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Ordinanza sulla sorveglianza delle imprese di assicurazione private

del 9 novembre 2005 (Stato 1° gennaio 2016)

Il Consiglio federale svizzero,

vista la legge del 17 dicembre 20041 sulla sorveglianza degli assicuratori (LSA); visto l'articolo 15 della legge del 24 marzo 20002 sul personale federale (LPers); in applicazione dell'Accordo del 10 ottobre 19893 tra la Confederazione Svizzera e la CEE concernente l'assicurazione diretta diversa dall'assicurazione sulla vita e dell'Accordo del 19 dicembre 19964 tra la Confederazione Svizzera e il Principato del Liechtenstein concernente l'assicurazione diretta,

ordina:

Titolo primo: Campo di applicazione

Art. 1 Attività assicurativa in Svizzera  

1Vi è at­ti­vi­tà as­si­cu­ra­ti­va in Sviz­ze­ra, in­di­pen­den­te­men­te dal mo­do e luo­go di con­clu­sio­ne del con­trat­to, se:

a.
una per­so­na fi­si­ca o giu­ri­di­ca do­mi­ci­lia­ta in Sviz­ze­ra è sti­pu­lan­te o as­si­cu­ra­to; o
b.
ven­go­no as­si­cu­ra­te co­se si­te in Sviz­ze­ra.

2Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne con se­de all'este­ro e sen­za fi­lia­le in Sviz­ze­ra non sot­to­stan­no al­la sor­ve­glian­za del­le as­si­cu­ra­zio­ni, se in Sviz­ze­ra eser­ci­ta­no esclu­si­va­men­te i se­guen­ti af­fa­ri as­si­cu­ra­ti­vi:

a.
la co­per­tu­ra di ri­schi as­si­cu­ra­ti­vi con­nes­si con la na­vi­ga­zio­ne ma­rit­ti­ma, la na­vi­ga­zio­ne ae­rea e i tra­spor­ti tran­sfron­ta­lie­ri;
b.
la co­per­tu­ra di ri­schi all'este­ro;
c.
la co­per­tu­ra di ri­schi di guer­ra.

3I ca­po­ver­si 1 e 2 si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia all'in­ter­me­dia­zio­ne as­si­cu­ra­ti­va.

Art. 2  

1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Titolo secondo: Avvio dell'attività assicurativa

Capitolo 1: In generale

Art. 3 Estensione dell'autorizzazione  

1L'Au­to­ri­tà fe­de­ra­le di vi­gi­lan­za sui mer­ca­ti fi­nan­zia­ri (FIN­MA) ri­la­scia l'au­to­riz­za­zio­ne per l'eser­ci­zio dell'at­ti­vi­tà in uno o più ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi se­con­do l'al­le­ga­to 1.1

2L'au­to­riz­za­zio­ne a eser­ci­ta­re un ra­mo dell'as­si­cu­ra­zio­ne con­tro i dan­ni per­met­te pu­re di eser­ci­ta­re i ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi B1-B13, B16 e B18, sem­pre che que­sti ri­schi:

a.
sia­no con­nes­si con il ri­schio prin­ci­pa­le o ri­guar­di­no l'og­get­to co­per­to con­tro il ri­schio prin­ci­pa­le; e
b.
sia­no ga­ran­ti­ti dal­lo stes­so con­trat­to che co­pre il ri­schio prin­ci­pa­le.

3Il ri­schio com­pre­so nel ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo B17 può es­se­re co­per­to, sen­za una par­ti­co­la­re au­to­riz­za­zio­ne, al­le con­di­zio­ni di cui al ca­po­ver­so 2, sem­pre che que­sto ri­schio:

a.
sia con­nes­so con i ri­schi com­pre­si nel ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo B18; op­pu­re
b.
ri­guar­di con­tro­ver­sie o pre­te­se che de­ri­va­no dall'im­pie­go di na­vi ma­rit­ti­me o che so­no in rap­por­to con ta­le im­pie­go.

4L'au­to­riz­za­zio­ne a eser­ci­ta­re i ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A1, A3, A4 e A5 co­me pu­re B1 e B2 per­met­te pu­re di eser­ci­ta­re l'as­si­cu­ra­zio­ne in­va­li­di­tà.

5L'au­to­riz­za­zio­ne a eser­ci­ta­re l'as­si­cu­ra­zio­ne di­ret­ta per­met­te pu­re di eser­ci­ta­re la rias­si­cu­ra­zio­ne nei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi per i qua­li è sta­ta con­ces­sa l'au­to­riz­za­zio­ne.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 4 Autorizzazione in caso di fusioni, scissioni e trasformazioni  

1La FIN­MA1 ri­la­scia l'au­to­riz­za­zio­ne di cui all'ar­ti­co­lo 3 ca­po­ver­so 2 LSA, se è ga­ran­ti­ta la pro­te­zio­ne de­gli as­si­cu­ra­ti, in par­ti­co­la­re dai ri­schi d'in­sol­ven­za dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne as­sun­tri­ce e da­gli abu­si.

2In ca­so di fu­sio­ni, scis­sio­ni e tra­sfor­ma­zio­ni, le im­pre­se in­te­res­sa­te de­vo­no as­si­cu­rar­si che i con­trat­ti di as­si­cu­ra­zio­ne sia­no man­te­nu­ti in­va­ria­ti.

3La ri­chie­sta dell'iscri­zio­ne di fu­sio­ni, scis­sio­ni e tra­sfor­ma­zio­ni nel re­gi­stro di com­mer­cio può es­se­re fat­ta so­lo do­po l'ot­te­ni­men­to dell'au­to­riz­za­zio­ne.

4Se le fu­sio­ni, le scis­sio­ni o le tra­sfor­ma­zio­ni di cui all'ar­ti­co­lo 3 ca­po­ver­so 2 LSA so­no sta­te iscrit­te nel re­gi­stro di com­mer­cio sen­za l'au­to­riz­za­zio­ne del­la FIN­MA, que­sta di­spo­ne, a spe­se del­le so­cie­tà in­te­res­sa­te, i prov­ve­di­men­ti ne­ces­sa­ri per ri­pri­sti­na­re la si­tua­zio­ne le­ga­le.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. 11 dell'all. all'O del 15 ott. 2008 su­gli au­dit dei mer­ca­ti fi­nan­zia­ri, in vi­go­re dal 1° gen. 2009 (RU 2008 5363). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

Art. 5 Obbligo di comunicazione in caso di modifiche del piano d'esercizio  

Mo­di­fi­che del pia­no d'eser­ci­zio se­con­do l'ar­ti­co­lo 5 ca­po­ver­so 2 LSA de­vo­no es­se­re co­mu­ni­ca­te al­la FIN­MA en­tro quin­di­ci gior­ni dal mo­men­to in cui in­ter­vie­ne il re­la­ti­vo fat­to.

Art. 5a Assicurazioni complementari delle casse malati  

Le cas­se ma­la­ti di cui all'ar­ti­co­lo 2 del­la leg­ge del 26 set­tem­bre 20142 sul­la vi­gi­lan­za sull'as­si­cu­ra­zio­ne ma­lat­tie (LVA­Mal) pos­so­no eser­ci­ta­re as­si­cu­ra­zio­ni com­ple­men­ta­ri di cui all'ar­ti­co­lo 2 ca­po­ver­so 2 LVA­Mal non ap­pe­na la FIN­MA ri­la­scia lo­ro l'au­to­riz­za­zio­ne di cui all'ar­ti­co­lo 3 LSA.


1 In­tro­dot­to dal n. 6 dell'all. all'O del 18 nov. 2015 sul­la vi­gi­lan­za sull'as­si­cu­ra­zio­ne ma­lat­tie, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 5165).
2 RS832.12

Capitolo 2: Condizioni per l'autorizzazione

Sezione 1: Capitale minimo

Art. 6 Principio  

1Se l'at­ti­vi­tà di un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne com­pren­de più ra­mi o più ri­schi , ai fi­ni del­la de­ter­mi­na­zio­ne del ca­pi­ta­le mi­ni­mo è con­si­de­ra­to il ra­mo o il ri­schio con l'im­por­to più ele­va­to.

21


1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 18 ott. 2006, con ef­fet­to dal 1° gen. 2007 (RU 2006 4425).

Art. 7 Assicurazione sulla vita  

Per le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che eser­ci­ta­no l'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta, il ca­pi­ta­le mi­ni­mo am­mon­ta a:

a.
5 mi­lio­ni di fran­chi per i ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A2.1, A2.4 e A7 co­me pu­re per i ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A3.3, A3.4 e A6, sem­pre che sia­no as­si­cu­ra­te uni­ca­men­te la co­per­tu­ra in ca­so di de­ces­so o l'esen­zio­ne dai pre­mi;
b.
8 mi­lio­ni di fran­chi per i ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A2.2, A2.3, A2.5, A2.6, A3.1, A3.2, A4 e A5 co­me pu­re per i ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A3.3, A3.4 e A6, sem­pre che, ol­tre al­la co­per­tu­ra in ca­so di de­ces­so e all'esen­zio­ne dai pre­mi, sia for­ni­ta la co­per­tu­ra del ca­pi­ta­le con in­te­res­se ga­ran­ti­to o al­tre ga­ran­zie;
c.
10 mi­lio­ni di fran­chi per il ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo A1;
d.
12 mi­lio­ni di fran­chi per il ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo A1, sem­pre che sia ac­cor­da­ta la co­per­tu­ra to­ta­le (ge­stio­ne del pro­ces­so di ri­spar­mio nel­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le, con co­per­tu­ra del ca­pi­ta­le, ga­ran­zia del tas­so di in­te­res­se mi­ni­mo e dell'ali­quo­ta di con­ver­sio­ne).
Art. 8 Assicurazione contro i danni  

Per le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che eser­ci­ta­no l'as­si­cu­ra­zio­ne con­tro i dan­ni, il ca­pi­ta­le mi­ni­mo am­mon­ta a:

a.
8 mi­lio­ni di fran­chi per i ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi B1-B8 e B10-B15;
b.
3 mi­lio­ni di fran­chi per i ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi B9, B16, B17 e B18.
Art. 9 Riassicurazione  

Per le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che eser­ci­ta­no la rias­si­cu­ra­zio­ne, il ca­pi­ta­le mi­ni­mo am­mon­ta a:

a.
10 mi­lio­ni di fran­chi per i ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi C1 e C2;
b.
3 mi­lio­ni di fran­chi per il ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo C3.
Art. 10 Deroga al capitale minimo  

In cir­co­stan­ze par­ti­co­la­ri, se­gna­ta­men­te se l'espo­si­zio­ne dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ai ri­schi e il vo­lu­me de­gli af­fa­ri pre­vi­sto lo giu­sti­fi­ca­no, la FIN­MA può, en­tro i li­mi­ti le­ga­li di cui all'ar­ti­co­lo 8 ca­po­ver­so 1 LSA, am­met­te­re de­ro­ghe agli im­por­ti se­con­do gli ar­ti­co­li 7-9.

Sezione 2: Fondo d'organizzazione

Art. 11  

1Il fon­do d'or­ga­niz­za­zio­ne cor­ri­spon­de di re­go­la al 20 per cen­to del ca­pi­ta­le mi­ni­mo. Es­so può es­se­re im­pie­ga­to per sco­pi di­ver­si da quel­li men­zio­na­ti nell'ar­ti­co­lo 10 ca­po­ver­so 1 LSA al più pre­sto tre an­ni do­po es­se­re sta­to co­sti­tui­to e so­lo d'in­te­sa con la FIN­MA.

2Per le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne au­to­riz­za­te all'eser­ci­zio del ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo C3, il fon­do d'or­ga­niz­za­zio­ne am­mon­ta al­me­no a 300 000 fran­chi.

3La FIN­MA può esi­ge­re l'au­men­to o la ri­co­sti­tu­zio­ne del fon­do d'or­ga­niz­za­zio­ne, qua­lo­ra il con­to an­nua­le do­ves­se pre­sen­ta­re una per­di­ta o l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne pia­ni­fi­cas­se un'esten­sio­ne straor­di­na­ria del­la sua at­ti­vi­tà.

Capitolo 3: Disposizioni sulla garanzia

Art. 12 Consiglio di amministrazione  

1Il con­si­glio di am­mi­ni­stra­zio­ne de­ve es­se­re com­po­sto in mo­do da po­ter ot­tem­pe­ra­re in ma­nie­ra inec­ce­pi­bi­le ai com­pi­ti di sor­ve­glian­za e di di­re­zio­ne ge­ne­ra­le dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne. Il con­si­glio di am­mi­ni­stra­zio­ne de­ve in par­ti­co­la­re pos­se­de­re le ne­ces­sa­rie co­no­scen­ze in ma­te­ria di as­si­cu­ra­zio­ni.

2Ogni mem­bro del con­si­glio di am­mi­ni­stra­zio­ne de­ve di­spor­re del­le co­no­scen­ze tec­ni­che e del tem­po ne­ces­sa­ri per adem­pie­re ai pro­pri com­pi­ti.

3Il cur­ri­cu­lum vi­tae di ogni nuo­vo mem­bro va in­via­to al­la FIN­MA en­tro quin­di­ci gior­ni dal­la no­mi­na.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 13 Doppia funzione  

1I mem­bri del con­si­glio di am­mi­ni­stra­zio­ne non pos­so­no es­se­re al­lo stes­so tem­po mem­bri del­la di­re­zio­ne.

2La fun­zio­ne del re­vi­so­re in­ter­no è in­con­ci­lia­bi­le con quel­la dell'at­tua­rio re­spon­sa­bi­le.

3In sin­go­li ca­si mo­ti­va­ti, la FIN­MA può au­to­riz­za­re ec­ce­zio­ni a fa­vo­re dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne, su­bor­di­nan­do­le a con­di­zio­ni.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 14 Gestione  

1Le per­so­ne re­spon­sa­bi­li del­la ge­stio­ne de­vo­no di­spor­re del­le co­no­scen­ze ne­ces­sa­rie per di­ri­ge­re i set­to­ri dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne lo­ro sot­to­po­sti.

2Il cur­ri­cu­lum vi­tae di ogni nuo­vo mem­bro del­la di­re­zio­ne va in­via­to al­la FIN­MA en­tro quin­di­ci gior­ni dal­la no­mi­na.1


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 11 dell'all. all'O del 22 ago. 2007 sui re­vi­so­ri, in vi­go­re dal 1° set. 2007 (RU 2007 3989).

Capitolo 4: Disposizioni complementari per le imprese di assicurazione estere

Sezione 1: …

Art. 15  

1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Sezione 2: Mandatario generale

Art. 16 Esigenze  

1Il man­da­ta­rio ge­ne­ra­le dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne este­ra ha il do­mi­ci­lio in Sviz­ze­ra e as­su­me la di­re­zio­ne ef­fet­ti­va del­la se­de per l'in­sie­me de­gli af­fa­ri sviz­ze­ri.

2Egli de­ve di­spor­re del­le co­no­scen­ze ne­ces­sa­rie per eser­ci­ta­re l'at­ti­vi­tà as­si­cu­ra­ti­va.

3Il cur­ri­cu­lum vi­tae di ogni nuo­vo man­da­ta­rio ge­ne­ra­le e la pro­cu­ra del­la di­re­zio­ne van­no in­via­ti al­la FIN­MA pri­ma del­la de­si­gna­zio­ne.

Art. 17 Obblighi e attribuzioni  

1Il man­da­ta­rio ge­ne­ra­le rap­pre­sen­ta l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne este­ra di fron­te al­la FIN­MA e a ter­zi in ogni af­fa­re con­cer­nen­te l'ese­cu­zio­ne del­la le­gi­sla­zio­ne sul­la sor­ve­glian­za del­le as­si­cu­ra­zio­ni. Egli ha in par­ti­co­la­re gli ob­bli­ghi e le at­tri­bu­zio­ni se­guen­ti:

a.
ac­qui­sto o alie­na­zio­ne, per con­to dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne, di ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li per la pre­sta­zio­ne o il mu­ta­men­to del­la cau­zio­ne o del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to se­con­do le istru­zio­ni dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne o le di­spo­si­zio­ni del­la FIN­MA;
b.
con­ser­va­zio­ne de­gli at­ti e te­nu­ta dei li­bri e re­gi­stri pres­so la se­de dell'in­sie­me de­gli af­fa­ri sviz­ze­ri (art. 19);
c.
ri­la­scio di di­chia­ra­zio­ni vin­co­lan­ti al­le au­to­ri­tà dei re­gi­stri e dei re­gi­stri fon­dia­ri, in ese­cu­zio­ne de­gli at­ti giu­ri­di­ci enun­cia­ti al­la let­te­ra a;
d.
ri­la­scio di di­chia­ra­zio­ni ri­guar­dan­ti le ta­rif­fe e al­tri do­cu­men­ti d'as­si­cu­ra­zio­ne da uti­liz­za­re in Sviz­ze­ra.

2Egli rap­pre­sen­ta l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne in­nan­zi ai tri­bu­na­li sviz­ze­ri e al­le au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne e fal­li­men­to e ac­cet­ta va­li­da­men­te no­ti­fi­ca­zio­ni e co­mu­ni­ca­zio­ni fat­te all'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.

3Nel­le sue com­pe­ten­ze non rien­tra­no di­chia­ra­zio­ni con­cer­nen­ti:

a.
l'esten­sio­ne dell'au­to­riz­za­zio­ne;
b.
la ri­nun­cia all'au­to­riz­za­zio­ne;
c.
le mo­di­fi­che del pia­no d'eser­ci­zio dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne, con ri­ser­va del ca­po­ver­so 1 let­te­ra d;
d.
il con­to an­nua­le con­cer­nen­te l'in­sie­me de­gli af­fa­ri dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne;
e.
il tra­sfe­ri­men­to vo­lon­ta­rio del por­ta­fo­glio sviz­ze­ro del­le as­si­cu­ra­zio­ni.
Art. 18 Procura  

1Nel­la pro­cu­ra de­vo­no es­se­re de­fi­ni­ti i di­rit­ti e gli ob­bli­ghi giu­sta l'ar­ti­co­lo 17.

2La no­mi­na del man­da­ta­rio ge­ne­ra­le e la ces­sa­zio­ne del man­da­to so­no pub­bli­ca­te nel Fo­glio uf­fi­cia­le sviz­ze­ro di com­mer­cio.

Art. 19 Conservazione degli atti  

1Il man­da­ta­rio ge­ne­ra­le con­ser­va i do­cu­men­ti del por­ta­fo­glio sviz­ze­ro del­le as­si­cu­ra­zio­ni nel­la se­de dell'in­sie­me de­gli af­fa­ri sviz­ze­ri e tie­ne i re­la­ti­vi li­bri e re­gi­stri.

2A ri­chie­sta mo­ti­va­ta e col con­sen­so del­la FIN­MA, ta­lu­ni at­ti pos­so­no es­se­re con­ser­va­ti in un al­tro luo­go.

Art. 20 Attività all'estero  

1Im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne este­re che dal­la Sviz­ze­ra eser­ci­ta­no l'at­ti­vi­tà esclu­si­va­men­te all'este­ro de­vo­no pro­va­re che so­no au­to­riz­za­te a eser­ci­ta­re l'at­ti­vi­tà as­si­cu­ra­ti­va nel pro­prio Sta­to di se­de e che l'au­to­ri­tà di sor­ve­glian­za del­lo Sta­to di se­de è d'ac­cor­do con l'isti­tu­zio­ne di una suc­cur­sa­le in Sviz­ze­ra.1

2Le di­spo­si­zio­ni con­cer­nen­ti il man­da­ta­rio ge­ne­ra­le si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 11 dell'all. all'O del 15 ott. 2008 su­gli au­dit dei mer­ca­ti fi­nan­zia­ri, in vi­go­re dal 1° gen. 2009 (RU 2008 5363).

Titolo terzo: Solvibilità

Capitolo 1: Disposizioni generali

Art. 21 Garanzia finanziaria  

La ga­ran­zia fi­nan­zia­ria è de­ter­mi­na­ta in fun­zio­ne del­la sol­vi­bi­li­tà e del­le ri­ser­ve tec­ni­che.

Art. 22 Metodi per stabilire la solvibilità  

1La sol­vi­bi­li­tà del­le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne è va­lu­ta­ta in ba­se al Te­st sviz­ze­ro di sol­vi­bi­li­tà (Swiss Sol­ven­cy Te­st, SST). Lad­do­ve lo esi­ga­no di­spo­si­zio­ni con­te­nu­te in trat­ta­ti in­ter­na­zio­na­li, es­sa è inol­tre va­lu­ta­ta se­con­do la Sol­vi­bi­li­tà I.

2Con il SST i fon­di pro­pri ne­ces­sa­ri so­no de­ter­mi­na­ti in fun­zio­ne dei ri­schi cui è espo­sta l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne (ca­pi­ta­le pre­vi­sto) non­ché dei fon­di pro­pri com­pu­ta­bi­li (ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi).

3Con la Sol­vi­bi­li­tà I i fon­di pro­pri ne­ces­sa­ri so­no de­ter­mi­na­ti in fun­zio­ne del vo­lu­me de­gli af­fa­ri (mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà ri­chie­sto) non­ché dei fon­di pro­pri com­pu­ta­bi­li (mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà di­spo­ni­bi­le).


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 22a Strumenti di capitale assorbenti il rischio  

1In vir­tù dei pre­sup­po­sti qui di se­gui­to e con il con­sen­so del­la FIN­MA, gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio, in par­ti­co­la­re il ca­pi­ta­le ibri­do, pos­so­no es­se­re com­pu­ta­ti nel mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà di­spo­ni­bi­le se­con­do la Sol­vi­bi­li­tà I ed es­se­re con­si­de­ra­ti nel ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi op­pu­re nel ca­pi­ta­le pre­vi­sto se­con­do il SST:

a.
es­si so­no sta­ti ef­fet­ti­va­men­te ver­sa­ti e non so­no sta­ti ga­ran­ti­ti con ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne;
b.
es­si non pos­so­no es­se­re com­pen­sa­ti con le pre­te­se dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne;
c.
è sta­bi­li­to in mo­do ir­re­vo­ca­bi­le che es­si so­no po­ster­ga­ti ri­spet­to ai cre­di­ti di tut­ti gli al­tri cre­di­to­ri in ca­so di li­qui­da­zio­ne, di fal­li­men­to o di con­cor­da­to dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne o che la rea­liz­za­zio­ne di ta­lu­ne con­di­zio­ni li tra­sfor­ma in ca­pi­ta­le pro­prio sta­tu­ta­rio;
d.
nel con­trat­to è sta­bi­li­to che l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ha il di­rit­to o l'ob­bli­go, a ta­lu­ne con­di­zio­ni, di dif­fe­ri­re o di an­nul­la­re il pa­ga­men­to di in­te­res­si pas­si­vi esi­gi­bi­li;
e.
nel con­trat­to è sta­bi­li­to che il de­bi­to e gli in­te­res­si non pa­ga­ti de­vo­no po­ter ser­vi­re ad as­sor­bi­re una per­di­ta sen­za che l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne sia co­stret­ta a ces­sa­re la sua at­ti­vi­tà;
f.
il con­trat­to non con­tie­ne clau­so­le se­con­do cui il de­bi­to de­ve es­se­re rim­bor­sa­to pri­ma del ter­mi­ne pre­vi­sto nei ca­si di­ver­si dal­la li­qui­da­zio­ne dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne;
g.
es­si non pos­so­no es­se­re rim­bor­sa­ti an­ti­ci­pa­ta­men­te su ini­zia­ti­va del por­ta­to­re e sol­tan­to con il pre­vio con­sen­so del­la FIN­MA. L'au­to­riz­za­zio­ne è ri­la­scia­ta se l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne di­mo­stra che il rim­bor­so non met­te a ri­schio la sol­vi­bi­li­tà.

2La FIN­MA può de­fi­ni­re i cri­te­ri per il com­pu­to di stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio, se­gna­ta­men­te re­la­ti­vi al­la va­lu­ta­zio­ne del­la qua­li­tà de­gli stru­men­ti, al­la lo­ro ap­pli­ca­bi­li­tà le­ga­le, al­la fun­gi­bi­li­tà del ca­pi­ta­le e al ri­schio di per­di­ta del for­ni­to­re del­le pre­sta­zio­ni.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 22b Limitazione della computabilità secondo il SST  

1Gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio pos­so­no es­se­re con­si­de­ra­ti al mas­si­mo nel­la mi­su­ra in cui la som­ma del­le ri­per­cus­sio­ni in ter­mi­ni di im­por­to ri­sul­tan­ti nel ca­pi­ta­le pre­vi­sto e nel ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi non su­pe­ri il ca­pi­ta­le di ba­se.

2Per la con­si­de­ra­zio­ne de­gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio nel ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi o nel ca­pi­ta­le pre­vi­sto si ap­pli­ca­no inol­tre le li­mi­ta­zio­ni di cui agli ar­ti­co­li 47 e 49.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 22c Limitazione della computabilità secondo la Solvibilità I  

1Per il com­pu­to de­gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio nel­la Sol­vi­bi­li­tà I val­go­no le se­guen­ti li­mi­ta­zio­ni:

a.
gli im­pe­gni pos­so­no es­se­re com­pu­ta­ti com­ples­si­va­men­te fi­no a con­cor­ren­za del 50 per cen­to del mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà di­spo­ni­bi­le o del mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà ri­chie­sto, fer­mo re­stan­do che è de­ter­mi­nan­te il più esi­guo tra i due im­por­ti;
b.
gli im­pe­gni a sca­den­za fis­sa pos­so­no es­se­re com­pu­ta­ti fi­no a con­cor­ren­za del 25 per cen­to del mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà di­spo­ni­bi­le o del mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà ri­chie­sto, fer­mo re­stan­do che è de­ter­mi­nan­te il più esi­guo tra i due im­por­ti.

2Ne­gli ul­ti­mi cin­que an­ni di va­li­di­tà il com­pu­to de­gli im­pe­gni a sca­den­za fis­sa è ri­dot­to an­nual­men­te del 20 per cen­to dell'im­por­to no­mi­na­le ori­gi­na­rio.

3Se è con­fe­ri­to al cre­di­to­re il di­rit­to di di­sdet­ta, la fi­ne de­ter­mi­nan­te del­la va­li­di­tà è da­ta dal­la sca­den­za più vi­ci­na del rim­bor­so. In ca­si mo­ti­va­ti, la FIN­MA può am­met­te­re ec­ce­zio­ni.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Capitolo 2: Solvibilità I

Sezione 1: …

Art. 23 a 26  

1 Abro­ga­ti dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Sezione 2: Margine di solvibilità richiesto per le imprese di assicurazione che esercitano l'assicurazione contro i danni

Art. 27 Calcolo  

1Il mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà ri­chie­sto è cal­co­la­to sul­la ba­se dei pre­mi lor­di an­nui (art. 28) o dell'one­re me­dio dei si­ni­stri ri­fe­ri­to agli ul­ti­mi tre eser­ci­zi (art. 29). È de­ter­mi­nan­te il più ele­va­to tra i due ri­sul­ta­ti.

2Per l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne che co­pre es­sen­zial­men­te i ri­schi le­ga­ti al cre­di­to, al­la tem­pe­sta, al­la gran­di­ne o al ge­lo, l'one­re me­dio dei si­ni­stri è cal­co­la­to sul­la ba­se de­gli ul­ti­mi set­te eser­ci­zi.

Art. 28 Indice dei premi  

1L'in­di­ce dei pre­mi è cal­co­la­to in ba­se ai pre­mi lor­di con­ta­bi­liz­za­ti o ai pre­mi lor­di di com­pe­ten­za. È de­ter­mi­nan­te l'im­por­to più ele­va­to.

2Se non è pos­si­bi­le de­ter­mi­na­re con esat­tez­za i pre­mi dei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi B11, B12 e B13, la lo­ro at­tri­bu­zio­ne può av­ve­ni­re, con il con­sen­so del­la FIN­MA, me­dian­te me­to­di sta­ti­sti­ci. Gli im­por­ti dei pre­mi di que­sti ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi so­no in ogni ca­so mag­gio­ra­ti del 50 per cen­to.

3L'in­di­ce dei pre­mi si ot­tie­ne co­me se­gue:

a.
dal­la som­ma dei pre­mi lor­di in­cas­sa­ti nell'am­bi­to dell'as­si­cu­ra­zio­ne di­ret­ta e del­la rias­si­cu­ra­zio­ne nel cor­so dell'ul­ti­mo eser­ci­zio, en­tra­te ac­ces­so­rie com­pre­se, so­no dap­pri­ma de­dot­ti i pre­mi an­nul­la­ti e le im­po­ste e tas­se ri­scos­se di­ret­ta­men­te con i pre­mi;
b.
cal­co­lan­do e ad­di­zio­nan­do il 18 per cen­to dei pri­mi 80 mi­lio­ni di fran­chi dell'im­por­to se­con­do la let­te­ra a, e il 16 per cen­to sul­la par­te ec­ce­den­te ta­le am­mon­ta­re;
c.
il ri­sul­ta­to in­ter­me­dio se­con­do la let­te­ra b è mol­ti­pli­ca­to per il quo­zien­te ot­te­nu­to, sul­la ba­se de­gli ul­ti­mi tre eser­ci­zi, dal rap­por­to tra l'im­por­to dei si­ni­stri a ca­ri­co dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne, de­dot­ti i si­ni­stri rias­si­cu­ra­ti, e l'im­por­to lor­do dei si­ni­stri, ma al­me­no per 0,5.
Art. 29 Indice dei sinistri  

1L'in­di­ce dei si­ni­stri si cal­co­la sul­la ba­se dei ver­sa­men­ti per si­ni­stri cor­ri­spo­sti du­ran­te i pe­rio­di di cui all'ar­ti­co­lo 27 per l'as­si­cu­ra­zio­ne di­ret­ta e la rias­si­cu­ra­zio­ne, mag­gio­ra­ti del­le ri­ser­ve per si­ni­stri in so­spe­so co­sti­tui­te al­la fi­ne dell'ul­ti­mo eser­ci­zio nei due set­to­ri d'at­ti­vi­tà.

2Se non è pos­si­bi­le de­ter­mi­na­re con esat­tez­za i si­ni­stri, le ri­ser­ve o i re­gres­si dei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi B11, B12 e B13, la lo­ro at­tri­bu­zio­ne può av­ve­ni­re, con il con­sen­so del­la FIN­MA, me­dian­te me­to­di sta­ti­sti­ci. Gli im­por­ti per si­ni­stri, ri­ser­ve o re­gres­si per que­sti ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi so­no in ogni ca­so mag­gio­ra­ti del 50 per cen­to.

3L'in­di­ce dei si­ni­stri si ot­tie­ne co­me se­gue:

a.
dall'im­por­to di cui al ca­po­ver­so 1 so­no de­dot­te le som­me dei re­gres­si in­cas­sa­ti du­ran­te i pe­rio­di di cui all'ar­ti­co­lo 27, co­me pu­re le ri­ser­ve per si­ni­stri in so­spe­so nell'am­bi­to dell'as­si­cu­ra­zio­ne di­ret­ta e del­la rias­si­cu­ra­zio­ne co­sti­tui­te all'ini­zio dell'eser­ci­zio che pre­ce­de di due an­ni la chiu­su­ra dell'ul­ti­mo eser­ci­zio. Se il pe­rio­do è pa­ri a set­te an­ni, l'im­por­to da de­dur­re cor­ri­spon­de al­le ri­ser­ve co­sti­tui­te all'ini­zio dell'eser­ci­zio che pre­ce­de di sei an­ni la chiu­su­ra dell'ul­ti­mo eser­ci­zio;
b.
dal­la me­dia an­nua dell'im­por­to co­sì ot­te­nu­to si cal­co­la­no e si ag­giun­go­no il 26 per cen­to sui pri­mi 56 mi­lio­ni di fran­chi e il 23 per cen­to sul­la par­te ec­ce­den­te ta­le ci­fra. Il ri­sul­ta­to di que­ste ope­ra­zio­ni co­sti­tui­sce il ri­sul­ta­to in­ter­me­dio;
c.
il ri­sul­ta­to in­ter­me­dio è mol­ti­pli­ca­to per il quo­zien­te ot­te­nu­to, sul­la ba­se de­gli ul­ti­mi tre eser­ci­zi, tra l'im­por­to dei si­ni­stri a ca­ri­co dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne, de­dot­ti i si­ni­stri rias­si­cu­ra­ti, e l'im­por­to lor­do dei si­ni­stri, ma al­me­no per 0,5.
Art. 30 Diminuzione del margine di solvibilità richiesto  

1Se il mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà ri­chie­sto ri­sul­tan­te dai cal­co­li se­con­do gli ar­ti­co­li 27-29, è in­fe­rio­re al mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà ri­chie­sto per l'an­no pre­ce­den­te, il nuo­vo mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà ri­chie­sto cor­ri­spon­de al­me­no a quel­lo per l'an­no pre­ce­den­te, mol­ti­pli­ca­to per il quo­zien­te ot­te­nu­to dal rap­por­to tra le ri­ser­ve per si­ni­stri in so­spe­so al­la fi­ne dell'ul­ti­mo eser­ci­zio e le ri­ser­ve per si­ni­stri in so­spe­so all'ini­zio dell'ul­ti­mo eser­ci­zio, ma al­me­no per 1.

2Nel cal­co­lo del­le ri­ser­ve non vie­ne con­si­de­ra­ta la rias­si­cu­ra­zio­ne.

Art. 31 Assicurazione malattie  

I tas­si per­cen­tua­li se­con­do gli ar­ti­co­li 28 ca­po­ver­so 3 let­te­ra b e 29 ca­po­ver­so 3 let­te­ra b so­no ri­dot­ti di un ter­zo per quan­to ri­guar­da l'as­si­cu­ra­zio­ne ma­lat­tie, ge­sti­ta se­con­do una tec­ni­ca ana­lo­ga a quel­la dell'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta, se:

a.
i pre­mi ri­scos­si so­no cal­co­la­ti sul­la ba­se di ta­bel­le di mor­bi­li­tà al­le­sti­te se­con­do i me­to­di ma­te­ma­ti­ci ap­pli­ca­ti in ma­te­ria di as­si­cu­ra­zio­ne;
b.
è co­sti­tui­ta una ri­ser­va di se­ne­scen­za;
c.
è ri­scos­so un sup­ple­men­to per co­sti­tui­re un mar­gi­ne di si­cu­rez­za ade­gua­to; e
d.
l'as­si­cu­ra­to­re non può de­nun­cia­re il con­trat­to, se non nel pri­mo trien­nio as­si­cu­ra­ti­vo.
Art. 32 Prestazioni di assistenza per turisti  

Nel ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo B18, la som­ma dei ver­sa­men­ti per i si­ni­stri, di cui si tie­ne con­to nel cal­co­lo dell'in­di­ce dei si­ni­stri, cor­ri­spon­de al­le spe­se ca­gio­na­te all'im­pre­sa dal­le pre­sta­zio­ni d'as­si­sten­za ver­sa­te.

Sezione 3: …

Art. 33 a 36  

1 Abro­ga­ti dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Sezione 4: Margine di solvibilità disponibile

Art. 37 Fondi propri computabili  

1So­no fon­di pro­pri com­pu­ta­bi­li:1

a.
il ca­pi­ta­le ver­sa­to;
b.
l'ag­gio;
c.
un even­tua­le ca­pi­ta­le in buo­ni di par­te­ci­pa­zio­ne;
d.
le ri­ser­ve le­ga­li, sta­tu­ta­rie e li­be­re;
e.
il fon­do d'or­ga­niz­za­zio­ne;
f.
gli uti­li ri­por­ta­ti dell'an­no pre­ce­den­te;
g.
gli uti­li dell'eser­ci­zio chiu­so;
h.2

2Su ri­chie­sta mo­ti­va­ta dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne, la FIN­MA può au­to­riz­za­re il com­pu­to di al­tri ele­men­ti qua­li fon­di pro­pri, in par­ti­co­la­re:

a.3
b.
le ri­ser­ve per im­pe­gni e per­di­te fu­tu­ri non ma­ni­fe­sta­men­te at­tri­bui­te a un ca­so spe­ci­fi­co;
c.
le ri­ser­ve di va­lu­ta­zio­ne qua­le dif­fe­ren­za tra i va­lo­ri con­ta­bi­li iscrit­ti al bi­lan­cio e i cor­ri­spon­den­ti va­lo­ri di mer­ca­to per tut­ti gli ele­men­ti ec­cet­to le ri­ser­ve tec­ni­che e i ti­to­li di cre­di­to a in­te­res­se fis­so di cui all'ar­ti­co­lo 110 ca­po­ver­so 1; in que­sto ca­so al­me­no il 50 per cen­to del mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà ri­chie­sto de­ve es­se­re co­per­to con al­tri fon­di pro­pri;
d.4
gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio, se so­no adem­piu­ti i pre­sup­po­sti di cui agli ar­ti­co­li 22a-22c.

3Dai fon­di pro­pri com­pu­ta­bi­li de­vo­no es­se­re de­dot­ti:

a.5
b.
gli ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li im­ma­te­ria­li;
c.
il ri­por­to del­le per­di­te dell'an­no pre­ce­den­te;
d.
le per­di­te dell'eser­ci­zio chiu­so; e
e.
i di­vi­den­di pre­vi­sti e i rim­bor­si di ca­pi­ta­le.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 Abro­ga­ta dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
3 Abro­ga­ta dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
4 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
5 Abro­ga­ta dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 38 Casi particolari  

Per le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che eser­ci­ta­no l'as­si­cu­ra­zio­ne con­tro i dan­ni o la rias­si­cu­ra­zio­ne con­tro i dan­ni e scon­ta­no o ri­du­co­no le pro­prie ri­ser­ve tec­ni­che, il mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà di­spo­ni­bi­le è di­mi­nui­to del­la dif­fe­ren­za tra le ri­ser­ve tec­ni­che non scon­ta­te o ri­dot­te e le ri­ser­ve tec­ni­che scon­ta­te o ri­dot­te. Un ade­gua­men­to per lo scon­to del­la ren­di­ta con­te­nu­ta nel­le ri­ser­ve tec­ni­che non è ne­ces­sa­rio.

Art. 39  

1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 40 Controllo e rapporto  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne in­ca­ri­ca un or­ga­no in­ter­no di svol­ge­re il con­trol­lo del mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà di­spo­ni­bi­le. Ta­le or­ga­no al­le­sti­sce un rap­por­to al­la fi­ne di ogni eser­ci­zio e lo sot­to­po­ne al­la di­re­zio­ne e al­la FIN­MA en­tro tre me­si.

2In si­tua­zio­ni par­ti­co­la­ri la FIN­MA può or­di­na­re che il rap­por­to sia al­le­sti­to più di una vol­ta all'an­no.

Capitolo 3: Test svizzero di solvibilità (SST)

Sezione 1: Capitale previsto

Art. 41 Definizione  

1Il ca­pi­ta­le pre­vi­sto cor­ri­spon­de al ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi (art. 47-49) che all'ini­zio dell'an­no de­ve es­se­re pre­sen­te af­fin­ché al­la fi­ne dell'an­no la me­dia de­gli ele­men­ti pos­si­bi­li del ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi sot­to un de­ter­mi­na­to va­lo­re so­glia (va­lue at ri­sk) (ex­pec­ted short­fall se­con­do l'al­le­ga­to 2) sia mag­gio­re o ugua­le all'im­por­to mi­ni­mo di cui al ca­po­ver­so 3.

2Il va­lo­re so­glia del ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi è il va­lo­re che è in­fe­rio­re a ta­le ca­pi­ta­le con un da­to li­vel­lo di pro­ba­bi­li­tà mas­si­mo. La FIN­MA fis­sa il va­lo­re di que­sto li­vel­lo di pro­ba­bi­li­tà e an­nun­cia le mo­di­fi­che al più tar­di 12 me­si pri­ma del gior­no cui fa ri­fe­ri­men­to la pri­ma de­ter­mi­na­zio­ne SST in­te­res­sa­ta da que­sta mo­di­fi­ca.

3L'im­por­to mi­ni­mo è il fab­bi­so­gno di ca­pi­ta­le ne­ces­sa­rio per co­sti­tui­re il ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi da im­pie­ga­re du­ran­te la li­qui­da­zio­ne de­gli ob­bli­ghi at­tua­ria­li.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 42 Concetto di determinazione  

1La de­ter­mi­na­zio­ne del ca­pi­ta­le pre­vi­sto si ba­sa su:

a.
un mo­del­lo di quan­ti­fi­ca­zio­ne dei ri­schi ri­le­van­ti;
b.
l'ana­li­si di una se­rie di sce­na­ri; e
c.
un pro­ce­di­men­to di ag­gre­ga­zio­ne che co­niu­ga i ri­sul­ta­ti del mo­del­lo e dell'ana­li­si de­gli sce­na­ri.

2La FIN­MA de­fi­ni­sce i ri­schi ri­le­van­ti; ne fan­no par­te in ogni ca­so i ri­schi di mer­ca­to, di cre­di­to e as­si­cu­ra­ti­vi.1

3 a 52


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 Abro­ga­ti dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 43  

1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 44 Scenari  

1La FIN­MA de­fi­ni­sce even­ti ipo­te­ti­ci op­pu­re la com­bi­na­zio­ne di even­ti (sce­na­ri) che pos­so­no ve­ri­fi­car­si en­tro un an­no con una de­ter­mi­na­ta pro­ba­bi­li­tà e che in una de­ter­mi­na­ta mi­su­ra in­flui­sco­no sfa­vo­re­vol­men­te sull'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.1

2L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­fi­ni­sce sce­na­ri pro­pri che ten­go­no con­to del­la si­tua­zio­ne di ri­schio in­di­vi­dua­le dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.

3In ca­so di si­tua­zio­ni di ri­schio par­ti­co­la­ri, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne pre­sen­ta al­la FIN­MA do­man­da di mo­di­fi­ca de­gli sce­na­ri da­ti.


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Art. 45 Aggregazione  

La FIN­MA sta­bi­li­sce co­me i ri­sul­ta­ti dell'ana­li­si dei mo­del­li di quan­ti­fi­ca­zio­ne dei ri­schi e i ri­sul­ta­ti dell'ana­li­si de­gli sce­na­ri de­vo­no es­se­re ag­gre­ga­ti. Per i mo­del­li in­ter­ni, es­sa può au­to­riz­za­re su do­man­da an­che al­tri pro­ce­di­men­ti di ag­gre­ga­zio­ne.

Art. 46 Procedimento di determinazione  

1Nel de­ter­mi­na­re il ca­pi­ta­le pre­vi­sto oc­cor­re con­si­de­ra­re, se so­no so­stan­zia­li:

a.
le op­zio­ni e le ga­ran­zie in­te­gra­te nei con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi;
b.
le al­tre ga­ran­zie non­ché gli im­pe­gni even­tua­li.

2Nel­la de­ter­mi­na­zio­ne del ca­pi­ta­le pre­vi­sto so­no in­te­gral­men­te ri­co­no­sciu­te la rias­si­cu­ra­zio­ne e la re­tro­ces­sio­ne dei ri­schi nel qua­dro del tra­sfe­ri­men­to di ri­schi quan­ti­fi­ca­to. Il ri­schio di per­di­ta del­le rias­si­cu­ra­zio­ni de­ve es­se­re con­si­de­ra­to nel cal­co­lo del ca­pi­ta­le pre­vi­sto.

3In vir­tù dei pre­sup­po­sti qui di se­gui­to, ul­te­rio­ri stru­men­ti di tra­sfe­ri­men­to di ca­pi­ta­le e di tra­sfe­ri­men­to di ri­schio, in par­ti­co­la­re le ga­ran­zie ri­ce­vu­te o gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio di cui agli ar­ti­co­li 22a e 22b, pos­so­no es­se­re con­si­de­ra­ti per ri­dur­re il ca­pi­ta­le pre­vi­sto:

a.
la mo­del­liz­za­zio­ne de­gli stru­men­ti di tra­sfe­ri­men­to di ca­pi­ta­le e di tra­sfe­ri­men­to di ri­schio ri­spet­ta i prin­ci­pi di va­lu­ta­zio­ne e di quan­ti­fi­ca­zio­ne dei ri­schi espo­sti nel­la pre­sen­te se­zio­ne;
b.
se i be­ne­fi­cia­ri del­le pre­sta­zio­ni e i for­ni­to­ri di pre­sta­zio­ni so­no uni­tà di un grup­po as­si­cu­ra­ti­vo po­sto sot­to la sor­ve­glian­za del­la FIN­MA, la mo­del­liz­za­zio­ne de­gli stru­men­ti di tra­sfe­ri­men­to di ca­pi­ta­le e di tra­sfe­ri­men­to di ri­schio se­gue in mo­do coe­ren­te il mo­del­lo ap­pli­ca­to al SST di grup­po di cui agli ar­ti­co­li 198a-198c.

4Gli stru­men­ti con­si­de­ra­ti per ri­dur­re il ca­pi­ta­le pre­vi­sto di cui al ca­po­ver­so 3 non pos­so­no es­se­re con­tem­po­ra­nea­men­te com­pu­ta­ti nel ca­pi­ta­le com­ple­men­ta­re.

5Gli stru­men­ti che non rien­tra­no nel­le di­spo­si­zio­ni de­gli ar­ti­co­li 22a-22c pos­so­no es­se­re con­si­de­ra­ti com­ples­si­va­men­te, all'ini­zio dell'an­no, fi­no a un li­mi­te mas­si­mo del 50 per cen­to del ca­pi­ta­le di ba­se.


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Sezione 2: Capitale sopportante i rischi

Art. 47 Definizione e computabilità  

1Il ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi ser­ve al­la co­per­tu­ra del ca­pi­ta­le pre­vi­sto. Cor­ri­spon­de al­la som­ma del ca­pi­ta­le di ba­se e del ca­pi­ta­le com­ple­men­ta­re.

2Il ca­pi­ta­le com­ple­men­ta­re può es­se­re com­pu­ta­to nel ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi al mas­si­mo al 100 per cen­to del ca­pi­ta­le di ba­se. Il ca­pi­ta­le com­ple­men­ta­re in­fe­rio­re di cui all'ar­ti­co­lo 49 ca­po­ver­so 2 può tut­ta­via es­se­re com­pu­ta­to al mas­si­mo al 50 per cen­to del ca­pi­ta­le di ba­se.

3La FIN­MA può, su do­man­da, au­to­riz­za­re ec­ce­zio­ni a que­ste li­mi­ta­zio­ni. L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ve in par­ti­co­la­re spie­ga­re in che mo­do ven­go­no rap­pre­sen­ta­ti i ri­schi, la si­cu­rez­za e la di­spo­ni­bi­li­tà del­le com­po­nen­ti del ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi.


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Art. 48 Capitale di base  

1Il ca­pi­ta­le di ba­se è da­to dal­la dif­fe­ren­za tra il va­lo­re con­for­me al mer­ca­to de­gli at­ti­vi e il va­lo­re con­for­me al mer­ca­to del ca­pi­ta­le di ter­zi (al­le­ga­to 3) cui si ag­giun­ge l'im­por­to mi­ni­mo (art. 41 cpv. 3) e da cui so­no de­dot­ti:

a.
i di­vi­den­di e i rim­bor­si di ca­pi­ta­le pre­vi­sti;
b.
le azio­ni pro­prie di pro­prie­tà di­ret­ta dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne che so­no te­nu­te a pro­prio ri­schio;
c.
gli ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li im­ma­te­ria­li;
d.
le im­po­ste la­ten­ti su­gli im­mo­bi­li, nel­la mi­su­ra in cui non è pos­si­bi­le al­cu­na com­pen­sa­zio­ne.

2Il ca­pi­ta­le di ba­se è de­ter­mi­na­to sul­la ba­se di un bi­lan­cio del va­lo­re di mer­ca­to che con­si­de­ra tut­te le po­si­zio­ni eco­no­mi­ca­men­te ri­le­van­ti (ap­proc­cio di bi­lan­cio glo­ba­le). La FIN­MA ema­na di­spo­si­zio­ni sull'al­le­sti­men­to del bi­lan­cio del va­lo­re di mer­ca­to.


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Art. 49 Capitale complementare  

1Il ca­pi­ta­le com­ple­men­ta­re su­pe­rio­re è co­sti­tui­to da­gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio di cui all'ar­ti­co­lo 22a ca­po­ver­so 1 sen­za sca­den­za fis­sa di rim­bor­so.

2Il ca­pi­ta­le com­ple­men­ta­re in­fe­rio­re è co­sti­tui­to da­gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio di cui all'ar­ti­co­lo 22a ca­po­ver­so 1 con una va­li­di­tà ori­gi­na­ria di al­me­no cin­que an­ni.

3Per il com­pu­to de­gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio di cui al ca­po­ver­so 2 val­go­no le se­guen­ti li­mi­ta­zio­ni:

a.
ne­gli ul­ti­mi cin­que an­ni di va­li­di­tà l'im­por­to com­pu­ta­bi­le è ri­dot­to an­nual­men­te del 20 per cen­to dell'im­por­to no­mi­na­le ori­gi­na­rio;
b.
se è con­fe­ri­to al cre­di­to­re il di­rit­to di di­sdet­ta, la fi­ne de­ter­mi­nan­te del­la va­li­di­tà è da­ta dal­la sca­den­za più vi­ci­na del rim­bor­so. In ca­si mo­ti­va­ti, la FIN­MA può am­met­te­re ec­ce­zio­ni.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 50  

1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Sezione 3: Modelli

Art. 50a Principio  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ter­mi­na la pro­pria sol­vi­bi­li­tà se­con­do un mo­del­lo stan­dard del­la FIN­MA.

2L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può de­ter­mi­na­re in­te­gral­men­te o par­zial­men­te la pro­pria sol­vi­bi­li­tà se­con­do un pro­prio mo­del­lo (mo­del­lo in­ter­no), se que­st'ul­ti­mo è ap­pro­va­to dal­la FIN­MA.

Art. 50b Modelli standard  

1La FIN­MA ela­bo­ra o de­si­gna mo­del­li stan­dard che rap­pre­sen­ta­no i pro­fi­li di ri­schio del­la mag­gior par­te del­le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne.

2Es­sa de­ci­de qua­le mo­del­lo stan­dard de­ve im­pie­ga­re un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.

3Es­sa può esi­ge­re l'ade­gua­men­to del mo­del­lo stan­dard op­pu­re l'uti­liz­za­zio­ne di un al­tro mo­del­lo stan­dard o di un mo­del­lo in­ter­no di cui all'ar­ti­co­lo 50c se il mo­del­lo stan­dard im­pie­ga­to non cor­ri­spon­de al­la spe­ci­fi­ca si­tua­zio­ne di ri­schio di un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.

Art. 50c Modelli interni  

La FIN­MA au­to­riz­za a un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne l'im­pie­go di un mo­del­lo in­ter­no se:

a.
i mo­del­li stan­dard non ri­spec­chie­reb­be­ro a suf­fi­cien­za la si­tua­zio­ne di ri­schio spe­ci­fi­ca; e
b.
le esi­gen­ze qua­li­ta­ti­ve, quan­ti­ta­ti­ve e or­ga­niz­za­ti­ve del­la FIN­MA so­no sod­di­sfat­te.
Art. 50d Approvazione, cambiamento e adeguamento del modello  

1La scel­ta, il cam­bia­men­to e le mo­di­fi­che so­stan­zia­li del mo­del­lo de­vo­no es­se­re ap­pro­va­ti dal­la FIN­MA. Fi­no all'ap­pro­va­zio­ne, que­st'ul­ti­ma può or­di­na­re l'im­pie­go di un mo­del­lo in­ter­no ade­gua­to o di un mo­del­lo stan­dard.

2La FIN­MA ac­cor­da in ca­si par­ti­co­la­ri mo­da­li­tà e pe­rio­di di tran­si­zio­ne ade­gua­ti al pas­sag­gio da un mo­del­lo in­ter­no a un mo­del­lo stan­dard con­si­de­ran­do l'one­re fi­nan­zia­rio dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne, in par­ti­co­la­re l'one­re do­vu­to ai co­sti di ca­pi­ta­le.

3L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ve ve­ri­fi­ca­re pe­rio­di­ca­men­te il mo­del­lo ed even­tual­men­te ade­guar­lo.

Sezione 4: Ulteriori disposizioni

Art. 50e Semplificazioni  

La FIN­MA può di­spor­re sem­pli­fi­ca­zio­ni per le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne nell'ese­cu­zio­ne del SST se cir­co­stan­ze par­ti­co­la­ri, se­gna­ta­men­te l'esi­guo vo­lu­me de­gli af­fa­ri, la ri­dot­ta com­ples­si­tà o una si­tua­zio­ne di ri­schio non cri­ti­ca, lo giu­sti­fi­ca­no.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 50f Maggiorazioni del capitale previsto e riduzioni del capitale sopportante i rischi  

La FIN­MA può, in fun­zio­ne del­la si­tua­zio­ne di ri­schio, di­spor­re ade­gua­te mag­gio­ra­zio­ni del ca­pi­ta­le pre­vi­sto o ade­gua­te ri­du­zio­ni del ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi:

a.
in ca­so di mo­del­liz­za­zio­ne in­suf­fi­cien­te;
b.
per co­pri­re ul­te­rio­ri ri­schi non con­si­de­ra­ti, in par­ti­co­la­re i ri­schi ope­ra­ti­vi e i ri­schi di con­cen­tra­zio­ne.

1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 51 Periodicità dell'accertamento  

1Il ca­pi­ta­le pre­vi­sto e il ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi de­vo­no es­se­re ac­cer­ta­ti ogni an­no.

2Se la si­tua­zio­ne di ri­schio dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne lo esi­ge, la FIN­MA può au­men­ta­re la fre­quen­za dell'ac­cer­ta­men­to. In que­sto ca­so può am­met­te­re che il ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi o il ca­pi­ta­le pre­vi­sto sia­no de­ter­mi­na­ti ap­pros­si­ma­ti­va­men­te.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 52 Rilevazione dei dati  

L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ri­le­va ed ela­bo­ra i da­ti ri­le­van­ti in mo­do ta­le da po­ter cal­co­la­re il ca­pi­ta­le pre­vi­sto, il ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi e il va­lo­re con­for­me al mer­ca­to de­gli im­pe­gni as­si­cu­ra­ti­vi.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 53 Rapporto SST  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne re­di­ge an­nual­men­te un rap­por­to con­cer­nen­te il cal­co­lo del ca­pi­ta­le pre­vi­sto e del ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi. Es­so de­ve es­se­re fir­ma­to dal­la di­re­zio­ne e pre­sen­ta­to al­la FIN­MA. La FIN­MA può ri­chie­de­re in­for­ma­zio­ni più fre­quen­ti, se lo esi­ge la si­tua­zio­ne di ri­schio.1

2Il rap­por­to SST con­tie­ne tut­te le in­for­ma­zio­ni ri­le­van­ti che so­no ne­ces­sa­rie per la com­pren­sio­ne del cal­co­lo del ca­pi­ta­le pre­vi­sto e del ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi non­ché per la si­tua­zio­ne di ri­schio dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.

3La FIN­MA sta­bi­li­sce an­nual­men­te un con­gruo ter­mi­ne per la pre­sen­ta­zio­ne del rap­por­to SST.


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Art. 53a Stress test  

Ol­tre al rap­por­to SST, se­gna­ta­men­te per pro­ce­de­re a con­fron­ti di mer­ca­to la FIN­MA può esi­ge­re cal­co­li SST e stress te­st stan­dar­diz­za­ti.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Titolo quarto: Riserve tecniche e patrimonio vincolato

Capitolo 1: Riserve tecniche

Sezione 1: Principi

Art. 54  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne di­spo­ne di suf­fi­cien­ti ri­ser­ve tec­ni­che.

2Es­sa scio­glie le ri­ser­ve tec­ni­che non più ne­ces­sa­rie.

3Nel pia­no d'eser­ci­zio l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne in­di­ca le con­di­zio­ni per la co­sti­tu­zio­ne e lo scio­gli­men­to del­le ri­ser­ve tec­ni­che. Es­sa do­cu­men­ta il me­to­do uti­liz­za­to per le ri­ser­ve e la va­lu­ta­zio­ne de­gli im­pe­gni at­tua­ria­li.

4La FIN­MA di­sci­pli­na i det­ta­gli con­cer­nen­ti ge­ne­re e en­ti­tà del­le ri­ser­ve tec­ni­che.

4La FIN­MA di­sci­pli­na i det­ta­gli con­cer­nen­ti ge­ne­re e mo­da­li­tà del­le ri­ser­ve tec­ni­che.

Sezione 2: Assicurazione sulla vita

Art. 55 Generi di riserve tecniche  

So­no ge­ne­ri di ri­ser­ve tec­ni­che:

a.
le ri­ser­ve cal­co­la­te se­con­do le ba­si ta­rif­fa­li dei con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi cor­ren­ti o se­con­do ba­si più pru­den­ti;
b.
le ri­ser­ve ne­ces­sa­rie al­la co­sti­tu­zio­ne di suf­fi­cien­ti ri­ser­ve;
c.
le ri­ser­ve co­sti­tui­te se­con­do me­to­di at­tua­ria­li e fis­sa­ti nel pia­no d'eser­ci­zio per au­men­ta­re ul­te­rior­men­te la pos­si­bi­li­tà di adem­pie­re gli im­pe­gni de­ri­van­ti dai con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 56 Importo legale del patrimonio vincolato  

1L'im­por­to le­ga­le del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to com­pren­de:

a.
le ri­ser­ve tec­ni­che di cui all'ar­ti­co­lo 55 let­te­re a e b;
b
gli im­pe­gni da at­ti­vi­tà as­si­cu­ra­ti­va nei con­fron­ti de­gli sti­pu­lan­ti;
c.
il sup­ple­men­to di cui all'ar­ti­co­lo 18 LSA.

2Dal­le ri­ser­ve tec­ni­che di cui al ca­po­ver­so 1 let­te­ra a pos­so­no es­se­re de­dot­ti:

a.
i pre­sti­ti su po­liz­za;
b.
le pre­sta­zio­ni as­si­cu­ra­ti­ve pa­ga­te in an­ti­ci­po;
c.
i pre­mi do­vu­ti, per quan­to pos­sa­no es­se­re com­pen­sa­ti con pre­sta­zio­ni as­si­cu­ra­ti­ve.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 57 Importo legale dell'assicurazione malattie e contro gli infortuni  

1Se ol­tre all'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne eser­ci­ta an­che l'as­si­cu­ra­zio­ne ma­lat­tie e con­tro gli in­for­tu­ni, l'en­ti­tà dell'im­por­to le­ga­le per en­tram­bi i ra­mi è cal­co­la­to se­con­do le re­go­le dell'im­por­to le­ga­le dell'as­si­cu­ra­zio­ne ma­lat­tie e con­tro gli in­for­tu­ni.

21


1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 58 Principio del calcolo individuale  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne cal­co­la le ri­ser­ve tec­ni­che di cui all'ar­ti­co­lo 55 let­te­ra a per ogni sin­go­lo con­trat­to.

2Le ri­ser­ve tec­ni­che di cui all'ar­ti­co­lo 55 let­te­re b e c de­vo­no es­se­re cal­co­la­te non in­di­vi­dual­men­te, ben­sì con­si­de­ran­do tut­ti i con­trat­ti.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 59 Principio degli importi lordi  

L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne co­sti­tui­sce tut­te le ri­ser­ve tec­ni­che sen­za te­ne­re con­to di un'even­tua­le rias­si­cu­ra­zio­ne. La FIN­MA può in ca­si fon­da­ti am­met­te­re ec­ce­zio­ni.

Art. 60 e 61  

1 Abro­ga­ti dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 62 Potenziamento delle riserve tecniche  

1La FIN­MA può ri­la­scia­re all'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne l'au­to­riz­za­zio­ne al re­go­la­re po­ten­zia­men­to del­le ri­ser­ve tec­ni­che per un pe­rio­do di die­ci an­ni al mas­si­mo.

2Il po­ten­zia­men­to del­le ri­ser­ve tec­ni­che de­ve es­se­re ef­fet­tua­to in­di­vi­dual­men­te per cia­scun as­si­cu­ra­to, sem­pre che es­se gli deb­ba­no es­se­re con­se­gna­te in ca­so di una sua usci­ta dal con­trat­to col­let­ti­vo.

3In ca­si mo­ti­va­ti, la FIN­MA può or­di­na­re un po­ten­zia­men­to sup­ple­men­ta­re del­le ri­ser­ve tec­ni­che.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 63 Copertura dei valori di liquidazione  

Le ri­ser­ve tec­ni­che de­vo­no co­pri­re in ogni tem­po, do­po de­du­zio­ne di even­tua­li spe­se di ac­qui­si­zio­ne at­ti­va­te, i va­lo­ri di li­qui­da­zio­ne.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 64  

1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 65 Zillmerizzazione delle riserve tecniche e attivazione di valori di riscatto non estinti  

1La zill­me­riz­za­zio­ne del­le ri­ser­ve tec­ni­che non è am­mes­sa. So­no ec­cet­tua­te le ri­ser­ve tec­ni­che del­le fi­lia­li di im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne sviz­ze­re in Sta­ti nei qua­li la zill­me­riz­za­zio­ne è am­mes­sa dal di­rit­to in ma­te­ria di sor­ve­glian­za.

2L'at­ti­va­zio­ne di va­lo­ri di ri­scat­to non an­co­ra estin­ti è di re­go­la am­mes­sa. La FIN­MA ema­na di­ret­ti­ve con­cer­nen­ti l'esten­sio­ne e le mo­da­li­tà dell'at­ti­va­zio­ne. In ca­si mo­ti­va­ti, es­sa può vie­ta­re l'at­ti­va­zio­ne.


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Art. 66 e 67  

1 Abro­ga­ti dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Sezione 3: Assicurazione contro i danni

Art. 68 Importo legale del patrimonio vincolato  

1L'im­por­to le­ga­le del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to com­pren­de:

a.
le ri­ser­ve tec­ni­che di cui all'ar­ti­co­lo 69;
b.
gli im­pe­gni da at­ti­vi­tà as­si­cu­ra­ti­va nei con­fron­ti de­gli sti­pu­lan­ti;
c.
il sup­ple­men­to di cui all'ar­ti­co­lo 18 LSA.

2Le ri­ser­ve tec­ni­che so­no co­sti­tui­te sen­za te­ne­re con­to del­la rias­si­cu­ra­zio­ne. Su do­man­da, la FIN­MA può am­met­te­re to­tal­men­te o par­zial­men­te le quo­te rias­si­cu­ra­te del­le ri­ser­ve tec­ni­che al­la co­sti­tu­zio­ne del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to.

3I pre­mi do­vu­ti pos­so­no es­se­re de­dot­ti dal­le ri­ser­ve tec­ni­che, sem­pre che non vi sia una co­per­tu­ra as­si­cu­ra­ti­va o per quan­to i pre­mi do­vu­ti pos­sa­no es­se­re com­pen­sa­ti con pre­sta­zio­ni as­si­cu­ra­ti­ve.


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Art. 69 Generi di riserve tecniche  

1So­no ri­ser­ve tec­ni­che:

a.
i ri­por­ti dei pre­mi;
b.
le ri­ser­ve per dan­ni;
c.
le ri­ser­ve di si­cu­rez­za e di com­pen­sa­zio­ne;
d.
le ri­ser­ve di se­ne­scen­za;
e.
le ri­ser­ve per par­te­ci­pa­zio­ni con­trat­tua­li al­le ec­ce­den­ze;
f.
le ri­ser­ve tec­ni­che per ren­di­te;
g.
tut­te le al­tre ri­ser­ve ne­ces­sa­rie per co­sti­tui­re ri­ser­ve suf­fi­cien­ti.

2Le ri­ser­ve di com­pen­sa­zio­ne dell'as­si­cu­ra­zio­ne cre­di­ti so­no co­sti­tui­te se­con­do il Me­to­do n. 2 dell'Al­le­ga­to n. 5 all'Ac­cor­do del 10 ot­to­bre 19892 tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra e la CEE con­cer­nen­te l'as­si­cu­ra­zio­ne di­ret­ta di­ver­sa dall'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta.

3Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che eser­ci­ta­no l'as­si­cu­ra­zio­ne cre­di­ti so­no esen­ta­te dal­la co­sti­tu­zio­ne di ri­ser­ve di com­pen­sa­zio­ne, sem­pre che l'in­cas­so de­gli in­troi­ti dei pre­mi in que­sto ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo am­mon­ti a me­no del 4 per cen­to del­la som­ma com­ples­si­va e a me­no di 4 mi­lio­ni di fran­chi.


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2 RS 0.961.1

Capitolo 2: Patrimonio vincolato

Sezione 1: In generale

Art. 70 Importo minimo  

Al mo­men­to del­la sua co­sti­tu­zio­ne il pa­tri­mo­nio vin­co­la­to am­mon­ta al­me­no a:

a.
750 000 fran­chi per le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che eser­ci­ta­no l'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta;
b.
100 000 fran­chi per le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che eser­ci­ta­no l'as­si­cu­ra­zio­ne con­tro i dan­ni.
Art. 71 Determinazione dell'importo legale del patrimonio vincolato  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne cal­co­la l'im­por­to le­ga­le se­pa­ra­ta­men­te per cia­scun pa­tri­mo­nio vin­co­la­to sul­la ba­se del­le ri­ser­ve tec­ni­che di vol­ta in vol­ta at­tua­li.

2In ca­si mo­ti­va­ti, la FIN­MA può am­met­te­re nel cor­so dell'an­no sti­me fon­da­te del­le ri­ser­ve tec­ni­che at­tua­li.


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Art. 72 Rapporto  

1En­tro tre me­si dal­la chiu­su­ra dei con­ti l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne co­mu­ni­ca al­la so­cie­tà di au­dit l'im­por­to le­ga­le cal­co­la­to per la fi­ne dell'an­no con­ta­bi­le se­pa­ra­ta­men­te per cia­scun pa­tri­mo­nio vin­co­la­to, uni­ta­men­te al re­gi­stro dei va­lo­ri di co­per­tu­ra. En­tro quat­tro me­si dal­la chiu­su­ra dei con­ti l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne pre­sen­ta un rap­por­to al­la FIN­MA.1

2Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne con se­de in Sviz­ze­ra de­vo­no inol­tre for­ni­re in­for­ma­zio­ni in me­ri­to a ogni por­ta­fo­glio as­si­cu­ra­ti­vo stra­nie­ro per il qua­le es­se de­vo­no co­sti­tui­re ga­ran­zie all'este­ro.


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Art. 73 Portafoglio assicurativo straniero  

È con­si­de­ra­to por­ta­fo­glio as­si­cu­ra­ti­vo stra­nie­ro se­con­do l'ar­ti­co­lo 17 ca­po­ver­so 2 LSA il com­ples­so dei con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi con sti­pu­lan­ti do­mi­ci­lia­ti all'este­ro.

Art. 74 Copertura  

1L'im­por­to le­ga­le de­ve es­se­re co­per­to in qual­sia­si mo­men­to da­gli at­ti­vi (art. 79).

2Se ac­cer­ta un'in­suf­fi­cien­za di co­per­tu­ra, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ve in­te­gra­re sen­za in­du­gio il pa­tri­mo­nio vin­co­la­to. La FIN­MA può in ca­si par­ti­co­la­ri con­ce­de­re un ter­mi­ne per l'in­te­gra­zio­ne.

Art. 75 Prestito di valori mobiliari e operazioni pensionistiche  

La FIN­MA ema­na di­spo­si­zio­ni con­cer­nen­ti il pre­sti­to di va­lo­ri mo­bi­lia­ri (se­cu­ri­ties len­ding) e le ope­ra­zio­ni pen­sio­ni­sti­che (re­po, re­ver­se re­po) da par­te di im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne, con­cer­nen­ti se­gna­ta­men­te:

a.
le mo­da­li­tà del­la ga­ran­zia;
b.
la strut­tu­ra dei con­trat­ti;
c.
la lo­ro esten­sio­ne.

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Sezione 2: Costituzione

Art. 76 Principi generali  
1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne co­sti­tui­sce il pa­tri­mo­nio vin­co­la­to tra­mi­te at­tri­bu­zio­ne di ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li. Es­sa ela­bo­ra e de­fi­ni­sce ta­li ele­men­ti co­sic­ché es­sa può in qual­sia­si mo­men­to di­mo­stra­re sen­za in­du­gio qua­li va­lo­ri ap­par­ten­go­no al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to e che l'im­por­to le­ga­le del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to è co­per­to.

2Gli ele­men­ti del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to so­no scel­ti in­nan­zi­tut­to se­con­do il cri­te­rio del­la si­cu­rez­za, del­la rea­le si­tua­zio­ne fi­nan­zia­ria non­ché del­la strut­tu­ra e dell'evo­lu­zio­ne at­te­sa del por­ta­fo­glio as­si­cu­ra­ti­vo.

3Inol­tre, con un'ade­gua­ta di­ver­si­fi­ca­zio­ne oc­cor­re per­se­gui­re un red­di­to con­for­me al­le con­di­zio­ni del mer­ca­to e as­si­cu­ra­re in ogni mo­men­to il pre­ve­di­bi­le fab­bi­so­gno di li­qui­di­tà.

Art. 77 Patrimoni vincolati separati  

1Un pa­tri­mo­nio vin­co­la­to se­pa­ra­to cia­scu­no de­ve es­se­re co­sti­tui­to in par­ti­co­la­re per:

a.
le as­si­cu­ra­zio­ni del­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le;
b.
le pre­te­se de­gli as­si­cu­ra­ti de­ri­van­ti da con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi nei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A2.1, A2.2, A2.3 e A6.1;
c.
le pre­te­se de­gli as­si­cu­ra­ti de­ri­van­ti da con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi nei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A2.4, A2.5, A2.6 e A6.2.

2L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può co­sti­tui­re ul­te­rio­ri pa­tri­mo­ni vin­co­la­ti se­pa­ra­ti per al­tre co­mu­ni­tà so­li­da­li spe­cia­li, se­gna­ta­men­te per:

a.
i con­trat­ti in va­lu­ta este­ra del por­ta­fo­glio di as­si­cu­ra­zio­ni sviz­ze­ro;
b.
i con­trat­ti del por­ta­fo­glio di as­si­cu­ra­zio­ni stra­nie­ro per i qua­li all'este­ro non de­ve es­se­re for­ni­ta una si­cu­rez­za equi­va­len­te.

3La FIN­MA può or­di­na­re la co­sti­tu­zio­ne di pa­tri­mo­ni vin­co­la­ti se­pa­ra­ti per al­tre co­mu­ni­tà so­li­da­li spe­cia­li, se ciò è ne­ces­sa­rio al­la ga­ran­zia del­le pre­te­se de­ri­van­ti dai re­la­ti­vi con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi.


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Art. 78 Amministrazione degli investimenti  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne di­spo­ne di:

a.
una stra­te­gia di in­ve­sti­men­to;
b.
un re­go­la­men­to d'in­ve­sti­men­to che ga­ran­ti­sce l'os­ser­van­za dei prin­ci­pi per gli in­ve­sti­men­ti di cui all'ar­ti­co­lo 76;
c.
mi­su­re or­ga­niz­za­ti­ve che as­si­cu­ra­no che le per­so­ne in­ca­ri­ca­te dell'am­mi­ni­stra­zio­ne e del con­trol­lo di­spon­go­no del­le co­no­scen­ze ne­ces­sa­rie per que­sti com­pi­ti;
d.
una ge­stio­ne del ri­schio ade­gua­ta al vo­lu­me de­gli af­fa­ri e al­la com­ples­si­tà de­gli in­ve­sti­men­ti.
2La di­re­zio­ne sta­bi­li­sce la stra­te­gia d'in­ve­sti­men­to e la pre­sen­ta al con­si­glio d'am­mi­ni­stra­zio­ne per ap­pro­va­zio­ne.
Art. 79 Elementi ammessi  

1Al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to pos­so­no es­se­re at­tri­bui­ti i se­guen­ti ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li:

a.1
de­po­si­ti in con­tan­ti, se­gna­ta­men­te ave­ri su con­ti cor­ren­ti ban­ca­ri, non­ché de­po­si­ti a ter­mi­ne e al­tri in­ve­sti­men­ti sul mer­ca­to mo­ne­ta­rio;
b.
cre­di­ti espres­si in im­por­ti fis­si, se­gna­ta­men­te pre­sti­ti ob­bli­ga­zio­na­ri e ob­bli­ga­zio­ni a op­zio­ne non­ché ob­bli­ga­zio­ni con­ver­ti­bi­li con ca­rat­te­re ob­bli­ga­zio­na­rio;
c.2
pro­dot­ti d'in­ve­sti­men­to strut­tu­ra­ti, cre­di­ti car­to­la­riz­za­ti e de­ri­va­ti cre­di­ti­zi;
d.
al­tri ri­co­no­sci­men­ti di de­bi­to;
e.
azio­ni, buo­ni di go­di­men­to e di par­te­ci­pa­zio­ne, ob­bli­ga­zio­ni con­ver­ti­bi­li con ca­rat­te­re ob­bli­ga­zio­na­rio, le quo­te di so­cie­tà coo­pe­ra­ti­ve e ti­to­li ana­lo­ghi, se gli ele­men­ti so­no ne­go­zia­ti in un mer­ca­to re­go­la­men­ta­to e so­no alie­na­bi­li a bre­ve ter­mi­ne;
f.
ca­se d'abi­ta­zio­ne ed edi­fi­ci a uso com­mer­cia­le sviz­ze­ri, di pro­prie­tà dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne non­ché par­te­ci­pa­zio­ni a so­cie­tà il cui sco­po so­cia­le sia esclu­si­va­men­te l'ac­qui­sto e la ven­di­ta non­ché la lo­ca­zio­ne e l'af­fit­to di ca­se d'abi­ta­zio­ne ed edi­fi­ci a uso com­mer­cia­le (so­cie­tà im­mo­bi­lia­ri), se più del 50 per cen­to è di pro­prie­tà dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne;
g.
i cre­di­ti ga­ran­ti­ti da pe­gni su im­mo­bi­li si­ti in Sviz­ze­ra;
h.
in­ve­sti­men­ti fi­nan­zia­ri al­ter­na­ti­vi co­me hed­ge funds e pri­va­te equi­ty;
i.
stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti che ser­vo­no a ga­ran­zia e non han­no nes­sun ef­fet­to le­va sul pa­tri­mo­nio vin­co­la­to, se gli ele­men­ti di ba­se so­no pre­sen­ti nel pa­tri­mo­nio vin­co­la­to e il lo­ro com­pu­to se­gue le oscil­la­zio­ni del mer­ca­to;
j.
cer­ti­fi­ca­ti di quo­te in in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi e in fon­di a in­ve­sti­to­re uni­co;

2A de­ter­mi­na­te con­di­zio­ni ed en­tro cer­ti li­mi­ti, al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to pos­so­no es­se­re at­tri­bui­ti an­che stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti de­te­nu­ti al­lo sco­po di pre­pa­ra­re ac­qui­si­zio­ni, au­men­ta­re il red­di­to ed as­si­cu­ra­re i flus­si di pa­ga­men­to de­ri­van­ti da im­pe­gni at­tua­ria­li. La FIN­MA sta­bi­li­sce le con­di­zio­ni e i li­mi­ti.3

3Su do­man­da, la FIN­MA può am­met­te­re che al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to ven­ga­no at­tri­bui­ti al­tri ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li, pur­ché ciò non pre­giu­di­chi la si­cu­rez­za.4


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 Cor­re­zio­ne del 14 gen. 2014 (RU 2014 159).
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
4 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 80  

1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 18 ott. 2006, con ef­fet­to dal 1° gen. 2007 (RU 2006 4425).

Art. 81 Elementi ammessi e assicurazioni sulla vita vincolate a partecipazioni  

1Il pa­tri­mo­nio vin­co­la­to per le pre­te­se de­gli as­si­cu­ra­ti de­ri­van­ti dai con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi nei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A2.1, A2.2, A2.3 e A6.1 de­ve es­se­re co­sti­tui­to tra­mi­te ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li che co­sti­tui­sco­no ta­li con­trat­ti.

2Il pa­tri­mo­nio vin­co­la­to per le pre­te­se de­gli as­si­cu­ra­ti de­ri­van­ti dai con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi nei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A2.4, A2.5, A2.6 e A6.2 può es­se­re co­sti­tui­to con ele­men­ti di cui all'ar­ti­co­lo 79 al­le se­guen­ti con­di­zio­ni:

a.
se le pre­sta­zio­ni so­no le­ga­te di­ret­ta­men­te al va­lo­re di un por­ta­fo­glio di in­ve­sti­men­ti in­ter­no, il pa­tri­mo­nio vin­co­la­to de­ve es­se­re co­sti­tui­to tra­mi­te quo­te cor­ri­spon­den­ti op­pu­re, se non so­no co­sti­tui­te quo­te, tra­mi­te ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li che co­sti­tui­sco­no ta­le por­ta­fo­glio;
b.
se le pre­sta­zio­ni so­no le­ga­te a un in­di­ce o a un al­tro va­lo­re di ri­fe­ri­men­to, il pa­tri­mo­nio vin­co­la­to de­ve es­se­re co­sti­tui­to tra­mi­te ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li che cor­ri­spon­do­no ai va­lo­ri sui qua­li si ba­sa il va­lo­re spe­ci­fi­co di ri­fe­ri­men­to.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 82 Investimenti collettivi e fondi a investitore unico  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può com­pu­ta­re nel pa­tri­mo­nio vin­co­la­to cer­ti­fi­ca­ti di quo­te in in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi, se:

a.
es­si sot­to­stan­no a un'ef­fi­ca­ce sor­ve­glian­za a tu­te­la dell'in­ve­sti­to­re; e
b.
i cer­ti­fi­ca­ti di quo­te so­no ne­go­zia­ti in un mer­ca­to re­go­la­men­ta­to e li­qui­do op­pu­re so­no in qual­sia­si mo­men­to alie­na­bi­li.

2Cer­ti­fi­ca­ti di fon­di a in­ve­sti­to­re uni­co pos­so­no es­se­re com­pu­ta­ti nel pa­tri­mo­nio vin­co­la­to se ta­li fon­di a in­ve­sti­to­re uni­co:

a.
sot­to­stan­no a un'ef­fi­ca­ce sor­ve­glian­za;
b.
so­no te­nu­ti al 100 per cen­to dall'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne;
c.
è ga­ran­ti­to in qual­sia­si mo­men­to il re­gres­so at­tra­ver­so un in­ve­sti­men­to uni­co del fon­do;
d.
ef­fet­tua­no in­ve­sti­men­ti di cui all'ar­ti­co­lo 79; e
e.
adem­pio­no le con­di­zio­ni di cui all'ar­ti­co­lo 87.

3L'or­ga­niz­za­zio­ne de­gli in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi e dei fon­di a in­ve­sti­to­re uni­co de­ve es­se­re re­go­la­ta in mo­do che, per quan­to con­cer­ne la de­ter­mi­na­zio­ne del­le di­ret­ti­ve di in­ve­sti­men­to, la ri­par­ti­zio­ne del­le com­pe­ten­ze, la de­ter­mi­na­zio­ne del­le quo­te non­ché la ven­di­ta e il ri­scat­to del­le quo­te, gli in­te­res­si del­le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che vi par­te­ci­pa­no sia­no ga­ran­ti­ti.

4Se adem­pio­no le con­di­zio­ni di cui al ca­po­ver­so 1 o 2, le par­te­ci­pa­zio­ni a so­cie­tà d'in­ve­sti­men­to non quo­ta­te in bor­sa pos­so­no es­se­re at­tri­bui­te al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to.

Art. 83 Limitazioni  

La FIN­MA può sta­bi­li­re li­mi­ta­zio­ni per sin­go­le ca­te­go­rie d'in­ve­sti­men­to.

Sezione 3: Ammissione e controllo

Art. 84 Ammissione degli elementi  

1La FIN­MA de­ci­de se gli ele­men­ti del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to so­no ido­nei. Es­sa sta­bi­li­sce un con­gruo ter­mi­ne per la so­sti­tu­zio­ne de­gli ele­men­ti che es­sa non ri­tie­ne ido­nei.

2Gli ele­men­ti del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to non de­vo­no es­se­re gra­va­ti. I de­bi­ti dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne non pos­so­no es­se­re com­pen­sa­ti con i cre­di­ti ap­par­te­nen­ti al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to. È ri­ser­va­to l'ar­ti­co­lo 91 ca­po­ver­so 3 (stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti).

2bisLa FIN­MA può au­to­riz­za­re ec­ce­zio­ni, pur­ché ciò non pre­giu­di­chi la si­cu­rez­za del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to.1


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 85 Verifiche della FINMA  

1La FIN­MA ve­ri­fi­ca al­me­no una vol­ta all'an­no se:

a.
l'im­por­to le­ga­le è cal­co­la­to cor­ret­ta­men­te;
b.
gli ele­men­ti at­tri­bui­ti al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to:
1.
so­no di­spo­ni­bi­li,
2.
so­no at­tri­bui­ti e cu­sto­di­ti con­for­me­men­te al­le di­spo­si­zio­ni,
3.
cor­ri­spon­do­no al­me­no all'im­por­to le­ga­le,
4.
sod­di­sfa­no le di­spo­si­zio­ni su­gli in­ve­sti­men­ti del di­rit­to in ma­te­ria di sor­ve­glian­za.

2Es­sa può ef­fet­tua­re il con­trol­lo per cam­pio­na­tu­ra.

3La FIN­MA può te­ne­re con­to dei ri­sul­ta­ti di un con­trol­lo ef­fet­tua­to da­gli or­ga­ni­smi in­ter­ni dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne o da ter­zi man­da­ta­ri. Per il con­trol­lo di ele­men­ti non cu­sto­di­ti dall'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne es­sa può ba­sar­si sul re­gi­stro al­le­sti­to dal de­po­si­ta­rio.

4Es­sa può in­ca­ri­ca­re ter­zi di ef­fet­tua­re par­zial­men­te o to­tal­men­te il con­trol­lo.

Art. 86 Custodia degli elementi  

1Gli ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li mo­bi­li at­tri­bui­ti al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to pos­so­no es­se­re cu­sto­di­ti nel­la se­de in Sviz­ze­ra dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne o nel luo­go del­la suc­cur­sa­le che si oc­cu­pa dell'in­sie­me de­gli af­fa­ri sviz­ze­ri (cu­sto­dia in pro­prio) o con­se­gna­ti a ter­zi.

2Gli ele­men­ti cu­sto­di­ti in pro­prio de­vo­no es­se­re cu­sto­di­ti se­pa­ra­ta­men­te da­gli al­tri ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne e de­si­gna­ti co­me ta­li. In ca­so di cu­sto­dia nel te­so­ro è suf­fi­cien­te ri­cor­re­re a cas­set­te di si­cu­rez­za se­pa­ra­te.

3Chi cu­sto­di­sce ele­men­ti pres­so ter­zi tie­ne un re­gi­stro di ta­li ele­men­ti e li de­fi­ni­sce co­me ap­par­te­nen­ti al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to.

4Per mo­ti­vi im­por­tan­ti la FIN­MA può di­spor­re, in qual­sia­si mo­men­to, che sia cam­bia­to il luo­go di cu­sto­dia, il de­po­si­ta­rio o il ge­ne­re di cu­sto­dia.

Art. 87 Comunicazione e responsabilità del depositario  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne co­mu­ni­ca al­la FIN­MA il luo­go di cu­sto­dia, il de­po­si­ta­rio e il ge­ne­re di cu­sto­dia non­ché le re­la­ti­ve mo­di­fi­che.

2La cu­sto­dia pres­so un de­po­si­ta­rio è am­mes­sa so­lo se il de­po­si­ta­rio ri­spon­de in Sviz­ze­ra ver­so l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne per l'adem­pi­men­to de­gli ob­bli­ghi di cu­sto­dia.

3La cu­sto­dia pres­so un de­po­si­ta­rio all'este­ro è am­mes­sa se il pri­vi­le­gio di cui go­de il pa­tri­mo­nio vin­co­la­to ai sen­si del di­rit­to sviz­ze­ro ri­ma­ne ga­ran­ti­to.1

4La FIN­MA può au­to­riz­za­re al­tre ec­ce­zio­ni in pre­sen­za di ga­ran­zie ido­nee.2


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Sezione 4: Valutazione degli elementi

Art. 88 Titoli a interesse fisso  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ter­mi­na il va­lo­re mas­si­mo com­pu­ta­bi­le per i ti­to­li a in­te­res­se fis­so, emes­si in una va­lu­ta de­ter­mi­na­ta, che de­vo­no es­se­re rim­bor­sa­ti o am­mor­tiz­za­ti a una da­ta sta­bi­li­ta se­con­do il me­to­do scien­ti­fi­co o li­nea­re dell'am­mor­ta­men­to dei co­sti.

2Se il va­lo­re di mer­ca­to di un'ob­bli­ga­zio­ne con­ver­ti­bi­le è chia­ra­men­te su­pe­rio­re al suo va­lo­re no­mi­na­le, la FIN­MA può am­met­te­re una va­lu­ta­zio­ne al mas­si­mo al va­lo­re di mer­ca­to. Ob­bli­ga­zio­ni che so­no ob­bli­ga­to­ria­men­te con­ver­ti­te in azio­ni pos­so­no es­se­re com­pu­ta­te al mas­si­mo al va­lo­re di mer­ca­to.

3Pro­dot­ti strut­tu­ra­ti o com­bi­na­zio­ni di stru­men­ti fi­nan­zia­ri com­pa­ra­bi­li a ti­to­li a in­te­res­se fis­so pos­so­no es­se­re com­pu­ta­ti al mas­si­mo al va­lo­re se­con­do il me­to­do scien­ti­fi­co o li­nea­re dell'am­mor­ta­men­to dei co­sti. La FIN­MA di­sci­pli­na i li­mi­ti e le con­di­zio­ni qua­dro per il com­pu­to.1


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 88a Interessi maturati  

Nel­la va­lu­ta­zio­ne de­gli in­ve­sti­men­ti ven­go­no con­si­de­ra­ti an­che gli in­te­res­si ma­tu­ra­ti.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 89 Metodo di ammortamento dei costi  

1Con il me­to­do scien­ti­fi­co di am­mor­ta­men­to dei co­sti è am­mor­tiz­za­ta o ri­va­lu­ta­ta la dif­fe­ren­za tra il va­lo­re di ac­qui­si­zio­ne e quel­lo di rim­bor­so du­ran­te il pe­rio­do re­si­duo di va­li­di­tà del ti­to­lo nel gior­no di chiu­su­ra del bi­lan­cio in mo­do che il tas­so d'in­te­res­se in­ter­no ini­zia­le (ren­di­men­to al­la sca­den­za) pos­sa es­se­re man­te­nu­to.

2Con il me­to­do li­nea­re di am­mor­ta­men­to dei co­sti, la dif­fe­ren­za tra il va­lo­re di ac­qui­si­zio­ne e quel­lo di rim­bor­so nel gior­no di chiu­su­ra del bi­lan­cio de­ve es­se­re ri­par­ti­ta in im­por­ti ugua­li sul­la du­ra­ta re­si­dua di va­li­di­tà, qua­le am­mor­ta­men­to o ri­va­lu­ta­zio­ne.

Art. 90 Case d'abitazione, edifici a uso commerciale e società immobiliari  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne com­pu­ta ca­se d'abi­ta­zio­ne ed edi­fi­ci a uso com­mer­cia­le di sua pro­prie­tà al mas­si­mo al va­lo­re di mer­ca­to. La FIN­MA sta­bi­li­sce la pro­ce­du­ra di de­ter­mi­na­zio­ne del va­lo­re di mer­ca­to.

2Nel ca­so del­le so­cie­tà im­mo­bi­lia­ri nel­le qua­li l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­tie­ne una par­te­ci­pa­zio­ne di ol­tre il 50 per cen­to, la FIN­MA fis­sa il va­lo­re com­pu­ta­bi­le. Es­sa si fon­da a tal fi­ne sul va­lo­re di sti­ma de­gli im­mo­bi­li esi­sten­ti e tie­ne con­to di even­tua­li im­pe­gni.

Art. 91 Strumenti finanziari derivati  

1Gli stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti di cui all'ar­ti­co­lo 79 ca­po­ver­so 1 let­te­ra i pos­so­no es­se­re com­pu­ta­ti al mas­si­mo al va­lo­re di mer­ca­to. Se es­si non so­no quo­ta­ti in bor­sa, è uti­liz­za­to un me­to­do di va­lu­ta­zio­ne usua­le sul mer­ca­to.

2Nel ca­so di stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti di cui all'ar­ti­co­lo 79 ca­po­ver­so 2 la FIN­MA sta­bi­li­sce il va­lo­re com­pu­ta­bi­le.

3La com­pen­sa­zio­ne (net­ting) di tut­te le ope­ra­zio­ni sui de­ri­va­ti sti­pu­la­te in un con­trat­to qua­dro è am­mes­sa so­lo se ta­le con­trat­to qua­dro è sti­pu­la­to se­pa­ra­ta­men­te per ogni sin­go­lo pa­tri­mo­nio vin­co­la­to. Le vo­ci ne­ga­ti­ve che sor­go­no da ta­li con­trat­ti de­vo­no es­se­re de­dot­te dal pa­tri­mo­nio vin­co­la­to. La FIN­MA può im­por­re re­go­le per la strut­tu­ra­zio­ne dei con­trat­ti qua­dro.

Art. 91a Costituzione di garanzie  

1Per la con­clu­sio­ne di ope­ra­zio­ni in de­ri­va­ti è am­mes­so co­sti­tui­re le ga­ran­zie con ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to. Ciò va­le sia per i mar­gi­ni ini­zia­li sia per i mar­gi­ni di va­ria­zio­ne.

2Le ga­ran­zie pos­so­no es­se­re co­sti­tui­te sot­to for­ma di un pe­gno re­go­la­re o di un pe­gno ir­re­go­la­re se­con­do il di­rit­to sviz­ze­ro o un di­rit­to a es­so com­pa­ra­bi­le se:

a.
il mar­gi­ne ini­zia­le è de­po­si­ta­to me­dian­te se­gre­ga­zio­ne com­ple­ta pres­so un ter­zo de­po­si­ta­rio in­di­pen­den­te; e
b.
è ga­ran­ti­to con­trat­tual­men­te che nel ca­so di fal­li­men­to il mar­gi­ne ini­zia­le può ser­vi­re a ognu­na del­le par­ti con­traen­ti so­la­men­te per com­pen­sa­re cre­di­ti aper­ti nei con­fron­ti dell'as­si­cu­ra­to­re da ope­ra­zio­ni in de­ri­va­ti da que­sti con­clu­se at­tra­ver­so la con­tro­par­te cen­tra­le o svol­te per il tra­mi­te di clea­ring bro­ker.

3La FIN­MA di­sci­pli­na i det­ta­gli ri­guar­dan­ti l'at­tri­bu­zio­ne e il com­pu­to di si­mi­li ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li. Es­sa può li­mi­ta­re la co­sti­tu­zio­ne di ga­ran­zie o au­to­riz­za­re ec­ce­zio­ni in ca­si mo­ti­va­ti.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 92 Investimenti collettivi  

1Gli in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi di cui all'ar­ti­co­lo 82 ca­po­ver­so 1 pos­so­no es­se­re com­pu­ta­ti al mas­si­mo al va­lo­re di mer­ca­to op­pu­re, se i cer­ti­fi­ca­ti di quo­te non so­no quo­ta­ti in bor­sa, al va­lo­re net­to d'in­ven­ta­rio.

2Nel ca­so di fon­do a in­ve­sti­to­re uni­co di cui all'ar­ti­co­lo 82 ca­po­ver­so 2, i sin­go­li ti­to­li del pa­tri­mo­nio del fon­do de­vo­no fi­gu­ra­re nel pa­tri­mo­nio vin­co­la­to ed es­se­re va­lu­ta­ti ana­lo­ga­men­te agli in­ve­sti­men­ti di­ret­ti se­con­do le di­spo­si­zio­ni del­la pre­sen­te se­zio­ne.

Art. 93 Altri elementi  

1Gli in­ve­sti­men­ti di cui all'ar­ti­co­lo 79 ca­po­ver­so 1 let­te­re c, e ed h non­ché i cre­di­ti con­ta­bi­li e i ti­to­li di cre­di­to con tas­so d'in­te­res­se va­ria­bi­le e sen­za sca­den­za fis­sa so­no com­pu­ta­ti al mas­si­mo al va­lo­re di mer­ca­to. Se es­si non so­no quo­ta­ti in bor­sa, è uti­liz­za­to un me­to­do di va­lu­ta­zio­ne usua­le sul mer­ca­to.

2Tut­ti gli al­tri ele­men­ti, com­pre­si i cre­di­ti ga­ran­ti­ti da pe­gno im­mo­bi­lia­re e i de­po­si­ti a ter­mi­ne, so­no va­lu­ta­ti al mas­si­mo al va­lo­re no­mi­na­le, te­nu­to con­to del­la lo­ro si­cu­rez­za e del lo­ro red­di­to.

Art 93a Investimenti a garanzia di contratti vincolati a partecipazioni  

Gli in­ve­sti­men­ti che ser­vo­no al­la ga­ran­zia de­gli im­pe­gni de­ri­van­ti da con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi nei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A2, A6.1 o A6.2 pos­so­no es­se­re com­pu­ta­ti al mas­si­mo al va­lo­re di mer­ca­to.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 94 Elementi in valuta estera  

Al mo­men­to del­la va­lu­ta­zio­ne in fran­chi sviz­ze­ri, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può con­ver­ti­re gli ele­men­ti in va­lu­ta este­ra al mas­si­mo in ba­se al cor­so me­dio del­le di­vi­se.

Art. 95 Decisione concernente la valutazione  

1La FIN­MA de­ci­de sul­la va­lu­ta­zio­ne de­gli ele­men­ti del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to.

2Es­sa può sta­bi­li­re per sin­go­li im­mo­bi­liz­zi e ca­te­go­rie d'in­ve­sti­men­to va­lo­ri com­pu­ta­bi­li più bas­si se ciò ap­pa­re ra­gio­ne­vo­le per la tu­te­la de­gli as­si­cu­ra­ti.

3Es­sa può or­di­na­re in qual­sia­si mo­men­to una va­lu­ta­zio­ne de­gli ele­men­ti del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to.

Titolo quinto: Altre prescrizioni concernenti l'esercizio dell'attività assicurativa

Capitolo 1: Gestione dei rischi

Art. 96 Scopo e contenuto  

1At­tra­ver­so una ge­stio­ne dei ri­schi ade­gua­ta al­la sua at­ti­vi­tà e a mec­ca­ni­smi di con­trol­lo in­ter­ni, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne as­si­cu­ra che:

a.
ri­schi po­ten­zia­li sia­no ri­co­no­sciu­ti e va­lu­ta­ti tem­pe­sti­va­men­te; e che
b.
i prov­ve­di­men­ti per evi­ta­re o co­pri­re ri­schi ele­va­ti e ac­cu­mu­la­zio­ni di ri­schi sia­no adot­ta­ti tem­pe­sti­va­men­te.

2La ge­stio­ne dei ri­schi com­pren­de in par­ti­co­la­re:

a.
la de­ter­mi­na­zio­ne e l'esa­me re­go­la­re del­le stra­te­gie e dei prov­ve­di­men­ti re­la­ti­vi ai ri­schi as­sun­ti da­gli or­ga­ni di­ret­ti­vi;
b.
una po­li­ti­ca di co­per­tu­ra, che ten­ga con­to de­gli ef­fet­ti del­la stra­te­gia azien­da­le e che di­spon­ga di una do­ta­zio­ne in ca­pi­ta­le ade­gua­ta;
c.
pro­ce­du­re ade­gua­te che ga­ran­ti­sca­no che la sor­ve­glian­za dei ri­schi sia in­te­gra­ta nell'or­ga­niz­za­zio­ne azien­da­le;
d.1
l'iden­ti­fi­ca­zio­ne, la sor­ve­glian­za, la quan­ti­fi­ca­zio­ne e la ge­stio­ne at­ti­va di tut­ti i ri­schi più im­por­tan­ti;
e.
un si­ste­ma di rap­por­ti in­ter­ni per de­ter­mi­na­re, va­lu­ta­re e con­trol­la­re i ri­schi e le con­cen­tra­zio­ni di ri­schi co­me pu­re i re­la­ti­vi pro­ces­si azien­da­li.

3I mec­ca­ni­smi di con­trol­lo in­ter­ni com­pren­do­no una fun­zio­ne e pro­ces­si di com­plian­ce ef­fi­ca­ci. Nel­la lo­ro to­ta­li­tà as­si­cu­ra­no il ri­spet­to del­le nor­me giu­ri­di­che e del­le pre­scri­zio­ni in­ter­ne.2

4La fun­zio­ne di ge­stio­ne dei ri­schi e la fun­zio­ne di com­plian­ce de­vo­no es­se­re in­di­pen­den­ti. De­vo­no es­se­re pro­por­zio­na­te al­le di­men­sio­ni, al­la com­ples­si­tà de­gli af­fa­ri e al­la com­ples­si­tà or­ga­niz­za­ti­va non­ché ai ri­schi dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.3


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
3 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 96a Autovalutazione della situazione di rischio e del fabbisogno in capitale  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ef­fet­tua al­me­no una vol­ta l'an­no una va­lu­ta­zio­ne pro­spet­ti­va:

a.
di tut­ti i ri­schi ai qua­li è espo­sta, com­pre­si le con­cen­tra­zio­ni dei ri­schi si­gni­fi­ca­ti­ve e i ri­schi a li­vel­lo di grup­po (pro­fi­lo di ri­schio com­ples­si­vo);
b.
del fab­bi­so­gno com­ples­si­vo in ca­pi­ta­le;
c.
del ri­spet­to dei re­qui­si­ti re­la­ti­vi al­le ri­ser­ve tec­ni­che e al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to;
d.
dell'ade­gua­tez­za e dell'ef­fi­ca­cia del­la ge­stio­ne dei ri­schi.

2L'au­to­va­lu­ta­zio­ne del­la si­tua­zio­ne di ri­schio e del fab­bi­so­gno in ca­pi­ta­le de­ve es­se­re te­nu­ta in con­si­de­ra­zio­ne nel­la stra­te­gia azien­da­le e nel pia­no d'eser­ci­zio.

3L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne pre­sen­ta an­nual­men­te al­la FIN­MA un rap­por­to sui ri­sul­ta­ti dell'au­to­va­lu­ta­zio­ne.

4La FIN­MA può or­di­na­re che il rap­por­to sia pre­sen­ta­to a in­ter­val­li più bre­vi, se lo esi­ge la si­tua­zio­ne di ri­schio. In ca­si mo­ti­va­ti, es­sa può au­to­riz­za­re de­ro­ghe all'ob­bli­go di pre­sen­ta­re un rap­por­to.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 97 Documentazione  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne do­cu­men­ta la sua ge­stio­ne dei ri­schi. Es­sa de­ve es­se­re con­ti­nua­men­te ag­gior­na­ta.

2La do­cu­men­ta­zio­ne com­pren­de in­nan­zi tut­to i se­guen­ti pun­ti:

a.
de­scri­zio­ne dell'or­ga­niz­za­zio­ne del­la ge­stio­ne dei ri­schi azien­da­le co­me pu­re del­le com­pe­ten­ze e dei re­spon­sa­bi­li;
b.
i re­qui­si­ti po­sti al­la ge­stio­ne dei ri­schi;
c.
la po­li­ti­ca dei ri­schi, com­pre­sa la tol­le­ran­za al ri­schio;
d.
la pro­ce­du­ra per l'iden­ti­fi­ca­zio­ne dei ri­schi più im­por­tan­ti co­me pu­re l'il­lu­stra­zio­ne dei me­to­di, de­gli stru­men­ti e dei pro­ces­si per mi­su­rar­li, sor­ve­gliar­li e ge­stir­li;
e.
l'il­lu­stra­zio­ne dei vi­gen­ti si­ste­mi dei li­mi­ti per le espo­si­zio­ni ai ri­schi co­me pu­re dei mec­ca­ni­smi di con­trol­lo;
f.
di­ret­ti­ve in­ter­ne dell'im­pre­sa con­cer­nen­ti la ge­stio­ne dei ri­schi e dei re­la­ti­vi pro­ces­si.
Art. 98 Rischi operativi  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne è re­spon­sa­bi­le per la re­gi­stra­zio­ne e la va­lu­ta­zio­ne dei ri­schi ope­ra­ti­vi.

2La FIN­MA di­scu­te pe­rio­di­ca­men­te i ri­sul­ta­ti di ta­le va­lu­ta­zio­ne con l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.

3Per fa­ci­li­ta­re l'au­to­va­lu­ta­zio­ne es­sa può con­se­gna­re dei que­stio­na­ri, che so­no da com­pi­la­re e ri­spe­di­re, cor­re­da­ti del­la fir­ma del­la di­re­zio­ne, en­tro tre me­si do­po la chiu­su­ra an­nua­le.

4Qua­lo­ra l'au­to­va­lu­ta­zio­ne evi­den­zias­se ri­schi che po­treb­be­ro por­ta­re a un'in­suf­fi­cien­te sol­vi­bi­li­tà, la FIN­MA può au­men­ta­re l'at­ti­vi­tà di con­trol­lo pres­so l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.1

5L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne rac­co­glie e ana­liz­za i da­ti ri­guar­dan­ti i dan­ni de­ri­van­ti dai ri­schi ope­ra­ti­vi.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 98a Requisiti in materia di liquidità  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ve di­spor­re in ogni mo­men­to del­la li­qui­di­tà ne­ces­sa­ria per po­ter ri­spet­ta­re i pro­pri ob­bli­ghi di pa­ga­men­to an­che in si­tua­zio­ni di stress (re­qui­si­ti quan­ti­ta­ti­vi in ma­te­ria di li­qui­di­tà).

2Es­sa de­ve inol­tre sod­di­sfa­re i se­guen­ti re­qui­si­ti qua­li­ta­ti­vi in ma­te­ria di li­qui­di­tà:

a.
es­sa di­spo­ne di sce­na­ri av­ver­si e svol­ge stress te­st per de­ter­mi­na­re la pro­pria po­si­zio­ne di li­qui­di­tà. Tie­ne con­to in par­ti­co­la­re dei flus­si di li­qui­di­tà da at­ti­vi­tà fuo­ri bi­lan­cio e da al­tri im­pe­gni even­tua­li;
b.
es­sa di­spo­ne di un pia­no d'emer­gen­za con stra­te­gie ef­fi­ca­ci in ca­so di man­can­za di li­qui­di­tà. Sta­bi­li­sce le com­pe­ten­ze, i mez­zi di co­mu­ni­ca­zio­ne e le mi­su­re pre­se in con­si­de­ra­zio­ne.

1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Capitolo 2: Attuario responsabile

Art. 99 Requisiti professionali  

1L'at­tua­rio re­spon­sa­bi­le de­ve di­spor­re del ti­to­lo di at­tua­rio con­fe­ri­to dall'As­so­cia­zio­ne de­gli at­tua­ri sviz­ze­ri o un ti­to­lo equi­va­len­te.

2Su man­da­to, la FIN­MA può ri­co­no­sce­re qua­le at­te­sta­zio­ne dei re­qui­si­ti pro­fes­sio­na­li an­che la re­la­ti­va for­ma­zio­ne spe­cia­li­sti­ca le­ga­ta a un'espe­rien­za pro­fes­sio­na­le di al­me­no cin­que an­ni qua­le at­tua­rio.

3L'at­tua­rio re­spon­sa­bi­le de­ve co­no­sce­re la real­tà na­zio­na­le (le­gi­sla­zio­ne, di­ret­ti­ve in ma­te­ria di sor­ve­glian­za, mer­ca­to as­si­cu­ra­ti­vo).

Capitolo 3: Impiego di strumenti finanziari derivati

Art. 100 Principio  

1Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne pos­so­no im­pie­ga­re stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti so­lo per di­mi­nui­re i ri­schi su­gli in­ve­sti­men­ti di ca­pi­ta­le o su­gli im­pe­gni nei con­fron­ti de­gli as­si­cu­ra­ti op­pu­re per ge­sti­re in mo­do ef­fi­cien­te gli in­ve­sti­men­ti di ca­pi­ta­le.

2Tut­ti gli im­pe­gni che pos­so­no ri­sul­ta­re dal­le tran­sa­zio­ni fi­nan­zia­rie de­ri­va­te de­vo­no es­se­re co­per­ti.

Art. 101 Strategia d'investimento  

Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che im­pie­ga­no stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti de­vo­no sta­bi­li­re una stra­te­gia d'in­ve­sti­men­to per que­sti stru­men­ti. La di­re­zio­ne dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ela­bo­ra la stra­te­gia d'in­ve­sti­men­to, la sot­to­po­ne al con­si­glio di am­mi­ni­stra­zio­ne per ap­pro­va­zio­ne e ne sor­ve­glia l'at­tua­zio­ne.

Art. 102 Contenuto della strategia d'investimento  

1Nel­la stra­te­gia d'in­ve­sti­men­to de­vo­no es­se­re de­fi­ni­te le con­di­zio­ni qua­dro per l'im­pie­go di stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti, in par­ti­co­la­re i li­mi­ti dell'espo­si­zio­ne ai ri­schi e i prin­ci­pi dell'ana­li­si dei ri­schi.

2La stra­te­gia d'in­ve­sti­men­to de­ve inol­tre se­gui­re i prin­ci­pi abi­tua­li per gli in­ve­sti­men­ti di ca­pi­ta­le, in par­ti­co­la­re re­la­ti­va­men­te a si­cu­rez­za, li­qui­di­tà, red­di­ti­vi­tà, ri­par­ti­zio­ne e di­ver­si­fi­ca­zio­ne.

Art. 103 Sistema dei limiti  

I li­mi­ti dell'espo­si­zio­ne ai ri­schi de­vo­no es­se­re fis­sa­ti con­for­me­men­te al­le ca­pa­ci­tà fi­nan­zia­rie e or­ga­niz­za­ti­ve dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.

Art. 104 Valutazione dei rischi  

1I ri­schi del­la con­tro­par­te de­vo­no es­se­re con­si­de­ra­ti pri­ma dell'im­pie­go di stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti.

2I ri­schi de­vo­no es­se­re va­lu­ta­ti ogni­qual­vol­ta la si­tua­zio­ne lo esi­ga, ma al­me­no una vol­ta al­la set­ti­ma­na per i ri­schi di mer­ca­to e una vol­ta al me­se per i ri­schi le­ga­ti ai cre­di­ti.

3La va­lu­ta­zio­ne dei ri­schi di mer­ca­to e dei ri­schi le­ga­ti ai cre­di­ti con­si­ste, tra l'al­tro, nell'ana­liz­za­re le po­si­zio­ni aper­te e nel con­fron­tar­le con i li­mi­ti sta­bi­li­ti d'espo­si­zio­ne ai ri­schi.

4Il ri­sul­ta­to del­la va­lu­ta­zio­ne dei ri­schi de­ve es­se­re pre­sen­ta­to al­la di­re­zio­ne ogni­qual­vol­ta la si­tua­zio­ne lo esi­ga, ma al­me­no una vol­ta al me­se per i ri­schi di mer­ca­to e al­me­no una vol­ta ogni tre me­si per i ri­schi le­ga­ti ai cre­di­ti.

Art. 105 Organizzazione  

L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne che im­pie­ga stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti de­ve do­tar­si di un as­set­to or­ga­niz­za­ti­vo ade­gua­to e in par­ti­co­la­re os­ser­va­re gli ar­ti­co­li 106-108.

Art. 106 Gestione e controllo  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ve im­par­ti­re di­ret­ti­ve det­ta­glia­te al­le per­so­ne in­ca­ri­ca­te del­la ge­stio­ne, in par­ti­co­la­re per quan­to at­tie­ne al­la va­lu­ta­zio­ne dei ri­schi.

2Es­sa di­spo­ne di un si­ste­ma di con­trol­lo ade­gua­to al vo­lu­me de­gli af­fa­ri e al­la com­ples­si­tà de­gli stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti.

3La ge­stio­ne de­gli stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti e il con­trol­lo de­vo­no sem­pre es­se­re svol­ti da per­so­ne in­di­pen­den­ti l'una dall'al­tra.

Art. 107 Qualificazione del personale  

Le per­so­ne in­ca­ri­ca­te del­la ge­stio­ne e del con­trol­lo di­spon­go­no del­le co­no­scen­ze e del­le qua­li­fi­che ne­ces­sa­rie al­lo svol­gi­men­to del lo­ro com­pi­to.

Art. 108 Rapporto d'attività  

Un rap­por­to d'at­ti­vi­tà sull'im­pie­go di stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti de­ve es­se­re pre­sen­ta­to al­me­no una vol­ta ogni sei me­si al con­si­glio d'am­mi­ni­stra­zio­ne.

Art. 109 Sorveglianza  

L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne in­via ogni an­no al­la FIN­MA un rap­por­to sul­le tran­sa­zio­ni con stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti.

Capitolo 4: Rendiconto

Art. 110 Titoli e strumenti finanziari derivati  

1Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne sviz­ze­re pos­so­no espor­re a bi­lan­cio i ti­to­li a in­te­res­se fis­so, espres­si in una va­lu­ta de­ter­mi­na­ta e rim­bor­sa­bi­li a una da­ta pre­sta­bi­li­ta o che pos­so­no es­se­re am­mor­tiz­za­ti, al mas­si­mo al va­lo­re ot­te­nu­to se­con­do il me­to­do scien­ti­fi­co o li­nea­re di am­mor­ta­men­to dei co­sti se­con­do l'ar­ti­co­lo 89. I pro­dot­ti strut­tu­ra­ti ana­lo­ga­men­te a ti­to­li a in­te­res­se fis­so o a com­bi­na­zio­ni di stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­vo­no es­se­re mes­si a bi­lan­cio al mas­si­mo al va­lo­re ot­te­nu­to se­con­do il me­to­do scien­ti­fi­co o li­nea­re di am­mor­ta­men­to.

2Nel ca­so di cer­ti­fi­ca­ti di fon­di a in­ve­sti­to­re uni­co se­con­do l'ar­ti­co­lo 82 ca­po­ver­so 2, gli in­ve­sti­men­ti di­ret­ti del pa­tri­mo­nio del fon­do ven­go­no mes­si a bi­lan­cio se­con­do le di­spo­si­zio­ni del pre­sen­te ar­ti­co­lo.

31

4Con l'ap­pro­va­zio­ne del­la FIN­MA, le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne pos­so­no sti­ma­re se­con­do le pre­scri­zio­ni vi­gen­ti nei sin­go­li Pae­si i ti­to­li ri­guar­dan­ti i cam­pi di at­ti­vi­tà all'este­ro.

5Gli in­ve­sti­men­ti che ser­vo­no al­la ga­ran­zia dei con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi nei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A2, A6.1 e A6.2 de­vo­no fi­gu­ra­re nel bi­lan­cio al va­lo­re di mer­ca­to.2

6Gli stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti non sca­du­ti al­la chiu­su­ra dei con­ti pos­so­no:

a.
es­se­re con­si­de­ra­ti in mo­do pru­den­te ai fi­ni del­la va­lu­ta­zio­ne dei va­lo­ri di ba­se; o
b.
es­se­re in­se­ri­ti nel bi­lan­cio se­pa­ra­ta­men­te. In que­sto ca­so, de­vo­no es­se­re va­lu­ta­ti in mo­do pru­den­te, ma al mas­si­mo al va­lo­re di mer­ca­to. Per gli stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti che non han­no un va­lo­re di mer­ca­to, la va­lu­ta­zio­ne non de­ve su­pe­ra­re il va­lo­re cal­co­la­to sul­la ba­se di mo­del­li di va­lu­ta­zio­ne ri­co­no­sciu­ti.

1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 111 Rischi nella valutazione di titoli  

1Nel­la va­lu­ta­zio­ne di ti­to­li bi­so­gna te­ne­re con­to dell'in­cer­tez­za del va­lo­re dei cre­di­ti in­cor­po­ra­ti in un ti­to­lo.

2Nel­la va­lu­ta­zio­ne di ti­to­li emes­si da de­bi­to­ri do­mi­ci­lia­ti all'este­ro de­vo­no es­se­re con­si­de­ra­te le dif­fi­col­tà di tra­sfe­ri­men­to del ca­pi­ta­le o de­gli in­te­res­si.

3I va­lo­ri cal­co­la­ti se­con­do l'ar­ti­co­lo 110 ca­po­ver­so 6 de­vo­no es­se­re cor­ret­ti ade­gua­ta­men­te, in fun­zio­ne del ri­schio, se­gna­ta­men­te per quan­to con­cer­ne la ne­go­zia­bi­li­tà, i co­sti d'ese­cu­zio­ne e di an­nul­la­men­to, i ri­schi le­ga­ti ai cre­di­ti o il vo­lu­me del­le pro­prie po­si­zio­ni ri­spet­to al vo­lu­me del mer­ca­to.

Art. 111a Rapporto sulla situazione finanziaria  

1Nel qua­dro del­la pre­sen­ta­zio­ne del rap­por­to di sor­ve­glian­za le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne pub­bli­ca­no al­me­no una vol­ta l'an­no un rap­por­to sul­la pro­pria si­tua­zio­ne fi­nan­zia­ria.

2Il rap­por­to sul­la si­tua­zio­ne fi­nan­zia­ria com­pren­de in­for­ma­zio­ni quan­ti­ta­ti­ve e qua­li­ta­ti­ve e de­scri­ve in par­ti­co­la­re:

a.
l'at­ti­vi­tà;
b.
il ri­sul­ta­to d'eser­ci­zio;
c.
la ge­stio­ne dei ri­schi e la sua ade­gua­tez­za;
d.
il pro­fi­lo di ri­schio;
e.
le ba­si e i me­to­di su cui pog­gia la va­lu­ta­zio­ne, in par­ti­co­la­re quel­la del­le ri­ser­ve;
f.
la ge­stio­ne del ca­pi­ta­le;
g.
la sol­vi­bi­li­tà.

3Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne pub­bli­ca­no il rap­por­to sul­la si­tua­zio­ne fi­nan­zia­ria al più tar­di il 30 apri­le sul pro­prio si­to In­ter­net.

4Su ri­chie­sta, le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che non di­spon­go­no di un pro­prio si­to In­ter­net met­to­no il rap­por­to a di­spo­si­zio­ne gra­tui­ta­men­te.

5La FIN­MA di­sci­pli­na i det­ta­gli. In par­ti­co­la­re, può pre­ve­de­re de­ro­ghe all'ob­bli­go di pub­bli­ca­zio­ne.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 111b Articolazione minima del conto annuale  

1La FIN­MA ema­na di­spo­si­zio­ni di ese­cu­zio­ne con­cer­nen­ti l'ar­ti­co­la­zio­ne mi­ni­ma del con­to an­nua­le.

2Può pre­ve­de­re de­ro­ghe agli ar­ti­co­li 959a ca­po­ver­si 1 e 2, 959b ca­po­ver­si 2 e 3 e 959c ca­po­ver­si 1 e 2 del Co­di­ce del­le ob­bli­ga­zio­ni2, per quan­to le par­ti­co­la­ri­tà dell'at­ti­vi­tà as­si­cu­ra­ti­va lo ri­chie­da­no. L'ar­ti­co­la­zio­ne mi­ni­ma de­ve in par­ti­co­la­re:

a.
for­ni­re una pre­sen­ta­zio­ne stan­dar­diz­za­ta del bi­lan­cio e del con­to eco­no­mi­co;
b.
per­met­te­re un con­fron­to de­gli in­ve­sti­men­ti di ca­pi­ta­le con le re­la­ti­ve ri­ser­ve tec­ni­che.

1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 RS 220

Capitolo 5: …

Art. 112 a 116  

1 Abro­ga­ti dal n. 11 dell'all. all'O del 15 ott. 2008 su­gli au­dit dei mer­ca­ti fi­nan­zia­ri, con ef­fet­to dal 1° gen. 2009 (RU 2008 5363).

Capitolo 6: Ulteriori principi per l'esercizio dell'attività assicurativa

Art. 117 Abuso  

1So­no ri­te­nu­ti abu­si ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 46 ca­po­ver­so 1 let­te­ra f LSA gli svan­tag­gi de­gli as­si­cu­ra­ti o de­gli aven­ti di­rit­to, quan­do que­sti si ri­pe­to­no o po­treb­be­ro in­te­res­sa­re un'am­pia cer­chia di per­so­ne, se­gna­ta­men­te:

a.
un com­por­ta­men­to dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne, ri­spet­ti­va­men­te dell'in­ter­me­dia­rio as­si­cu­ra­ti­vo, che può dan­neg­gia­re se­ria­men­te l'as­si­cu­ra­to o l'aven­te di­rit­to;
b.
l'im­pie­go di di­spo­si­zio­ni con­trat­tua­li che vio­la­no nor­me vin­co­lan­ti del­la leg­ge sul con­trat­to d'as­si­cu­ra­zio­ne op­pu­re di al­tri at­ti ap­pli­ca­bi­li al con­trat­to;
c.
l'im­pie­go di di­spo­si­zio­ni con­trat­tua­li che pre­ve­do­no una ri­par­ti­zio­ne di di­rit­ti e ob­bli­ghi no­te­vol­men­te in con­tra­sto con quel­la ri­sul­tan­te dal­la na­tu­ra del con­trat­to.

2È ri­te­nu­to abu­so an­che il pre­giu­di­zio ar­re­ca­to a un as­si­cu­ra­to o a una per­so­na aven­te di­rit­to at­tra­ver­so una no­te­vo­le di­spa­ri­tà di trat­ta­men­to giu­ri­di­ca o at­tua­ria­men­te non giu­sti­fi­ca­bi­le.

Art. 118 Prestazioni assicurative con termine di attesa  

1Nel ca­so di pre­sta­zio­ni as­si­cu­ra­ti­ve con ter­mi­ne di at­te­sa, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ces­sa di ri­scuo­te­re pre­mi non ap­pe­na l'as­si­cu­ra­to non può più be­ne­fi­cia­re di pre­sta­zio­ni as­si­cu­ra­ti­ve.

2La pre­sen­te di­spo­si­zio­ne non è ap­pli­ca­bi­le all'esen­zio­ne da pre­mi e a pre­sta­zio­ni as­si­cu­ra­ti­ve da con­trat­ti d'as­si­cu­ra­zio­ne col­let­ti­va.

Art. 119 Versamenti in depositi di premi  

L'im­por­to to­ta­le del de­po­si­to pre­mi ge­sti­to dall'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ni per ogni sti­pu­lan­te non può su­pe­ra­re la som­ma dei fu­tu­ri pre­mi.

Titolo sesto: Disposizioni per singoli rami assicurativi

Capitolo 1: Assicurazione sulla vita

Sezione 1: Tariffazione

Art. 120 Principi  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne che eser­ci­ta l'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta è te­nu­ta a uti­liz­za­re ba­si e me­to­di in fun­zio­ne del ri­schio, bio­me­tri­ci e de­ter­mi­na­ti dal mer­ca­to dei ca­pi­ta­li per la ta­rif­fa­zio­ne dei suoi con­trat­ti. Nel pia­no d'eser­ci­zio de­vo­no es­se­re in­di­ca­ti pe­rio­di di va­li­di­tà vin­co­lan­ti per le ba­si e i me­to­di di cal­co­lo uti­liz­za­ti.

2In ba­se a va­lu­ta­zio­ni sta­ti­sti­che es­sa esa­mi­na an­nual­men­te che le ba­si per la ta­rif­fa­zio­ne sia­no an­co­ra ade­gua­te. Qua­lo­ra ri­sul­tas­se­ro in­suf­fi­cien­ti, le ba­si per la ta­rif­fa­zio­ne non pos­so­no più es­se­re uti­liz­za­te per i nuo­vi con­trat­ti.

Art. 121 Basi per la tariffazione determinate dal mercato al di fuori della previdenza professionale  

1Qua­lo­ra con­trat­ti d'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta com­pren­des­se­ro in­te­res­si ga­ran­ti­ti, il tas­so d'in­te­res­se tec­ni­co im­pie­ga­to per la ta­rif­fa­zio­ne al di fuo­ri del­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le non può su­pe­ra­re il 60 per cen­to del­la me­dia mo­bi­le de­cen­na­le del tas­so d'in­te­res­se di ri­fe­ri­men­to. La FIN­MA fis­sa il tas­so d'in­te­res­se di ri­fe­ri­men­to.

2In ca­si mo­ti­va­ti, la FIN­MA può mo­di­fi­ca­re que­sto li­mi­te.1

3Qua­lo­ra ve­nis­se­ro for­ni­te ga­ran­zie la cui ta­rif­fa­zio­ne si ba­sa su al­tre ba­si de­ter­mi­na­te dal mer­ca­to di­ver­se dal tas­so d'in­te­res­se tec­ni­co, que­ste ba­si de­vo­no es­se­re de­ter­mi­na­te con pru­den­za e in fun­zio­ne del­le ga­ran­zie.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 122 Tavole di mortalità e altre basi statistiche  

1Per la ta­rif­fa­zio­ne dei con­trat­ti d'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne uti­liz­za ta­vo­le di mor­ta­li­tà ri­co­no­sciu­te e al­tre ba­si sta­ti­sti­che pa­ri­men­ti ri­co­no­sciu­te dal­la FIN­MA. Può in­clu­de­re i da­ti sta­ti­sti­ci ri­le­va­ti dall'ef­fet­ti­vo de­gli as­si­cu­ra­ti con una pro­ce­du­ra ade­gua­ta, ri­co­no­sciu­ta dal­la FIN­MA.

2L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ela­bo­ra re­go­lar­men­te le pro­prie ba­si sta­ti­sti­che uti­liz­za­te per la ta­rif­fa­zio­ne e le ade­gua al­me­no ogni die­ci an­ni al­le co­no­scen­ze più re­cen­ti.

Art. 123 Classi tariffarie e tariffazione empirica  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può ap­pli­ca­re una ri­par­ti­zio­ne in clas­si ta­rif­fa­rie dei ri­schi as­si­cu­ra­ti co­me pu­re la ta­rif­fa­zio­ne se­con­do l'an­da­men­to dei si­ni­stri ai sen­si dei con­trat­ti in­di­vi­dua­li (ta­rif­fa­zio­ne em­pi­ri­ca) uni­ca­men­te se ciò è sta­to con­ve­nu­to con lo sti­pu­lan­te.

2Le mo­di­fi­che di pre­mi che ri­sul­ta­no dal­la ri­par­ti­zio­ne in un'al­tra clas­se ta­rif­fa­ria o dal­la ta­rif­fa­zio­ne em­pi­ri­ca so­no am­mes­se uni­ca­men­te se con lo sti­pu­lan­te so­no sta­te con­ve­nu­te le con­di­zio­ni che reg­go­no la mo­di­fi­ca ver­so l'al­to o il bas­so.

3Se l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ni ap­pli­ca clas­si ta­rif­fa­rie o la ta­rif­fa­zio­ne em­pi­ri­ca, per la de­ter­mi­na­zio­ne dei pre­mi bi­so­gna te­ne­re de­bi­ta­men­te con­to sia dell'an­da­men­to in­di­vi­dua­le dei si­ni­stri sia dell'an­da­men­to col­let­ti­vo dei si­ni­stri.

4La ta­rif­fa­zio­ne de­ve av­ve­ni­re in ba­se a me­to­di at­tua­ria­li ri­co­no­sciu­ti.

Art. 124 Tariffazione del debito residuo  

L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può uti­liz­za­re me­to­di per il cal­co­lo dei pre­mi che non dif­fe­ren­zia­no se­con­do l'età e il ses­so (me­to­di per il cal­co­lo di pre­mi me­di) per la ta­rif­fa­zio­ne del de­bi­to re­si­duo, pur­ché sia­no sod­di­sfat­te le se­guen­ti con­di­zio­ni:

a.
si trat­ta di un con­trat­to col­let­ti­vo in cui è pre­vi­sta una som­ma di as­si­cu­ra­zio­ne mas­si­ma uni­for­me per as­si­cu­ra­to;
b.
l'età di en­tra­ta dell'as­si­cu­ra­to è li­mi­ta­ta al mas­si­mo a 65 an­ni;
c.
i tas­si dei pre­mi me­di ven­go­no esa­mi­na­ti al­me­no ogni tre an­ni e, se del ca­so, ade­gua­ti.
Art. 125 Assicurazione invalidità  

Se un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne eser­ci­ta l'as­si­cu­ra­zio­ne in­va­li­di­tà nel qua­dro dell'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta, le di­spo­si­zio­ni sull'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta so­no ap­pli­ca­bi­li an­che all'as­si­cu­ra­zio­ne in­va­li­di­tà.

Art. 125a Assicurazione sulla vita vincolata a partecipazioni  

I con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi nei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A2.1, A2.2, A2.3 e A6.1 de­vo­no es­se­re vin­co­la­ti a in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi di ca­pi­ta­le aper­ti che rien­tra­no nel­la leg­ge del 23 giu­gno 20062 su­gli in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 RS 951.31

Art. 126 Garanzia di assicurazione supplementare  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può con­ce­de­re al­lo sti­pu­lan­te il di­rit­to di au­men­ta­re la co­per­tu­ra as­si­cu­ra­ti­va du­ran­te la du­ra­ta del con­trat­to sen­za un nuo­vo esa­me del­lo sta­to di sa­lu­te (ga­ran­zia di as­si­cu­ra­zio­ne sup­ple­men­ta­re).

2Nel ca­so che l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne con­tem­pli una ga­ran­zia di as­si­cu­ra­zio­ne sup­ple­men­ta­re de­ve li­mi­ta­re gli au­men­ti del­la co­per­tu­ra as­si­cu­ra­ti­va e di­sci­pli­na­re nel con­trat­to le se­guen­ti que­stio­ni:

a.
la li­mi­ta­zio­ne del sin­go­lo au­men­to;
b.
la li­mi­ta­zio­ne dell'in­sie­me de­gli au­men­ti pos­si­bi­li;
c.
l'età fi­no al­la qua­le so­no pos­si­bi­li gli au­men­ti;
d.
gli in­ter­val­li di tem­po du­ran­te i qua­li è pos­si­bi­le far va­le­re un au­men­to, o gli even­ti che giu­sti­fi­ca­no il di­rit­to a un au­men­to.

3Le con­di­zio­ni del­la ga­ran­zia di as­si­cu­ra­zio­ne sup­ple­men­ta­re se­con­do i ca­po­ver­si 1 e 2 de­vo­no es­se­re con­te­nu­te nel pia­no d'eser­ci­zio.

Sezione 2: Liquidazione e riscatto

Art. 127 Valori di liquidazione  

1I va­lo­ri di li­qui­da­zio­ne de­vo­no es­se­re pre­sen­ta­ti, per ap­pro­va­zio­ne, al­la FIN­MA pri­ma del lo­ro im­pie­go. So­no esclu­si i va­lo­ri di li­qui­da­zio­ne che l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne con­ce­de vo­lon­ta­ria­men­te.

2I va­lo­ri di li­qui­da­zio­ne so­no ap­pro­va­ti al­le se­guen­ti con­di­zio­ni:1

a.
so­no ade­gua­ti;
b.2
si orien­ta­no al­le ri­ser­ve ma­te­ma­ti­che d'in­ven­ta­rio che so­no sta­te cal­co­la­te con le ba­si tec­ni­che del re­la­ti­vo con­trat­to d'as­si­cu­ra­zio­ne;
c.3
le de­du­zio­ni dal­le ri­ser­ve ma­te­ma­ti­che d'in­ven­ta­rio so­no am­mes­se sol­tan­to per il ri­schio do­vu­to al tas­so d'in­te­res­se e per le spe­se d'ac­qui­si­zio­ne non am­mor­tiz­za­te;
d.
l'as­si­cu­ra­zio­ne mo­di­fi­ca­ta de­ve es­se­re del­lo stes­so ge­ne­re dell'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta ini­zia­le; se l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne si sco­sta da que­sta re­go­la, ne de­ve for­ni­re la mo­ti­va­zio­ne;
e.
il tas­so di zill­me­riz­za­zio­ne che è al­la ba­se del­le spe­se d'ac­qui­si­zio­ne non am­mor­tiz­za­te, non può su­pe­ra­re la per­cen­tua­le de­ter­mi­na­ta dal­la FIN­MA. Que­ste per­cen­tua­li ten­go­no con­to del­le di­ver­si­tà del­le co­per­tu­re con­trat­tua­li;
f.
la FIN­MA pub­bli­ca in ma­nie­ra ade­gua­ta le per­cen­tua­li se­con­do la let­te­ra e co­me pu­re la ba­se su cui ven­go­no cal­co­la­te;
g.4
l'in­te­ra de­du­zio­ne per il ri­schio do­vu­to al tas­so d'in­te­res­se e al­le spe­se d'ac­qui­si­zio­ne non am­mor­tiz­za­te non può su­pe­ra­re il ter­zo del­le ri­ser­ve ma­te­ma­ti­che d'in­ven­ta­rio, sem­pre che lo sti­pu­lan­te ab­bia pa­ga­to i pre­mi per tre an­ni.

3Per l'ap­pro­va­zio­ne, la FIN­MA può ba­sar­si sul rap­por­to dell'at­tua­rio re­spon­sa­bi­le.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
4 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 128 Opzione di capitale  

Se l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne con­ce­de un'op­zio­ne di ca­pi­ta­le, la pre­sta­zio­ne in ca­pi­ta­le de­ve es­se­re fis­sa­ta nel­le ba­si con­trat­tua­li. L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne non può ope­ra­re de­du­zio­ni sul va­lo­re di ri­scat­to.

Art. 129 Limitazioni di prestiti su polizza  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può con­ce­de­re pre­sti­ti so­lo su con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi ri­scat­ta­bi­li (pre­sti­to su po­liz­za).

2La som­ma del pre­sti­to su po­liz­za che l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne con­ce­de a un as­si­cu­ra­to non può su­pe­ra­re il va­lo­re di ri­scat­to at­tua­le del con­trat­to di as­si­cu­ra­zio­ne.

Sezione 3: Requisiti dei contratti di assicurazione sulla vita

Art. 130 Partecipazione alle eccedenze  

Se è pre­vi­sto il di­rit­to al­la par­te­ci­pa­zio­ne al­le ec­ce­den­ze, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne in­di­ca nel­le ba­si con­trat­tua­li in par­ti­co­la­re quan­to se­gue:

a.
le mo­da­li­tà di as­se­gna­zio­ne del­le ec­ce­den­ze, in par­ti­co­la­re la quo­ta che vie­ne at­tri­bui­ta an­nual­men­te e so­la­men­te al­la sca­den­za del con­trat­to;
b.
il mo­men­to a par­ti­re dal qua­le av­vie­ne la pri­ma as­se­gna­zio­ne;
c.
se si trat­ta di un'as­se­gna­zio­ne del­le ec­ce­den­ze an­ti­ci­pa­ta o po­sti­ci­pa­ta;
d.
l'im­pie­go del­la quo­ta as­se­gna­ta an­nual­men­te;
e.
che lo sti­pu­lan­te vie­ne in­for­ma­to an­nual­men­te sull'as­se­gna­zio­ne e sul­lo sta­to del­le quo­te di ec­ce­den­ze che gli so­no sta­te as­se­gna­te;
f.
le mo­da­li­tà di una mo­di­fi­ca del si­ste­ma di ec­ce­den­ze vi­gen­te du­ran­te il con­trat­to e l'ob­bli­go di co­mu­ni­ca­re pre­via­men­te ta­le mo­di­fi­ca al­la FIN­MA.
Art. 131 Assicurazione di bambini  

1Se, un bam­bi­no as­si­cu­ra­to nell'am­bi­to di un'as­si­cu­ra­zio­ne in ca­so di de­ces­so o di un'as­si­cu­ra­zio­ne sup­ple­men­ta­re in ca­so di de­ces­so per in­for­tu­nio, muo­re pri­ma di aver rag­giun­to i due an­ni e sei me­si di età, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può ver­sa­re un ca­pi­ta­le ga­ran­ti­to in ca­so di de­ces­so di al mas­si­mo 2500 fran­chi. Se il bam­bi­no muo­re pri­ma di aver com­piu­to il do­di­ce­si­mo an­no di età, da tut­te le as­si­cu­ra­zio­ni in suo pos­ses­so sul­la vi­ta del bam­bi­no, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può ver­sa­re un ca­pi­ta­le ga­ran­ti­to in ca­so di de­ces­so di al mas­si­mo 20 000 fran­chi.

2Se la som­ma dei pre­mi, più un in­te­res­se del 5 per cen­to, ver­sa­ti per il bam­bi­no, è su­pe­rio­re al­la som­ma ga­ran­ti­ta in ca­so di de­ces­so di cui al ca­po­ver­so 1, de­ve es­se­re rim­bor­sa­ta la som­ma dei pre­mi com­pre­si gli in­te­res­si.

Art. 132 Clausola di adeguamento dei premi  

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può ade­gua­re i pre­mi del con­trat­to di as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta a nuo­ve si­tua­zio­ni so­lo se ciò è espres­sa­men­te pre­vi­sto nel­le ba­si con­trat­tua­li.

2Es­sa non può pre­ve­de­re clau­so­le che sop­pri­ma­no la ga­ran­zia del­la ta­rif­fa.

3Es­sa non può pre­ve­de­re ade­gua­men­ti per ren­di­te in cor­so.

4Pos­so­no es­se­re ef­fet­tua­ti ade­gua­men­ti dei pre­mi uni­ca­men­te se i rap­por­ti al­la ba­se del cal­co­lo dei pre­mi han­no su­bi­to sen­si­bi­li mo­di­fi­che.

Sezione 4: Contratti d'assicurazione sul debito residuo

Art. 133 Definizione  

So­no as­si­cu­ra­zio­ni sul de­bi­to re­si­duo, le as­si­cu­ra­zio­ni tem­po­ra­nee in ca­so di de­ces­so per ga­ran­ti­re le ra­te pe­rio­di­che in re­la­zio­ne a con­trat­ti di ac­qui­sto, di cre­di­to, di af­fit­to, di lea­sing o di in­ve­sti­men­to (con­trat­ti in­di­vi­dua­li). Il ri­schio d'in­ca­pa­ci­tà di gua­da­gno può es­se­re in­clu­so.

Art. 134 Contenuto del contratto  

1Il con­trat­to d'as­si­cu­ra­zio­ne col­let­ti­vo e i con­trat­ti in­di­vi­dua­li ad es­so le­ga­ti con­ten­go­no tut­te le di­spo­si­zio­ni de­ter­mi­nan­ti sui di­rit­ti e su­gli ob­bli­ghi dell'as­si­cu­ra­to. Es­si di­sci­pli­na­no in par­ti­co­la­re gli ef­fet­ti sui rap­por­ti in­di­vi­dua­li del­la sca­den­za, del­la ri­so­lu­zio­ne an­ti­ci­pa­ta o di una so­spen­sio­ne del con­trat­to col­let­ti­vo non­ché di un rim­bor­so an­ti­ci­pa­to del de­bi­to re­si­duo e di un cam­bia­men­to di pro­prie­tà.

2Nel con­trat­to d'as­si­cu­ra­zio­ne col­let­ti­vo e nei con­trat­ti in­di­vi­dua­li ad es­so le­ga­ti de­ve inol­tre es­se­re pre­vi­sto che:

a.
lo sti­pu­lan­te può tra­sfe­ri­re all'as­si­cu­ra­to al mas­si­mo i pre­mi cal­co­la­ti dall'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne com­pre­sa la tas­sa di bol­lo;
b.
lo sti­pu­lan­te può far­si ce­de­re il di­rit­to dell'as­si­cu­ra­to a pre­sta­zio­ni d'as­si­cu­ra­zio­ne so­lo fi­no a con­cor­ren­za del ri­spet­ti­vo de­bi­to re­si­duo;
c.
le par­ti di pre­mi non uti­liz­za­te se­con­do l'ar­ti­co­lo 135 ven­go­no rim­bor­sa­te all'as­si­cu­ra­to nel­la mi­su­ra in cui que­sti ha ver­sa­to con­tri­bu­ti ai pre­mi non uti­liz­za­ti;
d.
il de­bi­to re­si­duo dell'as­si­cu­ra­to è estin­to nel­la mi­su­ra del­le pre­sta­zio­ni dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne al­lo sti­pu­lan­te.
Art. 135 Rimborso di parti di premi non utilizzate  

1In ca­so di ri­so­lu­zio­ne an­ti­ci­pa­ta del con­trat­to in­di­vi­dua­le, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne rim­bor­sa al­lo sti­pu­lan­te le par­ti di pre­mi non uti­liz­za­te.

2Il rim­bor­so av­vie­ne di­ret­ta­men­te all'as­si­cu­ra­to qua­lo­ra l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ab­bia as­sun­to ta­le im­pe­gno nel con­trat­to col­let­ti­vo.

Capitolo 2: Prescrizioni concernenti le eccedenze nell'assicurazione sulla vita al di fuori della previdenza professionale

Art. 136 Fondo delle eccedenze  

1Per la par­te fuo­ri del­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne crea­no un fon­do del­le ec­ce­den­ze. Ta­le fon­do è una vo­ce di bi­lan­cio at­tua­ria­le per la mes­sa a di­spo­si­zio­ne del­le quo­te di ec­ce­den­ze spet­tan­ti agli sti­pu­lan­ti.

2Nel fon­do del­le ec­ce­den­ze vie­ne te­sau­riz­za­ta l'ec­ce­den­za con­se­gui­ta nel cor­so di un eser­ci­zio e at­tri­bui­ta al col­let­ti­vo di as­si­cu­ra­ti.
3Le quo­te di ec­ce­den­ze de­sti­na­te agli sti­pu­lan­ti pos­so­no es­se­re pre­le­va­te so­la­men­te dal fon­do del­le ec­ce­den­ze.
4An­nual­men­te, al­me­no il 20 per cen­to del­le ec­ce­den­ze ac­cu­mu­la­te nel fon­do del­le ec­ce­den­ze de­ve es­se­re pre­le­va­to e di­stri­bui­to agli sti­pu­lan­ti.
5Gli im­por­ti man­can­ti pos­so­no es­se­re pre­le­va­ti dal fon­do del­le ec­ce­den­ze uni­ca­men­te se i red­di­ti dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne non so­no suf­fi­cien­ti al­la co­sti­tu­zio­ne del­le ri­ser­ve at­tua­ria­li se­con­do il pia­no d'eser­ci­zio.
Art. 137 Assegnazione delle quote di eccedenze  
1L'as­se­gna­zio­ne del­le ec­ce­den­ze de­ve av­ve­ni­re se­con­do me­to­di at­tua­ria­li ri­co­no­sciu­ti ed evi­tan­do di­spa­ri­tà di trat­ta­men­to abu­si­ve.
2Non ap­pe­na so­no as­se­gna­te al sin­go­lo sti­pu­lan­te, le quo­te di par­te­ci­pa­zio­ne al­le ec­ce­den­ze so­no con­si­de­ra­te do­vu­te. Es­se de­vo­no es­se­re di­stri­bui­te agli aven­ti di­rit­to con­for­me­men­te al­le re­go­la­men­ta­zio­ni con­trat­tua­li, op­pu­re, qua­lo­ra fos­se sta­to con­ve­nu­to l'ac­cu­mu­lo con in­te­res­si del­le quo­te di ec­ce­den­ze, espo­ste in una po­si­zio­ne di bi­lan­cio at­tua­ria­le, ap­po­si­ta­men­te crea­ta.
3Il si­ste­ma di par­te­ci­pa­zio­ne al­le ec­ce­den­ze non può es­se­re mo­di­fi­ca­to a svan­tag­gio del­lo sti­pu­lan­te du­ran­te la de­cor­ren­za del con­trat­to.
Art. 138 Eccedenza finale  
1Se il con­trat­to di as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta pre­ve­de una quo­ta di ec­ce­den­ze fi­na­le, bi­so­gna co­sti­tui­re a que­sto ef­fet­to una ri­ser­va in­di­vi­dua­le di­stin­ta che de­ve es­se­re ali­men­ta­ta an­nual­men­te. La quo­ta di ec­ce­den­ze fi­na­le non può de­ri­va­re sol­tan­to dal red­di­to al­la sca­den­za del con­trat­to.
2La quo­ta di ri­ser­ve per la quo­ta di ec­ce­den­ze fi­na­le che di­vie­ne li­be­ra a se­gui­to di scio­gli­men­to to­ta­le o par­zia­le del con­trat­to di as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta pri­ma del­la sua sca­den­za a cau­sa di de­ces­so o ri­scat­to de­ve es­se­re ac­cre­di­ta­ta al fon­do del­le ec­ce­den­ze, a me­no che non ven­ga ver­sa­ta al­lo sti­pu­lan­te.
3Se la quo­ta di ec­ce­den­ze fi­na­le è la com­po­nen­te ec­ce­den­ta­ria più im­por­tan­te del con­trat­to, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ve as­si­cu­ra­re con­trat­tual­men­te al­lo sti­pu­lan­te che in ca­so di de­ces­so o di ri­scat­to ri­ce­ve­rà una par­te ade­gua­ta del­la quo­ta di ec­ce­den­ze fi­na­le cu­mu­la­ta.

Capitolo 3: Disposizioni speciali per le assicurazioni della previdenza professionale

Sezione 1: Conto d'esercizio annuo e obbligo di informare

Art. 139 Conto d'esercizio annuo  

1Per le as­si­cu­ra­zio­ni del­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le de­ve es­se­re te­nu­to un con­to d'eser­ci­zio se­pa­ra­to. Gli ele­men­ti del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to per le as­si­cu­ra­zio­ni del­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le de­vo­no fi­gu­ra­re nel con­to d'eser­ci­zio.

2I va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li pos­so­no es­se­re tra­sfe­ri­ti dal con­to d'eser­ci­zio per la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le a quel­lo per la ri­ma­nen­te at­ti­vi­tà e vi­ce­ver­sa sol­tan­to al va­lo­re con­ta­bi­le. La dif­fe­ren­za tra il va­lo­re con­ta­bi­le e il va­lo­re di mer­ca­to è con­ta­bi­liz­za­ta nel con­to d'eser­ci­zio per la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le qua­le pro­fit­to o per­di­ta. Se man­ca il va­lo­re di mer­ca­to, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ter­mi­na la va­lu­ta­zio­ne con­for­me al mer­ca­to. Il me­to­do di va­lu­ta­zio­ne de­ve es­se­re ap­pro­va­to dal­la FIN­MA.

Art. 140 Obbligo d'informare  

En­tro cin­que me­si dal gior­no di chiu­su­ra del bi­lan­cio, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne tra­smet­te agli sti­pu­lan­ti:

a.
il con­to d'eser­ci­zio per le as­si­cu­ra­zio­ni del­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le;
b.
le in­di­ca­zio­ni sul cal­co­lo dell'at­tri­bu­zio­ne e as­se­gna­zio­ne del­le ec­ce­den­ze; e
c.
tut­te le al­tre in­for­ma­zio­ni ne­ces­sa­rie agli sti­pu­lan­ti per adem­pie­re gli ob­bli­ghi le­ga­li di in­for­ma­re.

Sezione 2: Partecipazione alle eccedenze

Art. 141 Diritto di partecipazione a quote di eccedenze  

1Gli sti­pu­lan­ti han­no di­rit­to a quo­te di ec­ce­den­ze con­for­me­men­te al­la pre­sen­te se­zio­ne.

2Fat­to sal­vo l'ar­ti­co­lo 152 ca­po­ver­so 3, le quo­te di ec­ce­den­ze de­vo­no es­se­re as­se­gna­te la pri­ma vol­ta al ter­mi­ne del pri­mo an­no d'as­si­cu­ra­zio­ne.

Art. 142 Principi per il calcolo  

1L'at­tri­bu­zio­ne del­le ec­ce­den­ze è cal­co­la­ta in ba­se al con­to d'eser­ci­zio. Le vo­ci del con­to de­vo­no es­se­re sud­di­vi­se in pro­ces­so di ri­spar­mio, di ri­schio e dei co­sti.

2L'at­tri­bu­zio­ne del­le ec­ce­den­ze de­ve es­se­re cal­co­la­ta al­me­no una vol­ta all'an­no.

Art. 143 Processo e componente di risparmio  

1Il pro­ces­so di ri­spar­mio com­pren­de:

a.
l'ali­men­ta­zio­ne dell'ave­re di vec­chia­ia;
b.
la tra­sfor­ma­zio­ne dell'ave­re di vec­chia­ia in ren­di­te di vec­chia­ia;
c.
la li­qui­da­zio­ne/ge­stio­ne del­le ren­di­te di vec­chia­ia in cor­so e del­le ren­di­te per fi­gli di pen­sio­na­ti che ne ri­sul­ta­no.

2Il ri­ca­vo del pro­ces­so di ri­spar­mio (com­po­nen­te di ri­spar­mio) cor­ri­spon­de ai red­di­ti di ca­pi­ta­le nel con­to d'eser­ci­zio, do­po de­du­zio­ne dei co­sti di in­ve­sti­men­to e di ge­stio­ne dei ca­pi­ta­li (red­di­to net­to del ca­pi­ta­le).

3Le spe­se nel pro­ces­so di ri­spar­mio cor­ri­spon­do­no agli one­ri per la ri­mu­ne­ra­zio­ne tec­ni­ca al tas­so d'in­te­res­se ga­ran­ti­to e per la li­qui­da­zio­ne del­le ren­di­te di vec­chia­ia in cor­so e le ren­di­te di fi­gli di pen­sio­na­ti co­me pu­re per la li­qui­da­zio­ne di po­liz­ze di li­be­ro pas­sag­gio.

Art. 144 Processo e componente di rischio  

1Il pro­ces­so di ri­schio com­pren­de:

a.
il pa­ga­men­to di pre­sta­zio­ni in ca­so di de­ces­so e la lo­ro li­qui­da­zio­ne sot­to for­ma di pre­sta­zio­ni in ca­pi­ta­le, di ren­di­te per ve­do­ve, per ve­do­vi e per or­fa­ni;
b.
il pa­ga­men­to di pre­sta­zio­ni di in­va­li­di­tà e la lo­ro li­qui­da­zio­ne sot­to for­ma di ca­pi­ta­le d'in­va­li­di­tà, di ren­di­te d'in­va­li­di­tà, di ren­di­te per fi­gli d'in­va­li­di e di esen­zio­ne dai pre­mi; e
c.
la li­qui­da­zio­ne del­le aspet­ta­ti­ve le­ga­te al­le ren­di­te di vec­chia­ia in cor­so e al­le ren­di­te per su­per­sti­ti che ne ri­sul­ta­no.

2Il ri­ca­vo del pro­ces­so di ri­schio (com­po­nen­te ri­schio) cor­ri­spon­de ai pre­mi di ri­schio sca­du­ti.

3Le spe­se nel pro­ces­so di ri­schio cor­ri­spon­do­no agli one­ri in re­la­zio­ne al­le pre­sta­zio­ni as­si­cu­ra­ti­ve e al trat­ta­men­to dei si­ni­stri, in par­ti­co­la­re gli one­ri in re­la­zio­ne al­la co­sti­tu­zio­ne del­la ri­ser­va ma­te­ma­ti­ca di nuo­ve ren­di­te d'in­va­li­di­tà e per su­per­sti­ti, al­la li­qui­da­zio­ne del­le ren­di­te d'in­va­li­di­tà e del­le ren­di­te per su­per­sti­ti in cor­so non­ché all'in­clu­sio­ne del ri­sul­ta­to del­la rias­si­cu­ra­zio­ne.

Art. 145 Processo e componente dei costi  

1Il pro­ces­so dei co­sti com­pren­de gli one­ri per la ge­stio­ne e la di­stri­bu­zio­ne di so­lu­zio­ni as­si­cu­ra­ti­ve del­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le. La li­qui­da­zio­ne del­le ren­di­te di vec­chia­ia, per su­per­sti­ti e di in­va­li­di­tà in cor­so non è in­clu­sa nel pro­ces­so dei co­sti.

2Il ri­ca­vo del pro­ces­so dei co­sti (com­po­nen­te dei co­sti) cor­ri­spon­de ai pre­mi dei co­sti do­vu­ti, esclu­si i co­sti di in­ve­sti­men­to e di ge­stio­ne di ca­pi­ta­li, di pa­ga­men­to del­le ren­di­te e di li­qui­da­zio­ne del­le ren­di­te in cor­so.

3Le spe­se nel pro­ces­so dei co­sti cor­ri­spon­do­no ai co­sti di ge­stio­ne e d'eser­ci­zio nell'as­si­cu­ra­zio­ne del­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le.

Art. 146 Casi particolari  

1I con­trat­ti di as­si­cu­ra­zio­ne o par­ti di es­si per i qua­li so­no sta­ti con­cor­da­ti con­ti di en­tra­te e usci­te se­pa­ra­ti non so­no con­si­de­ra­ti per il cal­co­lo del­le com­po­nen­ti di cui agli ar­ti­co­li 143-145.

2I con­trat­ti di as­si­cu­ra­zio­ne o par­ti di es­si per i qua­li è sta­to con­cor­da­to il tra­sfe­ri­men­to sul­lo sti­pu­lan­te del ri­schio le­ga­to all'in­ve­sti­men­to di ca­pi­ta­li non so­no con­si­de­ra­ti per il cal­co­lo del­la com­po­nen­te di ri­spar­mio di cui all'ar­ti­co­lo 143.

3I con­trat­ti di ti­po pu­ra­men­te stop-loss non so­no con­si­de­ra­ti per il cal­co­lo del­la com­po­nen­te di ri­schio e del­la com­po­nen­te dei co­sti di cui agli ar­ti­co­li 144 e 145.

4I con­trat­ti di as­si­cu­ra­zio­ne se­con­do i ca­po­ver­si 1-3 de­vo­no fi­gu­ra­re se­pa­ra­ta­men­te nel con­to d'eser­ci­zio per i re­la­ti­vi pro­ces­si.

5Per que­sti con­trat­ti, gli ar­ti­co­li 152 ca­po­ver­so 3 e 153 ca­po­ver­so 1 se­con­da par­te del pe­rio­do non so­no ap­pli­ca­bi­li.

Art. 147 Quota minima e quota di distribuzione  

1Una par­te del­le com­po­nen­ti se­con­do gli ar­ti­co­li 143-145 de­ve es­se­re uti­liz­za­ta a fa­vo­re del­lo sti­pu­lan­te (quo­ta di di­stri­bu­zio­ne). La quo­ta di di­stri­bu­zio­ne de­ve com­pren­de­re al­me­no il 90 per cen­to del­le com­po­nen­ti (quo­ta mi­ni­ma).

2Se le com­po­nen­ti di ri­spar­mio cor­ri­spon­do­no al 6 per cen­to o più del­la ri­ser­va ma­te­ma­ti­ca e l'in­te­res­se mi­ni­mo LPP fis­sa­to nell'ar­ti­co­lo 15 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 25 giu­gno 19821 sul­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le per la vec­chia­ia, i su­per­sti­ti e l'in­va­li­di­tà (LPP) cor­ri­spon­de a due ter­zi o me­no di que­sto tas­so in per­cen­tua­le, le ec­ce­den­ze de­vo­no es­se­re ri­par­ti­te co­me se­gue:

a.
il red­di­to net­to del ca­pi­ta­le sul mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà in fa­vo­re dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne;
b.
il 90 per cen­to del ri­sul­ta­to a fa­vo­re de­gli sti­pu­lan­ti e il 10 per cen­to a fa­vo­re dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne. Per ri­sul­ta­to è da in­ten­de­re il sal­do to­ta­le po­si­ti­vo con­for­me­men­te all'ar­ti­co­lo 149 ca­po­ver­si 1 e 3 de­dot­ta la co­sti­tu­zio­ne di ri­ser­ve pre­vi­sta dal pia­no d'eser­ci­zio se­con­do l'ar­ti­co­lo 149 ca­po­ver­so 1 let­te­ra a.
3Se ne­ces­si­ta di fon­di pro­pri sup­ple­men­ta­ri per sod­di­sfa­re i re­qui­si­ti in ma­te­ria di sol­vi­bi­li­tà op­pu­re se la quo­ta del­la dif­fe­ren­za tra la som­ma del­le com­po­nen­ti e la quo­ta di di­stri­bu­zio­ne at­tri­bui­ta al ca­pi­ta­le pro­prio è in spro­por­zio­ne all'at­tri­bu­zio­ne al fon­do del­le ec­ce­den­ze, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ne de­ve da­re co­mu­ni­ca­zio­ne al­la FIN­MA. Que­st'ul­ti­ma può, su do­man­da o d'uf­fi­cio, pre­ve­de­re un di­sci­pli­na­men­to che de­ro­ghi ai ca­po­ver­si 1 e 2.

4La quo­ta di di­stri­bu­zio­ne e la pro­va dell'uti­liz­za­zio­ne de­vo­no es­se­re sot­to­po­ste per ap­pro­va­zio­ne.


Art. 148 Utilizzazione della quota di distribuzione  

1La quo­ta di di­stri­bu­zio­ne è in­nan­zi tut­to uti­liz­za­ta per gli one­ri nei pro­ces­si di ri­spar­mio, di ri­schio e dei co­sti.

2Il sal­do to­ta­le cor­ri­spon­de al­la quo­ta di di­stri­bu­zio­ne me­no gli one­ri nei pro­ces­si di ri­spar­mio, di ri­schio e dei co­sti.

Art. 149 Procedura in caso di saldo totale positivo  

1Il sal­do to­ta­le po­si­ti­vo è uti­liz­za­to con­for­me­men­te al pia­no d'eser­ci­zio dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne per:

a.
la co­sti­tu­zio­ne di ri­ser­ve per:
1.
il ri­schio di lon­ge­vi­tà,
2.
fu­tu­re la­cu­ne di co­per­tu­ra in ca­so di con­ver­sio­ne del­le ren­di­te,
3.
gli even­ti as­si­cu­ra­ti an­nun­cia­ti ma non an­co­ra li­qui­da­ti, ivi com­pre­si i po­ten­zia­men­ti del­la ri­ser­va ma­te­ma­ti­ca per le ren­di­te d'in­va­li­di­tà e le ren­di­te per su­per­sti­ti,
4.
gli even­ti as­si­cu­ra­ti in­sor­ti ma non an­co­ra an­nun­cia­ti,
5.
le flut­tua­zio­ni dei dan­ni,
6.
le flut­tua­zio­ni di va­lo­re de­gli in­ve­sti­men­ti di ca­pi­ta­le,
7.
l'in­te­res­se ga­ran­ti­to,
8.
gli ade­gua­men­ti e i ri­sa­na­men­ti del­le ta­rif­fe.
b.
la co­per­tu­ra dei co­sti per il ca­pi­ta­le di ri­schio sup­ple­men­ta­re as­sun­to con l'ap­pro­va­zio­ne del­la FIN­MA;
c.
l'ali­men­ta­zio­ne del fon­do del­le ec­ce­den­ze.

2Le ri­ser­ve non più ne­ces­sa­rie, co­sti­tui­te con­for­me­men­te al ca­po­ver­so 1 let­te­ra a, de­vo­no es­se­re at­tri­bui­te al fon­do del­le ec­ce­den­ze.

3Il ca­pi­ta­le di ri­schio di cui al ca­po­ver­so 1 let­te­ra b può es­se­re as­sun­to uni­ca­men­te con l'ap­pro­va­zio­ne del­la FIN­MA; es­so può es­se­re uti­liz­za­to per adem­pie­re pre­scri­zio­ni in ma­te­ria di sor­ve­glian­za o nell'in­te­res­se de­gli as­si­cu­ra­ti per mi­glio­ra­re il red­di­to dell'in­ve­sti­men­to di ca­pi­ta­li.

Art. 150 Procedura in caso di saldo totale negativo  

1In ca­so di sal­do to­ta­le ne­ga­ti­vo bi­so­gna adot­ta­re, nell'or­di­ne, i se­guen­ti prov­ve­di­men­ti fi­no al­la co­per­tu­ra del di­sa­van­zo:

a.
le ri­ser­ve non più ne­ces­sa­rie de­vo­no es­se­re sciol­te;
b.
la quo­ta di di­stri­bu­zio­ne de­ve es­se­re au­men­ta­ta;
c.
il di­sa­van­zo re­si­duo può es­se­re ri­por­ta­to al mas­si­mo per un am­mon­ta­re pa­ri al fon­do del­le ec­ce­den­ze di­spo­ni­bi­le e può es­se­re com­pen­sa­to con il fon­do del­le ec­ce­den­ze dell'an­no suc­ces­si­vo.
d.
il di­sa­van­zo re­si­duo vie­ne co­per­to me­dian­te i fon­di pro­pri li­be­ri.
Art. 151 Fondo delle eccedenze  

1Il fon­do del­le ec­ce­den­ze è una vo­ce di bi­lan­cio at­tua­ria­le per la mes­sa a di­spo­si­zio­ne del­le quo­te di ec­ce­den­ze spet­tan­ti agli sti­pu­lan­ti.

2Gli im­por­ti ac­cre­di­ta­ti al fon­do del­le ec­ce­den­ze de­vo­no es­se­re, con ri­ser­va dell'ar­ti­co­lo 150 let­te­ra c, uti­liz­za­ti esclu­si­va­men­te per l'as­se­gna­zio­ne agli sti­pu­lan­ti di quo­te di ec­ce­den­ze.

Art. 152 Condizioni per l'assegnazione di quote di eccedenze  

1Le quo­te di ec­ce­den­ze per gli sti­pu­lan­ti de­vo­no es­se­re pre­le­va­te esclu­si­va­men­te dal fon­do del­le ec­ce­den­ze.

2I mez­zi at­tri­bui­ti al fon­do del­le ec­ce­den­ze de­vo­no es­se­re di­stri­bui­ti agli sti­pu­lan­ti al più tar­di en­tro cin­que an­ni.

3In ca­so di sal­do to­ta­le ne­ga­ti­vo, nell'an­no in que­stio­ne non pos­so­no es­se­re ri­par­ti­te quo­te di ec­ce­den­ze.

Art. 153 Principi per l'assegnazione delle quote di eccedenze  

1Le quo­te di ec­ce­den­ze ac­cu­mu­la­te nel fon­do del­le ec­ce­den­ze de­vo­no es­se­re as­se­gna­te se­con­do me­to­di at­tua­ria­li ri­co­no­sciu­ti, tut­ta­via ogni an­no per un am­mon­ta­re pa­ri al mas­si­mo ai due ter­zi del fon­do del­le ec­ce­den­ze.

2L'as­se­gna­zio­ne del­le quo­te di ec­ce­den­ze tra gli isti­tu­ti di pre­vi­den­za av­vie­ne con­for­me­men­te al­la pro­por­zio­ne del­la ri­ser­va ma­te­ma­ti­ca, all'an­da­men­to dei si­ni­stri dei ri­schi as­si­cu­ra­ti e agli one­ri am­mi­ni­stra­ti­vi cau­sa­ti non­ché te­nen­do con­to dell'ar­ti­co­lo 68a del­la LPP1.

3La FIN­MA può, per mo­ti­vi par­ti­co­la­ri, or­di­na­re de­ro­ghe al­la re­go­la dei due ter­zi di cui al ca­po­ver­so 1.


Art. 154  

1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

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