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Ordinanza dell’USAV
concernente la protezione degli animali
nella macellazione
(OPAnMac)

del 12 agosto 2010 (Stato 1° marzo 2018)

L’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV),1

visto l’articolo 209 capoverso 1 dell’ordinanza del 23 aprile 20082 sulla protezione degli animali (OPAn),

ordina:

1 La designazione dell’unità amministrativa è stata adattata in applicazione dell’art. 16 cpv. 3 dell’O del 17 nov. 2004 sulle pubblicazioni ufficiali (RU 2004 4937), con effetto dal 1° gen. 2014. Di detta mod. è tenuto conto in tutto il presente testo.

2 RS 455.1

Sezione 1: Oggetto e campo d’applicazione

Art. 1

La pre­sen­te or­di­nan­za di­sci­pli­na la pro­te­zio­ne de­gli ani­ma­li nel­la ma­cel­la­zio­ne ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 2 ca­po­ver­so 3 let­te­ra n OPAn. Vi fi­gu­ra­no di­spo­si­zio­ni con­cer­nen­ti:

a.
lo sca­ri­co, il ri­co­ve­ro e l’ac­cu­di­men­to di ani­ma­li nei ma­cel­li3;
b.
i re­qui­si­ti de­gli im­pian­ti e de­gli ap­pa­rec­chi di stor­di­men­to;
c.
la con­du­zio­ne e l’im­mo­bi­liz­za­zio­ne de­gli ani­ma­li pri­ma del­lo stor­di­men­to;
d.
lo stor­di­men­to e il dis­san­gua­men­to de­gli ani­ma­li; e
e.
la sor­ve­glian­za.

3 Nuo­va espres­sio­ne giu­sta il n. I dell’O dell’USAV del 10 gen. 2018, in vi­go­re dal 1° mar. 2018 (RU 2018 637). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il te­sto.

Sezione 2: Scarico, ricovero e accudimento degli animali nel macello

Art. 2 Responsabilità

1 Qua­le de­sti­na­ta­rio de­gli ani­ma­li ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 153 OPAn, il ge­sto­re del ma­cel­lo è re­spon­sa­bi­le:

a.
del­la pre­sa in con­se­gna de­gli ani­ma­li;
b.
dell’at­te­sa de­gli ani­ma­li e del­la lo­ro sta­bu­la­zio­ne (ri­co­ve­ro) nel ma­cel­lo; e
c.
del­la cu­ra de­gli ani­ma­li.

2 Il ge­sto­re del ma­cel­lo de­ve de­si­gna­re le per­so­ne che pren­do­no in con­se­gna, ri­co­ve­ra­no e cu­ra­no gli ani­ma­li.

Art. 3 Scarico

1 I ma­cel­li de­vo­no di­spor­re di in­stal­la­zio­ni ade­gua­te per lo sca­ri­co de­gli ani­ma­li dai mez­zi di tra­spor­to.

2 Le in­stal­la­zio­ni per lo sca­ri­co, co­me le pas­se­rel­le o le ram­pe, de­vo­no es­se­re do­ta­te di di­spo­si­ti­vi di pro­te­zio­ne af­fin­ché gli ani­ma­li non pos­sa­no ca­de­re o fug­gi­re.

3 Le ram­pe di sca­ri­co de­vo­no ave­re una pen­den­za mas­si­ma di 20 gra­di. Se l’in­cli­na­zio­ne è su­pe­rio­re a 10 gra­di, de­vo­no es­se­re prov­vi­ste di un si­ste­ma an­ti­sdruc­cio­le­vo­le.

Art. 4 Momento della macellazione

1 Gli ani­ma­li di­ver­si dai bo­vi­ni, da­gli ovi­ni, dai ca­pri­ni e dai sui­ni de­vo­no es­se­re ma­cel­la­ti en­tro 4 ore al mas­si­mo do­po il lo­ro ar­ri­vo nel ma­cel­lo.

2 Gli ani­ma­li che fi­no al­la lo­ro ma­cel­la­zio­ne ri­man­go­no in con­te­ni­to­ri di tra­spor­to de­vo­no es­se­re ma­cel­la­ti en­tro 2 ore al mas­si­mo do­po il lo­ro ar­ri­vo al ma­cel­lo. Se nel set­to­re d’at­te­sa esi­ste un si­ste­ma at­ti­vo di ven­ti­la­zio­ne, ta­le du­ra­ta può es­se­re au­men­ta­ta a 4 ore al mas­si­mo.

3 Gli ani­ma­li gio­va­ni nu­tri­ti con il lat­te de­vo­no es­se­re ma­cel­la­ti il gior­no del lo­ro ar­ri­vo.

Art. 5 Requisiti in materia di ricovero degli animali

1 Le cor­sie non pos­so­no es­se­re uti­liz­za­te per ri­co­ve­ra­re gli ani­ma­li.

2 Per gli ani­ma­li che so­no ma­cel­la­ti en­tro 4 ore al mas­si­mo do­po il lo­ro ar­ri­vo de­vo­no es­se­re adem­piu­ti i re­qui­si­ti mi­ni­mi di cui all’al­le­ga­to 4 OPAn. Gli ani­ma­li che so­no ma­cel­la­ti en­tro più di 4 ore do­po il lo­ro ar­ri­vo de­vo­no es­se­re ri­co­ve­ra­ti con­for­me­men­te al­le di­spo­si­zio­ni dell’al­le­ga­to 1 OPAn.

3 Le stal­le e i set­to­ri d’at­te­sa de­sti­na­ti agli ani­ma­li tra­spor­ta­ti in con­te­ni­to­ri de­vo­no es­se­re do­ta­ti di un si­ste­ma di ven­ti­la­zio­ne ef­fi­ca­ce. Se que­st’ul­ti­mo ga­ran­ti­sce una ven­ti­la­zio­ne at­ti­va, l’af­flus­so di aria fre­sca de­ve es­se­re as­si­cu­ra­to an­che in ca­so di gua­sto all’im­pian­to.

4 Nei set­to­ri d’at­te­sa all’aper­to oc­cor­re prov­ve­de­re a una pro­te­zio­ne ade­gua­ta con­tro le in­tem­pe­rie.

5 In ca­so di tem­pe­ra­tu­re dell’am­bien­te ele­va­te o di tem­po afo­so, i sui­ni de­vo­no es­se­re rin­fre­sca­ti me­dian­te spruz­zi d’ac­qua.

6 Gli ani­ma­li ma­la­ti, fe­ri­ti e de­bo­li de­vo­no es­se­re ri­co­ve­ra­ti se­pa­ran­do­li da­gli al­tri ani­ma­li e de­vo­no es­se­re ma­cel­la­ti o uc­ci­si il più ra­pi­da­men­te pos­si­bi­le do­po il lo­ro ar­ri­vo al ma­cel­lo.

7 Gli ani­ma­li che sof­fro­no di me­no­ma­zio­ni do­lo­ro­se estre­ma­men­te acu­te o di gra­do ele­va­to de­vo­no es­se­re stor­di­ti e uc­ci­si sen­za in­du­gio.

Art. 6 Requisiti supplementari in caso di stabulazione durante la notte

1 Per gli ani­ma­li di cui all’ar­ti­co­lo 3 let­te­ra b dell’or­di­nan­za del 23 no­vem­bre 20054 con­cer­nen­te la ma­cel­la­zio­ne e il con­trol­lo del­le car­ni (be­stia­me da ma­cel­lo), che non so­no ma­cel­la­ti il gior­no del lo­ro ar­ri­vo, so­no ap­pli­ca­bi­li gli ar­ti­co­li 3–14 OPAn e l’al­le­ga­to 1 OPAn.

2 La sor­ve­glian­za del be­nes­se­re de­gli ani­ma­li se­con­do l’ar­ti­co­lo 181 ca­po­ver­so 7 OPAn e il lo­ro ap­prov­vi­gio­na­men­to de­vo­no es­se­re as­si­cu­ra­ti la se­ra del­la con­se­gna e in se­gui­to re­go­lar­men­te a in­ter­val­li di 12 ore al mas­si­mo.

3 La per­so­na che ef­fet­tua il con­trol­lo de­ve an­no­ta­re la da­ta, l’ora del con­trol­lo e il pro­prio no­me. I re­la­ti­vi do­cu­men­ti de­vo­no es­se­re esi­bi­ti, su ri­chie­sta, al ve­te­ri­na­rio uf­fi­cia­le.

Art. 7 Piano di occupazione dei locali

1 Per i lo­ca­li di sta­bu­la­zio­ne de­sti­na­ti al ri­co­ve­ro de­gli ani­ma­li nel ma­cel­lo de­ve es­se­re di­spo­ni­bi­le un pia­no di oc­cu­pa­zio­ne.

2 Il pia­no di oc­cu­pa­zio­ne de­ve in­di­ca­re la den­si­tà di oc­cu­pa­zio­ne mas­si­ma in ca­so di ri­co­ve­ro de­gli ani­ma­li fi­no a 4 ore e in ca­so di lo­ro ri­co­ve­ro per più di 4 ore, te­nen­do con­to del­le spe­cie ani­ma­li e del­le ca­te­go­rie di ani­ma­li.

Sezione 3: Requisiti relativi agli impianti e agli apparecchi di stordimento

Art. 8 Obblighi del gestore del macello

Il ge­sto­re del ma­cel­lo de­ve po­ter pro­va­re all’au­to­ri­tà can­to­na­le com­pe­ten­te che:

a.
pri­ma del­la mes­sa in ser­vi­zio de­gli im­pian­ti e de­gli ap­pa­rec­chi di stor­di­men­to è sta­to ef­fet­tua­to un col­lau­do tec­ni­co da par­te del fab­bri­can­te, il qua­le con­fer­ma che gli im­pian­ti e gli ap­pa­rec­chi so­no pron­ti all’uso e fun­zio­na­no in mo­do inec­ce­pi­bi­le e con­for­me al­le di­spo­si­zio­ni;
b.
di­spo­ne di tut­ti i do­cu­men­ti tec­ni­ci ine­ren­ti agli im­pian­ti e agli ap­pa­rec­chi di stor­di­men­to.

Art. 9 Manutenzione degli impianti e degli apparecchi di stordimento

1 In oc­ca­sio­ne del col­lau­do tec­ni­co de­gli im­pian­ti e de­gli ap­pa­rec­chi di stor­di­men­to pri­ma del­la mes­sa in ser­vi­zio, il fab­bri­can­te de­ve sta­bi­li­re l’en­ti­tà e la fre­quen­za del­la ma­nu­ten­zio­ne. La ma­nu­ten­zio­ne de­ve es­se­re ef­fet­tua­ta dal fab­bri­can­te o da una per­so­na da que­sti in­ca­ri­ca­ta.

2 L’in­ter­val­lo tra due ma­nu­ten­zio­ni non può su­pe­ra­re 2 an­ni.

Sezione 4: Conduzione e immobilizzazione degli animali prima dello stordimento

Art. 10 Accesso e conduzione al macello per lo stordimento

1 Le cor­sie e il set­to­re di con­du­zio­ne al ma­cel­lo de­vo­no es­se­re co­strui­ti in mo­do ta­le da fa­vo­ri­re il mo­vi­men­to au­to­no­mo in avan­ti de­gli ani­ma­li, te­nen­do con­to del com­por­ta­men­to ti­pi­co di ogni spe­cie.

2 Le cor­sie e il set­to­re di con­du­zio­ne al ma­cel­lo de­vo­no es­se­re piat­ti, non sci­vo­lo­si, ta­li da non pro­vo­ca­re fe­ri­te, il­lu­mi­na­ti in mo­do da non ab­ba­glia­re l’ani­ma­le né crea­re zo­ne di oscu­ri­tà.

3 Le cor­sie e il set­to­re di con­du­zio­ne al ma­cel­lo non pos­so­no pre­sen­ta­re:

a.
re­strin­gi­men­ti cu­nei­for­mi o osta­co­li al­la mar­cia;
b.
re­strin­gi­men­ti nel­le cur­ve;
c.
ele­men­ti cir­co­stan­ti di di­stur­bo o di­stra­zio­ne che in­tral­cia­no l’avan­za­men­to de­gli ani­ma­li;
d.
cam­bia­men­ti di di­re­zio­ne con un an­go­lo in­fe­rio­re a 100 gra­di;
e.
cur­ve con un rag­gio in­fe­rio­re a 3 me­tri.

4 Le cor­sie de­vo­no es­se­re ac­ces­si­bi­li da ogni pun­to, in mo­do da po­ter in­ter­ve­ni­re di­ret­ta­men­te e in qual­sia­si mo­men­to su­gli ani­ma­li che vi si tro­va­no.

5 Le cor­sie in­di­vi­dua­li de­vo­no es­se­re si­ste­ma­te in mo­do da im­pe­di­re agli ani­ma­li di sal­ta­re gli uni su­gli al­tri. A ta­le sco­po oc­cor­re li­mi­ta­re l’al­tez­za del pas­sag­gio o pre­ve­de­re un si­ste­ma di tu­bi per im­pe­di­re agli ani­ma­li di sal­ta­re.

6 Nel­le cor­sie in­di­vi­dua­li de­sti­na­te ai bo­vi­ni, lo spa­zio li­be­ro in al­tez­za de­ve es­se­re di al­me­no 20 cen­ti­me­tri al di so­pra del gar­re­se.

7 L’ac­ces­so a un’at­trez­za­tu­ra per im­mo­bi­liz­za­re gli ani­ma­li pre­vi­sta per la lar­ghez­za di un sin­go­lo ani­ma­le non può av­ve­ni­re con­tem­po­ra­nea­men­te at­tra­ver­so più cor­sie in­di­vi­dua­li pa­ral­le­le.

Art. 11 Dispositivi di conduzione a scarica elettrica

1 Gli uni­ci stru­men­ti elet­tri­ci am­mes­si per con­dur­re gli ani­ma­li so­no i di­spo­si­ti­vi di con­du­zio­ne a sca­ri­ca elet­tri­ca che li­mi­ta­no la du­ra­ta del­le sin­go­le sca­ri­che a un se­con­do al mas­si­mo.

2 I di­spo­si­ti­vi di con­du­zio­ne a sca­ri­ca elet­tri­ca pos­so­no es­se­re uti­liz­za­ti uni­ca­men­te per sui­ni e bo­vi­ni sa­ni, non fe­ri­ti e in gra­do di spo­star­si ed es­se­re ap­pli­ca­ti esclu­si­va­men­te al­la mu­sco­la­tu­ra del­le zam­pe po­ste­rio­ri.

3 Es­si pos­so­no es­se­re uti­liz­za­ti sol­tan­to se gli ani­ma­li si ri­fiu­ta­no com­ple­ta­men­te di avan­za­re, sia nel set­to­re di iso­la­men­to in­di­vi­dua­le sia pri­ma e du­ran­te la lo­ro en­tra­ta im­me­dia­ta nel set­to­re in cui si tro­va l’at­trez­za­tu­ra per im­mo­bi­liz­zar­li.

4 Il di­spo­si­ti­vo di con­du­zio­ne a sca­ri­ca elet­tri­ca può es­se­re uti­liz­za­to ri­pe­tu­ta­men­te sol­tan­to se l’ani­ma­le rea­gi­sce e può evi­ta­re la sca­ri­ca elet­tri­ca.

5 Gli elet­tro­di de­gli ap­pa­rec­chi di stor­di­men­to non pos­so­no es­se­re uti­liz­za­ti co­me di­spo­si­ti­vi di con­du­zio­ne.

Art. 12 Livello sonoro nel settore di accesso

In ca­so di fun­zio­na­men­to dell’im­pian­to e di flus­so con­ti­nuo di ani­ma­li, il li­vel­lo so­no­ro di ba­se nel set­to­re di ac­ces­so all’im­pian­to di stor­di­men­to non può su­pe­ra­re 85 de­ci­bel. So­no per­mes­si sin­go­li pic­chi so­no­ri.

Art. 13 Immobilizzazione

1 Le at­trez­za­tu­re per im­mo­bi­liz­za­re gli ani­ma­li da ma­cel­lo de­vo­no per­met­te­re uno stor­di­men­to ra­pi­do ed ef­fi­ca­ce de­gli ani­ma­li e ga­ran­ti­re il lo­ro tra­sfe­ri­men­to im­me­dia­to al dis­san­gua­men­to. Ta­li at­trez­za­tu­re non pos­so­no es­se­re uti­liz­za­te co­me lo­ca­le di at­te­sa.

2 Gli ani­ma­li im­mo­bi­liz­za­ti de­vo­no es­se­re stor­di­ti sen­za in­du­gio.

3 La co­stru­zio­ne dell’at­trez­za­tu­ra per im­mo­bi­liz­za­re gli ani­ma­li de­ve per­met­te­re di ri­pe­te­re im­me­dia­ta­men­te lo stor­di­men­to di un ani­ma­le non suf­fi­cien­te­men­te stor­di­to.

4 Nel ca­so dei bo­vi­ni e de­gli equi­ni, l’at­trez­za­tu­ra per im­mo­bi­liz­zar­li de­ve li­mi­ta­re i mo­vi­men­ti del­la te­sta de­gli ani­ma­li in mo­do ta­le da po­ter si­ste­ma­re in mo­do si­cu­ro l’ap­pa­rec­chio di stor­di­men­to.

5 È vie­ta­to uti­liz­za­re gli ap­pa­rec­chi elet­tri­ci di stor­di­men­to per im­mo­bi­liz­za­re gli ani­ma­li o ren­der­li in­ca­pa­ci di muo­ver­si.

Art. 14 Sospensione dei volatili

1 La gran­dez­za e la for­ma del gan­cio che ser­ve a so­spen­de­re i vo­la­ti­li vi­vi pri­ma del­la ma­cel­la­zio­ne de­vo­no es­se­re ade­gua­te al­le di­men­sio­ni e al ti­po di vo­la­ti­li. Ogni ani­ma­le de­ve es­se­re ap­pe­so per le due zam­pe.

2 I vo­la­ti­li vi­vi le cui di­men­sio­ni o il cui pe­so non per­met­to­no uno stor­di­men­to ef­fi­ca­ce de­vo­no es­se­re stor­di­ti e dis­san­gua­ti ma­nual­men­te. Es­si pos­so­no es­se­re so­spe­si sol­tan­to do­po il dis­san­gua­men­to.

3 I vo­la­ti­li so­spe­si pos­so­no es­se­re stor­di­ti al più pre­sto 12 se­con­di e de­vo­no es­se­re es­se­re stor­di­ti al più tar­di 60 se­con­di do­po la so­spen­sio­ne.

4 Nel set­to­re del per­cor­so in cui i vo­la­ti­li so­no so­spe­si l’il­lu­mi­na­zio­ne dev’es­se­re ta­le da po­ter tran­quil­liz­za­re gli ani­ma­li.

Sezione 5: Stordimento

Art. 15 Requisiti specifici alle specie animali dei procedimenti di stordimento


A se­con­da del­la spe­cie ani­ma­le ai pro­ce­di­men­ti di stor­di­men­to so­no ap­pli­ca­bi­li spe­cia­li re­qui­si­ti tec­ni­ci. Que­sti so­no di­sci­pli­na­ti ne­gli al­le­ga­ti 1–6.

Art. 16 Efficacia dello stordimento

La per­di­ta di co­scien­za e di sen­si­bi­li­tà de­ve av­ve­ni­re:

a.
im­me­dia­ta­men­te do­po l’uti­liz­za­zio­ne di pro­ce­di­men­ti mec­ca­ni­ci;
b.
en­tro il pri­mo se­con­do in ca­so di stor­di­men­to elet­tri­co.

Art. 17 Controllo dell’efficacia dello stordimento

1 Il ge­sto­re del ma­cel­lo de­ve de­si­gna­re una per­so­na re­spon­sa­bi­le del con­trol­lo dell’ef­fi­ca­cia del­lo stor­di­men­to.

2 La per­so­na re­spon­sa­bi­le de­ve ve­ri­fi­ca­re re­go­lar­men­te l’ef­fi­ca­cia del­lo stor­di­men­to. De­ve in par­ti­co­la­re do­cu­men­ta­re i di­fet­ti con­sta­ta­ti du­ran­te lo stor­di­men­to e le mi­su­re adot­ta­te in se­gui­to per por­vi ri­me­dio. Le an­no­ta­zio­ni de­vo­no es­se­re con­ser­va­te al­me­no un an­no ed esi­bi­te, su ri­chie­sta, all’au­to­ri­tà com­pe­ten­te.

3 Le mo­da­li­tà del con­trol­lo so­no di­sci­pli­na­te a se­con­da del pro­ce­di­men­to e del­la spe­cie ani­ma­le all’al­le­ga­to 1 nu­me­ro 3, all’al­le­ga­to 2 nu­me­ri 7 e 8, all’al­le­ga­to 3 nu­me­ro 3 e all’al­le­ga­to 4 nu­me­ro 5.

Art. 18 Misure immediate in caso di stordimento insufficiente

1 Se un ani­ma­le mo­stra se­gni che ri­ve­la­no che sta ri­tro­van­do la sen­si­bi­li­tà e la co­scien­za al­la fi­ne del pro­ce­di­men­to di stor­di­men­to, pri­ma che ini­zi il dis­san­gua­men­to es­so de­ve es­se­re sen­za in­du­gio stor­di­to di nuo­vo a re­go­la d’ar­te. Nel ca­so dei vo­la­ti­li è am­mes­sa an­che l’uc­ci­sio­ne im­me­dia­ta.

2 Oc­cor­re te­ne­re a di­spo­si­zio­ne sul po­sto ap­pa­rec­chia­tu­re di ri­cam­bio ap­pro­pria­te in mo­do da po­ter­le uti­liz­za­re im­me­dia­ta­men­te per stor­di­re di nuo­vo op­pu­re per uc­ci­de­re i vo­la­ti­li.

Sezione 6: Dissanguamento

Art. 19 Esecuzione del dissanguamento

1 L’in­ter­val­lo tra la fi­ne del pro­ce­di­men­to di stor­di­men­to e l’ini­zio del dis­san­gua­men­to de­ve es­se­re cal­co­la­to in mo­do che un ri­tor­no al­la sen­si­bi­li­tà e al­la co­scien­za sia esclu­so fi­no al so­prag­giun­ge­re del­la mor­te.

2 Se al be­stia­me da ma­cel­lo e ai ra­ti­ti è ap­pli­ca­to un pro­ce­di­men­to di stor­di­men­to che pro­vo­ca sol­tan­to uno sta­to tem­po­ra­neo di in­co­scien­za e di in­sen­si­bi­li­tà, oc­cor­re re­ci­de­re le due ca­ro­ti­di agli ani­ma­li per dis­san­guar­li op­pu­re ef­fet­tua­re il dis­san­gua­men­to per via to­ra­ci­ca.

3 Nel ca­so del be­stia­me da ma­cel­lo oc­cor­re ri­spet­ta­re un in­ter­val­lo di 3 mi­nu­ti al mi­ni­mo tra l’ini­zio del dis­san­gua­men­to e l’ese­cu­zio­ne di al­tre ope­ra­zio­ni di ma­cel­la­zio­ne.

Art. 20 Controllo del dissanguamento e del sopraggiungere della morte

1 L’ese­cu­zio­ne del dis­san­gua­men­to de­ve es­se­re ve­ri­fi­ca­ta re­go­lar­men­te. Il ge­sto­re del ma­cel­lo de­ve de­si­gna­re una per­so­na re­spon­sa­bi­le.

2 Du­ran­te la ve­ri­fi­ca oc­cor­re con­trol­la­re per cam­pio­na­tu­ra se la mor­te è so­prag­giun­ta. A ta­le sco­po oc­cor­re ve­ri­fi­ca­re, uti­liz­zan­do un fa­scio lu­mi­no­so fo­ca­liz­za­bi­le, se la di­la­ta­zio­ne del­la pu­pil­la è mas­si­ma.

3 La per­so­na re­spon­sa­bi­le de­ve do­cu­men­ta­re even­tua­li se­gni di un ri­tor­no al­la sen­si­bi­li­tà e al­la co­scien­za o even­tua­li se­gni di un ri­tar­do nel so­prag­giun­ge­re del­la mor­te co­me pu­re le mi­su­re adot­ta­te per por­vi ri­me­dio. Le an­no­ta­zio­ni de­vo­no es­se­re con­ser­va­te al­me­no un an­no ed esi­bi­te, su ri­chie­sta, all’au­to­ri­tà com­pe­ten­te.

Art. 21 Misure immediate in caso di dissanguamento insufficiente

1 L’ani­ma­le che, a cau­sa di un dis­san­gua­men­to in­suf­fi­cien­te, mo­stra se­gni che ri­ve­la­no che sta ri­tro­van­do la sen­si­bi­li­tà e la co­scien­za de­ve es­se­re im­me­dia­ta­men­te stor­di­to di nuo­vo a re­go­la d’ar­te. Nel ca­so dei vo­la­ti­li è am­mes­sa an­che l’uc­ci­sio­ne im­me­dia­ta.

2 Se al mo­men­to di ini­zia­re l’ese­cu­zio­ne di al­tre ope­ra­zio­ni di ma­cel­la­zio­ne la mor­te di un ani­ma­le non è si­cu­ra, que­sto de­ve es­se­re sen­za in­du­gio dis­san­gua­to cor­ret­ta­men­te o uc­ci­so.

3 Se i vo­la­ti­li da cor­ti­le so­no dis­san­gua­ti me­dian­te moz­za­tu­ra au­to­ma­ti­ca del col­lo, oc­cor­re ga­ran­ti­re che gli ani­ma­li non col­pi­ti o col­pi­ti in mo­do in­suf­fi­cien­te dall’ap­pa­rec­chio sia­no im­me­dia­ta­men­te dis­san­gua­ti ma­nual­men­te.

Sezione 7: Sorveglianza

Art. 22

1 Il ge­sto­re del ma­cel­lo è re­spon­sa­bi­le dei com­pi­ti di con­trol­lo e di do­cu­men­ta­zio­ne di cui agli ar­ti­co­li 6 ca­po­ver­so 3, 8, 17 ca­po­ver­so 2 e 20 ca­po­ver­so 3.

2 Il ve­te­ri­na­rio uf­fi­cia­le ve­ri­fi­ca le do­cu­men­ta­zio­ni per cam­pio­na­tu­ra.

Sezione 8: Disposizioni finali

Art. 23 Disposizioni transitorie per costruzioni e installazioni tecniche

1 Per le co­stru­zio­ni esi­sten­ti in ma­cel­lo au­to­riz­za­ti vie­ne ap­pli­ca­to, per i ne­ces­sa­ri ade­gua­men­ti se­con­do l’ar­ti­co­lo 10, un pe­rio­do tran­si­to­rio di 10 an­ni dall’en­tra­ta in vi­go­re del­la pre­sen­te or­di­nan­za.

2 Per le in­stal­la­zio­ni tec­ni­che esi­sten­ti in ma­cel­li au­to­riz­za­ti è ap­pli­ca­to, per i ne­ces­sa­ri ade­gua­men­ti se­con­do gli ar­ti­co­li 13, 14 e 19, al­le­ga­to 2 nu­me­ri 1.1, 1.3, 1.4 e 1.5, al­le­ga­to 3 nu­me­ri 1.7–1.11 non­ché al­le­ga­to 4 nu­me­ri 1.1, 2.4 e 2.5, un pe­rio­do tran­si­to­rio di 5 an­ni dall’en­tra­ta in vi­go­re del­la pre­sen­te or­di­nan­za.5

Art. 24 Disposizioni transitorie per il procedimento di stordimento

1 L’au­to­ri­tà can­to­na­le com­pe­ten­te può, d’in­te­sa con l’USAV, au­to­riz­za­re fi­no al 30 no­vem­bre 2020 al mas­si­mo l’eser­ci­zio di un ma­cel­lo esi­sten­te il 1° di­cem­bre 2010 che non sod­di­sfa i re­qui­si­ti di cui all’ar­ti­co­lo 15. Le do­man­de de­vo­no es­se­re pre­sen­ta­te all’au­to­ri­tà can­to­na­le com­pe­ten­te en­tro il 31 mag­gio 2011.

2 L’USAV ac­con­sen­te sol­tan­to se il ge­sto­re del ma­cel­lo pro­va, me­dian­te una pe­ri­zia ef­fet­tua­ta da una per­so­na spe­cia­liz­za­ta in­di­pen­den­te e ri­co­no­sciu­ta, che gra­zie al pro­ce­di­men­to uti­liz­za­to nel ma­cel­lo lo sta­to di in­sen­si­bi­li­tà e di in­co­scien­za de­gli ani­ma­li du­ra fi­no al­la con­clu­sio­ne del dis­san­gua­men­to. Nel­la pe­ri­zia oc­cor­re elen­ca­re le mi­su­re ne­ces­sa­rie a ta­le sco­po. Le pe­ri­zie de­vo­no es­se­re pre­sen­ta­te all’USAV en­tro il 30 no­vem­bre 2011.

Art. 25 Entrata in vigore

La pre­sen­te or­di­nan­za en­tra in vi­go­re il 1° di­cem­bre 2010.

Allegato 1 6

6 Aggiornato dal n. II dell’O dell’USAV del 10 gen. 2018, in vigore dal 1° mar. 2018 (RU 2018 637).

Stordimento con la pistola a proiettile captivo

1 Requisiti degli apparecchi e delle munizioni

2 Posizionamento della pistola a proiettile captivo

3 Sintomi principali che permettono di controllare lo stordimento efficace con la pistola a proiettile captivo

4 Durata fino al dissanguamento

Allegato 2

Elettonarcosi di singoli animali

1 Requisiti degli impianti e degli apparecchi

2 Applicazione degli elettrodi

3 Passaggio della corrente elettrica attraverso il cervello

4 Parametri del passaggio di corrente elettrica attraverso il cervello dei mammiferi

5 Parametri del passaggio di corrente elettrica attraverso il cervello dei volatili

6 Arresto della funzione cardiaca provocato dal passaggio di corrente elettrica attraverso il cuore

7 Sintomi principali che permettono di controllare l’efficacia dell’elettronarcosi cerebrale

8 Sintomi principali che permettono di controllare l’efficacia dell’elettronarcosi che provoca un arresto della funzione cardiaca

9 Documentazione e provvedimenti

10 Durata fino al dissanguamento

Allegato 3

Elettronarcosi dei volatili in un bagno d’acqua

1 Requisiti degli impianti e degli apparecchi

2 Passaggio della corrente elettrica in un bagno d’acqua

3 Controllo dell’efficacia dell’elettronarcosi e del dissanguamento

Allegato 4

Stordimento dei suini per esposizione al biossido di carbonio

1 Requisiti degli impianti e degli apparecchi

2 Apparecchi di misura e annotazioni

3 Trasferimento dei suini nel luogo di esposizione al CO2

4 Esposizione al CO2

5 Controllo dell’efficacia dello stordimento con il CO2

6 Nuovo stordimento

7 Parametri per lo stordimento con il CO2

Allegato 5

Stordimento dei conigli e dei volatili con un colpo sulla testa

1 Stordimento dei conigli e dei volatili mediante uno strumento che spara a percussione

2 Stordimento dei volatili con un colpo sulla testa

Allegato 6 8

8 Aggiornato dal n. II dell’O dell’USAV del 10 gen. 2018, in vigore dal 1° mar. 2018 (RU 2018 637).

Stordimento con un proiettile sparato nel cervello

1 Bestiame da macello

2 Grossa selvaggina d’allevamento