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Codice penale svizzero

del 21 dicembre 1937 (Stato 1° marzo 2019)

L'Assemblea federale della Confederazione Svizzera,

visto l'articolo 123 capoversi 1 e 3 della Costituzione federale1,2 visto il messaggio del Consiglio federale del 23 luglio 19183,

decreta:

Libro primo: Disposizioni generali

Parte prima: Dei crimini e dei delitti

Titolo primo: Del campo d'applicazione

Art. 1  

1. Nes­su­na san­zio­ne sen­za leg­ge

 

Una pe­na o mi­su­ra può es­se­re in­flit­ta sol­tan­to per un fat­to per cui la leg­ge com­mi­na espres­sa­men­te una pe­na.

Art. 2  

2. Con­di­zio­ni di tem­po

 

1È giu­di­ca­to se­con­do il pre­sen­te Co­di­ce chiun­que com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to do­po che il Co­di­ce è en­tra­to in vi­go­re.

2Il pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca an­che in ca­so di cri­mi­ni o de­lit­ti com­mes­si pri­ma del­la sua en­tra­ta in vi­go­re ma giu­di­ca­ti do­po, se più fa­vo­re­vo­le all'au­to­re.

Art. 3  

3. Con­di­zio­ni di luo­go.

Cri­mi­ni o de­lit­ti com­mes­si in Sviz­ze­ra

 

1Il pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca a chiun­que com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to in Sviz­ze­ra.

2Se, per il me­de­si­mo fat­to, l'au­to­re è sta­to con­dan­na­to all'este­ro e vi ha scon­ta­to to­tal­men­te o par­zial­men­te la pe­na, il giu­di­ce com­pu­ta la pe­na scon­ta­ta all'este­ro in quel­la da pro­nun­cia­re.

3Fat­ta sal­va una cras­sa vio­la­zio­ne dei prin­ci­pi del­la Co­sti­tu­zio­ne fe­de­ra­le e del­la Con­ven­zio­ne del 4 no­vem­bre 19501 per la sal­va­guar­dia dei di­rit­ti dell'uo­mo e del­le li­ber­tà fon­da­men­ta­li (CE­DU), l'au­to­re per­se­gui­to all'este­ro a ri­chie­sta dell'au­to­ri­tà sviz­ze­ra non è più per­se­gui­to in Sviz­ze­ra per il me­de­si­mo fat­to se:

a.
è sta­to as­sol­to con sen­ten­za de­fi­ni­ti­va dal tri­bu­na­le este­ro;
b.
la san­zio­ne in­flit­ta­gli all'este­ro è sta­ta ese­gui­ta o con­do­na­ta op­pu­re è ca­du­ta in pre­scri­zio­ne.

4Se l'au­to­re per­se­gui­to all'este­ro a ri­chie­sta dell'au­to­ri­tà sviz­ze­ra non ha scon­ta­to o ha so­lo par­zial­men­te scon­ta­to la pe­na all'este­ro, l'in­te­ra pe­na o la par­te re­si­dua è ese­gui­ta in Sviz­ze­ra. Il giu­di­ce de­ci­de se una mi­su­ra non ese­gui­ta o so­lo par­zial­men­te ese­gui­ta all'este­ro deb­ba es­se­re ese­gui­ta o con­ti­nua­ta in Sviz­ze­ra.


1 RS 0.101

Art. 4  

Cri­mi­ni o de­lit­ti com­mes­si all'este­ro con­tro lo Sta­to

 

1Il pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca an­che a chiun­que com­met­te all'este­ro un cri­mi­ne o de­lit­to con­tro lo Sta­to o la di­fe­sa na­zio­na­le (art. 265-278).

2Se, per il me­de­si­mo fat­to, l'au­to­re è sta­to con­dan­na­to all'este­ro e vi ha scon­ta­to to­tal­men­te o par­zial­men­te la pe­na, il giu­di­ce com­pu­ta la pe­na scon­ta­ta all'este­ro in quel­la da pro­nun­cia­re.

Art. 5  

Rea­ti com­mes­si all'este­ro su mi­no­ren­ni

 

1Il pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca inol­tre a chiun­que si tro­va in Sviz­ze­ra, non è estra­da­to e ha com­mes­so all'este­ro uno dei se­guen­ti rea­ti:

a.1
trat­ta di es­se­ri uma­ni (art. 182), coa­zio­ne ses­sua­le (art. 189), vio­len­za car­na­le (art. 190), at­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re (art. 191) o pro­mo­vi­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne (art. 195), se la vit­ti­ma è mi­no­re di di­ciot­to an­ni;
abis.2
at­ti ses­sua­li con per­so­ne di­pen­den­ti (art. 188) e at­ti ses­sua­li con mi­no­ren­ni con­tro ri­mu­ne­ra­zio­ne (art. 196);
b.
at­ti ses­sua­li con fan­ciul­li (art. 187), se la vit­ti­ma è mi­no­re di quat­tor­di­ci an­ni;
c.3
por­no­gra­fia qua­li­fi­ca­ta (art. 197 cpv. 3 e 4), se gli og­get­ti o le rap­pre­sen­ta­zio­ni ver­to­no su at­ti ses­sua­li con mi­no­ren­ni.

2Fat­ta sal­va una cras­sa vio­la­zio­ne dei prin­ci­pi del­la Co­sti­tu­zio­ne fe­de­ra­le e del­la CE­DU4, l'au­to­re non è più per­se­gui­to in Sviz­ze­ra per il me­de­si­mo fat­to se:

a.
è sta­to as­sol­to con sen­ten­za de­fi­ni­ti­va da un tri­bu­na­le este­ro;
b.
la san­zio­ne in­flit­ta­gli all'este­ro è sta­ta ese­gui­ta o con­do­na­ta op­pu­re è ca­du­ta in pre­scri­zio­ne.

3Se, per il me­de­si­mo fat­to, l'au­to­re è sta­to con­dan­na­to all'este­ro e vi ha scon­ta­to so­lo par­zial­men­te la pe­na, il giu­di­ce com­pu­ta la pe­na scon­ta­ta all'este­ro in quel­la da pro­nun­cia­re. Il giu­di­ce de­ci­de se una mi­su­ra or­di­na­ta all'este­ro, ma all'este­ro so­lo par­zial­men­te ese­gui­ta, deb­ba es­se­re con­ti­nua­ta o com­pu­ta­ta nel­la pe­na in­flit­ta in Sviz­ze­ra.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 2 n. 1 del DF del 24 mar. 2006 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro il Prot. fa­col­ta­ti­vo del 25 mag. 2000 al­la Conv. sui di­rit­ti del fan­ciul­lo con­cer­nen­te la ven­di­ta di fan­ciul­li, la pro­sti­tu­zio­ne in­fan­ti­le e la pe­do­por­no­gra­fia, in vi­go­re dal 1° dic. 2006 (RU 2006 5437; FF 2005 2513).
2 In­tro­dot­ta dal n. 1 dell'all. del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 1 dell'all. del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).
4 RS 0.101

Art. 6  

Rea­ti com­mes­si all'este­ro e per­se­gui­ti in con­for­mi­tà di un ob­bli­go in­ter­na­zio­na­le

 

1Il pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca a chiun­que com­met­te all'este­ro un cri­mi­ne o un de­lit­to che la Sviz­ze­ra si è im­pe­gna­ta a re­pri­me­re in vir­tù di un ac­cor­do in­ter­na­zio­na­le se:

a.
l'at­to è pu­ni­bi­le an­che nel luo­go in cui è sta­to com­mes­so o que­sto luo­go non sog­gia­ce ad al­cu­na giu­ri­sdi­zio­ne pe­na­le; e
b.
l'au­to­re si tro­va in Sviz­ze­ra e non è estra­da­to all'este­ro.

2Il giu­di­ce fis­sa le san­zio­ni in mo­do da non far­le ri­sul­ta­re com­ples­si­va­men­te più se­ve­re di quel­le pre­vi­ste dal­la leg­ge del luo­go in cui l'at­to è sta­to com­mes­so.

3Fat­ta sal­va una cras­sa vio­la­zio­ne dei prin­ci­pi del­la Co­sti­tu­zio­ne fe­de­ra­le e del­la CE­DU1, l'au­to­re non è più per­se­gui­to in Sviz­ze­ra per il me­de­si­mo fat­to se:

a.
è sta­to as­sol­to con sen­ten­za de­fi­ni­ti­va da un tri­bu­na­le este­ro;
b.
la san­zio­ne in­flit­ta­gli all'este­ro è sta­ta ese­gui­ta o con­do­na­ta op­pu­re è ca­du­ta in pre­scri­zio­ne.

4Se, per il me­de­si­mo fat­to, l'au­to­re è sta­to con­dan­na­to all'este­ro e vi ha scon­ta­to so­lo par­zial­men­te la pe­na, il giu­di­ce com­pu­ta la pe­na scon­ta­ta all'este­ro in quel­la da pro­nun­cia­re. Il giu­di­ce de­ci­de se una mi­su­ra or­di­na­ta all'este­ro, ma all'este­ro so­lo par­zial­men­te ese­gui­ta, deb­ba es­se­re con­ti­nua­ta o com­pu­ta­ta nel­la pe­na in­flit­ta in Sviz­ze­ra.


1 RS 0.101

Art. 7  

Al­tri rea­ti com­mes­si all'este­ro

 

1Il pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca a chiun­que com­met­te all'este­ro un cri­mi­ne o un de­lit­to, sen­za che sia­no adem­piu­te le con­di­zio­ni di cui agli ar­ti­co­li 4, 5 o 6, se:

a.
l'at­to è pu­ni­bi­le an­che nel luo­go in cui è sta­to com­mes­so o que­sto luo­go non sog­gia­ce ad al­cu­na giu­ri­sdi­zio­ne pe­na­le;
b.
l'au­to­re si tro­va in Sviz­ze­ra o, per que­sto suo at­to, è estra­da­to al­la Con­fe­de­ra­zio­ne; e
c.
se­con­do il di­rit­to sviz­ze­ro l'at­to con­sen­te l'estra­di­zio­ne, ma l'au­to­re non vie­ne estra­da­to.

2Se l'au­to­re non è sviz­ze­ro e il cri­mi­ne o il de­lit­to non è sta­to com­mes­so con­tro uno sviz­ze­ro, il ca­po­ver­so 1 è ap­pli­ca­bi­le sol­tan­to se:

a.
la ri­chie­sta di estra­di­zio­ne è sta­ta re­spin­ta per un mo­ti­vo non ine­ren­te al­la na­tu­ra dell'at­to; op­pu­re
b.
l'au­to­re ha com­mes­so un cri­mi­ne par­ti­co­lar­men­te gra­ve pro­scrit­to dal­la co­mu­ni­tà giu­ri­di­ca in­ter­na­zio­na­le.

3Il giu­di­ce fis­sa le san­zio­ni in mo­do da non far­le ri­sul­ta­re com­ples­si­va­men­te più se­ve­re di quel­le pre­vi­ste dal­la leg­ge del luo­go in cui l'at­to è sta­to com­mes­so.

4Fat­ta sal­va una cras­sa vio­la­zio­ne dei prin­ci­pi del­la Co­sti­tu­zio­ne fe­de­ra­le e dal­la CE­DU1, l'au­to­re non è più per­se­gui­to in Sviz­ze­ra per il me­de­si­mo fat­to se:

a.
è sta­to as­sol­to con sen­ten­za de­fi­ni­ti­va da un tri­bu­na­le este­ro;
b.
la san­zio­ne in­flit­ta­gli all'este­ro è sta­ta ese­gui­ta o con­do­na­ta op­pu­re è ca­du­ta in pre­scri­zio­ne.

5Se, per il me­de­si­mo fat­to, l'au­to­re è sta­to con­dan­na­to all'este­ro e vi ha scon­ta­to so­lo par­zial­men­te la pe­na, il giu­di­ce com­pu­ta la pe­na scon­ta­ta all'este­ro in quel­la da pro­nun­cia­re. Il giu­di­ce de­ci­de se una mi­su­ra or­di­na­ta all'este­ro, ma all'este­ro so­lo par­zial­men­te ese­gui­ta, deb­ba es­se­re con­ti­nua­ta o com­pu­ta­ta nel­la pe­na in­flit­ta in Sviz­ze­ra.


1 RS 0.101

Art. 8  

Luo­go del rea­to

 

1Un cri­mi­ne o un de­lit­to si re­pu­ta com­mes­so tan­to nel luo­go in cui l'au­to­re lo com­pie o omet­te di in­ter­ve­ni­re con­tra­ria­men­te al suo do­ve­re, quan­to in quel­lo in cui si ve­ri­fi­ca l'even­to.

2Il ten­ta­ti­vo si re­pu­ta com­mes­so tan­to nel luo­go in cui l'au­to­re lo com­pie quan­to in quel­lo in cui, se­con­do la sua con­ce­zio­ne, avreb­be do­vu­to ve­ri­fi­car­si l'even­to.

Art. 9  

4. Con­di­zio­ni per­so­na­li

 

1Il pre­sen­te Co­di­ce non è ap­pli­ca­bi­le al­le per­so­ne i cui at­ti de­vo­no es­se­re giu­di­ca­ti se­con­do il di­rit­to pe­na­le mi­li­ta­re.

2Per le per­so­ne che, al mo­men­to del fat­to, non ave­va­no an­co­ra com­piu­to i di­ciott'an­ni ri­man­go­no sal­ve le di­spo­si­zio­ni del di­rit­to pe­na­le mi­no­ri­le del 20 giu­gno 20031 (DP­Min). Se van­no giu­di­ca­ti nel con­tem­po un at­to com­mes­so pri­ma del com­pi­men­to dei di­ciott'an­ni e un at­to com­mes­so do­po, si ap­pli­ca l'ar­ti­co­lo 3 ca­po­ver­so 2 DP­Min.2


1 RS 311.1
2 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 44 n. 1 del di­rit­to pe­na­le mi­no­ri­le del 20 giu. 2003, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3545; FF 1999 1669).

Titolo secondo: Della punibilità

Art. 10  

1. Cri­mi­ni e de­lit­ti.

De­fi­ni­zio­ni

 

1Il pre­sen­te Co­di­ce di­stin­gue i cri­mi­ni dai de­lit­ti in fun­zio­ne del­la gra­vi­tà del­la pe­na com­mi­na­ta.

2So­no cri­mi­ni i rea­ti per cui è com­mi­na­ta una pe­na de­ten­ti­va di ol­tre tre an­ni.

3So­no de­lit­ti i rea­ti per cui è com­mi­na­ta una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 11  

Com­mis­sio­ne per omis­sio­ne

 

1Un cri­mi­ne o un de­lit­to può al­tre­sì es­se­re com­mes­so per omis­sio­ne con­tra­ria a un ob­bli­go di agi­re.

2Com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to per omis­sio­ne con­tra­ria a un ob­bli­go di agi­re chiun­que non im­pe­di­sce l'espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo o la le­sio­ne di un be­ne giu­ri­di­co pro­tet­to dal­la le­gi­sla­zio­ne pe­na­le ben­ché vi sia te­nu­to in ra­gio­ne del suo sta­tus giu­ri­di­co, in par­ti­co­la­re in vir­tù:

a.
del­la leg­ge;
b.
di un con­trat­to;
c.
di una co­mu­ni­tà di ri­schi li­be­ra­men­te ac­cet­ta­ta; o
d.
del­la crea­zio­ne di un ri­schio.

3Chi com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to per omis­sio­ne con­tra­ria a un ob­bli­go di agi­re è pu­ni­bi­le per il rea­to cor­ri­spon­den­te sol­tan­to se a se­con­da del­le cir­co­stan­ze gli si può muo­ve­re lo stes­so rim­pro­ve­ro che gli sa­reb­be sta­to ri­vol­to se aves­se com­mes­so at­ti­va­men­te il rea­to.

4Il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na.

Art. 12  

2. In­ten­zio­ne e ne­gli­gen­za.

De­fi­ni­zio­ni

 

1Sal­vo che la leg­ge di­spon­ga espres­sa­men­te in al­tro mo­do, è pu­ni­bi­le so­lo co­lui che com­met­te con in­ten­zio­ne un cri­mi­ne o un de­lit­to.

2Com­met­te con in­ten­zio­ne un cri­mi­ne o un de­lit­to chi lo com­pie con­sa­pe­vol­men­te e vo­lon­ta­ria­men­te. Ba­sta a tal fi­ne che l'au­to­re ri­ten­ga pos­si­bi­le il rea­liz­zar­si dell'at­to e se ne ac­col­li il ri­schio.

3Com­met­te per ne­gli­gen­za un cri­mi­ne o un de­lit­to co­lui che, per un'im­pre­vi­den­za col­pe­vo­le, non ha scor­to le con­se­guen­ze del suo com­por­ta­men­to o non ne ha te­nu­to con­to. L'im­pre­vi­den­za è col­pe­vo­le se l'au­to­re non ha usa­to le pre­cau­zio­ni al­le qua­li era te­nu­to se­con­do le cir­co­stan­ze e le sue con­di­zio­ni per­so­na­li.

Art. 13  

Er­ro­re sui fat­ti

 

1Chiun­que agi­sce per ef­fet­to di una sup­po­si­zio­ne er­ro­nea del­le cir­co­stan­ze di fat­to è giu­di­ca­to se­con­do que­sta sup­po­si­zio­ne, se gli è fa­vo­re­vo­le.

2Se aves­se po­tu­to evi­ta­re l'er­ro­re usan­do le de­bi­te pre­cau­zio­ni, è pu­ni­bi­le per ne­gli­gen­za qua­lo­ra la leg­ge re­pri­ma l'at­to co­me rea­to col­po­so.

Art. 14  

3. At­ti le­ci­ti e col­pa.

At­to per­mes­so dal­la leg­ge

 

Chiun­que agi­sce co­me lo im­po­ne o lo con­sen­te la leg­ge si com­por­ta le­ci­ta­men­te an­che se l'at­to in sé sa­reb­be pu­ni­bi­le se­con­do il pre­sen­te Co­di­ce o un'al­tra leg­ge.

Art. 15  

Le­git­ti­ma di­fe­sa esi­men­te

 

Ognu­no ha il di­rit­to di re­spin­ge­re in mo­do ade­gua­to al­le cir­co­stan­ze un'ag­gres­sio­ne in­giu­sta o la mi­nac­cia in­giu­sta di un'ag­gres­sio­ne im­mi­nen­te fat­ta a sé o ad al­tri.

Art. 16  

Le­git­ti­ma di­fe­sa di­scol­pan­te

 

1Se chi re­spin­ge un'ag­gres­sio­ne ec­ce­de i li­mi­ti del­la le­git­ti­ma di­fe­sa se­con­do l'ar­ti­co­lo 15, il giu­di­ce at­te­nua la pe­na.

2Chi ec­ce­de i li­mi­ti del­la le­git­ti­ma di­fe­sa per scu­sa­bi­le ec­ci­ta­zio­ne o sbi­got­ti­men­to non agi­sce in mo­do col­pe­vo­le.

Art. 17  

Sta­to di ne­ces­si­tà esi­men­te

 

Chiun­que com­met­te un rea­to per pre­ser­va­re un be­ne giu­ri­di­co pro­prio o un be­ne giu­ri­di­co al­trui da un pe­ri­co­lo im­mi­nen­te e non al­tri­men­ti evi­ta­bi­le agi­sce le­ci­ta­men­te se in tal mo­do sal­va­guar­da in­te­res­si pre­pon­de­ran­ti.

Art. 18  

Sta­to di ne­ces­si­tà di­scol­pan­te

 

1Se al­cu­no com­met­te un rea­to per pre­ser­va­re se stes­so o un'al­tra per­so­na da un pe­ri­co­lo im­mi­nen­te e non al­tri­men­ti evi­ta­bi­le per la vi­ta, l'in­te­gri­tà per­so­na­le, la li­ber­tà, l'ono­re, il pa­tri­mo­nio o al­tri be­ni es­sen­zia­li, il giu­di­ce at­te­nua la pe­na se si po­te­va ra­gio­ne­vol­men­te pre­ten­de­re che l'au­to­re sa­cri­fi­cas­se il be­ne in pe­ri­co­lo.

2Non agi­sce in mo­do col­pe­vo­le co­lui dal qua­le non si po­te­va ra­gio­ne­vol­men­te pre­ten­de­re che sa­cri­fi­cas­se il be­ne in pe­ri­co­lo.

Art. 19  

In­ca­pa­ci­tà e sce­ma­ta im­pu­ta­bi­li­tà

 

1Non è pu­ni­bi­le co­lui che al mo­men­to del fat­to non era ca­pa­ce di va­lu­tar­ne il ca­rat­te­re il­le­ci­to o di agi­re se­con­do ta­le va­lu­ta­zio­ne.

2Se al mo­men­to del fat­to l'au­to­re era sol­tan­to in par­te ca­pa­ce di va­lu­tar­ne il ca­rat­te­re il­le­ci­to o di agi­re se­con­do ta­le va­lu­ta­zio­ne, il giu­di­ce at­te­nua la pe­na.

3Pos­so­no tut­ta­via es­se­re di­spo­ste le mi­su­re pre­vi­ste ne­gli ar­ti­co­li 59-61, 63, 64, 67, 67b e 67e.1

4I ca­po­ver­si 1-3 non so­no ap­pli­ca­bi­li se l'au­to­re po­te­va evi­ta­re l'in­ca­pa­ci­tà o la sce­ma­ta im­pu­ta­bi­li­tà e pre­ve­de­re co­sì l'at­to com­mes­so in ta­le sta­to.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Art. 20  

Dub­bio sull'im­pu­ta­bi­li­tà

 

Qua­lo­ra vi sia se­rio mo­ti­vo di du­bi­ta­re dell'im­pu­ta­bi­li­tà dell'au­to­re, l'au­to­ri­tà istrut­to­ria o il giu­di­ce or­di­na una pe­ri­zia.

Art. 21  

Er­ro­re sull'il­li­cei­tà

 

Chiun­que com­met­te un rea­to non sa­pen­do né po­ten­do sa­pe­re di agi­re il­le­ci­ta­men­te non agi­sce in mo­do col­pe­vo­le. Se l'er­ro­re era evi­ta­bi­le, il giu­di­ce at­te­nua la pe­na.

Art. 22  

4. Ten­ta­ti­vo.

Pu­ni­bi­li­tà

 

1Chiun­que, aven­do co­min­cia­to l'ese­cu­zio­ne di un cri­mi­ne o di un de­lit­to, non com­pie o com­pie sen­za ri­sul­ta­to o sen­za pos­si­bi­li­tà di ri­sul­ta­to tut­ti gli at­ti ne­ces­sa­ri al­la con­su­ma­zio­ne del rea­to può es­se­re pu­ni­to con pe­na at­te­nua­ta.

2L'au­to­re che, per gra­ve di­fet­to d'in­tel­li­gen­za, non si ren­de con­to che l'og­get­to con­tro il qua­le l'at­to è di­ret­to o il mez­zo da lui usa­to per com­met­ter­lo è di na­tu­ra ta­le da esclu­de­re in mo­do as­so­lu­to la con­su­ma­zio­ne del rea­to è esen­te da pe­na.

Art. 23  

De­si­sten­za e pen­ti­men­to at­ti­vo

 

1Se l'au­to­re ha spon­ta­nea­men­te de­si­sti­to dal con­su­ma­re un rea­to ini­zia­to o ha con­tri­bui­to ad im­pe­dir­ne la con­su­ma­zio­ne, il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na o pre­scin­de­re da ogni pe­na.

2Il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na o pre­scin­de­re da ogni pe­na nei con­fron­ti dei coau­to­ri o dei com­par­te­ci­pi che han­no spon­ta­nea­men­te con­tri­bui­to ad im­pe­di­re la con­su­ma­zio­ne del rea­to.

3Il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na o pre­scin­de­re da ogni pe­na an­che se la de­si­sten­za dell'au­to­re o del com­par­te­ci­pe non ha, per al­tri mo­ti­vi, po­tu­to im­pe­di­re la con­su­ma­zio­ne del rea­to.

4Il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na o pre­scin­de­re da ogni pe­na nei con­fron­ti del coau­to­re o com­par­te­ci­pe che si è ado­pe­ra­to se­ria­men­te e spon­ta­nea­men­te per im­pe­di­re la con­su­ma­zio­ne del rea­to, sem­pre­ché il rea­to me­de­si­mo sia sta­to com­mes­so in­di­pen­den­te­men­te dal suo con­tri­bu­to.

Art. 24  

5. Par­te­ci­pa­zio­ne.

Isti­ga­zio­ne

 

1Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te de­ter­mi­na al­tri a com­met­te­re un cri­mi­ne o un de­lit­to è pu­ni­to, se il rea­to è sta­to com­mes­so, con la pe­na ap­pli­ca­bi­le all'au­to­re.

2Chiun­que ten­ta di de­ter­mi­na­re al­tri a com­met­te­re un cri­mi­ne in­cor­re nel­la pe­na pre­vi­sta per il ten­ta­ti­vo di que­sto cri­mi­ne.

Art. 25  

Com­pli­ci­tà

 

Chiun­que aiu­ta in­ten­zio­nal­men­te al­tri a com­met­te­re un cri­mi­ne o un de­lit­to è pu­ni­to con pe­na at­te­nua­ta.

Art. 26  

Par­te­ci­pa­zio­ne a un rea­to spe­cia­le

 

Se la pu­ni­bi­li­tà è giu­sti­fi­ca­ta o ag­gra­va­ta da uno spe­cia­le ob­bli­go dell'au­to­re, il com­par­te­ci­pe che non sia vin­co­la­to a ta­le ob­bli­go è pu­ni­to con pe­na at­te­nua­ta.

Art. 27  

Cir­co­stan­ze per­so­na­li

 

Si tie­ne con­to del­le spe­cia­li re­la­zio­ni, qua­li­tà e cir­co­stan­ze per­so­na­li che ag­gra­va­no, at­te­nua­no o esclu­do­no la pu­ni­bi­li­tà so­lo per l'au­to­re o il com­par­te­ci­pe a cui si ri­fe­ri­sco­no.

Art. 28  

6. Pu­ni­bi­li­tà dei mass me­dia

 

1Se un rea­to è com­mes­so me­dian­te pub­bli­ca­zio­ne in un mez­zo di co­mu­ni­ca­zio­ne so­cia­le e con­su­ma­to per ef­fet­to del­la pub­bli­ca­zio­ne, so­lo l'au­to­re dell'ope­ra è pu­ni­to, fat­te sal­ve le di­spo­si­zio­ni che se­guo­no.

2Qua­lo­ra l'au­to­re dell'ope­ra non pos­sa es­se­re in­di­vi­dua­to o non pos­sa es­se­re tra­dot­to da­van­ti a un tri­bu­na­le sviz­ze­ro, è pu­ni­to il re­dat­to­re re­spon­sa­bi­le giu­sta l'ar­ti­co­lo 322bis. In sua man­can­za, è pu­ni­ta giu­sta il me­de­si­mo ar­ti­co­lo la per­so­na re­spon­sa­bi­le del­la pub­bli­ca­zio­ne.

3Qua­lo­ra la pub­bli­ca­zio­ne sia av­ve­nu­ta all'in­sa­pu­ta o con­tro la vo­lon­tà dell'au­to­re dell'ope­ra, è pu­ni­to co­me au­to­re del rea­to il re­dat­to­re o, in sua man­can­za, la per­so­na re­spon­sa­bi­le del­la pub­bli­ca­zio­ne.

4Non sog­gia­ce a pe­na il re­so­con­to ve­ri­tie­ro di de­li­be­ra­zio­ni pub­bli­che e di co­mu­ni­ca­zio­ni uf­fi­cia­li di un'au­to­ri­tà.

Art. 28a  

Tu­te­la del­le fon­ti

 

1Non pos­so­no es­se­re in­flit­te pe­ne né pre­si prov­ve­di­men­ti pro­ces­sua­li coer­ci­ti­vi nei con­fron­ti di per­so­ne che si oc­cu­pa­no pro­fes­sio­nal­men­te del­la pub­bli­ca­zio­ne di in­for­ma­zio­ni nel­la par­te re­da­zio­na­le di un pe­rio­di­co non­ché nei con­fron­ti dei lo­ro au­si­lia­ri, se ri­fiu­ta­no di te­sti­mo­nia­re sull'iden­ti­tà dell'au­to­re dell'ope­ra o su con­te­nu­to e fon­ti del­le in­for­ma­zio­ni.

2Il ca­po­ver­so 1 non si ap­pli­ca se il giu­di­ca ac­cer­ta che:

a.
la te­sti­mo­nian­za è ne­ces­sa­ria per pre­ser­va­re da un pe­ri­co­lo im­mi­nen­te la vi­ta o l'in­te­gri­tà fi­si­ca di una per­so­na; op­pu­re
b.1
sen­za te­sti­mo­nian­za non è pos­si­bi­le far lu­ce su un omi­ci­dio ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 111-113 o su un al­tro cri­mi­ne pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a tre an­ni, op­pu­re su un rea­to ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 187, 189-191, 197 ca­po­ver­so 4, 260ter, 260quin­quies, 305bis, 305ter e 322ter-322sep­ties del pre­sen­te Co­di­ce, co­me pu­re ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 19 ca­po­ver­so 2 del­la leg­ge del 3 ot­to­bre 19512 su­gli stu­pe­fa­cen­ti, o non è pos­si­bi­le cat­tu­ra­re il col­pe­vo­le di un si­mi­le rea­to.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 1 dell'all. del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).
2 RS812.121

Art. 29  

7. Rap­por­ti di rap­pre­sen­tan­za

 

Se fon­da o ag­gra­va la pu­ni­bi­li­tà, la vio­la­zio­ne di un do­ve­re par­ti­co­la­re che in­com­be uni­ca­men­te al­la per­so­na giu­ri­di­ca, al­la so­cie­tà o al­la dit­ta in­di­vi­dua­le1 è im­pu­ta­ta a una per­so­na fi­si­ca al­lor­quan­do es­sa agi­sce:

a.
in qua­li­tà di or­ga­no o mem­bro di un or­ga­no di una per­so­na giu­ri­di­ca;
b.
in qua­li­tà di so­cio;
c.
in qua­li­tà di col­la­bo­ra­to­re di una per­so­na giu­ri­di­ca, di una so­cie­tà o di una dit­ta in­di­vi­dua­le2 nel­la qua­le eser­ci­ta com­pe­ten­ze de­ci­sio­na­li au­to­no­me nel pro­prio set­to­re di at­ti­vi­tà;
d.
in qua­li­tà di di­ri­gen­te ef­fet­ti­vo sen­za es­se­re or­ga­no, mem­bro di un or­ga­no, so­cio o col­la­bo­ra­to­re.

1 Ora: im­pre­sa in­di­vi­dua­le.
2 Ora: im­pre­sa in­di­vi­dua­le.

Art. 30  

8. Que­re­la del­la par­te le­sa.

Di­rit­to di que­re­la

 

1Se un rea­to è pu­ni­bi­le so­lo a que­re­la di par­te, chiun­que ne è sta­to le­so può chie­de­re che l'au­to­re sia pu­ni­to.

2Se la per­so­na le­sa non ha l'eser­ci­zio dei di­rit­ti ci­vi­li, il di­rit­to di que­re­la spet­ta al suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le. Se es­sa si tro­va sot­to tu­te­la o cu­ra­te­la ge­ne­ra­le, il di­rit­to di que­re­la spet­ta an­che all'au­to­ri­tà di pro­te­zio­ne de­gli adul­ti.1

3La per­so­na le­sa mi­no­ren­ne o sot­to cu­ra­te­la ge­ne­ra­le può an­ch'es­sa pre­sen­ta­re la que­re­la se è ca­pa­ce di di­scer­ni­men­to.2

4Se la per­so­na le­sa muo­re sen­za ave­re pre­sen­ta­to que­re­la né ave­re espres­sa­men­te ri­nun­cia­to a pre­sen­tar­la, il di­rit­to di que­re­la pas­sa a ognu­no dei suoi con­giun­ti.

5Se l'aven­te di­rit­to ha espres­sa­men­te ri­nun­cia­to a pre­sen­ta­re la que­re­la, la ri­nun­cia è de­fi­ni­ti­va.


1 Nuo­vo te­sto del per. giu­sta il n. 14 dell'all. al­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2011 725; FF 2006 6391).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 14 dell'all. al­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2011 725; FF 2006 6391).

Art. 31  

Ter­mi­ne

 

Il di­rit­to di que­re­la si estin­gue in tre me­si. Il ter­mi­ne de­cor­re dal gior­no in cui l'aven­te di­rit­to ha co­no­sciu­to l'iden­ti­tà dell'au­to­re del rea­to.

Art. 32  

In­di­vi­si­bi­li­tà

 

Quan­do l'aven­te di­rit­to pre­sen­ta que­re­la con­tro uno dei com­par­te­ci­pi al rea­to, tut­ti i com­par­te­ci­pi de­vo­no es­se­re per­se­gui­ti.

Art. 33  

De­si­sten­za

 

1Il que­re­lan­te può de­si­ste­re dal­la que­re­la fin­ché non sia sta­ta pro­nun­cia­ta la sen­ten­za can­to­na­le di se­con­da istan­za.

2Chi ha de­si­sti­to dal­la que­re­la non può più ri­pro­por­la.

3La de­si­sten­za dal­la que­re­la con­tro uno de­gli im­pu­ta­ti va­le per tut­ti.

4Es­sa non va­le per l'im­pu­ta­to che vi si op­pon­ga.

Titolo terzo: Delle pene e delle misure

Capo primo: Delle pene

Sezione 1: Della pena pecuniaria e della pena detentiva

Art. 34  

1. Pe­na pe­cu­nia­ria.

Com­mi­su­ra­zio­ne

 

1Sal­vo di­ver­sa di­spo­si­zio­ne del­la leg­ge, la pe­na pe­cu­nia­ria am­mon­ta al­me­no a 3 ali­quo­te gior­na­lie­re e al mas­si­mo a 180 ali­quo­te gior­na­lie­re.1 Il giu­di­ce ne sta­bi­li­sce il nu­me­ro com­mi­su­ran­do­lo al­la col­pe­vo­lez­za dell'au­to­re.

2Di re­go­la un'ali­quo­ta gior­na­lie­ra am­mon­ta al­me­no a 30 fran­chi e al mas­si­mo a 3000 fran­chi. Ec­ce­zio­nal­men­te, se la si­tua­zio­ne per­so­na­le ed eco­no­mi­ca dell'au­to­re lo ri­chie­de, può es­se­re ri­dot­ta fi­no a 10 fran­chi. Il giu­di­ce ne fis­sa l'im­por­to se­con­do la si­tua­zio­ne per­so­na­le ed eco­no­mi­ca dell'au­to­re al mo­men­to del­la pro­nun­cia del­la sen­ten­za, te­nen­do se­gna­ta­men­te con­to del suo red­di­to e del­la sua so­stan­za, del suo te­no­re di vi­ta, dei suoi ob­bli­ghi fa­mi­lia­ri e as­si­sten­zia­li e del mi­ni­mo vi­ta­le.2

3Le au­to­ri­tà fe­de­ra­li, can­to­na­li e co­mu­na­li for­ni­sco­no le in­for­ma­zio­ni ne­ces­sa­rie per la de­ter­mi­na­zio­ne dell'ali­quo­ta gior­na­lie­ra.

4Il nu­me­ro e l'im­por­to del­le ali­quo­te gior­na­lie­re so­no fis­sa­ti nel­la sen­ten­za.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 35  

Esa­zio­ne

 

1L'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne fis­sa al con­dan­na­to un ter­mi­ne da uno a sei me­si per il pa­ga­men­to.1 Può or­di­na­re il pa­ga­men­to ra­tea­le e, a ri­chie­sta, pro­ro­ga­re i ter­mi­ni.

2Se vi è fon­da­to so­spet­to che il con­dan­na­to si sot­trar­rà all'esa­zio­ne, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne può esi­ge­re il pa­ga­men­to im­me­dia­to o la pre­sta­zio­ne di ga­ran­zie.

3Se il con­dan­na­to non pa­ga la pe­na pe­cu­nia­ria nei ter­mi­ni fis­sa­ti, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne or­di­na l'ese­cu­zio­ne per de­bi­ti qua­lo­ra il prov­ve­di­men­to ap­pa­ia ef­fi­ca­ce.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 36  

Pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va

 

1Se il con­dan­na­to non pa­ga la pe­na pe­cu­nia­ria e que­st'ul­ti­ma non può es­se­re ri­scos­sa in via ese­cu­ti­va (art. 35 cpv. 3), la pe­na pe­cu­nia­ria è so­sti­tui­ta da una pe­na de­ten­ti­va. Un'ali­quo­ta gior­na­lie­ra cor­ri­spon­de a un gior­no di pe­na de­ten­ti­va. La pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va si estin­gue con il pa­ga­men­to a po­ste­rio­ri del­la pe­na pe­cu­nia­ria.

2Se la pe­na pe­cu­nia­ria è sta­ta in­flit­ta da un'au­to­ri­tà am­mi­ni­stra­ti­va, il giu­di­ce de­ci­de sul­la pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va.

3a 5...1


1 Abro­ga­ti dal n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), con ef­fet­to 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 37 a 39  

2. …

 

1 Abro­ga­ti dal n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), con ef­fet­to 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 40  

3. Pe­na de­ten­ti­va.

Du­ra­ta

 

1La du­ra­ta mi­ni­ma del­la pe­na de­ten­ti­va è di tre gior­ni; ri­ma­ne sal­va una pe­na de­ten­ti­va più bre­ve pro­nun­cia­ta in so­sti­tu­zio­ne di una pe­na pe­cu­nia­ria (art. 36) o di una mul­ta (art. 106) non pa­ga­te.

2La du­ra­ta mas­si­ma del­la pe­na de­ten­ti­va è di ven­ti an­ni. La pe­na de­ten­ti­va è a vi­ta se la leg­ge lo di­chia­ra espres­sa­men­te.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 41  

Pe­na de­ten­ti­va in luo­go del­la pe­na pe­cu­nia­ria

 

1Il giu­di­ce può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va in­ve­ce di una pe­na pe­cu­nia­ria se:

a.
una pe­na de­ten­ti­va ap­pa­re giu­sti­fi­ca­ta per trat­te­ne­re l'au­to­re dal com­met­te­re nuo­vi cri­mi­ni o de­lit­ti; o
b.
una pe­na pe­cu­nia­ria non po­trà ve­ro­si­mil­men­te es­se­re ese­gui­ta.

2Il giu­di­ce de­ve mo­ti­va­re in mo­do cir­co­stan­zia­to la scel­ta del­la pe­na de­ten­ti­va.

3Ri­ma­ne sal­va la pe­na de­ten­ti­va pro­nun­cia­ta in so­sti­tu­zio­ne di una pe­na pe­cu­nia­ria non pa­ga­ta (art. 36).


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Sezione 2: Della condizionale

Art. 42  

1. Pe­ne con la con­di­zio­na­le

 

1Il giu­di­ce so­spen­de di re­go­la l'ese­cu­zio­ne di una pe­na pe­cu­nia­ria o di una pe­na de­ten­ti­va non su­pe­rio­re a due an­ni se una pe­na sen­za con­di­zio­na­le non sem­bra ne­ces­sa­ria per trat­te­ne­re l'au­to­re dal com­met­te­re nuo­vi cri­mi­ni o de­lit­ti.1

2Se, nei cin­que an­ni pri­ma del rea­to, l'au­to­re è sta­to con­dan­na­to a una pe­na de­ten­ti­va su­pe­rio­re a sei me­si, con o sen­za con­di­zio­na­le, la so­spen­sio­ne è pos­si­bi­le sol­tan­to in pre­sen­za di cir­co­stan­ze par­ti­co­lar­men­te fa­vo­re­vo­li.2

3La con­ces­sio­ne del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le può es­se­re ri­fiu­ta­ta an­che per­ché l'au­to­re ha omes­so di ri­pa­ra­re il dan­no con­tra­ria­men­te a quan­to si po­te­va ra­gio­ne­vol­men­te pre­ten­de­re da lui.

4Ol­tre al­la pe­na con­di­zio­nal­men­te so­spe­sa il giu­di­ce può in­flig­ge­re una mul­ta ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 106.3


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 43  

2. Pe­na de­ten­ti­va con con­di­zio­na­le par­zia­le1

 

1Il giu­di­ce può so­spen­de­re par­zial­men­te l'ese­cu­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va di un an­no a tre an­ni se ne­ces­sa­rio per te­ne­re suf­fi­cien­te­men­te con­to del­la col­pa dell'au­to­re.2

2La par­te da ese­gui­re non può ec­ce­de­re la me­tà del­la pe­na.

3La par­te so­spe­sa e la par­te da ese­gui­re de­vo­no es­se­re di al­me­no sei me­si. Le nor­me sul­la con­ces­sio­ne del­la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le (art. 86) non so­no ap­pli­ca­bi­li al­la par­te da ese­gui­re.3


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 44  

3. Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni.

Pe­rio­do di pro­va

 

1Se il giu­di­ce so­spen­de del tut­to o in par­te l'ese­cu­zio­ne del­la pe­na, al con­dan­na­to è im­par­ti­to un pe­rio­do di pro­va da due a cin­que an­ni.

2Per la du­ra­ta del pe­rio­do di pro­va, il giu­di­ce può or­di­na­re un'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta.

3Il giu­di­ce spie­ga al con­dan­na­to l'im­por­tan­za e le con­se­guen­ze del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le.

Art. 45  

Suc­ces­so del pe­rio­do di pro­va

 

Se il con­dan­na­to su­pe­ra con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va, la pe­na so­spe­sa non è più ese­gui­ta.

Art. 46  

In­suc­ces­so del pe­rio­do di pro­va

 

1Se, du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, il con­dan­na­to com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to e vi è per­tan­to da at­ten­der­si ch'egli com­met­te­rà nuo­vi rea­ti, il giu­di­ce re­vo­ca la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le. Se la pe­na di cui è re­vo­ca­ta la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le e la nuo­va pe­na so­no del­lo stes­so ge­ne­re, il giu­di­ce pro­nun­cia una pe­na uni­ca in ap­pli­ca­zio­ne ana­lo­gi­ca dell'ar­ti­co­lo 49.1

2Se non vi è d'at­ten­der­si che il con­dan­na­to com­pia nuo­vi rea­ti, il giu­di­ce ri­nun­cia al­la re­vo­ca. Può am­mo­ni­re il con­dan­na­to o pro­ro­ga­re il pe­rio­do di pro­va al mas­si­mo del­la me­tà del­la du­ra­ta sta­bi­li­ta nel­la sen­ten­za. Per la du­ra­ta del pe­rio­do di pro­va pro­ro­ga­to, può or­di­na­re un'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta. Se po­ste­rio­re al pe­rio­do di pro­va, la pro­ro­ga de­cor­re dal gior­no in cui è sta­ta or­di­na­ta.

3Il giu­di­ce com­pe­ten­te per giu­di­ca­re il nuo­vo cri­mi­ne o de­lit­to de­ci­de an­che sul­la re­vo­ca.

4Se il con­dan­na­to si sot­trae all'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta, è ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­si 3-5.

5La re­vo­ca non può più es­se­re or­di­na­ta do­po tre an­ni dal­la sca­den­za del pe­rio­do di pro­va.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Sezione 3: Della commisurazione della pena

Art. 47  

1. Prin­ci­pio

 

1Il giu­di­ce com­mi­su­ra la pe­na al­la col­pa dell'au­to­re. Tie­ne con­to del­la vi­ta an­te­rio­re e del­le con­di­zio­ni per­so­na­li dell'au­to­re, non­ché dell'ef­fet­to che la pe­na avrà sul­la sua vi­ta.

2La col­pa è de­ter­mi­na­ta se­con­do il gra­do di le­sio­ne o espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo del be­ne giu­ri­di­co of­fe­so, se­con­do la ri­pren­si­bi­li­tà dell'of­fe­sa, i mo­ven­ti e gli obiet­ti­vi per­se­gui­ti, non­ché, te­nu­to con­to del­le cir­co­stan­ze in­ter­ne ed ester­ne, se­con­do la pos­si­bi­li­tà che l'au­to­re ave­va di evi­ta­re l'espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo o la le­sio­ne.

Art. 48  

2. At­te­nua­zio­ne del­la pe­na.

Cir­co­stan­ze at­te­nuan­ti

 

Il giu­di­ce at­te­nua la pe­na se:

a.
l'au­to­re ha agi­to:
1.
per mo­ti­vi ono­re­vo­li,
2.
in sta­to di gra­ve an­gu­stia,
3.
sot­to l'im­pres­sio­ne d'una gra­ve mi­nac­cia,
4.
ad in­ci­ta­men­to di una per­so­na a cui do­ve­va ob­be­dien­za o da cui di­pen­de­va;
b.
l'au­to­re è sta­to se­ria­men­te in­dot­to in ten­ta­zio­ne dal­la con­dot­ta del­la vit­ti­ma;
c.
l'au­to­re ha agi­to ce­den­do a una vio­len­ta com­mo­zio­ne dell'ani­mo scu­sa­bi­le per le cir­co­stan­ze o in sta­to di pro­fon­da pro­stra­zio­ne;
d.
l'au­to­re ha di­mo­stra­to con fat­ti sin­ce­ro pen­ti­men­to, spe­cial­men­te se ha ri­sar­ci­to il dan­no per quan­to si po­tes­se ra­gio­ne­vol­men­te pre­ten­de­re da lui;
e.
la pe­na ha ma­ni­fe­sta­men­te per­so di sen­so vi­sto il tem­po tra­scor­so dal rea­to e da al­lo­ra l'au­to­re ha te­nu­to buo­na con­dot­ta.
Art. 48a  

Ef­fet­ti

 

1Se at­te­nua la pe­na, il giu­di­ce non è vin­co­la­to al­la pe­na mi­ni­ma com­mi­na­ta.

2Il giu­di­ce può pro­nun­cia­re una pe­na di ge­ne­re di­ver­so da quel­lo com­mi­na­to, ma è vin­co­la­to al mas­si­mo e al mi­ni­mo le­ga­li di cia­scun ge­ne­re di pe­na.

Art. 49  

3. Con­cor­so di rea­ti

 

1Quan­do per uno o più rea­ti ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per l'in­fli­zio­ne di più pe­ne del­lo stes­so ge­ne­re, il giu­di­ce con­dan­na l'au­to­re al­la pe­na pre­vi­sta per il rea­to più gra­ve au­men­tan­do­la in mi­su­ra ade­gua­ta. Non può tut­ta­via au­men­ta­re di ol­tre la me­tà il mas­si­mo del­la pe­na com­mi­na­ta. È in ogni mo­do vin­co­la­to al mas­si­mo le­ga­le del ge­ne­re di pe­na.

2Se de­ve giu­di­ca­re un rea­to che l'au­to­re ha com­mes­so pri­ma di es­se­re sta­to con­dan­na­to per un al­tro fat­to, il giu­di­ce de­ter­mi­na la pe­na com­ple­men­ta­re in mo­do che l'au­to­re non sia pu­ni­to più gra­ve­men­te di quan­to sa­reb­be sta­to se i di­ver­si rea­ti fos­se­ro sta­ti com­pre­si in un uni­co giu­di­zio.

3Nel­la com­mi­su­ra­zio­ne del­la pe­na uni­ca se­con­do i ca­po­ver­si 1 e 2, i rea­ti che l'au­to­re aves­se com­mes­so pri­ma di aver com­piu­to i di­ciott'an­ni non de­vo­no in­ci­de­re più di quan­to sa­reb­be sta­to se fos­se­ro sta­ti giu­di­ca­ti sin­go­lar­men­te.

Art. 50  

4. Ob­bli­go di mo­ti­va­zio­ne

 

Se la sen­ten­za dev'es­se­re mo­ti­va­ta, il giu­di­ce vi espo­ne an­che le cir­co­stan­ze ri­le­van­ti per la com­mi­su­ra­zio­ne del­la pe­na e la lo­ro pon­de­ra­zio­ne.

Art. 51  

5. Com­pu­to del car­ce­re pre­ven­ti­vo

 

Il giu­di­ce com­pu­ta nel­la pe­na il car­ce­re pre­ven­ti­vo scon­ta­to nell'am­bi­to del pro­ce­di­men­to in at­to o di un al­tro pro­ce­di­men­to. Un gior­no di car­ce­re cor­ri­spon­de a un'ali­quo­ta gior­na­lie­ra di pe­na pe­cu­nia­ria.1


1 Nuo­vo te­sto del per. giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Sezione 4: Dell'impunità e della sospensione del procedimento

Art. 52  

1. Mo­ti­vi d'im­pu­ni­tà.

Pu­ni­zio­ne pri­va di sen­so1

 

L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te pre­scin­de dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne se la col­pa e le con­se­guen­ze del fat­to so­no di lie­ve en­ti­tà.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 1732 1761).

Art. 53  

Ri­pa­ra­zio­ne

 

Se l'au­to­re ha ri­sar­ci­to il dan­no o ha in­tra­pre­so tut­to quan­to si po­te­va ra­gio­ne­vol­men­te pre­ten­de­re da lui per ri­pa­ra­re al tor­to da lui cau­sa­to, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te pre­scin­de dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne qua­lo­ra:

a.
le con­di­zio­ni per la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le del­la pe­na sia­no adem­piu­te (art. 42); e
b.
l'in­te­res­se del pub­bli­co e del dan­neg­gia­to all'at­tua­zio­ne del pro­ce­di­men­to pe­na­le sia di scar­sa im­por­tan­za.
Art. 54  

Au­to­re du­ra­men­te col­pi­to

 

Se l'au­to­re è sta­to co­sì du­ra­men­te col­pi­to dal­le con­se­guen­ze di­ret­te del suo at­to che una pe­na ri­sul­te­reb­be inap­pro­pria­ta, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te pre­scin­de dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne.

Art. 55  

2. Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni

 

1Se le con­di­zio­ni dell'im­pu­ni­tà so­no adem­piu­te, il giu­di­ce pre­scin­de dal­la re­vo­ca del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le o, in ca­so di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le, dal ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne.

2I Can­to­ni de­si­gna­no or­ga­ni del­la giu­sti­zia pe­na­le qua­li au­to­ri­tà com­pe­ten­ti ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 52, 53 e 54.

Art. 55a  
 

3. So­spen­sio­ne del pro­ce­di­men­to.

Co­niu­ge, part­ner re­gi­stra­to o part­ner con­vi­ven­te qua­le vit­ti­ma 2

1In ca­so di le­sio­ni sem­pli­ci (art. 123 n. 2 cpv. 3-5), vie di fat­to rei­te­ra­te (art. 126 cpv. 2 lett. b, bbis e c), mi­nac­cia (art. 180 cpv. 2) e coa­zio­ne (art. 181), il pub­bli­co mi­ni­ste­ro e il giu­di­ce pos­so­no so­spen­de­re il pro­ce­di­men­to se:3

a.4
la vit­ti­ma è:
1.
il co­niu­ge o il co­niu­ge di­vor­zia­to dell'au­to­re e il fat­to è sta­to com­mes­so du­ran­te il ma­tri­mo­nio o nell'an­no suc­ces­si­vo al di­vor­zio, o
2.
il part­ner re­gi­stra­to o l'ex part­ner re­gi­stra­to dell'au­to­re e il fat­to è sta­to com­mes­so du­ran­te l'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta o nell'an­no suc­ces­si­vo al suo scio­gli­men­to, o
3.
il part­ner con­vi­ven­te, ete­ro­ses­sua­le o omo­ses­sua­le, o l'ex part­ner con­vi­ven­te dell'au­to­re e il fat­to è sta­to com­mes­so du­ran­te la con­vi­ven­za o nell'an­no suc­ces­si­vo al­la se­pa­ra­zio­ne; e
b.
la vit­ti­ma o, nel ca­so in cui es­sa non ab­bia l'eser­ci­zio dei di­rit­ti ci­vi­li, il suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le lo ri­chie­de o ac­con­sen­te al­la do­man­da dell'au­to­ri­tà com­pe­ten­te.

2Il pro­ce­di­men­to vie­ne ri­pre­so se la vit­ti­ma o, nel ca­so in cui es­sa non ab­bia l'eser­ci­zio dei di­rit­ti ci­vi­li, il suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le re­vo­ca il suo con­sen­so, per scrit­to o ver­bal­men­te, en­tro sei me­si dal­la so­spen­sio­ne. 5

3Qua­lo­ra il con­sen­so non sia re­vo­ca­to, il pub­bli­co mi­ni­ste­ro e il giu­di­ce di­spon­go­no l'ab­ban­do­no del pro­ce­di­men­to. 6

47


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 1732 1761).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 37 n. 1 del­la L del 18 giu. 2004 sull'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1°gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).
4 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 1732 1761).
5 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).
6 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).
7 Abro­ga­to dal n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

Capo secondo: Delle misure

Sezione 1: Delle misure terapeutiche e dell'internamento

Art. 56  

1. Prin­ci­pi

 

1Una mi­su­ra de­ve es­se­re or­di­na­ta se:

a.
la so­la pe­na non è at­ta a im­pe­di­re il ri­schio che l'au­to­re com­met­ta al­tri rea­ti;
b.
sus­si­ste un bi­so­gno di trat­ta­men­to dell'au­to­re o la si­cu­rez­za pub­bli­ca lo esi­ge; e
c.
le con­di­zio­ni pre­vi­ste ne­gli ar­ti­co­li 59-61, 63 o 64 so­no adem­piu­te.

2La mi­su­ra può es­se­re pro­nun­cia­ta se la con­nes­sa in­ge­ren­za nei di­rit­ti del­la per­so­na­li­tà dell'au­to­re non sia spro­por­zio­na­ta ri­spet­to al­la pro­ba­bi­li­tà e gra­vi­tà di nuo­vi rea­ti.

3Per or­di­na­re una mi­su­ra pre­vi­sta ne­gli ar­ti­co­li 59-61, 63 e 64, co­me pu­re in ca­so di mo­di­fi­ca del­la san­zio­ne se­con­do l'ar­ti­co­lo 65, il giu­di­ce si fon­da su una pe­ri­zia. La pe­ri­zia ver­te su:

a.
la ne­ces­si­tà e le pro­spet­ti­ve di suc­ces­so di un trat­ta­men­to dell'au­to­re;
b.
il ge­ne­re e la pro­ba­bi­li­tà di even­tua­li al­tri rea­ti; e
c.
la pos­si­bi­li­tà di ese­gui­re la mi­su­ra.

4Se l'au­to­re ha com­mes­so un rea­to ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, la pe­ri­zia dev'es­se­re ef­fet­tua­ta da un esper­to che non ab­bia né cu­ra­to né as­si­sti­to in al­tro mo­do l'au­to­re.

4bisSe en­tra in li­nea di con­to l'in­ter­na­men­to a vi­ta di cui all'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1bis, il giu­di­ce, per or­di­nar­lo, si fon­da sul­le pe­ri­zie di al­me­no due pe­ri­ti esper­ti e re­ci­pro­ca­men­te in­di­pen­den­ti che non han­no né cu­ra­to né as­si­sti­to in al­tro mo­do l'au­to­re.1

5Di re­go­la il giu­di­ce or­di­na una mi­su­ra sol­tan­to se è di­spo­ni­bi­le un'isti­tu­zio­ne ade­gua­ta.

6La mi­su­ra i cui pre­sup­po­sti non sia­no più adem­piu­ti dev'es­se­re sop­pres­sa.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).

Art. 56a  

Con­cor­so di mi­su­re

 

1Se più mi­su­re si ri­ve­la­no ugual­men­te ade­gua­te, ma una so­la è ne­ces­sa­ria, il giu­di­ce or­di­na quel­la me­no gra­vo­sa per l'au­to­re.

2Se più mi­su­re si ri­ve­la­no ne­ces­sa­rie, il giu­di­ce può or­di­nar­le con­giun­ta­men­te.

Art. 57  

Re­la­zio­ne tra le mi­su­re e le pe­ne

 

1Se so­no adem­piu­te le con­di­zio­ni sia per una pe­na sia per una mi­su­ra, il tri­bu­na­le or­di­na en­tram­be le san­zio­ni.

2Le mi­su­re di cui agli ar­ti­co­li 59-61 van­no ese­gui­te pri­ma del­la pe­na de­ten­ti­va pro­nun­cia­ta con­tem­po­ra­nea­men­te o di­ve­nu­ta ese­cu­ti­va in se­gui­to a re­vo­ca del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le o del­la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le. Pa­ri­men­ti, le mi­su­re ri­pri­sti­na­te se­con­do l'ar­ti­co­lo 62a van­no ese­gui­te pri­ma del­la pe­na uni­ca pro­nun­cia­ta con­giun­ta­men­te.

3La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al­la mi­su­ra è com­pu­ta­ta nel­la pe­na.

Art. 58  

Ese­cu­zio­ne

 

11

2Le isti­tu­zio­ni te­ra­peu­ti­che ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 59-61 de­vo­no es­se­re se­pa­ra­te dai pe­ni­ten­zia­ri.


1 Abro­ga­to dal n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

Art. 59  

2. Mi­su­re te­ra­peu­ti­che sta­zio­na­rie.

Trat­ta­men­to di tur­be psi­chi­che

 

1Se l'au­to­re è af­fet­to da gra­ve tur­ba psi­chi­ca, il giu­di­ce può or­di­na­re un trat­ta­men­to sta­zio­na­rio qua­lo­ra:

a.
l'au­to­re ab­bia com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to in con­nes­sio­ne con que­sta sua tur­ba; e
b.
vi sia da at­ten­der­si che in tal mo­do si po­trà evi­ta­re il ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti in con­nes­sio­ne con que­sta sua tur­ba.

2Il trat­ta­men­to sta­zio­na­rio si svol­ge in un'ap­pro­pria­ta isti­tu­zio­ne psi­chia­tri­ca o in un'isti­tu­zio­ne per l'ese­cu­zio­ne del­le mi­su­re.

3Fin­tan­to che sus­si­ste il pe­ri­co­lo che l'au­to­re si dia al­la fu­ga o com­met­ta nuo­vi rea­ti, il trat­ta­men­to si svol­ge in un'isti­tu­zio­ne chiu­sa. Il trat­ta­men­to può svol­ger­si an­che in un pe­ni­ten­zia­rio se­con­do l'ar­ti­co­lo 76 ca­po­ver­so 2, sem­pre­ché il trat­ta­men­to te­ra­peu­ti­co ne­ces­sa­rio sia as­si­cu­ra­to da per­so­na­le spe­cia­liz­za­to.1

4La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al trat­ta­men­to sta­zio­na­rio non su­pe­ra di re­go­la i cin­que an­ni. Se, do­po cin­que an­ni, i pre­sup­po­sti per la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le non so­no an­co­ra adem­piu­ti e vi è da at­ten­der­si che la pro­se­cu­zio­ne del­la mi­su­ra per­met­te­rà di ov­via­re al ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi cri­mi­ni e de­lit­ti in con­nes­sio­ne con la sua tur­ba psi­chi­ca, il giu­di­ce, su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne, può or­di­na­re la pro­tra­zio­ne del­la mi­su­ra, di vol­ta in vol­ta per un pe­rio­do non su­pe­rio­re a cin­que an­ni.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

Art. 60  

Trat­ta­men­to del­la tos­si­co­di­pen­den­za

 

1Se l'au­to­re è tos­si­co­ma­ne o al­tri­men­ti af­fet­to da di­pen­den­za, il giu­di­ce può or­di­na­re un trat­ta­men­to sta­zio­na­rio qua­lo­ra:

a.
l'au­to­re ab­bia com­mes­so un cri­mi­ne o de­lit­to in con­nes­sio­ne con il suo sta­to di di­pen­den­za; e
b.
vi sia da at­ten­der­si che in tal mo­do si po­trà evi­ta­re il ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to di di­pen­den­za.

2Il giu­di­ce tie­ne con­to del­la ri­chie­sta dell'au­to­re e del­la sua di­spo­ni­bi­li­tà a sot­to­por­si al trat­ta­men­to.

3Il trat­ta­men­to si svol­ge in un'isti­tu­zio­ne spe­cia­liz­za­ta o, se ne­ces­sa­rio, in una cli­ni­ca psi­chia­tri­ca. Va ade­gua­to al­le esi­gen­ze spe­cia­li e al­lo svi­lup­po dell'au­to­re.

4La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al trat­ta­men­to sta­zio­na­rio non su­pe­ra di re­go­la i tre an­ni. Se, do­po tre an­ni, i pre­sup­po­sti per la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le non so­no an­co­ra adem­piu­ti e vi è da at­ten­der­si che la pro­se­cu­zio­ne del­la mi­su­ra per­met­te­rà di ov­via­re al ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi cri­mi­ni e de­lit­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to di di­pen­den­za, il giu­di­ce, su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne, può or­di­na­re, una so­la vol­ta, che la mi­su­ra sia pro­trat­ta per un al­tro an­no. La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al­la mi­su­ra non de­ve ec­ce­de­re com­ples­si­va­men­te sei an­ni in ca­so di pro­tra­zio­ne e di ri­pri­sti­no do­po la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le.

Art. 61  

Mi­su­re per i gio­va­ni adul­ti

 

1Se l'au­to­re non ave­va an­co­ra com­piu­to i ven­ti­cin­que an­ni al mo­men­to del fat­to ed è se­ria­men­te tur­ba­to nel­lo svi­lup­po del­la sua per­so­na­li­tà, il giu­di­ce può or­di­nar­ne il col­lo­ca­men­to in un'isti­tu­zio­ne per gio­va­ni adul­ti qua­lo­ra:

a.
l'au­to­re ab­bia com­mes­so un cri­mi­ne o de­lit­to in con­nes­sio­ne con lo svi­lup­po tur­ba­to del­la sua per­so­na­li­tà; e
b.
vi sia da at­ten­der­si che in tal mo­do si po­trà evi­ta­re il ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti in con­nes­sio­ne con lo svi­lup­po tur­ba­to del­la sua per­so­na­li­tà.

2Le isti­tu­zio­ni per gio­va­ni adul­ti so­no se­pa­ra­te da­gli al­tri sta­bi­li­men­ti e dal­le al­tre isti­tu­zio­ni pre­vi­ste dal pre­sen­te Co­di­ce.

3Van­no sti­mo­la­te le at­ti­tu­di­ni dell'au­to­re a vi­ve­re in mo­do re­spon­sa­bi­le ed esen­te da pe­ne. In par­ti­co­la­re van­no pro­mos­se la sua for­ma­zio­ne e la sua for­ma­zio­ne pro­fes­sio­na­le con­ti­nua1.

4La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al­la mi­su­ra non su­pe­ra di re­go­la i quat­tro an­ni. In ca­so di ri­pri­sti­no del­la mi­su­ra do­po la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le, non de­ve ec­ce­de­re com­ples­si­va­men­te sei an­ni. La mi­su­ra dev'es­se­re sop­pres­sa al più tar­di quan­do il col­lo­ca­to ha com­piu­to i trent'an­ni.

5Se l'au­to­re è sta­to con­dan­na­to an­che per un rea­to com­mes­so pri­ma dei di­ciott'an­ni, la mi­su­ra può es­se­re ese­gui­ta in un'isti­tu­zio­ne per ado­le­scen­ti.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. 11 dell'all. al­la LF del 20 giu. 2014 sul­la for­ma­zio­ne con­ti­nua, in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2016 689; FF 2013 3085). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

Art. 62  

Li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le

 

1L'au­to­re è li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te dall'ese­cu­zio­ne sta­zio­na­ria del­la mi­su­ra ap­pe­na il suo sta­to giu­sti­fi­chi che gli sia da­ta la pos­si­bi­li­tà di es­se­re mes­so al­la pro­va in li­ber­tà.

2Il pe­rio­do di pro­va è di uno a cin­que an­ni in ca­so di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le da una mi­su­ra di cui all'ar­ti­co­lo 59 e di uno a tre an­ni in ca­so di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le da una mi­su­ra di cui agli ar­ti­co­li 60 e 61.

3Du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te può es­se­re ob­bli­ga­to a sot­to­por­si a trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le. Per la du­ra­ta del pe­rio­do di pro­va, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne può or­di­na­re un'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta.

4Se, al­la sca­den­za del pe­rio­do di pro­va, ap­pa­re ne­ces­sa­rio pro­se­gui­re con il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le, l'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o le nor­me di con­dot­ta, al fi­ne di ov­via­re al ri­schio che il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te com­met­ta nuo­vi cri­mi­ni e de­lit­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to, il giu­di­ce, su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne, può or­di­na­re la pro­tra­zio­ne del pe­rio­do di pro­va:

a.
di vol­ta in vol­ta da uno a cin­que an­ni in ca­so di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le da una mi­su­ra di cui all'ar­ti­co­lo 59;
b.
da uno a tre an­ni in ca­so di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le da una mi­su­ra di cui agli ar­ti­co­li 60 e 61.

5Il pe­rio­do di pro­va do­po la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le da una mi­su­ra di cui agli ar­ti­co­li 60 e 61 non de­ve ec­ce­de­re com­ples­si­va­men­te sei an­ni.

6Se l'au­to­re ha com­mes­so un rea­to ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, il pe­rio­do di pro­va può es­se­re pro­ro­ga­to fin­quan­do ap­pa­ia ne­ces­sa­rio per im­pe­di­re nuo­vi rea­ti del­lo stes­so ge­ne­re.

Art. 62a  

In­suc­ces­so del pe­rio­do di pro­va

 

1Se, du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te com­met­te un rea­to mo­stran­do co­sì che per­ma­ne il ri­schio cui do­ve­va ov­via­re la mi­su­ra, il giu­di­ce com­pe­ten­te per giu­di­ca­re il nuo­vo rea­to può, do­po aver sen­ti­to l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne:

a.
or­di­na­re il ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne;
b.
sop­pri­me­re la mi­su­ra e, sem­pre­ché ne sia­no adem­piu­te le con­di­zio­ni, or­di­na­re una nuo­va mi­su­ra; o
c.
sop­pri­me­re la mi­su­ra e, sem­pre­ché ne sia­no adem­piu­te le con­di­zio­ni, or­di­na­re l'ese­cu­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va.

2Se, in ba­se al nuo­vo rea­to, ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per l'in­fli­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va sen­za con­di­zio­na­le e que­sta pe­na vie­ne ad ag­giun­ger­si a quel­la so­spe­sa a fa­vo­re del­la mi­su­ra, il giu­di­ce fis­sa una pe­na uni­ca in ap­pli­ca­zio­ne dell'ar­ti­co­lo 49.

3Se, in ba­se al com­por­ta­men­to du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, vi è se­ria­men­te da at­ten­der­si che il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te pos­sa com­met­te­re un rea­to ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, il giu­di­ce che ha or­di­na­to la mi­su­ra può or­di­nar­ne il ri­pri­sti­no su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne.

4La du­ra­ta mas­si­ma dell'ese­cu­zio­ne ri­pri­sti­na­ta è di cin­que an­ni per la mi­su­ra di cui all'ar­ti­co­lo 59 e di due an­ni per le mi­su­re di cui agli ar­ti­co­li 60 e 61.

5Se pre­scin­de dal ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne o da una nuo­va mi­su­ra, il giu­di­ce può:

a.
am­mo­ni­re il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te;
b.
or­di­na­re un trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le o un'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va;
c.
im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta; e
d.
pro­ro­ga­re il pe­rio­do di pro­va da uno a cin­que an­ni in ca­so di mi­su­ra se­con­do l'ar­ti­co­lo 59 e da uno a tre an­ni in ca­so di mi­su­ra se­con­do gli ar­ti­co­li 60 o 61.

6Se il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te si sot­trae all'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta, è ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­si 3-5.

Art. 62b  

Li­be­ra­zio­ne de­fi­ni­ti­va

 

1Il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te che ha su­pe­ra­to con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va è li­be­ra­to de­fi­ni­ti­va­men­te.

2L'au­to­re è li­be­ra­to de­fi­ni­ti­va­men­te se è sta­ta rag­giun­ta la du­ra­ta mas­si­ma di una mi­su­ra di cui agli ar­ti­co­li 60 o 61 e ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le.

3Se la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al­la mi­su­ra è in­fe­rio­re al­la du­ra­ta del­la pe­na de­ten­ti­va so­spe­sa, la pe­na re­si­dua non vie­ne più ese­gui­ta.

Art. 62c  

Sop­pres­sio­ne del­la mi­su­ra

 

1La mi­su­ra è sop­pres­sa se:

a.
la sua ese­cu­zio­ne o pro­se­cu­zio­ne non ha pro­spet­ti­ve di suc­ces­so; o
b.
è sta­ta rag­giun­ta la du­ra­ta mas­si­ma se­con­do gli ar­ti­co­li 60 e 61 e non ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le; op­pu­re
c.
non esi­ste o non esi­ste più un'isti­tu­zio­ne ade­gua­ta.

2Se la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al­la mi­su­ra è in­fe­rio­re al­la du­ra­ta del­la pe­na de­ten­ti­va so­spe­sa, la pe­na re­si­dua vie­ne ese­gui­ta. Se ri­guar­do a que­st'ul­ti­ma ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le o per la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le, l'ese­cu­zio­ne è so­spe­sa.

3In­ve­ce dell'ese­cu­zio­ne del­la pe­na il giu­di­ce può or­di­na­re un'al­tra mi­su­ra se vi è da at­ten­der­si che in tal mo­do si po­trà ov­via­re al ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi cri­mi­ni e de­lit­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to.

4Se all'at­to del­la sop­pres­sio­ne del­la mi­su­ra or­di­na­ta per un rea­to ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1 vi è se­ria­men­te da at­ten­der­si che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti di que­sto ge­ne­re, il giu­di­ce può or­di­na­re l'in­ter­na­men­to su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne.

5Se all'at­to del­la sop­pres­sio­ne del­la mi­su­ra ri­tie­ne op­por­tu­na una mi­su­ra di pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te ne av­vi­sa l'au­to­ri­tà di pro­te­zio­ne de­gli adul­ti.1

6Il giu­di­ce può inol­tre sop­pri­me­re una mi­su­ra te­ra­peu­ti­ca sta­zio­na­ria, pri­ma o do­po la sua ese­cu­zio­ne, e or­di­na­re in sua ve­ce un'al­tra mi­su­ra te­ra­peu­ti­ca sta­zio­na­ria se vi è da at­ten­der­si che con que­sta nuo­va mi­su­ra si po­trà ma­ni­fe­sta­men­te ov­via­re me­glio al ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 14 dell'all. al­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2011 725; FF 2006 6391).

Art. 62d  

Esa­me del­la li­be­ra­zio­ne e del­la sop­pres­sio­ne

 

1L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te esa­mi­na d'uf­fi­cio o a ri­chie­sta se e quan­do l'au­to­re deb­ba es­se­re li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te dall'ese­cu­zio­ne del­la mi­su­ra o la mi­su­ra deb­ba es­se­re sop­pres­sa. De­ci­de in me­ri­to al­me­no una vol­ta all'an­no. Sen­te dap­pri­ma il col­lo­ca­to e chie­de pre­via­men­te una re­la­zio­ne al­la di­re­zio­ne dell'isti­tu­zio­ne d'ese­cu­zio­ne.

2Se l'au­to­re ha com­mes­so un rea­to ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te de­ci­de fon­dan­do­si sul­la pe­ri­zia di un esper­to in­di­pen­den­te e do­po aver sen­ti­to una com­mis­sio­ne com­po­sta di rap­pre­sen­tan­ti del­le au­to­ri­tà pre­po­ste al pro­ce­di­men­to pe­na­le, del­le au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne non­ché del­la psi­chia­tria. L'esper­to e i rap­pre­sen­tan­ti del­la psi­chia­tria non de­vo­no aver cu­ra­to né as­si­sti­to in al­tro mo­do l'au­to­re.

Art. 63  

3. Trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le.

Con­di­zio­ni e ese­cu­zio­ne

 

1Se l'au­to­re è af­fet­to da una gra­ve tur­ba psi­chi­ca, è tos­si­co­ma­ne o al­tri­men­ti af­fet­to da di­pen­den­za, il giu­di­ce può, in­ve­ce del trat­ta­men­to sta­zio­na­rio, or­di­na­re un trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le qua­lo­ra:

a.
l'au­to­re ab­bia com­mes­so un rea­to in con­nes­sio­ne con que­sto suo sta­to; e
b.
vi sia da at­ten­der­si che in tal mo­do si po­trà ov­via­re al ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to.

2Per con­sen­ti­re il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le e te­ner con­to del ge­ne­re di trat­ta­men­to, il giu­di­ce può so­spen­de­re l'ese­cu­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va sen­za con­di­zio­na­le e pro­nun­cia­ta con­tem­po­ra­nea­men­te, di una pe­na de­ten­ti­va di­chia­ra­ta ese­cu­ti­va in se­gui­to a re­vo­ca non­ché di una pe­na re­si­dua di­ve­nu­ta ese­cu­ti­va in se­gui­to a ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne. Per la du­ra­ta del trat­ta­men­to può or­di­na­re un'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta.

3L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te può di­spor­re che l'au­to­re ven­ga tem­po­ra­nea­men­te sot­to­po­sto a trat­ta­men­to sta­zio­na­rio, se ne­ces­sa­rio per da­re ini­zio al trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le. Il trat­ta­men­to sta­zio­na­rio non de­ve com­ples­si­va­men­te du­ra­re più di due me­si.

4Di re­go­la, il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le non può du­ra­re più di cin­que an­ni. Se, tra­scor­sa la du­ra­ta mas­si­ma, ri­sul­ta ne­ces­sa­ria una pro­tra­zio­ne per ov­via­re al ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi cri­mi­ni e de­lit­ti con­nes­si al­la sua tur­ba psi­chi­ca, il giu­di­ce può di vol­ta in vol­ta pro­trar­re il trat­ta­men­to da uno a cin­que an­ni su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne.

Art. 63a  

Sop­pres­sio­ne del­la mi­su­ra

 

1L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te esa­mi­na al­me­no una vol­ta all'an­no se il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le deb­ba es­se­re con­ti­nua­to o sop­pres­so. Sen­te dap­pri­ma l'au­to­re e chie­de pre­via­men­te una re­la­zio­ne al te­ra­peu­ta.

2Il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le è sop­pres­so dall'au­to­ri­tà com­pe­ten­te se:

a.
si è con­clu­so con suc­ces­so;
b.
la sua pro­se­cu­zio­ne non ha pro­spet­ti­ve di suc­ces­so; o
c.
è sta­ta rag­giun­ta la du­ra­ta mas­si­ma le­ga­le, ove si trat­ti di trat­ta­men­to di al­co­liz­za­ti, tos­si­co­ma­ni o far­ma­co­di­pen­den­ti.

3Se, du­ran­te il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le, l'au­to­re com­met­te un rea­to e mo­stra co­sì che il trat­ta­men­to non per­met­te ve­ro­si­mil­men­te di ri­muo­ve­re il ri­schio ch'egli com­met­ta nuo­vi rea­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to, il trat­ta­men­to in­frut­tuo­so è sop­pres­so dal giu­di­ce com­pe­ten­te per giu­di­ca­re il nuo­vo rea­to.

4Se l'au­to­re si sot­trae all'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta, è ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­si 3-5.

Art. 63b  

Ese­cu­zio­ne del­la pe­na de­ten­ti­va so­spe­sa

 

1Se il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le si è con­clu­so con suc­ces­so, la pe­na de­ten­ti­va so­spe­sa non vie­ne più ese­gui­ta.

2Se il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le è sop­pres­so per man­can­za di pro­spet­ti­ve di suc­ces­so (art. 63a cpv. 2 lett. b), per rag­giun­gi­men­to del­la du­ra­ta mas­si­ma le­ga­le (art. 63a cpv. 2 lett. c) o per­ché in­frut­tuo­so (art. 63a cpv. 3), la pe­na de­ten­ti­va so­spe­sa vie­ne ese­gui­ta.

3Se il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le in re­gi­me di li­ber­tà si ri­ve­la pe­ri­co­lo­so per ter­zi, la pe­na de­ten­ti­va so­spe­sa vie­ne ese­gui­ta e il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le con­ti­nua du­ran­te l'ese­cu­zio­ne del­la me­de­si­ma.

4Il giu­di­ce de­ci­de in qual mi­su­ra la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le è com­pu­ta­ta nel­la pe­na. Se ri­guar­do al­la pe­na re­si­dua ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le o per la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le, so­spen­de l'ese­cu­zio­ne.

5In­ve­ce dell'ese­cu­zio­ne del­la pe­na il giu­di­ce può or­di­na­re una mi­su­ra te­ra­peu­ti­ca sta­zio­na­ria se­con­do gli ar­ti­co­li 59-61 se vi è da at­ten­der­si che in tal mo­do si po­trà ov­via­re al ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi cri­mi­ni e de­lit­ti in con­nes­sio­ne con il suo sta­to.

Art. 64  

4. In­ter­na­men­to.

Con­di­zio­ni e ese­cu­zio­ne

 

1Il giu­di­ce or­di­na l'in­ter­na­men­to se l'au­to­re ha com­mes­so un as­sas­si­nio, un omi­ci­dio in­ten­zio­na­le, una le­sio­ne per­so­na­le gra­ve, una vio­len­za car­na­le, una ra­pi­na, una pre­sa d'ostag­gio, un in­cen­dio, un'espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo del­la vi­ta al­trui o un al­tro rea­to pas­si­bi­le di una pe­na de­ten­ti­va mas­si­ma di cin­que o più an­ni, con il qua­le ha gra­ve­men­te pre­giu­di­ca­to o vo­lu­to pre­giu­di­ca­re l'in­te­gri­tà fi­si­ca, psi­chi­ca o ses­sua­le di un'al­tra per­so­na, e se:1

a.
in ba­se al­le ca­rat­te­ri­sti­che del­la per­so­na­li­tà dell'au­to­re, non­ché in ba­se al­le cir­co­stan­ze in cui fu com­mes­so il rea­to e vi è se­ria­men­te da at­ten­der­si che co­stui com­met­ta nuo­vi rea­ti di que­sto ge­ne­re; o
b.
in ba­se a una tur­ba psi­chi­ca di no­te­vo­le gra­vi­tà, per­ma­nen­te o di lun­ga du­ra­ta, con cui ave­va con­nes­sio­ne il rea­to, vi è se­ria­men­te da at­ten­der­si che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti di que­sto ge­ne­re e che una mi­su­ra se­con­do l'ar­ti­co­lo 59 non ab­bia pro­spet­ti­ve di suc­ces­so.

1bisIl giu­di­ce or­di­na l'in­ter­na­men­to a vi­ta se l'au­to­re ha com­mes­so un as­sas­si­nio, un omi­ci­dio in­ten­zio­na­le, una le­sio­ne per­so­na­le gra­ve, una ra­pi­na, una vio­len­za car­na­le, una coa­zio­ne ses­sua­le, un se­que­stro di per­so­na o un ra­pi­men­to, una pre­sa d'ostag­gio, una spa­ri­zio­ne for­za­ta, una trat­ta di es­se­ri uma­ni, un ge­no­ci­dio, un cri­mi­ne con­tro l'uma­ni­tà o un cri­mi­ne di guer­ra (ti­to­lo do­di­ce­si­moter) e se so­no adem­pi­te le con­di­zio­ni se­guen­ti:2

a.
con il cri­mi­ne l'au­to­re ha pre­giu­di­ca­to o vo­lu­to pre­giu­di­ca­re in mo­do par­ti­co­lar­men­te gra­ve l'in­te­gri­tà fi­si­ca, psi­chi­ca o ses­sua­le di un'al­tra per­so­na;
b.
è al­ta­men­te pro­ba­bi­le che l'au­to­re com­met­ta di nuo­vo uno di que­sti cri­mi­ni;
c.
l'au­to­re è con­si­de­ra­to du­re­vol­men­te re­frat­ta­rio al­la te­ra­pia, poi­ché il trat­ta­men­to non ha pro­spet­ti­ve di suc­ces­so a lun­go ter­mi­ne.3

2L'ese­cu­zio­ne dell'in­ter­na­men­to è dif­fe­ri­ta fin­tan­to che l'au­to­re scon­ta una pe­na de­ten­ti­va. Non so­no ap­pli­ca­bi­li le di­spo­si­zio­ni in ma­te­ria di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le dal­la pe­na de­ten­ti­va (art. 86-88).4

3Se già nel cor­so dell'ese­cu­zio­ne del­la pe­na de­ten­ti­va vi è da at­ten­der­si che l'au­to­re su­pe­re­rà con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va in li­ber­tà, il giu­di­ce di­spo­ne la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le dal­la pe­na de­ten­ti­va al più pre­sto per il gior­no in cui l'au­to­re avrà scon­ta­to i due ter­zi del­la pe­na de­ten­ti­va o quin­di­ci an­ni se la pe­na de­ten­ti­va è a vi­ta. È com­pe­ten­te il giu­di­ce che ha or­di­na­to l'in­ter­na­men­to. Per il re­sto è ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 64a.5

4L'in­ter­na­men­to è ese­gui­to in un'isti­tu­zio­ne per l'ese­cu­zio­ne del­le mi­su­re o in un pe­ni­ten­zia­rio se­con­do l'ar­ti­co­lo 76 ca­po­ver­so 2. La si­cu­rez­za pub­bli­ca dev'es­se­re ga­ran­ti­ta. Per quan­to ne­ces­sa­rio, l'in­te­res­sa­to frui­sce di as­si­sten­za psi­chia­tri­ca.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 1 dell'all. 2 al DF del 18 dic. 2015 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Con­ven­zio­ne in­ter­na­zio­na­le per la pro­te­zio­ne di tut­te le per­so­ne dal­la spa­ri­zio­ne for­za­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2016 4687; FF 2014 417).
3 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).
4 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).
5 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

Art. 64a  

Fi­ne dell'in­ter­na-men­to e li­be­ra­zio­ne

 

1L'au­to­re è li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te dall'in­ter­na­men­to se­con­do l'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1 ap­pe­na vi è da at­ten­der­si ch'egli su­pe­re­rà con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va in li­ber­tà.1 Il pe­rio­do di pro­va è di due a cin­que an­ni. Per la du­ra­ta del pe­rio­do di pro­va può es­se­re or­di­na­ta un'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e pos­so­no es­se­re im­par­ti­te nor­me di con­dot­ta.

2Se al­la sca­den­za del pe­rio­do di pro­va ap­pa­re ne­ces­sa­rio pro­se­gui­re l'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o le nor­me di con­dot­ta per ov­via­re al ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, il giu­di­ce, su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne, può di vol­ta in vol­ta pro­trar­re il pe­rio­do di pro­va da due a cin­que an­ni.

3Se, in ba­se al com­por­ta­men­to du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, vi è se­ria­men­te da at­ten­der­si che il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te pos­sa com­met­te­re nuo­vi rea­ti ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, il giu­di­ce or­di­na il ri­pri­sti­no dell'in­ter­na­men­to su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne.

4Se il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te si sot­trae all'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta, è ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­si 3-5.

5Se il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te ha su­pe­ra­to con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va, la li­be­ra­zio­ne di­ven­ta de­fi­ni­ti­va.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).

Art. 64b  

Esa­me del­la li­be­ra­zio­ne

 

1L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te esa­mi­na d'uf­fi­cio o su ri­chie­sta:

a.
al­me­no una vol­ta all'an­no, e la pri­ma vol­ta do­po due an­ni, se e quan­do l'au­to­re pos­sa es­se­re li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te dall'in­ter­na­men­to (art. 64a cpv. 1);
b.
al­me­no ogni due an­ni, e la pri­ma vol­ta pri­ma che ab­bia ini­zio l'in­ter­na­men­to, se so­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per un trat­ta­men­to te­ra­peu­ti­co sta­zio­na­rio e se de­ve es­se­re pre­sen­ta­ta una ri­chie­sta in tal sen­so al giu­di­ce com­pe­ten­te (art. 65 cpv. 1).

2L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te pren­de una de­ci­sio­ne se­con­do il ca­po­ver­so 1:

a.
fon­dan­do­si su un rap­por­to del­la di­re­zio­ne dell'isti­tu­to;
b.
fon­dan­do­si su una pe­ri­zia di un esper­to in­di­pen­den­te ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 56 ca­po­ver­so 4;
c.
do­po aver sen­ti­to una com­mis­sio­ne ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 62d ca­po­ver­so 2;
d.
do­po aver sen­ti­to l'au­to­re.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

Art. 64c  

Esa­me del­la li­be­ra­zio­ne dall'in­ter­na­men­to a vi­ta e li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le

 

1In ca­so di in­ter­na­men­to a vi­ta se­con­do l'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1bis, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te esa­mi­na, d'uf­fi­cio o su ri­chie­sta, se vi so­no nuo­ve co­no­scen­ze scien­ti­fi­che che per­met­ta­no di pre­ve­de­re che l'au­to­re pos­sa es­se­re cu­ra­to in mo­do da non co­sti­tui­re più un pe­ri­co­lo per la col­let­ti­vi­tà. Es­sa de­ci­de fon­dan­do­si sul rap­por­to del­la com­mis­sio­ne pe­ri­ta­le fe­de­ra­le in­ca­ri­ca­ta di va­lu­ta­re l'ido­nei­tà al­la te­ra­pia dei cri­mi­na­li in­ter­na­ti a vi­ta.

2Se con­clu­de che l'au­to­re può es­se­re cu­ra­to, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te gli pro­po­ne un trat­ta­men­to. Ta­le trat­ta­men­to si svol­ge in un'isti­tu­zio­ne chiu­sa. Le di­spo­si­zio­ni in ma­te­ria di ese­cu­zio­ne dell'in­ter­na­men­to a vi­ta re­sta­no ap­pli­ca­bi­li fi­no al­la sop­pres­sio­ne dell'in­ter­na­men­to se­con­do il ca­po­ver­so 3.

3Se il trat­ta­men­to di­mo­stra che la pe­ri­co­lo­si­tà dell'au­to­re è di­mi­nui­ta in ma­nie­ra con­si­de­re­vo­le e può es­se­re ri­dot­ta al pun­to che co­stui non co­sti­tui­sca più un pe­ri­co­lo per la col­let­ti­vi­tà, il giu­di­ce sop­pri­me l'in­ter­na­men­to a vi­ta e or­di­na che sia ese­gui­ta in un'isti­tu­zio­ne chiu­sa una mi­su­ra te­ra­peu­ti­ca sta­zio­na­ria se­con­do gli ar­ti­co­li 59-61.

4Il giu­di­ce può li­be­ra­re con­di­zio­nal­men­te l'au­to­re dall'in­ter­na­men­to a vi­ta se co­stui non co­sti­tui­sce più un pe­ri­co­lo per la col­let­ti­vi­tà per età avan­za­ta, gra­ve ma­lat­tia o al­tro mo­ti­vo. La li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le è ret­ta dall'ar­ti­co­lo 64a.

5La sop­pres­sio­ne dell'in­ter­na­men­to a vi­ta e la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le com­pe­to­no al giu­di­ce che ha or­di­na­to l'in­ter­na­men­to a vi­ta. Egli de­ci­de fon­dan­do­si sul­le pe­ri­zie di al­me­no due pe­ri­ti esper­ti e re­ci­pro­ca­men­te in­di­pen­den­ti che non han­no né cu­ra­to né as­si­sti­to in al­tro mo­do l'au­to­re.

6I ca­po­ver­si 1 e 2 si ap­pli­ca­no an­che du­ran­te l'ese­cu­zio­ne del­la pe­na de­ten­ti­va che pre­ce­de l'in­ter­na­men­to a vi­ta. La sop­pres­sio­ne dell'in­ter­na­men­to a vi­ta se­con­do il ca­po­ver­so 3 è pos­si­bi­le al più pre­sto quan­do l'au­to­re ha espia­to due ter­zi del­la pe­na o quin­di­ci an­ni di pe­na de­ten­ti­va a vi­ta.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).

Art. 65  

5. Mo­di­fi­ca del­la san­zio­ne

 

1Se, pri­ma o du­ran­te l'ese­cu­zio­ne del­la pe­na de­ten­ti­va o dell'in­ter­na­men­to se­con­do l'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1, le con­di­zio­ni per una mi­su­ra te­ra­peu­ti­ca sta­zio­na­ria ri­sul­ta­no adem­piu­te, il giu­di­ce può or­di­na­re que­sta mi­su­ra a po­ste­rio­ri.1 È com­pe­ten­te il giu­di­ce che ha pro­nun­cia­to la pe­na o or­di­na­to l'in­ter­na­men­to. L'ese­cu­zio­ne del­la pe­na re­si­dua è so­spe­sa.

2Se, du­ran­te l'ese­cu­zio­ne del­la pe­na de­ten­ti­va, sul­la ba­se di nuo­vi fat­ti o mez­zi di pro­va, ri­sul­ta che le con­di­zio­ni per un in­ter­na­men­to so­no adem­piu­te e sus­si­ste­va­no già al mo­men­to del­la con­dan­na, sen­za che il giu­di­ce ne po­tes­se es­se­re a co­no­scen­za, il giu­di­ce può or­di­na­re l'in­ter­na­men­to a po­ste­rio­ri. La com­pe­ten­za e la pro­ce­du­ra so­no ret­te dal­le nor­me ap­pli­ca­bi­li al­la re­vi­sio­ne.2


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).
2 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

Sezione 2: Delle altre misure

Art. 66  

1. Cau­zio­ne pre­ven­ti­va

 

1Se vi è il ri­schio che chi ha pro­fe­ri­to la mi­nac­cia di com­met­te­re un cri­mi­ne o un de­lit­to lo com­pia ef­fet­ti­va­men­te, o se chi è già sta­to con­dan­na­to per un cri­mi­ne o un de­lit­to ma­ni­fe­sta l'in­ten­zio­ne de­ter­mi­na­ta di ri­pe­ter­lo, il giu­di­ce, a ri­chie­sta del­la per­so­na mi­nac­cia­ta, può esi­ge­re da lui la pro­mes­sa di non com­met­ter­lo e ob­bli­gar­lo a pre­sta­re ade­gua­ta cau­zio­ne.

2Se egli si ri­fiu­ta di pro­met­te­re o non pre­sta per mal­vo­le­re la cau­zio­ne en­tro il ter­mi­ne fis­sa­to, il giu­di­ce può co­strin­ger­ve­lo con la car­ce­ra­zio­ne. La car­ce­ra­zio­ne non può du­ra­re ol­tre due me­si. È scon­ta­ta co­me una pe­na de­ten­ti­va di bre­ve du­ra­ta (art. 791).

3Se egli com­met­te il cri­mi­ne o il de­lit­to nel ter­mi­ne di due an­ni dal gior­no in cui pre­stò la cau­zio­ne, que­sta è de­vo­lu­ta al­lo Sta­to. In ca­so di­ver­so gli è re­sti­tui­ta.


1 Que­sto art. è abro­ga­to (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 66a  

1a. Espul­sio­ne.

a. Espul­sio­ne ob­bli­ga­to­ria

 

1Il giu­di­ce espel­le dal ter­ri­to­rio sviz­ze­ro per un tem­po da cin­que a quin­di­ci an­ni lo stra­nie­ro con­dan­na­to per uno dei se­guen­ti rea­ti, a pre­scin­de­re dall'en­ti­tà del­la pe­na in­flit­ta:

a.
omi­ci­dio in­ten­zio­na­le (art. 111), as­sas­si­nio (art. 112), omi­ci­dio pas­sio­na­le (art. 113), isti­ga­zio­ne e aiu­to al sui­ci­dio (art. 115), in­ter­ru­zio­ne pu­ni­bi­le del­la gra­vi­dan­za (art. 118 cpv. 1 e 2);
b.
le­sio­ni per­so­na­li gra­vi (art. 122), mu­ti­la­zio­ne di or­ga­ni ge­ni­ta­li fem­mi­ni­li (art. 124 cpv. 1), ab­ban­do­no (art. 127), espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo del­la vi­ta al­trui (art. 129), ag­gres­sio­ne (art. 134);
c.
ap­pro­pria­zio­ne in­de­bi­ta qua­li­fi­ca­ta (art. 138 n. 2), fur­to qua­li­fi­ca­to (art. 139 n. 2 e 3), ra­pi­na (art. 140), truf­fa per me­stie­re (art. 146 cpv. 2), abu­so per me­stie­re di un im­pian­to per l'ela­bo­ra­zio­ne di da­ti (art. 147 cpv. 2), abu­so per me­stie­re di car­te-chè­ques o di cre­di­to (art. 148 cpv. 2), estor­sio­ne qua­li­fi­ca­ta (art. 156 n. 2-4), usu­ra per me­stie­re (art. 157 n. 2), ri­cet­ta­zio­ne per me­stie­re (art. 160 n. 2);
d.
fur­to (art. 139) in com­bi­na­zio­ne con vio­la­zio­ne di do­mi­ci­lio (art. 186);
e.
truf­fa (art. 146 cpv. 1) a un'as­si­cu­ra­zio­ne so­cia­le o all'aiu­to so­cia­le, ot­te­ni­men­to il­le­ci­to di pre­sta­zio­ni di un'as­si­cu­ra­zio­ne so­cia­le o dell'aiu­to so­cia­le (art. 148a cpv. 1);
f.
truf­fa (art. 146 cpv. 1), truf­fa in ma­te­ria di pre­sta­zio­ni e di tas­se (art. 14 cpv. 1, 2 e 4 del­la LF del 22 mar. 19742 sul di­rit­to pe­na­le am­mi­ni­stra­ti­vo) o fro­de fi­sca­le, ap­pro­pria­zio­ne in­de­bi­ta d'im­po­ste al­la fon­te o un al­tro rea­to nell'am­bi­to dei tri­bu­ti di di­rit­to pub­bli­co per il qua­le è com­mi­na­ta una pe­na mas­si­ma di uno o più an­ni;
g.
ma­tri­mo­nio for­za­to, unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta for­za­ta (art. 181a), trat­ta di es­se­ri uma­ni (art. 182), se­que­stro di per­so­na e ra­pi­men­to (art. 183), se­que­stro di per­so­na e ra­pi­men­to qua­li­fi­ca­ti (art. 184), pre­sa d'ostag­gio (art. 185);
h.3
at­ti ses­sua­li con fan­ciul­li (art. 187 n. 1), coa­zio­ne ses­sua­le (art. 189), vio­len­za car­na­le (art. 190), at­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re (art. 191), pro­mo­vi­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne (art. 195), por­no­gra­fia (art. 197 cpv. 4 se­con­do pe­rio­do);
i.
in­cen­dio in­ten­zio­na­le (art. 221 cpv. 1 e 2), esplo­sio­ne in­ten­zio­na­le (art. 223 n. 1, pri­mo com­ma), uso de­lit­tuo­so di ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si (art. 224 cpv. 1), uso in­ten­zio­na­le sen­za fi­ne de­lit­tuo­so di ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si (art. 225 cpv. 1), fab­bri­ca­zio­ne, oc­cul­ta­men­to e tra­spor­to di ma­te­rie esplo­si­ve o gas ve­le­no­si (art. 226), pe­ri­co­lo do­vu­to all'ener­gia nu­clea­re, al­la ra­dioat­ti­vi­tà e a rag­gi io­niz­zan­ti (art. 226bis), at­ti pre­pa­ra­to­ri pu­ni­bi­li (art. 226ter), inon­da­zio­ne, fra­na­men­to ca­gio­na­ti in­ten­zio­nal­men­te (art. 227 n. 1, pri­mo com­ma), dan­neg­gia­men­to in­ten­zio­na­le d'im­pian­ti elet­tri­ci, di ope­re idrau­li­che e di ope­re di pre­mu­ni­zio­ne (art. 228 n. 1, pri­mo com­ma);
j.
pe­ri­co­li cau­sa­ti in­ten­zio­nal­men­te da or­ga­ni­smi ge­ne­ti­ca­men­te mo­di­fi­ca­ti o pa­to­ge­ni (art. 230bis cpv. 1), pro­pa­ga­zio­ne in­ten­zio­na­le di ma­lat­tie dell'uo­mo (art. 231 n. 1), in­qui­na­men­to in­ten­zio­na­le di ac­que po­ta­bi­li (art. 234 cpv. 1);
k.
per­tur­ba­men­to qua­li­fi­ca­to del­la cir­co­la­zio­ne pub­bli­ca (art. 237 n. 1, se­con­do com­ma), per­tur­ba­men­to in­ten­zio­na­le del ser­vi­zio fer­ro­via­rio (art. 238 cpv. 1);
l.
at­ti pre­pa­ra­to­ri pu­ni­bi­li (art. 260bis cpv. 1 e 3), par­te­ci­pa­zio­ne o so­ste­gno a un'or­ga­niz­za­zio­ne cri­mi­na­le (art. 260ter), mes­sa in pe­ri­co­lo del­la si­cu­rez­za pub­bli­ca con ar­mi (art. 260qua­ter), fi­nan­zia­men­to del ter­ro­ri­smo (art. 260quin­quies);
m.
ge­no­ci­dio (art. 264), cri­mi­ni con­tro l'uma­ni­tà (art. 264a), gra­vi vio­la­zio­ni del­le Con­ven­zio­ni di Gi­ne­vra del 12 ago­sto 19494 (art. 264c), al­tri cri­mi­ni di guer­ra (art. 264d-264h);
n.
in­fra­zio­ne in­ten­zio­na­le all'ar­ti­co­lo 116 ca­po­ver­so 3 o 118 ca­po­ver­so 3 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 16 di­cem­bre 20055 su­gli stra­nie­ri;
o.
in­fra­zio­ne all'ar­ti­co­lo 19 ca­po­ver­so 2 o 20 ca­po­ver­so 2 del­la leg­ge del 3 ot­to­bre 19516 su­gli stu­pe­fa­cen­ti (LStup).

2Il giu­di­ce può ri­nun­cia­re ec­ce­zio­nal­men­te a pro­nun­cia­re l'espul­sio­ne se que­sta co­sti­tui­reb­be per lo stra­nie­ro un gra­ve ca­so di ri­go­re per­so­na­le e l'in­te­res­se pub­bli­co all'espul­sio­ne non pre­va­le sull'in­te­res­se pri­va­to del­lo stra­nie­ro a ri­ma­ne­re in Sviz­ze­ra. Tie­ne in ogni mo­do con­to del­la si­tua­zio­ne par­ti­co­la­re del­lo stra­nie­ro na­to o cre­sciu­to in Sviz­ze­ra.

3Il giu­di­ce può inol­tre ri­nun­cia­re a pro­nun­cia­re l'espul­sio­ne se il fat­to è sta­to com­mes­so per le­git­ti­ma di­fe­sa di­scol­pan­te (art. 16 cpv. 1) o in sta­to di ne­ces­si­tà di­scol­pan­te (art. 18 cpv. 1).


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).
2 RS313.0
3 Cor­re­zio­ne del­la CdR dell'AF del 28 nov. 2017, pub­bli­ca­ta il 12 dic. 2017, con­cer­ne sol­tan­to il te­sto fran­ce­se (RU 2017 7257).
4 RS 0.518.12, 0.518.23, 0.518.42, 0.518.51
5 RS 142.20
6 RS 812.121

Art. 66abis  

b. Espul­sio­ne non ob­bli­ga­to­ria

 

Il giu­di­ce può espel­le­re dal ter­ri­to­rio sviz­ze­ro per un tem­po da tre a quin­di­ci an­ni lo stra­nie­ro con­dan­na­to a una pe­na o nei con­fron­ti del qua­le è pro­nun­cia­ta una mi­su­ra ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 59-61 o 64 per un cri­mi­ne o un de­lit­to non pre­vi­sto nell'ar­ti­co­lo 66a.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

Art. 66b  

c. Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni.

Re­ci­di­va

 

1Se com­met­te un nuo­vo rea­to che adem­pie le con­di­zio­ni dell'espul­sio­ne se­con­do l'ar­ti­co­lo 66a, la per­so­na nei con­fron­ti del­la qua­le è già sta­ta or­di­na­ta l'espul­sio­ne è con­dan­na­ta a una nuo­va espul­sio­ne del­la du­ra­ta di ven­ti an­ni.

2L'espul­sio­ne può es­se­re pro­nun­cia­ta a vi­ta se il con­dan­na­to com­met­te il nuo­vo rea­to men­tre ha an­co­ra ef­fet­to l'espul­sio­ne per il rea­to pre­ce­den­te.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

Art. 66c  

d. Mo­men­to dell'ese­cu­zio­ne

 

1L'espul­sio­ne ha ef­fet­to dal pas­sag­gio in giu­di­ca­to del­la sen­ten­za.

2Pri­ma dell'espul­sio­ne de­vo­no es­se­re ese­gui­te le pe­ne o par­ti di pe­na sen­za con­di­zio­na­le e le mi­su­re pri­va­ti­ve del­la li­ber­tà.

3L'espul­sio­ne è ese­gui­ta ap­pe­na il con­dan­na­to sia li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te o de­fi­ni­ti­va­men­te dall'ese­cu­zio­ne del­la pe­na o del­la mi­su­ra op­pu­re ap­pe­na la mi­su­ra pri­va­ti­va del­la li­ber­tà sia sop­pres­sa, se non de­ve es­se­re ese­gui­ta una pe­na re­si­dua o se non è or­di­na­ta un'al­tra mi­su­ra pri­va­ti­va del­la li­ber­tà.

4Se la per­so­na nei con­fron­ti del­la qua­le è sta­ta or­di­na­ta l'espul­sio­ne è tra­sfe­ri­ta nel suo Pae­se d'ori­gi­ne per l'ese­cu­zio­ne del­la pe­na o del­la mi­su­ra, l'espul­sio­ne è con­si­de­ra­ta ese­gui­ta al mo­men­to del tra­sfe­ri­men­to.

5La du­ra­ta dell'espul­sio­ne de­cor­re dal gior­no in cui il con­dan­na­to ha la­scia­to la Sviz­ze­ra.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

Art. 66d  

e. So­spen­sio­ne dell'ese­cu­zio­ne dell'espul­sio­ne ob­bli­ga­to­ria

 

1L'ese­cu­zio­ne dell'espul­sio­ne ob­bli­ga­to­ria di cui all'ar­ti­co­lo 66a può es­se­re so­spe­sa sol­tan­to se:2

a.
l'in­te­res­sa­to è un ri­fu­gia­to ri­co­no­sciu­to dal­la Sviz­ze­ra che, in se­gui­to all'espul­sio­ne, sa­reb­be mi­nac­cia­to nel­la vi­ta o nel­la li­ber­tà a mo­ti­vo del­la sua raz­za, del­la sua re­li­gio­ne, del­la sua cit­ta­di­nan­za, del­la sua ap­par­te­nen­za a un de­ter­mi­na­to grup­po so­cia­le o del­le sue opi­nio­ni po­li­ti­che; fan­no ec­ce­zio­ne i ri­fu­gia­ti che, con­for­me­men­te all'ar­ti­co­lo 5 ca­po­ver­so 2 del­la leg­ge del 26 giu­gno 19983 sull'asi­lo, non pos­so­no far va­le­re il di­vie­to di re­spin­gi­men­to;
b.
al­tre nor­me im­pe­ra­ti­ve del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le vi si op­pon­go­no.

2Nel pren­de­re la sua de­ci­sio­ne, l'au­to­ri­tà can­to­na­le com­pe­ten­te pre­su­me che l'espul­sio­ne ver­so uno Sta­to che il Con­si­glio fe­de­ra­le ha de­si­gna­to co­me si­cu­ro ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 6a ca­po­ver­so 2 del­la leg­ge del 26 giu­gno 1998 sull'asi­lo non vio­la l'ar­ti­co­lo 25 ca­po­ver­si 2 e 3 del­la Co­sti­tu­zio­ne fe­de­ra­le.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).
2 La cor­re­zio­ne del­la CdR dell'AF del 21 giu. 2017, pub­bli­ca­ta l'11 lug. 2017 con­cer­ne so­la­men­te il te­sto fran­ce­se (RU 2017 3695).
3 RS142.31

Art. 67  

2. In­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te.

a. In­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà, con­di­zio­ni

 

1Se al­cu­no, nell'eser­ci­zio di unʼat­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta, ha com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to per il qua­le è sta­to con­dan­na­to a una pe­na de­ten­ti­va su­pe­rio­re a sei me­si e sus­si­ste il ri­schio che abu­si del­la sua at­ti­vi­tà per com­met­te­re al­tri cri­mi­ni o de­lit­ti, il giu­di­ce può in­ter­dir­gli in tut­to o in par­te lʼe­ser­ci­zio di ta­le at­ti­vi­tà o di al­tre at­ti­vi­tà ana­lo­ghe per un tem­po da sei me­si a cin­que an­ni.2

2Se al­cu­no ha com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to con­tro un mi­no­ren­ne o con­tro unʼal­tra per­so­na par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­le e sus­si­ste il ri­schio che com­met­ta al­tri rea­ti ana­lo­ghi nel­lʼe­ser­ci­zio di unʼat­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta im­pli­can­te un con­tat­to re­go­la­re con mi­no­ren­ni o con al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li, il giu­di­ce può in­ter­dir­gli lʼe­ser­ci­zio di ta­le at­ti­vi­tà per un tem­po da uno a die­ci an­ni.

2bisIl giu­di­ce può pro­nun­cia­re l'in­ter­di­zio­ne di cui al ca­po­ver­so 2 a vi­ta, se vi è da at­ten­der­si che una du­ra­ta di die­ci an­ni non sia suf­fi­cien­te a ga­ran­ti­re che l'au­to­re non co­sti­tui­sca più un pe­ri­co­lo. Su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne, il giu­di­ce può pro­ro­ga­re di vol­ta in vol­ta di cin­que an­ni al mas­si­mo l'in­ter­di­zio­ne di du­ra­ta de­ter­mi­na­ta di cui al ca­po­ver­so 2, se è ne­ces­sa­rio per trat­te­ne­re l'au­to­re dal com­met­te­re nuo­vi cri­mi­ni o de­lit­ti ana­lo­ghi a quel­li che han­no de­ter­mi­na­to l'in­ter­di­zio­ne.3

3Se ad al­cu­no è sta­ta in­flit­ta una pe­na o una del­le mi­su­re di cui agli ar­ti­co­li 59-61, 63 o 64 per aver com­mes­so uno dei rea­ti se­guen­ti, il giu­di­ce gli in­ter­di­ce a vi­ta l'eser­ci­zio di qual­sia­si at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta im­pli­can­te un con­tat­to re­go­la­re con mi­no­ren­ni:

a.
trat­ta di es­se­ri uma­ni (art. 182), se il rea­to è sta­to com­mes­so a sco­po di sfrut­ta­men­to ses­sua­le e la vit­ti­ma è mi­no­ren­ne;
b.
at­ti ses­sua­li con fan­ciul­li (art. 187), at­ti ses­sua­li con per­so­ne di­pen­den­ti (art. 188) o at­ti ses­sua­li con mi­no­ren­ni con­tro ri­mu­ne­ra­zio­ne (art. 196);
c.
coa­zio­ne ses­sua­le (art. 189), vio­len­za car­na­le (art. 190), at­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re (art. 191), at­ti ses­sua­li con per­so­ne ri­co­ve­ra­te, de­te­nu­te od im­pu­ta­te (art. 192), sfrut­ta­men­to del­lo sta­to di bi­so­gno (art. 193), esi­bi­zio­ni­smo (art. 194), pro­mo­vi­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne (art. 195) o mo­le­stie ses­sua­li (art. 198), se la vit­ti­ma è mi­no­ren­ne;
d.
por­no­gra­fia (art. 197):
1.
se­con­do l'ar­ti­co­lo 197 ca­po­ver­so 1 o 3,
2.
se­con­do l'ar­ti­co­lo 197 ca­po­ver­so 4 o 5, se gli og­get­ti o le rap­pre­sen­ta­zio­ni ver­to­no su at­ti ses­sua­li con mi­no­ren­ni.4

4Se ad al­cu­no è sta­ta in­flit­ta una pe­na o una del­le mi­su­re di cui agli ar­ti­co­li 59-61, 63 o 64 per aver com­mes­so uno dei rea­ti se­guen­ti, il giu­di­ce gli in­ter­di­ce a vi­ta l'eser­ci­zio di qual­sia­si at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta im­pli­can­te un con­tat­to re­go­la­re con mag­gio­ren­ni par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li non­ché l'eser­ci­zio di qual­sia­si at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le o ex­tra­pro­fes­sio­na­le or­ga­niz­za­ta nel set­to­re sa­ni­ta­rio im­pli­can­te un con­tat­to di­ret­to con i pa­zien­ti:

a.
trat­ta di es­se­ri uma­ni (art. 182) a sco­po di sfrut­ta­men­to ses-sua­le, coa­zio­ne ses­sua­le (art. 189), vio­len­za car­na­le (art. 190), at­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re (art. 191), at­ti ses­sua­li con per­so­ne ri­co­ve­ra­te, de­te­nu­te od im­pu­ta­te (art. 192), sfrut­ta­men­to del­lo sta­to di bi­so­gno (art. 193), esi­bi­zio­ni­smo (art. 194), pro­mo­vi­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne (art. 195) o mo­le­stie ses­sua­li (art. 198), se la vit­ti­ma è:
1.
un mag­gio­ren­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­le,
2.
un mag­gio­ren­ne non par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­le, ma inet­to a re­si­ste­re, in­ca­pa­ce di di­scer­ni­men­to o non in gra­do di op­por­re re­si­sten­za a cau­sa di una di­pen­den­za fi­si­ca o psi­chi­ca;
b.
por­no­gra­fia (art. 197 cpv. 2 pri­mo per., 4 o 5), se gli og­get­ti o le rap­pre­sen­ta­zio­ni ver­to­no su:
1.
at­ti ses­sua­li con mag­gio­ren­ni par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li,
2.
at­ti ses­sua­li con mag­gio­ren­ni non par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li, ma inet­ti a re­si­ste­re, in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o non in gra­do di op­por­re re­si­sten­za a cau­sa di una di­pen­den­za fi­si­ca o psi­chi­ca.5

4bisNei ca­si di esi­gua gra­vi­tà, il giu­di­ce può, a ti­to­lo ec­ce­zio­na­le, pre­scin­de­re dal­la pro­nun­cia di un'in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un'at­ti­vi­tà se­con­do il ca­po­ver­so 3 o 4, se non ap­pa­re ne­ces­sa­ria per trat­te­ne­re l'au­to­re dal com­met­te­re nuo­vi rea­ti ana­lo­ghi a quel­li che han­no de­ter­mi­na­to l'in­ter­di­zio­ne. Il giu­di­ce non può tut­ta­via pre­scin­de­re dal­la pro­nun­cia di un'in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un'at­ti­vi­tà:

a.
in ca­so di trat­ta di es­se­ri uma­ni (art. 182), coa­zio­ne ses­sua­le (art. 189), vio­len­za ses­sua­le (art. 190), at­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re (art. 191) o pro­mo­vi­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne (art. 195); op­pu­re
b.
se l'au­to­re è con­si­de­ra­to pe­do­fi­lo se­con­do i cri­te­ri di clas­si­fi­ca­zio­ne in­ter­na­zio­nal­men­te ri­co­no­sciu­ti.6

5Se all'au­to­re è in­flit­ta nel me­de­si­mo pro­ce­di­men­to una pe­na o mi­su­ra per aver com­mes­so più rea­ti, il giu­di­ce sta­bi­li­sce qua­le par­te del­la pe­na o qua­le mi­su­ra è in­flit­ta per un rea­to pas­si­bi­le del­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà. Ta­le par­te del­la pe­na, la mi­su­ra e il rea­to so­no de­ter­mi­nan­ti per sta­bi­li­re se pro­nun­cia­re un'in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un'at­ti­vi­tà se­con­do il ca­po­ver­so 1, 2, 2bis, 3 o 4. Le par­ti di pe­na in­flit­te per più rea­ti pas­si­bi­li di in­ter­di­zio­ne so­no ad­di­zio­na­te. È pos­si­bi­le pro­nun­cia­re più in­ter­di­zio­ni di eser­ci­ta­re un'at­ti­vi­tà.7

6Il giu­di­ce può or­di­na­re un'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va per la du­ra­ta dell'in­ter­di­zio­ne.8

7...9


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
3 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
4 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
5 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
6 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
7 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
8 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
9 Abro­ga­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), con ef­fet­to dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

Art. 67a  

Con­te­nu­to e por­ta­ta

 

1So­no con­si­de­ra­te at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­li ai sen­si del­lʼar­ti­co­lo 67 le at­ti­vi­tà svol­te nel­lʼe­ser­ci­zio, a ti­to­lo prin­ci­pa­le o ac­ces­so­rio, di una pro­fes­sio­ne, di unʼin­du­stria o di un com­mer­cio. So­no con­si­de­ra­te at­ti­vi­tà ex­tra­pro­fes­sio­na­li or­ga­niz­za­te le at­ti­vi­tà svol­te sen­za sco­po di lu­cro o sen­za pre­va­len­te sco­po di lu­cro nel­lʼam­bi­to di unʼas­so­cia­zio­ne o di unʼal­tra or­ga­niz­za­zio­ne.

2Lʼin­ter­di­zio­ne ai sen­si del­lʼar­ti­co­lo 67 vie­ta al­lʼau­to­re di eser­ci­ta­re at­ti­vi­tà a ti­to­lo in­di­pen­den­te o in ve­ste di or­ga­no di una per­so­na giu­ri­di­ca o di una so­cie­tà com­mer­cia­le, non­ché di man­da­ta­rio o rap­pre­sen­tan­te di ter­zi, co­me pu­re di far­le eser­ci­ta­re da una per­so­na sot­to­po­sta al­le sue istru­zio­ni.

3Se sus­si­ste il ri­schio che lʼau­to­re abu­si del­la sua at­ti­vi­tà per com­met­te­re rea­ti an­che se sot­to­po­sto al­le istru­zio­ni e al con­trol­lo di un su­pe­rio­re o di un sor­ve­glian­te, lʼin­ter­di­zio­ne ver­te sul­la to­ta­li­tà del­lʼat­ti­vi­tà con­si­de­ra­ta.

4Le in­ter­di­zio­ni di cui al­lʼar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­si 3 e 4 ver­to­no sem­pre sul­la to­ta­li­tà del­lʼat­ti­vi­tà con­si­de­ra­ta.

5So­no con­si­de­ra­te at­ti­vi­tà im­pli­can­ti un con­tat­to re­go­la­re con mi­no­ren­ni o al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li:

a.
le at­ti­vi­tà eser­ci­ta­te spe­ci­fi­ca­men­te a con­tat­to di­ret­to con mi­no­ren­ni o al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li, se­gna­ta­men­te:
1.
l'in­se­gna­men­to,
2.
l'edu­ca­zio­ne e la con­su­len­za,
3.
l'as­si­sten­za e la sor­ve­glian­za,
4.
la cu­ra,
5.
gli esa­mi e i trat­ta­men­ti di na­tu­ra fi­si­ca,
6.
gli esa­mi e i trat­ta­men­ti di na­tu­ra psi­co­lo­gi­ca,
7.
la ri­sto­ra­zio­ne,
8.
il tra­spor­to,
9.
la ven­di­ta e il pre­sti­to di­ret­ti di og­get­ti de­sti­na­ti spe­ci­fi­ca­men­te ai mi­no­ren­ni o ad al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li, non­ché l'at­ti­vi­tà di in­ter­me­dia­rio di­ret­to in ta­le ven­di­ta o pre­sti­to, se es­sa rap­pre­sen­ta l'at­ti­vi­tà prin­ci­pa­le del­la per­so­na in que­stio­ne;
b.
al­tre at­ti­vi­tà, eser­ci­ta­te so­prat­tut­to o re­go­lar­men­te in isti­tu­ti che of­fro­no ser­vi­zi di cui al­la let­te­ra a; so­no ec­cet­tua­te le at­ti­vi­tà per le qua­li è cer­to che, a cau­sa del­la lo­ro ubi­ca­zio­ne o del lo­ro ora­rio, non pos­so­no im­pli­ca­re al­cun con­tat­to con mi­no­ren­ni o al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li.2

6So­no con­si­de­ra­te par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li le per­so­ne che, a cau­sa dell'età, di una ma­lat­tia o di una de­fi­cien­za fi­si­ca, men­ta­le o psi­chi­ca di lun­ga du­ra­ta, di­pen­do­no dall'aiu­to di ter­zi nel­le at­ti­vi­tà del­la vi­ta quo­ti­dia­na o nel­la de­ter­mi­na­zio­ne del­la lo­ro esi­sten­za.3


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).
2 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
3 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).

Art. 67b  

b. Di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te

 

1Se al­cu­no ha com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to con­tro una o più per­so­ne de­ter­mi­na­te o con­tro i mem­bri di un grup­po de­ter­mi­na­to e sus­si­ste il ri­schio che com­met­ta al­tri cri­mi­ni o de­lit­ti nel ca­so in cui ab­bia con­tat­ti con ta­li per­so­ne, il giu­di­ce può pro­nun­cia­re nei suoi con­fron­ti un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te per un tem­po di cin­que an­ni al mas­si­mo.

2Pro­nun­cian­do il di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te il giu­di­ce può vie­ta­re al­lʼau­to­re di:

a.
met­ter­si in con­tat­to, di­ret­ta­men­te o tra­mi­te ter­zi, con una o più per­so­ne de­ter­mi­na­te o con i mem­bri di un grup­po de­ter­mi­na­to, in par­ti­co­la­re per te­le­fo­no, per scrit­to o per via elet­tro­ni­ca, im­pie­gar­le, al­log­giar­le, for­mar­le, sor­ve­gliar­le, cu­rar­le o fre­quen­tar­le in al­tro mo­do;
b.
av­vi­ci­nar­si a una de­ter­mi­na­ta per­so­na o ac­ce­de­re a un pe­ri­me­tro de­ter­mi­na­to at­tor­no al­la sua abi­ta­zio­ne;
c.
trat­te­ner­si in de­ter­mi­na­ti luo­ghi, in par­ti­co­la­re vie, piaz­ze o quar­tie­ri.

3Per ese­gui­re il di­vie­to, lʼau­to­ri­tà com­pe­ten­te può im­pie­ga­re ap­pa­rec­chi tec­ni­ci fis­sa­ti sul­lʼau­to­re. Ta­li ap­pa­rec­chi pos­so­no ser­vi­re in par­ti­co­la­re a lo­ca­liz­za­re lʼau­to­re.

4Il giu­di­ce può or­di­na­re unʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va per la du­ra­ta del di­vie­to.

5Se ne­ces­sa­rio per trat­te­ne­re lʼau­to­re dal com­met­te­re nuo­vi cri­mi­ni o de­lit­ti con­tro un mi­no­ren­ne o una per­so­na par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­le, su pro­po­sta del­lʼau­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne il giu­di­ce può pro­ro­ga­re il di­vie­to di vol­ta in vol­ta per cin­que an­ni al mas­si­mo.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Art. 67c  

c. Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni.

Ese­cu­zio­ne del­lʼin­ter­di­zio­ne o del di­vie­to

 

1Lʼin­ter­di­zio­ne o il di­vie­to ha ef­fet­to dal gior­no in cui la sen­ten­za pas­sa in giu­di­ca­to.

2La du­ra­ta del­lʼe­se­cu­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va o di una mi­su­ra pri­va­ti­va del­la li­ber­tà (art. 59-61 e 64) non è com­pu­ta­ta nel­la du­ra­ta del­lʼin­ter­di­zio­ne o del di­vie­to.

3Se lʼau­to­re non ha su­pe­ra­to il pe­rio­do di pro­va, con con­se­guen­te re­vo­ca del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le del­la pe­na de­ten­ti­va ov­ve­ro ri­pri­sti­no di una pe­na o di una mi­su­ra, la du­ra­ta del­lʼin­ter­di­zio­ne o del di­vie­to si con­ta sol­tan­to dal gior­no del­la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le o de­fi­ni­ti­va ov­ve­ro da quel­lo in cui la san­zio­ne è sta­ta sop­pres­sa o con­do­na­ta.

4Se lʼau­to­re ha su­pe­ra­to con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va, lʼau­to­ri­tà com­pe­ten­te de­ci­de se lʼin­ter­di­zio­ne di cui al­lʼar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 1 o il di­vie­to di cui al­lʼar­ti­co­lo 67b deb­ba­no es­se­re at­te­nua­ti quan­to a du­ra­ta e con­te­nu­to op­pu­re sop­pres­si.

5Lʼau­to­re può chie­de­re al­lʼau­to­ri­tà com­pe­ten­te di ri­dur­re la du­ra­ta o at­te­nua­re il con­te­nu­to di unʼin­ter­di­zio­ne o di un di­vie­to op­pu­re di sop­pri­mer­li:

a.
do­po al­me­no due an­ni di ese­cu­zio­ne, nel ca­so di unʼin­ter­di­zio­ne di cui al­lʼar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 1 o di un di­vie­to di cui al­lʼar­ti­co­lo 67b;
b.
tra­scor­sa la me­tà del­la du­ra­ta del­lʼin­ter­di­zio­ne, ma do­po al­me­no tre an­ni di ese­cu­zio­ne, nel ca­so di unʼin­ter­di­zio­ne di du­ra­ta de­ter­mi­na­ta di cui al­lʼar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 2;
c.2
...
d.3
do­po al­me­no die­ci an­ni di ese­cu­zio­ne, nel ca­so di un'in­ter­di­zio­ne a vi­ta di cui all'ar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 2bis.

6Nei ca­si di cui al ca­po­ver­so 4 o 5, lʼau­to­ri­tà com­pe­ten­te sop­pri­me lʼin­ter­di­zio­ne o il di­vie­to se non vi è da te­me­re che lʼau­to­re com­met­ta al­tri cri­mi­ni o de­lit­ti nel­lʼe­ser­ci­zio del­lʼat­ti­vi­tà in que­stio­ne o nel ca­so in cui ab­bia con­tat­ti con de­ter­mi­na­te per­so­ne o con i mem­bri di un grup­po de­ter­mi­na­to e se lʼau­to­re ha, per quan­to si po­tes­se ra­gio­ne­vol­men­te pre­ten­de­re, ri­sar­ci­to il dan­no da lui cau­sa­to.

6bisLe in­ter­di­zio­ni pro­nun­cia­te se­con­do l'ar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 3 o 4 non pos­so­no es­se­re sop­pres­se.4

7Se il con­dan­na­to di­sat­ten­de unʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te o si sot­trae al­lʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va con­nes­sa o se ta­le as­si­sten­za si ri­ve­la inat­tua­bi­le o non più ne­ces­sa­ria, lʼau­to­ri­tà com­pe­ten­te ne ri­fe­ri­sce al giu­di­ce o al­le au­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne. Il giu­di­ce o lʼau­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne può por­re fi­ne al­lʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­spor­ne una nuo­va.

7bisL'au­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne può or­di­na­re l'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va per l'in­te­ra du­ra­ta dell'in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un'at­ti­vi­tà o del di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te.5

8Se il con­dan­na­to si sot­trae al­lʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va du­ran­te un pe­rio­do di pro­va, è ap­pli­ca­bi­le lʼar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­si 4 e 5.

9Se, du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, il con­dan­na­to di­sat­ten­de un'in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re un'at­ti­vi­tà o un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, so­no ap­pli­ca­bi­li l'ar­ti­co­lo 294 e le di­spo­si­zio­ni sul­la re­vo­ca del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le del­la pe­na, non­ché sul ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne del­la pe­na o del­la mi­su­ra.6


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).
2 Abro­ga­ta dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), con ef­fet­to dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
4 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
5 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 16 mar. 2018 (At­tua­zio­ne dell'art. 123c Co­st), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 3803; FF 2016 5509).
6 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 67d  

Mo­di­fi­ca o pro­nun­cia a po­ste­rio­ri di unʼin­ter­di­zio­ne o di un di­vie­to

 

1Se du­ran­te lʼe­se­cu­zio­ne di unʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o di un di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te si con­sta­ta che lʼau­to­re adem­pie le con­di­zio­ni per unʼe­sten­sio­ne del­lʼin­ter­di­zio­ne o del di­vie­to o per unʼin­ter­di­zio­ne o un di­vie­to ag­giun­ti­vi, il giu­di­ce può or­di­nar­li a po­ste­rio­ri su pro­po­sta del­lʼau­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne.

2Se du­ran­te lʼe­se­cu­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va o di una mi­su­ra pri­va­ti­va del­la li­ber­tà si con­sta­ta che lʼau­to­re adem­pie le con­di­zio­ni per unʼin­ter­di­zio­ne di cui al­lʼar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 1 o 2 op­pu­re per un di­vie­to di cui al­lʼar­ti­co­lo 67b, il giu­di­ce può or­di­nar­li a po­ste­rio­ri su pro­po­sta del­lʼau­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Art. 67e  

3. Di­vie­to di con­dur­re

 

Se l'au­to­re ha uti­liz­za­to un vei­co­lo a mo­to­re per com­met­te­re un cri­mi­ne o un de­lit­to e sus­si­ste il ri­schio di un ul­te­rio­re abu­so, il giu­di­ce può or­di­na­re con­giun­ta­men­te a una pe­na o a una mi­su­ra se­con­do gli ar­ti­co­li 59-64 il ri­ti­ro del­la li­cen­za di al­lie­vo con­du­cen­te o del­la li­cen­za di con­dur­re per una du­ra­ta da un me­se a cin­que an­ni.


1 Ori­gi­na­rio art. 67b.

Art. 67f  

1 Pri­vo d'og­get­to giu­sta il n. IV 1 del­la del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

 
Art. 68  

4. Pub­bli­ca­zio­ne del­la sen­ten­za

 

1Se l'in­te­res­se pub­bli­co o l'in­te­res­se del­la per­so­na le­sa o dell'aven­te di­rit­to di que­re­la lo ri­chie­de, il giu­di­ce or­di­na che la sen­ten­za di con­dan­na sia re­sa pub­bli­ca a spe­se del con­dan­na­to.

2Se l'in­te­res­se pub­bli­co o l'in­te­res­se del­la per­so­na as­sol­ta o sca­gio­na­ta lo ri­chie­de, il giu­di­ce or­di­na che la sen­ten­za di as­so­lu­zio­ne o la de­ci­sio­ne di ab­ban­do­no del pro­ce­di­men­to sia re­sa pub­bli­ca a spe­se del­lo Sta­to o del de­nun­cian­te.

3La pub­bli­ca­zio­ne nell'in­te­res­se del­la per­so­na le­sa, dell'aven­te di­rit­to di que­re­la o del­la per­so­na as­sol­ta o sca­gio­na­ta av­vie­ne sol­tan­to a lo­ro ri­chie­sta.

4Il giu­di­ce fis­sa le mo­da­li­tà e l'esten­sio­ne del­la pub­bli­ca­zio­ne.

Art. 69  

5. Con­fi­sca

a. Con­fi­sca di og­get­ti pe­ri­co­lo­si

 

1Il giu­di­ce, in­di­pen­den­te­men­te dal­la pu­ni­bi­li­tà di una da­ta per­so­na, or­di­na la con­fi­sca de­gli og­get­ti che han­no ser­vi­to o era­no de­sti­na­ti a com­met­te­re un rea­to o che co­sti­tui­sco­no il pro­dot­to di un rea­to se ta­li og­get­ti com­pro­met­to­no la si­cu­rez­za del­le per­so­ne, la mo­ra­li­tà o l'or­di­ne pub­bli­co.

2Il giu­di­ce può or­di­na­re che gli og­get­ti con­fi­sca­ti sia­no re­si in­ser­vi­bi­li o di­strut­ti.

Art. 70  

b. Con­fi­sca di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li.

Prin­ci­pi

 

1Il giu­di­ce or­di­na la con­fi­sca dei va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li che co­sti­tui­sco­no il pro­dot­to di un rea­to o era­no de­sti­na­ti a de­ter­mi­na­re o a ri­com­pen­sa­re l'au­to­re di un rea­to, a me­no che deb­ba­no es­se­re re­sti­tui­ti al­la per­so­na le­sa al­lo sco­po di ri­pri­sti­na­re la si­tua­zio­ne le­ga­le.

2La con­fi­sca non può es­se­re or­di­na­ta se un ter­zo ha ac­qui­si­to i va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li igno­ran­do i fat­ti che l'avreb­be­ro giu­sti­fi­ca­ta, nel­la mi­su­ra in cui ab­bia for­ni­to una con­tro­pre­sta­zio­ne ade­gua­ta o la con­fi­sca co­sti­tui­sca nei suoi con­fron­ti una mi­su­ra ec­ces­si­va­men­te se­ve­ra.

3Il di­rit­to di or­di­na­re la con­fi­sca si pre­scri­ve in set­te an­ni; se il per­se­gui­men­to del rea­to sog­gia­ce a una pre­scri­zio­ne più lun­ga, que­sta si ap­pli­ca an­che al­la con­fi­sca.

4La con­fi­sca è pub­bli­ca­ta uf­fi­cial­men­te. Le pre­te­se del­la per­so­na le­sa o di ter­zi si estin­guo­no cin­que an­ni do­po la pub­bli­ca­zio­ne uf­fi­cia­le del­la con­fi­sca.

5Se l'im­por­to dei va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li sot­to­stan­ti a con­fi­sca non può es­se­re de­ter­mi­na­to o può es­ser­lo sol­tan­to con spe­se spro­por­zio­na­te, il giu­di­ce può pro­ce­de­re a una sti­ma.

Art. 71  

Ri­sar­ci­men­ti

 

1Se i va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li sot­to­stan­ti al­la con­fi­sca non so­no più re­pe­ri­bi­li, il giu­di­ce or­di­na in fa­vo­re del­lo Sta­to un ri­sar­ci­men­to equi­va­len­te; nei con­fron­ti di ter­zi, tut­ta­via, il ri­sar­ci­men­to può es­se­re or­di­na­to sol­tan­to per quan­to non sia esclu­so giu­sta l'ar­ti­co­lo 70 ca­po­ver­so 2.

2Il giu­di­ce può pre­scin­de­re in tut­to o in par­te dal ri­sar­ci­men­to che ri­sul­ti pre­su­mi­bil­men­te ine­si­gi­bi­le o im­pe­di­sca se­ria­men­te il rein­se­ri­men­to so­cia­le dell'in­te­res­sa­to.

3In vi­sta dell'ese­cu­zio­ne del ri­sar­ci­men­to, l'au­to­ri­tà in­qui­ren­te può sot­to­por­re a se­que­stro va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li dell'in­te­res­sa­to. Il se­que­stro non fon­da al­cu­na pre­te­sa pri­vi­le­gia­ta in fa­vo­re del­lo Sta­to nell'am­bi­to dell'ese­cu­zio­ne for­za­ta.

Art. 72  

Con­fi­sca di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li di una or­ga­niz­za­zio­ne cri­mi­na­le

 

Il giu­di­ce or­di­na la con­fi­sca di tut­ti i va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li di cui un'or­ga­niz­za­zio­ne cri­mi­na­le ha fa­col­tà di di­spor­re. I va­lo­ri ap­par­te­nen­ti a una per­so­na che ab­bia par­te­ci­pa­to o so­ste­nu­to un'or­ga­niz­za­zio­ne cri­mi­na­le (art. 260ter) so­no pre­sun­ti sot­to­po­sti, fi­no a pro­va del con­tra­rio, al­la fa­col­tà di di­spor­re dell'or­ga­niz­za­zio­ne.

Art. 73  

6. As­se­gna­men­ti al dan­neg­gia­to

 

1Se, in se­gui­to a un cri­mi­ne o a un de­lit­to, al­cu­no pa­ti­sce un dan­no non co­per­to da un'as­si­cu­ra­zio­ne e si de­ve pre­su­me­re che il dan­no o il tor­to mo­ra­le non sa­ran­no ri­sar­ci­ti dall'au­to­re, il giu­di­ce as­se­gna al dan­neg­gia­to, a sua ri­chie­sta, fi­no all'im­por­to del ri­sar­ci­men­to o dell'in­den­ni­tà per tor­to mo­ra­le sta­bi­li­ti giu­di­zial­men­te o me­dian­te tran­sa­zio­ne:

a.
la pe­na pe­cu­nia­ria o la mul­ta pa­ga­ta dal con­dan­na­to;
b.
gli og­get­ti e i be­ni con­fi­sca­ti o il ri­ca­vo del­la lo­ro rea­liz­za­zio­ne, de­dot­te le spe­se;
c.
le pre­te­se di ri­sar­ci­men­to;
d.
l'im­por­to del­la cau­zio­ne pre­ven­ti­va pre­sta­ta.

2Il giu­di­ce può tut­ta­via or­di­na­re que­sti as­se­gna­men­ti sol­tan­to se il dan­neg­gia­to ce­de al­lo Sta­to la re­la­ti­va quo­ta del suo cre­di­to.

3I Can­to­ni pre­ve­do­no una pro­ce­du­ra sem­pli­ce e ra­pi­da per il ca­so in cui gli as­se­gna­men­ti non fos­se­ro pos­si­bi­li già nel­la sen­ten­za pe­na­le.

Titolo quarto: Dell'esecuzione delle pene detentive e delle misure privative della libertà

Art. 74  

1. Prin­ci­pi dell'ese­cu­zio­ne

 

La di­gni­tà uma­na del de­te­nu­to o col­lo­ca­to dev'es­se­re ri­spet­ta­ta. I di­rit­ti di co­stui pos­so­no es­se­re li­mi­ta­ti sol­tan­to nel­la mi­su­ra in cui la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà e la con­vi­ven­za nell'isti­tu­zio­ne d'ese­cu­zio­ne lo ri­chie­da­no.

Art. 75  

2. Ese­cu­zio­ne del­le pe­ne de­ten­ti­ve.

Prin­ci­pi

 

1L'ese­cu­zio­ne del­la pe­na de­ve pro­muo­ve­re il com­por­ta­men­to so­cia­le del de­te­nu­to, in par­ti­co­la­re la sua ca­pa­ci­tà a vi­ve­re esen­te da pe­na. Es­sa de­ve cor­ri­spon­de­re per quan­to pos­si­bi­le al­le con­di­zio­ni ge­ne­ra­li di vi­ta, ga­ran­ti­re as­si­sten­za al de­te­nu­to, ov­via­re al­le con­se­guen­ze no­ci­ve del­la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà e te­ne­re con­to ade­gua­ta­men­te del­la pro­te­zio­ne del­la col­let­ti­vi­tà, del per­so­na­le in­ca­ri­ca­to dell'ese­cu­zio­ne e de­gli al­tri de­te­nu­ti.

21

3Il re­go­la­men­to del pe­ni­ten­zia­rio pre­ve­de l'al­le­sti­men­to di un pia­no di ese­cu­zio­ne con il de­te­nu­to. Il pia­no con­tie­ne in par­ti­co­la­re in­di­ca­zio­ni su­gli aiu­ti of­fer­ti, sul­le pos­si­bi­li­tà di la­vo­ro, di for­ma­zio­ne e for­ma­zio­ne con­ti­nua2, sul­la ri­pa­ra­zio­ne del dan­no, sul­le re­la­zio­ni con il mon­do ester­no e sul­la pre­pa­ra­zio­ne al­la vi­ta in li­ber­tà.

4Il de­te­nu­to de­ve par­te­ci­pa­re at­ti­va­men­te agli sfor­zi di ri­so­cia­liz­za­zio­ne e al­la pre­pa­ra­zio­ne del­la li­be­ra­zio­ne.

5Va te­nu­to con­to del­le pre­oc­cu­pa­zio­ni e del­le esi­gen­ze dei de­te­nu­ti d'am­bo i ses­si.

6Se il de­te­nu­to è li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te o de­fi­ni­ti­va­men­te e ri­sul­ta a po­ste­rio­ri che all'at­to del­la li­be­ra­zio­ne esi­ste­va con­tro di lui un'al­tra sen­ten­za ese­cu­ti­va di con­dan­na a una pe­na de­ten­ti­va, que­st'ul­ti­ma non vie­ne più ese­gui­ta qua­lo­ra:

a.
es­sa non sia sta­ta ese­gui­ta si­mul­ta­nea­men­te all'al­tra pe­na de­ten­ti­va per un mo­ti­vo ad­de­bi­ta­bi­le al­le au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne;
b.
il de­te­nu­to po­tes­se pre­su­me­re in buo­na fe­de che all'at­to del­la li­be­ra­zio­ne non sa­reb­be esi­sti­ta con­tro di lui al­cun'al­tra sen­ten­za ese­cu­ti­va di con­dan­na a una pe­na de­ten­ti­va; e
c.
l'ese­cu­zio­ne me­de­si­ma com­pro­met­tes­se il rein­se­ri­men­to so­cia­le del de­te­nu­to.

1 Abro­ga­to dal n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).
2 Nuo­va espr. giu­sta il n. 11 dell'all. al­la LF del 20 giu. 2014 sul­la for­ma­zio­ne con­ti­nua, in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2016 689; FF 2013 3085). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

Art. 75a  

Mi­su­re par­ti­co­la­ri di si­cu­rez­za

 

1La com­mis­sio­ne di cui all'ar­ti­co­lo 62d ca­po­ver­so 2 va­lu­ta la pe­ri­co­lo­si­tà pub­bli­ca dell'au­to­re in vi­sta del suo tra­sfe­ri­men­to in un pe­ni­ten­zia­rio aper­to, non­ché in vi­sta dell'au­to­riz­za­zio­ne di un re­gi­me aper­to, se:

a.
l'au­to­re ha com­mes­so un cri­mi­ne di cui all'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1; e
b.
l'au­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne non è in gra­do di va­lu­ta­re con cer­tez­za la pe­ri­co­lo­si­tà pub­bli­ca del de­te­nu­to.

2Per re­gi­me aper­to si in­ten­de un'espia­zio­ne del­la pe­na ta­le da es­se­re me­no re­strit­ti­va del­la li­ber­tà, in par­ti­co­la­re il tra­sfe­ri­men­to in un pe­ni­ten­zia­rio aper­to, la con­ces­sio­ne di con­ge­di, l'au­to­riz­za­zio­ne del la­vo­ro o al­log­gio ester­ni e la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le.

3La pe­ri­co­lo­si­tà pub­bli­ca è pre­sun­ta quan­do vi è il pe­ri­co­lo che il de­te­nu­to si dia al­la fu­ga e com­met­ta nuo­vi rea­ti at­ti a pre­giu­di­ca­re gra­ve­men­te l'in­te­gri­tà fi­si­ca, psi­chi­ca o ses­sua­le di un'al­tra per­so­na.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).

Art. 76  

Luo­go dell'ese­cu­zio­ne

 

1Le pe­ne de­ten­ti­ve so­no scon­ta­te in un pe­ni­ten­zia­rio chiu­so o aper­to.

2Il de­te­nu­to è col­lo­ca­to in un pe­ni­ten­zia­rio chiu­so o in un re­par­to chiu­so di un pe­ni­ten­zia­rio aper­to se vi è il pe­ri­co­lo che si dia al­la fu­ga o vi è da at­ten­der­si che com­met­ta nuo­vi rea­ti.

Art. 77  

Ese­cu­zio­ne or­di­na­ria

 

Di re­go­la, il de­te­nu­to tra­scor­re nel pe­ni­ten­zia­rio il tem­po di la­vo­ro e di ri­po­so e il tem­po li­be­ro.

Art. 77a  

La­vo­ro e al­log­gio ester­ni

 

1La pe­na de­ten­ti­va una cui par­te, ma di re­go­la al­me­no la me­tà, è già sta­ta scon­ta­ta è ese­gui­ta in for­ma di la­vo­ro ester­no se non vi è da at­ten­der­si che il de­te­nu­to si dia al­la fu­ga o com­met­ta nuo­vi rea­ti.

2In re­gi­me di la­vo­ro ester­no il de­te­nu­to la­vo­ra fuo­ri del pe­ni­ten­zia­rio e tra­scor­re le ore di tem­po li­be­ro e di ri­po­so nel pe­ni­ten­zia­rio. Il pas­sag­gio a que­sta for­ma d'ese­cu­zio­ne av­vie­ne di re­go­la do­po un ade­gua­to pe­rio­do di per­ma­nen­za in un pe­ni­ten­zia­rio aper­to o nel re­par­to aper­to di un pe­ni­ten­zia­rio chiu­so. So­no con­si­de­ra­ti la­vo­ri fuo­ri del pe­ni­ten­zia­rio an­che i la­vo­ri do­me­sti­ci e la cu­ra dei fi­gli.

3Se il de­te­nu­to si com­por­ta cor­ret­ta­men­te nel la­vo­ro ester­no, l'ese­cu­zio­ne ul­te­rio­re av­vie­ne in for­ma di al­log­gio e la­vo­ro ester­ni. In tal ca­so il de­te­nu­to al­log­gia e la­vo­ra fuo­ri del pe­ni­ten­zia­rio, ma ri­ma­ne sot­to­po­sto all'au­to­ri­tà di ese­cu­zio­ne.

Art. 77b  

Se­mi­pri­gio­nia

 

1A ri­chie­sta del con­dan­na­to, una pe­na de­ten­ti­va non su­pe­rio­re a do­di­ci me­si o una pe­na re­si­dua, ri­sul­tan­te dal com­pu­to del car­ce­re pre­ven­ti­vo, non su­pe­rio­re a sei me­si pos­so­no es­se­re ese­gui­te in for­ma di se­mi­pri­gio­nia se:

a.
non vi è da at­ten­der­si che il con­dan­na­to si dia al­la fu­ga o com­met­ta nuo­vi rea­ti; e
b.
il con­dan­na­to svol­ge un la­vo­ro, una for­ma­zio­ne o un'oc­cu­pa­zio­ne re­go­la­ri per al­me­no ven­ti ore al­la set­ti­ma­na.
2Il de­te­nu­to con­ti­nua a svol­ge­re il suo la­vo­ro o la sua for­ma­zio­ne od oc­cu­pa­zio­ne fuo­ri del pe­ni­ten­zia­rio, ma vi tra­scor­re il tem­po di ri­po­so e il tem­po li­be­ro.

3An­zi­ché in un pe­ni­ten­zia­rio, la se­mi­pri­gio­nia può svol­ger­si in un re­par­to spe­cia­le di uno sta­bi­li­men­to adi­bi­to al car­ce­re pre­ven­ti­vo, pur­ché il con­dan­na­to sia de­bi­ta­men­te as­si­sti­to.

4Se il con­dan­na­to non adem­pie più le con­di­zio­ni dell'au­to­riz­za­zio­ne o se, no­no­stan­te dif­fi­da, non scon­ta la se­mi­pri­gio­nia con­for­me­men­te al­le con­di­zio­ni e one­ri sta­bi­li­ti dall'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne, la pe­na de­ten­ti­va è ese­gui­ta in re­gi­me or­di­na­rio.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 78  

Se­gre­ga­zio­ne cel­lu­la­re

 

La se­gre­ga­zio­ne cel­lu­la­re, in for­ma di iso­la­men­to inin­ter­rot­to da­gli al­tri de­te­nu­ti, può es­se­re or­di­na­ta sol­tan­to:

a.
all'ini­zio del­la pe­na e al fi­ne di av­via­re l'ese­cu­zio­ne, per un pe­rio­do di non ol­tre una set­ti­ma­na;
b.
a tu­te­la del de­te­nu­to o di ter­zi;
c.
co­me san­zio­ne di­sci­pli­na­re.
Art. 79  

1 Abro­ga­to dal n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), con ef­fet­to 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

 
Art. 79a  

La­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà

 

1Se non vi è da at­ten­der­si che il con­dan­na­to si dia al­la fu­ga o com­met­ta nuo­vi rea­ti, a sua ri­chie­sta pos­so­no es­se­re ese­gui­te in for­ma di la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà:

a.
una pe­na de­ten­ti­va non su­pe­rio­re a sei me­si;
b.
una pe­na re­si­dua, ri­sul­tan­te dal com­pu­to del car­ce­re pre­ven­ti­vo, non su­pe­rio­re a sei me­si; o
c.
una pe­na pe­cu­nia­ria o una mul­ta.
2Le pe­ne de­ten­ti­ve so­sti­tu­ti­ve non pos­so­no es­se­re ese­gui­te in for­ma di la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà.

3Il la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà de­ve es­se­re pre­sta­to a fa­vo­re di isti­tu­zio­ni so­cia­li, ope­re di in­te­res­se pub­bli­co o per­so­ne bi­so­gno­se. È pre­sta­to gra­tui­ta­men­te.

4Quat­tro ore di la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà cor­ri­spon­do­no a un gior­no di pe­na de­ten­ti­va, a un'ali­quo­ta gior­na­lie­ra di pe­na pe­cu­nia­ria o, per le con­trav­ven­zio­ni, a un gior­no di pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va.

5L'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne fis­sa al con­dan­na­to un ter­mi­ne di due an­ni al mas­si­mo per pre­sta­re il la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà. Nel ca­so di una mul­ta il ter­mi­ne è di un an­no al mas­si­mo.

6Se, no­no­stan­te dif­fi­da, il con­dan­na­to non pre­sta il la­vo­ro di pub­bli­ca uti­li­tà con­for­me­men­te al­le con­di­zio­ni e one­ri sta­bi­li­ti dall'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne o nel ter­mi­ne fis­sa­to, la pe­na de­ten­ti­va è ese­gui­ta in re­gi­me or­di­na­rio o in for­ma di se­mi­pri­gio­nia o si pro­ce­de all'esa­zio­ne del­la pe­na pe­cu­nia­ria o del­la mul­ta.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 79b  

Sor­ve­glian­za elet­tro­ni­ca

 

1A ri­chie­sta del con­dan­na­to, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne può or­di­na­re l'im­pie­go di ap­pa­rec­chi elet­tro­ni­ci e la lo­ro ap­pli­ca­zio­ne fis­sa sul cor­po del con­dan­na­to (sor­ve­glian­za elet­tro­ni­ca):

a.
per l'ese­cu­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va o pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va da ven­ti gior­ni a do­di­ci me­si; o
b.
in luo­go del la­vo­ro ester­no o del la­vo­ro e al­log­gio ester­ni, per una du­ra­ta da tre a do­di­ci me­si.

2L'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne può or­di­na­re la sor­ve­glian­za elet­tro­ni­ca sol­tan­to se:

a.
non vi è da at­ten­der­si che il con­dan­na­to si dia al­la fu­ga o com­met­ta nuo­vi rea­ti;
b.
il con­dan­na­to di­spo­ne di un al­log­gio fis­so;
c.
il con­dan­na­to svol­ge un la­vo­ro, una for­ma­zio­ne o un'oc­cu­pa­zio­ne re­go­la­ri per al­me­no ven­ti ore al­la set­ti­ma­na o è pos­si­bi­le as­se­gnar­gli una ta­le at­ti­vi­tà;
d.
gli adul­ti che vi­vo­no con il con­dan­na­to nel­la stes­sa abi­ta­zio­ne vi ac­con­sen­to­no; e
e.
il con­dan­na­to ap­pro­va il pia­no di ese­cu­zio­ne al­le­sti­to per lui.

3Se le con­di­zio­ni di cui al ca­po­ver­so 2 let­te­ra a, b o c non so­no più adem­piu­te o se il con­dan­na­to vio­la gli ob­bli­ghi sta­bi­li­ti nel pia­no di ese­cu­zio­ne, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne può por­re fi­ne all'ese­cu­zio­ne in for­ma di sor­ve­glian­za elet­tro­ni­ca e or­di­na­re che la pe­na de­ten­ti­va sia ese­gui­ta in re­gi­me or­di­na­rio o in for­ma di se­mi­pri­gio­nia op­pu­re li­mi­ta­re il tem­po li­be­ro spet­tan­te al con­dan­na­to.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 80  

De­ro­ghe al­le for­me d'ese­cu­zio­ne

 

1Al­le nor­me in ma­te­ria di ese­cu­zio­ne può es­se­re de­ro­ga­to a fa­vo­re del de­te­nu­to:

a.
qua­lo­ra il suo sta­to di sa­lu­te lo ri­chie­da;
b.
in ca­so di gra­vi­dan­za, par­to e puer­pe­rio;
c.
per per­met­te­re a ma­dri de­te­nu­te di te­ne­re con sé i lo­ro in­fan­ti, se nell'in­te­res­se an­che del bam­bi­no me­de­si­mo.

2Se la pe­na non è scon­ta­ta in un pe­ni­ten­zia­rio ben­sì in un'al­tra isti­tu­zio­ne ap­pro­pria­ta, il de­te­nu­to ne sot­to­stà ai re­go­la­men­ti, sal­vo di­spo­si­zio­ne con­tra­ria dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne.

Art. 81  

La­vo­ro

 

1Il de­te­nu­to è ob­bli­ga­to al la­vo­ro. Il la­vo­ro de­ve cor­ri­spon­de­re quan­to pos­si­bi­le al­le sue ca­pa­ci­tà, al­la sua for­ma­zio­ne e al­le sue in­cli­na­zio­ni.

2Il de­te­nu­to che vi ac­con­sen­te può es­se­re oc­cu­pa­to pres­so un da­to­re di la­vo­ro pri­va­to.

Art. 82  

For­ma­zio­ne e for­ma­zio­ne con­ti­nua

 

Al de­te­nu­to ido­neo de­ve per quan­to pos­si­bi­le es­se­re da­ta la pos­si­bi­li­tà di ac­qui­si­re una for­ma­zio­ne e una for­ma­zio­ne con­ti­nua cor­ri­spon­den­ti al­le sue ca­pa­ci­tà.

Art. 83  

Re­tri­bu­zio­ne

 

1Il de­te­nu­to ri­ce­ve per il suo la­vo­ro una re­tri­bu­zio­ne cor­ri­spon­den­te al­le sue pre­sta­zio­ni e ade­gua­ta al­le cir­co­stan­ze.

2Men­tre scon­ta la pe­na, il de­te­nu­to può di­spor­re li­be­ra­men­te sol­tan­to di una par­te del­la re­tri­bu­zio­ne. La par­te re­stan­te è ac­can­to­na­ta qua­le som­ma de­sti­na­ta a far fron­te ai pri­mi tem­pi do­po la li­be­ra­zio­ne. La re­tri­bu­zio­ne non può es­se­re né pi­gno­ra­ta né se­que­stra­ta né in­clu­sa in una mas­sa fal­li­men­ta­re. È nul­la ogni sua ces­sio­ne o co­sti­tu­zio­ne in pe­gno.

3Per la par­te­ci­pa­zio­ne a mi­su­re di for­ma­zio­ne o for­ma­zio­ne pro­fes­sio­na­le con­ti­nua che il pia­no d'ese­cu­zio­ne pre­ve­de in luo­go del la­vo­ro il de­te­nu­to ri­ce­ve un con­gruo com­pen­so.

Art. 84  

Re­la­zio­ni con il mon­do ester­no

 

1Il de­te­nu­to ha il di­rit­to di ri­ce­ve­re vi­si­te e di man­te­ne­re con­tat­ti con per­so­ne all'ester­no del pe­ni­ten­zia­rio. Dev'es­ser­gli age­vo­la­to il con­tat­to con per­so­ne a lui vi­ci­ne.

2Ta­li con­tat­ti pos­so­no es­se­re sot­to­po­sti a con­trol­lo e, per sal­va­guar­da­re la di­sci­pli­na e la si­cu­rez­za nel pe­ni­ten­zia­rio, es­se­re li­mi­ta­ti o vie­ta­ti. Le vi­si­te non pos­so­no es­se­re sor­ve­glia­te all'in­sa­pu­ta de­gli in­te­res­sa­ti. Ri­man­go­no sal­vi i prov­ve­di­men­ti pro­ces­sua­li or­di­na­ti per as­si­cu­ra­re un pro­ce­di­men­to pe­na­le.

3Gli as­si­sten­ti spi­ri­tua­li, i me­di­ci, gli av­vo­ca­ti, i no­tai e i tu­to­ri non­ché le per­so­ne con fun­zio­ni ana­lo­ghe pos­so­no es­se­re au­to­riz­za­ti a co­mu­ni­ca­re li­be­ra­men­te con i de­te­nu­ti nei li­mi­ti dell'or­di­na­men­to ge­ne­ra­le del pe­ni­ten­zia­rio.

4I con­tat­ti con i di­fen­so­ri so­no con­sen­ti­ti. Le vi­si­te dei di­fen­so­ri pos­so­no es­se­re sor­ve­glia­te, ma i col­lo­qui non pos­so­no es­se­re ascol­ta­ti. La cor­ri­spon­den­za non­ché gli scrit­ti de­gli av­vo­ca­ti non pos­so­no es­se­re esa­mi­na­ti quan­to al con­te­nu­to. In ca­so di abu­so, i rap­por­ti tra de­te­nu­to e av­vo­ca­ti pos­so­no es­se­re vie­ta­ti dall'au­to­ri­tà com­pe­ten­te.

5I rap­por­ti con le au­to­ri­tà di vi­gi­lan­za non pos­so­no es­se­re con­trol­la­ti.

6Al de­te­nu­to van­no con­ces­si ade­gua­ti con­ge­di per la cu­ra del­le re­la­zio­ni con il mon­do ester­no, per la pre­pa­ra­zio­ne del ri­tor­no al­la vi­ta li­be­ra o per ra­gio­ni par­ti­co­la­ri, sem­pre­ché il suo com­por­ta­men­to du­ran­te l'ese­cu­zio­ne del­la pe­na non vi si op­pon­ga e pur­ché non vi sia il ri­schio che si dia al­la fu­ga o non vi sia da at­ten­der­si che com­met­ta nuo­vi rea­ti.

6bisAi cri­mi­na­li in­ter­na­ti a vi­ta non so­no con­ces­si con­ge­di o al­tre for­me di re­gi­me pe­ni­ten­zia­rio aper­to du­ran­te l'ese­cu­zio­ne del­la pe­na che pre­ce­de l'in­ter­na­men­to a vi­ta.1

7Ri­man­go­no sal­vi l'ar­ti­co­lo 36 del­la Con­ven­zio­ne di Vien­na del 24 apri­le 19632 sul­le re­la­zio­ni con­so­la­ri e le al­tre nor­me di di­rit­to in­ter­na­zio­na­le pub­bli­co con­cer­nen­ti le vi­si­te e la cor­ri­spon­den­za, vin­co­lan­ti per la Sviz­ze­ra.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).
2 RS 0.191.02

Art. 85  

Con­trol­li e ispe­zio­ni

 

1Gli ef­fet­ti per­so­na­li e gli al­log­gi dei de­te­nu­ti pos­so­no es­se­re per­qui­si­ti per tu­te­la­re l'or­di­ne e la si­cu­rez­za nel pe­ni­ten­zia­rio.

2Il de­te­nu­to so­spet­ta­to di ce­la­re su di sé o nel suo cor­po og­get­ti vie­ta­ti può es­se­re sot­to­po­sto a un esa­me cor­po­ra­le. L'esa­me è ef­fet­tua­to da una per­so­na del­lo stes­so ses­so. Se im­pli­ca una sve­sti­zio­ne, non può es­se­re ese­gui­to in pre­sen­za di al­tri de­te­nu­ti. L'esa­me all'in­ter­no del cor­po è ef­fet­tua­to da un me­di­co o da per­so­na­le me­di­co.

Art. 86  

Li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le

a. Con­ces­sio­ne

 

1Quan­do il de­te­nu­to ha scon­ta­to i due ter­zi del­la pe­na, ma in ogni ca­so al­me­no tre me­si, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te lo li­be­ra con­di­zio­nal­men­te se il suo com­por­ta­men­to du­ran­te l'ese­cu­zio­ne del­la pe­na lo giu­sti­fi­ca e non si deb­ba pre­su­me­re che com­met­te­rà nuo­vi cri­mi­ni o de­lit­ti.

2L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te esa­mi­na d'uf­fi­cio se il de­te­nu­to pos­sa es­se­re li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te. Chie­de a tal fi­ne una re­la­zio­ne al­la di­re­zio­ne del pe­ni­ten­zia­rio. Il de­te­nu­to de­ve es­se­re sen­ti­to.

3Se non con­ce­de la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te rie­sa­mi­na la que­stio­ne al­me­no una vol­ta all'an­no.

4Quan­do il de­te­nu­to ha scon­ta­to la me­tà del­la pe­na, ma in ogni ca­so al­me­no tre me­si, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te può, a ti­to­lo ec­ce­zio­na­le, li­be­rar­lo con­di­zio­nal­men­te qua­lo­ra cir­co­stan­ze straor­di­na­rie ine­ren­ti al­la per­so­na del de­te­nu­to lo giu­sti­fi­chi­no.

5In ca­so di pe­na de­ten­ti­va a vi­ta, la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le se­con­do il ca­po­ver­so 1 è pos­si­bi­le al più pre­sto do­po quin­di­ci an­ni; quel­la se­con­do il ca­po­ver­so 4, do­po die­ci.

Art. 87  

b. Pe­rio­do di pro­va

 

1Al li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te è im­po­sto un pe­rio­do di pro­va di du­ra­ta cor­ri­spon­den­te al re­sto del­la pe­na. Ta­le pe­rio­do non può pe­rò es­se­re in­fe­rio­re a un an­no né su­pe­rio­re a cin­que.

2Per la du­ra­ta del pe­rio­do di pro­va, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne or­di­na di re­go­la un'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va. Può inol­tre im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta.

3Se la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le è sta­ta con­ces­sa per una pe­na de­ten­ti­va in­flit­ta per un rea­to ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1 e se al­la sca­den­za del pe­rio­do di pro­va ap­pa­re ne­ces­sa­rio pro­se­gui­re con l'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o le nor­me di con­dot­ta per ov­via­re al ri­schio che l'au­to­re com­met­ta nuo­vi rea­ti del­lo stes­so ge­ne­re, il giu­di­ce, su pro­po­sta dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne, può di vol­ta in vol­ta or­di­na­re la pro­tra­zio­ne dell'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o del­le nor­me di con­dot­ta per un pe­rio­do da uno a cin­que an­ni o or­di­na­re nuo­ve nor­me di con­dot­ta per que­sto pe­rio­do. In que­sto ca­so, non è pos­si­bi­le il ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne del­la pe­na se­con­do l'ar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­so 5.

Art. 88  

c. Suc­ces­so del pe­rio­do di pro­va

 

Se il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te ha su­pe­ra­to con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va, la li­be­ra­zio­ne di­ven­ta de­fi­ni­ti­va.

Art. 89  

d. In­suc­ces­so del pe­rio­do di pro­va

 

1Se, du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to, il giu­di­ce com­pe­ten­te per giu­di­ca­re il nuo­vo rea­to or­di­na il ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne.

2Se, no­no­stan­te il cri­mi­ne o il de­lit­to com­mes­so du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, non vi è da at­ten­der­si che il con­dan­na­to com­met­ta nuo­vi rea­ti, il giu­di­ce ri­nun­cia al ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne. Può am­mo­ni­re il con­dan­na­to e pro­ro­ga­re il pe­rio­do di pro­va del­la me­tà al mas­si­mo del­la du­ra­ta sta­bi­li­ta ini­zial­men­te dall'au­to­ri­tà com­pe­ten­te. Se su­ben­tra al ter­mi­ne del pe­rio­do di pro­va, la pro­ro­ga de­cor­re a par­ti­re dal gior­no in cui è sta­ta or­di­na­ta. Le di­spo­si­zio­ni sull'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e sul­le no­me di con­dot­ta (art. 93-95) so­no ap­pli­ca­bi­li.

3Se il li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te si sot­trae all'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta, è ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 95 ca­po­ver­si 3-5.

4Il ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne non può più es­se­re or­di­na­to tra­scor­si tre an­ni dal­la fi­ne del pe­rio­do di pro­va.

5Il car­ce­re pre­ven­ti­vo sof­fer­to du­ran­te la pro­ce­du­ra di ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne è com­pu­ta­to nel re­sto del­la pe­na.

6Se in se­gui­to al nuo­vo rea­to ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per una pe­na de­ten­ti­va sen­za con­di­zio­na­le e ta­le pe­na è in con­cor­so con il re­sto del­la pe­na di­ve­nu­ta ese­cu­ti­va a mo­ti­vo del­la re­vo­ca, il giu­di­ce pro­nun­cia una pe­na uni­ca in ap­pli­ca­zio­ne dell'ar­ti­co­lo 49. Al­la pe­na uni­ca so­no nuo­va­men­te ap­pli­ca­bi­li le nor­me del­la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le. Se de­ve es­se­re ese­gui­to sol­tan­to il re­sto del­la pe­na è ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 86 ca­po­ver­si 1-4.

7Se il re­sto di una pe­na di­ve­nu­ta ese­cu­ti­va in se­gui­to a una de­ci­sio­ne di ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne è in con­cor­so con una del­le mi­su­re pre­vi­ste ne­gli ar­ti­co­li 59-61, è ap­pli­ca­bi­le l'ar­ti­co­lo 57 ca­po­ver­si 2 e 3.

Art. 90  

3. Ese­cu­zio­ne di mi­su­re

 

1Nell'ese­cu­zio­ne di una mi­su­ra se­con­do gli ar­ti­co­li 59-61 il col­lo­ca­to può es­se­re inin­ter­rot­ta­men­te se­pa­ra­to da­gli al­tri col­lo­ca­ti sol­tan­to se ta­le se­gre­ga­zio­ne è in­di­spen­sa­bi­le:

a.
co­me mi­su­ra te­ra­peu­ti­ca tem­po­ra­nea;
b.
a tu­te­la del col­lo­ca­to me­de­si­mo o di ter­zi;
c.
co­me san­zio­ne di­sci­pli­na­re.

2All'ini­zio dell'ese­cu­zio­ne del­la mi­su­ra è al­le­sti­to un pia­no di ese­cu­zio­ne in­sie­me con il col­lo­ca­to o il suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le. Il pia­no con­tie­ne in par­ti­co­la­re in­di­ca­zio­ni sul trat­ta­men­to del­la tur­ba psi­chi­ca, del­la di­pen­den­za o dell'al­te­ra­zio­ne ca­rat­te­ria­le del col­lo­ca­to non­ché sul co­me evi­ta­re che ter­zi sia­no espo­sti a pe­ri­co­lo.

2bisLe mi­su­re di cui agli ar­ti­co­li 59-61 e 64 pos­so­no es­se­re ese­gui­te in for­ma di la­vo­ro e al­log­gio ester­ni se vi so­no fon­da­te pro­ba­bi­li­tà che ciò con­tri­bui­sca in mo­do de­ter­mi­nan­te a rea­liz­za­re lo sco­po del­la mi­su­ra e pur­ché non vi sia il pe­ri­co­lo che il col­lo­ca­to si dia al­la fu­ga o com­met­ta nuo­vi rea­ti. L'ar­ti­co­lo 77a ca­po­ver­si 2 e 3 si ap­pli­ca per ana­lo­gia.1

3Il col­lo­ca­to abi­le al la­vo­ro è te­nu­to a la­vo­ra­re per quan­to il trat­ta­men­to o le cu­re sta­zio­na­ri lo ri­chie­da­no o con­sen­ta­no. Gli ar­ti­co­li 81-83 si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia.

4Le re­la­zio­ni con il mon­do ester­no so­no ret­te per ana­lo­gia dall'ar­ti­co­lo 84, sem­pre­ché ra­gio­ni ine­ren­ti al trat­ta­men­to sta­zio­na­rio non ri­chie­da­no re­stri­zio­ni ul­te­rio­ri.

4bisAl tra­sfe­ri­men­to in un pe­ni­ten­zia­rio aper­to e all'au­to­riz­za­zio­ne di un re­gi­me aper­to si ap­pli­ca per ana­lo­gia l'ar­ti­co­lo 75a.2

4terDu­ran­te l'in­ter­na­men­to a vi­ta non so­no con­ces­si con­ge­di o al­tre for­me di re­gi­me pe­ni­ten­zia­rio aper­to.3

5Con­trol­li e per­qui­si­zio­ni so­no ret­ti per ana­lo­gia dall'ar­ti­co­lo 85.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).
2 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).
3 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 21 dic. 2007 (In­ter­na­men­to a vi­ta di cri­mi­na­li estre­ma­men­te pe­ri­co­lo­si), in vi­go­re dal 1° ago. 2008 (RU 2008 2961; FF 2006 807).

Art. 91  

4. Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni.

Di­rit­to di­sci­pli­na­re

 

1Ai de­te­nu­ti e col­lo­ca­ti che con­trav­ven­go­no col­pe­vol­men­te al­le pre­scri­zio­ni dell'ese­cu­zio­ne pe­na­le o al pia­no d'ese­cu­zio­ne pos­so­no es­se­re in­flit­te san­zio­ni di­sci­pli­na­ri.

2Le san­zio­ni di­sci­pli­na­ri so­no:

a.
l'am­mo­ni­zio­ne;
b.
la re­vo­ca tem­po­ra­nea o li­mi­ta­zio­ne del di­rit­to di di­spor­re di mez­zi fi­nan­zia­ri, dell'oc­cu­pa­zio­ne del tem­po li­be­ro o dei con­tat­ti con l'ester­no;
c.1
la mul­ta;
d.2
l'ar­re­sto qua­le ul­te­rio­re re­stri­zio­ne al­la li­ber­tà.

3Per l'ese­cu­zio­ne del­le pe­ne e del­le mi­su­re i Can­to­ni ema­na­no di­spo­si­zio­ni di­sci­pli­na­ri. Ta­li di­spo­si­zio­ni de­fi­ni­sco­no gli ele­men­ti co­sti­tu­ti­vi del­le in­fra­zio­ni di­sci­pli­na­ri, de­ter­mi­na­no le san­zio­ni di­sci­pli­na­ri e la lo­ro com­mi­su­ra­zio­ne e di­sci­pli­na­no la pro­ce­du­ra.


1 In­tro­dot­ta dal n. I del­la LF del 24 mar. 2006 (Cor­ret­ti­vi in ma­te­ria di san­zio­ni e di ca­sel­la­rio giu­di­zia­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3539; FF 2005 4197).
2 Ori­gi­na­ria lett. c.

Art. 92  

In­ter­ru­zio­ne dell'ese­cu­zio­ne

 

L'ese­cu­zio­ne di pe­ne e mi­su­re può es­se­re in­ter­rot­ta per gra­vi mo­ti­vi.

Art. 92a  

Di­rit­to d'in­for­ma­zio­ne

 

1La vit­ti­ma e i con­giun­ti del­la vit­ti­ma ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 1 ca­po­ver­si 1 e 2 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 23 mar­zo 20072 con­cer­nen­te l'aiu­to al­le vit­ti­me di rea­ti (LAV), non­ché i ter­zi, per quan­to es­si ab­bia­no un in­te­res­se de­gno di pro­te­zio­ne, pos­so­no chie­de­re, pre­sen­tan­do do­man­da scrit­ta, che l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne li in­for­mi:

a.
del mo­men­to in cui ha ini­zio la pe­na o la mi­su­ra a ca­ri­co del con­dan­na­to, dell'isti­tu­zio­ne d'ese­cu­zio­ne, del­la for­ma dell'ese­cu­zio­ne per quan­to di­ver­ga dall'ese­cu­zio­ne or­di­na­ria, dell'in­ter­ru­zio­ne dell'ese­cu­zio­ne, del re­gi­me aper­to (art. 75a cpv. 2), del­la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le o de­fi­ni­ti­va, non­ché del ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne del­la pe­na o del­la mi­su­ra;
b.
sen­za in­du­gio, di un'even­tua­le fu­ga del con­dan­na­to e del­la fi­ne del­la stes­sa.

2L'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne de­ci­de in me­ri­to al­la do­man­da do­po aver sen­ti­to il con­dan­na­to.

3Può ri­fiu­tar­si di in­for­ma­re o re­vo­ca­re una pre­ce­den­te de­ci­sio­ne in tal sen­so sol­tan­to se pre­val­go­no in­te­res­si le­git­ti­mi del con­dan­na­to.

4Se ac­co­glie la do­man­da, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne ren­de at­ten­to l'aven­te di­rit­to all'in­for­ma­zio­ne in me­ri­to al ca­rat­te­re con­fi­den­zia­le del­le in­for­ma­zio­ni co­mu­ni­ca­te. Le per­so­ne che han­no di­rit­to all'aiu­to al­le vit­ti­me se­con­do la LAV non so­no vin­co­la­te al­la ri­ser­va­tez­za nei con­fron­ti dei con­su­len­ti di un con­sul­to­rio ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 9 LAV.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 26 set. 2014 sul di­rit­to d'in­for­ma­zio­ne del­le vit­ti­me di rea­ti, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 1623; FF 2014 833 855). Ve­di an­che le di­sp. trans. di det­ta mod. al­la fi­ne del pre­sen­te te­sto.
2 RS 312.5

Titolo quinto: Dell'assistenza riabilitativa, delle norme di condotta e dell'assistenza sociale volontaria

Art. 93  

As­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va

 

1L'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va è in­te­sa a pre­ser­va­re l'as­si­sti­to dal­la re­ci­di­va, pro­muo­ven­do­ne l'in­te­gra­zio­ne so­cia­le. L'au­to­ri­tà com­pe­ten­te in me­ri­to pre­sta e pro­cu­ra l'aiu­to so­cia­le e spe­cia­liz­za­to ne­ces­sa­rio a tal fi­ne.

2Gli ope­ra­to­ri dell'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va so­no te­nu­ti al se­gre­to su quan­to ap­pren­do­no nell'eser­ci­zio del­le lo­ro fun­zio­ni. Pos­so­no co­mu­ni­ca­re a ter­zi in­for­ma­zio­ni sul­le con­di­zio­ni per­so­na­li de­gli as­si­sti­ti sol­tan­to con il con­sen­so scrit­to di que­sti ul­ti­mi o dell'au­to­ri­tà com­pe­ten­te per l'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va.

3Le au­to­ri­tà del­la giu­sti­zia pe­na­le pos­so­no chie­de­re all'au­to­ri­tà com­pe­ten­te per l'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va una re­la­zio­ne sul com­por­ta­men­to de­gli as­si­sti­ti.

Art. 94  

Nor­me di con­dot­ta

 

Le nor­me di con­dot­ta che il giu­di­ce o l'au­to­ri­tà pre­po­sta all'ese­cu­zio­ne del­le pe­ne può im­par­ti­re al con­dan­na­to per il pe­rio­do di pro­va con­cer­no­no in par­ti­co­la­re l'eser­ci­zio di una pro­fes­sio­ne, la di­mo­ra, la gui­da di un vei­co­lo a mo­to­re, la ri­pa­ra­zio­ne del dan­no non­ché la cu­ra me­di­ca e psi­co­lo­gi­ca.

Art. 95  

Di­spo­si­zio­ni co­mu­ni

 

1Pri­ma di de­ci­de­re cir­ca lʼas­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e le nor­me di con­dot­ta, il giu­di­ce e lʼau­to­ri­tà pre­po­sta al­lʼe­se­cu­zio­ne del­le pe­ne pos­so­no chie­de­re una re­la­zio­ne al­lʼau­to­ri­tà cui com­pe­to­no lʼas­si­sten­za me­de­si­ma, il con­trol­lo del­le nor­me di con­dot­ta o lʼe­se­cu­zio­ne del­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà o del di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te.1 L'in­te­res­sa­to può espri­me­re il pro­prio pa­re­re in me­ri­to. Le sue os­ser­va­zio­ni di­scor­dan­ti van­no men­zio­na­te nel­la re­la­zio­ne.

2L'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va e le nor­me di con­dot­ta de­vo­no es­se­re di­spo­ste e mo­ti­va­te nel­la sen­ten­za o nel­la de­ci­sio­ne.

3Se il con­dan­na­to si sot­trae all'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta o se es­se si ri­ve­la­no inat­tua­bi­li o non più ne­ces­sa­rie, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te ne ri­fe­ri­sce al giu­di­ce o al­le au­to­ri­tà pre­po­ste all'ese­cu­zio­ne del­le pe­ne.

4Il giu­di­ce o l'au­to­ri­tà pre­po­sta all'ese­cu­zio­ne del­le pe­ne può, nei ca­si pre­vi­sti dal ca­po­ver­so 3:

a.
pro­ro­ga­re del­la me­tà la du­ra­ta del pe­rio­do di pro­va;
b.
por fi­ne all'as­si­sten­za ria­bi­li­ta­ti­va o rior­ga­niz­zar­la;
c.
mo­di­fi­ca­re o abro­ga­re le nor­me di con­dot­ta o im­par­tir­ne di nuo­ve.

5Nei ca­si pre­vi­sti dal ca­po­ver­so 3, il giu­di­ce può re­vo­ca­re la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le del­la pe­na de­ten­ti­va o or­di­na­re il ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne del­la pe­na o del­la mi­su­ra qua­lo­ra vi sia se­ria­men­te d'at­ten­der­si che il con­dan­na­to com­met­te­rà nuo­vi rea­ti.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Art. 96  

As­si­sten­za so­cia­le vo­lon­ta­ria

 

Per la du­ra­ta del pro­ce­di­men­to pe­na­le e dell'ese­cu­zio­ne del­la pe­na i Can­to­ni as­si­cu­ra­no un'as­si­sten­za so­cia­le cui gli in­te­res­sa­ti pos­so­no far ca­po vo­lon­ta­ria­men­te.

Titolo sesto: Della prescrizione

Art. 97  

1. Pre­scri­zio­ne dell'azio­ne pe­na­le.

Ter­mi­ni

 

1L'azio­ne pe­na­le si pre­scri­ve:

a.
in 30 an­ni, se la pe­na mas­si­ma com­mi­na­ta è una pe­na de­ten­ti­va a vi­ta;
b.
in 15 an­ni, se la pe­na mas­si­ma com­mi­na­ta è una pe­na de­ten­ti­va su­pe­rio­re a tre an­ni;
c.
in 10 an­ni, se la pe­na mas­si­ma com­mi­na­ta è una pe­na de­ten­ti­va di tre an­ni;
d.
in 7 an­ni, se la pe­na mas­si­ma com­mi­na­ta è un'al­tra pe­na.1

2In ca­so di at­ti ses­sua­li con fan­ciul­li (art. 187) e per­so­ne di­pen­den­ti (art. 188), co­me pu­re di rea­ti se­con­do gli ar­ti­co­li 111, 113, 122, 124, 182, 189-191, 195 e 197 ca­po­ver­so 3 di­ret­ti con­tro per­so­ne mi­no­ri di se­di­ci an­ni, l'azio­ne pe­na­le non si pre­scri­ve pri­ma che la vit­ti­ma ab­bia com­piu­to ven­ti­cin­que an­ni.2

3Se pri­ma del­la sca­den­za del ter­mi­ne di pre­scri­zio­ne è sta­ta pro­nun­cia­ta una sen­ten­za di pri­ma istan­za, la pre­scri­zio­ne si estin­gue.

4In ca­so di at­ti ses­sua­li con fan­ciul­li (art. 187) e mi­no­ri di­pen­den­ti (art. 188), co­me pu­re di rea­ti se­con­do gli ar­ti­co­li 111-113, 122, 182, 189-191 e 195 di­ret­ti con­tro per­so­ne mi­no­ri di se­di­ci an­ni, la pre­scri­zio­ne dell'azio­ne pe­na­le è ret­ta dai ca­po­ver­si 1-3 se il rea­to è sta­to com­mes­so pri­ma dell'en­tra­ta in vi­go­re del­la mo­di­fi­ca del 5 ot­to­bre 20013 e il re­la­ti­vo ter­mi­ne di pre­scri­zio­ne non è an­co­ra sca­du­to a ta­le da­ta.4


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 21 giu. 2013 (Pro­lun­ga­men­to dei ter­mi­ni di pre­scri­zio­ne dell'azio­ne pe­na­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2014 (RU 2013 4417; FF 2012 8119).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 1 dell'all. del DF del 27 set. 2013 (Con­ven­zio­ne di Lan­za­ro­te), in vi­go­re dal 1° lug. 2014 (RU 2014 1159; FF 2012 6761).
3 HY­PER­LINK "http://www.bk.ad­min.ch/ch/i/as/2002/2993.pdf"
4 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 2 n. 1 del DF del 24 mar. 2006 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro il Prot. fa­col­ta­ti­vo del 25 mag. 2000 al­la Conv. sui di­rit­ti del fan­ciul­lo con­cer­nen­te la ven­di­ta di fan­ciul­li, la pro­sti­tu­zio­ne in­fan­ti­le e la pe­do­por­no­gra­fia, in vi­go­re dal 1° dic. 2006 (RU 2006 5437; FF 2005 2513).

Art. 98  

De­cor­ren­za

 

La pre­scri­zio­ne de­cor­re:

a.
dal gior­no in cui l'au­to­re ha com­mes­so il rea­to;
b.
se il rea­to è sta­to ese­gui­to me­dian­te at­ti suc­ces­si­vi, dal gior­no in cui è sta­to com­piu­to l'ul­ti­mo at­to;
c.
se il rea­to è con­ti­nua­to per un cer­to tem­po, dal gior­no in cui è ces­sa­ta la con­ti­nua­zio­ne.
Art. 99  

2. Pre­scri­zio­ne del­la pe­na.

Ter­mi­ni

 

1La pe­na si pre­scri­ve:

a.
in trent'an­ni, se si trat­ta di una pe­na de­ten­ti­va a vi­ta;
b.
in ven­ti­cin­que an­ni, se si trat­ta di una pe­na de­ten­ti­va di die­ci o più an­ni;
c.
in ven­ti an­ni, se si trat­ta di una pe­na de­ten­ti­va da cin­que a me­no di die­ci an­ni;
d.
in quin­di­ci an­ni, se si trat­ta di una pe­na de­ten­ti­va di ol­tre un an­no ma in­fe­rio­re a cin­que an­ni;
e.
in cin­que an­ni, se si trat­ta di un'al­tra pe­na.

2Il ter­mi­ne di pre­scri­zio­ne di una pe­na de­ten­ti­va è so­spe­so:

a.
du­ran­te l'ese­cu­zio­ne inin­ter­rot­ta di que­sta pe­na o di un'al­tra pe­na de­ten­ti­va o mi­su­ra ese­gui­ta im­me­dia­ta­men­te pri­ma;
b.
nel ca­so di li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le, du­ran­te il tem­po di pro­va.
Art. 100  

De­cor­ren­za

 

La pre­scri­zio­ne de­cor­re dal gior­no in cui la sen­ten­za ac­qui­sta for­za di co­sa giu­di­ca­ta. In ca­so di so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le del­la pe­na o di pre­via ese­cu­zio­ne di una mi­su­ra, de­cor­re dal gior­no in cui è or­di­na­ta l'ese­cu­zio­ne del­la pe­na.

Art. 101  

3. Im­pre­scrit­ti­bi­li­tà

 

1So­no im­pre­scrit­ti­bi­li:

a.
il ge­no­ci­dio (art. 264);
b.
i cri­mi­ni con­tro l'uma­ni­tà (art. 264a cpv. 1 e 2);
c.
i cri­mi­ni di guer­ra (art. 264c cpv. 1-3, 264d cpv. 1 e 2, 264e cpv. 1 e 2, 264f, 264g cpv. 1 e 2 e 264h);
d.
i cri­mi­ni che, co­me mez­zi d'estor­sio­ne o coa­zio­ne, met­to­no o mi­nac­cia­no di met­te­re in pe­ri­co­lo la vi­ta e l'in­te­gri­tà fi­si­ca di mol­te per­so­ne, se­gna­ta­men­te con l'im­pie­go di mez­zi di di­stru­zio­ne di mas­sa, lo sca­te­na­men­to di una ca­ta­stro­fe o una pre­sa d'ostag­gio;1
e.2
gli at­ti ses­sua­li con fan­ciul­li (art. 187 n. 1), la coa­zio­ne ses­sua­le (art. 189), la vio­len­za car­na­le (art. 190), gli at­ti ses­sua­li con per­so­ne in­ca­pa­ci di di­scer­ni­men­to o inet­te a re­si­ste­re (art. 191), gli at­ti ses­sua­li con per­so­ne ri­co­ve­ra­te, de­te­nu­te od im­pu­ta­te (art. 192 cpv. 1) e lo sfrut­ta­men­to del­lo sta­to di bi­so­gno (art. 193 cpv. 1), se com­mes­si su fan­ciul­li mi­no­ri di 12 an­ni.

2Il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na nel ca­so in cui l'azio­ne pe­na­le fos­se ca­du­ta in pre­scri­zio­ne in ap­pli­ca­zio­ne de­gli ar­ti­co­li 97 e 98.

3I ca­po­ver­si 1 let­te­re a, c e d e 2 si ap­pli­ca­no se il 1° gen­na­io 1983 l'azio­ne pe­na­le o la pe­na non era an­co­ra ca­du­ta in pre­scri­zio­ne se­con­do il di­rit­to si­no al­lo­ra vi­gen­te. Il ca­po­ver­so 1 let­te­ra b si ap­pli­ca se al mo­men­to dell'en­tra­ta in vi­go­re del­la mo­di­fi­ca del 18 giu­gno 2010 del­la pre­sen­te leg­ge l'azio­ne pe­na­le o la pe­na non era an­co­ra ca­du­ta in pre­scri­zio­ne se­con­do il di­rit­to si­no al­lo­ra vi­gen­te. Il ca­po­ver­so 1 let­te­ra e si ap­pli­ca se il 30 no­vem­bre 2008 l'azio­ne pe­na­le o la pe­na non era an­co­ra ca­du­ta in pre­scri­zio­ne se­con­do il di­rit­to si­no al­lo­ra vi­gen­te.34


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 18 giu. 2010 sul­la mo­di­fi­ca di leg­gi fe­de­ra­li per l'at­tua­zio­ne del­lo Sta­tu­to di Ro­ma del­la Cor­te pe­na­le in­ter­na­zio­na­le, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 4963; FF 2008 3293).
2 In­tro­dot­ta dal n. I 1 del­la LF del 15 giu. 2012 (Im­pre­scrit­ti­bi­li­tà dei rea­ti ses­sua­li o di por­no­gra­fia com­mes­si su fan­ciul­li im­pu­be­ri), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2012 5951; FF 2011 5393).
3 Per. in­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 15 giu. 2012 (Im­pre­scrit­ti­bi­li­tà dei rea­ti ses­sua­li o di por­no­gra­fia com­mes­si su fan­ciul­li im­pu­be­ri), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2012 5951; FF 2011 5393).
4 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 18 giu. 2010 sul­la mo­di­fi­ca di leg­gi fe­de­ra­li per l'at­tua­zio­ne del­lo Sta­tu­to di Ro­ma del­la Cor­te pe­na­le in­ter­na­zio­na­le, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 4963; FF 2008 3293).

Titolo settimo: Della responsabilità dell'impresa

Art. 102  

Pu­ni­bi­li­tà

 

1Se in un'im­pre­sa, nell'eser­ci­zio di at­ti­vi­tà com­mer­cia­li con­for­mi al­lo sco­po im­pren­di­to­ria­le, è com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to che, per ca­ren­te or­ga­niz­za­zio­ne in­ter­na, non può es­se­re ascrit­to a una per­so­na fi­si­ca de­ter­mi­na­ta, il cri­mi­ne o il de­lit­to è ascrit­to all'im­pre­sa. In que­sto ca­so l'im­pre­sa è pu­ni­ta con la mul­ta fi­no a cin­que mi­lio­ni di fran­chi.

2Se si trat­ta di un rea­to ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 260ter, 260quin­quies, 305bis, 322ter, 322quin­quies, 322sep­ties ca­po­ver­so 1 o 322oc­ties, l'im­pre­sa è pu­ni­ta a pre­scin­de­re dal­la pu­ni­bi­li­tà del­le per­so­ne fi­si­che qua­lo­ra le si pos­sa rim­pro­ve­ra­re di non ave­re pre­so tut­te le mi­su­re or­ga­niz­za­ti­ve ra­gio­ne­vo­li e in­di­spen­sa­bi­li per im­pe­di­re un si­mi­le rea­to.1

3Il giu­di­ce de­ter­mi­na la mul­ta in par­ti­co­la­re in fun­zio­ne del­la gra­vi­tà del rea­to, del­la gra­vi­tà del­le la­cu­ne or­ga­niz­za­ti­ve e del dan­no pro­vo­ca­to, non­ché del­la ca­pa­ci­tà eco­no­mi­ca dell'im­pre­sa.

4So­no con­si­de­ra­te im­pre­se ai sen­si del pre­sen­te ar­ti­co­lo:

a.
le per­so­ne giu­ri­di­che di di­rit­to pri­va­to;
b.
le per­so­ne giu­ri­di­che di di­rit­to pub­bli­co, ec­cet­tua­ti gli en­ti ter­ri­to­ria­li;
c.
le so­cie­tà;
d.
le dit­te in­di­vi­dua­li2.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 25 set. 2015 (Di­spo­si­zio­ni pe­na­li sul­la cor­ru­zio­ne), in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 2016 1287; FF 2014 3099).
2 Ora: im­pre­se in­di­vi­dua­li.

Art. 102a  

1 Abro­ga­to dal n. II 8 dell'all. 1 al Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le del 5 ott. 2007, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1881; FF 2006 989).

 

Parte seconda: Delle contravvenzioni

Art. 103  

De­fi­ni­zio­ne

 

So­no con­trav­ven­zio­ni i rea­ti cui è com­mi­na­ta la mul­ta.

Art. 104  

Ap­pli­ca­bi­li­tà del­le di­spo­si­zio­ni del­la par­te pri­ma

 

Le di­spo­si­zio­ni del­la par­te pri­ma del pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca­no an­che al­le con­trav­ven­zio­ni, con le mo­di­fi­che qui ap­pres­so.

Art. 105  

Inap­pli­ca­bi­li­tà o ap­pli­ca­bi­li­tà con­di­zio­na­le

 

1Le di­spo­si­zio­ni sul­la con­di­zio­na­le (art. 42 e 43), sull'espul­sio­ne (art. 66a‒66d) e sul­la re­spon­sa­bi­li­tà dell'im­pre­sa (art. 102) non so­no ap­pli­ca­bi­li al­le con­trav­ven­zio­ni.1

2Il ten­ta­ti­vo e la com­pli­ci­tà so­no pu­ni­ti sol­tan­to nei ca­si espres­sa­men­te pre­vi­sti dal­la leg­ge.

3Le mi­su­re pri­va­ti­ve del­la li­ber­tà (art. 59-61 e 64), lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà (art. 67), il di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te (art. 67b) non­ché la pub­bli­ca­zio­ne del­la sen­ten­za (art. 68) so­no am­mes­si sol­tan­to nei ca­si espres­sa­men­te pre­vi­sti dal­la leg­ge.2


1 Nuo­vo te­sto giu­stal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 13 dic. 2013 sul­lʼin­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e sul di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Art. 106  

Mul­ta

 

1Se la leg­ge non di­spo­ne al­tri­men­ti, il mas­si­mo del­la mul­ta è di die­ci­mi­la fran­chi.

2In ca­so di man­ca­to pa­ga­men­to del­la mul­ta per col­pa dell'au­to­re, il giu­di­ce or­di­na nel­la sen­ten­za una pe­na de­ten­ti­va so­sti­tui­va da un mi­ni­mo di un gior­no a un mas­si­mo di tre me­si.

3Il giu­di­ce com­mi­su­ra la mul­ta e la pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va al­le con­di­zio­ni dell'au­to­re, in mo­do che que­sti scon­ti una pe­na ade­gua­ta al­la sua col­pe­vo­lez­za.

4Il pa­ga­men­to ul­te­rio­re del­la mul­ta com­por­ta una ri­du­zio­ne pro­por­zio­na­le del­la pe­na de­ten­ti­va so­sti­tu­ti­va.

5Per l'esa­zio­ne e la com­mu­ta­zio­ne si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia gli ar­ti­co­li 35 e 36 ca­po­ver­si 2-5.

Art. 107  

1 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), con ef­fet­to 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

 
Art. 108  

1 Per ra­gio­ni di tec­ni­ca le­gi­sla­ti­va, l'art. é pri­vo di con­te­nu­to. Te­sto ret­ti­fi­ca­to dal­la Com­mis­sio­ne di re­da­zio­ne dell'AF (art. 58 cpv. 1 LParl ; RS 171.10).

 
Art. 109  

Pre­scri­zio­ne

 

L'azio­ne pe­na­le e la pe­na si pre­scri­vo­no in tre an­ni.

Parte terza: Definizioni

Art. 110  

1 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 37 n. 1 del­la L del 18 giu. 2004 sull'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1°gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).
2RU 2006 3583

 

1Per con­giun­ti di una per­so­na s'in­ten­do­no il co­niu­ge, il part­ner re­gi­stra­to, i pa­ren­ti in li­nea ret­ta, i fra­tel­li e so­rel­le ger­ma­ni, con­san­gui­nei o ute­ri­ni, i ge­ni­to­ri adot­ti­vi, i fra­tel­li e so­rel­le adot­ti­vi e i fi­gli adot­ti­vi.1

2Per mem­bri del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca s'in­ten­do­no le per­so­ne con­vi­ven­ti nel­la me­de­si­ma eco­no­mia do­me­sti­ca.

3Per fun­zio­na­ri s'in­ten­do­no i fun­zio­na­ri e im­pie­ga­ti di un'am­mi­ni­stra­zio­ne pub­bli­ca e del­la giu­sti­zia, non­ché le per­so­ne che vi oc­cu­pa­no prov­vi­so­ria­men­te un uf­fi­cio o un im­pie­go o eser­ci­ta­no tem­po­ra­nea­men­te pub­bli­che fun­zio­ni.

3bisUna di­spo­si­zio­ne che si ba­sa sul con­cet­to di co­sa è ap­pli­ca­bi­le an­che agli ani­ma­li.2

4Per do­cu­men­ti s'in­ten­do­no gli scrit­ti de­sti­na­ti e at­ti a pro­va­re un fat­to di por­ta­ta giu­ri­di­ca non­ché i se­gni de­sti­na­ti a tal fi­ne. La re­gi­stra­zio­ne su sup­por­ti d'im­ma­gi­ni o di da­ti è equi­pa­ra­ta al­la for­ma scrit­ta per quan­to ser­va al me­de­si­mo sco­po.

5Per do­cu­men­ti pub­bli­ci s'in­ten­do­no i do­cu­men­ti ema­na­ti da mem­bri di un'au­to­ri­tà, da fun­zio­na­ri o da pub­bli­ci uf­fi­cia­li nell'eser­ci­zio del­le lo­ro fun­zio­ni so­vra­ne. Non so­no con­si­de­ra­ti pub­bli­ci i do­cu­men­ti ema­na­ti in af­fa­ri di di­rit­to ci­vi­le dall'am­mi­ni­stra­zio­ne del­le im­pre­se di ca­rat­te­re eco­no­mi­co e dei mo­no­po­li del­lo Sta­to o di al­tre cor­po­ra­zio­ni e isti­tu­ti di di­rit­to pub­bli­co.

6Il gior­no è con­ta­to in ra­gio­ne di ven­ti­quat­tr'ore con­se­cu­ti­ve. Il me­se e l'an­no so­no com­pu­ta­ti se­con­do il ca­len­da­rio co­mu­ne.

7È con­si­de­ra­to car­ce­re pre­ven­ti­vo ogni car­ce­ra­zio­ne or­di­na­ta nel cor­so del pro­ce­di­men­to pe­na­le per i bi­so­gni dell'istru­zio­ne, per mo­ti­vi di si­cu­rez­za o in vi­sta d'estra­di­zio­ne.

Libro secondo: Disposizioni speciali

Titolo primo: Dei reati contro la vita e l'integrità della persona

Art. 111  

1. Omi­ci­dio.

Omi­ci­dio in­ten­zio­na­le

 

Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te uc­ci­de una per­so­na è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va1 non in­fe­rio­re a cin­que an­ni, in quan­to non ri­cor­ra­no le con­di­zio­ni pre­vi­ste ne­gli ar­ti­co­li se­guen­ti.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 1 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 112  

As­sas­si­nio

 

Se il col­pe­vo­le ha agi­to con par­ti­co­la­re man­can­za di scru­po­li, se­gna­ta­men­te con mo­ven­te, sco­po o mo­da­li­tà par­ti­co­lar­men­te per­ver­si, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va a vi­ta o una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a die­ci an­ni.2


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 113  

Omi­ci­dio pas­sio­na­le

 

Se il col­pe­vo­le ha agi­to ce­den­do a una vio­len­ta com­mo­zio­ne dell'ani­mo scu­sa­bi­le per le cir­co­stan­ze o in sta­to di pro­fon­da pro­stra­zio­ne, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va da uno a die­ci an­ni.2


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 114  

Omi­ci­dio su ri­chie­sta del­la vit­ti­ma

 

Chiun­que, per mo­ti­vi ono­re­vo­li, se­gna­ta­men­te per pie­tà, ca­gio­na la mor­te di una per­so­na a sua se­ria e in­si­sten­te ri­chie­sta, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria2.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).
2 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 115  

Isti­ga­zio­ne e aiu­to al sui­ci­dio

 

Chiun­que per mo­ti­vi egoi­sti­ci isti­ga al­cu­no al sui­ci­dio o gli pre­sta aiu­to è pu­ni­to, se il sui­ci­dio è sta­to con­su­ma­to o ten­ta­to, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria1.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 3 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 116  

In­fan­ti­ci­dio

 

La ma­dre che, du­ran­te il par­to o fin­ché si tro­va sot­to l'in­fluen­za del puer­pe­rio, uc­ci­de l'in­fan­te, è pu­ni­ta con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449 246; FF 1985 II 901).

Art. 117  

Omi­ci­dio col­po­so

 

Chiun­que per ne­gli­gen­za ca­gio­na la mor­te di al­cu­no è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 118  

2. In­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za.

In­ter­ru­zio­ne pu­ni­bi­le del­la gra­vi­dan­za

 

1Chiun­que in­ter­rom­pe una gra­vi­dan­za con il con­sen­so del­la ge­stan­te, isti­ga una ge­stan­te ad in­ter­rom­pe­re la gra­vi­dan­za o le pre­sta aiu­to nel far­lo, sen­za che le con­di­zio­ni dell'ar­ti­co­lo 119 sia­no adem­piu­te, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Chiun­que in­ter­rom­pe una gra­vi­dan­za sen­za il con­sen­so del­la ge­stan­te è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno2 a die­ci an­ni.

3La ge­stan­te che in­ter­rom­pe la gra­vi­dan­za da so­la o con l'aiu­to di un ter­zo o par­te­ci­pa al­tri­men­ti a in­ter­rom­per­la do­po la do­di­ce­si­ma set­ti­ma­na dall'ini­zio dell'ul­ti­ma me­strua­zio­ne, sen­za che le con­di­zio­ni dell'ar­ti­co­lo 119 ca­po­ver­so 1 sia­no adem­piu­te, è pu­ni­ta con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

4Nei ca­si di cui ai ca­po­ver­si 1 e 3, l'azio­ne pe­na­le si pre­scri­ve in tre an­ni.3


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 mar. 2001 (In­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za), in vi­go­re dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2989; FF 1998 2381 4285).
2 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 4 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 22 mar. 2002 (Pre­scri­zio­ne dell'azio­ne pe­na­le), in vi­go­re dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2986; FF 2002 2416 1513).

Art. 119  

In­ter­ru­zio­ne non pu­ni­bi­le del­la gra­vi­dan­za

 

1L'in­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za non è pu­ni­bi­le se, in ba­se al giu­di­zio di un me­di­co, è ne­ces­sa­ria per evi­ta­re al­la ge­stan­te il pe­ri­co­lo di un gra­ve dan­no fi­si­co o di una gra­ve an­gu­stia psi­chi­ca. Il pe­ri­co­lo de­ve es­se­re tan­to più gra­ve quan­to più avan­za­ta è la gra­vi­dan­za.

2L'in­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za non è nem­me­no pu­ni­bi­le se, su ri­chie­sta scrit­ta del­la ge­stan­te che fa va­le­re uno sta­to di an­gu­stia, è ef­fet­tua­ta en­tro do­di­ci set­ti­ma­ne dall'ini­zio dell'ul­ti­ma me­strua­zio­ne da un me­di­co abi­li­ta­to ad eser­ci­ta­re la pro­fes­sio­ne. Pri­ma dell'in­ter­ven­to, il me­di­co tie­ne per­so­nal­men­te un col­lo­quio ap­pro­fon­di­to con la ge­stan­te e le for­ni­sce tut­te le in­for­ma­zio­ni uti­li.

3Se la ge­stan­te è in­ca­pa­ce di di­scer­ni­men­to è ne­ces­sa­rio il con­sen­so del suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le.

4I Can­to­ni de­si­gna­no gli stu­di me­di­ci e gli ospe­da­li che adem­pio­no i re­qui­si­ti ne­ces­sa­ri per pra­ti­ca­re cor­ret­ta­men­te l'in­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za e per for­ni­re una con­su­len­za ap­pro­fon­di­ta.

5Qual­sia­si in­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za dev'es­se­re an­nun­cia­ta a fi­ni sta­ti­sti­ci all'au­to­ri­tà sa­ni­ta­ria com­pe­ten­te, nel ri­spet­to tut­ta­via dell'ano­ni­ma­to del­la don­na in­te­res­sa­ta e del se­gre­to me­di­co.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 mar. 2001 (In­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za), in vi­go­re dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2989; FF 1998 2381 4285).

Art. 120  

Con­trav­ven­zio­ni com­mes­se dal me­di­co

 

1Il me­di­co che in­ter­rom­pe una gra­vi­dan­za in ap­pli­ca­zio­ne dell'ar­ti­co­lo 119 ca­po­ver­so 2 e che pri­ma dell'in­ter­ven­to omet­te di:

a.
chie­de­re al­la ge­stan­te una ri­chie­sta scrit­ta;
b.
te­ne­re per­so­nal­men­te un col­lo­quio ap­pro­fon­di­to con la ge­stan­te e di for­nir­le tut­te le in­for­ma­zio­ni uti­li, in­for­mar­la sui ri­schi me­di­ci dell'in­ter­ven­to e con­se­gnar­le, con­tro fir­ma, un opu­sco­lo con­te­nen­te:
1.
un elen­co dei con­sul­to­ri mes­si a di­spo­si­zio­ne gra­tui­ta­men­te,
2.
una li­sta del­le as­so­cia­zio­ni e de­gli or­ga­ni­smi su­scet­ti­bi­li di for­ni­re un aiu­to mo­ra­le o ma­te­ria­le,
3.
in­for­ma­zio­ni sul­le pos­si­bi­li­tà di ado­zio­ne del na­sci­tu­ro; e
c.
as­si­cu­rar­si per­so­nal­men­te che la ge­stan­te di me­no di se­di­ci an­ni si sia ri­vol­ta a un con­sul­to­rio per mi­no­ren­ni,

è pu­ni­to con la mul­ta2.

2È pu­ni­to con la me­de­si­ma pe­na pu­re il me­di­co che omet­te di an­nun­cia­re all'au­to­ri­tà sa­ni­ta­ria com­pe­ten­te l'in­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za, se­con­do l'ar­ti­co­lo 119 ca­po­ver­so 5.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 mar. 2001 (In­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za), in vi­go­re dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2989; FF 1998 2381 4285).
2 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 5 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 121  

1 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 23 mar. 2001 (In­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za), con ef­fet­to dal 1° ott. 2002 (RU 2002 2989; FF 1998 2381 4285).

 
Art. 122  

3. Le­sio­ni per­so­na­li.

Le­sio­ni gra­vi

 

Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te fe­ri­sce una per­so­na met­ten­do­ne in pe­ri­co­lo la vi­ta,

chiun­que in­ten­zio­nal­men­te mu­ti­la il cor­po, un or­ga­no o ar­to im­por­tan­te di una per­so­na, o le pro­du­ce la per­di­ta dell'uso di un ta­le or­ga­no o ar­to, o le ca­gio­na per­ma­nen­te­men­te in­ca­pa­ci­tà al la­vo­ro, in­fer­mi­tà o ma­lat­tia men­ta­le, o le sfre­gia in mo­do gra­ve e per­ma­nen­te il vi­so,

chiun­que in­ten­zio­nal­men­te ca­gio­na un al­tro gra­ve dan­no al cor­po od al­la sa­lu­te fi­si­ca o men­ta­le di una per­so­na,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da sei me­si a die­ci an­ni.2


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 123  

Le­sio­ni sem­pli­ci

 

1. Chiun­que in­ten­zio­nal­men­te ca­gio­na un dan­no in al­tro mo­do al cor­po od al­la sa­lu­te di una per­so­na, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Nei ca­si po­co gra­vi il giu­di­ce può at­te­nua­re la pe­na (art. 48a).2

2. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria e il col­pe­vo­le è per­se­gui­to d'uf­fi­cio,

se egli ha fat­to uso di ve­le­no, di un'ar­ma o di un og­get­to pe­ri­co­lo­so,

se egli ha agi­to con­tro una per­so­na in­ca­pa­ce di di­fen­der­si o con­tro una per­so­na, se­gna­ta­men­te un fan­ciul­lo, del­la qua­le ave­va la cu­sto­dia o do­ve­va aver cu­ra,

se egli è il co­niu­ge del­la vit­ti­ma e ha agi­to du­ran­te il ma­tri­mo­nio o nell'an­no suc­ces­si­vo al di­vor­zio,3

se egli è il part­ner re­gi­stra­to o l'ex part­ner re­gi­stra­to del­la vit­ti­ma e ha agi­to du­ran­te l'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta o nell'an­no suc­ces­si­vo al suo scio­gli­men­to,4

se egli è il part­ner ete­ro­ses­sua­le o omo­ses­sua­le del­la vit­ti­ma, a con­di­zio­ne che es­si vi­ve­va­no in co­mu­nio­ne do­me­sti­ca per un tem­po in­de­ter­mi­na­to e l'at­to sia sta­to com­mes­so du­ran­te que­sto tem­po o nell'an­no suc­ces­si­vo al­la se­pa­ra­zio­ne.5


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).
2 Nuo­vo te­sto del per. giu­sta il n. II 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).
3 Com­ma in­tro­dot­to dal il n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 1732 1761).
4 Com­ma. in­tro­dot­to dal n. 18 dell'all. al­la L del 18 giu. 2004 sull'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).
5 Ori­gi­na­rio com­ma 4. In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 1732 1761).

Art. 124  

Mu­ti­la­zio­ne di or­ga­ni ge­ni­ta­li fem­mi­ni­li

 

1Chiun­que mu­ti­la gli or­ga­ni ge­ni­ta­li di una per­so­na di ses­so fem­mi­ni­le, pre­giu­di­ca con­si­de­re­vol­men­te e in mo­do per­ma­nen­te la lo­ro fun­zio­ne na­tu­ra­le o li dan­neg­gia in al­tro mo­do, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 180 ali­quo­te gior­na­lie­re.

2È pu­ni­bi­le an­che chi com­met­te il rea­to all'este­ro, si tro­va in Sviz­ze­ra e non è estra­da­to. L'ar­ti­co­lo 7 ca­po­ver­si 4 e 5 è ap­pli­ca­bi­le.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 30 set. 2012, in vi­go­re dal 1° lug. 2012 (RU 2012 2575; FF 2010 4941 4967).

Art. 125  

Le­sio­ni col­po­se

 

1Chiun­que per ne­gli­gen­za ca­gio­na un dan­no al cor­po o al­la sa­lu­te d'una per­so­na è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria1.

2Se la le­sio­ne è gra­ve, il col­pe­vo­le è per­se­gui­to d'uf­fi­cio.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 2 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 126  

Vie di fat­to

 

1Chiun­que com­met­te vie di fat­to con­tro una per­so­na, sen­za ca­gio­nar­le un dan­no al cor­po o al­la sa­lu­te, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con la mul­ta.

2Il col­pe­vo­le è per­se­gui­to d'uf­fi­cio se ha agi­to rei­te­ra­ta­men­te:

a.
con­tro una per­so­na, se­gna­ta­men­te un fan­ciul­lo, del­la qua­le ave­va la cu­sto­dia o do­ve­va aver cu­ra;
b.
con­tro il pro­prio co­niu­ge du­ran­te il ma­tri­mo­nio o nell'an­no suc­ces­si­vo al di­vor­zio; o
bbis.1 con­tro il pro­prio part­ner re­gi­stra­to o ex part­ner re­gi­stra­to, du­ran­te l'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta o nell'an­no suc­ces­si­vo al suo scio­gli­men­to; o
c.
con­tro il pro­prio part­ner ete­ro­ses­sua­le o omo­ses­sua­le, a con­di­zio­ne che es­si vi­va­no in co­mu­nio­ne do­me­sti­ca per un tem­po in­de­ter­mi­na­to e l'at­to sia sta­to com­mes­so du­ran­te que­sto tem­po o nell'an­no suc­ces­si­vo al­la se­pa­ra­zio­ne.2

1 In­tro­dot­ta dal n. 18 dell'all. al­la L del 18 giu. 2004 sull'unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2005 5685; FF 2003 1165).
2 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 23 giu. 1989 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901). Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 3 ott. 2003 (Per­se­gui­men­to dei rea­ti com­mes­si tra co­niu­gi o tra part­ner), in vi­go­re dal 1° apr. 2004 (RU 2004 1403; FF 2003 1732 1761).

Art. 127  

4. Espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo del­la vi­ta o sa­lu­te al­trui.

Ab­ban­do­no

 

Chiun­que espo­ne a pe­ri­co­lo di mor­te od a gra­ve im­mi­nen­te pe­ri­co­lo di per­di­ta del­la sa­lu­te una per­so­na in­ca­pa­ce di prov­ve­de­re a se stes­sa e del­la qua­le egli ha la cu­sto­dia o de­ve aver cu­ra, ov­ve­ro l'ab­ban­do­na in sif­fat­to pe­ri­co­lo, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

Art. 128  

Omis­sio­ne di soc­cor­so

 

Chiun­que omet­te di pre­sta­re soc­cor­so a una per­so­na da lui fe­ri­ta o in im­mi­nen­te pe­ri­co­lo di mor­te, an­cor­ché, se­con­do le cir­co­stan­ze, lo si po­tes­se da lui ra­gio­ne­vol­men­te esi­ge­re,

chiun­que im­pe­di­sce ad un ter­zo di pre­sta­re soc­cor­so o lo osta­co­la nell'adem­pi­men­to di ta­le do­ve­re,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

Art. 128bis  

Fal­so al­lar­me

 

Chiun­que, co­scien­te del­la gra­tui­tà del suo at­to, al­lar­ma sen­za mo­ti­vo i ser­vi­zi pub­bli­ci di si­cu­rez­za o di in­te­res­se ge­ne­ra­le, un ser­vi­zio di sal­va­tag­gio o di soc­cor­so, in par­ti­co­la­re la po­li­zia, i pom­pie­ri o i ser­vi­zi sa­ni­ta­ri, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 17 giu. 1994, in vi­go­re dal 1° gen. 1995 (RU 1994 2290; FF 1991 II 797).

Art. 129  

Espo­si­zio­ne a pe­ri­co­lo del­la vi­ta al­trui

 

Chiun­que met­te sen­za scru­po­li in pe­ri­co­lo im­mi­nen­te la vi­ta al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

Art. 130 a 132  

1 Abro­ga­ti dal n. I del­la LF del 23 giu. 1989, con ef­fet­to dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

 
Art. 133  

Ris­sa

 

1Chiun­que pren­de par­te ad una ris­sa che ha per con­se­guen­za la mor­te o la le­sio­ne di una per­so­na, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Non è pu­ni­bi­le chi si li­mi­ti a re­spin­ge­re gli at­tac­chi od a se­pa­ra­re i con­ten­den­ti.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).

Art. 134  

Ag­gres­sio­ne

 

Chiun­que pren­de par­te ad un'ag­gres­sio­ne, a dan­no di una o più per­so­ne, che ha per con­se­guen­za la mor­te o la le­sio­ne di un ag­gre­di­to o di un ter­zo, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria2.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).
2 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 6 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 135  

Rap­pre­sen­ta­zio­ne di at­ti di cru­da vio­len­za

 

1Chiun­que fab­bri­ca, im­por­ta, tie­ne in de­po­si­to, met­te in cir­co­la­zio­ne, pro­pa­gan­da, espo­ne, of­fre, mo­stra, la­scia o ren­de ac­ces­si­bi­li re­gi­stra­zio­ni so­no­re o vi­si­ve, im­ma­gi­ni o al­tri og­get­ti o rap­pre­sen­ta­zio­ni che, sen­za ave­re al­cun va­lo­re cul­tu­ra­le o scien­ti­fi­co de­gno di pro­te­zio­ne, mo­stra­no con in­si­sten­za at­ti di cru­da vio­len­za ver­so es­se­ri uma­ni o ani­ma­li e per­tan­to of­fen­do­no gra­ve­men­te la di­gni­tà uma­na, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

1bisChiun­que ac­qui­sta, si pro­cu­ra per via elet­tro­ni­ca o in al­tro mo­do o pos­sie­de og­get­ti o rap­pre­sen­ta­zio­ni se­con­do il ca­po­ver­so 1 che mo­stra­no at­ti di vio­len­za ver­so es­se­ri uma­ni o ani­ma­li, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no ad un an­no o con una pe­na pe­cu­nia­ria.23

2Gli og­get­ti so­no con­fi­sca­ti.

3Se il col­pe­vo­le ha agi­to per fi­ne di lu­cro, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria. Con la pe­na de­ten­ti­va é cu­mu­la­ta una pe­na pe­cu­nia­ria.4


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 23 giu. 1989, in vi­go­re dal 1° gen. 1990 (RU 1989 2449; FF 1985 II 901).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).
3 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 5 ott. 2001(Rea­ti con­tro l'in­te­gri­tà ses­sua­le; di­vie­to del pos­ses­so di por­no­gra­fia du­ra), in vi­go­re dal 1° apr. 2002 (RU 2002 408; FF 2000 2609). Ret­ti­fi­ca­to dal­la Com­mis­sio­ne di re­da­zio­ne dell'AF (art. 58 cpv. 1 LParl; RS 171.10).
4 Nuo­ve espr. del cpv. giu­sta il n. II 1 cpv. 7 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 136  

Som­mi­ni­stra­zio­ne a fan­ciul­li di so­stan­ze pe­ri­co­lo­se per la sa­lu­te

 

Chiun­que som­mi­ni­stra a una per­so­na mi­no­re di se­di­ci an­ni, o le met­te a di­spo­si­zio­ne per il con­su­mo, be­van­de al­co­li­che o al­tre so­stan­ze in quan­ti­tà pe­ri­co­lo­se per la sa­lu­te, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II del­la LF del 20 mar. 2008, in vi­go­re dal 1° lug. 2011 (RU 2011 2559, 2009 2623; FF 2006 7879 7949).

Titolo secondo: Dei reati contro il patrimonio

Art. 137  

1. Rea­ti con­tro il pa­tri­mo­nio.

Ap­pro­pria­zio­ne sem­pli­ce

 

1. Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, si ap­pro­pria una co­sa mo­bi­le al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, in quan­to non ri­cor­ra­no le con­di­zio­ni de­gli ar­ti­co­li 138-140.

2. Se il col­pe­vo­le ha tro­va­to la co­sa o ne è en­tra­to in pos­ses­so in mo­do in­di­pen­den­te dal­la sua vo­lon­tà,

se egli ha agi­to sen­za fi­ne di lu­cro o

se il rea­to è sta­to com­mes­so a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca,

è pu­ni­to sol­tan­to a que­re­la di par­te.

Art. 138  

Ap­pro­pria­zio­ne in­de­bi­ta

 

1. Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, si ap­pro­pria una co­sa mo­bi­le al­trui che gli è sta­ta af­fi­da­ta,

chiun­que in­de­bi­ta­men­te im­pie­ga a pro­fit­to pro­prio o di un ter­zo va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li af­fi­da­ti­gli,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

L'ap­pro­pria­zio­ne in­de­bi­ta a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca è pu­ni­ta sol­tan­to a que­re­la di par­te.

2. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria1 se ha com­mes­so il fat­to in qua­li­tà di mem­bro di un'au­to­ri­tà, di fun­zio­na­rio, di tu­to­re, di cu­ra­to­re, di ge­ren­te di pa­tri­mo­ni, o nell'eser­ci­zio di una pro­fes­sio­ne, di un'in­du­stria o di un com­mer­cio, per il qua­le ha ot­te­nu­to l'au­to­riz­za­zio­ne da un'au­to­ri­tà.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 8 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 139  

Fur­to

 

1. Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, sot­trae al fi­ne di ap­pro­priar­se­ne una co­sa mo­bi­le al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re1 se fa me­stie­re del fur­to.

3. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da sei me­si a die­ci an­ni se2

ha per­pe­tra­to il fur­to co­me as­so­cia­to ad una ban­da in­te­sa a com­met­te­re fur­ti o ra­pi­ne,

per com­met­te­re il fur­to si è mu­ni­to di un'ar­ma da fuo­co o di un'al­tra ar­ma pe­ri­co­lo­sa o,

per il mo­do in cui ha per­pe­tra­to il fur­to, si di­mo­stra co­mun­que par­ti­co­lar­men­te pe­ri­co­lo­so.

4. Il fur­to a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca è pu­ni­to sol­tan­to a que­re­la di par­te.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 9 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 140  

Ra­pi­na

 

1. Chiun­que com­met­te un fur­to usan­do vio­len­za con­tro una per­so­na, mi­nac­cian­do­la di un pe­ri­co­lo im­mi­nen­te al­la vi­ta o all'in­te­gri­tà cor­po­ra­le o ren­den­do­la in­ca­pa­ce di op­por­re re­si­sten­za, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da sei me­si a die­ci an­ni.1

È pu­ni­to con la stes­sa pe­na chiun­que, sor­pre­so in fla­gran­te rea­to di fur­to, com­met­te uno de­gli at­ti di coa­zio­ne men­zio­na­ti nel com­ma 1 nell'in­ten­to di con­ser­va­re la co­sa ru­ba­ta.

2. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no2 se, per com­met­te­re la ra­pi­na, si è mu­ni­to di un'ar­ma da fuo­co o di un'al­tra ar­ma pe­ri­co­lo­sa.

3. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a due an­ni se ha ese­gui­to la ra­pi­na co­me as­so­cia­to ad una ban­da in­te­sa a com­met­te­re fur­ti o ra­pi­ne, o

per il mo­do in cui ha per­pe­tra­to la ra­pi­na, si di­mo­stra co­mun­que par­ti­co­lar­men­te pe­ri­co­lo­so.

4. La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re a cin­que an­ni se il col­pe­vo­le ha espo­sto la vit­ti­ma a pe­ri­co­lo di mor­te, le ha ca­gio­na­to una le­sio­ne per­so­na­le gra­ve o l'ha trat­ta­ta con cru­del­tà.


1 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
2 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 12 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 141  

Sot­tra­zio­ne di una co­sa mo­bi­le

 

Chiun­que, sen­za in­ten­zio­ne di ap­pro­priar­se­ne, sot­trae una co­sa mo­bi­le al le­git­ti­mo de­ten­to­re cau­san­do­gli un pre­giu­di­zio con­si­de­re­vo­le è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 141bis  

Im­pie­go il­le­ci­to di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li

 

Chiun­que im­pie­ga in­de­bi­ta­men­te, a pro­fit­to pro­prio o al­trui, va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li ve­nu­ti in suo pos­ses­so in mo­do in­di­pen­den­te dal­la sua vo­lon­tà è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 142  

Sot­tra­zio­ne di ener­gia

 

1Chiun­que sot­trae in­de­bi­ta­men­te ener­gia ad un im­pian­to per l'uti­liz­za­zio­ne di for­ze na­tu­ra­li, in mo­do par­ti­co­la­re ad un im­pian­to elet­tri­co, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Se il col­pe­vo­le ha agi­to per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 143  

Ac­qui­si­zio­ne il­le­ci­ta di da­ti

 

1Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, pro­cu­ra, per sé o al­tri, da­ti a lui non de­sti­na­ti e spe­cial­men­te pro­tet­ti con­tro il suo ac­ces­so non au­to­riz­za­to, re­gi­stra­ti o tra­smes­si elet­tro­ni­ca­men­te o se­con­do un mo­do si­mi­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2L'ac­qui­si­zio­ne il­le­ci­ta di da­ti a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca è pu­ni­ta sol­tan­to a que­re­la di par­te.

Art. 143bis  

Ac­ces­so in­de­bi­to a un si­ste­ma per l'ela­bo­ra­zio­ne di da­ti

 

1Chiun­que si in­tro­du­ce in­de­bi­ta­men­te, per mez­zo di un di­spo­si­ti­vo di tra­smis­sio­ne dei da­ti, in un si­ste­ma al­trui per l'ela­bo­ra­zio­ne di da­ti spe­cial­men­te pro­tet­to con­tro ogni suo ac­ces­so è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Chiun­que met­te in cir­co­la­zio­ne o ren­de ac­ces­si­bi­li pas­sword, pro­gram­mi o al­tri da­ti, sa­pen­do o do­ven­do pre­su­me­re che so­no uti­liz­za­ti al­lo sco­po di com­met­te­re un rea­to se­con­do il ca­po­ver­so 1, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta l'art. 2 n. 1 del DF del 18 mar. 2011 (Con­ven­zio­ne del Con­si­glio d'Eu­ro­pa sul­la ci­ber­cri­mi­na­li­tà), in vi­go­re dal 1° gen. 2012 (RU 2011 6293; FF 2010 4119).

Art. 144  

Dan­neg­gia­men­to

 

1Chiun­que de­te­rio­ra, di­strug­ge o ren­de in­ser­vi­bi­le una co­sa al­trui, o su cui gra­va un di­rit­to d'uso o d'usu­frut­to a fa­vo­re di al­tri, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Se il col­pe­vo­le ha per­pe­tra­to il dan­neg­gia­men­to in oc­ca­sio­ne di un pub­bli­co as­sem­bra­men­to, si pro­ce­de d'uf­fi­cio.

3Il giu­di­ce può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni se il col­pe­vo­le ha ca­gio­na­to un dan­no con­si­de­re­vo­le. Il per­se­gui­men­to ha luo­go d'uf­fi­cio.

Art. 144bis  

Dan­neg­gia­men­to di da­ti

 

1. Chiun­que, il­le­ci­ta­men­te, can­cel­la, mo­di­fi­ca o ren­de in­ser­vi­bi­li da­ti re­gi­stra­ti o tra­smes­si elet­tro­ni­ca­men­te o se­con­do un mo­do si­mi­le è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Il giu­di­ce può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni se il col­pe­vo­le ha cau­sa­to un dan­no con­si­de­re­vo­le. Il per­se­gui­men­to ha luo­go d'uf­fi­cio.

2. Chiun­que al­le­sti­sce, im­por­ta, met­te in cir­co­la­zio­ne, pro­pa­gan­da, of­fre o ren­de co­mun­que ac­ces­si­bi­li pro­gram­mi che sa o de­ve pre­su­me­re de­sti­na­ti a sco­pi di cui al nu­me­ro 1, o dà in­di­ca­zio­ni per al­le­stir­li, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Se il col­pe­vo­le ha agi­to per me­stie­re, può es­se­re pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni.

Art. 145  

Ap­pro­pria­zio­ne e sot­tra­zio­ne di co­se da­te in pe­gno o sog­get­te a ri­ten­zio­ne

 

Il de­bi­to­re che, nell'in­ten­zio­ne di nuo­ce­re al pro­prio cre­di­to­re, gli sot­trae una co­sa su cui gra­va un di­rit­to di pe­gno o di ri­ten­zio­ne, op­pu­re ne di­spo­ne ar­bi­tra­ria­men­te, la de­te­rio­ra, di­strug­ge, sva­lu­ta o ren­de in­ser­vi­bi­le, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, una con pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 146  

Truf­fa

 

1Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, in­gan­na con astu­zia una per­so­na af­fer­man­do co­se fal­se o dis­si­mu­lan­do co­se ve­re, op­pu­re ne con­fer­ma sub­do­la­men­te l'er­ro­re in­du­cen­do­la in tal mo­do ad at­ti pre­giu­di­zie­vo­li al pa­tri­mo­nio pro­prio o al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re se il col­pe­vo­le fa me­stie­re del­la truf­fa.

3La truf­fa a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca è pu­ni­ta sol­tan­to a que­re­la di par­te.

Art. 147  

Abu­so di un im­pian­to per l'ela­bo­ra­zio­ne di da­ti

 

1Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, ser­ven­do­si in mo­do abu­si­vo, in­com­ple­to o in­de­bi­to di da­ti, op­pu­re di un ana­lo­go pro­ce­di­men­to, in­flui­sce su un pro­ces­so elet­tro­ni­co o si­mi­le di trat­ta­men­to o di tra­smis­sio­ne di da­ti e pro­vo­ca, per mez­zo dei ri­sul­ta­ti er­ro­nei co­sì ot­te­nu­ti, un tra­sfe­ri­men­to di at­ti­vi a dan­no di al­tri o dis­si­mu­la un tra­sfe­ri­men­to di at­ti­vi ap­pe­na ef­fet­tua­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re se il col­pe­vo­le fa me­stie­re di ta­li ope­ra­zio­ni.

3L'abu­so di un im­pian­to per l'ela­bo­ra­zio­ne di da­ti a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la co­mu­nio­ne do­me­sti­ca è pu­ni­to sol­tan­to a que­re­la di par­te.

Art. 148  

Abu­so di car­te- chè­ques o di cre­di­to

 

1Chiun­que, in­sol­ven­te o non di­spo­sto a sal­da­re il do­vu­to, ot­tie­ne pre­sta­zio­ni di na­tu­ra pa­tri­mo­nia­le uti­liz­zan­do una car­ta-chè­que, una car­ta di cre­di­to o un ana­lo­go mez­zo di pa­ga­men­to, ca­gio­nan­do un dan­no al pa­tri­mo­nio dell'isti­tu­to d'emis­sio­ne, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, se l'isti­tu­to d'emis­sio­ne e l'im­pre­sa con­traen­te han­no pre­so le mi­su­re che si po­te­va­no ra­gio­ne­vol­men­te esi­ge­re da lo­ro per evi­ta­re l'abu­so del­la car­ta.

2La pe­na è una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re se il col­pe­vo­le fa me­stie­re di ta­li ope­ra­zio­ni.

Art. 148a  

Ot­te­ni­men­to il­le­ci­to di pre­sta­zio­ni di un'as­si­cu­ra­zio­ne so­cia­le o dell'aiu­to so­cia­le

 

1Chiun­que, for­nen­do in­for­ma­zio­ni fal­se o in­com­ple­te, sot­ta­cen­do fat­ti o in al­tro mo­do, in­gan­na una per­so­na o ne con­fer­ma l'er­ro­re, ot­te­nen­do in tal mo­do per sé o per ter­zi pre­sta­zio­ni di un'as­si­cu­ra­zio­ne so­cia­le o dell'aiu­to so­cia­le a cui egli o i ter­zi non han­no di­rit­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va fi­no a un an­no o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Nei ca­si po­co gra­vi la pe­na è del­la mul­ta.


1 In­tro­dot­to dal n. I 1 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell'art. 121 cpv. 3-6 Co­st. sull'espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

Art. 149  

Fro­de del­lo scot­to

 

Chiun­que si fa ospi­ta­re o ser­vi­re ci­bi o bi­bi­te in un eser­ci­zio pub­bli­co al­ber­ghie­ro o di ri­sto­ra­zio­ne o ot­tie­ne al­tre pre­sta­zio­ni e fro­da l'eser­cen­te del­la som­ma do­vu­ta è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 150  

Con­se­gui­men­to frau­do­len­to di una pre­sta­zio­ne

 

Chiun­que, sen­za pa­ga­re, ot­tie­ne frau­do­len­te­men­te una pre­sta­zio­ne sa­pen­do che la stes­sa è da­ta sol­tan­to a pa­ga­men­to, in mo­do par­ti­co­la­re l'uti­liz­za­zio­ne di un mez­zo di tra­spor­to pub­bli­co,

l'ac­ces­so ad una rap­pre­sen­ta­zio­ne, ad un'espo­si­zio­ne o ad una ma­ni­fe­sta­zio­ne si­mi­le,

il fun­zio­na­men­to di un im­pian­to per l'ela­bo­ra­zio­ne di da­ti o di un ap­pa­rec­chio au­to­ma­ti­co,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 150bis  

Fab­bri­ca­zio­ne e im­mis­sio­ne in com­mer­cio di di­spo­si­ti­vi per l'il­le­ci­ta de­co­di­fi­ca­zio­ne di of­fer­te in co­di­ce

 

1Chiun­que fab­bri­ca, im­por­ta, espor­ta, fa tran­si­ta­re, im­met­te in com­mer­cio o in­stal­la ap­pa­rec­chia­tu­re, lo­ro com­po­nen­ti o pro­gram­mi per l'ela­bo­ra­zio­ne di da­ti, de­sti­na­ti o at­ti a de­co­di­fi­ca­re il­le­ci­ta­men­te pro­gram­mi ra­dio­fo­ni­ci o ser­vi­zi di te­le­co­mu­ni­ca­zio­ne in co­di­ce è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con la mul­ta.2

2Il ten­ta­ti­vo e la com­pli­ci­tà so­no pu­ni­bi­li.


1 In­tro­dot­to dal n. 2 dell'all. al­la LF del 30 apr. 1997 sul­le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni, in vi­go­re dal 1° gen. 1998 (RU 1997 2187; FF 1996 III 1297).
2 Nuo­vo te­sto di par­te del per. giu­sta il n. II 1 cpv. 16 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 151  

Dan­no pa­tri­mo­nia­le pro­cu­ra­to con astu­zia

 

Chiun­que, sen­za fi­ne di lu­cro, in­gan­na con astu­zia una per­so­na af­fer­man­do co­se fal­se o dis­si­mu­lan­do co­se ve­re, op­pu­re ne con­fer­ma sub­do­la­men­te l'er­ro­re in­du­cen­do­la in tal mo­do ad at­ti pre­giu­di­zie­vo­li al pa­tri­mo­nio pro­prio od al­trui, è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 152  

Fal­se in­di­ca­zio­ni su at­ti­vi­tà com­mer­cia­li

 

Chiun­que co­me fon­da­to­re, ti­to­la­re, so­cio il­li­mi­ta­ta­men­te re­spon­sa­bi­le, pro­cu­ra­to­re o mem­bro dell'or­ga­no di ge­stio­ne, del con­si­glio d'am­mi­ni­stra­zio­ne o dell'uf­fi­cio di re­vi­sio­ne, op­pu­re li­qui­da­to­re di una so­cie­tà com­mer­cia­le, coo­pe­ra­ti­va o di un'al­tra azien­da eser­ci­ta­ta in for­ma com­mer­cia­le,

dà o fa da­re, in co­mu­ni­ca­zio­ni al pub­bli­co o in rap­por­ti o pro­po­ste all'in­sie­me dei so­ci o agli as­so­cia­ti all'azien­da, in­di­ca­zio­ni fal­se o in­com­ple­te di im­por­tan­za con­si­de­re­vo­le, ta­li da de­ter­mi­na­re ter­zi ad at­ti di di­spo­si­zio­ne pre­giu­di­zie­vo­li al pro­prio pa­tri­mo­nio,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 153  

Fal­se co­mu­ni­ca­zio­ni al­le au­to­ri­tà del re­gi­stro di com­mer­cio

 

Chiun­que in­du­ce l'au­to­ri­tà pre­po­sta al re­gi­stro di com­mer­cio a iscri­ve­re un fat­to con­tra­rio al ve­ro o omet­te di se­gna­lar­le un fat­to che do­vreb­be ve­nir iscrit­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 154  
 

Abro­ga­to

Art. 155  

Con­traf­fa­zio­ne di mer­ci

 

1. Chiun­que, a sco­po di fro­de nel com­mer­cio e nel­le re­la­zio­ni d'af­fa­ri, fab­bri­ca mer­ci il cui rea­le va­lo­re ve­na­le è in­fe­rio­re a quan­to fan pen­sa­re le ap­pa­ren­ze, se­gna­ta­men­te per­ché con­traf­fà o fal­si­fi­ca mer­ci, im­por­ta, tie­ne in de­po­si­to o met­te in cir­co­la­zio­ne ta­li mer­ci,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, ec­cet­to che l'at­to sia pas­si­bi­le di una pe­na più gra­ve in vir­tù di un'al­tra di­spo­si­zio­ne.

2. Se il col­pe­vo­le fa me­stie­re di ta­li ope­ra­zio­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, ec­cet­to che l'at­to sia pas­si­bi­le di una pe­na più gra­ve in vir­tù di un'al­tra di­spo­si­zio­ne.1


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 1 del­la LF del 3 ott. 2008 con­cer­nen­te l'at­tua­zio­ne del­le Rac­co­man­da­zio­ni ri­ve­du­te del Grup­po d'azio­ne fi­nan­zia­ria, in vi­go­re dal 1° feb. 2009 (RU 2009 361; FF 2007 5687).

Art. 156  

Estor­sio­ne

 

1. Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, usan­do vio­len­za con­tro una per­so­na o mi­nac­cian­do­la di un gra­ve dan­no, la in­du­ce ad at­ti pre­giu­di­zie­vo­li al pa­tri­mo­nio pro­prio o al­trui, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno a die­ci an­ni se fa me­stie­re dell'estor­sio­ne, o com­met­te ri­pe­tu­ta­men­te l'estor­sio­ne in dan­no del­la me­de­si­ma per­so­na.

3. Se il col­pe­vo­le com­met­te l'estor­sio­ne usan­do vio­len­za con­tro una per­so­na o mi­nac­cian­do­la di un pe­ri­co­lo im­mi­nen­te al­la vi­ta o all'in­te­gri­tà cor­po­ra­le, la pe­na è quel­la com­mi­na­ta dall'ar­ti­co­lo 140.

4. Se il col­pe­vo­le mi­nac­cia di met­te­re in pe­ri­co­lo la vi­ta o l'in­te­gri­tà cor­po­ra­le di mol­te per­so­ne o di cau­sa­re gra­vi dan­ni a co­se di gran­de in­te­res­se pub­bli­co, la pe­na è una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ad un an­no1.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. II 1 cpv. 12 del­la LF del 13 dic. 2002, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669). Di det­ta mod. é te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te Li­bro.

Art. 157  

Usu­ra

 

1. Chiun­que sfrut­ta lo sta­to di bi­so­gno o di di­pen­den­za, l'ine­spe­rien­za o la ca­ren­te ca­pa­ci­tà di di­scer­ni­men­to di una per­so­na per far­le da­re o pro­met­te­re a sé o ad al­tri, co­me cor­ri­spet­ti­vo di una pre­sta­zio­ne, van­tag­gi pe­cu­nia­ri che so­no in ma­ni­fe­sta spro­por­zio­ne eco­no­mi­ca con la pro­pria pre­sta­zio­ne,

chiun­que ac­qui­si­sce un cre­di­to usu­ra­rio e lo alie­na o lo fa va­le­re,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va da uno a die­ci an­ni se fa me­stie­re dell'usu­ra.

Art. 158  

Am­mi­ni­stra­zio­ne in­fe­de­le

 

1. Chiun­que, ob­bli­ga­to per leg­ge, man­da­to uf­fi­cia­le o ne­go­zio giu­ri­di­co ad am­mi­ni­stra­re il pa­tri­mo­nio al­trui o a sor­ve­gliar­ne la ge­stio­ne, man­can­do al pro­prio do­ve­re, lo dan­neg­gia o per­met­te che ciò av­ven­ga, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

È pu­ni­to con la stes­sa pe­na chi com­pie ta­li at­ti do­po aver as­sun­to sen­za man­da­to la ge­stio­ne del pa­tri­mo­nio al­trui.

Il giu­di­ce può pro­nun­cia­re una pe­na de­ten­ti­va da uno a cin­que an­ni se il col­pe­vo­le ha agi­to per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to.

2. Chiun­que, per pro­cac­cia­re a sé o ad al­tri un in­de­bi­to pro­fit­to, abu­sa del­la qua­li­tà di rap­pre­sen­tan­te con­fe­ri­ta­gli dal­la leg­ge, da un man­da­to uf­fi­cia­le o da un ne­go­zio giu­ri­di­co e ca­gio­na in tal mo­do un dan­no al pa­tri­mo­nio del rap­pre­sen­ta­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

3. L'am­mi­ni­stra­zio­ne in­fe­de­le a dan­no di un con­giun­to o di un mem­bro del­la eco­no­mia do­me­sti­ca è pu­ni­ta sol­tan­to a que­re­la di par­te.

Art. 159  

Ap­pro­pria­zio­ne in­de­bi­ta di trat­te­nu­te sa­la­ria­li

 

Il da­to­re di la­vo­ro che di­sat­ten­de l'ob­bli­go di ver­sa­re trat­te­nu­te sa­la­ria­li qua­le pa­ga­men­to di im­po­ste, tas­se, pre­mi e con­tri­bu­ti d'as­si­cu­ra­zio­ne, op­pu­re di uti­liz­zar­le al­tri­men­ti a fa­vo­re del la­vo­ra­to­re e ca­gio­na in tal mo­do a que­st'ul­ti­mo un dan­no pa­tri­mo­nia­le, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 160  

Ri­cet­ta­zio­ne

 

1. Chiun­que ac­qui­sta, ri­ce­ve in do­no o in pe­gno, oc­cul­ta o aiu­ta ad alie­na­re una co­sa che sa o de­ve pre­su­me­re ot­te­nu­ta da un ter­zo me­dian­te un rea­to con­tro il pa­tri­mo­nio, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Il ri­cet­ta­to­re è pu­ni­to con la pe­na com­mi­na­ta al rea­to pre­li­mi­na­re, se que­sta è più mi­te.

Ove il rea­to pre­li­mi­na­re sia per­se­gui­bi­le so­lo a que­re­la di par­te, la ri­cet­ta­zio­ne è pu­ni­bi­le so­lo se la que­re­la è sta­ta spor­ta.

2. Il col­pe­vo­le è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a die­ci an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria non in­fe­rio­re a 90 ali­quo­te gior­na­lie­re se fa me­stie­re del­la ri­cet­ta­zio­ne.

Art. 161  

1 Abro­ga­to dal n. II 3 del­la LF del 28 set. 2012, con ef­fet­to dal 1° mag. 2013 (RU 2013 1103; FF 2011 6109).

 
Art. 161bis  

1 In­tro­dot­to dall'art. 46 del­la LF del 24 mar. 1995 sul­le bor­se e il com­mer­cio di va­lo­ri mo­bi­lia­ri (RU 1997 68; FF 1993 I 1077). Abro­ga­to dal n. II 3 del­la LF del 28 set. 2012, con ef­fet­to dal 1° mag. 2013 (RU 2013 1103; FF 2011 6109).

 
Art. 162  

2. Vio­la­zio­ne del se­gre­to di fab­bri­ca o com­mer­cia­le

 

Chiun­que ri­ve­la un se­gre­to di fab­bri­ca o com­mer­cia­le, che ave­va per leg­ge o per con­trat­to l'ob­bli­go di cu­sto­di­re,

chiun­que trae pro­fit­to per sè o per al­tri da que­sta ri­ve­la­zio­ne,

è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 163  

3. Cri­mi­ni o de­lit­ti nel fal­li­men­to e nell'ese­cu­zio­ne per de­bi­ti.

Ban­ca­rot­ta frau­do­len­ta e fro­de nel pi­gno­ra­men­to

 

1. Il de­bi­to­re che, in dan­no dei suoi cre­di­to­ri, di­mi­nui­sce fit­ti­zia­men­te il pro­prio at­ti­vo, in par­ti­co­la­re

di­strae o oc­cul­ta va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li,

si­mu­la de­bi­ti,

ri­co­no­sce de­bi­ti fit­ti­zi op­pu­re in­ci­ta un ter­zo a far­li va­le­re,

è pu­ni­to, se vie­ne di­chia­ra­to il suo fal­li­men­to o se vie­ne ri­la­scia­to con­tro di lui un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Nel­le stes­se con­di­zio­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria il ter­zo che com­pie ta­li at­ti in dan­no dei cre­di­to­ri.

Art. 164  

Di­mi­nu­zio­ne dell'at­ti­vo in dan­no dei cre­di­to­ri

 

1. Il de­bi­to­re che, in dan­no dei suoi cre­di­to­ri, di­mi­nui­sce il pro­prio at­ti­vo in quan­to

de­te­rio­ra, di­strug­ge, sva­lu­ta o ren­de in­ser­vi­bi­li va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li, alie­na gra­tui­ta­men­te o con­tro una pre­sta­zio­ne ma­ni­fe­sta­men­te in­fe­rio­re va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li,

ri­fiu­ta sen­za va­li­di mo­ti­vi di­rit­ti che gli spet­ta­no o ri­nun­cia gra­tui­ta­men­te a ta­li di­rit­ti,

è pu­ni­to, se vie­ne di­chia­ra­to il suo fal­li­men­to o se vie­ne ri­la­scia­to con­tro di lui un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Nel­le stes­se con­di­zio­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria il ter­zo che com­pie ta­li at­ti in dan­no dei cre­di­to­ri.

Art. 165  

Cat­ti­va ge­stio­ne

 

1. Il de­bi­to­re che, in un mo­do non pre­vi­sto nell'ar­ti­co­lo 164, a cau­sa di una cat­ti­va ge­stio­ne, in par­ti­co­la­re a cau­sa di un'in­suf­fi­cien­te do­ta­zio­ne di ca­pi­ta­le, spe­se spro­por­zio­na­te, spe­cu­la­zio­ni av­ven­ta­te, cre­di­ti con­ces­si o uti­liz­za­ti con leg­ge­rez­za, sven­di­ta di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li, gra­ve ne­gli­gen­za nell'eser­ci­zio del­la sua pro­fes­sio­ne o nell'am­mi­ni­stra­zio­ne dei suoi be­ni,

ca­gio­na o ag­gra­va il pro­prio ec­ces­si­vo in­de­bi­ta­men­to, ca­gio­na la pro­pria in­sol­ven­za o ag­gra­va la sua si­tua­zio­ne co­no­scen­do la pro­pria in­sol­ven­za,

è pu­ni­to, se vie­ne di­chia­ra­to il suo fal­li­men­to o se vie­ne ri­la­scia­to con­tro di lui un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni, con una pe­na de­ten­ti­va si­no a cin­que an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2. Il de­bi­to­re escus­so in via di pi­gno­ra­men­to è per­se­gui­to pe­nal­men­te sol­tan­to a que­re­la di un cre­di­to­re che ha ot­te­nu­to con­tro di lui un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni.

La que­re­la de­ve es­se­re pre­sen­ta­ta en­tro tre me­si dal ri­la­scio dell'at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni.

Non ha di­rit­to di que­re­la il cre­di­to­re che ha in­dot­to il de­bi­to­re a con­trar­re de­bi­ti al­la leg­ge­ra, a fa­re spe­se spro­por­zio­na­te o spe­cu­la­zio­ni av­ven­ta­te, ov­ve­ro che l'ha sfrut­ta­to in mo­do usu­ra­rio.

Art. 166  

Omis­sio­ne del­la con­ta­bi­li­tà

 

Il de­bi­to­re che vio­la il do­ve­re im­po­sto­gli dal­la leg­ge di te­ne­re re­go­lar­men­te e con­ser­va­re i li­bri di com­mer­cio e di al­le­sti­re un bi­lan­cio in mo­do che non si pos­sa ri­le­va­re il suo sta­to pa­tri­mo­nia­le o non si pos­sa ri­le­var­lo in­te­ra­men­te, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, se vie­ne di­chia­ra­to il suo fal­li­men­to o se con­tro di lui vie­ne ri­la­scia­to un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni in se­gui­to ad un pi­gno­ra­men­to ese­gui­to in con­for­mi­tà dell'ar­ti­co­lo 43 del­la leg­ge fe­de­ra­le dell'11 apri­le 18891 sul­la ese­cu­zio­ne e sul fal­li­men­to (LEF).


1 RS 281.1

Art. 167  

Fa­vo­ri con­ces­si ad un cre­di­to­re

 

Il de­bi­to­re che, co­no­scen­do la pro­pria in­sol­ven­za e al fi­ne di fa­vo­ri­re al­cu­ni dei suoi cre­di­to­ri in dan­no de­gli al­tri, com­pie at­ti ten­den­ti a ta­le sco­po, in ispe­cie pa­ga de­bi­ti non sca­du­ti, estin­gue un de­bi­to sca­du­to con mez­zi di pa­ga­men­to di­ver­si da­gli usua­li, ga­ran­ti­sce un de­bi­to con mez­zi pro­pri sen­za es­se­re ob­bli­ga­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria, se vie­ne di­chia­ra­to il suo fal­li­men­to o se con­tro di lui vie­ne ri­la­scia­to un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni.

Art. 168  

Cor­ru­zio­ne nell'ese­cu­zio­ne for­za­ta

 

1Chiun­que con­ce­de o pro­met­te van­tag­gi par­ti­co­la­ri a un cre­di­to­re o al suo rap­pre­sen­tan­te, per ot­te­ner­ne il vo­to nell'adu­nan­za dei cre­di­to­ri o nel­la de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri op­pu­re l'ade­sio­ne a un con­cor­da­to giu­di­zia­le o il suo ri­get­to, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

2Chiun­que con­ce­de o pro­met­te van­tag­gi par­ti­co­la­ri all'am­mi­ni­stra­to­re del fal­li­men­to, a un mem­bro dell'am­mi­ni­stra­zio­ne, al com­mis­sa­rio o al li­qui­da­to­re per in­fluen­zar­ne le de­ci­sio­ni, è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

3È pu­ni­to con la stes­sa pe­na chi si è fat­to ac­cor­da­re o pro­met­te­re ta­li van­tag­gi.

Art. 169  

Di­stra­zio­ne di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li sot­to­po­sti a pro­ce­di­men­to giu­di­zia­le

 

Chiun­que ar­bi­tra­ria­men­te di­spo­ne in dan­no dei cre­di­to­ri di va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li

pi­gno­ra­ti o se­que­stra­ti,

com­pre­si in un in­ven­ta­rio del­la pro­ce­du­ra di ese­cu­zio­ne in via di pi­gno­ra­men­to o in via di fal­li­men­to, ov­ve­ro del­la pro­ce­du­ra di ri­ten­zio­ne,

ap­par­te­nen­ti al pa­tri­mo­nio ce­du­to me­dian­te un con­cor­da­to con ab­ban­do­no dell'at­ti­vo, op­pu­re

de­te­rio­ra, di­strug­ge, sva­lu­ta o ren­de in­ser­vi­bi­li ta­li va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 170  

Con­se­gui­men­to frau­do­len­to di un con­cor­da­to giu­di­zia­le

 

Il de­bi­to­re che, al­lo sco­po di ot­te­ne­re una mo­ra­to­ria o l'omo­lo­ga­zio­ne di un con­cor­da­to giu­di­zia­le, in­du­ce in er­ro­re sul­la pro­pria si­tua­zio­ne pa­tri­mo­nia­le i cre­di­to­ri, il com­mis­sa­rio del con­cor­da­to o l'au­to­ri­tà dei con­cor­da­ti, in mo­do par­ti­co­la­re me­dian­te con­ta­bi­li­tà ine­sat­ta o bi­lan­ci fal­si,

il ter­zo che com­pie ta­li at­ti a van­tag­gio del de­bi­to­re,

è pu­ni­to con una pe­na de­ten­ti­va si­no a tre an­ni o con una pe­na pe­cu­nia­ria.

Art. 171  

Con­cor­da­to giu­di­zia­le

 

1Gli ar­ti­co­li 163 nu­me­ro 1, 164 nu­me­ro 1, 165 nu­me­ro 1, 166 e 167 so­no ap­pli­ca­bi­li an­che quan­do un con­cor­da­to giu­di­zia­le è sta­to ac­cet­ta­to ed omo­lo­ga­to.

2Se il de­bi­to­re o il ter­zo ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 163 nu­me­ro 2 e 164 nu­me­ro 2 ha for­ni­to par­ti­co­la­ri sfor­zi eco­no­mi­ci, fa­ci­li­tan­do in tal mo­do la con­clu­sio­ne del con­cor­da­to, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te può pre­scin­de­re dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne.

Art. 171bis  

Re­vo­ca del fal­li­men­to

 

1Quan­do il fal­li­men­to è re­vo­ca­to (art. 195 LEF1), l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te può pre­scin­de­re dal pro­ce­di­men­to pe­na­le, dal rin­vio a giu­di­zio o dal­la pu­ni­zio­ne.

2Nei ca­si di con­cor­da­to giu­di­zia­le, il ca­po­ver­so 1 si ap­pli­ca sol­tan­to se il de­bi­to­re o il ter­zo ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 163 nu­me­ro 2 e 164 nu­me­ro 2 ha for­ni­to par­ti­co­la­ri sfor­zi eco­no­mi­ci, fa­ci­li­tan­do in tal mo­do la con­clu­sio­ne del con­cor­da­to.


1 RS 281.1

Art. 172  

4. Di­spo­si­zio­ni ge­ne­ra­li. …

 

1 Abro­ga­to dal n. II 3 del­la LF del 13 dic. 2002, con ef­fet­to dal 1° gen. 2007 (RU 2006 3459; FF 1999 1669).

Art. 172bis  

1 Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), con ef­fet­to 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

 
Art. 172ter  

Rea­ti di po­ca en­ti­tà

 

1. Se il rea­to con­cer­ne sol­tan­to un ele­men­to pa­tri­mo­nia­le di po­co va­lo­re o un dan­no di lie­ve en­ti­tà, il col­pe­vo­le è pu­ni­to, a que­re­la di par­te, con la mul­ta.

2. Il pre­sen­te di­spo­sto non è ap­pli­ca­bi­le al fur­to ag­gra­va­to (art. 139 n. 2 e 3), al­la ra­pi­na e all'estor­sio­ne.

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