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V. Della scadenza

Art. 1023  

V. Del­la sca­den­za

1. In ge­ne­re

 

1 La cam­bia­le può es­se­re trat­ta:
a vi­sta;
a cer­to tem­po vi­sta;
a cer­to tem­po da­ta;
a gior­no fis­so.

2 Le cam­bia­li ad al­tre sca­den­ze o a sca­den­ze suc­ces­si­ve so­no nul­le.

Art. 1024  

2. Cam­bia­li a vi­sta

 

1 La cam­bia­le a vi­sta è pa­ga­bi­le al­la pre­sen­ta­zio­ne. Es­sa de­ve es­se­re pre­sen­ta­ta per il pa­ga­men­to nel ter­mi­ne di un an­no dal­la sua da­ta. Il traen­te può ab­bre­via­re que­sto ter­mi­ne o pro­lun­gar­lo. Ta­li ter­mi­ni pos­so­no es­se­re ab­bre­via­ti dai gi­ran­ti.

2 Il traen­te può sta­bi­li­re che una cam­bia­le pa­ga­bi­le a vi­sta non sia pre­sen­ta­ta per il pa­ga­men­to pri­ma di una cer­ta da­ta. In que­sto ca­so il ter­mi­ne di pre­sen­ta­zio­ne de­cor­re da ta­le da­ta.

Art. 1025  

3. Cam­bia­li a cer­to tem­po vi­sta

 

1 La sca­den­za del­la cam­bia­le a cer­to tem­po vi­sta è de­ter­mi­na­ta dal­la da­ta dell’ac­cet­ta­zio­ne o da quel­la del pro­te­sto.

2 In man­can­za di pro­te­sto l’ac­cet­ta­zio­ne non da­ta­ta si re­pu­ta da­ta, ri­spet­to all’ac­cet­tan­te, l’ul­ti­mo gior­no del ter­mi­ne pre­vi­sto per la pre­sen­ta­zio­ne all’ac­cet­ta­zio­ne.

Art. 1026  

4. Com­pu­to dei ter­mi­ni

 

1 La cam­bia­le trat­ta a uno o più me­si da­ta o vi­sta sca­de nel gior­no cor­ri­spon­den­te del me­se in cui il pa­ga­men­to de­ve es­se­re ef­fet­tua­to. In man­can­za del gior­no cor­ri­spon­den­te la cam­bia­le sca­de l’ul­ti­mo del me­se.

2 Se la cam­bia­le è trat­ta a uno o più me­si e mez­zo da­ta o vi­sta, si com­pu­ta­no pri­ma i me­si in­te­ri.

3 Se la sca­den­za è fis­sa­ta al prin­ci­pio, al­la me­tà (me­tà gen­na­io, me­tà feb­bra­io, ecc.) o al­la fi­ne del me­se, la cam­bia­le sca­de il pri­mo, il quin­di­ci o l’ul­ti­mo gior­no del me­se.

4 Con le espres­sio­ni «ot­to gior­ni» o «quin­di­ci gior­ni» s’in­ten­de non già una o due set­ti­ma­ne, ma ot­to o 15 gior­ni ef­fet­ti­vi.

5 Con l’espres­sio­ne «mez­zo me­se» si in­ten­de il ter­mi­ne di 15 gior­ni.

Art. 1027  

5. Com­pu­to se­con­do il vec­chio sti­le

 

1 Se la cam­bia­le è pa­ga­bi­le a gior­no fis­so in un luo­go in cui il ca­len­da­rio è dif­fe­ren­te da quel­lo del luo­go di emis­sio­ne, la da­ta del­la sca­den­za si in­ten­de fis­sa­ta se­con­do il ca­len­da­rio del luo­go di pa­ga­men­to.

2 Se una cam­bia­le trat­ta fra due piaz­ze che han­no ca­len­da­ri di­ver­si è pa­ga­bi­le a cer­to tem­po da­ta, la sca­den­za è sta­bi­li­ta con­tan­do dal gior­no che, se­con­do il ca­len­da­rio del luo­go di pa­ga­men­to, cor­ri­spon­de al gior­no dell’emis­sio­ne.

3 I ter­mi­ni di pre­sen­ta­zio­ne del­le cam­bia­li so­no cal­co­la­ti in con­for­mi­tà al­le di­spo­si­zio­ni del ca­po­ver­so pre­ce­den­te.

4 Que­ste di­spo­si­zio­ni non si ap­pli­ca­no se da clau­so­la del­la cam­bia­le o an­che dal­le so­le enun­cia­zio­ni del ti­to­lo ri­sul­ti l’in­ten­zio­ne di adot­ta­re nor­me di­ver­se.

VI. Del pagamento

Art. 1028  

VI. Del pa­ga­men­to

1. Pre­sen­ta­zio­ne per il pa­ga­men­to

 

1 Il por­ta­to­re di una cam­bia­le pa­ga­bi­le a gior­no fis­so o a cer­to tem­po da­ta o vi­sta de­ve pre­sen­tar­la al pa­ga­men­to nel gior­no in cui es­sa è pa­ga­bi­le o in uno dei due gior­ni fe­ria­li suc­ces­si­vi.

2 La pre­sen­ta­zio­ne del­la cam­bia­le ad una stan­za di com­pen­sa­zio­ne ri­co­no­sciu­ta dal­la Ban­ca Na­zio­na­le Sviz­ze­ra equi­va­le a pre­sen­ta­zio­ne per il pa­ga­men­to.820

820 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 2 del­la L sul­la Ban­ca na­zio­na­le del 3 ott. 2003, in vi­go­re dal 1° mag. 2004 (RU 2004 1985; FF 2002 5413).

Art. 1029  

2. Di­rit­to al­la quie­tan­za. Pa­ga­men­to par­zia­le

 

1 Il trat­ta­rio che pa­ga la cam­bia­le può esi­ge­re che gli sia con­se­gna­ta quie­tan­za­ta dal por­ta­to­re.

2 Il por­ta­to­re non può ri­fiu­ta­re un pa­ga­men­to par­zia­le.

3 In ca­so di pa­ga­men­to par­zia­le il trat­ta­rio può esi­ge­re che ne sia fat­ta men­zio­ne sul­la cam­bia­le e glie­ne sia da­ta quie­tan­za.

Art. 1030  

3. Pa­ga­men­to an­ti­ci­pa­to e pa­ga­men­to al­la sca­den­za

 

1 Il por­ta­to­re del­la cam­bia­le non è te­nu­to a ri­ce­ver­ne il pa­ga­men­to pri­ma del­la sca­den­za.

2 Il trat­ta­rio che pa­ga pri­ma del­la sca­den­za lo fa a suo ri­schio e pe­ri­co­lo.

3 Chi pa­ga al­la sca­den­za è va­li­da­men­te li­be­ra­to, a me­no che da par­te sua non vi sia do­lo o col­pa gra­ve. Egli è te­nu­to ad ac­cer­ta­re la re­go­la­re con­ti­nui­tà del­le gi­ra­te ma non a ve­ri­fi­ca­re l’au­ten­ti­ci­tà del­le fir­me dei gi­ran­ti.

Art. 1031  

4. Pa­ga­men­to in mo­ne­ta este­ra

 

1 Se la cam­bia­le è pa­ga­bi­le in mo­ne­ta che non ha cor­so nel luo­go di pa­ga­men­to, la som­ma può es­se­re pa­ga­ta nel­la mo­ne­ta del Pae­se se­con­do il suo va­lo­re nel gior­no del­la sca­den­za. Se il de­bi­to­re è in ri­tar­do, il por­ta­to­re può a sua scel­ta do­man­da­re che la som­ma sia pa­ga­ta nel­la mo­ne­ta del Pae­se se­con­do il va­lo­re nel gior­no di sca­den­za o in quel­lo del pa­ga­men­to.

2 Il va­lo­re del­la mo­ne­ta este­ra è de­ter­mi­na­to da­gli usi del luo­go di pa­ga­men­to. Il traen­te può tut­ta­via sta­bi­li­re che la som­ma da pa­ga­re sia cal­co­la­ta se­con­do il cor­so in­di­ca­to nel­la cam­bia­le.

3 Le di­spo­si­zio­ni pre­ce­den­ti non si ap­pli­ca­no nel ca­so in cui il traen­te ab­bia sta­bi­li­to che il pa­ga­men­to sia fat­to in una mo­ne­ta espres­sa­men­te in­di­ca­ta (clau­so­la di pa­ga­men­to ef­fet­ti­vo in mo­ne­ta este­ra).

4 Se la som­ma è in­di­ca­ta in una mo­ne­ta aven­te la stes­sa de­no­mi­na­zio­ne ma un va­lo­re di­ver­so nel Pae­se di emis­sio­ne e in quel­lo del pa­ga­men­to, si pre­su­me che l’in­di­ca­zio­ne si ri­fe­ri­sca al­la mo­ne­ta del luo­go di pa­ga­men­to.

Art. 1032  

5. De­po­si­to

 

Se la cam­bia­le non è pre­sen­ta­ta per il pa­ga­men­to nel ter­mi­ne fis­sa­to dall’ar­ti­co­lo 1028, qual­sia­si de­bi­to­re ha fa­col­tà di de­po­si­ta­re la som­ma pres­so l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te, a spe­se, ri­schio e pe­ri­co­lo del por­ta­to­re del ti­to­lo.

VII. Del regresso per mancata accettazione o per mancato pagamento

Art. 1033821  

VII. Del re­gres­so per man­ca­ta ac­cet­ta­zio­ne o per man­ca­to pa­ga­men­to

1. Re­gres­so del por­ta­to­re

 

Il por­ta­to­re può eser­ci­ta­re il re­gres­so con­tro i gi­ran­ti, il traen­te e gli al­tri ob­bli­ga­ti:
al­la sca­den­za, se il pa­ga­men­to non ha avu­to luo­go;
an­che pri­ma del­la sca­den­za:

1.
se l’ac­cet­ta­zio­ne sia sta­ta ri­fiu­ta­ta in tut­to o in par­te;
2.
in ca­so di fal­li­men­to del trat­ta­rio, ab­bia o non ab­bia ac­cet­ta­to; di ces­sa­zio­ne dei pa­ga­men­ti, an­cor­ché non con­sta­ta­ta con sen­ten­za; di ese­cu­zio­ne in­frut­tuo­sa sui suoi be­ni;
3.
in ca­so di fal­li­men­to del traen­te di una cam­bia­le non ac­cet­ta­bi­le.

821Nel te­sto te­de­sco, que­sto art. ha due ca­po­ver­si. Il con­te­nu­to del se­con­do ab­brac­cia il di­spo­sto in­co­min­cian­te con la lo­cu­zio­ne «an­che pri­ma del­la sca­den­za…».

Art. 1034  

2. Pro­te­sto

a. Ter­mi­ni e con­di­zio­ni

 

1 Il ri­fiu­to dell’ac­cet­ta­zio­ne o del pa­ga­men­to de­ve es­se­re con­sta­ta­to con at­to au­ten­ti­co (pro­te­sto per man­ca­ta ac­cet­ta­zio­ne o per man­ca­to pa­ga­men­to).

2 Il pro­te­sto per man­ca­ta ac­cet­ta­zio­ne de­ve es­se­re le­va­to nei ter­mi­ni fis­sa­ti per la pre­sen­ta­zio­ne all’ac­cet­ta­zio­ne. Se la pri­ma pre­sen­ta­zio­ne, nel ca­so pre­vi­sto dall’ar­ti­co­lo 1014 ca­po­ver­so 1, è sta­ta fat­ta nell’ul­ti­mo gior­no del ter­mi­ne, il pro­te­sto può es­se­re le­va­to an­che il gior­no suc­ces­si­vo.

3 Il pro­te­sto per man­ca­to pa­ga­men­to di una cam­bia­le pa­ga­bi­le a gior­no fis­so o a cer­to tem­po da­ta o vi­sta de­ve es­se­re le­va­to in uno dei due gior­ni fe­ria­li se­guen­ti il gior­no in cui la cam­bia­le è pa­ga­bi­le. Se la cam­bia­le è a vi­sta, il pro­te­sto de­ve es­se­re le­va­to se­con­do le nor­me del pre­ce­den­te ca­po­ver­so re­la­ti­vo al pro­te­sto per man­ca­ta ac­cet­ta­zio­ne.

4 Il pro­te­sto per man­ca­ta ac­cet­ta­zio­ne di­spen­sa dal­la pre­sen­ta­zio­ne al pa­ga­men­to e dal pro­te­sto per man­ca­to pa­ga­men­to.

5 In ca­so di ces­sa­zio­ne di pa­ga­men­ti del trat­ta­rio, ab­bia o non ab­bia ac­cet­ta­to, o in ca­so di ese­cu­zio­ne in­frut­tuo­sa sui suoi be­ni, il por­ta­to­re non può eser­ci­ta­re il re­gres­so che do­po aver pre­sen­ta­to la cam­bia­le al trat­ta­rio per il pa­ga­men­to e do­po aver le­va­to pro­te­sto.

6 In ca­so di fal­li­men­to del trat­ta­rio, ab­bia o non ab­bia ac­cet­ta­to, e nel ca­so di fal­li­men­to del traen­te di una cam­bia­le non ac­cet­ta­bi­le, la pro­du­zio­ne del­la sen­ten­za di­chia­ra­ti­va del fal­li­men­to ba­sta al por­ta­to­re per eser­ci­ta­re il re­gres­so.

Art. 1035  

b. Com­pe­ten­za

 

Il pro­te­sto dev’es­se­re le­va­to da una per­so­na o da un uf­fi­cio pub­bli­co a ciò au­to­riz­za­ti.

Art. 1036  

c. Con­te­nu­to

 

1 Il pro­te­sto con­tie­ne:

1.
il no­me del­la per­so­na o la dit­ta, per la qua­le e con­tro la qua­le è le­va­to;
2.
la men­zio­ne che la per­so­na o la dit­ta, con­tro cui si le­va il pro­te­sto, è sta­ta inu­til­men­te ri­chie­sta d’adem­pie­re la pre­sta­zio­ne cam­bia­ria o ch’es­sa non fu re­pe­ri­bi­le o che non fu pos­si­bi­le tro­va­re il suo uf­fi­cio o la sua abi­ta­zio­ne;
3.
l’in­di­ca­zio­ne del luo­go e del gior­no in cui la ri­chie­sta fu fat­ta o ten­ta­ta in­va­no;
4.
la sot­to­scri­zio­ne del­la per­so­na o dell’uf­fi­cio pub­bli­co che ha ste­so il pro­te­sto.

2 In ca­so di pa­ga­men­to par­zia­le dev’es­ser­ne fat­ta men­zio­ne nel pro­te­sto.

3 Qua­lo­ra il trat­ta­rio al qua­le la cam­bia­le è pre­sen­ta­ta per l’ac­cet­ta­zio­ne ri­chie­da ch’es­sa gli sia pre­sen­ta­ta una se­con­da vol­ta il gior­no se­guen­te, ne va fat­ta men­zio­ne nel pro­te­sto.

Art. 1037  

d. For­ma

 

1 Il pro­te­sto dev’es­se­re ste­so so­pra un fo­glio se­pa­ra­to, che è ag­giun­to al­la cam­bia­le.

2 Se il pro­te­sto è le­va­to su pre­sen­ta­zio­ne di più esem­pla­ri del­la me­de­si­ma cam­bia­le o su pre­sen­ta­zio­ne dell’ori­gi­na­le e di una co­pia, ba­sta ag­giun­ge­re il pro­te­sto ad uno de­gli esem­pla­ri o all’ori­gi­na­le del­la cam­bia­le.

3 Men­zio­ne dev’es­se­re fat­ta di que­sta ope­ra­zio­ne su­gli al­tri esem­pla­ri o sul­la co­pia.

Art. 1038  

e. In ca­so di ac­cet­ta­zio­ne par­zia­le

 

Se il pro­te­sto è le­va­to per­ché l’ac­cet­ta­zio­ne è sta­ta li­mi­ta­ta ad una par­te del­la som­ma in­di­ca­ta dal­la cam­bia­le, si de­ve fa­re una co­pia del­la cam­bia­le e sten­de­re su di es­sa il pro­te­sto.

Art. 1039  

f. Pro­te­sto con­tro più per­so­ne

 

Se la stes­sa pre­sta­zio­ne cam­bia­ria dev’es­se­re chie­sta a più ob­bli­ga­ti, ba­sta sten­de­re un so­lo at­to con­te­nen­te i di­ver­si pro­te­sti.

Art. 1040  

g. Co­pia dell’at­to di pro­te­sto

 

1 La per­so­na o l’uf­fi­cio pub­bli­co che le­va il pro­te­sto de­ve far­ne una co­pia.

2 Que­sta co­pia de­ve in­di­ca­re:

1.
la som­ma del­la cam­bia­le;
2.
la sca­den­za;
3.
il luo­go e la da­ta dell’emis­sio­ne;
4.
il traen­te, il trat­ta­rio, co­me pu­re il no­me del­la per­so­na o la dit­ta, al­la qua­le o all’or­di­ne del­la qua­le de­ve far­si il pa­ga­men­to;
5.
il no­me del­la per­so­na o la dit­ta che de­ve ese­gui­re il pa­ga­men­to, quand’es­sa non s’iden­ti­fi­chi col trat­ta­rio;
6.
gl’in­di­ca­ti al bi­so­gno e gli ac­cet­tan­ti per in­ter­ven­to.

3 La per­so­na o l’uf­fi­cio pub­bli­co che le­va i pro­te­sti de­ve con­ser­var­ne le co­pie, di­spo­ste per or­di­ne cro­no­lo­gi­co.

Art. 1041  

h. Vi­zi di for­ma

 

Il pro­te­sto sot­to­scrit­to da una per­so­na o da un uf­fi­cio pub­bli­co com­pe­ten­te a le­var­lo è va­li­do, an­che se non è sta­to ste­so con­for­me­men­te al­la leg­ge o se con­tie­ne in­di­ca­zio­ni ine­sat­te.

Art. 1042  

3. Av­vi­so

 

1 Il por­ta­to­re de­ve da­re av­vi­so al pro­prio gi­ran­te e al traen­te del­la man­ca­ta ac­cet­ta­zio­ne o del man­ca­to pa­ga­men­to en­tro i quat­tro gior­ni fe­ria­li suc­ces­si­vi al gior­no del pro­te­sto o del­la pre­sen­ta­zio­ne se vi sia la clau­so­la «sen­za spe­se». Ogni gi­ran­te nei due gior­ni fe­ria­li suc­ces­si­vi al gior­no in cui ha ri­ce­vu­to l’av­vi­so de­ve in­for­ma­re il pre­ce­den­te gi­ran­te dell’av­vi­so ri­ce­vu­to, in­di­can­do i no­mi e gli in­di­riz­zi di co­lo­ro che han­no da­to gli av­vi­si pre­ce­den­ti, e co­sì di se­gui­to, ri­sa­len­do fi­no al traen­te. I ter­mi­ni pre­det­ti de­cor­ro­no dal ri­ce­vi­men­to dell’av­vi­so pre­ce­den­te.

2 Se in con­for­mi­tà del pre­ce­den­te ca­po­ver­so l’av­vi­so è da­to ad un fir­ma­ta­rio del­la cam­bia­le, ana­lo­go av­vi­so de­ve es­se­re da­to en­tro lo stes­so ter­mi­ne an­che al suo aval­lan­te.

3 Se un gi­ran­te non ha in­di­ca­to il suo in­di­riz­zo o l’ha in­di­ca­to in ma­nie­ra il­leg­gi­bi­le, ba­sta che l’av­vi­so sia da­to al gi­ran­te che lo pre­ce­de.

4 Chi è te­nu­to a da­re l’av­vi­so può dar­lo in una for­ma qual­sia­si, an­che col sem­pli­ce rin­vio del­la cam­bia­le.

5 Egli de­ve pro­va­re di aver da­to l’av­vi­so nel ter­mi­ne sta­bi­li­to. Il ter­mi­ne si con­si­de­ra ri­spet­ta­to se una let­te­ra con­te­nen­te l’av­vi­so sia sta­ta spe­di­ta per po­sta nel ter­mi­ne pre­det­to.

6 Chi non dà l’av­vi­so nel ter­mi­ne so­pra in­di­ca­to non de­ca­de dal re­gres­so; tut­ta­via è re­spon­sa­bi­le del­la sua ne­gli­gen­za se ab­bia cau­sa­to dan­no, sen­za pe­rò che l’am­mon­ta­re del ri­sar­ci­men­to pos­sa su­pe­ra­re quel­lo del­la cam­bia­le.

Art. 1043  

4. Di­spen­sa dal pro­te­sto

 

1 Il traen­te, il gi­ran­te o l’aval­lan­te può, con la clau­so­la «sen­za spe­se», «sen­za pro­te­sto» od ogni al­tra equi­va­len­te, ap­po­sta sul­la cam­bia­le e fir­ma­ta, di­spen­sa­re il por­ta­to­re dal pro­te­sto per man­ca­ta ac­cet­ta­zio­ne o per man­ca­to pa­ga­men­to, per eser­ci­ta­re il re­gres­so.

2 Ta­le clau­so­la non di­spen­sa il por­ta­to­re dal­la pre­sen­ta­zio­ne del­la cam­bia­le nei ter­mi­ni pre­scrit­ti né da­gli av­vi­si. La pro­va dell’inos­ser­van­za dei ter­mi­ni in­com­be a co­lui che la op­po­ne al por­ta­to­re.

3 Se la clau­so­la è ap­po­sta dal traen­te pro­du­ce i suoi ef­fet­ti nei con­fron­ti di tut­ti i fir­ma­ta­ri; se è ap­po­sta da un gi­ran­te o da un aval­lan­te, pro­du­ce i suoi ef­fet­ti sol­tan­to ri­spet­to a co­stui. Se la clau­so­la è ap­po­sta dal traen­te, e il por­ta­to­re fa le­va­re il pro­te­sto, le spe­se re­sta­no a suo ca­ri­co. Se la clau­so­la è ap­po­sta da un gi­ran­te o da un aval­lan­te, le spe­se per il pro­te­sto, qua­lo­ra sia le­va­to, so­no ri­pe­ti­bi­li con­tro tut­ti i fir­ma­ta­ri.

Art. 1044  

5. Re­spon­sa­bi­li­tà so­li­da­le de­gli ob­bli­ga­ti

 

1 Il traen­te, l’ac­cet­tan­te, il gi­ran­te e l’aval­lan­te del­la cam­bia­le ri­spon­do­no in so­li­do ver­so il por­ta­to­re.

2 Il por­ta­to­re ha di­rit­to di agi­re con­tro que­ste per­so­ne in­di­vi­dual­men­te o con­giun­ta­men­te e non è te­nu­to ad os­ser­va­re l’or­di­ne nel qua­le si so­no ob­bli­ga­te.

3 Lo stes­so di­rit­to spet­ta a ogni fir­ma­ta­rio che ab­bia pa­ga­to la cam­bia­le.

4 L’azio­ne pro­mos­sa con­tro uno de­gli ob­bli­ga­ti non im­pe­di­sce di agi­re con­tro gli al­tri, an­che se po­ste­rio­ri a co­lui con­tro il qua­le si sia pri­ma pro­ce­du­to.

Art. 1045  

6. Esten­sio­ne del di­rit­to del re­gres­so

a. Del por­ta­to­re

 

1 Il por­ta­to­re può chie­de­re in via di re­gres­so:

1.
l’am­mon­ta­re del­la cam­bia­le non ac­cet­ta­ta o non pa­ga­ta con gli in­te­res­si, se sia­no sta­ti in­di­ca­ti;
2.
gli in­te­res­si al tas­so del sei per cen­to dal­la sca­den­za;
3.
le spe­se per il pro­te­sto, per gli av­vi­si da­ti e le al­tre spe­se;
4.
la prov­vi­gio­ne di non più d’un ter­zo per cen­to.

2 Se il re­gres­so è eser­ci­ta­to pri­ma del­la sca­den­za, sa­rà de­dot­to uno scon­to dall’am­mon­ta­re del­la cam­bia­le. Ta­le scon­to è cal­co­la­to in ba­se al tas­so uf­fi­cia­le vi­gen­te (tas­so del­la Ban­ca Na­zio­na­le Sviz­ze­ra) al­la da­ta del re­gres­so nel luo­go del do­mi­ci­lio del por­ta­to­re.

Art. 1046  

b. Di chi ha pa­ga­to

 

Chi ha pa­ga­to la cam­bia­le può ri­pe­te­re dai suoi ga­ran­ti:

1.
la som­ma in­te­gra­le sbor­sa­ta;
2.
gli in­te­res­si sul­la som­ma cal­co­la­ti al tas­so del sei per cen­to dal gior­no del di­sbor­so;
3.
le spe­se so­ste­nu­te;
4.
la prov­vi­gio­ne di non più del due per mil­le.
Art. 1047  

c. Di­rit­to al­la con­se­gna del­la cam­bia­le, del pro­te­sto e del­la quie­tan­za

 

1 Qual­sia­si ob­bli­ga­to con­tro il qua­le sia sta­to o pos­sa es­se­re pro­mos­so il re­gres­so può esi­ge­re, con­tro pa­ga­men­to, la con­se­gna del­la cam­bia­le col pro­te­sto e il con­to di ri­tor­no quie­tan­za­to.

2 Qual­sia­si gi­ran­te che ha pa­ga­to la cam­bia­le può can­cel­la­re la pro­pria gi­ra­ta e quel­le dei gi­ran­ti sus­se­guen­ti.

Art. 1048  

d. In ca­so di ac­cet­ta­zio­ne par­zia­le

 

In ca­so di re­gres­so do­po un’ac­cet­ta­zio­ne par­zia­le, chi pa­ga la som­ma per la qua­le la cam­bia­le non è sta­ta ac­cet­ta­ta, può esi­ge­re che del pa­ga­men­to sia fat­ta men­zio­ne sul­la cam­bia­le e che glie­ne sia da­ta quie­tan­za. Il por­ta­to­re de­ve inol­tre ri­la­sciar­gli co­pia cer­ti­fi­ca­ta con­for­me del­la cam­bia­le ed il pro­te­sto per ren­de­re pos­si­bi­le l’eser­ci­zio de­gli ul­te­rio­ri re­gres­si.

Art. 1049  

e. Ri­val­sa

 

1 Chi ha di­rit­to di eser­ci­ta­re il re­gres­so può, sal­vo clau­so­la con­tra­ria, rim­bor­sar­si con una nuo­va cam­bia­le (ri­val­sa) trat­ta a vi­sta su uno dei pro­pri ga­ran­ti e pa­ga­bi­le al do­mi­ci­lio di co­stui.

2 La ri­val­sa com­pren­de, ol­tre le som­me in­di­ca­te ne­gli ar­ti­co­li 1045 e 1046, un di­rit­to di prov­vi­gio­ne e la tas­sa di bol­lo sul­la ri­val­sa.

3 Se la ri­val­sa è trat­ta dal por­ta­to­re, l’am­mon­ta­re ne è fis­sa­to se­con­do il cor­so di una cam­bia­le a vi­sta trat­ta dal luo­go do­ve la cam­bia­le ori­gi­na­ria era pa­ga­bi­le sul luo­go del do­mi­ci­lio del ga­ran­te. Se la ri­val­sa è trat­ta da un gi­ran­te, l’am­mon­ta­re ne è fis­sa­to se­con­do il cor­so di una cam­bia­le a vi­sta trat­ta dal luo­go do­ve il traen­te del­la ri­val­sa ha il suo do­mi­ci­lio sul luo­go del do­mi­ci­lio del ga­ran­te.

Art. 1050  

7. Pe­ren­zio­ne

a. In ge­ne­re

 

1 Spi­ra­ti i ter­mi­ni sta­bi­li­ti:

per la pre­sen­ta­zio­ne di una cam­bia­le a vi­sta o a cer­to tem­po vi­sta;

per le­va­re il pro­te­sto per man­ca­ta ac­cet­ta­zio­ne o man­ca­to pa­ga­men­to;

per la pre­sen­ta­zio­ne al pa­ga­men­to se vi sia la clau­so­la «sen­za spe­se»;

il por­ta­to­re de­ca­de dai suoi di­rit­ti con­tro i gi­ran­ti, con­tro il traen­te e con­tro gli al­tri ob­bli­ga­ti, ad ec­ce­zio­ne dell’ac­cet­tan­te.

2 Se la cam­bia­le non è pre­sen­ta­ta per l’ac­cet­ta­zio­ne nel ter­mi­ne sta­bi­li­to dal traen­te, il por­ta­to­re de­ca­de dal di­rit­to di eser­ci­ta­re il re­gres­so sia per man­ca­to pa­ga­men­to sia per man­ca­ta ac­cet­ta­zio­ne, sal­vo che non ri­sul­ti dal te­no­re del ti­to­lo che il traen­te ab­bia in­te­so di eso­ne­rar­si sol­tan­to dal­la ga­ran­zia per l’ac­cet­ta­zio­ne.

3 Se un ter­mi­ne per la pre­sen­ta­zio­ne è fis­sa­to in una gi­ra­ta, so­lo il gi­ran­te può pre­va­ler­se­ne.

Art. 1051  

b. For­za mag­gio­re

 

1 Se un osta­co­lo in­sor­mon­ta­bi­le (di­spo­si­zio­ne di leg­ge di uno Sta­to o al­tro ca­so di for­za mag­gio­re) im­pe­di­sce di pre­sen­ta­re la cam­bia­le o di le­va­re il pro­te­sto nei ter­mi­ni sta­bi­li­ti, que­sti so­no pro­lun­ga­ti.

2 Il por­ta­to­re è te­nu­to a da­re av­vi­so sen­za in­du­gio del ca­so di for­za mag­gio­re al gi­ran­te pre­ce­den­te e a fa­re, sul­la cam­bia­le o sull’al­lun­ga­men­to, men­zio­ne da­ta­ta e sot­to­scrit­ta di que­sto av­vi­so; per il re­sto si ap­pli­ca­no le di­spo­si­zio­ni dell’ar­ti­co­lo 1042.

3 Ces­sa­ta la for­za mag­gio­re, il por­ta­to­re de­ve pre­sen­ta­re sen­za in­du­gio la cam­bia­le per l’ac­cet­ta­zio­ne o per il pa­ga­men­to e, se ne­ces­sa­rio, le­va­re pro­te­sto.

4 Se la for­za mag­gio­re du­ra ol­tre 30 gior­ni dal­la sca­den­za, il re­gres­so può es­se­re eser­ci­ta­to sen­za bi­so­gno di pre­sen­ta­zio­ne e di pro­te­sto.

5 Nel­le cam­bia­li a vi­sta o a cer­to tem­po vi­sta, il ter­mi­ne di 30 gior­ni de­cor­re dal­la da­ta in cui il por­ta­to­re, an­che pri­ma che sia sca­du­to il ter­mi­ne di pre­sen­ta­zio­ne, ha da­to av­vi­so del­la for­za mag­gio­re al gi­ran­te pre­ce­den­te; nel­le cam­bia­li a cer­to tem­po vi­sta al ter­mi­ne di 30 gior­ni si ag­giun­ge il ter­mi­ne dal­la vi­sta in­di­ca­to nel­la cam­bia­le.

6 Non so­no con­si­de­ra­ti ca­si di for­za mag­gio­re i fat­ti pu­ra­men­te per­so­na­li al por­ta­to­re o al­la per­so­na da lui in­ca­ri­ca­ta di pre­sen­ta­re la cam­bia­le o di le­va­re il pro­te­sto.

Art. 1052  

c. In­de­bi­to ar­ric­chi­men­to

 

1 Il traen­te e l’ac­cet­tan­te, in quan­to si sia­no in­de­bi­ta­men­te ar­ric­chi­ti in dan­no del por­ta­to­re del­la cam­bia­le, ri­man­go­no ob­bli­ga­ti ver­so di lui, an­che se la lo­ro ob­bli­ga­zio­ne cam­bia­ria si è estin­ta per ef­fet­to del­la pre­scri­zio­ne o per l’omis­sio­ne de­gli at­ti ne­ces­sa­ri a pre­ser­va­re i di­rit­ti cam­bia­ri.

2 L’azio­ne d’in­de­bi­to ar­ric­chi­men­to può eser­ci­tar­si an­che con­tro il trat­ta­rio, con­tro il do­mi­ci­lia­ta­rio e con­tro la per­so­na o la dit­ta per con­to del­la qua­le la cam­bia­le fu trat­ta.

3 Sif­fat­ta azio­ne non può per con­tro eser­ci­tar­si con­tro i gi­ran­ti, la cui ob­bli­ga­zio­ne cam­bia­ria è estin­ta.

VIII. Del trasferimento della provvista

Art. 1053  

VIII. Del tra­sfe­ri­men­to del­la prov­vi­sta

 

1 In ca­so di fal­li­men­to del traen­te, l’azio­ne ci­vi­le che que­sti po­tes­se ave­re con­tro il trat­ta­rio per la re­sti­tu­zio­ne del­la prov­vi­sta o per il rim­bor­so di som­me ab­buo­na­te pas­sa al por­ta­to­re del­la cam­bia­le.

2 Se il traen­te di­chia­ra sul­la cam­bia­le che ce­de i di­rit­ti de­ri­van­ti­gli dal­la prov­vi­sta, que­sti spet­ta­no al por­ta­to­re.

3 To­sto che il fal­li­men­to sia sta­to pub­bli­ca­to o la ces­sio­ne sia sta­ta no­ti­fi­ca­ta al trat­ta­rio, que­sti può pa­ga­re sol­tan­to al por­ta­to­re de­bi­ta­men­te le­git­ti­ma­to, con­tro re­sti­tu­zio­ne del­la cam­bia­le.

IX. Dell’intervento

Art. 1054  

IX. Dell’in­ter­ven­to

1. Di­spo­si­zio­ni ge­ne­ra­li

 

1 Il traen­te, il gi­ran­te o l’aval­lan­te può in­di­ca­re una per­so­na per ac­cet­ta­re o pa­ga­re al bi­so­gno.

2 La cam­bia­le può, nel­le con­di­zio­ni sot­toin­di­ca­te, es­se­re ac­cet­ta­ta o pa­ga­ta da una per­so­na che in­ter­vie­ne per qual­sia­si ob­bli­ga­to in via di re­gres­so.

3 L’in­ter­ve­nien­te può es­se­re un ter­zo, lo stes­so trat­ta­rio o una per­so­na già ob­bli­ga­ta cam­bia­ria­men­te, tran­ne l’ac­cet­tan­te.

4 L’in­ter­ve­nien­te de­ve, nei due gior­ni fe­ria­li suc­ces­si­vi all’in­ter­ven­to, dar­ne av­vi­so a co­lui per il qua­le è in­ter­ve­nu­to. In ca­so di inos­ser­van­za di ta­le ter­mi­ne egli è re­spon­sa­bi­le del­la sua ne­gli­gen­za se ab­bia cau­sa­to dan­no, sen­za pe­rò che l’am­mon­ta­re del ri­sar­ci­men­to pos­sa su­pe­ra­re quel­lo del­la cam­bia­le.

Art. 1055  

2. Dell’ac­cet­ta­zio­ne per in­ter­ven­to

a. Re­qui­si­ti. Con­di­zio­ne del por­ta­to­re

 

1 L’ac­cet­ta­zio­ne per in­ter­ven­to può es­ser fat­ta ogni qual­vol­ta il por­ta­to­re di una cam­bia­le ac­cet­ta­bi­le pos­sa eser­ci­ta­re il re­gres­so pri­ma del­la sca­den­za.

2 Se sul­la cam­bia­le è sta­ta in­di­ca­ta una per­so­na per ac­cet­tar­la o pa­gar­la al bi­so­gno nel luo­go del pa­ga­men­to, il por­ta­to­re non può eser­ci­ta­re pri­ma del­la sca­den­za il re­gres­so con­tro co­lui che ha ap­po­sto l’in­di­ca­zio­ne e con­tro i fir­ma­ta­ri sus­se­guen­ti a me­no che egli ab­bia pre­sen­ta­to la cam­bia­le al­la per­so­na in­di­ca­ta e, aven­do­ne que­sta ri­fiu­ta­to l’ac­cet­ta­zio­ne, il ri­fiu­to sia sta­to con­sta­ta­to con pro­te­sto.

3 Ne­gli al­tri ca­si d’in­ter­ven­to il por­ta­to­re può ri­fiu­ta­re l’ac­cet­ta­zio­ne per in­ter­ven­to. Tut­ta­via, se l’am­met­te, per­de il di­rit­to di agi­re pri­ma del­la sca­den­za in via di re­gres­so con­tro co­lui per il qua­le l’ac­cet­ta­zio­ne è sta­ta da­ta e con­tro i fir­ma­ta­ri sus­se­guen­ti.

Art. 1056  

b. For­ma

 

L’ac­cet­ta­zio­ne per in­ter­ven­to è ap­po­sta sul­la cam­bia­le ed è fir­ma­ta dall’in­ter­ve­nien­te. Es­sa in­di­ca per chi è sta­ta da­ta; in man­can­za di que­sta in­di­ca­zio­ne l’ac­cet­ta­zio­ne si re­pu­ta da­ta per il traen­te.

Art. 1057  

c. Re­spon­sa­bi­li­tà dell’ac­cet­tan­te per in­ter­ven­to. Ef­fet­ti sul re­gres­so

 

1 L’ac­cet­tan­te per in­ter­ven­to ri­spon­de ver­so il por­ta­to­re e ver­so i gi­ran­ti sus­se­guen­ti a co­lui per il qua­le è in­ter­ve­nu­to, nel­lo stes­so mo­do di que­sto.

2 No­no­stan­te l’ac­cet­ta­zio­ne per in­ter­ven­to, co­lui per il qua­le è sta­ta da­ta e i suoi ga­ran­ti pos­so­no chie­de­re al por­ta­to­re, con­tro rim­bor­so del­la som­ma in­di­ca­ta nell’ar­ti­co­lo 1045, la con­se­gna del­la cam­bia­le, del pro­te­sto e del con­to di ri­tor­no quie­tan­za­to, se del ca­so.

Art. 1058  

3. Del pa­ga­men­to per in­ter­ven­to

a. Re­qui­si­ti

 

1 Il pa­ga­men­to per in­ter­ven­to può es­se­re fat­to ogni qual­vol­ta il por­ta­to­re pos­sa eser­ci­ta­re il re­gres­so al­la sca­den­za o pri­ma di es­sa.

2 Il pa­ga­men­to de­ve com­pren­de­re tut­ta la som­ma che avreb­be do­vu­to es­se­re pa­ga­ta da co­lui per il qua­le l’in­ter­ven­to ha luo­go.

3 Es­so de­ve es­se­re fat­to al più tar­di nel gior­no suc­ces­si­vo all’ul­ti­mo gior­no con­sen­ti­to per le­va­re il pro­te­sto per man­ca­to pa­ga­men­to.

Art. 1059  

b. Ob­bli­ghi del por­ta­to­re

 

1 Se la cam­bia­le è sta­ta ac­cet­ta­ta da in­ter­ve­nien­ti che han­no il lo­ro do­mi­ci­lio nel luo­go del pa­ga­men­to o se so­no sta­te in­di­ca­te per pa­ga­re al bi­so­gno per­so­ne che han­no il lo­ro do­mi­ci­lio nel det­to luo­go, il por­ta­to­re de­ve pre­sen­ta­re la cam­bia­le a tut­te que­ste per­so­ne e, se del ca­so, le­va­re pro­te­sto per man­ca­to pa­ga­men­to non più tar­di del gior­no se­guen­te all’ul­ti­mo con­sen­ti­to per le­va­re il pro­te­sto.

2 Se il pro­te­sto non è le­va­to en­tro que­sto ter­mi­ne, co­lui che ha ap­po­sto l’in­di­ca­zio­ne al bi­so­gno o per il qua­le la cam­bia­le è sta­ta ac­cet­ta­ta e i gi­ran­ti sus­se­guen­ti so­no li­be­ra­ti.

Art. 1060  

c. Con­se­guen­za del ri­fiu­to

 

Il por­ta­to­re che ri­fiu­ta il pa­ga­men­to per in­ter­ven­to per­de il re­gres­so con­tro co­lo­ro che sa­reb­be­ro sta­ti li­be­ra­ti.

Art. 1061  

d. Di­rit­to al­la con­se­gna del­la cam­bia­le, del pro­te­sto e del­la quie­tan­za

 

1 Del pa­ga­men­to per in­ter­ven­to de­ve es­se­re da­ta quie­tan­za sul­la cam­bia­le coll’in­di­ca­zio­ne per chi è fat­to. In man­can­za di ta­le in­di­ca­zio­ne, il pa­ga­men­to si in­ten­de fat­to per il traen­te.

2 La cam­bia­le e il pro­te­sto, se sia sta­to le­va­to, de­vo­no es­se­re con­se­gna­ti a chi pa­ga per in­ter­ven­to.

Art. 1062  

e. Sur­ro­ga­zio­ne nei di­rit­ti del por­ta­to­re. Con­cor­so d’in­ter­ve­nien­ti

 

1 Chi pa­ga per in­ter­ven­to ac­qui­sta i di­rit­ti ine­ren­ti al­la cam­bia­le con­tro co­lui per il qua­le ha pa­ga­to e con­tro co­lo­ro che so­no ob­bli­ga­ti cam­bia­ria­men­te ver­so que­st’ul­ti­mo; ma non può gi­ra­re nuo­va­men­te la cam­bia­le.

2 I gi­ran­ti sus­se­guen­ti all’ob­bli­ga­to per il qua­le il pa­ga­men­to è sta­to fat­to so­no li­be­ra­ti.

3 Se più per­so­ne of­fro­no il pa­ga­men­to per in­ter­ven­to, è pre­fe­ri­ta quel­la il cui pa­ga­men­to li­be­ra il mag­gior nu­me­ro di ob­bli­ga­ti. Chi scien­te­men­te in­ter­vie­ne in con­tra­sto con que­sta di­spo­si­zio­ne per­de il re­gres­so con­tro co­lo­ro che sa­reb­be­ro sta­ti li­be­ra­ti.

X. Dei duplicati e delle copie

Art. 1063  

X. Dei du­pli­ca­ti e del­le co­pie

1. Dei du­pli­ca­ti

a. Di­rit­to a più esem­pla­ri

 

1 La cam­bia­le può es­se­re trat­ta in più esem­pla­ri iden­ti­ci (du­pli­ca­ti).

2 I du­pli­ca­ti de­vo­no es­se­re nu­me­ra­ti nel con­te­sto di cia­scun ti­to­lo; in di­fet­to, si con­si­de­ra­no co­me al­tret­tan­te cam­bia­li di­stin­te.

3 Il por­ta­to­re può chie­de­re il ri­la­scio di du­pli­ca­ti a sue spe­se, sal­vo che dal­la cam­bia­le ri­sul­ti che es­sa è trat­ta co­me so­la di cam­bio. A ta­le ef­fet­to egli de­ve ri­vol­ger­si al suo gi­ran­te im­me­dia­to il qua­le è te­nu­to a pre­sta­re l’ope­ra sua ver­so il pro­prio gi­ran­te e co­sì di se­gui­to fi­no al traen­te. I gi­ran­ti so­no te­nu­ti a ri­pro­dur­re le gi­ra­te sui du­pli­ca­ti.

Art. 1064  

b. Rap­por­ti dei du­pli­ca­ti tra lo­ro

 

1 Il pa­ga­men­to di un du­pli­ca­to è li­be­ra­to­rio, an­cor­ché non sia di­chia­ra­to che ta­le pa­ga­men­to an­nul­li gli ef­fet­ti de­gli al­tri du­pli­ca­ti. Il trat­ta­rio re­sta pe­rò ob­bli­ga­to per ogni du­pli­ca­to ac­cet­ta­to del qua­le non ab­bia ot­te­nu­to la re­sti­tu­zio­ne.

2 Il gi­ran­te che ha tra­sfe­ri­to i du­pli­ca­ti a per­so­ne di­ver­se e i gi­ran­ti sus­se­guen­ti so­no ob­bli­ga­ti per tut­ti i du­pli­ca­ti che por­ti­no la lo­ro fir­ma e non sia­no sta­ti re­sti­tui­ti.

Art. 1065  

c. Men­zio­ne dell’ac­cet­ta­zio­ne

 

1 Chi ha in­via­to un du­pli­ca­to per l’ac­cet­ta­zio­ne de­ve in­di­ca­re su­gli al­tri il no­me del­la per­so­na pres­so cui es­so si tro­va. Que­sta è te­nu­ta a con­se­gnar­lo al por­ta­to­re le­git­ti­mo di un al­tro du­pli­ca­to.

2 Se es­sa si ri­fiu­ta, il por­ta­to­re non può eser­ci­ta­re il re­gres­so che do­po aver fat­to con­sta­re con pro­te­sto:

1.
che il du­pli­ca­to in­via­to per l’ac­cet­ta­zio­ne non gli è sta­to con­se­gna­to mal­gra­do sua ri­chie­sta;
2.
che l’ac­cet­ta­zio­ne o il pa­ga­men­to non ha po­tu­to es­se­re ot­te­nu­to su al­tro du­pli­ca­to.
Art. 1066  

2. Del­le co­pie

a. For­ma ed ef­fet­ti

 

1 Qual­sia­si por­ta­to­re di una cam­bia­le ha di­rit­to di far­ne una o più co­pie.

2 La co­pia de­ve ri­pro­dur­re esat­ta­men­te l’ori­gi­na­le con le gi­ra­te e tut­te le al­tre in­di­ca­zio­ni che vi fi­gu­ra­no; es­sa de­ve in­di­ca­re fin do­ve ar­ri­va.

3 Può es­se­re gi­ra­ta ed aval­la­ta nel­lo stes­so mo­do e con gli stes­si ef­fet­ti dell’ori­gi­na­le.

Art. 1067  

b. Con­se­gna dell’ori­gi­na­le

 

1 La co­pia de­ve in­di­ca­re chi de­tie­ne il ti­to­lo ori­gi­na­le. Que­sti è te­nu­to a con­se­gnar­lo al por­ta­to­re le­git­ti­mo del­la co­pia.

2 In ca­so di ri­fiu­to il por­ta­to­re non può eser­ci­ta­re il re­gres­so con­tro le per­so­ne che han­no gi­ra­to o aval­la­to la co­pia se non do­po aver fat­to con­sta­re con pro­te­sto che l’ori­gi­na­le non gli è sta­to con­se­gna­to mal­gra­do sua ri­chie­sta.

3 Se l’ori­gi­na­le do­po l’ul­ti­ma gi­ra­ta ap­po­sta pri­ma che la co­pia sia sta­ta fat­ta, por­ti la clau­so­la «da qui la gi­ra­ta non va­le che sul­la co­pia» od ogni al­tra for­mu­la equi­va­len­te, la gi­ra­ta fat­ta ul­te­rior­men­te sull’ori­gi­na­le è nul­la.

XI. Delle alterazioni

Art. 1068  

XI. Del­le al­te­ra­zio­ni

 

In ca­so di al­te­ra­zio­ne del te­sto del­la cam­bia­le chi ha fir­ma­to do­po l’al­te­ra­zio­ne ri­spon­de nei ter­mi­ni del te­sto al­te­ra­to. Chi ha fir­ma­to pri­ma ri­spon­de nei ter­mi­ni del te­sto ori­gi­na­rio.

XII. Della prescrizione

Art. 1069  

XII. Del­la pre­scri­zio­ne

1. Ter­mi­ni

 

1 Le azio­ni cam­bia­rie con­tro l’ac­cet­tan­te si pre­scri­vo­no in tre an­ni a de­cor­re­re dal­la da­ta del­la sca­den­za.

2 Le azio­ni del por­ta­to­re con­tro i gi­ran­ti e con­tro il traen­te si pre­scri­vo­no in un an­no a de­cor­re­re dal­la da­ta del pro­te­sto le­va­to in tem­po uti­le o da quel­la del­la sca­den­za, se vi sia la clau­so­la «sen­za spe­se».

3 Le azio­ni dei gi­ran­ti gli uni con­tro gli al­tri e quel­le con­tro il traen­te si pre­scri­vo­no in sei me­si a de­cor­re­re dal gior­no in cui il gi­ran­te ha pa­ga­to la cam­bia­le o dal gior­no in cui l’azio­ne di re­gres­so è sta­ta pro­mos­sa con­tro di lui.

Art. 1070  

2. In­ter­ru­zio­ne

a. Cau­se

 

La pre­scri­zio­ne è in­ter­rot­ta me­dian­te pro­mo­vi­men­to dell’azio­ne, pre­sen­ta­zio­ne del­la do­man­da d’ese­cu­zio­ne, de­nun­cia di li­te o no­ti­fi­ca nel fal­li­men­to.

Art. 1071  

b. Ef­fet­ti

 

1 L’in­ter­ru­zio­ne del­la pre­scri­zio­ne non va­le che con­tro co­lui ri­spet­to al qua­le è sta­to com­piu­to l’at­to in­ter­rut­ti­vo.

2 Coll’in­ter­ru­zio­ne in­co­min­cia a de­cor­re­re una nuo­va pre­scri­zio­ne di egua­le du­ra­ta.

XIII. Dell’ammortamento

Art. 1072  

XIII. Dell’am­mor­ta­men­to

1. Mi­su­re prov­vi­sio­na­li

 

1 Chi ha smar­ri­to una cam­bia­le può chie­de­re al giu­di­ce che vie­ti al trat­ta­rio di pa­gar­la.822

2 Pro­nun­cian­do que­sto di­vie­to, il giu­di­ce au­to­riz­za il trat­ta­rio a de­po­si­ta­re al­la sca­den­za la som­ma del­la cam­bia­le e de­si­gna il luo­go del de­po­si­to.

822 Nuo­vo te­sto giu­sta dall’all. n. 5 del­la LF del 24 mar. 2000 sul fo­ro, in vi­go­re dal 1° gen. 2001 (RU 2000 2355; FF 1999 III 2427).

Art. 1073  

2. Por­ta­to­re co­no­sciu­to

 

1 Se il por­ta­to­re del­la cam­bia­le è co­no­sciu­to, il giu­di­ce fis­sa all’istan­te un con­gruo ter­mi­ne per pro­por­re l’azio­ne di ri­ven­di­ca­zio­ne.

2 Se l’istan­te non pro­po­ne l’azio­ne en­tro que­sto ter­mi­ne, il giu­di­ce to­glie il di­vie­to fat­to al trat­ta­rio.

Art. 1074  

3. Por­ta­to­re sco­no­sciu­to

a. Ob­bli­ghi dell’istan­te

 

1 Se il por­ta­to­re del­la cam­bia­le è sco­no­sciu­to, può es­se­re chie­sto l’am­mor­ta­men­to del ti­to­lo.

2 Chi chie­de l’am­mor­ta­men­to de­ve ren­de­re ve­ro­si­mi­li il pos­ses­so e lo smar­ri­men­to del­la cam­bia­le e pro­dur­re una co­pia di que­sta o in­di­car­ne il te­no­re es­sen­zia­le.

Art. 1075  

b. Dif­fi­da

 

Qua­lo­ra sia­no re­si ve­ro­si­mi­li il pos­ses­so e lo smar­ri­men­to del­la cam­bia­le, il giu­di­ce dif­fi­da, me­dian­te pub­bli­co av­vi­so, lo sco­no­sciu­to por­ta­to­re a pro­dur­la en­tro un da­to ter­mi­ne, sot­to com­mi­na­to­ria dell’am­mor­ta­men­to.

Art. 1076  

c. Ter­mi­ni

 

1 Il ter­mi­ne per pro­dur­re la cam­bia­le non dev’es­se­re mi­no­re di tre me­si, né mag­gio­re di un an­no.

2 Per le cam­bia­li sca­du­te il giu­di­ce può tut­ta­via sta­bi­li­re un ter­mi­ne mi­no­re di tre me­si, se ve­nis­se pri­ma a com­pier­se­ne la pre­scri­zio­ne.

3 Il ter­mi­ne de­cor­re per le cam­bia­li sca­du­te dal gior­no in cui fu pub­bli­ca­ta la pri­ma dif­fi­da, per le cam­bia­li non an­co­ra sca­du­te dal­la sca­den­za.

Art. 1077  

d. Pub­bli­ca­zio­ne

 

1 La dif­fi­da dev’es­se­re pub­bli­ca­ta nel Fo­glio uf­fi­cia­le sviz­ze­ro di com­mer­cio.823

2 In ca­si spe­cia­li il giu­di­ce può prov­ve­de­re an­che in al­tro mo­do ad un’op­por­tu­na pub­bli­ci­tà.

823 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 19 giu. 2020 (Di­rit­to del­la so­cie­tà ano­ni­ma), in vi­go­re dal 1° gen. 2023 (RU 2020 4005; 2022 109; FF 2017 325).

Art. 1078  

4. Ef­fet­ti

a. Se la cam­bia­le è pro­dot­ta

 

1 Quan­do la cam­bia­le sia pro­dot­ta, il giu­di­ce as­se­gna all’istan­te un ter­mi­ne per pro­por­re l’azio­ne di ri­ven­di­ca­zio­ne.

2 Se l’istan­te non pro­po­ne l’azio­ne en­tro que­sto ter­mi­ne, il giu­di­ce re­sti­tui­sce la cam­bia­le e to­glie il di­vie­to di pa­ga­men­to fat­to al trat­ta­rio.

Art. 1079  

b. Se la cam­bia­le non è pro­dot­ta

 

1 Se nel ter­mi­ne fis­sa­to la cam­bia­le non è pro­dot­ta al giu­di­ce, que­sti la di­chia­ra an­nul­la­ta.

2 Do­po l’an­nul­la­men­to l’istan­te può eser­ci­ta­re an­co­ra l’azio­ne cam­bia­ria con­tro l’ac­cet­tan­te.

Art. 1080  

5. Mi­su­re or­di­na­te dal giu­di­ce

 

1 Il giu­di­ce può, an­che pri­ma di pro­nun­cia­re l’am­mor­ta­men­to, or­di­na­re all’ac­cet­tan­te di de­po­si­ta­re la som­ma del­la cam­bia­le e per­si­no di pa­gar­la quan­do sia pre­sta­ta ga­ran­zia.

2 L’ac­qui­ren­te in buo­na fe­de del­la cam­bia­le ha il di­rit­to di es­se­re sod­di­sfat­to sul­la ga­ran­zia. Que­sta è svin­co­la­ta quan­do la cam­bia­le sia an­nul­la­ta o si estin­gua­no al­tri­men­ti i di­rit­ti da es­sa de­ri­van­ti.

XIV. Disposizioni generali

Art. 1081  

XIV. Di­spo­si­zio­ni ge­ne­ra­li

1. Ter­mi­ni

a. Gior­ni fe­sti­vi

 

1 Il pa­ga­men­to del­la cam­bia­le che sca­de in do­me­ni­ca o al­tro gior­no ri­co­no­sciu­to dal­lo Sta­to co­me fe­sti­vo824 non si può chie­de­re che il pri­mo gior­no fe­ria­le suc­ces­si­vo. Ugual­men­te tut­ti gli al­tri at­ti re­la­ti­vi al­la cam­bia­le, e in par­ti­co­la­re la pre­sen­ta­zio­ne per l’ac­cet­ta­zio­ne e il pro­te­sto, non pos­so­no es­se­re fat­ti che in gior­no fe­ria­le.

2 Se uno di que­sti at­ti de­ve es­se­re fat­to en­tro un ter­mi­ne il cui ul­ti­mo gior­no è una do­me­ni­ca o un al­tro gior­no ri­co­no­sciu­to dal­lo Sta­to co­me fe­sti­vo825, il ter­mi­ne è pro­ro­ga­to fi­no al pri­mo gior­no fe­ria­le suc­ces­si­vo. I gior­ni fe­sti­vi in­ter­me­di so­no com­pre­si nel com­pu­to del ter­mi­ne.

824Nei ter­mi­ni le­ga­li di di­rit­to fe­de­ra­le e in quel­li sta­bi­li­ti in vir­tù del­lo stes­so, il sa­ba­to è ora pa­ri­fi­ca­to a un gior­no fe­sti­vo ri­co­no­sciu­to uf­fi­cial­men­te (art. 1 del­la LF del 21 giu. 1963 sul­la de­cor­ren­za dei ter­mi­ni nei gior­ni di sa­ba­to – RS 173.110.3).

825Nei ter­mi­ni le­ga­li di di­rit­to fe­de­ra­le e in quel­li sta­bi­li­ti in vir­tù del­lo stes­so, il sa­ba­to è ora pa­ri­fi­ca­to a un gior­no fe­sti­vo ri­co­no­sciu­to uf­fi­cial­men­te (art. 1 del­la LF del 21 giu. 1963 sul­la de­cor­ren­za dei ter­mi­ni nei gior­ni di sa­ba­to – RS 173.110.3).

Art. 1082  

b. Com­pu­to dei ter­mi­ni

 

Nei ter­mi­ni le­ga­li o con­ven­zio­na­li non si com­pu­ta il gior­no da cui co­min­cia­no a de­cor­re­re.

Art. 1083  

c. Esclu­sio­ne dei gior­ni di ri­spet­to

 

Non so­no am­mes­si gior­ni di ri­spet­to né le­ga­li né giu­di­zia­ri.

Art. 1084  

2. Luo­go in cui deb­bo­no ese­guir­si gli at­ti re­la­ti­vi al­la cam­bia­le

 

1 La pre­sen­ta­zio­ne per l’ac­cet­ta­zio­ne o per il pa­ga­men­to, il pro­te­sto, la do­man­da d’un du­pli­ca­to del­la cam­bia­le e tut­ti gli al­tri at­ti da far­si pres­so una de­ter­mi­na­ta per­so­na de­vo­no ese­guir­si nel lo­ca­le in cui es­sa trat­ta i pro­pri af­fa­ri o, in man­can­za di que­sto, nel­la sua abi­ta­zio­ne.

2 Il ban­co o l’abi­ta­zio­ne de­vo­no es­se­re di­li­gen­te­men­te ri­cer­ca­ti.

3 Qua­lo­ra tut­ta­via sia riu­sci­ta va­na la ri­cer­ca fat­ta­ne pres­so l’au­to­ri­tà di po­li­zia o l’uf­fi­cio po­sta­le del luo­go, non oc­cor­ro­no al­tre in­da­gi­ni.

Art. 1085  

3. Sot­to­scri­zio­ne di pro­pria ma­no. Sot­to­scri­zio­ne del cie­co

 

1 Le di­chia­ra­zio­ni cam­bia­rie de­vo­no es­se­re sot­to­scrit­te di pro­pria ma­no.

2 La sot­to­scri­zio­ne di pro­pria ma­no non può es­se­re so­sti­tui­ta né da una ri­pro­du­zio­ne mec­ca­ni­ca del­la fir­ma au­to­gra­fa né da se­gni a ma­no, nep­pu­re se au­ten­ti­ca­ti, né da un’at­te­sta­zio­ne pub­bli­ca.

3 La fir­ma del cie­co de­ve es­se­re au­ten­ti­ca­ta.

XV. Del conflitto delle leggi

Art. 1086  

XV. Del con­flit­to del­le leg­gi

1. Ca­pa­ci­tà di ob­bli­gar­si in via cam­bia­ria

 

1 La ca­pa­ci­tà d’una per­so­na ad ob­bli­gar­si per cam­bia­le o per va­glia cam­bia­rio è de­ter­mi­na­ta dal­la sua leg­ge na­zio­na­le. Se es­sa leg­ge di­chia­ra com­pe­ten­te la leg­ge d’un al­tro Pae­se, è ap­pli­ca­bi­le que­st’ul­ti­ma.

2 La per­so­na, che fos­se in­ca­pa­ce se­con­do la leg­ge in­di­ca­ta dal ca­po­ver­so pre­ce­den­te, è non­di­me­no va­li­da­men­te ob­bli­ga­ta se la fir­ma è sta­ta ap­po­sta nel ter­ri­to­rio d’un Pae­se se­con­do la le­gi­sla­zio­ne del qua­le la per­so­na sa­reb­be sta­ta ca­pa­ce.

Art. 1087  

2. For­ma e ter­mi­ni de­gli ob­bli­ghi cam­bia­ri

a. In ge­ne­re

 

1 La for­ma de­gli ob­bli­ghi as­sun­ti per cam­bia­le o per va­glia cam­bia­rio è de­ter­mi­na­ta dal­la leg­ge del Pae­se nel cui ter­ri­to­rio es­si so­no sta­ti sot­to­scrit­ti.

2 Tut­ta­via, se gli ob­bli­ghi sot­to­scrit­ti su di una cam­bia­le o su di un va­glia cam­bia­rio, pur non es­sen­do va­li­di se­con­do le di­spo­si­zio­ni del ca­po­ver­so pre­ce­den­te, so­no con­for­mi al­la le­gi­sla­zio­ne del Pae­se nel qua­le è sta­to sot­to­scrit­to un ob­bli­go suc­ces­si­vo, l’ir­re­go­la­ri­tà for­ma­le dei pri­mi ob­bli­ghi non in­fir­ma la va­li­di­tà dell’ob­bli­go suc­ces­si­vo.

3 Pa­ri­men­te gli ob­bli­ghi as­sun­ti all’este­ro per cam­bia­le o per va­glia cam­bia­rio da uno Sviz­ze­ro so­no va­li­di nel­la Sviz­ze­ra ver­so un al­tro Sviz­ze­ro pur­ché sia sta­ta os­ser­va­ta la for­ma pre­scrit­ta dal­la leg­ge sviz­ze­ra.

Art. 1088  

b. At­ti ne­ces­sa­ri all’eser­ci­zio e al­la pre­ser­va­zio­ne dei di­rit­ti cam­bia­ri

 

La for­ma e i ter­mi­ni del pro­te­sto, co­me pu­re la for­ma de­gli al­tri at­ti ne­ces­sa­ri all’eser­ci­zio o al­la pre­ser­va­zio­ne dei di­rit­ti de­ri­van­ti dal­la cam­bia­le e dal va­glia cam­bia­rio, so­no de­ter­mi­na­ti dal­la leg­ge del Pae­se nel cui ter­ri­to­rio de­ve es­se­re le­va­to il pro­te­sto o ese­gui­to l’at­to.

Art. 1089  

c. Eser­ci­zio del re­gres­so

 

I ter­mi­ni dell’eser­ci­zio del re­gres­so re­sta­no de­ter­mi­na­ti per tut­ti i fir­ma­ta­ri dal­la leg­ge del luo­go dov’è emes­so il ti­to­lo.

Art. 1090  

3. Ef­fet­ti de­gli ob­bli­ghi cam­bia­ri

a. In ge­ne­re

 

1 Gli ef­fet­ti de­gli ob­bli­ghi dell’ac­cet­tan­te d’una cam­bia­le e del sot­to­scrit­to­re di un va­glia cam­bia­rio so­no de­ter­mi­na­ti dal­la leg­ge del luo­go do­ve que­sti ti­to­li so­no pa­ga­bi­li.

2 Gli ef­fet­ti pro­dot­ti dal­le fir­me de­gli al­tri ob­bli­ga­ti me­dian­te cam­bia­le o va­glia cam­bia­rio so­no de­ter­mi­na­ti dal­la leg­ge del Pae­se nel cui ter­ri­to­rio fu­ro­no ap­po­ste le fir­me.

Art. 1091  

b. Ac­cet­ta­zio­ne par­zia­le. Pa­ga­men­to par­zia­le

 

La leg­ge del Pae­se nel qua­le la cam­bia­le è pa­ga­bi­le de­ter­mi­na se l’ac­cet­ta­zio­ne può es­se­re li­mi­ta­ta ad una par­te del­la som­ma e se il por­ta­to­re è ob­bli­ga­to o no ad ac­cet­ta­re un pa­ga­men­to par­zia­le.

Art. 1092  

c. Pa­ga­men­to

 

Il pa­ga­men­to al­la sca­den­za, in ispe­cie il com­pu­to del gior­no del­la sca­den­za e del gior­no del pa­ga­men­to, co­me pu­re il pa­ga­men­to del­le cam­bia­li la cui som­ma è espres­sa in mo­ne­ta este­ra, so­no de­ter­mi­na­ti dal­la leg­ge del Pae­se nel cui ter­ri­to­rio la cam­bia­le è pa­ga­bi­le.

Art. 1093  

d. Azio­ne di in­de­bi­to ar­ric­chi­men­to

 

L’azio­ne d’in­de­bi­to ar­ric­chi­men­to con­tro il trat­ta­rio, con­tro il do­mi­ci­lia­ta­rio e con­tro la per­so­na o la dit­ta per con­to del­la qua­le la cam­bia­le fu trat­ta è ret­ta dal­la leg­ge del Pae­se, nel cui ter­ri­to­rio que­ste per­so­ne so­no do­mi­ci­lia­te.

Art. 1094  

e. Tra­sfe­ri­men­to del cre­di­to

 

La leg­ge del luo­go do­ve il ti­to­lo fu emes­so de­ter­mi­na se il por­ta­to­re d’una cam­bia­le ac­qui­sta il cre­di­to per il qua­le l’emis­sio­ne fu fat­ta.

Art. 1095  

f. Am­mor­ta­men­to

 

La leg­ge del Pae­se dov’è pa­ga­bi­le la cam­bia­le o il va­glia cam­bia­rio sta­bi­li­sce le mi­su­re da pren­de­re in ca­so di per­di­ta o di fur­to del ti­to­lo.

C. Del vaglia cambiario (pagherò)

Art. 1096  

C. Del va­glia cam­bia­rio (pa­ghe­rò)

1. Re­qui­si­ti

 

Il va­glia cam­bia­rio o pa­ghe­rò cam­bia­rio o cam­bia­le pro­pria con­tie­ne:

1.
la de­no­mi­na­zio­ne del ti­to­lo in­se­ri­ta nel con­te­sto ed espres­sa nel­la lin­gua in cui es­so è re­dat­to;
2.
la pro­mes­sa in­con­di­zio­na­ta di pa­ga­re una som­ma de­ter­mi­na­ta;
3.
l’in­di­ca­zio­ne del­la sca­den­za;
4.
l’in­di­ca­zio­ne del luo­go di pa­ga­men­to;
5.
il no­me di co­lui al qua­le o all’or­di­ne del qua­le de­ve far­si il pa­ga­men­to;
6.
l’in­di­ca­zio­ne del­la da­ta e del luo­go in cui il va­glia è emes­so;
7.
la sot­to­scri­zio­ne di co­lui che emet­te il ti­to­lo (emit­ten­te).
Art. 1097  

2. Re­qui­si­ti man­can­ti

 

1 Il ti­to­lo nel qua­le man­chi al­cu­no dei re­qui­si­ti in­di­ca­ti nell’ar­ti­co­lo pre­ce­den­te non va­le co­me va­glia cam­bia­rio, sal­vo nei ca­si pre­vi­sti nei se­guen­ti ca­po­ver­si.

2 Il va­glia cam­bia­rio sen­za in­di­ca­zio­ne di sca­den­za si con­si­de­ra pa­ga­bi­le a vi­sta.

3 In man­can­za d’in­di­ca­zio­ne spe­cia­le, il luo­go di emis­sio­ne del ti­to­lo si re­pu­ta luo­go del pa­ga­men­to ed in­sie­me do­mi­ci­lio dell’emit­ten­te.

4 Il va­glia cam­bia­rio in cui non è in­di­ca­to il luo­go di emis­sio­ne si con­si­de­ra sot­to­scrit­to nel luo­go in­di­ca­to ac­can­to al no­me dell’emit­ten­te.

Art. 1098  

3. Ri­fe­ri­men­to al­le nor­me sul­la cam­bia­le

 

1 In quan­to non sia­no in­com­pa­ti­bi­li con la na­tu­ra del va­glia cam­bia­rio, so­no ap­pli­ca­bi­li ad es­so le di­spo­si­zio­ni re­la­ti­ve al­la cam­bia­le e con­cer­nen­ti:

la gi­ra­ta (art. 1001 a 1010);

la sca­den­za (art. 1023 a 1027);

il pa­ga­men­to (art. 1028 a 1032);

il re­gres­so per man­ca­to pa­ga­men­to (art. 1033 a 1047, 1049 a 1051);

il pa­ga­men­to per in­ter­ven­to (art. 1054, 1058 a 1062);

le co­pie (art. 1066 e 1067);

le al­te­ra­zio­ni (art. 1068);

la pre­scri­zio­ne (art. 1069 a 1071);

l’am­mor­ta­men­to (art. 1072 a 1080);

i gior­ni fe­sti­vi, il com­pu­to dei ter­mi­ni, l’inam­mis­si­bi­li­tà dei gior­ni di ri­spet­to, il luo­go in cui deb­bo­no ese­guir­si gli at­ti re­la­ti­vi al­la cam­bia­le e la sot­to­scri­zio­ne (art. 1081 a 1085).

2 So­no egual­men­te ap­pli­ca­bi­li al va­glia cam­bia­rio le di­spo­si­zio­ni con­cer­nen­ti la cam­bia­le pa­ga­bi­le pres­so un ter­zo o in luo­go di­ver­so da quel­lo del do­mi­ci­lio del trat­ta­rio (art. 994 e 1017), la pro­mes­sa d’in­te­res­si (art. 995), le dif­fe­ren­ze nell’in­di­ca­zio­ne del­la som­ma (art. 996), gli ef­fet­ti del­le fir­me ap­po­ste nel­le cir­co­stan­ze pre­vi­ste dall’ar­ti­co­lo 997, quel­li del­la fir­ma di per­so­na che agi­sce sen­za po­te­ri o ec­ce­den­do i suoi po­te­ri (art. 998) e la cam­bia­le in bian­co (art. 1000).

3 So­no egual­men­te ap­pli­ca­bi­li al va­glia cam­bia­rio le di­spo­si­zio­ni re­la­ti­ve all’aval­lo (art. 1020 e 1022); se l’aval­lo nel ca­so pre­vi­sto dall’ar­ti­co­lo 1021 ul­ti­mo ca­po­ver­so non in­di­ca per chi è da­to, si re­pu­ta da­to per l’emit­ten­te.

Art. 1099  

4. Re­spon­sa­bi­li­tà dell’emit­ten­te; pre­sen­ta­zio­ne al vi­sto

 

1 L’emit­ten­te è ob­bli­ga­to nel­lo stes­so mo­do dell’ac­cet­tan­te di una cam­bia­le.

2 Il va­glia cam­bia­rio pa­ga­bi­le a cer­to tem­po vi­sta de­ve es­se­re pre­sen­ta­to al vi­sto dell’emit­ten­te nel ter­mi­ne fis­sa­to dall’ar­ti­co­lo 1013. Il ter­mi­ne dal­la vi­sta de­cor­re dal­la da­ta del vi­sto ap­po­sto dall’emit­ten­te sul va­glia. Il ri­fiu­to dell’emit­ten­te di ap­por­re il vi­sto da­ta­to è con­sta­ta­to con pro­te­sto (art. 1015), la cui da­ta ser­ve a fis­sa­re l’ini­zio del ter­mi­ne dal­la vi­sta.

Capo quinto: Dell’assegno bancario (chèque)

I. Della emissione e della forma dell’assegno bancario

Art. 1100  

I. Del­la emis­sio­ne e del­la for­ma dell’as­se­gno ban­ca­rio

1. Re­qui­si­ti

 

L’as­se­gno ban­ca­rio (chè­que) con­tie­ne:

1.
la de­no­mi­na­zio­ne di as­se­gno ban­ca­rio (chè­que) in­se­ri­ta nel con­te­sto del ti­to­lo ed espres­sa nel­la lin­gua in cui es­so è re­dat­to:
2.
l’or­di­ne in­con­di­zio­na­to di pa­ga­re una som­ma de­ter­mi­na­ta;
3.
in no­me di chi è de­si­gna­to a pa­ga­re (trat­ta­rio);
4.
l’in­di­ca­zio­ne del luo­go di pa­ga­men­to;
5.
l’in­di­ca­zio­ne del­la da­ta e del luo­go do­ve l’as­se­gno ban­ca­rio è emes­so;
6.
la sot­to­scri­zio­ne di co­lui che emet­te l’as­se­gno ban­ca­rio (traen­te).
Art. 1101  

2. Re­qui­si­ti man­can­ti

 

1 Il ti­to­lo nel qua­le man­chi al­cu­no dei re­qui­si­ti in­di­ca­ti nell’ar­ti­co­lo pre­ce­den­te non va­le co­me as­se­gno ban­ca­rio, sal­vo i ca­si pre­vi­sti nei se­guen­ti ca­po­ver­si.

2 In man­can­za di in­di­ca­zio­ne spe­cia­le, il luo­go in­di­ca­to ac­can­to al no­me del trat­ta­rio si re­pu­ta luo­go del pa­ga­men­to. Se più luo­ghi so­no in­di­ca­ti ac­can­to al no­me del trat­ta­rio, l’as­se­gno ban­ca­rio è pa­ga­bi­le nel luo­go in­di­ca­to per pri­mo.

3 In man­can­za di que­ste o di ogni al­tra in­di­ca­zio­ne, l’as­se­gno ban­ca­rio è pa­ga­bi­le nel luo­go do­ve il trat­ta­rio ha lo sta­bi­li­men­to prin­ci­pa­le.

4 L’as­se­gno ban­ca­rio in cui non è in­di­ca­to il luo­go di emis­sio­ne si con­si­de­ra sot­to­scrit­to nel luo­go in­di­ca­to ac­can­to al no­me del traen­te.

Art. 1102  

3. Per­so­ne su cui l’as­se­gno ban­ca­rio può es­se­re trat­to

 

1 Se l’as­se­gno ban­ca­rio è pa­ga­bi­le nel­la Sviz­ze­ra, non può es­se­re trat­to se non su di un ban­chie­re.

2 L’as­se­gno ban­ca­rio trat­to su di un’al­tra per­so­na va­le co­me sem­pli­ce as­se­gno.

Art. 1103  

4. Prov­vi­sta

 

1 L’as­se­gno ban­ca­rio può es­se­re emes­so so­lo se il trat­ta­rio tie­ne fon­di a di­spo­si­zio­ne del traen­te e in con­for­mi­tà di una con­ven­zio­ne espres­sa o ta­ci­ta, se­con­do la qua­le il traen­te ha di­rit­to di di­spor­re di det­ti fon­di me­dian­te as­se­gno ban­ca­rio. Tut­ta­via il ti­to­lo va­le co­me as­se­gno ban­ca­rio an­che se non sia­no os­ser­va­te ta­li pre­scri­zio­ni.

2 Se i fon­di a di­spo­si­zio­ne del traen­te pres­so il trat­ta­rio non rag­giun­go­no la som­ma in­di­ca­ta nell’as­se­gno ban­ca­rio, il trat­ta­rio è non­di­me­no te­nu­to a ver­sar­li.

3 Chi emet­te un as­se­gno ban­ca­rio, sen­za ave­re di­spo­ni­bi­le pres­so il trat­ta­rio la som­ma in es­so in­di­ca­ta, de­ve al por­ta­to­re, ol­tre il ri­sar­ci­men­to del dan­no, il cin­que per cen­to del­la som­ma sco­per­ta.

Art. 1104  

5. Esclu­sio­ne dell’ac­cet­ta­zio­ne

 

L’as­se­gno ban­ca­rio non può es­se­re ac­cet­ta­to. Ogni men­zio­ne di ac­cet­ta­zio­ne ap­po­sta sull’as­se­gno ban­ca­rio si ha per non scrit­ta.

Art. 1105  

6. De­si­gna­zio­ne del pren­di­to­re

 

1 L’as­se­gno ban­ca­rio può es­se­re pa­ga­bi­le:

a una per­so­na de­ter­mi­na­ta con o sen­za l’espres­sa clau­so­la «all’or­di­ne»;

a una per­so­na de­ter­mi­na­ta con la clau­so­la «non all’or­di­ne» o al­tra equi­va­len­te;

al por­ta­to­re.

2 L’as­se­gno ban­ca­rio a fa­vo­re di una per­so­na de­ter­mi­na­ta, con la clau­so­la «o al por­ta­to­re» ov­ve­ro con al­tra equi­va­len­te, va­le co­me as­se­gno ban­ca­rio al por­ta­to­re.

3 L’as­se­gno ban­ca­rio sen­za in­di­ca­zio­ne del pren­di­to­re va­le co­me as­se­gno ban­ca­rio al por­ta­to­re.

Art. 1106  

7. Pro­mes­sa di in­te­res­si

 

Qual­sia­si pro­mes­sa d’in­te­res­si in­se­ri­ta nell’as­se­gno ban­ca­rio si ha per non scrit­ta.

Art. 1107  

8. Luo­ghi di pa­ga­men­to ed as­se­gno ban­ca­rio do­mi­ci­lia­to

 

L’as­se­gno ban­ca­rio può es­se­re pa­ga­bi­le al do­mi­ci­lio di un ter­zo, sia nel luo­go del do­mi­ci­lio del trat­ta­rio, sia in al­tro luo­go, pur­ché il ter­zo sia ban­chie­re.

II. Del trasferimento

Art. 1108  

II. Del tra­sfe­ri­men­to

1. Tra­smis­si­bi­li­tà

 

1 L’as­se­gno ban­ca­rio pa­ga­bi­le ad una per­so­na de­ter­mi­na­ta con o sen­za la clau­so­la espres­sa «all’or­di­ne» è tra­sfe­ri­bi­le me­dian­te gi­ra­ta.

2 L’as­se­gno ban­ca­rio pa­ga­bi­le ad una per­so­na de­ter­mi­na­ta con la clau­so­la «non all’or­di­ne» o al­tra equi­va­len­te, non può es­se­re tra­sfe­ri­to che nel­la for­ma e con gli ef­fet­ti del­la ces­sio­ne or­di­na­ria.

3 La gi­ra­ta può es­ser fat­ta an­che a fa­vo­re del traen­te o di qua­lun­que al­tro ob­bli­ga­to. Es­si pos­so­no gi­ra­re di nuo­vo l’as­se­gno ban­ca­rio.

Art. 1109  

2. Re­qui­si­ti

 

1 La gi­ra­ta de­ve es­se­re in­con­di­zio­na­ta. Qual­sia­si con­di­zio­ne al­la qua­le sia su­bor­di­na­ta si ha per non scrit­ta.

2 La gi­ra­ta par­zia­le è nul­la.

3 È egual­men­te nul­la la gi­ra­ta del trat­ta­rio.

4 La gi­ra­ta al por­ta­to­re va­le co­me gi­ra­ta in bian­co.

5 La gi­ra­ta al trat­ta­rio va­le co­me quie­ten­za, sal­vo il ca­so che il trat­ta­rio ab­bia di­ver­si sta­bi­li­men­ti e la gi­ra­ta sia fat­ta ad uno sta­bi­li­men­to di­ver­so da quel­lo sul qua­le l’as­se­gno ban­ca­rio è sta­to trat­to.

Art. 1110  

3. Le­git­ti­ma­zio­ne del por­ta­to­re

 

Il de­ten­to­re dell’as­se­gno ban­ca­rio tra­sfe­ri­bi­le per gi­ra­ta è con­si­de­ra­to por­ta­to­re le­git­ti­mo se giu­sti­fi­ca il suo di­rit­to con una se­rie con­ti­nua di gi­ra­te, an­che se l’ul­ti­ma è in bian­co. Le gi­ra­te can­cel­la­te si han­no, a que­sto ef­fet­to, per non scrit­te. Se una gi­ra­ta in bian­co è se­gui­ta da un’al­tra gi­ra­ta, si re­pu­ta che il sot­to­scrit­to­re di que­st’ul­ti­ma ab­bia ac­qui­sta­to l’as­se­gno ban­ca­rio per ef­fet­to del­la gi­ra­ta in bian­co.

Art. 1111  

4. As­se­gno ban­ca­rio al por­ta­to­re

 

Una gi­ra­ta ap­po­sta ad un as­se­gno ban­ca­rio al por­ta­to­re ren­de il gi­ran­te re­spon­sa­bi­le se­con­do le nor­me sul re­gres­so; ma non tra­sfor­ma il ti­to­lo in un as­se­gno ban­ca­rio all’or­di­ne.

Art. 1112  

5. Per­di­ta del pos­ses­so

 

Se una per­so­na ha per­du­to per qual­sia­si ra­gio­ne il pos­ses­so di un as­se­gno ban­ca­rio, il nuo­vo por­ta­to­re, cui è per­ve­nu­to l’as­se­gno ban­ca­rio – sia che si trat­ti di as­se­gno ban­ca­rio al por­ta­to­re, sia che si trat­ti di as­se­gno ban­ca­rio tra­sfe­ri­bi­le per gi­ra­ta e ri­spet­to al qua­le il por­ta­to­re giu­sti­fi­chi il suo di­rit­to nel­la ma­nie­ra in­di­ca­ta nell’ar­ti­co­lo 1110 – non è te­nu­to a con­se­gnar­lo se non quan­do l’ab­bia ac­qui­sta­to in ma­la fe­de ov­ve­ro ab­bia com­mes­so col­pa gra­ve ac­qui­stan­do­lo.

Art. 1113  

6. Di­rit­ti de­ri­van­ti dal­la gi­ra­ta do­po la sca­den­za o il pro­te­sto

 

1 La gi­ra­ta fat­ta do­po il pro­te­sto o do­po una con­sta­ta­zio­ne equi­va­len­te op­pu­re do­po spi­ra­to il ter­mi­ne per la pre­sen­ta­zio­ne pro­du­ce so­lo gli ef­fet­ti di una ces­sio­ne or­di­na­ria.

2 La gi­ra­ta sen­za da­ta si pre­su­me, fi­no a pro­va con­tra­ria, fat­ta pri­ma del pro­te­sto o del­la con­sta­ta­zio­ne equi­va­len­te, op­pu­re pri­ma del­lo spi­ra­re del ter­mi­ne in­di­ca­to nel ca­po­ver­so pre­ce­den­te.

III. Dell’avallo

Art. 1114  

III. Dell’aval­lo

 

1 Il pa­ga­men­to di un as­se­gno ban­ca­rio può es­se­re ga­ran­ti­to con aval­lo per tut­ta o par­te del­la som­ma.

2 Que­sta ga­ran­zia può es­se­re pre­sta­ta da un ter­zo, esclu­so il trat­ta­rio, o an­che da un fir­ma­ta­rio dell’as­se­gno ban­ca­rio.

IV. Della presentazione e del pagamento

Art. 1115  

IV. Del­la pre­sen­ta­zio­ne e del pa­ga­men­to

1. Sca­den­za

 

1 L’as­se­gno ban­ca­rio è pa­ga­bi­le a vi­sta. Ogni con­tra­ria di­spo­si­zio­ne si ha per non scrit­ta.

2 L’as­se­gno ban­ca­rio pre­sen­ta­to al pa­ga­men­to pri­ma del gior­no in­di­ca­to co­me da­ta d’emis­sio­ne è pa­ga­bi­le nel gior­no di pre­sen­ta­zio­ne.

Art. 1116  

2. Pre­sen­ta­zio­ne per il pa­ga­men­to

 

1 L’as­se­gno ban­ca­rio emes­so e pa­ga­bi­le nel­lo stes­so Pae­se de­ve es­se­re pre­sen­ta­to al pa­ga­men­to nel ter­mi­ne di ot­to gior­ni.

2 L’as­se­gno ban­ca­rio emes­so in un Pae­se di­ver­so da quel­lo nel qua­le è pa­ga­bi­le de­ve es­ser pre­sen­ta­to en­tro il ter­mi­ne di 20 gior­ni o di 70 gior­ni826, a se­con­da che il luo­go di emis­sio­ne e quel­lo di pa­ga­men­to sia­no nel­lo stes­so o in di­ver­si con­ti­nen­ti.

3 A que­sto ef­fet­to gli as­se­gni ban­ca­ri emes­si in un Pae­se di Eu­ro­pa e pa­ga­bi­li in un Pae­se li­to­ra­neo del Me­di­ter­ra­neo o vi­ce­ver­sa so­no con­si­de­ra­ti co­me as­se­gni ban­ca­ri emes­si e pa­ga­bi­li nel­lo stes­so con­ti­nen­te.

4 I ter­mi­ni sud­det­ti de­cor­ro­no dal gior­no in­di­ca­to nell’as­se­gno ban­ca­rio co­me da­ta d’emis­sio­ne.

Art. 1117  

3. Com­pu­to se­con­do il vec­chio sti­le

 

Se un as­se­gno ban­ca­rio è trat­to fra due piaz­ze che han­no ca­len­da­ri di­ver­si, il gior­no dell’emis­sio­ne è so­sti­tui­to con quel­lo cor­ri­spon­den­te del ca­len­da­rio del luo­go di pa­ga­men­to.

Art. 1118827  

4. Pre­sen­ta­zio­ne a una stan­za di com­pen­sa­zio­ne

 

La pre­sen­ta­zio­ne d’un as­se­gno ban­ca­rio ad una stan­za di com­pen­sa­zio­ne ri­co­no­sciu­ta dal­la Ban­ca Na­zio­na­le Sviz­ze­ra equi­va­le a pre­sen­ta­zio­ne per il pa­ga­men­to.

827 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 2 del­la L sul­la Ban­ca na­zio­na­le del 3 ott. 2003, in vi­go­re dal 1° mag. 2004 (RU 2004 1985; FF 2002 5413).

Art. 1119  

5. Re­vo­ca

a. In ge­ne­re

 

1 L’or­di­ne di non pa­ga­re la som­ma dell’as­se­gno ban­ca­rio non ha ef­fet­to che do­po spi­ra­to il ter­mi­ne di pre­sen­ta­zio­ne.

2 In man­can­za di ta­le or­di­ne, il trat­ta­rio può pa­ga­re an­che do­po spi­ra­to det­to ter­mi­ne.

3 Il traen­te, che as­se­ri­sce d’aver smar­ri­to l’as­se­gno ban­ca­rio o che un ter­zo l’ha smar­ri­to, può vie­tar­ne il pa­ga­men­to al trat­ta­rio.

Art. 1120  

b. In ca­so di mor­te, d’in­ca­pa­ci­tà o di fal­li­men­to

 

La mor­te del traen­te, la sua in­ca­pa­ci­tà so­prav­ve­nu­ta do­po la emis­sio­ne o il suo fal­li­men­to la­scia­no inal­te­ra­ti gli ef­fet­ti dell’as­se­gno ban­ca­rio.

Art. 1121  

6. Ve­ri­fi­ca del­le gi­ra­te

 

Il trat­ta­rio che pa­ga un as­se­gno ban­ca­rio tra­sfe­ri­bi­le per gi­ra­ta è te­nu­to ad ac­cer­ta­re la re­go­la­re con­ti­nui­tà del­le gi­ra­te, ma non a ve­ri­fi­ca­re l’au­ten­ti­ci­tà del­le fir­me dei gi­ran­ti.

Art. 1122  

7. Pa­ga­men­to in mo­ne­ta este­ra

 

1 Se l’as­se­gno ban­ca­rio è pa­ga­bi­le in mo­ne­ta che non ha cor­so nel luo­go di pa­ga­men­to, la som­ma può es­se­re pa­ga­ta en­tro il ter­mi­ne di pre­sen­ta­zio­ne nel­la mo­ne­ta del Pae­se se­con­do il suo va­lo­re nel gior­no del pa­ga­men­to. Se il pa­ga­men­to non è sta­to fat­to al­la pre­sen­ta­zio­ne, il por­ta­to­re può a sua scel­ta do­man­da­re che la som­ma sia pa­ga­ta nel­la mo­ne­ta del Pae­se se­con­do il va­lo­re nel gior­no del­la pre­sen­ta­zio­ne o in quel­lo del pa­ga­men­to.

2 Il va­lo­re del­la mo­ne­ta este­ra è de­ter­mi­na­to da­gli usi del luo­go di pa­ga­men­to. Il traen­te può tut­ta­via sta­bi­li­re che la som­ma da pa­ga­re sia cal­co­la­ta se­con­do il cor­so in­di­ca­to nell’as­se­gno ban­ca­rio.

3 Le di­spo­si­zio­ni pre­ce­den­ti non si ap­pli­ca­no nel ca­so in cui il traen­te ab­bia sta­bi­li­to che il pa­ga­men­to sia fat­to in una mo­ne­ta espres­sa­men­te in­di­ca­ta (clau­so­la di pa­ga­men­to ef­fet­ti­vo in mo­ne­ta este­ra).

4 Se la som­ma è in­di­ca­ta in una mo­ne­ta aven­te la stes­sa de­no­mi­na­zio­ne, ma un va­lo­re di­ver­so nel Pae­se di emis­sio­ne e in quel­lo del pa­ga­men­to, si pre­su­me che l’in­di­ca­zio­ne si ri­fe­ri­sca al­la mo­ne­ta del luo­go di pa­ga­men­to.

V. Dell’assegno bancario sbarrato e dell’assegno bancario da accreditare

Art. 1123  

V. Dell’as­se­gno ban­ca­rio sbar­ra­to e dell’as­se­gno ban­ca­rio da ac­cre­di­ta­re

1. As­se­gno ban­ca­rio sbar­ra­to

a. No­zio­ne

 

1 Il traen­te o il por­ta­to­re dell’as­se­gno ban­ca­rio può sbar­rar­lo con gli ef­fet­ti in­di­ca­ti nell’ar­ti­co­lo se­guen­te.

2 Lo sbar­ra­men­to è fat­to con due sbar­re pa­ral­le­le ap­po­ste sul­la fac­cia an­te­rio­re. Es­so può es­se­re ge­ne­ra­le o spe­cia­le.

3 Lo sbar­ra­men­to è ge­ne­ra­le se tra le due sbar­re non vi è al­cu­na in­di­ca­zio­ne o vi è la sem­pli­ce pa­ro­la «ban­chie­re» o al­tra equi­va­len­te; è spe­cia­le se tra le due sbar­re è scrit­to il no­me di un ban­chie­re.

4 Lo sbar­ra­men­to ge­ne­ra­le può es­se­re tra­sfor­ma­to in sbar­ra­men­to spe­cia­le; ma que­sto non può es­se­re tra­sfor­ma­to in sbar­ra­men­to ge­ne­ra­le.

5 La can­cel­la­zio­ne del­lo sbar­ra­men­to o del no­me del ban­chie­re si ha per non fat­ta.

Art. 1124  

b. Ef­fet­ti

 

1 L’as­se­gno ban­ca­rio con sbar­ra­men­to ge­ne­ra­le non può es­se­re pa­ga­to dal trat­ta­rio che a un ban­chie­re o a un clien­te del trat­ta­rio.

2 Un as­se­gno ban­ca­rio con sbar­ra­men­to spe­cia­le non può es­se­re pa­ga­to dal trat­ta­rio che al ban­chie­re de­si­gna­to o, se que­sti è il trat­ta­rio, a un suo clien­te. Tut­ta­via il ban­chie­re de­si­gna­to può ser­vir­si per l’in­cas­so di al­tro ban­chie­re.

3 Un ban­chie­re non può ac­qui­sta­re un as­se­gno sbar­ra­to che da un suo clien­te o da al­tro ban­chie­re. Non può in­cas­sar­lo per con­to di al­tre per­so­ne tran­ne le an­zi­det­te.

4 Un as­se­gno ban­ca­rio con di­ver­si sbar­ra­men­ti spe­cia­li non può es­se­re pa­ga­to dal trat­ta­rio, sal­vo il ca­so che si trat­ti di due sbar­ra­men­ti, di cui uno per l’in­cas­so a mez­zo di una stan­za di com­pen­sa­zio­ne.

5 Il trat­ta­rio o il ban­chie­re che non os­ser­vi le pre­ce­den­ti di­spo­si­zio­ni ri­spon­de del dan­no nei li­mi­ti dell’im­por­to dell’as­se­gno ban­ca­rio.

Art. 1125  

2. As­se­gno ban­ca­rio da ac­cre­di­ta­re

a. In ge­ne­re

 

1 Il traen­te o il por­ta­to­re di un as­se­gno ban­ca­rio può vie­ta­re che es­so sia pa­ga­to in con­tan­ti, ap­po­nen­do sul­la fac­cia an­te­rio­re in sen­so tra­sver­sa­le le pa­ro­le «da ac­cre­di­ta­re» o al­tra espres­sio­ne equi­va­len­te.

2 In que­sto ca­so l’as­se­gno ban­ca­rio non può es­se­re re­go­la­to dal trat­ta­rio che a mez­zo di una scrit­tu­ra­zio­ne con­ta­bi­le (ac­cre­di­ta­men­to in con­to, gi­ro in con­to, com­pen­sa­zio­ne). Il re­go­la­men­to per scrit­tu­ra­zio­ne con­ta­bi­le equi­va­le a pa­ga­men­to.

3 La can­cel­la­zio­ne del­le pa­ro­le «da ac­cre­di­ta­re» si ha per non fat­ta.

4 Il trat­ta­rio che non os­ser­vi le nor­me so­pra in­di­ca­te ri­spon­de del dan­no nei li­mi­ti dell’im­por­to dell’as­se­gno ban­ca­rio.

Art. 1126  

b. Di­rit­ti del por­ta­to­re in ca­so di fal­li­men­to, di so­spen­sio­ne dei pa­ga­men­ti, di ese­cu­zio­ne for­za­ta

 

1 Il por­ta­to­re di un as­se­gno ban­ca­rio da ac­cre­di­ta­re ha tut­ta­via il di­rit­to di esi­ge­re dal trat­ta­rio il pa­ga­men­to in con­tan­ti e di eser­ci­ta­re, in man­can­za di pa­ga­men­to, il re­gres­so, se il trat­ta­rio è fal­li­to, ha so­spe­so i pa­ga­men­ti o è sta­to inu­til­men­te escus­so.

2 Lo stes­so va­le se il por­ta­to­re non può di­spor­re dei suoi fon­di pres­so il trat­ta­rio a se­gui­to di mi­su­re or­di­na­te in ap­pli­ca­zio­ne del­la leg­ge fe­de­ra­le dell’8 no­vem­bre 1934828 su le ban­che e le cas­se di ri­spar­mio.

Art. 1127  

c. Di­rit­ti del por­ta­to­re in ca­so di ri­fiu­to dell’ac­cre­di­ta­men­to, del gi­ro o del­la com­pen­sa­zio­ne

 

Il por­ta­to­re di un as­se­gno ban­ca­rio da ac­cre­di­ta­re ha inol­tre il di­rit­to di eser­ci­ta­re il re­gres­so, quan­do pro­vi che il trat­ta­rio ri­fiu­ti l’in­con­di­zio­na­to re­go­la­men­to per scrit­tu­ra­zio­ne con­ta­bi­le o che la stan­za di com­pen­sa­zio­ne del luo­go di pa­ga­men­to non ri­co­no­sca il ti­to­lo co­me at­to a sod­di­sfa­re le ob­bli­ga­zio­ni del por­ta­to­re.

VI. Del regresso per mancato pagamento

Art. 1128  

VI. Del re­gres­so per man­ca­to pa­ga­men­to

1. Di­rit­ti di re­gres­so del por­ta­to­re

 

Il por­ta­to­re può eser­ci­ta­re il re­gres­so con­tro i gi­ran­ti, il traen­te e gli al­tri ob­bli­ga­ti, se l’as­se­gno ban­ca­rio, pre­sen­ta­to in tem­po uti­le, non è pa­ga­to, pur­ché il ri­fiu­to del pa­ga­men­to sia con­sta­ta­to:

1.
con at­to au­ten­ti­co (pro­te­sto); op­pu­re
2.
con di­chia­ra­zio­ne del trat­ta­rio scrit­ta sull’as­se­gno ban­ca­rio con l’in­di­ca­zio­ne del luo­go e del gior­no del­la pre­sen­ta­zio­ne; op­pu­re
3.
con di­chia­ra­zio­ne di una stan­za di com­pen­sa­zio­ne da­ta­ta e at­te­stan­te che l’as­se­gno ban­ca­rio le è sta­to tra­smes­so in tem­po uti­le e non è sta­to pa­ga­to.
Art. 1129  

2. Pro­te­sto. Ter­mi­ni

 

1 Il pro­te­sto o la con­sta­ta­zio­ne equi­va­len­te de­ve far­si pri­ma che sia spi­ra­to il ter­mi­ne di pre­sen­ta­zio­ne.

2 Se la pre­sen­ta­zio­ne è fat­ta l’ul­ti­mo gior­no del ter­mi­ne, il pro­te­sto o la con­sta­ta­zio­ne equi­va­len­te può far­si il pri­mo gior­no fe­ria­le suc­ces­si­vo.

Art. 1130  

3. Esten­sio­ne del re­gres­so

 

Il por­ta­to­re può chie­de­re in via di re­gres­so:

1.
l’am­mon­ta­re dell’as­se­gno ban­ca­rio non pa­ga­to;
2.
gli in­te­res­si al tas­so del sei per cen­to dal gior­no del­la pre­sen­ta­zio­ne;
3.
le spe­se per il pro­te­sto o la con­sta­ta­zio­ne equi­va­len­te, quel­le per gli av­vi­si da­ti e le al­tre spe­se;
4.
la prov­vi­gio­ne di non più d’un ter­zo per cen­to.
Art. 1131  

4. Ri­ser­va del­la for­za mag­gio­re

 

1 Se un osta­co­lo in­sor­mon­ta­bi­le (di­spo­si­zio­ne di leg­ge di uno Sta­to o al­tro ca­so di for­za mag­gio­re) im­pe­di­sce di pre­sen­ta­re l’as­se­gno ban­ca­rio, di le­va­re il pro­te­sto o di ot­te­ne­re la con­sta­ta­zio­ne equi­va­len­te nei ter­mi­ni sta­bi­li­ti, que­sti so­no pro­lun­ga­ti.

2 Il por­ta­to­re è te­nu­to a da­re av­vi­so sen­za in­du­gio del ca­so di for­za mag­gio­re al gi­ran­te pre­ce­den­te e a fa­re, sull’as­se­gno ban­ca­rio o sull’al­lun­ga­men­to, men­zio­ne da­ta­ta e sot­to­scrit­ta di que­sto av­vi­so; per il re­sto si ap­pli­ca­no le di­spo­si­zio­ni dell’ar­ti­co­lo 1042.

3 Ces­sa­ta la for­za mag­gio­re, il por­ta­to­re de­ve pre­sen­ta­re sen­za in­du­gio l’as­se­gno ban­ca­rio per il pa­ga­men­to e, se ne­ces­sa­rio, le­va­re pro­te­sto od ot­te­ne­re la con­sta­ta­zio­ne equi­va­len­te.

4 Se la for­za mag­gio­re du­ra ol­tre 15 gior­ni dal gior­no in cui il por­ta­to­re ha da­to av­vi­so del­la for­za mag­gio­re al pre­ce­den­te gi­ran­te, an­cor­ché det­to av­vi­so sia sta­to da­to pri­ma del­lo spi­ra­re del ter­mi­ne di pre­sen­ta­zio­ne, il re­gres­so può es­se­re eser­ci­ta­to sen­za bi­so­gno di pre­sen­ta­zio­ne, di pro­te­sto o del­la con­sta­ta­zio­ne equi­va­len­te.

5 Non so­no con­si­de­ra­ti ca­si di for­za mag­gio­re i fat­ti pu­ra­men­te per­so­na­li al por­ta­to­re o al­la per­so­na da lui in­ca­ri­ca­ta di pre­sen­ta­re l’as­se­gno ban­ca­rio, di le­va­re il pro­te­sto o di ot­te­ne­re la con­sta­ta­zio­ne equi­va­len­te.

VII. Dell’assegno bancario falso o falsificato

Art. 1132  

VII. Dell’as­se­gno ban­ca­rio fal­so o fal­si­fi­ca­to

 

Il dan­no ca­gio­na­to dal pa­ga­men­to d’un as­se­gno ban­ca­rio fal­so o fal­si­fi­ca­to è sop­por­ta­to dal trat­ta­rio, sal­vo che il traen­te de­si­gna­to nel ti­to­lo sia in col­pa, spe­cial­men­te per non aver cu­sto­di­to con la ne­ces­sa­ria di­li­gen­za i for­mu­la­ri d’as­se­gno che gli era­no sta­ti con­se­gna­ti.

VIII. Dei duplicati

Art. 1133  

VIII. Dei du­pli­ca­ti

 

Ad ec­ce­zio­ne de­gli as­se­gni ban­ca­ri al por­ta­to­re, qual­sia­si as­se­gno ban­ca­rio, emes­so in un Pae­se e pa­ga­bi­le in un al­tro Pae­se op­pu­re in una par­te d’ol­tre ma­re del­lo stes­so Pae­se o vi­ce­ver­sa, op­pu­re emes­so e pa­ga­bi­le nel­la stes­sa o in di­ver­se par­ti d’ol­tre ma­re del­lo stes­so Pae­se, può es­se­re emes­so in di­ver­si esem­pla­ri (du­pli­ca­ti). Se un as­se­gno ban­ca­rio è emes­so in di­ver­si du­pli­ca­ti, que­sti de­vo­no es­se­re nu­me­ra­ti nel con­te­sto di cia­scun ti­to­lo; in di­fet­to, si con­si­de­ra­no co­me al­tret­tan­ti as­se­gni ban­ca­ri di­stin­ti.

IX. Della prescrizione

Art. 1134  

IX. Del­la pre­scri­zio­ne

 

1 Il re­gres­so del por­ta­to­re con­tro i gi­ran­ti, il traen­te e gli al­tri ob­bli­ga­ti si pre­scri­ve in sei me­si dal­lo spi­ra­re del ter­mi­ne di pre­sen­ta­zio­ne.

2 Le azio­ni di re­gres­so tra i di­ver­si ob­bli­ga­ti al pa­ga­men­to dell’as­se­gno ban­ca­rio gli uni con­tro gli al­tri si pre­scri­vo­no in sei me­si a de­cor­re­re dal gior­no in cui l’ob­bli­ga­to ha pa­ga­to l’as­se­gno ban­ca­rio o dal gior­no in cui l’azio­ne di re­gres­so è sta­ta pro­mos­sa con­tro di lui.

X. Disposizioni generali

Art. 1135  

X. Di­spo­si­zio­ni ge­ne­ra­li

1. De­fi­ni­zio­ne del «ban­chie­re»

 

Nel pre­sen­te ca­po sot­to il no­me di «ban­chie­re» si com­pren­do­no le dit­te che sog­giac­cio­no al­la leg­ge fe­de­ra­le dell’8 no­vem­bre 1934829 su le ban­che e le cas­se di ri­spar­mio.

Art. 1136  

2. Ter­mi­ni

a. Gior­ni fe­sti­vi

 

1 La pre­sen­ta­zio­ne e il pro­te­sto dell’as­se­gno ban­ca­rio non pos­so­no far­si che in gior­no fe­ria­le.

2 Se l’ul­ti­mo gior­no del ter­mi­ne sta­bi­li­to dal­la leg­ge per com­pie­re at­ti re­la­ti­vi all’as­se­gno ban­ca­rio e in par­ti­co­la­re per la pre­sen­ta­zio­ne, per le­va­re il pro­te­sto o per ot­te­ne­re un at­to equi­va­len­te è una do­me­ni­ca o un al­tro gior­no ri­co­no­sciu­to dal­lo Sta­to co­me fe­sti­vo830, il ter­mi­ne è pro­ro­ga­to fi­no al pri­mo gior­no fe­ria­le suc­ces­si­vo. I gior­ni fe­sti­vi in­ter­me­di so­no com­pre­si nel com­pu­to del ter­mi­ne.

830Nei ter­mi­ni le­ga­li di di­rit­to fe­de­ra­le e in quel­li sta­bi­li­ti in vir­tù del­lo stes­so, il sa­ba­to è ora pa­ri­fi­ca­to a un gior­no fe­sti­vo ri­co­no­sciu­to uf­fi­cial­men­te (art. 1 del­la LF del 21 giu. 1963 sul­la de­cor­ren­za dei ter­mi­ni nei gior­ni di sa­ba­to – RS 173.110.3).

Art. 1137  

b. Com­pu­to dei ter­mi­ni

 

Nei ter­mi­ni pre­vi­sti dal­la pre­sen­te leg­ge non si com­pu­ta il gior­no da cui co­min­cia­no a de­cor­re­re.

XI. Del conflitto delle leggi

Art. 1138  

XI. Del con­flit­to del­le leg­gi

1. Per­so­ne su cui l’as­se­gno ban­ca­rio può es­se­re trat­to

 

1 La leg­ge del Pae­se, nel qua­le è pa­ga­bi­le l’as­se­gno ban­ca­rio, de­ter­mi­na le per­so­ne sul­le qua­li un as­se­gno ban­ca­rio può es­se­re trat­to.

2 Se se­con­do sif­fat­ta leg­ge, il ti­to­lo è nul­lo co­me as­se­gno ban­ca­rio a cau­sa del­la per­so­na sul­la qua­le fu trat­to, so­no non­di­me­no va­li­di gli ob­bli­ghi de­ri­van­ti dal­le fir­me che vi fu­ro­no ap­po­ste in al­tri Pae­si, le cui leg­gi non con­ten­go­no det­ta di­spo­si­zio­ne.

Art. 1139  

2. For­ma e ter­mi­ni de­gli ob­bli­ghi as­sun­ti per as­se­gno ban­ca­rio

 

1 La for­ma de­gli ob­bli­ghi as­sun­ti per as­se­gno ban­ca­rio è de­ter­mi­na­ta dal­la leg­ge del Pae­se nel cui ter­ri­to­rio es­si fu­ro­no sot­to­scrit­ti. Ba­sta tut­ta­via l’os­ser­van­za del­la for­ma pre­scrit­ta dal­la leg­ge del luo­go di pa­ga­men­to.

2 Tut­ta­via, se gli ob­bli­ghi sot­to­scrit­ti su di un as­se­gno ban­ca­rio, pur non es­sen­do va­li­di se­con­do le di­spo­si­zio­ni del ca­po­ver­so pre­ce­den­te, so­no con­for­mi al­la le­gi­sla­zio­ne del Pae­se do­ve è sta­to sot­to­scrit­to un ob­bli­go suc­ces­si­vo, l’ir­re­go­la­ri­tà for­ma­le dei pri­mi ob­bli­ghi non in­fir­ma la va­li­di­tà dell’ob­bli­go suc­ces­si­vo.

3 Pa­ri­men­te gli ob­bli­ghi as­sun­ti all’este­ro per as­se­gno ban­ca­rio da uno Sviz­ze­ro so­no va­li­di nel­la Sviz­ze­ra ver­so un al­tro Sviz­ze­ro, pur­ché sia sta­ta os­ser­va­ta la for­ma pre­scrit­ta dal­la leg­ge sviz­ze­ra.

Art. 1140  

3. Ef­fet­ti de­gli ob­bli­ghi de­ri­van­ti da as­se­gno ban­ca­rio

a. Leg­ge del luo­go di sot­to­scri­zio­ne

 

Gli ef­fet­ti de­gli ob­bli­ghi de­ri­van­ti dall’as­se­gno ban­ca­rio so­no de­ter­mi­na­ti dal­la leg­ge del Pae­se, nel qua­le sif­fat­ti ob­bli­ghi fu­ro­no sot­to­scrit­ti.

Art. 1141  

b. Leg­ge del luo­go di pa­ga­men­to

 

La leg­ge del Pae­se, nel qua­le è pa­ga­bi­le l’as­se­gno ban­ca­rio, de­ter­mi­na:

1.
se l’as­se­gno ban­ca­rio è ne­ces­sa­ria­men­te a vi­sta o se può es­se­re trat­to a cer­to tem­po vi­sta e pa­ri­men­te qua­li so­no gli ef­fet­ti d’una post­da­ta;
2.
il ter­mi­ne di pre­sen­ta­zio­ne;
3.
se l’as­se­gno ban­ca­rio può es­se­re ac­cet­ta­to, cer­ti­fi­ca­to, con­fer­ma­to o vi­sta­to e qua­li so­no gli ef­fet­ti di que­ste men­zio­ni;
4.
se il por­ta­to­re può ri­chie­de­re un pa­ga­men­to par­zia­le e se è ob­bli­ga­to a ri­ce­ver­lo;
5.
se l’as­se­gno ban­ca­rio può es­se­re sbar­ra­to o mu­ni­to del­la clau­so­la «da ac­cre­di­ta­re» o di una espres­sio­ne equi­va­len­te e qua­li so­no gli ef­fet­ti del­lo sbar­ra­men­to o di det­ta clau­so­la o espres­sio­ne equi­va­len­te;
6.
se il por­ta­to­re ha di­rit­ti spe­cia­li sul­la prov­vi­sta e qua­li;
7.
se il traen­te può re­vo­ca­re l’as­se­gno ban­ca­rio o fa­re op­po­si­zio­ne a che sia pa­ga­to;
8.
i prov­ve­di­men­ti da pren­de­re in ca­so di per­di­ta o di fur­to dell’as­se­gno ban­ca­rio;
9.
se oc­cor­re un pro­te­sto o una con­sta­ta­zio­ne equi­va­len­te per pre­ser­va­re il di­rit­to di re­gres­so con­tro i gi­ran­ti, il traen­te e gli al­tri ob­bli­ga­ti.
Art. 1142  

c. Leg­ge del luo­go di do­mi­ci­lio

 

L’azio­ne d’in­de­bi­to ar­ric­chi­men­to con­tro il trat­ta­rio o con­tro il do­mi­ci­lia­ta­rio è ret­ta dal­la leg­ge del Pae­se, nel cui ter­ri­to­rio que­ste per­so­ne so­no do­mi­ci­lia­te.

XII. Applicazione del diritto cambiario

Art. 1143  

XII. Ap­pli­ca­zio­ne del di­rit­to cam­bia­rio

 

1 Le di­spo­si­zio­ni se­guen­ti del di­rit­to cam­bia­rio si ap­pli­ca­no all’as­se­gno ban­ca­rio:

1.
ar­ti­co­lo 990 sul­la ca­pa­ci­tà di ob­bli­gar­si in via cam­bia­ria;
2.
ar­ti­co­lo 993 sul­la cam­bia­le all’or­di­ne del traen­te, trat­ta sul traen­te o trat­ta per con­to di un ter­zo;
3.
ar­ti­co­li 996 a 1000 su le dif­fe­ren­ze in ca­so di som­ma scrit­ta più vol­te, le fir­me di per­so­ne in­ca­pa­ci di ob­bli­gar­si, la fir­ma sen­za po­te­ri, la re­spon­sa­bi­li­tà del traen­te e la cam­bia­le in bian­co;
4.
ar­ti­co­li 1003 a 1005 sul­la gi­ra­ta;
5.
ar­ti­co­lo 1007 sul­le ec­ce­zio­ni cam­bia­rie;
6.
ar­ti­co­lo 1008 sui di­rit­ti de­ri­van­ti dal­la gi­ra­ta per pro­cu­ra;
7.
ar­ti­co­li 1021 e 1022 su la for­ma e gli ef­fet­ti dell’aval­lo;
8.
ar­ti­co­lo 1029 sul di­rit­to al­la quie­tan­za e sul pa­ga­men­to par­zia­le;
9.
ar­ti­co­li 1035 a 1037 e 1039 a 1041 sul pro­te­sto;
10.
ar­ti­co­lo 1042 sull’av­vi­so;
11.
ar­ti­co­lo 1043 sul­la di­spen­sa dal pro­te­sto;
12.
ar­ti­co­lo 1044 sul­la re­spon­sa­bi­li­tà so­li­da­le de­gli ob­bli­ga­ti in via cam­bia­ria;
13.
ar­ti­co­li 1046 e 1047 sul re­gres­so di chi ha pa­ga­to la cam­bia­le e sul di­rit­to al­la con­se­gna del­la cam­bia­le, del pro­te­sto e del­la quie­tan­za;
14.
ar­ti­co­lo 1052 sull’in­de­bi­to ar­ric­chi­men­to;
15.
ar­ti­co­lo 1053 sul tra­sfe­ri­men­to del­la prov­vi­sta;
16.
ar­ti­co­lo 1064 sui rap­por­ti dei du­pli­ca­ti tra lo­ro;
17.
ar­ti­co­lo 1068 sul­le al­te­ra­zio­ni;
18.
ar­ti­co­li 1070 e 1071 sull’in­ter­ru­zio­ne del­la pre­scri­zio­ne;
19.
ar­ti­co­li 1072 a 1078 e 1079 ca­po­ver­so 1 sull’am­mor­ta­men­to;
20.
ar­ti­co­li 1083 a 1085 su l’esclu­sio­ne dei gior­ni di ri­spet­to, il luo­go in cui deb­bo­no ese­guir­si gli at­ti re­la­ti­vi al­la cam­bia­le, e la sot­to­scri­zio­ne di pro­pria ma­no;
21.
ar­ti­co­li 1086, 1088 e 1089 sul con­flit­to del­le leg­gi ri­guar­dan­ti la ca­pa­ci­tà di ob­bli­gar­si in via cam­bia­ria, gli at­ti ne­ces­sa­ri all’eser­ci­zio e al­la pre­ser­va­zio­ne dei di­rit­ti cam­bia­ri e l’eser­ci­zio del re­gres­so.

2 Non si ap­pli­ca­no all’as­se­gno ban­ca­rio le di­spo­si­zio­ni di que­sti ar­ti­co­li ri­guar­dan­ti l’ac­cet­ta­zio­ne del­la cam­bia­le.

3 Per es­se­re ap­pli­ca­bi­li all’as­se­gno ban­ca­rio, gli ar­ti­co­li 1042 ca­po­ver­so 1, 1043 ca­po­ver­si 1 e 3, e 1047 so­no com­ple­ta­ti nel sen­so che il pro­te­sto può es­se­re so­sti­tui­to dal­la di­chia­ra­zio­ne pre­vi­sta nell’ar­ti­co­lo 1128 nu­me­ri 2 e 3.

XIII. Riserva della legislazione speciale

Art. 1144  

XIII. Ri­ser­va del­la le­gi­sla­zio­ne spe­cia­le

 

Re­sta­no ri­ser­va­te le di­spo­si­zio­ni spe­cia­li che reg­go­no l’as­se­gno831 po­sta­le.

831Nuo­va de­no­mi­na­zio­ne giu­sta il n. II cpv. 2 del­la LF del 21 dic. 1966 che mo­di­fi­ca quel­la sul ser­vi­zio del­le po­ste (RU 1967 1567, di­sp. fin. mod. 21 dic. 1966; FF 1966 I 811).

Capo sesto: Dei titoli affini alle cambiali e degli altri titoli all’ordine

Art. 1145  

A. In ge­ne­re

I. Re­qui­si­ti

 

Un ti­to­lo di cre­di­to si con­si­de­ra all’or­di­ne se è emes­so all’or­di­ne o se è di­chia­ra­to ta­le dal­la leg­ge.

Art. 1146  

II. Ec­ce­zio­ni del de­bi­to­re

 

1 Il de­bi­to­re non può op­por­re al cre­di­to fon­da­to so­pra un ti­to­lo all’or­di­ne se non le ec­ce­zio­ni che so­no di­ret­te con­tro la va­li­di­tà del ti­to­lo o de­sun­te dal ti­to­lo stes­so e le ec­ce­zio­ni che gli spet­ta­no per­so­nal­men­te con­tro l’at­tua­le cre­di­to­re.

2 Egli può op­por­vi le ec­ce­zio­ni de­dot­te dai suoi rap­por­ti per­so­na­li con un traen­te o con un por­ta­to­re an­te­rio­re quan­do il por­ta­to­re, ac­qui­stan­do il ti­to­lo, ab­bia scien­te­men­te agi­to a dan­no del de­bi­to­re.

Art. 1147  

B. Ti­to­li af­fi­ni al­le cam­bia­li

I. As­se­gni all’or­di­ne

1. In ge­ne­re

 

Gli as­se­gni, che nel lo­ro con­te­sto non so­no de­no­mi­na­ti co­me cam­bia­li, ma che so­no espres­sa­men­te emes­si all’or­di­ne e ri­spon­do­no del re­sto ai re­qui­si­ti del­le cam­bia­li, so­no equi­pa­ra­ti a que­ste.

Art. 1148  

2. Esclu­sio­ne dell’ob­bli­go d’ac­cet­ta­zio­ne

 

1 Ne­gli as­se­gni all’or­di­ne, non ha luo­go la pre­sen­ta­zio­ne per l’ac­cet­ta­zio­ne.

2 Qua­lo­ra la pre­sen­ta­zio­ne av­ven­ga e l’ac­cet­ta­zio­ne sia ri­fiu­ta­ta, il por­ta­to­re non ha di­rit­to di eser­ci­ta­re il re­gres­so per man­can­za di ac­cet­ta­zio­ne.

Art. 1149  

3. Con­se­guen­ze dell’ac­cet­ta­zio­ne

 

1 Chi ac­cet­ta vo­lon­ta­ria­men­te l’as­se­gno all’or­di­ne è ob­bli­ga­to co­me se aves­se ac­cet­ta­to una cam­bia­le.

2 Il por­ta­to­re non può tut­ta­via eser­ci­ta­re il re­gres­so pri­ma del­la sca­den­za, se l’as­se­gna­to è fal­li­to o ha so­spe­so i pa­ga­men­ti o se una ese­cu­zio­ne con­tro di lui è riu­sci­ta inu­ti­le.

3 Pa­ri­men­te il por­ta­to­re non può eser­ci­ta­re il re­gres­so pri­ma del­la sca­den­za in ca­so di fal­li­men­to dell’as­se­gnan­te.

Art. 1150  

4. Esclu­sio­ne dell’ese­cu­zio­ne cam­bia­ria

 

Le di­spo­si­zio­ni del­la leg­ge fe­de­ra­le dell’11 apri­le 1889832 sul­la ese­cu­zio­ne e sul fal­li­men­to ri­guar­dan­ti l’ese­cu­zio­ne cam­bia­ria non so­no ap­pli­ca­bi­li all’as­se­gno all’or­di­ne.

Art. 1151  

II. Pro­mes­se di pa­ga­men­to all’or­di­ne

 

1 Le pro­mes­se di pa­ga­men­to che nel lo­ro con­te­sto non so­no de­no­mi­na­te co­me cam­bia­li, ma che so­no espres­sa­men­te emes­se all’or­di­ne e ri­spon­do­no del re­sto ai re­qui­si­ti dei va­glia cam­bia­ri, so­no equi­pa­ra­te a que­sti.

2 Al­le pro­mes­se di pa­ga­men­to all’or­di­ne non so­no tut­ta­via ap­pli­ca­bi­li le di­spo­si­zio­ni sul pa­ga­men­to per in­ter­ven­to.

3 Le di­spo­si­zio­ni del­la leg­ge fe­de­ra­le dell’11 apri­le 1889833 sul­la ese­cu­zio­ne e sul fal­li­men­to ri­guar­dan­ti l’ese­cu­zio­ne cam­bia­ria non so­no ap­pli­ca­bi­li al­le pro­mes­se di pa­ga­men­to all’or­di­ne.

Art. 1152  

C. Al­tri ti­to­li gi­ra­bi­li

 

1 Ogni ti­to­lo col qua­le il fir­ma­ta­rio si ob­bli­ga a pa­ga­re in un de­ter­mi­na­to luo­go e tem­po una de­ter­mi­na­ta som­ma, o a con­se­gna­re una de­ter­mi­na­ta quan­ti­tà di co­se fun­gi­bi­li, può es­se­re tra­sfe­ri­to me­dian­te gi­ra­ta, qua­lo­ra sia espres­sa­men­te all’or­di­ne.

2 A que­sti ti­to­li, co­me pu­re agli al­tri ti­to­li gi­ra­bi­li, qua­li fe­di di de­po­si­to, no­te di pe­gno (war­rant), po­liz­ze di ca­ri­co, si ap­pli­ca­no le di­spo­si­zio­ni del di­rit­to cam­bia­rio per tut­to ciò che con­cer­ne la for­ma del­la gi­ra­ta, la le­git­ti­ma­zio­ne del por­ta­to­re, l’am­mor­ta­men­to e l’ob­bli­go del­la re­sti­tu­zio­ne da par­te del por­ta­to­re.

3 Non so­no per con­tro ap­pli­ca­bi­li a sif­fat­ti ti­to­li le di­spo­si­zio­ni sul re­gres­so cam­bia­rio.

Capo settimo: Dei titoli rappresentanti merci

Art. 1153  

A. Re­qui­si­ti

I. In ge­ne­ra­le

 

I ti­to­li rap­pre­sen­tan­ti mer­ci, emes­si co­me ti­to­li di cre­di­to da un ma­gaz­zi­nie­re o da un vet­tu­ra­le, de­vo­no con­te­ne­re:

1.
l’in­di­ca­zio­ne del luo­go e del gior­no dell’emis­sio­ne e la sot­to­scri­zio­ne dell’emit­ten­te;
2.
il no­me dell’emit­ten­te e l’in­di­ca­zio­ne del suo do­mi­ci­lio;
3.
il no­me del de­po­nen­te o del mit­ten­te e l’in­di­ca­zio­ne del suo do­mi­ci­lio;
4.
la de­si­gna­zio­ne del­la mer­ce de­po­si­ta­ta o con­se­gna­ta, con l’in­di­ca­zio­ne del­la na­tu­ra, del­la quan­ti­tà e dei se­gni at­ti a sta­bi­lir­ne l’iden­ti­tà;
5.
la men­zio­ne del­le mer­ce­di e del­le spe­se da pa­gar­si o che fu­ro­no an­ti­ci­pa­ta­men­te pa­ga­te;
6.
i pat­ti spe­cia­li ri­guar­dan­ti la con­ser­va­zio­ne o la ma­ni­po­la­zio­ne del­la mer­ce, sti­pu­la­ti da­gli in­te­res­sa­ti;
7.
il nu­me­ro de­gli esem­pla­ri del ti­to­lo;
8.
il no­me di chi ha il di­rit­to di di­spor­re del­la mer­ce o la clau­so­la all’or­di­ne o al por­ta­to­re.
Art. 1153a835  

II. Ti­to­li equi­va­len­ti in re­gi­stri di di­rit­ti va­lo­ri

 

1 Le par­ti pos­so­no pre­ve­de­re ti­to­li rap­pre­sen­tan­ti mer­ci sot­to for­ma di di­rit­ti va­lo­ri re­gi­stra­ti. Gli ar­ti­co­li 1154 e 1155 si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia.

2 La sot­to­scri­zio­ne dell’emit­ten­te non è ne­ces­sa­ria se il ti­to­lo può es­ser­gli at­tri­bui­to chia­ra­men­te in al­tro mo­do. L’ul­te­rio­re con­te­nu­to del ti­to­lo, com­pre­si gli one­ri che lo gra­va­no, de­ve fi­gu­ra­re nel re­gi­stro di di­rit­ti va­lo­ri o nei da­ti ag­giun­ti­vi a es­so cor­re­la­ti.

835 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 25 set. 2020 sull’ade­gua­men­to del di­rit­to fe­de­ra­le agli svi­lup­pi del­la tec­no­lo­gia di re­gi­stro di­stri­bui­to, in vi­go­re dal 1° feb. 2021 (RU 2021 33; FF 2020 221).

Art. 1154  

B. No­ta di pe­gno (war­rant)

 

1 Se so­no emes­si più ti­to­li rap­pre­sen­tan­ti le stes­se mer­ci e se uno di es­si è spe­cial­men­te de­sti­na­to ad es­se­re co­sti­tui­to in pe­gno, es­so de­ve es­se­re de­si­gna­to co­me no­ta di pe­gno (war­rant) e ri­spon­de­re del re­sto ai re­qui­si­ti dei ti­to­li rap­pre­sen­tan­ti mer­ci.

2 L’emis­sio­ne del war­rant dev’es­se­re men­zio­na­ta su­gli al­tri ti­to­li, sui qua­li dev’es­se­re iscrit­ta ogni co­sti­tu­zio­ne in pe­gno con l’in­di­ca­zio­ne dell’am­mon­ta­re del cre­di­to e del­la sca­den­za.

Art. 1155  

C. Ef­fet­ti dei vi­zi di for­ma

 

1 I do­cu­men­ti emes­si per mer­ci de­po­si­ta­te pres­so ma­gaz­zi­nie­ri o con­se­gna­te a vet­tu­ra­li non val­go­no co­me ti­to­li di cre­di­to, ma so­lo co­me ri­ce­vu­te o al­tri do­cu­men­ti pro­ba­to­ri, qua­lo­ra non ri­spon­da­no ai re­qui­si­ti for­ma­li pre­vi­sti dal­la leg­ge per i ti­to­li rap­pre­sen­tan­ti mer­ci.

2 I do­cu­men­ti emes­si dai ma­gaz­zi­nie­ri, che non han­no ot­te­nu­to dall’au­to­ri­tà com­pe­ten­te l’au­to­riz­za­zio­ne d’emet­ter­li ri­chie­sta dal­la leg­ge, val­go­no co­me ti­to­li di cre­di­to, se ri­spon­do­no ai re­qui­si­ti for­ma­li le­ga­li. Gli emit­ten­ti so­no pu­ni­ti dal­la com­pe­ten­te au­to­ri­tà can­to­na­le con l’am­men­da fi­no ai mil­le fran­chi.

Titolo trentesimoquarto: Dei prestiti in obbligazioni

Capo primo: …

Art. 1156836  
 

836 Abro­ga­to dall’all. n. 1 del­la L del 15 giu. 2018 sui ser­vi­zi fi­nan­zia­ri, con ef­fet­to dal 1° gen. 2020 (RU 2019 4417; FF 2015 7293).

Capo secondo: Della comunione degli obbligazionisti 837

837Nuovo testo giusta il n. I della LF del 1° apr. 1949, in vigore dal 1° gen. 1950 (RU 1949 I 822 832). Vedi le disp. fin. di questo capo (cap. II tit. XXXIV), alla fine del presente Codice.

Art. 1157  

A. Re­qui­si­ti

 

1 Quan­do sia­no sta­te emes­se, di­ret­ta­men­te o in­di­ret­ta­men­te, col mez­zo di pub­bli­ca sot­to­scri­zio­ne, da un de­bi­to­re aven­te il suo do­mi­ci­lio per­so­na­le o d’af­fa­ri nel­la Sviz­ze­ra, del­le ob­bli­ga­zio­ni di pre­sti­ti sog­get­te a con­di­zio­ni uni­for­mi, gli ob­bli­ga­zio­ni­sti for­ma­no di di­rit­to una co­mu­nio­ne.

2 Qua­lo­ra sia­no emes­si più pre­sti­ti, gli ob­bli­ga­zio­ni­sti di cia­scu­no di es­si for­ma­no una co­mu­nio­ne a sé stan­te.

3 Le di­spo­si­zio­ni del pre­sen­te ca­po non so­no ap­pli­ca­bi­li ai pre­sti­ti del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, dei Can­to­ni, dei Co­mu­ni e di al­tri en­ti o isti­tu­zio­ni di di­rit­to pub­bli­co.

Art. 1158  

B. Rap­pre­sen­tan­te del­la co­mu­nio­ne

I. No­mi­na

 

1 Sal­vo di­spo­si­zio­ne con­tra­ria, i rap­pre­sen­tan­ti de­si­gna­ti nel­le con­di­zio­ni del pre­sti­to rap­pre­sen­ta­no tan­to la co­mu­nio­ne dei cre­di­to­ri quan­to il de­bi­to­re.

2 L’as­sem­blea de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti può no­mi­na­re uno o più rap­pre­sen­tan­ti del­la co­mu­nio­ne.

3 Sal­vo di­spo­si­zio­ne con­tra­ria, più rap­pre­sen­tan­ti eser­ci­ta­no la rap­pre­sen­tan­za in co­mu­ne.

Art. 1159  

II. Po­te­ri del rap­pre­sen­tan­te

1. In ge­ne­re

 

1 Il rap­pre­sen­tan­te ha i po­te­ri che gli so­no con­fe­ri­ti dal­la leg­ge, dal­le con­di­zio­ni del pre­sti­to o dall’as­sem­blea de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti.

2 Egli ri­chie­de dal de­bi­to­re, quan­do ri­cor­ra­no le con­di­zio­ni a ciò po­ste, la con­vo­ca­zio­ne dell’as­sem­blea de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti, ne ese­gui­sce le de­li­be­ra­zio­ni e rap­pre­sen­ta la co­mu­nio­ne en­tro i li­mi­ti dei po­te­ri con­fe­ri­ti­gli.

3 Gli ob­bli­ga­zio­ni­sti non pos­so­no far va­le­re in­di­vi­dual­men­te i di­rit­ti che il rap­pre­sen­tan­te ha la fa­col­tà d’eser­ci­ta­re.

Art. 1160  

2. Con­trol­lo del de­bi­to­re

 

1 Fin­ché il de­bi­to­re è in mo­ra nell’adem­pi­men­to de­gli ob­bli­ghi che gli im­po­ne il con­trat­to di pre­sti­to, il rap­pre­sen­tan­te del­la co­mu­nio­ne dei cre­di­to­ri è au­to­riz­za­to a ri­chie­der­gli le in­for­ma­zio­ni che in­te­res­sa­no la co­mu­nio­ne.

2 Nel­le stes­se con­di­zio­ni, se il de­bi­to­re è una so­cie­tà ano­ni­ma, una so­cie­tà in ac­co­man­di­ta per azio­ni, una so­cie­tà a ga­ran­zia li­mi­ta­ta o una so­cie­tà coo­pe­ra­ti­va, il rap­pre­sen­tan­te può par­te­ci­pa­re con vo­to con­sul­ti­vo al­le de­li­be­ra­zio­ni de­gli or­ga­ni so­cia­li, per quan­to es­se toc­chi­no gli in­te­res­si de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti.

3 Il rap­pre­sen­tan­te dev’es­se­re con­vo­ca­to a que­ste de­li­be­ra­zio­ni e ri­ce­ve­re in tem­po de­bi­to gli at­ti che vi si ri­fe­ri­sco­no.

Art. 1161  

3. In ca­so di pre­sti­ti ga­ran­ti­ti da pe­gno

 

1 Qua­lo­ra per un pre­sti­to ga­ran­ti­to da pe­gno im­mo­bi­lia­re o mo­bi­lia­re sia­si de­si­gna­to un rap­pre­sen­tan­te del de­bi­to­re e de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti, egli ha le stes­se fa­col­tà del pro­cu­ra­to­re in ma­te­ria di pe­gno im­mo­bi­lia­re.

2 Il rap­pre­sen­tan­te de­ve prov­ve­de­re con ogni di­li­gen­za ed im­par­zia­li­tà al­la tu­te­la de­gli in­te­res­si de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti, del de­bi­to­re e del pro­prie­ta­rio del pe­gno.

Art. 1162  

III. Ces­sa­zio­ne del­la pro­cu­ra

 

1 L’as­sem­blea de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti può re­vo­ca­re o mo­di­fi­ca­re in ogni tem­po la pro­cu­ra che es­sa ha con­fe­ri­to ad un rap­pre­sen­tan­te.

2 La pro­cu­ra di un rap­pre­sen­tan­te de­si­gna­to nel­le con­di­zio­ni del pre­sti­to può es­se­re re­vo­ca­ta o mo­di­fi­ca­ta in ogni tem­po me­dian­te de­ci­sio­ne del­la co­mu­nio­ne con il con­sen­so del de­bi­to­re.

3 Ad istan­za di un ob­bli­ga­zio­ni­sta o del de­bi­to­re, il giu­di­ce può per mo­ti­vi gra­vi di­chia­ra­re la pro­cu­ra estin­ta.

4 Ces­san­do per qual­sia­si mo­ti­vo la pro­cu­ra, il giu­di­ce pren­de, ad istan­za di un ob­bli­ga­zio­ni­sta o del de­bi­to­re, le mi­su­re op­por­tu­ne per tu­te­la­re gli in­te­res­si de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti e del de­bi­to­re.

Art. 1163  

IV. Spe­se

 

1 Le spe­se di un rap­pre­sen­tan­te de­si­gna­to nel­le con­di­zio­ni del pre­sti­to so­no a ca­ri­co del de­bi­to­re del pre­sti­to.

2 Le spe­se di un rap­pre­sen­tan­te no­mi­na­to dal­la co­mu­nio­ne de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti so­no im­pu­ta­te sul­le pre­sta­zio­ni del de­bi­to­re del pre­sti­to e mes­se a de­bi­to di ogni ob­bli­ga­zio­ni­sta pro­por­zio­nal­men­te al va­lo­re no­mi­na­le del­le ob­bli­ga­zio­ni che egli pos­sie­de.

Art. 1164  

C. As­sem­blea de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti

I. In ge­ne­re

 

1 La co­mu­nio­ne de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti ha, se­gna­ta­men­te se il de­bi­to­re si tro­vi in una si­tua­zio­ne cri­ti­ca, il di­rit­to di pren­de­re, en­tro i li­mi­ti del­la leg­ge, le mi­su­re op­por­tu­ne per la tu­te­la de­gli in­te­res­si co­mu­ni.

2 Le de­li­be­ra­zio­ni del­la co­mu­nio­ne so­no pre­se dall’as­sem­blea de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti e so­no va­li­de se sod­di­sfa­no le con­di­zio­ni po­ste dal­la leg­ge in ge­ne­re o per sin­go­le mi­su­re.

3 In quan­to vi si op­pon­ga­no de­li­be­ra­zio­ni va­li­de dell’as­sem­blea de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti, que­sti ul­ti­mi non pos­so­no far va­le­re in­di­vi­dual­men­te i lo­ro di­rit­ti.

4 Le spe­se del­la con­vo­ca­zio­ne e del­la riu­nio­ne dell’as­sem­blea de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti so­no a ca­ri­co del de­bi­to­re.

Art. 1165  

II. Con­vo­ca­zio­ne

1. In ge­ne­re

 

1 L’as­sem­blea de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti è con­vo­ca­ta dal de­bi­to­re.

2 Il de­bi­to­re de­ve con­vo­car­la en­tro un ter­mi­ne di 20 gior­ni, quan­do de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti, i qua­li pos­seg­ga­no in­sie­me un ven­te­si­mo del ca­pi­ta­le in cir­co­la­zio­ne o il rap­pre­sen­tan­te del­la co­mu­nio­ne ne fac­cia­no istan­za per iscrit­to, in­di­can­do lo sco­po ed i mo­ti­vi del­la con­vo­ca­zio­ne.

3 Se il de­bi­to­re non ot­tem­pe­ra a sif­fat­ta istan­za, il giu­di­ce può au­to­riz­za­re gli istan­ti a prov­ve­de­re es­si stes­si al­la con­vo­ca­zio­ne. È im­pe­ra­ti­vo il fo­ro del luo­go di se­de o dell’ul­ti­ma se­de in Sviz­ze­ra del de­bi­to­re.838

4 Se il de­bi­to­re ha o ave­va in Sviz­ze­ra sol­tan­to una sta­bi­le or­ga­niz­za­zio­ne, è im­pe­ra­ti­vo il fo­ro del luo­go di que­sta sta­bi­le or­ga­niz­za­zio­ne.839

838 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. II 5 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

839 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 1 n. II 5 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra ci­vi­le del 19 dic. 2008, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1739; FF 2006 6593).

Art. 1166  

2. Mo­ra­to­ria

 

1 Dal mo­men­to in cui la con­vo­ca­zio­ne dell’as­sem­blea de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti fu re­go­lar­men­te pub­bli­ca­ta e fi­no al­la chiu­su­ra de­fi­ni­ti­va del­la pro­ce­du­ra di­nan­zi all’au­to­ri­tà dei con­cor­da­ti, il de­bi­to­re è al be­ne­fi­cio d’una mo­ra­to­ria per i cre­di­ti de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti che fos­se­ro sca­du­ti.

2 Que­sta mo­ra­to­ria non equi­va­le ad una so­spen­sio­ne dei pa­ga­men­ti a’sen­si del­la leg­ge fe­de­ra­le dell’11 apri­le 1889840 sul­la ese­cu­zio­ne e sul fal­li­men­to; non può es­se­re chie­sta una di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to sen­za pre­ven­ti­va ese­cu­zio­ne.

3 Fin­ché du­ra la mo­ra­to­ria, il cor­so del­le pre­scri­zio­ni o pe­ren­zio­ni che po­tes­se­ro es­se­re in­ter­rot­te me­dian­te ese­cu­zio­ne ri­ma­ne so­spe­so per i cre­di­ti de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti che fos­se­ro sca­du­ti.

4 Qua­lo­ra il de­bi­to­re abu­si del­la mo­ra­to­ria, l’au­to­ri­tà can­to­na­le su­pe­rio­re com­pe­ten­te in ma­te­ria di con­cor­da­to può re­vo­car­la, ad istan­za d’un ob­bli­ga­zio­ni­sta.

Art. 1167  

III. Riu­nio­ne

1. Di­rit­to di vo­to

 

1 Il di­rit­to di vo­to spet­ta al pro­prie­ta­rio di un’ob­bli­ga­zio­ne o al suo rap­pre­sen­tan­te; tut­ta­via, se sull’ob­bli­ga­zio­ne gra­va un di­rit­to d’usu­frut­to, il di­rit­to di vo­to spet­ta all’usu­frut­tua­rio o al suo rap­pre­sen­tan­te. L’usu­frut­tua­rio è pe­rò re­spon­sa­bi­le ver­so il pro­prie­ta­rio se, eser­ci­tan­do il di­rit­to di vo­to, non tie­ne equa­men­te con­to de­gli in­te­res­si di que­st’ul­ti­mo.

2 Le ob­bli­ga­zio­ni di cui il de­bi­to­re è pro­prie­ta­rio o usu­frut­tua­rio non con­fe­ri­sco­no il di­rit­to di vo­to. Tut­ta­via, se ob­bli­ga­zio­ni ap­par­te­nen­ti al de­bi­to­re so­no co­sti­tui­te in pe­gno, il di­rit­to di vo­to spet­ta al cre­di­to­re pi­gno­ra­ti­zio.

3 Il pro­prie­ta­rio di ob­bli­ga­zio­ni gra­va­te da un di­rit­to di pe­gno o di ri­ten­zio­ne in fa­vo­re del de­bi­to­re non per­de il di­rit­to di vo­to.

Art. 1168  

2. Rap­pre­sen­tan­za di sin­go­li ob­bli­ga­zio­ni­sti

 

1 Per po­ter rap­pre­sen­ta­re de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti oc­cor­re una pro­cu­ra scrit­ta, ec­cet­to che la fa­col­tà di rap­pre­sen­tan­za de­ri­vi dal­la leg­ge.

2 Il de­bi­to­re non può as­su­mer­si la rap­pre­sen­tan­za di ob­bli­ga­zio­ni­sti aven­ti di­rit­to di vo­to.

Art. 1169  

IV. Nor­me di pro­ce­du­ra

 

Il Con­si­glio fe­de­ra­le ema­na nor­me su la con­vo­ca­zio­ne dell’as­sem­blea de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti, la co­mu­ni­ca­zio­ne dell’or­di­ne del gior­no, la giu­sti­fi­ca­zio­ne del di­rit­to di par­te­ci­pa­re all’as­sem­blea, la pre­si­den­za di que­sta, la ste­su­ra e la co­mu­ni­ca­zio­ne del­le de­li­be­ra­zio­ni.

Art. 1170  

D. De­ci­sio­ni del­la co­mu­nio­ne

I. Li­mi­ta­zio­ne dei di­rit­ti dei cre­di­to­ri

1. Am­mis­si­bi­li­tà e mag­gio­ran­za ri­chie­sta

a. Co­mu­nio­ne uni­ca

 

1 L’as­sen­so dei rap­pre­sen­tan­ti di al­me­no due ter­zi del ca­pi­ta­le in cir­co­la­zio­ne è ne­ces­sa­rio per de­li­be­ra­re va­li­da­men­te:

1.
la so­spen­sio­ne del pa­ga­men­to d’in­te­res­si per cin­que an­ni al più, con pos­si­bi­li­tà di pro­ro­gar­la per due nuo­vi pe­rio­di di cin­que an­ni al mas­si­mo;
2.
la re­mis­sio­ne d’in­te­res­si per cin­que an­ni al più, in un pe­rio­do di set­te an­ni;
3.
la ri­du­zio­ne del tas­so dell’in­te­res­se fi­no al­la me­tà di quel­lo pat­tui­to nel­le con­di­zio­ni del pre­sti­to, op­pu­re la con­ver­sio­ne di un tas­so d’in­te­res­se fis­so in al­tro va­ria­bi­le se­con­do il ri­sul­ta­to dell’eser­ci­zio, l’una e l’al­tra per die­ci an­ni al più, con pos­si­bi­li­tà di pro­ro­ga­re det­to ter­mi­ne di cin­que an­ni al mas­si­mo;
4.
la pro­ro­ga, di die­ci an­ni al più, del ter­mi­ne d’am­mor­ta­men­to, sia me­dian­te ri­du­zio­ne dell’an­nua­li­tà, sia me­dian­te au­men­to del nu­me­ro dei rim­bor­si par­zia­li, sia me­dian­te la tem­po­ra­nea so­spen­sio­ne di que­ste pre­sta­zio­ni, con pos­si­bi­li­tà di pro­ro­ga­re det­to ter­mi­ne di cin­que an­ni al mas­si­mo;
5.
la so­spen­sio­ne del rim­bor­so d’un pre­sti­to sca­du­to o sca­den­te en­tro il ter­mi­ne di cin­que an­ni, o di fra­zio­ni del­lo stes­so, per die­ci an­ni al più, con pos­si­bi­li­tà di pro­ro­ga­re det­to ter­mi­ne di cin­que an­ni al mas­si­mo;
6.
l’au­to­riz­za­zio­ne d’un rim­bor­so an­ti­ci­pa­to del ca­pi­ta­le;
7.
la con­ces­sio­ne del­la pre­ce­den­za ad un di­rit­to di pe­gno co­sti­tuen­do a fa­vo­re di nuo­vi ca­pi­ta­li ap­por­ta­ti all’im­pre­sa, la mo­di­fi­ca­zio­ne del­le ga­ran­zie esi­sten­ti, op­pu­re la ri­nun­cia to­ta­le o par­zia­le al­le stes­se;
8.
l’ap­pro­va­zio­ne del­la mo­di­fi­ca­zio­ne del­le clau­so­le che li­mi­ta­no l’emis­sio­ne del­le ob­bli­ga­zio­ni in pro­por­zio­ne del ca­pi­ta­le so­cia­le;
9.
l’ap­pro­va­zio­ne del­la con­ver­sio­ne to­ta­le o par­zia­le di ob­bli­ga­zio­ni del pre­sti­to in azio­ni.

2 Det­te mi­su­re pos­so­no es­se­re com­bi­na­te.

Art. 1171  

b. Plu­ra­li­tà di co­mu­nio­ni

 

1 Quan­do esi­sta­no più co­mu­nio­ni d’ob­bli­ga­zio­ni­sti, il de­bi­to­re può pro­por­re lo­ro si­mul­ta­nea­men­te una o pa­rec­chie del­le mi­su­re pre­ve­du­te nel pre­ce­den­te ar­ti­co­lo, nel pri­mo ca­so con la ri­ser­va che la mi­su­ra pro­po­sta sa­rà va­li­da so­lo se tut­te le co­mu­nio­ni l’ac­cet­te­ran­no, nel se­con­do ca­so con la ri­ser­va inol­tre che la va­li­di­tà di ogni mi­su­ra di­pen­de­rà dall’ac­cet­ta­zio­ne del­le al­tre.

2 Le pro­po­ste si con­si­de­ra­no ac­cet­ta­te, se han­no ot­te­nu­to l’as­sen­so di al­me­no due ter­zi del ca­pi­ta­le in cir­co­la­zio­ne di tut­te le co­mu­nio­ni, quel­lo del­la mag­gio­ran­za del­le co­mu­nio­ni e quel­lo, in cia­scu­na di es­se, di al­me­no la mag­gio­ran­za sem­pli­ce del ca­pi­ta­le rap­pre­sen­ta­to.

Art. 1172  

c. De­ter­mi­na­zio­ne del­la mag­gio­ran­za

 

1 Nel de­ter­mi­na­re il ca­pi­ta­le in cir­co­la­zio­ne non si tien con­to del­le ob­bli­ga­zio­ni che non con­fe­ri­sco­no di­rit­to di vo­to.

2 Se una pro­po­sta non è ap­pro­va­ta nell’as­sem­blea de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti con il nu­me­ro di vo­ti ri­chie­sto, il de­bi­to­re può com­ple­tar­lo, pre­sen­tan­do al pre­si­den­te dell’as­sem­blea, en­tro due me­si dal­la sua riu­nio­ne, del­le di­chia­ra­zio­ni scrit­te ed au­ten­ti­ca­te d’ade­sio­ne, e pro­vo­ca­re in que­sto mo­do una de­li­be­ra­zio­ne va­li­da.

Art. 1173  

2. Re­stri­zio­ni

a. In ge­ne­ra­le

 

1 Nes­sun ob­bli­ga­zio­ni­sta può es­se­re te­nu­to me­dian­te de­li­be­ra­zio­ne del­la co­mu­nio­ne a tol­le­ra­re al­tre li­mi­ta­zio­ni ai di­rit­ti dei cre­di­to­ri ol­tre quel­le pre­vi­ste nell’ar­ti­co­lo 1170 o a ese­gui­re pre­sta­zio­ni non pre­vi­ste nel­le con­di­zio­ni del pre­sti­to né pat­tui­te all’at­to del­la con­se­gna dell’ob­bli­ga­zio­ne.

2 La co­mu­nio­ne dei cre­di­to­ri non può au­men­ta­re i di­rit­ti di que­sti sen­za il con­sen­so del de­bi­to­re.

Art. 1174  

b. Ugua­glian­za di trat­ta­men­to

 

1 Le de­li­be­ra­zio­ni che vin­co­la­no gli ob­bli­ga­zio­ni­sti di una co­mu­nio­ne de­vo­no col­pir­li tut­ti in egua­le mi­su­ra, ec­cet­to che quel­li mag­gior­men­te col­pi­ti si di­chia­ri­no espres­sa­men­te d’ac­cor­do.

2 Il gra­do de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti pi­gno­ra­ti­zi non può es­se­re mo­di­fi­ca­to sen­za il lo­ro con­sen­so. È ri­ser­va­to l’ar­ti­co­lo 1170 nu­me­ro 7.

3 È nul­la ogni pro­mes­sa o con­ces­sio­ne di van­tag­gi a sin­go­li ob­bli­ga­zio­ni­sti in con­fron­to d’al­tri ap­par­te­nen­ti al­la co­mu­nio­ne.

Art. 1175841  

c. Con­to di si­tua­zio­ne e bi­lan­cio

 

Una pro­po­sta re­la­ti­va ai prov­ve­di­men­ti pre­vi­sti nell’ar­ti­co­lo 1170 non può es­se­re pre­sen­ta­ta dal de­bi­to­re né for­ma­re ar­go­men­to di de­li­be­ra­zio­ne nell’as­sem­blea de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti, se non sul­la ba­se d’un con­to di si­tua­zio­ne il gior­no dell’as­sem­blea o sul­la ba­se di un bi­lan­cio re­go­lar­men­te al­le­sti­to per una da­ta non an­te­rio­re a sei me­si e, qua­lo­ra esi­sta un uf­fi­cio di re­vi­sio­ne, ac­cer­ta­to con­for­me dal­lo stes­so.

841 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 3 del­la LF del 16 dic. 2005 (Di­rit­to del­la so­cie­tà a ga­ran­zia li­mi­ta­ta; ade­gua­men­to del di­rit­to del­la so­cie­tà ano­ni­ma, del­la so­cie­tà coo­pe­ra­ti­va, del re­gi­stro di com­mer­cio e del­le dit­te com­mer­cia­li), in vi­go­re dal 1° gen. 2008 (RU 2007 4791; FF 2002 2841, 2004 3545).

Art. 1176  

3. Ap­pro­va­zio­ne

a. In ge­ne­ra­le

 

1 Le de­li­be­ra­zio­ni che li­mi­ta­no i di­rit­ti dei cre­di­to­ri pro­du­co­no i lo­ro ef­fet­ti so­lo quan­do sia­no sta­te ap­pro­va­te dall’au­to­ri­tà can­to­na­le su­pe­rio­re com­pe­ten­te in ma­te­ria di con­cor­da­to.

2 Il de­bi­to­re de­ve sot­to­por­le all’ap­pro­va­zio­ne di que­st’au­to­ri­tà en­tro il ter­mi­ne di un me­se dal gior­no in cui fu­ro­no pre­se.

3 Il gior­no dell’udien­za dev’es­se­re re­so pub­bli­ca­men­te no­to, con l’av­ver­ten­za agli ob­bli­ga­zio­ni­sti ch’es­si pos­so­no far va­le­re per iscrit­to, op­pu­re an­che oral­men­te nel cor­so dell’udien­za, i lo­ro mo­ti­vi di op­po­si­zio­ne.

4 Le spe­se del­la pro­ce­du­ra d’ap­pro­va­zio­ne so­no sop­por­ta­te dal de­bi­to­re.

Art. 1177  

b. Con­di­zio­ni

 

L’ap­pro­va­zio­ne può es­se­re ne­ga­ta sol­tan­to nei ca­si se­guen­ti:

1.
se fu­ro­no vio­la­te le di­spo­si­zio­ni su la con­vo­ca­zio­ne dell’as­sem­blea e sui re­qui­si­ti del­le de­li­be­ra­zio­ni di que­st’ul­ti­ma:
2.
se la de­li­be­ra­zio­ne pre­sa per ri­me­dia­re ad una si­tua­zio­ne cri­ti­ca del de­bi­to­re non si di­mo­stra ne­ces­sa­ria;
3.
se gli in­te­res­si co­mu­ni de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti non so­no suf­fi­cien­te­men­te tu­te­la­ti;
4.
se la de­li­be­ra­zio­ne è la con­se­guen­za di ma­no­vre slea­li.
Art. 1178  

c. Ri­cor­so

 

1 Ogni ob­bli­ga­zio­ni­sta che non ha ade­ri­to a una de­ci­sio­ne può, nel ter­mi­ne di 30 gior­ni, con­for­me­men­te al­la pro­ce­du­ra di ri­cor­so in ma­te­ria di ese­cu­zio­ne e fal­li­men­to, ri­cor­re­re al Tri­bu­na­le fe­de­ra­le con­tro il de­cre­to d’ap­pro­va­zio­ne, al­lor­ché det­ta de­ci­sio­ne ap­pro­va­ta vio­la la leg­ge o non è ade­gua­ta al­le cir­co­stan­ze.

2 Del pa­ri, l’ob­bli­ga­zio­ni­sta che ha ade­ri­to ad una de­ci­sio­ne e il de­bi­to­re pos­so­no ri­cor­re­re con­tro il ri­fiu­to di ap­pro­va­re det­ta de­ci­sio­ne.

Art. 1179  

d. Re­vo­ca

 

1 Qua­lo­ra sia in se­gui­to ac­cer­ta­to che la de­li­be­ra­zio­ne dell’as­sem­blea dei cre­di­to­ri fu la con­se­guen­za di ma­no­vre slea­li, l’au­to­ri­tà can­to­na­le su­pe­rio­re com­pe­ten­te in ma­te­ria di con­cor­da­to può, ad istan­za d’un ob­bli­ga­zio­ni­sta, re­vo­ca­re to­tal­men­te o par­zial­men­te la sua ap­pro­va­zio­ne.

2 L’istan­za dev’es­se­re pre­sen­ta­ta en­tro il ter­mi­ne di sei me­si a con­ta­re dal gior­no in cui l’ob­bli­ga­zio­ni­sta ha avu­to no­ti­zia dell’ir­re­go­la­ri­tà del­la de­li­be­ra­zio­ne.

3 Il de­bi­to­re e ogni ob­bli­ga­zio­ni­sta pos­so­no, nel ter­mi­ne di 30 gior­ni, con­for­me­men­te al­la pro­ce­du­ra di ri­cor­so in ma­te­ria di ese­cu­zio­ne e fal­li­men­to, ri­cor­re­re al Tri­bu­na­le fe­de­ra­le con­tro la re­vo­ca­zio­ne dell’ap­pro­va­zio­ne al­lor­ché es­sa vio­la la leg­ge o non è ade­gua­ta al­le cir­co­stan­ze. Del pa­ri, l’ob­bli­ga­zio­ni­sta ri­chie­den­te può ri­cor­re­re con­tro il ri­fiu­to di re­vo­ca­re l’ap­pro­va­zio­ne.

Art. 1180  

II. Al­tre de­ci­sio­ni

1. Pro­cu­ra del rap­pre­sen­tan­te del­la co­mu­nio­ne

 

1 Il con­sen­so di ob­bli­ga­zio­ni­sti rap­pre­sen­tan­ti più del­la me­tà del ca­pi­ta­le in cir­co­la­zio­ne e ne­ces­sa­rio per re­vo­ca­re o mo­di­fi­ca­re la pro­cu­ra con­fe­ri­ta ad un rap­pre­sen­tan­te del­la co­mu­nio­ne.

2 La stes­sa mag­gio­ran­za è ri­chie­sta per con­fe­ri­re ad un rap­pre­sen­tan­te del­la co­mu­nio­ne le fa­col­tà ne­ces­sa­rie per la tu­te­la col­let­ti­va dei di­rit­ti de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti nel fal­li­men­to del de­bi­to­re.

Art. 1181  

3. Al­tri ca­si

 

1 Le al­tre de­li­be­ra­zio­ni che non le­do­no i di­rit­ti de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti e non im­pon­go­no a que­sti nuo­ve pre­sta­zio­ni pos­so­no es­se­re pre­se dal­la mag­gio­ran­za as­so­lu­ta dei vo­ti rap­pre­sen­ta­ti, ec­cet­to che la leg­ge di­spon­ga di­ver­sa­men­te o che le con­di­zio­ni del pre­sti­to sta­bi­li­sca­no una mag­gio­ran­za su­pe­rio­re.

2 La mag­gio­ran­za as­so­lu­ta si de­ter­mi­na, in tut­ti i ca­si, se­con­do il va­lo­re no­mi­na­le del ca­pi­ta­le con di­rit­to di vo­to rap­pre­sen­ta­to all’as­sem­blea.

Art. 1182  

3. Ri­cor­so

 

Con­tro le de­li­be­ra­zio­ni pre­vi­ste ne­gli ar­ti­co­li 1180 e 1181 ogni ob­bli­ga­zio­ni­sta che non vi ha ade­ri­to può, al­lor­ché es­se vio­la­no la leg­ge o di­spo­si­zio­ni con­ven­zio­na­li, pre­sen­ta­re ri­cor­so al giu­di­ce, en­tro il ter­mi­ne di un me­se dal gior­no in cui egli ha avu­to no­ti­zia di es­se.

Art. 1183  

E. Ca­si par­ti­co­la­ri

I. Fal­li­men­to del de­bi­to­re

 

1 Se il de­bi­to­re è di­chia­ra­to in fal­li­men­to, l’am­mi­ni­stra­zio­ne di que­sto con­vo­ca im­me­dia­ta­men­te un’as­sem­blea de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti, la qua­le con­fe­ri­sce al rap­pre­sen­tan­te già de­si­gna­to o ch’es­sa de­si­gna, le fa­col­tà ne­ces­sa­rie per la tu­te­la col­let­ti­va dei di­rit­ti de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti nel­la pro­ce­du­ra fal­li­men­ta­re.

2 In man­can­za di de­li­be­ra­zio­ne che con­fe­ri­sca le fa­col­tà ne­ces­sa­rie a un rap­pre­sen­tan­te, ogni ob­bli­ga­zio­ni­sta fa va­le­re in­di­vi­dual­men­te i suoi di­rit­ti.

Art. 1184  

II. Con­cor­da­to

 

1 Nel­la pro­ce­du­ra con­cor­da­ta­ria, con ri­ser­va del­le di­spo­si­zio­ni sui pre­sti­ti ga­ran­ti­ti da pe­gno, gli ob­bli­ga­zio­ni­sti non pren­do­no de­li­be­ra­zio­ne al­cu­na sul con­cor­da­to e per la lo­ro ade­sio­ne val­go­no uni­ca­men­te le di­spo­si­zio­ni del­la leg­ge fe­de­ra­le dell’11 apri­le 1889842 sul­la ese­cu­zio­ne e sul fal­li­men­to.

2 Le nor­me sul­la co­mu­nio­ne de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti si ap­pli­ca­no agli ob­bli­ga­zio­ni­sti ga­ran­ti­ti da pe­gno, in quan­to i lo­ro di­rit­ti fos­se­ro le­si in mi­su­ra ec­ce­den­te gli ef­fet­ti del con­cor­da­to.

Art. 1185  

III. Pre­sti­ti di im­pre­se di stra­de fer­ra­te o di na­vi­ga­zio­ne

 

1 Le di­spo­si­zio­ni del pre­sen­te ca­po so­no ap­pli­ca­bi­li agli ob­bli­ga­zio­ni­sti di un’im­pre­sa di stra­de fer­ra­te o di na­vi­ga­zio­ne con ri­ser­va del­le nor­me spe­cia­li se­guen­ti.

2 L’istan­za per la con­vo­ca­zio­ne di un’as­sem­blea de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti de­ve es­se­re di­ret­ta al Tri­bu­na­le fe­de­ra­le.

3 Il Tri­bu­na­le fe­de­ra­le è com­pe­ten­te a con­vo­ca­re l’as­sem­blea de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti co­me pu­re a cer­ti­fi­ca­re, ap­pro­va­re ed ese­gui­re le sue de­ci­sio­ni.

4 Non ap­pe­na gli è sta­ta pre­sen­ta­ta l’istan­za per la con­vo­ca­zio­ne di un’as­sem­blea de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti, il Tri­bu­na­le fe­de­ra­le può or­di­na­re una mo­ra­to­ria con gli ef­fet­ti pre­vi­sti nell’ar­ti­co­lo 1166.

Art. 1186843  

F. Ac­cor­di de­ro­ga­to­ri

 

1 I di­rit­ti che la leg­ge con­fe­ri­sce al­la co­mu­nio­ne de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti ed al suo rap­pre­sen­tan­te pos­so­no es­se­re sop­pres­si, mo­di­fi­ca­ti o me­no­ma­ti dal­le con­di­zio­ni del pre­sti­to o da pat­tui­zio­ni spe­cia­li fra gli ob­bli­ga­zio­ni­sti ed il de­bi­to­re sol­tan­to se una mag­gio­ran­za dei cre­di­to­ri può con­ti­nua­re ad ade­gua­re le con­di­zio­ni del pre­sti­to.

2 Qua­lo­ra le ob­bli­ga­zio­ni di pre­sti­ti sia­no emes­se al pub­bli­co in­te­gral­men­te o par­zial­men­te al di fuo­ri del­la Sviz­ze­ra, in luo­go del­le di­spo­si­zio­ni del pre­sen­te ca­po pos­so­no es­se­re di­chia­ra­te ap­pli­ca­bi­li le di­spo­si­zio­ni sul­la co­mu­nio­ne de­gli ob­bli­ga­zio­ni­sti non­ché sul­la rap­pre­sen­tan­za, l’as­sem­blea e le de­li­be­ra­zio­ni del­la stes­sa con­te­nu­te in un al­tro or­di­na­men­to giu­ri­di­co e ri­guar­dan­ti l’emis­sio­ne pub­bli­ca.

843 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 17 dic. 2021 (In­sol­ven­za e ga­ran­zia dei de­po­si­ti), in vi­go­re dal 1° gen. 2023 (RU 2022 732; FF 2020 5647).

Disposizioni transitorie della legge federale del 30 marzo 1911

I. Il titolo finale del Codice civile svizzero del 10 dicembre 1907844 è modificato come segue:

845

II. La presente legge entrerà in vigore col 1° gennaio 1912. Conforme alla legge federale del 17 giugno 1874846 concernente le votazioni popolari su leggi e risoluzioni federali, il Consiglio federale è incaricato di pubblicare la presente legge.

844RS 210

845 Le mod. possono essere consultate alla RU 27 377.

846[CS 1 168; RU 1962 848art. 11 cpv. 3. RU 1978 688art. 89 lett. b]

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