dei delitti contro la salute pubblica

Art. 230bis257

Pe­ri­co­li cau­sa­ti da or­ga­ni­smi ge­ne­ti­ca­men­te mo­di­fi­ca­ti o pa­to­ge­ni

 

1 Chiun­que, in­ten­zio­nal­men­te, im­met­te nell’am­bien­te or­ga­ni­smi ge­ne­ti­ca­men­te mo­di­fi­ca­ti o pa­to­ge­ni, di­stur­ba il fun­zio­na­men­to di un im­pian­to de­sti­na­to al lo­ro stu­dio o al­la lo­ro con­ser­va­zio­ne o pro­du­zio­ne o ne di­stur­ba il tra­spor­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno a die­ci an­ni, se sa o de­ve sa­pe­re che con ta­li at­ti:

a.
met­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l’in­te­gri­tà del­le per­so­ne; o
b.
met­te in pe­ri­co­lo in mo­do gra­ve la com­po­si­zio­ne na­tu­ra­le di bi­ce­no­si del­la fau­na e del­la flo­ra o i lo­ro bio­to­pi.

2 Se l’au­to­re ha agi­to per ne­gli­gen­za, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

257 In­tro­dot­to dall’all. n. 1 del­la L del 21 mar. 2003 sull’in­ge­gne­ria ge­ne­ti­ca, in vi­go­re dal 1° gen. 2006 (RU 2003 4803; FF 2000 2145).

Art. 231258

Pro­pa­ga­zio­ne di ma­lat­tie dell’es­se­re uma­no

 

Chiun­que con ani­mo abiet­to pro­pa­ga una ma­lat­tia dell’es­se­re uma­no pe­ri­co­lo­sa e tra­smis­si­bi­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni.

258 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 86 n. 1 del­la L del 28 set. 2012 sul­le epi­de­mie, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 1435; FF 2011 283).

Art. 232

Pro­pa­ga­zio­ne di epi­zoo­zie

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te pro­pa­ga una epi­zoo­zia fra gli ani­ma­li do­me­sti­ci, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Se il col­pe­vo­le ha, con ani­mo abiet­to, ca­gio­na­to un gra­ve dan­no, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni.

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Art. 233

Pro­pa­ga­zio­ne di pa­ras­si­ti pe­ri­co­lo­si

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te pro­pa­ga un pa­ras­si­ta od un ger­me pe­ri­co­lo­so per l’agri­col­tu­ra o sel­vi­col­tu­ra, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Se il col­pe­vo­le ha, con ani­mo abiet­to, ca­gio­na­to un gra­ve dan­no, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni.

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Art. 234

In­qui­na­men­to di ac­que po­ta­bi­li

 

1 Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te in­qui­na con ma­te­rie no­ci­ve al­la sa­lu­te l’ac­qua po­ta­bi­le de­sti­na­ta al­le per­so­ne o agli ani­ma­li do­me­sti­ci, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re.

2 La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Art. 235

Fab­bri­ca­zio­ne di fo­rag­gi no­ci­vi

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te ma­ni­po­la o fab­bri­ca fo­rag­gi na­tu­ra­li od ar­ti­fi­cia­li de­sti­na­ti agli ani­ma­li do­me­sti­ci in mo­do da met­ter­ne in pe­ri­co­lo la sa­lu­te, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Se il col­pe­vo­le fa me­stie­re di ta­le ma­ni­po­la­zio­ne o fab­bri­ca­zio­ne, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re. Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.259 La sen­ten­za di con­dan­na è re­sa pub­bli­ca.

2. La pe­na è del­la mul­ta se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

3. I pro­dot­ti so­no con­fi­sca­ti. Es­si pos­so­no es­se­re re­si in­no­cui o di­strut­ti.

259 Nuo­vo te­sto dei per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 236

Com­mer­cio di fo­rag­gi adul­te­ra­ti

 

1 Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te im­por­ta, tie­ne in de­po­si­to, met­te in ven­di­ta o in cir­co­la­zio­ne fo­rag­gi na­tu­ra­li od ar­ti­fi­cia­li ch’egli sa es­se­re no­ci­vi al­la sa­lu­te de­gli ani­ma­li, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria. La sen­ten­za di con­dan­na è re­sa pub­bli­ca.

2 La pe­na è del­la mul­ta se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

3 I pro­dot­ti so­no con­fi­sca­ti. Es­si pos­so­no es­se­re re­si in­no­cui o di­strut­ti.

Titolo nono: Dei crimini o dei delitti contro le pubbliche comunicazioni

Art. 237

Per­tur­ba­men­to del­la cir­co­la­zio­ne pub­bli­ca

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te im­pe­di­sce, per­tur­ba o po­ne in pe­ri­co­lo la cir­co­la­zio­ne pub­bli­ca, in mo­do par­ti­co­la­re la cir­co­la­zio­ne sul­le stra­de, sull’ac­qua o nell’aria e met­te con ciò scien­te­men­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l’in­te­gri­tà del­le per­so­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Se il col­pe­vo­le met­te scien­te­men­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l’in­te­gri­tà di mol­te per­so­ne, può es­se­re pro­nun­cia­ta una pe­na de­ten­ti­va da uno a die­ci an­ni.

2. La pe­na é una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Art. 238

Per­tur­ba­men­to del ser­vi­zio fer­ro­via­rio

 

1 Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te im­pe­di­sce, per­tur­ba o po­ne in pe­ri­co­lo il ser­vi­zio del­le stra­de fer­ra­te e met­te con ciò scien­te­men­te in pe­ri­co­lo la vi­ta o l’in­te­gri­tà del­le per­so­ne o la pro­prie­tà al­trui, in mo­do par­ti­co­la­re chiun­que ca­gio­na il pe­ri­co­lo di un de­via­men­to o di uno scon­tro di tre­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va o pe­cu­nia­ria260.

2 La pe­na é una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za e mes­so in gra­ve pe­ri­co­lo la vi­ta o l’in­te­gri­tà del­le per­so­ne o la pro­prie­tà al­trui.

260 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 15 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 239

Per­tur­ba­men­to di pub­bli­ci ser­vi­zi

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te im­pe­di­sce, per­tur­ba o met­te in pe­ri­co­lo l’eser­ci­zio di un’im­pre­sa pub­bli­ca di co­mu­ni­ca­zio­ne, in mo­do par­ti­co­la­re l’eser­ci­zio del­le stra­de fer­ra­te, del­le po­ste, dei te­le­gra­fi o dei te­le­fo­ni,

chiun­que in­ten­zio­nal­men­te im­pe­di­sce, per­tur­ba o met­te in pe­ri­co­lo l’eser­ci­zio di uno sta­bi­li­men­to o di un im­pian­to che for­ni­sce al pub­bli­co ac­qua, lu­ce, for­za o ca­lo­re,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. La pe­na é una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Titolo decimo: Della falsificazione delle monete, dei valori ufficiali di bollo, delle marche ufficiali, dei pesi e delle misure

Art. 240

Con­traf­fa­zio­ne di mo­ne­te

 

1 Chiun­que con­traf­fà mo­ne­te, car­ta­mo­ne­ta o bi­gliet­ti di ban­ca al fi­ne di met­ter­li in cir­co­la­zio­ne co­me ge­nui­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

2 Nei ca­si d’esi­gua gra­vi­tà la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

3 Il col­pe­vo­le è pu­ni­bi­le an­che quan­do ha com­mes­so il rea­to all’este­ro, se è sta­to ar­re­sta­to nel­la Sviz­ze­ra e non è estra­da­to all’este­ro e se l’at­to è pu­ni­to nel­lo Sta­to in cui fu com­piu­to.

Art. 241

Al­te­ra­zio­ne di mo­ne­te

 

1 Chiun­que al­te­ra mo­ne­te, car­ta­mo­ne­ta o bi­gliet­ti di ban­ca al fi­ne di met­ter­li in cir­co­la­zio­ne con l’ap­pa­ren­za di un va­lo­re su­pe­rio­re, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da sei me­si a cin­que an­ni.261

2 Nei ca­si di esi­gua gra­vi­tà la pe­na é una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

261 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 242

Mes­sa in cir­co­la­zio­ne di mo­ne­te fal­se

 

1 Chiun­que met­te in cir­co­la­zio­ne co­me ge­nui­ni o inal­te­ra­ti mo­ne­te, car­ta­mo­ne­te o bi­gliet­ti di ban­ca con­traf­fat­ti od al­te­ra­ti, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria262.

2 Se il col­pe­vo­le o il suo man­dan­te o il suo rap­pre­sen­tan­te ha ri­ce­vu­to le mo­ne­te o i bi­gliet­ti di ban­ca co­me ge­nui­ni o inal­te­ra­ti, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

262 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 243263

Imi­ta­zio­ne di bi­gliet­ti di ban­ca, mo­ne­te o va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li sen­za fi­ne di fal­si­fi­ca­zio­ne

 

1 Chiun­que, sen­za fi­ne di fal­si­fi­ca­zio­ne, ri­pro­du­ce o imi­ta bi­gliet­ti di ban­ca in mo­do che pos­sa esi­ste­re il pe­ri­co­lo di con­fu­sio­ne da par­te di per­so­ne o ap­pa­rec­chi con i bi­gliet­ti di ban­ca au­ten­ti­ci, in par­ti­co­la­re quan­do l’in­te­ro bi­gliet­to di ban­ca, una sua fac­cia o la mag­gior par­te di una fac­cia è ri­pro­dot­ta o imi­ta­ta su un ma­te­ria­le e in un for­ma­to iden­ti­ci o si­mi­li a quel­li dell’ori­gi­na­le,

chiun­que, sen­za fi­ne di fal­si­fi­ca­zio­ne, fab­bri­ca og­get­ti si­mi­li per co­nio, pe­so o di­men­sio­ni al­le mo­ne­te in cor­so, o che pre­sen­ta­no va­lo­ri no­mi­na­li o sin­go­le par­ti­co­la­ri­tà di una co­nia­tu­ra uf­fi­cia­le, in mo­do che pos­sa esi­ste­re il pe­ri­co­lo di con­fu­sio­ne da par­te di per­so­ne o ap­pa­rec­chi con le mo­ne­te in cor­so,

chiun­que, sen­za fi­ne di fal­si­fi­ca­zio­ne, ri­pro­du­ce o imi­ta va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li in mo­do che pos­sa esi­ste­re il pe­ri­co­lo di con­fu­sio­ne con i va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li,

chiun­que im­por­ta, met­te in ven­di­ta o in cir­co­la­zio­ne sif­fat­ti og­get­ti,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.264

2 La pe­na è la mul­ta se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.265

263 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 3 dell’ap­pen­di­ce del­la LF del 22 dic. 1999 sull’uni­tà mo­ne­ta­ria e i mez­zi di pa­ga­men­to, in vi­go­re dal 1° mag. 2000 (RU 2000 1144; FF 1999 6201).

264 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

265 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 244

Im­por­ta­zio­ne, ac­qui­sto e de­po­si­to di mo­ne­te fal­se

 

1 Chiun­que im­por­ta, ac­qui­sta o tie­ne in de­po­si­to mo­ne­te, car­ta­mo­ne­ta o bi­gliet­ti di ban­ca con­traf­fat­ti o al­te­ra­ti, al fi­ne di met­ter­li in cir­co­la­zio­ne co­me ge­nui­ni o inal­te­ra­ti è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.266

2 Chiun­que ne im­por­ta, ac­qui­sta o tie­ne in de­po­si­to in gran­de quan­ti­tà, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni.

266 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 3 dell’ap­pen­di­ce del­la LF del 22 dic. 1999 sull’uni­tà mo­ne­ta­ria e i mez­zi di pa­ga­men­to, in vi­go­re dal 1° mag. 2000 (RU 2000 1144; FF 1999 6201).

Art. 245

Fal­si­fi­ca­zio­ne di va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li

 

1. Chiun­que, al fi­ne di met­ter­li in cir­co­la­zio­ne co­me ge­nui­ni od inal­te­ra­ti, con­traf­fà od al­te­ra va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li, in ispe­cie fran­co­bol­li o mar­che da bol­lo o da tas­sa,

chiun­que a va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li an­nul­la­ti dà l’ap­pa­ren­za di bol­li an­co­ra va­li­di per usar­li co­me ta­li,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Il col­pe­vo­le è pu­ni­bi­le an­che quan­do ha com­mes­so il rea­to all’este­ro, se è ar­re­sta­to nel­la Sviz­ze­ra e non è estra­da­to all’este­ro e se l’at­to è pu­ni­to nel­lo Sta­to in cui fu com­piu­to.

2. Chiun­que usa co­me ge­nui­ni, inal­te­ra­ti o va­li­di va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li con­traf­fat­ti, al­te­ra­ti od an­nul­la­ti, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 246

Fal­si­fi­ca­zio­ne di mar­che uf­fi­cia­li

 

Chiun­que, al fi­ne di usar­ne co­me ge­nui­ne od inal­te­ra­te, con­traf­fà od al­te­ra mar­che uf­fi­cia­li ap­po­ste dall’au­to­ri­tà ad un og­get­to per con­sta­ta­re il ri­sul­ta­to di un esa­me o la con­ces­sio­ne di un per­mes­so, qua­li per esem­pio i bol­li di con­trol­lo dei la­vo­ri d’oro e d’ar­gen­to, i bol­li de­gli ispet­to­ri del­le car­ni, le mar­che dell’Uf­fi­cio fe­de­ra­le del­la do­ga­na e del­la si­cu­rez­za dei con­fi­ni,267

chiun­que usa co­me ge­nui­ni od inal­te­ra­ti se­gni di det­to ge­ne­re con­traf­fat­ti od al­te­ra­ti,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

267 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 6 dell’O del 12 giu. 2020 sull’ade­gua­men­to di leg­gi in se­gui­to al cam­bia­men­to del­la de­si­gna­zio­ne dell’Am­mi­ni­stra­zio­ne fe­de­ra­le del­le do­ga­ne nel qua­dro del suo ul­te­rio­re svi­lup­po, in vi­go­re dal 1° gen. 2022 (RU 2020 2743).

Art. 247

Stru­men­ti per la fal­si­fi­ca­zio­ne e uso il­le­git­ti­mo di stru­men­ti

 

Chiun­que, al fi­ne di far­ne uso in­de­bi­to, fab­bri­ca o si pro­cu­ra stru­men­ti per la con­traf­fa­zio­ne o l’al­te­ra­zio­ne di mo­ne­te, car­ta mo­ne­ta, bi­gliet­ti di ban­ca o va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li,

chiun­que fa uso in­de­bi­to di stru­men­ti coi qua­li si fab­bri­ca­no mo­ne­te, car­ta mo­ne­ta, bi­gliet­ti di ban­ca o va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 248

Fal­si­fi­ca­zio­ne dei pe­si e del­le mi­su­re

 

Chiun­que, a sco­po di fro­de nel com­mer­cio e nel­le re­la­zio­ni d’af­fa­ri, ap­po­ne una fal­sa bol­la­tu­ra a mi­su­re, pe­si, bi­lan­ce od al­tri stru­men­ti di mi­su­ra od al­te­ra la bol­la­tu­ra esi­sten­te,

al­te­ra mi­su­re, pe­si, bi­lan­ce od al­tri stru­men­ti di mi­su­ra bol­la­ti,

usa mi­su­re, pe­si, bi­lan­ce od al­tri stru­men­ti di mi­su­ra fal­si od al­te­ra­ti,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 249268

Con­fi­sca

 

1 Le mo­ne­te o la car­ta­mo­ne­ta con­traf­fat­te o al­te­ra­te, i bi­gliet­ti di ban­ca, i va­lo­ri di bol­lo e le mar­che uf­fi­cia­li, le mi­su­re, i pe­si, le bi­lan­ce o gli al­tri stru­men­ti di mi­su­ra con­traf­fat­ti o al­te­ra­ti, co­me pu­re gli stru­men­ti per la fal­si­fi­ca­zio­ne, so­no con­fi­sca­ti e re­si in­ser­vi­bi­li o di­strut­ti.

2 So­no inol­tre con­fi­sca­ti e re­si in­ser­vi­bi­li o di­strut­ti i bi­gliet­ti di ban­ca, le mo­ne­te o i va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li ri­pro­dot­ti che, imi­ta­ti o fab­bri­ca­ti sen­za fi­ne di fal­si­fi­ca­zio­ne, com­por­ta­no un pe­ri­co­lo di con­fu­sio­ne.

268 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 3 dell’ap­pen­di­ce del­la LF del 22 dic. 1999 sull’uni­tà mo­ne­ta­ria e i mez­zi di pa­ga­men­to, in vi­go­re dal 1° mag. 2000 (RU 2000 1144; FF 1999 6201).

Art. 250

Mo­ne­te e bol­li di va­lo­re este­ri

 

Le di­spo­si­zio­ni del pre­sen­te ti­to­lo si ap­pli­ca­no an­che a mo­ne­te, car­ta­mo­ne­te, bi­gliet­ti di ban­ca e va­lo­ri di bol­lo este­ri.

Titolo undecimo: Della falsità in atti

Art. 251269

Fal­si­tà in do­cu­men­ti

 

1. Chiun­que, al fi­ne di nuo­ce­re al pa­tri­mo­nio o ad al­tri di­rit­ti di una per­so­na o di pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to,

for­ma un do­cu­men­to fal­so od al­te­ra un do­cu­men­to ve­ro, op­pu­re abu­sa dell’al­trui fir­ma au­ten­ti­ca o dell’al­trui se­gno a ma­no au­ten­ti­co per for­ma­re un do­cu­men­to sup­po­si­ti­zio, op­pu­re at­te­sta o fa at­te­sta­re in un do­cu­men­to, con­tra­ria­men­te al­la ve­ri­tà, un fat­to di im­por­tan­za giu­ri­di­ca,

o fa uso, a sco­po d’in­gan­no, di un ta­le do­cu­men­to,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Nei ca­si di esi­gua gra­vi­tà, può es­se­re pro­nun­cia­ta la pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

269Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1995 (RU 1994 2290; FF 1991 II 797).

Art. 252270

Fal­si­tà in cer­ti­fi­ca­ti

 

Chiun­que, al fi­ne di mi­glio­ra­re la si­tua­zio­ne pro­pria o al­trui,

con­traf­fà od al­te­ra car­te di le­git­ti­ma­zio­ne, cer­ti­fi­ca­ti, at­te­sta­ti,

fa uso, a sco­po di in­gan­no, di uno scrit­to di que­sta na­tu­ra,

abu­sa, a sco­po di in­gan­no, di scrit­ti au­ten­ti­ci di que­sta na­tu­ra non de­sti­na­ti a lui,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

270Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1995 (RU 1994 2290; FF 1991 II 797).

Art. 253

Con­se­gui­men­to frau­do­len­to di una fal­sa at­te­sta­zio­ne

 

Chiun­que, usan­do in­gan­no, in­du­ce un fun­zio­na­rio o un pub­bli­co uf­fi­cia­le ad at­te­sta­re in un do­cu­men­to pub­bli­co, con­tra­ria­men­te al­la ve­ri­tà, un fat­to d’im­por­tan­za giu­ri­di­ca, in ispe­cie ad au­ten­ti­ca­re una fir­ma fal­sa od una co­pia non con­for­me all’ori­gi­na­le,

chiun­que fa uso di un do­cu­men­to ot­te­nu­to in tal mo­do per in­gan­na­re al­tri sul fat­to in es­so at­te­sta­to,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


Art. 254

Sop­pres­sio­ni di do­cu­men­to

 

1 Chiun­que, al fi­ne di nuo­ce­re al pa­tri­mo­nio o ad al­tri di­rit­ti di una per­so­na o di pro­cac­cia­re a sé o ad un ter­zo un in­de­bi­to pro­fit­to, de­te­rio­ra, di­strug­ge, sop­pri­me o sot­trae un do­cu­men­to del qua­le non ha il di­rit­to di di­spor­re da so­lo, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 La sop­pres­sio­ne di do­cu­men­ti a pre­giu­di­zio di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca è per­se­gui­ta sol­tan­to a que­re­la di par­te.

Art. 255

Do­cu­men­ti este­ri

 

Gli ar­ti­co­li 251 a 254 si ap­pli­ca­no an­che ai do­cu­men­ti este­ri.

Art. 256

Ri­mo­zio­ne di ter­mi­ni

 

Chiun­que, al fi­ne di nuo­ce­re al pa­tri­mo­nio o ad al­tri di­rit­ti di una per­so­na o di pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, sop­pri­me, ri­muo­ve, ren­de ir­ri­co­no­sci­bi­le, al­te­ra o col­lo­ca fal­sa­men­te un ter­mi­ne od al­tro se­gno di con­fi­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 257

Sop­pres­sio­ne di se­gna­li tri­go­no­me­tri­ci e lim­ni­me­tri­ci

 

Chiun­que sop­pri­me, ri­muo­ve, ren­de ir­ri­co­no­sci­bi­le o col­lo­ca fal­sa­men­te un se­gna­le pub­bli­co tri­go­no­me­tri­co o lim­ni­me­tri­co, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Titolo dodicesimo: Dei crimini o dei delitti contro la tranquillità pubblica

Art. 258271

Pub­bli­ca in­ti­mi­da­zio­ne

 

Chiun­que dif­fon­de lo spa­ven­to nel­la po­po­la­zio­ne con la mi­nac­cia o con il fal­so an­nun­cio di un pe­ri­co­lo per la vi­ta, la sa­lu­te o la pro­prie­tà, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

271Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1995 (RU 1994 2290; FF 1991 II 797).

Art. 259272

Pub­bli­ca isti­ga­zio­ne a un cri­mi­ne o al­la vio­len­za

 

1 Chiun­que pub­bli­ca­men­te isti­ga a com­met­te­re un cri­mi­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

1bis La pub­bli­ca isti­ga­zio­ne al ge­no­ci­dio (art. 264), da com­met­te­re del tut­to o in par­te in Sviz­ze­ra, è pu­ni­bi­le an­che se l’isti­ga­zio­ne av­vie­ne all’este­ro.273

2 Chiun­que pub­bli­ca­men­te isti­ga a com­met­te­re un de­lit­to im­pli­can­te at­ti di vio­len­za con­tro per­so­ne o co­se, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

272Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 9 ott. 1981, in vi­go­re dal 1° ott. 1982 (RU 1982 1530; FF 1980 I 1032).

273 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 18 giu. 2010 sul­la mo­di­fi­ca di leg­gi fe­de­ra­li per l’at­tua­zio­ne del­lo Sta­tu­to di Ro­ma del­la Cor­te pe­na­le in­ter­na­zio­na­le, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 4963; FF 2008 3293).

Art. 260

Som­mos­sa

 

1 Chiun­que par­te­ci­pa ad un pub­bli­co as­sem­bra­men­to, nel qua­le so­no com­mes­si col­let­ti­va­men­te at­ti di vio­len­za con­tro per­so­ne o co­se, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Il com­par­te­ci­pe va esen­te da pe­na se, ac­cet­tan­do l’in­ti­ma­zio­ne fat­ta­gli dall’au­to­ri­tà, de­si­ste dall’azio­ne sen­za aver com­mes­so vio­len­ze né isti­ga­to a com­met­ter­ne.

Art. 260bis274

At­ti pre­pa­ra­to­ri pu­ni­bi­li

 

1 È pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria chiun­que pren­de, con­for­me­men­te a un pia­no, con­cre­te di­spo­si­zio­ni tec­ni­che od or­ga­niz­za­ti­ve la cui na­tu­ra ed esten­sio­ne mo­stra­no che egli si ac­cin­ge a com­met­te­re uno dei se­guen­ti rea­ti:

a.
Omi­ci­dio in­ten­zio­na­le (art. 111);
b.
As­sas­si­nio (art. 112);
c.
Le­sio­ni gra­vi (art. 122);
cbis.275
Mu­ti­la­zio­ne di or­ga­ni ge­ni­ta­li fem­mi­ni­li (art. 124);
d.
Ra­pi­na (art. 140);
e.
Se­que­stro di per­so­na e ra­pi­men­to (art. 183);
f.
Pre­sa d’ostag­gio (art. 185);
fbis.276
Spa­ri­zio­ne for­za­ta (art. 185bis);
g.
In­cen­dio in­ten­zio­na­le (art. 221);
h.
Ge­no­ci­dio (art. 264);
i.
Cri­mi­ni con­tro l’uma­ni­tà (art. 264a);
j.
Cri­mi­ni di guer­ra (art. 264c–264h).277

2 Chi spon­ta­nea­men­te de­si­ste dal con­su­ma­re un at­to pre­pa­ra­to­rio ini­zia­to è esen­te da pe­na.

3 È pa­ri­men­te pu­ni­bi­le chi com­met­te gli at­ti pre­pa­ra­to­ri all’este­ro, se i rea­ti co­sì pre­pa­ra­ti do­ves­se­ro es­se­re com­mes­si in Sviz­ze­ra. L’ar­ti­co­lo 3 ca­po­ver­so 2 è ap­pli­ca­bi­le.278

274In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 9 ott. 1981, in vi­go­re dal 1° ott. 1982 (RU 1982 1530; FF 1980 I 1032).

275 In­tro­dot­ta dal n. I del­la LF del 30 set. 2012, in vi­go­re dal 1° lug. 2012 (RU 20122575; FF 2010 49414967).FF 1918 II 1

276 In­tro­dot­ta dall’all. 2 n. 1 del DF del 18 dic. 2015 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Con­ven­zio­ne in­ter­na­zio­na­le per la pro­te­zio­ne di tut­te le per­so­ne dal­la spa­ri­zio­ne for­za­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2016 4687; FF 2014 417).

277 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 18 giu. 2010 sul­la mo­di­fi­ca di leg­gi fe­de­ra­li per l’at­tua­zio­ne del­lo Sta­tu­to di Ro­ma del­la Cor­te pe­na­le in­ter­na­zio­na­le, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 4963; FF 2008 3293).

278 Nuo­vo te­sto del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 260ter279

Or­ga­niz­za­zio­ni cri­mi­na­li e ter­ro­ri­sti­che

 

1 È pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria chiun­que:

a.
par­te­ci­pa a un’or­ga­niz­za­zio­ne che ha lo sco­po di:
1.
com­met­te­re at­ti di vio­len­za cri­mi­na­li o di ar­ric­chir­si con mez­zi cri­mi­na­li, o
2.
com­met­te­re at­ti di vio­len­za cri­mi­na­li vol­ti a in­ti­mi­di­re la po­po­la­zio­ne o a co­strin­ge­re uno Sta­to o un’or­ga­niz­za­zio­ne in­ter­na­zio­na­le a fa­re o ad omet­te­re un at­to; o
b.
so­stie­ne una ta­le or­ga­niz­za­zio­ne nel­la sua at­ti­vi­tà.

2Il ca­po­ver­so 1 let­te­ra b non si ap­pli­ca ai ser­vi­zi uma­ni­ta­ri for­ni­ti da un’or­ga­niz­za­zio­ne uma­ni­ta­ria im­par­zia­le, qua­le il Co­mi­ta­to in­ter­na­zio­na­le del­la Cro­ce Ros­sa, con­for­me­men­te all’ar­ti­co­lo 3 co­mu­ne al­le Con­ven­zio­ni di Gi­ne­vra del 12 ago­sto 1949280.

3 Se eser­ci­ta un’in­fluen­za de­ter­mi­nan­te all’in­ter­no dell’or­ga­niz­za­zio­ne, l’au­to­re è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni.

4 Il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na (art. 48a) se l’au­to­re si sfor­za di im­pe­di­re la pro­se­cu­zio­ne dell’at­ti­vi­tà dell’or­ga­niz­za­zio­ne.

5 È pu­ni­bi­le an­che chi com­met­te il rea­to all’este­ro, se l’or­ga­niz­za­zio­ne eser­ci­ta o in­ten­de eser­ci­ta­re l’at­ti­vi­tà cri­mi­na­le in tut­to o in par­te in Sviz­ze­ra. L’ar­ti­co­lo 7 ca­po­ver­si 4 e 5 è ap­pli­ca­bi­le.

279In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 18 mar. 1994 (RU 1994 1614; FF 1993 III 193). Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 2 del DF del 25 set. 2020 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Con­ven­zio­ne del Con­si­glio d’Eu­ro­pa per la pre­ven­zio­ne del ter­ro­ri­smo e il re­la­ti­vo Pro­to­col­lo ad­di­zio­na­le e po­ten­zia il di­spo­si­ti­vo pe­na­le con­tro il ter­ro­ri­smo e la cri­mi­na­li­tà or­ga­niz­za­ta, in vi­go­re dal 1° lug. 2021 (RU 2021360; FF 2018 5439).

280 RS 0.518.12, 0.518.23, 0.518.42, 0.518.51

Art. 260quater281

Mes­sa in pe­ri­co­lo del­la si­cu­rez­za pub­bli­ca con ar­mi

 

Chiun­que ven­de, lo­ca, do­na, la­scia a di­spo­si­zio­ne di ter­zi o pro­cu­ra per me­dia­zio­ne ar­mi da fuo­co, ar­mi vie­ta­te dal­la leg­ge, par­ti es­sen­zia­li di ar­mi, ac­ces­so­ri di ar­mi, mu­ni­zio­ni o ele­men­ti di mu­ni­zio­ni, sa­pen­do o do­ven­do sa­pe­re che es­si ser­vi­ran­no al­la com­mis­sio­ne di un de­lit­to o di un cri­mi­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, in quan­to non ri­cor­ra­no le con­di­zio­ni co­sti­tu­ti­ve di un rea­to più gra­ve.282

281 In­tro­dot­to dall’art. 41 del­la LF del 20 giu. 1997 sul­le ar­mi, gli ac­ces­so­ri di ar­mi e le mu­ni­zio­ni, in vi­go­re dal 1° gen. 1999 (RU 1998 2535; FF 1996 I 875).

282 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 260quinquies283

Fi­nan­zia­men­to del ter­ro­ri­smo

 

1Chiun­que rac­co­glie o met­te a di­spo­si­zio­ne va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li nell’in­ten­to di fi­nan­zia­re at­ti di vio­len­za cri­mi­na­li vol­ti a in­ti­mi­di­re la po­po­la­zio­ne o a co­strin­ge­re uno Sta­to o un’or­ga­niz­za­zio­ne in­ter­na­zio­na­le a fa­re o ad omet­te­re un at­to è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va fi­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Non si ren­de pu­ni­bi­le se­con­do la pre­sen­te di­spo­si­zio­ne chi si li­mi­ta a tol­le­ra­re l’even­tua­li­tà che det­ti va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li pos­sa­no ser­vi­re a fi­nan­zia­re il ter­ro­ri­smo.

3 Non co­sti­tui­sce fi­nan­zia­men­to di un at­to ter­ro­ri­sti­co l’at­to vol­to a in­stau­ra­re o ri­pri­sti­na­re la de­mo­cra­zia o lo Sta­to di di­rit­to op­pu­re a per­met­te­re l’eser­ci­zio o il ri­spet­to dei di­rit­ti dell’uo­mo.

4 Il ca­po­ver­so 1 non è ap­pli­ca­bi­le se il fi­nan­zia­men­to è de­sti­na­to a so­ste­ne­re at­ti che non con­trad­di­co­no al­le nor­me del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le ap­pli­ca­bi­li nei con­flit­ti ar­ma­ti.

283 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 21 mar. 2003 (Fi­nan­zia­men­to del ter­ro­ri­smo), in vi­go­re dal 1° ott. 2003 (RU 2003 3043; FF 20024815).

Art. 260sexies284

Re­clu­ta­men­to, ad­de­stra­men­to e viag­gi fi­na­liz­za­ti al­la com­mis­sio­ne di un rea­to di ter­ro­ri­smo

 

È pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria chiun­que, per com­met­te­re un at­to di vio­len­za cri­mi­na­le vol­to a in­ti­mi­di­re la po­po­la­zio­ne o a co­strin­ge­re uno Sta­to o un’or­ga­niz­za­zio­ne in­ter­na­zio­na­le a fa­re o ad omet­te­re un at­to:

a.
re­clu­ta adep­ti per com­met­te­re un si­mi­le rea­to o per par­te­ci­par­vi;
b.
si fa istrui­re o istrui­sce sul­la fab­bri­ca­zio­ne o l’uti­liz­zo di ar­mi, ma­te­rie esplo­si­ve, ma­te­ria­li ra­dioat­ti­vi, gas ve­le­no­si o al­tri ap­pa­rec­chi o so­stan­ze pe­ri­co­lo­se al fi­ne di com­met­te­re un si­mi­le rea­to o di par­te­ci­par­vi; o
c.
in­tra­pren­de un viag­gio all’este­ro nell’in­ten­to di com­met­te­re un si­mi­le rea­to, di par­te­ci­par­vi o di far­si ad­de­stra­re a ta­le sco­po.

2 È pu­ni­to con la stes­sa pe­na chiun­que rac­co­glie o met­te a di­spo­si­zio­ne va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li nell’in­ten­to di fi­nan­zia­re un viag­gio se­con­do il ca­po­ver­so 1 let­te­ra c, o chiun­que or­ga­niz­za un si­mi­le viag­gio o re­clu­ta adep­ti per un si­mi­le viag­gio.

3 È pu­ni­bi­le an­che chi com­met­te il rea­to all’este­ro, se si tro­va in Sviz­ze­ra e non è estra­da­to o se il rea­to di ter­ro­ri­smo de­ve es­se­re com­mes­so in Sviz­ze­ra o con­tro la Sviz­ze­ra. L’ar­ti­co­lo 7 ca­po­ver­si 4 e 5 è ap­pli­ca­bi­le.

284 In­tro­dot­to dall’all. n. II 2 del DF del 25 set. 2020 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Con­ven­zio­ne del Con­si­glio d’Eu­ro­pa per la pre­ven­zio­ne del ter­ro­ri­smo e il re­la­ti­vo Pro­to­col­lo ad­di­zio­na­le e po­ten­zia il di­spo­si­ti­vo pe­na­le con­tro il ter­ro­ri­smo e la cri­mi­na­li­tà or­ga­niz­za­ta, in vi­go­re dal 1° lug. 2021 (RU 2021360; FF 2018 5439).

Art. 261

Per­tur­ba­men­to del­la li­ber­tà di cre­den­za e di cul­to

 

Chiun­que pub­bli­ca­men­te ed in mo­do abiet­to of­fen­de o scher­ni­sce le con­vin­zio­ni al­trui in ma­te­ria di cre­den­za, par­ti­co­lar­men­te di cre­den­za in Dio, ov­ve­ro pro­fa­na og­get­ti di ve­ne­ra­zio­ne re­li­gio­sa,

chiun­que con ma­la­ni­mo im­pe­di­sce, per­tur­ba o scher­ni­sce pub­bli­ca­men­te un at­to di cul­to ga­ran­ti­to dal­la Co­sti­tu­zio­ne,

chiun­que pro­fa­na con ma­la­ni­mo un luo­go od un og­get­to de­sti­na­ti ad un cul­to o ad un at­to di cul­to ga­ran­ti­ti dal­la Co­sti­tu­zio­ne,

è pu­ni­to con una pe­na pe­cu­nia­ria.285

285 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 261bis286

Di­scri­mi­na­zio­ne e in­ci­ta­men­to all’odio

 

Chiun­que in­ci­ta pub­bli­ca­men­te all’odio o al­la di­scri­mi­na­zio­ne con­tro una per­so­na o un grup­po di per­so­ne per la lo­ro raz­za, et­nia, re­li­gio­ne o per il lo­ro orien­ta­men­to ses­sua­le,

chiun­que pro­pa­ga pub­bli­ca­men­te un’ideo­lo­gia in­te­sa a di­scre­di­ta­re o ca­lun­nia­re si­ste­ma­ti­ca­men­te ta­le per­so­na o grup­po di per­so­ne,

chiun­que, nel me­de­si­mo in­ten­to, or­ga­niz­za o in­co­rag­gia azio­ni di pro­pa­gan­da o vi par­te­ci­pa,

chiun­que, pub­bli­ca­men­te, me­dian­te pa­ro­le, scrit­ti, im­ma­gi­ni, ge­sti, vie di fat­to o in mo­do co­mun­que le­si­vo del­la di­gni­tà uma­na, di­scre­di­ta o di­scri­mi­na una per­so­na o un grup­po di per­so­ne per la lo­ro raz­za, et­nia, re­li­gio­ne o per il lo­ro orien­ta­men­to ses­sua­le o, per le me­de­si­me ra­gio­ni, di­sco­no­sce, mi­ni­miz­za gros­so­la­na­men­te o cer­ca di giu­sti­fi­ca­re il ge­no­ci­dio o al­tri cri­mi­ni con­tro l’uma­ni­tà,

chiun­que ri­fiu­ta ad una per­so­na o a un grup­po di per­so­ne, per la lo­ro raz­za, et­nia, re­li­gio­ne o per il lo­ro orien­ta­men­to ses­sua­le, un ser­vi­zio da lui of­fer­to e de­sti­na­to al pub­bli­co,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

286In­tro­dot­to dall’art. 1 del­la LF del 18 giu. 1993 (RU 1994 2887; FF 1992 III 217). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 14 dic. 2018 (Di­scri­mi­na­zio­ne e in­ci­ta­men­to all’odio ba­sa­ti sull’orien­ta­men­to ses­sua­le), in vi­go­re dal 1° lug. 2020 (RU 2020 1609; FF 2018 32094431).

Art. 262

Tur­ba­men­to del­la pa­ce dei de­fun­ti

 

1. Chiun­que pro­fa­na gros­so­la­na­men­te la tom­ba di un de­fun­to,

chiun­que con ma­la­ni­mo tur­ba o pro­fa­na un fu­ne­ra­le od un ser­vi­zio fu­ne­bre,

chiun­que pro­fa­na o pub­bli­ca­men­te in­sul­ta un ca­da­ve­re uma­no,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Chiun­que, con­tro la vo­lon­tà dell’aven­te di­rit­to, sot­trae un ca­da­ve­re uma­no o par­ti di es­so, ov­ve­ro le ce­ne­ri di un de­fun­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 263

At­ti com­mes­si in ista­to di ir­re­spon­sa­bi­li­tà col­po­sa

 

1 Chiun­que, es­sen­do in ista­to di ir­re­spon­sa­bi­li­tà a ca­gio­ne di eb­brez­za col­po­sa, pro­dot­ta da al­cool o da al­tra in­tos­si­ca­zio­ne, com­met­te un fat­to re­pres­so co­me cri­mi­ne o de­lit­to, è pu­ni­to con una pe­na pe­cu­nia­ria.287

2 La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le, agen­do in ta­le sta­to di ir­re­spon­sa­bi­li­tà, ha com­mes­so un cri­mi­ne pu­ni­bi­le con la so­la pe­na de­ten­ti­va.288

287 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

288 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Titolo dodicesimo : Genocidio e crimini contro l’umanitàbis289

289 Introdotto dal n. I della LF del 24 mar. 2000 (RU 2000 2725; FF 1999 4611). Nuovo testo giusta il n. I 1 della LF del 18 giu. 2010 sulla modifica di leggi federali per l’attuazione dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, in vigore dal 1° gen. 2011 (RU 2010 4963; FF 2008 3293).

Art. 264

Ge­no­ci­dio

 

Chiun­que, nell’in­ten­to di di­strug­ge­re, del tut­to o in par­te, un grup­po na­zio­na­le, raz­zia­le, re­li­gio­so, et­ni­co, so­cia­le o po­li­ti­co in quan­to ta­le:

a.
uc­ci­de mem­bri di un sif­fat­to grup­po o ne le­de gra­ve­men­te l’in­te­gri­tà fi­si­ca o men­ta­le;
b.
sot­to­po­ne mem­bri del grup­po a con­di­zio­ni di vi­ta at­te a pro­vo­ca­re la di­stru­zio­ne to­ta­le o par­zia­le del grup­po;
c.
or­di­na o pren­de mi­su­re vol­te a im­pe­di­re le na­sci­te all’in­ter­no del grup­po;
d.
tra­sfe­ri­sce o fa tra­sfe­ri­re con la for­za fan­ciul­li del grup­po a un al­tro grup­po,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va a vi­ta o una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a die­ci an­ni.

Art. 264a

Cri­mi­ni con­tro l’uma­ni­tà

a. Omi­ci­dio in­ten­zio­na­le

b. Ster­mi­nio

c. Ri­du­zio­ne in schia­vi­tù

d. Se­que­stro di per­so­na

e. Spa­ri­zio­ne for­za­ta di per­so­ne

f. Tor­tu­ra

g. Le­sio­ne dell’au­to­de­ter­mi- na­zio­ne ses­sua­le

h. De­por­ta­zio­ne o tra­sfe­ri­men­to for­za­to

i. Per­se­cu­zio­ne e apar­theid

j. Al­tri at­ti inu­ma­ni

 

1 Chiun­que, nell’am­bi­to di un at­tac­co este­so o si­ste­ma­ti­co con­tro po­po­la­zio­ni ci­vi­li:

a.
uc­ci­de in­ten­zio­nal­men­te una per­so­na;
b.
uc­ci­de in­ten­zio­nal­men­te mol­te per­so­ne o sot­to­po­ne la po­po­la­zio­ne, nell’in­ten­to di di­strug­ger­la del tut­to o in par­te, a con­di­zio­ni di vi­ta di­ret­te a pro­vo­car­ne la di­stru­zio­ne;
c.
si ar­ro­ga un di­rit­to di pro­prie­tà su una per­so­na ed eser­ci­ta su que­sta un po­te­re di di­spo­si­zio­ne, se­gna­ta­men­te nel con­te­sto del­la trat­ta di es­se­ri uma­ni, del­lo sfrut­ta­men­to ses­sua­le o del la­vo­ro for­za­to;
d.
pri­va una per­so­na del­la li­ber­tà con­trav­ve­nen­do in mo­do gra­ve al­le re­go­le fon­da­men­ta­li del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le;
e.
nell’in­ten­to di sot­trar­re una per­so­na per un pro­lun­ga­to pe­rio­do di tem­po al­la pro­te­zio­ne del­la leg­ge:
1.
pri­va la per­so­na del­la li­ber­tà su man­da­to o con l’ap­pro­va­zio­ne di uno Sta­to o di un’or­ga­niz­za­zio­ne po­li­ti­ca, ne­gan­do in se­gui­to la for­ni­tu­ra di in­for­ma­zio­ni sul­la sor­te di ta­le per­so­na o sul luo­go in cui que­sta si tro­va, o
2.
si ri­fiu­ta di for­ni­re in­for­ma­zio­ni sul­la sor­te di ta­le per­so­na o sul luo­go in cui que­sta si tro­va, su man­da­to di uno Sta­to o di un’or­ga­niz­za­zio­ne po­li­ti­ca op­pu­re in vio­la­zio­ne di un ob­bli­go le­ga­le;
f.
in­flig­ge a una per­so­na di cui ha la cu­sto­dia o il con­trol­lo gran­di sof­fe­ren­ze o un gra­ve dan­no al cor­po o al­la sa­lu­te fi­si­ca o psi­chi­ca;
g.
stu­pra una per­so­na di ses­so fem­mi­ni­le o, do­po che que­sta è sta­ta re­sa gra­vi­da con­tro la sua vo­lon­tà, la tie­ne se­que­stra­ta nell’in­ten­to di mo­di­fi­ca­re la com­po­si­zio­ne et­ni­ca di una po­po­la­zio­ne, co­strin­ge una per­so­na a su­bi­re un at­to ses­sua­le di gra­vi­tà ana­lo­ga al­lo stu­pro o a pro­sti­tuir­si, op­pu­re la sot­to­po­ne a ste­ri­liz­za­zio­ne for­za­ta;
h.
de­por­ta per­so­ne dal­la re­gio­ne nel­la qua­le si tro­va­no le­git­ti­ma­men­te o le tra­sfe­ri­sce con la for­za in un al­tro luo­go;
i.
le­de in mo­do gra­ve i di­rit­ti fon­da­men­ta­li di un grup­po di per­so­ne non ri­co­no­scen­do lo­ro ta­li di­rit­ti, o pri­van­do­le de­gli stes­si, per mo­ti­vi po­li­ti­ci, raz­zia­li, et­ni­ci, re­li­gio­si, so­cia­li o per al­tri mo­ti­vi non am­mes­si dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le, in re­la­zio­ne a un rea­to pre­vi­sto dal ti­to­lo do­di­ce­si­mobis o do­di­ce­si­moter o ai fi­ni dell’op­pres­sio­ne e do­mi­na­zio­ne si­ste­ma­ti­ca di un grup­po raz­zia­le;
j.
com­met­te un al­tro at­to di gra­vi­tà pa­ra­go­na­bi­le ai cri­mi­ni in­di­ca­ti nel pre­sen­te ca­po­ver­so, che pro­vo­ca a una per­so­na gran­di sof­fe­ren­ze o gra­vi dan­ni al cor­po o al­la sa­lu­te fi­si­ca o psi­chi­ca,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a cin­que an­ni.

2In ca­si par­ti­co­lar­men­te gra­vi, se­gna­ta­men­te se il rea­to è com­mes­so nei con­fron­ti di mol­te per­so­ne o se l’au­to­re agi­sce in mo­do cru­de­le, il giu­di­ce può pro­nun­cia­re la pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.

3 Nei ca­si me­no gra­vi rien­tran­ti nel cam­po d’ap­pli­ca­zio­ne del ca­po­ver­so 1 let­te­re c–j il giu­di­ce non può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va in­fe­rio­re a un an­no.

Titolo dodicesimo : Crimini di guerrater290

290 Introdotto dal n. I 1 della LF del 18 giu. 2010 sulla modifica di leggi federali per l’attuazione dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, in vigore dal 1° gen. 2011 (RU 2010 4963; FF 2008 3293).

Art. 264b

1. Cam­po d’ap­pli­ca­zio­ne

 

Gli ar­ti­co­li 264d–264j si ap­pli­ca­no nel con­te­sto di con­flit­ti ar­ma­ti in­ter­na­zio­na­li, in­clu­si i ca­si di oc­cu­pa­zio­ne, co­me pu­re nel con­te­sto di con­flit­ti ar­ma­ti non in­ter­na­zio­na­li, sem­pre­ché non ri­sul­ti di­ver­sa­men­te dal­la na­tu­ra dei rea­ti.

Art. 264c

2. Gra­vi vio­la­zio­ni del­le Con­ven­zio­ni di Gi­ne­vra

 

1 Chiun­que, nel con­te­sto di un con­flit­to ar­ma­to in­ter­na­zio­na­le, vio­la in mo­do gra­ve le Con­ven­zio­ni di Gi­ne­vra del 12 ago­sto 1949291, com­met­ten­do uno dei se­guen­ti at­ti con­tro per­so­ne o be­ni pro­tet­ti da que­ste Con­ven­zio­ni:

a.
omi­ci­dio in­ten­zio­na­le;
b.
pre­sa d’ostag­gio;
c.
in­fli­zio­ne di gran­di sof­fe­ren­ze o di gra­vi dan­ni al cor­po o al­la sa­lu­te fi­si­ca o psi­chi­ca, se­gna­ta­men­te me­dian­te tor­tu­ra, trat­ta­men­to inu­ma­no o espe­ri­men­ti bio­lo­gi­ci;
d.
di­stru­zio­ne o ap­pro­pria­zio­ne di be­ni, non giu­sti­fi­ca­te da ne­ces­si­tà mi­li­ta­ri e com­piu­te su lar­ga sca­la;
e.
co­stri­zio­ne a pre­sta­re ser­vi­zio nel­le for­ze ar­ma­te di una po­ten­za ne­mi­ca;
f.
de­por­ta­zio­ne, tra­sfe­ri­men­to o de­ten­zio­ne il­le­ga­li;
g.
pri­va­zio­ne del di­rit­to a un equo e re­go­la­re pro­ces­so pri­ma dell’in­fli­zio­ne o dell’ese­cu­zio­ne di una pe­na se­ve­ra,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a cin­que an­ni.

2 Gli at­ti elen­ca­ti al ca­po­ver­so 1 com­mes­si nel con­te­sto di un con­flit­to ar­ma­to non in­ter­na­zio­na­le so­no equi­pa­ra­ti al­le gra­vi vio­la­zio­ni del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio, se so­no di­ret­ti con­tro una per­so­na o un be­ne pro­tet­ti dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio.

3In ca­si par­ti­co­lar­men­te gra­vi, se­gna­ta­men­te se il rea­to è com­mes­so nei con­fron­ti di mol­te per­so­ne o se l’au­to­re agi­sce in mo­do cru­de­le, il giu­di­ce può pro­nun­cia­re la pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.

4 Nei ca­si me­no gra­vi rien­tran­ti nel cam­po d’ap­pli­ca­zio­ne del ca­po­ver­so 1 let­te­re c–g il giu­di­ce non può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va in­fe­rio­re a un an­no.

291 Conv. di Gi­ne­vra del 12 ago. 1949 per mi­glio­ra­re la sor­te dei fe­ri­ti e dei ma­la­ti del­le for­ze ar­ma­te in cam­pa­gna (CG I),RS 0.518.12; Conv. di Gi­ne­vra del 12 ago. 1949 per mi­glio­ra­re la sor­te dei fe­ri­ti, dei ma­la­ti e dei nau­fra­ghi del­le for­ze ar­ma­te di ma­re (CG II),RS 0.518.23; Conv. di Gi­ne­vra del 12 ago. 1949 re­la­ti­va al trat­ta­men­to dei pri­gio­nie­ri di guer­ra(CG III), RS 0.518.42; Conv. di Gi­ne­vra del 12 ago. 1949 per la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne ci­vi­li in tem­po di guer­ra (CG IV),RS 0.518.51.

Art. 264d

3. Al­tri cri­mi­ni di guer­ra

a. At­tac­chi con­tro per­so­ne e be­ni di ca­rat­te­re ci­vi­le

 

1 Chiun­que, nel con­te­sto di un con­flit­to ar­ma­to, di­ri­ge at­tac­chi con­tro:

a.
la po­po­la­zio­ne ci­vi­le in quan­to ta­le o con­tro per­so­ne che non par­te­ci­pa­no di­ret­ta­men­te al­le osti­li­tà;
b.
per­so­ne, in­stal­la­zio­ni, ma­te­ria­le o vei­co­li uti­liz­za­ti nell’am­bi­to di una mis­sio­ne di soc­cor­so uma­ni­ta­rio o di man­te­ni­men­to del­la pa­ce in con­for­mi­tà del­la Car­ta del­le Na­zio­ni Uni­te del 26 giu­gno 1945292, nel­la mi­su­ra in cui gli stes­si sia­no pro­tet­ti dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio;
c.
be­ni di ca­rat­te­re ci­vi­le, luo­ghi o edi­fi­ci non di­fe­si op­pu­re con­tro zo­ne smi­li­ta­riz­za­te che non co­sti­tui­sco­no un obiet­ti­vo mi­li­ta­re;
d.
uni­tà sa­ni­ta­rie, edi­fi­ci, ma­te­ria­le o vei­co­li che por­ta­no un em­ble­ma di­stin­ti­vo del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio, o il cui ca­rat­te­re pro­tet­to è ri­co­no­sci­bi­le an­che sen­za em­ble­mi di­stin­ti­vi, ospe­da­li o luo­ghi do­ve so­no riu­ni­ti ma­la­ti e fe­ri­ti;
e.
be­ni cul­tu­ra­li, per­so­ne cui è af­fi­da­ta la lo­ro pro­te­zio­ne o vei­co­li adi­bi­ti al tra­spor­to di ta­li be­ni, edi­fi­ci de­di­ca­ti al cul­to re­li­gio­so, all’ar­te, all’edu­ca­zio­ne, al­la scien­za o a sco­pi uma­ni­ta­ri, nel­la mi­su­ra in cui sia­no pro­tet­ti dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni.

2Nei ca­si par­ti­co­lar­men­te gra­vi con­cer­nen­ti at­tac­chi con­tro per­so­ne, il giu­di­ce può pro­nun­cia­re la pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.

3 Nei ca­si me­no gra­vi il giu­di­ce non può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va in­fe­rio­re a un an­no.

Art. 264e

b. Trat­ta­men­to me­di­co in­giu­sti­fi­ca­to, le­sio­ne dell’au­to­de­ter­mi- na­zio­ne ses­sua­le e del­la di­gni­tà uma­na

 

1 Chiun­que, nel con­te­sto di un con­flit­to ar­ma­to:

a.
ca­gio­na gra­vi dan­ni al cor­po op­pu­re vio­la o met­te gra­ve­men­te in pe­ri­co­lo la sa­lu­te fi­si­ca o psi­chi­ca di una per­so­na pro­tet­ta dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le, sot­to­po­nen­do­la a un trat­ta­men­to me­di­co che il suo sta­to di sa­lu­te non ren­de ne­ces­sa­rio e che non è con­for­me ai prin­ci­pi me­di­ci ge­ne­ral­men­te ri­co­no­sciu­ti;
b.
stu­pra una per­so­na di ses­so fem­mi­ni­le pro­tet­ta dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le o, do­po che que­sta è sta­ta re­sa gra­vi­da con­tro la sua vo­lon­tà, la tie­ne se­que­stra­ta nell’in­ten­to di mo­di­fi­ca­re la com­po­si­zio­ne et­ni­ca di una po­po­la­zio­ne, la co­strin­ge a su­bi­re un at­to ses­sua­le di gra­vi­tà ana­lo­ga al­lo stu­pro o a pro­sti­tuir­si, op­pu­re la sot­to­po­ne a ste­ri­liz­za­zio­ne for­za­ta;
c.
sot­to­po­ne una per­so­na pro­tet­ta dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le a un trat­ta­men­to gra­ve­men­te umi­lian­te o de­gra­dan­te,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni.

2In ca­si par­ti­co­lar­men­te gra­vi, se­gna­ta­men­te se il rea­to è com­mes­so nei con­fron­ti di mol­te per­so­ne o se l’au­to­re agi­sce in mo­do cru­de­le, il giu­di­ce può pro­nun­cia­re la pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.

3 Nei ca­si me­no gra­vi il giu­di­ce non può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va in­fe­rio­re a un an­no.

Art. 264f

c. Re­clu­ta­men­to e im­pie­go di bam­bi­ni-sol­da­to

 

1 Chiun­que ar­ruo­la o re­clu­ta fan­ciul­li di età in­fe­rio­re a quin­di­ci an­ni nel­le for­ze ar­ma­te o in grup­pi ar­ma­ti o li fa par­te­ci­pa­re a con­flit­ti ar­ma­ti, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni.

2 In ca­si par­ti­co­lar­men­te gra­vi, se­gna­ta­men­te se il rea­to è com­mes­so nei con­fron­ti di mol­ti fan­ciul­li o se l’au­to­re agi­sce in mo­do cru­de­le, il giu­di­ce può pro­nun­cia­re la pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.

3 Nei ca­si me­no gra­vi il giu­di­ce non può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va in­fe­rio­re a un an­no.

Art. 264g

d. Me­to­di di guer­ra vie­ta­ti

 

1 Chiun­que, nel con­te­sto di un con­flit­to ar­ma­to:

a.
di­ri­ge at­tac­chi, mal­gra­do sap­pia o deb­ba sup­por­re che gli stes­si avran­no co­me con­se­guen­za l’uc­ci­sio­ne o il fe­ri­men­to di ci­vi­li, dan­ni a og­get­ti di ca­rat­te­re ci­vi­le op­pu­re dan­ni dif­fu­si, du­ra­tu­ri e gra­vi all’am­bien­te na­tu­ra­le, se ta­li at­tac­chi so­no ec­ces­si­vi ri­spet­to ai van­tag­gi mi­li­ta­ri con­cre­ti e di­ret­ti pre­vi­sti;
b.
uti­liz­za co­me scu­do una per­so­na pro­tet­ta dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio per in­flui­re sul­le ope­ra­zio­ni mi­li­ta­ri;
c.
co­me me­to­do di guer­ra sac­cheg­gia o si ap­pro­pria in al­tro in­de­bi­to mo­do di be­ni al­trui, di­strug­ge o con­fi­sca be­ni del ne­mi­co sen­za che la di­stru­zio­ne o la con­fi­sca sia­no im­pe­ra­ti­va­men­te ri­chie­ste dal­le ne­ces­si­tà del con­flit­to, pri­va per­so­ne ci­vi­li di be­ni in­di­spen­sa­bi­li al­la lo­ro so­prav­vi­ven­za o im­pe­di­sce l’in­vio di soc­cor­si;
d.
uc­ci­de o fe­ri­sce un com­bat­ten­te ne­mi­co in mo­do per­fi­do o quan­do que­sti si tro­va fuo­ri com­bat­ti­men­to;
e.
mu­ti­la il ca­da­ve­re di un com­bat­ten­te ne­mi­co;
f.
co­me co­man­dan­te mi­li­ta­re, im­par­ti­sce l’or­di­ne di non la­scia­re in vi­ta nes­su­no o mi­nac­cia il ne­mi­co di im­par­ti­re ta­le or­di­ne;
g.
fa uso im­pro­prio del­la ban­die­ra bian­ca, del­la ban­die­ra, dell’uni­for­me o del­le in­se­gne mi­li­ta­ri del ne­mi­co o del­le Na­zio­ni Uni­te, non­ché de­gli em­ble­mi di­stin­ti­vi del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio;
h.
co­me ap­par­te­nen­te a una for­za di oc­cu­pa­zio­ne, tra­sfe­ri­sce una par­te del­la pro­pria po­po­la­zio­ne ci­vi­le nel ter­ri­to­rio oc­cu­pa­to, op­pu­re tra­sfe­ri­sce tut­ta o par­te del­la po­po­la­zio­ne del ter­ri­to­rio oc­cu­pa­to all’in­ter­no o all’ester­no di ta­le ter­ri­to­rio,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni.

2In ca­si par­ti­co­lar­men­te gra­vi, se­gna­ta­men­te se il rea­to è com­mes­so nei con­fron­ti di mol­te per­so­ne o se l’au­to­re agi­sce in mo­do cru­de­le, il giu­di­ce può pro­nun­cia­re la pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.

3 Nei ca­si me­no gra­vi il giu­di­ce non può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va in­fe­rio­re a un an­no.

Art. 264h

e. Im­pie­go di ar­mi vie­ta­te

 

1 Chiun­que, nel con­te­sto di un con­flit­to ar­ma­to:

a.
uti­liz­za ve­le­no o ar­mi ve­le­no­se;
b.
uti­liz­za ar­mi bio­lo­gi­che o chi­mi­che, in­clu­si gas, so­stan­ze e li­qui­di tos­si­ci o asfis­sian­ti;
c.
uti­liz­za pro­iet­ti­li che all’in­ter­no del cor­po uma­no si espan­do­no o si ap­piat­ti­sco­no fa­cil­men­te op­pu­re vi esplo­do­no;
d.
uti­liz­za ar­mi il cui ef­fet­to prin­ci­pa­le è fe­ri­re con scheg­ge che non pos­so­no es­se­re lo­ca­liz­za­te nel cor­po uma­no me­dian­te rag­gi X;
e.
uti­liz­za ar­mi la­ser il cui ef­fet­to prin­ci­pa­le è pro­cu­ra­re la ce­ci­tà per­ma­nen­te,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni.

2In ca­si par­ti­co­lar­men­te gra­vi il giu­di­ce può pro­nun­cia­re la pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.

Art. 264i

4. Rot­tu­ra di un ar­mi­sti­zio o del­la pa­ce. Rea­ti con­tro un par­la­men­ta­rio. Ri­tar­do nel rim­pa­trio di pri­gio­nie­ri di guer­ra

 

È pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria chiun­que:

a.
con­ti­nua le osti­li­tà do­po aver avu­to uf­fi­cial­men­te no­ti­zia del­la con­clu­sio­ne di un ar­mi­sti­zio o del­la pa­ce, o vio­la in al­tro mo­do le con­di­zio­ni dell’ar­mi­sti­zio;
b.
mal­trat­ta, in­giu­ria o trat­tie­ne sen­za mo­ti­vo un par­la­men­ta­rio ne­mi­co o una per­so­na che l’ac­com­pa­gna;
c.
ri­tar­da in mo­do in­giu­sti­fi­ca­to il rim­pa­trio di pri­gio­nie­ri di guer­ra do­po la fi­ne del­le ope­ra­zio­ni mi­li­ta­ri.

Art. 264j

5. Al­tre vio­la­zio­ni del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio

 

È pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria chiun­que, nel con­te­sto di un con­flit­to ar­ma­to e in mo­do di­ver­so da quan­to pre­vi­sto da­gli ar­ti­co­li 264c–264i, vio­la una di­spo­si­zio­ne del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio, se ta­le vio­la­zio­ne è di­chia­ra­ta pu­ni­bi­le dal di­rit­to in­ter­na­zio­na­le con­sue­tu­di­na­rio o da una con­ven­zio­ne ri­co­no­sciu­ta co­me vin­co­lan­te dal­la Sviz­ze­ra.

Titolo dodicesimo : Disposizioni comuni ai titoli dodicesimo e dodicesimo quater293bister

293 Introdotto dal n. I 1 della LF del 18 giu. 2010 sulla modifica di leggi federali per l’attuazione dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, in vigore dal 1° gen. 2011 (RU 2010 4963; FF 2008 3293).

Art. 264k

Pu­ni­bi­li­tà dei su­pe­rio­ri

 

1 Il su­pe­rio­re che sa che una per­so­na a lui su­bor­di­na­ta com­met­te o si ac­cin­ge a com­met­te­re un rea­to pre­vi­sto dal ti­to­lo do­di­ce­si­mobis o do­di­ce­si­moter, e che non adot­ta mi­su­re ade­gua­te per im­pe­dir­ne l’ese­cu­zio­ne, è pu­ni­to con la stes­sa pe­na ap­pli­ca­bi­le all’au­to­re. Se il su­pe­rio­re ha agi­to per ne­gli­gen­za, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Il su­pe­rio­re che sa che una per­so­na a lui su­bor­di­na­ta ha com­mes­so un rea­to pre­vi­sto dal ti­to­lo do­di­ce­si­mobis o do­di­ce­si­moter e che non adot­ta mi­su­re ade­gua­te per ga­ran­ti­re che il rea­to ven­ga san­zio­na­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 264l

Com­mis­sio­ne di un rea­to in ese­cu­zio­ne di un or­di­ne

 

È pu­ni­bi­le il su­bal­ter­no che su or­di­ne di un su­pe­rio­re o ese­guen­do un al­tro or­di­ne di ca­rat­te­re vin­co­lan­te com­met­te un rea­to pre­vi­sto dal ti­to­lo do­di­ce­si­mobis o do­di­ce­si­moter, se al mo­men­to del rea­to era con­sa­pe­vo­le del­la pu­ni­bi­li­tà dell’at­to.

Art. 264m

Rea­ti com­mes­si all’este­ro

 

1 È pu­ni­bi­le an­che co­lui che ha com­mes­so all’este­ro un rea­to pre­vi­sto dai ti­to­li do­di­ce­si­mobis, do­di­ce­si­moter o dall’ar­ti­co­lo 264k, se si tro­va in Sviz­ze­ra e non è estra­da­to a un al­tro Sta­to o con­se­gna­to a un tri­bu­na­le pe­na­le in­ter­na­zio­na­le di cui la Sviz­ze­ra ri­co­no­sce la com­pe­ten­za.

2 Se l’au­to­re del rea­to non ha la cit­ta­di­nan­za sviz­ze­ra e il rea­to non è sta­to com­mes­so con­tro un cit­ta­di­no sviz­ze­ro, il giu­di­ce può pre­scin­de­re dal per­se­gui­men­to pe­na­le o ab­ban­do­nar­lo, fat­te sal­ve le mi­su­re at­te ad as­si­cu­ra­re le pro­ve, se:

a.
un’au­to­ri­tà este­ra o un tri­bu­na­le pe­na­le in­ter­na­zio­na­le di cui la Sviz­ze­ra ri­co­no­sce la com­pe­ten­za per­se­gue il rea­to e l’au­to­re del rea­to vie­ne estra­da­to o con­se­gna­to a ta­le tri­bu­na­le; o
b.
l’au­to­re del rea­to non si tro­va più in Sviz­ze­ra e un suo ri­tor­no in Sviz­ze­ra ap­pa­re im­pro­ba­bi­le.

3 L’ar­ti­co­lo 7 ca­po­ver­si 4 e 5 è ap­pli­ca­bi­le, a me­no che l’as­so­lu­zio­ne, il con­do­no o la pre­scri­zio­ne del­la pe­na all’este­ro sia­no av­ve­nu­ti con lo sco­po di sot­trar­re in­giu­sta­men­te l’au­to­re a ogni san­zio­ne.

Art. 264n

Esclu­sio­ne dell’im­mu­ni­tà re­la­ti­va

 

Il per­se­gui­men­to dei rea­ti pre­vi­sti dai ti­to­li do­di­ce­si­mobis e do­di­ce­si­moter e dall’ar­ti­co­lo 264k non è su­bor­di­na­to a nes­su­na del­le au­to­riz­za­zio­ni di cui agli ar­ti­co­li se­guen­ti:

a.
ar­ti­co­lo 7 ca­po­ver­so 2 let­te­ra b del Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le294;
b.
ar­ti­co­li 14 e 15 del­la leg­ge del 14 mar­zo 1958295 sul­la re­spon­sa­bi­li­tà;
c.
ar­ti­co­lo 17 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 13 di­cem­bre 2002296 sull’As­sem­blea fe­de­ra­le;
d.
ar­ti­co­lo 61a del­la leg­ge fe­de­ra­le del 21 mar­zo 1997297 sull’or­ga­niz­za­zio­ne del Go­ver­no e dell’Am­mi­ni­stra­zio­ne;
e.
ar­ti­co­lo 11 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 17 giu­gno 2005298 sul Tri­bu­na­le fe­de­ra­le;
f.
ar­ti­co­lo 12 del­la leg­ge del 17 giu­gno 2005299 sul Tri­bu­na­le am­mi­ni­stra­ti­vo fe­de­ra­le;
g.
ar­ti­co­lo 16 del­la leg­ge del 20 mar­zo 2009300 sul Tri­bu­na­le fe­de­ra­le dei bre­vet­ti;
h.
ar­ti­co­lo 50 del­la leg­ge del 19 mar­zo 2010301 sull’or­ga­niz­za­zio­ne del­le au­to­ri­tà pe­na­li.

Titolo tredicesimo: Dei crimini o dei delitti contro lo Stato e la difesa nazionale

Art. 265

1. Cri­mi­ni o de­lit­ti con­tro lo Sta­to.

Al­to tra­di­men­to

 

Chiun­que com­met­te un at­to di­ret­to

a mu­ta­re con la vio­len­za la Co­sti­tu­zio­ne del­la Con­fe­de­ra­zio­ne302 o d’un Can­to­ne303,

ad ab­bat­te­re con la vio­len­za le au­to­ri­tà po­li­ti­che co­sti­tu­zio­na­li od a ri­dur­le nell’im­pos­si­bi­li­tà di eser­ci­ta­re i lo­ro po­te­ri,

a di­stac­ca­re con la vio­len­za una par­te del ter­ri­to­rio sviz­ze­ro dal­la Con­fe­de­ra­zio­ne o una par­te di ter­ri­to­rio da un Can­to­ne,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a un an­no304.

302RS 101

303RS 131.211/.235

304 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 11 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 266

At­ten­ta­ti con­tro l’in­di­pen­den­za del­la Con­fe­de­ra­­zio­ne

 

1. Chiun­que com­met­te un at­to di­ret­to

a me­no­ma­re ov­ve­ro ad espor­re a pe­ri­co­lo l’in­di­pen­den­za del­la Con­fe­de­ra­zio­ne,

a pro­vo­ca­re l’in­ge­ren­za di uno Sta­to este­ro ne­gli af­fa­ri del­la Con­fe­de­ra­zio­ne in mo­do da met­te­re in pe­ri­co­lo l’in­di­pen­den­za del­la Con­fe­de­ra­zio­ne,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a un an­no.

2. Chiun­que tie­ne in­tel­li­gen­ze col go­ver­no di uno Sta­to este­ro o con agen­ti di es­so al­lo sco­po di pro­vo­ca­re una guer­ra con­tro la Con­fe­de­ra­zio­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni.

Nei ca­si gra­vi, può es­se­re pro­nun­cia­ta la pe­na de­ten­ti­va a vi­ta. 305

305Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 116; FF 1949 613).

Art. 266bis306

Im­pre­se e me­ne dell’este­ro con­tro la si­cu­rez­za del­la Sviz­ze­ra

 

1 Chiun­que, nell’in­ten­to di pro­vo­ca­re o di so­ste­ne­re im­pre­se o me­ne dell’este­ro con­tro la si­cu­rez­za del­la Sviz­ze­ra, en­tra in rap­por­to con uno Sta­to este­ro, con par­ti­ti este­ri o con al­tre or­ga­niz­za­zio­ni all’este­ro, o con i lo­ro agen­ti, ov­ve­ro lan­cia o dif­fon­de in­for­ma­zio­ni ine­sat­te o ten­den­zio­se, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Nei ca­si gra­vi, può es­se­re pro­nun­cia­ta una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

306In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 116; FF 1949 613).

Art. 267

Tra­di­men­to nel­le re­la­zio­ni di­plo­ma­ti­che

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te ri­ve­la o ren­de ac­ces­si­bi­le a uno Sta­to este­ro o ad agen­ti di es­so un se­gre­to che do­ve­va es­se­re con­ser­va­to nell’in­te­res­se del­la Con­fe­de­ra­zio­ne,307

chiun­que in­ten­zio­nal­men­te espo­ne a pe­ri­co­lo gli in­te­res­si del­la Con­fe­de­ra­zio­ne o di un Can­to­ne fal­si­fi­can­do, di­strug­gen­do, fa­cen­do scom­pa­ri­re o sot­traen­do do­cu­men­ti o mez­zi di pro­va con­cer­nen­ti rap­por­ti di di­rit­to tra la Con­fe­de­ra­zio­ne od un Can­to­ne ed uno Sta­to este­ro,

chiun­que, co­me rap­pre­sen­tan­te del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, in­ten­zio­nal­men­te in­ta­vo­la con un Go­ver­no este­ro ne­go­zia­ti a dan­no del­la Con­fe­de­ra­zio­ne,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a un an­no.

2. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te ri­ve­la o ren­de ac­ces­si­bi­le al pub­bli­co un se­gre­to che do­ve­va es­se­re con­ser­va­to nell’in­te­res­se del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.308

3. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.309

307Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 10 ott. 1997, in vi­go­re dal 1° apr. 1998 (RU 1998 1852; FF 1996IV 449).

308In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 10 ott. 1997, in vi­go­re dal 1° apr. 1998 (RU 1998 1852; FF 1996IV 449).

309 Ori­gi­na­rio n. 2.

Art. 268

Ri­mo­zio­ne di ter­mi­ni di con­fi­ne pub­bli­ci

 

Chiun­que sop­pri­me, ri­muo­ve, ren­de ir­ri­co­no­sci­bi­li, al­te­ra o col­lo­ca fal­sa­men­te un ter­mi­ne od al­tro con­tras­se­gno del con­fi­ne del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, d’un Can­to­ne o d’un Co­mu­ne è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 269310

Vio­la­zio­ne del­la so­vra­ni­tà ter­ri­to­ria­le sviz­ze­ra

 

Chiun­que pe­ne­tra sul ter­ri­to­rio sviz­ze­ro con­tra­ria­men­te al di­rit­to del­le gen­ti è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va o pe­cu­nia­ria.

310Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 116; FF 1949 613). Ve­di an­che RU 57 1408.

Art. 270

Of­fe­se agli em­ble­mi sviz­ze­ri

 

Chiun­que per ma­le­vo­len­za ri­muo­ve, dan­neg­gia o con at­ti ol­trag­gia un em­ble­ma di so­vra­ni­tà sviz­ze­ro espo­sto da una au­to­ri­tà, in mo­do par­ti­co­la­re lo stem­ma o la ban­die­ra del­la Con­fe­de­ra­zio­ne o di un Can­to­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 271311

At­ti com­piu­ti sen­za au­to­riz­za­zio­ne per con­to di uno Sta­to este­ro

 

1. Chiun­que, sen­za es­ser­vi au­to­riz­za­to, com­pie sul ter­ri­to­rio sviz­ze­ro per con­to di uno Sta­to este­ro at­ti che spet­ta­no a po­te­ri pub­bli­ci;

chiun­que com­pie sif­fat­ti at­ti per con­to di un par­ti­to este­ro o di un’al­tra or­ga­niz­za­zio­ne dell’este­ro;

chiun­que fa­vo­ri­sce ta­li at­ti,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria e, in ca­si gra­vi, con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a un an­no.312

2. Chiun­que, usan­do vio­len­za, astu­zia o mi­nac­cia, trae all’este­ro una per­so­na per con­se­gnar­la ad un’au­to­ri­tà, ad un par­ti­to o ad una or­ga­niz­za­zio­ne ana­lo­ga dell’este­ro o per met­ter­ne in pe­ri­co­lo la vi­ta o la in­te­gri­tà per­so­na­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

3. Chiun­que pre­pa­ra un ta­le at­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va o pe­cu­nia­ria.

311Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 116; FF 1949 613).

312 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 272313

2. Spio­nag­gio.

Spio­nag­gio po­li­ti­co

 

1. Chiun­que, a pro­fit­to di uno Sta­to este­ro, o di un par­ti­to este­ro o di un’al­tra or­ga­niz­za­zio­ne dell’este­ro, e a pre­giu­di­zio del­la Sviz­ze­ra o dei suoi at­ti­nen­ti, abi­tan­ti o del­le sue or­ga­niz­za­zio­ni, eser­ci­ta un ser­vi­zio di spio­nag­gio po­li­ti­co od or­ga­niz­za un ser­vi­zio sif­fat­to,

chiun­que ar­ruo­la per­so­ne per ser­vi­zi sif­fat­ti o li fa­vo­ri­sce,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Nei ca­si gra­vi, il giu­di­ce pro­nun­cia una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no. È in mo­do par­ti­co­la­re con­si­de­ra­to co­me ca­so gra­ve in­ci­ta­re ad azio­ni ov­ve­ro da­re fal­se in­for­ma­zio­ni at­te a com­pro­met­te­re la si­cu­rez­za in­ter­na o ester­na del­la Con­fe­de­ra­zio­ne.

313Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 116; FF 1949 613).

Art. 273

Spio­nag­gio eco­no­mi­co

 

Chiun­que cer­ca di sco­pri­re un se­gre­to di fab­bri­ca­zio­ne o di af­fa­ri per ren­der­lo ac­ces­si­bi­le ad un or­ga­ni­smo uf­fi­cia­le o pri­va­to dell’este­ro, ov­ve­ro ad un’im­pre­sa od or­ga­niz­za­zio­ne pri­va­ta este­ra, o ai lo­ro agen­ti,

chiun­que ren­de ac­ces­si­bi­le un se­gre­to di fab­bri­ca­zio­ne o di af­fa­ri ad un or­ga­ni­smo uf­fi­cia­le o pri­va­to dell’este­ro, ov­ve­ro ad una im­pre­sa od or­ga­niz­za­zio­ne pri­va­ta este­ra, o ai lo­ro agen­ti,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria o, nei ca­si gra­vi, con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no. Con la pe­na de­ten­ti­va può es­se­re cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.314

314 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 274315

Spio­nag­gio mi­li­ta­re

 

1. Chiun­que rac­co­glie in­for­ma­zio­ni mi­li­ta­ri per con­to di uno Sta­to este­ro in dan­no del­la Sviz­ze­ra, ov­ve­ro or­ga­niz­za un ser­vi­zio sif­fat­to;

chiun­que ar­ruo­la per­so­ne per sif­fat­ti ser­vi­zi o li fa­vo­ri­sce,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Nei ca­si gra­vi, può es­se­re pro­nun­cia­ta una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no.

2. La cor­ri­spon­den­za ed il ma­te­ria­le so­no con­fi­sca­ti.

315Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 116; FF 1949 613).

Art. 275316

3. Mes­sa in pe­ri­co­lo dell’or­di­ne co­sti­tu­zio­na­le.

At­ten­ta­ti con­tro l’or­di­ne co­sti­tu­zio­na­le

 

Chiun­que com­met­te un at­to di­ret­to a tur­ba­re o a mu­ta­re in mo­do il­le­­ci­to l’or­di­ne fon­da­to sul­la Co­sti­tu­zio­ne del­la Con­fe­de­ra­zio­ne317 o di un Can­to­ne318, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

316Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 116; FF 1949 613).

317RS 101

318RS 131.211/.235

Art. 275bis319

Pro­pa­gan­da sov­ver­si­va

 

Chiun­que svol­ge una pro­pa­gan­da dell’este­ro in­te­sa a sov­ver­ti­re con la vio­len­za l’or­di­ne co­sti­tu­zio­na­le del­la Con­fe­de­ra­zio­ne o di un Can­to­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

319 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 116; FF 1949 613).

Art. 275ter320

As­so­cia­zio­ni il­le­ci­te

 

Chiun­que co­sti­tui­sce un’as­so­cia­zio­ne che si pro­po­ne di svol­ge­re o svol­ge un’at­ti­vi­tà di­ret­ta a com­pie­re at­ti pu­ni­ti ne­gli ar­ti­co­li 265, 266, 266bis, 271 a 274, 275 e 275bis,

chiun­que ade­ri­sce a una ta­le as­so­cia­zio­ne o par­te­ci­pa al­le sue me­ne,

chiun­que pro­muo­ve la co­sti­tu­zio­ne di una ta­le as­so­cia­zio­ne o ne se­gue le istru­zio­ni,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

320In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 116; FF 1949 613).

Art. 276

4. At­ten­ta­ti con­tro la si­cu­rez­za mi­li­ta­re.

Pro­vo­ca­zio­ne ed in­ci­ta­men­to al­la vio­la­zio­ne de­gli ob­bli­ghi mi­li­ta­ri

 

1. Chiun­que pub­bli­ca­men­te pro­vo­ca al­la di­sob­be­dien­za agli or­di­ni mi­li­ta­ri, al­la vio­la­zio­ne dei do­ve­ri di ser­vi­zio, al ri­fiu­to del ser­vi­zio od al­la di­ser­zio­ne,

chiun­que in­ci­ta una per­so­na ob­bli­ga­ta al ser­vi­zio mi­li­ta­re a com­met­te­re un rea­to sif­fat­to,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va o pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha pro­vo­ca­to o in­ci­ta­to al­la se­di­zio­ne o al con­cer­to per la se­di­zio­ne.

Art. 277

Fal­si­fi­ca­zio­ne d’or­di­ni o di istru­zio­ni

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te con­traf­fà, al­te­ra, fa spa­ri­re o di­strug­ge un or­di­ne di mar­cia o di chia­ma­ta al­le ar­mi, un or­di­ne di pre­sen­ta­zio­ne al re­clu­ta­men­to o un’istru­zio­ne di­ret­ta a per­so­ne ob­bli­ga­te al ser­vi­zio mi­li­ta­re,

chiun­que fa uso di ta­li or­di­ni od istru­zio­ni con­traf­fat­ti o al­te­ra­ti,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va o pe­cu­nia­ria.

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Art. 278

Tur­ba­men­to del ser­vi­zio mi­li­ta­re

 

Chiun­que im­pe­di­sce o di­stur­ba un mi­li­ta­re nell’adem­pi­men­to del pro­prio ser­vi­zio, è pu­ni­to con una pe­na pe­cu­nia­ria.321

321 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Titolo quattordicesimo: Dei delitti contro la volontà popolare

Art. 279

Per­tur­ba­men­to ed im­pe­di­men­to di ele­zio­ni e vo­ta­zio­ni

 

Chiun­que, con vio­len­za o mi­nac­cia di gra­ve dan­no, im­pe­di­sce o tur­ba un’as­sem­blea, un’ele­zio­ne od una vo­ta­zio­ne or­di­na­ta dal­la co­sti­tu­zio­ne o dal­la leg­ge,

chiun­que im­pe­di­sce od osta­co­la, con vio­len­za o mi­nac­cia di gra­ve dan­no, la rac­col­ta o la con­se­gna di fir­me per una do­man­da di re­fe­ren­dum o d’ini­zia­ti­va,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 280

At­ten­ta­ti con­tro il di­rit­to di vo­to

 

Chiun­que, con vio­len­za o mi­nac­cia di gra­ve dan­no, im­pe­di­sce ad un elet­to­re d’eser­ci­ta­re il di­rit­to di vo­to o di fir­ma­re una do­man­da di re­fe­ren­dum o d’ini­zia­ti­va,

chiun­que, con vio­len­za o mi­nac­cia di gra­ve dan­no, co­strin­ge un elet­to­re ad eser­ci­ta­re uno di que­sti di­rit­ti o ad eser­ci­tar­lo in un sen­so de­ter­mi­na­to,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 281

Cor­ru­zio­ne elet­to­ra­le

 

Chiun­que of­fre, pro­met­te, dà o pro­cu­ra ad un elet­to­re un do­no od al­tro pro­fit­to per­ché vo­ti in un sen­so de­ter­mi­na­to o per­ché ade­ri­sca o non ade­ri­sca ad una do­man­da di re­fe­ren­dum o d’ini­zia­ti­va,

chiun­que of­fre, pro­met­te, dà o pro­cu­ra ad un elet­to­re un do­no od al­tro pro­fit­to per­ché si asten­ga da una ele­zio­ne o vo­ta­zio­ne,

l’elet­to­re che si fa da­re o pro­met­te­re un ta­le pro­fit­to,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 282

Fro­de elet­to­ra­le

 

1. Chiun­que con­traf­fà, al­te­ra, fa spa­ri­re o di­strug­ge un ca­ta­lo­go elet­to­ra­le,

chiun­que, sen­za di­rit­to, par­te­ci­pa ad una ele­zio­ne o ad una vo­ta­zio­ne ov­ve­ro fir­ma una do­man­da di re­fe­ren­dum o d’ini­zia­ti­va,

chiun­que al­te­ra il ri­sul­ta­to di una ele­zio­ne, di una vo­ta­zio­ne, di una rac­col­ta di fir­me per l’eser­ci­zio del re­fe­ren­dum o dell’ini­zia­ti­va, in mo­do par­ti­co­la­re ag­giun­gen­do, cam­bian­do, omet­ten­do o can­cel­lan­do sche­de elet­to­ra­li o fir­me me­dian­te ine­sat­ta nu­me­ra­zio­ne od in­ve­ri­tie­ra re­gi­stra­zio­ne del ri­sul­ta­to nel pro­ces­so ver­ba­le,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Se il col­pe­vo­le ha agi­to in qua­li­tà uf­fi­cia­le, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re. Con la pe­na de­ten­ti­va può es­se­re cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.322

322 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 282bis323

In­cet­ta di vo­ti

 

Chiun­que rac­co­glie, riem­pie o mo­di­fi­ca si­ste­ma­ti­ca­men­te sche­de per un’ele­zio­ne o vo­ta­zio­ne ov­ve­ro di­stri­bui­sce sche­de sif­fat­te è pu­ni­to con la mul­ta.

323In­tro­dot­to dall’art. 88 n. 1 del­la LF del 17 dic. 1976 sui di­rit­ti po­li­ti­ci, in vi­go­re dal 1° lug. 1978 (RU 1978 688; FF 1975 I 1313).

Art. 283

Vio­la­zio­ne del se­gre­to del vo­to

 

Chiun­que con ma­no­vre il­le­ci­te pro­cu­ra di co­no­sce­re il vo­to da­to da sin­go­li elet­to­ri, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 284324

 

324Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 18 mar. 1971, con ef­fet­to dal 1° lug. 1971 (RU 1971 777; FF 1965 I 474).

Titolo quindicesimo: Dei reati contro la pubblica autorità

Art. 285

Vio­len­za o mi­nac­cia con­tro le au­to­ri­tà e i fun­zio­na­ri

 

1.325 Chiun­que con vio­len­za o mi­nac­cia im­pe­di­sce a un’au­to­ri­tà, a un mem­bro di un’au­to­ri­tà o a un fun­zio­na­rio di com­pie­re un at­to che en­tra nel­le lo­ro at­tri­bu­zio­ni, op­pu­re li co­strin­ge a un ta­le at­to o men­tre lo adem­pio­no com­met­te con­tro di lo­ro vie di fat­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

So­no con­si­de­ra­ti fun­zio­na­ri an­che gli im­pie­ga­ti di im­pre­se ai sen­si del­la leg­ge fe­de­ra­le del 20 di­cem­bre 1957326 sul­le fer­ro­vie, del­la leg­ge del 20 mar­zo 2009327 sul tra­spor­to di viag­gia­to­ri, del­la leg­ge del 19 di­cem­bre 2008328 sul tra­spor­to di mer­ci, co­me pu­re gli im­pie­ga­ti del­le or­ga­niz­za­zio­ni in­ca­ri­ca­te ai sen­si del­la leg­ge fe­de­ra­le del 18 giu­gno 2010329 su­gli or­ga­ni di si­cu­rez­za del­le im­pre­se di tra­spor­to pub­bli­co e au­to­riz­za­te dall’Uf­fi­cio fe­de­ra­le dei tra­spor­ti.330

2. Se il rea­to è com­mes­so da un as­sem­bra­men­to di per­so­ne, chiun­que vi par­te­ci­pa è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

I com­par­te­ci­pi che han­no com­mes­so at­ti di vio­len­za con­tro le per­so­ne o le co­se, so­no pu­ni­ti con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re.331

325Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 5 del­la LF del 20 mar. 2009 sul­la Ri­for­ma del­le fer­ro­vie 2, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2009 55975629; FF 2183, 2007 2457).

326 RS 742.101

327 RS 745.1

328 [RU 2009 5597n. II 23, 6019; 2012 5619n. I 5; 2013 1603art. uni­co cpv. 1 lett. a. RU 2016 1845all. n. I 1 ]. Ve­di ora la L del 25 set. 2015 (RS 742.41).

329 RS 745.2

330 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 11 cpv. 2 del­la LF del 18 giu. 2010 su­gli or­ga­ni di si­cu­rez­za del­le im­pre­se di tra­spor­to pub­bli­co, in vi­go­re dal 1° ott. 2011 (RU 2011 3961; FF 2010 793817).

331 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 286332

Im­pe­di­men­to di at­ti dell’au­to­ri­tà

 

Chiun­que im­pe­di­sce a un’au­to­ri­tà, a un mem­bro di un’au­to­ri­tà o a un fun­zio­na­rio di com­pie­re un at­to che en­tra nel­le lo­ro at­tri­bu­zio­ni, è pu­ni­to con una pe­na pe­cu­nia­ria si­no a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re.

So­no con­si­de­ra­ti fun­zio­na­ri an­che gli im­pie­ga­ti di im­pre­se ai sen­si del­la leg­ge fe­de­ra­le del 20 di­cem­bre 1957333 sul­le fer­ro­vie, del­la leg­ge del 20 mar­zo 2009334 sul tra­spor­to di viag­gia­to­ri, del­la leg­ge del 19 di­cem­bre 2008335 sul tra­spor­to di mer­ci, co­me pu­re gli im­pie­ga­ti del­le or­ga­niz­za­zio­ni in­ca­ri­ca­te ai sen­si del­la leg­ge fe­de­ra­le del 18 giu­gno 2010336 su­gli or­ga­ni di si­cu­rez­za del­le im­pre­se di tra­spor­to pub­bli­co e au­to­riz­za­te dall’Uf­fi­cio fe­de­ra­le dei tra­spor­ti. 337

332Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 5 del­la LF del 20 mar. 2009 sul­la Ri­for­ma del­le fer­ro­vie 2, in vi­go­re dal 1° gen. 2010 (RU 2009 5597; FF 2005 2183, 2007 2457).

333 RS 742.101

334 RS 745.1

335 [RU 2009 5597n. II 23, 6019; 2012 5619n. I 5; 2013 1603art. uni­co cpv. 1 lett. a. RU 2016 1845all. n. I 1 ]. Ve­di ora la L del 25 set. 2015 (RS 742.41).

336 RS 745.2

337 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 11 cpv. 2 del­la LF del 18 giu. 2010 su­gli or­ga­ni di si­cu­rez­za del­le im­pre­se di tra­spor­to pub­bli­co, in vi­go­re dal 1° ott. 2011 (RU 2011 3961; FF 2010 793817).

Art. 287

Usur­pa­zio­ne di fun­zio­ni

 

Chiun­que per un fi­ne il­le­ci­to si ar­ro­ga l’eser­ci­zio di una pub­bli­ca fun­zio­ne od il po­te­re di da­re or­di­ni mi­li­ta­ri, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 288338

 

338 Abro­ga­to dal n. I 1 del­la LF del 22 dic. 1999 (Re­vi­sio­ne del­le di­spo­si­zio­ni pe­na­li in ma­te­ria di cor­ru­zio­ne), con ef­fet­to dal 1° mag. 2000 (RU 2000 1121; FF 19994721).

Art. 289

Sot­tra­zio­ne di co­se re­qui­si­te o se­que­stra­te

 

Chiun­que sot­trae co­se re­qui­si­te o se­que­stra­te dall’au­to­ri­tà, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 290

Rot­tu­ra di si­gil­li

 

Chiun­que rom­pe, ri­muo­ve o ren­de inef­fi­ca­ce un se­gno uf­fi­cia­le in mo­do par­ti­co­la­re un si­gil­lo uf­fi­cia­le ap­po­sto dall’au­to­ri­tà per rin­chiu­de­re od iden­ti­fi­ca­re una co­sa, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 291

Vio­la­zio­ne del ban­do

 

1 Chiun­que con­trav­vie­ne ad un de­cre­to d’espul­sio­ne dal ter­ri­to­rio del­la Con­fe­de­ra­zio­ne o d’un Can­to­ne, ema­na­to da un’au­to­ri­tà com­pe­ten­te, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 La du­ra­ta di que­sta pe­na non è com­pu­ta­ta in quel­la del ban­do.


Art. 292

Di­sob­be­dien­za a de­ci­sio­ni dell’au­to­ri­tà

 

Chiun­que non ot­tem­pe­ra ad una de­ci­sio­ne a lui in­ti­ma­ta da una au­to­ri­tà com­pe­ten­te o da un fun­zio­na­rio com­pe­ten­te sot­to com­mi­na­to­ria del­la pe­na pre­vi­sta nel pre­sen­te ar­ti­co­lo, è pu­ni­to con la mul­ta.

Art. 293

Pub­bli­ca­zio­ne di de­li­be­ra­zio­ni uf­fi­cia­li se­gre­te

 

1 Chiun­que ren­de pub­bli­ci in tut­to o in par­te at­ti, istrut­to­rie o de­li­be­ra­zio­ni di un’au­to­ri­tà, di­chia­ra­ti se­gre­ti in vir­tù di una leg­ge o di una de­ci­sio­ne pre­sa dall’au­to­ri­tà con­for­me­men­te al­la leg­ge, è pu­ni­to con la mul­ta.339

2 La com­pli­ci­tà è pu­ni­bi­le.

3 L’at­to non è pu­ni­bi­le se nes­sun in­te­res­se pub­bli­co o pri­va­to pre­pon­de­ran­te si op­po­ne­va al­la pub­bli­ca­zio­ne.340

339 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 giu. 2017 (Pub­bli­ca­zio­ne di de­li­be­ra­zio­ni uf­fi­cia­li se­gre­te), in vi­go­re dal 1° mar. 2018 (RU 2018 567; FF 2016 65796813).

340In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 10 ott. 1997 (RU 1998 1852; FF 1996IV 449). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 16 giu. 2017 (Pub­bli­ca­zio­ne di de­li­be­ra­zio­ni uf­fi­cia­li se­gre­te), in vi­go­re dal 1° mar. 2018 (RU 2018 567; FF 2016 65796813).

Art. 294341

Vio­la­zio­ne del­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o del di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te

 

1 Chiun­que eser­ci­ta unʼat­ti­vi­tà il cui eser­ci­zio gli è sta­to in­ter­det­to con­for­me­men­te al­lʼar­ti­co­lo 67, al­lʼar­ti­co­lo 50 del Co­di­ce pe­na­le mi­li­ta­re del 13 giu­gno 1927342 (CPM) o al­lʼar­ti­co­lo 16a DP­Min343, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no ad un an­no o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Chiun­que si met­te in con­tat­to con una o più per­so­ne de­ter­mi­na­te o con i mem­bri di un grup­po de­ter­mi­na­to, vi si av­vi­ci­na o si trat­tie­ne in de­ter­mi­na­ti luo­ghi seb­be­ne un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te ai sen­si del­lʼar­ti­co­lo 67b, del­lʼar­ti­co­lo 50b CPM o del­lʼar­ti­co­lo 16a DP­Min glie­lo vie­ti, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no ad un an­no o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

341 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

342 RS 321.0

343 RS 311.1

Art. 295344

Vio­la­zio­ne del­lʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e del­le nor­me di con­dot­ta

 

Chiun­que si sot­trae al­lʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta im­par­ti­te dal giu­di­ce o dal­lʼau­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne è pu­ni­to con la mul­ta.

344 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Titolo sedicesimo: Dei crimini o dei delitti che compromettono le relazioni con gli Stati esteri

Art. 296345

Ol­trag­gio ad uno Sta­to este­ro

 

Chiun­que pub­bli­ca­men­te of­fen­de uno Sta­to este­ro nel­la per­so­na del suo ca­po, nel suo Go­ver­no ov­ve­ro nel­la per­so­na di uno dei suoi agen­ti di­plo­ma­ti­ci o di uno dei suoi de­le­ga­ti uf­fi­cia­li a una con­fe­ren­za di­plo­ma­ti­ca riu­ni­ta nel­la Sviz­ze­ra o di uno dei suoi rap­pre­sen­tan­ti uf­fi­cia­li pres­so un’isti­tu­zio­ne in­ter­na­zio­na­le o una sua or­ga­niz­za­zio­ne con se­de o riu­ni­ta nel­la Sviz­ze­ra, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

345Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 116; FF 1949 613).

Art. 297346

Ol­trag­gi a isti­tu­zio­ni in­ter­na­zio­na­li

 

Chiun­que pub­bli­ca­men­te of­fen­de un’isti­tu­zio­ne in­ter­na­zio­na­le o una sua or­ga­niz­za­zio­ne con se­de o riu­ni­ta in Sviz­ze­ra nel­la per­so­na di uno dei suoi rap­pre­sen­tan­ti uf­fi­cia­li è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

346Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 116; FF 1949 613).

Art. 298

Of­fe­se agli em­ble­mi di uno Sta­to este­ro

 

Chiun­que per ma­le­vo­len­za ri­muo­ve, dan­neg­gia o con at­ti ol­trag­gia gli em­ble­mi di so­vra­ni­tà di uno Sta­to este­ro espo­sti pub­bli­ca­men­te dal rap­pre­sen­tan­te ri­co­no­sciu­to di que­sto Sta­to, in mo­do par­ti­co­la­re lo stem­ma o la ban­die­ra, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 299

Vio­la­zio­ne del­la so­vra­ni­tà ter­ri­to­ria­le di uno Sta­to este­ro

 

1. Chiun­que vio­la la so­vra­ni­tà ter­ri­to­ria­le di uno Sta­to este­ro, in mo­do par­ti­co­la­re com­pien­do il­le­ci­ta­men­te at­ti uf­fi­cia­li nel ter­ri­to­rio di es­so,

chiun­que pe­ne­tra nel ter­ri­to­rio di uno Sta­to este­ro con­tra­ria­men­te al di­rit­to del­le gen­ti,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Chiun­que, dal ter­ri­to­rio del­la Sviz­ze­ra, ten­ta di per­tur­ba­re con vio­len­za l’or­di­ne po­li­ti­co di uno Sta­to este­ro, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 300

At­ti di osti­li­tà con­tro un bel­li­ge­ran­te o con­tro trup­pe stra­nie­re

 

Chiun­que, dal ter­ri­to­rio neu­tra­le del­la Sviz­ze­ra, in­tra­pren­de o fa­vo­ri­sce at­ti di osti­li­tà con­tro un bel­li­ge­ran­te,

chiun­que in­tra­pren­de at­ti di osti­li­tà con­tro le trup­pe stra­nie­re am­mes­se nel­la Sviz­ze­ra,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va o pe­cu­nia­ria.

Art. 301

Spio­nag­gio in dan­no di Sta­ti este­ri

 

1. Chiun­que, nel ter­ri­to­rio del­la Sviz­ze­ra, rac­co­glie in­for­ma­zio­ni mi­li­ta­ri per con­to di uno Sta­to este­ro in dan­no di un al­tro Sta­to este­ro, ov­ve­ro or­ga­niz­za un ser­vi­zio sif­fat­to,

chiun­que ar­ruo­la per­so­ne per ser­vi­zi sif­fat­ti o li fa­vo­ri­sce, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. La cor­ri­spon­den­za ed il ma­te­ria­le so­no con­fi­sca­ti.

Art. 302347

Pro­ce­di­men­to

 

1 I cri­mi­ni e i de­lit­ti pre­vi­sti nel pre­sen­te ti­to­lo non so­no per­se­gui­ti che su ri­so­lu­zio­ne del Con­si­glio fe­de­ra­le.

2 Il Con­si­glio fe­de­ra­le non or­di­na il pro­ce­di­men­to che a ri­chie­sta del Go­ver­no del­lo Sta­to este­ro nei ca­si pre­vi­sti nell’ar­ti­co­lo 296 e a ri­chie­sta di un or­ga­no dell’isti­tu­zio­ne in­ter­na­zio­na­le nei ca­si pre­vi­sti nell’ar­ti­co­lo 297. In tem­pi di ser­vi­zio at­ti­vo, es­so può or­di­na­re il pro­ce­di­men­to an­che sen­za sif­fat­ta do­man­da.

3 Nei ca­si pre­vi­sti ne­gli ar­ti­co­li 296 e 297 l’azio­ne pe­na­le si pre­scri­ve in due an­ni.348

347Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 116; FF 1949 613).

348 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 22 mar. 2002 (Pre­scri­zio­ne dell’azio­ne pe­na­le), in vi­go­re dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2986; FF 200224161513).

Titolo diciassettesimo: Dei crimini o dei delitti contro l’amministrazione della giustizia

Art. 303

De­nun­cia men­da­ce

 

1. Chiun­que de­nun­cia all’au­to­ri­tà co­me col­pe­vo­le di un cri­mi­ne o di un de­lit­to una per­so­na che egli sa in­no­cen­te, per pro­vo­ca­re con­tro di es­sa un pro­ce­di­men­to pe­na­le,

chiun­que in al­tro mo­do or­di­sce me­ne sub­do­le per pro­vo­ca­re un pro­ce­di­men­to pe­na­le con­tro una per­so­na che egli sa in­no­cen­te,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va o pe­cu­nia­ria.

2. Se la de­nun­cia men­da­ce con­cer­ne una con­trav­ven­zio­ne, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 304

Svia­men­to del­la giu­sti­zia

 

1. Chiun­que fa all’au­to­ri­tà una fal­sa de­nun­cia per un at­to pu­ni­bi­le, che egli sa non com­mes­so,

chiun­que fal­sa­men­te in­col­pa, pres­so l’au­to­ri­tà, sé me­de­si­mo di un at­to pu­ni­bi­le,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Nei ca­si di esi­gua gra­vi­tà il giu­di­ce può pre­scin­de­re da ogni pe­na.

Art. 305

Fa­vo­reg­gia­men­to

 

1 Chiun­que sot­trae una per­so­na ad at­ti di pro­ce­di­men­to pe­na­le o all’ese­cu­zio­ne di una pe­na o di una del­le mi­su­re pre­vi­ste ne­gli ar­ti­co­li 59–61, 63 e 64, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.349

1bis È pa­ri­men­ti pu­ni­bi­le chi sot­trae ad at­ti di pro­ce­di­men­to pe­na­le este­ri od al­la ese­cu­zio­ne all’este­ro di una pe­na de­ten­ti­va o di una mi­su­ra ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 59–61, 63 o 64 una per­so­na per­se­gui­ta o con­dan­na­ta all’este­ro per un cri­mi­ne men­zio­na­to nell’ar­ti­co­lo 101.350

2 Se fra il col­pe­vo­le e la per­so­na fa­vo­reg­gia­ta esi­sto­no re­la­zio­ni co­sì stret­te da ren­de­re scu­sa­bi­le la sua con­dot­ta, il giu­di­ce può pre­scin­de­re da ogni pe­na.

349Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

350In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 9 ott. 1981 (RU 1982 15301534; FF 1980 I 1032). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 305bis351

Ri­ci­clag­gio di de­na­ro

 

1.Chiun­que com­pie un at­to su­scet­ti­bi­le di va­ni­fi­ca­re l’ac­cer­ta­men­to dell’ori­gi­ne, il ri­tro­va­men­to o la con­fi­sca di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li sa­pen­do o do­ven­do pre­su­me­re che pro­ven­go­no da un cri­mi­ne o da un de­lit­to fi­sca­le qua­li­fi­ca­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.352

1bis. So­no con­si­de­ra­ti de­lit­to fi­sca­le qua­li­fi­ca­to i rea­ti di cui all’ar­ti­co­lo 186 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 14 di­cem­bre 1990353 sull’im­po­sta fe­de­ra­le di­ret­ta e all’ar­ti­co­lo 59 ca­po­ver­so 1 pri­mo com­ma del­la leg­ge fe­de­ra­le del 14 di­cem­bre 1990354 sull’ar­mo­niz­za­zio­ne del­le im­po­ste di­ret­te dei Can­to­ni e dei Co­mu­ni, se le im­po­ste sot­trat­te am­mon­ta­no a ol­tre 300 000 fran­chi per pe­rio­do fi­sca­le.355

2. Nei ca­si gra­vi, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria si­no a 500 ali­quo­te gior­na­lie­re.356

Vi è ca­so gra­ve se­gna­ta­men­te se l’au­to­re:

a.357
agi­sce co­me mem­bro di un’or­ga­niz­za­zio­ne cri­mi­na­le o ter­ro­ri­sti­ca (art. 260ter);
b.
agi­sce co­me mem­bro di una ban­da co­sti­tui­ta­si per eser­ci­ta­re si­ste­ma­ti­ca­men­te il ri­ci­clag­gio;
c.
rea­liz­za una gros­sa ci­fra d’af­fa­ri o un gua­da­gno con­si­de­re­vo­le fa­cen­do me­stie­re del ri­ci­clag­gio.

3. L’au­to­re è pu­ni­bi­le an­che se l’at­to prin­ci­pa­le è sta­to com­mes­so all’este­ro, pur­ché co­sti­tui­sca rea­to an­che nel luo­go in cui è sta­to com­piu­to.

351In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 23 mar. 1990, in vi­go­re dal 1° ago. 1990 (RU 1990 1077; FF 1989 II 837).

352 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 4 del­la LF del 12 dic. 2014 con­cer­nen­te l’at­tua­zio­ne del­le Rac­co­man­da­zio­ni del Grup­po d’azio­ne fi­nan­zia­ria ri­ve­du­te nel 2012, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 1389; FF 2014 563).

353 RS 642.11

354 RS 642.14

355 In­tro­dot­to dal n. I 4 del­la LF del 12 dic. 2014 con­cer­nen­te l’at­tua­zio­ne del­le Rac­co­man­da­zio­ni del Grup­po d’azio­ne fi­nan­zia­ria ri­ve­du­te nel 2012, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 1389; FF 2014 563). Ve­di an­che le dis. trans. di det­ta mod. al­la fi­ne del pre­sen­te te­sto.

356 Nuo­vo te­sto dei per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

357 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 2 del DF del 25 set. 2020 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Con­ven­zio­ne del Con­si­glio d’Eu­ro­pa per la pre­ven­zio­ne del ter­ro­ri­smo e il re­la­ti­vo Pro­to­col­lo ad­di­zio­na­le e po­ten­zia il di­spo­si­ti­vo pe­na­le con­tro il ter­ro­ri­smo e la cri­mi­na­li­tà or­ga­niz­za­ta, in vi­go­re dal 1° lug. 2021 (RU 2021360; FF 2018 5439).

Art. 305ter359

Ca­ren­te di­li­gen­za in ope­ra­zio­ni fi­nan­zia­rie e di­rit­to di co­mu­ni­ca­zio­ne

 

1 Chiun­que, a ti­to­lo pro­fes­sio­na­le, ac­cet­ta, pren­de in cu­sto­dia, aiu­ta a col­lo­ca­re o a tra­sfe­ri­re va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li al­trui sen­za ac­cer­tar­si, con la di­li­gen­za ri­chie­sta dal­le cir­co­stan­ze, dell’iden­ti­tà dell’aven­te eco­no­mi­ca­men­te di­rit­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no ad un an­no o con una pe­na pe­cu­nia­ria.360

2 Le per­so­ne men­zio­na­te nel ca­po­ver­so 1 han­no il di­rit­to di co­mu­ni­ca­re all’Uf­fi­cio di co­mu­ni­ca­zio­ne in ma­te­ria di ri­ci­clag­gio di de­na­ro dell’Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia gli in­di­zi che per­met­to­no di so­spet­ta­re che va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li pro­ven­go­no da un cri­mi­ne o da un de­lit­to fi­sca­le qua­li­fi­ca­to ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 305bis nu­me­ro 1bis.361

359In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 23 mar. 1990, in vi­go­re dal 1° ago. 1990 (RU 1990 1077; FF 1989 II 837).

360 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

361In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 18 mar. 1994 (RU 1994 1614; FF 1993 III 193). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 4 del­la LF del 12 dic. 2014 con­cer­nen­te l’at­tua­zio­ne del­le Rac­co­man­da­zio­ni del Grup­po d’azio­ne fi­nan­zia­ria ri­ve­du­te nel 2012, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 1389; FF 2014 563).

Art. 306

Di­chia­ra­zio­ne fal­sa di una par­te in giu­di­zio

 

1 Chiun­que, do­po es­se­re sta­to av­ver­ti­to dal giu­di­ce dell’ob­bli­go di di­re la ve­ri­tà e del­le con­se­guen­ze pe­na­li in cui può in­cor­re­re, fa, co­me par­te in una cau­sa ci­vi­le, sui fat­ti del­la con­te­sta­zio­ne una fal­sa di­chia­ra­zio­ne che co­sti­tui­sce un mez­zo di pro­va, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Se il di­chia­ran­te ha pre­sta­to giu­ra­men­to o ha pro­mes­so so­len­ne­men­te di di­re la ve­ri­tà, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re.362

362 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 307

Fal­sa te­sti­mo­nian­za, fal­sa pe­ri­zia, fal­sa tra­du­zio­ne od in­ter­pre­ta­zio­ne

 

1 Chiun­que co­me te­sti­mo­nio, pe­ri­to, tra­dut­to­re od in­ter­pre­te in un pro­ce­di­men­to giu­di­zia­rio, fa sui fat­ti del­la cau­sa una fal­sa de­po­si­zio­ne, una fal­sa con­sta­ta­zio­ne o for­ni­sce una fal­sa pe­ri­zia o tra­du­ce fal­sa­men­te, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Se il di­chia­ran­te ha pre­sta­to giu­ra­men­to o ha pro­mes­so so­len­ne­men­te di di­re la ve­ri­tà, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va da sei me­si a cin­que an­ni.363

3 Se la fal­si­tà con­cer­ne fat­ti non in­fluen­ti sul­la de­ci­sio­ne del giu­di­ce, la pe­na è una pe­na pe­cu­nia­ria.364

363 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

364 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 308

At­te­nua­zio­ne di pe­ne

 

1 Se l’au­to­re d’un cri­mi­ne o d’un de­lit­to pre­vi­sto ne­gli ar­ti­co­li 303, 304, 306 e 307 ret­ti­fi­ca spon­ta­nea­men­te la sua fal­sa de­nun­cia o fal­sa di­chia­ra­zio­ne pri­ma che ne sia ri­sul­ta­to un pre­giu­di­zio dei di­rit­ti al­trui, il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na (art. 48a) o pre­scin­de­re da ogni pe­na.365

2 Se l’au­to­re d’un cri­mi­ne o d’un de­lit­to pre­vi­sto ne­gli ar­ti­co­li 306 e 307 ha fat­to una fal­sa di­chia­ra­zio­ne per­ché, ma­ni­fe­stan­do il ve­ro, avreb­be espo­sto a pro­ce­di­men­to pe­na­le sé me­de­si­mo o un pros­si­mo con­giun­to, il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na (art. 48a).366

365 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

366 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 309367

Cau­se am­mi­ni­stra­ti­ve e pro­ce­du­ra da­van­ti a tri­bu­na­li in­ter­na­zio­na­li

 

Gli ar­ti­co­li 306–308 si ap­pli­ca­no an­che:

a.
al­la pro­ce­du­ra da­van­ti ai tri­bu­na­li am­mi­ni­stra­ti­vi, da­van­ti agli ar­bi­tri e da­van­ti al­le au­to­ri­tà e ai fun­zio­na­ri dell’am­mi­ni­stra­zio­ne ai qua­li com­pe­te il di­rit­to di as­su­me­re te­sti­mo­ni;
b.
al­la pro­ce­du­ra da­van­ti ai tri­bu­na­li in­ter­na­zio­na­li la cui com­pe­ten­za è ri­co­no­sciu­ta co­me vin­co­lan­te dal­la Sviz­ze­ra.

367 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 1 del­la LF del 22 giu. 2001 (Rea­ti con­tro l’am­mi­ni­stra­zio­ne del­la giu­sti­zia com­mes­si da­van­ti a tri­bu­na­li in­ter­na­zio­na­li), in vi­go­re dal 1° lug. 2002 (RU 2002 1491; FF 2001 311).

Art. 310

Li­be­ra­zio­ne di de­te­nu­ti

 

1. Chiun­que, usan­do vio­len­za, mi­nac­cia od astu­zia, li­be­ra una per­so­na ar­re­sta­ta, de­te­nu­ta o col­lo­ca­ta in uno sta­bi­li­men­to per de­ci­sio­ne dell’au­to­ri­tà, o le pre­sta aiu­to nell’eva­sio­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Se il rea­to è com­mes­so da un as­sem­bra­men­to di per­so­ne, chiun­que vi par­te­ci­pa è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

I com­par­te­ci­pi, che han­no com­mes­so at­ti di vio­len­za con­tro le per­so­ne o le co­se, so­no pu­ni­ti con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re.368

368 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 311

Am­mu­ti­na­men­to di de­te­nu­ti

 

1. I de­te­nu­ti o le per­so­ne col­lo­ca­te in uno sta­bi­li­men­to per de­ci­sio­ne dell’au­to­ri­tà, che si as­sem­bra­no

per ag­gre­di­re di con­cer­to i fun­zio­na­ri del­lo sta­bi­li­men­to od al­tre per­so­ne in­ca­ri­ca­te del­la sor­ve­glian­za,

per co­strin­ge­re con vio­len­za o con mi­nac­cia di vio­len­za i fun­zio­na­ri del­lo sta­bi­li­men­to od al­tre per­so­ne in­ca­ri­ca­te del­la sor­ve­glian­za a fa­re o ad omet­te­re un at­to,

per eva­de­re vio­len­te­men­te,

so­no pu­ni­ti con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 30 ali­quo­te gior­na­lie­re.369

2. I com­par­te­ci­pi, che han­no com­mes­so at­ti di vio­len­za con­tro le per­so­ne o le co­se, so­no pu­ni­ti con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re.370

369 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

370 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Titolo diciottesimo: Dei reati contro i doveri d’ufficio e professionali

Art. 312

Abu­so di au­to­ri­tà

 

I mem­bri di una au­to­ri­tà od i fun­zio­na­ri, che abu­sa­no dei po­te­ri del­la lo­ro ca­ri­ca al fi­ne di pro­cu­ra­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to o di re­car dan­no ad al­tri, so­no pu­ni­ti con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 313

Con­cus­sio­ne

 

Il fun­zio­na­rio che per fi­ne di lu­cro ri­scuo­te tas­se, emo­lu­men­ti od in­den­ni­tà non do­vu­ti o ec­ce­den­ti la ta­rif­fa le­ga­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 314371

In­fe­del­tà nel­la ge­stio­ne pub­bli­ca

 

I mem­bri di un’au­to­ri­tà o i fun­zio­na­ri che, al fi­ne di pro­cu­ra­re a sè o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, re­ca­no dan­no in un ne­go­zio giu­ri­di­co agli in­te­res­si pub­bli­ci che es­si do­ve­va­no sal­va­guar­da­re, so­no pu­ni­ti con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va è cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.372

371Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1995 (RU 1994 2290; FF 1991 II 797).

372 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 315e316373

 

373 Abro­ga­ti dal n. I 1 del­la LF del 22 dic. 1999 (Re­vi­sio­ne del­le di­spo­si­zio­ni pe­na­li in ma­te­ria di cor­ru­zio­ne), con ef­fet­to dal 1° mag. 2000 (RU 2000 1121; FF 19994721).

Art. 317374

Fal­si­tà in at­ti for­ma­ti da pub­bli­ci uf­fi­cia­li o fun­zio­na­ri

 

1. I fun­zio­na­ri o i pub­bli­ci uf­fi­cia­li che in­ten­zio­nal­men­te for­ma­no un at­to fal­so od al­te­ra­no un at­to ve­ro, op­pu­re abu­sa­no dell’al­trui fir­ma au­ten­ti­ca o dell’al­trui se­gno a ma­no au­ten­ti­co per for­ma­re un at­to sup­po­si­ti­zio,

i fun­zio­na­ri o i pub­bli­ci uf­fi­cia­li che in­ten­zio­nal­men­te in un do­cu­men­to at­te­sta­no in mo­do con­tra­rio al­la ve­ri­tà un fat­to d’im­por­tan­za giu­ri­di­ca, in ispe­cie au­ten­ti­ca­no una fir­ma fal­sa o una co­pia non con­for­me all’ori­gi­na­le,

so­no pu­ni­ti con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. La pe­na è del­la mul­ta se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

374Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1995 (RU 1994 2290; FF 1991 II 797).

Art. 317bis375

At­ti non pu­ni­bi­li

 

1 Non è pu­ni­bi­le giu­sta gli ar­ti­co­li 251, 252, 255 e 317 co­lui che al­le­sti­sce, al­te­ra o uti­liz­za do­cu­men­ti at­ti a co­sti­tui­re o con­ser­va­re la sua iden­ti­tà fit­ti­zia, sem­pre che vi sia sta­to au­to­riz­za­to dal giu­di­ce nel­l’am­bi­to di un’in­chie­sta ma­sche­ra­ta, op­pu­re al­le­sti­sce, al­te­ra o uti­liz­za do­cu­men­ti at­ti a co­sti­tui­re o con­ser­va­re la sua co­per­tu­ra o iden­ti­tà fit­ti­zia in am­bi­to in­for­ma­ti­vo, sem­pre che vi sia sta­to au­to­riz­za­to dal Ser­vi­zio del­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve del­la Con­fe­de­ra­zio­ne (SIC) se­con­do l’ar­ti­co­lo 17 LAIn376 o dal ca­po del Di­par­ti­men­to fe­de­ra­le del­la di­fe­sa, del­la pro­te­zio­ne del­la po­po­la­zio­ne e del­lo sport se­con­do l’ar­ti­co­lo 18 LAIn.377

2 Non è pu­ni­bi­le giu­sta gli ar­ti­co­li 251, 252, 255 e 317 co­lui che al­le­sti­sce o al­te­ra do­cu­men­ti per co­per­tu­re o iden­ti­tà fit­ti­zie, sem­pre che vi sia sta­to au­to­riz­za­to ai fi­ni di un’in­chie­sta ma­sche­ra­ta o agi­sca su man­da­to dell’au­to­ri­tà com­pe­ten­te se­con­do l’ar­ti­co­lo 17 o 18 LAIn.378

3 Non è pu­ni­bi­le giu­sta gli ar­ti­co­li 251, 252, 255 e 317 co­lui che al­le­sti­sce, al­te­ra o uti­liz­za do­cu­men­ti con­for­me­men­te al­la leg­ge fe­de­ra­le del 23 di­cem­bre 2011379 sul­la pro­te­zio­ne ex­tra­pro­ces­sua­le dei te­sti­mo­ni.380

375In­tro­dot­to dall’art. 24 n. 1 del­la LF del 20 giu. 2003 sull’in­chie­sta ma­sche­ra­ta (RU 2004 1409; FF 1998 3319). Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 3 del­la LF del 23 dic. 2011, in vi­go­re dal 16 lug. 2012 (RU 2012 3745; FF 20074613, 2010 6923).

376 RS 121

377 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 2 del DF del 25 set. 2020 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Con­ven­zio­ne del Con­si­glio d’Eu­ro­pa per la pre­ven­zio­ne del ter­ro­ri­smo e il re­la­ti­vo Pro­to­col­lo ad­di­zio­na­le e po­ten­zia il di­spo­si­ti­vo pe­na­le con­tro il ter­ro­ri­smo e la cri­mi­na­li­tà or­ga­niz­za­ta, in vi­go­re dal 1° lug. 2021 (RU 2021360; FF 2018 5439).

378 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 5 del­la LF del 25 set. 2015 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve, in vi­go­re dal 1° set. 2017 (RU 2017 4095; FF 2014 1885).

379 RS 312.2

380 In­tro­dot­to dall’all. n. 3 del­la LF del 23 dic. 2011 sul­la pro­te­zio­ne ex­tra­pro­ces­sua­le dei te­sti­mo­ni, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2012 6715; FF 2011 1).

Art. 318

Fal­so cer­ti­fi­ca­to me­di­co

 

1. I me­di­ci, i den­ti­sti, i ve­te­ri­na­ri e le le­va­tri­ci che in­ten­zio­nal­men­te ri­la­scia­no un cer­ti­fi­ca­to con­tra­rio al­la ve­ri­tà, il qua­le sia de­sti­na­to ad es­se­re pro­dot­to all’au­to­ri­tà od a con­se­gui­re un in­de­bi­to pro­fit­to o sia at­to a le­de­re im­por­tan­ti e le­git­ti­mi in­te­res­si di ter­zi, so­no pu­ni­ti con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Se il col­pe­vo­le ave­va per ta­le at­to do­man­da­to, ac­cet­ta­to o si era fat­to pro­met­te­re una ri­com­pen­sa spe­cia­le, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. La pe­na è del­la mul­ta se il col­pe­vo­le ha agi­to per ne­gli­gen­za.

Art. 319

Aiu­to al­la eva­sio­ne di de­te­nu­ti

 

Il fun­zio­na­rio che pre­sta aiu­to al­la eva­sio­ne di un ar­re­sta­to, di un de­te­nu­to o di al­tra per­so­na col­lo­ca­ta in uno sta­bi­li­men­to per or­di­ne dell’au­to­ri­tà o che lo la­scia eva­de­re, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 320

Vio­la­zio­ne del se­gre­to d’uf­fi­cio

 

1. Chiun­que ri­ve­la un se­gre­to, che gli è con­fi­da­to nel­la sua qua­li­tà di mem­bro di una au­to­ri­tà o di fun­zio­na­rio o di cui ha no­ti­zia per la sua ca­ri­ca o fun­zio­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

La ri­ve­la­zio­ne del se­gre­to è pu­ni­bi­le an­che do­po la ces­sa­zio­ne del­la ca­ri­ca o del­la fun­zio­ne.

2. La ri­ve­la­zio­ne fat­ta col con­sen­so scrit­to dell’au­to­ri­tà su­pe­rio­re non è pu­ni­bi­le.

Art. 321

Vio­la­zio­ne del se­gre­to pro­fes­sio­na­le

 

1. Gli ec­cle­sia­sti­ci, gli av­vo­ca­ti, i di­fen­so­ri, i no­tai, i con­su­len­ti in bre­vet­ti, i re­vi­so­ri te­nu­ti al se­gre­to pro­fes­sio­na­le in vir­tù del Co­di­ce del­le ob­bli­ga­zio­ni381, i me­di­ci, i den­ti­sti, i chi­ro­pra­ti­ci, i far­ma­ci­sti, le le­va­tri­ci, gli psi­co­lo­gi, gli in­fer­mie­ri, i fi­sio­te­ra­pi­sti, gli er­go­te­ra­pi­sti, i die­ti­sti, gli op­to­me­tri­sti, gli osteo­pa­ti co­me pu­re gli au­si­lia­ri di que­sti pro­fes­sio­ni­sti che ri­ve­la­no se­gre­ti a lo­ro con­fi­da­ti in vir­tù del­la lo­ro pro­fes­sio­ne o di cui han­no avu­to no­ti­zia nell’eser­ci­zio del­la me­de­si­ma so­no pu­ni­ti, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.382

So­no pa­ri­men­te pu­ni­ti gli stu­den­ti che ri­ve­la­no un se­gre­to di cui han­no avu­to no­ti­zia nel cor­so dei lo­ro stu­di.

La ri­ve­la­zio­ne del se­gre­to è pu­ni­bi­le an­che do­po la ces­sa­zio­ne dell’eser­ci­zio del­la pro­fes­sio­ne o do­po la fi­ne de­gli stu­di.

2. La ri­ve­la­zio­ne non è pu­ni­bi­le, quan­do sia fat­ta col con­sen­so dell’in­te­res­sa­to o con l’au­to­riz­za­zio­ne scrit­ta da­ta, a ri­chie­sta di chi de­tie­ne il se­gre­to, dall’au­to­ri­tà su­pe­rio­re o dall’au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za.

3. Ri­man­go­no sal­ve le di­spo­si­zio­ni del­la le­gi­sla­zio­ne fe­de­ra­le e can­to­na­le sul di­rit­to di av­vi­sa­re un’au­to­ri­tà e di col­la­bo­ra­re con la stes­sa, sull’ob­bli­go di da­re in­for­ma­zio­ni a un’au­to­ri­tà e sull’ob­bli­go di te­sti­mo­nia­re in giu­di­zio.383

381 RS 220

382 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 1 del­la LF del 30 set. 2016 sul­le pro­fes­sio­ni sa­ni­ta­rie, in vi­go­re dal 1° feb. 2020 (RU 2020 57; FF 2015 7125).

383 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 1 del­la LF del 15 dic. 2017 (Pro­te­zio­ne dei mi­no­ren­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 2947; FF 2015 2751).

Art. 321bis384

Se­gre­to pro­fes­sio­na­le nel­la ri­cer­ca sull’es­se­re uma­no

 

1 Chiun­que ri­ve­la in mo­do il­le­ci­to un se­gre­to del qua­le ha avu­to no­ti­zia nel­l’eser­ci­zio del­la sua at­ti­vi­tà di ri­cer­ca sull’es­se­re uma­no ai sen­si del­la leg­ge del 30 set­tem­bre 2011385 sul­la ri­cer­ca uma­na, è pu­ni­to con­for­me­men­te all’ar­ti­co­lo 321.

2 Un se­gre­to pro­fes­sio­na­le può es­se­re tol­to per sco­pi di ri­cer­ca sul­le ma­lat­tie uma­ne e sul­la strut­tu­ra e la fun­zio­ne del cor­po uma­no se so­no adem­piu­te le con­di­zio­ni di cui all’ar­ti­co­lo 34 del­la leg­ge del 30 set­tem­bre 2011 sul­la ri­cer­ca uma­na e se la com­mis­sio­ne d’eti­ca com­pe­ten­te ne ha au­to­riz­za­to la di­vul­ga­zio­ne.

384In­tro­dot­to dall’all. n. 4 del­la LF del 19 giu. 1993 sul­la pro­te­zio­ne dei da­ti (RU 1993 1945; FF 1988 II 353). Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 30 set. 2011 sul­la ri­cer­ca uma­na, in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 2013 3215; FF 2009 6979).

385 RS 810.30

Art.321ter386

Vio­la­zio­ne del se­gre­to po­sta­le e del se­gre­to del­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni

 

1 Chiun­que, nel­la sua qua­li­tà di fun­zio­na­rio, im­pie­ga­to o au­si­lia­rio di un’or­ga­niz­za­zio­ne che for­ni­sce ser­vi­zi po­sta­li o del­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni, co­mu­ni­ca a ter­zi in­for­ma­zio­ni con­cer­nen­ti le re­la­zio­ni po­sta­li, il traf­fi­co dei pa­ga­men­ti o il traf­fi­co del­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni dei clien­ti, apre in­vii po­sta­li chiu­si o cer­ca di sco­prir­ne il con­te­nu­to, dà a ter­zi oc­ca­sio­ne di com­met­te­re si­mi­li rea­ti, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 È pa­ri­men­ti pu­ni­to chiun­que, per do­lo, in­du­ce a vio­la­re ta­le ob­bli­go una per­so­na te­nu­ta a con­ser­va­re il se­gre­to giu­sta il ca­po­ver­so 1.

3 La vio­la­zio­ne del se­gre­to po­sta­le e del se­gre­to del­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni ri­ma­ne pu­ni­bi­le an­che do­po la ces­sa­zio­ne del rap­por­to con­trat­tua­le.

4 La vio­la­zio­ne del se­gre­to po­sta­le e del se­gre­to del­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni non è pu­ni­bi­le quan­do è ri­chie­sta per sco­pri­re l’aven­te di­rit­to o per evi­ta­re dan­ni.

5 Ri­man­go­no sal­ve le di­spo­si­zio­ni dell’ar­ti­co­lo 179oc­ties e quel­le del­la le­gi­sla­zio­ne fe­de­ra­le e can­to­na­le sull’ob­bli­go di da­re in­for­ma­zio­ni all’au­to­ri­tà o di te­sti­mo­nia­re in giu­di­zio.

386 In­tro­dot­to dall’all. n. 2 del­la LF del 30 apr. 1997 sul­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni, in vi­go­re dal 1° gen. 1998 (RU 1997 2187; FF 1996 III 1297).

Art. 322387

Vio­la­zio­ne dell’ob­bli­go d’in­for­ma­re dei mass me­dia

 

1 Le im­pre­se dei mez­zi di co­mu­ni­ca­zio­ne so­cia­le so­no ob­bli­ga­te a ren­de­re no­te a ogni per­so­na, su do­man­da, sen­za in­du­gio e per scrit­to la pro­pria se­de non­ché l’iden­ti­tà del re­spon­sa­bi­le (art. 28 cpv. 2 e 3).388

2 Gior­na­li e ri­vi­ste de­vo­no inol­tre in­di­ca­re nell’im­pres­sum la se­de dell’im­pre­sa, le par­te­ci­pa­zio­ni ri­le­van­ti in al­tre im­pre­se non­ché il no­me del re­dat­to­re re­spon­sa­bi­le. Se un re­dat­to­re è re­spon­sa­bi­le sol­tan­to di una par­te del gior­na­le o del­la ri­vi­sta, de­ve es­se­re in­di­ca­to co­me ta­le. Per ogni par­te di ta­le gior­na­le o ri­vi­sta si de­ve in­di­ca­re un re­dat­to­re re­spon­sa­bi­le.

3 In ca­so di vio­la­zio­ne del­le pre­scri­zio­ni del pre­sen­te ar­ti­co­lo il di­ret­to­re dell’im­pre­sa è pu­ni­to con la mul­ta. Vi è vio­la­zio­ne an­che quan­do un’in­ter­po­sta per­so­na è in­di­ca­ta co­me re­spon­sa­bi­le del­la pub­bli­ca­zio­ne (art. 28 cpv. 2 e 3).389

387Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 10 ott. 1997, in vi­go­re dal 1° apr. 1998 (RU 1998 852; FF 1996IV 449).

388 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

389 Nuo­vo te­sto del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 322bis390

Man­ca­ta op­po­si­zio­ne a una pub­bli­ca­zio­ne pu­ni­bi­le

 

Chiun­que, in quan­to re­spon­sa­bi­le giu­sta l’ar­ti­co­lo 28 ca­po­ver­si 2 e 3391, in­ten­zio­nal­men­te non im­pe­di­sce una pub­bli­ca­zio­ne con la qua­le è com­mes­so un rea­to è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria. Se ha agi­to per ne­gli­gen­za, la pe­na è la mul­ta.

390In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 10 ott. 1997, in vi­go­re dal 1° apr. 1998 (RU 1998 852; FF 1996IV 449).

391 Nuo­va te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Titolo diciannovesimo: Della corruzione392

392 Introdotto dal n. I 1 della LF del 22 dic. 1999 (Revisione delle disposizioni penali in materia di corruzione), in vigore dal 1° mag. 2000 (RU 2000 1121; FF 19994721).

Art. 322ter

1. Cor­ru­zio­ne di pub­bli­ci uf­fi­cia­li sviz­ze­ri.

Cor­ru­zio­ne at­ti­va

 

Chiun­que of­fre, pro­met­te o pro­cu­ra un in­de­bi­to van­tag­gio a un mem­bro di un’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria o di un’al­tra au­to­ri­tà, a un fun­zio­na­rio, a un pe­ri­to, tra­dut­to­re o in­ter­pre­te de­le­ga­to dall’au­to­ri­tà, a un ar­bi­tro o a un mi­li­ta­re, a fa­vo­re di lui o di ter­zi, per in­dur­lo a com­met­te­re un at­to o un’omis­sio­ne in re­la­zio­ne con la sua at­ti­vi­tà uf­fi­cia­le e con­tra­stan­te coi do­ve­ri d’uf­fi­cio o sot­to­stan­te al suo po­te­re d’ap­prez­za­men­to,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 322quater

Cor­ru­zio­ne pas­si­va

 

Chiun­que, in qua­li­tà di mem­bro di un’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria o di un’al­tra au­to­ri­tà, di fun­zio­na­rio, di pe­ri­to, tra­dut­to­re o in­ter­pre­te de­le­ga­to dall’au­to­ri­tà o di ar­bi­tro, do­man­da, si fa pro­met­te­re o ac­cet­ta un in­de­bi­to van­tag­gio, per sé o per ter­zi, per com­met­te­re un at­to o un’omis­sio­ne in re­la­zio­ne con la sua at­ti­vi­tà uf­fi­cia­le e con­tra­stan­te coi do­ve­ri d’uf­fi­cio o sot­to­stan­te al suo po­te­re d’ap­prez­za­men­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 322quinquies393

Con­ces­sio­ne di van­tag­gi

 

Chiun­que of­fre, pro­met­te o pro­cu­ra un in­de­bi­to van­tag­gio a un mem­bro di un’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria o di un’al­tra au­to­ri­tà, a un fun­zio­na­rio, a un pe­ri­to, tra­dut­to­re o in­ter­pre­te de­le­ga­to dall’au­to­ri­tà, a un ar­bi­tro o a un mi­li­ta­re, a fa­vo­re di lui o di ter­zi, in con­si­de­ra­zio­ne dell’esple­ta­men­to del­la sua at­ti­vi­tà uf­fi­cia­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

393 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 25 set. 2015 (Di­spo­si­zio­ni pe­na­li sul­la cor­ru­zio­ne), in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 2016 1287; FF 2014 3099).

Art. 322sexies394

Ac­cet­ta­zio­ne di van­tag­gi

 

Chiun­que, in qua­li­tà di mem­bro di un’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria o di un’al­tra au­to­ri­tà, di fun­zio­na­rio, di pe­ri­to, tra­dut­to­re o in­ter­pre­te de­le­ga­to dall’au­to­ri­tà o di ar­bi­tro, do­man­da, si fa pro­met­te­re o ac­cet­ta un in­de­bi­to van­tag­gio, per sé o per ter­zi, in con­si­de­ra­zio­ne dell’esple­ta­men­to del­la sua at­ti­vi­tà uf­fi­cia­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

394 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 25 set. 2015 (Di­spo­si­zio­ni pe­na­li sul­la cor­ru­zio­ne), in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 2016 1287; FF 2014 3099).

Art. 322septies

2. Cor­ru­zio­ne di pub­bli­ci uf­fi­cia­li stra­nie­ri

 

Chiun­que of­fre, pro­met­te o pro­cu­ra un in­de­bi­to van­tag­gio a un mem­bro di un’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria o di un’al­tra au­to­ri­tà, a un fun­zio­na­rio, a un pe­ri­to, tra­dut­to­re o in­ter­pre­te de­le­ga­to dall’au­to­ri­tà, a un ar­bi­tro o a un mi­li­ta­re di un Pae­se stra­nie­ro o di un’or­ga­niz­za­zio­ne in­ter­na­zio­na­le, a fa­vo­re di lui o di ter­zi, per in­dur­lo a com­met­te­re un at­to o un’omis­sio­ne in re­la­zio­ne con la sua at­ti­vi­tà uf­fi­cia­le e con­tra­stan­te coi do­ve­ri d’uf­fi­cio o sot­to­stan­te al suo po­te­re d’ap­prez­za­men­to,

chiun­que in qua­li­tà di mem­bro di un’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria o di un’al­tra au­to­ri­tà, di fun­zio­na­rio, di pe­ri­to, tra­dut­to­re o in­ter­pre­te de­le­ga­to dal­l’au­to­ri­tà, di ar­bi­tro o di mi­li­ta­re di un Pae­se stra­nie­ro o di un’or­ga­niz­za­zio­ne in­ter­na­zio­na­le do­man­da, si fa pro­met­te­re o ac­cet­ta, per sé o per ter­zi, un in­de­bi­to van­tag­gio per com­met­te­re un at­to o un’omis­sio­ne in re­la­zio­ne con la sua at­ti­vi­tà uf­fi­cia­le e con­tra­stan­te coi do­ve­ri d’uf­fi­cio o sot­to­stan­te al suo po­te­re d’ap­prez­za­men­to,395

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.396

395 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 2 n. 2 del DF del 7 ott. 2005 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Conv. pe­na­le del Con­si­glio d’Eu­ro­pa sul­la cor­ru­zio­ne e il re­la­ti­vo Prot. agg., in vi­go­re dal 1° lug. 2006 (RU 2006 2371; FF 2004 6189).

396 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 2 n. 2 del DF del 7 ott. 2005 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Conv. pe­na­le del Con­si­glio d’Eu­ro­pa sul­la cor­ru­zio­ne e il re­la­ti­vo Prot. agg., in vi­go­re dal 1° lug. 2006 (RU 2006 2371; FF 2004 6189).

Art. 322octies397

3. Cor­ru­zio­ne di pri­va­ti

Cor­ru­zio­ne at­ti­va

 

1 Chiun­que of­fre, pro­met­te o pro­cu­ra un in­de­bi­to van­tag­gio a un la­vo­ra­to­re, a un so­cio, a un man­da­ta­rio o a un al­tro au­si­lia­rio di un ter­zo nel set­to­re pri­va­to, a fa­vo­re di lui o di ter­zi, per in­dur­lo a com­met­te­re un at­to o un’omis­sio­ne in re­la­zio­ne con la sua at­ti­vi­tà di ser­vi­zio o d’af­fa­ri e con­tra­stan­te coi do­ve­ri d’uf­fi­cio o sot­to­stan­te al suo po­te­re d’ap­prez­za­men­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Nei ca­si po­co gra­vi il rea­to è pu­ni­to sol­tan­to a que­re­la di par­te.

397 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 25 set. 2015 (Di­spo­si­zio­ni pe­na­li sul­la cor­ru­zio­ne), in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 2016 1287; FF 2014 3099).

Art. 322novies398

Cor­ru­zio­ne pas­si­va

 

1 Chiun­que, in qua­li­tà di la­vo­ra­to­re, so­cio, man­da­ta­rio o al­tro au­si­lia­rio di un ter­zo nel set­to­re pri­va­to do­man­da, si fa pro­met­te­re o ac­cet­ta un in­de­bi­to van­tag­gio, per sé o per ter­zi, per com­met­te­re un at­to o un’omis­sio­ne in re­la­zio­ne con la sua at­ti­vi­tà di ser­vi­zio o d’af­fa­ri e con­tra­stan­te coi do­ve­ri d’uf­fi­cio o sot­to­stan­te al suo po­te­re d’ap­prez­za­men­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2 Nei ca­si po­co gra­vi il rea­to è pu­ni­to sol­tan­to a que­re­la di par­te.

398 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 25 set. 2015 (Di­spo­si­zio­ni pe­na­li sul­la cor­ru­zio­ne), in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 2016 1287; FF 2014 3099).

Art. 322decies399

4. Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni

 

1 Non so­no in­de­bi­ti van­tag­gi:

a.
i van­tag­gi am­mes­si dal­le nor­me in ma­te­ria di rap­por­ti di ser­vi­zio o ac­cet­ta­ti con­trat­tual­men­te dal ter­zo;
b.
i van­tag­gi di lie­ve en­ti­tà, usua­li nel­le re­la­zio­ni so­cia­li.

2 So­no equi­pa­ra­ti a pub­bli­ci uf­fi­cia­li i pri­va­ti che adem­pio­no com­pi­ti pub­bli­ci.

399 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 25 set. 2015 (Di­spo­si­zio­ni pe­na­li sul­la cor­ru­zio­ne), in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 2016 1287; FF 2014 3099).

Titolo ventesimo: Delle contravvenzioni a disposizioni del diritto federale400

400 Originariamente tit. diciannovesimo.

Art. 323401

Inos­ser­van­za da par­te del de­bi­to­re di nor­me del­la pro­ce­du­ra di ese­cu­zio­ne e fal­li­men­to

 

So­no pu­ni­ti con la mul­ta:

1.
il de­bi­to­re che, av­vi­sa­to nel­le for­me di leg­ge, non as­si­ste e non si fa rap­pre­sen­ta­re ad un pi­gno­ra­men­to o a una com­pi­la­zio­ne d’in­ven­ta­rio (art. 91 cpv. 1 n. 1, 163 cpv. 2, 345 cpv. 1402 LEF403);
2.
il de­bi­to­re che non in­di­ca, si­no a con­cor­ren­za di quan­to sia ne­ces­sa­rio per un suf­fi­cien­te pi­gno­ra­men­to o per l’ese­cu­zio­ne di un se­que­stro, tut­ti i suoi be­ni, com­pre­si quel­li che non so­no in suo pos­ses­so, co­me pu­re i suoi cre­di­ti e di­rit­ti ver­so ter­zi (art. 91 cpv. 1 n. 2, 275 LEF);
3.
il de­bi­to­re che, all’at­to del­la com­pi­la­zio­ne di un in­ven­ta­rio, non in­di­ca tut­ti i suoi be­ni, com­pre­si quel­li che non so­no in suo pos­ses­so, co­me pu­re i suoi cre­di­ti e di­rit­ti ver­so ter­zi (art. 163 cpv. 2, 345 cpv. 1404 LEF);
4.
il fal­li­to che non in­di­ca all’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti tut­ti i suoi be­ni e non li met­te a di­spo­si­zio­ne di es­so (art. 222 cpv. 1 LEF);
5.
il fal­li­to che, sen­za es­ser­ne sta­to espres­sa­men­te di­spen­sa­to, non sta a di­spo­si­zio­ne dell’am­mi­ni­stra­zio­ne du­ran­te la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to (art. 229 cpv. 1 LEF).

401Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 8 del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

402 Ora: l’art. 341 cpv. 1

403RS 281.1

404 Ora: l’art. 341 cpv. 1

Art. 324405

Inos­ser­van­za da par­te di ter­zi di nor­me del­la pro­ce­du­ra di ese­cu­zio­ne e fal­li­men­to e del­la pro­ce­du­ra con­cor­da­ta­ria

 

So­no pu­ni­ti con la mul­ta:

1.
la per­so­na adul­ta che, es­sen­do con­vis­su­ta col fal­li­to, mor­to o la­ti­tan­te, non in­di­ca all’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti tut­ti i be­ni del de­bi­to­re e non li met­te a di­spo­si­zio­ne di es­so (art. 222 cpv. 2 LEF406);
2.
chi non no­ti­fi­ca i suoi de­bi­ti ver­so il fal­li­to en­tro il ter­mi­ne per le no­ti­fi­ca­zio­ni (art. 232 cpv. 2 n. 3 LEF);
3.
chi non met­te a di­spo­si­zio­ne dell’uf­fi­cio dei fal­li­men­ti, en­tro il ter­mi­ne per le no­ti­fi­ca­zio­ni, gli og­get­ti del fal­li­to che egli de­tie­ne a ti­to­lo di pe­gno o per al­tro ti­to­lo (art. 232 cpv. 2 n. 4 LEF);
4.
chi, sca­du­to il ter­mi­ne di rea­liz­za­zio­ne, non con­se­gna ai li­qui­da­to­ri og­get­ti del fal­li­to che de­tie­ne a ti­to­lo di cre­di­to­re pi­gno­ra­ti­zio (art. 324 cpv. 2 LEF);
5.
il ter­zo che non ot­tem­pe­ra al do­ve­re di in­for­ma­re e di met­te­re a di­spo­si­zio­ne giu­sta gli ar­ti­co­li 57aca­po­ver­so 1, 91 ca­po­ver­so 4, 163 ca­po­ver­so 2, 222 ca­po­ver­so 4 e 345 ca­po­ver­so 1407 del­la leg­ge fe­de­ra­le sul­la ese­cu­zio­ne e sul fal­li­men­to.

405Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 8 del­la LF del 16 dic. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1997 (RU 1995 1227; FF 1991 III 1).

406RS 281.1

407 Ora: l’art. 341 cpv. 1

Art. 325

Inos­ser­van­za del­le nor­me le­ga­li sul­la con­ta­bi­li­tà

 

Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te o per ne­gli­gen­za non ot­tem­pe­ra all’ob­bli­go im­po­sto dal­la leg­ge di te­ne­re re­go­lar­men­te i li­bri di com­mer­cio,

chiun­que in­ten­zio­nal­men­te o per ne­gli­gen­za non ot­tem­pe­ra all’ob­bli­go im­po­sto dal­la leg­ge di con­ser­va­re i li­bri di com­mer­cio, le let­te­re ed i te­le­gram­mi d’af­fa­ri,

è pu­ni­to con la mul­ta.

Art. 325bis408

Inos­ser­van­za del­le di­spo­si­zio­ni con­cer­nen­ti la re­la­zio­ne sui pa­ga­men­ti a fa­vo­re di en­ti sta­ta­li

 

È pu­ni­to con la mul­ta chiun­que in­ten­zio­nal­men­te:

a.
for­ni­sce fal­se in­di­ca­zio­ni nel­la re­la­zio­ne sui pa­ga­men­ti a fa­vo­re di en­ti sta­ta­li di cui all’ar­ti­co­lo 964d CO409 op­pu­re omet­te in tut­to o in par­te di pre­sen­ta­re ta­le re­la­zio­ne;
b.
vie­ne me­no all’ob­bli­go di te­ne­re e con­ser­va­re le re­la­zio­ni sui pa­ga­men­ti a fa­vo­re di en­ti sta­ta­li con­for­me­men­te all’ar­ti­co­lo 964hCO.

408 In­tro­dot­to dal n. III 2 del­la LF del 19 giu. 2020 (con­tro­pro­get­to in­di­ret­to all’ini­zia­ti­va po­po­la­re «Per im­pre­se re­spon­sa­bi­li – a tu­te­la dell’es­se­re uma­no e dell’am­bien­te»), in vi­go­re dal 1° gen. 2022 (RU 2021 846; FF 2017 325).

409 RS 220

Art. 325ter410

Inos­ser­van­za del­le di­spo­si­zio­ni con­cer­nen­ti al­tre re­la­zio­ni

 

1 È pu­ni­to con la mul­ta si­no a 100 000 fran­chi chiun­que in­ten­zio­nal­men­te:

a.
for­ni­sce fal­se in­di­ca­zio­ni nel­le re­la­zio­ni di cui agli ar­ti­co­li 964a, 964b o 964l CO411 op­pu­re omet­te di pre­sen­ta­re ta­li re­la­zio­ni;
b.
vie­ne me­no all’ob­bli­go le­ga­le di con­ser­va­re e do­cu­men­ta­re le re­la­zio­ni con­for­me­men­te agli ar­ti­co­li 964c e 964lCO.

2 Chi ha agi­to per ne­gli­gen­za è pu­ni­to con la mul­ta si­no a 50 000 fran­chi.

410 In­tro­dot­to dal n. III 2 del­la LF del 19 giu. 2020 (con­tro­pro­get­to in­di­ret­to all’ini­zia­ti­va po­po­la­re «Per im­pre­se re­spon­sa­bi­li – a tu­te­la dell’es­se­re uma­no e dell’am­bien­te»), in vi­go­re dal 1° gen. 2022 (RU 2021 846; FF 2017 325).

411 RS 220

Art. 325quater412

In­fra­zio­ni al­le di­spo­si­zio­ni sul­la pro­te­zio­ne dei con­dut­to­ri di lo­ca­li d’abi­ta­zio­ne e com­mer­cia­li

 

Chiun­que, mi­nac­cian­do svan­tag­gi, se­gna­ta­men­te lo scio­gli­men­to suc­ces­si­vo del rap­por­to di lo­ca­zio­ne, im­pe­di­sce o ten­ta di im­pe­di­re il con­dut­to­re a con­te­sta­re pi­gio­ni od al­tre pre­te­se del lo­ca­to­re,

chiun­que dà la di­sdet­ta al con­dut­to­re poi­ché que­sti tu­te­la o in­ten­de tu­te­la­re i di­rit­ti spet­tan­ti­gli in vir­tù del CO413,

chiun­que im­po­ne o ten­ta di im­por­re il­le­ci­ta­men­te pi­gio­ni o al­tre pre­te­se do­po il fal­li­men­to di un espe­ri­men­to di con­ci­lia­zio­ne o do­po una de­ci­sio­ne giu­di­zia­le,

è pu­ni­to, a que­re­la del con­dut­to­re, con la mul­ta.

412Ori­gi­na­rio art. 325bis. In­tro­dot­to dal n. II art. 4 del­la LF del 15 dic. 1989 che mo­di­fi­ca il CO (lo­ca­zio­ne e af­fit­to) (RU 1990 802; FF 1985 1202in fi­ne, di­sp. fin. tit. VIII e VIIIbis). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. III 2 del­la LF del 19 giu. 2020 (con­tro­pro­get­to in­di­ret­to all’ini­zia­ti­va po­po­la­re «Per im­pre­se re­spon­sa­bi­li – a tu­te­la dell’es­se­re uma­no e dell’am­bien­te»), in vi­go­re dal 1° gen. 2022 (RU 2021 846; FF 2017 325).

413 RS 220

Art. 326415

Per­so­ne giu­ri­di­che, so­cie­tà com­mer­cia­li e dit­te in­di­vi­dua­li

1. ...

 

415Abro­ga­to dal n. II 3 del­la LF del 13 dic. 2002, con ef­fet­to dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 326bis417

2. Nel ca­so dell’ar­ti­co­lo 325qua­ter

 

1 Se una del­le in­fra­zio­ni pre­vi­ste nell’ar­ti­co­lo 325qua­ter è com­mes­sa nel­la ge­stio­ne de­gli af­fa­ri di una per­so­na giu­ri­di­ca, di una so­cie­tà in no­me col­let­ti­vo o in ac­co­man­di­ta o di una dit­ta in­di­vi­dua­le418, o al­tri­men­ti nell’eser­ci­zio di in­com­ben­ze d’af­fa­ri o di ser­vi­zio per ter­ze per­so­ne, le di­spo­si­zio­ni pe­na­li si ap­pli­ca­no al­le per­so­ne fi­si­che che l’han­no com­mes­sa.419

2 Il pa­dro­ne d’azien­da o il da­to­re di la­vo­ro, il man­dan­te o la per­so­na rap­pre­sen­ta­ta che era a co­no­scen­za dell’in­fra­zio­ne o ne ha avu­to suc­ces­si­va­men­te no­ti­zia e, ben­ché ne aves­se la pos­si­bi­li­tà, non si è ado­pe­ra­to per im­pe­dir­la o per pa­ra­liz­zar­ne gli ef­fet­ti, è pu­ni­bi­le co­me l’au­to­re.

3 Se il pa­dro­ne d’azien­da o il da­to­re di la­vo­ro, il man­dan­te o la per­so­na rap­pre­sen­ta­ta è una per­so­na giu­ri­di­ca, una so­cie­tà in no­me col­let­ti­vo o in ac­co­man­di­ta, una dit­ta in­di­vi­dua­le420 o una co­mu­ni­tà di per­so­ne sen­za per­so­na­li­tà giu­ri­di­ca, il ca­po­ver­so 2 si ap­pli­ca agli or­ga­ni, ai mem­bri de­gli or­ga­ni, ai so­ci pre­po­sti al­la ge­stio­ne, al­le per­so­ne ef­fet­ti­va­men­te di­ri­gen­ti o ai li­qui­da­to­ri col­pe­vo­li.

417In­tro­dot­to dal n. II art. 4 del­la LF del 15 dic. 1989 che mo­di­fi­ca il CO (lo­ca­zio­ne e af­fit­to), in vi­go­re dal 1° lug. 1990 (RU 1990 802; FF 1985 1202in fi­ne, di­sp. fin. tit. VIII e VIIIbis).

418 Ora: im­pre­sa in­di­vi­dua­le.

419 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. III 2 del­la LF del 19 giu. 2020 (con­tro­pro­get­to in­di­ret­to all’ini­zia­ti­va po­po­la­re «Per im­pre­se re­spon­sa­bi­li – a tu­te­la dell’es­se­re uma­no e dell’am­bien­te»), in vi­go­re dal 1° gen. 2022 (RU 2021 846; FF 2017 325).

420 Ora: im­pre­sa in­di­vi­dua­le.

Art. 326ter421

Con­trav­ven­zio­ni al­le di­spo­si­zio­ni su dit­te e no­mi com­mer­cia­li

 

Chiun­que uti­liz­za per un sog­get­to giu­ri­di­co o una suc­cur­sa­le iscrit­ti nel re­gi­stro di com­mer­cio una de­no­mi­na­zio­ne non con­for­me a quel­la iscrit­ta a re­gi­stro e ta­le da in­dur­re in er­ro­re,

chiun­que uti­liz­za per un sog­get­to giu­ri­di­co o una suc­cur­sa­le non iscrit­ti nel re­gi­stro di com­mer­cio una de­no­mi­na­zio­ne fal­la­ce,

chiun­que su­sci­ta l’im­pres­sio­ne che un sog­get­to giu­ri­di­co stra­nie­ro non iscrit­to nel re­gi­stro di com­mer­cio ab­bia la se­de o una suc­cur­sa­le in Sviz­ze­ra,

è pu­ni­to con la mul­ta422.

421In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 17 giu. 1994 (RU 1994 2290; FF 1991 II 797). Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 5 del­la LF del 16 dic. 2006 (Di­rit­to del­la so­cie­tà a ga­ran­zia li­mi­ta­ta; ade­gua­men­to del di­rit­to del­la so­cie­tà ano­ni­ma, del­la so­cie­tà coo­pe­ra­ti­va, del re­gi­stro di com­mer­cio e del­le dit­te com­mer­cia­li), in vi­go­re dal 1° gen. 2008 (RU 2007 4791; FF 2002 2841, 2004 3545).

422 Ret­ti­fi­ca­to dal­la Com­mis­sio­ne di re­da­zio­ne dell’AF (art. 58 cpv. 2 LParl; RS 171.10).

Art. 326quater423

Fal­se in­for­ma­zio­ni da par­te di isti­tu­zio­ni di pre­vi­den­za a fa­vo­re del per­so­na­le

 

Chiun­que, te­nu­to le­gal­men­te nel­la sua qua­li­tà di or­ga­no di un isti­tu­to di pre­vi­den­za in fa­vo­re del per­so­na­le a in­for­ma­re i be­ne­fi­cia­ri e le au­to­ri­tà di sor­ve­glian­za, vio­la que­st’ob­bli­go o for­ni­sce in­for­ma­zio­ni in­ve­ri­tie­re, è pu­ni­to con la mul­ta.

423In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 17 giu. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1995 (RU 1994 2290; FF 1991 II 797).

Art. 327424

Vio­la­zio­ne dell’ob­bli­go di an­nun­cia­re l’aven­te eco­no­mi­ca­men­te di­rit­to al­le azio­ni o al­le quo­te so­cia­li

 

Chiun­que, in­ten­zio­nal­men­te, non ot­tem­pe­ra all’ob­bli­go di cui all’ar­ti­co­lo 697jca­po­ver­si 1–4 o all’ar­ti­co­lo 790a ca­po­ver­si 1–4 del Co­di­ce del­le ob­bli­ga­zio­ni (CO)425 di an­nun­cia­re l’aven­te eco­no­mi­ca­men­te di­rit­to al­le azio­ni o al­le quo­te so­cia­li, è pu­ni­to con la mul­ta.

424Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 2 del­la LF del 21 giu. 2019 che at­tua le rac­co­man­da­zio­ni del Fo­rum glo­ba­le sul­la tra­spa­ren­za e sul­lo scam­bio di in­for­ma­zio­ni a fi­ni fi­sca­li, in vi­go­re dal 1° nov. 2019 (RU 20193161; FF 2019 275).

425 RS 220

Art. 327a426

Vio­la­zio­ne de­gli ob­bli­ghi del di­rit­to so­cie­ta­rio sul­la te­nu­ta di elen­chi

 

Chiun­que, in­ten­zio­nal­men­te, non tie­ne con­for­me­men­te al­le pre­scri­zio­ni uno dei se­guen­ti elen­chi o vio­la gli ob­bli­ghi im­po­sti al ri­guar­do dal di­rit­to so­cie­ta­rio:

a.
nel ca­so di una so­cie­tà ano­ni­ma, il li­bro del­le azio­ni di cui all’ar­ti­co­lo 686 ca­po­ver­si 1–3 e 5 CO427 o l’elen­co de­gli aven­ti eco­no­mi­ca­men­te di­rit­to al­le azio­ni di cui all’ar­ti­co­lo 697l CO;
b.
nel ca­so di una so­cie­tà a ga­ran­zia li­mi­ta­ta, il li­bro del­le quo­te di cui all’ar­ti­co­lo 790 ca­po­ver­si 1–3 e 5 CO o l’elen­co de­gli aven­ti eco­no­mi­ca­men­te di­rit­to al­le quo­te so­cia­li di cui all’ar­ti­co­lo 790a ca­po­ver­so 5 CO in com­bi­na­to di­spo­sto con l’ar­ti­co­lo 697l CO;
c.
nel ca­so di una so­cie­tà coo­pe­ra­ti­va, l’elen­co dei so­ci di cui al­l’ar­ti­co­lo 837 ca­po­ver­si 1 e 2 CO;
d.
nel ca­so di una so­cie­tà di in­ve­sti­men­to a ca­pi­ta­le va­ria­bi­le (art. 36 del­la leg­ge del 23 giu­gno 2006428 su­gli in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi), il re­gi­stro del­le azio­ni d’im­pren­di­to­re o l’elen­co de­gli aven­ti eco­no­mi­ca­men­te di­rit­to al­le azio­ni de­gli azio­ni­sti im­pren­di­to­ri di cui all’ar­ti­co­lo 46 ca­po­ver­so 3 del­la leg­ge del 23 giu­gno 2006 su­gli in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi,

è pu­ni­to con la mul­ta.

426In­tro­dot­to dal n. I 2 del­la LF del 21 giu. 2019 che at­tua le rac­co­man­da­zio­ni del Fo­rum glo­ba­le sul­la tra­spa­ren­za e sul­lo scam­bio di in­for­ma­zio­ni a fi­ni fi­sca­li, in vi­go­re dal 1° nov. 2019 (RU 20193161; FF 2019 275).

427 RS 220

428 RS 951.31

Art. 328

Con­traf­fa­zio­ne di se­gni di va­lo­re po­sta­li sen­za fi­ne di fal­si­fi­ca­zio­ne

 

1. Chiun­que con­traf­fà se­gni di va­lo­re po­sta­li sviz­ze­ri od este­ri per met­ter­li in cir­co­la­zio­ne co­me imi­ta­zio­ni, sen­za ap­por­re a cia­scu­no di es­si un con­tras­se­gno che in­di­chi la con­traf­fa­zio­ne,

chiun­que im­por­ta, met­te in ven­di­ta od in cir­co­la­zio­ne ta­li con­traf­fa­zio­ni,

è pu­ni­to con la mul­ta.

2. Le con­traf­fa­zio­ni so­no con­fi­sca­te.429

429Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 5 ott. 1950, in vi­go­re dal 5 gen. 1951 (RU 1951 1; FF 1949 613).

Art. 329

Vio­la­zio­ne di se­gre­ti mi­li­ta­ri

 

1. Chiun­que in­de­bi­ta­men­te

pe­ne­tra in uno sta­bi­li­men­to od in al­tro luo­go, il cui ac­ces­so è proi­bi­to dall’au­to­ri­tà mi­li­ta­re,

pren­de di­se­gni di sta­bi­li­men­ti o di og­get­ti che in­te­res­sa­no la di­fe­sa na­zio­na­le op­pu­re ri­pro­du­ce o pub­bli­ca ta­li di­se­gni,

è pu­ni­to con la mul­ta.

2. Il ten­ta­ti­vo e la com­pli­ci­tà so­no pu­ni­bi­li.

Art. 330

Com­mer­cio di ma­te­ria­li se­que­stra­ti o re­qui­si­ti dall’eser­ci­to

 

Chiun­que in­de­bi­ta­men­te ven­de od ac­qui­sta, dà o ri­ce­ve in pe­gno, con­su­ma, fa scom­pa­ri­re, di­strug­ge o ren­de in­ser­vi­bi­li og­get­ti, che fu­ro­no se­que­stra­ti o re­qui­si­ti dall’Am­mi­ni­stra­zio­ne dell’eser­ci­to a sco­po di di­fe­sa na­zio­na­le, è pu­ni­to con la mul­ta.430

430 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 331

Uso in­de­bi­to del­la uni­for­me mi­li­ta­re

 

Chiun­que in­de­bi­ta­men­te por­ta l’uni­for­me dell’eser­ci­to sviz­ze­ro, è pu­ni­to con la mul­ta.431

431 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 332432

Omes­sa no­ti­fi­ca­zio­ne del rin­ve­ni­men­to di co­se smar­ri­te

 

Chiun­que non dà l’av­vi­so pre­scrit­to dall’ar­ti­co­lo 720 ca­po­ver­so 2, 720a e 725 ca­po­ver­so 1 del Co­di­ce ci­vi­le433 per una co­sa che ha tro­va­ta o che è ve­nu­ta in suo po­te­re, è pu­ni­to con la mul­ta.

432 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. III del­la LF del 4 ott. 2002 (Ar­ti­co­lo di prin­ci­pio su­gli ani­ma­li), in vi­go­re dal 1° apr. 2003 (RU 2003 463; FF 200237345207).

433 RS 210

Libro terzo: Dell’attuazione e dell’applicazione del Codice penale434

434 Nuovo testo giusta il n. III della LF del 13 dic. 2002, in vigore dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Titolo primo: Della relazione del presente Codice con altre leggi della Confederazione e con le leggi dei Cantoni

Art. 333

Ap­pli­ca­zio­ne del­la par­te ge­ne­ra­le ad al­tre leg­gi fe­de­ra­li

 

1 Le di­spo­si­zio­ni ge­ne­ra­li del pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca­no ai rea­ti pre­vi­sti da al­tre leg­gi fe­de­ra­li, in quan­to que­ste non con­ten­ga­no di­spo­si­zio­ni sul­la ma­te­ria.

2 Nel­le al­tre leg­gi fe­de­ra­li le se­guen­ti pe­ne so­no so­sti­tui­te co­me se­gue:

a.
la re­clu­sio­ne, con una pe­na de­ten­ti­va su­pe­rio­re a un an­no;
b.
la de­ten­zio­ne, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria;
c.
la de­ten­zio­ne in­fe­rio­re a sei me­si, con una pe­na pe­cu­nia­ria d’im­por­to pa­ri a tren­ta ali­quo­te gior­na­lie­re di 3000 fran­chi al mas­si­mo per un me­se di pe­na de­ten­ti­va.

3 Se la pe­na mas­si­ma com­mi­na­ta è l’ar­re­sto o la mul­ta o la so­la mul­ta, il rea­to si con­fi­gu­ra co­me con­trav­ven­zio­ne. So­no ap­pli­ca­bi­li gli ar­ti­co­li 106 e 107. È fat­to sal­vo l’ar­ti­co­lo 8 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 22 mar­zo 1974435 sul di­rit­to pe­na­le am­mi­ni­stra­ti­vo. È con­trav­ven­zio­ne an­che il rea­to per cui un’al­tra leg­ge fe­de­ra­le en­tra­ta in vi­go­re pri­ma del 1942 com­mi­na la de­ten­zio­ne non su­pe­rio­re a tre me­si.

4 Ri­man­go­no sal­vi i li­mi­ti di pe­na mi­ni­mi e mas­si­mi de­ro­gan­ti al ca­po­ver­so 2, non­ché l’ar­ti­co­lo 41 e gli im­por­ti del­la mul­ta de­ro­gan­ti all’ar­ti­co­lo 106.

5 Se un’al­tra leg­ge fe­de­ra­le com­mi­na la mul­ta per un cri­mi­ne o un de­lit­to, è ap­pli­ca­bi­le l’ar­ti­co­lo 34. Le nor­me di com­mi­su­ra­zio­ne de­ro­gan­ti all’ar­ti­co­lo 34 non so­no ap­pli­ca­bi­li. È fat­to sal­vo l’ar­ti­co­lo 8 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 22 mar­zo 1974 sul di­rit­to pe­na­le am­mi­ni­stra­ti­vo. Se è in­fe­rio­re a 1 080 000 fran­chi, l’im­por­to mas­si­mo del­la mul­ta com­mi­na­ta de­ca­de. Se è com­mi­na­ta una mul­ta di al­me­no 1 080 000 fran­chi, ta­le im­por­to mi­ni­mo è man­te­nu­to. In que­sto ca­so, il nu­me­ro mas­si­mo del­le ali­quo­te gior­na­lie­re ri­sul­ta dall’im­por­to mas­si­mo del­la mul­ta di­vi­so per 3000.

6 Nel­le al­tre leg­gi fe­de­ra­li, fin­tan­to che non sia­no for­mal­men­te ade­gua­te al nuo­vo di­rit­to, va­le quan­to se­gue:

a.
i ter­mi­ni di pre­scri­zio­ne dell’azio­ne pe­na­le per i cri­mi­ni e i de­lit­ti so­no au­men­ta­ti del­la me­tà e quel­li per le con­trav­ven­zio­ni au­men­ta­ti del dop­pio;
b.
i ter­mi­ni di pre­scri­zio­ne dell’azio­ne pe­na­le per le con­trav­ven­zio­ni, se su­pe­rio­ri a un an­no, so­no rad­dop­pia­ti;
c.
le nor­me sull’in­ter­ru­zio­ne e la so­spen­sio­ne del­la pre­scri­zio­ne dell’azio­ne pe­na­le so­no abro­ga­te. È fat­to sal­vo l’ar­ti­co­lo 11 ca­po­ver­so 3 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 22 mar­zo 1974 sul di­rit­to pe­na­le am­mi­ni­stra­ti­vo;
d.
l’azio­ne pe­na­le non si pre­scri­ve più se pri­ma del­la sca­den­za del ter­mi­ne di pre­scri­zio­ne è pro­nun­cia­ta una sen­ten­za in pri­ma istan­za;
e.
i ter­mi­ni di pre­scri­zio­ne del­la pe­na per i cri­mi­ni e i de­lit­ti so­no man­te­nu­ti men­tre quel­li per le con­trav­ven­zio­ni so­no au­men­ta­ti del­la me­tà;
f.
le nor­me sul­la so­spen­sio­ne del­la pre­scri­zio­ne del­la pe­na so­no man­te­nu­te men­tre quel­le sull’in­ter­ru­zio­ne del­la me­de­si­ma so­no abro­ga­te.

7 Le con­trav­ven­zio­ni pre­vi­ste da al­tre leg­gi fe­de­ra­li so­no pu­ni­bi­li an­che quan­do so­no do­vu­te a ne­gli­gen­za, pur­ché non ri­sul­ti dal­la di­spo­si­zio­ne ap­pli­ca­bi­le che la con­trav­ven­zio­ne è pu­ni­ta so­lo se è com­mes­sa in­ten­zio­nal­men­te.

Art. 334

Ri­fe­ri­men­to a di­spo­si­zio­ni abro­ga­te

 

Se in una di­spo­si­zio­ne di di­rit­to pe­na­le è fat­to ri­fe­ri­men­to a nor­me mo­di­fi­ca­te o abro­ga­te dal pre­sen­te Co­di­ce, il ri­fe­ri­men­to si ap­pli­ca al­le cor­ri­spon­den­ti di­spo­si­zio­ni del Co­di­ce stes­so.

Art. 335

Leg­gi can­to­na­li

 

1 Ai Can­to­ni ri­ma­ne ri­ser­va­ta la le­gi­sla­zio­ne sul­le con­trav­ven­zio­ni di po­li­zia, che non so­no re­go­la­te dal­la le­gi­sla­zio­ne fe­de­ra­le.

2 Es­si pos­so­no com­mi­na­re san­zio­ni per le vio­la­zio­ni del­le di­spo­si­zio­ni can­to­na­li in ma­te­ria di am­mi­ni­stra­zio­ne e di pro­ce­du­ra.

Titolo secondo: ...

Art. 336a338436

 

436 Abro­ga­ti dall’all. 1 n. II 8 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

Titolo terzo: ...

Art. 339a348437

 

437 Abro­ga­ti dall’all. 1 n. II 8 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

Titolo quarto: Dell’assistenza in materia di polizia 438

438 Nuovo testo giusta l’all. 1 n. II 8 del Codice di procedura penale del 5 ott. 2007, in vigore dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

Art. 349439

 

439 Abro­ga­to dall’all. 1 n. 5 del­la LF del 13 giu. 2008 sui si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne di po­li­zia del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, con ef­fet­to dal 5 dic. 2008 (RU 2008 4989; FF 2006 4631).

Art. 349a440

1. Pro­te­zio­ne dei da­ti per­so­na­li

a. Ba­si le­ga­li

 

Le au­to­ri­tà fe­de­ra­li com­pe­ten­ti han­no il di­rit­to di co­mu­ni­ca­re da­ti per­so­na­li sol­tan­to se esi­ste una ba­se le­ga­le ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 7 del­la leg­ge del 28 set­tem­bre 2018441 sul­la pro­te­zio­ne dei da­ti in am­bi­to Schen­gen (LPDS) op­pu­re se:

a.
la co­mu­ni­ca­zio­ne dei da­ti per­so­na­li è ne­ces­sa­ria per pro­teg­ge­re la vi­ta o l’in­te­gri­tà fi­si­ca dell’in­te­res­sa­to o di un ter­zo;
b.
l’in­te­res­sa­to ha re­so i suoi da­ti per­so­na­li ac­ces­si­bi­li a chiun­que e non si è op­po­sto espres­sa­men­te al­la co­mu­ni­ca­zio­ne.

440 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

441 RS 235.3

Art. 349b442

b. Pa­ri­tà di trat­ta­men­to

 

1 La co­mu­ni­ca­zio­ne di da­ti per­so­na­li al­le au­to­ri­tà com­pe­ten­ti di Sta­ti vin­co­la­ti da un ac­cor­do di as­so­cia­zio­ne al­la nor­ma­ti­va di Schen­gen (Sta­ti Schen­gen) non può es­se­re sog­get­ta a re­go­le di pro­te­zio­ne dei da­ti per­so­na­li più se­ve­re di quel­le ap­pli­ca­bi­li al­la co­mu­ni­ca­zio­ne al­le au­to­ri­tà pe­na­li sviz­ze­re.

2 Le leg­gi spe­cia­li che pre­ve­do­no re­go­le di pro­te­zio­ne dei da­ti per­so­na­li più se­ve­re per la co­mu­ni­ca­zio­ne di da­ti per­so­na­li al­le au­to­ri­tà este­re com­pe­ten­ti non si ap­pli­ca­no al­la co­mu­ni­ca­zio­ne al­le au­to­ri­tà com­pe­ten­ti de­gli Sta­ti Schen­gen.

442 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

Art. 349c443

c. Co­mu­ni­ca­zio­ne di da­ti per­so­na­li a uno Sta­to ter­zo o a un or­ga­no in­ter­na­zio­na­le

 

1 Non pos­so­no es­se­re co­mu­ni­ca­ti da­ti per­so­na­li all’au­to­ri­tà com­pe­ten­te di uno Sta­to che non è vin­co­la­to da un ac­cor­do di as­so­cia­zio­ne al­la nor­ma­ti­va di Schen­gen (Sta­to ter­zo) o a un or­ga­no in­ter­na­zio­na­le qua­lo­ra la per­so­na­li­tà dell’in­te­res­sa­to pos­sa su­bir­ne gra­ve pre­giu­di­zio, do­vu­to in par­ti­co­la­re all’as­sen­za di una pro­te­zio­ne ade­gua­ta.

2 Una pro­te­zio­ne ade­gua­ta è ga­ran­ti­ta:

a.
dal­la le­gi­sla­zio­ne del­lo Sta­to ter­zo nel ca­so in cui l’Unio­ne eu­ro­pea l’ab­bia con­sta­ta­to tra­mi­te de­ci­sio­ne;
b.
da un trat­ta­to in­ter­na­zio­na­le;
c.
da ga­ran­zie spe­ci­fi­che.

3 Se è un’au­to­ri­tà fe­de­ra­le, l’au­to­ri­tà che co­mu­ni­ca i da­ti in­for­ma l’In­ca­ri­ca­to fe­de­ra­le del­la pro­te­zio­ne dei da­ti e del­la tra­spa­ren­za (In­ca­ri­ca­to) sul­le ca­te­go­rie del­le co­mu­ni­ca­zio­ni di da­ti per­so­na­li ef­fet­tua­te sul­la ba­se di ga­ran­zie spe­ci­fi­che se­con­do il ca­po­ver­so 2 let­te­ra c. Ogni co­mu­ni­ca­zio­ne è do­cu­men­ta­ta.

4 In de­ro­ga al ca­po­ver­so 1, pos­so­no es­se­re co­mu­ni­ca­ti da­ti per­so­na­li all’au­to­ri­tà com­pe­ten­te di uno Sta­to ter­zo o a un or­ga­no in­ter­na­zio­na­le se ciò è ne­ces­sa­rio nel ca­so spe­ci­fi­co per:

a.
pro­teg­ge­re la vi­ta o l’in­te­gri­tà fi­si­ca dell’in­te­res­sa­to o di un ter­zo;
b.
pre­ve­ni­re una mi­nac­cia im­mi­nen­te e gra­ve per la si­cu­rez­za pub­bli­ca di uno Sta­to Schen­gen o di uno Sta­to ter­zo;
c.
pre­ve­ni­re, ac­cer­ta­re o per­se­gui­re un rea­to, a con­di­zio­ne che nes­sun in­te­res­se de­gno di pro­te­zio­ne e pre­pon­de­ran­te dell’in­te­res­sa­to si op­pon­ga al­la co­mu­ni­ca­zio­ne;
d.
eser­ci­ta­re o far va­le­re un di­rit­to da­van­ti a un’au­to­ri­tà com­pe­ten­te per pre­ve­ni­re, ac­cer­ta­re o per­se­gui­re un rea­to, a con­di­zio­ne che nes­sun in­te­res­se de­gno di pro­te­zio­ne e pre­pon­de­ran­te dell’in­te­res­sa­to si op­pon­ga al­la co­mu­ni­ca­zio­ne.

5 Se è un’au­to­ri­tà fe­de­ra­le, l’au­to­ri­tà che co­mu­ni­ca i da­ti in­for­ma l’In­ca­ri­ca­to sul­la co­mu­ni­ca­zio­ne di da­ti per­so­na­li ef­fet­tua­ta in vir­tù del ca­po­ver­so 4.

443 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

Art. 349d444

d. Co­mu­ni­ca­zio­ne a uno Sta­to ter­zo o a un or­ga­no in­ter­na­zio­na­le di da­ti per­so­na­li pro­ve­nien­ti da uno Sta­to Schen­gen

 

1 I da­ti per­so­na­li tra­smes­si o mes­si a di­spo­si­zio­ne da uno Sta­to Schen­gen pos­so­no es­se­re co­mu­ni­ca­ti all’au­to­ri­tà com­pe­ten­te di uno Sta­to ter­zo o a un or­ga­no in­ter­na­zio­na­le sol­tan­to se:

a.
la co­mu­ni­ca­zio­ne è ne­ces­sa­ria per pre­ve­ni­re, ac­cer­ta­re o per­se­gui­re un rea­to;
b.
lo Sta­to Schen­gen che ha tra­smes­so o mes­so a di­spo­si­zio­ne i da­ti per­so­na­li ha for­ni­to il suo con­sen­so pre­li­mi­na­re; e
c.
le con­di­zio­ni di cui all’ar­ti­co­lo 349c so­no adem­piu­te.

2 In de­ro­ga al ca­po­ver­so 1 let­te­ra b, i da­ti per­so­na­li pos­so­no es­se­re co­mu­ni­ca­ti se nel ca­so spe­ci­fi­co:

a.
il con­sen­so pre­li­mi­na­re del­lo Sta­to Schen­gen non può es­se­re ot­te­nu­to in tem­po uti­le; e
b.
la co­mu­ni­ca­zio­ne è in­di­spen­sa­bi­le per pre­ve­ni­re una mi­nac­cia im­mi­nen­te e gra­ve al­la si­cu­rez­za pub­bli­ca di uno Sta­to Schen­gen o di uno Sta­to ter­zo o per sal­va­guar­da­re gli in­te­res­si es­sen­zia­li di uno Sta­to Schen­gen.

3 Lo Sta­to Schen­gen è in­for­ma­to sen­za in­du­gio del­le co­mu­ni­ca­zio­ni ef­fet­tua­te in vir­tù del ca­po­ver­so 2.

444 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

Art. 349e445

e. Co­mu­ni­ca­zio­ne di da­ti per­so­na­li a un de­sti­na­ta­rio do­mi­ci­lia­to in uno Sta­to ter­zo

 

1 Se i da­ti per­so­na­li non pos­so­no es­se­re co­mu­ni­ca­ti all’au­to­ri­tà com­pe­ten­te di uno Sta­to ter­zo tra­mi­te i ca­na­li con­sue­ti del­la coo­pe­ra­zio­ne di po­li­zia, se­gna­ta­men­te in una si­tua­zio­ne d’ur­gen­za, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te può ec­ce­zio­nal­men­te co­mu­ni­car­li a un de­sti­na­ta­rio do­mi­ci­lia­to in que­sto Sta­to se:

a.
la co­mu­ni­ca­zio­ne è in­di­spen­sa­bi­le per l’adem­pi­men­to di un com­pi­to le­ga­le dell’au­to­ri­tà che co­mu­ni­ca i da­ti; e
b.
nes­sun in­te­res­se de­gno di pro­te­zio­ne e pre­pon­de­ran­te dell’in­te­res­sa­to vi si op­po­ne.

2 Al mo­men­to del­la co­mu­ni­ca­zio­ne dei da­ti, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te co­mu­ni­ca al de­sti­na­ta­rio che può uti­liz­zar­li uni­ca­men­te per gli sco­pi da es­sa fis­sa­ti.

3 L’au­to­ri­tà com­pe­ten­te in­for­ma sen­za in­du­gio l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te del­lo Sta­to ter­zo in me­ri­to a qual­sia­si co­mu­ni­ca­zio­ne di da­ti per­so­na­li, sem­pre che lo con­si­de­ri ap­pro­pria­to.

4 Se è un’au­to­ri­tà fe­de­ra­le, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te in­for­ma l’In­ca­ri­ca­to sen­za in­du­gio sul­le co­mu­ni­ca­zio­ni di da­ti per­so­na­li ef­fet­tua­te in vir­tù del ca­po­ver­so 1.

5 L’au­to­ri­tà com­pe­ten­te do­cu­men­ta le co­mu­ni­ca­zio­ni di da­ti per­so­na­li. Il Con­si­glio fe­de­ra­le di­sci­pli­na le mo­da­li­tà.

445 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

Art. 349f446

f. Esat­tez­za dei da­ti per­so­na­li

 

1 L’au­to­ri­tà com­pe­ten­te ret­ti­fi­ca sen­za in­du­gio i da­ti per­so­na­li ine­sat­ti.

2 In­for­ma sen­za in­du­gio dell’av­ve­nu­ta ret­ti­fi­ca l’au­to­ri­tà che le ha tra­smes­so o mes­so a di­spo­si­zio­ne ta­li da­ti o al­la qua­le li ha co­mu­ni­ca­ti.

3 In­di­ca al de­sti­na­ta­rio l’at­tua­li­tà e l’af­fi­da­bi­li­tà dei da­ti per­so­na­li che co­mu­ni­ca.

4 Co­mu­ni­ca inol­tre al de­sti­na­ta­rio qual­sia­si in­for­ma­zio­ne che per­met­te di di­stin­gue­re nel­la mi­su­ra del pos­si­bi­le:

a.
le di­ver­se ca­te­go­rie di in­te­res­sa­ti;
b.
i da­ti per­so­na­li fon­da­ti su fat­ti da quel­li fon­da­ti su va­lu­ta­zio­ni per­so­na­li.

5 L’ob­bli­go di in­for­ma­re il de­sti­na­ta­rio non sus­si­ste qua­lo­ra le in­for­ma­zio­ni pre­vi­ste ai ca­po­ver­si 3 o 4 ri­sul­ti­no dai da­ti per­so­na­li stes­si o dal­le cir­co­stan­ze.

446 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

Art. 349g447

g. Ve­ri­fi­ca del­la li­cei­tà del trat­ta­men­to

 

1 L’in­te­res­sa­to può chie­de­re all’In­ca­ri­ca­to di ve­ri­fi­ca­re se gli even­tua­li da­ti che lo con­cer­no­no so­no trat­ta­ti in mo­do le­ci­to qua­lo­ra:


a.
il suo di­rit­to di es­se­re in­for­ma­to su uno scam­bio di da­ti che lo con­cer­no­no sia li­mi­ta­to o dif­fe­ri­to (art. 18a e 18b del­la leg­ge fe­de­ra­le del 19 giu­gno 1992448 sul­la pro­te­zio­ne dei da­ti);
b.
il suo di­rit­to d’ac­ces­so sia ne­ga­to, li­mi­ta­to o dif­fe­ri­to (art. 17 e 18 LPDS449); o
c.
il suo di­rit­to di esi­ge­re la ret­ti­fi­ca, la di­stru­zio­ne o la can­cel­la­zio­ne dei da­ti che lo con­cer­no­no sia par­zial­men­te o to­tal­men­te ne­ga­to (art. 19 cpv. 2 lett. a LPDS).

2 Una ve­ri­fi­ca può es­se­re ef­fet­tua­ta uni­ca­men­te nei con­fron­ti di un’au­to­ri­tà fe­de­ra­le sog­get­ta al­la sor­ve­glian­za dell’In­ca­ri­ca­to.

3 L’In­ca­ri­ca­to ef­fet­tua la ve­ri­fi­ca; co­mu­ni­ca all’in­te­res­sa­to che nes­sun da­to che lo con­cer­ne è trat­ta­to in mo­do il­le­ci­to op­pu­re, se ha ri­scon­tra­to er­ro­ri nel trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li, che ha aper­to un’in­chie­sta con­for­me­men­te all’ar­ti­co­lo 22 LPDS.

4 Se ri­scon­tra er­ro­ri nel trat­ta­men­to dei da­ti, l’In­ca­ri­ca­to or­di­na al­l’au­to­ri­tà fe­de­ra­le com­pe­ten­te di por­vi ri­me­dio.

5 Le co­mu­ni­ca­zio­ni di cui al ca­po­ver­so 3 han­no sem­pre lo stes­so te­no­re e non ven­go­no mo­ti­va­te. Non so­no im­pu­gna­bi­li.

447 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

448 RS 235.1

449 RS 235.3

Art. 349h450

h. In­chie­sta

 

1 Chi ren­de ve­ro­si­mi­le che uno scam­bio di da­ti per­so­na­li che lo con­cer­no­no po­treb­be vio­la­re le di­spo­si­zio­ni sul­la pro­te­zio­ne dei da­ti per­so­na­li può chie­de­re all’In­ca­ri­ca­to di apri­re un’in­chie­sta ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 22 LPDS451.


2 Un’in­chie­sta può es­se­re aper­ta uni­ca­men­te nei con­fron­ti di un’au­to­ri­tà fe­de­ra­le sog­get­ta al­la sor­ve­glian­za dell’In­ca­ri­ca­to.

3 L’in­te­res­sa­to e l’au­to­ri­tà fe­de­ra­le nei con­fron­ti del­la qua­le è sta­ta aper­ta un’in­chie­sta han­no qua­li­tà di par­te.

4 Per il ri­ma­nen­te so­no ap­pli­ca­bi­li gli ar­ti­co­li 23 e 24 LPDS.

450 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

451 RS 235.3

Art. 350

2. Col­la­bo­ra­zio­ne con IN­TER­POL

a. Com­pe­ten­za

 

1 L’Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia as­su­me i com­pi­ti di uf­fi­cio cen­tra­le na­zio­na­le ai sen­si de­gli sta­tu­ti dell’Or­ga­niz­za­zio­ne in­ter­na­zio­na­le di po­li­zia cri­mi­na­le (IN­TER­POL).

2 Es­so è com­pe­ten­te a me­dia­re scam­bi d’in­for­ma­zio­ni tra le au­to­ri­tà fe­de­ra­li e can­to­na­li pre­po­ste al per­se­gui­men­to pe­na­le, da un can­to, e gli uf­fi­ci cen­tra­li na­zio­na­li di al­tri Sta­ti e il Se­gre­ta­ria­to ge­ne­ra­le di IN­TER­POL, dall’al­tro.

Art. 351

b. Com­pi­ti

 

1 L’Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia tra­smet­te le in­for­ma­zio­ni di po­li­zia cri­mi­na­le de­sti­na­te al per­se­gui­men­to di rea­ti e all’ese­cu­zio­ne di pe­ne e di mi­su­re.

2 Es­so può tra­smet­te­re in­for­ma­zio­ni di po­li­zia cri­mi­na­le se, sul­la ba­se di cir­co­stan­ze con­cre­te, si può pre­ve­de­re con gran­de pro­ba­bi­li­tà che sa­rà com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to.

3 Es­so può tra­smet­te­re in­for­ma­zio­ni de­sti­na­te al­la ri­cer­ca di per­so­ne scom­par­se o all’iden­ti­fi­ca­zio­ne di sco­no­sciu­ti.

4 On­de pre­ve­ni­re o chia­ri­re rea­ti, l’Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia può ri­ce­ve­re in­for­ma­zio­ni da pri­va­ti o for­ni­re in­for­ma­zio­ni a pri­va­ti, se ciò è nell’in­te­res­se del­le per­so­ne coin­vol­te ed es­se han­no da­to il lo­ro con­sen­so o le cir­co­stan­ze per­met­to­no di pre­su­me­re ta­le con­sen­so.

Art. 352

c. Pro­te­zio­ne dei da­ti

 

1 Lo scam­bio di in­for­ma­zio­ni di po­li­zia cri­mi­na­le è ret­to dai prin­ci­pi del­la leg­ge fe­de­ra­le del 20 mar­zo 1981455 sull’as­si­sten­za in­ter­na­zio­na­le in ma­te­ria pe­na­le non­ché da­gli sta­tu­ti e re­go­la­men­ti d’IN­TER­POL di­chia­ra­ti ap­pli­ca­bi­li dal Con­si­glio fe­de­ra­le.

2 La leg­ge fe­de­ra­le del 19 giu­gno 1992456 sul­la pro­te­zio­ne dei da­ti reg­ge lo scam­bio d’in­for­ma­zio­ni de­sti­na­te al­la ri­cer­ca di per­so­ne scom­par­se e all’iden­ti­fi­ca­zio­ne di sco­no­sciu­ti e per sco­pi am­mi­ni­stra­ti­vi.

3 L’Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia può tra­smet­te­re in­for­ma­zio­ni di­ret­ta­men­te agli uf­fi­ci cen­tra­li na­zio­na­li di al­tri Sta­ti, se lo Sta­to de­sti­na­ta­rio sog­gia­ce al­le pre­scri­zio­ni d’IN­TER­POL in ma­te­ria di pro­te­zio­ne dei da­ti.

Art. 353

d. Aiu­ti fi­nan­zia­ri e in­den­ni­tà

 

La Con­fe­de­ra­zio­ne può ac­cor­da­re a IN­TER­POL aiu­ti fi­nan­zia­ri e in­den­ni­tà.

Art. 354

3. Col­la­bo­ra­zio­ne a sco­po d’iden­ti­fi­ca­zio­ne di per­so­ne

 

1 Il Di­par­ti­men­to fe­de­ra­le com­pe­ten­te re­gi­stra e me­mo­riz­za i da­ti se­gna­le­ti­ci ri­le­va­ti e tra­smes­si­gli da au­to­ri­tà can­to­na­li, fe­de­ra­li o este­re nell’am­bi­to di per­se­gui­men­ti pe­na­li o nel­lo svol­gi­men­to di al­tri com­pi­ti le­ga­li. Ta­li da­ti pos­so­no es­se­re con­fron­ta­ti fra lo­ro al­lo sco­po di iden­ti­fi­ca­re una per­so­na ri­cer­ca­ta o sco­no­sciu­ta.

2 Pos­so­no con­fron­ta­re e trat­ta­re i da­ti di cui al ca­po­ver­so 1:

a.
il cen­tro di cal­co­lo del Di­par­ti­men­to fe­de­ra­le di giu­sti­zia e po­li­zia;
b.
l’Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia;
c.
i po­sti di con­fi­ne;
d.
le au­to­ri­tà can­to­na­li di po­li­zia;
e.459
la Se­gre­te­ria di Sta­to del­la mi­gra­zio­ne (SEM).


3 I da­ti per­so­na­li ine­ren­ti ai da­ti se­gna­le­ti­ci se­con­do il ca­po­ver­so 1 so­no trat­ta­ti in si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne se­pa­ra­ti, di­sci­pli­na­ti dal­la leg­ge fe­de­ra­le del 13 giu­gno 2008460 sui si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne di po­li­zia del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, dal­la leg­ge fe­de­ra­le del 26 giu­gno 1998461 sull’asi­lo e dal­la leg­ge fe­de­ra­le del 16 di­cem­bre 2005462 su­gli stra­nie­ri. Il si­ste­ma d’in­for­ma­zio­ne ba­sa­to sui pro­fi­li del DNA è di­sci­pli­na­to dal­la leg­ge del 20 giu­gno 2003463 sui pro­fi­li del DNA.464

4 Il Con­si­glio fe­de­ra­le:

a.
di­sci­pli­na le mo­da­li­tà, se­gna­ta­men­te la re­spon­sa­bi­li­tà del trat­ta­men­to dei da­ti, le ca­te­go­rie dei da­ti da ri­le­va­re, la du­ra­ta di con­ser­va­zio­ne dei da­ti e la col­la­bo­ra­zio­ne con i Can­to­ni;
b.
de­si­gna le au­to­ri­tà che me­dian­te pro­ce­du­ra di ri­chia­mo pos­so­no im­met­te­re di­ret­ta­men­te da­ti per­so­na­li nel si­ste­ma, quel­le che pos­so­no con­sul­tar­li di­ret­ta­men­te e quel­le cui i da­ti per­so­na­li pos­so­no es­se­re co­mu­ni­ca­ti nel sin­go­lo ca­so;
c.
di­sci­pli­na i di­rit­ti pro­ce­du­ra­li del­le per­so­ne in­te­res­sa­te, se­gna­ta­men­te la con­sul­ta­zio­ne, la ret­ti­fi­ca, l’ar­chi­via­zio­ne e la di­stru­zio­ne dei da­ti che le con­cer­no­no;
d.465
di­sci­pli­na la tra­smis­sio­ne dei da­ti se­gna­le­ti­ci da par­te del­le au­to­ri­tà fe­de­ra­li com­pe­ten­ti e dei Can­to­ni.


5Ai fi­ni del­le se­gna­la­zio­ni nel si­ste­ma d’in­for­ma­zio­ne Schen­gen (SIS) la SEM o l’Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia (fed­pol) può tra­sfe­ri­re i da­ti nel­la par­te na­zio­na­le del Si­ste­ma d’in­for­ma­zio­ne di Schen­gen (N-SIS) e nel SIS me­dian­te pro­ce­du­ra au­to­ma­tiz­za­ta.466

459 In­tro­dot­ta dall’all. 1 n. 4 del DF del 18 dic. 2020 ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro gli scam­bi di no­te tra la Sviz­ze­ra e l’UE con­cer­nen­ti il re­ce­pi­men­to del­le ba­si le­ga­li dell’isti­tu­zio­ne, dell’eser­ci­zio e dell’uso del si­ste­ma d’in­for­ma­zio­ne Schen­gen (SIS), in vi­go­re dal 22 nov. 2022 (RU 2021 365; 2022 638; FF 2020 3117).

460 RS 361

461 RS 142.31

462 RS 142.20

463 RS 363

464 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. 5 del­la LF del 13 giu. 2008 sui si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne di po­li­zia del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, in vi­go­re dal 5 dic. 2008 (RU 2008 4989; FF 2006 4631).

465 In­tro­dot­ta dall’all. 1 n. 4 del DF del 18 dic. 2020 ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro gli scam­bi di no­te tra la Sviz­ze­ra e l’UE con­cer­nen­ti il re­ce­pi­men­to del­le ba­si le­ga­li dell’isti­tu­zio­ne, dell’eser­ci­zio e dell’uso del si­ste­ma d’in­for­ma­zio­ne Schen­gen (SIS), in vi­go­re dal 22 nov. 2022 (RU 2021 365; 2022 638; FF 2020 3117).

466 In­tro­dot­to dall’all. 1 n. 4 del DF del 18 dic. 2020 ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro gli scam­bi di no­te tra la Sviz­ze­ra e l’UE con­cer­nen­ti il re­ce­pi­men­to del­le ba­si le­ga­li dell’isti­tu­zio­ne, dell’eser­ci­zio e dell’uso del si­ste­ma d’in­for­ma­zio­ne Schen­gen (SIS), in vi­go­re dal 1° lug. 2021 (RU 2021 365; FF 2020 3117).

Art. 355467

4. ...

 

467 Abro­ga­to dall’all. 1 n. 5 del­la LF del 13 giu. 2008 sui si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne di po­li­zia del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, con ef­fet­to dal 5 dic. 2008 (RU 2008 4989; FF 2006 4631).

Art. 355a469

5. Coo­pe­ra­zio­ne con Eu­ro­pol

a. Scam­bio di da­ti

 

1 Fed­pol e il Ser­vi­zio del­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve del­la Con­fe­de­ra­zio­ne (SIC) pos­so­no tra­smet­te­re all’Uf­fi­cio eu­ro­peo di po­li­zia (Eu­ro­pol) da­ti per­so­na­li, in­clu­si quel­li de­gni di par­ti­co­la­re pro­te­zio­ne e pro­fi­li del­la per­so­na­li­tà.470

2 La tra­smis­sio­ne di que­sti da­ti sot­to­stà se­gna­ta­men­te al­le con­di­zio­ni in­di­ca­te ne­gli ar­ti­co­li 3 e 10–13 dell’Ac­cor­do del 24 set­tem­bre 2004471 tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra e l’Uf­fi­cio eu­ro­peo di po­li­zia.

3 Con­tem­po­ra­nea­men­te al­la tra­smis­sio­ne dei da­ti, l’Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia in­for­ma Eu­ro­pol sul­lo sco­po a cui i da­ti so­no de­sti­na­ti, co­me pu­re su tut­te le al­tre re­stri­zio­ni con­cer­nen­ti il lo­ro trat­ta­men­to cui es­so stes­so sot­to­stà in con­for­mi­tà del­la le­gi­sla­zio­ne fe­de­ra­le o can­to­na­le.

4 Gli scam­bi di da­ti per­so­na­li con Eu­ro­pol so­no equi­pa­ra­ti a uno scam­bio con un’au­to­ri­tà com­pe­ten­te di uno Sta­to Schen­gen (art. 349b).472

469In­tro­dot­to dall’art. 2 del DF del 7 ott. 2005 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro l’Acc. tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra e l’Uf­fi­cio eu­ro­peo di po­li­zia, in vi­go­re dal 1° apr. 2006 (RU 2006 1017; FF 2005 859).

470 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. 4 del DF del 18 dic. 2020 ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro gli scam­bi di no­te tra la Sviz­ze­ra e l’UE con­cer­nen­ti il re­ce­pi­men­to del­le ba­si le­ga­li dell’isti­tu­zio­ne, dell’eser­ci­zio e dell’uso del si­ste­ma d’in­for­ma­zio­ne Schen­gen (SIS), in vi­go­re dal 22 nov. 2022 (RU 2021 365; 2022 638; FF 2020 3117).

471 RS 0.362.2

472 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

Art. 355b474

b. Esten­sio­ne del man­da­to

 

Il Con­si­glio fe­de­ra­le è au­to­riz­za­to a con­ve­ni­re con Eu­ro­pol mo­di­fi­che del cam­po d’ap­pli­ca­zio­ne del man­da­to nell’am­bi­to dell’ar­ti­co­lo 3 pa­ra­gra­fo 3 dell’Ac­cor­do del 24 set­tem­bre 2004475 tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra e l’Uf­fi­cio eu­ro­peo di po­li­zia.

474In­tro­dot­to dall’art. 2 del DF del 7 ott. 2005 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro l’Acc. tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra e l’Uf­fi­cio eu­ro­peo di po­li­zia, in vi­go­re dal 1° apr. 2006 (RU 2006 1017; FF 2005 859).

475 RS 0.362.2

Art. 355c476

5bis. Coo­pe­ra­zio­ne nell’am­bi­to de­gli ac­cor­di di as­so­cia­zio­ne al­la nor­ma­ti­va di Schen­gen.

Com­pe­ten­za

 

Gli or­ga­ni di po­li­zia fe­de­ra­li e can­to­na­li ese­guo­no le di­spo­si­zio­ni con­te­nu­te ne­gli ac­cor­di di as­so­cia­zio­ne al­la nor­ma­ti­va di Schen­gen477 at­te­nen­do­si al­la le­gi­sla­zio­ne na­zio­na­le.

476 In­tro­dot­to dall’art. 3 n. 4 del DF del 17 dic. 2004 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro gli ac­cor­di bi­la­te­ra­li con l’UE per l’as­so­cia­zio­ne del­la Sviz­ze­ra al­la nor­ma­ti­va di Schen­gen e Du­bli­no, in vi­go­re dal 1° giu. 2008 (RU 2008 44721792227; FF 2004 5273).

477 Acc. del 26 ott. 2004 tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra, l’Unio­ne eu­ro­pea e la Co­mu­ni­tà eu­ro­pea ri­guar­dan­te l’as­so­cia­zio­ne del­la Sviz­ze­ra all’at­tua­zio­ne, all’ap­pli­ca­zio­ne e al­lo svi­lup­po dell’ac­quis di Schen­gen (RS 0.362.31); Acc. del 20 apr. 2005 tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra e il Re­gno di Da­ni­mar­ca ri­guar­dan­te la co­sti­tu­zio­ne di di­rit­ti e di do­ve­ri tra i due Sta­ti in vi­sta del­la coo­pe­ra­zio­ne Schen­gen (RS 0.362.33); Acc. del 17 dic. 2004 tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra, la Re­pub­bli­ca d’Islan­da e il Re­gno di Nor­ve­gia sull’at­tua­zio­ne, l’ap­pli­ca­zio­ne e lo svi­lup­po dell’ac­quis di Schen­gen non­ché sui cri­te­ri e i mec­ca­ni­smi per de­ter­mi­na­re lo Sta­to com­pe­ten­te per l’esa­me di una do­man­da di asi­lo pre­sen­ta­ta in Sviz­ze­ra, in Islan­da o in Nor­ve­gia (RS 0.362.32); Prot. del 28 feb. 2008 tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra, l’Unio­ne eu­ro­pea, la Co­mu­ni­tà eu­ro­pea e il Prin­ci­pa­to del Lie­ch­ten­stein sull’ade­sio­ne del Prin­ci­pa­to del Lie­ch­ten­stein all’ac­cor­do tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra, l’Unio­ne eu­ro­pea e la Co­mu­ni­tà eu­ro­pea, ri­guar­dan­te l’as­so­cia­zio­ne del­la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra all’at­tua­zio­ne, all’ap­pli­ca­zio­ne e al­lo svi­lup­po dell’ac­quis di Schen­gen (RS 0.362.311).

Art. 355d478

5ter. ...

 

478 In­tro­dot­to dall’art. 3 n. 4 del DF del 17 dic. 2004 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro gli ac­cor­di bi­la­te­ra­li con l’UE per l’as­so­cia­zio­ne del­la Sviz­ze­ra al­la nor­ma­ti­va di Schen­gen e Du­bli­no (RU 2008 44721792227; FF 2004 5273). Abro­ga­to dall’all. 2 n. II del­la LF del 13 giu. 2008 sui si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne di po­li­zia del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, con ef­fet­to dal 5 dic. 2008 (RU 2008 4989; FF 2006 4631).

Art. 355e479

5qua­ter. Uf­fi­cio SI­RE­NE

 

1 Fed­pol ge­sti­sce il ser­vi­zio cen­tra­le per lo scam­bio di in­for­ma­zio­ni sup­ple­men­ta­ri con gli Sta­ti Schen­gen (uf­fi­cio SI­RE­NE).480

2 L’uf­fi­cio SI­RE­NE è il cen­tro di con­tat­to, di coor­di­na­men­to e di con­sul­ta­zio­ne per lo scam­bio di in­for­ma­zio­ni re­la­ti­ve al­le se­gna­la­zio­ni in­se­ri­te nel SIS. L’uf­fi­cio esa­mi­na l’am­mis­si­bi­li­tà for­ma­le del­le se­gna­la­zio­ni na­zio­na­li e este­re pre­sen­ti nel SIS.

479 In­tro­dot­to dall’art. 3 n. 4 del DF del 17 dic. 2004 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro gli ac­cor­di bi­la­te­ra­li con l’UE per l’as­so­cia­zio­ne del­la Sviz­ze­ra al­la nor­ma­ti­va di Schen­gen e Du­bli­no, in vi­go­re dal 1° giu. 2008 (RU 2008 44721792227; FF 2004 5273).

480 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. 4 del DF del 18 dic. 2020 ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro gli scam­bi di no­te tra la Sviz­ze­ra e l’UE con­cer­nen­ti il re­ce­pi­men­to del­le ba­si le­ga­li dell’isti­tu­zio­ne, dell’eser­ci­zio e dell’uso del si­ste­ma d’in­for­ma­zio­ne Schen­gen (SIS), in vi­go­re dal 22 nov. 2022 (RU 2021 365; 2022 638; FF 2020 3117).

Art. 355fe355g481

 

481 In­tro­dot­ti dal n. 4 del­la LF del 19 mar. 2010 che tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la de­ci­sio­ne qua­dro 2008/977/GAI sul­la pro­te­zio­ne dei da­ti per­so­na­li trat­ta­ti nell’am­bi­to del­la coo­pe­ra­zio­ne giu­di­zia­ria e di po­li­zia in ma­te­ria pe­na­le (RU 2010 33873417; FF 2009 5873). Abro­ga­ti dal n. II 2 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, con ef­fet­to dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

Art. 356a361482

 

482 Abro­ga­ti dall’all. 1 n. II 8 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

Art. 362483

6. Av­vi­so in ca­so di por­no­gra­fia

 

L’au­to­ri­tà istrut­to­ria, se ac­cer­ta che og­get­ti por­no­gra­fi­ci (art. 197 cpv. 4) so­no sta­ti fab­bri­ca­ti all’este­ro o im­por­ta­ti, ne in­for­ma im­me­dia­ta­men­te l’uf­fi­cio cen­tra­le fe­de­ra­le isti­tui­to per la re­pres­sio­ne del­la por­no­gra­fia.

483 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 1 del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).

Titolo quinto: ...

Art. 363484

 

484 Abro­ga­to dall’all. 1 n. II 8 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989). Ret­ti­fi­ca­to dal­la Com­mis­sio­ne di re­da­zio­ne dell’AF il 20 feb. 2013 (RU 2013 845).

Art. 364485

 

485 Abro­ga­to dall’all. n. 2 del­la LF del 15 dic. 2017 (Pro­te­zio­ne dei mi­no­ren­ni), con ef­fet­to dal 1° gen. 2019 (RU 2018 2947; FF 2015 2751).

Titolo sesto: Del casellario giudiziale

Art. 365

Sco­po

 

1 L’Uf­fi­cio fe­de­ra­le di giu­sti­zia ge­sti­sce, in­sie­me ad al­tre au­to­ri­tà fe­de­ra­li e ai Can­to­ni (art. 367 cpv. 1), un ca­sel­la­rio giu­di­zia­le in­for­ma­tiz­za­to nel qua­le so­no iscrit­te le con­dan­ne e le ri­chie­ste di estrat­ti del ca­sel­la­rio giu­di­zia­le in re­la­zio­ne con pro­ce­di­men­ti pe­na­li pen­den­ti, con­te­nen­te da­ti per­so­na­li e pro­fi­li del­la per­so­na­li­tà de­gni di par­ti­co­la­re pro­te­zio­ne. Nel ca­sel­la­rio giu­di­zia­le in­for­ma­tiz­za­to, i da­ti re­la­ti­vi al­le con­dan­ne e quel­li re­la­ti­vi al­le ri­chie­ste di estrat­ti del ca­sel­la­rio giu­di­zia­le in re­la­zio­ne con pro­ce­di­men­ti pe­na­li pen­den­ti so­no trat­ta­ti se­pa­ra­ta­men­te.

2 Il ca­sel­la­rio ha lo sco­po di as­si­ste­re le au­to­ri­tà fe­de­ra­li e can­to­na­li nell’adem­pi­men­to dei com­pi­ti se­guen­ti:

a.
at­tua­zio­ne di pro­ce­di­men­ti pe­na­li;
b.
pro­ce­du­re in­ter­na­zio­na­li in ma­te­ria d’as­si­sten­za giu­di­zia­ria e d’estra­di­zio­ne;
c.
ese­cu­zio­ne del­le pe­ne e del­le mi­su­re;
d.
con­trol­li di si­cu­rez­za ci­vi­li e mi­li­ta­ri;
e.
pro­nun­cia e re­vo­ca del­le mi­su­re d’al­lon­ta­na­men­to nei con­fron­ti di stra­nie­ri ai sen­si del­la leg­ge fe­de­ra­le del 26 mar­zo 1931486 con­cer­nen­te la di­mo­ra e il do­mi­ci­lio de­gli stra­nie­ri non­ché del­le al­tre mi­su­re d’espul­sio­ne e d’al­lon­ta­na­men­to dal ter­ri­to­rio sviz­ze­ro;
f.
esa­me del­la di­gni­tà ad ot­te­ne­re asi­lo ai sen­si del­la leg­ge del 26 giu­gno 1998487 sull’asi­lo;
g.
pro­ce­du­ra di na­tu­ra­liz­za­zio­ne;
h.
ri­la­scio e re­vo­ca di li­cen­ze di con­dur­re o per al­lie­vo con­du­cen­te ai sen­si del­la leg­ge fe­de­ra­le del 19 di­cem­bre 1958488 sul­la cir­co­la­zio­ne stra­da­le;
i.
ese­cu­zio­ne del­la pro­te­zio­ne con­so­la­re;
j.
trat­ta­men­to di da­ti sta­ti­sti­ci ai sen­si del­la leg­ge del 9 ot­to­bre 1992489 sul­la sta­ti­sti­ca fe­de­ra­le;
k.490
pro­nun­cia o re­vo­ca di mi­su­re di pro­te­zio­ne dei mi­no­ri o de­gli adul­ti;
l.491
esclu­sio­ne dal ser­vi­zio ci­vi­le o da pre­sta­zio­ni di ser­vi­zio ci­vi­le ai sen­si del­la leg­ge del 6 ot­to­bre 1995492 sul ser­vi­zio ci­vi­le;
m.493 ve­ri­fi­ca del­la re­pu­ta­zio­ne in vi­sta di de­ter­mi­na­ti im­pie­ghi ai sen­si del­la leg­ge sul ser­vi­zio ci­vi­le;
n.494
esa­me di una de­ci­sio­ne di non re­clu­ta­men­to o di un’am­mis­sio­ne al re­clu­ta­men­to, di un’esclu­sio­ne dall’eser­ci­to o di una riam­mis­sio­ne nell’eser­ci­to op­pu­re di una de­gra­da­zio­ne ai sen­si del­la leg­ge mi­li­ta­re del 3 feb­bra­io 1995495 (LM);
o.496
esa­me dell’ido­nei­tà a una pro­mo­zio­ne o a una no­mi­na ai sen­si del­la LM;
p.497
esa­me dei mo­ti­vi d’im­pe­di­men­to per la ces­sio­ne dell’ar­ma per­so­na­le ai sen­si del­la LM;
q.498
esa­me di un’esclu­sio­ne dal ser­vi­zio di pro­te­zio­ne ci­vi­le ai sen­si del­la leg­ge fe­de­ra­le del 4 ot­to­bre 2002499 sul­la pro­te­zio­ne del­la po­po­la­zio­ne e sul­la pro­te­zio­ne ci­vi­le;
r.500
in­di­vi­dua­zio­ne tem­pe­sti­va e neu­tra­liz­za­zio­ne di mi­nac­ce per la si­cu­rez­za in­ter­na o ester­na se­con­do l’ar­ti­co­lo 6 ca­po­ver­so 1 LAIn501;
s.502
tra­smis­sio­ne di in­for­ma­zio­ni a Eu­ro­pol se­con­do l’ar­ti­co­lo 355a, sem­pre che i da­ti di Eu­ro­pol sia­no ne­ces­sa­ri per gli sco­pi di cui al­la let­te­ra r;
t.503
esa­me di mi­su­re di re­spin­gi­men­to nei con­fron­ti di stra­nie­ri se­con­do la leg­ge fe­de­ra­le del 16 di­cem­bre 2005504 su­gli stra­nie­ri e pre­pa­ra­zio­ne di de­ci­sio­ni di espul­sio­ne ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 121 ca­po­ver­so 2 del­la Co­sti­tu­zio­ne fe­de­ra­le;
u.505
ac­qui­si­zio­ne e tra­smis­sio­ne di in­for­ma­zio­ni ad au­to­ri­tà di si­cu­rez­za este­re nell’am­bi­to di ri­chie­ste se­con­do l’ar­ti­co­lo 12 ca­po­ver­so 1 let­te­ra d LAIn; i da­ti la cui tra­smis­sio­ne non è nell’in­te­res­se del­la per­so­na in que­stio­ne pos­so­no es­se­re tras­mes­si uni­ca­men­te con il suo espli­ci­to con­sen­so;
v.506
ac­cer­ta­men­to del ri­schio per la si­cu­rez­za nel qua­dro del con­trol­lo dei pre­ce­den­ti per­so­na­li ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 108b del­la leg­ge fe­de­ra­le del 21 di­cem­bre 1948507 sul­la na­vi­ga­zio­ne ae­rea (LNA).

486 [CS 1 117; RU 1949 225; 19871665; 1988332; 19901587art. 3 cpv. 2; 1991362n. II 11, 1034n. III; 1995146; 19991111, 2253, 2262all. n. 1; 20001891n. IV 2; 2002 685n. I 1, 701n. I 1, 3988all. n. 3; 2003 4557all. n. II 2; 2004 1633n. I 1, 4655n. I 1; 2005 5685all. n. 2; 2006 979art. 2 n. 1, 1931art. 18 n. 1, 2197all. n. 3, 3459all. n. 1, 4745all. n. 1; 2007 359all. n. 1. RU 2007 5437all. n. I]. Ve­di ora: la LF del 16 dic. 2005 su­gli stra­nie­ri (RS 142.20).

487 RS 142.31

488 RS 741.01

489 RS 431.01

490 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 14 del­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2011 725; FF 2006 6391).

491 In­tro­dot­ta dal n. II 1 del­la LF del 3 ott. 2008 (RU 2009 1093; FF 2008 2255). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 1 del­la LF del 25 set. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 20161883; FF 2014 5749).

492 RS 824.0

493 In­tro­dot­ta dal n. II 1 del­la LF del 3 ott. 2008 (RU 2009 1093; FF 2008 2255). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 1 del­la LF del 25 set. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 20161883; FF 2014 5749).

494 In­tro­dot­ta dall’all. n. 1 del­la LF del 3 ott. 2008 sui si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne mi­li­ta­ri, in vi­go­re dal 1° gen. 2010 (RU 2009 6617; FF 2008 2685).

495 RS 510.10

496 In­tro­dot­ta dall’all. n. 1 del­la LF del 3 ott. 2008 sui si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne mi­li­ta­ri, in vi­go­re dal 1° gen. 2010 (RU 2009 6617; FF 2008 2685).

497 In­tro­dot­ta dall’all. n. 1 del­la LF del 3 ott. 2008 sui si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne mi­li­ta­ri, in vi­go­re dal 1° gen. 2010 (RU 2009 6617; FF 2008 2685).

498 In­tro­dot­ta dall’all. n. 1 del­la LF del 3 ott. 2008 sui si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne mi­li­ta­ri, in vi­go­re dal 1° gen. 2010 (RU 2009 6617; FF 2008 2685).

499 RS 520.1

500 In­tro­dot­ta dall’all. n. II 5 del­la LF del 25 set. 2015 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve, in vi­go­re dal 1° set. 2017 (RU 2017 4095; FF 2014 1885).

501 RS 121

502 In­tro­dot­ta dall’all. n. II 5 del­la LF del 25 set. 2015 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve, in vi­go­re dal 1° set. 2017 (RU 2017 4095; FF 2014 1885).

503 In­tro­dot­ta dall’all. n. II 5 del­la LF del 25 set. 2015 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve, in vi­go­re dal 1° set. 2017 (RU 2017 4095; FF 2014 1885).

504 RS 142.20

505 In­tro­dot­ta dall’all. n. II 5 del­la LF del 25 set. 2015 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve, in vi­go­re dal 1° set. 2017 (RU 2017 4095; FF 2014 1885).

506 In­tro­dot­ta dal n. I 6 del­la LF del 25 set. 2020 sul­le mi­su­re di po­li­zia per la lot­ta al ter­ro­ri­smo, in vi­go­re dal 1° gen. 2022 (RU 2021 565, 672; FF 2019 3935).

507 RS 748.0

Art. 366

Con­te­nu­to

 

1 Nel ca­sel­la­rio so­no re­gi­stra­te le per­so­ne con­dan­na­te nel ter­ri­to­rio del­la Con­fe­de­ra­zio­ne non­ché gli Sviz­ze­ri con­dan­na­ti all’este­ro.

2 Nel ca­sel­la­rio si iscri­vo­no:

a.
le con­dan­ne per cri­mi­ni e de­lit­ti sem­pre­ché sia sta­ta pro­nun­cia­ta una pe­na o una mi­su­ra;
b.
le con­dan­ne per con­trav­ven­zio­ni al pre­sen­te Co­di­ce o ad al­tre leg­gi fe­de­ra­li, de­si­gna­te con or­di­nan­za del Con­si­glio fe­de­ra­le;
c.
le co­mu­ni­ca­zio­ni pro­ve­nien­ti dall’este­ro cir­ca con­dan­ne pro­nun­cia­te all’este­ro e sot­to­po­ste all’ob­bli­go dell’iscri­zio­ne se­con­do il pre­sen­te Co­di­ce;
d.
i fat­ti che ren­do­no ne­ces­sa­ria la mo­di­fi­ca di iscri­zio­ni esis­ten­ti.

3 Le sen­ten­ze pro­nun­cia­te con­tro mi­no­ri per un cri­mi­ne o un de­lit­to so­no iscrit­te se la san­zio­ne in­flit­ta è:

a.
una pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà (art. 25 DP­Min508);
b.
un col­lo­ca­men­to (art. 15 DP­Min);
c.
un trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le (art. 14 DP­Min); o
d.
unʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te (art. 16a DP­Min).509
3bis Le sen­ten­ze pro­nun­cia­te con­tro mi­no­ri per una con­trav­ven­zio­ne so­no iscrit­te se la san­zio­ne in­flit­ta è unʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te (art. 16a DP­Min).510

4 Nel ca­sel­la­rio so­no re­gi­stra­te an­che le per­so­ne con­tro cui è pen­den­te in Sviz­ze­ra un pro­ce­di­men­to pe­na­le per cri­mi­ni o de­lit­ti.511

508 RS 311.1

509 In­tro­dot­to dall’art. 44 n. 1 del di­rit­to pe­na­le mi­no­ri­le del 20 giu. 2003 (RU 2006 3545; FF 1999 1669). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

510 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

511 Ori­gi­na­rio cpv. 3.

Art. 367

Trat­ta­men­to dei da­ti e ac­ces­so

 

1 Le au­to­ri­tà se­guen­ti trat­ta­no nel ca­sel­la­rio da­ti per­so­na­li con­cer­nen­ti le sen­ten­ze di cui all’ar­ti­co­lo 366 ca­po­ver­si 1–3:512

a.
Uf­fi­cio fe­de­ra­le di giu­sti­zia;
b.
au­to­ri­tà del­la giu­sti­zia pe­na­le;
c.
au­to­ri­tà del­la giu­sti­zia mi­li­ta­re;
d.
au­to­ri­tà pre­po­ste all’ese­cu­zio­ne pe­na­le;
e.
ser­vi­zi di coor­di­na­men­to can­to­na­li.

2 Le au­to­ri­tà se­guen­ti pos­so­no, me­dian­te pro­ce­du­ra di ri­chia­mo, ac­ce­de­re ai da­ti per­so­na­li con­cer­nen­ti le sen­ten­ze di cui all’ar­ti­co­lo 366 ca­po­ver­si 1, 2 e 3 let­te­re a e b:513

a.
au­to­ri­tà di cui al ca­po­ver­so 1;
b.
Mi­ni­ste­ro pub­bli­co del­la Con­fe­de­ra­zio­ne;
c.
Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia nell’am­bi­to di in­da­gi­ni del­la po­li­zia giu­di­zia­ria;
d.
Ag­grup­pa­men­to Di­fe­sa514;
e.515 Se­gre­te­ria di Sta­to del­la mi­gra­zio­ne516;
f.517
...
g.
au­to­ri­tà can­to­na­li di po­li­zia de­gli stra­nie­ri;
h.
au­to­ri­tà can­to­na­li com­pe­ten­ti in ma­te­ria di cir­co­la­zio­ne stra­da­le;
i.518
au­to­ri­tà fe­de­ra­li com­pe­ten­ti per l’ese­cu­zio­ne dei con­trol­li di si­cu­rez­za re­la­ti­vi al­le per­so­ne ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 2 ca­po­ver­so 2 let­te­ra a del­la leg­ge fe­de­ra­le del 21 mar­zo 1997519 sul­le mi­su­re per la sal­va­guar­dia del­la si­cu­rez­za in­ter­na (LM­SI);
j.520
Uf­fi­cio fe­de­ra­le del ser­vi­zio ci­vi­le521;
k.522
or­ga­ni can­to­na­li com­pe­ten­ti per le de­ci­sio­ni con­cer­nen­ti l’es­clu­sio­ne dal ser­vi­zio di pro­te­zio­ne ci­vi­le;
l.523
Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni del­la Con­fe­de­ra­zio­ne con­for­me­men­te al­la leg­ge fe­de­ra­le del 23 di­cem­bre 2011524 sul­la pro­te­zio­ne ex­tra­pro­ces­sua­le dei te­sti­mo­ni, per adem­pie­re i suoi com­pi­ti;
m.525
SIC;
n.526
ser­vi­zi di po­li­zia can­to­na­li com­pe­ten­ti per l’ac­cer­ta­men­to del ri­schio per la si­cu­rez­za se­con­do l’ar­ti­co­lo 108c LNA527.

2bis Le au­to­ri­tà se­guen­ti pos­so­no, me­dian­te pro­ce­du­ra di ri­chia­mo, ac­ce­de­re an­che ai da­ti per­so­na­li con­cer­nen­ti le sen­ten­ze di cui all’ar­ti­co­lo 366 ca­po­ver­so 3 let­te­ra c:

a.
l’Ag­grup­pa­men­to Di­fe­sa528 per l’esa­me di una de­ci­sio­ne di non re­clu­ta­men­to o di un’am­mis­sio­ne al re­clu­ta­men­to, di un’esclu­sio­ne dall’eser­ci­to o di una riam­mis­sio­ne nell’eser­ci­to op­pu­re di una de­gra­da­zio­ne ai sen­si del­la LM529, per l’esa­me dei mo­ti­vi d’im­pe­di­men­to per la ces­sio­ne dell’ar­ma per­so­na­le ai sen­si del­la LM, per l’esa­me dell’ido­ne­ità a una pro­mo­zio­ne o a una no­mi­na ai sen­si del­la LM;
b.530
le au­to­ri­tà fe­de­ra­li com­pe­ten­ti per l’ese­cu­zio­ne dei con­trol­li di si­cu­rez­za re­la­ti­vi al­le per­so­ne ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 2 ca­po­ver­so 2 let­te­ra a LM­SI;
c.
le au­to­ri­tà del­la giu­sti­zia pe­na­le per l’at­tua­zio­ne di pro­ce­di­men­ti pe­na­li (art. 365 cpv. 2 lett. a);
d.
i ser­vi­zi di coor­di­na­men­to can­to­na­li e l’Uf­fi­cio fe­de­ra­le di giu­sti­zia per adem­pie­re i lo­ro com­pi­ti le­ga­li nell’am­bi­to del­la ge­stio­ne del ca­sel­la­rio;
e.
le au­to­ri­tà pre­po­ste all’ese­cu­zio­ne pe­na­le per l’ese­cu­zio­ne del­le pe­ne e del­le mi­su­re (art. 365 cpv. 2 lett. c).531

2ter Le au­to­ri­tà di cui ai ca­po­ver­si 2 let­te­re c–l e 2sep­ties pos­so­no con­sul­ta­re le sen­ten­ze che con­ten­go­no l’espul­sio­ne sol­tan­to fin­ché l’in­te­res­sa­to è sog­get­to a que­st’ul­ti­ma. Se è più lun­go, il ter­mi­ne pre­vi­sto nell’ar­ti­co­lo 369 de­ter­mi­na quel­lo ap­pli­ca­bi­le al­la con­sul­ta­zio­ne.532

2qua­ter L’or­ga­no del­la Con­fe­de­ra­zio­ne com­pe­ten­te per il ca­sel­la­rio co­mu­ni­ca re­go­lar­men­te all’Ag­grup­pa­men­to Di­fe­sa, ai fi­ni del­l’ade­mpi­men­to dei com­pi­ti di cui all’ar­ti­co­lo 365 ca­po­ver­so 2 let­te­re n–q, i se­guen­ti da­ti, re­gi­stra­ti in VO­STRA, con­cer­nen­ti per­so­ne sog­get­te all’ob­bli­go di le­va, mi­li­ta­ri e per­so­ne sog­get­te all’ob­bli­go di pre­sta­re ser­vi­zio di pro­te­zio­ne ci­vi­le:533

a.
le sen­ten­ze pe­na­li per un cri­mi­ne o un de­lit­to;
b.
le mi­su­re pri­va­ti­ve del­la li­ber­tà;
c.
le de­ci­sio­ni con­cer­nen­ti l’in­suc­ces­so del pe­rio­do di pro­va di per­so­ne sog­get­te all’ob­bli­go di le­va e di mi­li­ta­ri.534

2quin­quies So­no co­mu­ni­ca­te le ge­ne­ra­li­tà de­gli Sviz­ze­ri re­gi­stra­ti se­con­do il ca­po­ver­so 2qua­ter che han­no com­piu­to i 17 an­ni di età. Se lo Sta­to mag­gio­re di con­dot­ta dell’eser­ci­to con­sta­ta che una per­so­na di cui so­no sta­te co­mu­ni­ca­te le ge­ne­ra­li­tà è sog­get­ta all’ob­bli­go di le­va o è un mi­li­ta­re, l’or­ga­no com­pe­ten­te per il ca­sel­la­rio co­mu­ni­ca an­che i da­ti pe­na­li.535

2se­xies La co­mu­ni­ca­zio­ne e la con­sta­ta­zio­ne di cui al ca­po­ver­so 2quin­quies pos­so­no es­se­re ef­fet­tua­te me­dian­te un’in­ter­fac­cia elet­tro­ni­ca tra il Si­ste­ma di ge­stio­ne del per­so­na­le dell’eser­ci­to (PI­SA) e il ca­sel­la­rio.536

2sep­tiesPer ve­ri­fi­ca­re la re­pu­ta­zio­ne in vi­sta del ri­la­scio o del­la re­vo­ca di un ri­co­no­sci­men­to di qua­dro Gio­ven­tù e Sport, l’Uf­fi­cio fe­de­ra­le del­lo sport può con­sul­ta­re, su do­man­da scrit­ta, i da­ti per­so­na­li re­la­ti­vi al­le sen­ten­ze.537

3 Qua­lo­ra il nu­me­ro del­le do­man­de d’in­for­ma­zio­ne lo giu­sti­fi­chi e pre­via con­sul­ta­zio­ne dell’In­ca­ri­ca­to fe­de­ra­le del­la pro­te­zio­ne dei da­ti e del­la tra­spa­ren­za538, il Con­si­glio fe­de­ra­le può esten­de­re il di­rit­to d’ac­ces­so di cui al ca­po­ver­so 2 ad al­tre au­to­ri­tà giu­di­zia­rie e am­mi­ni­stra­ti­ve del­la Con­fe­de­ra­zio­ne e dei Can­to­ni si­no all’en­tra­ta in vi­go­re di una ba­se le­ga­le in sen­so for­ma­le.

4 I da­ti per­so­na­li con­cer­nen­ti pro­ce­di­men­ti pe­na­li pen­den­ti pos­so­no es­se­re trat­ta­ti sol­tan­to dal­le au­to­ri­tà di cui al ca­po­ver­so 2, let­te­re a–e, i, j, e l–n.539

4bis ...540

4ter Per ve­ri­fi­ca­re la re­pu­ta­zio­ne in vi­sta del ri­la­scio o del­la so­spen­sio­ne di un ri­co­no­sci­men­to di qua­dro Gio­ven­tù e Sport, l’Uf­fi­cio fe­de­ra­le del­lo sport può con­sul­ta­re, su do­man­da scrit­ta, i da­ti per­so­na­li con­cer­nen­ti pro­ce­di­men­ti pe­na­li pen­den­ti.541

5 Ogni Can­to­ne de­si­gna un ser­vi­zio di coor­di­na­men­to per il trat­ta­men­to dei da­ti nel ca­sel­la­rio.

6 Il Con­si­glio fe­de­ra­le fis­sa le mo­da­li­tà, se­gna­ta­men­te:

a.
la re­spon­sa­bi­li­tà del trat­ta­men­to dei da­ti;
b.
il ge­ne­re dei da­ti rac­col­ti e la lo­ro du­ra­ta di con­ser­va­zio­ne;
c.
la col­la­bo­ra­zio­ne con le au­to­ri­tà in­te­res­sa­te;
d.
i com­pi­ti dei ser­vi­zi di coor­di­na­men­to;
e.
il di­rit­to d’in­for­ma­zio­ne e gli al­tri di­rit­ti pro­ce­du­ra­li a tu­te­la del­le per­so­ne in­te­res­sa­te;
f.
la si­cu­rez­za dei da­ti;
g.
le au­to­ri­tà che pos­so­no no­ti­fi­ca­re per scrit­to da­ti per­so­na­li, quel­le che pos­so­no in­tro­dur­re da­ti nel re­gi­stro, quel­le che pos­so­no con­sul­tar­lo e quel­le cui i da­ti per­so­na­li pos­so­no es­se­re di ca­so in ca­so co­mu­ni­ca­ti;
h.
la tra­smis­sio­ne elet­tro­ni­ca dei da­ti all’Uf­fi­cio fe­de­ra­le di sta­ti­sti­ca.

512 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 19 mar. 2010, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2010 6015, 2011 487; FF 2009 5137).

513 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 19 mar. 2010, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2010 6015, 2011 487; FF 2009 5137).

514 Nuo­va espr. giu­sta l’all. n. 2 del­la LF 18 mar. 2016, in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 4277, 2017 2297; FF 2014 5939).

515 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 3 dell’O del 3 nov. 2004 con­cer­nen­te l’ade­gua­men­to del­le di­spo­si­zio­ni le­ga­li in se­gui­to al­la fu­sio­ne de­gli uf­fi­ci fe­de­ra­li IMES e UFR, in vi­go­re dal 1° gen. 2005 (RU 2004 4655).

516 La de­si­gna­zio­ne dell’uni­tà am­mi­ni­stra­ti­va è sta­ta adat­ta­ta in ap­pli­ca­zio­ne dell’art. 16 cpv. 3 dell’O del 17 nov. 2004 sul­le pub­bli­ca­zio­ni uf­fi­cia­li (RU 20044937), con ef­fet­to dal 1° gen. 2015.

517 Abro­ga­ta dal n. I 3 dell’O del 3 nov. 2004 con­cer­nen­te l’ade­gua­men­to del­le di­spo­si­zio­ni le­ga­li in se­gui­to al­la fu­sio­ne de­gli uf­fi­ci fe­de­ra­li IMES e UFR, con ef­fet­to dal 1° gen. 2005 (RU 2004 4655).

518 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 5 del­la LF del 25 set. 2015 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve, in vi­go­re dal 1° set. 2017 (RU 2017 4095; FF 2014 1885).

519 RS 120

520 In­tro­dot­ta dal n. II del­la LF del 21 mar. 2003, in vi­go­re dal 1° gen. 2004 (RU 2003 4843; FF 2001 5451).

521 La de­si­gna­zio­ne dell’uni­tà am­mi­ni­stra­ti­va è sta­ta adat­ta­ta in ap­pli­ca­zio­ne dell’art. 20 cpv. 2 dell’O del 7 ott. 2015 sul­le pub­bli­ca­zio­ni uf­fi­cia­li (RS 170.512.1), con ef­fet­to dal 1° gen. 2019.

522 In­tro­dot­ta dall’all. n. 1 del­la LF del 3 ott. 2008 sui si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne mi­li­ta­ri, in vi­go­re dal 1° gen. 2010 (RU 2009 6617; FF 2008 2685).

523 In­tro­dot­ta dall’all. n. 3 del­la LF del 23 dic. 2011 sul­la pro­te­zio­ne ex­tra­pro­ces­sua­le dei te­sti­mo­ni, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2012 6715; FF 2011 1).

524 RS 312.2

525 In­tro­dot­ta dall’all. n. II 5 del­la LF del 25 set. 2015 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve, in vi­go­re dal 1° set. 2017 (RU 2017 4095; FF 2014 1885).

526 In­tro­dot­ta dal n. I 6 del­la LF del 25 set. 2020 sul­le mi­su­re di po­li­zia per la lot­ta al ter­ro­ri­smo, in vi­go­re dal 1° gen. 2022 (RU 2021 565, 672; FF 2019 3935).

527 RS 748.0

528 Nuo­va espr. giu­sta l’all. n. 2 del­la LF 18 mar. 2016, in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 4277, 2017 2297; FF 2014 5939).

529 RS 510.10

530 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 5 del­la LF del 25 set. 2015 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve, in vi­go­re dal 1° set. 2017 (RU 2017 4095; FF 2014 1885).

531 In­tro­dot­to dall’all. n. 1 del­la LF del 3 ott. 2008 sui si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne mi­li­ta­ri (RU 2009 6617; FF 2008 2685). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 19 mar. 2010, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2010 6015, 2011 487; FF 2009 5137).

532 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell’art. 121 cpv. 3–6 Co­st. sull’espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

533 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 18 mar. 2016, in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 4277, 2017 2297; FF 2014 5939).

534 Ori­gi­na­rio cpv. 2ter. In­tro­dot­to dall’all. n. 1 del­la LF del 3 ott. 2008 sui si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne mi­li­ta­ri (RU 2009 6617; FF 2008 2685). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 19 mar. 2010, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2010 6015, 2011 487; FF 2009 5137).

535 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 19 mar. 2010 (RU 2010 6015, 2011 487; FF 2009 5137). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell’art. 121 cpv. 3–6 Co­st. sull’espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

536 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell’art. 121 cpv. 3–6 Co­st. sull’espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

537 Ori­gi­na­rio cpv. 2se­xies. In­tro­dot­to dall’art. 34 n. 1 e 36del­la LF del 17 giu. 2011 sul­la pro­mo­zio­ne del­lo sport e dell’at­ti­vi­tà fi­si­ca, in vi­go­re dal 1° ott. 2012 (RU 2012 3953; FF 2009 7113).

538 La de­si­gna­zio­ne dell’uni­tà am­mi­ni­stra­ti­va è sta­ta adat­ta­ta in ap­pli­ca­zio­ne dell’art. 16 cpv. 3 dell’O del 17 nov. 2004 sul­le pub­bli­ca­zio­ni uf­fi­cia­li (RU 20044937).

539 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 6 del­la LF del 25 set. 2020 sul­le mi­su­re di po­li­zia per la lot­ta al ter­ro­ri­smo, in vi­go­re dal 1° giu. 2022 (RU 2021 565; 2022 300; FF 2019 3935).

540 In­tro­dot­to dal n. II 1 del­la LF del 3 ott. 2008 (RU 2009 1093; FF 2008 2255). Abro­ga­to dal n. II 1 del­la LF del 25 set. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2016 (RU 20161883; FF 2014 5749).

541 In­tro­dot­to dall’art. 34 n. 1 del­la LF del 17 giu. 2011 sul­la pro­mo­zio­ne del­lo sport e dell’at­ti­vi­tà fi­si­ca, in vi­go­re dal 1° ott. 2012 (RU 2012 3953; FF 2009 7113).

Art. 368

Co­mu­ni­ca­zio­ne dei fat­ti che de­vo­no es­se­re iscrit­ti

 

L’au­to­ri­tà fe­de­ra­le com­pe­ten­te può co­mu­ni­ca­re le iscri­zio­ni nel ca­sel­la­rio al­lo Sta­to di ori­gi­ne del con­dan­na­to.

Art. 369

Eli­mi­na­zio­ne dell’iscri­zio­ne

 

1 Le iscri­zio­ni di con­dan­ne a una pe­na de­ten­ti­va so­no eli­mi­na­te d’uf­fi­cio se al di là del­la du­ra­ta del­la pe­na com­mi­su­ra­ta dal giu­di­ce so­no tra­scor­si i se­guen­ti ter­mi­ni:

a.
vent’an­ni in ca­so di pe­na de­ten­ti­va di cin­que o più an­ni;
b.
quin­di­ci an­ni in ca­so di pe­na de­ten­ti­va da uno a me­no di cin­que an­ni;
c.
die­ci an­ni in ca­so di pe­na de­ten­ti­va in­fe­rio­re a un an­no;
d.542
die­ci an­ni in ca­so di pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà se­con­do l’ar­ti­co­lo 25 DP­Min543.

2 I ter­mi­ni di cui al ca­po­ver­so 1 so­no pro­trat­ti del­la du­ra­ta di una pe­na de­ten­ti­va già iscrit­ta.

3 Le sen­ten­ze che con­ten­go­no co­me pe­na prin­ci­pa­le una pe­na de­ten­ti­va con la con­di­zio­na­le, una pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con la con­di­zio­na­le, una pe­na pe­cu­nia­ria, un la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà o una mul­ta so­no eli­mi­na­te d’uf­fi­cio do­po die­ci an­ni.544

4 Le con­dan­ne a una pe­na cu­mu­la­ta con una mi­su­ra sta­zio­na­ria o a una mi­su­ra sta­zio­na­ria sol­tan­to so­no eli­mi­na­te d’uf­fi­cio do­po:

a.
quin­di­ci an­ni in ca­so di mi­su­re se­con­do gli ar­ti­co­li 59–61 e 64;
b.
die­ci an­ni in ca­so di col­lo­ca­men­to in un isti­tu­to chiu­so ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 15 ca­po­ver­so 2 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 20 giu­gno 2003545 sul di­rit­to pe­na­le mi­no­ri­le;
c.546
set­te an­ni in ca­so di col­lo­ca­men­to in un isti­tu­to aper­to o pres­so pri­va­ti ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 15 ca­po­ver­so 1 DP­Min. 547

4bis Le con­dan­ne uni­ca­men­te a un trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 63 so­no eli­mi­na­te d’uf­fi­cio do­po die­ci an­ni. Le con­dan­ne a un trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 14 DP­Min so­no eli­mi­na­te d’uf­fi­cio do­po cin­que an­ni per quan­to un com­pu­to dei ter­mi­ni se­con­do i ca­po­ver­si 1–4 non sia pos­si­bi­le.548

4ter Le con­dan­ne uni­ca­men­te a una mi­su­ra se­con­do gli ar­ti­co­li 66 ca­po­ver­so 1, 67 ca­po­ver­so 1 o 67e op­pu­re gli ar­ti­co­li 48, 50 ca­po­ver­so 1 o 50e CPM549 so­no eli­mi­na­te dʼuf­fi­cio do­po die­ci an­ni.550

4qua­terLe con­dan­ne uni­ca­men­te a un’in­ter­di­zio­ne o a un di­vie­to se­con­do gli ar­ti­co­li 67 ca­po­ver­si 2–4 o 67b del pre­sen­te Co­di­ce op­pu­re se­con­do gli ar­ti­co­li 50 ca­po­ver­si 2–4 o 50b CPM so­no eli­mi­na­te d’uf­fi­cio do­po die­ci an­ni.551

4quin­quies Le con­dan­ne uni­ca­men­te a un’in­ter­di­zio­ne o a un di­vie­to se­con­do l’ar­ti­co­lo 16a DP­Min so­no eli­mi­na­te d’uf­fi­cio do­po set­te an­ni.552

5 I ter­mi­ni di cui al ca­po­ver­so 4 so­no pro­trat­ti del­la du­ra­ta di una pe­na re­si­dua.

5bis Le sen­ten­ze che con­ten­go­no l’espul­sio­ne ri­man­go­no iscrit­te nel ca­sel­la­rio giu­di­zia­le si­no al­la mor­te dell’in­te­res­sa­to. Se l’in­te­res­sa­to non di­mo­ra in Sviz­ze­ra, la sen­ten­za è eli­mi­na­ta dal ca­sel­la­rio giu­di­zia­le al più tar­di cen­to an­ni do­po la sua na­sci­ta. Se ac­qui­si­sce la cit­ta­di­nan­za sviz­ze­ra, ot­to an­ni do­po la na­tu­ra­liz­za­zio­ne l’in­te­res­sa­to può pre­sen­ta­re una do­man­da di eli­mi­na­zio­ne del­la sen­ten­za se­con­do i ter­mi­ni di cui ai ca­po­ver­si 1‒5.553

6 Il ter­mi­ne de­cor­re:

a.554
in ca­so di con­dan­ne se­con­do i ca­po­ver­si 1, 3, 4ter, 4qua­ter e 4quin­quies, dal gior­no in cui la sen­ten­za pas­sa in giu­di­ca­to;
b.
in ca­so di con­dan­ne se­con­do i ca­po­ver­si 4 e 4bis, dal gior­no del­la sop­pres­sio­ne del­la mi­su­ra o del­la li­be­ra­zio­ne de­fi­ni­ti­va dal­la mi­su­ra.555

7 Le iscri­zio­ni eli­mi­na­te non de­vo­no po­ter es­se­re ri­co­strui­te. La sen­ten­za eli­mi­na­ta non è più op­po­ni­bi­le all’in­te­res­sa­to.

8 I da­ti del ca­sel­la­rio giu­di­zia­le non de­vo­no es­se­re ar­chi­via­ti.


542 In­tro­dot­ta dall’art. 44 n. 1 del di­rit­to pe­na­le mi­no­ri­le del 20 giu. 2003, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3545; FF 1999 1669).

543 RS 311.1

544 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 19 mar. 2010, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2010 6015, 2011 487; FF 2009 5137).

545 RS 311.1

546 In­tro­dot­ta dal n. II 2 del­la LF del 19 mar. 2010, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2010 6015, 2011 487; FF 2009 5137).

547 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

548 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le) (RU 2006 3539; FF 2005 4197). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 19 mar. 2010, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2010 6015, 2011 487; FF 2009 5137).

549 RS 321.0

550 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le) (RU 2006 3539; FF 2005 4197). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

551 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

552 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

553 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell’art. 121 cpv. 3–6 Co­st. sull’espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

554 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

555 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

Art. 369a556

Eli­mi­na­zio­ne di sen­ten­ze con­te­nen­ti unʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te

 

Le sen­ten­ze che con­ten­go­no un’in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un’at­ti­vi­tà o un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te se­con­do gli ar­ti­co­li 67 ca­po­ver­si 2–4 o 67b del pre­sen­te Co­di­ce op­pu­re se­con­do gli ar­ti­co­li 50 ca­po­ver­si 2–4 o 50b CPM557 o l’ar­ti­co­lo 16a DP­Min558 so­no eli­mi­na­te d’uf­fi­cio do­po die­ci an­ni dal­la fi­ne dell’in­ter­di­zio­ne o del di­vie­to.559 Fan­no sta­to i ter­mi­ni di cui al­lʼar­ti­co­lo 369, se so­no più lun­ghi.

556 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

557 RS 321.0

558 RS 311.1

559 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

Art. 370

Di­rit­to di con­sul­ta­zio­ne

 

1 Ognu­no ha il di­rit­to di con­sul­ta­re in­te­gral­men­te le iscri­zio­ni che lo con­cer­no­no.

2 Non si ri­la­scia­no co­pie.

Art. 371

Estrat­to per pri­va­ti

 

1 Ognu­no può chie­de­re al Ca­sel­la­rio giu­di­zia­le cen­tra­le sviz­ze­ro un estrat­to scrit­to del­le iscri­zio­ni che lo con­cer­no­no. Nel­lʼe­strat­to fi­gu­ra­no le sen­ten­ze pro­nun­cia­te per cri­mi­ni e de­lit­ti; le con­dan­ne per con­trav­ven­zio­ni vi fi­gu­ra­no sol­tan­to se è sta­ta pro­nun­cia­ta unʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te se­con­do gli ar­ti­co­li 67 o 67b, se­con­do gli ar­ti­co­li 50 o 50bCPM561 o se­con­do lʼar­ti­co­lo 16a DP­Min562.563

2 Le sen­ten­ze pro­nun­cia­te per rea­ti com­mes­si nell’ado­le­scen­za so­no ri­por­ta­te nell’estrat­to sol­tan­to se vi fi­gu­ra­no an­che al­tri rea­ti per i qua­li l’in­te­res­sa­to è sta­to con­dan­na­to in età adul­ta.

3 Le sen­ten­ze che con­ten­go­no una pe­na non ven­go­no ri­por­ta­te nel­l’estrat­to se so­no tra­scor­si due ter­zi del­la du­ra­ta de­ter­mi­nan­te per l’eli­mi­na­zio­ne se­con­do l’ar­ti­co­lo 369 ca­po­ver­si 1‒5 e 6.564

3bis Le sen­ten­ze che con­ten­go­no una pe­na con la con­di­zio­na­le, to­ta­le o par­zia­le, non ven­go­no ri­por­ta­te nell’estrat­to se il con­dan­na­to ha su­pe­ra­to con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va.565

4 Le con­dan­ne a una pe­na cu­mu­la­ta con una mi­su­ra o a una mi­su­ra sol­tan­to non ven­go­no ri­por­ta­te nell’estrat­to se è tra­scor­sa la me­tà del­la du­ra­ta de­ter­mi­nan­te per l’eli­mi­na­zio­ne se­con­do l’ar­ti­co­lo 369 ca­po­ver­si 1‒5 e 6.566

4bis Le sen­ten­ze che con­ten­go­no l’espul­sio­ne fi­gu­ra­no nell’estrat­to fin­ché l’in­te­res­sa­to è sog­get­to a que­st’ul­ti­ma. Se è più lun­go, il ter­mi­ne pre­vi­sto nei ca­po­ver­si 3 o 4 de­ter­mi­na la du­ra­ta du­ran­te la qua­le la sen­ten­za fi­gu­ra nell’estrat­to.567

5 Sca­du­to il ter­mi­ne di cui ai ca­po­ver­si 3, 4 e 4bis, la sen­ten­za vie­ne ri­por­ta­ta nell’estrat­to se que­st’ul­ti­mo con­tie­ne an­che una sen­ten­za per la qua­le il ter­mi­ne non è an­co­ra sca­du­to.568

561 RS 321.0

562 RS 311.1

563 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

564 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell’art. 121 cpv. 3–6 Co­st. sull’espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

565 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

566 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell’art. 121 cpv. 3–6 Co­st. sull’espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

567 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell’art. 121 cpv. 3–6 Co­st. sull’espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

568 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell’art. 121 cpv. 3–6 Co­st. sull’espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

Art. 371a569

Estrat­to spe­ci­fi­co per pri­va­ti

 

1 Può chie­de­re al ca­sel­la­rio giu­di­zia­le un estrat­to spe­ci­fi­co del­le iscri­zio­ni che lo con­cer­no­no chiun­que:

a.
si can­di­da per:
1.
un’at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o un’at­ti­vi­tà ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta im­pli­can­te un con­tat­to re­go­la­re con mi­no­ren­ni o al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li, o
2.
un’at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o un’at­ti­vi­tà ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta nel set­to­re sa­ni­ta­rio im­pli­can­te un con­tat­to di­ret­to con i pa­zien­ti; o
b.
eser­ci­ta una del­le at­ti­vi­tà di cui al­la let­te­ra a.570

2 Al­la do­man­da de­ve al­le­ga­re un’at­te­sta­zio­ne scrit­ta del sog­get­to che esi­ge la pre­sen­ta­zio­ne dell’estrat­to spe­ci­fi­co per pri­va­ti, sia es­so il da­to­re di la­vo­ro, l’or­ga­niz­za­zio­ne o l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te per l’au­to­riz­za­zio­ne all’eser­ci­zio dell’at­ti­vi­tà, nel­la qua­le si con­fer­ma che:571

a.
il ri­chie­den­te si can­di­da per unʼat­ti­vi­tà di cui al ca­po­ver­so 1 o svol­ge ta­le at­ti­vi­tà; e
b.
il ri­chie­den­te de­ve pre­sen­ta­re lʼe­strat­to spe­ci­fi­co per pri­va­ti per svol­ge­re una nuo­va at­ti­vi­tà o per con­ti­nua­re a svol­ge­re lʼat­ti­vi­tà con­si­de­ra­ta.

3 Nel­lʼe­strat­to spe­ci­fi­co per pri­va­ti fi­gu­ra­no:

a.572
le sen­ten­ze che con­ten­go­no un’in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un’at­ti­vi­tà se­con­do l’ar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­si 2–4 o l’ar­ti­co­lo 50 ca­po­ver­si 2–4 CPM573;
b.
le sen­ten­ze che con­ten­go­no un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te se­con­do lʼar­ti­co­lo 67b o lʼar­ti­co­lo 50b CPM, se ta­le di­vie­to è sta­to pro­nun­cia­to a tu­te­la di mi­no­ren­ni o di al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li;
c.
le sen­ten­ze ema­na­te nei con­fron­ti di mi­no­ri che con­ten­go­no unʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà se­con­do lʼar­ti­co­lo 16a ca­po­ver­so 1 DP­Min574 o un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te se­con­do lʼar­ti­co­lo 16a ca­po­ver­so 2 DP­Min, pro­nun­cia­ti a tu­te­la di mi­no­ri o di al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li.

4 Una sen­ten­za con­te­nen­te unʼin­ter­di­zio­ne o un di­vie­to ai sen­si del ca­po­ver­so 3 fi­gu­ra nel­lʼe­strat­to spe­ci­fi­co per pri­va­ti fin­tan­to che lʼin­ter­di­zio­ne o il di­vie­to ha ef­fet­to.

569 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

570 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

571 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

572 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell’art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

573 RS 321.0

574 RS 311.1

Titolo settimo: Dell’esecuzione delle pene e delle misure, dell’assistenza riabilitativa, dei penitenziari e delle istituzioni

Art. 372

1. Ob­bli­go di ese­gui­re pe­ne e mi­su­re

 

1 I Can­to­ni ese­gui­sco­no le sen­ten­ze pro­nun­cia­te dai lo­ro tri­bu­na­li pe­na­li in ap­pli­ca­zio­ne del pre­sen­te Co­di­ce. Es­si so­no ob­bli­ga­ti ad ese­gui­re, me­dian­te ri­fu­sio­ne del­le spe­se, le sen­ten­ze del­le au­to­ri­tà pe­na­li del­la Con­fe­de­ra­zio­ne.

2 So­no pa­ri­fi­ca­te al­le sen­ten­ze le de­ci­sio­ni in ma­te­ria pe­na­le del­le au­to­ri­tà di po­li­zia o di al­tre au­to­ri­tà com­pe­ten­ti ed i de­cre­ti del­le au­to­ri­tà di ac­cu­sa.

3 I Can­to­ni ga­ran­ti­sco­no un’ese­cu­zio­ne uni­for­me del­le san­zio­ni pe­na­li.575

575 In­tro­dot­to dal n. II 2 del­la LF del 6 ott. 2006 (Nuo­va im­po­sta­zio­ne del­la pe­re­qua­zio­ne fi­nan­zia­ria e del­la ri­par­ti­zio­ne dei com­pi­ti tra Con­fe­de­ra­zio­ne e Can­to­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2008 (RU 2007 5779; FF 2005 5349).

Art. 373

2. Pe­ne pe­cu­nia­rie, mul­te, spe­se e con­fi­sche.

Ese­cu­zio­ne

 

Le de­ci­sio­ni pas­sa­te in giu­di­ca­to e pro­nun­cia­te in ap­pli­ca­zio­ne del di­rit­to pe­na­le fe­de­ra­le o can­to­na­le so­no ese­cu­ti­ve in tut­ta la Sviz­ze­ra per quan­to con­cer­ne le pe­ne pe­cu­nia­rie, le mul­te, le spe­se e le con­fi­sche.

Art. 374

Di­rit­to di di­spo­si­zio­ne

 

1 I Can­to­ni di­spon­go­no cir­ca il ri­ca­vo del­le pe­ne pe­cu­nia­rie, del­le mul­te e del­le con­fi­sche pro­nun­cia­te in ap­pli­ca­zio­ne del pre­sen­te Co­di­ce.

2 Nel­le cau­se giu­di­ca­te dal­la Cor­te pe­na­le o dal­la Cor­te d’ap­pel­lo del Tri­bu­na­le pe­na­le fe­de­ra­le di­spo­ne in­ve­ce la Con­fe­de­ra­zio­ne.576

3 Ri­ma­ne sal­vo l’im­pie­go a fa­vo­re del dan­neg­gia­to se­con­do l’ar­ti­co­lo 73.

4 So­no sal­ve le di­spo­si­zio­ni del­la leg­ge fe­de­ra­le del 19 mar­zo 2004577 sul­la ri­par­ti­zio­ne dei va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li con­fi­sca­ti.578

576 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 17 mar. 2017 (Isti­tu­zio­ne di una cor­te d’ap­pel­lo in se­no al Tri­bu­na­le pe­na­le fe­de­ra­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2017 5769; FF 2013 6121, 2016 5587).

577 RS 312.4

578 In­tro­dot­to dall’all. n. 1 del­la LF del 19 mar. 2004 sul­la ri­par­ti­zio­ne dei va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li con­fi­sca­ti, in vi­go­re dal 1° ago. 2004 (RU 2004 3503; FF 2002 389).

Art. 375

3. La­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà

 

1 I Can­to­ni so­no com­pe­ten­ti per l’at­tua­zio­ne del la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà.

2 L’au­to­ri­tà com­pe­ten­te de­ter­mi­na il ge­ne­re e la for­ma del la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà.

3 La du­ra­ta mas­si­ma del la­vo­ro de­ter­mi­na­ta dal­la leg­ge può es­se­re su­pe­ra­ta nel­la pre­sta­zio­ne del la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà. Ri­man­go­no ap­pli­ca­bi­li le nor­me in ma­te­ria di si­cu­rez­za sul la­vo­ro e di pro­te­zio­ne del­la sa­lu­te.

Art. 376

4. As­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va

 

1 I Can­to­ni or­ga­niz­za­no l’as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va. Pos­so­no af­fi­da­re que­sto com­pi­to ad as­so­cia­zio­ni pri­va­te.

2 L’as­si­sten­za è pre­sta­ta di re­go­la dal Can­to­ne di do­mi­ci­lio dell’as­si­sti­to.

Art. 377

5. Pe­ni­ten­zia­ri e isti­tu­zio­ni.

Ob­bli­go dei Can­to­ni di isti­tuir­li e ge­stir­li

 

1 I Can­to­ni isti­tui­sco­no e ge­sti­sco­no i pe­ni­ten­zia­ri e i re­par­ti di pe­ni­ten­zia­rio per de­te­nu­ti che scon­ta­no la pe­na in re­gi­me chiu­so e aper­to, non­ché in se­mi­pri­gio­nia e in la­vo­ro ester­no.

2 Pos­so­no inol­tre ge­sti­re re­par­ti per spe­cia­li grup­pi di de­te­nu­ti, in par­ti­co­la­re per:

a.
don­ne;
b.
de­te­nu­ti di de­ter­mi­na­te clas­si d’età;
c.
de­te­nu­ti che de­vo­no espia­re pe­ne di as­sai lun­ga o as­sai bre­ve du­ra­ta;
d.
de­te­nu­ti che ab­bi­so­gna­no di cu­re o trat­ta­men­to in­ten­si­vi o che ri­ce­vo­no una for­ma­zio­ne o una for­ma­zio­ne pro­fes­sio­na­le con­ti­nua.

3 I Can­to­ni isti­tui­sco­no e ge­sti­sco­no al­tre­sì le isti­tu­zio­ni pre­vi­ste dal pre­sen­te Co­di­ce per l’ese­cu­zio­ne del­le mi­su­re.

4 Prov­ve­do­no af­fin­ché i re­go­la­men­ti e la ge­stio­ne dei pe­ni­ten­zia­ri e del­le isti­tu­zio­ni sia­no con­for­mi al­le nor­me del pre­sen­te Co­di­ce.

5 Pro­muo­vo­no la for­ma­zio­ne e la for­ma­zio­ne pro­fes­sio­na­le con­ti­nua del per­so­na­le.

Art. 378

Col­la­bo­ra­zio­ne in­ter­can­to­na­le

 

1 I Can­to­ni pos­so­no con­clu­de­re ac­cor­di per l’isti­tu­zio­ne e la ge­stio­ne in co­mu­ne di pe­ni­ten­zia­ri e isti­tu­zio­ni o as­si­cu­rar­si il di­rit­to di usa­re pe­ni­ten­zia­ri e isti­tu­zio­ni d’al­tri Can­to­ni.

2 Si in­for­ma­no re­ci­pro­ca­men­te sul­le pe­cu­lia­ri­tà dei sin­go­li pe­ni­ten­zia­ri e del­le sin­go­le isti­tu­zio­ni, se­gna­ta­men­te sul­le pos­si­bi­li­tà di cu­re, trat­ta­men­to e la­vo­ro; col­la­bo­ra­no nell’as­se­gna­zio­ne dei de­te­nu­ti.

Art. 379

Sta­bi­li­men­ti pri­va­ti

 

1 I Can­to­ni pos­so­no ri­la­scia­re a pe­ni­ten­zia­ri e isti­tu­zio­ni ge­sti­ti da pri­va­ti l’au­to­riz­za­zio­ne di ese­gui­re pe­ne in for­ma di se­mi­pri­gio­nia e di la­vo­ro ester­no, non­ché mi­su­re se­con­do gli ar­ti­co­li 59–61 e 63.

2 I pe­ni­ten­zia­ri e le isti­tu­zio­ni ge­sti­ti da pri­va­ti sot­to­stan­no al­la vi­gi­lan­za dei Can­to­ni.

Art. 380

Spe­se

 

1 Le spe­se dell’ese­cu­zio­ne di pe­ne e mi­su­re so­no a ca­ri­co dei Can­to­ni.

2 Il con­dan­na­to è te­nu­to a par­te­ci­pa­re in mo­do ade­gua­to al­le spe­se di ese­cu­zio­ne:

a.
me­dian­te com­pen­sa­zio­ne con il la­vo­ro da lui pre­sta­to nell’am­bi­to dell’ese­cu­zio­ne di pe­ne e mi­su­re;
b.
pro­por­zio­nal­men­te al suo red­di­to e al­la sua so­stan­za se ri­fiu­ta di ese­gui­re il la­vo­ro che gli è as­se­gna­to, ben­ché que­sto cor­ri­spon­da al­le esi­gen­ze dell’ar­ti­co­lo 81 o 90 ca­po­ver­so 3;
c.579
me­dian­te de­du­zio­ne di una quo­ta del red­di­to rea­liz­za­to per il tra­mi­te di un’at­ti­vi­tà nell’am­bi­to del­la se­mi­pri­gio­nia, dell’ese­cu­zio­ne in for­ma di sor­ve­glian­za elet­tro­ni­ca, del la­vo­ro ester­no o del la­vo­ro e al­log­gio ester­ni.

3 I Can­to­ni ema­na­no di­spo­si­zio­ni det­ta­glia­te sul­la par­te­ci­pa­zio­ne al­le spe­se da par­te dei con­dan­na­ti.

579 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del LF del 17 mar. 2017 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Titolo settimo a: Responsabilità in caso di soppressione dell’internamento a vita580

580 Introdotto dal n. I della LF del 21 dic. 2007 (Internamento a vita di criminali estremamente pericolosi), in vigore dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).

Art.380a

 

1 Se una per­so­na in­ter­na­ta a vi­ta cui è con­ces­sa la li­ber­tà con­di­zio­na­le o il cui in­ter­na­men­to è sta­to sop­pres­so com­met­te di nuo­vo un cri­mi­ne di cui all’ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1bis, la re­spon­sa­bi­li­tà per il dan­no che ne ri­sul­ta è as­sun­ta dall’en­te pub­bli­co com­pe­ten­te.

2 Al di­rit­to di re­gres­so con­tro l’au­to­re e al­la pre­scri­zio­ne dell’azio­ne di ri­sar­ci­men­to del dan­no o di ri­pa­ra­zio­ne si ap­pli­ca­no le di­spo­si­zio­ni del Co­di­ce del­le ob­bli­ga­zio­ni581 in ma­te­ria di at­ti il­le­ci­ti.

3 Al di­rit­to di re­gres­so con­tro i mem­bri dell’au­to­ri­tà di­spo­nen­te si ap­pli­ca il di­rit­to can­to­na­le o la leg­ge del 14 mar­zo 1958582 sul­la re­spon­sa­bi­li­tà.

Titolo ottavo: Della grazia, dell’amnistia e della revisione

Art. 381

1. Gra­zia.

Com­pe­ten­za

 

Per le sen­ten­ze pro­nun­cia­te in ap­pli­ca­zio­ne del pre­sen­te Co­di­ce o di al­tre leg­gi fe­de­ra­li, il di­rit­to di gra­zia spet­ta:

a.583
all’As­sem­blea fe­de­ra­le, nel­le cau­se giu­di­ca­te dal­la Cor­te pe­na­le o dal­la Cor­te d’ap­pel­lo del Tri­bu­na­le pe­na­le fe­de­ra­le o da un’au­to­ri­tà am­mi­ni­stra­ti­va del­la Con­fe­de­ra­zio­ne;
b.
all’au­to­ri­tà com­pe­ten­te dei Can­to­ni, nel­le cau­se giu­di­ca­te dal­le au­to­ri­tà can­to­na­li.

583 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 2 del­la LF del 19 giu. 2015 (Isti­tu­zio­ne di una cor­te d’ap­pel­lo in se­no al Tri­bu­na­le pe­na­le fe­de­ra­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2017 5769; FF 2013 6121, 2016 5587).

Art. 382

Do­man­da di gra­zia

 

1 La do­man­da di gra­zia può es­se­re pre­sen­ta­ta dal con­dan­na­to, dal suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le e, col con­sen­so del con­dan­na­to, dal di­fen­so­re, dal co­niu­ge o dal part­ner re­gi­stra­to.584

2 Per cri­mi­ni o de­lit­ti po­li­ti­ci e per rea­ti con­nes­si con un cri­mi­ne o un de­lit­to po­li­ti­co, il Con­si­glio fe­de­ra­le od il go­ver­no can­to­na­le può inol­tre pro­muo­ve­re d’uf­fi­cio la pro­ce­du­ra per la gra­zia.

3 L’au­to­ri­tà che pro­nun­cia sul­la gra­zia può de­ci­de­re che una do­man­da re­spin­ta non de­ve es­se­re ri­pre­sen­ta­ta pri­ma che sia tra­scor­so un ter­mi­ne de­ter­mi­na­to.

584 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 18 del­la L del 18 giu. 2004 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).

Art. 383

Ef­fet­ti

 

1 Per ef­fet­to del­la gra­zia tut­te le pe­ne pro­nun­cia­te con sen­ten­za pas­sa­ta in giu­di­ca­to pos­so­no es­se­re con­do­na­te to­tal­men­te o par­zial­men­te op­pu­re com­mu­ta­te in pe­ne me­no gra­vi.

2 Il de­cre­to di gra­zia ne de­ter­mi­na i li­mi­ti.

Art. 384

2. Am­ni­stia

 

1 Nel­le cau­se pe­na­li in cui si ap­pli­ca il pre­sen­te Co­di­ce o un’al­tra leg­ge fe­de­ra­le, le Ca­me­re fe­de­ra­li pos­so­no con­ce­de­re un’am­ni­stia.

2 Con l’am­ni­stia si esclu­de il per­se­gui­men­to pe­na­le di de­ter­mi­na­ti fat­ti o ca­te­go­rie di au­to­ri e si di­spo­ne il con­do­no del­le re­la­ti­ve pe­ne.

Art. 385

3. Re­vi­sio­ne

 

I Can­to­ni de­vo­no pre­ve­de­re la re­vi­sio­ne del pro­ces­so a fa­vo­re del con­dan­na­to con­tro sen­ten­ze pro­nun­cia­te in ap­pli­ca­zio­ne del pre­sen­te Co­di­ce o di al­tre leg­gi fe­de­ra­li, quan­do esi­sta­no fat­ti o mez­zi di pro­va ri­le­van­ti che non era­no no­ti al tri­bu­na­le nel pri­mo pro­ces­so.

Titolo nono: Misure preventive, disposizioni completive e disposizioni generali transitorie

Art. 386585

1. Mi­su­re pre­ven­ti­ve

 

1 La Con­fe­de­ra­zio­ne può pren­de­re mi­su­re di in­for­ma­zio­ne, di edu­ca­zio­ne o al­tre mi­su­re in­te­se a evi­ta­re i rea­ti e a pre­ve­ni­re la cri­mi­na­li­tà.

2 Può so­ste­ne­re pro­get­ti che per­se­guo­no gli obiet­ti­vi del ca­po­ver­so 1.

3 Può par­te­ci­pa­re a or­ga­niz­za­zio­ni che ese­guo­no mi­su­re ai sen­si del ca­po­ver­so 1 op­pu­re isti­tui­re e so­ste­ne­re si­mi­li or­ga­niz­za­zio­ni.

4 Il Con­si­glio fe­de­ra­le di­sci­pli­na il con­te­nu­to, gli obiet­ti­vi e il ge­ne­re del­le mi­su­re pre­ven­ti­ve.

585 In vi­go­re dal 1° gen. 2006 giu­sta l’O del 2 dic. 2005 (RU 2005 5723).

Art. 387

2. Di­spo­si­zio­ni com­ple­ti­ve del Con­si­glio fe­de­ra­le

 

1 Il Con­si­glio fe­de­ra­le, sen­ti­ti i Can­to­ni, è au­to­riz­za­to a ema­na­re di­spo­si­zio­ni su:

a.
l’ese­cu­zio­ne di pe­ne uni­che, di pe­ne sup­ple­ti­ve e di più pe­ne e mi­su­re da ese­gui­re si­mul­ta­nea­men­te;
b.
l’as­sun­zio­ne dell’ese­cu­zio­ne di pe­ne e mi­su­re da par­te di un al­tro Can­to­ne;
c.
l’ese­cu­zio­ne di pe­ne e mi­su­re pro­nun­cia­te nei con­fron­ti di am­ma­la­ti, per­so­ne gra­ci­li e an­zia­ni;
d.
l’ese­cu­zio­ne di pe­ne e mi­su­re nei con­fron­ti di don­ne, se­con­do l’ar­ti­co­lo 80;
e.
la re­tri­bu­zio­ne del la­vo­ro del de­te­nu­to se­con­do l’ar­ti­co­lo 83.

1bis Ri­guar­do al­la com­mis­sio­ne pe­ri­ta­le fe­de­ra­le in­ca­ri­ca­ta di va­lu­ta­re l’ido­nei­tà al­la te­ra­pia dei cri­mi­na­li in­ter­na­ti a vi­ta (art. 64c cpv. 1), il Con­si­glio fe­de­ra­le ema­na le di­spo­si­zio­ni ne­ces­sa­rie con­cer­nen­ti la scel­ta dei mem­bri e la lo­ro re­tri­bu­zio­ne, non­ché la pro­ce­du­ra e l’or­ga­niz­za­zio­ne in­ter­na.586

2 Il Con­si­glio fe­de­ra­le, su pro­po­sta dell’au­to­ri­tà can­to­na­le com­pe­ten­te, può ema­na­re di­spo­si­zio­ni spe­cia­li cir­ca la se­pa­ra­zio­ne de­gli sta­bi­li­men­ti del Can­to­ne Ti­ci­no.

3 Il Con­si­glio fe­de­ra­le può pre­ve­de­re che i da­ti eli­mi­na­ti dal ca­sel­la­rio giu­di­zia­le pos­sa­no an­co­ra es­se­re con­ser­va­ti a sco­po di ri­cer­ca; van­no sal­va­guar­da­ti i di­rit­ti del­la per­so­na­li­tà e ri­spet­ta­ti i prin­ci­pi del­la pro­te­zio­ne dei da­ti.

4 Il Con­si­glio fe­de­ra­le può, in via spe­ri­men­ta­le e per un tem­po de­ter­mi­na­to:

a.
in­tro­dur­re o per­met­te­re nuo­ve pe­ne e mi­su­re non­ché nuo­ve for­me d’ese­cu­zio­ne e mo­di­fi­ca­re il cam­po d’ap­pli­ca­zio­ne di san­zio­ni e for­me d’ese­cu­zio­ne esi­sten­ti;
b.
di­spor­re o per­met­te­re che l’ese­cu­zio­ne di pe­ne de­ten­ti­ve sia af­fi­da­ta a sta­bi­li­men­ti ge­sti­ti da pri­va­ti e ri­spon­den­ti al­le esi­gen­ze del pre­sen­te Co­di­ce in ma­te­ria di ese­cu­zio­ne del­le pe­ne (art. 74–85, 91 e 92). Que­sti sta­bi­li­men­ti sot­to­stan­no al­la vi­gi­lan­za dei Can­to­ni.

5 Le di­spo­si­zio­ni can­to­na­li d’at­tua­zio­ne per la spe­ri­men­ta­zio­ne di nuo­ve san­zio­ni e for­me d’ese­cu­zio­ne e per l’ese­cu­zio­ne del­le pe­ne sot­to ge­stio­ne pri­va­ta (cpv. 4) sot­to­stan­no all’ap­pro­va­zio­ne del­la Con­fe­de­ra­zio­ne.

586 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).

Art. 388

3. Di­spo­si­zio­ni tran­si­to­rie ge­ne­ra­li.

Ese­cu­zio­ne di sen­ten­ze an­te­rio­ri

 

1 Le sen­ten­ze pro­nun­cia­te in ap­pli­ca­zio­ne del di­rit­to an­te­rio­re so­no ese­gui­te se­con­do ta­le di­rit­to. So­no sal­ve le ec­ce­zio­ni pre­vi­ste dai ca­po­ver­si 2 e 3.

2 Se il nuo­vo di­rit­to non com­mi­na una pe­na per il fat­to per il qua­le è sta­ta pro­nun­cia­ta la con­dan­na se­con­do il di­rit­to an­te­rio­re, la pe­na o mi­su­ra in­flit­ta non è più ese­gui­ta.

3 Le di­spo­si­zio­ni del nuo­vo di­rit­to con­cer­nen­ti l’ese­cu­zio­ne di pe­ne e mi­su­re non­ché i di­rit­ti e do­ve­ri del de­te­nu­to so­no ap­pli­ca­bi­li an­che a chi è sta­to con­dan­na­to se­con­do il di­rit­to an­te­rio­re.

Art. 389

Pre­scri­zio­ne

 

1 Sal­vo di­spo­si­zio­ne con­tra­ria del pre­sen­te Co­di­ce, le di­spo­si­zio­ni del nuo­vo di­rit­to con­cer­nen­ti la pre­scri­zio­ne dell’azio­ne pe­na­le e del­la pe­na so­no ap­pli­ca­bi­li an­che se il fat­to è sta­to com­mes­so o l’au­to­re con­dan­na­to pri­ma del­la lo­ro en­tra­ta in vi­go­re, se più fa­vo­re­vo­li all’au­to­re.

2 Il pe­rio­do di tem­po de­cor­so pri­ma dell’en­tra­ta in vi­go­re del nuo­vo di­rit­to è com­pu­ta­to.

Art. 390

Rea­ti per­se­gui­bi­li a que­re­la di par­te

 

1 Per i rea­ti per­se­gui­bi­li so­lo a que­re­la di par­te, il ter­mi­ne per pre­sen­ta­re la que­re­la è cal­co­la­to se­con­do la leg­ge in vi­go­re al mo­men­to in cui il fat­to è sta­to com­mes­so.

2 Se il nuo­vo di­rit­to ri­chie­de la que­re­la di par­te per per­se­gui­re un rea­to che se­con­do il di­rit­to an­te­rio­re era per­se­gui­bi­le d’uf­fi­cio, il ter­mi­ne per pre­sen­ta­re la que­re­la de­cor­re dall’en­tra­ta in vi­go­re del nuo­vo di­rit­to. Il pro­ce­di­men­to già in­tro­dot­to con­ti­nua so­lo a que­re­la di par­te.

3 Se il nuo­vo di­rit­to pre­ve­de il per­se­gui­men­to d’uf­fi­cio di un rea­to che se­con­do il di­rit­to an­te­rio­re era per­se­gui­bi­le so­lo a que­re­la di par­te, il fat­to com­mes­so pri­ma dell’en­tra­ta in vi­go­re del nuo­vo di­rit­to è pu­ni­to so­lo a que­re­la di par­te.

Art. 391

4. Di­spo­si­zio­ni can­to­na­li d’ap­pli­ca­zio­ne

 

I Can­to­ni co­mu­ni­ca­no al­la Con­fe­de­ra­zio­ne le ne­ces­sa­rie di­spo­si­zio­ni di ap­pli­ca­zio­ne del pre­sen­te Co­di­ce.

Art. 392

5. En­tra­ta in vi­go­re

 

Il pre­sen­te Co­di­ce en­tra in vi­go­re il 1° gen­na­io 1942.

Disposizioni finali della modifica del 18 marzo 1971 587

587DF del 18 mar. 1971, in vigore dal 1° lug. 1971 (RS 1971777808; FF 1965 I 474) e per gli art. 49 n. 4 cpv. 2, 82–99, 370, 372, 373, 379n. 1 cpv. 2, 385e 391in vigore dal 1° gen. 1974 (RU 1973 1840). Abrogate dal n. IV della LF del 13 dic. 2002, con effetto dal 1°gen. 2006 (RU 2006 34593535; FF 1999 1669).

Disposizionifinali della modifica del 13 dicembre 2002 588

588 RU 2006 34593535; FF 19991669

Disposizione transitoria della modifica del 12 dicembre 2014 598

Disposizione transitoria della modifica del 26 settembre 2014 599

Disposizione transitoria della modifica del 19 giugno 2015 600