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Legge federale sul diritto penale minorile

del 20 giugno 2003 (Stato 1° gennaio 2018)

L'Assemblea federale della Confederazione Svizzera,

visto l'articolo 123 della Costituzione federale1; visto il messaggio del Consiglio federale del 21 settembre 19982,

decreta:

Capitolo 1: Principi e campo d'applicazione

Art. 1 Oggetto e rapporto con il Codice penale  

1La pre­sen­te leg­ge:

a.
di­sci­pli­na le san­zio­ni ap­pli­ca­bi­li nei con­fron­ti del­le per­so­ne che han­no com­mes­so, pri­ma del com­pi­men­to del 18° an­no di età, un at­to per cui il Co­di­ce pe­na­le1 (CP) o un'al­tra leg­ge fe­de­ra­le com­mi­na una pe­na;
b.2
...

2A com­ple­men­to del­la pre­sen­te leg­ge si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia le se­guen­ti di­spo­si­zio­ni del CP:

a.
gli ar­ti­co­li 1-33 (Cam­po d'ap­pli­ca­zio­ne e pu­ni­bi­li­tà), ec­cet­to l'ar­ti­co­lo 20 (Er­ro­re sull'il­li­cei­tà);
b.
gli ar­ti­co­li 47, 48 e 51 (Com­mi­su­ra­zio­ne del­la pe­na);
c.
l'ar­ti­co­lo 56 ca­po­ver­si 2, 5 e 6 e l'ar­ti­co­lo 56a (Prin­ci­pi ap­pli­ca­bi­li al­le mi­su­re);
d.
gli ar­ti­co­li 69-73 (Con­fi­sca e as­se­gna­men­ti al dan­neg­gia­to);
e.
l'ar­ti­co­lo 74 (Prin­ci­pi dell'ese­cu­zio­ne);
f.
l'ar­ti­co­lo 83 (Re­tri­bu­zio­ne);
g.
l'ar­ti­co­lo 84 (Re­la­zio­ni con il mon­do ester­no);
h.
l'ar­ti­co­lo 85 (Con­trol­li e ispe­zio­ni);
i.
l'ar­ti­co­lo 92 (In­ter­ru­zio­ne dell'ese­cu­zio­ne);
ibis.3
l'ar­ti­co­lo 92a (Di­rit­to d'in­for­ma­zio­ne);
j.4
gli ar­ti­co­li 98, 99 ca­po­ver­so 2, 100 e 101 ca­po­ver­si 1 let­te­re a‒d, 2 e 3 (Pre­scri­zio­ne);
k.5
gli ar­ti­co­li 103, 104 e 105 ca­po­ver­so 2 (Con­trav­ven­zio­ni);
l.
l'ar­ti­co­lo 110 (De­fi­ni­zio­ni);
m.
gli ar­ti­co­li 111-332 (Li­bro se­con­do: Di­spo­si­zio­ni spe­cia­li);
n.6
gli ar­ti­co­li 333-392 (Li­bro ter­zo: Dell'at­tua­zio­ne e dell'ap­pli­ca­zio­ne del Co­di­ce pe­na­le), ec­cet­to gli ar­ti­co­li 380 (Spe­se), 387 ca­po­ver­so 1 let­te­ra d e ca­po­ver­so 2 (Di­spo­si­zio­ni com­ple­ti­ve del Con­si­glio fe­de­ra­le) e 388 ca­po­ver­so 3 (Ese­cu­zio­ne di sen­ten­ze an­te­rio­ri);
o.
la ci­fra 3 del­le di­spo­si­zio­ni tran­si­to­rie del­la mo­di­fi­ca del 13 di­cem­bre 20027 (Ca­sel­la­rio giu­di­zia­le).

3Nell'ap­pli­ca­re le sud­det­te di­spo­si­zio­ni del CP van­no con­si­de­ra­ti i prin­ci­pi di cui all'ar­ti­co­lo 2 non­ché, nel suo in­te­res­se, l'età e il gra­do di svi­lup­po del mi­no­re.


1 RS 311.0
2 Abro­ga­ta dal n. 1 dell'all. al­la Pro­ce­du­ra pe­na­le mi­no­ri­le del 20 mar. 2009, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1573; FF 2006 989, 2008 2607).
3 In­tro­dot­to dal n. I 2 del­la LF del 26 set. 2014 sul di­rit­to d'in­for­ma­zio­ne del­le vit­ti­me di rea­ti, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 1623; FF 2014 833 855).
4 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 2 del­la LF del 15 giu. 2012 (Im­pre­scrit­ti­bi­li­tà dei rea­ti ses­sua­li o di por­no­gra­fia com­mes­si su fan­ciul­li im­pu­be­ri), in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2012 5951; FF 2011 5393).
5RU 2009 6103
6 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 1 dell'all. al­la Pro­ce­du­ra pe­na­le mi­no­ri­le del 20 mar. 2009, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1573; FF 2006 989, 2008 2607).
7 RS 311.0 in fi­ne

Art. 2 Principi  

1I prin­ci­pi cui s'im­pron­ta la pre­sen­te leg­ge so­no la pro­te­zio­ne e l'edu­ca­zio­ne del mi­no­re.

2Va pre­sta­ta at­ten­zio­ne par­ti­co­la­re al­le con­di­zio­ni di vi­ta e al­la si­tua­zio­ne fa­mi­lia­re del mi­no­re non­ché al­la sua per­so­na­li­tà in di­ve­ni­re.

Art. 3 Campo d'applicazione personale  

1La pre­sen­te leg­ge si ap­pli­ca al­le per­so­ne che han­no com­mes­so, tra i die­ci e i 18 an­ni com­piu­ti, un at­to per cui la leg­ge com­mi­na una pe­na.

2Se si de­vo­no giu­di­ca­re con­tem­po­ra­nea­men­te un at­to com­mes­so pri­ma e un at­to com­mes­so do­po il com­pi­men­to del 18° an­no di età, per quan­to con­cer­ne le pe­ne si ap­pli­ca uni­ca­men­te il CP1. Lo stes­so va­le per la pe­na com­ple­men­ta­re (art. 49 cpv. 2 CP) da pro­nun­ciar­si per un at­to com­mes­so pri­ma del com­pi­men­to del 18° an­no di età. Se l'au­to­re ne­ces­si­ta di una mi­su­ra, dev'es­se­re or­di­na­ta la mi­su­ra pre­vi­sta dal CP o dal­la pre­sen­te leg­ge che si im­po­ne a se­con­da del­le cir­co­stan­ze. In que­sti ca­si ri­ma­ne ap­pli­ca­bi­le la pro­ce­du­ra pe­na­le mi­no­ri­le av­via­ta pri­ma di es­se­re ve­nu­ti a co­no­scen­za dell'at­to com­mes­so do­po il com­pi­men­to del 18° an­no di età. Ne­gli al­tri ca­si si ap­pli­ca la pro­ce­du­ra pre­vi­sta per gli adul­ti.


1 RS 311.0

Art. 4 Atti commessi prima del 10° anno di età  

Se nel cor­so di un pro­ce­di­men­to l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te ac­cer­ta che un at­to è sta­to com­piu­to da un fan­ciul­lo di età in­fe­rio­re ai die­ci an­ni, es­sa ne in­for­ma i rap­pre­sen­tan­ti le­ga­li del fan­ciul­lo stes­so. Qua­lo­ra vi sia­no in­di­zi se­con­do i qua­li il fan­ciul­lo ne­ces­si­ta di un aiu­to par­ti­co­la­re, va in­for­ma­ta an­che l'au­to­ri­tà tu­to­ria1 o il ser­vi­zio di aiu­to al­la gio­ven­tù de­si­gna­to dal di­rit­to can­to­na­le.


1 Dall'en­tra­ta in vi­go­re del­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne; RU 2011 725) il 1° gen. 2013: au­to­ri­tà di pro­te­zio­ne dei mi­no­ri.

Capitolo 2: Istruzione

Art. 5 Misure protettive cautelari  

Du­ran­te l'istru­zio­ne l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te può or­di­na­re le mi­su­re pro­tet­ti­ve cau­te­la­ri di cui agli ar­ti­co­li 12-15.

Art. 6 a 8  

1 Abro­ga­ti dal n. 1 dell'all al­la Pro­ce­du­ra pe­na­le mi­no­ri­le del 20 mar. 2009, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1573; FF 2006 989, 2008 2607).

Art. 9 Inchiesta in merito alla situazione personale, osservazione e perizia  

1Nel­la mi­su­ra in cui oc­cor­ra per la de­ci­sio­ne da pren­de­re in me­ri­to a una mi­su­ra pro­tet­ti­va o a una pe­na, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te com­pie in­da­gi­ni sul­la si­tua­zio­ne per­so­na­le del mi­no­re, se­gna­ta­men­te per quan­to con­cer­ne la fa­mi­glia, l'edu­ca­zio­ne, la scuo­la e la pro­fes­sio­ne. A ta­le sco­po può or­di­na­re an­che un'os­ser­va­zio­ne am­bu­la­to­ria­le o in un isti­tu­to.

2L'in­chie­sta può es­se­re af­fi­da­ta a una per­so­na o isti­tu­zio­ne che of­fra ga­ran­zia di un'ese­cu­zio­ne in pie­na re­go­la.

3Qua­lo­ra vi sia se­rio mo­ti­vo di du­bi­ta­re del­la sa­lu­te fi­si­ca o psi­chi­ca del mi­no­re o ap­pa­ia ade­gua­to il col­lo­ca­men­to in un isti­tu­to aper­to per cu­ra­re una tur­ba psi­chi­ca o il col­lo­ca­men­to in un isti­tu­to chiu­so, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te or­di­na una pe­ri­zia me­di­ca o psi­co­lo­gi­ca.

Capitolo 3: Misure protettive e pene

Sezione 1: Condizioni generali

Art. 10 Misure protettive  

1Qua­lo­ra il mi­no­re ab­bia com­mes­so un at­to per cui la leg­ge com­mi­na una pe­na e dall'in­chie­sta ri­sul­ti che egli ne­ces­si­ta di un so­ste­gno edu­ca­ti­vo spe­cia­le o di un trat­ta­men­to te­ra­peu­ti­co, l'au­to­ri­tà giu­di­can­te or­di­na le mi­su­re pro­tet­ti­ve ri­chie­ste dal­le cir­co­stan­ze, in­di­pen­den­te­men­te dal fat­to che egli ab­bia agi­to in mo­do col­pe­vo­le.

2Se il mi­no­re non di­mo­ra abi­tual­men­te in Sviz­ze­ra, l'au­to­ri­tà giu­di­can­te può pre­scin­de­re dall'or­di­na­re una mi­su­ra pro­tet­ti­va.

Art. 11 Pene  

1Se il mi­no­re ha agi­to in mo­do col­pe­vo­le, l'au­to­ri­tà giu­di­can­te gli in­flig­ge una pe­na a com­ple­men­to di una mi­su­ra pro­tet­ti­va o qua­le uni­ca con­se­guen­za giu­ri­di­ca. È fat­to sal­vo l'ar­ti­co­lo 21 sull'im­pu­ni­tà.

2Può agi­re in mo­do col­pe­vo­le sol­tan­to il mi­no­re che è in gra­do di va­lu­ta­re il ca­rat­te­re il­le­ci­to del suo at­to e di agi­re se­con­do ta­le va­lu­ta­zio­ne.

Sezione 2: Misure protettive

Art. 12 Sorveglianza  

1Se è pre­ve­di­bi­le che i de­ten­to­ri dell'au­to­ri­tà pa­ren­ta­le o i ge­ni­to­ri af­fi­lian­ti pren­de­ran­no le mi­su­re ne­ces­sa­rie per ga­ran­ti­re un ap­pro­pria­to so­ste­gno edu­ca­ti­vo o trat­ta­men­to te­ra­peu­ti­co del mi­no­re, l'au­to­ri­tà giu­di­can­te de­si­gna una per­so­na o un uf­fi­cio ido­neo che avrà di­rit­to di as­su­me­re in­for­ma­zio­ni e di es­se­re com­piu­ta­men­te in­for­ma­to. L'au­to­ri­tà giu­di­can­te può da­re istru­zio­ni ai ge­ni­to­ri.

2Se il mi­no­re è sot­to tu­te­la, la sor­ve­glian­za non può es­se­re or­di­na­ta.

3Do­po il rag­giun­gi­men­to del­la mag­gio­re età la sor­ve­glian­za può es­se­re or­di­na­ta sol­tan­to con il con­sen­so dell'in­te­res­sa­to.

Art. 13 Sostegno esterno  

1Nel ca­so in cui una sor­ve­glian­za con­for­me­men­te all'ar­ti­co­lo 12 non sia suf­fi­cien­te, l'au­to­ri­tà giu­di­can­te de­si­gna una per­so­na ido­nea che so­sten­ga i ge­ni­to­ri nei lo­ro com­pi­ti edu­ca­ti­vi e as­si­sta il mi­no­re.

2L'au­to­ri­tà giu­di­can­te può con­fe­ri­re al­la per­so­na in­ca­ri­ca­ta del so­ste­gno ester­no de­ter­mi­na­ti po­te­ri per quan­to con­cer­ne l'edu­ca­zio­ne, il trat­ta­men­to e la for­ma­zio­ne del mi­no­re e li­mi­ta­re di con­se­guen­za l'au­to­ri­tà pa­ren­ta­le. In de­ro­ga all'ar­ti­co­lo 323 ca­po­ver­so 1 del Co­di­ce ci­vi­le1 (CC), può af­fi­dar­le an­che l'am­mi­ni­stra­zio­ne del red­di­to la­vo­ra­ti­vo del mi­no­re.

3Se il mi­no­re è sot­to tu­te­la, il so­ste­gno ester­no non può es­se­re or­di­na­to.

4Do­po il rag­giun­gi­men­to del­la mag­gio­re età il so­ste­gno ester­no può es­se­re or­di­na­to sol­tan­to con il con­sen­so dell'in­te­res­sa­to.


1 RS 210

Art. 14 Trattamento ambulatoriale  

1Se il mi­no­re sof­fre di tur­be psi­chi­che, è al­te­ra­to nel­lo svi­lup­po del­la sua per­so­na­li­tà, è tos­si­co­ma­ne o al­tri­men­ti af­fet­to da di­pen­den­za, l'au­to­ri­tà giu­di­can­te può or­di­na­re che egli sia sot­to­po­sto a un trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le.

2Il trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le può es­se­re com­bi­na­to con la sor­ve­glian­za (art. 12), con il so­ste­gno ester­no (art. 13) o con il col­lo­ca­men­to in un isti­tu­to edu­ca­ti­vo (art. 15 cpv. 1).

Art. 15 Collocamento  

a. Con­te­nu­to e pre­sup­po­sti

1Se l'edu­ca­zio­ne e il trat­ta­men­to ne­ces­sa­ri non pos­so­no es­se­re as­si­cu­ra­ti in al­tro mo­do, l'au­to­ri­tà giu­di­can­te or­di­na il col­lo­ca­men­to del mi­no­re. Il col­lo­ca­men­to av­vie­ne se­gna­ta­men­te pres­so pri­va­ti o in isti­tu­ti edu­ca­ti­vi o di cu­ra che sia­no in gra­do di ga­ran­ti­re la ne­ces­sa­ria as­si­sten­za pe­da­go­gi­ca o te­ra­peu­ti­ca.

2L'au­to­ri­tà giu­di­can­te può or­di­na­re il col­lo­ca­men­to in un isti­tu­to chiu­so sol­tan­to se:

a.
lo esi­ge la pro­te­zio­ne per­so­na­le del mi­no­re o il trat­ta­men­to di una sua tur­ba psi­chi­ca; o
b.
il col­lo­ca­men­to in un isti­tu­to chiu­so si ren­de ne­ces­sa­rio per evi­ta­re che il mi­no­re met­ta gra­ve­men­te in pe­ri­co­lo ter­zi.

3Pri­ma di or­di­na­re il col­lo­ca­men­to in un isti­tu­to aper­to ai fi­ni del trat­ta­men­to di una tur­ba psi­chi­ca o il col­lo­ca­men­to in un isti­tu­to chiu­so, l'au­to­ri­tà giu­di­can­te or­di­na una pe­ri­zia me­di­ca o psi­co­lo­gi­ca, sem­pre che que­sta non sia già sta­ta ef­fet­tua­ta sul­la scor­ta dell'ar­ti­co­lo 9 ca­po­ver­so 3.

4Se il mi­no­re è sot­to tu­te­la, l'au­to­ri­tà giu­di­can­te co­mu­ni­ca l'or­di­ne di col­lo­ca­men­to all'au­to­ri­tà tu­to­ria1.


1 Dall'en­tra­ta in vi­go­re del­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne; RU 2011 725) il 1° gen. 2013: au­to­ri­tà di pro­te­zio­ne dei mi­no­ri.

Art. 16 b. Esecuzione  

1Lʼau­to­ri­tà giu­di­can­te può vie­ta­re al mi­no­re di eser­ci­ta­re de­ter­mi­na­te at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­li o ex­tra­pro­fes­sio­na­li or­ga­niz­za­te, se sus­si­ste il ri­schio che abu­si di ta­li at­ti­vi­tà per com­met­te­re rea­ti ses­sua­li su mi­no­ri o su al­tre per­so­ne par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li.

2Se sus­si­ste il ri­schio che il mi­no­re com­met­ta rea­ti nel ca­so in cui ab­bia con­tat­ti con per­so­ne de­ter­mi­na­te o con i mem­bri di un grup­po de­ter­mi­na­to, lʼau­to­ri­tà giu­di­can­te può vie­tar­gli di ave­re con­tat­ti con ta­li per­so­ne o di trat­te­ner­si in de­ter­mi­na­ti luo­ghi.

3Lʼau­to­ri­tà dʼe­se­cu­zio­ne de­si­gna una per­so­na ido­nea che ac­com­pa­gni il mi­no­re du­ran­te unʼin­ter­di­zio­ne o un di­vie­to e le fac­cia rap­por­to.

4Per ese­gui­re il di­vie­to o lʼin­ter­di­zio­ne di cui al ca­po­ver­so 2, lʼau­to­ri­tà dʼe­se­cu­zio­ne può im­pie­ga­re ap­pa­rec­chi tec­ni­ci fis­sa­ti sul mi­no­re. Ta­li ap­pa­rec­chi pos­so­no ser­vi­re in par­ti­co­la­re a lo­ca­liz­za­re il mi­no­re.


1 In­tro­dot­to dal n. I 3 del­la LF del 13 dic. 2013 in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Art. 17 Disposizioni comuni per l'esecuzione delle misure  

1L'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne de­ci­de a chi af­fi­da­re l'ese­cu­zio­ne del trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le o del col­lo­ca­men­to.

2L'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne sor­ve­glia l'ese­cu­zio­ne di tut­te le mi­su­re. Im­par­ti­sce le ne­ces­sa­rie istru­zio­ni e sta­bi­li­sce con qua­le fre­quen­za le si de­ve fa­re rap­por­to.

3Nell'ese­cu­zio­ne del­le mi­su­re oc­cor­re prov­ve­de­re af­fin­ché il mi­no­re ri­ce­va un'istru­zio­ne e una for­ma­zio­ne ade­gua­te.

Art. 18 Sostituzione delle misure  

1Se la si­tua­zio­ne è cam­bia­ta, una mi­su­ra può es­se­re so­sti­tui­ta con un'al­tra. Se la nuo­va mi­su­ra è più se­ve­ra, per la so­sti­tu­zio­ne è com­pe­ten­te l'au­to­ri­tà giu­di­can­te.

2La so­sti­tu­zio­ne del­le mi­su­re può es­se­re chie­sta dal mi­no­re o dai suoi rap­pre­sen­tan­ti le­ga­li.

Art. 19 Soppressione delle misure  

1L'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne ve­ri­fi­ca an­nual­men­te se e quan­do la mi­su­ra può es­se­re sop­pres­sa. Po­ne fi­ne al­la mi­su­ra quan­do ne sia rag­giun­to lo sco­po o ac­cer­ta­to che es­sa non ha più al­cun ef­fet­to edu­ca­ti­vo o te­ra­peu­ti­co.

2Tut­te le mi­su­re ces­sa­no con il com­pi­men­to del 25° an­no d'età.1

3Qua­lo­ra la sop­pres­sio­ne di una mi­su­ra pro­tet­ti­va com­por­ti gra­vi svan­tag­gi, non al­tri­men­ti evi­ta­bi­li, per l'in­te­res­sa­to stes­so o per la si­cu­rez­za al­trui, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne chie­de per tem­po l'ap­pli­ca­zio­ne di mi­su­re tu­to­rie2 ap­pro­pria­te.

4Qua­lo­ra la sop­pres­sio­ne di unʼin­ter­di­zio­ne o di un di­vie­to se­con­do lʼar­ti­co­lo 16a com­por­ti gra­vi svan­tag­gi per la si­cu­rez­za al­trui, lʼau­to­ri­tà dʼe­se­cu­zio­ne chie­de per tem­po al giu­di­ce del do­mi­ci­lio del mi­no­re di sta­bi­li­re se sia­no adem­piu­ti i pre­sup­po­sti di unʼin­ter­di­zio­ne o di un di­vie­to ai sen­si de­gli ar­ti­co­li 67 o 67b CP3. In ca­so af­fer­ma­ti­vo, il giu­di­ce pro­nun­cia unʼin­ter­di­zio­ne o un di­vie­to con­for­me­men­te al di­rit­to ap­pli­ca­bi­le agli adul­ti. Se so­no adem­piu­ti i pre­sup­po­sti per unʼin­ter­di­zio­ne se­con­do lʼar­ti­co­lo 67 ca­po­ver­so 3 o 4 CP, il giu­di­ce fis­sa una du­ra­ta del­lʼin­ter­di­zio­ne com­pre­sa tra uno e die­ci an­ni.4


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 2 dell'all. al­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° lug. 2016 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
2 Dall'en­tra­ta in vi­go­re del­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne; RU 2011 725) il 1° gen. 2013: mi­su­re di pro­te­zio­ne del mi­no­re.
3 RS311.0
4 In­tro­dot­to dal n. I 3 del­la LF del 13 dic. 2013 in­ter­di­zio­ne di eser­ci­ta­re unʼat­ti­vi­tà e di­vie­to di ave­re con­tat­ti e di ac­ce­de­re ad aree de­ter­mi­na­te, in vi­go­re dal 1° gen. 2015 (RU 2014 2055; FF 2012 7765).

Art. 20 Collaborazione tra autorità civili e autorità penali minorili  

1L'au­to­ri­tà pe­na­le mi­no­ri­le può:

a.
pro­por­re all'au­to­ri­tà ci­vi­le l'ap­pli­ca­zio­ne, la mo­di­fi­ca o la sop­pres­sio­ne di mi­su­re per le qua­li es­sa non è com­pe­ten­te;
b.
pre­sen­ta­re pro­po­ste in me­ri­to al­la no­mi­na di un tu­to­re o chie­de­re la so­sti­tu­zio­ne del rap­pre­sen­tan­te le­ga­le.

2In pre­sen­za di mo­ti­vi gra­vi, l'au­to­ri­tà pe­na­le mi­no­ri­le può de­le­ga­re all'au­to­ri­tà ci­vi­le il com­pi­to di or­di­na­re mi­su­re pro­tet­ti­ve, se­gna­ta­men­te se:

a.
de­vo­no es­se­re pre­se mi­su­re an­che per fra­tel­li e so­rel­le che non han­no com­mes­so al­cun rea­to;
b.
ap­pa­re ne­ces­sa­rio con­ti­nua­re ad ap­pli­ca­re mi­su­re di di­rit­to ci­vi­le or­di­na­te in pre­ce­den­za;
c.
è sta­to av­via­to un pro­ce­di­men­to per la pri­va­zio­ne dell'au­to­ri­tà pa­ren­ta­le.

3Se, nell'in­te­res­se di un'uni­tà d'azio­ne, ri­nun­cia ad or­di­na­re es­sa stes­sa mi­su­re, l'au­to­ri­tà ci­vi­le può pro­por­re all'au­to­ri­tà pe­na­le mi­no­ri­le l'ap­pli­ca­zio­ne, la mo­di­fi­ca o la sop­pres­sio­ne di mi­su­re pro­tet­ti­ve giu­sta gli ar­ti­co­li 10 e 12-19.

4L'au­to­ri­tà ci­vi­le e l'au­to­ri­tà pe­na­le mi­no­ri­le si co­mu­ni­ca­no le lo­ro de­ci­sio­ni.

Sezione 3: Pene

Art. 21 Impunità  

1L'au­to­ri­tà giu­di­can­te pre­scin­de da una pu­ni­zio­ne se:

a.
la pu­ni­zio­ne do­ves­se com­pro­met­te­re lo sco­po di una mi­su­ra pro­tet­ti­va or­di­na­ta in pre­ce­den­za o da or­di­na­re nel pro­ce­di­men­to in cor­so;
b.
la col­pa del mi­no­re e le con­se­guen­ze del fat­to so­no mi­ni­me;
c.
il mi­no­re ha ri­sar­ci­to il dan­no, per quan­to pos­si­bi­le, con una pre­sta­zio­ne per­so­na­le o si è par­ti­co­lar­men­te im­pe­gna­to per ri­pa­ra­re al tor­to da lui cau­sa­to, sem­pre­ché co­me pu­ni­zio­ne en­tri in li­nea di con­to sol­tan­to un'am­mo­ni­zio­ne con­for­me­men­te all'ar­ti­co­lo 22 e l'in­te­res­se del pub­bli­co e del dan­neg­gia­to all'at­tua­zio­ne del pro­ce­di­men­to pe­na­le sia mi­ni­mo;
d.
il mi­no­re è sta­to co­sì du­ra­men­te col­pi­to dal­le con­se­guen­ze di­ret­te del suo at­to che una pe­na ri­sul­te­reb­be inap­pro­pria­ta;
e.
il mi­no­re è già sta­to pu­ni­to a suf­fi­cien­za per il suo at­to dai ge­ni­to­ri, da al­tre per­so­ne che si oc­cu­pa­no del­la sua edu­ca­zio­ne o da ter­zi; o
f.
dal fat­to è tra­scor­so un pe­rio­do re­la­ti­va­men­te lun­go, il mi­no­re si è ben com­por­ta­to e l'in­te­res­se del pub­bli­co e del dan­neg­gia­to all'at­tua­zio­ne del pro­ce­di­men­to pe­na­le sia di scar­sa im­por­tan­za.

2Si può inol­tre pre­scin­de­re dal­la pu­ni­zio­ne se lo Sta­to este­ro nel qua­le il mi­no­re di­mo­ra abi­tual­men­te ha già av­via­to un pro­ce­di­men­to a cau­sa dell'at­to com­mes­so dal mi­no­re o si è di­chia­ra­to di­spo­sto a far­lo.

3...1


1 Abro­ga­to dal n. 1 dell'all. al­la Pro­ce­du­ra pe­na­le mi­no­ri­le del 20 mar. 2009, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1573; FF 2006 989, 2008 2607).

Art. 22 Ammonizione  

1L'au­to­ri­tà giu­di­can­te di­chia­ra col­pe­vo­le il mi­no­re e lo am­mo­ni­sce se que­sto ap­pa­re ve­ro­si­mil­men­te suf­fi­cien­te per trat­te­ner­lo dal com­met­te­re nuo­vi rea­ti. L'am­mo­ni­zio­ne con­si­ste in una di­sap­pro­va­zio­ne for­ma­le dell'at­to com­mes­so.

2L'au­to­ri­tà giu­di­can­te può inol­tre im­por­re al mi­no­re un pe­rio­do di pro­va com­pre­so tra i sei me­si e i due an­ni e im­par­tir­gli re­la­ti­ve nor­me di con­dot­ta. Se du­ran­te il pe­rio­do di pro­va il mi­no­re si ren­de col­pe­vo­le di un at­to per cui la leg­ge com­mi­na una pe­na o di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta, l'au­to­ri­tà giu­di­can­te gli può in­flig­ge­re una pe­na di­ver­sa dall'am­mo­ni­zio­ne.

Art. 23 Prestazione personale  

1Il mi­no­re può es­se­re te­nu­to a for­ni­re una pre­sta­zio­ne per­so­na­le in fa­vo­re di isti­tu­zio­ni so­cia­li, di ope­re d'in­te­res­se pub­bli­co, di per­so­ne bi­so­gno­se di as­si­sten­za o del dan­neg­gia­to, con il lo­ro con­sen­so. La pre­sta­zio­ne de­ve es­se­re com­mi­su­ra­ta all'età e al­le ca­pa­ci­tà del mi­no­re. Non è ri­mu­ne­ra­ta.

2Qua­le pre­sta­zio­ne per­so­na­le può es­se­re or­di­na­ta an­che la par­te­ci­pa­zio­ne a cor­si o ad at­ti­vi­tà ana­lo­ghe.

3La du­ra­ta mas­si­ma del­la pre­sta­zio­ne per­so­na­le è di die­ci gior­ni. Per i mi­no­ri che al mo­men­to del fat­to ave­va­no com­piu­to i 15 an­ni e han­no com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to, la pre­sta­zio­ne per­so­na­le può es­se­re or­di­na­ta per una du­ra­ta mas­si­ma di tre me­si ed es­se­re com­bi­na­ta con la re­si­den­za coat­ta.

4Se la pre­sta­zio­ne non è for­ni­ta en­tro il ter­mi­ne sta­bi­li­to o è for­ni­ta in mo­do in­com­ple­to, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne dif­fi­da il mi­no­re as­se­gnan­do­gli un ter­mi­ne pe­ren­to­rio.

5Se la dif­fi­da ri­ma­ne in­frut­tuo­sa, il mi­no­re che al mo­men­to del fat­to non ave­va an­co­ra com­piu­to i 15 an­ni può es­se­re te­nu­to a for­ni­re la pre­sta­zio­ne sot­to sor­ve­glian­za di­ret­ta dell'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne o di una per­so­na da es­sa de­si­gna­ta.

6Se la dif­fi­da ri­ma­ne in­frut­tuo­sa, il mi­no­re che al mo­men­to del fat­to ave­va com­piu­to i 15 an­ni è con­dan­na­to dall'au­to­ri­tà giu­di­can­te:

a.
al pa­ga­men­to di una mul­ta, se si trat­ta­va di una pre­sta­zio­ne fi­no a die­ci gior­ni;
b.
al pa­ga­men­to di una mul­ta o al­la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà, se si trat­ta­va di una pre­sta­zio­ne di ol­tre die­ci gior­ni; la du­ra­ta del­la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà non può es­se­re su­pe­rio­re a quel­la del­la pre­sta­zio­ne com­mu­ta­ta.
Art. 24 Multa  

1Il mi­no­re che al mo­men­to del fat­to ave­va com­piu­to i 15 an­ni è pas­si­bi­le di mul­ta. Que­sta am­mon­ta al mas­si­mo a 2000 fran­chi. L'im­por­to è fis­sa­to te­nen­do con­to del­la si­tua­zio­ne per­so­na­le del mi­no­re.

2L'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne sta­bi­li­sce il ter­mi­ne di pa­ga­men­to; può con­ce­de­re pro­ro­ghe e pa­ga­men­ti ra­tea­li.

3Su ri­chie­sta del mi­no­re, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne può com­mu­ta­re la mul­ta, in­te­ra­men­te o in par­te, in una pre­sta­zio­ne per­so­na­le, sal­vo quan­do la mul­ta sia sta­ta pro­nun­cia­ta in so­sti­tu­zio­ne di una pre­sta­zio­ne per­so­na­le non for­ni­ta.

4Qua­lo­ra la si­tua­zio­ne de­ter­mi­nan­te per il cal­co­lo del­la mul­ta sia peg­gio­ra­ta do­po la sen­ten­za sen­za col­pa del mi­no­re, l'au­to­ri­tà giu­di­can­te può ri­dur­re la mul­ta.

5Se il mi­no­re non pa­ga la mul­ta en­tro il ter­mi­ne sta­bi­li­to, l'au­to­ri­tà giu­di­can­te la com­mu­ta in pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà fi­no a 30 gior­ni. La com­mu­ta­zio­ne è esclu­sa qua­lo­ra il mi­no­re sia in­sol­ven­te sen­za col­pa pro­pria.

Art. 25 Privazione della libertà
a.Contenuto e presupposti
 

1Il mi­no­re che ha com­mes­so un cri­mi­ne o un de­lit­to do­po il com­pi­men­to del 15° an­no di età può es­se­re pu­ni­to con la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà da un gior­no a un an­no.

2Il mi­no­re che al mo­men­to del fat­to ave­va com­piu­to il 16° an­no di età è pu­ni­to con la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà fi­no a quat­tro an­ni se:

a.
ha com­mes­so un cri­mi­ne per il qua­le il di­rit­to ap­pli­ca­bi­le agli adul­ti pre­ve­de una pe­na de­ten­ti­va non in­fe­rio­re ai tre an­ni;
b.
ha com­mes­so un at­to di cui agli ar­ti­co­li 122, 140 nu­me­ro 3 o 184 CP1 agen­do con par­ti­co­la­re man­can­za di scru­po­li, se­gna­ta­men­te con mo­ven­te, sco­po o mo­da­li­tà par­ti­co­lar­men­te per­ver­si.

1 RS 311.0

Art. 26 b. Commutazione in prestazione personale  

Su ri­chie­sta del mi­no­re l'au­to­ri­tà giu­di­can­te può com­mu­ta­re una pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà non su­pe­rio­re ai tre me­si in una pre­sta­zio­ne per­so­na­le di ugua­le du­ra­ta, sal­vo quan­do la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà sia sta­ta pro­nun­cia­ta in so­sti­tu­zio­ne di pre­sta­zio­ni per­so­na­li non for­ni­te. La com­mu­ta­zio­ne può es­se­re or­di­na­ta su­bi­to per tut­ta la du­ra­ta del­la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà op­pu­re in un se­con­do tem­po per la par­te re­si­dua.

Art. 27 c. Esecuzione  

1La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà fi­no a un an­no può es­se­re ese­gui­ta sot­to for­ma di se­mi­pri­gio­nia (art. 77b CP1). La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà fi­no a un me­se può es­se­re ese­gui­ta an­che per gior­ni. In tal ca­so la pe­na è ri­par­ti­ta su più pe­rio­di coin­ci­den­ti con i gior­ni di ri­po­so o di va­can­ze del mi­no­re.2

2La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà dev'es­se­re ese­gui­ta in un isti­tu­to per mi­no­ri nel qua­le a ogni mi­no­re sia­no ga­ran­ti­ti un so­ste­gno edu­ca­ti­vo con­for­me al­la sua per­so­na­li­tà e se­gna­ta­men­te la pre­pa­ra­zio­ne all'in­te­gra­zio­ne so­cia­le do­po la li­be­ra­zio­ne.

3L'isti­tu­to dev'es­se­re adat­to a pro­muo­ve­re lo svi­lup­po del­la per­so­na­li­tà del mi­no­re. Nell'isti­tu­to il mi­no­re de­ve ave­re la pos­si­bi­li­tà di ini­zia­re, pro­se­gui­re e ter­mi­na­re una for­ma­zio­ne o un'at­ti­vi­tà lu­cra­ti­va qua­lo­ra la fre­quen­ta­zio­ne di una scuo­la, un ti­ro­ci­nio o un'at­ti­vi­tà lu­cra­ti­va non sia pos­si­bi­le all'ester­no.

4Un trat­ta­men­to te­ra­peu­ti­co dev'es­se­re as­si­cu­ra­to qua­lo­ra il mi­no­re ne ab­bia bi­so­gno e di­mo­stri di­spo­ni­bi­li­tà.

5Qua­lo­ra la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà sia su­pe­rio­re a un me­se, una per­so­na ido­nea, in­di­pen­den­te dall'isti­tu­to, ac­com­pa­gna il mi­no­re e lo aiu­ta a tu­te­la­re i suoi in­te­res­si.

6Per l'ese­cu­zio­ne del­le pe­ne si può far ca­po a isti­tu­ti pri­va­ti.3


1 RS 311.0
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 2 dell'all. al­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).
3 In­tro­dot­to dal n. 1 dell'all. al­la Pro­ce­du­ra pe­na­le mi­no­ri­le del 20 mar. 2009, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1573; FF 2006 989, 2008 2607).

Art. 28 Liberazione condizionale
a.Concessione
 

1Quan­do il mi­no­re ha scon­ta­to la me­tà del­la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà, ma in ogni ca­so al­me­no due set­ti­ma­ne, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne può li­be­rar­lo con­di­zio­nal­men­te se non si deb­ba pre­su­me­re che com­met­te­rà nuo­vi cri­mi­ni o de­lit­ti.

2L'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne esa­mi­na d'uf­fi­cio se il mi­no­re pos­sa es­se­re li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te. Chie­de a tal fi­ne una re­la­zio­ne al­la di­re­zio­ne dell'isti­tu­to e una al­la per­so­na che ac­com­pa­gna il mi­no­re. Il mi­no­re dev'es­se­re sen­ti­to se l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne in­ten­de ri­fiu­ta­re la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le.

3Se la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà è sta­ta in­flit­ta con­for­me­men­te all'ar­ti­co­lo 25 ca­po­ver­so 2, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne de­ci­de do­po aver sen­ti­to una com­mis­sio­ne co­sti­tui­ta se­con­do l'ar­ti­co­lo 62d ca­po­ver­so 2 CP1.

4Se non con­ce­de la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le, l'au­to­ri­tà com­pe­ten­te rie­sa­mi­na la que­stio­ne al­me­no una vol­ta ogni sei me­si.


1 RS 311.0

Art. 29 b. Periodo di prova  

1L'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne im­po­ne al mi­no­re li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te un pe­rio­do di pro­va di du­ra­ta cor­ri­spon­den­te al re­sto del­la pe­na, ma in ogni ca­so non in­fe­rio­re a sei me­si né su­pe­rio­re a due an­ni.

2L'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne può im­par­ti­re nor­me di con­dot­ta al mi­no­re li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te. Que­ste con­cer­no­no in par­ti­co­la­re la par­te­ci­pa­zio­ne ad at­ti­vi­tà di tem­po li­be­ro, la ri­pa­ra­zio­ne del dan­no, la fre­quen­ta­zio­ne di de­ter­mi­na­ti lo­ca­li pub­bli­ci, la gui­da di un vei­co­lo a mo­to­re o l'asten­sio­ne dal con­su­ma­re so­stan­ze che al­te­ra­no la co­scien­za.

3L'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne de­si­gna una per­so­na ido­nea che ac­com­pa­gni il mi­no­re du­ran­te il pe­rio­do di pro­va e le fac­cia rap­por­to.

Art. 30 c. Successo del periodo di prova  

Se il mi­no­re li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te ha su­pe­ra­to con suc­ces­so il pe­rio­do di pro­va, la li­be­ra­zio­ne di­ven­ta de­fi­ni­ti­va.

Art. 31 d. Insuccesso del periodo di prova  

1Se, du­ran­te il pe­rio­do di pro­va, il mi­no­re li­be­ra­to con­di­zio­nal­men­te com­met­te un cri­mi­ne o un de­lit­to o, no­no­stan­te dif­fi­da, di­sat­ten­de le nor­me di con­dot­ta, e vi è per­tan­to da at­ten­der­si ch'egli com­met­te­rà nuo­vi rea­ti, l'au­to­ri­tà che giu­di­ca il nuo­vo fat­to o, in ca­so di inos­ser­van­za del­le nor­me di con­dot­ta, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne de­ci­de l'ese­cu­zio­ne di una par­te o dell'in­te­ra pe­na re­si­dua (ri­pri­sti­no dell' ese­cu­zio­ne). L'ese­cu­zio­ne par­zia­le può es­se­re con­ces­sa una so­la vol­ta.

2Se in se­gui­to al nuo­vo rea­to ri­sul­ta­no adem­piu­te le con­di­zio­ni per una pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà sen­za con­di­zio­na­le e ta­le pri­va­zio­ne è in con­cor­so con il re­sto del­la pe­na di­ve­nu­ta ese­cu­ti­va a mo­ti­vo del­la re­vo­ca, l'au­to­ri­tà giu­di­can­te riu­ni­sce le due san­zio­ni in una pe­na uni­ca con­for­me­men­te all'ar­ti­co­lo 34. Al­la pe­na uni­ca so­no ap­pli­ca­bi­li nuo­va­men­te le nor­me del­la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le.

3Se, no­no­stan­te l'in­suc­ces­so del pe­rio­do di pro­va, non vi è da at­ten­der­si che il mi­no­re com­met­ta nuo­vi rea­ti, l'au­to­ri­tà giu­di­can­te o, in ca­so di inos­ser­van­za del­le nor­me di con­dot­ta, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne ri­nun­cia al ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne. Può am­mo­ni­re il mi­no­re e pro­ro­ga­re il pe­rio­do di pro­va di un an­no al mas­si­mo. Se su­ben­tra al ter­mi­ne del pe­rio­do di pro­va, la pro­ro­ga de­cor­re a par­ti­re dal gior­no in cui è sta­ta or­di­na­ta.

4Il ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne non può più es­se­re or­di­na­to tra­scor­si due an­ni dal­la fi­ne del pe­rio­do di pro­va.

5Se per il giu­di­zio del nuo­vo fat­to è ap­pli­ca­bi­le il CP1, l'au­to­ri­tà giu­di­can­te ap­pli­ca, per quan­to con­cer­ne la re­vo­ca, l'ar­ti­co­lo 89 CP.


1 RS 311.0

Art. 32 Concorso di misure protettive e della privazione della libertà  

1Il col­lo­ca­men­to va ese­gui­to pri­ma di una pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà pro­nun­cia­ta con­tem­po­ra­nea­men­te o di­ve­nu­ta ese­cu­ti­va in se­gui­to a re­vo­ca del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le o a ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne.

2Se è po­sto fi­ne al col­lo­ca­men­to per­ché ha rag­giun­to il suo sco­po, la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà non vie­ne più ese­gui­ta.

3Se al col­lo­ca­men­to è po­sto fi­ne per al­tri mo­ti­vi, l'au­to­ri­tà giu­di­can­te de­ci­de se e in che mi­su­ra la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà deb­ba an­co­ra es­se­re ese­gui­ta. In que­sto ca­so è com­pu­ta­ta la li­mi­ta­zio­ne del­la li­ber­tà con­nes­sa al col­lo­ca­men­to.

4L'au­to­ri­tà giu­di­can­te può so­spen­de­re l'ese­cu­zio­ne di una pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà pro­nun­cia­ta con­tem­po­ra­nea­men­te o di­ve­nu­ta ese­cu­ti­va in se­gui­to a re­vo­ca del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le o a ri­pri­sti­no dell'ese­cu­zio­ne in fa­vo­re del trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le, del so­ste­gno ester­no o del­la sor­ve­glian­za. In ca­so di sop­pres­sio­ne di que­ste mi­su­re pro­tet­ti­ve i ca­po­ver­si 2 e 3 si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia.

Art. 33 Cumulo delle pene  

La pre­sta­zio­ne per­so­na­le di cui all'ar­ti­co­lo 23 ca­po­ver­so 2 e la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà pos­so­no es­se­re cu­mu­la­te con la mul­ta.

Art. 34 Pena unica  

1Se de­ve giu­di­ca­re con­tem­po­ra­nea­men­te più rea­ti com­mes­si dal mi­no­re, l'au­to­ri­tà giu­di­can­te può cu­mu­la­re le pe­ne con­for­me­men­te all'ar­ti­co­lo 33 o, qua­lo­ra sia­no adem­piu­ti i pre­sup­po­sti per più pe­ne del­lo stes­so ge­ne­re, in­flig­ge­re una pe­na uni­ca, au­men­tan­do ade­gua­ta­men­te la pe­na pre­vi­sta per il rea­to più gra­ve.

2Nel­la com­mi­su­ra­zio­ne del­la pe­na uni­ca i sin­go­li rea­ti non de­vo­no in­ci­de­re più di quan­to sa­reb­be sta­to se fos­se­ro sta­ti giu­di­ca­ti sin­go­lar­men­te. La pe­na uni­ca non può su­pe­ra­re il li­mi­te mas­si­mo le­ga­le del ge­ne­re di pe­na.

3I ca­po­ver­si 1 e 2 si ap­pli­ca­no an­che nei ca­si in cui il mi­no­re ab­bia com­mes­so i rea­ti in par­te pri­ma e in par­te do­po il rag­giun­gi­men­to del li­mi­te d'età de­ter­mi­nan­te per l'in­fli­zio­ne di una pre­sta­zio­ne per­so­na­le si­no a tre me­si (art. 23 cpv. 3), di una mul­ta (art. 24 cpv. 1) o di una pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà (art. 25 cpv. 1 e 2).

Art. 35 Sospensione condizionale della pena  

1L'au­to­ri­tà giu­di­can­te so­spen­de com­ple­ta­men­te o in par­te l'ese­cu­zio­ne di una mul­ta, di una pre­sta­zio­ne per­so­na­le o di una pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà non su­pe­rio­re ai 30 me­si se una pe­na sen­za con­di­zio­na­le non sem­bra ne­ces­sa­ria per trat­te­ne­re il mi­no­re dal com­met­te­re nuo­vi cri­mi­ni o de­lit­ti.

2Gli ar­ti­co­li 29-31 si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia al­le pe­ne so­spe­se. Se una pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà vie­ne so­spe­sa sol­tan­to in par­te, gli ar­ti­co­li 28-31 non so­no ap­pli­ca­bi­li al­la par­te da ese­gui­re.

Capitolo 4: Prescrizione

Art. 36 Prescrizione dell'azione penale  

1L'azio­ne pe­na­le si pre­scri­ve:

a.
in cin­que an­ni, se se­con­do il di­rit­to ap­pli­ca­bi­le agli adul­ti per il rea­to è com­mi­na­ta una pe­na pri­va­ti­va del­la li­ber­tà su­pe­rio­re a tre an­ni;
b.
in tre an­ni, se se­con­do il di­rit­to ap­pli­ca­bi­le agli adul­ti per il rea­to è com­mi­na­ta una pe­na pri­va­ti­va del­la li­ber­tà non su­pe­rio­re a tre an­ni;
c.
in un an­no, se se­con­do il di­rit­to ap­pli­ca­bi­le agli adul­ti per il rea­to è com­mi­na­ta un'al­tra pe­na.
2In ca­so di rea­ti se­con­do gli ar­ti­co­li 111-113, 122, 189-191, 195 e 196 CP1, di­ret­ti con­tro una per­so­na mi­no­re di 16 an­ni, l'azio­ne pe­na­le non si pre­scri­ve in nes­sun ca­so pri­ma che la vit­ti­ma com­pia il 25° an­no di età. Ciò va­le an­che se il rea­to è sta­to com­mes­so pri­ma dell'en­tra­ta in vi­go­re del­la pre­sen­te leg­ge e a ta­le mo­men­to l'azio­ne pe­na­le non si è an­co­ra pre­scrit­ta.

1 RS 311.0. Ora: se­con­do gli art. 111-113, 122, 182, 189-191 e 195.

Art. 37 Prescrizione della pena  

1La pe­na si pre­scri­ve:

a.
in quat­tro an­ni, se si trat­ta di una pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà su­pe­rio­re a sei me­si;
b.
in due an­ni, se si trat­ta di un'al­tra pe­na.

2Con il com­pi­men­to del 25° an­no d'età ces­sa l'ese­cu­zio­ne di qual­sia­si pe­na pro­nun­cia­ta con­for­me­men­te al­la pre­sen­te leg­ge.

Capitolo 5: ...

Art. 38 a 43  

1 Abro­ga­ti dal n. 1 dell'all. al­la Pro­ce­du­ra pe­na­le mi­no­ri­le del 20 mar. 2009, con ef­fet­to dal 1° gen. 2011 (RU 2010 1573; FF 2006 989, 2008 2607).

Capitolo 6: Disposizioni finali

Sezione 1: Modifica del diritto vigente

Art. 44  

...1


1 Le mod. pos­so­no es­se­re con­sul­ta­te al­la RU 2006 3545.

Sezione 2: Disposizioni transitorie

Art. 45 Fanciulli di età compresa tra i sette e i dieci anni  

1Le mi­su­re edu­ca­ti­ve, i trat­ta­men­ti spe­cia­li e le pe­ne di­sci­pli­na­ri or­di­na­ti in vir­tù de­gli ex ar­ti­co­li 84, 85 o 87 CP1 nei con­fron­ti di fan­ciul­li che al mo­men­to del fat­to non ave­va­no an­co­ra com­piu­to i die­ci an­ni e non an­co­ra ese­gui­ti o ese­gui­ti sol­tan­to in par­te non so­no più ese­gui­ti do­po l'en­tra­ta in vi­go­re del­la pre­sen­te leg­ge.

2Qua­lo­ra vi sia­no in­di­zi se­con­do i qua­li il fan­ciul­lo ne­ces­si­ta di un aiu­to par­ti­co­la­re, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne ne in­for­ma l'au­to­ri­tà tu­to­ria2 o il ser­vi­zio di aiu­to al­la gio­ven­tù de­si­gna­to dal di­rit­to can­to­na­le.


1 RU 1971 777
2 Dall'en­tra­ta in vi­go­re del­la LF del 19 dic. 2008 (Pro­te­zio­ne de­gli adul­ti, di­rit­to del­le per­so­ne e di­rit­to del­la fi­lia­zio­ne; RU 2011 725) il 1° gen. 2013: au­to­ri­tà di pro­te­zio­ne dei mi­no­ri.

Art. 46 Esecuzione della privazione della libertà  

1Ai mi­no­ri che in vir­tù dell'ex ar­ti­co­lo 95 nu­me­ro 1 pri­mo com­ma CP1 so­no sta­ti con­dan­na­ti al­la car­ce­ra­zio­ne si ap­pli­ca­no le se­guen­ti di­spo­si­zio­ni del­la pre­sen­te leg­ge:

a.
l'ar­ti­co­lo 26 sull'ese­cu­zio­ne del­la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà sot­to for­ma di pre­sta­zio­ne per­so­na­le;
b.
l'ar­ti­co­lo 27 ca­po­ver­so 1 sull'ese­cu­zio­ne del­la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà per gior­ni o sot­to for­ma di se­mi­pri­gio­nia;
c.
l'ar­ti­co­lo 27 ca­po­ver­so 5 sul­la de­si­gna­zio­ne di una per­so­na ido­nea che ac­com­pa­gni il mi­no­re;
d.
gli ar­ti­co­li 28-31 sul­la li­be­ra­zio­ne con­di­zio­na­le.

2Fi­no a quan­do i Can­to­ni non ab­bia­no crea­to gli isti­tu­ti ne­ces­sa­ri per l'ese­cu­zio­ne del­la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà se­con­do l'ar­ti­co­lo 27 del­la pre­sen­te leg­ge (art. 48), l'ex ar­ti­co­lo 95 nu­me­ro 3 pri­mo com­ma CP2 ri­ma­ne ap­pli­ca­bi­le. La pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà dev'es­se­re ese­gui­ta per quan­to pos­si­bi­le con­for­me­men­te all'ar­ti­co­lo 27 ca­po­ver­si 2-4 del­la pre­sen­te leg­ge.


1 RU 1971 777
2 RU 1971 777

Art. 47 Decisione e esecuzione di misure protettive  

1Le di­spo­si­zio­ni re­la­ti­ve al­le mi­su­re pro­tet­ti­ve (art. 10 e 12-20) so­no ap­pli­ca­bi­li an­che quan­do un at­to è sta­to com­mes­so o giu­di­ca­to pri­ma dell'en­tra­ta in vi­go­re del­la pre­sen­te leg­ge. Le mi­su­re pro­tet­ti­ve ces­sa­no al più tar­di quan­do l'in­te­res­sa­to com­pie il ven­te­si­mo an­no di età se so­no sta­te or­di­na­te per at­ti ch'egli ave­va com­mes­so pri­ma di aver com­piu­to i 15 an­ni e pri­ma dell'en­tra­ta in vi­go­re del­la pre­sen­te leg­ge.

2I trat­ta­men­ti spe­cia­li ai sen­si de­gli ex ar­ti­co­li 85 e 92 CP1 ven­go­no pro­se­gui­ti sot­to for­ma di trat­ta­men­to am­bu­la­to­ria­le (art. 14) o di col­lo­ca­men­to (art. 15). Se i pre­sup­po­sti per que­ste mi­su­re pro­tet­ti­ve non so­no adem­piu­ti, l'au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne in­for­ma la com­pe­ten­te au­to­ri­tà ci­vi­le del Can­to­ne.


1 RU 1971 777

Art. 48 Istituti per l'esecuzione del collocamento e della privazione della libertà  

I Can­to­ni crea­no al più tar­di do­po die­ci an­ni dall'en­tra­ta in vi­go­re del­la pre­sen­te leg­ge gli isti­tu­ti ne­ces­sa­ri per l'ese­cu­zio­ne del col­lo­ca­men­to (art. 15) e del­la pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà (art. 27).

Sezione 2a: Disposizione transitoria della modifica del 19 giugno 2015

Art. 48a  

Ai mi­no­ri nei con­fron­ti dei qua­li è sta­ta or­di­na­ta una mi­su­ra pri­ma dell'en­tra­ta in vi­go­re del­la mo­di­fi­ca del 19 giu­gno 2015 si ap­pli­ca l'ar­ti­co­lo 19 ca­po­ver­so 2 nel te­no­re del 19 giu­gno 2015.

Sezione 3: Referendum ed entrata in vigore

Art. 49  

1La pre­sen­te leg­ge sot­to­stà al re­fe­ren­dum fa­col­ta­ti­vo.

2En­tra in vi­go­re con­tem­po­ra­nea­men­te al­la mo­di­fi­ca del 13 di­cem­bre 20021 del Co­di­ce pe­na­le e al­la mo­di­fi­ca del 21 mar­zo 20032 del Co­di­ce pe­na­le mi­li­ta­re.

3Il Con­si­glio fe­de­ra­le ne de­ter­mi­na l'en­tra­ta in vi­go­re.


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