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Ordinanza
sulla sicurezza e la protezione della salute dei lavoratori
nei lavori di costruzione
(Ordinanza sui lavori di costruzione, OLCostr)

del 18 giugno 2021 (Stato 1° gennaio 2024)

Il Consiglio federale svizzero,

visto l’articolo 83 capoverso 1 della legge federale del 20 marzo 19811 sull’assicurazione contro gli infortuni (LAINF);
visto l’articolo 40 della legge del 13 marzo 19642 sul lavoro (LL),

ordina:

Capitolo 1: Disposizioni generali

Art. 1 Oggetto  

La pre­sen­te or­di­nan­za sta­bi­li­sce i prov­ve­di­men­ti da adot­ta­re per ga­ran­ti­re la si­cu­rez­za e la pro­te­zio­ne del­la sa­lu­te dei la­vo­ra­to­ri nei la­vo­ri di co­stru­zio­ne.

Art. 2 Definizioni  

Ai sen­si del­la pre­sen­te or­di­nan­za si in­ten­de per:

a.
la­vo­ri di co­stru­zio­ne: la rea­liz­za­zio­ne, la ri­pa­ra­zio­ne, la mo­di­fi­ca, la ma­nu­ten­zio­ne, il con­trol­lo, lo sman­tel­la­men­to e la de­mo­li­zio­ne di co­stru­zio­ni, com­pre­si i la­vo­ri pre­pa­ra­to­ri e fi­na­li, se­gna­ta­men­te i la­vo­ri sui tet­ti, sui pon­teg­gi e con i pon­teg­gi, i la­vo­ri ne­gli sca­vi, nei poz­zi e ne­gli sca­vi ge­ne­ra­li, i la­vo­ri di estra­zio­ne di pie­tra, ghia­ia e sab­bia, i la­vo­ri agli im­pian­ti ter­mi­ci e ai ca­mi­ni di fab­bri­ca, i la­vo­ri in so­spen­sio­ne a cor­de por­tan­ti, i la­vo­ri al­le ca­na­liz­za­zio­ni e all’in­ter­no del­le ca­na­liz­za­zio­ni non­ché i la­vo­ri in sot­ter­ra­neo e la la­vo­ra­zio­ne del­la pie­tra;
b.
al­tez­za di ca­du­ta:
1.
per le su­per­fi­ci di la­vo­ro e le su­per­fi­ci pra­ti­ca­bi­li la cui in­cli­na­zio­ne è in­fe­rio­re o ugua­le a 60°, la dif­fe­ren­za di al­tez­za tra il bor­do con ri­schio di ca­du­ta e il pun­to d’im­pat­to più bas­so,
2.
per le su­per­fi­ci di la­vo­ro e le su­per­fi­ci pra­ti­ca­bi­li la cui in­cli­na­zio­ne è su­pe­rio­re a 60°, la dif­fe­ren­za di al­tez­za tra il luo­go più ele­va­to in cui può co­min­cia­re la ca­du­ta e il pun­to d’im­pat­to più bas­so;
c.
su­per­fi­cie re­si­sten­te al­la rot­tu­ra:su­per­fi­cie che reg­ge tut­ti i ca­ri­chi che pos­so­no sol­le­ci­tar­la nel cor­so dell’ese­cu­zio­ne dei la­vo­ri.

Capitolo 2: Disposizioni concernenti tutti i lavori di costruzione

Sezione 1: In generale

Art. 3 Pianificazione dei lavori di costruzione  

1 La pia­ni­fi­ca­zio­ne dei la­vo­ri di co­stru­zio­ne de­ve ri­dur­re al mi­ni­mo il ri­schio d’in­for­tu­ni pro­fes­sio­na­li, di ma­lat­tie pro­fes­sio­na­li o di dan­ni al­la sa­lu­te e ga­ran­ti­re l’ap­pli­ca­zio­ne del­le mi­su­re di si­cu­rez­za ne­ces­sa­rie, in par­ti­co­la­re du­ran­te l’uti­liz­za­zio­ne del­le at­trez­za­tu­re di la­vo­ro.

2 Se vi è il so­spet­to che sia­no pre­sen­ti so­stan­ze par­ti­co­lar­men­te pe­ri­co­lo­se per la sa­lu­te, co­me l’amian­to o i po­li­clo­ro­bi­fe­ni­li (PCB), il da­to­re di la­vo­ro de­ve in­di­vi­dua­re ac­cu­ra­ta­men­te ta­li si­tua­zio­ni pe­ri­co­lo­se e va­lu­tar­le. In ba­se a que­ste va­lu­ta­zio­ni de­vo­no es­se­re pia­ni­fi­ca­te le mi­su­re ne­ces­sa­rie.

3 Il da­to­re di la­vo­ro che nell’am­bi­to di un con­trat­to di ap­pal­to si im­pe­gna co­me ap­pal­ta­to­re a ese­gui­re la­vo­ri di co­stru­zio­ne de­ve ve­ri­fi­ca­re, pri­ma di con­clu­de­re il con­trat­to, qua­li so­no le mi­su­re ne­ces­sa­rie a ga­ran­ti­re la si­cu­rez­za sul la­vo­ro e la pro­te­zio­ne del­la sa­lu­te dei la­vo­ra­to­ri.

4 Le mi­su­re di­pen­den­ti dai ri­sul­ta­ti del­la va­lu­ta­zio­ne del­le si­tua­zio­ni pe­ri­co­lo­se se­con­do il ca­po­ver­so 2 de­vo­no es­se­re in­te­gra­te nel con­trat­to di ap­pal­to e spe­ci­fi­ca­te nel­la stes­sa for­ma uti­liz­za­ta per gli al­tri con­te­nu­ti del con­trat­to.

5 Le mi­su­re pro­prie al can­tie­re non an­co­ra at­tua­te de­vo­no es­se­re in­te­gra­te nel con­trat­to di ap­pal­to e spe­ci­fi­ca­te nel­la stes­sa for­ma uti­liz­za­ta per gli al­tri con­te­nu­ti del con­trat­to. Le mi­su­re pro­prie al can­tie­re già at­tua­te de­vo­no es­se­re men­zio­na­te nel con­trat­to.

6 So­no con­si­de­ra­te mi­su­re pro­prie al can­tie­re le mi­su­re pre­se nei la­vo­ri di co­stru­zio­ne per la pro­te­zio­ne dei la­vo­ra­to­ri di più im­pre­se, se­gna­ta­men­te:

a.
le mi­su­re di si­cu­rez­za con­tro le ca­du­te, spe­cial­men­te se pre­se con l’au­si­lio di pon­teg­gi, re­ti di si­cu­rez­za, pas­se­rel­le, una pro­te­zio­ne la­te­ra­le e co­per­tu­re a pa­vi­men­to;
b.
le mi­su­re di si­cu­rez­za ne­gli sca­vi e ne­gli sca­vi ge­ne­ra­li, spe­cial­men­te se pre­se con l’au­si­lio di pun­tel­la­tu­re e scar­pa­te;
c.
le mi­su­re di mes­sa in si­cu­rez­za del­le ca­vi­tà nei la­vo­ri in sot­ter­ra­neo; e
d.
le mi­su­re di pro­te­zio­ne del­la sa­lu­te, spe­cial­men­te se pre­se con l’au­si­lio di mon­ta­ca­ri­chi da can­tie­re e in­stal­la­zio­ni sa­ni­ta­rie.

7 Se il da­to­re di la­vo­ro de­le­ga l’ese­cu­zio­ne del con­trat­to di ap­pal­to a un al­tro da­to­re di la­vo­ro de­ve as­si­cu­rar­si che que­st’ul­ti­mo at­tui le mi­su­re di si­cu­rez­za e di pro­te­zio­ne del­la sa­lu­te pre­vi­ste dal con­trat­to.

8 Il da­to­re di la­vo­ro che ef­fet­tua la­vo­ri di co­stru­zio­ne de­ve prov­ve­de­re af­fin­ché sia­no di­spo­ni­bi­li a tem­po de­bi­to e in quan­ti­tà suf­fi­cien­te ma­te­ria­li, im­pian­ti e ap­pa­rec­chi ade­gua­ti all’ese­cu­zio­ne dei la­vo­ri. De­vo­no tro­var­si nel­la con­di­zio­ne di fun­zio­na­re in si­cu­rez­za e sod­di­sfa­re i re­qui­si­ti di si­cu­rez­za sul la­vo­ro e di pro­te­zio­ne del­la sa­lu­te.

Art.4 Piano di sicurezza e di protezione della salute  

1 Il da­to­re di la­vo­ro de­ve prov­ve­de­re af­fin­ché pri­ma dell’ini­zio dei la­vo­ri sia di­spo­ni­bi­le un pia­no che il­lu­stri le mi­su­re di si­cu­rez­za e di pro­te­zio­ne del­la sa­lu­te ne­ces­sa­rie per i pro­pri la­vo­ri nel can­tie­re. Il pia­no di si­cu­rez­za de­ve di­sci­pli­na­re se­gna­ta­men­te l’or­ga­niz­za­zio­ne d’emer­gen­za.

2 Il pia­no di si­cu­rez­za dev’es­se­re re­dat­to in for­ma scrit­ta o in un’al­tra for­ma che con­sen­ta la pro­va per te­sto.

Art. 5 Organizzazione della sicurezza sul lavoro e della protezione della salute  

1 Il da­to­re di la­vo­ro de­ve de­si­gna­re in ogni can­tie­re una per­so­na com­pe­ten­te per la si­cu­rez­za sul la­vo­ro e per la pro­te­zio­ne del­la sa­lu­te; que­sta per­so­na de­ve po­te­re da­re istru­zio­ni in ma­te­ria ai la­vo­ra­to­ri.

2 Chi con il suo com­por­ta­men­to o il suo sta­to espo­ne sé stes­so o al­tre per­so­ne a un pe­ri­co­lo de­ve es­se­re al­lon­ta­na­to dal can­tie­re.

Art. 6 Obbligo di indossare un casco di protezione  

1 I la­vo­ra­to­ri de­vo­no in­dos­sa­re un ca­sco di pro­te­zio­ne per tut­ti i la­vo­ri in cui so­no espo­sti al pe­ri­co­lo del­la ca­du­ta di og­get­ti o di ma­te­ria­li.

2 È ob­bli­ga­to­rio in­dos­sa­re il ca­sco di pro­te­zio­ne:

a.
nell’edi­li­zia e nel­la co­stru­zio­ne di pon­ti fi­no a ul­ti­ma­zio­ne del­la strut­tu­ra grez­za;
b.
nei la­vo­ri ese­gui­ti in pros­si­mi­tà di gru, di sca­va­tri­ci e di mac­chi­ne spe­cia­li del ge­nio ci­vi­le;
c.
nel­la rea­liz­za­zio­ne di sca­vi e di poz­zi non­ché di sca­vi ge­ne­ra­li;
d.
nei la­vo­ri nel­le ca­ve di pie­tra;
e.
nei la­vo­ri in sot­ter­ra­neo, esclu­si i la­vo­ri di in­stal­la­zio­ne in lo­ca­li tec­ni­ci nei qua­li si può esclu­de­re un pe­ri­co­lo do­vu­to al­la ca­du­ta di og­get­ti o ma­te­ria­li;
f.
nei la­vo­ri con esplo­si­vi;
g.
nei la­vo­ri di sman­tel­la­men­to o di de­mo­li­zio­ne;
h.
nei la­vo­ri di co­stru­zio­ne di pon­teg­gi;
i.
nei la­vo­ri al­le ca­na­liz­za­zio­ni e all’in­ter­no del­le ca­na­liz­za­zio­ni.

3 In ogni ca­so oc­cor­re in­dos­sa­re un ca­sco di pro­te­zio­ne con cin­tu­ri­no sot­to­go­la per:

a.
i la­vo­ri con di­spo­si­ti­vi di pro­te­zio­ne in­di­vi­dua­le con­tro le ca­du­te (fu­ne di si­cu­rez­za);
b.
i la­vo­ri in so­spen­sio­ne a cor­de por­tan­ti;
c.
i la­vo­ri con l’eli­cot­te­ro.
Art.7 Indumenti ad alta visibilità  

Du­ran­te i la­vo­ri in pros­si­mi­tà di mez­zi di tra­spor­to, co­me mac­chi­ne da can­tie­re e vei­co­li di tra­spor­to, o di vie di pas­sag­gio pub­bli­che i la­vo­ra­to­ri de­vo­no in­dos­sa­re in­du­men­ti ad al­ta vi­si­bi­li­tà in ma­te­ria­le di fon­do fluo­re­scen­te co­lo­ra­to mu­ni­ti di su­per­fi­ci re­tro­ri­flet­ten­ti.

Art. 8 Soccorso delle vittime d’infortuni  

1 De­ve es­se­re ga­ran­ti­ta la pos­si­bi­li­tà di soc­cor­re­re le vit­ti­me di in­for­tu­ni.

2 I nu­me­ri di te­le­fo­no d’emer­gen­za dei ser­vi­zi di soc­cor­so più vi­ci­ni, co­me me­di­co, ospe­da­le, am­bu­lan­za, po­li­zia, pom­pie­ri ed eli­cot­te­ro, de­vo­no es­se­re co­mu­ni­ca­ti in for­ma ap­pro­pria­ta ai la­vo­ra­to­ri.

Sezione 2: Posti di lavoro e vie di passaggio

Art.9 Requisiti generali  

1 I po­sti di la­vo­ro de­vo­no es­se­re si­cu­ri e de­vo­no po­ter es­se­re rag­giun­ti me­dian­te vie di pas­sag­gio si­cu­re.

2 Per ga­ran­ti­re la si­cu­rez­za dei po­sti di la­vo­ro e del­le vie di pas­sag­gio de­vo­no es­se­re in­stal­la­te pro­te­zio­ni con­tro le ca­du­te se­con­do gli ar­ti­co­li 22 ̶ 29.

Art. 10 Eliminazione di oggetti spigolosi e acuminati  

Gli og­get­ti spi­go­lo­si e acu­mi­na­ti de­vo­no es­se­re eli­mi­na­ti o co­per­ti. I fer­ri d’ar­ma­tu­ra spor­gen­ti van­no cur­va­ti in for­ma di gan­cio. Se non è pos­si­bi­le, pro­te­zio­ni ade­gua­te de­vo­no esclu­de­re qual­sia­si ri­schio di fe­ri­ta.

Art. 11 Vie di passaggio  

Per ga­ran­ti­re la si­cu­rez­za del­le vie di pas­sag­gio oc­cor­re inol­tre prov­ve­de­re a che:

a.
gli ac­ces­si al can­tie­re ab­bia­no al­me­no 1 m di lar­ghez­za; le al­tre vie di pas­sag­gio de­vo­no ave­re al­me­no 60 cm di lar­ghez­za;
b.
le vie di pas­sag­gio ri­man­ga­no li­be­re;
c.
la si­cu­rez­za del­le vie di pas­sag­gio sia ga­ran­ti­ta con prov­ve­di­men­ti ade­gua­ti in ca­so di ri­schio di sci­vo­la­men­to; in par­ti­co­la­re de­vo­no es­se­re te­nu­te sgom­bre da ne­ve e ghiac­cio;
d.
vi sia una pro­te­zio­ne an­ti­sdruc­cio­lo quan­do l’in­cli­na­zio­ne è su­pe­rio­re a 10 gra­di;
e.
le sca­le a ram­pa con di più di cin­que gra­di­ni sia­no mu­ni­te di un cor­ri­ma­no; se vi è un la­to con pe­ri­co­lo di ca­du­ta, al po­sto del cor­ri­ma­no de­ve es­se­re in­stal­la­ta una pro­te­zio­ne la­te­ra­le.
Art. 12 Superfici, parti di costruzione e rivestimenti non resistenti alla rottura  

1 Le su­per­fi­ci, le par­ti di co­stru­zio­ne e i ri­ve­sti­men­ti non re­si­sten­ti al­la rot­tu­ra de­vo­no es­se­re pro­tet­ti da pro­te­zio­ni la­te­ra­li o de­vo­no es­se­re pre­se al­tre mi­su­re per evi­ta­re di ac­ce­der­vi inav­ver­ti­ta­men­te. Se ne­ces­sa­rio oc­cor­re pro­teg­ger­li me­dian­te una co­per­tu­ra so­li­da o in­stal­lan­do­vi una pas­se­rel­la.

2 Le vie di pas­sag­gio su su­per­fi­ci non re­si­sten­ti al­la rot­tu­ra de­vo­no es­se­re col­lo­ca­te su pas­se­rel­le mu­ni­te di pro­te­zio­ni la­te­ra­li su en­tram­bi i la­ti.

3 Agli ac­ces­si al­le su­per­fi­ci non re­si­sten­ti al­la rot­tu­ra de­vo­no es­se­re af­fis­si car­tel­li che in­di­chi­no in una lin­gua com­pre­sa dai la­vo­ra­to­ri o me­dian­te sim­bo­li il di­vie­to d’ac­ces­so al­la su­per­fi­cie.

Art. 13 Passerelle e coperture  

Le passerelle e le coperture devono disporre di una dimensione e di una resistenza corrispondenti alla loro funzione ed essere assicurate contro gli scivolamenti.

Art. 14 Passaggio tra parti mobili di impianti  

Tra le par­ti mo­bi­li di im­pian­ti e gli osta­co­li fis­si de­ve es­ser­ci un pas­sag­gio li­be­ro di 0,5 m di lar­ghez­za e 2,5 m di al­tez­za. Se la lar­ghez­za e l’al­tez­za so­no in­fe­rio­ri a que­ste di­men­sio­ni, l’ac­ces­so al pas­sag­gio de­ve es­se­re im­pe­di­to o le par­ti dell’im­pian­to de­vo­no es­se­re mu­ni­te di un ri­ve­sti­men­to ri­gi­do.

Art. 15 Accesso in presenza di dislivelli  

Se per ac­ce­de­re ai po­sti di la­vo­ro oc­cor­re su­pe­ra­re di­sli­vel­li su­pe­rio­ri a 50 cm, de­vo­no es­se­re uti­liz­za­te sca­le a ram­pa o al­tre at­trez­za­tu­re di la­vo­ro adat­te.

Art.16 Carreggiate  

1 Le car­reg­gia­te de­vo­no es­se­re pro­get­ta­te in mo­do da re­si­ste­re ai ca­ri­chi pre­vi­sti.

2 Nel ca­so di ma­nu­fat­ti co­me pon­ti o ter­ra­pie­ni, è ri­chie­sto un cer­ti­fi­ca­to del­la por­ta­ta del­la car­reg­gia­ta re­dat­to da un in­ge­gne­re spe­cia­liz­za­to. Il ca­ri­co mas­si­mo del­la car­reg­gia­ta dev’es­se­re in­di­ca­to su un car­tel­lo.

3 Sul­le car­reg­gia­te con ri­schio di ca­du­ta, co­me quel­le su pon­ti, ber­me, ter­ra­pie­ni o ram­pe, de­vo­no es­se­re adot­ta­te ef­fi­ca­ci mi­su­re di pro­te­zio­ne an­ti­ca­du­ta, co­me l’in­stal­la­zio­ne di guar­drail o cor­do­li.

4 I ter­ra­pie­ni, le ber­me e le ram­pe de­vo­no es­se­re si­ste­ma­ti e sta­bi­liz­za­ti in mo­do da non ce­de­re, fra­na­re o crol­la­re. Inol­tre, la di­stan­za tra il bor­do del­la cor­sia e il bor­do del ter­ra­pie­no, del­la ber­ma o del­la ram­pa de­ve es­se­re ade­gua­ta al­le con­di­zio­ni del ter­re­no, e co­mun­que mi­su­ra­re al­me­no 1 m. Se que­sto non è pos­si­bi­le per ra­gio­ni di spa­zio, oc­cor­re pren­de­re prov­ve­di­men­ti tec­ni­ci ade­gua­ti.

5 Oc­cor­re adot­ta­re prov­ve­di­men­ti per pro­teg­ge­re i la­vo­ra­to­ri, se­gna­ta­men­te dal­le pie­tre e da schiz­zi di fan­go o ac­qua.

Art.17 Protezione contro il crollo di parti di costruzione e la caduta di oggetti e materiali  

Nei po­sti di la­vo­ro e nel­le vie di pas­sag­gio oc­cor­re pren­de­re mi­su­re af­fin­ché i la­vo­ra­to­ri non sia­no mes­si in pe­ri­co­lo da par­ti di co­stru­zio­ne che crol­la­no o da og­get­ti o ma­te­ria­li che ca­do­no, sci­vo­la­no, ro­to­la­no op­pu­re scor­ro­no.

Art.18 Oggetti e materiali lasciati cadere o gettati  

Si pos­so­no get­ta­re o la­sciar ca­de­re og­get­ti e ma­te­ria­li sol­tan­to se l’ac­ces­so al­la zo­na di pe­ri­co­lo è im­pe­di­to o se que­sti og­get­ti o ma­te­ria­li so­no con­vo­glia­ti su tut­ta la lun­ghez­za me­dian­te ca­na­li, sci­vo­li chiu­si o al­tri mez­zi ana­lo­ghi.

Art. 19 Manovre di veicoli da trasporto e macchine edili  

1 Oc­cor­re ga­ran­ti­re che nel­la zo­na di pe­ri­co­lo dei vei­co­li da tra­spor­to e del­le mac­chi­ne edi­li non pos­sa­no so­sta­re per­so­ne. Se è ri­chie­sta la pre­sen­za di per­so­ne nel­la zo­na di pe­ri­co­lo, oc­cor­re adot­ta­re le ne­ces­sa­rie mi­su­re tec­ni­che, co­me l’uti­liz­zo di te­le­ca­me­re o la po­sa di spec­chi, op­pu­re la zo­na di pe­ri­co­lo de­ve es­se­re sor­ve­glia­ta da per­so­na­le au­si­lia­rio. Que­st’ul­ti­mo non de­ve tro­var­si nel­la zo­na di pe­ri­co­lo.

2 Le ma­no­vre in re­tro­mar­cia dei vei­co­li da tra­spor­to e del­le mac­chi­ne edi­li de­vo­no es­se­re per quan­to pos­si­bi­le bre­vi.

Sezione 3: Scale a pioli

Art. 20 Requisiti  

1 De­vo­no es­se­re uti­liz­za­te sol­tan­to sca­le a pio­li che:

a.
ga­ran­ti­sca­no se­gna­ta­men­te la por­ta­ta e la sta­bi­li­tà per l’uti­liz­zo pre­vi­sto; e
b.
non sia­no dan­neg­gia­te.

2 Le sca­le a pio­li de­vo­no es­se­re di­spo­ste su una su­per­fi­cie re­si­sten­te ed es­se­re as­si­cu­ra­te in mo­do da non po­ter sci­vo­la­re, ruo­ta­re e ri­bal­tar­si.

3 Le sca­le a pio­li de­vo­no es­se­re in­stal­la­te sol­tan­to in zo­ne esen­ti da ri­schi di ca­du­ta d’og­get­ti o di ma­te­ria­li.

4 È con­sen­ti­to sa­li­re sui tre pio­li su­pe­rio­ri del­le sca­le in ap­pog­gio sol­tan­to se al pun­to d’ap­pog­gio su­pe­rio­re vi è una piat­ta­for­ma e un di­spo­si­ti­vo che per­met­ta di te­ner­si.

5 Non è con­sen­ti­to sa­li­re su­gli ul­ti­mi due pio­li del­le sca­le dop­pie. È con­sen­ti­to sa­li­re e scen­de­re dal­le sca­le dop­pie sol­tan­to a par­ti­re dal­la ba­se del­la sca­la.

Art. 21 Lavori su scale portatili  

1 Si pos­so­no ef­fet­tua­re la­vo­ri su sca­le por­ta­ti­li so­lo se non vi è nes­sun’al­tra at­trez­za­tu­ra di la­vo­ro più adat­ta in ter­mi­ni di si­cu­rez­za.

2 A par­ti­re da un’al­tez­za di ca­du­ta su­pe­rio­re a 2 m, i la­vo­ri su sca­le por­ta­ti­li de­vo­no es­se­re di bre­ve du­ra­ta e si de­vo­no pren­de­re mi­su­re di pro­te­zio­ne con­tro le ca­du­te.

Sezione 4: Protezione contro le cadute

Art.22 Requisiti per la protezione laterale  

1 Una pro­te­zio­ne la­te­ra­le si com­po­ne di un cor­ren­te prin­ci­pa­le, di al­me­no un cor­ren­te in­ter­me­dio e di una ta­vo­la fer­ma­pie­di.

2 Il bor­do su­pe­rio­re del cor­ren­te prin­ci­pa­le de­ve si­tuar­si ad al­me­no 100 cm al di so­pra del­la su­per­fi­cie pra­ti­ca­bi­le.

3 Le ta­vo­le fer­ma­pie­di de­vo­no ave­re un’al­tez­za di al­me­no 15 cm a par­ti­re dal­la su­per­fi­cie pra­ti­ca­bi­le.

4 La di­stan­za tra il cor­ren­te prin­ci­pa­le e il cor­ren­te in­ter­me­dio, tra la ta­vo­la fer­ma­pie­di e il cor­ren­te in­ter­me­dio e tra i cor­ren­ti in­ter­me­di non de­ve su­pe­ra­re 47 cm.

5 Il cor­ren­te prin­ci­pa­le e il cor­ren­te in­ter­me­dio pos­so­no es­se­re so­sti­tui­ti da un te­la­io o da una gri­glia con una lar­ghez­za del­le ma­glie mas­si­ma di 25 cm, a con­di­zio­ne che sia ga­ran­ti­ta la stes­sa pro­te­zio­ne.

6 La pro­te­zio­ne la­te­ra­le de­ve es­se­re fis­sa­ta in mo­do ta­le che non pos­sa es­se­re tol­ta in­vo­lon­ta­ria­men­te o stac­car­si.

Art.23 Utilizzazione della protezione laterale  

1 De­vo­no es­se­re prov­vi­sti di una pro­te­zio­ne la­te­ra­le i pun­ti non pro­tet­ti:

a.
con un’al­tez­za di ca­du­ta di ol­tre 2 m;
b.
si­tua­ti su scar­pa­te con un’al­tez­za di ol­tre 2 m e un’in­cli­na­zio­ne su­pe­rio­re a 45°;
c.
si­tua­ti in pros­si­mi­tà di cor­si e spec­chi d’ac­qua.

2 Per le vie di pas­sag­gio si­tua­te in pros­si­mi­tà di cor­si e spec­chi d’ac­qua e di scar­pa­te è suf­fi­cien­te un cor­ren­te prin­ci­pa­le.

3 Ne­gli sca­vi per la co­stru­zio­ne di con­dut­tu­re di ser­vi­zio è pos­si­bi­le ri­nun­cia­re al­la pro­te­zio­ne la­te­ra­le se non è ne­ces­sa­ria la pre­sen­za di la­vo­ra­to­ri ai bor­di de­gli sca­vi e se la se­gna­la­zio­ne del can­tie­re è ben vi­si­bi­le.

Art.24 Dislivelli tra pavimenti  

All’in­ter­no de­gli edi­fi­ci de­ve es­se­re in­stal­la­to un cor­ren­te prin­ci­pa­le quan­do i pa­vi­men­ti pre­sen­ta­no di­sli­vel­li di ol­tre 50 cm.

Art. 25 Aperture nei pavimenti  

Le aper­tu­re nei pa­vi­men­ti che pre­sen­ta­no il ri­schio di in­ciam­par­vi o ca­de­re den­tro de­vo­no es­se­re prov­vi­ste di una pro­te­zio­ne la­te­ra­le o di una co­per­tu­ra re­si­sten­te al­la rot­tu­ra e so­li­da­men­te fis­sa­ta.

Art.26 Ponteggi di facciata nell’edilizia  

1 Nell’edi­li­zia oc­cor­re in­stal­la­re un pon­teg­gio di fac­cia­ta se l’al­tez­za di ca­du­ta su­pe­ra i 3 m.

2 Du­ran­te tut­ta la du­ra­ta dei la­vo­ri di co­stru­zio­ne il cor­ren­te su­pe­rio­re del pon­teg­gio di fac­cia­ta de­ve su­pe­ra­re di al­me­no 80 cm il bor­do con ri­schio di ca­du­ta più ele­va­to op­pu­re di al­me­no 100 cm se la pro­te­zio­ne la­te­ra­le del pon­teg­gio si tro­va a me­no di 60 cm dal bor­do con ri­schio di ca­du­ta.

Art. 27 Rete di sicurezza e ponteggio di ritenuta per la posa di elementi prefabbricati per le coperture di tetti e le solette  

1 Per la po­sa di ele­men­ti pre­fab­bri­ca­ti per le co­per­tu­re di tet­ti e le so­let­te, a par­ti­re da un’al­tez­za di ca­du­ta su­pe­rio­re a 3 m oc­cor­re uti­liz­za­re re­ti di si­cu­rez­za o pon­teg­gi di ri­te­nu­ta su tut­ta la su­per­fi­cie.

2 Il da­to­re di la­vo­ro de­ve prov­ve­de­re af­fin­ché le re­ti di si­cu­rez­za e i pon­teg­gi di ri­te­nu­ta sia­no sot­to­po­sti ogni gior­no a un con­trol­lo vi­si­vo. In pre­sen­za di di­fet­ti, i la­vo­ri per i qua­li la re­te di si­cu­rez­za o il pon­teg­gio di ri­te­nu­ta ser­ve da pro­te­zio­ne con­tro le ca­du­te non de­vo­no es­se­re ese­gui­ti.

Art. 28 Salire su elementi prefabbricati per coperture di tetti e per solette  

Si può sa­li­re su ele­men­ti pre­fab­bri­ca­ti per co­per­tu­re di tet­ti e per so­let­te sol­tan­to se so­no fis­sa­ti.

Art.29 Altre protezioni contro le cadute  

1 Quan­do tec­ni­ca­men­te non è pos­si­bi­le o è trop­po pe­ri­co­lo­so in­stal­la­re una pro­te­zio­ne la­te­ra­le con­for­me­men­te all’ar­ti­co­lo 22, un pon­teg­gio di fac­cia­ta con­for­me­men­te all’ar­ti­co­lo 26 op­pu­re una re­te di si­cu­rez­za o un pon­teg­gio di ri­te­nu­ta con­for­me­men­te all’ar­ti­co­lo 27, de­vo­no es­se­re adot­ta­te mi­su­re di pro­te­zio­ne equi­va­len­ti.

2 Le mi­su­re di pro­te­zio­ne de­vo­no es­se­re de­fi­ni­te per scrit­to pre­via con­sul­ta­zio­ne di uno spe­cia­li­sta del­la si­cu­rez­za sul la­vo­ro di cui all’ar­ti­co­lo 11a dell’or­di­nan­za del 19 di­cem­bre 19833 sul­la pre­ven­zio­ne de­gli in­for­tu­ni (OPI).

Sezione 5: Installazioni esistenti e approvvigionamento energetico

Art.30 Installazioni esistenti  

1 Pri­ma dell’ini­zio dei la­vo­ri di co­stru­zio­ne oc­cor­re de­ter­mi­na­re se nel­la zo­na di la­vo­ro vi so­no in­stal­la­zio­ni che pos­so­no rap­pre­sen­ta­re un pe­ri­co­lo per le per­so­ne, in par­ti­co­la­re im­pian­ti elet­tri­ci, im­pian­ti di tra­spor­to, con­dut­tu­re, ca­na­li, poz­zi e in­stal­la­zio­ni che pre­sen­ta­no un pe­ri­co­lo di esplo­sio­ne o con­te­nen­ti so­stan­ze pe­ri­co­lo­se.

2 Se vi so­no sif­fat­te in­stal­la­zio­ni, oc­cor­re sta­bi­li­re per scrit­to o in un’al­tra for­ma che con­sen­ta la pro­va per te­sto con il pro­prie­ta­rio o il ge­sto­re le mi­su­re di si­cu­rez­za ne­ces­sa­rie e in­di­ca­re chi de­ve ap­pli­car­le.

3 Se l’esi­sten­za di sif­fat­te in­stal­la­zio­ni è sco­per­ta sol­tan­to do­po l’ini­zio dei la­vo­ri, oc­cor­re in­ter­rom­pe­re que­sti ul­ti­mi e av­vi­sa­re la com­mit­ten­za o la sua rap­pre­sen­tan­za. I la­vo­ri pos­so­no es­se­re ri­pre­si so­lo do­po l’ado­zio­ne del­le mi­su­re ne­ces­sa­rie.

Art.31 Approvvigionamento energetico nei cantieri  

1 Per l’ap­prov­vi­gio­na­men­to dei can­tie­ri con ener­gia de­vo­no es­se­re os­ser­va­te le pre­scri­zio­ni le­ga­li e le re­go­le ri­co­no­sciu­te del­la tec­ni­ca.

2 Le pre­se elet­tri­che con cor­ren­te di in­ten­si­tà no­mi­na­le mas­si­ma di 32 A uti­liz­za­te per l’ali­men­ta­zio­ne di ap­pa­rec­chi mo­bi­li de­vo­no es­se­re ob­bli­ga­to­ria­men­te equi­pag­gia­te con un in­ter­rut­to­re pro­tet­ti­vo a cor­ren­te di di­fet­to con cor­ren­te no­mi­na­le mas­si­ma di scat­to di 30 mA.

3 I cir­cui­ti elet­tri­ci che ali­men­ta­no pre­se elet­tri­che con una cor­ren­te no­mi­na­le su­pe­rio­re a 32 A de­vo­no es­se­re pro­tet­ti me­dian­te di­spo­si­ti­vi pro­tet­ti­vi a cor­ren­te di di­fet­to.

Sezione 6: Ambiente di lavoro

Art.32 S ostanze particolarmente pericolose per la salute  

1 Se vi è il so­spet­to che sia­no pre­sen­ti so­stan­ze par­ti­co­lar­men­te pe­ri­co­lo­se per la sa­lu­te, co­me l’amian­to o i PCB, il da­to­re di la­vo­ro de­ve adot­ta­re le mi­su­re di cui all’ar­ti­co­lo 3 ca­po­ver­so 2.

2 Il da­to­re di la­vo­ro è te­nu­to a in­for­ma­re i la­vo­ra­to­ri in­te­res­sa­ti in me­ri­to al ri­sul­ta­to del­le pe­ri­zie rea­liz­za­te sul­le so­stan­ze no­ci­ve.

3 Se du­ran­te i la­vo­ri di co­stru­zio­ne si do­ves­se­ro ina­spet­ta­ta­men­te rin­ve­ni­re so­stan­ze par­ti­co­lar­men­te pe­ri­co­lo­se per la sa­lu­te, oc­cor­re in­ter­rom­pe­re i la­vo­ri e av­vi­sa­re la com­mit­ten­za o la sua rap­pre­sen­tan­za.

Art.33Qua­li­tà dell’aria

1 Oc­cor­re prov­ve­de­re af­fin­ché:

a.
l’aria dei po­sti di la­vo­ro con­ten­ga tra il 19 e il 21 per cen­to in vo­lu­me di os­si­ge­no;
b.
non ven­ga­no su­pe­ra­ti i va­lo­ri li­mi­te del­le so­stan­ze pe­ri­co­lo­se per la sa­lu­te pre­sen­ti nell’aria ai sen­si del­le di­ret­ti­ve sul­le con­cen­tra­zio­ni mas­si­me am­mis­si­bi­li nei po­sti di la­vo­ro, in con­for­mi­tà all’ar­ti­co­lo 50 ca­po­ver­so 3 OPI4.

2 Le so­stan­ze pe­ri­co­lo­se per la sa­lu­te, se­gna­ta­men­te quel­le che si pro­du­co­no ne­gli sca­vi, nel­le ca­na­liz­za­zio­ni, nei poz­zi, nel­le gal­le­rie o all’in­ter­no de­gli edi­fi­ci de­vo­no es­se­re:

a.
espul­se all’aria aper­ta sen­za met­te­re in pe­ri­co­lo le per­so­ne;
b.
fil­tra­te con un si­ste­ma di ri­cir­co­lo dell’aria; op­pu­re
c.
di­lui­te con un si­ste­ma di ven­ti­la­zio­ne ar­ti­fi­cia­le.

3 Le so­stan­ze pe­ri­co­lo­se per la sa­lu­te no­to­ria­men­te can­ce­ro­ge­ne de­vo­no es­se­re espul­se all’aria aper­ta sen­za met­te­re in pe­ri­co­lo le per­so­ne. Lad­do­ve in ca­si par­ti­co­la­ri ciò non fos­se pos­si­bi­le, ta­li so­stan­ze de­vo­no es­se­re fil­tra­te me­dian­te un si­ste­ma di ri­cir­co­lo dell’aria op­pu­re di­lui­te con un si­ste­ma di ven­ti­la­zio­ne ar­ti­fi­cia­le, se­con­do lo sta­to del­la tec­ni­ca, in mo­do da man­te­ne­re l’espo­si­zio­ne il più bas­sa pos­si­bi­le.

4 La qua­li­tà dell’aria de­ve es­se­re con­trol­la­ta re­go­lar­men­te.

5 Se la qua­li­tà dell’aria ne­ces­sa­ria per ga­ran­ti­re la pro­te­zio­ne dei la­vo­ra­to­ri non può es­se­re as­si­cu­ra­ta per mez­zo di mi­su­re tec­ni­che o or­ga­niz­za­ti­ve, de­vo­no es­se­re uti­liz­za­ti ap­pa­rec­chi di pro­te­zio­ne del­le vie re­spi­ra­to­rie.

6 Se de­vo­no es­se­re uti­liz­za­ti ap­pa­rec­chi di pro­te­zio­ne del­le vie re­spi­ra­to­rie con ap­por­to ar­ti­fi­cia­le di aria fre­sca, oc­cor­re im­pie­ga­re la­vo­ra­to­ri do­ta­ti di una co­sti­tu­zio­ne fi­si­ca ido­nea. Es­si de­vo­no es­se­re in­for­ma­ti in me­ri­to ai pe­ri­co­li e de­bi­ta­men­te istrui­ti sull’uti­liz­za­zio­ne di que­sti ap­pa­rec­chi.

Art.34 Pericolo di esplosione e di incendio  

1Si de­vo­no pren­de­re ade­gua­te mi­su­re per im­pe­di­re le esplo­sio­ni e gli in­cen­di e, se si ve­ri­fi­ca­no, per evi­ta­re pos­si­bi­li con­se­guen­ze sul­la sa­lu­te dei la­vo­ra­to­ri.

2 I la­vo­ri che com­por­ta­no un pe­ri­co­lo d’in­cen­dio de­vo­no es­se­re pia­ni­fi­ca­ti ed ese­gui­ti in mo­do che i po­sti di la­vo­ro pos­sa­no es­se­re eva­cua­ti sen­za ri­schio in ca­so d’in­cen­dio.

3 Mez­zi e im­pian­ti di estin­zio­ne adat­ta­ti al­le di­ver­se ma­te­rie com­bu­sti­bi­li de­vo­no es­se­re a di­spo­si­zio­ne in im­me­dia­ta pros­si­mi­tà.

4 Le zo­ne espo­ste al pe­ri­co­lo d’esplo­sio­ne de­vo­no es­se­re bloc­ca­te e se­gna­la­te con un car­tel­lo trian­go­la­re d’av­ver­ti­men­to.

Art. 35 Pericolo di annegamento  

1 Per evi­ta­re di ca­de­re in ac­qua quan­do si la­vo­ra vi­ci­no e so­pra cor­si e spec­chi d’ac­qua van­no adot­ta­te le mi­su­re di cui agli ar­ti­co­li 23 e 29.

2 Se le mi­su­re di cui al ca­po­ver­so 1 non so­no tec­ni­ca­men­te pos­si­bi­li, oc­cor­re:

a.
in­dos­sa­re mez­zi di pro­te­zio­ne e di sal­va­tag­gio adat­ti co­me giub­bot­ti di sal­va­tag­gio; e
b.
ave­re a di­spo­si­zio­ne sal­va­gen­ti, cor­da­me, ci­me e gan­ci.

3 Quan­do so­no ef­fet­tua­ti la­vo­ri vi­ci­no, so­pra e den­tro cor­si d’ac­qua che com­por­ta­no per i la­vo­ra­to­ri il ri­schio di es­se­re tra­sci­na­ti dal­le ac­que, van­no mes­si a di­spo­si­zio­ne di­spo­si­ti­vi di ri­te­nu­ta o im­bar­ca­zio­ni di sal­va­tag­gio a mo­to­re, a me­no che il sal­va­tag­gio sia ga­ran­ti­to da un luo­go in su­per­fi­cie, se­gna­ta­men­te dal­la ri­va, da pon­to­ni, zat­te­re, piat­ta­for­me o pon­ti­li.

4 Per i la­vo­ri vi­ci­no, so­pra e den­tro cor­si e spec­chi d’ac­qua oc­cor­re im­pie­ga­re la­vo­ra­to­ri do­ta­ti di una co­sti­tu­zio­ne fi­si­ca ido­nea. Es­si de­vo­no es­se­re in­for­ma­ti in me­ri­to ai pe­ri­co­li e de­bi­ta­men­te istrui­ti sull’uti­liz­za­zio­ne dei mez­zi di sal­va­tag­gio.

Art.36 Rumore  

Se mi­su­re tec­ni­che e or­ga­niz­za­ti­ve si di­mo­stra­no in­suf­fi­cien­ti a por­ta­re l’in­qui­na­men­to fo­ni­co al di sot­to del va­lo­re li­mi­te pre­vi­sto dal­le di­ret­ti­ve sui va­lo­ri am­mis­si­bi­li de­gli agen­ti fi­si­ci nei po­sti di la­vo­ro, ema­na­te in con­for­mi­tà all’ar­ti­co­lo 50 ca­po­ver­so 3 OPI5, de­vo­no es­se­re por­ta­ti ade­gua­ti mez­zi di pro­te­zio­ne au­ri­co­la­ri.

Art. 37 Sole, caldo e freddo  

Nel ca­so di la­vo­ri al so­le, al cal­do e al fred­do oc­cor­re adot­ta­re le mi­su­re ne­ces­sa­rie per pro­teg­ge­re i la­vo­ra­to­ri.

Art. 38 Illuminazione  

I po­sti di la­vo­ro e le vie di pas­sag­gio de­vo­no es­se­re prov­vi­sti di un’il­lu­mi­na­zio­ne suf­fi­cien­te.

Art. 39 Pericoli naturali  

1 Nel­le zo­ne espo­ste a pe­ri­co­li na­tu­ra­li co­me va­lan­ghe, pie­ne, co­la­te de­tri­ti­che, fra­ne o ca­du­te di pie­tre, i la­vo­ri pos­so­no es­se­re ese­gui­ti sol­tan­to se:

a.
è as­si­cu­ra­ta una sor­ve­glian­za adat­ta;
b.
i ser­vi­zi di soc­cor­so pos­so­no es­se­re al­ler­ta­ti; e
c.
il tra­spor­to del­la vit­ti­ma di un in­for­tu­nio tra il po­sto di la­vo­ro e il me­di­co o l’ospe­da­le più vi­ci­no è ga­ran­ti­to.

2 Il pia­no di si­cu­rez­za e di pro­te­zio­ne del­la sa­lu­te di cui all’ar­ti­co­lo 4 de­ve te­ner con­to del­le pre­scri­zio­ni del­le au­to­ri­tà fe­de­ra­li e can­to­na­li in re­la­zio­ne ai pe­ri­co­li na­tu­ra­li nel­la zo­na in­te­res­sa­ta.

3 In ca­so di pe­ri­co­lo ac­cre­sciu­to, nes­sun la­vo­ra­to­re de­ve tro­var­si nel­la zo­na di pe­ri­co­lo.

Sezione 7: Trasporto

Art.40  

1 Gli im­pian­ti adi­bi­ti al tra­spor­to de­vo­no es­se­re in­stal­la­ti e man­te­nu­ti in mo­do che gli ope­ra­to­ri che li ma­no­vra­no pos­sa­no ve­de­re di­ret­ta­men­te ogni sin­go­lo po­sto ser­vi­to. Se que­sto non è pos­si­bi­le a cau­sa del­le con­di­zio­ni lo­ca­li, si de­ve pre­ve­de­re un si­ste­ma di co­mu­ni­ca­zio­ne af­fi­da­bi­le.

2 La zo­na di pe­ri­co­lo sot­to un mon­ta­ca­ri­chi de­ve es­se­re re­sa inac­ces­si­bi­le o pro­tet­ta da po­sti di se­gna­la­zio­ne. Se una per­so­na de­ve ac­ce­de­re al­la zo­na di pe­ri­co­lo, l’im­pian­to de­ve pre­ce­den­te­men­te es­se­re mes­so fuo­ri ser­vi­zio e mes­so in si­cu­rez­za.

3 Il tra­spor­to di per­so­ne de­ve es­se­re ef­fet­tua­to sol­tan­to per mez­zo di at­trez­za­tu­re di la­vo­ro pre­vi­ste a que­sto sco­po dal fab­bri­can­te.

4 L’or­ga­no di ese­cu­zio­ne com­pe­ten­te può au­to­riz­za­re, su ri­chie­sta, de­ro­ghe al­la nor­ma pre­scrit­ta nel ca­po­ver­so 3 per pro­ce­di­men­ti di co­stru­zio­ne spe­cia­li o in sin­go­li ca­si fon­da­ti. La ri­chie­sta de­ve es­se­re pre­sen­ta­ta in for­ma scrit­ta o in un’al­tra for­ma che con­sen­ta la pro­va per te­sto.

Capitolo 3: Lavori sui tetti

Sezione 1: Protezione contro le cadute dal bordo del tetto

Art.41 Misure da prendere ai bordi dei tetti  

1 Ai bor­di di tut­ti i tet­ti de­vo­no es­se­re pre­se mi­su­re op­por­tu­ne per evi­ta­re le ca­du­te a par­ti­re da un’al­tez­za di ca­du­ta su­pe­rio­re a 2 m.Per i tet­ti con di­ver­se in­cli­na­zio­ni è de­ter­mi­nan­te per le mi­su­re da pren­de­re l’in­cli­na­zio­ne del tet­to al di so­pra del­la gron­da.

2 Per i tet­ti la cui in­cli­na­zio­ne è in­fe­rio­re o ugua­le a 60° si ap­pli­ca quan­to se­gue:

a.
se l’in­cli­na­zio­ne è in­fe­rio­re a 10°, de­ve es­se­re in­stal­la­to un pon­te da lat­to­nie­re, a me­no che non si in­stal­li una pro­te­zio­ne la­te­ra­le con­ti­nua se­con­do l’ar­ti­co­lo 22 all’in­ter­no del­la qua­le pos­so­no es­se­re ese­gui­ti tut­ti i la­vo­ri;
b.
se l’in­cli­na­zio­ne è com­pre­sa tra 10° e 30°, de­ve es­se­re in­stal­la­to un pon­te da lat­to­nie­re;
c.
se l’in­cli­na­zio­ne è com­pre­sa tra 30° e 45°, de­ve es­se­re in­stal­la­to un pon­te da lat­to­nie­re con una pro­te­zio­ne la­te­ra­le co­me pa­re­te di pro­te­zio­ne da co­pri­tet­to con­for­me­men­te all’ar­ti­co­lo 59;
d.
se l’in­cli­na­zio­ne è com­pre­sa tra 45° e 60°, de­ve es­se­re in­stal­la­to un pon­te da lat­to­nie­re con una pro­te­zio­ne la­te­ra­le co­me pa­re­te di pro­te­zio­ne da co­pri­tet­to con­for­me­men­te all’ar­ti­co­lo 59 e de­vo­no es­se­re pre­se mi­su­re di pro­te­zio­ne sup­ple­men­ta­ri qua­li l’im­pie­go di piat­ta­for­me di la­vo­ro o fu­ni di si­cu­rez­za;
e.
sui tet­ti a spio­ven­te, in cor­ri­spon­den­za del­le li­nee di bor­do de­vo­no es­se­re in­stal­la­ti un cor­ren­te prin­ci­pa­le e un cor­ren­te in­ter­me­dio, a me­no che non sia in­stal­la­to un pon­te da lat­to­nie­re con­ti­nuo o sia­no sta­te pre­se mi­su­re di pro­te­zio­ne equi­va­len­ti.

3 Sui tet­ti con un’in­cli­na­zio­ne su­pe­rio­re a 60°, in­di­pen­den­te­men­te dall’al­tez­za di ca­du­ta, i la­vo­ri pos­so­no es­se­re ef­fet­tua­ti sol­tan­to a par­ti­re da pon­teg­gi o da piat­ta­for­me di la­vo­ro ele­va­bi­li.

Art.42 Parete di ritenuta sul tetto per lavori su tetti esistenti  

1 Per la­vo­ri ef­fet­tua­ti su tet­ti esi­sten­ti con un’in­cli­na­zio­ne fi­no a 45°, in de­ro­ga all’ar­ti­co­lo 41 ca­po­ver­so 2 let­te­re a–c può es­se­re in­stal­la­ta sul tet­to una pa­re­te di ri­te­nu­ta.

2 Una pa­re­te di ri­te­nu­ta sul tet­to è un di­spo­si­ti­vo di pro­te­zio­ne sul­le su­per­fi­ci del tet­to in­cli­na­te che ser­ve a evi­ta­re le ca­du­te dal bor­do del tet­to di per­so­ne che sci­vo­la­no o di ma­te­ria­le.

3 La pa­re­te di ri­te­nu­ta de­ve es­se­re di­men­sio­na­ta in mo­do da re­si­ste­re a una de­ter­mi­na­ta sol­le­ci­ta­zio­ne di­na­mi­ca.

4 La pa­re­te di ri­te­nu­ta de­ve es­se­re eret­ta a di­ret­to con­tat­to con la gron­da, in mo­do da su­pe­rar­la di al­me­no 80 cm, ave­re un’al­tez­za di al­me­no 100 cm ed es­se­re so­li­da­men­te fis­sa­ta al­la strut­tu­ra por­tan­te del tet­to.

Art.43 Protezione dalle cadute attraverso le aperture tra il ponte da lattoniere e la facciata  

Se la di­stan­za tra il pia­no di cal­pe­stio del pon­te da lat­to­nie­re e la fac­cia­ta è su­pe­rio­re a 30 cm, de­vo­no es­se­re pre­se mi­su­re che per­met­ta­no di evi­ta­re le ca­du­te at­tra­ver­so que­ste aper­tu­re.

Sezione 2: Protezione contro le cadute attraverso il tetto

Art.44 In generale  

1 Pri­ma dell’ini­zio dei la­vo­ri il da­to­re di la­vo­ro de­ve ac­cer­ta­re se le su­per­fi­ci del tet­to so­no re­si­sten­ti al­la rot­tu­ra.

2 Se non è pos­si­bi­le di­mo­stra­re che le su­per­fi­ci del tet­to so­no re­si­sten­ti al­la rot­tu­ra, de­vo­no es­se­re con­si­de­ra­te co­me su­per­fi­ci del tet­to non re­si­sten­ti al­la rot­tu­ra.

3 In­di­pen­den­te­men­te dall’al­tez­za di ca­du­ta, in cor­ri­spon­den­za del­le aper­tu­re nel­la su­per­fi­cie del tet­to oc­cor­re in­stal­la­re pro­te­zio­ni con­tro le ca­du­te re­si­sten­ti e so­li­da­men­te fis­sa­te se­con­do gli ar­ti­co­li 22-29.

Art.45 Superfici del tetto non resistenti alla rottura  

1 È per­mes­so ef­fet­tua­re la­vo­ri su su­per­fi­ci del tet­to non re­si­sten­ti al­la rot­tu­ra sol­tan­to a par­ti­re da pas­se­rel­le.

2 Se mon­ta­re pas­se­rel­le non è tec­ni­ca­men­te pos­si­bi­le o im­pli­ca un one­re spro­por­zio­na­to, de­vo­no es­se­re uti­liz­za­ti pon­teg­gi di ri­te­nu­ta o re­ti di si­cu­rez­za a par­ti­re da un’al­tez­za di ca­du­ta su­pe­rio­re a 3 m.

3 Quan­do de­vo­no es­se­re ese­gui­ti la­vo­ri in pros­si­mi­tà di su­per­fi­ci del tet­to non re­si­sten­ti al­la rot­tu­ra, que­ste ul­ti­me de­vo­no es­se­re iso­la­te dal­le zo­ne di la­vo­ro o mu­ni­te di una co­per­tu­ra re­si­sten­te al­la rot­tu­ra.

Sezione 3: Lavori di esigua entità

Art. 46  

1 Per la­vo­ri su un tet­to di du­ra­ta to­ta­le in­fe­rio­re a due gior­ni per una per­so­na, de­vo­no es­se­re adot­ta­te mi­su­re di pro­te­zio­ne con­tro le ca­du­te so­lo a par­ti­re da un’al­tez­za di ca­du­ta su­pe­rio­re a 3 m. In ca­so di pe­ri­co­lo di sci­vo­la­men­to, le mi­su­re de­vo­no già es­se­re pre­se a par­ti­re da un’al­tez­za di ca­du­ta su­pe­rio­re a 2 m.

2 Van­no pre­se in ogni ca­so le se­guen­ti mi­su­re:

a.
per in­cli­na­zio­ni del tet­to in­fe­rio­ri o ugua­li a 60°: fu­ne di si­cu­rez­za;
b.
per in­cli­na­zio­ni del tet­to su­pe­rio­ri a 60°: piat­ta­for­me di la­vo­ro ele­va­bi­li o di­spo­si­ti­vi equi­va­len­ti.

Capitolo 4: Ponteggi

Sezione 1: Disposizioni generali

Art.47 Portata e resistenza  

1 De­vo­no es­se­re uti­liz­za­ti sol­tan­to i pon­teg­gi e gli ele­men­ti di pon­teg­gi che sod­di­sfa­no i re­qui­si­ti in ma­te­ria d’im­mis­sio­ne in com­mer­cio se­con­do la leg­ge fe­de­ra­le del 12 giu­gno 20096 sul­la si­cu­rez­za dei pro­dot­ti.

2 I pon­teg­gi e gli ele­men­ti di pon­teg­gi de­vo­no po­ter sop­por­ta­re tut­te le for­ze che pos­so­no sol­le­ci­tar­li, an­che du­ran­te il mon­tag­gio, l’adat­ta­men­to e lo smon­tag­gio, se­gna­ta­men­te:

a.
il pro­prio pe­so;
b.
i ca­ri­chi uti­li;
c.
le for­ze del ven­to;
d.
il ca­ri­co do­vu­to al­la ne­ve;
e.
le for­ze di­na­mi­che, co­me quel­le che ri­sul­ta­no da un sal­to, da una ca­du­ta o da vi­bra­zio­ni;
f.
le for­ze par­ti­co­la­ri che in­ter­ven­go­no du­ran­te il mon­tag­gio, l’adat­ta­men­to e lo smon­tag­gio.
Art.48 Elementi di ponteggi non utilizzabili  

Gli ele­men­ti cur­va­ti, pie­ga­ti, cor­ro­si o dan­neg­gia­ti in al­tro mo­do non de­vo­no es­se­re uti­liz­za­ti.

Art.49 Fondazioni  

I pon­teg­gi de­vo­no pog­gia­re su su­per­fi­ci re­si­sten­ti ed es­se­re as­si­cu­ra­ti con­tro gli slit­ta­men­ti.

Art.50 Stabilità  

I pon­teg­gi de­vo­no es­se­re mon­ta­ti in mo­do che l’in­sie­me dei com­po­nen­ti sia as­si­cu­ra­to con­tro qual­sia­si spo­sta­men­to in­vo­lon­ta­rio.

Art.51 Ancoraggio  

1 Il pon­teg­gio de­ve es­se­re an­co­ra­to al­la co­stru­zio­ne in mo­do da re­si­ste­re agli sfor­zi di tra­zio­ne e di com­pres­sio­ne o fis­sa­to in un al­tro mo­do ade­gua­to, in par­ti­co­la­re me­dian­te il pun­tel­la­men­to e l’an­co­rag­gio con ca­vi.

2 L’an­co­rag­gio o al­tri ti­pi di fis­sag­gio de­vo­no es­se­re in­stal­la­ti o ri­mos­si man ma­no che il pon­teg­gio è mon­ta­to o smon­ta­to.

Art. 52 Elementi incorporati o annessi al ponteggio  

Chiun­que vo­glia in­cor­po­ra­re o an­net­te­re al pon­teg­gio ele­men­ti qual­sia­si, co­me mon­ta­ca­ri­chi, ar­ga­ni, men­so­le, car­tel­lo­ni pub­bli­ci­ta­ri o ri­ve­sti­men­ti, de­ve as­si­cu­rar­si pre­ce­den­te­men­te che il pon­teg­gio pre­sen­ti una re­si­sten­za e una sta­bi­li­tà at­te a re­si­ste­re al­le for­ze sup­ple­men­ta­ri pre­ve­di­bi­li. È ne­ces­sa­ria l’au­to­riz­za­zio­ne pre­via dell’in­stal­la­to­re del pon­teg­gio.

Sezione 2: Ponteggi da lavoro

Art.53 Definizione  

I pon­teg­gi da la­vo­ro so­no co­stru­zio­ni che crea­no su­per­fi­ci di la­vo­ro cal­pe­sta­bi­li adia­cen­ti all’ope­ra. Pos­so­no an­che fun­ge­re da pro­te­zio­ne con­tro le ca­du­te.

Art. 54 Divieto di ponteggi di facciata con struttura portante verticale in legno  

I pon­teg­gi di fac­cia­ta non pos­so­no es­se­re rea­liz­za­ti con strut­tu­re por­tan­ti ver­ti­ca­li in le­gno.

Art.55 Portata e larghezza del piano di calpestio  

Per i se­guen­ti la­vo­ri van­no uti­liz­za­ti sol­tan­to pon­teg­gi da la­vo­ro con la por­ta­ta e la lar­ghez­za del pia­no di cal­pe­stio mi­ni­me in­di­ca­te di se­gui­to:

Ca­ri­co uti­le
in kN per m2

Lar­ghez­za mi­ni­ma del pia­no di cal­pe­stio (an­che tra i mon­tan­ti)

De­si­gna­zio­ne

La­vo­ri con ma­te­ria­le leg­ge­ro, qua­li i la­vo­ri di in­to­na­ca­tu­ra e di pit­tu­ra

2,00

60 cm

Pon­teg­gio da la­vo­ro leg­ge­ro co­me p. es. pon­teg­gio per la­vo­ri di in­to­na­ca­tu­ra e di pit­tu­ra

La­vo­ri con de­po­si­to di ma­te­ria­li, qua­li i la­vo­ri da mu­ra­to­re

3,00

90 cm

Pon­teg­gio da la­vo­ro pe­san­te co­me p. es. pon­teg­gio per la­vo­ri da mu­ra­to­re

La­vo­ri con ma­te­ria­le pe­san­te, qua­li la po­sa di ele­men­ti pre­fab­bri­ca­ti

4,50

90 cm

Pon­teg­gio da la­vo­ro mol­to pe­san­te co­me p. es. pon­teg­gio per la­vo­ri da scal­pel­li­no

Art.56 Accessi ai posti di lavoro  

1 Le cor­sie dei pon­teg­gi de­vo­no es­se­re ac­ces­si­bi­li in si­cu­rez­za per mez­zo di ap­po­si­te sca­le a ram­pa. Nei se­guen­ti ca­si, al po­sto del­le sca­le a ram­pa per pon­teg­gi, pos­so­no es­se­re uti­liz­za­ti pia­ni di cal­pe­stio con bo­to­la:

a.
per ac­ce­de­re al li­vel­lo più al­to nel­la zo­na del fron­to­ne;
b.
per i pon­teg­gi mo­bi­li su ruo­te;
c.
se per mo­ti­vi di spa­zio non si pos­so­no mon­ta­re sca­le a ram­pa per pon­teg­gi.

2 Le sca­le a ram­pa per pon­teg­gi e i pia­ni di cal­pe­stio con bo­to­la de­vo­no di­sta­re al mas­si­mo 25 m da cia­scun po­sto di la­vo­ro.

3 Sui pon­teg­gi da la­vo­ro con un’al­tez­za su­pe­rio­re a 25 m oc­cor­re inol­tre mon­ta­re al­me­no un mon­ta­ca­ri­chi pre­vi­sto dal fab­bri­can­te per il tra­spor­to di ma­te­ria­li e per­so­ne. Il mon­ta­ca­ri­chi non so­sti­tui­sce gli ac­ces­si ri­chie­sti.

4 Le sca­le a ram­pa per pon­teg­gi de­vo­no es­se­re mu­ni­te di una pro­te­zio­ne la­te­ra­le sul la­to fron­ta­le se­con­do l’ar­ti­co­lo 22.

Art.57 Corsie dei ponteggi  

1 Le cor­sie dei pon­teg­gi da la­vo­ro de­vo­no es­se­re di­spo­ste a una di­stan­za ver­ti­ca­le di al­me­no 1,9 m e di al mas­si­mo di 2,3 m.

2 La di­stan­za mi­ni­ma di cui al ca­po­ver­so 1 non si ap­pli­ca:

a.
all’al­tez­za di pas­sag­gio tra il ter­re­no ori­gi­na­rio e la cor­sia del pon­teg­gio più bas­sa;
b.
all’al­tez­za di pas­sag­gio so­pra la cor­sia del pon­teg­gio più al­ta.

3 La di­stan­za tra il pia­no di cal­pe­stio e la fac­cia­ta non de­ve in al­cu­na fa­se di la­vo­ro su­pe­ra­re i 30 cm. Se que­sta con­di­zio­ne non è ri­spet­ta­ta, oc­cor­re pren­de­re mi­su­re sup­ple­men­ta­ri per evi­ta­re una ca­du­ta.

Art.58 Ponte da lattoniere  

1 Un pon­te da lat­to­nie­re è una cor­sia del pon­teg­gio che per­met­te di ef­fet­tua­re in con­di­zio­ni di si­cu­rez­za la­vo­ri al bor­do dei tet­ti.

2 Quan­do l’al­tez­za di ca­du­ta mi­su­ra­ta a par­ti­re dal­la gron­da o dal bor­do del tet­to pia­no su­pe­ra i 2 m, oc­cor­re in­stal­la­re un pon­te da lat­to­nie­re 1 m al mas­si­mo al di sot­to del­la gron­da o del bor­do del tet­to pia­no.

3 Il pia­no di cal­pe­stio del pon­te da lat­to­nie­re de­ve es­se­re di­men­sio­na­to in mo­do da re­si­ste­re a una sol­le­ci­ta­zio­ne di­na­mi­ca, co­me la ca­du­ta dal tet­to.

4 La pro­te­zio­ne la­te­ra­le del pon­te da lat­to­nie­re de­ve di­sta­re al­me­no 60 cm dal­la gron­da in­stal­la­ta o dal bor­do ester­no del tet­to. Il cor­ren­te prin­ci­pa­le de­ve su­pe­ra­re di al­me­no 80 cm il bor­do del tet­to.

Art.59 Pa­re­te di pro­te­zio­ne da co­pri­tet­to

1 La pa­re­te di pro­te­zio­ne da co­pri­tet­to è un di­spo­si­ti­vo di pro­te­zio­ne in­stal­la­to sul pon­te da lat­to­nie­re per ar­re­sta­re la ca­du­ta dal tet­to di per­so­ne, og­get­ti o ma­te­ria­le.

2 La pa­re­te di pro­te­zio­ne da co­pri­tet­to può com­por­ta­re aper­tu­re fi­no a una su­per­fi­cie di 100 cm2.

Art.60 Montaggio e smontaggio di ponteggi da lavoro  

Il montaggio e lo smontaggio dei ponteggi da lavoro devono essere effettuati secondo le istruzioni del fabbricante.

Art. 61 Controllo visivo e manutenzione  

1 Il da­to­re di la­vo­ro i cui la­vo­ra­to­ri ef­fet­tua­no la­vo­ri sul pon­teg­gio da la­vo­ro o per i qua­li il pon­teg­gio fun­ge da pro­te­zio­ne con­tro le ca­du­te de­ve prov­ve­de­re af­fin­ché il pon­teg­gio sia sot­to­po­sto ogni gior­no a un con­trol­lo vi­si­vo. Se pre­sen­ta di­fet­ti, non de­ve es­se­re uti­liz­za­to.

2 I ma­te­ria­li su­per­flui o pe­ri­co­lo­si co­me de­tri­ti, ne­ve e ghiac­cio de­vo­no es­se­re sgom­be­ra­ti dai pia­ni di cal­pe­stio e da­gli ac­ces­si.

Art. 62 Carico utile di un ponteggio da lavoro o di una piattaforma per il materiale  

1 Il ca­ri­co uti­le di un pon­teg­gio da la­vo­ro de­ve es­se­re in­di­ca­to in mo­do ben vi­si­bi­le su un car­tel­lo ad ogni ac­ces­so.

2 Il ca­ri­co uti­le di una piat­ta­for­ma per il ma­te­ria­le de­ve es­se­re in­di­ca­to in mo­do ben vi­si­bi­le su un car­tel­lo nel pun­to d’ac­ces­so.

Art. 63 Sbarramento del ponteggio da lavoro  

L’ac­ces­so a pon­teg­gi da la­vo­ro o a set­to­ri di pon­teg­gi da la­vo­ro la cui uti­liz­za­zio­ne non è au­to­riz­za­ta de­ve es­se­re im­pe­di­to con una mi­su­ra tec­ni­ca, co­me una pro­te­zio­ne la­te­ra­le.

Art. 64 Modifiche al ponteggio da lavoro  

Le mo­di­fi­che al pon­teg­gio da la­vo­ro pos­so­no es­se­re ese­gui­te so­lo dal suo in­stal­la­to­re. Si pos­so­no ef­fet­tua­re ade­gua­men­ti di lie­ve en­ti­tà d’in­te­sa con l’in­stal­la­to­re. L’in­te­sa de­ve es­se­re in for­ma scrit­ta o al­tra for­ma che con­sen­ta la pro­va per te­sto.

Art.65 Disposizioni particolari per i ponteggi mobili su ruote  

1 Pri­ma dell’uti­liz­za­zio­ne i pon­teg­gi mo­bi­li su ruo­te de­vo­no es­se­re con­trol­la­ti per ac­cer­tar­ne la sta­bi­li­tà, te­nen­do con­to del ge­ne­re di la­vo­ri da ese­gui­re e del­le con­di­zio­ni del suo­lo.

2 Non de­ve es­se­re su­pe­ra­ta l’al­tez­za mas­si­ma d’im­pie­go pre­vi­sta nel­le istru­zio­ni per l’uso.

3 I pon­teg­gi mo­bi­li su ruo­te de­vo­no es­se­re as­si­cu­ra­ti con­tro qual­sia­si spo­sta­men­to in­vo­lon­ta­rio. Du­ran­te lo spo­sta­men­to, sul pon­teg­gio mo­bi­le non de­vo­no so­sta­re per­so­ne.

Sezione 3: Ponteggi di ritenuta e reti di sicurezza

Art. 66 Ponteggi di ritenuta  

1 I pon­teg­gi di ri­te­nu­ta so­no pon­teg­gi che ser­vo­no ad ar­re­sta­re la ca­du­ta di per­so­ne, og­get­ti e ma­te­ria­li. De­vo­no es­se­re in­stal­la­ti in mo­do ta­le che le per­so­ne, gli og­get­ti o i ma­te­ria­li non pos­sa­no ca­de­re più in bas­so di 2 m.

2 Se il pon­teg­gio di ri­te­nu­ta è ap­pli­ca­to a sbal­zo, lo sbal­zo oriz­zon­ta­le mi­ni­mo de­ve mi­su­ra­re al­me­no 1,5 m.

3 Se vi è un la­to con pe­ri­co­lo di ca­du­ta, de­ve es­se­re in­stal­la­ta una pro­te­zio­ne la­te­ra­le se­con­do l’ar­ti­co­lo 22.

Il piano di calpestio del ponteggio di ritenuta deve essere dimensionato in modo da resistere a una forza dinamica.4

Art. 67 Reti di sicurezza  

Le re­ti di si­cu­rez­za de­vo­no es­se­re in­stal­la­te in mo­do ta­le che le per­so­ne non pos­sa­no ca­de­re più in bas­so di 3 m.

Capitolo 5: Scavi, pozzi e scavi generali

Art.68 In generale  

1 Gli sca­vi, i poz­zi e gli sca­vi ge­ne­ra­li de­vo­no es­se­re con­fi­gu­ra­ti in mo­do ta­le che nes­sun la­vo­ra­to­re ven­ga mes­so in pe­ri­co­lo da smot­ta­men­ti o dal­la ca­du­ta di ma­te­ria­le.

2 Gli sca­vi, i poz­zi e gli sca­vi ge­ne­ra­li con ol­tre 1,5 m di pro­fon­di­tà non pun­tel­la­ti de­vo­no es­se­re in­cli­na­ti a scar­pa­ta con­for­me­men­te all’ar­ti­co­lo 75 o as­si­cu­ra­ti da ul­te­rio­ri prov­ve­di­men­ti ade­gua­ti.

Art. 69 Luce minima negli scavi e nei pozzi  

1Gli sca­vi e i poz­zi de­vo­no es­se­re con­fi­gu­ra­ti in mo­do ta­le che la lu­ce con­sen­ta di la­vo­ra­re si­cu­ri.

2 Per lu­ce si in­ten­de la di­stan­za mi­no­re fra:

a.
le pa­re­ti di sca­vo o, in pre­sen­za di pun­tel­la­tu­re, tra pa­re­ti di so­ste­gno po­ste l’una di fron­te all’al­tra; o
b.
fra la scar­pa­ta del­lo sca­vo e le par­ti fis­se del­la co­stru­zio­ne.

3Se lo sca­vo de­ve es­se­re per­cor­so a pie­di per la po­sa di con­dut­tu­re, la lu­ce del­lo sca­vo de­ve mi­su­ra­re:

a.
al­me­no 60 cm, a par­ti­re da una pro­fon­di­tà di sca­vo su­pe­rio­re a 1 m;
b.
al­me­no 40 cm più il dia­me­tro ester­no del tu­bo del­la con­dut­tu­ra, in ca­so di dia­me­tro in­ter­no del tu­bo in­fe­rio­re o ugua­le a 40 cm;
c.
al­me­no 60 cm, e su uno dei la­ti al­me­no 40 cm, più il dia­me­tro ester­no del tu­bo del­la con­dut­tu­ra, in ca­so di dia­me­tro in­ter­no del tu­bo su­pe­rio­re a 40 cm e in­fe­rio­re o ugua­le a 120 cm;
d.
al­me­no 80 cm, e su uno dei la­ti al­me­no 60 cm, più il dia­me­tro ester­no del tu­bo del­la con­dut­tu­ra, in ca­so di dia­me­tro in­ter­no del tu­bo su­pe­rio­re a 120 cm.
Art. 70 Larghezza minima del posto di lavoro negli scavi generali  

La lar­ghez­za del po­sto di la­vo­ro ne­gli sca­vi ge­ne­ra­li de­ve es­se­re pa­ri ad al­me­no 60 cm in ogni fa­se del­la co­stru­zio­ne.

Art. 71 Spazio libero ai bordi di scavi e scavi generali  

I bor­di de­gli sca­vi e de­gli sca­vi ge­ne­ra­li de­vo­no es­se­re la­scia­ti li­be­ri oriz­zon­tal­men­te:

a.
su una lar­ghez­za di al­me­no 50 cm, in pre­sen­za di pun­tel­la­tu­re ne­gli sca­vi e di sca­vi ge­ne­ra­li as­si­cu­ra­ti me­dian­te pa­lan­co­le, pa­li­fi­ca­zio­ni, dia­fram­mi, pa­re­ti chio­da­te e si­mi­li; o
b.
su una lar­ghez­za di al­me­no 1 m, in pre­sen­za di una scar­pa­ta.
Art. 72 Depositi di materiale di scavo e da costruzione  

I de­po­si­ti di ma­te­ria­le di sca­vo e da co­stru­zio­ne de­vo­no es­se­re rea­liz­za­ti in mo­do ta­le da non co­sti­tui­re un pe­ri­co­lo per i la­vo­ra­to­ri.

Art. 73 Impiego di scale a rampa e a pioli  

1 Per ac­ce­de­re a sca­vi ge­ne­ra­li, sca­vi e poz­zi si de­vo­no im­pie­ga­re at­trez­za­tu­re di la­vo­ro si­cu­re, spe­cial­men­te sca­le a ram­pa. Que­ste de­vo­no es­se­re in­ter­rot­te da pia­ne­rot­to­li in­ter­me­di di­stan­ti al mas­si­mo 5 m in li­nea ver­ti­ca­le.

2 Al po­sto del­le sca­le a ram­pa si pos­so­no im­pie­ga­re sca­le a pio­li:

a.
per ac­ce­de­re agli sca­vi ge­ne­ra­li: fi­no a una pro­fon­di­tà di 5 m, se per mo­ti­vi tec­ni­ci non pos­so­no es­se­re uti­liz­za­te sca­le a ram­pa;
b.
ne­gli sca­vi e nei poz­zi: fi­no a una pro­fon­di­tà di 5 m.
Art. 74 Misure per evitare il superamento del ciglio di scavi, pozzi, scavi generali e scarpate con veicoli  

Per evi­ta­re di su­pe­ra­re il ci­glio di sca­vi, poz­zi, sca­vi ge­ne­ra­li, e scar­pa­te con vei­co­li, in pros­si­mi­tà del­le car­reg­gia­te e dei pun­ti di sca­ri­co dei ma­te­ria­li oc­cor­re adot­ta­re le mi­su­re op­por­tu­ne, se­gna­ta­men­te:

a.
li­mi­ti di ve­lo­ci­tà;
b.
re­go­la­zio­ne del­la cir­co­la­zio­ne in mo­do ade­gua­to con se­gna­la­zio­ni;
c.
sbar­ra­men­ti e cor­do­li.
Art. 75 Stabilità del terreno delle scarpate  

1 Le pen­den­ze del­le scar­pa­te di pa­re­ti di sca­vi e sca­vi ge­ne­ra­li de­vo­no es­se­re ade­gua­te al­la sta­bi­li­tà del ter­re­no.

2 Se la sta­bi­li­tà del ter­re­no do­ves­se es­se­re com­pro­mes­sa da in­flus­si ester­ni qua­li in­ten­se pre­ci­pi­ta­zio­ni, di­sge­lo, ca­ri­chi o vi­bra­zio­ni, si de­vo­no pren­de­re prov­ve­di­men­ti ade­gua­ti.

Art.76 Prova di sicurezza per le scarpate  

1 Per le scar­pa­te è ri­chie­sta una pro­va di si­cu­rez­za di un in­ge­gne­re spe­cia­liz­za­to o un geo­tec­ni­co qua­lo­ra:

a.
la scar­pa­ta sia più al­ta di 4 m;
b.
non ven­ga­no os­ser­va­ti i se­guen­ti rap­por­ti tra ver­ti­ca­le e oriz­zon­ta­le:
1.
al mas­si­mo 2: 1 nei ma­te­ria­li ben com­pat­ti e nei ma­te­ria­li me­dia­men­te com­pat­ti ma an­co­ra sta­bi­li,
2.
al mas­si­mo 1: 1 nei ter­re­ni fra­no­si;
c.
la scar­pa­ta deb­ba mol­to pro­ba­bil­men­te es­se­re sol­le­ci­ta­ta da ca­ri­chi sup­ple­men­ta­ri qua­li vei­co­li, mac­chi­ne edi­li o de­po­si­ti di ma­te­ria­le; op­pu­re
d.
vi sia­no in­fil­tra­zio­ni d’ac­qua di pen­dio op­pu­re il pie­de del­la scar­pa­ta si tro­vi in cor­ri­spon­den­za dell’ac­qua di fal­da.

2 Il da­to­re di la­vo­ro prov­ve­de af­fin­ché l’in­ge­gne­re spe­cia­liz­za­to o il geo­tec­ni­co ve­ri­fi­chi l’ese­cu­zio­ne del­le mi­su­re che ri­sul­ta­no dal­la pro­va di si­cu­rez­za.

Art.77 Requisiti per le puntellature  

1 Le pun­tel­la­tu­re de­vo­no re­si­ste­re ai ca­ri­chi e al­le sol­le­ci­ta­zio­ni pre­ve­di­bi­li ed es­se­re rea­liz­za­te se­con­do le re­go­le del­la tec­ni­ca.

2 Nel de­ter­mi­na­re il di­men­sio­na­men­to del­le pun­tel­la­tu­re si de­ve te­ne­re con­to di even­tua­li ca­ri­chi sup­ple­men­ta­ri co­me quel­li rap­pre­sen­ta­ti da vei­co­li, mac­chi­ne edi­li e de­po­si­ti di ma­te­ria­le di sca­vo, ma­te­ria­li va­ri e ap­pa­rec­chia­tu­re.

Art. 78 Esecuzione delle puntellature  

1 Le pun­tel­la­tu­re de­vo­no es­se­re ese­gui­te in mo­do ta­le che i trat­ti di pa­re­te vi­ci­ni non pun­tel­la­ti non co­sti­tui­sca­no un pe­ri­co­lo per i la­vo­ra­to­ri.

2 La par­te in­fe­rio­re del­le pa­re­ti del­lo sca­vo può non es­se­re pun­tel­la­ta fi­no a un’al­tez­za mas­si­ma di 80 cm, se il ti­po di ter­re­no lo per­met­te.

3 In cor­ri­spon­den­za di ma­te­ria­li com­pat­ti gli ele­men­ti del­la pun­tel­la­tu­ra non de­vo­no di­sta­re più di 20 cm l’uno dall’al­tro.

4 Gli spa­zi vuo­ti die­tro le pa­re­ti di so­ste­gno de­vo­no es­se­re im­me­dia­ta­men­te e ac­cu­ra­ta­men­te riem­pi­ti.

5 Le pun­tel­la­tu­re de­vo­no spor­ge­re di al­me­no 15 cm so­pra il bor­do del­lo sca­vo.

6 Gli sca­vi rea­liz­za­ti ver­ti­cal­men­te a un li­vel­lo in­fe­rio­re ri­spet­to al­la scar­pa­ta de­vo­no es­se­re pun­tel­la­ti lun­go tut­ta la lo­ro al­tez­za.

7 Du­ran­te il mon­tag­gio e lo smon­tag­gio del­le pun­tel­la­tu­re e il riem­pi­men­to del­lo sca­vo nes­sun la­vo­ra­to­re de­ve tro­var­si nel­la zo­na non si­cu­ra.

Art.79 Prova di sicurezza per consolidamenti del terreno  

1 I con­so­li­da­men­ti del ter­re­no qua­li inie­zio­ni di re­si­ne, mal­ta e con­ge­la­men­to ar­ti­fi­cia­le pos­so­no es­se­re ese­gui­ti so­lo in pre­sen­za di una pro­va di si­cu­rez­za ri­la­scia­ta da un in­ge­gne­re spe­cia­liz­za­to o da un geo­tec­ni­co.

2 I con­trol­li e le mi­su­ra­zio­ni ne­ces­sa­ri de­vo­no es­se­re ese­gui­ti se­con­do le istru­zio­ni di un in­ge­gne­re spe­cia­liz­za­to o di un geo­tec­ni­co.

3 Il da­to­re di la­vo­ro prov­ve­de af­fin­ché l’in­ge­gne­re spe­cia­liz­za­to o il geo­tec­ni­co ve­ri­fi­chi l’ese­cu­zio­ne del­le mi­su­re che ri­sul­ta­no dal­la pro­va di si­cu­rez­za.

Art.80 Sporgenze di scarpate o pareti di scavo  

1 Le spor­gen­ze del­le scar­pa­te o del­le pa­re­ti di sca­vo de­vo­no es­se­re im­me­dia­ta­men­te eli­mi­na­te.

2 Gli og­get­ti por­ta­ti al­lo sco­per­to, co­me par­ti co­strut­ti­ve, con­dut­tu­re di ser­vi­zio, cor­do­li, par­ti di man­to stra­da­le, mas­si er­ra­ti­ci, pie­tre li­be­re, al­be­ri e ce­spu­gli van­no ri­mos­si o fis­sa­ti.

Capitolo 6: Lavori di smantellamento e di demolizione

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