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Legge federale
sulla protezione extraprocessuale dei testimoni
(LPTes)

del 23 dicembre 2011 (Stato 1° giugno 2022)

L’Assemblea federale della Confederazione Svizzera,

visti gli articoli 38 capoverso 1, 54 capoverso 1, 57 capoverso 2, 122 capoverso 1 e 123 capoverso 1 della Costituzione federale1;
visto il messaggio del Consiglio federale del 17 novembre 20102,

decreta:

Capitolo 1: Disposizioni generali

Art. 1 Oggetto  

La pre­sen­te leg­ge di­sci­pli­na:

a.
l’at­tua­zio­ne di pro­gram­mi di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni per per­so­ne mi­nac­cia­te a cau­sa del lo­ro coin­vol­gi­men­to in un pro­ce­di­men­to pe­na­le;
b.
l’isti­tu­zio­ne del Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni del­la Con­fe­de­ra­zio­ne e i suoi com­pi­ti.
Art. 2 Campo d’applicazione  

1 La pre­sen­te leg­ge si ap­pli­ca al­le per­so­ne:

a.
che a cau­sa del lo­ro coin­vol­gi­men­to o del­la lo­ro di­spo­ni­bi­li­tà a col­la­bo­ra­re in un pro­ce­di­men­to pe­na­le fe­de­ra­le o can­to­na­le so­no o pos­so­no es­se­re espo­ste a un gra­ve pe­ri­co­lo per la vi­ta e l’in­te­gri­tà fi­si­ca op­pu­re a un al­tro gra­ve pre­giu­di­zio; e
b.
sen­za il cui coin­vol­gi­men­to il per­se­gui­men­to pe­na­le sa­reb­be o sa­reb­be sta­to ec­ces­si­va­men­te dif­fi­ci­le.

2 Es­sa si ap­pli­ca an­che al­le per­so­ne che han­no un le­ga­me ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 168 ca­po­ver­si 1–3 del Co­di­ce di pro­ce­du­ra pe­na­le3 (CPP) con una per­so­na di cui al ca­po­ver­so 1 e che per­ciò so­no o pos­so­no es­se­re espo­ste a un gra­ve pe­ri­co­lo per la vi­ta e l’in­te­gri­tà fi­si­ca op­pu­re a un al­tro gra­ve pre­giu­di­zio.

3 Al­le per­so­ne per le qua­li si at­tua un pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni di uno Sta­to este­ro o di un tri­bu­na­le pe­na­le in­ter­na­zio­na­le e che per mo­ti­vi di si­cu­rez­za so­no tra­sfe­ri­te in Sviz­ze­ra, si ap­pli­ca il ca­pi­to­lo 2 se­zio­ni 4 e 5 del­la pre­sen­te leg­ge per quan­to un trat­ta­to in­ter­na­zio­na­le vin­co­lan­te per la Sviz­ze­ra non con­ten­ga di­spo­si­zio­ni con­tra­rie.

Capitolo 2: Programma di protezione dei testimoni

Sezione 1: Definizione, scopo e contenuto

Art. 3 Definizione  

Un pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni è un in­sie­me di mi­su­re ex­tra­pro­ces­sua­li di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni, de­fi­ni­to in ba­se al­le esi­gen­ze del sin­go­lo ca­so, con cui s’in­ten­de pro­teg­ge­re una per­so­na da tut­te le con­se­guen­ze pe­ri­co­lo­se, com­pre­se le in­ti­mi­da­zio­ni, del suo coin­vol­gi­men­to in un pro­ce­di­men­to pe­na­le.

Art. 4 Scopo  

I pro­gram­mi di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni ai sen­si del­la pre­sen­te leg­ge han­no lo sco­po di:

a.
pro­teg­ge­re la per­so­na mi­nac­cia­ta e, se ne­ces­sa­rio, le per­so­ne ad es­sa vi­ci­ne du­ran­te il pe­rio­do in cui per­du­ra la mi­nac­cia;
b.
so­ste­ne­re il per­se­gui­men­to pe­na­le as­si­cu­ran­do la di­spo­ni­bi­li­tà e la ca­pa­ci­tà di de­por­re di una per­so­na;
c.
con­si­glia­re e so­ste­ne­re la per­so­na da pro­teg­ge­re nel­la sal­va­guar­dia dei pro­pri in­te­res­si per­so­na­li e pa­tri­mo­nia­li du­ran­te il pe­rio­do in cui per­du­ra la mi­nac­cia.
Art. 5 Contenuto  

Un pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni può com­pren­de­re se­gna­ta­men­te le se­guen­ti mi­su­re ex­tra­pro­ces­sua­li di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni:

a.
la si­ste­ma­zio­ne in un luo­go si­cu­ro;
b.
il cam­bia­men­to del luo­go di la­vo­ro e di re­si­den­za;
c.
la mes­sa a di­spo­si­zio­ne di stru­men­ti au­si­lia­ri;
d.
il bloc­co del­la co­mu­ni­ca­zio­ne di da­ti sul­la per­so­na da pro­teg­ge­re;
e.
la crea­zio­ne, per il pe­rio­do ne­ces­sa­rio, di una nuo­va iden­ti­tà del­la per­so­na da pro­teg­ge­re;
f.
il so­ste­gno fi­nan­zia­rio.

Sezione 2: Elaborazione di un programma di protezione dei testimoni

Art. 6 Richiesta  

1 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to può chie­de­re al Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni di at­tua­re un pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni, se la per­so­na da pro­teg­ge­re ha espres­so la sua di­spo­ni­bi­li­tà a col­la­bo­ra­re nel pro­ce­di­men­to pe­na­le.

2 Se oc­cor­re pre­sen­ta­re una ri­chie­sta do­po la con­clu­sio­ne del pro­ce­di­men­to pe­na­le, ta­le ri­chie­sta è pre­sen­ta­ta dall’au­to­ri­tà com­pe­ten­te per la de­ci­sio­ne che con­clu­de il pro­ce­di­men­to.

3 L’au­to­ri­tà ri­chie­den­te mo­ti­va la ri­chie­sta e si espri­me in par­ti­co­la­re sull’in­te­res­se pub­bli­co al per­se­gui­men­to pe­na­le, sull’im­por­tan­za del­la col­la­bo­ra­zio­ne per il pro­ce­di­men­to pe­na­le e sul­la mi­nac­cia esi­sten­te.

4 La ri­chie­sta e la re­la­ti­va cor­ri­spon­den­za non so­no par­te in­te­gran­te de­gli at­ti del pro­ce­di­men­to pe­na­le.

5 Il Con­si­glio fe­de­ra­le di­sci­pli­na i det­ta­gli del­la ri­chie­sta.

Art. 7 Esame della richiesta  

1 Il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni ese­gue un esa­me det­ta­glia­to del­la ri­chie­sta. Esa­mi­na in par­ti­co­la­re se:

a.
la per­so­na da pro­teg­ge­re è gra­ve­men­te mi­nac­cia­ta;
b.
la per­so­na da pro­teg­ge­re è ido­nea per un pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni;
c.
la per­so­na da pro­teg­ge­re ha pre­ce­den­ti pe­na­li op­pu­re se vi so­no al­tre cir­co­stan­ze che po­treb­be­ro co­sti­tui­re una mi­nac­cia per la si­cu­rez­za pub­bli­ca o per in­te­res­si con­tra­ri di ter­zi, qua­lo­ra la per­so­na fos­se am­mes­sa a un pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni;
d.
non sa­reb­be suf­fi­cien­te l’ado­zio­ne di mi­su­re di pre­ven­zio­ne ge­ne­ra­le del­le mi­nac­ce da par­te dei Can­to­ni o di mi­su­re pro­ces­sua­li di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni di cui agli ar­ti­co­li 149–151 CPP4;
e.
vi è un in­te­res­se pub­bli­co ri­le­van­te al per­se­gui­men­to pe­na­le.

2 Il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni in­for­ma la per­so­na da pro­teg­ge­re:

a.
sui pre­sup­po­sti, sul­le pos­si­bi­li­tà e sui li­mi­ti di un pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni;
b.
sul­le con­se­guen­ze per la sua si­tua­zio­ne per­so­na­le.

3 Du­ran­te la pro­ce­du­ra d’esa­me il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni può adot­ta­re le mi­su­re d’ur­gen­za ne­ces­sa­rie a fa­vo­re del­la per­so­na da pro­teg­ge­re.

Art. 8 Decisione  

1 Il di­ret­to­re dell’Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia (fed­pol) de­ci­de in me­ri­to all’at­tua­zio­ne di un pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni su pro­po­sta del Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni.

2 Nel­la pon­de­ra­zio­ne de­gli in­te­res­si, tie­ne con­to in par­ti­co­la­re dei cri­te­ri di cui all’ar­ti­co­lo 7 ca­po­ver­so 15.

3 La de­ci­sio­ne è no­ti­fi­ca­ta per scrit­to al­la per­so­na da pro­teg­ge­re e all’au­to­ri­tà ri­chie­den­te in­di­can­do i mo­ti­vi.

4 La per­so­na da pro­teg­ge­re e l’au­to­ri­tà ri­chie­den­te so­no le­git­ti­ma­te a ri­cor­re­re con­tro la de­ci­sio­ne.

5 La de­ci­sio­ne non è par­te in­te­gran­te de­gli at­ti del pro­ce­di­men­to pe­na­le.

5 Ret­ti­fi­ca­to dal­la Com­mis­sio­ne di re­da­zio­ne dell’AF (art. 58 cpv. 1 LParl - RS 171.10).

Art. 9 Consenso e inizio del programma di protezione dei testimoni  

1 Il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni in­for­ma la per­so­na da pro­teg­ge­re sul de­cor­so del pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni, sui suoi di­rit­ti e ob­bli­ghi, non­ché sul­le con­se­guen­ze del­la lo­ro vio­la­zio­ne.

2 Il pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni ini­zia sol­tan­to do­po che la per­so­na da pro­teg­ge­re o il suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le ha ac­cor­da­to il con­sen­so scrit­to.

Art. 10 Modifiche del programma di protezione dei testimoni  

1 Il di­ret­to­re di fed­pol de­ci­de in me­ri­to a mo­di­fi­che di ri­lie­vo del pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni che han­no con­se­guen­ze so­stan­zia­li per la si­tua­zio­ne per­so­na­le del­la per­so­na da pro­teg­ge­re.

2 La per­so­na da pro­teg­ge­re può ri­cor­re­re con­tro la de­ci­sio­ne. Per il re­sto la pro­ce­du­ra è ret­ta dall’ar­ti­co­lo 8 ca­po­ver­si 3 e 4.

Sezione 3: Fine del programma di protezione dei testimoni e sua continuazione dopo la conclusione di un procedimento penale

Art. 11 Fine  

1 Il di­ret­to­re di fed­pol può de­ci­de­re, su pro­po­sta del Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni, di por­re fi­ne al pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni se la per­so­na da pro­teg­ge­re:

a.
non è più mi­nac­cia­ta; o
b.
vio­la gli ob­bli­ghi con­cor­da­ti.

2 È pos­si­bi­le por­re fi­ne al pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni pri­ma che il pro­ce­di­men­to pe­na­le sia chiu­so con de­ci­sio­ne pas­sa­ta in giu­di­ca­to sol­tan­to do­po aver con­sul­ta­to chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to. Se il pro­ce­di­men­to è pen­den­te in tri­bu­na­le, oc­cor­re con­sul­ta­re an­che il pub­bli­co mi­ni­ste­ro.

3 Il di­ret­to­re di fed­pol de­ve in ogni ca­so por­re fi­ne al pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni se la per­so­na da pro­teg­ge­re lo chie­de espres­sa­men­te.

4 Il Con­si­glio fe­de­ra­le di­sci­pli­na le mo­da­li­tà re­la­ti­ve al­la fi­ne del pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni.

Art. 12 Continuazione dopo la conclusione del procedimento penale  

Se la mi­nac­cia per­si­ste e se l’in­te­res­sa­to vi ac­con­sen­te, il pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni con­ti­nua do­po che il pro­ce­di­men­to pe­na­le è sta­to chiu­so me­dian­te sen­ten­za pas­sa­ta in giu­di­ca­to o de­cre­to d’ab­ban­do­no.

Sezione 4: Diritti e obblighi della persona da proteggere

Art. 13 Pretese di terzi nei confronti della persona da proteggere  

1 La per­so­na da pro­teg­ge­re è te­nu­ta a ri­ve­la­re al Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni le pre­te­se di ter­zi nei suoi con­fron­ti di cui è a co­no­scen­za.

2 Il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni ga­ran­ti­sce che:

a.
du­ran­te l’at­tua­zio­ne del pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni la per­so­na da pro­teg­ge­re sia rag­giun­gi­bi­le per l’ese­cu­zio­ne dei suoi rap­por­ti giu­ri­di­ci; e
b.
le pre­te­se di ter­zi nei con­fron­ti del­la per­so­na da pro­teg­ge­re pos­so­no con­ti­nua­re ad es­se­re fat­te va­le­re.

3 Il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni in­for­ma i ter­zi in­te­res­sa­ti dell’at­tua­zio­ne di un pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni se ciò è in­di­spen­sa­bi­le per ga­ran­ti­re le lo­ro pre­te­se nei con­fron­ti del­la per­so­na da pro­teg­ge­re. Es­so at­te­sta lo­ro i fat­ti che so­no ri­le­van­ti per de­ci­de­re in me­ri­to al­le pre­te­se.

Art. 14 Pretese della persona da proteggere nei confronti di terzi  

1 Le mi­su­re se­con­do la pre­sen­te leg­ge non in­ci­do­no sul­le pre­te­se del­la per­so­na da pro­teg­ge­re nei con­fron­ti di ter­zi.

2 Il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni in­for­ma i ter­zi in­te­res­sa­ti dell’at­tua­zio­ne di un pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni se ciò è in­di­spen­sa­bi­le per ga­ran­ti­re le pre­te­se del­la per­so­na da pro­teg­ge­re nei lo­ro con­fron­ti. Es­so at­te­sta lo­ro i fat­ti che so­no ri­le­van­ti per de­ci­de­re in me­ri­to al­le pre­te­se.

Art. 15 Prestazioni finanziarie del Servizio di protezione dei testimoni  

1 Nell’am­bi­to del pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni la per­so­na da pro­teg­ge­re ri­ce­ve pre­sta­zio­ni fi­nan­zia­rie dal Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni fin­tan­to che sia in­di­spen­sa­bi­le ai fi­ni del­la pro­te­zio­ne e nel­la mi­su­ra ne­ces­sa­ria per fi­nan­zia­re il so­sten­ta­men­to.

2 Per le spe­se di so­sten­ta­men­to è ver­sa­to un con­tri­bu­to ade­gua­to al­le con­di­zio­ni eco­no­mi­che. Si tie­ne con­to del red­di­to e del pa­tri­mo­nio le­ga­li del mo­men­to, del­la si­tua­zio­ne fa­mi­lia­re, dell’ob­bli­go di man­te­ni­men­to e di as­si­sten­za e del­le esi­gen­ze in ma­te­ria di si­cu­rez­za. Il li­mi­te in­fe­rio­re è de­ter­mi­na­to in ba­se al­le ali­quo­te dell’aiu­to so­cia­le del luo­go di sog­gior­no.

3 Il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni può esi­ge­re il rim­bor­so del­le pre­sta­zio­ni ero­ga­te in ba­se a in­di­ca­zio­ni scien­te­men­te fal­se.

Art. 16 Coinvolgimento nei procedimenti  

1 Nell’am­bi­to di pro­ce­di­men­ti giu­di­zia­ri e am­mi­ni­stra­ti­vi fe­de­ra­li, can­to­na­li o co­mu­na­li, una per­so­na da pro­teg­ge­re, di cui non si co­no­sce la nuo­va iden­ti­tà o il luo­go di do­mi­ci­lio o di di­mo­ra, è au­to­riz­za­ta a ri­fiu­tar­si di for­ni­re in­for­ma­zio­ni che con­sen­to­no di ri­sa­li­re al­la sua nuo­va iden­ti­tà e al luo­go di do­mi­ci­lio o di di­mo­ra.

2 In ve­ce del luo­go di do­mi­ci­lio o di di­mo­ra va in­di­ca­to il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni.

3 Nei pro­ce­di­men­ti pe­na­li il di­rit­to di non de­por­re è ret­to dal­le di­spo­si­zio­ni del CPP6, nei pro­ce­di­men­ti pe­na­li mi­li­ta­ri dal­le di­spo­si­zio­ni del­la Pro­ce­du­ra pe­na­le mi­li­ta­re del 23 mar­zo 19797.

Sezione 5: Cooperazione con servizi pubblici e con privati

Art. 17 Blocco della comunicazione di dati  

1 Il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni può or­di­na­re a ser­vi­zi pub­bli­ci o a pri­va­ti di non co­mu­ni­ca­re de­ter­mi­na­ti da­ti del­la per­so­na da pro­teg­ge­re sem­pre che le pos­si­bi­li­tà tec­ni­che di­spo­ni­bi­li lo con­sen­ta­no.

2 I ser­vi­zi pub­bli­ci e i pri­va­ti sol­le­ci­ta­ti a tal fi­ne ga­ran­ti­sco­no che il trat­ta­men­to dei da­ti non pre­giu­di­chi la pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni.

Art. 18 Obbligo di comunicazione e di consegna  

1 I ser­vi­zi pub­bli­ci o i pri­va­ti sol­le­ci­ta­ti dal Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni co­mu­ni­ca­no sen­za in­du­gio a que­st’ul­ti­mo le do­man­de d’in­for­ma­zio­ne sul­la per­so­na da pro­teg­ge­re lo­ro per­ve­nu­te.

2 Se i si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne au­to­ma­tiz­za­ti so­no do­ta­ti di un’ap­pli­ca­zio­ne che re­gi­stra gli ac­ces­si, il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni può esi­ge­re la con­se­gna de­gli estrat­ti che at­te­sta­no le con­sul­ta­zio­ni sul­le per­so­ne da pro­teg­ge­re.

3 Il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni può esten­de­re l’ob­bli­go di co­mu­ni­ca­zio­ne e di con­se­gna al­le do­man­de d’in­for­ma­zio­ne e al­le con­sul­ta­zio­ni ri­guar­dan­ti i col­la­bo­ra­to­ri del Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni.

Art. 19 Creazione di una nuova identità per il periodo necessario  

1 Per crea­re o con­ser­va­re una nuo­va iden­ti­tà tem­po­ra­nea per una per­so­na da pro­teg­ge­re, il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni può esi­ge­re da ser­vi­zi pub­bli­ci e da pri­va­ti che:

a.
crei­no o al­te­ri­no at­ti o al­tri do­cu­men­ti uti­liz­zan­do i da­ti co­mu­ni­ca­ti dal Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni; e
b.
trat­ti­no ta­li da­ti nel lo­ro si­ste­ma d’in­for­ma­zio­ne.

2 Il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni tie­ne con­to de­gli in­te­res­si pub­bli­ci o de­gli in­te­res­si de­gni di pro­te­zio­ne di ter­zi.

3 Se la nuo­va iden­ti­tà è an­nul­la­ta, il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni prov­ve­de, in col­la­bo­ra­zio­ne con i ser­vi­zi pub­bli­ci e i pri­va­ti, af­fin­ché i nuo­vi da­ti re­gi­stra­ti sia­no riu­ni­ti con quel­li ri­guar­dan­ti l’iden­ti­tà ori­gi­na­ria e in se­gui­to can­cel­la­ti.

4 È con­sen­ti­to crea­re una nuo­va iden­ti­tà tem­po­ra­nea per il pe­rio­do ne­ces­sa­rio an­che ai col­la­bo­ra­to­ri del Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni.

Art. 20 Consultazione nell’ambito della regolamentazione del soggiorno degli stranieri  

Nel ca­so di per­so­ne da pro­teg­ge­re, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te con­sul­ta il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni pri­ma di:

a.
ri­fiu­ta­re un per­mes­so di cui agli ar­ti­co­li 32–34 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 16 di­cem­bre 20058 su­gli stra­nie­ri e la lo­ro in­te­gra­zio­ne (LStrI)9;
b.
non pro­ro­ga­re o re­vo­ca­re un per­mes­so in ap­pli­ca­zio­ne de­gli ar­ti­co­li 62 o 63 LStrI;
c.
de­ci­de­re mi­su­re di al­lon­ta­na­men­to e di re­spin­gi­men­to di cui agli ar­ti­co­li 64–68 LStrI.

8 RS 142.20

9 Il ti­to­lo è sta­to adat­ta­to in ap­pli­ca­zio­ne dell’art. 12 cpv. 2 del­la LF del 18 giu. 2004 sul­le pub­bli­ca­zio­ni uf­fi­cia­li (RS 170.512), con ef­fet­to dal 1° gen. 2019. Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

Art. 21 Coordinamento in caso di misure privative della libertà  

Do­po aver con­sul­ta­to le com­pe­ten­ti au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne pe­na­le, il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni pren­de le de­ci­sio­ni ri­guar­dan­ti la per­so­na da pro­teg­ge­re che si ri­per­cuo­to­no sul ti­po e sul luo­go dell’ese­cu­zio­ne di una car­ce­ra­zio­ne pre­ven­ti­va, una car­ce­ra­zio­ne di si­cu­rez­za, una pe­na de­ten­ti­va o di un’al­tra mi­su­ra pri­va­ti­va del­la li­ber­tà.

Capitolo 3: Servizio di protezione dei testimoni

Sezione 1: Organizzazione e compiti

Art. 22 Organizzazione  

1 La Con­fe­de­ra­zio­ne isti­tui­sce un Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni per pro­teg­ge­re i te­sti­mo­ni con­for­me­men­te al­la pre­sen­te leg­ge.

2 Il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni è su­bor­di­na­to a fed­pol. A li­vel­lo or­ga­niz­za­ti­vo e del per­so­na­le va se­pa­ra­to dal­le uni­tà che svol­go­no le in­da­gi­ni.

Art. 23 Compiti e formazione  

1 Il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni ese­gue i com­pi­ti se­guen­ti:

a.
esa­mi­na le ri­chie­ste di ela­bo­ra­zio­ne di un pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni per una per­so­na da pro­teg­ge­re e sot­to­po­ne la sua pro­po­sta al di­ret­to­re di fed­pol;
b.
ese­gue le mi­su­re ne­ces­sa­rie e ade­gua­te nel sin­go­lo ca­so per ga­ran­ti­re una pro­te­zio­ne ef­fi­ca­ce;
c.
con­si­glia e as­si­ste la per­so­na da pro­teg­ge­re e la so­stie­ne nel di­sbri­go del­le que­stio­ni per­so­na­li;
d.
coor­di­na le mi­su­re ex­tra­pro­ces­sua­li di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni se­con­do la pre­sen­te leg­ge con le mi­su­re pro­ces­sua­li di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni se­con­do il CPP10;
e.
con­si­glia e so­stie­ne le au­to­ri­tà na­zio­na­li di po­li­zia quan­do adot­ta­no mi­su­re di pro­te­zio­ne a fa­vo­re di per­so­ne pri­ma dell’at­tua­zio­ne di un pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni se­con­do la pre­sen­te leg­ge e al di fuo­ri del­lo stes­so;
f.
esa­mi­na le ri­chie­ste ri­guar­dan­ti la pro­te­zio­ne di una per­so­na in Sviz­ze­ra pre­sen­ta­te da uno Sta­to este­ro o da un tri­bu­na­le pe­na­le in­ter­na­zio­na­le;
g.
coor­di­na la coo­pe­ra­zio­ne con i ser­vi­zi este­ri com­pe­ten­ti;
h.
coor­di­na la coo­pe­ra­zio­ne con i ter­zi coin­vol­ti, in par­ti­co­la­re con le or­ga­niz­za­zio­ni che of­fro­no as­si­sten­za spe­cia­liz­za­ta al­le vit­ti­me.

2 Il Con­si­glio fe­de­ra­le di­sci­pli­na la for­ma­zio­ne dei col­la­bo­ra­to­ri del Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni.

Art. 24 Gestione degli atti e tutela del segreto  

1 Il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni ge­sti­sce gli at­ti in mo­do da con­sen­ti­re in ogni mo­men­to una vi­sio­ne d’in­sie­me com­ple­ta ed esat­ta del­le de­ci­sio­ni e del­le mi­su­re adot­ta­te in re­la­zio­ne al­la pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni.

2 Gli at­ti sot­to­stan­no al­la tu­te­la del se­gre­to. Non so­no par­te in­te­gran­te de­gli at­ti del pro­ce­di­men­to pe­na­le.

3 La leg­ge del 17 di­cem­bre 200411 sul­la tra­spa­ren­za non si ap­pli­ca agli at­ti ri­guar­dan­ti l’at­tua­zio­ne di un pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni.

Sezione 2: Trattamento dei dati

Art. 25 Sistema d’informazione  

1 Per adem­pie­re i suoi com­pi­ti, il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni ge­sti­sce un si­ste­ma d’in­for­ma­zio­ne.

2 Il si­ste­ma con­tie­ne i da­ti per­so­na­li che ser­vo­no al Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni per adem­pie­re i com­pi­ti pre­vi­sti dal­la pre­sen­te leg­ge.

3 Il si­ste­ma non è col­le­ga­to ad al­tri si­ste­mi.

4 I da­ti so­no trat­ta­ti esclu­si­va­men­te dall’uni­tà or­ga­niz­za­ti­va di fed­pol com­pe­ten­te per la pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni.

5 In me­ri­to al si­ste­ma d’in­for­ma­zio­ne il Con­si­glio fe­de­ra­le sta­bi­li­sce:

a.
la re­spon­sa­bi­li­tà in ma­te­ria di trat­ta­men­to dei da­ti;
b.
il ca­ta­lo­go dei da­ti;
c.
la du­ra­ta di con­ser­va­zio­ne dei da­ti e la pro­ce­du­ra per la lo­ro can­cel­la­zio­ne;
d.
la tra­smis­sio­ne dei da­ti a ter­zi in sin­go­li ca­si, sem­pre che que­sti ne ab­bia­no bi­so­gno per adem­pie­re i lo­ro com­pi­ti;
e.
le di­spo­si­zio­ni per ga­ran­ti­re la si­cu­rez­za dei da­ti;
f.
la re­gi­stra­zio­ne de­gli ac­ces­si.
Art. 26 Dati registrati nel sistema d’informazione  

1 Il si­ste­ma d’in­for­ma­zio­ne con­tie­ne i da­ti che ser­vo­no al Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni per esa­mi­na­re l’ido­nei­tà di una per­so­na per un pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni non­ché per ave­re una vi­sio­ne d’in­sie­me del­la sua si­tua­zio­ne per­so­na­le e pa­tri­mo­nia­le, in par­ti­co­la­re i da­ti con­cer­nen­ti:

a.
i suoi le­ga­mi per­so­na­li stret­ti e la si­tua­zio­ne fa­mi­lia­re;
b.
la sua si­tua­zio­ne fi­nan­zia­ria;
c.
la sua sa­lu­te;
d.
i suoi pre­ce­den­ti pe­na­li e al­tri even­ti e at­ti­vi­tà che pos­so­no in­flui­re sul­la de­ci­sio­ne di am­mis­sio­ne a un pro­gram­ma o sul­la de­ter­mi­na­zio­ne di one­ri e con­di­zio­ni.

2 Il si­ste­ma d’in­for­ma­zio­ne con­tie­ne inol­tre i da­ti di cui al ca­po­ver­so 1 sul pre­sun­to au­to­re del­la mi­nac­cia e sul suo am­bien­te ne­ces­sa­ri al Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni per chia­ri­re la si­tua­zio­ne di mi­nac­cia.

Art. 27 Raccolta dei dati  

1 Per rac­co­glie­re i da­ti ne­ces­sa­ri di cui all’ar­ti­co­lo 26 il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni può:

a.
ac­ce­de­re di­ret­ta­men­te me­dian­te pro­ce­du­ra di ri­chia­mo al ca­sel­la­rio giu­di­zia­le, al si­ste­ma d’in­for­ma­zio­ne cen­tra­le sul­la mi­gra­zio­ne, ai si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne di po­li­zia del­la Con­fe­de­ra­zio­ne e me­dian­te una con­sul­ta­zio­ne bre­ve al si­ste­ma in­for­ma­tiz­za­to per il trat­ta­men­to dei da­ti re­la­ti­vi al­la pro­te­zio­ne del­lo Sta­to;
b.
ri­chie­de­re gli estrat­ti dei re­gi­stri de­gli uf­fi­ci d’ese­cu­zio­ne e fal­li­men­to, de­gli uf­fi­ci di sta­to ci­vi­le, de­gli uf­fi­ci di tas­sa­zio­ne e dei con­trol­li de­gli abi­tan­ti;
c.
or­di­na­re ai com­pe­ten­ti cor­pi can­to­na­li di po­li­zia di rac­co­glie­re o co­mu­ni­ca­re i da­ti sul­la per­so­na da pro­teg­ge­re o sul­la per­so­na che la mi­nac­cia, ne­ces­sa­ri per ese­gui­re l’esa­me dell’ido­nei­tà o per chia­ri­re la si­tua­zio­ne di mi­nac­cia;
d.
ri­chie­de­re in­for­ma­zio­ni su pro­ce­di­men­ti pe­na­li in cor­so al­le com­pe­ten­ti au­to­ri­tà di per­se­gui­men­to pe­na­le;
e.
ri­chie­de­re in­for­ma­zio­ni ad al­tri ser­vi­zi pub­bli­ci e a pri­va­ti, se la per­so­na in­te­res­sa­ta ha da­to il pro­prio con­sen­so;
f.
in­ter­ro­ga­re per­so­nal­men­te la per­so­na in­te­res­sa­ta.

2 La rac­col­ta e la co­mu­ni­ca­zio­ne dei da­ti di cui al ca­po­ver­so 1 per con­to del Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni non so­no fat­tu­ra­te.

Capitolo 4: Cooperazione con l’estero

Art. 28 Trasferimento e accoglienza di persone da proteggere  

1 L’Uf­fi­cio fe­de­ra­le di po­li­zia può tra­sfe­ri­re all’este­ro una per­so­na da pro­teg­ge­re o ac­co­glier­ne una pro­ve­nien­te dall’este­ro se:

a.
è in­di­spen­sa­bi­le per sal­va­guar­da­re im­por­tan­ti in­te­res­si di si­cu­rez­za del­la per­so­na da pro­teg­ge­re;
b.
il ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni che la ac­co­glie è in gra­do di ga­ran­ti­re le mi­su­re di pro­te­zio­ne ne­ces­sa­rie;
c.
la per­so­na da pro­teg­ge­re ha da­to il pro­prio con­sen­so;
d.
non ne sca­tu­ri­sce un pe­ri­co­lo per l’or­di­ne pub­bli­co o per la si­cu­rez­za in­ter­na o ester­na del­la Sviz­ze­ra;
e.
la Sviz­ze­ra in­trat­tie­ne re­la­zio­ni di­plo­ma­ti­che con lo Sta­to in que­stio­ne;
f.
il ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni che tra­sfe­ri­sce la per­so­na da pro­teg­ge­re è in gra­do di ri­pren­der­la in ogni mo­men­to; e
g.
i co­sti so­no ri­par­ti­ti se­con­do i prin­ci­pi di cui all’ar­ti­co­lo 29.

2 Pri­ma di ac­co­glie­re una per­so­na fed­pol chie­de il con­sen­so dell’au­to­ri­tà com­pe­ten­te in ma­te­ria di re­go­la­men­ta­zio­ne del sog­gior­no.

Art. 29 Ripartizione dei costi  

1 I co­sti di un tra­sfe­ri­men­to o di un’ac­co­glien­za di cui all’ar­ti­co­lo 28 so­no ri­par­ti­ti se­con­do i prin­ci­pi se­guen­ti:

a.
le spe­se di so­sten­ta­men­to del­la per­so­na da pro­teg­ge­re e le spe­se cor­ren­ti per mi­su­re par­ti­co­la­ri di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni so­no a ca­ri­co del ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni ri­chie­den­te;
b.
le spe­se per il per­so­na­le, per il ma­te­ria­le e per mi­su­re non con­cor­da­te con il ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni ri­chie­den­te so­no a ca­ri­co del ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni ri­chie­sto.

2 In sin­go­li ca­si il ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni ri­chie­den­te può ec­ce­zio­nal­men­te far­si ca­ri­co an­che del­le spe­se per il per­so­na­le, sem­pre che l’al­tra par­te ac­cor­di la re­ci­pro­ci­tà.

3 So­no fat­ti sal­vi gli ac­cor­di sui co­sti con­clu­si con un ser­vi­zio com­pe­ten­te este­ro o di un tri­bu­na­le pe­na­le in­ter­na­zio­na­le ret­ti da un trat­ta­to in­ter­na­zio­na­le.

Capitolo 5: Tutela del segreto

Art. 30 Obbligo del segreto  

1 Chiun­que, par­te­ci­pan­do a un pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni, vie­ne a co­no­scen­za di in­for­ma­zio­ni su una per­so­na da pro­teg­ge­re o sul­le mi­su­re di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni, non può ri­ve­la­re ta­li in­for­ma­zio­ni sen­za il con­sen­so del Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni.

2 Il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni in­for­ma le per­so­ne che col­la­bo­ra­no a un si­mi­le pro­gram­ma del lo­ro ob­bli­go del se­gre­to.

3 La per­so­na da pro­teg­ge­re non può ri­ve­la­re in­for­ma­zio­ni sul­le mi­su­re di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni che la ri­guar­da­no o sul­le per­so­ne che l’as­si­sto­no sen­za il con­sen­so del Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni.

Art. 31 Pena comminata per violazione dell’obbligo del segreto  

1 Chiun­que vio­la l’ob­bli­go del se­gre­to di cui all’ar­ti­co­lo 30 è pu­ni­to con una pe­na pe­cu­nia­ria fi­no a 180 ali­quo­te gior­na­lie­re, sem­pre che non si trat­ti di un cri­mi­ne o di un de­lit­to per il qua­le il Co­di­ce pe­na­le12 com­mi­na una pe­na più se­ve­ra.

2 La ri­ve­la­zio­ne il­le­ci­ta di da­ti per­so­na­li o di in­for­ma­zio­ni sul­le mi­su­re di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni è pu­ni­bi­le an­che do­po la con­clu­sio­ne dell’at­ti­vi­tà du­ran­te la qua­le i da­ti so­no sta­ti con­fi­da­ti.

Capitolo 6: Vigilanza

Art. 32 Rapporto  

1 Il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni ri­fe­ri­sce an­nual­men­te al ca­po del Di­par­ti­men­to fe­de­ra­le di giu­sti­zia e po­li­zia (DFGP) in me­ri­to al­la pro­pria at­ti­vi­tà.

2 Il rap­por­to con­tie­ne se­gna­ta­men­te in­di­ca­zio­ni ri­guar­dan­ti:

a.
il nu­me­ro dei ca­si chiu­si e di quel­li pen­den­ti le­ga­ti al­la pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni;
b.
il nu­me­ro di nuo­ve iden­ti­tà tem­po­ra­nee crea­te;
c.
il nu­me­ro del­le ri­chie­ste re­spin­te ri­guar­dan­ti l’am­mis­sio­ne a un pro­gram­ma di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni;
d.
l’im­pie­go di col­la­bo­ra­to­ri, ri­sor­se fi­nan­zia­rie e ma­te­ria­li;
e.
il nu­me­ro di ri­cor­si pre­sen­ta­ti con­tro le de­ci­sio­ni di fed­pol e il lo­ro esi­to.
Art. 33 Richiesta di informazioni e ispezione  

1 Le per­so­ne che, nell’am­bi­to dell’al­ta vi­gi­lan­za dell’As­sem­blea fe­de­ra­le ai sen­si del­la leg­ge del 13 di­cem­bre 200213 sul Par­la­men­to op­pu­re del­la vi­gi­lan­za del Con­si­glio fe­de­ra­le o del DFGP ai sen­si del­la leg­ge del 21 mar­zo 199714 sull’or­ga­niz­za­zio­ne del Go­ver­no e dell’Am­mi­ni­stra­zio­ne, so­no in­ca­ri­ca­te di ri­chie­de­re in­for­ma­zio­ni o di ese­gui­re un’ispe­zio­ne, nei lo­ro rap­por­ti e nel­le lo­ro rac­co­man­da­zio­ni pos­so­no uti­liz­za­re le in­for­ma­zio­ni ot­te­nu­te sol­tan­to in ter­mi­ni ge­ne­ra­li e do­po aver­le re­se ano­ni­me.

2 Il Ser­vi­zio di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni adot­ta le mi­su­re ade­gua­te af­fin­ché gli obiet­ti­vi dell’al­ta vi­gi­lan­za pos­sa­no es­se­re adem­piu­ti sen­za ri­ve­la­re le in­for­ma­zio­ni che per­met­to­no di ri­sa­li­re al luo­go di di­mo­ra di una per­so­na da pro­teg­ge­re o al­la sua nuo­va iden­ti­tà.

Capitolo 7: Costi

Art. 34 Attuazione di programmi di protezione dei testimoni  

1 Le spe­se di so­sten­ta­men­to del­la per­so­na da pro­teg­ge­re e le spe­se cor­ren­ti per le mi­su­re di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni du­ran­te pro­gram­mi di pro­te­zio­ne dei te­sti­mo­ni ai sen­si del­la pre­sen­te leg­ge so­no a ca­ri­co dell’en­te ri­chie­den­te, Con­fe­de­ra­zio­ne o Can­to­ne.

2 ...15

3 Il Con­si­glio fe­de­ra­le con­cor­da con i Can­to­ni la ri­par­ti­zio­ne del­le spe­se di ge­stio­ne.16

15 Abro­ga­to dal n. I 7 del­la LF del 25 set. 2020 sul­le mi­su­re di po­li­zia per la lot­ta al ter­ro­ri­smo, con ef­fet­to dal 1° giu. 2022 (RU 2021 565; 2022 300; FF 2019 3935).

16 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 7 del­la LF del 25 set. 2020 sul­le mi­su­re di po­li­zia per la lot­ta al ter­ro­ri­smo, in vi­go­re dal 1° giu. 2022 (RU 2021 565; 2022 300; FF 2019 3935).

Art. 35 Prestazioni di consulenza e di sostegno a favore dei Cantoni  

1 I Can­to­ni in­den­niz­za­no al­la Con­fe­de­ra­zio­ne le pre­sta­zio­ni di con­su­len­za e di so­ste­gno di am­pia por­ta­ta for­ni­te in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 23 ca­po­ver­so 1 let­te­ra e.

2 Il Con­si­glio fe­de­ra­le de­fi­ni­sce le pre­sta­zio­ni da in­den­niz­za­re, non­ché l’im­por­to e le mo­da­li­tà dell’in­den­niz­zo.

Capitolo 8: Modifica del diritto vigente

Art. 36  

La mo­di­fi­ca del di­rit­to vi­gen­te è di­sci­pli­na­ta nell’al­le­ga­to.

Da­ta dell’en­tra­ta in vi­go­re: 1° gen­na­io 201317

17 DCF del 7 nov. 2012 (RU 2012 6713).

Allegato

(art. 36)

Modifica del diritto vigente

Le leggi federali qui appresso sono modificate come segue:

...18

18 Le mod. possono essere consultate alla RU 2012 6715.

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