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Ordinanza dell'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari sul fallimento delle imprese di assicurazione

del 17 ottobre 2012 (Stato 1° gennaio 2013)

L'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA),

visto l'articolo 54 capoverso 3 della legge del 17 dicembre 20041 sulla sorveglianza degli assicuratori (LSA),

ordina:

Sezione 1: Disposizioni generali

Art. 1 Oggetto

La pre­sen­te or­di­nan­za con­cre­tiz­za la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to del­le im­pre­se di as­si­cu­ra­zio­ne se­con­do gli ar­ti­co­li 53-59 LSA.

Art. 2 Campo di applicazione

La pre­sen­te or­di­nan­za si ap­pli­ca a tut­te le per­so­ne fi­si­che e giu­ri­di­che che eser­ci­ta­no un'at­ti­vi­tà co­me im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne sog­get­ta al­la sor­ve­glian­za da par­te del­la FIN­MA ai sen­si del­la LSA.

Art. 3 Universalità

1Se è aper­ta una pro­ce­du­ra di fal­li­men­to, que­sta si esten­de a tut­ti i be­ni pa­tri­mo­nia­li rea­liz­za­bi­li che ap­par­ten­go­no all'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne in ta­le mo­men­to, in­di­pen­den­te­men­te dal fat­to che si tro­vi­no in Sviz­ze­ra o all'este­ro.

2Tut­ti i cre­di­to­ri na­zio­na­li ed este­ri dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne e del­le sue suc­cur­sa­li este­re so­no au­to­riz­za­ti a par­te­ci­pa­re, nel­la stes­sa mi­su­ra e con gli stes­si pri­vi­le­gi, al­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to aper­ta in Sviz­ze­ra.

3So­no con­si­de­ra­ti be­ni pa­tri­mo­nia­li del­la suc­cur­sa­le sviz­ze­ra di un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne este­ra tut­ti gli at­ti­vi in Sviz­ze­ra e all'este­ro co­sti­tui­ti da per­so­ne che han­no agi­to per que­sta suc­cur­sa­le.

Art. 4 Pubblicazioni e comunicazioni

1Le pub­bli­ca­zio­ni so­no ef­fet­tua­te nel Fo­glio uf­fi­cia­le sviz­ze­ro di com­mer­cio e nel si­to In­ter­net del­la FIN­MA.

2Le co­mu­ni­ca­zio­ni so­no no­ti­fi­ca­te di­ret­ta­men­te ai cre­di­to­ri dei qua­li no­me e in­di­riz­zo so­no no­ti. Ove op­por­tu­no ai fi­ni del­la sem­pli­fi­ca­zio­ne del­la pro­ce­du­ra, la FIN­MA può ob­bli­ga­re i cre­di­to­ri con se­de o do­mi­ci­lio all'este­ro a de­si­gna­re in Sviz­ze­ra un man­da­ta­rio au­to­riz­za­to a ri­ce­ve­re le no­ti­fi­ca­zio­ni. In ca­so d'ur­gen­za o al fi­ne di sem­pli­fi­ca­re la pro­ce­du­ra è pos­si­bi­le ri­nun­cia­re al­la co­mu­ni­ca­zio­ne di­ret­ta.

3La pub­bli­ca­zio­ne nel Fo­glio uf­fi­cia­le sviz­ze­ro di com­mer­cio è de­ter­mi­nan­te per la de­cor­ren­za dei ter­mi­ni e le con­se­guen­ze giu­ri­di­che con­nes­se al­la pub­bli­ca­zio­ne.

Art. 5 Consultazione degli atti

1Chi ren­de ve­ro­si­mi­le la di­ret­ta com­pro­mis­sio­ne dei pro­pri in­te­res­si pa­tri­mo­nia­li a cau­sa del fal­li­men­to può pren­de­re vi­sio­ne dei do­cu­men­ti re­la­ti­vi al fal­li­men­to.

2La con­sul­ta­zio­ne de­gli at­ti può es­se­re li­mi­ta­ta a de­ter­mi­na­te fa­si del­la pro­ce­du­ra op­pu­re ri­stret­ta o pre­clu­sa se sus­si­sto­no in­te­res­si con­tra­ri pre­pon­de­ran­ti.

3Chi ot­tie­ne l'au­to­riz­za­zio­ne al­la con­sul­ta­zio­ne de­gli at­ti può uti­liz­za­re le in­for­ma­zio­ni ot­te­nu­te uni­ca­men­te per sal­va­guar­da­re i pro­pri in­te­res­si pa­tri­mo­nia­li di­ret­ti.

4La con­sul­ta­zio­ne de­gli at­ti può es­se­re su­bor­di­na­ta a una di­chia­ra­zio­ne se­con­do la qua­le le in­for­ma­zio­ni ac­qui­si­te da­gli at­ti sa­ran­no uti­liz­za­te uni­ca­men­te per sal­va­guar­da­re i pro­pri in­te­res­si pa­tri­mo­nia­li di­ret­ti. In ca­so di vio­la­zio­ne può es­se­re pro­spet­ta­ta pre­ven­ti­va­men­te la com­mi­na­to­ria del­la pe­na di cui all'ar­ti­co­lo 48 del­la leg­ge del 22 giu­gno 20071 con­cer­nen­te l'Au­to­ri­tà fe­de­ra­le di vi­gi­lan­za sui mer­ca­ti fi­nan­zia­ri e all'ar­ti­co­lo 292 del Co­di­ce pe­na­le2.

5Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to e, do­po la chiu­su­ra del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to, la FIN­MA, de­ci­do­no in me­ri­to al­la con­sul­ta­zio­ne de­gli at­ti.


1 RS 956.1
2 RS 311.0

Art. 6 Denuncia alla FINMA

1Chiun­que sia toc­ca­to nei pro­pri in­te­res­si da de­ci­sio­ni, at­ti o omis­sio­ni di una per­so­na in­ca­ri­ca­ta dal­la FIN­MA di svol­ge­re com­pi­ti ai sen­si del­la pre­sen­te or­di­nan­za può de­nun­cia­re la fat­ti­spe­cie al­la FIN­MA.

2Le de­ci­sio­ni di ta­le per­so­na non so­no de­ci­sio­ni e i de­nun­zian­ti non so­no par­ti ai sen­si del­la leg­ge fe­de­ra­le del 20 di­cem­bre 19681 sul­la pro­ce­du­ra am­mi­ni­stra­ti­va (PA).

3La FIN­MA va­lu­ta la fat­ti­spe­cie de­nun­cia­ta, adot­ta le mi­su­re ne­ces­sa­rie e, all'oc­cor­ren­za, ema­na una de­ci­sio­ne.


Art. 7 Designazione di un liquidatore del fallimento

1La FIN­MA de­si­gna me­dian­te de­ci­sio­ne un li­qui­da­to­re del fal­li­men­to qua­lo­ra non sia es­sa stes­sa ad as­sol­ver­ne le fun­zio­ni.

2Se de­si­gna un li­qui­da­to­re del fal­li­men­to, la FIN­MA de­ve ac­cer­tar­si che la per­so­na che in­ten­de no­mi­na­re sia in gra­do, in ter­mi­ni di tem­po e com­pe­ten­ze pro­fes­sio­na­li, di adem­pie­re al man­da­to con di­li­gen­za, ef­fi­ca­cia ed ef­fi­cien­za, e che con­flit­ti di in­te­res­si non si op­pon­ga­no al con­fe­ri­men­to del man­da­to.

3La FIN­MA de­fi­ni­sce i det­ta­gli del man­da­to, se­gna­ta­men­te le spe­se, il ren­di­con­to e il con­trol­lo del li­qui­da­to­re del fal­li­men­to.

Art. 8 Compiti e competenze del liquidatore del fallimento

Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to con­du­ce la pro­ce­du­ra. In par­ti­co­la­re:

a.
crea i pre­sup­po­sti tec­ni­ci e am­mi­ni­stra­ti­vi per la con­du­zio­ne del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to;
b.
tu­te­la e rea­liz­za gli at­ti­vi del fal­li­men­to;
c.
prov­ve­de al­la ge­stio­ne ne­ces­sa­ria nell'am­bi­to del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to;
d.
rap­pre­sen­ta la mas­sa del fal­li­men­to in tri­bu­na­le e da­van­ti ad al­tre au­to­ri­tà;
e.
sta­bi­li­sce le pre­te­se ga­ran­ti­te dal pa­tri­mo­nio vin­co­la­to de­ri­van­ti da con­trat­ti as­si­cu­ra­ti­vi;
f.
prov­ve­de al ver­sa­men­to del ri­ca­va­to del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 54a LSA.

Art. 9 Foro del fallimento

1Il fo­ro del fal­li­men­to è quel­lo in cui ha se­de l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne o la suc­cur­sa­le di un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne este­ra in Sviz­ze­ra.

2Se un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne este­ra di­spo­ne di più suc­cur­sa­li in Sviz­ze­ra, sus­si­ste un uni­co fo­ro del fal­li­men­to. Que­st'ul­ti­mo è sta­bi­li­to dal­la FIN­MA.

3Il fo­ro del fal­li­men­to del­le per­so­ne fi­si­che è quel­lo del luo­go del do­mi­ci­lio com­mer­cia­le al mo­men­to dell'aper­tu­ra del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to.

Art. 10 Crediti e impegni iscritti nei libri

Un cre­di­to o un im­pe­gno dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne so­no con­si­de­ra­ti iscrit­ti nei li­bri del­la stes­sa se ta­li li­bri so­no te­nu­ti in mo­do con­for­me e il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to può ef­fet­ti­va­men­te de­su­me­re da es­si l'esi­sten­za e l'im­por­to del cre­di­to o dell'im­pe­gno in que­stio­ne.

Art. 11 Coordinamento

La FIN­MA e il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to coor­di­na­no per quan­to pos­si­bi­le il lo­ro ope­ra­to con le au­to­ri­tà e con gli or­ga­ni na­zio­na­li ed este­ri.

Art. 12 Riconoscimento di decreti di fallimento e di misure esteri

1Se la FIN­MA ri­co­no­sce un de­cre­to di fal­li­men­to este­ro se­con­do l'ar­ti­co­lo 54d LSA, le di­spo­si­zio­ni del­la pre­sen­te or­di­nan­za si ap­pli­ca­no ai be­ni de­po­si­ta­ti in Sviz­ze­ra.

2La FIN­MA può ac­co­glie­re una ri­chie­sta di ri­co­no­sci­men­to an­che in as­sen­za di re­ci­pro­ci­tà, a con­di­zio­ne che ciò sia nell'in­te­res­se dei cre­di­to­ri in­te­res­sa­ti.

3Sta­bi­li­sce il fo­ro uni­co del fal­li­men­to in Sviz­ze­ra e la cer­chia dei cre­di­to­ri se­con­do l'ar­ti­co­lo 54d LSA in com­bi­na­to di­spo­sto con l'ar­ti­co­lo 37g ca­po­ver­so 4 del­la leg­ge dell'8 no­vem­bre 19341 sul­le ban­che.

4Pub­bli­ca il ri­co­no­sci­men­to e la cer­chia dei cre­di­to­ri.

5Se ri­co­no­sce un'al­tra mi­su­ra este­ra di in­sol­ven­za, la FIN­MA de­ter­mi­na la pro­ce­du­ra ap­pli­ca­bi­le.


1 RS 952.0

Sezione 2: Procedura

Art. 13 Pubblicazione e grida ai creditori

1La FIN­MA no­ti­fi­ca la de­ci­sio­ne di fal­li­men­to all'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne e la pub­bli­ca uni­ta­men­te al­la gri­da ai cre­di­to­ri.

2La pub­bli­ca­zio­ne con­tie­ne se­gna­ta­men­te le se­guen­ti in­for­ma­zio­ni:

a.
il no­me dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne, la sua se­de e le sue suc­cur­sa­li;
b.
la da­ta e il mo­men­to del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to;
c.
il fo­ro del fal­li­men­to;
d.
il no­me e l'in­di­riz­zo del li­qui­da­to­re del fal­li­men­to;
e.
l'in­vi­to ai cre­di­to­ri e al­le per­so­ne che ri­ven­di­ca­no be­ni pa­tri­mo­nia­li in pos­ses­so dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne a no­ti­fi­ca­re al li­qui­da­to­re del fal­li­men­to i lo­ro cre­di­ti e le lo­ro pre­te­se en­tro il ter­mi­ne im­par­ti­to pro­du­cen­do i ri­spet­ti­vi mez­zi di pro­va;
f.
il ri­fe­ri­men­to ai cre­di­ti no­ti­fi­ca­ti ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 54a ca­po­ver­so 1 LSA;
g.
il ri­fe­ri­men­to agli ob­bli­ghi di mes­sa a di­spo­si­zio­ne e di no­ti­fi­ca se­con­do gli ar­ti­co­li 17-19.

3Se i cre­di­ti di cui al ca­po­ver­so 2 let­te­ra e so­no cre­di­ti de­ri­van­ti da con­trat­ti di as­si­cu­ra­zio­ne, i cre­di­to­ri so­no inol­tre te­nu­ti a in­di­ca­re le ba­si giu­ri­di­che sul­le qua­li es­si si fon­da­no.

4Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to può tra­smet­te­re un esem­pla­re del­la pub­bli­ca­zio­ne ai cre­di­to­ri co­no­sciu­ti.

Art. 14 Assemblea dei creditori

1Se ri­tie­ne op­por­tu­no con­vo­ca­re un'as­sem­blea dei cre­di­to­ri, il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to pre­sen­ta una cor­ri­spon­den­te ri­chie­sta al­la FIN­MA. Que­st'ul­ti­ma de­ci­de sul­le com­pe­ten­ze dell'as­sem­blea dei cre­di­to­ri co­me pu­re sui quo­rum del­le pre­sen­ze e dei vo­ti ne­ces­sa­ri per le de­li­be­ra­zio­ni.

2Tut­ti i cre­di­to­ri pos­so­no par­te­ci­pa­re all'as­sem­blea dei cre­di­to­ri o far­si rap­pre­sen­ta­re al­la stes­sa. In ca­so di dub­bio, il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to de­ci­de in me­ri­to all'am­mis­sio­ne.

3Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to con­du­ce le trat­ta­ti­ve e fa rap­por­to sul­la si­tua­zio­ne pa­tri­mo­nia­le dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne e sul­lo sta­to del­la pro­ce­du­ra.

4I cre­di­to­ri pos­so­no de­li­be­ra­re an­che per mez­zo di cir­co­la­re. Una ri­chie­sta del li­qui­da­to­re del fal­li­men­to è con­si­de­ra­ta ac­cet­ta­ta se non è re­spin­ta espres­sa­men­te da un cre­di­to­re en­tro il ter­mi­ne im­par­ti­to.

Art. 15 Delegazione dei creditori

1La FIN­MA de­ci­de, su pro­po­sta del li­qui­da­to­re del fal­li­men­to, in me­ri­to al­la de­si­gna­zio­ne, al­la com­po­si­zio­ne, ai com­pi­ti e al­le com­pe­ten­ze del­la de­le­ga­zio­ne dei cre­di­to­ri.

2La FIN­MA ne no­mi­na il pre­si­den­te e sta­bi­li­sce la pro­ce­du­ra per le de­li­be­ra­zio­ni non­ché le in­den­ni­tà dei sin­go­li mem­bri.

Sezione 3: Attivi del fallimento

Art. 16 Formazione dell'inventario

1Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to al­le­sti­sce un in­ven­ta­rio dei be­ni ap­par­te­nen­ti al­la mas­sa del fal­li­men­to.

2Qua­lo­ra l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne sia una suc­cur­sa­le di un'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne este­ra, il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to in­clu­de nell'in­ven­ta­rio an­che un'even­tua­le cau­zio­ne.

3La for­ma­zio­ne dell'in­ven­ta­rio è ret­ta da­gli ar­ti­co­li 221-229 del­la leg­ge fe­de­ra­le dell'11 apri­le 18891 sul­la ese­cu­zio­ne e sul fal­li­men­to (LEF), sal­vo di­spo­si­zio­ne con­tra­ria del­la pre­sen­te or­di­nan­za,

4I be­ni pa­tri­mo­nia­li ap­par­te­nen­ti al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to so­no re­gi­stra­ti in una se­zio­ne se­pa­ra­ta all'in­ter­no dell'in­ven­ta­rio. Se sus­si­sto­no più pa­tri­mo­ni vin­co­la­ti, è al­le­sti­ta una se­zio­ne se­pa­ra­ta per ognu­no di es­si.

5Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to pro­po­ne al­la FIN­MA le mi­su­re ne­ces­sa­rie al­la sal­va­guar­dia dei be­ni del­la mas­sa del fal­li­men­to.

6Sot­to­po­ne l'in­ven­ta­rio all'or­ga­no scel­to dai pro­prie­ta­ri dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne. Que­sto si pro­nun­cia sul­la com­ple­tez­za e sull'esat­tez­za dell'in­ven­ta­rio. La sua di­chia­ra­zio­ne è ri­pre­sa nell'in­ven­ta­rio.


1 RS 281.1

Art. 17 Obblighi di messa a disposizione e di notifica

1I de­bi­to­ri dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne e le per­so­ne che de­ten­go­no be­ni pa­tri­mo­nia­li dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne a ti­to­lo di pe­gno o ad al­tro ti­to­lo de­vo­no an­nun­ciar­si al li­qui­da­to­re del fal­li­men­to e met­ter­gli a di­spo­si­zio­ne ta­li be­ni pa­tri­mo­nia­li en­tro i ter­mi­ni di cui all'ar­ti­co­lo 13 ca­po­ver­so 2 let­te­ra e.

2I cre­di­ti de­vo­no es­se­re an­nun­cia­ti an­che quan­do è fat­ta va­le­re una com­pen­sa­zio­ne.

3Un di­rit­to di pre­la­zio­ne esi­sten­te si estin­gue se la no­ti­fi­ca o la mes­sa a di­spo­si­zio­ne è omes­sa in mo­do in­giu­sti­fi­ca­to.

Art. 18 Eccezioni all'obbligo di messa a disposizione

1I ti­to­li che han­no la fun­zio­ne di ga­ran­zia e al­tri stru­men­ti fi­nan­zia­ri non de­vo­no es­se­re mes­si a di­spo­si­zio­ne qua­lo­ra sia­no da­te le con­di­zio­ni le­ga­li per una rea­liz­za­zio­ne da par­te del be­ne­fi­cia­rio di una ga­ran­zia.

2Ta­li be­ni pa­tri­mo­nia­li de­vo­no tut­ta­via es­se­re no­ti­fi­ca­ti, uni­ta­men­te al­la pro­va del di­rit­to di rea­liz­za­zio­ne, al li­qui­da­to­re del fal­li­men­to, che de­ve men­zio­nar­li nell'in­ven­ta­rio.

3Il be­ne­fi­cia­rio del­la ga­ran­zia de­ve chie­de­re con­to al li­qui­da­to­re del fal­li­men­to de­gli uti­li rea­liz­za­ti da ta­li be­ni pa­tri­mo­nia­li. Un'even­tua­le ec­ce­den­za con­flui­sce nel­la mas­sa del fal­li­men­to.

Art. 19 Eccezioni all'obbligo di notifica

La FIN­MA può de­ci­de­re che i cre­di­ti dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne iscrit­ti nei li­bri non sia­no no­ti­fi­ca­ti dai lo­ro de­bi­to­ri.

Art. 20 Rivendicazione di terzi

1Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to sta­bi­li­sce se ele­men­ti pa­tri­mo­nia­li ri­ven­di­ca­ti da ter­zi de­vo­no es­se­re mes­si a di­spo­si­zio­ne.

2Se ri­tie­ne fon­da­ta una pre­te­sa di mes­sa a di­spo­si­zio­ne, il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to con­ce­de ai cre­di­to­ri la pos­si­bi­li­tà di ri­chie­de­re la ces­sio­ne del di­rit­to di con­te­sta­zio­ne ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 260 ca­po­ver­si 1 e 2 LEF1 e a ta­le sco­po im­par­ti­sce un con­gruo ter­mi­ne.

3Se ri­tie­ne in­fon­da­ta la pre­te­sa di mes­sa a di­spo­si­zio­ne op­pu­re se dei cre­di­to­ri han­no ri­chie­sto la ces­sio­ne del di­rit­to di con­te­sta­zio­ne, il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to im­par­ti­sce lo­ro un ter­mi­ne per pro­muo­ve­re l'azio­ne di­nan­zi al giu­di­ce del fo­ro del fal­li­men­to. La man­ca­ta uti­liz­za­zio­ne di que­sto ter­mi­ne è equi­pa­ra­ta al­la ri­nun­cia al­la mes­sa a di­spo­si­zio­ne.

4In ca­so di ces­sio­ne, l'azio­ne de­ve es­se­re di­ret­ta con­tro i cre­di­to­ri ces­sio­na­ri. Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to for­ni­sce al o ai ter­zi i no­mi dei cre­di­to­ri ces­sio­na­ri e fis­sa un ter­mi­ne per agi­re.


1 RS 281.1

Art. 21 Crediti, pretese e revocazione della massa

1Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to ri­scuo­te i cre­di­ti esi­gi­bi­li del­la mas­sa del fal­li­men­to, se del ca­so in via di ese­cu­zio­ne.

2Esa­mi­na le pre­te­se del­la mas­sa del fal­li­men­to su be­ni mo­bi­li in pos­ses­so o in pos­ses­so con­giun­to di ter­zi op­pu­re su fon­di iscrit­ti nel re­gi­stro fon­dia­rio a no­me di ter­zi.

3Esa­mi­na la pos­si­bi­li­tà di re­vo­ca­zio­ne di at­ti se­con­do gli ar­ti­co­li 285-292 LEF1. La du­ra­ta di una pre­ce­den­te pro­ce­du­ra di ri­sa­na­men­to e quel­la del­la pre­gres­sa ema­na­zio­ne di mi­su­re di pro­te­zio­ne se­con­do l'ar­ti­co­lo 51 ca­po­ver­so 1 in com­bi­na­to di­spo­sto con il ca­po­ver­so 2 let­te­re a, b ed i LSA non so­no com­pre­se nei ter­mi­ni di cui agli ar­ti­co­li 286-288 LEF.

4Se in­ten­de far va­le­re me­dian­te azio­ne cre­di­ti con­te­sta­ti o pre­te­si se­con­do i ca­po­ver­si 2 o 3, il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to de­ve chie­de­re al­la FIN­MA l'au­to­riz­za­zio­ne non­ché even­tua­li istru­zio­ni al ri­guar­do.

5Se non av­via un'azio­ne le­ga­le, il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to può con­ce­de­re ai cre­di­to­ri la pos­si­bi­li­tà di ri­chie­de­re la ces­sio­ne ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 260 ca­po­ver­si 1 e 2 LEF o di rea­liz­za­re i cre­di­ti cor­ri­spon­den­ti e le al­tre pre­te­se ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 30.

6Se con­ce­de ai cre­di­to­ri la pos­si­bi­li­tà di ri­chie­de­re la ces­sio­ne, il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to im­par­ti­sce a ta­le sco­po un con­gruo ter­mi­ne.

7La rea­liz­za­zio­ne se­con­do l'ar­ti­co­lo 30 è esclu­sa:

a.
in ca­so di re­vo­ca­zio­ni se­con­do il ca­po­ver­so 3;
b.
in ca­so di pre­te­se fon­da­te sul­la re­spon­sa­bi­li­tà nei con­fron­ti di:
1.
fon­da­to­ri,
2.
or­ga­ni in­ca­ri­ca­ti del­la di­re­zio­ne ope­ra­ti­va, dell'al­ta di­re­zio­ne, del­la vi­gi­lan­za e del con­trol­lo, e
3.
so­cie­tà di au­dit de­si­gna­te dall'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.

1 RS 281.1

Art. 22 Continuazione di procedure civili e amministrative pendenti

1Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to esa­mi­na le pre­te­se del­la mas­sa del fal­li­men­to che, al mo­men­to del­la di­chia­ra­zio­ne di fal­li­men­to, era­no già og­get­to di pro­ce­du­re ci­vi­li o am­mi­ni­stra­ti­ve, e for­mu­la pro­po­ste al­la FIN­MA in vi­sta del­la lo­ro con­ti­nua­zio­ne.

2Se la FIN­MA ne­ga la con­ti­nua­zio­ne, il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to con­ce­de ai cre­di­to­ri la pos­si­bi­li­tà di ri­chie­de­re la ces­sio­ne del di­rit­to di in­ten­ta­re una pro­ce­du­ra ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 260 ca­po­ver­si 1 e 2 LEF1 e a ta­le sco­po im­par­ti­sce un con­gruo ter­mi­ne.


1 RS 281.1

Art. 23 Sospensione per mancanza di attivi

1Se gli at­ti­vi del fal­li­men­to non so­no suf­fi­cien­ti per ese­gui­re la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to, il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to chie­de al­la FIN­MA di so­spen­de­re la pro­ce­du­ra per man­can­za di at­ti­vi.

2In ca­si ec­ce­zio­na­li la FIN­MA ese­gue la pro­ce­du­ra an­che quan­do gli at­ti­vi del fal­li­men­to non so­no suf­fi­cien­ti, se­gna­ta­men­te se vi è un in­te­res­se par­ti­co­la­re a che es­sa ven­ga ese­gui­ta.

3Se in­ten­de so­spen­de­re la pro­ce­du­ra, la FIN­MA lo an­nun­cia pub­bli­ca­men­te. Nel­la pub­bli­ca­zio­ne no­ti­fi­ca che la pro­ce­du­ra sa­rà ri­pre­sa se en­tro un de­ter­mi­na­to ter­mi­ne un cre­di­to­re for­ni­sce le ga­ran­zie sta­bi­li­te per la par­te del­le spe­se pro­ce­du­ra­li non co­per­ta da­gli at­ti­vi. La FIN­MA fis­sa ta­le ter­mi­ne e sta­bi­li­sce la ti­po­lo­gia e l'en­ti­tà del­le ga­ran­zie.

4Se le ga­ran­zie sta­bi­li­te non so­no ver­sa­te tem­pe­sti­va­men­te, ogni cre­di­to­re pi­gno­ra­ti­zio può ri­chie­de­re al­la FIN­MA, en­tro il ter­mi­ne da es­sa im­par­ti­to, la rea­liz­za­zio­ne del suo pe­gno. La FIN­MA in­ca­ri­ca un li­qui­da­to­re del fal­li­men­to di ef­fet­tua­re la rea­liz­za­zio­ne.

5La FIN­MA or­di­na la rea­liz­za­zio­ne de­gli at­ti­vi di una per­so­na giu­ri­di­ca dei qua­li nes­sun cre­di­to­re pi­gno­ra­ti­zio ha ri­chie­sto tem­pe­sti­va­men­te la rea­liz­za­zio­ne. Un even­tua­le ri­ca­vo re­si­duo do­po la co­per­tu­ra del­le spe­se di rea­liz­za­zio­ne e de­gli one­ri gra­van­ti il sin­go­lo at­ti­vo è ver­sa­to al­la Con­fe­de­ra­zio­ne do­po co­per­tu­ra del­le spe­se del­la FIN­MA.

6Se la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to con­tro una per­so­na fi­si­ca è sta­ta so­spe­sa, al­la pro­ce­du­ra di pi­gno­ra­men­to si ap­pli­ca l'ar­ti­co­lo 230 ca­po­ver­si 3 e 4 LEF1.


1 RS 281.1

Sezione 4: Passivi del fallimento

Art. 24 Esame dei crediti

1Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to esa­mi­na i cre­di­ti an­nun­cia­ti e quel­li da con­si­de­ra­re a nor­ma di leg­ge. Al ri­guar­do può ef­fet­tua­re ac­cer­ta­men­ti pro­pri e in­vi­ta­re i cre­di­to­ri a pro­dur­re ul­te­rio­ri pro­ve.

2Ve­ri­fi­ca in par­ti­co­la­re in che mi­su­ra e nei con­fron­ti di qua­le pa­tri­mo­nio vin­co­la­to i cre­di­ti so­no ga­ran­ti­ti con­for­me­men­te all'ar­ti­co­lo 17 LSA.

3So­no da con­si­de­ra­re a nor­ma di leg­ge:

a.
i cre­di­ti ri­sul­tan­ti dal re­gi­stro fon­dia­rio, com­pre­si gli in­te­res­si cor­ren­ti; e
b.
i cre­di­ti iscrit­ti nei li­bri dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 10.

4Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to si pro­cu­ra la di­chia­ra­zio­ne dell'or­ga­no scel­to dai pro­prie­ta­ri dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne in re­la­zio­ne ai cre­di­ti non iscrit­ti nei li­bri.

Art. 25 Collocazione in graduatoria

1Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to de­ci­de in me­ri­to all'ac­cet­ta­zio­ne di un cre­di­to, al­la sua en­ti­tà e al suo gra­do e al­le­sti­sce una gra­dua­to­ria.

2Se la mas­sa del fal­li­men­to com­pren­de un fon­do, il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to al­le­sti­sce un elen­co de­gli one­ri che lo gra­va­no, qua­li di­rit­ti di pe­gno, ser­vi­tù, one­ri fon­dia­ri e di­rit­ti per­so­na­li an­no­ta­ti. L'elen­co de­gli one­ri è par­te in­te­gran­te del­la gra­dua­to­ria.

Art. 26 Collocazione in graduatoria di crediti derivanti da contratti di assicurazione

1I cre­di­ti che con­for­me­men­te all'ar­ti­co­lo 17 LSA de­vo­no es­se­re ga­ran­ti­ti da un pa­tri­mo­nio vin­co­la­to so­no col­lo­ca­ti in po­si­zio­ne prio­ri­ta­ria ri­spet­to al­la pri­ma clas­se ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 219 ca­po­ver­so 4 LEF1 sot­to un ti­to­lo se­pa­ra­to e con ri­man­do al pa­tri­mo­nio vin­co­la­to con­for­me­men­te all'in­ven­ta­rio. L'im­por­to non co­per­to è col­lo­ca­to nell'or­di­ne di cui all'ar­ti­co­lo 219 ca­po­ver­so 4 LEF.

2Se l'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne di­spo­ne di più pa­tri­mo­ni vin­co­la­ti, i cre­di­ti so­no col­lo­ca­ti in al­tret­tan­te se­zio­ni di­ver­se .


1 RS 281.1

Art. 27 Crediti oggetto di procedure civili o amministrative

1I cre­di­ti che so­no già og­get­to di pro­ce­du­re ci­vi­li o am­mi­ni­stra­ti­ve in Sviz­ze­ra al mo­men­to del­la di­chia­ra­zio­ne del fal­li­men­to de­vo­no dap­pri­ma es­se­re re­gi­stra­ti pro me­mo­ria nel­la gra­dua­to­ria.

2Se ri­nun­cia a con­ti­nua­re la pro­ce­du­ra ci­vi­le o am­mi­ni­stra­ti­va, il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to con­ce­de ai cre­di­to­ri la pos­si­bi­li­tà di ri­chie­de­re la ces­sio­ne del di­rit­to ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 260 ca­po­ver­so 1 LEF1.

3Se la pro­ce­du­ra ci­vi­le o am­mi­ni­stra­ti­va non è con­ti­nua­ta né dal­la mas­sa del fal­li­men­to, né da sin­go­li cre­di­to­ri ces­sio­na­ri, il cre­di­to è con­si­de­ra­to ri­co­no­sciu­to e i cre­di­to­ri non han­no più di­rit­to di con­te­star­lo.

4Se la pro­ce­du­ra ci­vi­le o am­mi­ni­stra­ti­va è con­ti­nua­ta da sin­go­li cre­di­to­ri ces­sio­na­ri, l'am­mon­ta­re di cui è ri­dot­to il ri­par­to del cre­di­to­re soc­com­ben­te ove es­si pre­val­ga­no ser­ve a sod­di­sfa­re i cre­di­to­ri ces­sio­na­ri fi­no al­la co­per­tu­ra in­te­gra­le dei lo­ro cre­di­ti in gra­dua­to­ria e del­le lo­ro spe­se pro­ces­sua­li. Un'even­tua­le ec­ce­den­za con­flui­sce nel­la mas­sa del fal­li­men­to o, se del ca­so, nel cor­ri­spon­den­te pa­tri­mo­nio vin­co­la­to.


1 RS 281.1

Art. 28 Consultazione della graduatoria

1Nell'am­bi­to dell'ar­ti­co­lo 5 i cre­di­to­ri pos­so­no con­sul­ta­re la gra­dua­to­ria du­ran­te al­me­no 20 gior­ni.

2Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to pub­bli­ca da qua­le mo­men­to e in che for­ma la gra­dua­to­ria può es­se­re con­sul­ta­ta.

3Può pre­ve­de­re che la con­sul­ta­zio­ne av­ven­ga pres­so l'uf­fi­cio dei fal­li­men­ti del fo­ro del fal­li­men­to.

4Co­mu­ni­ca a ogni cre­di­to­re i cui cre­di­ti non so­no sta­ti in­se­ri­ti nel­la gra­dua­to­ria co­me no­ti­fi­ca­ti o co­me iscrit­ti nei li­bri dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne o nel re­gi­stro fon­dia­rio i mo­ti­vi per i qua­li i suoi cre­di­ti so­no sta­ti ri­get­ta­ti del tut­to o in par­te.

Art. 29 Contestazione della graduatoria

1Le azio­ni di con­te­sta­zio­ne del­la gra­dua­to­ria si fon­da­no sull'ar­ti­co­lo 250 LEF1.

2Il ter­mi­ne di con­te­sta­zio­ne de­cor­re dal mo­men­to in cui è da­ta la pos­si­bi­li­tà di con­sul­ta­re la gra­dua­to­ria.


1 RS 281.1

Sezione 5: Realizzazione

Art. 30 Modo di realizzazione

1Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to de­ci­de in me­ri­to al­le mo­da­li­tà e al mo­men­to del­la rea­liz­za­zio­ne e pro­ce­de ad es­sa.

2I be­ni co­sti­tui­ti in pe­gno pos­so­no es­se­re rea­liz­za­ti in mo­do di­ver­so dai pub­bli­ci in­can­ti sol­tan­to con il con­sen­so dei cre­di­to­ri pi­gno­ra­ti­zi.

3I be­ni pos­so­no es­se­re rea­liz­za­ti sen­za in­du­gio se:

a.
fan­no par­te del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to;
b.
so­no og­get­ti espo­sti a ra­pi­do de­prez­za­men­to;
c.
cau­sa­no spe­se di am­mi­ni­stra­zio­ne ec­ces­si­ve;
d.
so­no ne­go­zia­ti su un mer­ca­to rap­pre­sen­ta­ti­vo; op­pu­re
e.
non han­no un va­lo­re si­gni­fi­ca­ti­vo.

Art. 31 Incanto pubblico

1Gli in­can­ti pub­bli­ci so­no ret­ti da­gli ar­ti­co­li 257-259 LEF1, sal­vo di­spo­si­zio­ne con­tra­ria del­la pre­sen­te or­di­nan­za.

2Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to ef­fet­tua l'in­can­to. Nel­le con­di­zio­ni d'in­can­to può fis­sa­re un'of­fer­ta mi­ni­ma per il pri­mo in­can­to.

3Ren­de pub­bli­ca la pos­si­bi­li­tà di con­sul­ta­re le con­di­zio­ni d'in­can­to. Può pre­ve­de­re che la con­sul­ta­zio­ne av­ven­ga pres­so l'uf­fi­cio d'ese­cu­zio­ne o l'uf­fi­cio dei fal­li­men­ti del luo­go in cui si tro­va la co­sa.


1 RS 281.1

Art. 32 Cessione dei diritti

1Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to de­ter­mi­na nel­la di­chia­ra­zio­ne di ces­sio­ne di un di­rit­to sul­la mas­sa del fal­li­men­to ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 260 LEF1 il ter­mi­ne en­tro il qua­le il cre­di­to­re ces­sio­na­rio de­ve far va­le­re il di­rit­to. Al­lo spi­ra­re in­frut­tuo­so del ter­mi­ne la ces­sio­ne si estin­gue.

2I cre­di­to­ri ces­sio­na­ri in­for­ma­no sen­za in­du­gio il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to e, do­po la con­clu­sio­ne del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to, la FIN­MA sul ri­sul­ta­to dell'azio­ne pro­po­sta.

3Se nes­sun cre­di­to­re esi­ge una ces­sio­ne o se il ter­mi­ne per far va­le­re i di­rit­ti tra­scor­re in­frut­tuo­so, il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to e, do­po la con­clu­sio­ne del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to, la FIN­MA de­ci­de sull'even­tua­le ul­te­rio­re rea­liz­za­zio­ne di que­sti di­rit­ti.


1 RS 281.1

Art. 33 Impugnazione di atti di realizzazione

1Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to al­le­sti­sce pe­rio­di­ca­men­te un pia­no di rea­liz­za­zio­ne che in­for­ma sui ri­ma­nen­ti at­ti­vi del fal­li­men­to da rea­liz­za­re e sul mo­do di pro­ce­de­re al­la rea­liz­za­zio­ne.

2Gli at­ti di rea­liz­za­zio­ne che pos­so­no es­se­re ef­fet­tua­ti sen­za dif­fe­ri­men­to ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 30 ca­po­ver­so 3 non de­vo­no es­se­re in­clu­si nel pia­no di rea­liz­za­zio­ne.

3Una ces­sio­ne dei di­rit­ti ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 32 non è con­si­de­ra­ta un at­to di rea­liz­za­zio­ne.

4Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to co­mu­ni­ca il pia­no di rea­liz­za­zio­ne ai cre­di­to­ri e fis­sa lo­ro un ter­mi­ne en­tro il qua­le pos­so­no chie­de­re al­la FIN­MA di ren­de­re una de­ci­sio­ne im­pu­gna­bi­le per ogni at­to di rea­liz­za­zio­ne pre­vi­sto.

Sezione 6: Ripartizione e conclusione

Art. 34 Impegni della massa

1So­no co­per­ti dal­la mas­sa del fal­li­men­to in pri­mo luo­go e nel se­guen­te or­di­ne:

a.
gli im­pe­gni con­trat­ti dal­la mas­sa del fal­li­men­to nel cor­so del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to;
b.
tut­te le spe­se per l'aper­tu­ra e l'ese­cu­zio­ne del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to.

2I co­sti d'in­ven­ta­rio, am­mi­ni­stra­zio­ne e rea­liz­za­zio­ne dei be­ni pa­tri­mo­nia­li del ri­spet­ti­vo pa­tri­mo­nio vin­co­la­to so­no co­per­ti in pri­mo luo­go con il ri­ca­va­to de­ri­van­te dal­la rea­liz­za­zio­ne di det­ti be­ni pa­tri­mo­nia­li. Gli al­tri im­pe­gni del­la mas­sa pos­so­no es­se­re sod­di­sfat­ti pro­por­zio­nal­men­te con il ri­ca­va­to del pa­tri­mo­nio vin­co­la­to se la ri­ma­nen­te mas­sa fal­li­men­ta­re non è suf­fi­cien­te a ta­le sco­po.

Art. 35 Ripartizione del ricavato derivante dai patrimoni vincolati

1Una vol­ta co­per­ti gli im­pe­gni di cui all'ar­ti­co­lo 34 ca­po­ver­so 2 e pri­ma dei cre­di­to­ri del­la pri­ma clas­se se­con­do l'ar­ti­co­lo 219 ca­po­ver­so 4 LEF1, con il ri­ca­va­to de­ri­van­te dal­la rea­liz­za­zio­ne dei be­ni pa­tri­mo­nia­li del ri­spet­ti­vo pa­tri­mo­nio vin­co­la­to so­no sod­di­sfat­ti pro­por­zio­nal­men­te i cre­di­ti ga­ran­ti­ti dal cor­ri­spon­den­te pa­tri­mo­nio vin­co­la­to.

2Pre­via au­to­riz­za­zio­ne del­la FIN­MA, il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to può ef­fet­tua­re la ri­par­ti­zio­ne di cui ca­po­ver­so 1 pri­ma del pas­sag­gio in giu­di­ca­to del­la gra­dua­to­ria.

3Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to an­no­ta per ogni cre­di­to in qua­le mi­su­ra es­so è sta­to co­per­to con il ri­ca­va­to de­ri­van­te dai be­ni pa­tri­mo­nia­li ap­par­te­nen­ti ai pa­tri­mo­ni vin­co­la­ti. I cre­di­ti non ga­ran­ti­ti dal pa­tri­mo­nio vin­co­la­to e l'im­por­to non co­per­to dei cre­di­ti ga­ran­ti­ti dai pa­tri­mo­ni vin­co­la­ti so­no co­per­ti dal ri­ca­va­to del­la mas­sa del fal­li­men­to se­con­do la gra­dua­to­ria di cui all'ar­ti­co­lo 219 LEF.

4Un'even­tua­le ec­ce­den­za de­ri­van­te dal­la rea­liz­za­zio­ne dei be­ni pa­tri­mo­nia­li ap­par­te­nen­ti ai pa­tri­mo­ni vin­co­la­ti con­flui­sce nel­la mas­sa del fal­li­men­to. È esclu­so il con­fe­ri­men­to di una si­mi­le ec­ce­den­za a un al­tro pa­tri­mo­nio vin­co­la­to del­la stes­sa im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne.


1 RS 281.1

Art. 36 Ripartizione dell'ulteriore patrimonio

1Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to può pre­ve­de­re ri­par­ti­zio­ni prov­vi­so­rie. Al ri­guar­do al­le­sti­sce uno sta­to di ri­par­ti­zio­ne prov­vi­so­rio e lo sot­to­po­ne per ap­pro­va­zio­ne al­la FIN­MA.

2Se tut­ti gli at­ti­vi so­no sta­ti rea­liz­za­ti e tut­ti i pro­ces­si ine­ren­ti al­la de­ter­mi­na­zio­ne dell'at­ti­vo e del pas­si­vo del­la mas­sa so­no sta­ti li­qui­da­ti, il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to com­pi­la lo sta­to di ri­par­ti­zio­ne de­fi­ni­ti­vo e il con­to fi­na­le e li sot­to­po­ne per ap­pro­va­zio­ne al­la FIN­MA. Non è ne­ces­sa­rio te­ne­re con­to dell'esi­to dei pro­ces­si in­ten­ta­ti da sin­go­li cre­di­to­ri ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 260 LEF1.

3Do­po l'ap­pro­va­zio­ne del­lo sta­to di ri­par­ti­zio­ne il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to ef­fet­tua i pa­ga­men­ti ai cre­di­to­ri.

4Non so­no ef­fet­tua­ti pa­ga­men­ti per cre­di­ti:

a.
il cui sta­to o en­ti­tà non so­no sta­ti de­ter­mi­na­ti de­fi­ni­ti­va­men­te;
b.
i cui aven­ti di­rit­to non so­no sta­ti iden­ti­fi­ca­ti de­fi­ni­ti­va­men­te;
c.
che so­no in par­te co­per­ti da ga­ran­zie non rea­liz­za­te all'este­ro o che so­no co­per­ti ai sen­si dell'ar­ti­co­lo 18; op­pu­re
d.
che sa­ran­no pro­ba­bil­men­te ta­ci­ta­ti in par­te nel qua­dro di una pro­ce­du­ra di ese­cu­zio­ne for­za­ta in cor­so all'este­ro in re­la­zio­ne con il fal­li­men­to.

1 RS 281.1

Art. 37 Rapporto finale e deposito

1Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to pre­sen­ta al­la FIN­MA un rap­por­to fi­na­le som­ma­rio sull'an­da­men­to del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to.

2Il rap­por­to fi­na­le con­tie­ne inol­tre:

a.
con­si­de­ra­zio­ni sul­la com­po­si­zio­ne e sull'en­ti­tà dei pa­tri­mo­ni vin­co­la­ti, non­ché sui cre­di­ti co­per­ti del tut­to o in par­te dal ri­ca­va­to de­ri­van­te dai pa­tri­mo­ni vin­co­la­ti;
b.
con­si­de­ra­zio­ni sul­la li­qui­da­zio­ne di tut­ti i pro­ces­si ine­ren­ti al­la de­ter­mi­na­zio­ne dell'at­ti­vo e del pas­si­vo del­la mas­sa;
c.
in­di­ca­zio­ni sul­lo sta­to dei di­rit­ti ce­du­ti ai cre­di­to­ri se­con­do l'ar­ti­co­lo 260 LEF1; non­ché
d.
un elen­co dei ri­par­ti non ver­sa­ti, con l'in­di­ca­zio­ne dei mo­ti­vi per i qua­li non è sta­to pos­si­bi­le ef­fet­tua­re il ver­sa­men­to.

3La FIN­MA adot­ta le di­spo­si­zio­ni ne­ces­sa­rie per il de­po­si­to dei ri­par­ti non ver­sa­ti.

4Pub­bli­ca la chiu­su­ra del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to.


1 RS 281.1

Art. 38 Attestato di carenza di beni

1I cre­di­to­ri pos­so­no ri­chie­de­re al li­qui­da­to­re del fal­li­men­to e, do­po la con­clu­sio­ne del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to, al­la FIN­MA, die­tro pa­ga­men­to di un im­por­to for­fe­ta­rio, un at­te­sta­to di ca­ren­za di be­ni per l'am­mon­ta­re sco­per­to del lo­ro cre­di­to, con­for­me­men­te all'ar­ti­co­lo 265 LEF1.

2Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to ren­de edot­ti i cre­di­to­ri su que­sta pos­si­bi­li­tà nel qua­dro del pa­ga­men­to del lo­ro ri­par­ti.


1 RS 281.1

Art. 39 Conservazione degli atti

1La FIN­MA di­sci­pli­na le mo­da­li­tà di con­ser­va­zio­ne dei do­cu­men­ti re­la­ti­vi al fal­li­men­to e all'at­ti­vi­tà com­mer­cia­le dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne do­po la con­clu­sio­ne o la so­spen­sio­ne del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to.

2I do­cu­men­ti re­la­ti­vi al fal­li­men­to e quel­li re­la­ti­vi all'at­ti­vi­tà com­mer­cia­le dell'im­pre­sa di as­si­cu­ra­zio­ne an­co­ra di­spo­ni­bi­li de­vo­no es­se­re di­strut­ti su or­di­ne del­la FIN­MA die­ci an­ni do­po la chiu­su­ra o la so­spen­sio­ne del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to.

3So­no fat­te sal­ve le di­spo­si­zio­ni di di­ver­so te­no­re in ma­te­ria di con­ser­va­zio­ne di sin­go­li at­ti pre­vi­ste da leg­gi spe­ci­fi­che.

Art. 40 Beni scoperti e depositati successivamente

1Se en­tro die­ci an­ni dal­la con­clu­sio­ne del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to so­no sco­per­ti be­ni o al­tre pre­te­se che fi­no a tal mo­men­to non fa­ce­va­no par­te del­la mas­sa del fal­li­men­to, la FIN­MA in­ca­ri­ca un li­qui­da­to­re del fal­li­men­to di ri­pren­de­re la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to sen­za ul­te­rio­ri for­ma­li­tà.

2I be­ni pa­tri­mo­nia­li o le pre­te­se sco­per­ti suc­ces­si­va­men­te so­no ri­par­ti­ti tra i cre­di­to­ri che han­no su­bi­to per­di­te e dei qua­li il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to co­no­sce i da­ti ne­ces­sa­ri per il ver­sa­men­to. Il li­qui­da­to­re del fal­li­men­to può in­vi­ta­re i cre­di­to­ri a for­nir­gli i da­ti ag­gior­na­ti, pe­na la pe­ren­zio­ne del lo­ro di­rit­to. Im­par­ti­sce a ta­le sco­po un con­gruo ter­mi­ne.

3Qua­lo­ra ap­pa­ia evi­den­te che i co­sti de­ri­van­ti dal­la ria­per­tu­ra del­la pro­ce­du­ra di fal­li­men­to non so­no co­per­ti o so­no sol­tan­to leg­ger­men­te in­fe­rio­ri al ri­ca­va­to at­te­so dal­la rea­liz­za­zio­ne dei be­ni pa­tri­mo­nia­li sco­per­ti in un se­con­do mo­men­to, la FIN­MA può ri­nun­cia­re al­la ria­per­tu­ra del­la pro­ce­du­ra stes­sa. La FIN­MA con­fe­ri­sce i be­ni pa­tri­mo­nia­li sco­per­ti in un se­con­do mo­men­to a fa­vo­re del­la Con­fe­de­ra­zio­ne.

4I be­ni pa­tri­mo­nia­li de­po­si­ta­ti che di­ven­go­no di­spo­ni­bi­li o che non so­no sta­ti ri­ti­ra­ti do­po die­ci an­ni so­no pa­ri­men­ti rea­liz­za­ti se­con­do il ca­po­ver­so 1 e ri­par­ti­ti con­for­me­men­te al ca­po­ver­so 2, fat­te sal­ve di­spo­si­zio­ni di di­ver­so te­no­re pre­vi­ste da leg­gi spe­ci­fi­che. È fat­to sal­vo il ca­po­ver­so 3.

Sezione 7: Disposizioni finali

Art. 41 Disposizione transitoria

Al­le pro­ce­du­re pen­den­ti all'en­tra­ta in vi­go­re del­la pre­sen­te or­di­nan­za si ap­pli­ca­no le pre­scri­zio­ni del­la pre­sen­te or­di­nan­za.

Art. 42 Entrata in vigore

La pre­sen­te or­di­nan­za en­tra in vi­go­re il 1° gen­na­io 2013.