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Ordinanza sulla sorveglianza delle imprese di assicurazione private

del 9 novembre 2005 (Stato 1° gennaio 2016)

Il Consiglio federale svizzero,

vista la legge del 17 dicembre 20041 sulla sorveglianza degli assicuratori (LSA); visto l'articolo 15 della legge del 24 marzo 20002 sul personale federale (LPers); in applicazione dell'Accordo del 10 ottobre 19893 tra la Confederazione Svizzera e la CEE concernente l'assicurazione diretta diversa dall'assicurazione sulla vita e dell'Accordo del 19 dicembre 19964 tra la Confederazione Svizzera e il Principato del Liechtenstein concernente l'assicurazione diretta,

ordina:

Titolo primo: Campo di applicazione

Art. 1 Attività assicurativa in Svizzera

1Vi è at­ti­vi­tà as­si­cu­ra­ti­va in Sviz­ze­ra, in­di­pen­den­te­men­te dal mo­do e luo­go di con­clu­sio­ne del con­trat­to, se:

a.
una per­so­na fi­si­ca o giu­ri­di­ca do­mi­ci­lia­ta in Sviz­ze­ra è sti­pu­lan­te o as­si­cu­ra­to; o
b.
ven­go­no as­si­cu­ra­te co­se si­te in Sviz­ze­ra.

2Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne con se­de all'este­ro e sen­za fi­lia­le in Sviz­ze­ra non sot­to­stan­no al­la sor­ve­glian­za del­le as­si­cu­ra­zio­ni, se in Sviz­ze­ra eser­ci­ta­no esclu­si­va­men­te i se­guen­ti af­fa­ri as­si­cu­ra­ti­vi:

a.
la co­per­tu­ra di ri­schi as­si­cu­ra­ti­vi con­nes­si con la na­vi­ga­zio­ne ma­rit­ti­ma, la na­vi­ga­zio­ne ae­rea e i tra­spor­ti tran­sfron­ta­lie­ri;
b.
la co­per­tu­ra di ri­schi all'este­ro;
c.
la co­per­tu­ra di ri­schi di guer­ra.

3I ca­po­ver­si 1 e 2 si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia all'in­ter­me­dia­zio­ne as­si­cu­ra­ti­va.

Art. 2


1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Titolo secondo: Avvio dell'attività assicurativa

Capitolo 1: In generale

Art. 3 Estensione dell'autorizzazione

1L'Au­to­ri­tà fe­de­ra­le di vi­gi­lan­za sui mer­ca­ti fi­nan­zia­ri (FIN­MA) ri­la­scia l'au­to­riz­za­zio­ne per l'eser­ci­zio dell'at­ti­vi­tà in uno o più ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi se­con­do l'al­le­ga­to 1.1

2L'au­to­riz­za­zio­ne a eser­ci­ta­re un ra­mo dell'as­si­cu­ra­zio­ne con­tro i dan­ni per­met­te pu­re di eser­ci­ta­re i ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi B1-B13, B16 e B18, sem­pre che que­sti ri­schi:

a.
sia­no con­nes­si con il ri­schio prin­ci­pa­le o ri­guar­di­no l'og­get­to co­per­to con­tro il ri­schio prin­ci­pa­le; e
b.
sia­no ga­ran­ti­ti dal­lo stes­so con­trat­to che co­pre il ri­schio prin­ci­pa­le.

3Il ri­schio com­pre­so nel ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo B17 può es­se­re co­per­to, sen­za una par­ti­co­la­re au­to­riz­za­zio­ne, al­le con­di­zio­ni di cui al ca­po­ver­so 2, sem­pre che que­sto ri­schio:

a.
sia con­nes­so con i ri­schi com­pre­si nel ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo B18; op­pu­re
b.
ri­guar­di con­tro­ver­sie o pre­te­se che de­ri­va­no dall'im­pie­go di na­vi ma­rit­ti­me o che so­no in rap­por­to con ta­le im­pie­go.

4L'au­to­riz­za­zio­ne a eser­ci­ta­re i ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A1, A3, A4 e A5 co­me pu­re B1 e B2 per­met­te pu­re di eser­ci­ta­re l'as­si­cu­ra­zio­ne in­va­li­di­tà.

5L'au­to­riz­za­zio­ne a eser­ci­ta­re l'as­si­cu­ra­zio­ne di­ret­ta per­met­te pu­re di eser­ci­ta­re la rias­si­cu­ra­zio­ne nei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi per i qua­li è sta­ta con­ces­sa l'au­to­riz­za­zio­ne.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 4 Autorizzazione in caso di fusioni, scissioni e trasformazioni

1La FIN­MA1 ri­la­scia l'au­to­riz­za­zio­ne di cui all'ar­ti­co­lo 3 ca­po­ver­so 2 LSA, se è ga­ran­ti­ta la pro­te­zio­ne de­gli as­si­cu­ra­ti, in par­ti­co­la­re dai ri­schi d'in­sol­ven­za dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne as­sun­tri­ce e da­gli abu­si.

2In ca­so di fu­sio­ni, scis­sio­ni e tra­sfor­ma­zio­ni, le im­pre­se in­te­res­sa­te de­vo­no as­si­cu­rar­si che i con­trat­ti di as­si­cu­ra­zio­ne sia­no man­te­nu­ti in­va­ria­ti.

3La ri­chie­sta dell'iscri­zio­ne di fu­sio­ni, scis­sio­ni e tra­sfor­ma­zio­ni nel re­gi­stro di com­mer­cio può es­se­re fat­ta so­lo do­po l'ot­te­ni­men­to dell'au­to­riz­za­zio­ne.

4Se le fu­sio­ni, le scis­sio­ni o le tra­sfor­ma­zio­ni di cui all'ar­ti­co­lo 3 ca­po­ver­so 2 LSA so­no sta­te iscrit­te nel re­gi­stro di com­mer­cio sen­za l'au­to­riz­za­zio­ne del­la FIN­MA, que­sta di­spo­ne, a spe­se del­le so­cie­tà in­te­res­sa­te, i prov­ve­di­men­ti ne­ces­sa­ri per ri­pri­sti­na­re la si­tua­zio­ne le­ga­le.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. 11 dell'all. all'O del 15 ott. 2008 su­gli au­dit dei mer­ca­ti fi­nan­zia­ri, in vi­go­re dal 1° gen. 2009 (RU 2008 5363). Di det­ta mod. è te­nu­to con­to in tut­to il pre­sen­te te­sto.

Art. 5 Obbligo di comunicazione in caso di modifiche del piano d'esercizio

Mo­di­fi­che del pia­no d'eser­ci­zio se­con­do l'ar­ti­co­lo 5 ca­po­ver­so 2 LSA de­vo­no es­se­re co­mu­ni­ca­te al­la FIN­MA en­tro quin­di­ci gior­ni dal mo­men­to in cui in­ter­vie­ne il re­la­ti­vo fat­to.

Art. 5a Assicurazioni complementari delle casse malati

Le cas­se ma­la­ti di cui all'ar­ti­co­lo 2 del­la leg­ge del 26 set­tem­bre 20142 sul­la vi­gi­lan­za sull'as­si­cu­ra­zio­ne ma­lat­tie (LVA­Mal) pos­so­no eser­ci­ta­re as­si­cu­ra­zio­ni com­ple­men­ta­ri di cui all'ar­ti­co­lo 2 ca­po­ver­so 2 LVA­Mal non ap­pe­na la FIN­MA ri­la­scia lo­ro l'au­to­riz­za­zio­ne di cui all'ar­ti­co­lo 3 LSA.


1 In­tro­dot­to dal n. 6 dell'all. all'O del 18 nov. 2015 sul­la vi­gi­lan­za sull'as­si­cu­ra­zio­ne ma­lat­tie, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 5165).
2 RS832.12

Capitolo 2: Condizioni per l'autorizzazione

Sezione 1: Capitale minimo

Art. 6 Principio

1Se l'at­ti­vi­tà di un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne com­pren­de più ra­mi o più ri­schi , ai fi­ni del­la de­ter­mi­na­zio­ne del ca­pi­ta­le mi­ni­mo è con­si­de­ra­to il ra­mo o il ri­schio con l'im­por­to più ele­va­to.

21


1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 18 ott. 2006, con ef­fet­to dal 1° gen. 2007 (RU 2006 4425).

Art. 7 Assicurazione sulla vita

Per le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che eser­ci­ta­no l'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta, il ca­pi­ta­le mi­ni­mo am­mon­ta a:

a.
5 mi­lio­ni di fran­chi per i ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A2.1, A2.4 e A7 co­me pu­re per i ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A3.3, A3.4 e A6, sem­pre che sia­no as­si­cu­ra­te uni­ca­men­te la co­per­tu­ra in ca­so di de­ces­so o l'esen­zio­ne dai pre­mi;
b.
8 mi­lio­ni di fran­chi per i ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A2.2, A2.3, A2.5, A2.6, A3.1, A3.2, A4 e A5 co­me pu­re per i ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A3.3, A3.4 e A6, sem­pre che, ol­tre al­la co­per­tu­ra in ca­so di de­ces­so e all'esen­zio­ne dai pre­mi, sia for­ni­ta la co­per­tu­ra del ca­pi­ta­le con in­te­res­se ga­ran­ti­to o al­tre ga­ran­zie;
c.
10 mi­lio­ni di fran­chi per il ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo A1;
d.
12 mi­lio­ni di fran­chi per il ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo A1, sem­pre che sia ac­cor­da­ta la co­per­tu­ra to­ta­le (ge­stio­ne del pro­ces­so di ri­spar­mio nel­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le, con co­per­tu­ra del ca­pi­ta­le, ga­ran­zia del tas­so di in­te­res­se mi­ni­mo e dell'ali­quo­ta di con­ver­sio­ne).

Art. 8 Assicurazione contro i danni

Per le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che eser­ci­ta­no l'as­si­cu­ra­zio­ne con­tro i dan­ni, il ca­pi­ta­le mi­ni­mo am­mon­ta a:

a.
8 mi­lio­ni di fran­chi per i ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi B1-B8 e B10-B15;
b.
3 mi­lio­ni di fran­chi per i ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi B9, B16, B17 e B18.

Art. 9 Riassicurazione

Per le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che eser­ci­ta­no la rias­si­cu­ra­zio­ne, il ca­pi­ta­le mi­ni­mo am­mon­ta a:

a.
10 mi­lio­ni di fran­chi per i ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi C1 e C2;
b.
3 mi­lio­ni di fran­chi per il ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo C3.

Art. 10 Deroga al capitale minimo

In cir­co­stan­ze par­ti­co­la­ri, se­gna­ta­men­te se l'espo­si­zio­ne dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ai ri­schi e il vo­lu­me de­gli af­fa­ri pre­vi­sto lo giu­sti­fi­ca­no, la FIN­MA può, en­tro i li­mi­ti le­ga­li di cui all'ar­ti­co­lo 8 ca­po­ver­so 1 LSA, am­met­te­re de­ro­ghe agli im­por­ti se­con­do gli ar­ti­co­li 7-9.

Sezione 2: Fondo d'organizzazione

Art. 11

1Il fon­do d'or­ga­niz­za­zio­ne cor­ri­spon­de di re­go­la al 20 per cen­to del ca­pi­ta­le mi­ni­mo. Es­so può es­se­re im­pie­ga­to per sco­pi di­ver­si da quel­li men­zio­na­ti nell'ar­ti­co­lo 10 ca­po­ver­so 1 LSA al più pre­sto tre an­ni do­po es­se­re sta­to co­sti­tui­to e so­lo d'in­te­sa con la FIN­MA.

2Per le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne au­to­riz­za­te all'eser­ci­zio del ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo C3, il fon­do d'or­ga­niz­za­zio­ne am­mon­ta al­me­no a 300 000 fran­chi.

3La FIN­MA può esi­ge­re l'au­men­to o la ri­co­sti­tu­zio­ne del fon­do d'or­ga­niz­za­zio­ne, qua­lo­ra il con­to an­nua­le do­ves­se pre­sen­ta­re una per­di­ta o l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne pia­ni­fi­cas­se un'esten­sio­ne straor­di­na­ria del­la sua at­ti­vi­tà.

Capitolo 3: Disposizioni sulla garanzia

Art. 12 Consiglio di amministrazione

1Il con­si­glio di am­mi­ni­stra­zio­ne de­ve es­se­re com­po­sto in mo­do da po­ter ot­tem­pe­ra­re in ma­nie­ra inec­ce­pi­bi­le ai com­pi­ti di sor­ve­glian­za e di di­re­zio­ne ge­ne­ra­le dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne. Il con­si­glio di am­mi­ni­stra­zio­ne de­ve in par­ti­co­la­re pos­se­de­re le ne­ces­sa­rie co­no­scen­ze in ma­te­ria di as­si­cu­ra­zio­ni.

2Ogni mem­bro del con­si­glio di am­mi­ni­stra­zio­ne de­ve di­spor­re del­le co­no­scen­ze tec­ni­che e del tem­po ne­ces­sa­ri per adem­pie­re ai pro­pri com­pi­ti.

3Il cur­ri­cu­lum vi­tae di ogni nuo­vo mem­bro va in­via­to al­la FIN­MA en­tro quin­di­ci gior­ni dal­la no­mi­na.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 13 Doppia funzione

1I mem­bri del con­si­glio di am­mi­ni­stra­zio­ne non pos­so­no es­se­re al­lo stes­so tem­po mem­bri del­la di­re­zio­ne.

2La fun­zio­ne del re­vi­so­re in­ter­no è in­con­ci­lia­bi­le con quel­la dell'at­tua­rio re­spon­sa­bi­le.

3In sin­go­li ca­si mo­ti­va­ti, la FIN­MA può au­to­riz­za­re ec­ce­zio­ni a fa­vo­re dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne, su­bor­di­nan­do­le a con­di­zio­ni.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 14 Gestione

1Le per­so­ne re­spon­sa­bi­li del­la ge­stio­ne de­vo­no di­spor­re del­le co­no­scen­ze ne­ces­sa­rie per di­ri­ge­re i set­to­ri dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne lo­ro sot­to­po­sti.

2Il cur­ri­cu­lum vi­tae di ogni nuo­vo mem­bro del­la di­re­zio­ne va in­via­to al­la FIN­MA en­tro quin­di­ci gior­ni dal­la no­mi­na.1


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 11 dell'all. all'O del 22 ago. 2007 sui re­vi­so­ri, in vi­go­re dal 1° set. 2007 (RU 2007 3989).

Capitolo 4: Disposizioni complementari per le imprese di assicurazione estere

Sezione 1: …

Art. 15


1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Sezione 2: Mandatario generale

Art. 16 Esigenze

1Il man­da­ta­rio ge­ne­ra­le dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne este­ra ha il do­mi­ci­lio in Sviz­ze­ra e as­su­me la di­re­zio­ne ef­fet­ti­va del­la se­de per l'in­sie­me de­gli af­fa­ri sviz­ze­ri.

2Egli de­ve di­spor­re del­le co­no­scen­ze ne­ces­sa­rie per eser­ci­ta­re l'at­ti­vi­tà as­si­cu­ra­ti­va.

3Il cur­ri­cu­lum vi­tae di ogni nuo­vo man­da­ta­rio ge­ne­ra­le e la pro­cu­ra del­la di­re­zio­ne van­no in­via­ti al­la FIN­MA pri­ma del­la de­si­gna­zio­ne.

Art. 17 Obblighi e attribuzioni

1Il man­da­ta­rio ge­ne­ra­le rap­pre­sen­ta l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne este­ra di fron­te al­la FIN­MA e a ter­zi in ogni af­fa­re con­cer­nen­te l'ese­cu­zio­ne del­la le­gi­sla­zio­ne sul­la sor­ve­glian­za del­le as­si­cu­ra­zio­ni. Egli ha in par­ti­co­la­re gli ob­bli­ghi e le at­tri­bu­zio­ni se­guen­ti:

a.
ac­qui­sto o alie­na­zio­ne, per con­to dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne, di ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li per la pre­sta­zio­ne o il mu­ta­men­to del­la cau­zio­ne o del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to se­con­do le istru­zio­ni dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne o le di­spo­si­zio­ni del­la FIN­MA;
b.
con­ser­va­zio­ne de­gli at­ti e te­nu­ta dei li­bri e re­gi­stri pres­so la se­de dell'in­sie­me de­gli af­fa­ri sviz­ze­ri (art. 19);
c.
ri­la­scio di di­chia­ra­zio­ni vin­co­lan­ti al­le au­to­ri­tà dei re­gi­stri e dei re­gi­stri fon­dia­ri, in ese­cu­zio­ne de­gli at­ti giu­ri­di­ci enun­cia­ti al­la let­te­ra a;
d.
ri­la­scio di di­chia­ra­zio­ni ri­guar­dan­ti le ta­rif­fe e al­tri do­cu­men­ti d'as­si­cu­ra­zio­ne da uti­liz­za­re in Sviz­ze­ra.

2Egli rap­pre­sen­ta l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne in­nan­zi ai tri­bu­na­li sviz­ze­ri e al­le au­to­ri­tà d'ese­cu­zio­ne e fal­li­men­to e ac­cet­ta va­li­da­men­te no­ti­fi­ca­zio­ni e co­mu­ni­ca­zio­ni fat­te all'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.

3Nel­le sue com­pe­ten­ze non rien­tra­no di­chia­ra­zio­ni con­cer­nen­ti:

a.
l'esten­sio­ne dell'au­to­riz­za­zio­ne;
b.
la ri­nun­cia all'au­to­riz­za­zio­ne;
c.
le mo­di­fi­che del pia­no d'eser­ci­zio dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne, con ri­ser­va del ca­po­ver­so 1 let­te­ra d;
d.
il con­to an­nua­le con­cer­nen­te l'in­sie­me de­gli af­fa­ri dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne;
e.
il tra­sfe­ri­men­to vo­lon­ta­rio del por­ta­fo­glio sviz­ze­ro del­le as­si­cu­ra­zio­ni.

Art. 18 Procura

1Nel­la pro­cu­ra de­vo­no es­se­re de­fi­ni­ti i di­rit­ti e gli ob­bli­ghi giu­sta l'ar­ti­co­lo 17.

2La no­mi­na del man­da­ta­rio ge­ne­ra­le e la ces­sa­zio­ne del man­da­to so­no pub­bli­ca­te nel Fo­glio uf­fi­cia­le sviz­ze­ro di com­mer­cio.

Art. 19 Conservazione degli atti

1Il man­da­ta­rio ge­ne­ra­le con­ser­va i do­cu­men­ti del por­ta­fo­glio sviz­ze­ro del­le as­si­cu­ra­zio­ni nel­la se­de dell'in­sie­me de­gli af­fa­ri sviz­ze­ri e tie­ne i re­la­ti­vi li­bri e re­gi­stri.

2A ri­chie­sta mo­ti­va­ta e col con­sen­so del­la FIN­MA, ta­lu­ni at­ti pos­so­no es­se­re con­ser­va­ti in un al­tro luo­go.

Art. 20 Attività all'estero

1Im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne este­re che dal­la Sviz­ze­ra eser­ci­ta­no l'at­ti­vi­tà esclu­si­va­men­te all'este­ro de­vo­no pro­va­re che so­no au­to­riz­za­te a eser­ci­ta­re l'at­ti­vi­tà as­si­cu­ra­ti­va nel pro­prio Sta­to di se­de e che l'au­to­ri­tà di sor­ve­glian­za del­lo Sta­to di se­de è d'ac­cor­do con l'isti­tu­zio­ne di una suc­cur­sa­le in Sviz­ze­ra.1

2Le di­spo­si­zio­ni con­cer­nen­ti il man­da­ta­rio ge­ne­ra­le si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. 11 dell'all. all'O del 15 ott. 2008 su­gli au­dit dei mer­ca­ti fi­nan­zia­ri, in vi­go­re dal 1° gen. 2009 (RU 2008 5363).

Titolo terzo: Solvibilità

Capitolo 1: Disposizioni generali

Art. 21 Garanzia finanziaria

La ga­ran­zia fi­nan­zia­ria è de­ter­mi­na­ta in fun­zio­ne del­la sol­vi­bi­li­tà e del­le ri­ser­ve tec­ni­che.

Art. 22 Metodi per stabilire la solvibilità

1La sol­vi­bi­li­tà del­le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne è va­lu­ta­ta in ba­se al Te­st sviz­ze­ro di sol­vi­bi­li­tà (Swiss Sol­ven­cy Te­st, SST). Lad­do­ve lo esi­ga­no di­spo­si­zio­ni con­te­nu­te in trat­ta­ti in­ter­na­zio­na­li, es­sa è inol­tre va­lu­ta­ta se­con­do la Sol­vi­bi­li­tà I.

2Con il SST i fon­di pro­pri ne­ces­sa­ri so­no de­ter­mi­na­ti in fun­zio­ne dei ri­schi cui è espo­sta l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne (ca­pi­ta­le pre­vi­sto) non­ché dei fon­di pro­pri com­pu­ta­bi­li (ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi).

3Con la Sol­vi­bi­li­tà I i fon­di pro­pri ne­ces­sa­ri so­no de­ter­mi­na­ti in fun­zio­ne del vo­lu­me de­gli af­fa­ri (mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà ri­chie­sto) non­ché dei fon­di pro­pri com­pu­ta­bi­li (mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà di­spo­ni­bi­le).


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 22a Strumenti di capitale assorbenti il rischio

1In vir­tù dei pre­sup­po­sti qui di se­gui­to e con il con­sen­so del­la FIN­MA, gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio, in par­ti­co­la­re il ca­pi­ta­le ibri­do, pos­so­no es­se­re com­pu­ta­ti nel mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà di­spo­ni­bi­le se­con­do la Sol­vi­bi­li­tà I ed es­se­re con­si­de­ra­ti nel ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi op­pu­re nel ca­pi­ta­le pre­vi­sto se­con­do il SST:

a.
es­si so­no sta­ti ef­fet­ti­va­men­te ver­sa­ti e non so­no sta­ti ga­ran­ti­ti con ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne;
b.
es­si non pos­so­no es­se­re com­pen­sa­ti con le pre­te­se dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne;
c.
è sta­bi­li­to in mo­do ir­re­vo­ca­bi­le che es­si so­no po­ster­ga­ti ri­spet­to ai cre­di­ti di tut­ti gli al­tri cre­di­to­ri in ca­so di li­qui­da­zio­ne, di fal­li­men­to o di con­cor­da­to dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne o che la rea­liz­za­zio­ne di ta­lu­ne con­di­zio­ni li tra­sfor­ma in ca­pi­ta­le pro­prio sta­tu­ta­rio;
d.
nel con­trat­to è sta­bi­li­to che l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ha il di­rit­to o l'ob­bli­go, a ta­lu­ne con­di­zio­ni, di dif­fe­ri­re o di an­nul­la­re il pa­ga­men­to di in­te­res­si pas­si­vi esi­gi­bi­li;
e.
nel con­trat­to è sta­bi­li­to che il de­bi­to e gli in­te­res­si non pa­ga­ti de­vo­no po­ter ser­vi­re ad as­sor­bi­re una per­di­ta sen­za che l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne sia co­stret­ta a ces­sa­re la sua at­ti­vi­tà;
f.
il con­trat­to non con­tie­ne clau­so­le se­con­do cui il de­bi­to de­ve es­se­re rim­bor­sa­to pri­ma del ter­mi­ne pre­vi­sto nei ca­si di­ver­si dal­la li­qui­da­zio­ne dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne;
g.
es­si non pos­so­no es­se­re rim­bor­sa­ti an­ti­ci­pa­ta­men­te su ini­zia­ti­va del por­ta­to­re e sol­tan­to con il pre­vio con­sen­so del­la FIN­MA. L'au­to­riz­za­zio­ne è ri­la­scia­ta se l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne di­mo­stra che il rim­bor­so non met­te a ri­schio la sol­vi­bi­li­tà.

2La FIN­MA può de­fi­ni­re i cri­te­ri per il com­pu­to di stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio, se­gna­ta­men­te re­la­ti­vi al­la va­lu­ta­zio­ne del­la qua­li­tà de­gli stru­men­ti, al­la lo­ro ap­pli­ca­bi­li­tà le­ga­le, al­la fun­gi­bi­li­tà del ca­pi­ta­le e al ri­schio di per­di­ta del for­ni­to­re del­le pre­sta­zio­ni.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 22b Limitazione della computabilità secondo il SST

1Gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio pos­so­no es­se­re con­si­de­ra­ti al mas­si­mo nel­la mi­su­ra in cui la som­ma del­le ri­per­cus­sio­ni in ter­mi­ni di im­por­to ri­sul­tan­ti nel ca­pi­ta­le pre­vi­sto e nel ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi non su­pe­ri il ca­pi­ta­le di ba­se.

2Per la con­si­de­ra­zio­ne de­gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio nel ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi o nel ca­pi­ta­le pre­vi­sto si ap­pli­ca­no inol­tre le li­mi­ta­zio­ni di cui agli ar­ti­co­li 47 e 49.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 22c Limitazione della computabilità secondo la Solvibilità I

1Per il com­pu­to de­gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio nel­la Sol­vi­bi­li­tà I val­go­no le se­guen­ti li­mi­ta­zio­ni:

a.
gli im­pe­gni pos­so­no es­se­re com­pu­ta­ti com­ples­si­va­men­te fi­no a con­cor­ren­za del 50 per cen­to del mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà di­spo­ni­bi­le o del mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà ri­chie­sto, fer­mo re­stan­do che è de­ter­mi­nan­te il più esi­guo tra i due im­por­ti;
b.
gli im­pe­gni a sca­den­za fis­sa pos­so­no es­se­re com­pu­ta­ti fi­no a con­cor­ren­za del 25 per cen­to del mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà di­spo­ni­bi­le o del mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà ri­chie­sto, fer­mo re­stan­do che è de­ter­mi­nan­te il più esi­guo tra i due im­por­ti.

2Ne­gli ul­ti­mi cin­que an­ni di va­li­di­tà il com­pu­to de­gli im­pe­gni a sca­den­za fis­sa è ri­dot­to an­nual­men­te del 20 per cen­to dell'im­por­to no­mi­na­le ori­gi­na­rio.

3Se è con­fe­ri­to al cre­di­to­re il di­rit­to di di­sdet­ta, la fi­ne de­ter­mi­nan­te del­la va­li­di­tà è da­ta dal­la sca­den­za più vi­ci­na del rim­bor­so. In ca­si mo­ti­va­ti, la FIN­MA può am­met­te­re ec­ce­zio­ni.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Capitolo 2: Solvibilità I

Sezione 1: …

Art. 23 a 26


1 Abro­ga­ti dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Sezione 2: Margine di solvibilità richiesto per le imprese di assicurazione che esercitano l'assicurazione contro i danni

Art. 27 Calcolo

1Il mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà ri­chie­sto è cal­co­la­to sul­la ba­se dei pre­mi lor­di an­nui (art. 28) o dell'one­re me­dio dei si­ni­stri ri­fe­ri­to agli ul­ti­mi tre eser­ci­zi (art. 29). È de­ter­mi­nan­te il più ele­va­to tra i due ri­sul­ta­ti.

2Per l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne che co­pre es­sen­zial­men­te i ri­schi le­ga­ti al cre­di­to, al­la tem­pe­sta, al­la gran­di­ne o al ge­lo, l'one­re me­dio dei si­ni­stri è cal­co­la­to sul­la ba­se de­gli ul­ti­mi set­te eser­ci­zi.

Art. 28 Indice dei premi

1L'in­di­ce dei pre­mi è cal­co­la­to in ba­se ai pre­mi lor­di con­ta­bi­liz­za­ti o ai pre­mi lor­di di com­pe­ten­za. È de­ter­mi­nan­te l'im­por­to più ele­va­to.

2Se non è pos­si­bi­le de­ter­mi­na­re con esat­tez­za i pre­mi dei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi B11, B12 e B13, la lo­ro at­tri­bu­zio­ne può av­ve­ni­re, con il con­sen­so del­la FIN­MA, me­dian­te me­to­di sta­ti­sti­ci. Gli im­por­ti dei pre­mi di que­sti ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi so­no in ogni ca­so mag­gio­ra­ti del 50 per cen­to.

3L'in­di­ce dei pre­mi si ot­tie­ne co­me se­gue:

a.
dal­la som­ma dei pre­mi lor­di in­cas­sa­ti nell'am­bi­to dell'as­si­cu­ra­zio­ne di­ret­ta e del­la rias­si­cu­ra­zio­ne nel cor­so dell'ul­ti­mo eser­ci­zio, en­tra­te ac­ces­so­rie com­pre­se, so­no dap­pri­ma de­dot­ti i pre­mi an­nul­la­ti e le im­po­ste e tas­se ri­scos­se di­ret­ta­men­te con i pre­mi;
b.
cal­co­lan­do e ad­di­zio­nan­do il 18 per cen­to dei pri­mi 80 mi­lio­ni di fran­chi dell'im­por­to se­con­do la let­te­ra a, e il 16 per cen­to sul­la par­te ec­ce­den­te ta­le am­mon­ta­re;
c.
il ri­sul­ta­to in­ter­me­dio se­con­do la let­te­ra b è mol­ti­pli­ca­to per il quo­zien­te ot­te­nu­to, sul­la ba­se de­gli ul­ti­mi tre eser­ci­zi, dal rap­por­to tra l'im­por­to dei si­ni­stri a ca­ri­co dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne, de­dot­ti i si­ni­stri rias­si­cu­ra­ti, e l'im­por­to lor­do dei si­ni­stri, ma al­me­no per 0,5.

Art. 29 Indice dei sinistri

1L'in­di­ce dei si­ni­stri si cal­co­la sul­la ba­se dei ver­sa­men­ti per si­ni­stri cor­ri­spo­sti du­ran­te i pe­rio­di di cui all'ar­ti­co­lo 27 per l'as­si­cu­ra­zio­ne di­ret­ta e la rias­si­cu­ra­zio­ne, mag­gio­ra­ti del­le ri­ser­ve per si­ni­stri in so­spe­so co­sti­tui­te al­la fi­ne dell'ul­ti­mo eser­ci­zio nei due set­to­ri d'at­ti­vi­tà.

2Se non è pos­si­bi­le de­ter­mi­na­re con esat­tez­za i si­ni­stri, le ri­ser­ve o i re­gres­si dei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi B11, B12 e B13, la lo­ro at­tri­bu­zio­ne può av­ve­ni­re, con il con­sen­so del­la FIN­MA, me­dian­te me­to­di sta­ti­sti­ci. Gli im­por­ti per si­ni­stri, ri­ser­ve o re­gres­si per que­sti ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi so­no in ogni ca­so mag­gio­ra­ti del 50 per cen­to.

3L'in­di­ce dei si­ni­stri si ot­tie­ne co­me se­gue:

a.
dall'im­por­to di cui al ca­po­ver­so 1 so­no de­dot­te le som­me dei re­gres­si in­cas­sa­ti du­ran­te i pe­rio­di di cui all'ar­ti­co­lo 27, co­me pu­re le ri­ser­ve per si­ni­stri in so­spe­so nell'am­bi­to dell'as­si­cu­ra­zio­ne di­ret­ta e del­la rias­si­cu­ra­zio­ne co­sti­tui­te all'ini­zio dell'eser­ci­zio che pre­ce­de di due an­ni la chiu­su­ra dell'ul­ti­mo eser­ci­zio. Se il pe­rio­do è pa­ri a set­te an­ni, l'im­por­to da de­dur­re cor­ri­spon­de al­le ri­ser­ve co­sti­tui­te all'ini­zio dell'eser­ci­zio che pre­ce­de di sei an­ni la chiu­su­ra dell'ul­ti­mo eser­ci­zio;
b.
dal­la me­dia an­nua dell'im­por­to co­sì ot­te­nu­to si cal­co­la­no e si ag­giun­go­no il 26 per cen­to sui pri­mi 56 mi­lio­ni di fran­chi e il 23 per cen­to sul­la par­te ec­ce­den­te ta­le ci­fra. Il ri­sul­ta­to di que­ste ope­ra­zio­ni co­sti­tui­sce il ri­sul­ta­to in­ter­me­dio;
c.
il ri­sul­ta­to in­ter­me­dio è mol­ti­pli­ca­to per il quo­zien­te ot­te­nu­to, sul­la ba­se de­gli ul­ti­mi tre eser­ci­zi, tra l'im­por­to dei si­ni­stri a ca­ri­co dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne, de­dot­ti i si­ni­stri rias­si­cu­ra­ti, e l'im­por­to lor­do dei si­ni­stri, ma al­me­no per 0,5.

Art. 30 Diminuzione del margine di solvibilità richiesto

1Se il mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà ri­chie­sto ri­sul­tan­te dai cal­co­li se­con­do gli ar­ti­co­li 27-29, è in­fe­rio­re al mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà ri­chie­sto per l'an­no pre­ce­den­te, il nuo­vo mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà ri­chie­sto cor­ri­spon­de al­me­no a quel­lo per l'an­no pre­ce­den­te, mol­ti­pli­ca­to per il quo­zien­te ot­te­nu­to dal rap­por­to tra le ri­ser­ve per si­ni­stri in so­spe­so al­la fi­ne dell'ul­ti­mo eser­ci­zio e le ri­ser­ve per si­ni­stri in so­spe­so all'ini­zio dell'ul­ti­mo eser­ci­zio, ma al­me­no per 1.

2Nel cal­co­lo del­le ri­ser­ve non vie­ne con­si­de­ra­ta la rias­si­cu­ra­zio­ne.

Art. 31 Assicurazione malattie

I tas­si per­cen­tua­li se­con­do gli ar­ti­co­li 28 ca­po­ver­so 3 let­te­ra b e 29 ca­po­ver­so 3 let­te­ra b so­no ri­dot­ti di un ter­zo per quan­to ri­guar­da l'as­si­cu­ra­zio­ne ma­lat­tie, ge­sti­ta se­con­do una tec­ni­ca ana­lo­ga a quel­la dell'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta, se:

a.
i pre­mi ri­scos­si so­no cal­co­la­ti sul­la ba­se di ta­bel­le di mor­bi­li­tà al­le­sti­te se­con­do i me­to­di ma­te­ma­ti­ci ap­pli­ca­ti in ma­te­ria di as­si­cu­ra­zio­ne;
b.
è co­sti­tui­ta una ri­ser­va di se­ne­scen­za;
c.
è ri­scos­so un sup­ple­men­to per co­sti­tui­re un mar­gi­ne di si­cu­rez­za ade­gua­to; e
d.
l'as­si­cu­ra­to­re non può de­nun­cia­re il con­trat­to, se non nel pri­mo trien­nio as­si­cu­ra­ti­vo.

Art. 32 Prestazioni di assistenza per turisti

Nel ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo B18, la som­ma dei ver­sa­men­ti per i si­ni­stri, di cui si tie­ne con­to nel cal­co­lo dell'in­di­ce dei si­ni­stri, cor­ri­spon­de al­le spe­se ca­gio­na­te all'im­pre­sa dal­le pre­sta­zio­ni d'as­si­sten­za ver­sa­te.

Sezione 3: …

Art. 33 a 36


1 Abro­ga­ti dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Sezione 4: Margine di solvibilità disponibile

Art. 37 Fondi propri computabili

1So­no fon­di pro­pri com­pu­ta­bi­li:1

a.
il ca­pi­ta­le ver­sa­to;
b.
l'ag­gio;
c.
un even­tua­le ca­pi­ta­le in buo­ni di par­te­ci­pa­zio­ne;
d.
le ri­ser­ve le­ga­li, sta­tu­ta­rie e li­be­re;
e.
il fon­do d'or­ga­niz­za­zio­ne;
f.
gli uti­li ri­por­ta­ti dell'an­no pre­ce­den­te;
g.
gli uti­li dell'eser­ci­zio chiu­so;
h.2

2Su ri­chie­sta mo­ti­va­ta dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne, la FIN­MA può au­to­riz­za­re il com­pu­to di al­tri ele­men­ti qua­li fon­di pro­pri, in par­ti­co­la­re:

a.3
b.
le ri­ser­ve per im­pe­gni e per­di­te fu­tu­ri non ma­ni­fe­sta­men­te at­tri­bui­te a un ca­so spe­ci­fi­co;
c.
le ri­ser­ve di va­lu­ta­zio­ne qua­le dif­fe­ren­za tra i va­lo­ri con­ta­bi­li iscrit­ti al bi­lan­cio e i cor­ri­spon­den­ti va­lo­ri di mer­ca­to per tut­ti gli ele­men­ti ec­cet­to le ri­ser­ve tec­ni­che e i ti­to­li di cre­di­to a in­te­res­se fis­so di cui all'ar­ti­co­lo 110 ca­po­ver­so 1; in que­sto ca­so al­me­no il 50 per cen­to del mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà ri­chie­sto de­ve es­se­re co­per­to con al­tri fon­di pro­pri;
d.4
gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio, se so­no adem­piu­ti i pre­sup­po­sti di cui agli ar­ti­co­li 22a-22c.

3Dai fon­di pro­pri com­pu­ta­bi­li de­vo­no es­se­re de­dot­ti:

a.5
b.
gli ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li im­ma­te­ria­li;
c.
il ri­por­to del­le per­di­te dell'an­no pre­ce­den­te;
d.
le per­di­te dell'eser­ci­zio chiu­so; e
e.
i di­vi­den­di pre­vi­sti e i rim­bor­si di ca­pi­ta­le.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 Abro­ga­ta dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
3 Abro­ga­ta dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
4 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
5 Abro­ga­ta dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 38 Casi particolari

Per le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che eser­ci­ta­no l'as­si­cu­ra­zio­ne con­tro i dan­ni o la rias­si­cu­ra­zio­ne con­tro i dan­ni e scon­ta­no o ri­du­co­no le pro­prie ri­ser­ve tec­ni­che, il mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà di­spo­ni­bi­le è di­mi­nui­to del­la dif­fe­ren­za tra le ri­ser­ve tec­ni­che non scon­ta­te o ri­dot­te e le ri­ser­ve tec­ni­che scon­ta­te o ri­dot­te. Un ade­gua­men­to per lo scon­to del­la ren­di­ta con­te­nu­ta nel­le ri­ser­ve tec­ni­che non è ne­ces­sa­rio.

Art. 39


1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 40 Controllo e rapporto

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne in­ca­ri­ca un or­ga­no in­ter­no di svol­ge­re il con­trol­lo del mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà di­spo­ni­bi­le. Ta­le or­ga­no al­le­sti­sce un rap­por­to al­la fi­ne di ogni eser­ci­zio e lo sot­to­po­ne al­la di­re­zio­ne e al­la FIN­MA en­tro tre me­si.

2In si­tua­zio­ni par­ti­co­la­ri la FIN­MA può or­di­na­re che il rap­por­to sia al­le­sti­to più di una vol­ta all'an­no.

Capitolo 3: Test svizzero di solvibilità (SST)

Sezione 1: Capitale previsto

Art. 41 Definizione

1Il ca­pi­ta­le pre­vi­sto cor­ri­spon­de al ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi (art. 47-49) che all'ini­zio dell'an­no de­ve es­se­re pre­sen­te af­fin­ché al­la fi­ne dell'an­no la me­dia de­gli ele­men­ti pos­si­bi­li del ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi sot­to un de­ter­mi­na­to va­lo­re so­glia (va­lue at ri­sk) (ex­pec­ted short­fall se­con­do l'al­le­ga­to 2) sia mag­gio­re o ugua­le all'im­por­to mi­ni­mo di cui al ca­po­ver­so 3.

2Il va­lo­re so­glia del ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi è il va­lo­re che è in­fe­rio­re a ta­le ca­pi­ta­le con un da­to li­vel­lo di pro­ba­bi­li­tà mas­si­mo. La FIN­MA fis­sa il va­lo­re di que­sto li­vel­lo di pro­ba­bi­li­tà e an­nun­cia le mo­di­fi­che al più tar­di 12 me­si pri­ma del gior­no cui fa ri­fe­ri­men­to la pri­ma de­ter­mi­na­zio­ne SST in­te­res­sa­ta da que­sta mo­di­fi­ca.

3L'im­por­to mi­ni­mo è il fab­bi­so­gno di ca­pi­ta­le ne­ces­sa­rio per co­sti­tui­re il ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi da im­pie­ga­re du­ran­te la li­qui­da­zio­ne de­gli ob­bli­ghi at­tua­ria­li.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 42 Concetto di determinazione

1La de­ter­mi­na­zio­ne del ca­pi­ta­le pre­vi­sto si ba­sa su:

a.
un mo­del­lo di quan­ti­fi­ca­zio­ne dei ri­schi ri­le­van­ti;
b.
l'ana­li­si di una se­rie di sce­na­ri; e
c.
un pro­ce­di­men­to di ag­gre­ga­zio­ne che co­niu­ga i ri­sul­ta­ti del mo­del­lo e dell'ana­li­si de­gli sce­na­ri.

2La FIN­MA de­fi­ni­sce i ri­schi ri­le­van­ti; ne fan­no par­te in ogni ca­so i ri­schi di mer­ca­to, di cre­di­to e as­si­cu­ra­ti­vi.1

3 a 52


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 Abro­ga­ti dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 43


1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 44 Scenari

1La FIN­MA de­fi­ni­sce even­ti ipo­te­ti­ci op­pu­re la com­bi­na­zio­ne di even­ti (sce­na­ri) che pos­so­no ve­ri­fi­car­si en­tro un an­no con una de­ter­mi­na­ta pro­ba­bi­li­tà e che in una de­ter­mi­na­ta mi­su­ra in­flui­sco­no sfa­vo­re­vol­men­te sull'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.1

2L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­fi­ni­sce sce­na­ri pro­pri che ten­go­no con­to del­la si­tua­zio­ne di ri­schio in­di­vi­dua­le dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.

3In ca­so di si­tua­zio­ni di ri­schio par­ti­co­la­ri, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne pre­sen­ta al­la FIN­MA do­man­da di mo­di­fi­ca de­gli sce­na­ri da­ti.


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Art. 45 Aggregazione

La FIN­MA sta­bi­li­sce co­me i ri­sul­ta­ti dell'ana­li­si dei mo­del­li di quan­ti­fi­ca­zio­ne dei ri­schi e i ri­sul­ta­ti dell'ana­li­si de­gli sce­na­ri de­vo­no es­se­re ag­gre­ga­ti. Per i mo­del­li in­ter­ni, es­sa può au­to­riz­za­re su do­man­da an­che al­tri pro­ce­di­men­ti di ag­gre­ga­zio­ne.

Art. 46 Procedimento di determinazione

1Nel de­ter­mi­na­re il ca­pi­ta­le pre­vi­sto oc­cor­re con­si­de­ra­re, se so­no so­stan­zia­li:

a.
le op­zio­ni e le ga­ran­zie in­te­gra­te nei con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi;
b.
le al­tre ga­ran­zie non­ché gli im­pe­gni even­tua­li.

2Nel­la de­ter­mi­na­zio­ne del ca­pi­ta­le pre­vi­sto so­no in­te­gral­men­te ri­co­no­sciu­te la rias­si­cu­ra­zio­ne e la re­tro­ces­sio­ne dei ri­schi nel qua­dro del tra­sfe­ri­men­to di ri­schi quan­ti­fi­ca­to. Il ri­schio di per­di­ta del­le rias­si­cu­ra­zio­ni de­ve es­se­re con­si­de­ra­to nel cal­co­lo del ca­pi­ta­le pre­vi­sto.

3In vir­tù dei pre­sup­po­sti qui di se­gui­to, ul­te­rio­ri stru­men­ti di tra­sfe­ri­men­to di ca­pi­ta­le e di tra­sfe­ri­men­to di ri­schio, in par­ti­co­la­re le ga­ran­zie ri­ce­vu­te o gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio di cui agli ar­ti­co­li 22a e 22b, pos­so­no es­se­re con­si­de­ra­ti per ri­dur­re il ca­pi­ta­le pre­vi­sto:

a.
la mo­del­liz­za­zio­ne de­gli stru­men­ti di tra­sfe­ri­men­to di ca­pi­ta­le e di tra­sfe­ri­men­to di ri­schio ri­spet­ta i prin­ci­pi di va­lu­ta­zio­ne e di quan­ti­fi­ca­zio­ne dei ri­schi espo­sti nel­la pre­sen­te se­zio­ne;
b.
se i be­ne­fi­cia­ri del­le pre­sta­zio­ni e i for­ni­to­ri di pre­sta­zio­ni so­no uni­tà di un grup­po as­si­cu­ra­ti­vo po­sto sot­to la sor­ve­glian­za del­la FIN­MA, la mo­del­liz­za­zio­ne de­gli stru­men­ti di tra­sfe­ri­men­to di ca­pi­ta­le e di tra­sfe­ri­men­to di ri­schio se­gue in mo­do coe­ren­te il mo­del­lo ap­pli­ca­to al SST di grup­po di cui agli ar­ti­co­li 198a-198c.

4Gli stru­men­ti con­si­de­ra­ti per ri­dur­re il ca­pi­ta­le pre­vi­sto di cui al ca­po­ver­so 3 non pos­so­no es­se­re con­tem­po­ra­nea­men­te com­pu­ta­ti nel ca­pi­ta­le com­ple­men­ta­re.

5Gli stru­men­ti che non rien­tra­no nel­le di­spo­si­zio­ni de­gli ar­ti­co­li 22a-22c pos­so­no es­se­re con­si­de­ra­ti com­ples­si­va­men­te, all'ini­zio dell'an­no, fi­no a un li­mi­te mas­si­mo del 50 per cen­to del ca­pi­ta­le di ba­se.


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Sezione 2: Capitale sopportante i rischi

Art. 47 Definizione e computabilità

1Il ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi ser­ve al­la co­per­tu­ra del ca­pi­ta­le pre­vi­sto. Cor­ri­spon­de al­la som­ma del ca­pi­ta­le di ba­se e del ca­pi­ta­le com­ple­men­ta­re.

2Il ca­pi­ta­le com­ple­men­ta­re può es­se­re com­pu­ta­to nel ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi al mas­si­mo al 100 per cen­to del ca­pi­ta­le di ba­se. Il ca­pi­ta­le com­ple­men­ta­re in­fe­rio­re di cui all'ar­ti­co­lo 49 ca­po­ver­so 2 può tut­ta­via es­se­re com­pu­ta­to al mas­si­mo al 50 per cen­to del ca­pi­ta­le di ba­se.

3La FIN­MA può, su do­man­da, au­to­riz­za­re ec­ce­zio­ni a que­ste li­mi­ta­zio­ni. L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ve in par­ti­co­la­re spie­ga­re in che mo­do ven­go­no rap­pre­sen­ta­ti i ri­schi, la si­cu­rez­za e la di­spo­ni­bi­li­tà del­le com­po­nen­ti del ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi.


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Art. 48 Capitale di base

1Il ca­pi­ta­le di ba­se è da­to dal­la dif­fe­ren­za tra il va­lo­re con­for­me al mer­ca­to de­gli at­ti­vi e il va­lo­re con­for­me al mer­ca­to del ca­pi­ta­le di ter­zi (al­le­ga­to 3) cui si ag­giun­ge l'im­por­to mi­ni­mo (art. 41 cpv. 3) e da cui so­no de­dot­ti:

a.
i di­vi­den­di e i rim­bor­si di ca­pi­ta­le pre­vi­sti;
b.
le azio­ni pro­prie di pro­prie­tà di­ret­ta dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne che so­no te­nu­te a pro­prio ri­schio;
c.
gli ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li im­ma­te­ria­li;
d.
le im­po­ste la­ten­ti su­gli im­mo­bi­li, nel­la mi­su­ra in cui non è pos­si­bi­le al­cu­na com­pen­sa­zio­ne.

2Il ca­pi­ta­le di ba­se è de­ter­mi­na­to sul­la ba­se di un bi­lan­cio del va­lo­re di mer­ca­to che con­si­de­ra tut­te le po­si­zio­ni eco­no­mi­ca­men­te ri­le­van­ti (ap­proc­cio di bi­lan­cio glo­ba­le). La FIN­MA ema­na di­spo­si­zio­ni sull'al­le­sti­men­to del bi­lan­cio del va­lo­re di mer­ca­to.


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Art. 49 Capitale complementare

1Il ca­pi­ta­le com­ple­men­ta­re su­pe­rio­re è co­sti­tui­to da­gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio di cui all'ar­ti­co­lo 22a ca­po­ver­so 1 sen­za sca­den­za fis­sa di rim­bor­so.

2Il ca­pi­ta­le com­ple­men­ta­re in­fe­rio­re è co­sti­tui­to da­gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio di cui all'ar­ti­co­lo 22a ca­po­ver­so 1 con una va­li­di­tà ori­gi­na­ria di al­me­no cin­que an­ni.

3Per il com­pu­to de­gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio di cui al ca­po­ver­so 2 val­go­no le se­guen­ti li­mi­ta­zio­ni:

a.
ne­gli ul­ti­mi cin­que an­ni di va­li­di­tà l'im­por­to com­pu­ta­bi­le è ri­dot­to an­nual­men­te del 20 per cen­to dell'im­por­to no­mi­na­le ori­gi­na­rio;
b.
se è con­fe­ri­to al cre­di­to­re il di­rit­to di di­sdet­ta, la fi­ne de­ter­mi­nan­te del­la va­li­di­tà è da­ta dal­la sca­den­za più vi­ci­na del rim­bor­so. In ca­si mo­ti­va­ti, la FIN­MA può am­met­te­re ec­ce­zio­ni.

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Art. 50


1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Sezione 3: Modelli

Art. 50a Principio

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ter­mi­na la pro­pria sol­vi­bi­li­tà se­con­do un mo­del­lo stan­dard del­la FIN­MA.

2L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può de­ter­mi­na­re in­te­gral­men­te o par­zial­men­te la pro­pria sol­vi­bi­li­tà se­con­do un pro­prio mo­del­lo (mo­del­lo in­ter­no), se que­st'ul­ti­mo è ap­pro­va­to dal­la FIN­MA.

Art. 50b Modelli standard

1La FIN­MA ela­bo­ra o de­si­gna mo­del­li stan­dard che rap­pre­sen­ta­no i pro­fi­li di ri­schio del­la mag­gior par­te del­le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne.

2Es­sa de­ci­de qua­le mo­del­lo stan­dard de­ve im­pie­ga­re un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.

3Es­sa può esi­ge­re l'ade­gua­men­to del mo­del­lo stan­dard op­pu­re l'uti­liz­za­zio­ne di un al­tro mo­del­lo stan­dard o di un mo­del­lo in­ter­no di cui all'ar­ti­co­lo 50c se il mo­del­lo stan­dard im­pie­ga­to non cor­ri­spon­de al­la spe­ci­fi­ca si­tua­zio­ne di ri­schio di un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.

Art. 50c Modelli interni

La FIN­MA au­to­riz­za a un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne l'im­pie­go di un mo­del­lo in­ter­no se:

a.
i mo­del­li stan­dard non ri­spec­chie­reb­be­ro a suf­fi­cien­za la si­tua­zio­ne di ri­schio spe­ci­fi­ca; e
b.
le esi­gen­ze qua­li­ta­ti­ve, quan­ti­ta­ti­ve e or­ga­niz­za­ti­ve del­la FIN­MA so­no sod­di­sfat­te.

Art. 50d Approvazione, cambiamento e adeguamento del modello

1La scel­ta, il cam­bia­men­to e le mo­di­fi­che so­stan­zia­li del mo­del­lo de­vo­no es­se­re ap­pro­va­ti dal­la FIN­MA. Fi­no all'ap­pro­va­zio­ne, que­st'ul­ti­ma può or­di­na­re l'im­pie­go di un mo­del­lo in­ter­no ade­gua­to o di un mo­del­lo stan­dard.

2La FIN­MA ac­cor­da in ca­si par­ti­co­la­ri mo­da­li­tà e pe­rio­di di tran­si­zio­ne ade­gua­ti al pas­sag­gio da un mo­del­lo in­ter­no a un mo­del­lo stan­dard con­si­de­ran­do l'one­re fi­nan­zia­rio dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne, in par­ti­co­la­re l'one­re do­vu­to ai co­sti di ca­pi­ta­le.

3L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ve ve­ri­fi­ca­re pe­rio­di­ca­men­te il mo­del­lo ed even­tual­men­te ade­guar­lo.

Sezione 4: Ulteriori disposizioni

Art. 50e Semplificazioni

La FIN­MA può di­spor­re sem­pli­fi­ca­zio­ni per le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne nell'ese­cu­zio­ne del SST se cir­co­stan­ze par­ti­co­la­ri, se­gna­ta­men­te l'esi­guo vo­lu­me de­gli af­fa­ri, la ri­dot­ta com­ples­si­tà o una si­tua­zio­ne di ri­schio non cri­ti­ca, lo giu­sti­fi­ca­no.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 50f Maggiorazioni del capitale previsto e riduzioni del capitale sopportante i rischi

La FIN­MA può, in fun­zio­ne del­la si­tua­zio­ne di ri­schio, di­spor­re ade­gua­te mag­gio­ra­zio­ni del ca­pi­ta­le pre­vi­sto o ade­gua­te ri­du­zio­ni del ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi:

a.
in ca­so di mo­del­liz­za­zio­ne in­suf­fi­cien­te;
b.
per co­pri­re ul­te­rio­ri ri­schi non con­si­de­ra­ti, in par­ti­co­la­re i ri­schi ope­ra­ti­vi e i ri­schi di con­cen­tra­zio­ne.

1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 51 Periodicità dell'accertamento

1Il ca­pi­ta­le pre­vi­sto e il ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi de­vo­no es­se­re ac­cer­ta­ti ogni an­no.

2Se la si­tua­zio­ne di ri­schio dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne lo esi­ge, la FIN­MA può au­men­ta­re la fre­quen­za dell'ac­cer­ta­men­to. In que­sto ca­so può am­met­te­re che il ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi o il ca­pi­ta­le pre­vi­sto sia­no de­ter­mi­na­ti ap­pros­si­ma­ti­va­men­te.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 52 Rilevazione dei dati

L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ri­le­va ed ela­bo­ra i da­ti ri­le­van­ti in mo­do ta­le da po­ter cal­co­la­re il ca­pi­ta­le pre­vi­sto, il ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi e il va­lo­re con­for­me al mer­ca­to de­gli im­pe­gni as­si­cu­ra­ti­vi.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 53 Rapporto SST

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne re­di­ge an­nual­men­te un rap­por­to con­cer­nen­te il cal­co­lo del ca­pi­ta­le pre­vi­sto e del ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi. Es­so de­ve es­se­re fir­ma­to dal­la di­re­zio­ne e pre­sen­ta­to al­la FIN­MA. La FIN­MA può ri­chie­de­re in­for­ma­zio­ni più fre­quen­ti, se lo esi­ge la si­tua­zio­ne di ri­schio.1

2Il rap­por­to SST con­tie­ne tut­te le in­for­ma­zio­ni ri­le­van­ti che so­no ne­ces­sa­rie per la com­pren­sio­ne del cal­co­lo del ca­pi­ta­le pre­vi­sto e del ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi non­ché per la si­tua­zio­ne di ri­schio dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.

3La FIN­MA sta­bi­li­sce an­nual­men­te un con­gruo ter­mi­ne per la pre­sen­ta­zio­ne del rap­por­to SST.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 53a Stress test

Ol­tre al rap­por­to SST, se­gna­ta­men­te per pro­ce­de­re a con­fron­ti di mer­ca­to la FIN­MA può esi­ge­re cal­co­li SST e stress te­st stan­dar­diz­za­ti.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Titolo quarto: Riserve tecniche e patrimonio vincolato

Capitolo 1: Riserve tecniche

Sezione 1: Principi

Art. 54

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne di­spo­ne di suf­fi­cien­ti ri­ser­ve tec­ni­che.

2Es­sa scio­glie le ri­ser­ve tec­ni­che non più ne­ces­sa­rie.

3Nel pia­no d'eser­ci­zio l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne in­di­ca le con­di­zio­ni per la co­sti­tu­zio­ne e lo scio­gli­men­to del­le ri­ser­ve tec­ni­che. Es­sa do­cu­men­ta il me­to­do uti­liz­za­to per le ri­ser­ve e la va­lu­ta­zio­ne de­gli im­pe­gni at­tua­ria­li.

4La FIN­MA di­sci­pli­na i det­ta­gli con­cer­nen­ti ge­ne­re e en­ti­tà del­le ri­ser­ve tec­ni­che.

4La FIN­MA di­sci­pli­na i det­ta­gli con­cer­nen­ti ge­ne­re e mo­da­li­tà del­le ri­ser­ve tec­ni­che.

Sezione 2: Assicurazione sulla vita

Art. 55 Generi di riserve tecniche

So­no ge­ne­ri di ri­ser­ve tec­ni­che:

a.
le ri­ser­ve cal­co­la­te se­con­do le ba­si ta­rif­fa­li dei con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi cor­ren­ti o se­con­do ba­si più pru­den­ti;
b.
le ri­ser­ve ne­ces­sa­rie al­la co­sti­tu­zio­ne di suf­fi­cien­ti ri­ser­ve;
c.
le ri­ser­ve co­sti­tui­te se­con­do me­to­di at­tua­ria­li e fis­sa­ti nel pia­no d'eser­ci­zio per au­men­ta­re ul­te­rior­men­te la pos­si­bi­li­tà di adem­pie­re gli im­pe­gni de­ri­van­ti dai con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 56 Importo legale del patrimonio vincolato

1L'im­por­to le­ga­le del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to com­pren­de:

a.
le ri­ser­ve tec­ni­che di cui all'ar­ti­co­lo 55 let­te­re a e b;
b
gli im­pe­gni da at­ti­vi­tà as­si­cu­ra­ti­va nei con­fron­ti de­gli sti­pu­lan­ti;
c.
il sup­ple­men­to di cui all'ar­ti­co­lo 18 LSA.

2Dal­le ri­ser­ve tec­ni­che di cui al ca­po­ver­so 1 let­te­ra a pos­so­no es­se­re de­dot­ti:

a.
i pre­sti­ti su po­liz­za;
b.
le pre­sta­zio­ni as­si­cu­ra­ti­ve pa­ga­te in an­ti­ci­po;
c.
i pre­mi do­vu­ti, per quan­to pos­sa­no es­se­re com­pen­sa­ti con pre­sta­zio­ni as­si­cu­ra­ti­ve.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 57 Importo legale dell'assicurazione malattie e contro gli infortuni

1Se ol­tre all'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne eser­ci­ta an­che l'as­si­cu­ra­zio­ne ma­lat­tie e con­tro gli in­for­tu­ni, l'en­ti­tà dell'im­por­to le­ga­le per en­tram­bi i ra­mi è cal­co­la­to se­con­do le re­go­le dell'im­por­to le­ga­le dell'as­si­cu­ra­zio­ne ma­lat­tie e con­tro gli in­for­tu­ni.

21


1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 58 Principio del calcolo individuale

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne cal­co­la le ri­ser­ve tec­ni­che di cui all'ar­ti­co­lo 55 let­te­ra a per ogni sin­go­lo con­trat­to.

2Le ri­ser­ve tec­ni­che di cui all'ar­ti­co­lo 55 let­te­re b e c de­vo­no es­se­re cal­co­la­te non in­di­vi­dual­men­te, ben­sì con­si­de­ran­do tut­ti i con­trat­ti.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 59 Principio degli importi lordi

L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne co­sti­tui­sce tut­te le ri­ser­ve tec­ni­che sen­za te­ne­re con­to di un'even­tua­le rias­si­cu­ra­zio­ne. La FIN­MA può in ca­si fon­da­ti am­met­te­re ec­ce­zio­ni.

Art. 60 e 61


1 Abro­ga­ti dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 62 Potenziamento delle riserve tecniche

1La FIN­MA può ri­la­scia­re all'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne l'au­to­riz­za­zio­ne al re­go­la­re po­ten­zia­men­to del­le ri­ser­ve tec­ni­che per un pe­rio­do di die­ci an­ni al mas­si­mo.

2Il po­ten­zia­men­to del­le ri­ser­ve tec­ni­che de­ve es­se­re ef­fet­tua­to in­di­vi­dual­men­te per cia­scun as­si­cu­ra­to, sem­pre che es­se gli deb­ba­no es­se­re con­se­gna­te in ca­so di una sua usci­ta dal con­trat­to col­let­ti­vo.

3In ca­si mo­ti­va­ti, la FIN­MA può or­di­na­re un po­ten­zia­men­to sup­ple­men­ta­re del­le ri­ser­ve tec­ni­che.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 63 Copertura dei valori di liquidazione

Le ri­ser­ve tec­ni­che de­vo­no co­pri­re in ogni tem­po, do­po de­du­zio­ne di even­tua­li spe­se di ac­qui­si­zio­ne at­ti­va­te, i va­lo­ri di li­qui­da­zio­ne.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 64


1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 65 Zillmerizzazione delle riserve tecniche e attivazione di valori di riscatto non estinti

1La zill­me­riz­za­zio­ne del­le ri­ser­ve tec­ni­che non è am­mes­sa. So­no ec­cet­tua­te le ri­ser­ve tec­ni­che del­le fi­lia­li di im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne sviz­ze­re in Sta­ti nei qua­li la zill­me­riz­za­zio­ne è am­mes­sa dal di­rit­to in ma­te­ria di sor­ve­glian­za.

2L'at­ti­va­zio­ne di va­lo­ri di ri­scat­to non an­co­ra estin­ti è di re­go­la am­mes­sa. La FIN­MA ema­na di­ret­ti­ve con­cer­nen­ti l'esten­sio­ne e le mo­da­li­tà dell'at­ti­va­zio­ne. In ca­si mo­ti­va­ti, es­sa può vie­ta­re l'at­ti­va­zio­ne.


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Art. 66 e 67


1 Abro­ga­ti dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Sezione 3: Assicurazione contro i danni

Art. 68 Importo legale del patrimonio vincolato

1L'im­por­to le­ga­le del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to com­pren­de:

a.
le ri­ser­ve tec­ni­che di cui all'ar­ti­co­lo 69;
b.
gli im­pe­gni da at­ti­vi­tà as­si­cu­ra­ti­va nei con­fron­ti de­gli sti­pu­lan­ti;
c.
il sup­ple­men­to di cui all'ar­ti­co­lo 18 LSA.

2Le ri­ser­ve tec­ni­che so­no co­sti­tui­te sen­za te­ne­re con­to del­la rias­si­cu­ra­zio­ne. Su do­man­da, la FIN­MA può am­met­te­re to­tal­men­te o par­zial­men­te le quo­te rias­si­cu­ra­te del­le ri­ser­ve tec­ni­che al­la co­sti­tu­zio­ne del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to.

3I pre­mi do­vu­ti pos­so­no es­se­re de­dot­ti dal­le ri­ser­ve tec­ni­che, sem­pre che non vi sia una co­per­tu­ra as­si­cu­ra­ti­va o per quan­to i pre­mi do­vu­ti pos­sa­no es­se­re com­pen­sa­ti con pre­sta­zio­ni as­si­cu­ra­ti­ve.


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Art. 69 Generi di riserve tecniche

1So­no ri­ser­ve tec­ni­che:

a.
i ri­por­ti dei pre­mi;
b.
le ri­ser­ve per dan­ni;
c.
le ri­ser­ve di si­cu­rez­za e di com­pen­sa­zio­ne;
d.
le ri­ser­ve di se­ne­scen­za;
e.
le ri­ser­ve per par­te­ci­pa­zio­ni con­trat­tua­li al­le ec­ce­den­ze;
f.
le ri­ser­ve tec­ni­che per ren­di­te;
g.
tut­te le al­tre ri­ser­ve ne­ces­sa­rie per co­sti­tui­re ri­ser­ve suf­fi­cien­ti.

2Le ri­ser­ve di com­pen­sa­zio­ne dell'as­si­cu­ra­zio­ne cre­di­ti so­no co­sti­tui­te se­con­do il Me­to­do n. 2 dell'Al­le­ga­to n. 5 all'Ac­cor­do del 10 ot­to­bre 19892 tra la Con­fe­de­ra­zio­ne Sviz­ze­ra e la CEE con­cer­nen­te l'as­si­cu­ra­zio­ne di­ret­ta di­ver­sa dall'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta.

3Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che eser­ci­ta­no l'as­si­cu­ra­zio­ne cre­di­ti so­no esen­ta­te dal­la co­sti­tu­zio­ne di ri­ser­ve di com­pen­sa­zio­ne, sem­pre che l'in­cas­so de­gli in­troi­ti dei pre­mi in que­sto ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo am­mon­ti a me­no del 4 per cen­to del­la som­ma com­ples­si­va e a me­no di 4 mi­lio­ni di fran­chi.


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2 RS 0.961.1

Capitolo 2: Patrimonio vincolato

Sezione 1: In generale

Art. 70 Importo minimo

Al mo­men­to del­la sua co­sti­tu­zio­ne il pa­tri­mo­nio vin­co­la­to am­mon­ta al­me­no a:

a.
750 000 fran­chi per le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che eser­ci­ta­no l'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta;
b.
100 000 fran­chi per le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che eser­ci­ta­no l'as­si­cu­ra­zio­ne con­tro i dan­ni.

Art. 71 Determinazione dell'importo legale del patrimonio vincolato

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne cal­co­la l'im­por­to le­ga­le se­pa­ra­ta­men­te per cia­scun pa­tri­mo­nio vin­co­la­to sul­la ba­se del­le ri­ser­ve tec­ni­che di vol­ta in vol­ta at­tua­li.

2In ca­si mo­ti­va­ti, la FIN­MA può am­met­te­re nel cor­so dell'an­no sti­me fon­da­te del­le ri­ser­ve tec­ni­che at­tua­li.


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Art. 72 Rapporto

1En­tro tre me­si dal­la chiu­su­ra dei con­ti l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne co­mu­ni­ca al­la so­cie­tà di au­dit l'im­por­to le­ga­le cal­co­la­to per la fi­ne dell'an­no con­ta­bi­le se­pa­ra­ta­men­te per cia­scun pa­tri­mo­nio vin­co­la­to, uni­ta­men­te al re­gi­stro dei va­lo­ri di co­per­tu­ra. En­tro quat­tro me­si dal­la chiu­su­ra dei con­ti l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne pre­sen­ta un rap­por­to al­la FIN­MA.1

2Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne con se­de in Sviz­ze­ra de­vo­no inol­tre for­ni­re in­for­ma­zio­ni in me­ri­to a ogni por­ta­fo­glio as­si­cu­ra­ti­vo stra­nie­ro per il qua­le es­se de­vo­no co­sti­tui­re ga­ran­zie all'este­ro.


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Art. 73 Portafoglio assicurativo straniero

È con­si­de­ra­to por­ta­fo­glio as­si­cu­ra­ti­vo stra­nie­ro se­con­do l'ar­ti­co­lo 17 ca­po­ver­so 2 LSA il com­ples­so dei con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi con sti­pu­lan­ti do­mi­ci­lia­ti all'este­ro.

Art. 74 Copertura

1L'im­por­to le­ga­le de­ve es­se­re co­per­to in qual­sia­si mo­men­to da­gli at­ti­vi (art. 79).

2Se ac­cer­ta un'in­suf­fi­cien­za di co­per­tu­ra, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ve in­te­gra­re sen­za in­du­gio il pa­tri­mo­nio vin­co­la­to. La FIN­MA può in ca­si par­ti­co­la­ri con­ce­de­re un ter­mi­ne per l'in­te­gra­zio­ne.

Art. 75 Prestito di valori mobiliari e operazioni pensionistiche

La FIN­MA ema­na di­spo­si­zio­ni con­cer­nen­ti il pre­sti­to di va­lo­ri mo­bi­lia­ri (se­cu­ri­ties len­ding) e le ope­ra­zio­ni pen­sio­ni­sti­che (re­po, re­ver­se re­po) da par­te di im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne, con­cer­nen­ti se­gna­ta­men­te:

a.
le mo­da­li­tà del­la ga­ran­zia;
b.
la strut­tu­ra dei con­trat­ti;
c.
la lo­ro esten­sio­ne.

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Sezione 2: Costituzione

Art. 76 Principi generali

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne co­sti­tui­sce il pa­tri­mo­nio vin­co­la­to tra­mi­te at­tri­bu­zio­ne di ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li. Es­sa ela­bo­ra e de­fi­ni­sce ta­li ele­men­ti co­sic­ché es­sa può in qual­sia­si mo­men­to di­mo­stra­re sen­za in­du­gio qua­li va­lo­ri ap­par­ten­go­no al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to e che l'im­por­to le­ga­le del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to è co­per­to.

2Gli ele­men­ti del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to so­no scel­ti in­nan­zi­tut­to se­con­do il cri­te­rio del­la si­cu­rez­za, del­la rea­le si­tua­zio­ne fi­nan­zia­ria non­ché del­la strut­tu­ra e dell'evo­lu­zio­ne at­te­sa del por­ta­fo­glio as­si­cu­ra­ti­vo.

3Inol­tre, con un'ade­gua­ta di­ver­si­fi­ca­zio­ne oc­cor­re per­se­gui­re un red­di­to con­for­me al­le con­di­zio­ni del mer­ca­to e as­si­cu­ra­re in ogni mo­men­to il pre­ve­di­bi­le fab­bi­so­gno di li­qui­di­tà.

Art. 77 Patrimoni vincolati separati

1Un pa­tri­mo­nio vin­co­la­to se­pa­ra­to cia­scu­no de­ve es­se­re co­sti­tui­to in par­ti­co­la­re per:

a.
le as­si­cu­ra­zio­ni del­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le;
b.
le pre­te­se de­gli as­si­cu­ra­ti de­ri­van­ti da con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi nei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A2.1, A2.2, A2.3 e A6.1;
c.
le pre­te­se de­gli as­si­cu­ra­ti de­ri­van­ti da con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi nei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A2.4, A2.5, A2.6 e A6.2.

2L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può co­sti­tui­re ul­te­rio­ri pa­tri­mo­ni vin­co­la­ti se­pa­ra­ti per al­tre co­mu­ni­tà so­li­da­li spe­cia­li, se­gna­ta­men­te per:

a.
i con­trat­ti in va­lu­ta este­ra del por­ta­fo­glio di as­si­cu­ra­zio­ni sviz­ze­ro;
b.
i con­trat­ti del por­ta­fo­glio di as­si­cu­ra­zio­ni stra­nie­ro per i qua­li all'este­ro non de­ve es­se­re for­ni­ta una si­cu­rez­za equi­va­len­te.

3La FIN­MA può or­di­na­re la co­sti­tu­zio­ne di pa­tri­mo­ni vin­co­la­ti se­pa­ra­ti per al­tre co­mu­ni­tà so­li­da­li spe­cia­li, se ciò è ne­ces­sa­rio al­la ga­ran­zia del­le pre­te­se de­ri­van­ti dai re­la­ti­vi con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi.


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Art. 78 Amministrazione degli investimenti

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne di­spo­ne di:

a.
una stra­te­gia di in­ve­sti­men­to;
b.
un re­go­la­men­to d'in­ve­sti­men­to che ga­ran­ti­sce l'os­ser­van­za dei prin­ci­pi per gli in­ve­sti­men­ti di cui all'ar­ti­co­lo 76;
c.
mi­su­re or­ga­niz­za­ti­ve che as­si­cu­ra­no che le per­so­ne in­ca­ri­ca­te dell'am­mi­ni­stra­zio­ne e del con­trol­lo di­spon­go­no del­le co­no­scen­ze ne­ces­sa­rie per que­sti com­pi­ti;
d.
una ge­stio­ne del ri­schio ade­gua­ta al vo­lu­me de­gli af­fa­ri e al­la com­ples­si­tà de­gli in­ve­sti­men­ti.
2La di­re­zio­ne sta­bi­li­sce la stra­te­gia d'in­ve­sti­men­to e la pre­sen­ta al con­si­glio d'am­mi­ni­stra­zio­ne per ap­pro­va­zio­ne.

Art. 79 Elementi ammessi

1Al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to pos­so­no es­se­re at­tri­bui­ti i se­guen­ti ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li:

a.1
de­po­si­ti in con­tan­ti, se­gna­ta­men­te ave­ri su con­ti cor­ren­ti ban­ca­ri, non­ché de­po­si­ti a ter­mi­ne e al­tri in­ve­sti­men­ti sul mer­ca­to mo­ne­ta­rio;
b.
cre­di­ti espres­si in im­por­ti fis­si, se­gna­ta­men­te pre­sti­ti ob­bli­ga­zio­na­ri e ob­bli­ga­zio­ni a op­zio­ne non­ché ob­bli­ga­zio­ni con­ver­ti­bi­li con ca­rat­te­re ob­bli­ga­zio­na­rio;
c.2
pro­dot­ti d'in­ve­sti­men­to strut­tu­ra­ti, cre­di­ti car­to­la­riz­za­ti e de­ri­va­ti cre­di­ti­zi;
d.
al­tri ri­co­no­sci­men­ti di de­bi­to;
e.
azio­ni, buo­ni di go­di­men­to e di par­te­ci­pa­zio­ne, ob­bli­ga­zio­ni con­ver­ti­bi­li con ca­rat­te­re ob­bli­ga­zio­na­rio, le quo­te di so­cie­tà coo­pe­ra­ti­ve e ti­to­li ana­lo­ghi, se gli ele­men­ti so­no ne­go­zia­ti in un mer­ca­to re­go­la­men­ta­to e so­no alie­na­bi­li a bre­ve ter­mi­ne;
f.
ca­se d'abi­ta­zio­ne ed edi­fi­ci a uso com­mer­cia­le sviz­ze­ri, di pro­prie­tà dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne non­ché par­te­ci­pa­zio­ni a so­cie­tà il cui sco­po so­cia­le sia esclu­si­va­men­te l'ac­qui­sto e la ven­di­ta non­ché la lo­ca­zio­ne e l'af­fit­to di ca­se d'abi­ta­zio­ne ed edi­fi­ci a uso com­mer­cia­le (so­cie­tà im­mo­bi­lia­ri), se più del 50 per cen­to è di pro­prie­tà dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne;
g.
i cre­di­ti ga­ran­ti­ti da pe­gni su im­mo­bi­li si­ti in Sviz­ze­ra;
h.
in­ve­sti­men­ti fi­nan­zia­ri al­ter­na­ti­vi co­me hed­ge funds e pri­va­te equi­ty;
i.
stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti che ser­vo­no a ga­ran­zia e non han­no nes­sun ef­fet­to le­va sul pa­tri­mo­nio vin­co­la­to, se gli ele­men­ti di ba­se so­no pre­sen­ti nel pa­tri­mo­nio vin­co­la­to e il lo­ro com­pu­to se­gue le oscil­la­zio­ni del mer­ca­to;
j.
cer­ti­fi­ca­ti di quo­te in in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi e in fon­di a in­ve­sti­to­re uni­co;

2A de­ter­mi­na­te con­di­zio­ni ed en­tro cer­ti li­mi­ti, al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to pos­so­no es­se­re at­tri­bui­ti an­che stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti de­te­nu­ti al­lo sco­po di pre­pa­ra­re ac­qui­si­zio­ni, au­men­ta­re il red­di­to ed as­si­cu­ra­re i flus­si di pa­ga­men­to de­ri­van­ti da im­pe­gni at­tua­ria­li. La FIN­MA sta­bi­li­sce le con­di­zio­ni e i li­mi­ti.3

3Su do­man­da, la FIN­MA può am­met­te­re che al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to ven­ga­no at­tri­bui­ti al­tri ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li, pur­ché ciò non pre­giu­di­chi la si­cu­rez­za.4


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 Cor­re­zio­ne del 14 gen. 2014 (RU 2014 159).
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
4 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 80


1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 18 ott. 2006, con ef­fet­to dal 1° gen. 2007 (RU 2006 4425).

Art. 81 Elementi ammessi e assicurazioni sulla vita vincolate a partecipazioni

1Il pa­tri­mo­nio vin­co­la­to per le pre­te­se de­gli as­si­cu­ra­ti de­ri­van­ti dai con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi nei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A2.1, A2.2, A2.3 e A6.1 de­ve es­se­re co­sti­tui­to tra­mi­te ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li che co­sti­tui­sco­no ta­li con­trat­ti.

2Il pa­tri­mo­nio vin­co­la­to per le pre­te­se de­gli as­si­cu­ra­ti de­ri­van­ti dai con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi nei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A2.4, A2.5, A2.6 e A6.2 può es­se­re co­sti­tui­to con ele­men­ti di cui all'ar­ti­co­lo 79 al­le se­guen­ti con­di­zio­ni:

a.
se le pre­sta­zio­ni so­no le­ga­te di­ret­ta­men­te al va­lo­re di un por­ta­fo­glio di in­ve­sti­men­ti in­ter­no, il pa­tri­mo­nio vin­co­la­to de­ve es­se­re co­sti­tui­to tra­mi­te quo­te cor­ri­spon­den­ti op­pu­re, se non so­no co­sti­tui­te quo­te, tra­mi­te ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li che co­sti­tui­sco­no ta­le por­ta­fo­glio;
b.
se le pre­sta­zio­ni so­no le­ga­te a un in­di­ce o a un al­tro va­lo­re di ri­fe­ri­men­to, il pa­tri­mo­nio vin­co­la­to de­ve es­se­re co­sti­tui­to tra­mi­te ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li che cor­ri­spon­do­no ai va­lo­ri sui qua­li si ba­sa il va­lo­re spe­ci­fi­co di ri­fe­ri­men­to.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 82 Investimenti collettivi e fondi a investitore unico

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può com­pu­ta­re nel pa­tri­mo­nio vin­co­la­to cer­ti­fi­ca­ti di quo­te in in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi, se:

a.
es­si sot­to­stan­no a un'ef­fi­ca­ce sor­ve­glian­za a tu­te­la dell'in­ve­sti­to­re; e
b.
i cer­ti­fi­ca­ti di quo­te so­no ne­go­zia­ti in un mer­ca­to re­go­la­men­ta­to e li­qui­do op­pu­re so­no in qual­sia­si mo­men­to alie­na­bi­li.

2Cer­ti­fi­ca­ti di fon­di a in­ve­sti­to­re uni­co pos­so­no es­se­re com­pu­ta­ti nel pa­tri­mo­nio vin­co­la­to se ta­li fon­di a in­ve­sti­to­re uni­co:

a.
sot­to­stan­no a un'ef­fi­ca­ce sor­ve­glian­za;
b.
so­no te­nu­ti al 100 per cen­to dall'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne;
c.
è ga­ran­ti­to in qual­sia­si mo­men­to il re­gres­so at­tra­ver­so un in­ve­sti­men­to uni­co del fon­do;
d.
ef­fet­tua­no in­ve­sti­men­ti di cui all'ar­ti­co­lo 79; e
e.
adem­pio­no le con­di­zio­ni di cui all'ar­ti­co­lo 87.

3L'or­ga­niz­za­zio­ne de­gli in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi e dei fon­di a in­ve­sti­to­re uni­co de­ve es­se­re re­go­la­ta in mo­do che, per quan­to con­cer­ne la de­ter­mi­na­zio­ne del­le di­ret­ti­ve di in­ve­sti­men­to, la ri­par­ti­zio­ne del­le com­pe­ten­ze, la de­ter­mi­na­zio­ne del­le quo­te non­ché la ven­di­ta e il ri­scat­to del­le quo­te, gli in­te­res­si del­le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che vi par­te­ci­pa­no sia­no ga­ran­ti­ti.

4Se adem­pio­no le con­di­zio­ni di cui al ca­po­ver­so 1 o 2, le par­te­ci­pa­zio­ni a so­cie­tà d'in­ve­sti­men­to non quo­ta­te in bor­sa pos­so­no es­se­re at­tri­bui­te al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to.

Art. 83 Limitazioni

La FIN­MA può sta­bi­li­re li­mi­ta­zio­ni per sin­go­le ca­te­go­rie d'in­ve­sti­men­to.

Sezione 3: Ammissione e controllo

Art. 84 Ammissione degli elementi

1La FIN­MA de­ci­de se gli ele­men­ti del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to so­no ido­nei. Es­sa sta­bi­li­sce un con­gruo ter­mi­ne per la so­sti­tu­zio­ne de­gli ele­men­ti che es­sa non ri­tie­ne ido­nei.

2Gli ele­men­ti del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to non de­vo­no es­se­re gra­va­ti. I de­bi­ti dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne non pos­so­no es­se­re com­pen­sa­ti con i cre­di­ti ap­par­te­nen­ti al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to. È ri­ser­va­to l'ar­ti­co­lo 91 ca­po­ver­so 3 (stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti).

2bisLa FIN­MA può au­to­riz­za­re ec­ce­zio­ni, pur­ché ciò non pre­giu­di­chi la si­cu­rez­za del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to.1


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 85 Verifiche della FINMA

1La FIN­MA ve­ri­fi­ca al­me­no una vol­ta all'an­no se:

a.
l'im­por­to le­ga­le è cal­co­la­to cor­ret­ta­men­te;
b.
gli ele­men­ti at­tri­bui­ti al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to:
1.
so­no di­spo­ni­bi­li,
2.
so­no at­tri­bui­ti e cu­sto­di­ti con­for­me­men­te al­le di­spo­si­zio­ni,
3.
cor­ri­spon­do­no al­me­no all'im­por­to le­ga­le,
4.
sod­di­sfa­no le di­spo­si­zio­ni su­gli in­ve­sti­men­ti del di­rit­to in ma­te­ria di sor­ve­glian­za.

2Es­sa può ef­fet­tua­re il con­trol­lo per cam­pio­na­tu­ra.

3La FIN­MA può te­ne­re con­to dei ri­sul­ta­ti di un con­trol­lo ef­fet­tua­to da­gli or­ga­ni­smi in­ter­ni dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne o da ter­zi man­da­ta­ri. Per il con­trol­lo di ele­men­ti non cu­sto­di­ti dall'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne es­sa può ba­sar­si sul re­gi­stro al­le­sti­to dal de­po­si­ta­rio.

4Es­sa può in­ca­ri­ca­re ter­zi di ef­fet­tua­re par­zial­men­te o to­tal­men­te il con­trol­lo.

Art. 86 Custodia degli elementi

1Gli ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li mo­bi­li at­tri­bui­ti al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to pos­so­no es­se­re cu­sto­di­ti nel­la se­de in Sviz­ze­ra dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne o nel luo­go del­la suc­cur­sa­le che si oc­cu­pa dell'in­sie­me de­gli af­fa­ri sviz­ze­ri (cu­sto­dia in pro­prio) o con­se­gna­ti a ter­zi.

2Gli ele­men­ti cu­sto­di­ti in pro­prio de­vo­no es­se­re cu­sto­di­ti se­pa­ra­ta­men­te da­gli al­tri ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne e de­si­gna­ti co­me ta­li. In ca­so di cu­sto­dia nel te­so­ro è suf­fi­cien­te ri­cor­re­re a cas­set­te di si­cu­rez­za se­pa­ra­te.

3Chi cu­sto­di­sce ele­men­ti pres­so ter­zi tie­ne un re­gi­stro di ta­li ele­men­ti e li de­fi­ni­sce co­me ap­par­te­nen­ti al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to.

4Per mo­ti­vi im­por­tan­ti la FIN­MA può di­spor­re, in qual­sia­si mo­men­to, che sia cam­bia­to il luo­go di cu­sto­dia, il de­po­si­ta­rio o il ge­ne­re di cu­sto­dia.

Art. 87 Comunicazione e responsabilità del depositario

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne co­mu­ni­ca al­la FIN­MA il luo­go di cu­sto­dia, il de­po­si­ta­rio e il ge­ne­re di cu­sto­dia non­ché le re­la­ti­ve mo­di­fi­che.

2La cu­sto­dia pres­so un de­po­si­ta­rio è am­mes­sa so­lo se il de­po­si­ta­rio ri­spon­de in Sviz­ze­ra ver­so l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne per l'adem­pi­men­to de­gli ob­bli­ghi di cu­sto­dia.

3La cu­sto­dia pres­so un de­po­si­ta­rio all'este­ro è am­mes­sa se il pri­vi­le­gio di cui go­de il pa­tri­mo­nio vin­co­la­to ai sen­si del di­rit­to sviz­ze­ro ri­ma­ne ga­ran­ti­to.1

4La FIN­MA può au­to­riz­za­re al­tre ec­ce­zio­ni in pre­sen­za di ga­ran­zie ido­nee.2


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Sezione 4: Valutazione degli elementi

Art. 88 Titoli a interesse fisso

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ter­mi­na il va­lo­re mas­si­mo com­pu­ta­bi­le per i ti­to­li a in­te­res­se fis­so, emes­si in una va­lu­ta de­ter­mi­na­ta, che de­vo­no es­se­re rim­bor­sa­ti o am­mor­tiz­za­ti a una da­ta sta­bi­li­ta se­con­do il me­to­do scien­ti­fi­co o li­nea­re dell'am­mor­ta­men­to dei co­sti.

2Se il va­lo­re di mer­ca­to di un'ob­bli­ga­zio­ne con­ver­ti­bi­le è chia­ra­men­te su­pe­rio­re al suo va­lo­re no­mi­na­le, la FIN­MA può am­met­te­re una va­lu­ta­zio­ne al mas­si­mo al va­lo­re di mer­ca­to. Ob­bli­ga­zio­ni che so­no ob­bli­ga­to­ria­men­te con­ver­ti­te in azio­ni pos­so­no es­se­re com­pu­ta­te al mas­si­mo al va­lo­re di mer­ca­to.

3Pro­dot­ti strut­tu­ra­ti o com­bi­na­zio­ni di stru­men­ti fi­nan­zia­ri com­pa­ra­bi­li a ti­to­li a in­te­res­se fis­so pos­so­no es­se­re com­pu­ta­ti al mas­si­mo al va­lo­re se­con­do il me­to­do scien­ti­fi­co o li­nea­re dell'am­mor­ta­men­to dei co­sti. La FIN­MA di­sci­pli­na i li­mi­ti e le con­di­zio­ni qua­dro per il com­pu­to.1


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 88a Interessi maturati

Nel­la va­lu­ta­zio­ne de­gli in­ve­sti­men­ti ven­go­no con­si­de­ra­ti an­che gli in­te­res­si ma­tu­ra­ti.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 89 Metodo di ammortamento dei costi

1Con il me­to­do scien­ti­fi­co di am­mor­ta­men­to dei co­sti è am­mor­tiz­za­ta o ri­va­lu­ta­ta la dif­fe­ren­za tra il va­lo­re di ac­qui­si­zio­ne e quel­lo di rim­bor­so du­ran­te il pe­rio­do re­si­duo di va­li­di­tà del ti­to­lo nel gior­no di chiu­su­ra del bi­lan­cio in mo­do che il tas­so d'in­te­res­se in­ter­no ini­zia­le (ren­di­men­to al­la sca­den­za) pos­sa es­se­re man­te­nu­to.

2Con il me­to­do li­nea­re di am­mor­ta­men­to dei co­sti, la dif­fe­ren­za tra il va­lo­re di ac­qui­si­zio­ne e quel­lo di rim­bor­so nel gior­no di chiu­su­ra del bi­lan­cio de­ve es­se­re ri­par­ti­ta in im­por­ti ugua­li sul­la du­ra­ta re­si­dua di va­li­di­tà, qua­le am­mor­ta­men­to o ri­va­lu­ta­zio­ne.

Art. 90 Case d'abitazione, edifici a uso commerciale e società immobiliari

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne com­pu­ta ca­se d'abi­ta­zio­ne ed edi­fi­ci a uso com­mer­cia­le di sua pro­prie­tà al mas­si­mo al va­lo­re di mer­ca­to. La FIN­MA sta­bi­li­sce la pro­ce­du­ra di de­ter­mi­na­zio­ne del va­lo­re di mer­ca­to.

2Nel ca­so del­le so­cie­tà im­mo­bi­lia­ri nel­le qua­li l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­tie­ne una par­te­ci­pa­zio­ne di ol­tre il 50 per cen­to, la FIN­MA fis­sa il va­lo­re com­pu­ta­bi­le. Es­sa si fon­da a tal fi­ne sul va­lo­re di sti­ma de­gli im­mo­bi­li esi­sten­ti e tie­ne con­to di even­tua­li im­pe­gni.

Art. 91 Strumenti finanziari derivati

1Gli stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti di cui all'ar­ti­co­lo 79 ca­po­ver­so 1 let­te­ra i pos­so­no es­se­re com­pu­ta­ti al mas­si­mo al va­lo­re di mer­ca­to. Se es­si non so­no quo­ta­ti in bor­sa, è uti­liz­za­to un me­to­do di va­lu­ta­zio­ne usua­le sul mer­ca­to.

2Nel ca­so di stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti di cui all'ar­ti­co­lo 79 ca­po­ver­so 2 la FIN­MA sta­bi­li­sce il va­lo­re com­pu­ta­bi­le.

3La com­pen­sa­zio­ne (net­ting) di tut­te le ope­ra­zio­ni sui de­ri­va­ti sti­pu­la­te in un con­trat­to qua­dro è am­mes­sa so­lo se ta­le con­trat­to qua­dro è sti­pu­la­to se­pa­ra­ta­men­te per ogni sin­go­lo pa­tri­mo­nio vin­co­la­to. Le vo­ci ne­ga­ti­ve che sor­go­no da ta­li con­trat­ti de­vo­no es­se­re de­dot­te dal pa­tri­mo­nio vin­co­la­to. La FIN­MA può im­por­re re­go­le per la strut­tu­ra­zio­ne dei con­trat­ti qua­dro.

Art. 91a Costituzione di garanzie

1Per la con­clu­sio­ne di ope­ra­zio­ni in de­ri­va­ti è am­mes­so co­sti­tui­re le ga­ran­zie con ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to. Ciò va­le sia per i mar­gi­ni ini­zia­li sia per i mar­gi­ni di va­ria­zio­ne.

2Le ga­ran­zie pos­so­no es­se­re co­sti­tui­te sot­to for­ma di un pe­gno re­go­la­re o di un pe­gno ir­re­go­la­re se­con­do il di­rit­to sviz­ze­ro o un di­rit­to a es­so com­pa­ra­bi­le se:

a.
il mar­gi­ne ini­zia­le è de­po­si­ta­to me­dian­te se­gre­ga­zio­ne com­ple­ta pres­so un ter­zo de­po­si­ta­rio in­di­pen­den­te; e
b.
è ga­ran­ti­to con­trat­tual­men­te che nel ca­so di fal­li­men­to il mar­gi­ne ini­zia­le può ser­vi­re a ognu­na del­le par­ti con­traen­ti so­la­men­te per com­pen­sa­re cre­di­ti aper­ti nei con­fron­ti dell'as­si­cu­ra­to­re da ope­ra­zio­ni in de­ri­va­ti da que­sti con­clu­se at­tra­ver­so la con­tro­par­te cen­tra­le o svol­te per il tra­mi­te di clea­ring bro­ker.

3La FIN­MA di­sci­pli­na i det­ta­gli ri­guar­dan­ti l'at­tri­bu­zio­ne e il com­pu­to di si­mi­li ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li. Es­sa può li­mi­ta­re la co­sti­tu­zio­ne di ga­ran­zie o au­to­riz­za­re ec­ce­zio­ni in ca­si mo­ti­va­ti.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 92 Investimenti collettivi

1Gli in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi di cui all'ar­ti­co­lo 82 ca­po­ver­so 1 pos­so­no es­se­re com­pu­ta­ti al mas­si­mo al va­lo­re di mer­ca­to op­pu­re, se i cer­ti­fi­ca­ti di quo­te non so­no quo­ta­ti in bor­sa, al va­lo­re net­to d'in­ven­ta­rio.

2Nel ca­so di fon­do a in­ve­sti­to­re uni­co di cui all'ar­ti­co­lo 82 ca­po­ver­so 2, i sin­go­li ti­to­li del pa­tri­mo­nio del fon­do de­vo­no fi­gu­ra­re nel pa­tri­mo­nio vin­co­la­to ed es­se­re va­lu­ta­ti ana­lo­ga­men­te agli in­ve­sti­men­ti di­ret­ti se­con­do le di­spo­si­zio­ni del­la pre­sen­te se­zio­ne.

Art. 93 Altri elementi

1Gli in­ve­sti­men­ti di cui all'ar­ti­co­lo 79 ca­po­ver­so 1 let­te­re c, e ed h non­ché i cre­di­ti con­ta­bi­li e i ti­to­li di cre­di­to con tas­so d'in­te­res­se va­ria­bi­le e sen­za sca­den­za fis­sa so­no com­pu­ta­ti al mas­si­mo al va­lo­re di mer­ca­to. Se es­si non so­no quo­ta­ti in bor­sa, è uti­liz­za­to un me­to­do di va­lu­ta­zio­ne usua­le sul mer­ca­to.

2Tut­ti gli al­tri ele­men­ti, com­pre­si i cre­di­ti ga­ran­ti­ti da pe­gno im­mo­bi­lia­re e i de­po­si­ti a ter­mi­ne, so­no va­lu­ta­ti al mas­si­mo al va­lo­re no­mi­na­le, te­nu­to con­to del­la lo­ro si­cu­rez­za e del lo­ro red­di­to.

Art 93a Investimenti a garanzia di contratti vincolati a partecipazioni

Gli in­ve­sti­men­ti che ser­vo­no al­la ga­ran­zia de­gli im­pe­gni de­ri­van­ti da con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi nei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A2, A6.1 o A6.2 pos­so­no es­se­re com­pu­ta­ti al mas­si­mo al va­lo­re di mer­ca­to.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 94 Elementi in valuta estera

Al mo­men­to del­la va­lu­ta­zio­ne in fran­chi sviz­ze­ri, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può con­ver­ti­re gli ele­men­ti in va­lu­ta este­ra al mas­si­mo in ba­se al cor­so me­dio del­le di­vi­se.

Art. 95 Decisione concernente la valutazione

1La FIN­MA de­ci­de sul­la va­lu­ta­zio­ne de­gli ele­men­ti del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to.

2Es­sa può sta­bi­li­re per sin­go­li im­mo­bi­liz­zi e ca­te­go­rie d'in­ve­sti­men­to va­lo­ri com­pu­ta­bi­li più bas­si se ciò ap­pa­re ra­gio­ne­vo­le per la tu­te­la de­gli as­si­cu­ra­ti.

3Es­sa può or­di­na­re in qual­sia­si mo­men­to una va­lu­ta­zio­ne de­gli ele­men­ti del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to.

Titolo quinto: Altre prescrizioni concernenti l'esercizio dell'attività assicurativa

Capitolo 1: Gestione dei rischi

Art. 96 Scopo e contenuto

1At­tra­ver­so una ge­stio­ne dei ri­schi ade­gua­ta al­la sua at­ti­vi­tà e a mec­ca­ni­smi di con­trol­lo in­ter­ni, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne as­si­cu­ra che:

a.
ri­schi po­ten­zia­li sia­no ri­co­no­sciu­ti e va­lu­ta­ti tem­pe­sti­va­men­te; e che
b.
i prov­ve­di­men­ti per evi­ta­re o co­pri­re ri­schi ele­va­ti e ac­cu­mu­la­zio­ni di ri­schi sia­no adot­ta­ti tem­pe­sti­va­men­te.

2La ge­stio­ne dei ri­schi com­pren­de in par­ti­co­la­re:

a.
la de­ter­mi­na­zio­ne e l'esa­me re­go­la­re del­le stra­te­gie e dei prov­ve­di­men­ti re­la­ti­vi ai ri­schi as­sun­ti da­gli or­ga­ni di­ret­ti­vi;
b.
una po­li­ti­ca di co­per­tu­ra, che ten­ga con­to de­gli ef­fet­ti del­la stra­te­gia azien­da­le e che di­spon­ga di una do­ta­zio­ne in ca­pi­ta­le ade­gua­ta;
c.
pro­ce­du­re ade­gua­te che ga­ran­ti­sca­no che la sor­ve­glian­za dei ri­schi sia in­te­gra­ta nell'or­ga­niz­za­zio­ne azien­da­le;
d.1
l'iden­ti­fi­ca­zio­ne, la sor­ve­glian­za, la quan­ti­fi­ca­zio­ne e la ge­stio­ne at­ti­va di tut­ti i ri­schi più im­por­tan­ti;
e.
un si­ste­ma di rap­por­ti in­ter­ni per de­ter­mi­na­re, va­lu­ta­re e con­trol­la­re i ri­schi e le con­cen­tra­zio­ni di ri­schi co­me pu­re i re­la­ti­vi pro­ces­si azien­da­li.

3I mec­ca­ni­smi di con­trol­lo in­ter­ni com­pren­do­no una fun­zio­ne e pro­ces­si di com­plian­ce ef­fi­ca­ci. Nel­la lo­ro to­ta­li­tà as­si­cu­ra­no il ri­spet­to del­le nor­me giu­ri­di­che e del­le pre­scri­zio­ni in­ter­ne.2

4La fun­zio­ne di ge­stio­ne dei ri­schi e la fun­zio­ne di com­plian­ce de­vo­no es­se­re in­di­pen­den­ti. De­vo­no es­se­re pro­por­zio­na­te al­le di­men­sio­ni, al­la com­ples­si­tà de­gli af­fa­ri e al­la com­ples­si­tà or­ga­niz­za­ti­va non­ché ai ri­schi dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.3


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
3 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 96a Autovalutazione della situazione di rischio e del fabbisogno in capitale

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ef­fet­tua al­me­no una vol­ta l'an­no una va­lu­ta­zio­ne pro­spet­ti­va:

a.
di tut­ti i ri­schi ai qua­li è espo­sta, com­pre­si le con­cen­tra­zio­ni dei ri­schi si­gni­fi­ca­ti­ve e i ri­schi a li­vel­lo di grup­po (pro­fi­lo di ri­schio com­ples­si­vo);
b.
del fab­bi­so­gno com­ples­si­vo in ca­pi­ta­le;
c.
del ri­spet­to dei re­qui­si­ti re­la­ti­vi al­le ri­ser­ve tec­ni­che e al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to;
d.
dell'ade­gua­tez­za e dell'ef­fi­ca­cia del­la ge­stio­ne dei ri­schi.

2L'au­to­va­lu­ta­zio­ne del­la si­tua­zio­ne di ri­schio e del fab­bi­so­gno in ca­pi­ta­le de­ve es­se­re te­nu­ta in con­si­de­ra­zio­ne nel­la stra­te­gia azien­da­le e nel pia­no d'eser­ci­zio.

3L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne pre­sen­ta an­nual­men­te al­la FIN­MA un rap­por­to sui ri­sul­ta­ti dell'au­to­va­lu­ta­zio­ne.

4La FIN­MA può or­di­na­re che il rap­por­to sia pre­sen­ta­to a in­ter­val­li più bre­vi, se lo esi­ge la si­tua­zio­ne di ri­schio. In ca­si mo­ti­va­ti, es­sa può au­to­riz­za­re de­ro­ghe all'ob­bli­go di pre­sen­ta­re un rap­por­to.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 97 Documentazione

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne do­cu­men­ta la sua ge­stio­ne dei ri­schi. Es­sa de­ve es­se­re con­ti­nua­men­te ag­gior­na­ta.

2La do­cu­men­ta­zio­ne com­pren­de in­nan­zi tut­to i se­guen­ti pun­ti:

a.
de­scri­zio­ne dell'or­ga­niz­za­zio­ne del­la ge­stio­ne dei ri­schi azien­da­le co­me pu­re del­le com­pe­ten­ze e dei re­spon­sa­bi­li;
b.
i re­qui­si­ti po­sti al­la ge­stio­ne dei ri­schi;
c.
la po­li­ti­ca dei ri­schi, com­pre­sa la tol­le­ran­za al ri­schio;
d.
la pro­ce­du­ra per l'iden­ti­fi­ca­zio­ne dei ri­schi più im­por­tan­ti co­me pu­re l'il­lu­stra­zio­ne dei me­to­di, de­gli stru­men­ti e dei pro­ces­si per mi­su­rar­li, sor­ve­gliar­li e ge­stir­li;
e.
l'il­lu­stra­zio­ne dei vi­gen­ti si­ste­mi dei li­mi­ti per le espo­si­zio­ni ai ri­schi co­me pu­re dei mec­ca­ni­smi di con­trol­lo;
f.
di­ret­ti­ve in­ter­ne dell'im­pre­sa con­cer­nen­ti la ge­stio­ne dei ri­schi e dei re­la­ti­vi pro­ces­si.

Art. 98 Rischi operativi

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne è re­spon­sa­bi­le per la re­gi­stra­zio­ne e la va­lu­ta­zio­ne dei ri­schi ope­ra­ti­vi.

2La FIN­MA di­scu­te pe­rio­di­ca­men­te i ri­sul­ta­ti di ta­le va­lu­ta­zio­ne con l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.

3Per fa­ci­li­ta­re l'au­to­va­lu­ta­zio­ne es­sa può con­se­gna­re dei que­stio­na­ri, che so­no da com­pi­la­re e ri­spe­di­re, cor­re­da­ti del­la fir­ma del­la di­re­zio­ne, en­tro tre me­si do­po la chiu­su­ra an­nua­le.

4Qua­lo­ra l'au­to­va­lu­ta­zio­ne evi­den­zias­se ri­schi che po­treb­be­ro por­ta­re a un'in­suf­fi­cien­te sol­vi­bi­li­tà, la FIN­MA può au­men­ta­re l'at­ti­vi­tà di con­trol­lo pres­so l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.1

5L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne rac­co­glie e ana­liz­za i da­ti ri­guar­dan­ti i dan­ni de­ri­van­ti dai ri­schi ope­ra­ti­vi.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 98a Requisiti in materia di liquidità

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ve di­spor­re in ogni mo­men­to del­la li­qui­di­tà ne­ces­sa­ria per po­ter ri­spet­ta­re i pro­pri ob­bli­ghi di pa­ga­men­to an­che in si­tua­zio­ni di stress (re­qui­si­ti quan­ti­ta­ti­vi in ma­te­ria di li­qui­di­tà).

2Es­sa de­ve inol­tre sod­di­sfa­re i se­guen­ti re­qui­si­ti qua­li­ta­ti­vi in ma­te­ria di li­qui­di­tà:

a.
es­sa di­spo­ne di sce­na­ri av­ver­si e svol­ge stress te­st per de­ter­mi­na­re la pro­pria po­si­zio­ne di li­qui­di­tà. Tie­ne con­to in par­ti­co­la­re dei flus­si di li­qui­di­tà da at­ti­vi­tà fuo­ri bi­lan­cio e da al­tri im­pe­gni even­tua­li;
b.
es­sa di­spo­ne di un pia­no d'emer­gen­za con stra­te­gie ef­fi­ca­ci in ca­so di man­can­za di li­qui­di­tà. Sta­bi­li­sce le com­pe­ten­ze, i mez­zi di co­mu­ni­ca­zio­ne e le mi­su­re pre­se in con­si­de­ra­zio­ne.

1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Capitolo 2: Attuario responsabile

Art. 99 Requisiti professionali

1L'at­tua­rio re­spon­sa­bi­le de­ve di­spor­re del ti­to­lo di at­tua­rio con­fe­ri­to dall'As­so­cia­zio­ne de­gli at­tua­ri sviz­ze­ri o un ti­to­lo equi­va­len­te.

2Su man­da­to, la FIN­MA può ri­co­no­sce­re qua­le at­te­sta­zio­ne dei re­qui­si­ti pro­fes­sio­na­li an­che la re­la­ti­va for­ma­zio­ne spe­cia­li­sti­ca le­ga­ta a un'espe­rien­za pro­fes­sio­na­le di al­me­no cin­que an­ni qua­le at­tua­rio.

3L'at­tua­rio re­spon­sa­bi­le de­ve co­no­sce­re la real­tà na­zio­na­le (le­gi­sla­zio­ne, di­ret­ti­ve in ma­te­ria di sor­ve­glian­za, mer­ca­to as­si­cu­ra­ti­vo).

Capitolo 3: Impiego di strumenti finanziari derivati

Art. 100 Principio

1Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne pos­so­no im­pie­ga­re stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti so­lo per di­mi­nui­re i ri­schi su­gli in­ve­sti­men­ti di ca­pi­ta­le o su­gli im­pe­gni nei con­fron­ti de­gli as­si­cu­ra­ti op­pu­re per ge­sti­re in mo­do ef­fi­cien­te gli in­ve­sti­men­ti di ca­pi­ta­le.

2Tut­ti gli im­pe­gni che pos­so­no ri­sul­ta­re dal­le tran­sa­zio­ni fi­nan­zia­rie de­ri­va­te de­vo­no es­se­re co­per­ti.

Art. 101 Strategia d'investimento

Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che im­pie­ga­no stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti de­vo­no sta­bi­li­re una stra­te­gia d'in­ve­sti­men­to per que­sti stru­men­ti. La di­re­zio­ne dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ela­bo­ra la stra­te­gia d'in­ve­sti­men­to, la sot­to­po­ne al con­si­glio di am­mi­ni­stra­zio­ne per ap­pro­va­zio­ne e ne sor­ve­glia l'at­tua­zio­ne.

Art. 102 Contenuto della strategia d'investimento

1Nel­la stra­te­gia d'in­ve­sti­men­to de­vo­no es­se­re de­fi­ni­te le con­di­zio­ni qua­dro per l'im­pie­go di stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti, in par­ti­co­la­re i li­mi­ti dell'espo­si­zio­ne ai ri­schi e i prin­ci­pi dell'ana­li­si dei ri­schi.

2La stra­te­gia d'in­ve­sti­men­to de­ve inol­tre se­gui­re i prin­ci­pi abi­tua­li per gli in­ve­sti­men­ti di ca­pi­ta­le, in par­ti­co­la­re re­la­ti­va­men­te a si­cu­rez­za, li­qui­di­tà, red­di­ti­vi­tà, ri­par­ti­zio­ne e di­ver­si­fi­ca­zio­ne.

Art. 103 Sistema dei limiti

I li­mi­ti dell'espo­si­zio­ne ai ri­schi de­vo­no es­se­re fis­sa­ti con­for­me­men­te al­le ca­pa­ci­tà fi­nan­zia­rie e or­ga­niz­za­ti­ve dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.

Art. 104 Valutazione dei rischi

1I ri­schi del­la con­tro­par­te de­vo­no es­se­re con­si­de­ra­ti pri­ma dell'im­pie­go di stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti.

2I ri­schi de­vo­no es­se­re va­lu­ta­ti ogni­qual­vol­ta la si­tua­zio­ne lo esi­ga, ma al­me­no una vol­ta al­la set­ti­ma­na per i ri­schi di mer­ca­to e una vol­ta al me­se per i ri­schi le­ga­ti ai cre­di­ti.

3La va­lu­ta­zio­ne dei ri­schi di mer­ca­to e dei ri­schi le­ga­ti ai cre­di­ti con­si­ste, tra l'al­tro, nell'ana­liz­za­re le po­si­zio­ni aper­te e nel con­fron­tar­le con i li­mi­ti sta­bi­li­ti d'espo­si­zio­ne ai ri­schi.

4Il ri­sul­ta­to del­la va­lu­ta­zio­ne dei ri­schi de­ve es­se­re pre­sen­ta­to al­la di­re­zio­ne ogni­qual­vol­ta la si­tua­zio­ne lo esi­ga, ma al­me­no una vol­ta al me­se per i ri­schi di mer­ca­to e al­me­no una vol­ta ogni tre me­si per i ri­schi le­ga­ti ai cre­di­ti.

Art. 105 Organizzazione

L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne che im­pie­ga stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti de­ve do­tar­si di un as­set­to or­ga­niz­za­ti­vo ade­gua­to e in par­ti­co­la­re os­ser­va­re gli ar­ti­co­li 106-108.

Art. 106 Gestione e controllo

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ve im­par­ti­re di­ret­ti­ve det­ta­glia­te al­le per­so­ne in­ca­ri­ca­te del­la ge­stio­ne, in par­ti­co­la­re per quan­to at­tie­ne al­la va­lu­ta­zio­ne dei ri­schi.

2Es­sa di­spo­ne di un si­ste­ma di con­trol­lo ade­gua­to al vo­lu­me de­gli af­fa­ri e al­la com­ples­si­tà de­gli stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti.

3La ge­stio­ne de­gli stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti e il con­trol­lo de­vo­no sem­pre es­se­re svol­ti da per­so­ne in­di­pen­den­ti l'una dall'al­tra.

Art. 107 Qualificazione del personale

Le per­so­ne in­ca­ri­ca­te del­la ge­stio­ne e del con­trol­lo di­spon­go­no del­le co­no­scen­ze e del­le qua­li­fi­che ne­ces­sa­rie al­lo svol­gi­men­to del lo­ro com­pi­to.

Art. 108 Rapporto d'attività

Un rap­por­to d'at­ti­vi­tà sull'im­pie­go di stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti de­ve es­se­re pre­sen­ta­to al­me­no una vol­ta ogni sei me­si al con­si­glio d'am­mi­ni­stra­zio­ne.

Art. 109 Sorveglianza

L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne in­via ogni an­no al­la FIN­MA un rap­por­to sul­le tran­sa­zio­ni con stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti.

Capitolo 4: Rendiconto

Art. 110 Titoli e strumenti finanziari derivati

1Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne sviz­ze­re pos­so­no espor­re a bi­lan­cio i ti­to­li a in­te­res­se fis­so, espres­si in una va­lu­ta de­ter­mi­na­ta e rim­bor­sa­bi­li a una da­ta pre­sta­bi­li­ta o che pos­so­no es­se­re am­mor­tiz­za­ti, al mas­si­mo al va­lo­re ot­te­nu­to se­con­do il me­to­do scien­ti­fi­co o li­nea­re di am­mor­ta­men­to dei co­sti se­con­do l'ar­ti­co­lo 89. I pro­dot­ti strut­tu­ra­ti ana­lo­ga­men­te a ti­to­li a in­te­res­se fis­so o a com­bi­na­zio­ni di stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­vo­no es­se­re mes­si a bi­lan­cio al mas­si­mo al va­lo­re ot­te­nu­to se­con­do il me­to­do scien­ti­fi­co o li­nea­re di am­mor­ta­men­to.

2Nel ca­so di cer­ti­fi­ca­ti di fon­di a in­ve­sti­to­re uni­co se­con­do l'ar­ti­co­lo 82 ca­po­ver­so 2, gli in­ve­sti­men­ti di­ret­ti del pa­tri­mo­nio del fon­do ven­go­no mes­si a bi­lan­cio se­con­do le di­spo­si­zio­ni del pre­sen­te ar­ti­co­lo.

31

4Con l'ap­pro­va­zio­ne del­la FIN­MA, le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne pos­so­no sti­ma­re se­con­do le pre­scri­zio­ni vi­gen­ti nei sin­go­li Pae­si i ti­to­li ri­guar­dan­ti i cam­pi di at­ti­vi­tà all'este­ro.

5Gli in­ve­sti­men­ti che ser­vo­no al­la ga­ran­zia dei con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi nei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A2, A6.1 e A6.2 de­vo­no fi­gu­ra­re nel bi­lan­cio al va­lo­re di mer­ca­to.2

6Gli stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti non sca­du­ti al­la chiu­su­ra dei con­ti pos­so­no:

a.
es­se­re con­si­de­ra­ti in mo­do pru­den­te ai fi­ni del­la va­lu­ta­zio­ne dei va­lo­ri di ba­se; o
b.
es­se­re in­se­ri­ti nel bi­lan­cio se­pa­ra­ta­men­te. In que­sto ca­so, de­vo­no es­se­re va­lu­ta­ti in mo­do pru­den­te, ma al mas­si­mo al va­lo­re di mer­ca­to. Per gli stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti che non han­no un va­lo­re di mer­ca­to, la va­lu­ta­zio­ne non de­ve su­pe­ra­re il va­lo­re cal­co­la­to sul­la ba­se di mo­del­li di va­lu­ta­zio­ne ri­co­no­sciu­ti.

1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 111 Rischi nella valutazione di titoli

1Nel­la va­lu­ta­zio­ne di ti­to­li bi­so­gna te­ne­re con­to dell'in­cer­tez­za del va­lo­re dei cre­di­ti in­cor­po­ra­ti in un ti­to­lo.

2Nel­la va­lu­ta­zio­ne di ti­to­li emes­si da de­bi­to­ri do­mi­ci­lia­ti all'este­ro de­vo­no es­se­re con­si­de­ra­te le dif­fi­col­tà di tra­sfe­ri­men­to del ca­pi­ta­le o de­gli in­te­res­si.

3I va­lo­ri cal­co­la­ti se­con­do l'ar­ti­co­lo 110 ca­po­ver­so 6 de­vo­no es­se­re cor­ret­ti ade­gua­ta­men­te, in fun­zio­ne del ri­schio, se­gna­ta­men­te per quan­to con­cer­ne la ne­go­zia­bi­li­tà, i co­sti d'ese­cu­zio­ne e di an­nul­la­men­to, i ri­schi le­ga­ti ai cre­di­ti o il vo­lu­me del­le pro­prie po­si­zio­ni ri­spet­to al vo­lu­me del mer­ca­to.

Art. 111a Rapporto sulla situazione finanziaria

1Nel qua­dro del­la pre­sen­ta­zio­ne del rap­por­to di sor­ve­glian­za le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne pub­bli­ca­no al­me­no una vol­ta l'an­no un rap­por­to sul­la pro­pria si­tua­zio­ne fi­nan­zia­ria.

2Il rap­por­to sul­la si­tua­zio­ne fi­nan­zia­ria com­pren­de in­for­ma­zio­ni quan­ti­ta­ti­ve e qua­li­ta­ti­ve e de­scri­ve in par­ti­co­la­re:

a.
l'at­ti­vi­tà;
b.
il ri­sul­ta­to d'eser­ci­zio;
c.
la ge­stio­ne dei ri­schi e la sua ade­gua­tez­za;
d.
il pro­fi­lo di ri­schio;
e.
le ba­si e i me­to­di su cui pog­gia la va­lu­ta­zio­ne, in par­ti­co­la­re quel­la del­le ri­ser­ve;
f.
la ge­stio­ne del ca­pi­ta­le;
g.
la sol­vi­bi­li­tà.

3Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne pub­bli­ca­no il rap­por­to sul­la si­tua­zio­ne fi­nan­zia­ria al più tar­di il 30 apri­le sul pro­prio si­to In­ter­net.

4Su ri­chie­sta, le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che non di­spon­go­no di un pro­prio si­to In­ter­net met­to­no il rap­por­to a di­spo­si­zio­ne gra­tui­ta­men­te.

5La FIN­MA di­sci­pli­na i det­ta­gli. In par­ti­co­la­re, può pre­ve­de­re de­ro­ghe all'ob­bli­go di pub­bli­ca­zio­ne.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 111b Articolazione minima del conto annuale

1La FIN­MA ema­na di­spo­si­zio­ni di ese­cu­zio­ne con­cer­nen­ti l'ar­ti­co­la­zio­ne mi­ni­ma del con­to an­nua­le.

2Può pre­ve­de­re de­ro­ghe agli ar­ti­co­li 959a ca­po­ver­si 1 e 2, 959b ca­po­ver­si 2 e 3 e 959c ca­po­ver­si 1 e 2 del Co­di­ce del­le ob­bli­ga­zio­ni2, per quan­to le par­ti­co­la­ri­tà dell'at­ti­vi­tà as­si­cu­ra­ti­va lo ri­chie­da­no. L'ar­ti­co­la­zio­ne mi­ni­ma de­ve in par­ti­co­la­re:

a.
for­ni­re una pre­sen­ta­zio­ne stan­dar­diz­za­ta del bi­lan­cio e del con­to eco­no­mi­co;
b.
per­met­te­re un con­fron­to de­gli in­ve­sti­men­ti di ca­pi­ta­le con le re­la­ti­ve ri­ser­ve tec­ni­che.

1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 RS 220

Capitolo 5: …

Art. 112 a 116


1 Abro­ga­ti dal n. 11 dell'all. all'O del 15 ott. 2008 su­gli au­dit dei mer­ca­ti fi­nan­zia­ri, con ef­fet­to dal 1° gen. 2009 (RU 2008 5363).

Capitolo 6: Ulteriori principi per l'esercizio dell'attività assicurativa

Art. 117 Abuso

1So­no ri­te­nu­ti abu­si ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 46 ca­po­ver­so 1 let­te­ra f LSA gli svan­tag­gi de­gli as­si­cu­ra­ti o de­gli aven­ti di­rit­to, quan­do que­sti si ri­pe­to­no o po­treb­be­ro in­te­res­sa­re un'am­pia cer­chia di per­so­ne, se­gna­ta­men­te:

a.
un com­por­ta­men­to dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne, ri­spet­ti­va­men­te dell'in­ter­me­dia­rio as­si­cu­ra­ti­vo, che può dan­neg­gia­re se­ria­men­te l'as­si­cu­ra­to o l'aven­te di­rit­to;
b.
l'im­pie­go di di­spo­si­zio­ni con­trat­tua­li che vio­la­no nor­me vin­co­lan­ti del­la leg­ge sul con­trat­to d'as­si­cu­ra­zio­ne op­pu­re di al­tri at­ti ap­pli­ca­bi­li al con­trat­to;
c.
l'im­pie­go di di­spo­si­zio­ni con­trat­tua­li che pre­ve­do­no una ri­par­ti­zio­ne di di­rit­ti e ob­bli­ghi no­te­vol­men­te in con­tra­sto con quel­la ri­sul­tan­te dal­la na­tu­ra del con­trat­to.

2È ri­te­nu­to abu­so an­che il pre­giu­di­zio ar­re­ca­to a un as­si­cu­ra­to o a una per­so­na aven­te di­rit­to at­tra­ver­so una no­te­vo­le di­spa­ri­tà di trat­ta­men­to giu­ri­di­ca o at­tua­ria­men­te non giu­sti­fi­ca­bi­le.

Art. 118 Prestazioni assicurative con termine di attesa

1Nel ca­so di pre­sta­zio­ni as­si­cu­ra­ti­ve con ter­mi­ne di at­te­sa, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ces­sa di ri­scuo­te­re pre­mi non ap­pe­na l'as­si­cu­ra­to non può più be­ne­fi­cia­re di pre­sta­zio­ni as­si­cu­ra­ti­ve.

2La pre­sen­te di­spo­si­zio­ne non è ap­pli­ca­bi­le all'esen­zio­ne da pre­mi e a pre­sta­zio­ni as­si­cu­ra­ti­ve da con­trat­ti d'as­si­cu­ra­zio­ne col­let­ti­va.

Art. 119 Versamenti in depositi di premi

L'im­por­to to­ta­le del de­po­si­to pre­mi ge­sti­to dall'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ni per ogni sti­pu­lan­te non può su­pe­ra­re la som­ma dei fu­tu­ri pre­mi.

Titolo sesto: Disposizioni per singoli rami assicurativi

Capitolo 1: Assicurazione sulla vita

Sezione 1: Tariffazione

Art. 120 Principi

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne che eser­ci­ta l'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta è te­nu­ta a uti­liz­za­re ba­si e me­to­di in fun­zio­ne del ri­schio, bio­me­tri­ci e de­ter­mi­na­ti dal mer­ca­to dei ca­pi­ta­li per la ta­rif­fa­zio­ne dei suoi con­trat­ti. Nel pia­no d'eser­ci­zio de­vo­no es­se­re in­di­ca­ti pe­rio­di di va­li­di­tà vin­co­lan­ti per le ba­si e i me­to­di di cal­co­lo uti­liz­za­ti.

2In ba­se a va­lu­ta­zio­ni sta­ti­sti­che es­sa esa­mi­na an­nual­men­te che le ba­si per la ta­rif­fa­zio­ne sia­no an­co­ra ade­gua­te. Qua­lo­ra ri­sul­tas­se­ro in­suf­fi­cien­ti, le ba­si per la ta­rif­fa­zio­ne non pos­so­no più es­se­re uti­liz­za­te per i nuo­vi con­trat­ti.

Art. 121 Basi per la tariffazione determinate dal mercato al di fuori della previdenza professionale

1Qua­lo­ra con­trat­ti d'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta com­pren­des­se­ro in­te­res­si ga­ran­ti­ti, il tas­so d'in­te­res­se tec­ni­co im­pie­ga­to per la ta­rif­fa­zio­ne al di fuo­ri del­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le non può su­pe­ra­re il 60 per cen­to del­la me­dia mo­bi­le de­cen­na­le del tas­so d'in­te­res­se di ri­fe­ri­men­to. La FIN­MA fis­sa il tas­so d'in­te­res­se di ri­fe­ri­men­to.

2In ca­si mo­ti­va­ti, la FIN­MA può mo­di­fi­ca­re que­sto li­mi­te.1

3Qua­lo­ra ve­nis­se­ro for­ni­te ga­ran­zie la cui ta­rif­fa­zio­ne si ba­sa su al­tre ba­si de­ter­mi­na­te dal mer­ca­to di­ver­se dal tas­so d'in­te­res­se tec­ni­co, que­ste ba­si de­vo­no es­se­re de­ter­mi­na­te con pru­den­za e in fun­zio­ne del­le ga­ran­zie.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 122 Tavole di mortalità e altre basi statistiche

1Per la ta­rif­fa­zio­ne dei con­trat­ti d'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne uti­liz­za ta­vo­le di mor­ta­li­tà ri­co­no­sciu­te e al­tre ba­si sta­ti­sti­che pa­ri­men­ti ri­co­no­sciu­te dal­la FIN­MA. Può in­clu­de­re i da­ti sta­ti­sti­ci ri­le­va­ti dall'ef­fet­ti­vo de­gli as­si­cu­ra­ti con una pro­ce­du­ra ade­gua­ta, ri­co­no­sciu­ta dal­la FIN­MA.

2L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ela­bo­ra re­go­lar­men­te le pro­prie ba­si sta­ti­sti­che uti­liz­za­te per la ta­rif­fa­zio­ne e le ade­gua al­me­no ogni die­ci an­ni al­le co­no­scen­ze più re­cen­ti.

Art. 123 Classi tariffarie e tariffazione empirica

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può ap­pli­ca­re una ri­par­ti­zio­ne in clas­si ta­rif­fa­rie dei ri­schi as­si­cu­ra­ti co­me pu­re la ta­rif­fa­zio­ne se­con­do l'an­da­men­to dei si­ni­stri ai sen­si dei con­trat­ti in­di­vi­dua­li (ta­rif­fa­zio­ne em­pi­ri­ca) uni­ca­men­te se ciò è sta­to con­ve­nu­to con lo sti­pu­lan­te.

2Le mo­di­fi­che di pre­mi che ri­sul­ta­no dal­la ri­par­ti­zio­ne in un'al­tra clas­se ta­rif­fa­ria o dal­la ta­rif­fa­zio­ne em­pi­ri­ca so­no am­mes­se uni­ca­men­te se con lo sti­pu­lan­te so­no sta­te con­ve­nu­te le con­di­zio­ni che reg­go­no la mo­di­fi­ca ver­so l'al­to o il bas­so.

3Se l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ni ap­pli­ca clas­si ta­rif­fa­rie o la ta­rif­fa­zio­ne em­pi­ri­ca, per la de­ter­mi­na­zio­ne dei pre­mi bi­so­gna te­ne­re de­bi­ta­men­te con­to sia dell'an­da­men­to in­di­vi­dua­le dei si­ni­stri sia dell'an­da­men­to col­let­ti­vo dei si­ni­stri.

4La ta­rif­fa­zio­ne de­ve av­ve­ni­re in ba­se a me­to­di at­tua­ria­li ri­co­no­sciu­ti.

Art. 124 Tariffazione del debito residuo

L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può uti­liz­za­re me­to­di per il cal­co­lo dei pre­mi che non dif­fe­ren­zia­no se­con­do l'età e il ses­so (me­to­di per il cal­co­lo di pre­mi me­di) per la ta­rif­fa­zio­ne del de­bi­to re­si­duo, pur­ché sia­no sod­di­sfat­te le se­guen­ti con­di­zio­ni:

a.
si trat­ta di un con­trat­to col­let­ti­vo in cui è pre­vi­sta una som­ma di as­si­cu­ra­zio­ne mas­si­ma uni­for­me per as­si­cu­ra­to;
b.
l'età di en­tra­ta dell'as­si­cu­ra­to è li­mi­ta­ta al mas­si­mo a 65 an­ni;
c.
i tas­si dei pre­mi me­di ven­go­no esa­mi­na­ti al­me­no ogni tre an­ni e, se del ca­so, ade­gua­ti.

Art. 125 Assicurazione invalidità

Se un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne eser­ci­ta l'as­si­cu­ra­zio­ne in­va­li­di­tà nel qua­dro dell'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta, le di­spo­si­zio­ni sull'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta so­no ap­pli­ca­bi­li an­che all'as­si­cu­ra­zio­ne in­va­li­di­tà.

Art. 125a Assicurazione sulla vita vincolata a partecipazioni

I con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi nei ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi A2.1, A2.2, A2.3 e A6.1 de­vo­no es­se­re vin­co­la­ti a in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi di ca­pi­ta­le aper­ti che rien­tra­no nel­la leg­ge del 23 giu­gno 20062 su­gli in­ve­sti­men­ti col­let­ti­vi.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 RS 951.31

Art. 126 Garanzia di assicurazione supplementare

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può con­ce­de­re al­lo sti­pu­lan­te il di­rit­to di au­men­ta­re la co­per­tu­ra as­si­cu­ra­ti­va du­ran­te la du­ra­ta del con­trat­to sen­za un nuo­vo esa­me del­lo sta­to di sa­lu­te (ga­ran­zia di as­si­cu­ra­zio­ne sup­ple­men­ta­re).

2Nel ca­so che l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne con­tem­pli una ga­ran­zia di as­si­cu­ra­zio­ne sup­ple­men­ta­re de­ve li­mi­ta­re gli au­men­ti del­la co­per­tu­ra as­si­cu­ra­ti­va e di­sci­pli­na­re nel con­trat­to le se­guen­ti que­stio­ni:

a.
la li­mi­ta­zio­ne del sin­go­lo au­men­to;
b.
la li­mi­ta­zio­ne dell'in­sie­me de­gli au­men­ti pos­si­bi­li;
c.
l'età fi­no al­la qua­le so­no pos­si­bi­li gli au­men­ti;
d.
gli in­ter­val­li di tem­po du­ran­te i qua­li è pos­si­bi­le far va­le­re un au­men­to, o gli even­ti che giu­sti­fi­ca­no il di­rit­to a un au­men­to.

3Le con­di­zio­ni del­la ga­ran­zia di as­si­cu­ra­zio­ne sup­ple­men­ta­re se­con­do i ca­po­ver­si 1 e 2 de­vo­no es­se­re con­te­nu­te nel pia­no d'eser­ci­zio.

Sezione 2: Liquidazione e riscatto

Art. 127 Valori di liquidazione

1I va­lo­ri di li­qui­da­zio­ne de­vo­no es­se­re pre­sen­ta­ti, per ap­pro­va­zio­ne, al­la FIN­MA pri­ma del lo­ro im­pie­go. So­no esclu­si i va­lo­ri di li­qui­da­zio­ne che l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne con­ce­de vo­lon­ta­ria­men­te.

2I va­lo­ri di li­qui­da­zio­ne so­no ap­pro­va­ti al­le se­guen­ti con­di­zio­ni:1

a.
so­no ade­gua­ti;
b.2
si orien­ta­no al­le ri­ser­ve ma­te­ma­ti­che d'in­ven­ta­rio che so­no sta­te cal­co­la­te con le ba­si tec­ni­che del re­la­ti­vo con­trat­to d'as­si­cu­ra­zio­ne;
c.3
le de­du­zio­ni dal­le ri­ser­ve ma­te­ma­ti­che d'in­ven­ta­rio so­no am­mes­se sol­tan­to per il ri­schio do­vu­to al tas­so d'in­te­res­se e per le spe­se d'ac­qui­si­zio­ne non am­mor­tiz­za­te;
d.
l'as­si­cu­ra­zio­ne mo­di­fi­ca­ta de­ve es­se­re del­lo stes­so ge­ne­re dell'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta ini­zia­le; se l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne si sco­sta da que­sta re­go­la, ne de­ve for­ni­re la mo­ti­va­zio­ne;
e.
il tas­so di zill­me­riz­za­zio­ne che è al­la ba­se del­le spe­se d'ac­qui­si­zio­ne non am­mor­tiz­za­te, non può su­pe­ra­re la per­cen­tua­le de­ter­mi­na­ta dal­la FIN­MA. Que­ste per­cen­tua­li ten­go­no con­to del­le di­ver­si­tà del­le co­per­tu­re con­trat­tua­li;
f.
la FIN­MA pub­bli­ca in ma­nie­ra ade­gua­ta le per­cen­tua­li se­con­do la let­te­ra e co­me pu­re la ba­se su cui ven­go­no cal­co­la­te;
g.4
l'in­te­ra de­du­zio­ne per il ri­schio do­vu­to al tas­so d'in­te­res­se e al­le spe­se d'ac­qui­si­zio­ne non am­mor­tiz­za­te non può su­pe­ra­re il ter­zo del­le ri­ser­ve ma­te­ma­ti­che d'in­ven­ta­rio, sem­pre che lo sti­pu­lan­te ab­bia pa­ga­to i pre­mi per tre an­ni.

3Per l'ap­pro­va­zio­ne, la FIN­MA può ba­sar­si sul rap­por­to dell'at­tua­rio re­spon­sa­bi­le.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
3 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
4 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 128 Opzione di capitale

Se l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne con­ce­de un'op­zio­ne di ca­pi­ta­le, la pre­sta­zio­ne in ca­pi­ta­le de­ve es­se­re fis­sa­ta nel­le ba­si con­trat­tua­li. L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne non può ope­ra­re de­du­zio­ni sul va­lo­re di ri­scat­to.

Art. 129 Limitazioni di prestiti su polizza

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può con­ce­de­re pre­sti­ti so­lo su con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi ri­scat­ta­bi­li (pre­sti­to su po­liz­za).

2La som­ma del pre­sti­to su po­liz­za che l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne con­ce­de a un as­si­cu­ra­to non può su­pe­ra­re il va­lo­re di ri­scat­to at­tua­le del con­trat­to di as­si­cu­ra­zio­ne.

Sezione 3: Requisiti dei contratti di assicurazione sulla vita

Art. 130 Partecipazione alle eccedenze

Se è pre­vi­sto il di­rit­to al­la par­te­ci­pa­zio­ne al­le ec­ce­den­ze, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne in­di­ca nel­le ba­si con­trat­tua­li in par­ti­co­la­re quan­to se­gue:

a.
le mo­da­li­tà di as­se­gna­zio­ne del­le ec­ce­den­ze, in par­ti­co­la­re la quo­ta che vie­ne at­tri­bui­ta an­nual­men­te e so­la­men­te al­la sca­den­za del con­trat­to;
b.
il mo­men­to a par­ti­re dal qua­le av­vie­ne la pri­ma as­se­gna­zio­ne;
c.
se si trat­ta di un'as­se­gna­zio­ne del­le ec­ce­den­ze an­ti­ci­pa­ta o po­sti­ci­pa­ta;
d.
l'im­pie­go del­la quo­ta as­se­gna­ta an­nual­men­te;
e.
che lo sti­pu­lan­te vie­ne in­for­ma­to an­nual­men­te sull'as­se­gna­zio­ne e sul­lo sta­to del­le quo­te di ec­ce­den­ze che gli so­no sta­te as­se­gna­te;
f.
le mo­da­li­tà di una mo­di­fi­ca del si­ste­ma di ec­ce­den­ze vi­gen­te du­ran­te il con­trat­to e l'ob­bli­go di co­mu­ni­ca­re pre­via­men­te ta­le mo­di­fi­ca al­la FIN­MA.

Art. 131 Assicurazione di bambini

1Se, un bam­bi­no as­si­cu­ra­to nell'am­bi­to di un'as­si­cu­ra­zio­ne in ca­so di de­ces­so o di un'as­si­cu­ra­zio­ne sup­ple­men­ta­re in ca­so di de­ces­so per in­for­tu­nio, muo­re pri­ma di aver rag­giun­to i due an­ni e sei me­si di età, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può ver­sa­re un ca­pi­ta­le ga­ran­ti­to in ca­so di de­ces­so di al mas­si­mo 2500 fran­chi. Se il bam­bi­no muo­re pri­ma di aver com­piu­to il do­di­ce­si­mo an­no di età, da tut­te le as­si­cu­ra­zio­ni in suo pos­ses­so sul­la vi­ta del bam­bi­no, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può ver­sa­re un ca­pi­ta­le ga­ran­ti­to in ca­so di de­ces­so di al mas­si­mo 20 000 fran­chi.

2Se la som­ma dei pre­mi, più un in­te­res­se del 5 per cen­to, ver­sa­ti per il bam­bi­no, è su­pe­rio­re al­la som­ma ga­ran­ti­ta in ca­so di de­ces­so di cui al ca­po­ver­so 1, de­ve es­se­re rim­bor­sa­ta la som­ma dei pre­mi com­pre­si gli in­te­res­si.

Art. 132 Clausola di adeguamento dei premi

1L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può ade­gua­re i pre­mi del con­trat­to di as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta a nuo­ve si­tua­zio­ni so­lo se ciò è espres­sa­men­te pre­vi­sto nel­le ba­si con­trat­tua­li.

2Es­sa non può pre­ve­de­re clau­so­le che sop­pri­ma­no la ga­ran­zia del­la ta­rif­fa.

3Es­sa non può pre­ve­de­re ade­gua­men­ti per ren­di­te in cor­so.

4Pos­so­no es­se­re ef­fet­tua­ti ade­gua­men­ti dei pre­mi uni­ca­men­te se i rap­por­ti al­la ba­se del cal­co­lo dei pre­mi han­no su­bi­to sen­si­bi­li mo­di­fi­che.

Sezione 4: Contratti d'assicurazione sul debito residuo

Art. 133 Definizione

So­no as­si­cu­ra­zio­ni sul de­bi­to re­si­duo, le as­si­cu­ra­zio­ni tem­po­ra­nee in ca­so di de­ces­so per ga­ran­ti­re le ra­te pe­rio­di­che in re­la­zio­ne a con­trat­ti di ac­qui­sto, di cre­di­to, di af­fit­to, di lea­sing o di in­ve­sti­men­to (con­trat­ti in­di­vi­dua­li). Il ri­schio d'in­ca­pa­ci­tà di gua­da­gno può es­se­re in­clu­so.

Art. 134 Contenuto del contratto

1Il con­trat­to d'as­si­cu­ra­zio­ne col­let­ti­vo e i con­trat­ti in­di­vi­dua­li ad es­so le­ga­ti con­ten­go­no tut­te le di­spo­si­zio­ni de­ter­mi­nan­ti sui di­rit­ti e su­gli ob­bli­ghi dell'as­si­cu­ra­to. Es­si di­sci­pli­na­no in par­ti­co­la­re gli ef­fet­ti sui rap­por­ti in­di­vi­dua­li del­la sca­den­za, del­la ri­so­lu­zio­ne an­ti­ci­pa­ta o di una so­spen­sio­ne del con­trat­to col­let­ti­vo non­ché di un rim­bor­so an­ti­ci­pa­to del de­bi­to re­si­duo e di un cam­bia­men­to di pro­prie­tà.

2Nel con­trat­to d'as­si­cu­ra­zio­ne col­let­ti­vo e nei con­trat­ti in­di­vi­dua­li ad es­so le­ga­ti de­ve inol­tre es­se­re pre­vi­sto che:

a.
lo sti­pu­lan­te può tra­sfe­ri­re all'as­si­cu­ra­to al mas­si­mo i pre­mi cal­co­la­ti dall'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne com­pre­sa la tas­sa di bol­lo;
b.
lo sti­pu­lan­te può far­si ce­de­re il di­rit­to dell'as­si­cu­ra­to a pre­sta­zio­ni d'as­si­cu­ra­zio­ne so­lo fi­no a con­cor­ren­za del ri­spet­ti­vo de­bi­to re­si­duo;
c.
le par­ti di pre­mi non uti­liz­za­te se­con­do l'ar­ti­co­lo 135 ven­go­no rim­bor­sa­te all'as­si­cu­ra­to nel­la mi­su­ra in cui que­sti ha ver­sa­to con­tri­bu­ti ai pre­mi non uti­liz­za­ti;
d.
il de­bi­to re­si­duo dell'as­si­cu­ra­to è estin­to nel­la mi­su­ra del­le pre­sta­zio­ni dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne al­lo sti­pu­lan­te.

Art. 135 Rimborso di parti di premi non utilizzate

1In ca­so di ri­so­lu­zio­ne an­ti­ci­pa­ta del con­trat­to in­di­vi­dua­le, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne rim­bor­sa al­lo sti­pu­lan­te le par­ti di pre­mi non uti­liz­za­te.

2Il rim­bor­so av­vie­ne di­ret­ta­men­te all'as­si­cu­ra­to qua­lo­ra l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ab­bia as­sun­to ta­le im­pe­gno nel con­trat­to col­let­ti­vo.

Capitolo 2: Prescrizioni concernenti le eccedenze nell'assicurazione sulla vita al di fuori della previdenza professionale

Art. 136 Fondo delle eccedenze

1Per la par­te fuo­ri del­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne crea­no un fon­do del­le ec­ce­den­ze. Ta­le fon­do è una vo­ce di bi­lan­cio at­tua­ria­le per la mes­sa a di­spo­si­zio­ne del­le quo­te di ec­ce­den­ze spet­tan­ti agli sti­pu­lan­ti.

2Nel fon­do del­le ec­ce­den­ze vie­ne te­sau­riz­za­ta l'ec­ce­den­za con­se­gui­ta nel cor­so di un eser­ci­zio e at­tri­bui­ta al col­let­ti­vo di as­si­cu­ra­ti.
3Le quo­te di ec­ce­den­ze de­sti­na­te agli sti­pu­lan­ti pos­so­no es­se­re pre­le­va­te so­la­men­te dal fon­do del­le ec­ce­den­ze.
4An­nual­men­te, al­me­no il 20 per cen­to del­le ec­ce­den­ze ac­cu­mu­la­te nel fon­do del­le ec­ce­den­ze de­ve es­se­re pre­le­va­to e di­stri­bui­to agli sti­pu­lan­ti.
5Gli im­por­ti man­can­ti pos­so­no es­se­re pre­le­va­ti dal fon­do del­le ec­ce­den­ze uni­ca­men­te se i red­di­ti dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne non so­no suf­fi­cien­ti al­la co­sti­tu­zio­ne del­le ri­ser­ve at­tua­ria­li se­con­do il pia­no d'eser­ci­zio.

Art. 137 Assegnazione delle quote di eccedenze

1L'as­se­gna­zio­ne del­le ec­ce­den­ze de­ve av­ve­ni­re se­con­do me­to­di at­tua­ria­li ri­co­no­sciu­ti ed evi­tan­do di­spa­ri­tà di trat­ta­men­to abu­si­ve.
2Non ap­pe­na so­no as­se­gna­te al sin­go­lo sti­pu­lan­te, le quo­te di par­te­ci­pa­zio­ne al­le ec­ce­den­ze so­no con­si­de­ra­te do­vu­te. Es­se de­vo­no es­se­re di­stri­bui­te agli aven­ti di­rit­to con­for­me­men­te al­le re­go­la­men­ta­zio­ni con­trat­tua­li, op­pu­re, qua­lo­ra fos­se sta­to con­ve­nu­to l'ac­cu­mu­lo con in­te­res­si del­le quo­te di ec­ce­den­ze, espo­ste in una po­si­zio­ne di bi­lan­cio at­tua­ria­le, ap­po­si­ta­men­te crea­ta.
3Il si­ste­ma di par­te­ci­pa­zio­ne al­le ec­ce­den­ze non può es­se­re mo­di­fi­ca­to a svan­tag­gio del­lo sti­pu­lan­te du­ran­te la de­cor­ren­za del con­trat­to.

Art. 138 Eccedenza finale

1Se il con­trat­to di as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta pre­ve­de una quo­ta di ec­ce­den­ze fi­na­le, bi­so­gna co­sti­tui­re a que­sto ef­fet­to una ri­ser­va in­di­vi­dua­le di­stin­ta che de­ve es­se­re ali­men­ta­ta an­nual­men­te. La quo­ta di ec­ce­den­ze fi­na­le non può de­ri­va­re sol­tan­to dal red­di­to al­la sca­den­za del con­trat­to.
2La quo­ta di ri­ser­ve per la quo­ta di ec­ce­den­ze fi­na­le che di­vie­ne li­be­ra a se­gui­to di scio­gli­men­to to­ta­le o par­zia­le del con­trat­to di as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta pri­ma del­la sua sca­den­za a cau­sa di de­ces­so o ri­scat­to de­ve es­se­re ac­cre­di­ta­ta al fon­do del­le ec­ce­den­ze, a me­no che non ven­ga ver­sa­ta al­lo sti­pu­lan­te.
3Se la quo­ta di ec­ce­den­ze fi­na­le è la com­po­nen­te ec­ce­den­ta­ria più im­por­tan­te del con­trat­to, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ve as­si­cu­ra­re con­trat­tual­men­te al­lo sti­pu­lan­te che in ca­so di de­ces­so o di ri­scat­to ri­ce­ve­rà una par­te ade­gua­ta del­la quo­ta di ec­ce­den­ze fi­na­le cu­mu­la­ta.

Capitolo 3: Disposizioni speciali per le assicurazioni della previdenza professionale

Sezione 1: Conto d'esercizio annuo e obbligo di informare

Art. 139 Conto d'esercizio annuo

1Per le as­si­cu­ra­zio­ni del­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le de­ve es­se­re te­nu­to un con­to d'eser­ci­zio se­pa­ra­to. Gli ele­men­ti del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to per le as­si­cu­ra­zio­ni del­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le de­vo­no fi­gu­ra­re nel con­to d'eser­ci­zio.

2I va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li pos­so­no es­se­re tra­sfe­ri­ti dal con­to d'eser­ci­zio per la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le a quel­lo per la ri­ma­nen­te at­ti­vi­tà e vi­ce­ver­sa sol­tan­to al va­lo­re con­ta­bi­le. La dif­fe­ren­za tra il va­lo­re con­ta­bi­le e il va­lo­re di mer­ca­to è con­ta­bi­liz­za­ta nel con­to d'eser­ci­zio per la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le qua­le pro­fit­to o per­di­ta. Se man­ca il va­lo­re di mer­ca­to, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ter­mi­na la va­lu­ta­zio­ne con­for­me al mer­ca­to. Il me­to­do di va­lu­ta­zio­ne de­ve es­se­re ap­pro­va­to dal­la FIN­MA.

Art. 140 Obbligo d'informare

En­tro cin­que me­si dal gior­no di chiu­su­ra del bi­lan­cio, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne tra­smet­te agli sti­pu­lan­ti:

a.
il con­to d'eser­ci­zio per le as­si­cu­ra­zio­ni del­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le;
b.
le in­di­ca­zio­ni sul cal­co­lo dell'at­tri­bu­zio­ne e as­se­gna­zio­ne del­le ec­ce­den­ze; e
c.
tut­te le al­tre in­for­ma­zio­ni ne­ces­sa­rie agli sti­pu­lan­ti per adem­pie­re gli ob­bli­ghi le­ga­li di in­for­ma­re.

Sezione 2: Partecipazione alle eccedenze

Art. 141 Diritto di partecipazione a quote di eccedenze

1Gli sti­pu­lan­ti han­no di­rit­to a quo­te di ec­ce­den­ze con­for­me­men­te al­la pre­sen­te se­zio­ne.

2Fat­to sal­vo l'ar­ti­co­lo 152 ca­po­ver­so 3, le quo­te di ec­ce­den­ze de­vo­no es­se­re as­se­gna­te la pri­ma vol­ta al ter­mi­ne del pri­mo an­no d'as­si­cu­ra­zio­ne.

Art. 142 Principi per il calcolo

1L'at­tri­bu­zio­ne del­le ec­ce­den­ze è cal­co­la­ta in ba­se al con­to d'eser­ci­zio. Le vo­ci del con­to de­vo­no es­se­re sud­di­vi­se in pro­ces­so di ri­spar­mio, di ri­schio e dei co­sti.

2L'at­tri­bu­zio­ne del­le ec­ce­den­ze de­ve es­se­re cal­co­la­ta al­me­no una vol­ta all'an­no.

Art. 143 Processo e componente di risparmio

1Il pro­ces­so di ri­spar­mio com­pren­de:

a.
l'ali­men­ta­zio­ne dell'ave­re di vec­chia­ia;
b.
la tra­sfor­ma­zio­ne dell'ave­re di vec­chia­ia in ren­di­te di vec­chia­ia;
c.
la li­qui­da­zio­ne/ge­stio­ne del­le ren­di­te di vec­chia­ia in cor­so e del­le ren­di­te per fi­gli di pen­sio­na­ti che ne ri­sul­ta­no.

2Il ri­ca­vo del pro­ces­so di ri­spar­mio (com­po­nen­te di ri­spar­mio) cor­ri­spon­de ai red­di­ti di ca­pi­ta­le nel con­to d'eser­ci­zio, do­po de­du­zio­ne dei co­sti di in­ve­sti­men­to e di ge­stio­ne dei ca­pi­ta­li (red­di­to net­to del ca­pi­ta­le).

3Le spe­se nel pro­ces­so di ri­spar­mio cor­ri­spon­do­no agli one­ri per la ri­mu­ne­ra­zio­ne tec­ni­ca al tas­so d'in­te­res­se ga­ran­ti­to e per la li­qui­da­zio­ne del­le ren­di­te di vec­chia­ia in cor­so e le ren­di­te di fi­gli di pen­sio­na­ti co­me pu­re per la li­qui­da­zio­ne di po­liz­ze di li­be­ro pas­sag­gio.

Art. 144 Processo e componente di rischio

1Il pro­ces­so di ri­schio com­pren­de:

a.
il pa­ga­men­to di pre­sta­zio­ni in ca­so di de­ces­so e la lo­ro li­qui­da­zio­ne sot­to for­ma di pre­sta­zio­ni in ca­pi­ta­le, di ren­di­te per ve­do­ve, per ve­do­vi e per or­fa­ni;
b.
il pa­ga­men­to di pre­sta­zio­ni di in­va­li­di­tà e la lo­ro li­qui­da­zio­ne sot­to for­ma di ca­pi­ta­le d'in­va­li­di­tà, di ren­di­te d'in­va­li­di­tà, di ren­di­te per fi­gli d'in­va­li­di e di esen­zio­ne dai pre­mi; e
c.
la li­qui­da­zio­ne del­le aspet­ta­ti­ve le­ga­te al­le ren­di­te di vec­chia­ia in cor­so e al­le ren­di­te per su­per­sti­ti che ne ri­sul­ta­no.

2Il ri­ca­vo del pro­ces­so di ri­schio (com­po­nen­te ri­schio) cor­ri­spon­de ai pre­mi di ri­schio sca­du­ti.

3Le spe­se nel pro­ces­so di ri­schio cor­ri­spon­do­no agli one­ri in re­la­zio­ne al­le pre­sta­zio­ni as­si­cu­ra­ti­ve e al trat­ta­men­to dei si­ni­stri, in par­ti­co­la­re gli one­ri in re­la­zio­ne al­la co­sti­tu­zio­ne del­la ri­ser­va ma­te­ma­ti­ca di nuo­ve ren­di­te d'in­va­li­di­tà e per su­per­sti­ti, al­la li­qui­da­zio­ne del­le ren­di­te d'in­va­li­di­tà e del­le ren­di­te per su­per­sti­ti in cor­so non­ché all'in­clu­sio­ne del ri­sul­ta­to del­la rias­si­cu­ra­zio­ne.

Art. 145 Processo e componente dei costi

1Il pro­ces­so dei co­sti com­pren­de gli one­ri per la ge­stio­ne e la di­stri­bu­zio­ne di so­lu­zio­ni as­si­cu­ra­ti­ve del­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le. La li­qui­da­zio­ne del­le ren­di­te di vec­chia­ia, per su­per­sti­ti e di in­va­li­di­tà in cor­so non è in­clu­sa nel pro­ces­so dei co­sti.

2Il ri­ca­vo del pro­ces­so dei co­sti (com­po­nen­te dei co­sti) cor­ri­spon­de ai pre­mi dei co­sti do­vu­ti, esclu­si i co­sti di in­ve­sti­men­to e di ge­stio­ne di ca­pi­ta­li, di pa­ga­men­to del­le ren­di­te e di li­qui­da­zio­ne del­le ren­di­te in cor­so.

3Le spe­se nel pro­ces­so dei co­sti cor­ri­spon­do­no ai co­sti di ge­stio­ne e d'eser­ci­zio nell'as­si­cu­ra­zio­ne del­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le.

Art. 146 Casi particolari

1I con­trat­ti di as­si­cu­ra­zio­ne o par­ti di es­si per i qua­li so­no sta­ti con­cor­da­ti con­ti di en­tra­te e usci­te se­pa­ra­ti non so­no con­si­de­ra­ti per il cal­co­lo del­le com­po­nen­ti di cui agli ar­ti­co­li 143-145.

2I con­trat­ti di as­si­cu­ra­zio­ne o par­ti di es­si per i qua­li è sta­to con­cor­da­to il tra­sfe­ri­men­to sul­lo sti­pu­lan­te del ri­schio le­ga­to all'in­ve­sti­men­to di ca­pi­ta­li non so­no con­si­de­ra­ti per il cal­co­lo del­la com­po­nen­te di ri­spar­mio di cui all'ar­ti­co­lo 143.

3I con­trat­ti di ti­po pu­ra­men­te stop-loss non so­no con­si­de­ra­ti per il cal­co­lo del­la com­po­nen­te di ri­schio e del­la com­po­nen­te dei co­sti di cui agli ar­ti­co­li 144 e 145.

4I con­trat­ti di as­si­cu­ra­zio­ne se­con­do i ca­po­ver­si 1-3 de­vo­no fi­gu­ra­re se­pa­ra­ta­men­te nel con­to d'eser­ci­zio per i re­la­ti­vi pro­ces­si.

5Per que­sti con­trat­ti, gli ar­ti­co­li 152 ca­po­ver­so 3 e 153 ca­po­ver­so 1 se­con­da par­te del pe­rio­do non so­no ap­pli­ca­bi­li.

Art. 147 Quota minima e quota di distribuzione

1Una par­te del­le com­po­nen­ti se­con­do gli ar­ti­co­li 143-145 de­ve es­se­re uti­liz­za­ta a fa­vo­re del­lo sti­pu­lan­te (quo­ta di di­stri­bu­zio­ne). La quo­ta di di­stri­bu­zio­ne de­ve com­pren­de­re al­me­no il 90 per cen­to del­le com­po­nen­ti (quo­ta mi­ni­ma).

2Se le com­po­nen­ti di ri­spar­mio cor­ri­spon­do­no al 6 per cen­to o più del­la ri­ser­va ma­te­ma­ti­ca e l'in­te­res­se mi­ni­mo LPP fis­sa­to nell'ar­ti­co­lo 15 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 25 giu­gno 19821 sul­la pre­vi­den­za pro­fes­sio­na­le per la vec­chia­ia, i su­per­sti­ti e l'in­va­li­di­tà (LPP) cor­ri­spon­de a due ter­zi o me­no di que­sto tas­so in per­cen­tua­le, le ec­ce­den­ze de­vo­no es­se­re ri­par­ti­te co­me se­gue:

a.
il red­di­to net­to del ca­pi­ta­le sul mar­gi­ne di sol­vi­bi­li­tà in fa­vo­re dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne;
b.
il 90 per cen­to del ri­sul­ta­to a fa­vo­re de­gli sti­pu­lan­ti e il 10 per cen­to a fa­vo­re dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne. Per ri­sul­ta­to è da in­ten­de­re il sal­do to­ta­le po­si­ti­vo con­for­me­men­te all'ar­ti­co­lo 149 ca­po­ver­si 1 e 3 de­dot­ta la co­sti­tu­zio­ne di ri­ser­ve pre­vi­sta dal pia­no d'eser­ci­zio se­con­do l'ar­ti­co­lo 149 ca­po­ver­so 1 let­te­ra a.
3Se ne­ces­si­ta di fon­di pro­pri sup­ple­men­ta­ri per sod­di­sfa­re i re­qui­si­ti in ma­te­ria di sol­vi­bi­li­tà op­pu­re se la quo­ta del­la dif­fe­ren­za tra la som­ma del­le com­po­nen­ti e la quo­ta di di­stri­bu­zio­ne at­tri­bui­ta al ca­pi­ta­le pro­prio è in spro­por­zio­ne all'at­tri­bu­zio­ne al fon­do del­le ec­ce­den­ze, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ne de­ve da­re co­mu­ni­ca­zio­ne al­la FIN­MA. Que­st'ul­ti­ma può, su do­man­da o d'uf­fi­cio, pre­ve­de­re un di­sci­pli­na­men­to che de­ro­ghi ai ca­po­ver­si 1 e 2.

4La quo­ta di di­stri­bu­zio­ne e la pro­va dell'uti­liz­za­zio­ne de­vo­no es­se­re sot­to­po­ste per ap­pro­va­zio­ne.


Art. 148 Utilizzazione della quota di distribuzione

1La quo­ta di di­stri­bu­zio­ne è in­nan­zi tut­to uti­liz­za­ta per gli one­ri nei pro­ces­si di ri­spar­mio, di ri­schio e dei co­sti.

2Il sal­do to­ta­le cor­ri­spon­de al­la quo­ta di di­stri­bu­zio­ne me­no gli one­ri nei pro­ces­si di ri­spar­mio, di ri­schio e dei co­sti.

Art. 149 Procedura in caso di saldo totale positivo

1Il sal­do to­ta­le po­si­ti­vo è uti­liz­za­to con­for­me­men­te al pia­no d'eser­ci­zio dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne per:

a.
la co­sti­tu­zio­ne di ri­ser­ve per:
1.
il ri­schio di lon­ge­vi­tà,
2.
fu­tu­re la­cu­ne di co­per­tu­ra in ca­so di con­ver­sio­ne del­le ren­di­te,
3.
gli even­ti as­si­cu­ra­ti an­nun­cia­ti ma non an­co­ra li­qui­da­ti, ivi com­pre­si i po­ten­zia­men­ti del­la ri­ser­va ma­te­ma­ti­ca per le ren­di­te d'in­va­li­di­tà e le ren­di­te per su­per­sti­ti,
4.
gli even­ti as­si­cu­ra­ti in­sor­ti ma non an­co­ra an­nun­cia­ti,
5.
le flut­tua­zio­ni dei dan­ni,
6.
le flut­tua­zio­ni di va­lo­re de­gli in­ve­sti­men­ti di ca­pi­ta­le,
7.
l'in­te­res­se ga­ran­ti­to,
8.
gli ade­gua­men­ti e i ri­sa­na­men­ti del­le ta­rif­fe.
b.
la co­per­tu­ra dei co­sti per il ca­pi­ta­le di ri­schio sup­ple­men­ta­re as­sun­to con l'ap­pro­va­zio­ne del­la FIN­MA;
c.
l'ali­men­ta­zio­ne del fon­do del­le ec­ce­den­ze.

2Le ri­ser­ve non più ne­ces­sa­rie, co­sti­tui­te con­for­me­men­te al ca­po­ver­so 1 let­te­ra a, de­vo­no es­se­re at­tri­bui­te al fon­do del­le ec­ce­den­ze.

3Il ca­pi­ta­le di ri­schio di cui al ca­po­ver­so 1 let­te­ra b può es­se­re as­sun­to uni­ca­men­te con l'ap­pro­va­zio­ne del­la FIN­MA; es­so può es­se­re uti­liz­za­to per adem­pie­re pre­scri­zio­ni in ma­te­ria di sor­ve­glian­za o nell'in­te­res­se de­gli as­si­cu­ra­ti per mi­glio­ra­re il red­di­to dell'in­ve­sti­men­to di ca­pi­ta­li.

Art. 150 Procedura in caso di saldo totale negativo

1In ca­so di sal­do to­ta­le ne­ga­ti­vo bi­so­gna adot­ta­re, nell'or­di­ne, i se­guen­ti prov­ve­di­men­ti fi­no al­la co­per­tu­ra del di­sa­van­zo:

a.
le ri­ser­ve non più ne­ces­sa­rie de­vo­no es­se­re sciol­te;
b.
la quo­ta di di­stri­bu­zio­ne de­ve es­se­re au­men­ta­ta;
c.
il di­sa­van­zo re­si­duo può es­se­re ri­por­ta­to al mas­si­mo per un am­mon­ta­re pa­ri al fon­do del­le ec­ce­den­ze di­spo­ni­bi­le e può es­se­re com­pen­sa­to con il fon­do del­le ec­ce­den­ze dell'an­no suc­ces­si­vo.
d.
il di­sa­van­zo re­si­duo vie­ne co­per­to me­dian­te i fon­di pro­pri li­be­ri.

Art. 151 Fondo delle eccedenze

1Il fon­do del­le ec­ce­den­ze è una vo­ce di bi­lan­cio at­tua­ria­le per la mes­sa a di­spo­si­zio­ne del­le quo­te di ec­ce­den­ze spet­tan­ti agli sti­pu­lan­ti.

2Gli im­por­ti ac­cre­di­ta­ti al fon­do del­le ec­ce­den­ze de­vo­no es­se­re, con ri­ser­va dell'ar­ti­co­lo 150 let­te­ra c, uti­liz­za­ti esclu­si­va­men­te per l'as­se­gna­zio­ne agli sti­pu­lan­ti di quo­te di ec­ce­den­ze.

Art. 152 Condizioni per l'assegnazione di quote di eccedenze

1Le quo­te di ec­ce­den­ze per gli sti­pu­lan­ti de­vo­no es­se­re pre­le­va­te esclu­si­va­men­te dal fon­do del­le ec­ce­den­ze.

2I mez­zi at­tri­bui­ti al fon­do del­le ec­ce­den­ze de­vo­no es­se­re di­stri­bui­ti agli sti­pu­lan­ti al più tar­di en­tro cin­que an­ni.

3In ca­so di sal­do to­ta­le ne­ga­ti­vo, nell'an­no in que­stio­ne non pos­so­no es­se­re ri­par­ti­te quo­te di ec­ce­den­ze.

Art. 153 Principi per l'assegnazione delle quote di eccedenze

1Le quo­te di ec­ce­den­ze ac­cu­mu­la­te nel fon­do del­le ec­ce­den­ze de­vo­no es­se­re as­se­gna­te se­con­do me­to­di at­tua­ria­li ri­co­no­sciu­ti, tut­ta­via ogni an­no per un am­mon­ta­re pa­ri al mas­si­mo ai due ter­zi del fon­do del­le ec­ce­den­ze.

2L'as­se­gna­zio­ne del­le quo­te di ec­ce­den­ze tra gli isti­tu­ti di pre­vi­den­za av­vie­ne con­for­me­men­te al­la pro­por­zio­ne del­la ri­ser­va ma­te­ma­ti­ca, all'an­da­men­to dei si­ni­stri dei ri­schi as­si­cu­ra­ti e agli one­ri am­mi­ni­stra­ti­vi cau­sa­ti non­ché te­nen­do con­to dell'ar­ti­co­lo 68a del­la LPP1.

3La FIN­MA può, per mo­ti­vi par­ti­co­la­ri, or­di­na­re de­ro­ghe al­la re­go­la dei due ter­zi di cui al ca­po­ver­so 1.


Art. 154


1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Capitolo 4: Assicurazione malattie e contro gli infortuni

Art. 155 Restituzione di riserve di senescenza

1Se co­sti­tui­sce ri­ser­ve di se­ne­scen­za e si ri­ser­va il di­rit­to di di­sdi­re i con­trat­ti di as­si­cu­ra­zio­ne a se­gui­to del ve­ri­fi­car­si dell'even­to as­si­cu­ra­to o si im­pe­gna a non pro­se­gui­re il con­trat­to do­po la sua sca­den­za, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ve re­sti­tui­re all'as­si­cu­ra­to una par­te ade­gua­ta del­le ri­ser­ve di se­ne­scen­za, pur­ché una del­le par­ti sciol­ga il con­trat­to d'as­si­cu­ra­zio­ne o l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne non pro­lun­ghi il con­trat­to do­po la sua sca­den­za.

2Es­sa pre­sen­ta al­la FIN­MA per ap­pro­va­zio­ne un pia­no per la re­sti­tu­zio­ne del­la par­te al­le ri­ser­ve di se­ne­scen­za. Nel pia­no fi­gu­ra­no in par­ti­co­la­re le ba­si di cal­co­lo e l'am­mon­ta­re del­la quo­ta da re­sti­tui­re. Que­sti ele­men­ti de­vo­no es­se­re sta­bi­li­ti nel­le ba­si con­trat­tua­li.

Art. 156 Portafogli chiusi

1Se l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne non ag­giun­ge più con­trat­ti d'as­si­cu­ra­zio­ne al por­ta­fo­glio as­si­cu­ra­ti­vo (por­ta­fo­glio chiu­so), gli sti­pu­lan­ti di ta­le por­ta­fo­glio pos­so­no con­clu­de­re, in so­sti­tu­zio­ne del con­trat­to in vi­go­re, un con­trat­to d'as­si­cu­ra­zio­ne, per quan­to pos­si­bi­le equi­va­len­te, in­te­gra­to in un por­ta­fo­glio aper­to dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne o di un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ap­par­te­nen­te al­lo stes­so grup­po, pur­ché l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne, ri­spet­ti­va­men­te il grup­po, ab­bia un si­mi­le por­ta­fo­glio aper­to.

2L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne de­ve in­for­ma­re sen­za in­du­gio gli sti­pu­lan­ti su que­sto di­rit­to co­me pu­re su por­ta­fo­gli aper­ti con co­per­tu­re as­si­cu­ra­ti­ve equi­va­len­ti.

3Per il pas­sag­gio al nuo­vo con­trat­to d'as­si­cu­ra­zio­ne so­no de­ter­mi­nan­ti l'età e lo sta­to di sa­lu­te del­lo sti­pu­lan­te al­la con­clu­sio­ne del con­trat­to d'as­si­cu­ra­zio­ne in cor­so.

Art. 157 Classi tariffarie e tariffazione empirica nell'assicurazione collettiva d'indennità giornaliera in caso di malattia

L'ar­ti­co­lo 123 è ap­pli­ca­bi­le an­che all'as­si­cu­ra­zio­ne col­let­ti­va d'in­den­ni­tà gior­na­lie­ra in ca­so di ma­lat­tia.

Art. 158 Foro competente per l'assicurazione collettiva d'indennità giornaliera in caso di malattia

Nel­la con­clu­sio­ne di con­trat­ti per l'as­si­cu­ra­zio­ne col­let­ti­va d'in­den­ni­tà gior­na­lie­ra in ca­so di ma­lat­tia con da­to­ri di la­vo­ro, le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne de­vo­no pre­ve­de­re, ol­tre al fo­ro spe­cia­le, an­che un fo­ro nel luo­go di la­vo­ro dei lo­ro di­pen­den­ti.

Art. 159 Assicurazione di bambini

Per l'as­si­cu­ra­zio­ne in­di­vi­dua­le o col­let­ti­va con­tro gli in­for­tu­ni dei bam­bi­ni l'ar­ti­co­lo 131 si ap­pli­ca per ana­lo­gia.

Art. 160 Assicurazione per l'invalidità

Se un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne eser­ci­ta l'as­si­cu­ra­zio­ne per l'in­va­li­di­tà nel qua­dro dell'as­si­cu­ra­zio­ne ma­lat­tie e con­tro gli in­for­tu­ni, le di­spo­si­zio­ni dell'as­si­cu­ra­zio­ne ma­lat­tie e con­tro gli in­for­tu­ni so­no ap­pli­ca­bi­li an­che all'as­si­cu­ra­zio­ne per l'in­va­li­di­tà.

Art. 160a Coordinamento tra le autorità di sorveglianza

1La FIN­MA e l'au­to­ri­tà di sor­ve­glian­za ai sen­si del­la LVA­Mal2 coor­di­na­no le lo­ro at­ti­vi­tà di sor­ve­glian­za quan­do l'eser­ci­zio di un'as­si­cu­ra­zio­ne di cui all'ar­ti­co­lo 2 ca­po­ver­so 2 LVA­Mal ha o può ave­re un in­flus­so sull'as­si­cu­ra­zio­ne so­cia­le ma­lat­tie. Ta­le in­flus­so è da­to se­gna­ta­men­te nel ca­so di:

a.
fon­di pro­pri in­suf­fi­cien­ti;
b.
ac­can­to­na­men­ti in­suf­fi­cien­ti;
c.
una vio­la­zio­ne del­le di­spo­si­zio­ni sul pa­tri­mo­nio vin­co­la­to;
d.
tra­sfe­ri­men­to del por­ta­fo­glio se­con­do gli ar­ti­co­li 51 ca­po­ver­so 2 let­te­ra d e 62 LSA;
e.
una mo­di­fi­ca del­la strut­tu­ra giu­ri­di­ca del­la so­cie­tà o del grup­po as­si­cu­ra­ti­vo, o una par­te­ci­pa­zio­ne se­con­do l'ar­ti­co­lo 21 LSA;
f.
qual­sia­si rea­to che può ave­re un in­flus­so sull'eser­ci­zio dell'as­si­cu­ra­zio­ne so­cia­le ma­lat­tie;
g.
una vio­la­zio­ne del­le di­spo­si­zio­ni sul­la ga­ran­zia di un'at­ti­vi­tà ir­re­pren­si­bi­le, sul­la ge­stio­ne dei ri­schi e sul­la re­vi­sio­ne;
h.
una si­tua­zio­ne fi­nan­zia­ria a ri­schio;
i.
prov­ve­di­men­ti con­ser­va­ti­vi di cui all'ar­ti­co­lo 51 LSA;
j.
una vio­la­zio­ne del­le di­spo­si­zio­ni in ma­te­ria di sor­ve­glian­za.

2La FIN­MA e l'au­to­ri­tà di sor­ve­glian­za di cui al ca­po­ver­so 1 pos­so­no coor­di­na­re le lo­ro at­ti­vi­tà di sor­ve­glian­za an­che nel qua­dro di un re­go­la­re scam­bio di in­for­ma­zio­ni sui sog­get­ti giu­ri­di­ci sot­to­po­sti al­la lo­ro sor­ve­glian­za.


1 In­tro­dot­to dal n. 6 dell'all. all'O del 18 nov. 2015 sul­la vi­gi­lan­za sull'as­si­cu­ra­zio­ne ma­lat­tie, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 5165).
2 RS832.12

Capitolo 5: Assicurazione della protezione giuridica

Sezione 1: Disposizioni generali

Art. 161 Oggetto

Con un con­trat­to d'as­si­cu­ra­zio­ne del­la pro­te­zio­ne giu­ri­di­ca, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne si im­pe­gna a in­den­niz­za­re, die­tro pa­ga­men­to di un pre­mio, i co­sti pro­vo­ca­ti da af­fa­ri giu­ri­di­ci o a for­ni­re ser­vi­zi in ta­li af­fa­ri.

Art. 162 Eccezioni al campo d'applicazione

Gli ar­ti­co­li 163-170 del­la pre­sen­te or­di­nan­za e l'ar­ti­co­lo 32 ca­po­ver­so 1 LSA non so­no ap­pli­ca­bi­li:

a.
all'at­ti­vi­tà eser­ci­ta­ta dall'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne del­la re­spon­sa­bi­li­tà ci­vi­le per la di­fe­sa o la rap­pre­sen­tan­za del suo as­si­cu­ra­to in qual­sia­si pro­ce­di­men­to giu­di­zia­rio o am­mi­ni­stra­ti­vo, a con­di­zio­ne che ta­le at­ti­vi­tà sia eser­ci­ta­ta an­che nell'in­te­res­se dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne a ti­to­lo del­la me­de­si­ma co­per­tu­ra;
b.
a con­tro­ver­sie o pre­te­se in re­la­zio­ne all'uti­liz­za­zio­ne di na­vi ma­rit­ti­me.

Art. 163 Obbligo d'informare

L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne te­nu­ta a for­ni­re pre­sta­zio­ni, che eser­ci­ta l'as­si­cu­ra­zio­ne del­la pro­te­zio­ne giu­ri­di­ca con­tem­po­ra­nea­men­te ad al­tri ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi (im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ni mul­ti­ra­mi) e che non ha af­fi­da­to la li­qui­da­zio­ne di si­ni­stri a un'im­pre­sa giu­ri­di­ca­men­te au­to­no­ma, do­po aver ri­ce­vu­to la no­ti­fi­ca di si­ni­stro in­for­ma sen­za in­du­gio me­dian­te let­te­ra rac­co­man­da­ta con av­vi­so di ri­ce­vi­men­to l'as­si­cu­ra­to sul di­rit­to di scel­ta di cui all'ar­ti­co­lo 32 ca­po­ver­so 1 let­te­ra b LSA.

Sezione 2: Impresa di gestione dei sinistri

Art. 164 Organizzazione

1So­no am­mes­se co­me im­pre­se di ge­stio­ne dei si­ni­stri ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 32 ca­po­ver­so 1 let­te­ra a LSA uni­ca­men­te le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che eser­ci­ta­no esclu­si­va­men­te l'as­si­cu­ra­zio­ne del­la pro­te­zio­ne giu­ri­di­ca, non­ché le so­cie­tà ano­ni­me o le coo­pe­ra­ti­ve che non for­ni­sco­no pre­sta­zio­ni in re­la­zio­ne con la li­qui­da­zio­ne dei si­ni­stri in al­tri ra­mi as­si­cu­ra­ti­vi che non sia­no la pro­te­zio­ne giu­ri­di­ca.

2L'im­pre­sa di ge­stio­ne dei si­ni­stri de­ve ave­re la pro­pria se­de o una suc­cur­sa­le in Sviz­ze­ra.

3Le per­so­ne in­ca­ri­ca­te del­la di­re­zio­ne ge­ne­ra­le, del­la sor­ve­glian­za, del con­trol­lo non­ché del­la ge­stio­ne e del­la rap­pre­sen­tan­za dell'im­pre­sa di ge­stio­ne dei si­ni­stri non pos­so­no eser­ci­ta­re al­cu­na at­ti­vi­tà per con­to di un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne mul­ti­ra­mi.

4Gli im­pie­ga­ti dell'im­pre­sa di ge­stio­ne dei si­ni­stri in­ca­ri­ca­ti del trat­ta­men­to dei si­ni­stri non pos­so­no eser­ci­ta­re un'at­ti­vi­tà pa­ra­go­na­bi­le per con­to di un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne mul­ti­ra­mi.

Art. 165 Rapporto tra impresa di assicurazione multirami e impresa di gestione dei sinistri

1Il con­trat­to con­clu­so tra l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne e l'im­pre­sa di ge­stio­ne dei si­ni­stri de­ve se­gna­ta­men­te:

a.
con­te­ne­re una clau­so­la se­con­do la qua­le la FIN­MA può con­trol­la­re il trat­ta­men­to del­le pra­ti­che pres­so l'im­pre­sa di ge­stio­ne dei si­ni­stri;
b.
pre­ve­de­re che l'as­si­cu­ra­to pos­sa far va­le­re le pre­te­se ri­sul­tan­ti dal con­trat­to d'as­si­cu­ra­zio­ne del­la pro­te­zio­ne giu­ri­di­ca uni­ca­men­te nei con­fron­ti dell'im­pre­sa di ge­stio­ne dei si­ni­stri.

2In ca­so di con­flit­to d'in­te­res­si, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne non può im­par­ti­re istru­zio­ni al­le im­pre­se di ge­stio­ne dei si­ni­stri per il trat­ta­men­to dei ca­si d'as­si­cu­ra­zio­ne che po­treb­be­ro es­se­re pre­giu­di­zie­vo­li per l'as­si­cu­ra­to.

3In ca­so di con­flit­to d'in­te­res­si, l'im­pre­sa di ge­stio­ne dei si­ni­stri non può for­ni­re in­for­ma­zio­ni all'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne sui ca­si d'as­si­cu­ra­zio­ne trat­ta­ti che po­treb­be­ro es­se­re pre­giu­di­zie­vo­li per l'as­si­cu­ra­to.

4L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne è vin­co­la­ta da una de­ci­sio­ne emes­sa nei con­fron­ti dell'im­pre­sa di ge­stio­ne dei si­ni­stri.

Sezione 3: Forma e contenuto del contratto di assicurazione della protezione giuridica

Art. 166 Disposizioni generali

1La ga­ran­zia del­la pro­te­zio­ne giu­ri­di­ca de­ve for­ma­re og­get­to di un con­trat­to di­stin­to da quel­lo sta­bi­li­to per gli al­tri ra­mi o di una par­te di­stin­ta di una po­liz­za uni­ca con in­di­ca­zio­ne del con­te­nu­to del­la pro­te­zio­ne giu­ri­di­ca e del pre­mio cor­ri­spon­den­te.

2Se la li­qui­da­zio­ne dei si­ni­stri vie­ne af­fi­da­ta a un'im­pre­sa di ge­stio­ne dei si­ni­stri con­for­me­men­te all'ar­ti­co­lo 32 ca­po­ver­so 1 let­te­ra a LSA, det­ta im­pre­sa de­ve es­se­re men­zio­na­ta nel con­trat­to di­stin­to o nel­la par­te di­stin­ta, con l'in­di­ca­zio­ne del­la ra­gio­ne so­cia­le e dell'in­di­riz­zo del­la se­de.

3Se l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne con­ce­de all'as­si­cu­ra­to il di­rit­to di ri­cor­re­re a un av­vo­ca­to in­di­pen­den­te o a un'al­tra per­so­na al­le con­di­zio­ni di cui all'ar­ti­co­lo 32 ca­po­ver­so 1 let­te­ra b LSA, ta­le di­rit­to de­ve es­se­re men­zio­na­to nel­le pro­po­ste, po­liz­ze, con­di­zio­ni ge­ne­ra­li di as­si­cu­ra­zio­ne e no­ti­fi­che di si­ni­stro ed es­se­re mes­so par­ti­co­lar­men­te in evi­den­za.

Art. 167 Scelta del rappresentante legale

1Ogni con­trat­to di pro­te­zio­ne giu­ri­di­ca de­ve pre­ve­de­re espres­sa­men­te per l'as­si­cu­ra­to la pos­si­bi­li­tà di sce­glie­re li­be­ra­men­te il pro­prio rap­pre­sen­tan­te che sia in pos­ses­so del­le qua­li­fi­che ri­chie­ste dal­la leg­ge ap­pli­ca­bi­le al pro­ce­di­men­to:

a.
nel ca­so in cui oc­cor­ra no­mi­na­re un rap­pre­sen­tan­te le­ga­le in vi­sta di un pro­ce­di­men­to giu­di­zia­rio o am­mi­ni­stra­ti­vo;
b.
in ca­so di con­flit­ti d'in­te­res­si.

2Il con­trat­to può pre­ve­de­re che nel ca­so in cui l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne o l'im­pre­sa di ge­stio­ne dei si­ni­stri non ac­cet­ti il rap­pre­sen­tan­te le­ga­le de­si­gna­to, l'as­si­cu­ra­to ab­bia il di­rit­to di pro­por­re al­tre tre per­so­ne, una del­le qua­li do­vrà es­se­re ac­cet­ta­ta.

3In ca­so di con­flit­ti d'in­te­res­si, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne o l'im­pre­sa di ge­stio­ne dei si­ni­stri de­ve in­for­ma­re l'as­si­cu­ra­to del suo di­rit­to.

Art. 168 Scioglimento dal segreto d'ufficio

La clau­so­la nel con­trat­to d'as­si­cu­ra­zio­ne con cui l'as­si­cu­ra­to si im­pe­gna a scio­glie­re il suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le dal se­gre­to d'uf­fi­cio nei con­fron­ti dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne non è ap­pli­ca­bi­le se sus­si­ste un con­flit­to d'in­te­res­si e la tra­smis­sio­ne del­le in­for­ma­zio­ni ri­chie­ste all'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne può es­se­re pre­giu­di­zie­vo­le per l'as­si­cu­ra­to.

Art. 169 Procedura in caso di divergenza d'opinioni

1Per ri­sol­ve­re qual­sia­si di­ver­gen­za d'opi­nio­ni tra l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne o l'im­pre­sa di ge­stio­ne dei si­ni­stri e l'as­si­cu­ra­to in me­ri­to al­le mi­su­re da pren­de­re per li­qui­da­re il si­ni­stro, il con­trat­to d'as­si­cu­ra­zio­ne pre­ve­de una pro­ce­du­ra che de­ve of­fri­re ga­ran­zie di obiet­ti­vi­tà pa­ra­go­na­bi­li a quel­le di una pro­ce­du­ra ar­bi­tra­le.

2L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne o l'im­pre­sa di ge­stio­ne dei si­ni­stri che ri­fiu­ti la pro­pria pre­sta­zio­ne per una mi­su­ra con­si­de­ra­ta pri­va di pro­ba­bi­li­tà di suc­ces­so de­ve mo­ti­va­re sen­za in­du­gio, per scrit­to, la so­lu­zio­ne pro­po­sta e in­for­ma­re l'as­si­cu­ra­to del­la pos­si­bi­li­tà di ri­cor­re­re al­la pro­ce­du­ra di cui al ca­po­ver­so 1.

3Se il con­trat­to d'as­si­cu­ra­zio­ne non men­zio­na la pos­si­bi­li­tà di ri­cor­re­re al­la pro­ce­du­ra di cui al ca­po­ver­so 1 o se l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne o l'im­pre­sa di ge­stio­ne dei si­ni­stri omet­te di in­for­mar­ne l'as­si­cu­ra­to nel mo­men­to in cui ri­fiu­ta di for­ni­re la pre­sta­zio­ne, il bi­so­gno dell'as­si­cu­ra­to di es­se­re co­per­to dal­la pro­te­zio­ne giu­ri­di­ca è con­si­de­ra­to ri­co­no­sciu­to nel­la fat­ti­spe­cie.

4Se nel ca­so di un ri­fiu­to del­la pre­sta­zio­ne l'as­si­cu­ra­to in­ten­ta un pro­ces­so a sue spe­se e ot­tie­ne una sen­ten­za più fa­vo­re­vo­le del­la so­lu­zio­ne, mo­ti­va­ta per scrit­to, pro­po­sta­gli dall'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne o dall'im­pre­sa di ge­stio­ne dei si­ni­stri o del ri­sul­ta­to del­la pro­ce­du­ra di cui al ca­po­ver­so 1, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne si ac­col­la le re­la­ti­ve spe­se, fi­no a con­cor­ren­za dell'im­por­to mas­si­mo del­la som­ma as­si­cu­ra­ta.

Art. 170 Patto su una quota della lite

L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne e l'im­pre­sa di ge­stio­ne dei si­ni­stri non pos­so­no far­si pro­met­te­re una par­te dell'even­tua­le gua­da­gno pro­cu­ra­to all'as­si­cu­ra­to.

Capitolo 6: Assicurazione contro i danni causati dagli elementi naturali

Sezione 1: Danni assicurati ed entità della copertura

Art. 171 Assicurazione combinata contro l'incendio e i danni causati dagli elementi naturali

1Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che nel qua­dro del ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo B8 as­si­cu­ra­no con­tro l'in­cen­dio co­se si­tua­te in Sviz­ze­ra (be­ni mo­bi­li e fab­bri­ca­ti) de­vo­no as­si­cu­ra­re ta­li co­se, al va­lo­re to­ta­le, an­che con­tro i dan­ni cau­sa­ti da­gli ele­men­ti na­tu­ra­li.

2L'as­si­cu­ra­zio­ne ri­sar­ci­sce i dan­ni cau­sa­ti da­gli ele­men­ti na­tu­ra­li e con­si­sten­ti nel­la di­stru­zio­ne, nel dan­neg­gia­men­to o nel­lo smar­ri­men­to del­le co­se as­si­cu­ra­te.

Art. 172 Deroga all'obbligo di assicurazione

1Non rien­tra­no nell'as­si­cu­ra­zio­ne com­bi­na­ta con­tro l'in­cen­dio e i dan­ni cau­sa­ti da­gli ele­men­ti na­tu­ra­li i dan­ni a:

a.
co­stru­zio­ni fa­cil­men­te spo­sta­bi­li (co­me pa­di­glio­ni per espo­si­zio­ni o fe­ste, ten­do­ni, gio­stre, ba­rac­co­ni da fie­ra e da mer­ca­to, ca­pan­no­ni pneu­ma­ti­ci e rom­boi­da­li) e al lo­ro con­te­nu­to;
b.
cam­per, rou­lot­te, im­bar­ca­zio­ni e ae­ro­mo­bi­li, com­pre­si i lo­ro ac­ces­so­ri;
c.
vei­co­li a mo­to­re usa­ti co­me de­po­si­to di mer­ci, si­ste­ma­ti sot­to una tet­to­ia o all'aper­to;
d.
fer­ro­vie di mon­ta­gna, fu­ni­co­la­ri, te­le­fe­ri­che, scio­vie, li­nee elet­tri­che ae­ree e pa­li (esclu­sa la re­te lo­ca­le);
e.
co­se che si tro­va­no su can­tie­ri;
f.
ser­re, la co­per­tu­ra in ve­tro dei let­ti di se­mi­na e le pian­ti­ne;
g.
im­pian­ti ato­mi­ci ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 3 let­te­ra d del­la leg­ge fe­de­ra­le del 21 mar­zo 20031 sull'ener­gia nu­clea­re (LE­Nu).

2Per can­tie­re si in­ten­de l'in­te­ra area sul­la qua­le si tro­va­no be­ni mo­bi­li che so­no in re­la­zio­ne con un'ope­ra, an­che pri­ma dell'ini­zio e do­po la fi­ne dei la­vo­ri.


1 RS 732.1

Art. 173 Danni causati dagli elementi naturali assicurati

1So­no con­si­de­ra­ti dan­ni cau­sa­ti da­gli ele­men­ti na­tu­ra­li, i dan­ni do­vu­ti a pie­ne, inon­da­zio­ni, ura­ga­ni, gran­di­ne, va­lan­ghe, pres­sio­ne del­la ne­ve, fra­ne, ca­du­ta di sas­si, sco­scen­di­men­ti.

2Si con­si­de­ra tem­pe­sta un ven­to di al­me­no 75 km/h, che ab­bat­te al­be­ri o sco­per­chia ca­se nel­le vi­ci­nan­ze del­le co­se as­si­cu­ra­te.

3Non so­no con­si­de­ra­ti dan­ni cau­sa­ti da­gli ele­men­ti na­tu­ra­li:

a.
i dan­ni ri­con­du­ci­bi­li a ce­di­men­to di ter­re­no, cat­ti­vo ter­re­no da co­stru­zio­ne, co­stru­zio­ne di­fet­to­sa, de­fi­cien­te ma­nu­ten­zio­ne del­lo sta­bi­le, omis­sio­ne di mi­su­re pro­tet­ti­ve, mo­vi­men­ti ar­ti­fi­cia­li di ter­re­no, ca­du­ta di ne­ve dai tet­ti, ac­qua del sot­to­suo­lo, pie­ne e stra­ri­pa­men­ti che, se­con­do l'espe­rien­za, so­no ri­cor­ren­ti a in­ter­val­li più o me­no lun­ghi;
b.
sen­za ri­guar­do al­la lo­ro cau­sa, i dan­ni ca­gio­na­ti dall'ac­qua di ba­ci­ni ar­ti­fi­cia­li o di al­tri im­pian­ti idri­ci, co­me pu­re dal ri­gur­gi­to dell'ac­qua dal­la ca­na­liz­za­zio­ne o mo­di­fi­che del­la strut­tu­ra dell'ato­mo;
c.
i dan­ni d'eser­ci­zio che, se­con­do l'espe­rien­za, so­no da pre­ve­de­re, co­me i dan­ni cau­sa­ti in oc­ca­sio­ne di la­vo­ri edi­li e del ge­nio ci­vi­le, co­stru­zio­ne di gal­le­rie, estra­zio­ne di pie­tre, ghia­ia, sab­bia o ar­gil­la;
d.
i dan­ni da vi­bra­zio­ni pro­ve­nien­ti dal fra­na­men­to di ca­vi­tà crea­te ar­ti­fi­cial­men­te;
e.
vi­bra­zio­ni pro­vo­ca­te da spo­sta­men­ti tet­to­ni­ci nel­la cro­sta ter­re­stre (ter­re­mo­ti) ed eru­zio­ni vul­ca­ni­che.

Art. 174 Esclusioni dalla copertura

So­no esclu­si dall'as­si­cu­ra­zio­ne con­tro i dan­ni cau­sa­ti da­gli ele­men­ti na­tu­ra­li:

a.
i dan­ni do­vu­ti al­la pres­sio­ne del­la ne­ve che in­te­res­sa­no sol­tan­to te­go­le o al­tri ma­te­ria­li di co­per­tu­ra del tet­to, ca­mi­ni, gron­da­ie o tu­bi di sca­ri­co;
b.
i dan­ni pro­vo­ca­ti da tem­pe­ste e dall'ac­qua a na­tan­ti che si tro­va­no sull'ac­qua.

Art. 175 Franchigia

1L'aven­te di­rit­to as­su­me la se­guen­te fran­chi­gia:

a.
nell'as­si­cu­ra­zio­ne del­la mo­bi­lia do­me­sti­ca: 500 fran­chi per ogni si­ni­stro;
b.
nell'as­si­cu­ra­zio­ne dell'in­ven­ta­rio agri­co­lo: il 10 per cen­to dell'in­den­ni­tà do­vu­ta per ogni si­ni­stro, al mi­ni­mo pe­rò 1000 fran­chi e al mas­si­mo 10 000 fran­chi;
c.
nell'as­si­cu­ra­zio­ne de­gli al­tri be­ni mo­bi­li: il 10 per cen­to del ri­sar­ci­men­to per ogni si­ni­stro, al mi­ni­mo pe­rò 2500 fran­chi e al mas­si­mo 50 000 fran­chi;
d.
nell'as­si­cu­ra­zio­ne di fab­bri­ca­ti:
1.
per quel­li che ser­vo­no esclu­si­va­men­te da abi­ta­zio­ne o a fi­ni agri­co­li: il 10 per cen­to del ri­sar­ci­men­to, al mi­ni­mo pe­rò 1000 fran­chi e al mas­si­mo 10 000 fran­chi;
2.
per quel­li che ser­vo­no ad al­tri fi­ni: il 10 per cen­to del ri­sar­ci­men­to, al mi­ni­mo pe­rò 2500 fran­chi e al mas­si­mo 50 000 fran­chi.

2Per i dan­ni ai be­ni mo­bi­li e per quel­li ai fab­bri­ca­ti si ap­pli­ca, per ogni si­ni­stro, la ri­spet­ti­va fran­chi­gia. Qua­lo­ra un si­ni­stro col­pi­sca più fab­bri­ca­ti, ap­par­te­nen­ti al­lo stes­so sti­pu­lan­te, per i qua­li so­no pre­vi­ste fran­chi­gie di­ver­se, la fran­chi­gia è com­pre­sa tra un mi­ni­mo di 2500 fran­chi ed un mas­si­mo di 50 000 fran­chi.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 18 ott. 2006, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 4425).

Art. 176 Limitazioni della prestazione

1Se i ri­sar­ci­men­ti, spet­tan­ti a un sin­go­lo sti­pu­lan­te, ac­cer­ta­ti da par­te di tut­te le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne au­to­riz­za­te a eser­ci­ta­re un'at­ti­vi­tà as­si­cu­ra­ti­va in Sviz­ze­ra, su­pe­ra­no per un even­to as­si­cu­ra­to 25 mi­lio­ni di fran­chi, es­si ven­go­no ri­dot­ti a que­sto im­por­to. È ri­ser­va­ta una ri­du­zio­ne mag­gio­re se­con­do il ca­po­ver­so 2.

2Se i ri­sar­ci­men­ti ac­cer­ta­ti da par­te di tut­te le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne au­to­riz­za­te a eser­ci­ta­re un'at­ti­vi­tà as­si­cu­ra­ti­va in Sviz­ze­ra su­pe­ra­no per un even­to as­si­cu­ra­to 1 mi­liar­do di fran­chi, i ri­sar­ci­men­ti spet­tan­ti ai sin­go­li aven­ti di­rit­to ven­go­no ri­dot­ti in mo­do ta­le da non su­pe­ra­re com­ples­si­va­men­te det­to im­por­to.1

3I ri­sar­ci­men­ti per i dan­ni ai be­ni mo­bi­li e ai fab­bri­ca­ti non ven­go­no ad­di­zio­na­ti.

4I dan­ni ve­ri­fi­ca­ti­si in epo­che e luo­ghi di­ver­si co­sti­tui­sco­no un uni­co even­to se so­no ri­con­du­ci­bi­li al­la stes­sa cau­sa at­mo­sfe­ri­ca o tet­to­ni­ca.

5Pre­mes­sa per la co­per­tu­ra di un even­to è che il con­trat­to as­si­cu­ra­ti­vo sia in vi­go­re al mo­men­to del ve­ri­fi­car­si dell'even­to.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 18 ott. 2006, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 4425).

Sezione 2: Premi e statistiche

Art. 177 Basi per il calcolo

1Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne ela­bo­ra­no uno sche­ma di cal­co­lo dei pre­mi.

2La ta­rif­fa è cal­co­la­ta sul­la ba­se del­lo sche­ma di cal­co­lo, in cui si tie­ne con­to del­le pro­ba­bi­li mo­di­fi­che del pre­mio pu­ro.

Art. 178 Approvazione dei premi unici e comunicazione nella polizza

1Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne pre­sen­ta­no per ap­pro­va­zio­ne al­la FIN­MA la ta­rif­fa dei pre­mi com­pren­si­va del­lo sche­ma di cal­co­lo.

2Il pre­mio de­ter­mi­nan­te è se­pa­ra­to dal­la po­liz­za e vie­ne pre­sen­ta­to agli sti­pu­lan­ti se­pa­ra­ta­men­te se­con­do gli im­por­ti dei ri­schi as­si­cu­ra­ti con­tro il fuo­co e i dan­ni cau­sa­ti da­gli ele­men­ti na­tu­ra­li.

Art. 179 Statistiche

1Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne for­ni­sco­no ogni an­no a un uf­fi­cio di sta­ti­sti­ca de­si­gna­to dal­la FIN­MA i da­ti sull'as­si­cu­ra­zio­ne con­tro i dan­ni cau­sa­ti da­gli ele­men­ti na­tu­ra­li.

2Sul­la ba­se di que­sti da­ti e del­le istru­zio­ni del­la FIN­MA, l'uf­fi­cio met­te a pun­to una sta­ti­sti­ca che dà in­for­ma­zio­ni af­fi­da­bi­li sul­la si­tua­zio­ne glo­ba­le dell'as­si­cu­ra­zio­ne con­tro i dan­ni cau­sa­ti da­gli ele­men­ti na­tu­ra­li. In es­sa so­no con­te­nu­te in par­ti­co­la­re in­di­ca­zio­ni in me­ri­to ai pre­mi, al co­sto com­ples­si­vo dei si­ni­stri (pa­ga­men­ti ef­fet­tua­ti e ri­ser­ve ne­ces­sa­rie per si­ni­stri fu­tu­ri, sud­di­vi­si per an­no di sta­ti­sti­ca), al­la som­ma di as­si­cu­ra­zio­ne e ai si­ni­stri che han­no de­ter­mi­na­to l'ap­pli­ca­zio­ne di una li­mi­ta­zio­ne del­la pre­sta­zio­ne di cui all'ar­ti­co­lo 176.

3Le per­so­ne in­ca­ri­ca­te dell'ela­bo­ra­zio­ne del­la sta­ti­sti­ca dei dan­ni cau­sa­ti da­gli ele­men­ti na­tu­ra­li sot­to­stan­no all'ob­bli­go di di­scre­zio­ne. In par­ti­co­la­re es­se non so­no au­to­riz­za­te a ren­de­re no­ti a ter­zi i da­ti sta­ti­sti­ci del­le sin­go­le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne.

Art. 180 Deroghe

1I dan­ni cau­sa­ti da­gli ele­men­ti na­tu­ra­li non sog­get­ti all'ob­bli­go di as­si­cu­ra­zio­ne se­con­do l'ar­ti­co­lo 172 non rien­tra­no nel­la sta­ti­sti­ca.

2Su do­man­da mo­ti­va­ta la FIN­MA può eso­ne­ra­re un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne dall'ob­bli­go di for­ni­re i da­ti all'uf­fi­cio di sta­ti­sti­ca o, die­tro ri­chie­sta mo­ti­va­ta dell'uf­fi­cio di sta­ti­sti­ca, esclu­de­re i da­ti di un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.

3Eso­ne­ro ed esclu­sio­ne dal­la par­te­ci­pa­zio­ne al­la sta­ti­sti­ca se­con­do il ca­po­ver­so 2 non di­spen­sa­no dall'ob­bli­go di par­te­ci­pa­re al­le spe­se se­con­do l'ar­ti­co­lo 181.

Art. 181 Spese

1Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne sop­por­ta­no le spe­se ne­ces­sa­rie per l'al­le­sti­men­to del­le ta­rif­fe e del­le sta­ti­sti­che.

2Es­se met­to­no a pun­to un pia­no per la ri­par­ti­zio­ne del­le spe­se e lo sot­to­pon­go­no per ap­pro­va­zio­ne al­la FIN­MA.

3Il pia­no vie­ne ap­pro­va­to se pre­ve­de una ri­par­ti­zio­ne equi­li­bra­ta del­le spe­se.

Titolo settimo: Intermediari assicurativi

Art. 182 Esclusione dal campo di applicazione

L'at­ti­vi­tà di in­ter­me­dia­zio­ne as­si­cu­ra­ti­va all'este­ro di un in­ter­me­dia­rio as­si­cu­ra­ti­vo con se­de o do­mi­ci­lio in Sviz­ze­ra non è sot­to­po­sta al­la sor­ve­glian­za in Sviz­ze­ra.

Art. 183 Obbligo di iscrizione

1L'in­ter­me­dia­rio as­si­cu­ra­ti­vo non ha l'ob­bli­go di iscri­zio­ne se­con­do l'ar­ti­co­lo 43 ca­po­ver­so 1 LSA se:

a.
nel cor­so di un an­no ci­vi­le, le com­mis­sio­ni so­no prin­ci­pal­men­te rea­liz­za­te con una o due im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne;
b.
i com­pen­si o al­tri van­tag­gi in de­na­ro ri­ce­vu­ti dall'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne non cor­ri­spon­do­no al com­pen­so com­mer­cia­le usua­le per l'in­ter­me­dia­zio­ne as­si­cu­ra­ti­va e che quin­di ne po­treb­be­ro pre­giu­di­ca­re l'in­di­pen­den­za;
c.
col­la­bo­ra o ha al­tri ac­cor­di con un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne che pre­giu­di­ca­no la sua li­ber­tà di la­vo­ra­re an­che per al­tre im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne;
d.
par­te­ci­pa al ca­pi­ta­le so­cia­le di un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne di­ret­ta­men­te o in­di­ret­ta­men­te con più del 10 per cen­to; o
e.
oc­cu­pa una fun­zio­ne di­ri­gen­zia­le in un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne o può in­fluen­za­re in al­tro mo­do l'an­da­men­to de­gli af­fa­ri di un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.

2L'in­ter­me­dia­rio as­si­cu­ra­ti­vo non ha l'ob­bli­go di iscri­zio­ne se­con­do l'ar­ti­co­lo 43 ca­po­ver­so 1 LSA, se un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne:

a.
par­te­ci­pa al ca­pi­ta­le so­cia­le di un in­ter­me­dia­rio fi­nan­zia­rio di­ret­ta­men­te o in­di­ret­ta­men­te con più del 10 per cen­to;
b.
oc­cu­pa una fun­zio­ne di­ri­gen­zia­le in un'im­pre­sa di in­ter­me­dia­zio­ne as­si­cu­ra­ti­va o può in­fluen­za­re in al­tro mo­do l'an­da­men­to de­gli af­fa­ri di un in­ter­me­dia­rio as­si­cu­ra­ti­vo.

3La FIN­MA può di­spor­re l'ob­bli­go di iscri­zio­ne in de­ro­ga ai ca­po­ver­si 1 e 2, pur­ché cir­co­stan­ze spe­cia­li lo giu­sti­fi­chi­no.

Art. 184 Qualifiche professionali

1L'in­ter­me­dia­rio as­si­cu­ra­ti­vo at­te­sta la qua­li­fi­ca pro­fes­sio­na­le con il su­pe­ra­men­to di un esa­me o pre­sen­tan­do un cer­ti­fi­ca­to di pa­ri va­lo­re.

2La FIN­MA di­sci­pli­na il con­te­nu­to dell'esa­me. Es­sa può ema­na­re di­spo­si­zio­ni per lo svol­gi­men­to dell'esa­me e per i mo­ti­vi di di­spen­sa.

3La FIN­MA de­ci­de dell'equi­pol­len­za di al­tri cer­ti­fi­ca­ti pro­fes­sio­na­li.

Art. 185 Condizioni personali

L'in­ter­me­dia­rio fi­nan­zia­rio adem­pie al­le se­guen­ti pre­mes­se per­so­na­li:

a.
go­de dell'eser­ci­zio dei di­rit­ti ci­vi­li;
b.
non ha su­bi­to con­dan­ne pe­na­li pro­nun­cia­te per fat­ti in­com­pa­ti­bi­li con l'at­ti­vi­tà di in­ter­me­dia­rio as­si­cu­ra­ti­vo la cui iscri­zio­ne non è sta­ta can­cel­la­ta dal ca­sel­la­rio giu­di­zia­le.
c.1
nei suoi con­fron­ti non esi­sto­no at­te­sta­ti di ca­ren­za be­ni che sia­no in re­la­zio­ne con un com­por­ta­men­to in­com­pa­ti­bi­le con l'at­ti­vi­tà di in­ter­me­dia­rio as­si­cu­ra­ti­vo.

1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 186 Garanzie finanziarie

1Per la co­per­tu­ra del­la re­spon­sa­bi­li­tà ci­vi­le de­ri­van­te dal­la vio­la­zio­ne dell'ob­bli­go di di­li­gen­za pro­fes­sio­na­le l'in­ter­me­dia­rio as­si­cu­ra­ti­vo di­spo­ne di un'as­si­cu­ra­zio­ne di re­spon­sa­bi­li­tà ci­vi­le pro­fes­sio­na­le per dan­ni pa­tri­mo­nia­li. La som­ma as­si­cu­ra­ta per tut­ti i ca­si di dan­no di un an­no de­ve am­mon­ta­re ad al­me­no 2 mi­lio­ni di fran­chi.

2Que­sto ob­bli­go non esi­ste se un ter­zo ha con­clu­so un'as­si­cu­ra­zio­ne di re­spon­sa­bi­li­tà ci­vi­le pro­fes­sio­na­le nel­la cui co­per­tu­ra è in­clu­so l'in­ter­me­dia­rio as­si­cu­ra­ti­vo.

3Al po­sto di un'as­si­cu­ra­zio­ne di re­spon­sa­bi­li­tà ci­vi­le pro­fes­sio­na­le l'in­ter­me­dia­rio as­si­cu­ra­ti­vo può for­ni­re una ga­ran­zia fi­nan­zia­ria equi­va­len­te. La FIN­MA de­ci­de nel sin­go­lo ca­so qua­li al­tre ga­ran­zie fi­nan­zia­rie sia­no da con­si­de­ra­re equi­va­len­ti.

4Chiun­que vo­glia far­si re­gi­stra­re se­con­do l'ar­ti­co­lo 43 ca­po­ver­so 1 o se­con­do l'ar­ti­co­lo 43 ca­po­ver­so 2 LSA de­ve di­mo­stra­re per en­tram­be le for­me di at­ti­vi­tà di in­ter­me­dia­zio­ne as­si­cu­ra­ti­va le ga­ran­zie fi­nan­zia­rie ne­ces­sa­rie.

Art. 187 Registro

1Il re­gi­stro con­tie­ne i se­guen­ti da­ti con­cer­nen­ti l'in­ter­me­dia­rio fi­nan­zia­rio:

a.
no­me e in­di­riz­zo;
b.
na­tu­ra giu­ri­di­ca;
c.
le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne che so­no rap­pre­sen­ta­te dall'in­ter­me­dia­rio fi­nan­zia­rio, ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 43 ca­po­ver­so 2 LSA;
d.
il ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo in cui l'in­ter­me­dia­rio fi­nan­zia­rio è at­ti­vo, con in­di­ca­zio­ne del le­ga­me all'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne;
e.
il da­to­re di la­vo­ro, se l'in­ter­me­dia­rio fi­nan­zia­rio è vin­co­la­to da un rap­por­to di la­vo­ro;
f.
la da­ta del­la pri­ma iscri­zio­ne a re­gi­stro;
g.
il nu­me­ro di re­gi­stro.

2L'in­ter­me­dia­rio as­si­cu­ra­ti­vo può iscri­ver­si a re­gi­stro se­con­do l'ar­ti­co­lo 43 ca­po­ver­so 1 o se­con­do l'ar­ti­co­lo 43 ca­po­ver­so 2 LSA, ma non per lo stes­so ra­mo as­si­cu­ra­ti­vo.

3Le per­so­ne giu­ri­di­che che eser­ci­ta­no un'at­ti­vi­tà di in­ter­me­dia­zio­ne as­si­cu­ra­ti­va se­con­do l'ar­ti­co­lo 43 ca­po­ver­so 1 LSA so­no iscrit­te a re­gi­stro nel­la lo­ro fun­zio­ne di in­ter­me­dia­rio as­si­cu­ra­ti­vo. Es­se di­mo­stra­no di di­spor­re di suf­fi­cien­ti col­la­bo­ra­to­ri che pos­seg­go­no le qua­li­fi­che ri­chie­ste e che a lo­ro vol­ta so­no iscrit­ti a re­gi­stro.

Art. 188 Pubblicità del registro

I da­ti del re­gi­stro so­no pub­bli­ci e pos­so­no es­se­re ac­ces­si­bi­li tra­mi­te pro­ce­du­ra di ri­chia­mo.

Art. 189 Modifica di fatti essenziali

1L'in­ter­me­dia­rio fi­nan­zia­rio re­gi­stra­to è ob­bli­ga­to ad av­vi­sa­re la FIN­MA en­tro quin­di­ci gior­ni dal mo­men­to in cui è ve­nu­to a co­no­scen­za del­le se­guen­ti mo­di­fi­che:

a.
mo­di­fi­ca del no­me;
b.
estin­zio­ne del­la ga­ran­zia fi­nan­zia­ria o ri­du­zio­ne del­la stes­sa a un li­vel­lo in­fe­rio­re al­la do­ta­zio­ne mi­ni­ma di cui all'ar­ti­co­lo 186;
c.
so­sti­tu­zio­ne di un'as­si­cu­ra­zio­ne di re­spon­sa­bi­li­tà ci­vi­le con una ga­ran­zia fi­nan­zia­ria equi­va­len­te o vi­ce­ver­sa;
d.
fi­ne dell'at­ti­vi­tà di in­ter­me­dia­rio as­si­cu­ra­ti­vo;
e.
pas­sag­gio dall'at­ti­vi­tà d'in­ter­me­dia­zio­ne as­si­cu­ra­ti­va se­con­do l'ar­ti­co­lo 43 ca­po­ver­so 1 LSA all'at­ti­vi­tà di in­ter­me­dia­zio­ne as­si­cu­ra­ti­va se­con­do l'ar­ti­co­lo 43 ca­po­ver­so 2 LSA o vi­ce­ver­sa;
f.
cam­bio dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne per la qua­le l'in­ter­me­dia­rio as­si­cu­ra­ti­vo se­con­do l'ar­ti­co­lo 43 ca­po­ver­so 2 LSA con­clu­de con­trat­ti di as­si­cu­ra­zio­ne;
g.
cam­bio di im­pre­sa di in­ter­me­dia­ri as­si­cu­ra­ti­vi per la qua­le l'in­ter­me­dia­rio as­si­cu­ra­ti­vo è at­ti­vo;
h.
cam­bio di in­di­riz­zo;
i.1
con­dan­ne pe­na­li, iscrit­te nel ca­sel­la­rio giu­di­zia­le, per rea­ti con­tro il pa­tri­mo­nio di cui agli ar­ti­co­li 137-172ter CP;
k.2
pre­sen­za di un at­te­sta­to di ca­ren­za be­ni.

2L'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne con la qua­le l'in­ter­me­dia­rio fi­nan­zia­rio ha con­clu­so un'as­si­cu­ra­zio­ne di re­spon­sa­bi­li­tà ci­vi­le pro­fes­sio­na­le se­con­do l'ar­ti­co­lo 186 ca­po­ver­so 1 de­ve met­te­re im­me­dia­ta­men­te a co­no­scen­za la FIN­MA sul­la ces­sa­zio­ne o so­spen­sio­ne di que­sta as­si­cu­ra­zio­ne. Lo stes­so va­le se la co­per­tu­ra non rag­giun­ge più il mi­ni­mo pre­scrit­to.

3Lo stes­so ob­bli­go in­com­be al­la per­so­na che for­ni­sce una for­ma di ga­ran­zia fi­nan­zia­ria equi­va­len­te in fa­vo­re dell'in­ter­me­dia­rio fi­nan­zia­rio.


1 In­tro­dot­ta dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).
2 In­tro­dot­ta dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 190 Obbligo di informare

Se nel­le in­for­ma­zio­ni for­ni­te agli as­si­cu­ra­ti se­con­do l'ar­ti­co­lo 45 ca­po­ver­so 1 LSA so­prav­ven­go­no mo­di­fi­che, l'in­ter­me­dia­rio as­si­cu­ra­ti­vo ne de­ve rag­gua­glia­re i clien­ti in oc­ca­sio­ne del pros­si­mo con­tat­to.

Titolo ottavo: Gruppi assicurativi e conglomerati assicurativi

Capitolo 1: Gruppi assicurativi

Sezione 1: Organizzazione, struttura del gruppo e processi interni al gruppo

Art. 191 Organizzazione

1Il grup­po as­si­cu­ra­ti­vo di­spo­ne di un'or­ga­niz­za­zio­ne ade­gua­ta in fun­zio­ne del­la sua at­ti­vi­tà e dei ri­schi.

2Es­so pre­sen­ta al­la FIN­MA una de­scri­zio­ne del­la strut­tu­ra or­ga­niz­za­ti­va, di con­trol­lo e di ge­stio­ne a li­vel­lo di di­re­zio­ne del grup­po e le co­mu­ni­ca even­tua­li mo­di­fi­che en­tro quin­di­ci gior­ni dal­la lo­ro en­tra­ta in vi­go­re.

3La FIN­MA de­si­gna l'im­pre­sa sua in­ter­lo­cu­tri­ce re­spon­sa­bi­le per gli ob­bli­ghi del grup­po as­si­cu­ra­ti­vo in ma­te­ria di di­rit­to di sor­ve­glian­za.

4Es­sa può ri­chie­de­re al grup­po as­si­cu­ra­ti­vo gli sta­tu­ti dell'im­pre­sa de­si­gna­ta co­me in­ter­lo­cu­tri­ce.

Art. 192 Struttura del gruppo

1Il grup­po as­si­cu­ra­ti­vo pre­sen­ta al­la FIN­MA an­nual­men­te, en­tro tre me­si do­po la chiu­su­ra an­nua­le, un or­ga­ni­gram­ma com­ple­to del grup­po in cui so­no de­scrit­te tut­te le im­pre­se del grup­po as­si­cu­ra­ti­vo. La FIN­MA può ri­chie­de­re l'or­ga­ni­gram­ma com­ple­to a in­ter­val­li più bre­vi.

2In pre­sen­za di un'in­ten­zio­ne in tal sen­so, il grup­po as­si­cu­ra­ti­vo an­nun­cia al­la FIN­MA la crea­zio­ne, l'ac­qui­si­zio­ne o l'alie­na­zio­ne di un'im­por­tan­te par­te­ci­pa­zio­ne da par­te di un'im­pre­sa del grup­po.1

3La FIN­MA sta­bi­li­sce ca­so per ca­so, in fun­zio­ne del­la gran­dez­za e com­ples­si­tà del grup­po as­si­cu­ra­ti­vo, co­sa bi­so­gna in­ten­de­re per par­te­ci­pa­zio­ne im­por­tan­te.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 193 Processi interni al gruppo

1I pro­ces­si in­ter­ni al grup­po so­no at­ti­vi­tà e tran­sa­zio­ni in cui, per l'adem­pi­men­to di un ob­bli­go, le im­pre­se sot­to­po­ste a sor­ve­glian­za si ba­sa­no, di­ret­ta­men­te o in­di­ret­ta­men­te, su al­tre im­pre­se fa­cen­ti par­te del­lo stes­so grup­po as­si­cu­ra­ti­vo; in par­ti­co­la­re:

a.
pre­sti­ti;
b.
ga­ran­zie e ope­ra­zio­ni fuo­ri bi­lan­cio;
c.
at­ti­vi­tà e tran­sa­zio­ni che so­no mez­zi pro­pri com­pu­ta­bi­li se­con­do l'ar­ti­co­lo 37 ca­po­ver­so 2 let­te­ra d;
d.
in­ve­sti­men­ti di ca­pi­ta­le;
e.
at­ti­vi­tà di rias­si­cu­ra­zio­ne;
f.
ac­cor­di sul­la ri­par­ti­zio­ne dei co­sti; e
g.
al­tre at­ti­vi­tà di tra­sfe­ri­men­to dei ri­schi.

2So­no con­si­de­ra­ti im­por­tan­ti i pro­ces­si in­ter­ni al grup­po che mo­di­fi­ca­no, o che pos­so­no mo­di­fi­ca­re, so­stan­zial­men­te la si­tua­zio­ne fi­nan­zia­ria di una sin­go­la im­pre­sa o di tut­to il grup­po as­si­cu­ra­ti­vo e che ol­tre­pas­sa­no i va­lo­ri mi­ni­mi pre­sta­bi­li­ti dal­la FIN­MA.

Art. 194 Sorveglianza sui processi interni al gruppo

1Il grup­po as­si­cu­ra­ti­vo de­ve pre­sen­ta­re rap­por­to al­la FIN­MA su tut­ti i pro­ces­si im­por­tan­ti in­ter­ni al grup­po pri­ma che esple­ti­no i lo­ro ef­fet­ti giu­ri­di­ci. Inol­tre, en­tro tre me­si dal­la chiu­su­ra an­nua­le bi­so­gna pre­sen­ta­re ogni an­no un rap­por­to al­la FIN­MA sul­lo sta­to dei pro­ces­si. La FIN­MA può ri­chie­de­re un rap­por­to a in­ter­val­li più bre­vi.1

2Se i pro­ces­si so­no ef­fet­tua­ti da per­so­ne fi­si­che e giu­ri­di­che ester­ne al grup­po as­si­cu­ra­ti­vo a so­ste­gno del­le im­pre­se del grup­po, ta­li tran­sa­zio­ni e at­ti­vi­tà de­vo­no fi­gu­ra­re nel rap­por­to.

3La FIN­MA di­sci­pli­na il mo­do e il con­te­nu­to dei rap­por­ti e sta­bi­li­sce i va­lo­ri mi­ni­mi te­nen­do con­to del­la gran­dez­za e del­la com­ples­si­tà del grup­po as­si­cu­ra­ti­vo.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Sezione 2: Gestione dei rischi

Art. 195 Scopo e contenuto

1Per lo sco­po e il con­te­nu­to del­la ge­stio­ne dei ri­schi so­no ap­pli­ca­bi­li per ana­lo­gia gli ar­ti­co­li 96, 96a, 98 e 98a.

2I grup­pi as­si­cu­ra­ti­vi man­ten­go­no a li­vel­lo di grup­po, cia­scu­no sot­to la pro­pria re­spon­sa­bi­li­tà, fun­zio­ni di ge­stio­ne dei ri­schi e fun­zio­ni di com­plian­ce se­pa­ra­te.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 196 Documentazione

1En­tro tre me­si dal­la chiu­su­ra an­nua­le, il grup­po as­si­cu­ra­ti­vo pre­sen­ta al­la FIN­MA la do­cu­men­ta­zio­ne con­cer­nen­te la ge­stio­ne dei ri­schi. Mo­di­fi­che es­sen­zia­li de­vo­no es­se­re co­mu­ni­ca­te en­tro un me­se.

2Per il re­sto l'ar­ti­co­lo 97 è ap­pli­ca­bi­le per ana­lo­gia.

Art. 197


1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Sezione 3: Solvibilità

Art. 198 Determinazione e rapporto

Per i grup­pi as­si­cu­ra­ti­vi la de­ter­mi­na­zio­ne del­la sol­vi­bi­li­tà e il re­la­ti­vo rap­por­to so­no ret­ti per ana­lo­gia da­gli ar­ti­co­li 41-53a re­la­ti­vi al Te­st sviz­ze­ro di sol­vi­bi­li­tà (SST di grup­po).


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 198a SST di gruppo consolidato

1Il grup­po as­si­cu­ra­ti­vo de­ter­mi­na la pro­pria sol­vi­bi­li­tà me­dian­te un SST di grup­po con­so­li­da­to. A tal fi­ne, il ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi e il ca­pi­ta­le pre­vi­sto so­no de­ter­mi­na­ti sul­la ba­se di un bi­lan­cio con­so­li­da­to con­for­me al mer­ca­to.

2La FIN­MA può:

a.
ema­na­re di­spo­si­zio­ni che ten­go­no con­to del­la di­spo­ni­bi­li­tà e del­la tra­sfe­ri­bi­li­tà del ca­pi­ta­le all'in­ter­no del grup­po as­si­cu­ra­ti­vo;
b.
or­di­na­re mag­gio­ra­zio­ni del ca­pi­ta­le pre­vi­sto o ri­du­zio­ni del ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi se la fun­gi­bi­li­tà è for­te­men­te li­mi­ta­ta e il mo­del­lo non ne tie­ne suf­fi­cien­te­men­te con­to.

1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 198b SST di gruppo granulare

1Con l'au­to­riz­za­zio­ne del­la FIN­MA il grup­po as­si­cu­ra­ti­vo può de­ter­mi­na­re la pro­pria sol­vi­bi­li­tà me­dian­te un SST di grup­po gra­nu­la­re.

2In ca­si mo­ti­va­ti, la FIN­MA può or­di­na­re ol­tre al SST di grup­po con­so­li­da­to un SST di grup­po gra­nu­la­re.

3Nel SST di grup­po gra­nu­la­re il ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi e il ca­pi­ta­le pre­vi­sto so­no de­ter­mi­na­ti per ogni uni­tà giu­ri­di­ca del grup­po as­si­cu­ra­ti­vo. So­no pre­si in con­si­de­ra­zio­ne tut­ti gli stru­men­ti di tra­sfe­ri­men­to di ca­pi­ta­le e di tra­sfe­ri­men­to di ri­schio tra le uni­tà giu­ri­di­che.

4La FIN­MA può ac­cor­da­re a un grup­po as­si­cu­ra­ti­vo sem­pli­fi­ca­zio­ni ri­guar­dan­ti il SST di grup­po gra­nu­la­re. Es­se in­clu­do­no in par­ti­co­la­re la riu­nio­ne di va­rie uni­tà giu­ri­di­che in un'uni­tà vir­tua­le (clu­ster).


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 198c Adempimento

Un grup­po as­si­cu­ra­ti­vo adem­pie i re­qui­si­ti in ma­te­ria di sol­vi­bi­li­tà se sod­di­sfa i re­qui­si­ti:

a.
del SST di grup­po con­so­li­da­to; o
b.
del SST di grup­po gra­nu­la­re au­to­riz­za­to dal­la FIN­MA.

1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 199 a 202


1 Abro­ga­ti dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 203 Controllo esterno

1Il grup­po as­si­cu­ra­ti­vo in­ca­ri­ca una so­cie­tà di au­dit1. Que­sta so­cie­tà con­trol­la an­nual­men­te se il grup­po as­si­cu­ra­ti­vo ri­spet­ta gli ob­bli­ghi con­te­nu­ti nel­la pre­sen­te or­di­nan­za e se at­tua i pro­ces­si di con­trol­lo del ri­schio de­scrit­ti nel­la do­cu­men­ta­zio­ne se­con­do l'ar­ti­co­lo 196. Al ri­guar­do es­sa re­di­ge un rap­por­to all'at­ten­zio­ne del­la FIN­MA.

2La FIN­MA ema­na istru­zio­ni per il con­trol­lo. Es­sa può au­to­riz­za­re un'al­tra ter­za per­so­na qua­li­fi­ca­ta e in­di­pen­den­te a ef­fet­tua­re il con­trol­lo.


1 Nuo­va espr. giu­sta il n. 11 dell'all. all'O del 15 ott. 2008 su­gli au­dit dei mer­ca­ti fi­nan­zia­ri, in vi­go­re dal 1° gen. 2009 (RU 2008 5363).

Art. 203a Rapporto sulla situazione finanziaria

Per i grup­pi as­si­cu­ra­ti­vi si ap­pli­ca per ana­lo­gia l'ar­ti­co­lo 111a. Per la de­scri­zio­ne del­la sol­vi­bi­li­tà si può im­pie­ga­re il SST di grup­po con­so­li­da­to.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Sezione 4: Fallimento

Art. 203b

Le fun­zio­ni di una so­cie­tà del grup­po so­no im­por­tan­ti per l'at­ti­vi­tà sog­get­ta ad au­to­riz­za­zio­ne se so­no ne­ces­sa­rie al man­te­ni­men­to di pro­ces­si ope­ra­ti­vi ri­le­van­ti, in par­ti­co­la­re nell'am­bi­to del­la sot­to­scri­zio­ne di ri­schi, del­la ge­stio­ne del por­ta­fo­glio, del­la li­qui­da­zio­ne dei dan­ni, del­la con­ta­bi­li­tà, del per­so­na­le, del­le tec­no­lo­gie dell'in­for­ma­zio­ne e de­gli in­ve­sti­men­ti pa­tri­mo­nia­li.

Capitolo 2: Conglomerati assicurativi

Art. 204 Disposizioni applicabili

Gli ar­ti­co­li 191-203a re­la­ti­vi ai grup­pi as­si­cu­ra­ti­vi so­no ap­pli­ca­bi­li per ana­lo­gia ai con­glo­me­ra­ti as­si­cu­ra­ti­vi.


1 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 205 Assegnazione delle imprese al settore assicurativo e finanziario

1Per l'as­se­gna­zio­ne del­le im­pre­se al set­to­re as­si­cu­ra­ti­vo o a quel­lo fi­nan­zia­rio so­no de­ter­mi­nan­ti l'at­ti­vi­tà prin­ci­pa­le dell'im­pre­sa in que­stio­ne e il set­to­re per il qua­le l'im­pre­sa for­ni­sce pre­sta­zio­ni. Im­pre­se che non pos­so­no es­se­re at­tri­bui­te in mo­do chia­ro ven­go­no as­se­gna­te al set­to­re as­si­cu­ra­ti­vo.

21


1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 206


1 Abro­ga­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, con ef­fet­to dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 206a Fallimento

Le fun­zio­ni di una so­cie­tà del con­glo­me­ra­to so­no im­por­tan­ti per l'at­ti­vi­tà sog­get­ta ad au­to­riz­za­zio­ne se so­no ne­ces­sa­rie al man­te­ni­men­to di pro­ces­si ope­ra­ti­vi ri­le­van­ti, in par­ti­co­la­re nell'am­bi­to del­la sot­to­scri­zio­ne di ri­schi, del­la ge­stio­ne del por­ta­fo­glio, del­la li­qui­da­zio­ne dei dan­ni, del­la con­ta­bi­li­tà, del per­so­na­le, del­le tec­no­lo­gie dell'in­for­ma­zio­ne e de­gli in­ve­sti­men­ti pa­tri­mo­nia­li.


1 In­tro­dot­to dal n. 14 dell'all. 1 all'O del 25 nov. 2015 sull'in­fra­strut­tu­ra fi­nan­zia­ria, in vi­go­re dal 1° gen. 2016 (RU 2015 5413).

Titolo nono: …

Art. 207 e 208


1 Abro­ga­ti dal n. 11 dell'all. all'O del 15 ott. 2008 su­gli au­dit dei mer­ca­ti fi­nan­zia­ri, con ef­fet­to dal 1° gen. 2009 (RU 2008 5363).

Art. 209 a 214


1 Abro­ga­ti dall'art. 38 cpv. 2 dell'O del 15 ott. 2008 su­gli emo­lu­men­ti e sul­le tas­se del­la FIN­MA, con ef­fet­to dal 1° gen 2009 (RU 2008 5343).

Titolo decimo: …

Art. 215


1 Abro­ga­to dal n. 11 dell'all. all'O del 15 ott. 2008 su­gli au­dit dei mer­ca­ti fi­nan­zia­ri, con ef­fet­to dal 1° gen. 2009 (RU 2008 5363).

Titolo undicesimo: Disposizioni transitorie e finali

Art. 216 Disposizioni transitorie

1e 21

3Even­tua­li ri­ser­ve di va­lu­ta­zio­ne se­con­do l'ar­ti­co­lo 37 ca­po­ver­so 2 let­te­ra c su ti­to­li a tas­so di in­te­res­se fis­so pos­so­no es­se­re com­pu­ta­te al mas­si­mo du­ran­te cin­que an­ni dall'en­tra­ta in vi­go­re con la se­guen­te li­mi­ta­zio­ne: com­pu­ta­bi­le du­ran­te il pe­rio­do tran­si­to­rio è il va­lo­re più bas­so del­la ri­ser­va di va­lu­ta­zio­ne all'ul­ti­mo gior­no di chiu­su­ra dei con­ti pri­ma dell'en­tra­ta in vi­go­re e quel­lo del­le ri­ser­ve di va­lu­ta­zio­ne suc­ces­si­ve al­la fi­ne dell'an­no.

4Con ri­fe­ri­men­to al ca­pi­ta­le pre­vi­sto (art. 41-46) e al ca­pi­ta­le sop­por­tan­te i ri­schi (art. 47-50) val­go­no le se­guen­ti di­spo­si­zio­ni:

a. a c.2
d.
es­se co­sti­tui­sco­no il ca­pi­ta­le ne­ces­sa­rio sop­por­tan­te i ri­schi a co­per­tu­ra del ca­pi­ta­le pre­vi­sto en­tro cin­que an­ni dall'en­tra­ta in vi­go­re;
e. a h.3

54

6Al più tar­di in oc­ca­sio­ne del­la pri­ma in­for­ma­zio­ne an­nua che avrà luo­go do­po l'en­tra­ta in vi­go­re, l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne for­ni­sce al­lo sti­pu­lan­te, in ap­pli­ca­zio­ne dell'ar­ti­co­lo 130 let­te­ra e, un'ag­giun­ta al con­trat­to con­te­nen­te i det­ta­gli del­la di­stri­bu­zio­ne del­le ec­ce­den­ze se­con­do l'ar­ti­co­lo 130. L'ag­giun­ta de­ve es­se­re con­for­me con le in­di­ca­zio­ni con­te­nu­te nel pia­no d'eser­ci­zio.

7a 95

10Le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne non au­to­riz­za­te a eser­ci­ta­re l'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta che, all'en­tra­ta in vi­go­re, in­clu­do­no un'in­den­ni­tà di de­ces­so nel­le as­si­cu­ra­zio­ni a pre­sta­zio­ni li­mi­ta­te in ca­so d'in­for­tu­nio, ma­lat­tia e in­va­li­di­tà, co­me l'as­si­cu­ra­zio­ne con­nes­sa con l'ab­bo­na­men­to a un pe­rio­di­co, pos­so­no con­ti­nua­re a of­fri­re que­sta in­den­ni­tà di de­ces­so so­lo fi­no al­la sca­den­za del con­trat­to o fi­no al­la so­prav­ve­nien­za dell'even­to as­si­cu­ra­to. Per le cas­se ma­la­ti ri­co­no­sciu­te è fat­to sal­vo l'ar­ti­co­lo 14 dell'or­di­nan­za del 27 giu­gno 19956 sull'as­si­cu­ra­zio­ne ma­lat­tie.

11a 157

16Gli ar­ti­co­li 175 e 176 si ap­pli­ca­no a tut­ti i con­trat­ti d'as­si­cu­ra­zio­ne in cor­so dal mo­men­to dell'en­tra­ta in vi­go­re del­la pre­sen­te mo­di­fi­ca del 18 ot­to­bre 2006 e a tut­ti quel­li con­clu­si do­po que­sta da­ta.8


1 Abro­ga­ti dal n. 11 dell'all. all'O del 15 ott. 2008 su­gli au­dit dei mer­ca­ti fi­nan­zia­ri, con ef­fet­to dal 1° gen. 2009 (RU 2008 5363).
2 Abro­ga­te dal n. 11 dell'all. all'O del 15 ott. 2008 su­gli au­dit dei mer­ca­ti fi­nan­zia­ri, con ef­fet­to dal 1° gen. 2009 (RU 2008 5363).
3 Abro­ga­te dal n. 11 dell'all. all'O del 15 ott. 2008 su­gli au­dit dei mer­ca­ti fi­nan­zia­ri, con ef­fet­to dal 1° gen. 2009 (RU 2008 5363).
4 Abro­ga­to dal n. 11 dell'all. all'O del 15 ott. 2008 su­gli au­dit dei mer­ca­ti fi­nan­zia­ri, con ef­fet­to dal 1° gen. 2009 (RU 2008 5363).
5 Abro­ga­ti dal n. 11 dell'all. all'O del 15 ott. 2008 su­gli au­dit dei mer­ca­ti fi­nan­zia­ri, con ef­fet­to dal 1° gen. 2009 (RU 2008 5363).
6 RS 832.102
7 Abro­ga­ti dal n. 11 dell'all. all'O del 15 ott. 2008 su­gli au­dit dei mer­ca­ti fi­nan­zia­ri, con ef­fet­to dal 1° gen. 2009 (RU 2008 5363).
8 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 18 ott. 2006, in vi­go­re dal 1° gen. 2007 (RU 2006 4425).

Art. 216a


1 In­tro­dot­to dal n. II 11 dell'all. all'O del 22 ago. 2007 sui re­vi­so­ri (RU 2007 3989). Abro­ga­to dal n. 11 dell'all. all'O del 15 ott. 2008 su­gli au­dit dei mer­ca­ti fi­nan­zia­ri, con ef­fet­to dal 1° gen. 2009 (RU 2008 5363).

Art. 216b Disposizioni transitorie della modifica del 25 marzo 2015

1Le dop­pie fun­zio­ni esi­sten­ti ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 13 ca­po­ver­so 1 de­vo­no es­se­re eli­mi­na­te en­tro tre an­ni dall'en­tra­ta in vi­go­re del­la mo­di­fi­ca del 25 mar­zo 2015. Ri­man­go­no va­li­de le ec­ce­zio­ni ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 13 ca­po­ver­so 3 au­to­riz­za­te se­con­do il di­rit­to an­te­rio­re.

2Gli stru­men­ti di ca­pi­ta­le as­sor­ben­ti il ri­schio che so­no sta­ti au­to­riz­za­ti dal­la FIN­MA pri­ma dell'en­tra­ta in vi­go­re del­la mo­di­fi­ca del 25 mar­zo 2015 re­sta­no in­va­ria­ti per la lo­ro ri­spet­ti­va du­ra­ta re­si­dua.

3La FIN­MA sta­bi­li­sce la da­ta in cui il rap­por­to sul­la si­tua­zio­ne fi­nan­zia­ria di cui all'ar­ti­co­lo 111a de­ve es­se­re pub­bli­ca­to per la pri­ma vol­ta e la da­ta in cui l'ar­ti­co­la­zio­ne mi­ni­ma di cui all'ar­ti­co­lo 111b de­ve es­se­re ap­pli­ca­ta per la pri­ma vol­ta.


1 In­tro­dot­to dal n. I dell'O del 25 mar. 2015, in vi­go­re dal 1° lug. 2015 (RU 2015 1147).

Art. 217 Diritto previgente: abrogazione

I se­guen­ti at­ti so­no abro­ga­ti:

1.
De­cre­to del Con­si­glio fe­de­ra­le del 22 no­vem­bre 19781 con­cer­nen­te l'en­tra­ta in vi­go­re del­la leg­ge sul­la sor­ve­glian­za de­gli as­si­cu­ra­to­ri e il man­te­ni­men­to in vi­go­re di ta­lu­ni at­ti le­gi­sla­ti­vi;
2.
Or­di­nan­za del 19 no­vem­bre 19972 sull'im­pie­go di stru­men­ti fi­nan­zia­ri de­ri­va­ti da par­te de­gli isti­tu­ti d'as­si­cu­ra­zio­ne;
3.
Or­di­nan­za dell'11 set­tem­bre 19313 sul­la sor­ve­glian­za de­gli isti­tu­ti d'as­si­cu­ra­zio­ne pri­va­ti (Or­di­nan­za sul­la sor­ve­glian­za, OS);
4.
Or­di­nan­za dell'11 feb­bra­io 19764 che de­li­mi­ta l'ob­bli­go di sor­ve­glian­za del­le as­si­cu­ra­zio­ni;
5.
Or­di­nan­za del 3 di­cem­bre 19795 sull'eser­ci­zio di at­ti­vi­tà estra­nee all'as­si­cu­ra­zio­ne da par­te d'isti­tu­ti d'as­si­cu­ra­zio­ne pri­va­ti;
6.
De­cre­to del Con­si­glio fe­de­ra­le del 22 no­vem­bre 19556 con­cer­nen­te l'as­si­cu­ra­zio­ne con­nes­sa con l'ab­bo­na­men­to a un pe­rio­di­co e l'as­si­cu­ra­zio­ne dei com­pra­to­ri e del­la clien­te­la;
7.
Or­di­nan­za del 18 no­vem­bre 19927 con­cer­nen­te l'as­si­cu­ra­zio­ne del­la tu­te­la giu­di­zia­ria (Pro­te­zio­ne giu­ri­di­ca);
8.
Or­di­nan­za del 18 no­vem­bre 19928 con­cer­nen­te l'as­si­cu­ra­zio­ne con­tro i dan­ni cau­sa­ti da­gli ele­men­ti na­tu­ra­li;
9.
Or­di­nan­za del 29 no­vem­bre 19939 sull'as­si­cu­ra­zio­ne di­ret­ta sul­la vi­ta (Or­di­nan­za sull'as­si­cu­ra­zio­ne vi­ta, OAs­sV);
10.
Or­di­nan­za dell'8 set­tem­bre 199310 sull'as­si­cu­ra­zio­ne di­ret­ta di­ver­sa dall'as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vi­ta (Or­di­nan­za sull'as­si­cu­ra­zio­ne con­tro i dan­ni, OA­Da);
11.
Or­di­nan­za del 18 no­vem­bre 199211 con­cer­nen­te la ri­ser­va di com­pen­sa­zio­ne nell'as­si­cu­ra­zio­ne cre­di­ti.

1 [RU 1978 1856, 1985 885, 1986 689 art. 6, 1988 116 n. II cpv. 1 lett. c]
2 [RU 1998 84]
3 [CS 10 305; RU 1979 1588, 1986 2529, 1988 116, 1990 787, 1992 2415, 1993 2614 3219, 1995 3867 all. n. 7, 1996 2243 n. I 38, 1998 84 all. n. 1, 1999 3671]
4 [RU 1976 239]
5 [RU 1980 53]
6 [RU 1955 1014]
7 [RU 1992 2355]
8 [RU 1992 2359, 1995 1063, 2000 24]
9 [RU 1993 3230, 1996 2243 n. I 39, 1998 84 all. n. 2, 2003 4991, 2004 1615, 2005 2387]
10 [RU 1993 2620, 1995 5690, 1998 84 all. n. 3, 2001 1286 n. II, 2003 4999, 2005 2389]
11 [RU 1992 2380]

Art. 218 Entrata in vigore

La pre­sen­te or­di­nan­za en­tra in vi­go­re il 1° gen­na­io 2006.

Allegato 1

Allegato 1: Rami assicurativi

A. Assicurazione sulla vita

B. Assicurazione contro i danni

C. Riassicurazione

Allegato 2

Expected shortfall

1. Definizioni

2. Valore soglia qá

3. Expected shortfall nel caso speciale di una funzione di distribuzione costante di X

4. Expected shortfall nel caso generale

Allegato 3

Valutazione conforme al mercato

1. Definizione

2. Attivi

3. Capitale di terzi