Bei grossen Gesetzen wie OR und ZGB kann dies bis zu 30 Sekunden dauern

Sezione 4: Azione di nullità del matrimonio e azione di separazione

Art. 294  

1 Le di­spo­si­zio­ni sul­la pro­ce­du­ra dell’azio­ne di di­vor­zio si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia all’azio­ne di nul­li­tà del ma­tri­mo­nio e a quel­la di se­pa­ra­zio­ne.

2 L’azio­ne di se­pa­ra­zio­ne può es­se­re mu­ta­ta in azio­ne di di­vor­zio fin­tan­to che il giu­di­ce non ab­bia ini­zia­to a de­li­be­ra­re.

Titolo settimo: Interessi dei figli nelle questioni inerenti al diritto di famiglia

Capitolo 1: Disposizioni generali

Art. 295 Principio  

Le azio­ni in­di­pen­den­ti si svol­go­no in pro­ce­du­ra sem­pli­fi­ca­ta.

Art. 296 Principio inquisitorio e non vincolatività delle conclusioni delle parti  

1 Il giu­di­ce esa­mi­na d’uf­fi­cio i fat­ti.

2 Le par­ti e i ter­zi so­no te­nu­ti a col­la­bo­ra­re agli esa­mi ne­ces­sa­ri all’ac­cer­ta­men­to del­la fi­lia­zio­ne, sem­pre che non com­por­ti­no ri­schi per la sa­lu­te. Le di­spo­si­zio­ni sui di­rit­ti del­le par­ti e dei ter­zi di ri­fiu­ta­re la col­la­bo­ra­zio­ne non so­no qui ap­pli­ca­bi­li.

3 Il giu­di­ce sta­tui­sce sen­za es­se­re vin­co­la­to dal­le con­clu­sio­ni del­le par­ti.

Art. 297 Audizione dei genitori e mediazione  

1 Pri­ma di pren­de­re di­spo­si­zio­ni ri­guar­do ai fi­gli, il giu­di­ce sen­te per­so­nal­men­te i ge­ni­to­ri.

2 Il giu­di­ce può in­giun­ge­re ai ge­ni­to­ri di ten­ta­re una me­dia­zio­ne.

Art. 298 Audizione dei figli  

1 I fi­gli so­no per­so­nal­men­te e ap­pro­pria­ta­men­te sen­ti­ti dal giu­di­ce o da un ter­zo in­ca­ri­ca­to, ec­cet­to che la lo­ro età o al­tri mo­ti­vi gra­vi vi si op­pon­ga­no.

2 Nel ver­ba­le dell’au­di­zio­ne so­no re­gi­stra­te sol­tan­to le ri­sul­tan­ze es­sen­zia­li per la de­ci­sio­ne. I ge­ni­to­ri e il cu­ra­to­re ven­go­no in­for­ma­ti su ta­li ri­sul­tan­ze.

3 Il fi­glio ca­pa­ce di di­scer­ni­men­to può in­ter­por­re re­cla­mo con­tro la ne­ga­ta au­di­zio­ne.

Art. 299 Rappresentanza del figlio  

1 Se ne­ces­sa­rio, il giu­di­ce or­di­na che il fi­glio sia rap­pre­sen­ta­to da un cu­ra­to­re, esper­to in que­stio­ni as­si­sten­zia­li e giu­ri­di­che.

2 Il giu­di­ce esa­mi­na se oc­cor­ra di­spor­re una rap­pre­sen­tan­za in par­ti­co­la­re nei se­guen­ti ca­si:

a.126
i ge­ni­to­ri pro­pon­go­no con­clu­sio­ni dif­fe­ren­ti in me­ri­to:
1.
all’at­tri­bu­zio­ne dell’au­to­ri­tà pa­ren­ta­le,
2.
all’at­tri­bu­zio­ne del­la cu­sto­dia,
3.
a que­stio­ni im­por­tan­ti ine­ren­ti al­le re­la­zio­ni per­so­na­li,
4.
al­la par­te­ci­pa­zio­ne al­la cu­ra,
5.
al con­tri­bu­to di man­te­ni­men­to;
b.127
l’au­to­ri­tà di pro­te­zio­ne dei mi­no­ri o un ge­ni­to­re la chie­de;
c.
l’au­di­zio­ne dei ge­ni­to­ri o del fi­glio op­pu­re al­tri mo­ti­vi:
1.128
fan­no sor­ge­re no­te­vo­li dub­bi sull’ade­gua­tez­za del­le con­clu­sio­ni co­mu­ni dei ge­ni­to­ri cir­ca le que­stio­ni di cui al­la let­te­ra a, op­pu­re
2.
in­du­co­no a pro­spet­ta­re mi­su­re di pro­te­zio­ne del fi­glio.

3 La rap­pre­sen­tan­za è or­di­na­ta in ogni ca­so se il fi­glio ca­pa­ce di di­scer­ni­men­to la chie­de. Il fi­glio può in­ter­por­re re­cla­mo con­tro il di­nie­go di isti­tuir­la.

126 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 20 mar. 2015 (Man­te­ni­men­to del fi­glio), in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2015 4299; FF 2014 489).

127 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 2 n. 3, in vi­go­re dal 1° gen. 2013 (RU 2010 1739; FF 2006 6593; RU 2011 725; FF 2006 6391).

128 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 20 mar. 2015 (Man­te­ni­men­to del fi­glio), in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2015 4299; FF 2014 489).

Art. 300 Competenze del curatore 129  

Il cu­ra­to­re del fi­glio può pro­por­re con­clu­sio­ni e pre­sen­ta­re im­pu­gna­zio­ni ove si trat­ti del­le se­guen­ti que­stio­ni:

a.
at­tri­bu­zio­ne dell’au­to­ri­tà pa­ren­ta­le;
b.
at­tri­bu­zio­ne del­la cu­sto­dia;
c.
que­stio­ni im­por­tan­ti ine­ren­ti al­le re­la­zio­ni per­so­na­li;
d.
par­te­ci­pa­zio­ne al­la cu­ra;
e.
con­tri­bu­to di man­te­ni­men­to;
f.
mi­su­re di pro­te­zio­ne del fi­glio.

129 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 20 mar. 2015 (Man­te­ni­men­to del fi­glio), in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2015 4299; FF 2014 489).

Art. 301 Comunicazione della decisione  

La de­ci­sio­ne è co­mu­ni­ca­ta:

a.
ai ge­ni­to­ri;
b.
al fi­glio, se ha già com­piu­to i 14 an­ni;
c.130
all’even­tua­le cu­ra­to­re, per quan­to si trat­ti di una del­le se­guen­ti que­stio­ni:
1.
at­tri­bu­zio­ne dell’au­to­ri­tà pa­ren­ta­le,
2.
at­tri­bu­zio­ne del­la cu­sto­dia,
3.
que­stio­ni im­por­tan­ti ine­ren­ti al­le re­la­zio­ni per­so­na­li,
4.
par­te­ci­pa­zio­ne al­la cu­ra,
5.
con­tri­bu­to di man­te­ni­men­to,
6.
mi­su­re di pro­te­zio­ne del fi­glio.

130 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 20 mar. 2015 (Man­te­ni­men­to del fi­glio), in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2015 4299; FF 2014 489).

Art. 301a Contributi di mantenimento 131  

Il con­trat­to di man­te­ni­men­to o la de­ci­sio­ne che fis­sa con­tri­bu­ti di man­te­ni­men­to de­ve men­zio­na­re:

a.
qua­li ele­men­ti del red­di­to e del­la so­stan­za di cia­scun ge­ni­to­re e di cia­scun fi­glio so­no sta­ti pre­si in con­si­de­ra­zio­ne per il cal­co­lo;
b.
qua­le im­por­to è as­se­gna­to a cia­scun fi­glio;
c.
qua­le im­por­to man­ca per co­pri­re il de­bi­to man­te­ni­men­to di cia­scun fi­glio;
d.
se e in qua­le mi­su­ra i con­tri­bu­ti di man­te­ni­men­to de­vo­no es­se­re adat­ta­ti al­le va­ria­zio­ni del co­sto del­la vi­ta.

131 In­tro­dot­to dall’all. n. 2 del­la LF del 20 mar. 2015 (Man­te­ni­men­to del fi­glio), in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2015 4299; FF 2014 489).

Capitolo 2: Procedura sommaria: campo d’applicazione 132

132 Nuovo testo giusta l’all. n. 2 della LF del 20 mar. 2015 (Mantenimento del figlio), in vigore dal 1° gen. 2017 (RU 2015 4299; FF 2014 489).

Art. 302 133  

1 La pro­ce­du­ra som­ma­ria è ap­pli­ca­bi­le se­gna­ta­men­te per:

a.
le de­ci­sio­ni pre­vi­ste dal­la Con­ven­zio­ne dell’Aia del 25 ot­to­bre 1980134 su­gli aspet­ti ci­vi­li del ra­pi­men­to in­ter­na­zio­na­le dei mi­no­ri e dal­la Con­ven­zio­ne eu­ro­pea del 20 mag­gio 1980135 sul ri­co­no­sci­men­to e l’ese­cu­zio­ne del­le de­ci­sio­ni in ma­te­ria di af­fi­da­men­to di mi­no­ri e sul ri­sta­bi­li­men­to dell’af­fi­da­men­to;
b.
il ver­sa­men­to di un con­tri­bu­to spe­cia­le per bi­so­gni straor­di­na­ri e im­pre­vi­sti del fi­glio (art. 286 cpv. 3 CC136);
c.
la dif­fi­da ai de­bi­to­ri e la pre­sta­zio­ne di ga­ran­zie per il man­te­ni­men­to del fi­glio, al di fuo­ri di un pro­ces­so con­cer­nen­te l’ob­bli­go di man­te­ni­men­to da par­te dei ge­ni­to­ri (art. 291 e 292 CC).

2 So­no fat­te sal­ve le di­spo­si­zio­ni del­la leg­ge fe­de­ra­le del 21 di­cem­bre 2007137 sul ra­pi­men­to in­ter­na­zio­na­le dei mi­no­ri e sul­le Con­ven­zio­ni dell’Aia sul­la pro­te­zio­ne dei mi­no­ri e de­gli adul­ti.

133 Abro­ga­ta dall’all. n. 2 del­la LF del 20 mar. 2015 (Man­te­ni­men­to del fi­glio), con ef­fet­to dal 1° gen. 2017 (RU 2015 4299; FF 2014 489).

134 RS 0.211.230.02

135 RS 0.211.230.01

136 RS 210

137 RS 211.222.32

Capitolo 3: Azione di mantenimento e di paternità 138

138 Nuovo testo giusta l’all. n. 2 della LF del 20 mar. 2015 (Mantenimento del figlio), in vigore dal 1° gen. 2017 (RU 2015 4299; FF 2014 489).

Art. 303 Provvedimenti cautelari  

1 Se il rap­por­to di fi­lia­zio­ne è ac­cer­ta­to, il con­ve­nu­to può es­se­re ob­bli­ga­to a de­po­si­ta­re o a pa­ga­re prov­vi­so­ria­men­te ade­gua­ti con­tri­bu­ti per il man­te­ni­men­to del fi­glio.

2 Se l’azio­ne di man­te­ni­men­to è sta­ta pro­mos­sa as­sie­me a quel­la di pa­ter­ni­tà, il con­ve­nu­to, ad istan­za dell’at­to­re:

a.
de­ve de­po­si­ta­re la som­ma per le spe­se del par­to e ade­gua­ti con­tri­bu­ti per il man­te­ni­men­to del­la ma­dre e del fi­glio qua­lo­ra la pa­ter­ni­tà sia re­sa ve­ro­si­mi­le;
b.
de­ve pa­ga­re ade­gua­ti con­tri­bu­ti per il man­te­ni­men­to del fi­glio qua­lo­ra la pa­ter­ni­tà sia pre­sun­ta e la pre­sun­zio­ne non sia in­fir­ma­ta dai mez­zi di pro­va im­me­dia­ta­men­te di­spo­ni­bi­li.
Art. 304 Competenza  

1 Il giu­di­ce com­pe­ten­te per l’azio­ne de­ci­de an­che sul de­po­si­to, sul pa­ga­men­to prov­vi­so­rio, sul ver­sa­men­to dei con­tri­bu­ti de­po­si­ta­ti e sul­la re­sti­tu­zio­ne dei pa­ga­men­ti prov­vi­so­ri.

2 Il giu­di­ce com­pe­ten­te per l’azio­ne di man­te­ni­men­to de­ci­de an­che sull’au­to­ri­tà pa­ren­ta­le e sul­le al­tre que­stio­ni ri­guar­dan­ti i fi­gli.139

139 In­tro­dot­to dall’all. n. 2 del­la LF del 20 mar. 2015 (Man­te­ni­men­to del fi­glio), in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2015 4299; FF 2014 489).

Titolo ottavo: Procedura in materia di unione domestica registrata

Capitolo 1: Pratiche della procedura sommaria

Art. 305 Campo d’applicazione  

La pro­ce­du­ra som­ma­ria è ap­pli­ca­bi­le se­gna­ta­men­te per:140

a.
la de­ter­mi­na­zio­ne dei con­tri­bu­ti pe­cu­nia­ri per il man­te­ni­men­to e l’or­di­ne ai de­bi­to­ri di un part­ner di fa­re i lo­ro pa­ga­men­ti all’al­tro (art. 13 cpv. 2 e 3 del­la leg­ge del 18 giu. 2004141 sull’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta, LUD);
b.
l’au­to­riz­za­zio­ne a un part­ner a di­spor­re dell’abi­ta­zio­ne co­mu­ne (art. 14 cpv. 2 LUD);
c.
l’esten­sio­ne o la pri­va­zio­ne del po­te­re di un part­ner di rap­pre­sen­ta­re l’unio­ne do­me­sti­ca (art. 15 cpv. 2 lett. a e 4 LUD);
d.
l’ob­bli­go d’in­for­ma­zio­ne dei part­ner sui ri­spet­ti­vi red­di­ti, so­stan­za e de­bi­ti (art. 16 cpv. 2 LUD);
e.
la de­ter­mi­na­zio­ne, l’ade­gua­men­to o la sop­pres­sio­ne dei con­tri­bu­ti pe­cu­nia­ri e le mi­su­re ri­guar­dan­ti l’abi­ta­zio­ne e le sup­pel­let­ti­li do­me­sti­che (art. 17 cpv. 2 e 4 LUD);
f.
l’ob­bli­go di un part­ner di con­cor­re­re al­la com­pi­la­zio­ne dell’in­ven­ta­rio (art. 20 cpv. 1 LUD);
g.
la li­mi­ta­zio­ne del po­te­re di di­spor­re di un part­ner re­la­ti­va­men­te a de­ter­mi­na­ti be­ni (art. 22 cpv. 1 LUD);
h.
l’as­se­gna­zio­ne di ter­mi­ni per la com­pen­sa­zio­ne di de­bi­ti tra i part­ner (art. 23 cpv. 1 LUD).

140 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II del­la LF del 25 set. 2015 (Rap­pre­sen­tan­za pro­fes­sio­na­le nel pro­ce­di­men­to ese­cu­ti­vo), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 3643; FF 2014 7505).

141 RS 211.231

Art. 306 Procedura  

Al­la pro­ce­du­ra si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia gli ar­ti­co­li 272 e 273.

Capitolo 2: Scioglimento e annullamento dell’unione domestica registrata

Art. 307  

Al­la pro­ce­du­ra di scio­gli­men­to e di an­nul­la­men­to dell’unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia le di­spo­si­zio­ni sul­la pro­ce­du­ra di di­vor­zio.

Capitolo 3: Interessi dei figli nella procedura in materia di unione domestica registrata142

142 Introdotto dall’all. n. 2 della LF del 17 giu. 2016 (Adozione), in vigore dal 1° gen. 2018 (RU 2017 3699; FF 2015793).

Art. 307a  

Se una per­so­na ha adot­ta­to il fi­glio mi­no­ren­ne del part­ner, si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia gli ar­ti­co­li 295–302.

Titolo nono: Mezzi di impugnazione

Capitolo 1: Appello

Sezione 1: Decisioni appellabili e motivi d’appello

Art. 308 Appellabilità  

1 So­no im­pu­gna­bi­li me­dian­te ap­pel­lo:

a.
le de­ci­sio­ni fi­na­li e in­ci­den­ta­li di pri­ma istan­za;
b.
le de­ci­sio­ni di pri­ma istan­za in ma­te­ria di prov­ve­di­men­ti cau­te­la­ri.

2 Le de­ci­sio­ni pro­nun­cia­te in con­tro­ver­sie pa­tri­mo­nia­li so­no ap­pel­la­bi­li uni­ca­men­te se il va­lo­re li­ti­gio­so se­con­do l’ul­ti­ma con­clu­sio­ne ri­co­no­sciu­ta nel­la de­ci­sio­ne è di al­me­no 10 000 fran­chi.

Art. 309 Eccezioni  

L’ap­pel­lo è im­pro­po­ni­bi­le:

a.
con­tro le de­ci­sio­ni del giu­di­ce dell’ese­cu­zio­ne;
b.
nel­le se­guen­ti pra­ti­che a te­no­re del­la LEF143:
1.
re­vo­ca del­la so­spen­sio­ne (art. 57d LEF),
2.
am­mis­sio­ne dell’op­po­si­zio­ne tar­di­va (art. 77 LEF),
3.
ri­get­to dell’op­po­si­zio­ne (art. 80–84 LEF),
4.
an­nul­la­men­to o so­spen­sio­ne dell’ese­cu­zio­ne (art. 85 LEF),
5.
am­mis­sio­ne dell’op­po­si­zio­ne nell’ese­cu­zio­ne cam­bia­ria (art. 185 LEF),
6.144
se­que­stro (art. 272 e 278 LEF),
7.145
de­ci­sio­ni che se­con­do la LEF so­no di com­pe­ten­za del giu­di­ce del fal­li­men­to o del con­cor­da­to.

143 RS 281.1

144 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 3 n. 1 del DF dell’11 dic. 2009 (ap­pro­va­zio­ne ed ese­cu­zio­ne del­la Conv. di Lu­ga­no), in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 5601; FF 2009 1435).

145 In­tro­dot­to dall’art. 3 n. 1 del DF dell’11 dic. 2009 (ap­pro­va­zio­ne ed ese­cu­zio­ne del­la Conv. di Lu­ga­no), in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 5601; FF 2009 1435).

Art. 310 Motivi d’appello  

Con l’ap­pel­lo pos­so­no es­se­re cen­su­ra­ti:

a.
l’er­ra­ta ap­pli­ca­zio­ne del di­rit­to;
b.
l’er­ra­to ac­cer­ta­men­to dei fat­ti.

Sezione 2: Appello, risposta all’appello e appello incidentale

Art. 311 Proposizione dell’appello  

1 L’ap­pel­lo, scrit­to e mo­ti­va­to, dev’es­se­re pro­po­sto all’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re en­tro 30 gior­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne del­la de­ci­sio­ne im­pu­gna­ta mo­ti­va­ta o dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne a po­ste­rio­ri del­la mo­ti­va­zio­ne (art. 239).

2 Dev’es­ser­gli al­le­ga­ta la de­ci­sio­ne im­pu­gna­ta.

Art. 312 Risposta all’appello  

1 L’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re no­ti­fi­ca l’ap­pel­lo al­la con­tro­par­te in­vi­tan­do­la a pre­sen­ta­re per scrit­to le pro­prie os­ser­va­zio­ni, ec­cet­to che l’ap­pel­lo sia ma­ni­fe­sta­men­te im­pro­po­ni­bi­le o ma­ni­fe­sta­men­te in­fon­da­to.

2 Il ter­mi­ne di ri­spo­sta è di 30 gior­ni.

Art. 313 Appello incidentale  

1 Nel­la ri­spo­sta all’ap­pel­lo la con­tro­par­te può ap­pel­la­re in via in­ci­den­ta­le.

2 L’ap­pel­lo in­ci­den­ta­le de­ca­de se:

a.
l’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re non en­tra nel me­ri­to dell’ap­pel­lo prin­ci­pa­le;
b.
l’ap­pel­lo prin­ci­pa­le è re­spin­to in quan­to ma­ni­fe­sta­men­te in­fon­da­to;
c.
l’ap­pel­lo prin­ci­pa­le è ri­ti­ra­to pri­ma che il giu­di­ce ini­zi a de­li­be­ra­re.
Art. 314 Procedura sommaria  

1 Se è ap­pel­la­ta una de­ci­sio­ne pro­nun­cia­ta in pro­ce­du­ra som­ma­ria, il ter­mi­ne di ap­pel­lo e il ter­mi­ne di ri­spo­sta so­no en­tram­bi di die­ci gior­ni.

2 L’ap­pel­lo in­ci­den­ta­le è im­pro­po­ni­bi­le.

Sezione 3: Effetti e procedura dell’appello

Art. 315 Effetto sospensivo  

1 L’ap­pel­lo pre­clu­de, li­mi­ta­ta­men­te al­le con­clu­sio­ni, l’ef­fi­ca­cia e l’ese­cu­ti­vi­tà del­la de­ci­sio­ne im­pu­gna­ta.

2 L’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re può au­to­riz­za­re l’ese­cu­zio­ne an­ti­ci­pa­ta del­la de­ci­sio­ne im­pu­gna­ta. Se del ca­so, or­di­na prov­ve­di­men­ti con­ser­va­ti­vi o la pre­sta­zio­ne di ga­ran­zie.

3 L’ef­fet­to so­spen­si­vo non può es­se­re tol­to se è ap­pel­la­ta una de­ci­sio­ne co­sti­tu­ti­va.

4 L’ap­pel­lo non ha ef­fet­to so­spen­si­vo se è ap­pel­la­ta una de­ci­sio­ne in ma­te­ria di:

a.
di­rit­to di ri­spo­sta;
b.
prov­ve­di­men­ti cau­te­la­ri.

5 L’ese­cu­zio­ne di prov­ve­di­men­ti cau­te­la­ri può es­se­re ec­ce­zio­nal­men­te so­spe­sa se la par­te in­te­res­sa­ta ri­schia di su­bi­re un pre­giu­di­zio dif­fi­cil­men­te ri­pa­ra­bi­le.

Art. 316 Procedura davanti all’autorità giudiziaria superiore  

1 L’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re può te­ne­re udien­za o de­ci­de­re in ba­se agli at­ti.

2 Es­sa può or­di­na­re un se­con­do scam­bio di scrit­ti.

3 Può pro­ce­de­re all’as­sun­zio­ne di pro­ve.

Art. 317 Nuovi fatti, nuovi mezzi di prova e mutazione dell’azione  

1 Nuo­vi fat­ti e nuo­vi mez­zi di pro­va so­no con­si­de­ra­ti sol­tan­to se:

a.
ven­go­no im­me­dia­ta­men­te ad­dot­ti; e
b.
di­nan­zi al­la giu­ri­sdi­zio­ne in­fe­rio­re non era pos­si­bi­le ad­dur­li nem­me­no con la di­li­gen­za ra­gio­ne­vol­men­te esi­gi­bi­le te­nu­to con­to del­le cir­co­stan­ze.

2 Una mu­ta­zio­ne dell’azio­ne è am­mis­si­bi­le sol­tan­to se:

a.
so­no da­te le pre­mes­se di cui all’ar­ti­co­lo 227 ca­po­ver­so 1; e
b.146
la mu­ta­zio­ne è fon­da­ta su nuo­vi fat­ti o su nuo­vi mez­zi di pro­va.

146 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II del­la LF del 25 set. 2015 (Rap­pre­sen­tan­za pro­fes­sio­na­le nel pro­ce­di­men­to ese­cu­ti­vo), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 3643; FF 2014 7505).

Art. 318 Decisione  

1 L’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re può:

a.
con­fer­ma­re il giu­di­zio im­pu­gna­to;
b.
sta­tui­re es­sa stes­sa; op­pu­re
c.
rin­via­re la cau­sa al­la giu­ri­sdi­zio­ne in­fe­rio­re, se:
1.
non è sta­ta giu­di­ca­ta una par­te es­sen­zia­le dell’azio­ne, op­pu­re
2.
i fat­ti de­vo­no es­se­re com­ple­ta­ti in pun­ti es­sen­zia­li.

2 L’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re no­ti­fi­ca la sua de­ci­sio­ne con mo­ti­va­zio­ne scrit­ta.

3 Se sta­tui­sce es­sa stes­sa, l’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re pro­nun­cia an­che sul­le spe­se giu­di­zia­rie del­la pro­ce­du­ra di pri­ma istan­za.

Capitolo 2: Reclamo

Art. 319 Ammissibilità del reclamo  

So­no im­pu­gna­bi­li me­dian­te re­cla­mo:

a.
le de­ci­sio­ni inap­pel­la­bi­li di pri­ma istan­za fi­na­li, in­ci­den­ta­li e in ma­te­ria di prov­ve­di­men­ti cau­te­la­ri;
b.
al­tre de­ci­sio­ni e di­spo­si­zio­ni or­di­na­to­rie pro­ces­sua­li di pri­ma istan­za:
1.
nei ca­si sta­bi­li­ti dal­la leg­ge,
2.
quan­do vi è il ri­schio di un pre­giu­di­zio dif­fi­cil­men­te ri­pa­ra­bi­le;
c.
i ca­si di ri­tar­da­ta giu­sti­zia.
Art. 320 Motivi di reclamo  

Con il re­cla­mo pos­so­no es­se­re cen­su­ra­ti:

a.
l’ap­pli­ca­zio­ne er­ra­ta del di­rit­to;
b.
l’ac­cer­ta­men­to ma­ni­fe­sta­men­te er­ra­to dei fat­ti.
Art. 321 Proposizione del reclamo  

1 Il re­cla­mo, scrit­to e mo­ti­va­to, dev’es­se­re pro­po­sto all’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re en­tro 30 gior­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne del­la de­ci­sio­ne im­pu­gna­ta mo­ti­va­ta o dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne a po­ste­rio­ri del­la mo­ti­va­zio­ne (art. 239).

2 Se è im­pu­gna­ta una de­ci­sio­ne pro­nun­cia­ta in pro­ce­du­ra som­ma­ria o una di­spo­si­zio­ne or­di­na­to­ria pro­ces­sua­le, il ter­mi­ne di re­cla­mo è di die­ci gior­ni, sal­vo che la leg­ge di­spon­ga al­tri­men­ti.

3 Se è in pos­ses­so del­la par­te, la de­ci­sio­ne o di­spo­si­zio­ne im­pu­gna­ta dev’es­se­re al­le­ga­ta.

4 Il re­cla­mo per ri­tar­da­ta giu­sti­zia è pos­si­bi­le in ogni tem­po.

Art. 322 Risposta al reclamo  

1 Se il re­cla­mo non ri­sul­ta ma­ni­fe­sta­men­te inam­mis­si­bi­le o ma­ni­fe­sta­men­te in­fon­da­to, l’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re lo no­ti­fi­ca al­la con­tro­par­te in­vi­tan­do­la a pre­sen­ta­re per scrit­to le pro­prie os­ser­va­zio­ni.

2 Il ter­mi­ne di ri­spo­sta è ugua­le a quel­lo di re­cla­mo.

Art. 323 Reclamo incidentale  

Il re­cla­mo in­ci­den­ta­le non è am­mes­so.

Art. 324 Osservazioni della giurisdizione inferiore  

L’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re può chie­de­re al­la giu­ri­sdi­zio­ne in­fe­rio­re di far­le per­ve­ni­re le sue os­ser­va­zio­ni.

Art. 325 Effetto sospensivo  

1 Il re­cla­mo non pre­clu­de l’ef­fi­ca­cia e l’ese­cu­ti­vi­tà del­la de­ci­sio­ne im­pu­gna­ta.

2 L’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re può rin­via­re l’ese­cu­zio­ne del­la de­ci­sio­ne im­pu­gna­ta. Se del ca­so, or­di­na prov­ve­di­men­ti con­ser­va­ti­vi o la pre­sta­zio­ne di ga­ran­zie.

Art. 326 Nuove conclusioni, nuovi fatti e nuovi mezzi di prova  

1 Non so­no am­mes­se né nuo­ve con­clu­sio­ni, né l’al­le­ga­zio­ne di nuo­vi fat­ti o la pro­du­zio­ne di nuo­vi mez­zi di pro­va.

2 So­no fat­te sal­ve spe­cia­li di­spo­si­zio­ni di leg­ge.

Art. 327 Procedura e decisione  

1 L’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re si fa con­se­gna­re gli at­ti di cau­sa dal­la giu­ri­sdi­zio­ne in­fe­rio­re.

2 Es­sa può de­ci­de­re in ba­se agli at­ti.

3 Se ac­co­glie il re­cla­mo, l’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re:

a.
an­nul­la la de­ci­sio­ne o la di­spo­si­zio­ne or­di­na­to­ria pro­ces­sua­le im­pu­gna­ta e rin­via la cau­sa al­la giu­ri­sdi­zio­ne in­fe­rio­re; op­pu­re
b.
sta­tui­sce es­sa stes­sa, se la cau­sa è ma­tu­ra per il giu­di­zio.

4 Se il re­cla­mo è ac­col­to per ri­tar­da­ta giu­sti­zia, l’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re può im­par­ti­re al­la giu­ri­sdi­zio­ne in­fe­rio­re un ter­mi­ne per la trat­ta­zio­ne del­la cau­sa.

5 L’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re no­ti­fi­ca la sua de­ci­sio­ne con mo­ti­va­zio­ne scrit­ta.

Art. 327a Dichiarazione di esecutività secondo la Convenzione di Lugano 147  

1 Se il re­cla­mo è di­ret­to con­tro una de­ci­sio­ne del giu­di­ce dell’ese­cu­zio­ne se­con­do gli ar­ti­co­li 38–52 del­la Con­ven­zio­ne del 30 ot­to­bre 2007148 con­cer­nen­te la com­pe­ten­za giu­ri­sdi­zio­na­le, il ri­co­no­sci­men­to e l’ese­cu­zio­ne del­le de­ci­sio­ni in ma­te­ria ci­vi­le e com­mer­cia­le (Con­ven­zio­ne di Lu­ga­no), l’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria su­pe­rio­re esa­mi­na con co­gni­zio­ne pie­na i mo­ti­vi di di­nie­go pre­vi­sti dal­la Con­ven­zio­ne di Lu­ga­no.

2 Il re­cla­mo ha ef­fet­to so­spen­si­vo. So­no fat­ti sal­vi i prov­ve­di­men­ti con­ser­va­ti­vi, se­gna­ta­men­te il se­que­stro se­con­do l’ar­ti­co­lo 271 ca­po­ver­so 1 nu­me­ro 6 LEF149.

3 Il ter­mi­ne per la pro­po­si­zio­ne del re­cla­mo con­tro la di­chia­ra­zio­ne di ese­cu­ti­vi­tà è ret­to dall’ar­ti­co­lo 43 pa­ra­gra­fo 5 del­la Con­ven­zio­ne di Lu­ga­no.

147 In­tro­dot­to dall’art. 3 n. 1 del DF dell’11 dic. 2009 (ap­pro­va­zio­ne ed ese­cu­zio­ne del­la Conv. di Lu­ga­no), in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 5601; FF 2009 1435).

148 RS 0.275.12

149 RS 281.1

Capitolo 3: Revisione

Art. 328 Motivi di revisione  

1 Una par­te può chie­de­re al giu­di­ce che ha sta­tui­to sul­la cau­sa in ul­ti­ma istan­za la re­vi­sio­ne del­la de­ci­sio­ne pas­sa­ta in giu­di­ca­to se:

a.
ha suc­ces­si­va­men­te ap­pre­so fat­ti ri­le­van­ti o tro­va­to mez­zi di pro­va de­ci­si­vi che non ha po­tu­to al­le­ga­re nel­la pre­ce­den­te pro­ce­du­ra, esclu­si i fat­ti e mez­zi di pro­va sor­ti do­po la de­ci­sio­ne;
b.
da un pro­ce­di­men­to pe­na­le ri­sul­ta che la de­ci­sio­ne a lei sfa­vo­re­vo­le è sta­ta in­fluen­za­ta da un cri­mi­ne o da un de­lit­to; non oc­cor­re che sia sta­ta pro­nun­cia­ta una con­dan­na dal giu­di­ce pe­na­le; se il pro­ce­di­men­to pe­na­le non può es­se­re espe­ri­to, la pro­va può es­se­re ad­dot­ta in al­tro mo­do;
c.
fa va­le­re che l’ac­quie­scen­za, la de­si­sten­za o la tran­sa­zio­ne giu­di­zia­ria è inef­fi­ca­ce.

2 La re­vi­sio­ne può es­se­re chie­sta per vio­la­zio­ne del­la Con­ven­zio­ne eu­ro­pea del 4 no­vem­bre 1950150 per la sal­va­guar­dia dei di­rit­ti dell’uo­mo e del­le li­ber­tà fon­da­men­ta­li (CE­DU) se:

a.151
la Cor­te eu­ro­pea dei di­rit­ti dell’uo­mo ha ac­cer­ta­to in una sen­ten­za de­fi­ni­ti­va (art. 44 CE­DU) che la CE­DU o i suoi pro­to­col­li so­no sta­ti vio­la­ti op­pu­re ha chiu­so la cau­sa con una com­po­si­zio­ne ami­che­vo­le (art. 39 CE­DU);
b.
un in­den­niz­zo è ina­dat­to a com­pen­sa­re le con­se­guen­ze del­la vio­la­zio­ne; e
c.
la re­vi­sio­ne è ne­ces­sa­ria per ri­muo­ve­re la vio­la­zio­ne.

150 RS 0.101

151 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 1° ott. 2021, in vi­go­re dal 1° lug. 2022 (RU 2022 289; FF 2021 300, 889).

Art. 329 Domanda e termini di revisione  

1 La do­man­da di re­vi­sio­ne, scrit­ta e mo­ti­va­ta, dev’es­se­re pre­sen­ta­ta en­tro 90 gior­ni dal­la sco­per­ta del mo­ti­vo di re­vi­sio­ne.

2 Do­po die­ci an­ni dal pas­sag­gio in giu­di­ca­to del­la de­ci­sio­ne, la re­vi­sio­ne non può più es­se­re do­man­da­ta, sal­vo nel ca­so di cui all’ar­ti­co­lo 328 ca­po­ver­so 1 let­te­ra b.

Art. 330 Osservazioni della controparte  

Se la do­man­da di re­vi­sio­ne non ri­sul­ta ma­ni­fe­sta­men­te inam­mis­si­bi­le o ma­ni­fe­sta­men­te in­fon­da­ta, il giu­di­ce la no­ti­fi­ca al­la con­tro­par­te af­fin­ché pre­sen­ti le sue os­ser­va­zio­ni.

Art. 331 Effetto sospensivo  

1 La do­man­da di re­vi­sio­ne non pre­clu­de l’ef­fi­ca­cia e l’ese­cu­ti­vi­tà del­la de­ci­sio­ne im­pu­gna­ta.

2 Il giu­di­ce può dif­fe­ri­re l’ese­cu­zio­ne del­la de­ci­sio­ne im­pu­gna­ta. Se del ca­so or­di­na prov­ve­di­men­ti con­ser­va­ti­vi o la pre­sta­zio­ne di ga­ran­zie.

Art. 332 Decisione sulla domanda di revisione  

La de­ci­sio­ne sul­la do­man­da di re­vi­sio­ne è im­pu­gna­bi­le me­dian­te re­cla­mo.

Art. 333 Nuova decisione nel merito  

1 Se ac­co­glie la do­man­da di re­vi­sio­ne, il giu­di­ce an­nul­la la sua pre­ce­den­te de­ci­sio­ne e sta­tui­sce nuo­va­men­te.

2 Nel­la nuo­va de­ci­sio­ne il giu­di­ce de­ci­de an­che sul­le spe­se del­la pre­ce­den­te pro­ce­du­ra.

3 Il giu­di­ce no­ti­fi­ca la sua de­ci­sio­ne con mo­ti­va­zio­ne scrit­ta.

Capitolo 4: Interpretazione e rettifica

Art. 334  

1 Se il di­spo­si­ti­vo è po­co chia­ro, am­bi­guo o in­com­ple­to op­pu­re in con­trad­di­zio­ne con i con­si­de­ran­di, il giu­di­ce, su do­man­da di una par­te o d’uf­fi­cio, in­ter­pre­ta o ret­ti­fi­ca la de­ci­sio­ne. Nel­la do­man­da de­vo­no es­se­re in­di­ca­ti i pun­ti con­te­sta­ti e le mo­di­fi­che au­spi­ca­te.

2 Gli ar­ti­co­li 330 e 331 si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia. Se la ret­ti­fi­ca con­cer­ne er­ro­ri di scrit­tu­ra o di cal­co­lo il giu­di­ce può ri­nun­cia­re a in­ter­pel­la­re le par­ti.

3 La de­ci­sio­ne sul­la do­man­da di in­ter­pre­ta­zio­ne o di ret­ti­fi­ca è im­pu­gna­bi­le me­dian­te re­cla­mo.

4 La de­ci­sio­ne in­ter­pre­ta­ta o ret­ti­fi­ca­ta è no­ti­fi­ca­ta al­le par­ti.

Titolo decimo: Esecuzione

Capitolo 1: Esecuzione delle decisioni

Art. 335 Campo d’applicazione  

1 Le de­ci­sio­ni so­no ese­gui­te se­con­do le di­spo­si­zio­ni del pre­sen­te ca­pi­to­lo.

2 Se con­cer­no­no pa­ga­men­ti in de­na­ro o la pre­sta­zio­ne di ga­ran­zie, le de­ci­sio­ni so­no ese­gui­te se­con­do le di­spo­si­zio­ni del­la LEF152.

3 Il ri­co­no­sci­men­to, la di­chia­ra­zio­ne di ese­cu­ti­vi­tà e l’ese­cu­zio­ne di de­ci­sio­ni stra­nie­re so­no re­go­la­ti dal pre­sen­te ca­pi­to­lo, ec­cet­to che un trat­ta­to in­ter­na­zio­na­le o la LDIP153 di­spon­ga­no al­tri­men­ti.

Art. 336 Esecutività  

1 Una de­ci­sio­ne è ese­cu­ti­va se:

a.
è pas­sa­ta in giu­di­ca­to e il giu­di­ce non ha so­spe­so l’ese­cu­zio­ne (art. 325 cpv. 2 e 331 cpv. 2); op­pu­re
b.
pur non es­sen­do an­co­ra pas­sa­ta in giu­di­ca­to, è sta­ta di­chia­ra­ta ese­gui­bi­le an­ti­ci­pa­ta­men­te.

2 A ri­chie­sta, il giu­di­ce che ha pre­so la de­ci­sio­ne da ese­gui­re ne at­te­sta l’ese­cu­ti­vi­tà.

Art. 337 Esecuzione diretta  

1 La de­ci­sio­ne può es­se­re di­ret­ta­men­te ese­gui­ta se il giu­di­ce che l’ha pro­nun­cia­ta ha già or­di­na­to con­cre­te mi­su­re d’ese­cu­zio­ne (art. 236 cpv. 3).

2 La par­te soc­com­ben­te può tut­ta­via chie­de­re al giu­di­ce dell’ese­cu­zio­ne di so­spen­de­re l’ese­cu­zio­ne; l’ar­ti­co­lo 341 si ap­pli­ca per ana­lo­gia.

Art. 338 Domanda di esecuzione  

1 Se la de­ci­sio­ne non può es­se­re di­ret­ta­men­te ese­gui­ta, una do­man­da di ese­cu­zio­ne dev’es­se­re pre­sen­ta­ta al giu­di­ce dell’ese­cu­zio­ne.

2 La par­te ri­chie­den­te de­ve di­mo­stra­re che le con­di­zio­ni d’ese­cu­ti­vi­tà so­no adem­pi­te e al­le­ga­re i do­cu­men­ti ne­ces­sa­ri.

Art. 339 Competenza e procedura  

1 È im­pe­ra­ti­va­men­te com­pe­ten­te a de­ci­de­re le mi­su­re d’ese­cu­zio­ne e la so­spen­sio­ne dell’ese­cu­zio­ne il giu­di­ce:

a.
del do­mi­ci­lio o del­la se­de del­la par­te soc­com­ben­te;
b.
del luo­go in cui le mi­su­re de­vo­no es­se­re pre­se; op­pu­re
c.
del luo­go in cui è sta­ta ema­na­ta la de­ci­sio­ne da ese­gui­re.

2 Il giu­di­ce de­ci­de in pro­ce­du­ra som­ma­ria.

Art. 340 Provvedimenti conservativi 154  

Il giu­di­ce dell’ese­cu­zio­ne può or­di­na­re prov­ve­di­men­ti con­ser­va­ti­vi, se ne­ces­sa­rio an­che sen­za sen­ti­re pre­ven­ti­va­men­te la con­tro­par­te.

154 Nuo­vo te­sto giu­sta l’art. 3 n. 1 del DF dell’11 dic. 2009 (ap­pro­va­zio­ne ed ese­cu­zio­ne del­la Conv. di Lu­ga­no), in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 5601; FF 2009 1435).

Art. 341 Esame dell’esecutività e osservazioni della parte soccombente  

1 Il giu­di­ce dell’ese­cu­zio­ne esa­mi­na d’uf­fi­cio se le con­di­zio­ni d’ese­cu­ti­vi­tà so­no adem­piu­te.

2 As­se­gna un bre­ve ter­mi­ne al­la par­te soc­com­ben­te af­fin­ché pre­sen­ti le pro­prie os­ser­va­zio­ni.

3 Ma­te­rial­men­te, la par­te soc­com­ben­te può obiet­ta­re che suc­ces­si­va­men­te al­la co­mu­ni­ca­zio­ne del­la de­ci­sio­ne so­no in­ter­ve­nu­te cir­co­stan­ze che osta­no all’ese­cu­zio­ne, in par­ti­co­la­re l’adem­pi­men­to, la con­ces­sio­ne di una di­la­zio­ne, la pre­scri­zio­ne o la pe­ren­zio­ne del­la pre­sta­zio­ne do­vu­ta. L’adem­pi­men­to del­la pre­sta­zio­ne e la di­la­zio­ne de­vo­no es­se­re pro­va­ti me­dian­te do­cu­men­ti.

Art. 342 Esecuzione di una prestazione condizionata o dipendente da una controprestazione  

La de­ci­sio­ne in me­ri­to a una pre­sta­zio­ne con­di­zio­na­ta o di­pen­den­te da una con­tro­pre­sta­zio­ne può es­se­re ese­gui­ta so­lo quan­do il giu­di­ce dell’ese­cu­zio­ne ha ac­cer­ta­to che la con­di­zio­ne si è ve­ri­fi­ca­ta op­pu­re che la con­tro­pre­sta­zio­ne è sta­ta de­bi­ta­men­te of­fer­ta, for­ni­ta o ga­ran­ti­ta.

Art. 343 Obbligo di fare, omettere o tollerare  

1 Se la de­ci­sio­ne im­po­ne un ob­bli­go di fa­re, omet­te­re o tol­le­ra­re, il giu­di­ce dell’ese­cu­zio­ne può or­di­na­re:

a.
una com­mi­na­to­ria pe­na­le se­con­do l’ar­ti­co­lo 292 CP155;
b.
una mul­ta di­sci­pli­na­re fi­no a 5000 fran­chi;
c.
una mul­ta di­sci­pli­na­re fi­no a 1000 fran­chi per ogni gior­no d’ina­dem­pi­men­to;
d.
mi­su­re coer­ci­ti­ve co­me il ri­ti­ro di una co­sa mo­bi­le o lo sgom­be­ro di un fon­do; op­pu­re
e.
l’adem­pi­men­to so­sti­tu­ti­vo.

1bis Se la de­ci­sio­ne pre­ve­de un di­vie­to se­con­do l’ar­ti­co­lo 28bCC156, il giu­di­ce del­l’ese­cu­zio­ne può, ad istan­za dell’at­to­re, or­di­na­re una sor­ve­glian­za elet­tro­ni­ca se­con­do l’ar­ti­co­lo 28c CC.157

2 La par­te soc­com­ben­te e i ter­zi de­vo­no for­ni­re le ne­ces­sa­rie in­for­ma­zio­ni e tol­le­ra­re le ne­ces­sa­rie ispe­zio­ni.

3 La per­so­na in­ca­ri­ca­ta dell’ese­cu­zio­ne può far ca­po all’aiu­to dell’au­to­ri­tà com­pe­ten­te.

155 RS 311.0

156 RS 210

157 In­tro­dot­to dal n. I 2 del­la LF del 14 dic. 2018 in­te­sa a mi­glio­ra­re la pro­te­zio­ne del­le vit­ti­me di vio­len­za, in vi­go­re dal 1° gen. 2022 (RU 2019 2273; FF 2017 6267).

Art. 344 Rilascio di una dichiarazione di volontà  

1 Se la de­ci­sio­ne ha per og­get­to il ri­la­scio di una di­chia­ra­zio­ne di vo­lon­tà, la di­chia­ra­zio­ne stes­sa si ha per av­ve­nu­ta con l’ese­cu­ti­vi­tà del­la de­ci­sio­ne.

2 Se la di­chia­ra­zio­ne con­cer­ne un re­gi­stro pub­bli­co, co­me il re­gi­stro fon­dia­rio o il re­gi­stro di com­mer­cio, il giu­di­ce che ha pro­nun­cia­to la de­ci­sio­ne im­par­ti­sce all’uf­fi­cia­le del re­gi­stro le istru­zio­ni ne­ces­sa­rie.

Art. 345 Risarcimento dei danni e conversione in denaro  

1 La par­te vin­cen­te può chie­de­re:

a.
il ri­sar­ci­men­to dei dan­ni se la par­te soc­com­ben­te non ot­tem­pe­ra a quan­to or­di­na­to­le dal giu­di­ce;
b.
in luo­go del­la pre­sta­zio­ne do­vu­ta, un equi­va­len­te in de­na­ro.

2 Il giu­di­ce dell’ese­cu­zio­ne de­ci­de sull’am­mon­ta­re di ta­li im­por­ti.

Art. 346 Impugnazione da parte di terzi  

I ter­zi toc­ca­ti nei lo­ro di­rit­ti dal­la de­ci­sio­ne sull’ese­cu­zio­ne pos­so­no pro­por­re re­cla­mo.

Capitolo 2: Esecuzione di documenti pubblici

Art. 347 Esecutività  

Un do­cu­men­to pub­bli­co aven­te per og­get­to pre­sta­zio­ni di qual­sia­si ge­ne­re può es­se­re ese­gui­to al­la stre­gua di una de­ci­sio­ne giu­di­zia­ria se:

a.
l’ob­bli­ga­to ha espres­sa­men­te di­chia­ra­to nel do­cu­men­to di ri­co­no­sce­re l’ese­cu­zio­ne di­ret­ta del­la pre­sta­zio­ne;
b.
il ti­to­lo giu­ri­di­co del­la pre­sta­zio­ne do­vu­ta è men­zio­na­to nel do­cu­men­to;
c.
la pre­sta­zio­ne do­vu­ta:
1.
è suf­fi­cien­te­men­te de­ter­mi­na­ta nel do­cu­men­to,
2.
è ri­co­no­sciu­ta nel do­cu­men­to dall’ob­bli­ga­to, e
3.
è esi­gi­bi­le.
Art. 348 Eccezioni  

Non so­no di­ret­ta­men­te ese­cu­ti­vi i do­cu­men­ti con­cer­nen­ti pre­sta­zio­ni:

a.
se­con­do la leg­ge del 24 mar­zo 1995158 sul­la pa­ri­tà dei ses­si;
b.
ine­ren­ti al­la lo­ca­zio­ne o all’af­fit­to di lo­ca­li d’abi­ta­zio­ne e com­mer­cia­li, non­ché all’af­fit­to agri­co­lo;
c.
se­con­do la leg­ge del 17 di­cem­bre 1993159 sul­la par­te­ci­pa­zio­ne;
d.
ine­ren­ti a rap­por­ti di la­vo­ro e al­la leg­ge del 6 ot­to­bre 1989160 sul col­lo­ca­men­to;
e.
ine­ren­ti a con­trat­ti con­clu­si con con­su­ma­to­ri (art. 32).
Art. 349 Documenti concernenti prestazioni in denaro  

I do­cu­men­ti ese­cu­ti­vi con­cer­nen­ti pre­sta­zio­ni in de­na­ro so­no con­si­de­ra­ti ti­to­li de­fi­ni­ti­vi di ri­get­to dell’op­po­si­zio­ne se­con­do gli ar­ti­co­li 80 e 81 LEF161.

Art. 350 Documenti concernenti prestazioni non pecuniarie  

1 Se si trat­ta di ese­gui­re un do­cu­men­to con­cer­nen­te una pre­sta­zio­ne non pe­cu­nia­ria, il pub­bli­co uf­fi­cia­le che l’ha ri­la­scia­to for­ni­sce all’ob­bli­ga­to, su do­man­da dell’aven­te di­rit­to, una co­pia au­ten­ti­ca­ta del do­cu­men­to e gli as­se­gna un ter­mi­ne di 20 gior­ni per l’adem­pi­men­to. L’aven­te di­rit­to ri­ce­ve co­pia del­la no­ti­fi­ca­zio­ne.

2 De­cor­so in­frut­tuo­sa­men­te ta­le ter­mi­ne, l’aven­te di­rit­to può chie­de­re che il giu­di­ce dell’ese­cu­zio­ne pro­ce­da.

Art. 351 Procedura davanti al giudice dell’esecuzione  

1 Ri­guar­do al­la pre­sta­zio­ne do­vu­ta, l’ob­bli­ga­to può sol­le­va­re obie­zio­ni sol­tan­to se im­me­dia­ta­men­te com­pro­va­bi­li.

2 Se è do­vu­to il ri­la­scio di una di­chia­ra­zio­ne di vo­lon­tà, la di­chia­ra­zio­ne stes­sa si ha per av­ve­nu­ta con la de­ci­sio­ne del giu­di­ce dell’ese­cu­zio­ne. Que­sti im­par­ti­sce le istru­zio­ni ne­ces­sa­rie se­con­do l’ar­ti­co­lo 344 ca­po­ver­so 2.

Art. 352 Azione giudiziaria  

È in ogni ca­so fat­ta sal­va l’azio­ne giu­di­zia­ria re­la­ti­va al­la pre­sta­zio­ne do­vu­ta. In par­ti­co­la­re, l’ob­bli­ga­to può in ogni tem­po chie­de­re al giu­di­ce di ac­cer­ta­re che la pre­te­sa non sus­si­ste o non sus­si­ste più op­pu­re che per l’adem­pi­men­to è sta­ta con­ces­sa una di­la­zio­ne.

Parte terza: Arbitrato

Titolo primo: Disposizioni generali

Art. 353 Campo d’applicazione  

1 Le di­spo­si­zio­ni del pre­sen­te ti­to­lo si ap­pli­ca­no ai pro­ce­di­men­ti da­van­ti ai tri­bu­na­li ar­bi­tra­li con se­de in Sviz­ze­ra, per quan­to non sia­no ap­pli­ca­bi­li le di­spo­si­zio­ni del ca­pi­to­lo 12 LDIP162.

2 Le par­ti pos­so­no esclu­de­re l’ap­pli­ca­bi­li­tà del­le pre­sen­ti di­spo­si­zio­ni sull’ar­bi­tra­to me­dian­te una di­chia­ra­zio­ne nel pat­to d’ar­bi­tra­to o in un ac­cor­do suc­ces­si­vo e con­ve­ni­re di ap­pli­ca­re le di­spo­si­zio­ni del ca­pi­to­lo 12 LDIP. Ta­le di­chia­ra­zio­ne ri­chie­de la for­ma di cui all’ar­ti­co­lo 358.163

162 RS 291

163 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 19 giu. 2020, in vi­go­re dal 1° gen. 2021 (RU 2020 4179; FF 2018 6019).

Art. 354 Arbitrabilità  

L’ar­bi­tra­to può ver­te­re su qual­sia­si pre­te­sa su cui le par­ti pos­so­no di­spor­re li­be­ra­men­te.

Art. 355 Sede del tribunale arbitrale  

1 La se­de del tri­bu­na­le ar­bi­tra­le è sta­bi­li­ta dal­le par­ti o dall’en­te da es­se de­si­gna­to. In su­bor­di­ne, la se­de è sta­bi­li­ta dal tri­bu­na­le ar­bi­tra­le stes­so.

2 Se non è sta­bi­li­ta dal­le par­ti, dall’en­te da es­se de­si­gna­to o dal tri­bu­na­le ar­bi­tra­le, la se­de è nel luo­go del tri­bu­na­le sta­ta­le che sa­reb­be com­pe­ten­te per giu­di­ca­re il me­ri­to del­la cau­sa in man­can­za di pat­to di ar­bi­tra­to.

3 Se più tri­bu­na­li sta­ta­li so­no com­pe­ten­ti, il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le ha se­de nel luo­go del pri­mo tri­bu­na­le sta­ta­le adi­to in ap­pli­ca­zio­ne dell’ar­ti­co­lo 356.

4 Se le par­ti non han­no pat­tui­to di­ver­sa­men­te, il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le può di­bat­te­re, as­su­me­re pro­ve e de­li­be­ra­re an­che in qual­sia­si al­tro luo­go.

Art. 356 Tribunali statali competenti  

1 Il Can­to­ne do­ve ha se­de il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le de­si­gna un tri­bu­na­le su­pe­rio­re com­pe­ten­te per:

a.
sta­tui­re sui re­cla­mi e sul­le do­man­de di re­vi­sio­ne;
b.
ri­ce­ve­re in de­po­si­to il lo­do e at­te­star­ne l’ese­cu­ti­vi­tà.

2 Un al­tro tri­bu­na­le o un tri­bu­na­le com­po­sto in al­tro mo­do, de­si­gna­to dal Can­to­ne do­ve ha se­de il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le, è com­pe­ten­te in istan­za uni­ca per:

a.
no­mi­na­re, ri­cu­sa­re, re­vo­ca­re e so­sti­tui­re gli ar­bi­tri;
b.
pro­ro­ga­re il man­da­to del tri­bu­na­le ar­bi­tra­le;
c.
pre­sta­re con­cor­so al tri­bu­na­le ar­bi­tra­le per pro­ce­de­re ad at­ti pro­ce­du­ra­li.

3 Il tri­bu­na­le sta­ta­le com­pe­ten­te de­ci­de in pro­ce­du­ra som­ma­ria, sal­vo nei ca­si di cui al ca­po­ver­so 1 let­te­ra a.164

164 In­tro­dot­to dall’all. n. 2 del­la LF del 19 giu. 2020, in vi­go­re dal 1° gen. 2021 (RU 2020 4179; FF 2018 6019).

Titolo secondo: Patto e clausole d’arbitrato 165

165 Nuovo testo giusta l’all. n. 2 della LF del 19 giu. 2020, in vigore dal 1° gen. 2021 (RU 2020 4179; FF 2018 6019).

Art. 357 Oggetto  

1 Il pat­to d’ar­bi­tra­to può ri­fe­rir­si a con­tro­ver­sie esi­sten­ti o fu­tu­re de­ri­van­ti da un de­ter­mi­na­to rap­por­to giu­ri­di­co.

2 Con­tro il pat­to d’ar­bi­tra­to non può es­se­re ec­ce­pi­ta l’in­va­li­di­tà del con­trat­to prin­ci­pa­le.

Art. 358 Forma  

1Il pat­to d’ar­bi­tra­to dev’es­se­re sti­pu­la­to per scrit­to o in un’al­tra for­ma che con­sen­ta la pro­va per te­sto.

2 Al­le clau­so­le di ar­bi­tra­to pre­vi­ste in ne­go­zi giu­ri­di­ci uni­la­te­ra­li o in sta­tu­ti si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia le di­spo­si­zio­ni del­la pre­sen­te Par­te.166

166 In­tro­dot­to dall’all. n. 2 del­la LF del 19 giu. 2020, in vi­go­re dal 1° gen. 2021 (RU 2020 4179; FF 2018 6019).

Art. 359 Contestata competenza del tribunale arbitrale  

1 Se la va­li­di­tà, il con­te­nu­to o la por­ta­ta del pat­to d’ar­bi­tra­to op­pu­re la cor­ret­ta co­sti­tu­zio­ne del tri­bu­na­le ar­bi­tra­le so­no con­te­sta­ti da­van­ti al­lo stes­so, il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le pro­nun­cia in me­ri­to con una de­ci­sio­ne in­ci­den­ta­le o nel­la de­ci­sio­ne fi­na­le.

2 L’ec­ce­zio­ne d’in­com­pe­ten­za del tri­bu­na­le ar­bi­tra­le de­ve es­se­re pro­po­sta pri­ma di en­tra­re nel me­ri­to del­la cau­sa.

Titolo terzo: Costituzione del tribunale arbitrale

Art. 360 Numero degli arbitri  

1 Le par­ti pos­so­no li­be­ra­men­te sta­bi­li­re il nu­me­ro de­gli ar­bi­tri. In as­sen­za di un ac­cor­do, il lo­ro nu­me­ro è tre.

2 Se le par­ti han­no sta­bi­li­to un nu­me­ro pa­ri di ar­bi­tri, si pre­su­me che un’ul­te­rio­re per­so­na deb­ba es­se­re de­si­gna­ta co­me pre­si­den­te.

Art. 361 Designazione ad opera delle parti  

1 Gli ar­bi­tri so­no no­mi­na­ti se­con­do quan­to pat­tui­to fra le par­ti.

2 Se ta­le pat­tui­zio­ne man­ca, cia­scu­na par­te de­si­gna un nu­me­ro ugua­le di ar­bi­tri; que­sti, a vo­to una­ni­me, eleg­go­no un pre­si­den­te.

3 Se un ar­bi­tro è de­si­gna­to per fun­zio­ne, si re­pu­ta de­si­gna­to il ti­to­la­re del­la stes­sa al mo­men­to dell’ac­cet­ta­zio­ne del man­da­to ar­bi­tra­le.

4 Per le con­tro­ver­sie in ma­te­ria di lo­ca­zio­ne o af­fit­to di lo­ca­li d’abi­ta­zio­ne, le par­ti pos­so­no de­si­gna­re qua­le tri­bu­na­le ar­bi­tra­le uni­ca­men­te l’au­to­ri­tà di con­ci­lia­zio­ne.

Art. 362 Designazione ad opera del tribunale statale  

1 Se il pat­to d’ar­bi­tra­to non spe­ci­fi­ca l’en­te in­ca­ri­ca­to del­la de­si­gna­zio­ne del tri­bu­na­le ar­bi­tra­le o se l’en­te in­ca­ri­ca­to non de­si­gna gli ar­bi­tri en­tro un con­gruo ter­mi­ne, il tri­bu­na­le sta­ta­le com­pe­ten­te ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 356 ca­po­ver­so 2, su ri­chie­sta di una par­te, prov­ve­de al­la de­si­gna­zio­ne qua­lo­ra:

a.
le par­ti non si ac­cor­di­no sul­la de­si­gna­zio­ne dell’ar­bi­tro uni­co o del pre­si­den­te;
b.
una par­te non de­si­gni gli ar­bi­tri di sua com­pe­ten­za en­tro 30 gior­ni da quan­do ne è sta­ta ri­chie­sta; op­pu­re
c.
gli ar­bi­tri non si ac­cor­di­no sul­la scel­ta del pre­si­den­te en­tro 30 gior­ni dal­la lo­ro de­si­gna­zio­ne.

2 In ca­so di ar­bi­tra­to con­cer­nen­te più par­ti, il tri­bu­na­le sta­ta­le com­pe­ten­te ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 356 ca­po­ver­so 2 può de­si­gna­re tut­ti gli ar­bi­tri.

3 Il tri­bu­na­le sta­ta­le cui è sta­ta af­fi­da­ta la de­si­gna­zio­ne pro­ce­de al­la stes­sa ec­cet­to che da un esa­me som­ma­rio ri­sul­ti che le par­ti non so­no le­ga­te da un pat­to d’ar­bi­tra­to.

Art. 363 Obbligo di trasparenza  

1 La per­so­na pro­po­sta qua­le ar­bi­tro de­ve ri­ve­la­re sen­za in­du­gio l’esi­sten­za di cir­co­stan­ze che po­treb­be­ro far du­bi­ta­re le­git­ti­ma­men­te del­la sua im­par­zia­li­tà o in­di­pen­den­za.

2 Ta­le ob­bli­go sus­si­ste du­ran­te l’in­te­ro pro­ce­di­men­to.

Art. 364 Accettazione del mandato  

1 Gli ar­bi­tri con­fer­ma­no l’ac­cet­ta­zio­ne del man­da­to.

2 Il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le è co­sti­tui­to sol­tan­to quan­do tut­ti gli ar­bi­tri han­no di­chia­ra­to di ac­cet­ta­re il man­da­to.

Art. 365 Segretariato  

1 Il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le può do­tar­si di un se­gre­ta­ria­to.

2 Gli ar­ti­co­li 363 ca­po­ver­so 1 e 367–369 si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia.

Art. 366 Durata del mandato  

1 Le par­ti pos­so­no li­mi­ta­re nel pat­to d’ar­bi­tra­to o in un ac­cor­do suc­ces­si­vo la du­ra­ta del man­da­to del tri­bu­na­le ar­bi­tra­le.

2 La du­ra­ta del man­da­to en­tro cui il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le de­ve pro­nun­cia­re il lo­do può es­se­re pro­ro­ga­ta:

a.
per ac­cor­do tra le par­ti;
b.
su ri­chie­sta di una par­te o del tri­bu­na­le ar­bi­tra­le, me­dian­te de­ci­sio­ne del tri­bu­na­le sta­ta­le com­pe­ten­te ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 356 ca­po­ver­so 2.

Titolo quarto: Ricusazione, destituzione e sostituzione dei membri del tribunale arbitrale

Art. 367 Ricusazione di un arbitro  

1 Un ar­bi­tro può es­se­re ri­cu­sa­to se:

a.
non sod­di­sfa i re­qui­si­ti con­ve­nu­ti dal­le par­ti;
b.
vi è un mo­ti­vo di ri­cu­sa­zio­ne con­tem­pla­to dall’or­di­na­men­to pro­ce­du­ra­le con­ve­nu­to dal­le par­ti; op­pu­re
c.
sus­si­sto­no dub­bi le­git­ti­mi quan­to al­la sua in­di­pen­den­za o im­par­zia­li­tà.

2 Una par­te può ri­cu­sa­re un ar­bi­tro da lei de­si­gna­to, o al­la cui de­si­gna­zio­ne ha par­te­ci­pa­to, sol­tan­to per mo­ti­vi di cui è ve­nu­ta a co­no­scen­za do­po la de­si­gna­zio­ne no­no­stan­te ab­bia usa­to la do­vu­ta at­ten­zio­ne.167 Il mo­ti­vo di ri­cu­sa­zio­ne dev’es­se­re co­mu­ni­ca­to sen­za in­du­gio al tri­bu­na­le ar­bi­tra­le e all’al­tra par­te.

167 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 19 giu. 2020, in vi­go­re dal 1° gen. 2021 (RU 2020 4179; FF 2018 6019).

Art. 368 Ricusazione del tribunale arbitrale  

1 Una par­te può ri­cu­sa­re l’in­te­ro tri­bu­na­le ar­bi­tra­le qua­lo­ra l’al­tra par­te ab­bia eser­ci­ta­to un in­flus­so pre­pon­de­ran­te sul­la de­si­gna­zio­ne de­gli ar­bi­tri. Il mo­ti­vo del­la ri­cu­sa­zio­ne dev’es­se­re co­mu­ni­ca­to sen­za in­du­gio al tri­bu­na­le ar­bi­tra­le e all’al­tra par­te.

2 Il nuo­vo tri­bu­na­le ar­bi­tra­le è co­sti­tui­to se­con­do la pro­ce­du­ra pre­vi­sta ne­gli ar­ti­co­li 361 e 362.

3 Le par­ti han­no il di­rit­to di de­si­gna­re nuo­va­men­te co­me ar­bi­tri i mem­bri del tri­bu­na­le ar­bi­tra­le ri­cu­sa­to.

Art. 369 Procedura di ricusazione  

1 Le par­ti pos­so­no ac­cor­dar­si li­be­ra­men­te sul­la pro­ce­du­ra di ri­cu­sa­zio­ne.

2 Sal­vo di­ver­sa pat­tui­zio­ne del­le par­ti e pur­ché il pro­ce­di­men­to ar­bi­tra­le non sia an­co­ra con­clu­so, l’istan­za di ri­cu­sa­zio­ne, scrit­ta e mo­ti­va­ta, dev’es­se­re pro­po­sta all’ar­bi­tro ri­cu­sa­to e co­mu­ni­ca­ta agli al­tri ar­bi­tri en­tro 30 gior­ni dal mo­men­to in cui la par­te in­stan­te è ve­nu­ta a co­no­scen­za del mo­ti­vo di ri­cu­sa­zio­ne o avreb­be po­tu­to ve­nir­ne a co­no­scen­za usan­do la do­vu­ta at­ten­zio­ne.168

3 La par­te in­stan­te può, en­tro 30 gior­ni dal de­po­si­to dell’istan­za di ri­cu­sa­zio­ne, ri­vol­ger­si all’en­te de­si­gna­to dal­le par­ti op­pu­re, se un ta­le en­te non è sta­to pre­vi­sto, chie­de­re di pro­nun­ciar­si al tri­bu­na­le sta­ta­le com­pe­ten­te ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 356 ca­po­ver­so 2.169

4 Se le par­ti non han­no pat­tui­to al­tri­men­ti, du­ran­te l’esa­me dell’istan­za di ri­cu­sa­zio­ne il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le può con­ti­nua­re la pro­ce­du­ra fi­no e com­pre­sa la pro­nun­cia del lo­do, sen­za esclu­de­re l’ar­bi­tro ri­cu­sa­to.

5 La de­ci­sio­ne sul­la ri­cu­sa­zio­ne può es­se­re im­pu­gna­ta sol­tan­to as­sie­me al pri­mo lo­do.

168 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 19 giu. 2020, in vi­go­re dal 1° gen. 2021 (RU 2020 4179; FF 2018 6019).

169 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 19 giu. 2020, in vi­go­re dal 1° gen. 2021 (RU 2020 4179; FF 2018 6019).

Art. 370 Destituzione  

1 Cia­scun ar­bi­tro può es­se­re de­sti­tui­to per ac­cor­do scrit­to tra le par­ti.

2 Sal­vo di­ver­sa pat­tui­zio­ne del­le par­ti, se un ar­bi­tro non si di­mo­stra in gra­do di adem­pie­re i suoi com­pi­ti in un ter­mi­ne uti­le o di agi­re con la cu­ra ri­chie­sta dal­le cir­co­stan­ze, su ri­chie­sta di una par­te que­sti può es­se­re de­sti­tui­to dall’en­te de­si­gna­to dal­le par­ti op­pu­re, se un ta­le en­te non è sta­to pre­vi­sto, dal tri­bu­na­le sta­ta­le com­pe­ten­te ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 356 ca­po­ver­so 2.170

3 All’im­pu­gna­zio­ne di una ta­le de­ci­sio­ne si ap­pli­ca l’ar­ti­co­lo 369 ca­po­ver­so 5.

170 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 19 giu. 2020, in vi­go­re dal 1° gen. 2021 (RU 2020 4179; FF 2018 6019).

Art. 371 Sostituzione di un arbitro  

1 Al­la so­sti­tu­zio­ne di un ar­bi­tro si ap­pli­ca la pro­ce­du­ra se­gui­ta per la sua de­si­gna­zio­ne, ec­cet­to che le par­ti si sia­no ac­cor­da­te o di­spon­ga­no di­ver­sa­men­te.

2 Se non si può pro­ce­de­re in tal mo­do, il nuo­vo ar­bi­tro è de­si­gna­to dal tri­bu­na­le sta­ta­le com­pe­ten­te ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 356 ca­po­ver­so 2, sal­vo che il pat­to d’ar­bi­tra­to esclu­da ta­le pos­si­bi­li­tà o, in se­gui­to al ve­nir me­no di un ar­bi­tro, deb­ba con­si­de­rar­si de­ca­du­to.

3 Se le par­ti non pos­so­no ac­cor­dar­si in me­ri­to, il neo­co­sti­tui­to tri­bu­na­le ar­bi­tra­le de­ci­de qua­li at­ti pro­ces­sua­li a cui il mem­bro so­sti­tui­to ave­va par­te­ci­pa­to deb­ba­no es­se­re ri­pe­tu­ti.

4 La pro­ce­du­ra di so­sti­tu­zio­ne di un ar­bi­tro non so­spen­de il de­cor­so del ter­mi­ne as­se­gna­to al tri­bu­na­le ar­bi­tra­le per pro­nun­cia­re il giu­di­zio.

Titolo quinto: Procedimento arbitrale

Art. 372 Pendenza  

1 Il pro­ce­di­men­to ar­bi­tra­le è pen­den­te:

a.
ap­pe­na una par­te adi­sce il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le de­si­gna­to nel pat­to d’ar­bi­tra­to; op­pu­re
b.
in man­can­za di ta­le de­si­gna­zio­ne, ap­pe­na una par­te av­via la pro­ce­du­ra di co­sti­tu­zio­ne del tri­bu­na­le ar­bi­tra­le op­pu­re la pre­ven­ti­va pro­ce­du­ra di con­ci­lia­zio­ne pat­tui­ta dal­le par­ti.

2 Se da­van­ti a un tri­bu­na­le sta­ta­le e a un tri­bu­na­le ar­bi­tra­le so­no pen­den­ti, tra le me­de­si­me par­ti, cau­se con­cer­nen­ti il me­de­si­mo og­get­to li­ti­gio­so, il tri­bu­na­le suc­ces­si­va­men­te adi­to so­spen­de la pro­ce­du­ra fin­ché il tri­bu­na­le pre­ven­ti­va­men­te adi­to ab­bia de­ci­so sul­la sua com­pe­ten­za.

Art. 373 Regole generali di procedura  

1 Le par­ti pos­so­no re­go­la­re la pro­ce­du­ra ar­bi­tra­le:

a.
es­se me­de­si­me;
b.
me­dian­te ri­chia­mo di un or­di­na­men­to pro­ce­du­ra­le ar­bi­tra­le;
c.
di­chia­ran­do ap­pli­ca­bi­le un di­rit­to pro­ce­du­ra­le di lo­ro scel­ta.

2 Se non è sta­ta re­go­la­ta dal­le par­ti, la pro­ce­du­ra è sta­bi­li­ta dal tri­bu­na­le ar­bi­tra­le.

3 Il pre­si­den­te del tri­bu­na­le ar­bi­tra­le può de­ci­de­re per­so­nal­men­te su sin­go­le que­stio­ni pro­ce­du­ra­li se co­sì au­to­riz­za­to del­le par­ti o da­gli al­tri mem­bri del tri­bu­na­le ar­bi­tra­le.

4 Il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le de­ve ga­ran­ti­re la pa­ri­tà di trat­ta­men­to del­le par­ti e il lo­ro di­rit­to d’es­se­re sen­ti­te, non­ché pro­ce­de­re a un con­trad­dit­to­rio.

5 Ogni par­te può far­si rap­pre­sen­ta­re.

6 Le vio­la­zio­ni di re­go­le di pro­ce­du­ra de­vo­no es­se­re ec­ce­pi­te non ap­pe­na sia­no sta­te ac­cer­ta­te o sia pos­si­bi­le ac­cer­tar­le usan­do la do­vu­ta at­ten­zio­ne, pe­na la pe­ren­zio­ne.171

171 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 19 giu. 2020, in vi­go­re dal 1° gen. 2021 (RU 2020 4179; FF 2018 6019).

Art. 374 Provvedimenti cautelari, garanzie e risarcimento dei danni  

1 Il tri­bu­na­le sta­ta­le o, sal­vo di­ver­sa pat­tui­zio­ne del­le par­ti, il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le può, ad istan­za di par­te, or­di­na­re prov­ve­di­men­ti cau­te­la­ri, com­pre­si quel­li per as­si­cu­ra­re i mez­zi di pro­va.

2 Se la per­so­na con­tro cui è or­di­na­to il prov­ve­di­men­to del tri­bu­na­le ar­bi­tra­le non vi si sot­to­po­ne spon­ta­nea­men­te, il tri­bu­na­le sta­ta­le, su ri­chie­sta del tri­bu­na­le ar­bi­tra­le o ad istan­za di par­te, pren­de le ne­ces­sa­rie di­spo­si­zio­ni; l’istan­za di par­te ri­chie­de il con­sen­so del tri­bu­na­le ar­bi­tra­le.

3 Se vi è da te­me­re un dan­no per l’al­tra par­te, il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le o sta­ta­le può su­bor­di­na­re i prov­ve­di­men­ti cau­te­la­ri al­la pre­sta­zio­ne di ga­ran­zie.

4 La par­te in­stan­te ri­spon­de del dan­no cau­sa­to da un prov­ve­di­men­to cau­te­la­re in­giu­sti­fi­ca­to. Tut­ta­via, se es­sa pro­va di aver pre­sen­ta­to l’istan­za in buo­na fe­de, il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le o sta­ta­le può ri­dur­re o esclu­de­re il ri­sar­ci­men­to. La par­te le­sa può far va­le­re la sua pre­te­sa nel pro­ce­di­men­to ar­bi­tra­le pen­den­te.

5 La ga­ran­zia è li­be­ra­ta se è cer­to che non è pro­mos­sa al­cu­na azio­ne di ri­sar­ci­men­to del dan­no; se vi è in­cer­tez­za in pro­po­si­to, il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le as­se­gna un ter­mi­ne per pro­por­re l’azio­ne.

Art. 375 Assunzione delle prove e collaborazione del tribunale statale  

1 Il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le pro­ce­de lui stes­so all’as­sun­zio­ne del­le pro­ve.

2 Il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le può chie­de­re la col­la­bo­ra­zio­ne del tri­bu­na­le sta­ta­le com­pe­ten­te ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 356 ca­po­ver­so 2 per as­su­me­re pro­ve o ef­fet­tua­re al­tri at­ti giu­di­zia­ri. Con il con­sen­so del tri­bu­na­le ar­bi­tra­le ta­le col­la­bo­ra­zio­ne può es­se­re chie­sta an­che da una par­te.

3 Gli ar­bi­tri pos­so­no par­te­ci­pa­re agli at­ti pro­ce­du­ra­li del tri­bu­na­le sta­ta­le e por­re do­man­de.

Art. 376 Litisconsorzio, cumulo d’azioni e partecipazione di terzi  

1 Un pro­ce­di­men­to ar­bi­tra­le può es­se­re con­dot­to da o con­tro più li­ti­scon­sor­ti se:

a.
tut­te le par­ti so­no le­ga­te tra lo­ro da uno o più pat­ti d’ar­bi­tra­to con­cor­dan­ti; e
b.
le pre­te­se fat­te va­le­re so­no iden­ti­che o ma­te­rial­men­te con­nes­se.

2 Le pre­te­se ma­te­rial­men­te con­nes­se pos­so­no es­se­re giu­di­ca­te nel­lo stes­so pro­ce­di­men­to ar­bi­tra­le se so­no og­get­to di pat­ti d’ar­bi­tra­to con­cor­dan­ti.

3 L’in­ter­ven­to di un ter­zo e la par­te­ci­pa­zio­ne del­la per­so­na chia­ma­ta in cau­sa pre­sup­pon­go­no l’esi­sten­za di un pat­to d’ar­bi­tra­to tra il ter­zo e le par­ti in cau­sa e so­no su­bor­di­na­ti al con­sen­so del tri­bu­na­le ar­bi­tra­le.

Art. 377 Compensazione e domanda riconvenzionale  

1 Il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le è com­pe­ten­te a sta­tui­re su un’ec­ce­zio­ne di com­pen­sa­zio­ne sol­le­va­ta da una par­te an­che se la pre­te­sa po­sta in com­pen­sa­zio­ne non sog­gia­ce al pat­to d’ar­bi­tra­to e an­che se per la stes­sa è sta­to sti­pu­la­to un al­tro pat­to d’ar­bi­tra­to o una pro­ro­ga di fo­ro.

2 Una do­man­da ri­con­ven­zio­na­le è am­mes­sa so­lo se con­cer­ne una li­te che ri­ca­de in un pat­to d’ar­bi­tra­to con­cor­dan­te.

Art. 378 Anticipazione delle spese  

1 Il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le può esi­ge­re un an­ti­ci­po del­le spe­se pro­ce­du­ra­li pre­su­mi­bi­li e far­ne di­pen­de­re la con­ti­nua­zio­ne del pro­ce­di­men­to. Sal­vo di­ver­so ac­cor­do tra le par­ti, es­so ne de­ter­mi­na l’im­por­to a ca­ri­co di cia­scu­na.

2 Se una par­te non ver­sa l’an­ti­ci­po che le in­com­be, l’al­tra può o an­ti­ci­pa­re lei stes­sa il to­ta­le del­le spe­se o ri­nun­cia­re al pro­ce­di­men­to ar­bi­tra­le. In que­st’ul­ti­mo ca­so, es­sa può, per la stes­sa li­te, av­via­re un nuo­vo pro­ce­di­men­to ar­bi­tra­le o pro­muo­ve­re una cau­sa da­van­ti al tri­bu­na­le sta­ta­le.

Art. 379 Cauzione per le spese ripetibili  

Se ri­sul­ta che l’at­to­re è in­sol­ven­te, il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le può, su ri­chie­sta del con­ve­nu­to, di­spor­re che per le co­stui spe­se ri­pe­ti­bi­li pre­su­mi­bi­li sia pre­sta­ta cau­zio­ne en­tro un da­to ter­mi­ne. Al con­ve­nu­to si ap­pli­ca per ana­lo­gia l’ar­ti­co­lo 378 ca­po­ver­so 2.

Art. 380 Gratuito patrocinio  

Il gra­tui­to pa­tro­ci­nio è esclu­so.

Titolo sesto: Lodo

Art. 381 Diritto applicabile  

1 Il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le de­ci­de:

a.
se­con­do le re­go­le di di­rit­to scel­te dal­le par­ti; op­pu­re
b.
se­con­do equi­tà, se co­sì au­to­riz­za­to dal­le par­ti.

2 In man­can­za di ta­le scel­ta o au­to­riz­za­zio­ne, il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le de­ci­de se­con­do il di­rit­to che sa­reb­be ap­pli­ca­to da un tri­bu­na­le sta­ta­le.

Art. 382 Deliberazioni e votazioni  

1 Al­le de­li­be­ra­zio­ni e al­le vo­ta­zio­ni de­vo­no par­te­ci­pa­re tut­ti gli ar­bi­tri.

2 Se un ar­bi­tro si ri­fiu­ta di par­te­ci­pa­re a una de­li­be­ra­zio­ne o a una vo­ta­zio­ne, gli al­tri ar­bi­tri pos­so­no de­li­be­ra­re e de­ci­de­re sen­za di lui, sem­pre che le par­ti non si sia­no ac­cor­da­te di­ver­sa­men­te.

3 Il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le pro­nun­cia il lo­do a mag­gio­ran­za dei vo­ti, ec­cet­to che le par­ti si sia­no ac­cor­da­te di­ver­sa­men­te.

4 Se non si rag­giun­ge una mag­gio­ran­za di vo­ti, il vo­to del pre­si­den­te de­ci­de.

Art. 383 Lodi incidentali e lodi parziali  

Sal­vo di­ver­sa pat­tui­zio­ne del­le par­ti, il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le può li­mi­ta­re il pro­ce­di­men­to a sin­go­le que­stio­ni o con­clu­sio­ni.

Art. 384 Contenuto del lodo  

1 Il lo­do con­tie­ne:

a.
la com­po­si­zio­ne del tri­bu­na­le ar­bi­tra­le;
b.
l’in­di­ca­zio­ne del­la se­de del tri­bu­na­le ar­bi­tra­le;
c.
la de­si­gna­zio­ne del­le par­ti e dei lo­ro rap­pre­sen­tan­ti;
d.
le con­clu­sio­ni del­le par­ti op­pu­re, in man­can­za di con­cre­te ri­chie­ste, una de­scri­zio­ne dei pun­ti li­ti­gio­si;
e.
in quan­to le par­ti non vi ab­bia­no ri­nun­cia­to, l’espo­si­zio­ne dei fat­ti, i con­si­de­ran­di di di­rit­to e se del ca­so quel­li di equi­tà;
f.
il di­spo­si­ti­vo sul me­ri­to del­la li­te co­me pu­re l’im­por­to e la ri­par­ti­zio­ne del­le spe­se pro­ce­du­ra­li e del­le ri­pe­ti­bi­li;
g.
la da­ta del giu­di­zio.

2 Il lo­do dev’es­se­re fir­ma­to; è suf­fi­cien­te la fir­ma del pre­si­den­te.

Art. 385 Intesa tra le parti  

Se du­ran­te il pro­ce­di­men­to ar­bi­tra­le le par­ti pon­go­no fi­ne al­la con­tro­ver­sia, il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le, su ri­chie­sta, lo con­sta­ta sot­to for­ma di lo­do.

Art. 386 Notificazione e deposito  

1 Una co­pia del lo­do dev’es­se­re no­ti­fi­ca­ta ad ogni par­te.

2 Ogni par­te, a sue spe­se, può de­po­si­ta­re un esem­pla­re del lo­do pres­so il tri­bu­na­le sta­ta­le com­pe­ten­te ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 356 ca­po­ver­so 1.

3 Su ri­chie­sta di una par­te, det­to tri­bu­na­le sta­ta­le ri­la­scia un’at­te­sta­zio­ne di ese­cu­ti­vi­tà.

Art. 387 Effetti del lodo  

Una vol­ta co­mu­ni­ca­to al­le par­ti, il lo­do ha gli stes­si ef­fet­ti di una de­ci­sio­ne giu­di­zia­ria ese­cu­ti­va e pas­sa­ta in giu­di­ca­to.

Art. 388 Rettifica, interpretazione e completamento del lodo  

1 Ogni par­te può chie­de­re al tri­bu­na­le ar­bi­tra­le di:

a.
ret­ti­fi­ca­re er­ro­ri di re­da­zio­ne e di cal­co­lo nel lo­do;
b.
in­ter­pre­ta­re de­ter­mi­na­te par­ti del lo­do;
c.
ema­na­re un lo­do com­ple­men­ta­re su pre­te­se che, pur fat­te va­le­re nel pro­ce­di­men­to ar­bi­tra­le, non so­no sta­te og­get­to di trat­ta­zio­ne nel lo­do.

2 La ri­chie­sta dev’es­se­re pre­sen­ta­ta al tri­bu­na­le ar­bi­tra­le en­tro 30 gior­ni dal­la sco­per­ta dell’er­ro­re o dell’esi­gen­za di in­ter­pre­ta­zio­ne o di com­ple­ta­men­to di al­cu­ne par­ti del lo­do, in ogni ca­so pe­rò en­tro un an­no dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne del lo­do.

3 La ri­chie­sta non so­spen­de i ter­mi­ni d’im­pu­gna­zio­ne. Per la par­te del lo­do ret­ti­fi-ca­ta, in­ter­pre­ta­ta o com­ple­ta­ta de­cor­re un nuo­vo ter­mi­ne d’im­pu­gna­zio­ne.172

172 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 19 giu. 2020, in vi­go­re dal 1° gen. 2021 (RU 2020 4179; FF 2018 6019).

Titolo settimo: Mezzi d’impugnazione

Capitolo 1: Ricorso

Art. 389 Ricorso al Tribunale federale  

1 Il lo­do è im­pu­gna­bi­le me­dian­te ri­cor­so al Tri­bu­na­le fe­de­ra­le.

2 La pro­ce­du­ra è ret­ta dal­le di­spo­si­zio­ni del­la leg­ge del 17 giu­gno 2005173 sul Tri­bu­na­le fe­de­ra­le, sal­vo che il pre­sen­te ca­pi­to­lo di­spon­ga al­tri­men­ti.

Art. 390 Ricorso al tribunale cantonale  

1 Le par­ti pos­so­no, me­dian­te una di­chia­ra­zio­ne espli­ci­ta nel pat­to d’ar­bi­tra­to o in ac­cor­do suc­ces­si­vo, con­ve­ni­re che il lo­do pos­sa es­se­re im­pu­gna­to me­dian­te ri­cor­so da­van­ti al tri­bu­na­le can­to­na­le com­pe­ten­te se­con­do l’ar­ti­co­lo 356 ca­po­ver­so 1.

2 La pro­ce­du­ra è ret­ta da­gli ar­ti­co­li 319–327, sal­vo che il pre­sen­te ca­pi­to­lo di­spon­ga al­tri­men­ti. Il tri­bu­na­le can­to­na­le de­ci­de de­fi­ni­ti­va­men­te.

Art. 391 Sussidiarietà  

Il ri­cor­so è am­mis­si­bi­le uni­ca­men­te do­po l’esau­ri­men­to dei mez­zi d’im­pu­gna­zio­ne ar­bi­tra­li pre­vi­sti nel pat­to d’ar­bi­tra­to.

Art. 392 Lodi impugnabili  

È im­pu­gna­bi­le:

a.
ogni lo­do par­zia­le o fi­na­le;
b.
ogni lo­do in­ci­den­ta­le per i mo­ti­vi di cui all’ar­ti­co­lo 393 let­te­re a e b.
Art. 393 Motivi di ricorso  

Il lo­do può es­se­re im­pu­gna­to uni­ca­men­te se:

a.
l’ar­bi­tro uni­co è sta­to de­si­gna­to ir­re­go­lar­men­te op­pu­re il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le è sta­to co­sti­tui­to ir­re­go­lar­men­te;
b.
il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le si è di­chia­ra­to, a tor­to, com­pe­ten­te o in­com­pe­ten­te;
c.
il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le ha de­ci­so pun­ti li­ti­gio­si che non gli era­no sta­ti sot­to­po­sti o ha omes­so di giu­di­ca­re de­ter­mi­na­te con­clu­sio­ni;
d.
è sta­to vio­la­to il prin­ci­pio del­la pa­ri­tà di trat­ta­men­to del­le par­ti o il lo­ro di­rit­to di es­se­re sen­ti­te;
e.
è ar­bi­tra­rio nel suo esi­to per­ché si fon­da su ac­cer­ta­men­ti di fat­to pa­le­se­men­te in con­tra­sto con gli at­ti op­pu­re su una ma­ni­fe­sta vio­la­zio­ne del di­rit­to o dell’equi­tà;
f.
le in­den­ni­tà e le spe­se de­gli ar­bi­tri, fis­sa­te dal tri­bu­na­le ar­bi­tra­le, so­no ma­ni­fe­sta­men­te ec­ces­si­ve.
Art. 394 Rinvio per rettifica o completamento  

L’au­to­ri­tà di ri­cor­so, sen­ti­te le par­ti, può rin­via­re il lo­do al tri­bu­na­le ar­bi­tra­le fis­san­do a que­st’ul­ti­mo un ter­mi­ne per ret­ti­fi­car­lo o com­ple­tar­lo.

Art. 395 Decisione  

1 Se il lo­do non è rin­via­to al tri­bu­na­le ar­bi­tra­le op­pu­re se non è ret­ti­fi­ca­to o com­ple­ta­to da que­st’ul­ti­mo nel ter­mi­ne as­se­gna­to­gli, l’au­to­ri­tà di ri­cor­so pro­nun­cia sul ri­cor­so e, se l’ac­co­glie, an­nul­la il lo­do.

2 Se il lo­do è an­nul­la­to, il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le de­ci­de di nuo­vo fon­dan­do­si sui con­si­de­ran­di del giu­di­zio di rin­vio. Se il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le non è più al com­ple­to, è ap­pli­ca­bi­le l’ar­ti­co­lo 371.174

3 L’an­nul­la­men­to può li­mi­tar­si a sin­go­le par­ti del lo­do, sal­vo che le al­tre di­pen­da­no da que­ste.

4 Se il lo­do è im­pu­gna­to per in­den­ni­tà e spe­se ma­ni­fe­sta­men­te ec­ces­si­ve, l’au­to­ri­tà di ri­cor­so può fis­sa­re es­sa stes­sa le in­den­ni­tà e spe­se do­vu­te.

174 Per. in­tro­dot­to dall’all. n. 2 del­la LF del 19 giu. 2020, in vi­go­re dal 1° gen. 2021 (RU 2020 4179; FF 2018 6019).

Capitolo 2: Revisione

Art. 396 Motivi di revisione  

1 Una par­te può chie­de­re la re­vi­sio­ne del lo­do al tri­bu­na­le sta­ta­le com­pe­ten­te se­con­do l’ar­ti­co­lo 356 ca­po­ver­so 1 se:

a.
ha suc­ces­si­va­men­te ap­pre­so fat­ti ri­le­van­ti o tro­va­to mez­zi di pro­va de­ci­si­vi che non ha po­tu­to al­le­ga­re nel­la pre­ce­den­te pro­ce­du­ra, esclu­si i fat­ti e mez­zi di pro­va sor­ti do­po la pro­nun­cia del lo­do;
b.
da un pro­ce­di­men­to pe­na­le ri­sul­ta che il lo­do a lei sfa­vo­re­vo­le è sta­to in­fluen­za­to da un cri­mi­ne o da un de­lit­to; non oc­cor­re che sia sta­ta pro­nun­cia­ta una con­dan­na dal giu­di­ce pe­na­le; se il pro­ce­di­men­to pe­na­le non può es­se­re espe­ri­to, la pro­va può es­se­re ad­dot­ta in al­tro mo­do;
c.
fa va­le­re che l’ac­quie­scen­za, la de­si­sten­za o la tran­sa­zio­ne ar­bi­tra­le è inef­fi­ca­ce;
d.175
un mo­ti­vo di ri­cu­sa­zio­ne ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 367 ca­po­ver­so 1 let­te­ra c è sta­to sco­per­to, no­no­stan­te sia sta­ta usa­ta la do­vu­ta at­ten­zio­ne, sol­tan­to do­po la chiu­su­ra del pro­ce­di­men­to ar­bi­tra­le, sem­pre che non si di­spon­ga di un al­tro mez­zo d’im­pu­gna­zio­ne.

2 La re­vi­sio­ne può es­se­re chie­sta per vio­la­zio­ne del­la CE­DU176 se:

a.177
la Cor­te eu­ro­pea dei di­rit­ti dell’uo­mo ha ac­cer­ta­to in una sen­ten­za de­fi­ni­ti­va (art. 44 CE­DU) che la CE­DU o i suoi pro­to­col­li so­no sta­ti vio­la­ti op­pu­re ha chiu­so la cau­sa con una com­po­si­zio­ne ami­che­vo­le (art. 39 CE­DU);
b.
un in­den­niz­zo è ina­dat­to a com­pen­sa­re le con­se­guen­ze del­la vio­la­zio­ne; e
c.
la re­vi­sio­ne è ne­ces­sa­ria per ri­muo­ve­re la vio­la­zio­ne.

175 In­tro­dot­ta dall’all. n. 2 del­la LF del 19 giu. 2020, in vi­go­re dal 1° gen. 2021 (RU 2020 4179; FF 2018 6019).

176 RS 0.101

177 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 1° ott. 2021, in vi­go­re dal 1° lug. 2022 (RU 2022 289; FF 2021 300, 889).

Art. 397 Termini  

1 La do­man­da di re­vi­sio­ne dev’es­se­re pre­sen­ta­ta en­tro 90 gior­ni dal­la sco­per­ta del mo­ti­vo di re­vi­sio­ne.

2 Do­po die­ci an­ni dal pas­sag­gio in giu­di­ca­to del lo­do, la re­vi­sio­ne non può più es­se­re do­man­da­ta, sal­vo nel ca­so di cui all’ar­ti­co­lo 396 ca­po­ver­so 1 let­te­ra b.

Art. 398 Procedura  

Al­la pro­ce­du­ra si ap­pli­ca­no gli ar­ti­co­li 330 e 331.

Art. 399 Rinvio al tribunale arbitrale  

1 Se ac­co­glie la do­man­da di re­vi­sio­ne, il tri­bu­na­le sta­ta­le an­nul­la il lo­do e rin­via gli at­ti al tri­bu­na­le ar­bi­tra­le per un nuo­vo giu­di­zio.

2 Se il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le non è più al com­ple­to, è ap­pli­ca­bi­le l’ar­ti­co­lo 371.

Parte quarta: Disposizioni finali

Titolo primo: Esecuzione

Art. 400 Principi  

1 Il Con­si­glio fe­de­ra­le ema­na le nor­me d’at­tua­zio­ne.

2 Es­so met­te a di­spo­si­zio­ne i mo­du­li per i do­cu­men­ti giu­di­zia­ri e per gli at­ti scrit­ti del­le par­ti. I mo­du­li per gli at­ti scrit­ti del­le par­ti de­vo­no es­se­re con­ce­pi­ti in mo­do da po­ter es­se­re com­pi­la­ti an­che da una par­te non esper­ta in fat­to di di­rit­to.

3 Il Con­si­glio fe­de­ra­le può de­le­ga­re all’Uf­fi­cio fe­de­ra­le di giu­sti­zia l’ema­na­zio­ne di nor­me am­mi­ni­stra­ti­ve e tec­ni­che.

Art. 401 Progetti pilota  

1 Con il be­ne­sta­re del Con­si­glio fe­de­ra­le i Can­to­ni pos­so­no at­tua­re pro­get­ti pi­lo­ta nel set­to­re del di­rit­to pro­ces­sua­le ci­vi­le.

2 Il Con­si­glio fe­de­ra­le può de­le­ga­re la com­pe­ten­za di con­ce­de­re il be­ne­sta­re all’Uf­fi­cio fe­de­ra­le di giu­sti­zia.

Titolo secondo: Adeguamento di leggi

Art. 402 Abrogazione e modifica del diritto vigente  

L’abro­ga­zio­ne e la mo­di­fi­ca del di­rit­to vi­gen­te so­no di­sci­pli­na­te nell’al­le­ga­to 1.

Art. 403 Disposizioni di coordinamento  

Il coor­di­na­men­to di di­spo­si­zio­ni di al­tri nuo­vi at­ti nor­ma­ti­vi con il pre­sen­te Co­di­ce è re­go­la­to nell’al­le­ga­to 2.

Titolo terzo: Disposizioni transitorie

Capitolo 1: Disposizioni transitorie del 19 dicembre 2008 178

178 Introdotto dal n. I 1 della LF del 28 set. 2012 (Disposizioni sulla verbalizzazione), in vigore dal 1° mag. 2013 (RU 2013 851; FF 2012 50435055).

Art. 404 Applicabilità del diritto previgente  

1 Fi­no al­la lo­ro con­clu­sio­ne da­van­ti al­la giu­ri­sdi­zio­ne adi­ta, ai pro­ce­di­men­ti già pen­den­ti al mo­men­to dell’en­tra­ta in vi­go­re del pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca il di­rit­to pro­ce­du­ra­le pre­vi­gen­te.

2 La com­pe­ten­za per ter­ri­to­rio si de­ter­mi­na se­con­do il nuo­vo di­rit­to. Non­di­me­no, una com­pe­ten­za esi­sten­te in ba­se al di­rit­to pre­vi­gen­te per­ma­ne.

Art. 405 Impugnazioni  

1 Al­le im­pu­gna­zio­ni si ap­pli­ca il di­rit­to in vi­go­re al mo­men­to del­la co­mu­ni­ca­zio­ne del­la de­ci­sio­ne.

2 Al­la re­vi­sio­ne di de­ci­sio­ni co­mu­ni­ca­te se­con­do il di­rit­to pre­vi­gen­te si ap­pli­ca il nuo­vo di­rit­to.

Art. 406 Proroga di foro  

La va­li­di­tà di una pro­ro­ga di fo­ro si de­ter­mi­na in ba­se al di­rit­to in vi­go­re al mo­men­to in cui fu pat­tui­ta.

Art. 407 Giurisdizione arbitrale  

1 La va­li­di­tà dei pat­ti d’ar­bi­tra­to con­clu­si pri­ma dell’en­tra­ta in vi­go­re del pre­sen­te Co­di­ce si giu­di­ca se­con­do il di­rit­to per es­si più fa­vo­re­vo­le.

2 Ai pro­ce­di­men­ti ar­bi­tra­li pen­den­ti al mo­men­to dell’en­tra­ta in vi­go­re del pre­sen­te Co­di­ce si ap­pli­ca il di­rit­to pre­vi­gen­te. Le par­ti pos­so­no tut­ta­via pat­tui­re l’ap­pli­ca­zio­ne del nuo­vo di­rit­to.

3 I mez­zi d’im­pu­gna­zio­ne so­no ret­ti dal di­rit­to in vi­go­re al mo­men­to del­la co­mu­ni­ca­zio­ne del lo­do.

4 Ai pro­ce­di­men­ti da­van­ti al tri­bu­na­le sta­ta­le com­pe­ten­te ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 356, se già pen­den­ti al mo­men­to dell’en­tra­ta in vi­go­re del pre­sen­te Co­di­ce, con­ti­nua ad ap­pli­car­si il di­rit­to pre­vi­gen­te.

Capitolo 2: Disposizione transitoria della modifica del 28 settembre 2012179

179 Introdotto dal n. I 1 della LF del 28 set. 2012 (Disposizioni sulla verbalizzazione), in vigore dal 1° mag. 2013 (RU 2013 851; FF 2012 50435055).

Art. 407a  

Nei pro­ce­di­men­ti pen­den­ti al mo­men­to dell’en­tra­ta in vi­go­re del­la mo­di­fi­ca del 28 set­tem­bre 2012 del pre­sen­te Co­di­ce gli at­ti pro­ce­du­ra­li com­piu­ti dall’en­tra­ta in vi­go­re del­la stes­sa so­no ret­ti dal nuo­vo di­rit­to.

Capitolo 3: Disposizione transitoria della modifica del 20 marzo 2015180

180 Introdotto dall’all. n. 2 della LF del 20 mar. 2015 (Mantenimento del figlio), in vigore dal 1° gen. 2017 (RU 2015 4299; FF 2014 489).

Art. 407b  

1 I pro­ce­di­men­ti pen­den­ti al mo­men­to dell’en­tra­ta in vi­go­re del­la mo­di­fi­ca del 20 mar­zo 2015 so­no ret­ti dal nuo­vo di­rit­to.

2 Le par­ti pos­so­no pre­sen­ta­re nuo­ve con­clu­sio­ni sul­le que­stio­ni toc­ca­te dal cam­bia­men­to del di­rit­to ap­pli­ca­bi­le; i pun­ti del­la de­ci­sio­ne che non so­no sta­ti im­pu­gna­ti ri­man­go­no vin­co­lan­ti, a me­no che sia­no co­sì stret­ta­men­te con­nes­si con le con­clu­sio­ni non an­co­ra giu­di­ca­te da giu­sti­fi­ca­re una de­ci­sio­ne com­ples­si­va.

Capitolo 4: Disposizione transitoria della modifica del 19 giugno 2015181

181 Introdotto dall’all. n. 2 della LF del 19 giu. 2015 (Conguaglio della previdenza professionale in caso di divorzio), in vigore dal 1° gen. 2017 (RU 2016 2313; FF 2013 4151).

Art. 407c  

1 Le pro­ce­du­re di di­vor­zio pen­den­ti al mo­men­to dell’en­tra­ta in vi­go­re del­la mo­di­fi­ca del 19 giu­gno 2015 so­no ret­te dal nuo­vo di­rit­to.

2 Le par­ti pos­so­no pre­sen­ta­re nuo­ve con­clu­sio­ni sul­le que­stio­ni toc­ca­te dal cam­bia­men­to del di­rit­to ap­pli­ca­bi­le; i pun­ti del­la sen­ten­za che non so­no sta­ti im­pu­gna­ti ri­man­go­no vin­co­lan­ti, a me­no che sia­no co­sì stret­ta­men­te con­nes­si con le con­clu­sio­ni non an­co­ra giu­di­ca­te da giu­sti­fi­ca­re una de­ci­sio­ne com­ples­si­va.

Capitolo 5: Disposizione transitoria della modifica del 14 dicembre 2018182

182 Introdotto dal n. I 2 della LF del 14 dic. 2018 intesa a migliorare la protezione delle vittime di violenza, in vigore dal 1° lug. 2020 (RU 2019 2273; FF 2017 6267).

Art. 407d  

I pro­ce­di­men­ti pen­den­ti al mo­men­to dell’en­tra­ta in vi­go­re del­la mo­di­fi­ca del 14 di­cem­bre 2018 so­no ret­ti dal nuo­vo di­rit­to.

Titolo quarto: Referendum ed entrata in vigore

Art. 408  

1 Il pre­sen­te Co­di­ce sot­to­stà a re­fe­ren­dum fa­col­ta­ti­vo.

2 Il Con­si­glio fe­de­ra­le ne de­ter­mi­na l’en­tra­ta in vi­go­re.

Da­ta dell’en­tra­ta in vi­go­re: 1° gen­na­io 2011183

183 DCF del 31 mar. 2010.

Allegato 1

(art. 402)

Abrogazione e modifica del diritto vigente

I. Abrogazione

La legge del 24 marzo 2000184 sul foro è abrogata.

184 [RU 2000 2355, 2004 2617all. n. 3, 2005 5685all. n. 14, 2006 5379all. n. II 2]

II. Modifica

Le leggi federali qui appresso sono modificate come segue:

185

185 Le mod. possono essere consultate alla RU 2010 1739.

Allegato 2

(art. 403)

Disposizioni di coordinamento

1. Coordinamento del Codice di procedura civile con la nuova legge federale sulla responsabilità civile in materia nucleare

Indipendentemente dal fatto che entri prima in vigore la legge federale del 13 giugno 2008186sulla responsabilità civile in materia nucleare (nuova LRCN) o il Codice di procedura civile del 19 dicembre 2008 (CPC), alla seconda di queste entrate in vigore o in caso di entrata in vigore simultanea delle due leggi, il CPC sarà modificato come segue:

187

186 RS 732.44. In vigore dal 1° gen. 2022; RU 2022 43, pubblicata il 27 gen. 2022.

187 Le mod. possono essere consultate alla RU 2010 1739.

2. Coordinamento del numero 19 dell’allegato 1 CPC con la nuova LRCN

Indipendentemente dal fatto che entri prima in vigore la nuova LRCN188o il CPC, alla seconda di queste entrate in vigore o in caso di entrata in vigore simultanea delle due leggi, il numero 19 dell’allegato 1 CPC diverrà privo d’oggetto e la nuova LRCN risulterà modificata conformemente al numero 20 dell’allegato 1 CPC.

188 RS 732.44. In vigore dal 1° gen. 2022; RU 2022 43, pubblicata il 27 gen. 2022.

3. Coordinamento con la modifica del CC del 19 dicembre 2008 (Protezione degli adulti, diritto delle persone e diritto della filiazione)

Indipendentemente dal fatto che entri prima in vigore la modifica del CC del 19 dicembre 2008189(Protezione degli adulti, diritto delle persone e diritto della filiazione) o il CPC, alla seconda di queste entrate in vigore o in caso di entrata in vigore simultanea delle due leggi, il CPC sarà modificato come segue:

190

189 RS 210

190 Le mod. possono essere consultate alla RU 2010 1739.

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