Bei grossen Gesetzen wie OR und ZGB kann dies bis zu 30 Sekunden dauern

Codice di diritto processuale penale svizzero
(Codice di procedura penale, CPP)

L’Assemblea federale della Confederazione Svizzera,

visto l’articolo 123 capoverso 1 della Costituzione federale1;
visto il messaggio del Consiglio federale del 21 dicembre 20052,

decreta:

Titolo primo: Campo d’applicazione e principi

Capitolo 1: Campo d’applicazione e amministrazione della giustizia penale

Art. 1 Campo d’applicazione  

1 Il pre­sen­te Co­di­ce di­sci­pli­na il per­se­gui­men­to e il giu­di­zio dei rea­ti pre­vi­sti dal di­rit­to fe­de­ra­le da par­te del­le au­to­ri­tà pe­na­li del­la Con­fe­de­ra­zio­ne e dei Can­to­ni.

2 So­no fat­te sal­ve le nor­me pro­ce­du­ra­li di al­tre leg­gi fe­de­ra­li.

Art. 2 Amministrazione della giustizia penale  

1 La giu­sti­zia pe­na­le è am­mi­ni­stra­ta esclu­si­va­men­te dal­le au­to­ri­tà de­si­gna­te dal­la leg­ge.

2 I pro­ce­di­men­ti pe­na­li pos­so­no es­se­re svol­ti ed eva­si sol­tan­to nel­le for­me pre­vi­ste dal­la leg­ge.

Capitolo 2: Principi del diritto processuale penale

Art. 3 Rispetto della dignità umana e correttezza  

1 In tut­te le fa­si del pro­ce­di­men­to le au­to­ri­tà pe­na­li ri­spet­ta­no la di­gni­tà del­le per­so­ne coin­vol­te.

2 Le au­to­ri­tà pe­na­li si at­ten­go­no se­gna­ta­men­te:

a.
al prin­ci­pio del­la buo­na fe­de;
b.
al di­vie­to dell’abu­so di di­rit­to;
c.
all’im­pe­ra­ti­vo di ga­ran­ti­re pa­ri­tà ed equi­tà di trat­ta­men­to a tut­ti i par­te­ci­pan­ti al pro­ce­di­men­to e di ac­cor­da­re lo­ro il di­rit­to di es­se­re sen­ti­ti;
d.
al di­vie­to di uti­liz­za­re me­to­di pro­ba­to­ri le­si­vi del­la di­gni­tà uma­na.
Art. 4 Indipendenza  

1 Nell’ap­pli­ca­zio­ne del di­rit­to le au­to­ri­tà pe­na­li so­no in­di­pen­den­ti e sot­to­stan­no sol­tan­to al di­rit­to.

2 È fat­to sal­vo il po­te­re di im­par­ti­re istru­zio­ni al­le au­to­ri­tà di per­se­gui­men­to pe­na­le, se­con­do l’ar­ti­co­lo 14.

Art. 5 Imperativo di celerità  

1 Le au­to­ri­tà pe­na­li av­via­no sen­za in­du­gio i pro­ce­di­men­ti pe­na­li e li por­ta­no a ter­mi­ne sen­za ri­tar­di in­giu­sti­fi­ca­ti.

2 Se l’im­pu­ta­to è in sta­to di car­ce­ra­zio­ne, il pro­ce­di­men­to a suo ca­ri­co ha prio­ri­tà.

Art. 6 Principio della verità materiale  

1 Le au­to­ri­tà pe­na­li ac­cer­ta­no d’uf­fi­cio tut­ti i fat­ti ri­le­van­ti per il giu­di­zio, sia ri­guar­do al rea­to sia ri­guar­do all’im­pu­ta­to.

2 Es­se esa­mi­na­no con la me­de­si­ma cu­ra le cir­co­stan­ze a ca­ri­co e a di­sca­ri­co.

Art. 7 Obbligo di procedere  

1 Nell’am­bi­to del­le lo­ro com­pe­ten­ze, le au­to­ri­tà pe­na­li so­no te­nu­te ad av­via­re e at­tua­re un pro­ce­di­men­to se ven­go­no a co­no­scen­za di rea­ti o di in­di­zi di rea­to.

2 I Can­to­ni pos­so­no:

a.
esclu­de­re o li­mi­ta­re la re­spon­sa­bi­li­tà pe­na­le dei mem­bri del­le lo­ro au­to­ri­tà le­gi­sla­ti­ve e giu­di­zia­rie e dei mem­bri del lo­ro Go­ver­no per espres­sio­ni usa­te nel Par­la­men­to can­to­na­le;
b.
su­bor­di­na­re all’au­to­riz­za­zio­ne di un’au­to­ri­tà ex­tra­giu­di­zia­ria il pro­ce­di­men­to pe­na­le per cri­mi­ni o de­lit­ti che mem­bri del­le lo­ro au­to­ri­tà am­mi­ni­stra­ti­ve e giu­di­zia­rie han­no com­mes­so nell’eser­ci­zio del­le pro­prie fun­zio­ni.
Art. 8 Rinuncia al procedimento penale  

1 Il pub­bli­co mi­ni­ste­ro e il giu­di­ce pre­scin­do­no dal pro­ce­di­men­to pe­na­le se il di­rit­to fe­de­ra­le lo pre­ve­de, se­gna­ta­men­te se so­no adem­piu­te le con­di­zio­ni di cui agli ar­ti­co­li 52–54 del Co­di­ce pe­na­le (CP)3.

2 Sal­vo che vi si op­pon­ga­no in­te­res­si pre­pon­de­ran­ti dell’ac­cu­sa­to­re pri­va­to, il pub­bli­co mi­ni­ste­ro e il giu­di­ce pre­scin­do­no inol­tre dal pro­ce­di­men­to pe­na­le se:

a.
con­si­de­ra­ti gli al­tri fat­ti con­te­sta­ti all’im­pu­ta­to, il rea­to in que­stio­ne non è di ri­le­van­za ta­le da in­ci­de­re sen­si­bil­men­te sul­la de­ter­mi­na­zio­ne del­la pe­na o del­la mi­su­ra;
b.
la pe­na che do­vreb­be es­se­re in­flit­ta, com­ple­men­ta­re a una pe­na pro­nun­cia­ta con de­ci­sio­ne pas­sa­ta in giu­di­ca­to, sa­reb­be pre­su­mi­bil­men­te ir­ri­le­van­te;
c.
la pe­na ipo­tiz­za­bi­le per il rea­to per­se­gui­to cor­ri­spon­de­reb­be a una pe­na da com­pu­ta­re in­flit­ta all’este­ro.

3 Sal­vo che vi si op­pon­ga­no in­te­res­si pre­pon­de­ran­ti dell’ac­cu­sa­to­re pri­va­to, il pub­bli­co mi­ni­ste­ro e il giu­di­ce pos­so­no pre­scin­de­re dal pro­ce­di­men­to pe­na­le se il rea­to in que­stio­ne è già per­se­gui­to da un’au­to­ri­tà este­ra o il per­se­gui­men­to è de­le­ga­to a una sif­fat­ta au­to­ri­tà.

4 Nei ca­si di cui ai ca­po­ver­si pre­ce­den­ti, il pub­bli­co mi­ni­ste­ro e il giu­di­ce de­ci­do­no il non luo­go a pro­ce­de­re o l’ab­ban­do­no del pro­ce­di­men­to.

Art. 9 Principio accusatorio  

1 Un rea­to può es­se­re sot­to­po­sto a giu­di­zio sol­tan­to se, per una fat­ti­spe­cie og­get­ti­va ben de­fi­ni­ta, il pub­bli­co mi­ni­ste­ro ha pro­mos­so l’ac­cu­sa con­tro una de­ter­mi­na­ta per­so­na di­nan­zi al giu­di­ce com­pe­ten­te.

2 So­no fat­te sal­ve la pro­ce­du­ra del de­cre­to d’ac­cu­sa e la pro­ce­du­ra pe­na­le in ma­te­ria di con­trav­ven­zio­ni.

Art. 10 Presunzione d’innocenza e valutazione delle prove  

1 Ognu­no è pre­sun­to in­no­cen­te fin­tan­to che non sia con­dan­na­to con de­ci­sio­ne pas­sa­ta in giu­di­ca­to.

2 Il giu­di­ce va­lu­ta li­be­ra­men­te le pro­ve se­con­do il con­vin­ci­men­to che trae dall’in­te­ro pro­ce­di­men­to.

3 Se vi so­no dub­bi in­sor­mon­ta­bi­li quan­to all’adem­pi­men­to de­gli ele­men­ti di fat­to, il giu­di­ce si fon­da sul­la si­tua­zio­ne og­get­ti­va più fa­vo­re­vo­le all’im­pu­ta­to.

Art. 11 Divieto di un secondo procedimento  

1 Chi è sta­to con­dan­na­to o as­sol­to in Sviz­ze­ra con de­ci­sio­ne pas­sa­ta in giu­di­ca­to non può es­se­re nuo­va­men­te per­se­gui­to per lo stes­so rea­to.

2 So­no fat­te sal­ve la ria­per­tu­ra dei pro­ce­di­men­ti per cui è sta­to de­ci­so l’ab­ban­do­no op­pu­re il non luo­go, non­ché la re­vi­sio­ne.

Titolo secondo: Autorità penali

Capitolo 1: Attribuzioni

Sezione 1: Disposizioni generali

Art. 12 Autorità di perseguimento penale  

So­no au­to­ri­tà di per­se­gui­men­to pe­na­le:

a.
la po­li­zia;
b.
il pub­bli­co mi­ni­ste­ro;
c.
le au­to­ri­tà pe­na­li del­le con­trav­ven­zio­ni.
Art. 13 Autorità giudicanti  

Fun­go­no da giu­di­ce nel pro­ce­di­men­to pe­na­le:

a.
il giu­di­ce dei prov­ve­di­men­ti coer­ci­ti­vi;
b.
il tri­bu­na­le di pri­mo gra­do;
c.
la giu­ri­sdi­zio­ne di re­cla­mo;
d.
il tri­bu­na­le d’ap­pel­lo.
Art. 14 Designazione e organizzazione delle autorità penali  

1 La Con­fe­de­ra­zio­ne e i Can­to­ni de­ter­mi­na­no le pro­prie au­to­ri­tà pe­na­li e le ri­spet­ti­ve de­no­mi­na­zio­ni.

2 Di­sci­pli­na­no la no­mi­na, la com­po­si­zio­ne, l’or­ga­niz­za­zio­ne e le at­tri­bu­zio­ni del­le au­to­ri­tà pe­na­li in quan­to il pre­sen­te Co­di­ce o al­tre leg­gi fe­de­ra­li non lo fac­cia­no in mo­do esau­sti­vo.

3 La Con­fe­de­ra­zio­ne e i Can­to­ni pos­so­no pre­ve­de­re pub­bli­ci mi­ni­ste­ri su­pe­rio­ri o ge­ne­ra­li.

4 Ec­ce­zion fat­ta per la giu­ri­sdi­zio­ne di re­cla­mo e il tri­bu­na­le d’ap­pel­lo, pos­so­no isti­tui­re più au­to­ri­tà pe­na­li del­lo stes­so ti­po; in tal ca­so de­fi­ni­sco­no la com­pe­ten­za per ter­ri­to­rio e per ma­te­ria di cia­scu­na di es­se.

5 La Con­fe­de­ra­zio­ne e i Can­to­ni di­sci­pli­na­no la vi­gi­lan­za sul­le ri­spet­ti­ve au­to­ri­tà pe­na­li.

Sezione 2: Autorità di perseguimento penale

Art. 15 Polizia  

1 L’at­ti­vi­tà del­la po­li­zia del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, dei Can­to­ni e dei Co­mu­ni nell’am­bi­to del per­se­gui­men­to pe­na­le è ret­ta dal pre­sen­te Co­di­ce.

2 La po­li­zia in­da­ga sui rea­ti di pro­pria ini­zia­ti­va, su de­nun­cia di pri­va­ti e di au­to­ri­tà o su man­da­to del pub­bli­co mi­ni­ste­ro; in ta­le am­bi­to sot­to­stà al­la vi­gi­lan­za e al­le istru­zio­ni del pub­bli­co mi­ni­ste­ro.

3 An­che il giu­di­ce pres­so cui il ca­so è già pen­den­te può im­par­ti­re istru­zio­ni e con­fe­ri­re man­da­ti al­la po­li­zia.

Art. 16 Pubblico ministero  

1 Il pub­bli­co mi­ni­ste­ro è re­spon­sa­bi­le dell’eser­ci­zio uni­for­me del­la pre­te­sa pu­ni­ti­va del­lo Sta­to.

2 Di­ri­ge la pro­ce­du­ra pre­li­mi­na­re, per­se­gue i rea­ti nell’am­bi­to dell’istru­zio­ne e, se del ca­so, pro­muo­ve e so­stie­ne l’ac­cu­sa.

Art. 17 Autorità penali delle contravvenzioni  

1 La Con­fe­de­ra­zio­ne e i Can­to­ni pos­so­no af­fi­da­re il per­se­gui­men­to e il giu­di­zio del­le con­trav­ven­zio­ni ad au­to­ri­tà am­mi­ni­stra­ti­ve.

2 Le con­trav­ven­zio­ni com­mes­se in re­la­zio­ne con un cri­mi­ne o de­lit­to so­no per­se­gui­te e giu­di­ca­te in­sie­me con ta­le rea­to dal pub­bli­co mi­ni­ste­ro e dal giu­di­ce.

Sezione 3: Autorità giudicanti

Art. 18 Giudice dei provvedimenti coercitivi  

1 Il giu­di­ce dei prov­ve­di­men­ti coer­ci­ti­vi è com­pe­ten­te per di­spor­re la car­ce­ra­zio­ne pre­ven­ti­va e la car­ce­ra­zio­ne di si­cu­rez­za e, in quan­to pre­vi­sto dal pre­sen­te Co­di­ce, per di­spor­re o ap­pro­va­re ul­te­rio­ri prov­ve­di­men­ti coer­ci­ti­vi.

2 Chi fun­ge da giu­di­ce dei prov­ve­di­men­ti coer­ci­ti­vi non può es­se­re giu­di­ce del me­ri­to nel­la me­de­si­ma cau­sa.

Art. 19 Tribunale di primo grado  

1 Il tri­bu­na­le di pri­mo gra­do giu­di­ca in pri­mo gra­do tut­ti i rea­ti che non so­no di com­pe­ten­za di al­tre au­to­ri­tà.

2 La Con­fe­de­ra­zio­ne e i Can­to­ni pos­so­no pre­ve­de­re qua­le tri­bu­na­le di pri­mo gra­do un giu­di­ce uni­co in­ca­ri­ca­to di giu­di­ca­re:

a.
le con­trav­ven­zio­ni;
b.4
i cri­mi­ni e i de­lit­ti, ec­cet­tua­ti quel­li per i qua­li il pub­bli­co mi­ni­ste­ro chie­de una pe­na de­ten­ti­va su­pe­rio­re a due an­ni, l’in­ter­na­men­to se­con­do l’ar­ti­co­lo 64 CP5, un trat­ta­men­to se­con­do l’ar­ti­co­lo 59 CP o, nei ca­si in cui si deb­ba con­tem­po­ra­nea­men­te re­vo­ca­re la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le di una san­zio­ne, una pri­va­zio­ne del­la li­ber­tà su­pe­rio­re a due an­ni.

4 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

5 RS 311.0

Art. 20 Giurisdizione di reclamo  

1 La giu­ri­sdi­zio­ne di re­cla­mo giu­di­ca i re­cla­mi con­tro gli at­ti pro­ce­du­ra­li e con­tro le de­ci­sio­ni non ap­pel­la­bi­li:

a.
dei tri­bu­na­li di pri­mo gra­do;
b.
del­la po­li­zia, del pub­bli­co mi­ni­ste­ro e del­le au­to­ri­tà pe­na­li del­le con­trav­ven­zio­ni;
c.
del giu­di­ce dei prov­ve­di­men­ti coer­ci­ti­vi, nei ca­si pre­vi­sti dal pre­sen­te Co­di­ce.

2 La Con­fe­de­ra­zio­ne e i Can­to­ni pos­so­no con­fe­ri­re le at­tri­bu­zio­ni del­la giu­ri­sdi­zio­ne di re­cla­mo al tri­bu­na­le d’ap­pel­lo.

Art. 21 Tribunale d’appello  

1 Il tri­bu­na­le d’ap­pel­lo giu­di­ca:

a.
gli ap­pel­li in­ter­po­sti con­tro le sen­ten­ze dei tri­bu­na­li di pri­mo gra­do;
b.
le do­man­de di re­vi­sio­ne.

2 Chi ha già ope­ra­to in ve­ste di mem­bro del­la giu­ri­sdi­zio­ne di re­cla­mo non può fun­ge­re da mem­bro del tri­bu­na­le d’ap­pel­lo nel­la me­de­si­ma cau­sa.

3 I mem­bri del tri­bu­na­le d’ap­pel­lo non pos­so­no es­se­re giu­di­ci del­la re­vi­sio­ne nel­la me­de­si­ma cau­sa.

Capitolo 2: Competenza per materia

Sezione 1: Delimitazione delle competenze tra Confederazione e Cantoni

Art. 22 Giurisdizione cantonale  

Le au­to­ri­tà pe­na­li can­to­na­li per­se­guo­no e giu­di­ca­no i rea­ti pre­vi­sti dal di­rit­to fe­de­ra­le; so­no fat­te sal­ve le ec­ce­zio­ni di leg­ge.

Art. 23 Giurisdizione federale in generale  

1 Sot­to­stan­no al­la giu­ri­sdi­zio­ne fe­de­ra­le i se­guen­ti rea­ti pre­vi­sti nel CP6:

a.7
i rea­ti di cui ai ti­to­li pri­mo e quar­to e agli ar­ti­co­li 140, 156, 189 e 190, in quan­to di­ret­ti con­tro per­so­ne pro­tet­te in vir­tù del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le, con­tro ma­gi­stra­ti fe­de­ra­li, con­tro mem­bri dell’As­sem­blea fe­de­ra­le, con­tro il pro­cu­ra­to­re ge­ne­ra­le del­la Con­fe­de­ra­zio­ne o con­tro i suoi so­sti­tu­ti;
b.
i rea­ti di cui agli ar­ti­co­li 137–141, 144, 160 e 172ter, in quan­to con­cer­na­no lo­ca­li, ar­chi­vi o do­cu­men­ti di mis­sio­ni di­plo­ma­ti­che e po­sti con­so­la­ri;
c.
la pre­sa d’ostag­gio se­con­do l’ar­ti­co­lo 185, se la coa­zio­ne è di­ret­ta con­tro au­to­ri­tà fe­de­ra­li o este­re;
d.
i cri­mi­ni e i de­lit­ti di cui agli ar­ti­co­li 224–226ter;
e.8
i cri­mi­ni e i de­lit­ti di cui al ti­to­lo de­ci­mo con­cer­nen­ti mo­ne­te, car­ta­mo­ne­te e bi­gliet­ti di ban­ca, va­lo­ri di bol­lo uf­fi­cia­li e al­tre mar­che del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, pe­si e mi­su­re; è ec­cet­tua­to il con­tras­se­gno per l’uti­liz­za­zio­ne del­le stra­de na­zio­na­li di pri­ma e se­con­da clas­se;
f.9
i cri­mi­ni e i de­lit­ti di cui al ti­to­lo un­de­ci­mo, in quan­to si trat­ti di do­cu­men­ti fe­de­ra­li, ec­cet­tua­ti i ti­to­li di tra­spor­to e i giu­sti­fi­ca­ti­vi del traf­fi­co dei pa­ga­men­ti po­sta­li;
g.10
i rea­ti di cui al ti­to­lo do­di­ce­si­mobis e do­di­ce­si­moter non­ché all’ar­ti­co­lo 264k;
h.
i rea­ti di cui all’ar­ti­co­lo 260bis e ai ti­to­li da tre­di­ce­si­mo a quin­di­ce­si­mo e di­cias­set­te­si­mo, in quan­to di­ret­ti con­tro la Con­fe­de­ra­zio­ne o le sue au­to­ri­tà, con­tro la vo­lon­tà po­po­la­re in ele­zio­ni, vo­ta­zio­ni e do­man­de di re­fe­ren­dum o d’ini­zia­ti­va fe­de­ra­li o con­tro l’au­to­ri­tà o la giu­sti­zia fe­de­ra­li;
i.
i cri­mi­ni e i de­lit­ti di cui al ti­to­lo se­di­ce­si­mo;
j.
i rea­ti di cui ai ti­to­li di­ciot­te­si­mo e di­cian­no­ve­si­mo, in quan­to com­mes­si da un mem­bro di un’au­to­ri­tà fe­de­ra­le o da un im­pie­ga­to fe­de­ra­le o di­ret­ti con­tro la Con­fe­de­ra­zio­ne;
k.11
le con­trav­ven­zio­ni di cui agli ar­ti­co­li 329 e 331;
l.
i cri­mi­ni e de­lit­ti po­li­ti­ci che so­no cau­sa o con­se­guen­za di di­sor­di­ni ta­li da ren­de­re ne­ces­sa­rio un in­ter­ven­to fe­de­ra­le ar­ma­to.

2 So­no fat­te sal­ve le di­spo­si­zio­ni con­cer­nen­ti la com­pe­ten­za del Tri­bu­na­le pe­na­le fe­de­ra­le pre­vi­ste in leg­gi fe­de­ra­li spe­cia­li.

6 RS 311.0

7 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 7 del­la L del 19 mar. 2010 sull’or­ga­niz­za­zio­ne del­le au­to­ri­tà pe­na­li, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 20103267;FF 2008 7093).

8 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 1 del­la L del 18 mar. 2016 sul­le mul­te di­sci­pli­na­ri, in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2017 6559; FF 2015 869).

9 Cor­re­zio­ne del­la Com­mis­sio­ne di re­da­zio­ne dell’AF del 20 dic. 2013, pub­bli­ca­ta il 21 gen. 2014 (RU 2014 243).

10 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 3 del­la LF del 18 giu. 2010 che mo­di­fi­ca di leg­gi fe­de­ra­li per l’at­tua­zio­ne del­lo Sta­tu­to di Ro­ma del­la Cor­te pe­na­le in­ter­na­zio­na­le, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2010 4963; FF 20083293),

11 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 12 del­la LF del 17 dic. 2021 sull’ar­mo­niz­za­zio­ne del­le pe­ne, in vi­go­re dal 1° lug. 2023 (RU 2023 259; FF 2018 2345).

Art. 24 Giurisdizione federale in caso di criminalità organizzata, atti terroristici e criminalità economica 12  

1 Sot­to­stan­no inol­tre al­la giu­ri­sdi­zio­ne fe­de­ra­le i rea­ti di cui agli ar­ti­co­li 260ter, 260quin­quies, 260se­xies, 305bis, 305ter e 322ter–322sep­ties CP13 non­ché i cri­mi­ni com­mes­si da un’or­ga­niz­za­zio­ne cri­mi­na­le o ter­ro­ri­sti­ca ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 260ter CP, a con­di­zio­ne che:14

a.
sia­no sta­ti com­mes­si pre­va­len­te­men­te all’este­ro;
b.
sia­no sta­ti com­mes­si in più Can­to­ni e il cen­tro dell’at­ti­vi­tà pe­nal­men­te ri­le­van­te non pos­sa es­se­re lo­ca­liz­za­to in uno di es­si.

2 In ca­so di cri­mi­ni di cui ai ti­to­li se­con­do e un­de­ci­mo CP, il pub­bli­co mi­ni­ste­ro del­la Con­fe­de­ra­zio­ne può apri­re un’istru­zio­ne qua­lo­ra:

a.
sia­no rea­liz­za­te le con­di­zio­ni di cui al ca­po­ver­so 1; e
b.
nes­su­na au­to­ri­tà can­to­na­le di per­se­gui­men­to pe­na­le si oc­cu­pi del­la cau­sa o la com­pe­ten­te au­to­ri­tà can­to­na­le di per­se­gui­men­to pe­na­le sol­le­ci­ti dal pub­bli­co mi­ni­ste­ro del­la Con­fe­de­ra­zio­ne l’as­sun­zio­ne del pro­ce­di­men­to.

3 L’aper­tu­ra di un’istru­zio­ne se­con­do il ca­po­ver­so 2 de­ter­mi­na la com­pe­ten­za giu­ri­sdi­zio­na­le fe­de­ra­le.

12 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 3 del DF del 25 set. 2020 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Con­ven­zio­ne del Con­si­glio d’Eu­ro­pa per la pre­ven­zio­ne del ter­ro­ri­smo e il re­la­ti­vo Pro­to­col­lo ad­di­zio­na­le e po­ten­zia il di­spo­si­ti­vo pe­na­le con­tro il ter­ro­ri­smo e la cri­mi­na­li­tà or­ga­niz­za­ta, in vi­go­re dal 1° lug. 2021 (RU 2021360; FF 2018 5439).

13 RS 311.0

14 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 3 del DF del 25 set. 2020 che ap­pro­va e tra­spo­ne nel di­rit­to sviz­ze­ro la Con­ven­zio­ne del Con­si­glio d’Eu­ro­pa per la pre­ven­zio­ne del ter­ro­ri­smo e il re­la­ti­vo Pro­to­col­lo ad­di­zio­na­le e po­ten­zia il di­spo­si­ti­vo pe­na­le con­tro il ter­ro­ri­smo e la cri­mi­na­li­tà or­ga­niz­za­ta, in vi­go­re dal 1° lug. 2021 (RU 2021360; FF 2018 5439).

Art. 25 Delega ai Cantoni  

1 Il pub­bli­co mi­ni­ste­ro del­la Con­fe­de­ra­zio­ne può de­le­ga­re al­le au­to­ri­tà can­to­na­li l’istru­zio­ne e il giu­di­zio o, in via ec­ce­zio­na­le, sol­tan­to il giu­di­zio di una cau­sa pe­na­le che sot­to­stà al­la giu­ri­sdi­zio­ne fe­de­ra­le in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 23. So­no ec­cet­tua­te le cau­se pe­na­li di cui all’ar­ti­co­lo 23 ca­po­ver­so 1 let­te­ra g.

2 Nei ca­si sem­pli­ci può de­le­ga­re al­le au­to­ri­tà can­to­na­li an­che l’istru­zio­ne e il giu­di­zio di una cau­sa pe­na­le che sot­to­stà al­la giu­ri­sdi­zio­ne fe­de­ra­le in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 24.

Art. 26 Competenza plurima  

1 Se il rea­to è sta­to com­mes­so in più Can­to­ni o all’este­ro o se l’au­to­re prin­ci­pa­le, i coau­to­ri o i com­par­te­ci­pi han­no il do­mi­ci­lio o la di­mo­ra abi­tua­le in Can­to­ni di­ver­si, il pub­bli­co mi­ni­ste­ro del­la Con­fe­de­ra­zio­ne de­ci­de qua­le Can­to­ne istrui­sce e giu­di­ca la cau­sa pe­na­le.

2 Se una cau­sa pe­na­le sot­to­stà sia al­la giu­ri­sdi­zio­ne fe­de­ra­le sia a quel­la can­to­na­le, il pub­bli­co mi­ni­ste­ro del­la Con­fe­de­ra­zio­ne può di­spor­re la riu­nio­ne dei pro­ce­di­men­ti pres­so le au­to­ri­tà fe­de­ra­li o le au­to­ri­tà can­to­na­li.

3 La giu­ri­sdi­zio­ne sta­bi­li­ta sul fon­da­men­to del ca­po­ver­so 2 per­ma­ne an­che se la par­te del pro­ce­di­men­to che ave­va fon­da­to la com­pe­ten­za vie­ne ab­ban­do­na­ta.

4 Se en­tra in li­nea di con­to una de­le­ga ai sen­si del pre­sen­te ca­pi­to­lo, i pub­bli­ci mi­ni­ste­ri del­la Con­fe­de­ra­zio­ne e dei Can­to­ni si tra­smet­to­no re­ci­pro­ca­men­te gli at­ti per esa­me. Do­po la de­ci­sio­ne di de­le­ga, tra­smet­to­no gli at­ti all’au­to­ri­tà in­ca­ri­ca­ta di istrui­re e giu­di­ca­re la cau­sa.

Art. 27 Competenza per le prime indagini  

1 Se un ca­so che sot­to­stà al­la giu­ri­sdi­zio­ne fe­de­ra­le è ur­gen­te e le au­to­ri­tà pe­na­li del­la Con­fe­de­ra­zio­ne non so­no an­co­ra in­ter­ve­nu­te, le in­da­gi­ni di po­li­zia e l’istru­zio­ne pos­so­no es­se­re svol­te an­che dal­le au­to­ri­tà can­to­na­li che sa­reb­be­ro com­pe­ten­ti per ter­ri­to­rio in vir­tù del­le nor­me sul fo­ro. Il pub­bli­co mi­ni­ste­ro del­la Con­fe­de­ra­zio­ne ne è in­for­ma­to sen­za in­du­gio; il ca­so gli è af­fi­da­to, o gli è sot­to­po­sto af­fin­ché de­ci­da se­con­do gli ar­ti­co­li 25 o 26, al più pre­sto pos­si­bi­le.

2 In ca­so di rea­ti com­mes­si in tut­to o in par­te in più Can­to­ni o all’este­ro e per i qua­li non è an­co­ra sta­to sta­bi­li­to se il pro­ce­di­men­to pe­na­le com­pe­ta al­la Con­fe­de­ra­zio­ne o a un Can­to­ne, le pri­me in­da­gi­ni pos­so­no es­se­re svol­te dal­le au­to­ri­tà pe­na­li del­la Con­fe­de­ra­zio­ne.

Art. 28 Conflitti  

I con­flit­ti tra il pub­bli­co mi­ni­ste­ro del­la Con­fe­de­ra­zio­ne e le au­to­ri­tà pe­na­li can­to­na­li so­no de­ci­si dal Tri­bu­na­le pe­na­le fe­de­ra­le.

Sezione 2: Competenza in caso di concorso di reati

Art. 29 Principio dell’unità della procedura  

1 Più rea­ti so­no per­se­gui­ti e giu­di­ca­ti con­giun­ta­men­te se:

a.
so­no sta­ti com­mes­si da uno stes­so im­pu­ta­to; op­pu­re
b.
vi è cor­rei­tà o par­te­ci­pa­zio­ne.

2 Se si trat­ta di rea­ti che in par­te ri­ca­do­no nel­la com­pe­ten­za del­la Con­fe­de­ra­zio­ne o so­no sta­ti com­mes­si in di­ver­si Can­to­ni e da più per­so­ne, pre­val­go­no gli ar­ti­co­li 25 e 33–38.

Art. 30 Eccezioni  

Per mo­ti­vi so­stan­zia­li, il pub­bli­co mi­ni­ste­ro e il giu­di­ce pos­so­no di­sgiun­ge­re o riu­ni­re i pro­ce­di­men­ti.

Capitolo 3: Foro

Sezione 1: Principi

Art. 31 Foro del luogo del reato  

1 Per il per­se­gui­men­to e il giu­di­zio so­no com­pe­ten­ti le au­to­ri­tà del luo­go in cui il rea­to è sta­to com­mes­so. Se in Sviz­ze­ra si tro­va sol­tan­to il luo­go in cui si è ve­ri­fi­ca­to l’even­to, so­no com­pe­ten­ti le au­to­ri­tà di que­sto luo­go.

2 Se il rea­to è sta­to com­mes­so in più luo­ghi o se l’even­to si è ve­ri­fi­ca­to in più luo­ghi, so­no com­pe­ten­ti le au­to­ri­tà del luo­go in cui so­no sta­ti com­piu­ti i pri­mi at­ti di per­se­gui­men­to.

3 Se l’im­pu­ta­to ha com­mes­so più cri­mi­ni, de­lit­ti o con­trav­ven­zio­ni nel me­de­si­mo luo­go, i pro­ce­di­men­ti so­no riu­ni­ti.

Art. 32 Foro in caso di reati commessi all’estero o di incertezza circa il luogo del reato  

1 Se il rea­to è sta­to com­mes­so all’este­ro o se non si può de­ter­mi­na­re il luo­go in cui il rea­to è sta­to com­mes­so, il per­se­gui­men­to e il giu­di­zio com­pe­to­no al­le au­to­ri­tà del luo­go in cui l’im­pu­ta­to ha il do­mi­ci­lio o la di­mo­ra abi­tua­le.

2 Se l’im­pu­ta­to non ha né do­mi­ci­lio né di­mo­ra abi­tua­le in Sviz­ze­ra, so­no com­pe­ten­ti le au­to­ri­tà del suo luo­go d’ori­gi­ne; in su­bor­di­ne, le au­to­ri­tà del luo­go in cui l’im­pu­ta­to è sta­to re­pe­ri­to.

3 Se non è da­to al­cun fo­ro se­con­do i ca­po­ver­si 1 e 2, so­no com­pe­ten­ti le au­to­ri­tà del Can­to­ne che ha chie­sto l’estra­di­zio­ne.

Sezione 2: Fori speciali

Art. 33 Foro in caso di concorso di più persone  

1 I com­par­te­ci­pi so­no per­se­gui­ti e giu­di­ca­ti dal­le au­to­ri­tà com­pe­ten­ti per il per­se­gui­men­to e il giu­di­zio dell’au­to­re.

2 Se il rea­to è sta­to com­mes­so da più au­to­ri, so­no com­pe­ten­ti le au­to­ri­tà del luo­go in cui so­no sta­ti com­piu­ti i pri­mi at­ti di per­se­gui­men­to.

Art. 34 Foro in caso di concorso di reati commessi in luoghi diversi  

1 Se l’im­pu­ta­to ha com­mes­so più rea­ti in luo­ghi di­ver­si, il per­se­gui­men­to e il giu­di­zio di tut­ti i rea­ti com­pe­to­no al­le au­to­ri­tà del luo­go in cui è sta­to com­mes­so il rea­to pu­ni­bi­le con la pe­na più gra­ve. Se per i di­ver­si rea­ti è com­mi­na­ta la stes­sa pe­na, so­no com­pe­ten­ti le au­to­ri­tà del luo­go in cui so­no sta­ti com­piu­ti i pri­mi at­ti di per­se­gui­men­to.

2 Se al mo­men­to del­la de­ter­mi­na­zio­ne del fo­ro se­con­do gli ar­ti­co­li 39–42 in uno dei Can­to­ni in­te­res­sa­ti è già sta­ta pro­mos­sa l’ac­cu­sa per uno dei rea­ti, i pro­ce­di­men­ti so­no svol­ti se­pa­ra­ta­men­te.

3 Se una per­so­na è sta­ta con­dan­na­ta da giu­di­ci di­ver­si a più pe­ne del­lo stes­so ge­ne­re, il giu­di­ce che ha pro­nun­cia­to la pe­na più gra­ve fis­sa, a ri­chie­sta del con­dan­na­to, una pe­na uni­ca.

Art. 35 Foro in caso di reati commessi mediante i mass media  

1 In ca­so di rea­to com­mes­so in Sviz­ze­ra se­con­do l’ar­ti­co­lo 28 CP15 so­no com­pe­ten­ti le au­to­ri­tà del luo­go in cui ha se­de l’im­pre­sa mass­me­dia­ti­ca.

2 Se l’au­to­re dell’ope­ra è no­to e ha il do­mi­ci­lio o la di­mo­ra abi­tua­le in Sviz­ze­ra, so­no pa­ri­men­ti com­pe­ten­ti le au­to­ri­tà del luo­go di do­mi­ci­lio o di di­mo­ra abi­tua­le. In tal ca­so il pro­ce­di­men­to è at­tua­to nel luo­go in cui so­no sta­ti com­piu­ti i pri­mi at­ti di per­se­gui­men­to. In ca­so di rea­ti per­se­gui­bi­li a que­re­la di par­te, il que­re­lan­te può sce­glie­re tra i due fo­ri.

3 Se non è da­to al­cun fo­ro se­con­do i ca­po­ver­si 1 e 2, so­no com­pe­ten­ti le au­to­ri­tà del luo­go in cui l’ope­ra è sta­ta dif­fu­sa. Se la dif­fu­sio­ne è av­ve­nu­ta in più luo­ghi, so­no com­pe­ten­ti le au­to­ri­tà del luo­go in cui so­no sta­ti com­piu­ti i pri­mi at­ti di per­se­gui­men­to.

Art. 36 Foro in caso di reati nell’esecuzione per debiti e nel fallimento e in caso di procedimenti penali contro imprese  

1 In ca­so di rea­ti se­con­do gli ar­ti­co­li 163–171 CP16, so­no com­pe­ten­ti le au­to­ri­tà del luo­go di do­mi­ci­lio, di di­mo­ra abi­tua­le o di se­de del de­bi­to­re.17

2 Per i pro­ce­di­men­ti pe­na­li con­tro im­pre­se se­con­do l’ar­ti­co­lo 102 CP so­no com­pe­ten­ti le au­to­ri­tà del luo­go di se­de dell’im­pre­sa. Lo stes­so va­le se il pro­ce­di­men­to è di­ret­to, per il me­de­si­mo fat­to, an­che con­tro una per­so­na che agi­sce per l’im­pre­sa.

3 Se non è da­to al­cun fo­ro se­con­do i ca­po­ver­si 1 e 2, il fo­ro si de­ter­mi­na se­con­do gli ar­ti­co­li 31–35.

16 RS 311.0

17 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 12 del­la LF del 17 dic. 2021 sull’ar­mo­niz­za­zio­ne del­le pe­ne, in vi­go­re dal 1° lug. 2023 (RU 2023 259; FF 2018 2345).

Art. 37 Foro in caso di confisca indipendente  

1 Le con­fi­sche in­di­pen­den­ti (art. 376–378) so­no ese­gui­te nel luo­go in cui si tro­va­no gli og­get­ti o i va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li da con­fi­sca­re.

2 Se gli og­get­ti o i va­lo­ri pa­tri­mo­nia­li da con­fi­sca­re si tro­va­no in più Can­to­ni e so­no in re­la­zio­ne con uno stes­so rea­to o uno stes­so au­to­re, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te è quel­la del luo­go in cui è sta­ta aper­ta la pri­ma pro­ce­du­ra di con­fi­sca.

Art. 38 Determinazione di un foro derogatorio  

1 I pub­bli­ci mi­ni­ste­ri pos­so­no con­ve­ni­re un fo­ro di­ver­so da quel­li di cui agli ar­ti­co­li 31–37 se il cen­tro dell’at­ti­vi­tà pe­nal­men­te ri­le­van­te, la si­tua­zio­ne per­so­na­le dell’im­pu­ta­to o al­tri mo­ti­vi per­ti­nen­ti lo esi­go­no.

2 Al fi­ne di tu­te­la­re i di­rit­ti pro­ce­du­ra­li di una par­te, do­po la pro­mo­zio­ne dell’ac­cu­sa la giu­ri­sdi­zio­ne can­to­na­le di re­cla­mo può, ad istan­za di par­te o d’uf­fi­cio, de­ro­ga­re al­le nor­me sul fo­ro di cui al pre­sen­te ca­pi­to­lo de­fe­ren­do il giu­di­zio a un al­tro tri­bu­na­le can­to­na­le di pri­mo gra­do com­pe­ten­te per ma­te­ria.

Sezione 3: Procedura

Art. 39 Esame della competenza e intesa  

1 Le au­to­ri­tà pe­na­li esa­mi­na­no d’uf­fi­cio la lo­ro com­pe­ten­za e, se ne­ces­sa­rio, ri­met­to­no il ca­so all’au­to­ri­tà com­pe­ten­te.

2 Se più au­to­ri­tà pe­na­li ri­sul­ta­no com­pe­ten­ti per ter­ri­to­rio, i pub­bli­ci mi­ni­ste­ri in­te­res­sa­ti si co­mu­ni­ca­no sen­za in­du­gio gli ele­men­ti es­sen­zia­li del ca­so e si ado­pe­ra­no per rag­giun­ge­re un’in­te­sa il più ra­pi­da­men­te pos­si­bi­le.

Art. 40 Conflitti in materia di foro  

1 Se vi è con­te­sta­zio­ne fra le au­to­ri­tà pe­na­li del me­de­si­mo Can­to­ne sul fo­ro com­pe­ten­te, de­ci­de il pub­bli­co mi­ni­ste­ro su­pe­rio­re o ge­ne­ra­le op­pu­re, in man­can­za di sif­fat­te fun­zio­ni, la giu­ri­sdi­zio­ne can­to­na­le di re­cla­mo.18

2 Se le au­to­ri­tà di per­se­gui­men­to pe­na­le di più Can­to­ni non rie­sco­no ad ac­cor­dar­si sul fo­ro com­pe­ten­te, il pub­bli­co mi­ni­ste­ro del Can­to­ne che per pri­mo si è oc­cu­pa­to del­la cau­sa sot­to­po­ne sen­za in­du­gio, in ogni ca­so pri­ma del­la pro­mo­zio­ne dell’ac­cu­sa, la que­stio­ne al Tri­bu­na­le pe­na­le fe­de­ra­le af­fin­ché de­ci­da.

3 L’au­to­ri­tà com­pe­ten­te a de­ci­de­re sul fo­ro può sta­bi­li­re un fo­ro di­ver­so da quel­lo pre­vi­sto ne­gli ar­ti­co­li 31–37 se il cen­tro dell’at­ti­vi­tà pe­nal­men­te ri­le­van­te, la si­tua­zio­ne per­so­na­le dell’im­pu­ta­to o al­tri mo­ti­vi per­ti­nen­ti lo esi­go­no.

18 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

Art. 41 Contestazione del foro ad opera delle parti  

1 La par­te che in­ten­de con­te­sta­re la com­pe­ten­za dell’au­to­ri­tà in­ve­sti­ta del pro­ce­di­men­to pe­na­le de­ve chie­de­re sen­za in­du­gio a que­st’ul­ti­ma di ri­met­te­re il ca­so all’au­to­ri­tà pe­na­le com­pe­ten­te.

2 Le par­ti pos­so­no im­pu­gna­re en­tro die­ci gior­ni di­nan­zi all’au­to­ri­tà com­pe­ten­te a de­ci­de­re sul fo­ro, con­for­me­men­te all’ar­ti­co­lo 40, la de­ci­sio­ne sul fo­ro pre­sa dai pub­bli­ci mi­ni­ste­ri in­te­res­sa­ti (art. 39 cpv. 2). Se i pub­bli­ci mi­ni­ste­ri han­no con­ve­nu­to un fo­ro de­ro­ga­to­rio (art. 38 cpv. 1), la de­ci­sio­ne può es­se­re im­pu­gna­ta sol­tan­to dal­la par­te la cui ri­chie­sta se­con­do il ca­po­ver­so 1 è sta­ta re­spin­ta.

Art. 42 Disposizioni comuni  

1 Fin­ché il fo­ro non è de­ter­mi­na­to in mo­do de­fi­ni­ti­vo, l’au­to­ri­tà che per pri­ma si è oc­cu­pa­ta del­la cau­sa pren­de i prov­ve­di­men­ti in­dif­fe­ri­bi­li. Se ne­ces­sa­rio, l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te a de­ci­de­re sul fo­ro de­si­gna l’au­to­ri­tà che de­ve oc­cu­par­si prov­vi­so­ria­men­te del­la cau­sa.

2 Le per­so­ne in sta­to di car­ce­ra­zio­ne so­no con­se­gna­te al­le au­to­ri­tà di al­tri Can­to­ni sol­tan­to se la com­pe­ten­za è sta­ta de­ter­mi­na­ta in mo­do de­fi­ni­ti­vo.

3 Un fo­ro de­ter­mi­na­to con­for­me­men­te agli ar­ti­co­li 38–41 può es­se­re mo­di­fi­ca­to sol­tan­to per nuo­vi mo­ti­vi gra­vi e so­lo pri­ma del­la pro­mo­zio­ne dell’ac­cu­sa.

Capitolo 4: Assistenza giudiziaria nazionale

Sezione 1: Disposizioni generali

Art. 43 Campo d’applicazione e definizione  

1 Le di­spo­si­zio­ni del pre­sen­te ca­pi­to­lo di­sci­pli­na­no l’as­si­sten­za giu­di­zia­ria in ma­te­ria pe­na­le da par­te di au­to­ri­tà fe­de­ra­li e can­to­na­li a fa­vo­re di pub­bli­ci mi­ni­ste­ri, au­to­ri­tà pe­na­li del­le con­trav­ven­zio­ni e au­to­ri­tà giu­di­can­ti, can­to­na­li e fe­de­ra­li.

2 Le di­spo­si­zio­ni del pre­sen­te ca­pi­to­lo si ap­pli­ca­no al­la po­li­zia in quan­to es­sa ope­ri su istru­zio­ne di pub­bli­ci mi­ni­ste­ri, au­to­ri­tà pe­na­li del­le con­trav­ven­zio­ni o au­to­ri­tà giu­di­can­ti.

3 L’as­si­sten­za giu­di­zia­ria di­ret­ta tra le au­to­ri­tà di po­li­zia del­la Con­fe­de­ra­zio­ne e dei Can­to­ni e tra quel­le dei Can­to­ni è am­mis­si­bi­le se non con­cer­ne prov­ve­di­men­ti coer­ci­ti­vi di esclu­si­va com­pe­ten­za del pub­bli­co mi­ni­ste­ro o del giu­di­ce.

4 Per as­si­sten­za giu­di­zia­ria s’in­ten­de qual­sia­si prov­ve­di­men­to ri­chie­sto da un’au­to­ri­tà, nell’am­bi­to del­le sue com­pe­ten­ze, in un pro­ce­di­men­to pe­na­le pen­den­te.

Art. 44 Obbligo di prestare assistenza giudiziaria 19  

Le au­to­ri­tà fe­de­ra­li e can­to­na­li so­no te­nu­te a pre­star­si as­si­sten­za giu­di­zia­ria qua­lo­ra rea­ti pre­vi­sti dal di­rit­to fe­de­ra­le sia­no per­se­gui­ti e giu­di­ca­ti in ap­pli­ca­zio­ne del pre­sen­te Co­di­ce.

19 La cor­re­zio­ne del­la Com­mis­sio­ne di re­da­zio­ne dell’AF del 10 nov. 2014, pub­bli­ca­ta il 25 nov. 2014, con­cer­ne sol­tan­to il te­sto fran­ce­se (RU 2014 4071).

Art. 45 Appoggio logistico e sicurezza  

1 Per quan­to pos­si­bi­le, i Can­to­ni met­to­no a di­spo­si­zio­ne del­le au­to­ri­tà pe­na­li del­la Con­fe­de­ra­zio­ne e de­gli al­tri Can­to­ni i lo­ca­li ne­ces­sa­ri per ga­ran­ti­re l’eser­ci­zio del­la lo­ro at­ti­vi­tà uf­fi­cia­le e al­log­gia­re le per­so­ne in car­ce­ra­zio­ne pre­ven­ti­va.

2 Su ri­chie­sta del­le au­to­ri­tà pe­na­li del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, i Can­to­ni pren­do­no i prov­ve­di­men­ti ne­ces­sa­ri per ga­ran­ti­re la si­cu­rez­za dell’at­ti­vi­tà uf­fi­cia­le del­le stes­se.

Art. 46 Rapporti diretti tra autorità  

1 Le au­to­ri­tà co­mu­ni­ca­no di­ret­ta­men­te tra lo­ro20.

2 Le do­man­de d’as­si­sten­za giu­di­zia­ria pos­so­no es­se­re for­mu­la­te nel­la lin­gua dell’au­to­ri­tà ri­chie­den­te o in quel­la dell’au­to­ri­tà ri­chie­sta.

3 Se non è chia­ro qua­le sia l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te, l’au­to­ri­tà ri­chie­den­te in­di­riz­za la do­man­da d’as­si­sten­za giu­di­zia­ria ri­spet­ti­va­men­te al pub­bli­co mi­ni­ste­ro su­pre­mo del Can­to­ne ri­chie­sto o a quel­lo del­la Con­fe­de­ra­zio­ne. Il pub­bli­co mi­ni­ste­ro la inol­tra poi all’au­to­ri­tà com­pe­ten­te.

20 L’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria sviz­ze­ra ter­ri­to­rial­men­te com­pe­ten­te per le com­mis­sio­ni ro­ga­to­rie può es­se­re tro­va­ta in in­ter­net al se­guen­te in­di­riz­zo: www.elor­ge.ad­min.ch

Art. 47 Spese  

1 L’as­si­sten­za giu­di­zia­ria è pre­sta­ta gra­tui­ta­men­te.

2 La Con­fe­de­ra­zio­ne rim­bor­sa ai Can­to­ni le spe­se da es­sa oc­ca­sio­na­te per l’ap­pog­gio ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 45.

3 Le spe­se in­sor­te so­no co­mu­ni­ca­te ri­spet­ti­va­men­te al Can­to­ne ri­chie­den­te o al­la Con­fe­de­ra­zio­ne af­fin­ché pos­sa­no es­se­re ad­dos­sa­te al­le par­ti con­dan­na­te al­le spe­se.

4 Gli ob­bli­ghi d’in­den­niz­zo de­ri­van­ti da prov­ve­di­men­ti d’as­si­sten­za giu­di­zia­ria so­no ri­spet­ti­va­men­te a ca­ri­co del Can­to­ne ri­chie­den­te o del­la Con­fe­de­ra­zio­ne.

Art. 48 Conflitti  

1 I con­flit­ti in ma­te­ria di as­si­sten­za giu­di­zia­ria tra au­to­ri­tà del­lo stes­so Can­to­ne so­no de­ci­si de­fi­ni­ti­va­men­te dal­la giu­ri­sdi­zio­ne can­to­na­le di re­cla­mo.

2 I con­flit­ti tra au­to­ri­tà fe­de­ra­li e can­to­na­li o tra au­to­ri­tà di di­ver­si Can­to­ni so­no de­ci­si dal Tri­bu­na­le pe­na­le fe­de­ra­le.

Sezione 2: Atti procedurali eseguiti su domanda della Confederazione o di un altro Cantone

Art. 49 Principi  

1 I pub­bli­ci mi­ni­ste­ri e le au­to­ri­tà giu­di­can­ti del­la Con­fe­de­ra­zio­ne e dei Can­to­ni pos­so­no do­man­da­re al­le au­to­ri­tà pe­na­li di al­tri Can­to­ni o del­la Con­fe­de­ra­zio­ne l’ese­cu­zio­ne di at­ti pro­ce­du­ra­li. L’au­to­ri­tà ri­chie­sta non esa­mi­na né l’am­mis­si­bi­li­tà né l’ade­gua­tez­za de­gli at­ti pro­ce­du­ra­li stes­si.

2 La trat­ta­zio­ne dei re­cla­mi con­tro i prov­ve­di­men­ti d’as­si­sten­za giu­di­zia­ria com­pe­te ri­spet­ti­va­men­te al­le au­to­ri­tà del Can­to­ne ri­chie­den­te o del­la Con­fe­de­ra­zio­ne. Di­nan­zi al­le au­to­ri­tà del Can­to­ne ri­chie­sto o del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, i prov­ve­di­men­ti d’as­si­sten­za giu­di­zia­ria pos­so­no es­se­re im­pu­gna­ti sol­tan­to per quan­to con­cer­ne la lo­ro ese­cu­zio­ne.

Art. 50 Domanda di provvedimenti coercitivi  

1 L’au­to­ri­tà ri­chie­den­te do­man­da l’ar­re­sto di una per­so­na in­vian­do all’au­to­ri­tà ri­chie­sta un man­da­to scrit­to di ac­com­pa­gna­men­to coat­ti­vo (art. 208).

2 L’au­to­ri­tà ri­chie­sta tra­du­ce l’ar­re­sta­to di­nan­zi all’au­to­ri­tà com­pe­ten­te se pos­si­bi­le en­tro 24 ore.

3 Le do­man­de con­cer­nen­ti al­tri prov­ve­di­men­ti coer­ci­ti­vi so­no mo­ti­va­te suc­cin­ta­men­te. Nei ca­si ur­gen­ti la mo­ti­va­zio­ne può es­se­re in­via­ta in un se­con­do tem­po.

Art. 51 Diritto di partecipare agli atti procedurali  

1 Le par­ti, i lo­ro pa­tro­ci­na­to­ri e l’au­to­ri­tà ri­chie­den­te pos­so­no par­te­ci­pa­re agli at­ti pro­ce­du­ra­li do­man­da­ti, in quan­to il pre­sen­te Co­di­ce lo pre­ve­da.

2 Se la par­te­ci­pa­zio­ne è pos­si­bi­le, l’au­to­ri­tà ri­chie­sta co­mu­ni­ca all’au­to­ri­tà ri­chie­den­te, al­le par­ti e ai lo­ro pa­tro­ci­na­to­ri do­ve e quan­do sa­rà ese­gui­to l’at­to pro­ce­du­ra­le.

Sezione 3: Atti procedurali in un altro Cantone

Art. 52 Principi  

1 I pub­bli­ci mi­ni­ste­ri, le au­to­ri­tà pe­na­li del­le con­trav­ven­zio­ni e le au­to­ri­tà giu­di­can­ti dei Can­to­ni e del­la Con­fe­de­ra­zio­ne han­no di­rit­to di di­spor­re ed ese­gui­re di­ret­ta­men­te in un al­tro Can­to­ne tut­ti gli at­ti pro­ce­du­ra­li ai sen­si del pre­sen­te Co­di­ce.

2 Il pub­bli­co mi­ni­ste­ro del Can­to­ne in cui dev’es­se­re ese­gui­to l’at­to pro­ce­du­ra­le ne è pre­via­men­te av­vi­sa­to. Nei ca­si ur­gen­ti può es­se­re av­vi­sa­to a po­ste­rio­ri. Per la ri­chie­sta di in­for­ma­zio­ni e do­cu­men­ti non è ne­ces­sa­rio al­cun av­vi­so.

3 Le spe­se de­gli at­ti pro­ce­du­ra­li e i re­la­ti­vi ob­bli­ghi di in­den­niz­zo so­no ri­spet­ti­va­men­te a ca­ri­co del Can­to­ne che ha ese­gui­to gli at­ti o del­la Con­fe­de­ra­zio­ne; il Can­to­ne o la Con­fe­de­ra­zio­ne può ad­dos­sar­li al­le par­ti con­for­me­men­te agli ar­ti­co­li 426 e 427.

Art. 53 Impiego della polizia  

Se ne­ces­si­ta dell’aiu­to del­la po­li­zia per l’ese­cu­zio­ne di un at­to pro­ce­du­ra­le, l’au­to­ri­tà ri­chie­den­te in­di­riz­za la re­la­ti­va do­man­da al pub­bli­co mi­ni­ste­ro del Can­to­ne ri­chie­sto; que­sti con­fe­ri­sce al­la po­li­zia lo­ca­le i man­da­ti ne­ces­sa­ri.

Capitolo 5: Assistenza giudiziaria internazionale

Art. 54 Applicabilità del presente Codice  

La con­ces­sio­ne dell’as­si­sten­za giu­di­zia­ria in­ter­na­zio­na­le e la pro­ce­du­ra d’as­si­sten­za giu­di­zia­ria so­no ret­te dal pre­sen­te Co­di­ce sol­tan­to in quan­to al­tre leg­gi fe­de­ra­li e trat­ta­ti in­ter­na­zio­na­li non pre­ve­da­no di­spo­si­zio­ni spe­ci­fi­che.

Art. 55 Competenza in generale 21  

1 Se un Can­to­ne si oc­cu­pa di un ca­so di as­si­sten­za giu­di­zia­ria in­ter­na­zio­na­le, è com­pe­ten­te il pub­bli­co mi­ni­ste­ro.

2 Du­ran­te la pro­ce­du­ra di­bat­ti­men­ta­le le au­to­ri­tà giu­di­can­ti pos­so­no pre­sen­ta­re au­to­no­ma­men­te do­man­de d’as­si­sten­za giu­di­zia­ria.

3 So­no fat­ti sal­vi i po­te­ri del­le au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne pe­na­le.

4 Se il di­rit­to fe­de­ra­le as­se­gna com­pi­ti di as­si­sten­za giu­di­zia­ria a un’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria, è com­pe­ten­te la giu­ri­sdi­zio­ne di re­cla­mo.

5 Se il Can­to­ne che si oc­cu­pa di una do­man­da di as­si­sten­za giu­di­zia­ria este­ra ese­gue at­ti pro­ce­du­ra­li in al­tri Can­to­ni, so­no ap­pli­ca­bi­li le di­spo­si­zio­ni con­cer­nen­ti l’as­si­sten­za giu­di­zia­ria na­zio­na­le.

6 I Can­to­ni di­sci­pli­na­no l’ul­te­rio­re pro­ce­du­ra.

21 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

Art. 55a Competenza del giudice dei provvedimenti coercitivi 22  

Se per ese­gui­re all’este­ro una mi­su­ra coer­ci­ti­va su do­man­da di as­si­sten­za giu­di­zia­ria pre­sen­ta­ta da un’au­to­ri­tà di per­se­gui­men­to pe­na­le sviz­ze­ra lo Sta­to ri­chie­sto esi­ge una de­ci­sio­ne giu­di­zia­le, l’ap­pro­va­zio­ne del­la mi­su­ra com­pe­te al giu­di­ce dei prov­ve­di­men­ti coer­ci­ti­vi.

22 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

Capitolo 6: Ricusazione

Art. 56 Motivi di ricusazione  

Chi ope­ra in se­no a un’au­to­ri­tà pe­na­le si ri­cu­sa se:

a.
ha un in­te­res­se per­so­na­le nel­la cau­sa;
b.
ha par­te­ci­pa­to al­la me­de­si­ma cau­sa in al­tra ve­ste, se­gna­ta­men­te co­me mem­bro di un’au­to­ri­tà, pa­tro­ci­na­to­re di una par­te, pe­ri­to o te­sti­mo­ne;
c.
è uni­to in ma­tri­mo­nio, vi­ve in unio­ne do­me­sti­ca re­gi­stra­ta o con­vi­ve di fat­to con una par­te, con il suo pa­tro­ci­na­to­re o con una per­so­na che ha par­te­ci­pa­to al­la me­de­si­ma cau­sa co­me mem­bro del­la giu­ri­sdi­zio­ne in­fe­rio­re;
d.
è pa­ren­te o af­fi­ne di una par­te in li­nea ret­ta o in li­nea col­la­te­ra­le fi­no al ter­zo gra­do in­clu­so;
e.
è pa­ren­te o af­fi­ne in li­nea ret­ta, o in li­nea col­la­te­ra­le fi­no al se­con­do gra­do in­clu­so, di un pa­tro­ci­na­to­re di una par­te op­pu­re di una per­so­na che ha par­te­ci­pa­to al­la me­de­si­ma cau­sa co­me mem­bro del­la giu­ri­sdi­zio­ne in­fe­rio­re;
f.
per al­tri mo­ti­vi, se­gna­ta­men­te a cau­sa di rap­por­ti di ami­ci­zia o di ini­mi­ci­zia con una par­te o con il suo pa­tro­ci­na­to­re, po­treb­be ave­re una pre­ven­zio­ne nel­la cau­sa.
Art. 57 Obbligo di comunicazione  

Chi ope­ra in se­no a un’au­to­ri­tà pe­na­le e si tro­va in un ca­so di ri­cu­sa­zio­ne lo co­mu­ni­ca tem­pe­sti­va­men­te a chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to.

Art. 58 Domanda di ricusazione  

1 La par­te che in­ten­de chie­de­re la ri­cu­sa­zio­ne di una per­so­na che ope­ra in se­no a un’au­to­ri­tà pe­na­le de­ve pre­sen­ta­re sen­za in­du­gio la re­la­ti­va do­man­da a chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to non ap­pe­na è a co­no­scen­za del mo­ti­vo di ri­cu­sa­zio­ne; de­ve ren­de­re ve­ro­si­mi­li i fat­ti su cui si fon­da la do­man­da.

2 Il ri­cu­san­do si pro­nun­cia sul­la do­man­da.

Art. 59 Decisione  

1 Se è in­vo­ca­to un mo­ti­vo di ri­cu­sa­zio­ne di cui all’ar­ti­co­lo 56 let­te­ra a o f op­pu­re se una per­so­na che ope­ra in se­no a un’au­to­ri­tà pe­na­le si op­po­ne al­la do­man­da di ri­cu­sa­zio­ne pre­sen­ta­ta da una par­te in vir­tù dell’ar­ti­co­lo 56 let­te­re b–e, de­ci­de sen­za ul­te­rio­re pro­ce­du­ra pro­ba­to­ria:23

a.
il pub­bli­co mi­ni­ste­ro, nei ca­si in cui è in­te­res­sa­ta la po­li­zia;
b.
la giu­ri­sdi­zio­ne di re­cla­mo, nei ca­si in cui so­no in­te­res­sa­ti il pub­bli­co mi­ni­ste­ro, le au­to­ri­tà pe­na­li del­le con­trav­ven­zio­ni o i tri­bu­na­li di pri­mo gra­do;
c.
il tri­bu­na­le d’ap­pel­lo, nei ca­si in cui so­no in­te­res­sa­ti la giu­ri­sdi­zio­ne di re­cla­mo o sin­go­li mem­bri del tri­bu­na­le d’ap­pel­lo;
d.24
il Tri­bu­na­le pe­na­le fe­de­ra­le, nei ca­si in cui è in­te­res­sa­to l’in­te­ro tri­bu­na­le d’ap­pel­lo di un Can­to­ne.

2 La de­ci­sio­ne è re­sa per scrit­to e mo­ti­va­ta.

3 Fi­no al­la de­ci­sio­ne il ri­cu­san­do con­ti­nua a eser­ci­ta­re la sua fun­zio­ne.

4 Se la do­man­da è ac­col­ta, le spe­se pro­ce­du­ra­li so­no ad­dos­sa­te ri­spet­ti­va­men­te al­la Con­fe­de­ra­zio­ne o al Can­to­ne. Se la do­man­da è re­spin­ta o è ma­ni­fe­sta­men­te tar­di­va o te­me­ra­ria, le spe­se so­no ad­dos­sa­te al ri­chie­den­te.

23 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

24 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 3 del­la LF del 17 mar. 2017 (Isti­tu­zio­ne di una cor­te d’ap­pel­lo in se­no al Tri­bu­na­le pe­na­le fe­de­ra­le), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2017 5769; FF 2013 6121, 2016 5587).

Art. 60 Conseguenze della violazione delle norme sulla ricusazione  

1 Gli at­ti uf­fi­cia­li ai qua­li ha par­te­ci­pa­to una per­so­na te­nu­ta a ri­cu­sar­si so­no an­nul­la­ti e ri­pe­tu­ti se una par­te lo do­man­da en­tro cin­que gior­ni da quel­lo in cui è ve­nu­ta a co­no­scen­za del­la de­ci­sio­ne di ri­cu­sa­zio­ne.

2 Le pro­ve già espe­ri­te ma non più ri­pe­ti­bi­li pos­so­no es­se­re non­di­me­no pre­se in con­si­de­ra­zio­ne dall’au­to­ri­tà pe­na­le.

3 Se il mo­ti­vo di ri­cu­sa­zio­ne è sco­per­to sol­tan­to do­po la chiu­su­ra del pro­ce­di­men­to, si ap­pli­ca­no le di­spo­si­zio­ni sul­la re­vi­sio­ne.

Capitolo 7: Direzione del procedimento

Art. 61 Competenza  

Il pro­ce­di­men­to è di­ret­to:

a.
si­no all’ab­ban­do­no del­lo stes­so o si­no al­la pro­mo­zio­ne dell’ac­cu­sa, dal pub­bli­co mi­ni­ste­ro;
b.
nel­la pro­ce­du­ra pe­na­le in ma­te­ria di con­trav­ven­zio­ni, dall’au­to­ri­tà pe­na­le del­le con­trav­ven­zio­ni;
c.
nel­la pro­ce­du­ra giu­di­zia­ria di­nan­zi a un’au­to­ri­tà giu­di­can­te col­le­gia­le, dal pre­si­den­te del col­le­gio;
d.
nel­la pro­ce­du­ra giu­di­zia­ria di­nan­zi a un’au­to­ri­tà giu­di­can­te mo­no­cra­ti­ca, dal giu­di­ce uni­co.
Art. 62 Compiti generali  

1 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to pren­de le di­spo­si­zio­ni at­te a ga­ran­ti­re che lo stes­so si svol­ga in mo­do ap­pro­pria­to e con­for­me al­la leg­ge.

2 Nel­la pro­ce­du­ra di­nan­zi a un’au­to­ri­tà giu­di­can­te col­le­gia­le, chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to eser­ci­ta tut­te le at­tri­bu­zio­ni che non so­no ri­ser­va­te al col­le­gio.

Art. 63 Polizia delle udienze  

1 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to prov­ve­de a far man­te­ne­re la si­cu­rez­za, la tran­quil­li­tà e l’or­di­ne du­ran­te le udien­ze.

2 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to può am­mo­ni­re le per­so­ne che ne tur­ba­no l’an­da­men­to od of­fen­do­no le con­ve­nien­ze. In ca­so di re­ci­di­va, può to­glier lo­ro la pa­ro­la, espel­ler­le dal­la sa­la d’udien­za e, se ne­ces­sa­rio, far­le cu­sto­di­re dal­la po­li­zia si­no al­la fi­ne dell’udien­za. Può al­tre­sì far sgom­be­ra­re la sa­la d’udien­za.

3 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to può chie­de­re l’aiu­to del­la po­li­zia com­pe­ten­te nel luo­go dell’at­to pro­ce­du­ra­le.

4 Se una par­te è al­lon­ta­na­ta, l’at­to pro­ce­du­ra­le pro­se­gue co­mun­que.

Art. 64 Sanzioni disciplinari  

1 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to può pu­ni­re con la mul­ta di­sci­pli­na­re fi­no a 1000 fran­chi le per­so­ne che ne tur­ba­no l’an­da­men­to, of­fen­do­no le con­ve­nien­ze o non ot­tem­pe­ra­no a di­spo­si­zio­ni or­di­na­to­rie.

2 Le mul­te di­sci­pli­na­ri in­flit­te dal pub­bli­co mi­ni­ste­ro e dai tri­bu­na­li di pri­mo gra­do pos­so­no es­se­re im­pu­gna­te en­tro die­ci gior­ni di­nan­zi al­la giu­ri­sdi­zio­ne di re­cla­mo. Que­sta de­ci­de de­fi­ni­ti­va­men­te.

Art. 65 Impugnabilità delle disposizioni ordinatorie del giudice  

1 Le di­spo­si­zio­ni or­di­na­to­rie del giu­di­ce pos­so­no es­se­re im­pu­gna­te sol­tan­to in­sie­me con la de­ci­sio­ne fi­na­le.

2 Le di­spo­si­zio­ni or­di­na­to­rie pre­se pri­ma del di­bat­ti­men­to da chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to in un’au­to­ri­tà giu­di­can­te col­le­gia­le pos­so­no, d’uf­fi­cio o su do­man­da, es­se­re mo­di­fi­ca­te o an­nul­la­te dal col­le­gio.

Capitolo 8: Norme procedurali generali

Sezione 1: Oralità, lingua

Art. 66 Oralità  

I pro­ce­di­men­ti di­nan­zi al­le au­to­ri­tà pe­na­li si svol­go­no oral­men­te in quan­to il pre­sen­te Co­di­ce non pre­scri­va la for­ma scrit­ta.

Art. 67 Lingue del procedimento  

1 La Con­fe­de­ra­zio­ne e i Can­to­ni de­si­gna­no le lin­gue in cui si svol­ge il pro­ce­di­men­to di­nan­zi al­le lo­ro au­to­ri­tà pe­na­li.

2 Le au­to­ri­tà pe­na­li can­to­na­li ese­guo­no tut­ti gli at­ti pro­ce­du­ra­li nel­le lin­gue che il Can­to­ne ha de­si­gna­to con­for­me­men­te al ca­po­ver­so 1; chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to può con­sen­ti­re de­ro­ghe.

Art. 68 Traduzioni  

1 Se un par­te­ci­pan­te al pro­ce­di­men­to non com­pren­de la lin­gua in cui si svol­ge il me­de­si­mo o non è in gra­do di espri­mer­si suf­fi­cien­te­men­te be­ne nel­la stes­sa, chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to fa ca­po a un tra­dut­to­re o in­ter­pre­te. Nei ca­si sem­pli­ci o ur­gen­ti può ri­nun­cia­re al tra­dut­to­re o all’in­ter­pre­te se egli stes­so e l’esten­so­re del ver­ba­le pa­dro­neg­gia­no suf­fi­cien­te­men­te la lin­gua del di­ret­to in­te­res­sa­to e que­sti vi ac­con­sen­te.

2 An­che se as­si­sti­to da un di­fen­so­re, l’im­pu­ta­to è in­for­ma­to in una lin­gua a lui com­pren­si­bi­le, oral­men­te o per scrit­to, al­me­no del con­te­nu­to es­sen­zia­le de­gli at­ti pro­ce­du­ra­li più im­por­tan­ti. Non può es­se­re pre­te­sa una tra­du­zio­ne in­te­gra­le di tut­ti gli at­ti pro­ce­du­ra­li e de­gli at­ti di cau­sa.

3 Gli at­ti che non so­no me­mo­rie o istan­ze del­le par­ti so­no all’oc­cor­ren­za tra­dot­ti per scrit­to o tra­dot­ti oral­men­te per il ver­ba­le.

4 Per la tra­du­zio­ne dell’in­ter­ro­ga­to­rio del­la vit­ti­ma di un rea­to con­tro l’in­te­gri­tà ses­sua­le si fa ca­po a una per­so­na del­lo stes­so ses­so se la vit­ti­ma lo do­man­da e se ciò è pos­si­bi­le sen­za ri­tar­da­re in­de­bi­ta­men­te il pro­ce­di­men­to.

5 Ai tra­dut­to­ri e agli in­ter­pre­ti si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia le di­spo­si­zio­ni con­cer­nen­ti i pe­ri­ti (art. 73, 105, 182–191).

Sezione 2: Pubblicità

Art. 69 Principi  

1 Le udien­ze di­nan­zi al tri­bu­na­le di pri­mo gra­do e al tri­bu­na­le d’ap­pel­lo, non­ché la co­mu­ni­ca­zio­ne ora­le del­le sen­ten­ze e del­le or­di­nan­ze di ta­li tri­bu­na­li so­no pub­bli­che, ad ec­ce­zio­ne del­le de­li­be­ra­zio­ni.

2 In ta­li ca­si, se le par­ti han­no ri­nun­cia­to a una pro­nun­cia pub­bli­ca del­la sen­ten­za o se è sta­to emes­so un de­cre­to d’ac­cu­sa, gli in­te­res­sa­ti pos­so­no pren­de­re vi­sio­ne del­la sen­ten­za o del de­cre­to d’ac­cu­sa.

3 Non so­no pub­bli­che:

a.
la pro­ce­du­ra pre­li­mi­na­re, fat­te sal­ve le co­mu­ni­ca­zio­ni del­le au­to­ri­tà pe­na­li al pub­bli­co;
b.
la pro­ce­du­ra di­nan­zi al giu­di­ce dei prov­ve­di­men­ti coer­ci­ti­vi;
c.
la pro­ce­du­ra di­nan­zi al­la giu­ri­sdi­zio­ne di re­cla­mo e, in quan­to si svol­ga per scrit­to, quel­la di­nan­zi al tri­bu­na­le d’ap­pel­lo;
d.
la pro­ce­du­ra del de­cre­to d’ac­cu­sa.

4 Chiun­que può as­si­ste­re al­le udien­ze pub­bli­che; le per­so­ne di età in­fe­rio­re ai 16 an­ni ne­ces­si­ta­no tut­ta­via dell’au­to­riz­za­zio­ne di chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to.

Art. 70 Restrizioni e porte chiuse  

1 Il giu­di­ce può di­spor­re che le udien­ze si svol­ga­no in tut­to o in par­te a por­te chiu­se:

a.
se la si­cu­rez­za o l’or­di­ne pub­bli­ci o in­te­res­si de­gni di pro­te­zio­ne di una per­so­na coin­vol­ta, se­gna­ta­men­te quel­li del­la vit­ti­ma, lo esi­go­no;
b.
in ca­so di for­te af­fluen­za.

2 Qua­lo­ra si pro­ce­da a por­te chiu­se, l’im­pu­ta­to, la vit­ti­ma e l’ac­cu­sa­to­re pri­va­to pos­so­no far­si ac­com­pa­gna­re al mas­si­mo da tre per­so­ne di fi­du­cia.

3 Il giu­di­ce può con­sen­ti­re a cro­ni­sti giu­di­zia­ri e ad al­tre per­so­ne che han­no un in­te­res­se le­git­ti­mo di as­si­ste­re, a de­ter­mi­na­te con­di­zio­ni, ad udien­ze non pub­bli­che ai sen­si del ca­po­ver­so 1.

4 Qua­lo­ra si sia pro­ce­du­to a por­te chiu­se, il giu­di­ce co­mu­ni­ca la sen­ten­za in udien­za pub­bli­ca o, se ne­ces­sa­rio, in­for­ma il pub­bli­co in al­tro mo­do ade­gua­to sull’esi­to del pro­ce­di­men­to.

Art. 71 Riprese audiovisive  

1 Non so­no per­mes­se ri­pre­se vi­si­ve o so­no­re all’in­ter­no dell’edi­fi­cio del tri­bu­na­le, non­ché ri­pre­se di at­ti pro­ce­du­ra­li ese­gui­ti in al­tro luo­go.

2 I tra­sgres­so­ri pos­so­no es­se­re pu­ni­ti con la mul­ta di­sci­pli­na­re di cui all’ar­ti­co­lo 64 ca­po­ver­so 1. Le ri­pre­se non au­to­riz­za­te pos­so­no es­se­re se­que­stra­te.

Art. 72 Cronaca giudiziaria  

La Con­fe­de­ra­zio­ne e i Can­to­ni pos­so­no di­sci­pli­na­re l’am­mis­sio­ne, i di­rit­ti e gli ob­bli­ghi dei cro­ni­sti giu­di­zia­ri.

Sezione 3: Segreto, informazione del pubblico, comunicazioni ad autorità

Art. 73 Obbligo del segreto  

1 I mem­bri del­le au­to­ri­tà pe­na­li, i lo­ro col­la­bo­ra­to­ri e i pe­ri­ti no­mi­na­ti dall’au­to­ri­tà pe­na­le ser­ba­no il se­gre­to sui fat­ti di cui ven­go­no a co­no­scen­za nell’eser­ci­zio del­la lo­ro at­ti­vi­tà uf­fi­cia­le.

2 Se lo sco­po del pro­ce­di­men­to o un in­te­res­se pri­va­to lo ri­chie­de, chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to può, ri­chia­ma­to l’ar­ti­co­lo 292 CP25, ob­bli­ga­re l’ac­cu­sa­to­re pri­va­to, al­tri par­te­ci­pan­ti al pro­ce­di­men­to e i lo­ro pa­tro­ci­na­to­ri a ser­ba­re il se­gre­to sul pro­ce­di­men­to me­de­si­mo e sul­le per­so­ne coin­vol­te. Ta­le ob­bli­go va li­mi­ta­to nel tem­po.

Art. 74 Informazione del pubblico  

1 Il pub­bli­co mi­ni­ste­ro e il giu­di­ce e, con il lo­ro con­sen­so, la po­li­zia pos­so­no in­for­ma­re il pub­bli­co su pro­ce­di­men­ti pen­den­ti se è ne­ces­sa­rio:

a.
af­fin­ché la po­po­la­zio­ne col­la­bo­ri a far lu­ce su rea­ti o al­la ri­cer­ca di in­di­zia­ti;
b.
per met­te­re in guar­dia o tran­quil­liz­za­re la po­po­la­zio­ne;
c.
per ret­ti­fi­ca­re no­ti­zie o vo­ci ine­sat­te;
d.
da­ta la par­ti­co­la­re im­por­tan­za del ca­so.

2 La po­li­zia, sen­za far no­mi, può inol­tre in­for­ma­re il pub­bli­co di pro­pria ini­zia­ti­va su in­ci­den­ti e rea­ti.

3 Il pub­bli­co è in­for­ma­to ri­spet­tan­do il prin­ci­pio del­la pre­sun­zio­ne di in­no­cen­za e i di­rit­ti del­la per­so­na­li­tà de­gli in­te­res­sa­ti.

4 Qua­lo­ra sia coin­vol­ta una vit­ti­ma, le au­to­ri­tà e i pri­va­ti pos­so­no, al di fuo­ri di una pro­ce­du­ra giu­di­zia­ria pub­bli­ca, di­vul­gar­ne l’iden­ti­tà o in­for­ma­zio­ni che ne con­sen­ta­no l’iden­ti­fi­ca­zio­ne sol­tan­to se:

a.
la col­la­bo­ra­zio­ne del­la po­po­la­zio­ne è ne­ces­sa­ria per far lu­ce su cri­mi­ni o per la ri­cer­ca di in­di­zia­ti; op­pu­re
b.
la vit­ti­ma o, se de­ce­du­ta, i suoi con­giun­ti vi ac­con­sen­to­no.
Art. 75 Comunicazioni ad altre autorità  

1 Se l’im­pu­ta­to sta scon­tan­do una pe­na o una mi­su­ra, le au­to­ri­tà pe­na­li in­for­ma­no le com­pe­ten­ti au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne ri­guar­do ai nuo­vi pro­ce­di­men­ti pe­na­li e al­le de­ci­sio­ni pro­nun­cia­te.

2 Se ne­ces­sa­rio per pro­teg­ge­re l’im­pu­ta­to, il dan­neg­gia­to o i lo­ro con­giun­ti, le au­to­ri­tà pe­na­li in­for­ma­no i ser­vi­zi so­cia­li e le au­to­ri­tà di pro­te­zio­ne dei mi­no­ri e de­gli adul­ti ri­guar­do ai pro­ce­di­men­ti pe­na­li av­via­ti e al­le de­ci­sio­ni pro­nun­cia­te.26

3 Se nell’am­bi­to di un pro­ce­di­men­to ine­ren­te a un rea­to in cui so­no coin­vol­ti mi­no­ren­ni ac­cer­ta­no che so­no ne­ces­sa­ri ul­te­rio­ri prov­ve­di­men­ti, le au­to­ri­tà pe­na­li ne in­for­ma­no sen­za in­du­gio le au­to­ri­tà di pro­te­zio­ne dei mi­no­ri.27

3bis Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to in­for­ma l’Ag­grup­pa­men­to Di­fe­sa ri­guar­do ai pro­ce­di­men­ti pe­na­li pen­den­ti nei con­fron­ti di mi­li­ta­ri o per­so­ne sog­get­te all’ob­bli­go di le­va, se sus­si­sto­no se­ri se­gni o in­di­zi che que­sti pos­sa­no espor­re a pe­ri­co­lo se stes­si o ter­zi con un’ar­ma da fuo­co.28

4 La Con­fe­de­ra­zio­ne e i Can­to­ni pos­so­no ob­bli­ga­re o au­to­riz­za­re le au­to­ri­tà pe­na­li a for­ni­re ul­te­rio­ri in­for­ma­zio­ni ad au­to­ri­tà.

26 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 15 dic. 2017 (Pro­te­zio­ne dei mi­no­ren­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 2947; FF 2015 2751).

27 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 2 del­la LF del 15 dic. 2017 (Pro­te­zio­ne dei mi­no­ren­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2019 (RU 2018 2947; FF 2015 2751).

28 In­tro­dot­to dal n. I 2 del­la LF del 25 set. 2015 sul mi­glio­ra­men­to del­lo scam­bio d’in­for­ma­zio­ni tra au­to­ri­tà in ma­te­ria di ar­mi (RU 2016 1831; FF 2014 277). Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 3 del­la LF 18 mar. 2016, in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 4277, 2017 2297; FF 20145939).

Sezione 4: Verbali

Art. 76 Disposizioni generali  

1 Le de­po­si­zio­ni del­le par­ti, le de­ci­sio­ni ora­li del­le au­to­ri­tà e tut­ti gli al­tri at­ti pro­ce­du­ra­li non ese­gui­ti per scrit­to so­no mes­si a ver­ba­le.

2 L’esten­so­re del ver­ba­le, chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to e, se del ca­so, il tra­dut­to­re o in­ter­pre­te at­te­sta­no l’esat­tez­za del ver­ba­le.

3 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to è re­spon­sa­bi­le del­la ver­ba­liz­za­zio­ne com­ple­ta ed esat­ta de­gli at­ti pro­ce­du­ra­li.

4 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to può di­spor­re che la ver­ba­liz­za­zio­ne de­gli at­ti pro­ce­du­ra­li av­ven­ga non sol­tan­to per scrit­to, ben­sì an­che, in tut­to o in par­te, me­dian­te sup­por­ti so­no­ri o vi­si­vi. Ne in­for­ma pre­via­men­te i pre­sen­ti.

Art. 77 Verbali del procedimento  

I ver­ba­li del pro­ce­di­men­to ri­por­ta­no tut­ti gli at­ti pro­ce­du­ra­li es­sen­zia­li in­for­man­do se­gna­ta­men­te su:

a.
la na­tu­ra, il luo­go, la da­ta e l’ora;
b.
il no­me dei mem­bri del­le au­to­ri­tà che vi han­no par­te­ci­pa­to, non­ché il no­me del­le par­ti, dei lo­ro pa­tro­ci­na­to­ri e del­le al­tre per­so­ne pre­sen­ti;
c.
le istan­ze e con­clu­sio­ni del­le par­ti;
d.
il fat­to che gli in­ter­ro­ga­ti so­no sta­ti rag­gua­glia­ti sui lo­ro di­rit­ti e ob­bli­ghi;
e.
le de­po­si­zio­ni de­gli in­ter­ro­ga­ti;
f.
lo svol­gi­men­to del pro­ce­di­men­to, le di­spo­si­zio­ni pre­se dall’au­to­ri­tà pe­na­le e l’os­ser­van­za dei re­qui­si­ti for­ma­li dei sin­go­li at­ti pro­ce­du­ra­li;
g.
gli at­ti di cau­sa e al­tri ele­men­ti di pro­va pro­dot­ti dai par­te­ci­pan­ti al pro­ce­di­men­to o ac­qui­si­ti in al­tro mo­do du­ran­te lo stes­so;
h.
le de­ci­sio­ni e la lo­ro mo­ti­va­zio­ne, in quan­to un esem­pla­re del­le stes­se non sia al­le­ga­to agli at­ti.
Art. 78 Verbali d’interrogatorio in generale 29  

1 Le de­po­si­zio­ni del­le par­ti, dei te­sti­mo­ni, del­le per­so­ne in­for­ma­te sui fat­ti e dei pe­ri­ti so­no mes­se a ver­ba­le se­du­ta stan­te.

2 Il ver­ba­le è ste­so nel­la lin­gua in cui si svol­ge il pro­ce­di­men­to; tut­ta­via le de­po­si­zio­ni es­sen­zia­li so­no per quan­to pos­si­bi­le ver­ba­liz­za­te nel­la lin­gua in cui si è espres­so l’in­ter­ro­ga­to.

3 Le do­man­de e ri­spo­ste de­ter­mi­nan­ti so­no ver­ba­liz­za­te te­stual­men­te.

4 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to può con­sen­ti­re all’in­ter­ro­ga­to di det­ta­re per­so­nal­men­te la sua de­po­si­zio­ne.

5 Il ver­ba­le dell’in­ter­ro­ga­to­rio è im­me­dia­ta­men­te let­to o da­to da leg­ge­re all’in­ter­ro­ga­to. Pre­sa co­no­scen­za del ver­ba­le, que­sti lo fir­ma e ne vi­sta ogni pa­gi­na. Se ri­fiu­ta di leg­ge­re in­te­gral­men­te il ver­ba­le o di fir­mar­lo, il ri­fiu­to e i mo­ti­vi in­vo­ca­ti so­no an­no­ta­ti nel ver­ba­le me­de­si­mo.

5bis ...30

6 Se l’in­ter­ro­ga­to­rio si svol­ge per vi­deo­con­fe­ren­za, la di­chia­ra­zio­ne ora­le dell’in­ter­ro­ga­to di aver pre­so co­no­scen­za del ver­ba­le so­sti­tui­sce la fir­ma e il vi­sto. Ta­le di­chia­ra­zio­ne è an­no­ta­ta nel ver­ba­le me­de­si­mo.

7 I ver­ba­li ma­no­scrit­ti non ben leg­gi­bi­li e le de­po­si­zio­ni re­gi­stra­te ste­no­gra­fi­ca­men­te so­no tra­scrit­ti sen­za in­du­gio in bel­la co­pia. Gli ap­pun­ti so­no con­ser­va­ti si­no al­la chiu­su­ra del pro­ce­di­men­to.31

29 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

30 In­tro­dot­to dal n. I 2 del­la LF del 28 set. 2012 (Di­spo­si­zio­ni sul­la ver­ba­liz­za­zio­ne) (RU 2013 851; FF 201250435055). Abro­ga­to dal n. I del­la LF del 17 giu. 2022, con ef­fet­to dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

31 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I 2 del­la LF del 28 set. 2012 (Di­spo­si­zio­ni sul­la ver­ba­liz­za­zio­ne), in vi­go­re dal 1° mag. 2013 (RU 2013 851; FF 201250435055).

Art. 78a Verbali in caso di registrazione dell’interrogatorio 32  

Se l’in­ter­ro­ga­to­rio è re­gi­stra­to me­dian­te di­spo­si­ti­vi tec­ni­ci, si ap­pli­ca­no le se­guen­ti de­ro­ghe al­le re­go­le ge­ne­ra­li (art. 78):

a.
il ver­ba­le può es­se­re re­dat­to do­po l’in­ter­ro­ga­to­rio, sul­la ba­se del­le re­gi­stra­zio­ni; de­ve tut­ta­via es­se­re re­dat­to di nor­ma en­tro set­te gior­ni dall’in­ter­ro­ga­to­rio;
b.
l’au­to­ri­tà in­ter­ro­gan­te può ri­nun­cia­re a leg­ge­re o a da­re da leg­ge­re il ver­ba­le all’in­ter­ro­ga­to e a far­glie­lo fir­ma­re e vi­sta­re;
c.
la re­gi­stra­zio­ne dell’in­ter­ro­ga­to­rio è im­me­dia­ta­men­te ac­qui­si­ta agli at­ti.

32 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

Art. 79 Rettifica  

1 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to ret­ti­fi­ca le svi­ste ma­ni­fe­ste in­sie­me con l’esten­so­re del ver­ba­le; ne in­for­ma suc­ces­si­va­men­te le par­ti.

2 Sul­le istan­ze di ret­ti­fi­ca del ver­ba­le de­ci­de chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to.

3 Le ret­ti­fi­che, le mo­di­fi­che, le can­cel­la­tu­re e le ag­giun­te so­no au­ten­ti­ca­te dall’esten­so­re del ver­ba­le e da chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to. Le mo­di­fi­che ma­te­ria­li so­no ese­gui­te in mo­do da la­scia­re ri­co­no­sci­bi­le il te­sto ori­gi­na­rio.

Sezione 5: Decisioni

Art. 80 Forma  

1 Le de­ci­sio­ni di me­ri­to su que­stio­ni pe­na­li e ci­vi­li non­ché le de­ci­sio­ni in­di­pen­den­ti suc­ces­si­ve e le de­ci­sio­ni in­di­pen­den­ti di con­fi­sca ri­ve­sto­no la for­ma del­la sen­ten­za.33 Le al­tre de­ci­sio­ni ri­ve­sto­no la for­ma dell’or­di­nan­za, se pro­nun­cia­te da un’au­to­ri­tà col­le­gia­le, o del de­cre­to, se pro­nun­cia­te da un’au­to­ri­tà mo­no­cra­ti­ca. So­no fat­te sal­ve le di­spo­si­zio­ni con­cer­nen­ti la pro­ce­du­ra del de­cre­to d’ac­cu­sa.

2 Le de­ci­sio­ni so­no emes­se per scrit­to e mo­ti­va­te. So­no fir­ma­te da chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to e dall’esten­so­re del ver­ba­le e no­ti­fi­ca­te al­le par­ti.

3 I de­cre­ti e le or­di­nan­ze or­di­na­to­ri sem­pli­ci non ne­ces­si­ta­no né di una ste­su­ra se­pa­ra­ta né di una mo­ti­va­zio­ne; so­no an­no­ta­ti a ver­ba­le e co­mu­ni­ca­ti al­le par­ti in mo­do ap­pro­pria­to.

33 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

Art. 81 Contenuto delle decisioni finali  

1 Le sen­ten­ze e le al­tre de­ci­sio­ni che con­clu­do­no il pro­ce­di­men­to con­ten­go­no:

a.
un’in­tro­du­zio­ne;
b.
una mo­ti­va­zio­ne;
c.
un di­spo­si­ti­vo;
d.
se im­pu­gna­bi­li, l’in­di­ca­zio­ne dei ri­me­di giu­ri­di­ci.

2 L’in­tro­du­zio­ne con­tie­ne:

a.
la de­si­gna­zio­ne dell’au­to­ri­tà pe­na­le e dei suoi mem­bri che han­no par­te­ci­pa­to al­la de­ci­sio­ne;
b.
la da­ta del­la de­ci­sio­ne;
c.
una suf­fi­cien­te de­si­gna­zio­ne del­le par­ti e dei lo­ro pa­tro­ci­na­to­ri;
d.
nel­le sen­ten­ze, le con­clu­sio­ni del­le par­ti.

3 La mo­ti­va­zio­ne con­tie­ne:

a.
nel­le sen­ten­ze, l’ap­prez­za­men­to di fat­to e di di­rit­to del com­por­ta­men­to con­te­sta­to all’im­pu­ta­to e i mo­ti­vi del­le san­zio­ni, del­le con­se­guen­ze ac­ces­so­rie non­ché di quel­le re­la­ti­ve al­le spe­se e in­den­ni­tà;
b.
nel­le al­tre de­ci­sio­ni che con­clu­do­no il pro­ce­di­men­to, le ra­gio­ni del­la so­lu­zio­ne adot­ta­ta.

4 Il di­spo­si­ti­vo con­tie­ne:

a.
l’in­di­ca­zio­ne del­le di­spo­si­zio­ni di leg­ge ap­pli­ca­te;
b.
nel­le sen­ten­ze, la de­ci­sio­ne re­la­ti­va al­la col­pe­vo­lez­za e al­la san­zio­ne, al­le spe­se e in­den­ni­tà non­ché al­le even­tua­li azio­ni ci­vi­li;
c.
nel­le al­tre de­ci­sio­ni che con­clu­do­no il pro­ce­di­men­to, la di­chia­ra­zio­ne di con­clu­sio­ne del­lo stes­so;
d.
le de­ci­sio­ni giu­di­zia­rie suc­ces­si­ve;
e.
la de­ci­sio­ne con­cer­nen­te le con­se­guen­ze ac­ces­so­rie;
f.
la de­si­gna­zio­ne del­le per­so­ne e au­to­ri­tà che ri­ce­vo­no una co­pia del­la de­ci­sio­ne o del di­spo­si­ti­vo.
Art. 82 Limitazioni dell’obbligo di motivazione  

1 Il tri­bu­na­le di pri­mo gra­do ri­nun­cia a una mo­ti­va­zio­ne scrit­ta se:

a.
mo­ti­va oral­men­te la sen­ten­za; e
b.34
non pro­nun­cia una pe­na de­ten­ti­va su­pe­rio­re a due an­ni, un in­ter­na­men­to se­con­do l’ar­ti­co­lo 64 CP35, un trat­ta­men­to se­con­do l’ar­ti­co­lo 59 CP op­pu­re una pri­va­zio­ne di li­ber­tà di ol­tre due an­ni con­se­guen­te al­la re­vo­ca si­mul­ta­nea del­la so­spen­sio­ne con­di­zio­na­le di san­zio­ni.

2 Il tri­bu­na­le di pri­mo gra­do no­ti­fi­ca suc­ces­si­va­men­te al­le par­ti una sen­ten­za mo­ti­va­ta se:

a.
una par­te lo do­man­da en­tro die­ci gior­ni dal­la no­ti­fi­ca­zio­ne del di­spo­si­ti­vo;
b.
una par­te in­ter­po­ne ri­cor­so.

3 Se so­lo l’ac­cu­sa­to­re pri­va­to do­man­da una sen­ten­za mo­ti­va­ta o in­ter­po­ne ri­cor­so, il tri­bu­na­le di pri­mo gra­do mo­ti­va la sen­ten­za sol­tan­to nel­la mi­su­ra in cui con­cer­ne il com­por­ta­men­to pu­ni­bi­le che ha ar­re­ca­to pre­giu­di­zio all’ac­cu­sa­to­re pri­va­to e le pre­te­se ci­vi­li del­lo stes­so.

4 Nel­la pro­ce­du­ra di ri­cor­so, il giu­di­ce può ri­man­da­re al­la mo­ti­va­zio­ne del­la giu­ri­sdi­zio­ne in­fe­rio­re per quan­to con­cer­ne l’ap­prez­za­men­to di fat­to e di di­rit­to dei fat­ti con­te­sta­ti all’im­pu­ta­to.

34 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

35 RS 311.0

Art. 83 Interpretazione e rettifica delle decisioni  

1 Se il di­spo­si­ti­vo di una de­ci­sio­ne è po­co chia­ro, con­trad­dit­to­rio o in­com­ple­to o è in con­trad­di­zio­ne con la mo­ti­va­zio­ne, l’au­to­ri­tà pe­na­le che ha pro­nun­cia­to la de­ci­sio­ne la in­ter­pre­ta o la ret­ti­fi­ca ad istan­za di par­te o d’uf­fi­cio.

2 L’istan­za è pre­sen­ta­ta per scrit­to; vi de­vo­no es­se­re in­di­ca­ti i pas­sag­gi con­te­sta­ti o le mo­di­fi­che au­spi­ca­te.

3 L’au­to­ri­tà pe­na­le dà al­le al­tre par­ti l’op­por­tu­ni­tà di pro­nun­ciar­si sull’istan­za.

4 La de­ci­sio­ne in­ter­pre­ta­ta o ret­ti­fi­ca­ta è co­mu­ni­ca­ta al­le par­ti.

Sezione 6: Comunicazione delle decisioni e notificazione

Art. 84 Comunicazione delle decisioni  

1 Se la pro­ce­du­ra è pub­bli­ca, il giu­di­ce co­mu­ni­ca oral­men­te la sen­ten­za a de­li­be­ra­zio­ne con­clu­sa, mo­ti­van­do­la suc­cin­ta­men­te.

2 Il giu­di­ce con­se­gna al­le par­ti il di­spo­si­ti­vo del­la sen­ten­za al­la fi­ne del di­bat­ti­men­to o lo no­ti­fi­ca lo­ro en­tro cin­que gior­ni.

3 Se non può pro­nun­cia­re im­me­dia­ta­men­te la sen­ten­za, il giu­di­ce vi prov­ve­de ap­pe­na pos­si­bi­le e co­mu­ni­ca la sen­ten­za in un nuo­vo di­bat­ti­men­to. Se in tal ca­so le par­ti ri­nun­cia­no al­la co­mu­ni­ca­zio­ne pub­bli­ca del­la sen­ten­za, il giu­di­ce no­ti­fi­ca lo­ro il di­spo­si­ti­vo su­bi­to do­po aver de­li­be­ra­to.

4 Se de­ve mo­ti­va­re la sen­ten­za, il giu­di­ce la no­ti­fi­ca en­tro 60 gior­ni, ec­ce­zio­nal­men­te en­tro 90 gior­ni, all’im­pu­ta­to e al pub­bli­co mi­ni­ste­ro con la mo­ti­va­zio­ne com­ple­ta e al­le al­tre par­ti sol­tan­to con i pun­ti con­cer­nen­ti le lo­ro con­clu­sio­ni.

5 L’au­to­ri­tà pe­na­le co­mu­ni­ca per scrit­to od oral­men­te al­le par­ti i de­cre­ti o le or­di­nan­ze or­di­na­to­ri sem­pli­ci.

6 Le de­ci­sio­ni so­no co­mu­ni­ca­te al­le al­tre au­to­ri­tà de­si­gna­te dal di­rit­to fe­de­ra­le e dal di­rit­to can­to­na­le; le de­ci­sio­ni su ri­cor­so so­no co­mu­ni­ca­te an­che al­la giu­ri­sdi­zio­ne in­fe­rio­re e le de­ci­sio­ni pas­sa­te in giu­di­ca­to, se ne­ces­sa­rio, al­le au­to­ri­tà d’ese­cu­zio­ne e a quel­le del ca­sel­la­rio giu­di­zia­le.

Art. 85 Forma delle comunicazioni e della notificazione  

1 Sal­vo che il pre­sen­te Co­di­ce di­spon­ga al­tri­men­ti, le co­mu­ni­ca­zio­ni del­le au­to­ri­tà pe­na­li ri­ve­sto­no la for­ma scrit­ta.

2 La no­ti­fi­ca­zio­ne è fat­ta me­dian­te in­vio po­sta­le rac­co­man­da­to o in al­tro mo­do con­tro ri­ce­vu­ta, se­gna­ta­men­te per il tra­mi­te del­la po­li­zia.

3 La no­ti­fi­ca­zio­ne è con­si­de­ra­ta av­ve­nu­ta quan­do l’in­vio è pre­so in con­se­gna dal de­sti­na­ta­rio op­pu­re da un suo im­pie­ga­to o da una per­so­na che vi­ve nel­la stes­sa eco­no­mia do­me­sti­ca aven­ti al­me­no 16 an­ni. So­no fat­ti sal­vi i ca­si in cui le au­to­ri­tà pe­na­li di­spon­go­no che una co­mu­ni­ca­zio­ne sia no­ti­fi­ca­ta per­so­nal­men­te al de­sti­na­ta­rio.

4 La no­ti­fi­ca­zio­ne è pu­re con­si­de­ra­ta av­ve­nu­ta:

a.
in ca­so di in­vio po­sta­le rac­co­man­da­to non ri­ti­ra­to, il set­ti­mo gior­no dal ten­ta­ti­vo di con­se­gna in­frut­tuo­so, sem­pre che il de­sti­na­ta­rio do­ves­se aspet­tar­si una no­ti­fi­ca­zio­ne;
b.
in ca­so di no­ti­fi­ca­zio­ne in ma­ni pro­prie, quan­do il de­sti­na­ta­rio ri­fiu­ta la con­se­gna e il la­to­re ne at­te­sta il ri­fiu­to, il gior­no del ri­fiu­to.
Art. 86 Notificazione per via elettronica 36  

1 Con il con­sen­so del di­ret­to in­te­res­sa­to, le co­mu­ni­ca­zio­ni pos­so­no es­se­re no­ti­fi­ca­te per via elet­tro­ni­ca. So­no mu­ni­te di una fir­ma elet­tro­ni­ca se­con­do la leg­ge del 18 mar­zo 201637 sul­la fir­ma elet­tro­ni­ca.

2 Il Con­si­glio fe­de­ra­le di­sci­pli­na:

a.
la fir­ma da uti­liz­za­re;
b.
il for­ma­to del­le co­mu­ni­ca­zio­ni e dei re­la­ti­vi al­le­ga­ti;
c.
le mo­da­li­tà di tra­smis­sio­ne;
d.
il mo­men­to in cui la co­mu­ni­ca­zio­ne è con­si­de­ra­ta no­ti­fi­ca­ta.

36 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 7 del­la L del 18 mar. 2016 sul­la fir­ma elet­tro­ni­ca, in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2016 4651; FF 2014 913).

37 RS 943.03

Art. 87 Recapito  

1 Le co­mu­ni­ca­zio­ni so­no no­ti­fi­ca­te al do­mi­ci­lio, al­la di­mo­ra abi­tua­le o al­la se­de del de­sti­na­ta­rio.

2 Le par­ti e i pa­tro­ci­na­to­ri con do­mi­ci­lio, di­mo­ra abi­tua­le o se­de all’este­ro de­vo­no de­si­gna­re un re­ca­pi­to in Sviz­ze­ra; so­no fat­ti sal­vi gli ac­cor­di in­ter­na­zio­na­li se­con­do cui le co­mu­ni­ca­zio­ni pos­so­no es­se­re no­ti­fi­ca­te di­ret­ta­men­te.

3 Le co­mu­ni­ca­zio­ni de­sti­na­te al­le par­ti che han­no de­si­gna­to un pa­tro­ci­na­to­re so­no no­ti­fi­ca­te va­li­da­men­te a que­st’ul­ti­mo.

4 Se una par­te de­ve com­pa­ri­re per­so­nal­men­te a un’udien­za o com­pie­re di per­so­na at­ti pro­ce­du­ra­li, la co­mu­ni­ca­zio­ne le è di­ret­ta­men­te no­ti­fi­ca­ta. Una co­pia del­la co­mu­ni­ca­zio­ne è no­ti­fi­ca­ta al pa­tro­ci­na­to­re.

Art. 88 Pubblicazione  

1 La no­ti­fi­ca­zio­ne è fat­ta me­dian­te pub­bli­ca­zio­ne nel Fo­glio uf­fi­cia­le de­si­gna­to dal­la Con­fe­de­ra­zio­ne o dal Can­to­ne se:

a.
il luo­go di sog­gior­no del de­sti­na­ta­rio è igno­to e non può es­se­re in­di­vi­dua­to nem­me­no con de­bi­te, ra­gio­ne­vo­li ri­cer­che;
b.
una no­ti­fi­ca­zio­ne è im­pos­si­bi­le o do­ves­se com­por­ta­re com­pli­ca­zio­ni straor­di­na­rie;
c.
una par­te o il suo pa­tro­ci­na­to­re con do­mi­ci­lio, di­mo­ra abi­tua­le o se­de all’este­ro non han­no de­si­gna­to un re­ca­pi­to in Sviz­ze­ra.

2 La no­ti­fi­ca­zio­ne è con­si­de­ra­ta av­ve­nu­ta il gior­no del­la pub­bli­ca­zio­ne.

3 Del­le de­ci­sio­ni fi­na­li è pub­bli­ca­to sol­tan­to il di­spo­si­ti­vo.

4 I de­cre­ti d’ab­ban­do­no e i de­cre­ti d’ac­cu­sa so­no re­pu­ta­ti no­ti­fi­ca­ti an­che se non pub­bli­ca­ti.

Sezione 7: Termini e date d’udienza

Art. 89 Disposizioni generali  

1 I ter­mi­ni le­ga­li so­no im­pro­ro­ga­bi­li.

2 Nel pro­ce­di­men­to pe­na­le non vi so­no fe­rie giu­di­zia­rie.

Art. 90 Decorrenza e computo dei termini  

1 I ter­mi­ni la cui de­cor­ren­za di­pen­de da una no­ti­fi­ca­zio­ne o dal ve­ri­fi­car­si di un even­to de­cor­ro­no dal gior­no suc­ces­si­vo.

2 Se l’ul­ti­mo gior­no del ter­mi­ne è un sa­ba­to, una do­me­ni­ca o un gior­no ri­co­no­sciu­to fe­sti­vo dal di­rit­to fe­de­ra­le o can­to­na­le, il ter­mi­ne sca­de il pri­mo gior­no fe­ria­le se­guen­te. È de­ter­mi­nan­te il di­rit­to del Can­to­ne in cui ha do­mi­ci­lio o se­de la par­te o il suo pa­tro­ci­na­to­re.38

38 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 7 del­la L del 19 mar. 2010 sull’or­ga­niz­za­zio­ne del­le au­to­ri­tà pe­na­li, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 20103267;FF 2008 7093).

Art. 91 Osservanza dei termini  

1 Il ter­mi­ne è os­ser­va­to se l’at­to pro­ce­du­ra­le è com­piu­to pres­so l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te al più tar­di l’ul­ti­mo gior­no.

2 Le istan­ze o me­mo­rie de­vo­no es­se­re con­se­gna­te al più tar­di l’ul­ti­mo gior­no del ter­mi­ne pres­so l’au­to­ri­tà pe­na­le op­pu­re, all’in­di­riz­zo di que­sta, pres­so la po­sta sviz­ze­ra, una rap­pre­sen­tan­za di­plo­ma­ti­ca o con­so­la­re sviz­ze­ra op­pu­re, qua­lo­ra pro­ven­ga­no da per­so­ne in sta­to di car­ce­ra­zio­ne, al­la di­re­zio­ne del­lo sta­bi­li­men­to.

3 In ca­so di tra­smis­sio­ne per via elet­tro­ni­ca, per l’os­ser­van­za di un ter­mi­ne è de­ter­mi­nan­te il mo­men­to in cui è ri­la­scia­ta la ri­ce­vu­ta at­te­stan­te che la par­te ha ese­gui­to tut­te le ope­ra­zio­ni ne­ces­sa­rie per la tra­smis­sio­ne.39

4 Il ter­mi­ne è re­pu­ta­to os­ser­va­to an­che quan­do la me­mo­ria o l’istan­za per­vie­ne al più tar­di l’ul­ti­mo gior­no del ter­mi­ne a un’au­to­ri­tà sviz­ze­ra non com­pe­ten­te. Que­sta la inol­tra sen­za in­du­gio all’au­to­ri­tà pe­na­le com­pe­ten­te.

5 Il ter­mi­ne di pa­ga­men­to a un’au­to­ri­tà pe­na­le è os­ser­va­to se l’im­por­to do­vu­to è ver­sa­to al­la po­sta sviz­ze­ra, op­pu­re ad­de­bi­ta­to a un con­to po­sta­le o ban­ca­rio in Sviz­ze­ra, in fa­vo­re dell’au­to­ri­tà pe­na­le, al più tar­di l’ul­ti­mo gior­no del ter­mi­ne.

39 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 7 del­la L del 18 mar. 2016 sul­la fir­ma elet­tro­ni­ca, in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2016 4651; FF 2014 913).

Art. 92 Proroga di termini e differimento di udienze  

Le au­to­ri­tà pos­so­no, d’uf­fi­cio o su do­man­da, pro­ro­ga­re o dif­fe­ri­re i ter­mi­ni e le udien­ze da es­se fis­sa­ti. La do­man­da dev’es­se­re tem­pe­sti­va e suf­fra­ga­ta da per­ti­nen­ti mo­ti­vi.

Art. 93 Inosservanza  

Vi è inos­ser­van­za di un ter­mi­ne quan­do una par­te non com­pie tem­pe­sti­va­men­te un at­to pro­ce­du­ra­le op­pu­re non com­pa­re a un’udien­za.

Art. 94 Restituzione  

1 La par­te che, non aven­do os­ser­va­to un ter­mi­ne, ha su­bì­to un pre­giu­di­zio giu­ri­di­co im­por­tan­te e ir­ri­me­dia­bi­le può chie­der­ne la re­sti­tu­zio­ne; a tal fi­ne de­ve ren­der ve­ro­si­mi­le di non ave­re col­pa dell’inos­ser­van­za.

2 L’istan­za di re­sti­tu­zio­ne va mo­ti­va­ta e pre­sen­ta­ta per scrit­to en­tro 30 gior­ni dal­la ces­sa­zio­ne del mo­ti­vo dell’inos­ser­van­za all’au­to­ri­tà pres­so cui avreb­be do­vu­to es­se­re com­piu­to l’at­to pro­ce­du­ra­le omes­so. En­tro lo stes­so ter­mi­ne oc­cor­re com­pie­re l’at­to omes­so.

3 L’istan­za di re­sti­tu­zio­ne ha ef­fet­to so­spen­si­vo sol­tan­to se l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te lo ac­cor­da.

4 Sull’istan­za di re­sti­tu­zio­ne de­ci­de l’au­to­ri­tà pe­na­le in pro­ce­du­ra scrit­ta.

5 I ca­po­ver­si 1–4 si ap­pli­ca­no per ana­lo­gia al­la man­ca­ta com­pa­ri­zio­ne al­le udien­ze. Se la re­sti­tu­zio­ne è con­ces­sa, chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to fis­sa una nuo­va udien­za. So­no fat­te sal­ve le di­spo­si­zio­ni sul­la pro­ce­du­ra con­tu­ma­cia­le.

Sezione 8: Trattamento di dati

Art. 95 Raccolta di dati personali  

1 I da­ti per­so­na­li so­no rac­col­ti pres­so l’in­te­res­sa­to op­pu­re in mo­do per que­sti rav­vi­sa­bi­le, sem­pre che il pro­ce­di­men­to non ne ri­sul­ti com­pro­mes­so o sia re­so spro­por­zio­na­ta­men­te one­ro­so.

2 Se non po­te­va rav­vi­sa­re di es­se­re og­get­to di una rac­col­ta di da­ti, l’in­te­res­sa­to de­ve es­ser­ne im­me­dia­ta­men­te in­for­ma­to. Si può ri­nun­cia­re all’in­for­ma­zio­ne o dif­fe­rir­la per pro­teg­ge­re in­te­res­si pub­bli­ci o pri­va­ti pre­pon­de­ran­ti.

Art. 95a Trattamento di dati personali 40  

Quan­do trat­ta­no da­ti per­so­na­li, le au­to­ri­tà pe­na­li com­pe­ten­ti prov­ve­do­no a di­stin­gue­re nel­la mi­su­ra del pos­si­bi­le:

a.
le di­ver­se ca­te­go­rie di in­te­res­sa­ti;
b.
i da­ti per­so­na­li fon­da­ti su fat­ti da quel­li fon­da­ti su va­lu­ta­zio­ni per­so­na­li.

40 In­tro­dot­to dal n. II 3 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

Art. 96 Comunicazione e utilizzazione in procedimenti pendenti  

1 Se è pre­su­mi­bi­le che pos­sa­no for­ni­re chia­ri­men­ti es­sen­zia­li, l’au­to­ri­tà pe­na­le può co­mu­ni­ca­re i da­ti per­so­na­li re­la­ti­vi a un pro­ce­di­men­to pen­den­te af­fin­ché sia­no uti­liz­za­ti in un al­tro pro­ce­di­men­to pen­den­te.

2 So­no fat­ti sal­vi:

a.41
gli ar­ti­co­li 14 e 20 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 21 mar­zo 199742 sul­le mi­su­re per la sal­va­guar­dia del­la si­cu­rez­za in­ter­na;
abis.43
gli ar­ti­co­li 19 e 20 del­la leg­ge fe­de­ra­le del 25 set­tem­bre 201544 sul­le at­ti­vi­tà in­for­ma­ti­ve;
b.
le di­spo­si­zio­ni del­la leg­ge fe­de­ra­le del 13 giu­gno 200845 sui si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne di po­li­zia del­la Con­fe­de­ra­zio­ne;
c.
le di­spo­si­zio­ni del­la leg­ge fe­de­ra­le del 7 ot­to­bre 199446 su­gli Uf­fi­ci cen­tra­li di po­li­zia giu­di­zia­ria del­la Con­fe­de­ra­zio­ne.47

41 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

42 RS 120

43 In­tro­dot­ta dal n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

44 RS 121

45 RS 361

46 RS 360

47 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 2 n. I 1 lett. a del­la LF del 13 giu. 2008 sui si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne di po­li­zia del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2008 4989; FF 2006 4631).

Art. 97 Diritti d’informazione durante la pendenza del procedimento  

Fin­tan­to che il pro­ce­di­men­to è pen­den­te, le par­ti e gli al­tri par­te­ci­pan­ti al pro­ce­di­men­to han­no di­rit­to di es­se­re in­for­ma­ti sui da­ti per­so­na­li trat­ta­ti che li con­cer­no­no, con­for­me­men­te al di­rit­to lo­ro spet­tan­te di esa­mi­na­re gli at­ti.

Art. 98 Rettifica di dati  

1 Qua­lo­ra da­ti per­so­na­li si ri­ve­li­no ine­sat­ti, le au­to­ri­tà pe­na­li com­pe­ten­ti li ret­ti­fi­ca­no sen­za in­du­gio.

2 Le au­to­ri­tà pe­na­li com­pe­ten­ti av­vi­sa­no sen­za in­du­gio dell’av­ve­nu­ta ret­ti­fi­ca l’au­to­ri­tà che ha lo­ro tra­smes­so o mes­so a di­spo­si­zio­ne ta­li da­ti o al­la qua­le li han­no co­mu­ni­ca­ti.48

48 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. II 3 del­la LF del 28 set. 2018 che at­tua la di­ret­ti­va (UE) 2016/680 re­la­ti­va al­la pro­te­zio­ne del­le per­so­ne fi­si­che con ri­guar­do al trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li a fi­ni di pre­ven­zio­ne, in­da­gi­ne, ac­cer­ta­men­to e per­se­gui­men­to di rea­ti o ese­cu­zio­ne di san­zio­ni pe­na­li, in vi­go­re dal 1° mar. 2019 (RU 2019 625; FF 2017 5939).

Art. 99 Trattamento e conservazione dei dati personali dopo la chiusura del procedimento  

1 Chiu­so il pro­ce­di­men­to, il trat­ta­men­to dei da­ti per­so­na­li, la pro­ce­du­ra e la tu­te­la giu­ri­sdi­zio­na­le so­no ret­ti dal­le di­spo­si­zio­ni del­la Con­fe­de­ra­zio­ne e dei Can­to­ni in ma­te­ria di pro­te­zio­ne dei da­ti.

2 La du­ra­ta di con­ser­va­zio­ne dei da­ti per­so­na­li do­po la chiu­su­ra del pro­ce­di­men­to si de­ter­mi­na se­con­do l’ar­ti­co­lo 103.

3 So­no fat­te sal­ve le di­spo­si­zio­ni del­la leg­ge fe­de­ra­le del 7 ot­to­bre 199449 su­gli Uf­fi­ci cen­tra­li di po­li­zia giu­di­zia­ria del­la Con­fe­de­ra­zio­ne e del­la leg­ge fe­de­ra­le del 13 giu­gno 200850 sui si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne di po­li­zia del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, non­ché quel­le del pre­sen­te Co­di­ce re­la­ti­ve ai do­cu­men­ti se­gna­le­ti­ci e ai pro­fi­li di DNA.51

49 RS 360

50 RS 361

51 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. 2 n. I 1 lett. a del­la LF del 13 giu. 2008 sui si­ste­mi d’in­for­ma­zio­ne di po­li­zia del­la Con­fe­de­ra­zio­ne, in vi­go­re dal 1° gen. 2011 (RU 2008 4989; FF 2006 4631).

Sezione 9: Gestione, esame e conservazione degli atti

Art. 100 Gestione degli atti  

1 Per ogni cau­sa pe­na­le è co­sti­tui­to un fa­sci­co­lo. Il fa­sci­co­lo con­tie­ne:

a.
i ver­ba­li pro­ce­du­ra­li e quel­li d’in­ter­ro­ga­to­rio;
b.
gli at­ti rac­col­ti dall’au­to­ri­tà pe­na­le;
c.
gli at­ti pro­dot­ti dal­le par­ti.

2 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to prov­ve­de al­la con­ser­va­zio­ne si­ste­ma­ti­ca e al­la re­gi­stra­zio­ne con­ti­nua de­gli at­ti in un elen­co; nei ca­si sem­pli­ci può ri­nun­cia­re al­la com­pi­la­zio­ne di un elen­co.

Art. 101 Esame degli atti di un procedimento pendente  

1 Le par­ti pos­so­no esa­mi­na­re gli at­ti del pro­ce­di­men­to pe­na­le al più tar­di do­po il pri­mo in­ter­ro­ga­to­rio dell’im­pu­ta­to e do­po l’as­sun­zio­ne del­le al­tre pro­ve prin­ci­pa­li da par­te del pub­bli­co mi­ni­ste­ro; è fat­to sal­vo l’ar­ti­co­lo 108.

2 Al­tre au­to­ri­tà pos­so­no esa­mi­na­re gli at­ti se ne­ces­sa­rio per la trat­ta­zio­ne di pro­ce­di­men­ti ci­vi­li, pe­na­li o am­mi­ni­stra­ti­vi pen­den­ti e se non vi si op­pon­go­no in­te­res­si pub­bli­ci o pri­va­ti pre­pon­de­ran­ti.

3 I ter­zi pos­so­no esa­mi­na­re gli at­ti se fan­no va­le­re un in­te­res­se scien­ti­fi­co o un al­tro in­te­res­se de­gno di pro­te­zio­ne e se non vi si op­pon­go­no in­te­res­si pub­bli­ci o pri­va­ti pre­pon­de­ran­ti.

Art. 102 Procedura in caso di domanda d’esame degli atti  

1 In me­ri­to all’esa­me de­gli at­ti de­ci­de chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to. Que­sti adot­ta le mi­su­re ne­ces­sa­rie per evi­ta­re abu­si e ri­tar­di e per tu­te­la­re i le­git­ti­mi in­te­res­si al man­te­ni­men­to del se­gre­to.

2 Gli at­ti si esa­mi­na­no pres­so la se­de dell’au­to­ri­tà pe­na­le in­te­res­sa­ta op­pu­re, me­dian­te as­si­sten­za giu­di­zia­ria, pres­so un’al­tra au­to­ri­tà pe­na­le. Al­le al­tre au­to­ri­tà e ai pa­tro­ci­na­to­ri del­le par­ti, gli at­ti ven­go­no di nor­ma re­ca­pi­ta­ti.

3 Chi ha di­rit­to di esa­mi­na­re gli at­ti può chie­de­re che glie­ne sia­no al­le­sti­te co­pie con­tro il ver­sa­men­to di un emo­lu­men­to.

Art. 103 Conservazione degli atti  

1 Gli at­ti so­no con­ser­va­ti al­me­no fi­no al­lo sca­de­re del ter­mi­ne di pre­scri­zio­ne dell’azio­ne pe­na­le e del­la pe­na.

2 Fan­no ec­ce­zio­ne i do­cu­men­ti ori­gi­na­li ac­qui­si­ti al fa­sci­co­lo; es­si van­no re­sti­tui­ti con­tro ri­ce­vu­ta agli aven­ti di­rit­to ap­pe­na la de­ci­sio­ne sul­la cau­sa pe­na­le è pas­sa­ta in giu­di­ca­to.

Titolo terzo: Parti e altri partecipanti al procedimento

Capitolo 1: Disposizioni generali

Sezione 1: Definizione e statuto

Art. 104 Parti  

1 So­no par­ti:

a.
l’im­pu­ta­to;
b.
l’ac­cu­sa­to­re pri­va­to;
c.
il pub­bli­co mi­ni­ste­ro nel­la pro­ce­du­ra di­bat­ti­men­ta­le e in quel­la di ri­cor­so.

2 La Con­fe­de­ra­zio­ne e i Can­to­ni pos­so­no con­fe­ri­re pie­ni o li­mi­ta­ti di­rit­ti di par­te ad al­tre au­to­ri­tà cui spet­ta la tu­te­la di in­te­res­si pub­bli­ci.

Art. 105 Altri partecipanti al procedimento  

1 So­no al­tri par­te­ci­pan­ti al pro­ce­di­men­to:

a.
il dan­neg­gia­to;
b.
il de­nun­cian­te;
c.
il te­sti­mo­ne;
d.
la per­so­na in­for­ma­ta sui fat­ti;
e.
il pe­ri­to;
f.
il ter­zo ag­gra­va­to da at­ti pro­ce­du­ra­li.

2 Le per­so­ne di cui al ca­po­ver­so 1, se di­ret­ta­men­te le­se nei lo­ro di­rit­ti, frui­sco­no dei di­rit­ti pro­ce­du­ra­li spet­tan­ti al­le par­ti, nel­la mi­su­ra ne­ces­sa­ria al­la tu­te­la dei lo­ro in­te­res­si.

Art. 106 Capacità processuale  

1 Le par­ti pos­so­no com­pie­re va­li­da­men­te at­ti pro­ce­du­ra­li sol­tan­to se han­no l’eser­ci­zio dei di­rit­ti ci­vi­li.

2 Chi non ha l’eser­ci­zio dei di­rit­ti ci­vi­li è rap­pre­sen­ta­to dal suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le.

3 Chi non ha l’eser­ci­zio dei di­rit­ti ci­vi­li ma è ca­pa­ce di di­scer­ni­men­to può eser­ci­ta­re, a fian­co del rap­pre­sen­tan­te le­ga­le, i di­rit­ti pro­ce­du­ra­li di na­tu­ra emi­nen­te­men­te per­so­na­le.

Art. 107 Diritto di essere sentiti  

1 Le par­ti han­no il di­rit­to di es­se­re sen­ti­te; se­gna­ta­men­te, han­no il di­rit­to di:

a.
esa­mi­na­re gli at­ti;
b.
par­te­ci­pa­re agli at­ti pro­ce­du­ra­li;
c.
far ca­po a un pa­tro­ci­na­to­re;
d.
espri­mer­si sul­la cau­sa e sul­la pro­ce­du­ra;
e.
pre­sen­ta­re istan­ze pro­ba­to­rie.

2 Le au­to­ri­tà pe­na­li ren­do­no at­ten­te ai lo­ro di­rit­ti le par­ti pri­ve di co­no­scen­ze giu­ri­di­che.

Art. 108 Restrizioni del diritto di essere sentiti  

1 Le au­to­ri­tà pe­na­li pos­so­no sot­to­por­re a re­stri­zio­ni il di­rit­to di es­se­re sen­ti­ti se:

a.
vi è il so­spet­to fon­da­to che una par­te abu­si dei suoi di­rit­ti;
b.
la re­stri­zio­ne è ne­ces­sa­ria per ga­ran­ti­re la si­cu­rez­za di per­so­ne op­pu­re per tu­te­la­re in­te­res­si pub­bli­ci o pri­va­ti al man­te­ni­men­to del se­gre­to.

2 Re­stri­zio­ni nei con­fron­ti dei pa­tro­ci­na­to­ri so­no am­mes­se sol­tan­to se il pa­tro­ci­na­to­re stes­so ne dà mo­ti­vo.

3 Le re­stri­zio­ni van­no li­mi­ta­te nel tem­po op­pu­re cir­co­scrit­te a sin­go­li at­ti pro­ce­du­ra­li.

4 Se il mo­ti­vo del­la re­stri­zio­ne per­si­ste, le au­to­ri­tà pe­na­li pos­so­no fon­da­re le lo­ro de­ci­sio­ni an­che su at­ti a cui una par­te non ha avu­to ac­ces­so, ma sol­tan­to nel­la mi­su­ra in cui det­ta par­te sia sta­ta in­for­ma­ta del con­te­nu­to es­sen­zia­le de­gli at­ti me­de­si­mi.

5 Se il mo­ti­vo del­la re­stri­zio­ne vie­ne me­no, il di­rit­to di es­se­re sen­ti­ti va ac­cor­da­to a po­ste­rio­ri in for­ma ade­gua­ta.

Sezione 2: Atti procedurali compiuti dalle parti

Art. 109 Memorie e istanze  

1 Le par­ti pos­so­no pre­sen­ta­re in ogni tem­po me­mo­rie e istan­ze a chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to; so­no fat­te sal­ve le di­spo­si­zio­ni con­tra­rie del pre­sen­te Co­di­ce.

2 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to esa­mi­na le me­mo­rie e le istan­ze e of­fre al­le al­tre par­ti l’op­por­tu­ni­tà di pro­nun­ciar­si.

Art. 110 Forma  

1 Le me­mo­rie e le istan­ze pos­so­no es­se­re pre­sen­ta­te per scrit­to op­pu­re oral­men­te a ver­ba­le. Le me­mo­rie e istan­ze scrit­te van­no da­ta­te e fir­ma­te.

2 Se la tra­smis­sio­ne av­vie­ne per via elet­tro­ni­ca, le me­mo­rie e le istan­ze de­vo­no re­ca­re una fir­ma elet­tro­ni­ca re­go­la­men­ta­ta qua­li­fi­ca­ta se­con­do la leg­ge del 18 mar­zo 201652 sul­la fir­ma elet­tro­ni­ca. Il Con­si­glio fe­de­ra­le di­sci­pli­na:

a.
il for­ma­to de­gli at­ti e dei re­la­ti­vi al­le­ga­ti;
b.
le mo­da­li­tà di tra­smis­sio­ne;
c.
le con­di­zio­ni al­le qua­li può es­se­re ri­chie­sta la tra­smis­sio­ne suc­ces­si­va di do­cu­men­ti car­ta­cei in ca­so di pro­ble­mi tec­ni­ci.53

3 Per al­tro, gli at­ti pro­ce­du­ra­li non sot­to­stan­no ad al­cun re­qui­si­to for­ma­le, sem­pre che il pre­sen­te Co­di­ce non pre­ve­da al­tri­men­ti.

4 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to può re­spin­ge­re me­mo­rie e istan­ze il­leg­gi­bi­li, in­com­pren­si­bi­li, scon­ve­nien­ti o ec­ces­si­va­men­te pro­lis­se; im­par­ti­sce un ter­mi­ne per rie­la­bo­rar­le, av­ver­ten­do che al­tri­men­ti non sa­ran­no pre­se in con­si­de­ra­zio­ne.

52 RS 943.03

53 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. II 7 del­la L del 18 mar. 2016 sul­la fir­ma elet­tro­ni­ca, in vi­go­re dal 1° gen. 2017 (RU 2016 4651; FF 2014 913

Capitolo 2: L’imputato

Art. 111 Definizione  

1 È con­si­de­ra­to im­pu­ta­to chiun­que è in­di­zia­to, in­col­pa­to o ac­cu­sa­to di un rea­to in una de­nun­cia, in una que­re­la o, da par­te di un’au­to­ri­tà pe­na­le, in un at­to pro­ce­du­ra­le.

2 I di­rit­ti e gli ob­bli­ghi dell’im­pu­ta­to spet­ta­no an­che al­le per­so­ne il cui pro­ce­di­men­to è ria­per­to do­po ab­ban­do­no o do­po una sen­ten­za ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 323 o de­gli ar­ti­co­li 410–415.

Art. 112 Procedimento penale contro imprese  

1 Nel pro­ce­di­men­to pe­na­le con­tro un’im­pre­sa, l’im­pre­sa è rap­pre­sen­ta­ta da una so­la per­so­na, au­to­riz­za­ta a rap­pre­sen­tar­la il­li­mi­ta­ta­men­te in ma­te­ria ci­vi­le.

2 Se l’im­pre­sa non de­si­gna il suo rap­pre­sen­tan­te en­tro un con­gruo ter­mi­ne, chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to de­ci­de qua­le del­le per­so­ne au­to­riz­za­te a rap­pre­sen­tar­la in ma­te­ria ci­vi­le la rap­pre­sen­ta nel pro­ce­di­men­to pe­na­le.

3 L’im­pre­sa de­ve de­si­gna­re un al­tro rap­pre­sen­tan­te se per il me­de­si­mo fat­to o per fat­ti con­nes­si è av­via­ta un’in­chie­sta pe­na­le nei con­fron­ti del rap­pre­sen­tan­te de­si­gna­to. Se del ca­so, chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to de­si­gna per rap­pre­sen­tar­la un’al­tra per­so­na se­con­do il ca­po­ver­so 2 op­pu­re, in su­bor­di­ne, un ter­zo ido­neo.

4 Se per il me­de­si­mo fat­to o per fat­ti con­nes­si si pro­ce­de se­pa­ra­ta­men­te con­tro una per­so­na fi­si­ca e con­tro un’im­pre­sa, i due pro­ce­di­men­ti pos­so­no es­se­re riu­ni­ti.

Art. 113 Posizione giuridica  

1 L’im­pu­ta­to non è te­nu­to a de­por­re a pro­prio ca­ri­co. Ha se­gna­ta­men­te fa­col­tà di non ri­spon­de­re e di non col­la­bo­ra­re al pro­ce­di­men­to. De­ve tut­ta­via sot­to­por­si ai prov­ve­di­men­ti coer­ci­ti­vi pre­vi­sti dal­la leg­ge.

2 Se l’im­pu­ta­to ri­fiu­ta di col­la­bo­ra­re, il pro­ce­di­men­to pro­se­gue co­mun­que.

Art. 114 Capacità dibattimentale  

1 L’im­pu­ta­to che è fi­si­ca­men­te e men­tal­men­te in gra­do di se­gui­re il di­bat­ti­men­to è con­si­de­ra­to ido­neo al di­bat­ti­men­to.

2 In ca­so di tem­po­ra­nea in­ca­pa­ci­tà di­bat­ti­men­ta­le, gli at­ti pro­ce­du­ra­li in­dif­fe­ri­bi­li so­no com­piu­ti in pre­sen­za del di­fen­so­re.

3 Se l’in­ca­pa­ci­tà di­bat­ti­men­ta­le per­si­ste, il pro­ce­di­men­to pe­na­le è so­spe­so o ab­ban­do­na­to. So­no fat­te sal­ve le di­spo­si­zio­ni spe­cia­li re­la­ti­ve ai pro­ce­di­men­ti nei con­fron­ti di im­pu­ta­ti pe­nal­men­te in­ca­pa­ci.

Capitolo 3: Il danneggiato, la vittima e l’accusatore privato

Sezione 1: Il danneggiato

Art. 115  

1 Il dan­neg­gia­to è la per­so­na i cui di­rit­ti so­no sta­ti di­ret­ta­men­te le­si dal rea­to.

2 È con­si­de­ra­to ta­le in ogni ca­so chi è le­git­ti­ma­to a spor­ge­re que­re­la.

Sezione 2: La vittima

Art. 116 Definizioni  

1 La vit­ti­ma è il dan­neg­gia­to che a cau­sa del rea­to è sta­to di­ret­ta­men­te le­so nel­la sua in­te­gri­tà fi­si­ca, ses­sua­le o psi­chi­ca.

2 I con­giun­ti del­la vit­ti­ma so­no il suo co­niu­ge, i suoi fi­gli e ge­ni­to­ri, non­ché le al­tre per­so­ne a lei uni­te da le­ga­mi ana­lo­ghi.

Art. 117 Posizione giuridica  

1 Al­la vit­ti­ma spet­ta­no par­ti­co­la­ri di­rit­ti, se­gna­ta­men­te:

a.
il di­rit­to al­la pro­te­zio­ne del­la per­so­na­li­tà (art. 70 cpv. 1 lett. a, 74 cpv. 4 e 152 cpv. 1);
b.
il di­rit­to di far­si ac­com­pa­gna­re da una per­so­na di fi­du­cia (art. 70 cpv. 2 e 152 cpv. 2);
c.
il di­rit­to a mi­su­re di pro­te­zio­ne (art. 152–154);
d.
la fa­col­tà di non ri­spon­de­re (art. 169 cpv. 4);
e.
il di­rit­to di es­se­re in­for­ma­ta (art. 305 e 330 cpv. 3);
f.
il di­rit­to a una com­po­si­zio­ne spe­cia­le dell’au­to­ri­tà giu­di­can­te (art. 335 cpv. 4);
g.54
il di­rit­to di ri­ce­ve­re gra­tui­ta­men­te dal giu­di­ce o dal pub­bli­co mi­ni­ste­ro la de­ci­sio­ne o il de­cre­to d’ac­cu­sa re­la­ti­vi al­la cau­sa in cui è vit­ti­ma, sem­pre che non vi ab­bia espres­sa­men­te ri­nun­cia­to.

2 Se la vit­ti­ma ha me­no di 18 an­ni so­no inol­tre ap­pli­ca­bi­li le di­spo­si­zio­ni spe­cia­li ri­guar­dan­ti la pro­te­zio­ne del­la per­so­na­li­tà dei mi­no­ri, se­gna­ta­men­te quel­le con­cer­nen­ti:

a.
le re­stri­zio­ni al con­fron­to tra la vit­ti­ma e l’im­pu­ta­to (art. 154 cpv. 4);
b.
le mi­su­re spe­cia­li di pro­te­zio­ne in oc­ca­sio­ne de­gli in­ter­ro­ga­to­ri (art. 154 cpv. 2–4);
c.
l’ab­ban­do­no del pro­ce­di­men­to (art. 319 cpv. 2).

3 Se fan­no va­le­re pre­te­se ci­vi­li, i con­giun­ti go­do­no de­gli stes­si di­rit­ti del­la vit­ti­ma.

54 In­tro­dot­ta dal n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

Sezione 3: L’accusatore privato

Art. 118 Definizione e presupposti  

1 È ac­cu­sa­to­re pri­va­to il dan­neg­gia­to che di­chia­ra espres­sa­men­te di par­te­ci­pa­re al pro­ce­di­men­to pe­na­le con un’azio­ne pe­na­le o ci­vi­le.

2 La que­re­la è equi­pa­ra­ta a ta­le di­chia­ra­zio­ne.

3 La di­chia­ra­zio­ne va fat­ta a un’au­to­ri­tà di per­se­gui­men­to pe­na­le al più tar­di al­la con­clu­sio­ne del­la pro­ce­du­ra pre­li­mi­na­re.

4 Se il dan­neg­gia­to non ha fat­to di pro­pria ini­zia­ti­va una ta­le di­chia­ra­zio­ne, il pub­bli­co mi­ni­ste­ro lo ren­de at­ten­to a que­sta pos­si­bi­li­tà do­po l’aper­tu­ra del­la pro­ce­du­ra pre­li­mi­na­re.

Art. 119 Forma e contenuto della dichiarazione  

1 Il dan­neg­gia­to può pre­sen­ta­re la di­chia­ra­zio­ne per scrit­to op­pu­re oral­men­te a ver­ba­le.

2 Nel­la di­chia­ra­zio­ne il dan­neg­gia­to può, cu­mu­la­ti­va­men­te o al­ter­na­ti­va­men­te:

a.
chie­de­re il per­se­gui­men­to e la con­dan­na del re­spon­sa­bi­le del rea­to (azio­ne pe­na­le);
b.
far va­le­re in via ade­si­va pre­te­se di di­rit­to pri­va­to de­sun­te dal rea­to (azio­ne ci­vi­le).
Art. 120 Rinuncia e ritiro  

1 Il dan­neg­gia­to può in ogni tem­po di­chia­ra­re, per scrit­to op­pu­re oral­men­te a ver­ba­le, di ri­nun­cia­re ai suoi di­rit­ti. La ri­nun­cia è de­fi­ni­ti­va.

2 Se non è espres­sa­men­te de­li­mi­ta­ta, la ri­nun­cia con­cer­ne sia l’azio­ne pe­na­le sia l’azio­ne ci­vi­le.

Art. 121 Aventi causa  

1 Se il dan­neg­gia­to muo­re sen­za aver ri­nun­cia­to ai suoi di­rit­ti pro­ces­sua­li qua­le ac­cu­sa­to­re pri­va­to, i suoi con­giun­ti ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 110 ca­po­ver­so 1 CP55 su­ben­tra­no nei suoi di­rit­ti nell’or­di­ne del­la suc­ces­si­bi­li­tà.

2 Chi su­ben­tra per leg­ge nei di­rit­ti del dan­neg­gia­to è le­git­ti­ma­to ad agi­re sol­tan­to ci­vil­men­te e di­spo­ne uni­ca­men­te dei di­rit­ti pro­ces­sua­li che con­cer­no­no di­ret­ta­men­te l’at­tua­zio­ne dell’azio­ne ci­vi­le.

Sezione 4: Azione civile

Art. 122 Disposizioni generali  

1 In ve­ste di ac­cu­sa­to­re pri­va­to il dan­neg­gia­to può far va­le­re in via ade­si­va nel pro­ce­di­men­to pe­na­le pre­te­se di di­rit­to ci­vi­le de­sun­te dal rea­to.

2 Il me­de­si­mo di­rit­to spet­ta ai con­giun­ti del­la vit­ti­ma, per quan­to fac­cia­no va­le­re pro­prie pre­te­se ci­vi­li nei ri­guar­di dell’im­pu­ta­to.

3 L’azio­ne ci­vi­le nel pro­ce­di­men­to pe­na­le di­ven­ta pen­den­te al mo­men­to del­la di­chia­ra­zio­ne di cui all’ar­ti­co­lo 119 ca­po­ver­so 2 let­te­ra b.

4 Se ri­ti­ra l’azio­ne ci­vi­le pri­ma del di­bat­ti­men­to di pri­mo gra­do, l’ac­cu­sa­to­re pri­va­to può nuo­va­men­te pro­muo­ver­la nel fo­ro ci­vi­le.

Art. 123 Quantificazione e motivazione  

1 La pre­te­sa fat­ta va­le­re nell’azio­ne ci­vi­le de­ve per quan­to pos­si­bi­le es­se­re quan­ti­fi­ca­ta nel­la di­chia­ra­zio­ne di cui all’ar­ti­co­lo 119 e suc­cin­ta­men­te mo­ti­va­ta per scrit­to in­di­can­do i mez­zi di pro­va in­vo­ca­ti.

2 La quan­ti­fi­ca­zio­ne e la mo­ti­va­zio­ne de­vo­no av­ve­ni­re en­tro il ter­mi­ne im­par­ti­to se­con­do l’ar­ti­co­lo 331 ca­po­ver­so 2 da chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to.56

56 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

Art. 124 Competenza e procedura  

1 Il giu­di­ce in­ve­sti­to del­la cau­sa pe­na­le sta­tui­sce sul­la pre­te­sa ci­vi­le sen­za ri­guar­do al va­lo­re li­ti­gio­so.

2 Al più tar­di nel­la pro­ce­du­ra di­bat­ti­men­ta­le di pri­mo gra­do, all’im­pu­ta­to è da­ta l’oc­ca­sio­ne di espri­mer­si sull’azio­ne ci­vi­le.

3 Il ri­co­no­sci­men­to dell’azio­ne ci­vi­le da par­te dell’im­pu­ta­to è mes­so a ver­ba­le e men­zio­na­to nel­la de­ci­sio­ne che con­clu­de il pro­ce­di­men­to.

Art. 125 Garanzia per le pretese nei riguardi dell’accusatore privato  

1 Ad istan­za dell’im­pu­ta­to, l’ac­cu­sa­to­re pri­va­to, pur­ché non sia vit­ti­ma ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 116, de­ve pre­sta­re ga­ran­zie per i di­spen­di pre­ve­di­bi­li cau­sa­ti dal­le sue con­clu­sio­ni su­gli aspet­ti ci­vi­li se:

a.
non ha do­mi­ci­lio o se­de in Sviz­ze­ra;
b.
ri­sul­ta in­sol­vi­bi­le, se­gna­ta­men­te se è sta­to di­chia­ra­to il fal­li­men­to nei suoi con­fron­ti, se è in cor­so una pro­ce­du­ra con­cor­da­ta­ria o se vi so­no at­te­sta­ti di ca­ren­za di be­ni;
c.
per al­tri mo­ti­vi vi è da te­me­re che le pre­te­se dell’im­pu­ta­to sia­no se­ria­men­te com­pro­mes­se o va­ni­fi­ca­te.

2 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to in giu­di­zio de­ci­de sull’istan­za.57 Sta­bi­li­sce l’en­ti­tà del­la ga­ran­zia fis­san­do un ter­mi­ne per pre­star­la.

3 La ga­ran­zia può es­se­re pre­sta­ta in con­tan­ti op­pu­re per il tra­mi­te di una ban­ca o as­si­cu­ra­zio­ne con sta­bi­le or­ga­niz­za­zio­ne in Sviz­ze­ra.

4 Suc­ces­si­va­men­te la ga­ran­zia può es­se­re au­men­ta­ta, ri­dot­ta o sop­pres­sa.

57 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

Art. 126 Decisione  

1 Il giu­di­ce pro­nun­cia sull’azio­ne ci­vi­le pro­mos­sa in via ade­si­va se:

a.
di­chia­ra col­pe­vo­le l’im­pu­ta­to;
b.
as­sol­ve l’im­pu­ta­to e la fat­ti­spe­cie è ma­tu­ra per la pro­nun­cia di me­ri­to.

2 L’azio­ne ci­vi­le è rin­via­ta al fo­ro ci­vi­le se:

a.58
il pro­ce­di­men­to pe­na­le è ab­ban­do­na­to;
abis.59
non si può de­ci­de­re sull’azio­ne ci­vi­le nel­la pro­ce­du­ra del de­cre­to d’ac­cu­sa;
b.
l’ac­cu­sa­to­re pri­va­to non ha suf­fi­cien­te­men­te quan­ti­fi­ca­to o mo­ti­va­to l’azio­ne;
c.
l’ac­cu­sa­to­re pri­va­to non pre­sta ga­ran­zie per le pre­te­se dell’im­pu­ta­to;
d.
l’im­pu­ta­to è as­sol­to ma la fat­ti­spe­cie non è an­co­ra ma­tu­ra per la pro­nun­cia di me­ri­to.

3 Qua­lo­ra il giu­di­zio com­ple­to del­le pre­te­se ci­vi­li com­por­tas­se un one­re spro­por­zio­na­to, il giu­di­ce può li­mi­tar­si a pro­nun­cia­re sul­le stes­se una de­ci­sio­ne di prin­ci­pio, rin­vian­do per il re­sto al fo­ro ci­vi­le. Per quan­to pos­si­bi­le, le pre­te­se di esi­gua en­ti­tà so­no non­di­me­no giu­di­ca­te in­te­ra­men­te in se­de pe­na­le.

4 Qua­lo­ra fra i par­te­ci­pan­ti al pro­ce­di­men­to vi sia­no vit­ti­me, il giu­di­ce può giu­di­ca­re dap­pri­ma sol­tan­to la col­pe­vo­lez­za e gli aspet­ti pe­na­li; in­di­pen­den­te­men­te dal va­lo­re li­ti­gio­so, chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to de­ci­de in se­gui­to sull’azio­ne ci­vi­le qua­le giu­di­ce uni­co e do­po un’ul­te­rio­re udien­za di­bat­ti­men­ta­le.

58 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

59 In­tro­dot­ta dal n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

Capitolo 4: Patrocinio

Sezione 1: Principi

Art. 127  

1 A tu­te­la dei lo­ro in­te­res­si, l’im­pu­ta­to, l’ac­cu­sa­to­re pri­va­to e gli al­tri par­te­ci­pan­ti al pro­ce­di­men­to pos­so­no av­va­ler­si del pa­tro­ci­nio.

2 Per quan­to il pro­ce­di­men­to non ne ri­sul­ti in­de­bi­ta­men­te ri­tar­da­to, le par­ti pos­so­no far ca­po a due o più pa­tro­ci­na­to­ri. In tal ca­so ne de­si­gna­no uno qua­le rap­pre­sen­tan­te prin­ci­pa­le abi­li­ta­to a com­pie­re gli at­ti di rap­pre­sen­tan­za di­nan­zi al­le au­to­ri­tà pe­na­li e il cui do­mi­ci­lio sia l’uni­co re­ca­pi­to per le no­ti­fi­ca­zio­ni.

3 En­tro i li­mi­ti di quan­to di­spo­sto dal­la leg­ge e dal­le nor­me deon­to­lo­gi­che, nel­lo stes­so pro­ce­di­men­to il pa­tro­ci­na­to­re può cu­ra­re gli in­te­res­si di più par­te­ci­pan­ti.

4 Le par­ti pos­so­no de­si­gna­re qua­le pa­tro­ci­na­to­re qual­sia­si per­so­na aven­te l’eser­ci­zio dei di­rit­ti ci­vi­li, di buo­na re­pu­ta­zio­ne e de­gna di fi­du­cia; so­no fat­te sal­ve le re­stri­zio­ni sta­bi­li­te dal di­rit­to sull’av­vo­ca­tu­ra.

5 La di­fe­sa dell’im­pu­ta­to è ri­ser­va­ta agli av­vo­ca­ti au­to­riz­za­ti a rap­pre­sen­ta­re le par­ti in giu­di­zio se­con­do la leg­ge del 23 giu­gno 200060 su­gli av­vo­ca­ti; so­no fat­te sal­ve le di­spo­si­zio­ni de­ro­ga­to­rie can­to­na­li con­cer­nen­ti la di­fe­sa nel­la pro­ce­du­ra pe­na­le in ma­te­ria di con­trav­ven­zio­ni.

Sezione 2: Il difensore

Art. 128 Posizione giuridica  

En­tro i li­mi­ti del­la leg­ge e del­le nor­me deon­to­lo­gi­che, il di­fen­so­re è vin­co­la­to uni­ca­men­te agli in­te­res­si dell’im­pu­ta­to.

Art. 129 Difensore di fiducia  

1 In ogni pro­ce­di­men­to pe­na­le e in ogni fa­se del­lo stes­so l’im­pu­ta­to ha il di­rit­to di af­fi­da­re la sua di­fe­sa a un pa­tro­ci­na­to­re ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 127 ca­po­ver­so 5 (di­fen­so­re di fi­du­cia) op­pu­re, fat­to sal­vo l’ar­ti­co­lo 130, di di­fen­der­si da sé.

2 L’eser­ci­zio del­la di­fe­sa di fi­du­cia pre­sup­po­ne una pro­cu­ra scrit­ta o una di­chia­ra­zio­ne a ver­ba­le dell’im­pu­ta­to.

Art. 130 Difesa obbligatoria  

L’im­pu­ta­to de­ve es­se­re di­fe­so se:

a.
la car­ce­ra­zio­ne pre­ven­ti­va, com­pre­so un ar­re­sto prov­vi­so­rio, è du­ra­ta più di die­ci gior­ni;
b.61
ri­schia di su­bi­re una pe­na de­ten­ti­va su­pe­rio­re a un an­no, una mi­su­ra pri­va­ti­va del­la li­ber­tà o l’espul­sio­ne;
c.
a cau­sa del suo sta­to fi­si­co o men­ta­le o per al­tri mo­ti­vi non è in gra­do di tu­te­la­re suf­fi­cien­te­men­te i suoi in­te­res­si pro­ces­sua­li e il rap­pre­sen­tan­te le­ga­le non è in gra­do di far­lo in sua ve­ce;
d.
il pub­bli­co mi­ni­ste­ro in­ter­vie­ne per­so­nal­men­te di­nan­zi al tri­bu­na­le di pri­mo gra­do o al tri­bu­na­le d’ap­pel­lo;
e.
si pro­ce­de con ri­to ab­bre­via­to (art. 358–362).

61 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 5 del­la LF del 20 mar. 2015 (At­tua­zio­ne dell’art. 121 cpv. 3–6 Co­st. sull’espul­sio­ne di stra­nie­ri che com­met­to­no rea­ti), in vi­go­re dal 1° ott. 2016 (RU 2016 2329; FF 2013 5163).

Art. 131 Garanzia della difesa obbligatoria  

1 Se la di­fe­sa è ob­bli­ga­to­ria, chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to prov­ve­de af­fin­ché sia de­si­gna­to sen­za in­du­gio un di­fen­so­re.

2 Se gli estre­mi del­la di­fe­sa ob­bli­ga­to­ria so­no pre­sen­ti già al mo­men­to dell’aper­tu­ra del­la pro­ce­du­ra pre­li­mi­na­re, la di­fe­sa dev’es­se­re as­si­cu­ra­ta pri­ma del pri­mo in­ter­ro­ga­to­rio da par­te del pub­bli­co mi­ni­ste­ro o, su suo in­ca­ri­co, del­la po­li­zia.62

3 Le pro­ve as­sun­te pri­ma del­la de­si­gna­zio­ne di un di­fen­so­re, ben­ché la sua pre­sen­za fos­se ma­ni­fe­sta­men­te ne­ces­sa­ria, so­no uti­liz­za­bi­li sol­tan­to se l’im­pu­ta­to ri­nun­cia al­la lo­ro rias­sun­zio­ne.63

62 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

63 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

Art. 132 Difensore d’ufficio  

1 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to di­spo­ne una di­fe­sa d’uf­fi­cio se:

a.
in ca­so di di­fe­sa ob­bli­ga­to­ria:
1.
no­no­stan­te in­giun­zio­ne, l’im­pu­ta­to non de­si­gna un di­fen­so­re di fi­du­cia,
2.
il man­da­to è re­vo­ca­to al di­fen­so­re di fi­du­cia op­pu­re que­sti lo ri­met­te e l’im­pu­ta­to non de­si­gna un nuo­vo di­fen­so­re en­tro il ter­mi­ne im­par­ti­to;
b.
l’im­pu­ta­to è sprov­vi­sto dei mez­zi ne­ces­sa­ri e una sua di­fe­sa s’im­po­ne per tu­te­la­re i suoi in­te­res­si.

2 Una di­fe­sa s’im­po­ne per tu­te­la­re gli in­te­res­si dell’im­pu­ta­to se­gna­ta­men­te se non si trat­ta di un ca­so ba­ga­tel­la­re e il ca­so pe­na­le pre­sen­ta in fat­to o in di­rit­to dif­fi­col­tà cui l’im­pu­ta­to non po­treb­be far fron­te da so­lo.

3 Non si trat­ta co­mun­que di un ca­so ba­ga­tel­la­re se si pro­spet­ta una pe­na de­ten­ti­va su­pe­rio­re a quat­tro me­si o una pe­na pe­cu­nia­ria su­pe­rio­re a 120 ali­quo­te gior­na­lie­re.64

64 Nuo­vo te­sto giu­sta l’all. n. 3 del­la LF del 19 giu. 2015 (Mo­di­fi­ca del­la di­sci­pli­na del­le san­zio­ni), in vi­go­re dal 1° gen. 2018 (RU 2016 1249; FF 2012 4181).

Art. 133 Designazione del difensore d’ufficio  

1 Il di­fen­so­re d’uf­fi­cio è de­si­gna­to da chi, nel­la re­la­ti­va fa­se pro­ce­du­ra­le, di­ri­ge il pro­ce­di­men­to.

1bis La Con­fe­de­ra­zio­ne e i Can­to­ni pos­so­no de­man­da­re la scel­ta del di­fen­so­re d’uf­fi­cio a un’al­tra au­to­ri­tà o a ter­zi.65

2 Nel­lo sce­glie­re il di­fen­so­re d’uf­fi­cio è te­nu­to con­to del­la sua ido­nei­tà e, pos­si­bil­men­te, dei de­si­de­ri dell’im­pu­ta­to.66

65 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

66 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

Art. 134 Revoca e sostituzione del difensore d’ufficio  

1 Se il mo­ti­vo del­la di­fe­sa d’uf­fi­cio vie­ne me­no, chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to re­vo­ca il man­da­to.

2 Se il rap­por­to di fi­du­cia tra l’im­pu­ta­to e il di­fen­so­re d’uf­fi­cio si de­te­rio­ra no­te­vol­men­te op­pu­re se per al­tri mo­ti­vi non è più ga­ran­ti­ta una di­fe­sa ef­fi­ca­ce, chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to de­si­gna un al­tro di­fen­so­re d’uf­fi­cio.

Art. 135 Retribuzione del difensore d’ufficio  

1 Il di­fen­so­re d’uf­fi­cio è re­tri­bui­to se­con­do la ta­rif­fa d’av­vo­ca­tu­ra del­la Con­fe­de­ra­zio­ne o del Can­to­ne in cui si svol­ge il pro­ce­di­men­to.

2 Il pub­bli­co mi­ni­ste­ro o l’au­to­ri­tà giu­di­can­te sta­bi­li­sce l’im­por­to del­la re­tri­bu­zio­ne al ter­mi­ne del pro­ce­di­men­to. Se il man­da­to del di­fen­so­re d’uf­fi­cio è di lun­ga du­ra­ta o per al­tri mo­ti­vi non è op­por­tu­no at­ten­de­re la fi­ne del pro­ce­di­men­to, al di­fen­so­re so­no ac­cor­da­ti an­ti­ci­pi la cui en­ti­tà è sta­bi­li­ta da chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to.67

3 In ma­te­ria di re­tri­bu­zio­ne, il di­fen­so­re d’uf­fi­cio può in­ter­por­re il ri­me­dio giu­ri­di­co am­mes­so con­tro la de­ci­sio­ne fi­na­le.68

4 Non ap­pe­na le sue con­di­zio­ni eco­no­mi­che glie­lo per­met­ta­no, l’im­pu­ta­to con­dan­na­to a pa­ga­re le spe­se pro­ce­du­ra­li è te­nu­to a rim­bor­sa­re la re­tri­bu­zio­ne al­la Con­fe­de­ra­zio­ne o al Can­to­ne.69

5 La pre­te­sa del­la Con­fe­de­ra­zio­ne o del Can­to­ne si pre­scri­ve in die­ci an­ni dal mo­men­to in cui la de­ci­sio­ne pas­sa in giu­di­ca­to.

67 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

68 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

69 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

Sezione 3: Gratuito patrocinio per l’accusatore privato e la vittima 70

70 Nuovo testo giusta il n. I della LF del 17 giu. 2022, in vigore dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

Art. 136 Presupposti  

1 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to ac­cor­da par­zial­men­te o to­tal­men­te, su do­man­da, il gra­tui­to pa­tro­ci­nio:

a.
all’ac­cu­sa­to­re pri­va­to af­fin­ché pos­sa far va­le­re le sue pre­te­se ci­vi­li, se è sprov­vi­sto dei mez­zi ne­ces­sa­ri e l’azio­ne ci­vi­le non ap­pa­re pri­va di pro­ba­bi­li­tà di suc­ces­so;
b.
al­la vit­ti­ma af­fin­ché pos­sa at­tua­re la sua azio­ne pe­na­le, se è sprov­vi­sta dei mez­zi ne­ces­sa­ri e l’azio­ne pe­na­le non ap­pa­re pri­va di pro­ba­bi­li­tà di suc­ces­so.71

2 Il gra­tui­to pa­tro­ci­nio com­pren­de:

a.
l’eso­ne­ro da­gli an­ti­ci­pi e dal­la pre­sta­zio­ne di ga­ran­zie;
b.
l’eso­ne­ro dal­le spe­se pro­ce­du­ra­li;
c.72
la de­si­gna­zio­ne di un pa­tro­ci­na­to­re, se ne­ces­sa­rio per tu­te­la­re i di­rit­ti dell’ac­cu­sa­to­re pri­va­to o del­la vit­ti­ma.

3 In se­de di ri­cor­so l’istan­za di gra­tui­to pa­tro­ci­nio de­ve es­se­re ri­pro­po­sta.73

71 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

72 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

73 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

Art. 137 Designazione, revoca e sostituzione  

La de­si­gna­zio­ne, la re­vo­ca e la so­sti­tu­zio­ne del pa­tro­ci­na­to­re so­no ret­te per ana­lo­gia da­gli ar­ti­co­li 133 e 134.

Art. 138 Retribuzione e onere delle spese  

1 La re­tri­bu­zio­ne del pa­tro­ci­na­to­re è ret­ta per ana­lo­gia dall’ar­ti­co­lo 135; è fat­ta sal­va la de­ci­sio­ne de­fi­ni­ti­va cir­ca l’one­re del­le spe­se del gra­tui­to pa­tro­ci­nio e de­gli at­ti pro­ce­du­ra­li per i qua­li si è di­spo­sto l’eso­ne­ro dall’an­ti­ci­po del­le spe­se.

1bis La vit­ti­ma e i suoi con­giun­ti non so­no te­nu­ti a rim­bor­sa­re le spe­se per il gra­tui­to pa­tro­ci­nio.74

2 Se l’im­pu­ta­to è con­dan­na­to a ver­sa­re un’in­den­ni­tà pro­ces­sua­le all’ac­cu­sa­to­re pri­va­to, l’in­den­ni­tà è de­vo­lu­ta al­la Con­fe­de­ra­zio­ne o al Can­to­ne fi­no a con­cor­ren­za del­le spe­se per il gra­tui­to pa­tro­ci­nio.

74 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

Titolo quarto: Mezzi di prova

Capitolo 1: Disposizioni generali

Sezione 1: Raccolta e utilizzabilità delle prove

Art. 139 Principi  

1 Per l’ac­cer­ta­men­to del­la ve­ri­tà le au­to­ri­tà pe­na­li si av­val­go­no di tut­ti i mez­zi di pro­va le­ci­ti e ido­nei se­con­do le co­no­scen­ze scien­ti­fi­che e l’espe­rien­za.

2 I fat­ti ir­ri­le­van­ti, ma­ni­fe­sti, no­ti all’au­to­ri­tà pe­na­le op­pu­re già com­pro­va­ti sot­to il pro­fi­lo giu­ri­di­co non so­no og­get­to di pro­va.

Art. 140 Metodi probatori vietati  

1 È vie­ta­to rac­co­glie­re pro­ve ser­ven­do­si di mez­zi coer­ci­ti­vi, vio­len­za, mi­nac­ce, pro­mes­se, in­gan­ni o mez­zi che pos­so­no pre­giu­di­ca­re le fa­col­tà men­ta­li o la li­be­ra vo­lon­tà di una per­so­na.

2 L’uso di sif­fat­ti me­to­di è pu­re vie­ta­to quand’an­che l’in­te­res­sa­to vi ac­con­sen­ta.

Art. 141 Utilizzabilità delle prove acquisite illegittimamente  

1 Le pro­ve rac­col­te in vio­la­zio­ne dell’ar­ti­co­lo 140 non pos­so­no es­se­re uti­liz­za­te in al­cun ca­so. Ciò va­le an­che per le pro­ve non uti­liz­za­bi­li a te­no­re del pre­sen­te Co­di­ce.

2 Le pro­ve rac­col­te dal­le au­to­ri­tà pe­na­li in mo­do pe­nal­men­te il­le­ci­to o in vio­la­zio­ne di nor­me che ne con­di­zio­na­no la va­li­di­tà non pos­so­no es­se­re uti­liz­za­te, ec­cet­to che la lo­ro uti­liz­za­zio­ne sia in­di­spen­sa­bi­le per far lu­ce su gra­vi rea­ti.

3 Le pro­ve rac­col­te in vio­la­zio­ne di pre­scri­zio­ni d’or­di­ne pos­so­no es­se­re uti­liz­za­te.

4 Le pro­ve rac­col­te gra­zie a pro­ve non uti­liz­za­bi­li se­con­do il ca­po­ver­so 1 o 2 pos­so­no es­se­re uti­liz­za­te sol­tan­to se sa­reb­be sta­to pos­si­bi­le rac­co­glier­le an­che sen­za l’as­sun­zio­ne del­le pri­me pro­ve.75

5 I do­cu­men­ti e re­gi­stra­zio­ni con­cer­nen­ti pro­ve non uti­liz­za­bi­li so­no tol­ti dal fa­sci­co­lo, con­ser­va­ti sot­to chia­ve in se­de se­pa­ra­ta fi­no a quan­do il pro­ce­di­men­to è chiu­so con de­ci­sio­ne pas­sa­ta in giu­di­ca­to e quin­di eli­mi­na­ti.

75 Nuo­vo te­sto giu­sta il n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

Sezione 2: Interrogatori

Art. 142 Autorità penali competenti  

1 Gli in­ter­ro­ga­to­ri so­no ef­fet­tua­ti dal pub­bli­co mi­ni­ste­ro, dal­le au­to­ri­tà pe­na­li del­le con­trav­ven­zio­ni e dal giu­di­ce. La Con­fe­de­ra­zio­ne e i Can­to­ni sta­bi­li­sco­no in che mi­su­ra i col­la­bo­ra­to­ri di que­ste au­to­ri­tà pos­so­no pro­ce­de­re es­si stes­si ad in­ter­ro­ga­to­ri.

2 La po­li­zia può in­ter­ro­ga­re im­pu­ta­ti e per­so­ne in­for­ma­te sui fat­ti. La Con­fe­de­ra­zio­ne e i Can­to­ni pos­so­no de­si­gna­re agen­ti di po­li­zia abi­li­ta­ti ad in­ter­ro­ga­re te­sti­mo­ni su man­da­to del pub­bli­co mi­ni­ste­ro.

Art. 143 Svolgimento dell’interrogatorio  

1 In una lin­gua a lui com­pren­si­bi­le, l’in­ter­ro­ga­to è dap­pri­ma:

a.
in­vi­ta­to a de­cli­na­re le sue ge­ne­ra­li­tà;
b.
in­for­ma­to sull’og­get­to del pro­ce­di­men­to pe­na­le e sul­la ve­ste in cui è sot­to­po­sto ad in­ter­ro­ga­to­rio;
c.
in­for­ma­to in mo­do com­ple­to cir­ca i suoi di­rit­ti e ob­bli­ghi.

2 L’os­ser­van­za del­le di­spo­si­zio­ni di cui al ca­po­ver­so 1 è mes­sa a ver­ba­le.

3 L’au­to­ri­tà pe­na­le può ef­fet­tua­re ul­te­rio­ri ac­cer­ta­men­ti cir­ca l’iden­ti­tà dell’in­ter­ro­ga­to.

4 L’au­to­ri­tà pe­na­le in­vi­ta l’in­ter­ro­ga­to ad espri­mer­si sull’og­get­to dell’in­ter­ro­ga­to­rio.

5 Con do­man­de e obie­zio­ni for­mu­la­te in mo­do chia­ro l’au­to­ri­tà pe­na­le mi­ra ad ot­te­ne­re una de­po­si­zio­ne com­ple­ta e a chia­ri­re le con­trad­di­zio­ni.

6 L’in­ter­ro­ga­to de­po­ne in ba­se a quan­to ri­cor­da. Con l’ac­cor­do di chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to, può ser­vir­si di do­cu­men­ti scrit­ti; al ter­mi­ne dell’in­ter­ro­ga­to­rio que­sti do­cu­men­ti so­no ac­qui­si­ti agli at­ti.

7 Chi ha di­stur­bi di elo­cu­zio­ne o di udi­to è in­ter­ro­ga­to per scrit­to o con l’aiu­to di ade­gua­ti as­si­sten­ti.

Art. 144 Interrogatorio per videoconferenza  

1 Il pub­bli­co mi­ni­ste­ro e l’au­to­ri­tà giu­di­can­te pos­so­no pro­ce­de­re a un in­ter­ro­ga­to­rio per vi­deo­con­fe­ren­za se la com­pa­ri­zio­ne per­so­na­le dell’in­ter­ro­gan­do non è pos­si­bi­le o lo è sol­tan­to con gran­de di­spen­dio.

2 L’in­ter­ro­ga­to­rio è re­gi­stra­to su sup­por­to au­dio­vi­si­vo.

Art. 145 Rapporti scritti  

L’au­to­ri­tà pe­na­le può in­vi­ta­re chi de­ve es­se­re o è sta­to in­ter­ro­ga­to a con­se­gna­re un rap­por­to scrit­to in ve­ce o a com­ple­men­to dell’in­ter­ro­ga­to­rio.

Art. 146 Interrogatorio di più persone e confronti  

1 Gli in­ter­ro­gan­di so­no sen­ti­ti se­pa­ra­ta­men­te.

2 Le au­to­ri­tà pe­na­li pos­so­no met­te­re a con­fron­to di­ret­to per­so­ne, com­pre­se quel­le che han­no fa­col­tà di non ri­spon­de­re. So­no fat­ti sal­vi i di­rit­ti spe­cia­li del­la vit­ti­ma.

3 Le au­to­ri­tà pe­na­li pos­so­no ob­bli­ga­re a re­sta­re sul luo­go dell’at­to pro­ce­du­ra­le le per­so­ne che al ter­mi­ne dell’in­ter­ro­ga­to­rio do­vran­no pre­su­mi­bil­men­te es­se­re po­ste a con­fron­to con al­tri.

4 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to può esclu­de­re tem­po­ra­nea­men­te dall’udien­za una per­so­na se:

a.
vi è un con­flit­to di in­te­res­si; op­pu­re
b.
nel cor­so del pro­ce­di­men­to ta­le per­so­na de­ve es­se­re an­co­ra in­ter­ro­ga­ta in ve­ste di te­sti­mo­ne, di per­so­na in­for­ma­ta sui fat­ti o di pe­ri­to.

Sezione 3: Diritto di partecipare all’assunzione delle prove

Art. 147 In generale  

1 Le par­ti han­no il di­rit­to di pre­sen­zia­re all’as­sun­zio­ne del­le pro­ve da par­te del pub­bli­co mi­ni­ste­ro e del giu­di­ce, co­me pu­re di por­re do­man­de agli in­ter­ro­ga­ti. Il di­rit­to del di­fen­so­re di pre­sen­zia­re agli in­ter­ro­ga­to­ri di po­li­zia è ret­to dall’ar­ti­co­lo 159.

2 Il di­rit­to di par­te­ci­pa­re all’as­sun­zio­ne del­le pro­ve non im­pli­ca quel­lo di ot­te­ner­ne il rin­vio.

3 La par­te o il suo pa­tro­ci­na­to­re può esi­ge­re che l’as­sun­zio­ne del­le pro­ve sia ri­pe­tu­ta qua­lo­ra es­sa stes­sa, se si trat­ta di par­te sen­za pa­tro­ci­nio, o al­tri­men­ti il suo pa­tro­ci­na­to­re sia­no sta­ti im­pe­di­ti di par­te­ci­pa­re per mo­ti­vi co­gen­ti. Si può ri­nun­cia­re a ri­pe­te­re l’as­sun­zio­ne del­le pro­ve se es­sa do­ves­se com­por­ta­re one­ri spro­por­zio­na­ti e se si può te­ne­re con­to in al­tro mo­do del di­rit­to del­la par­te di es­se­re sen­ti­ta, se­gna­ta­men­te del suo di­rit­to di por­re do­man­de.

4 Le pro­ve rac­col­te in vio­la­zio­ne del pre­sen­te ar­ti­co­lo non pos­so­no es­se­re uti­liz­za­te a ca­ri­co del­la par­te che non era pre­sen­te.

Art. 148 Nella procedura di assistenza giudiziaria  

1 Se si rac­col­go­no pro­ve all’este­ro nell’am­bi­to di una pro­ce­du­ra di as­si­sten­za giu­di­zia­ria, il di­rit­to del­le par­ti di par­te­ci­pa­re all’as­sun­zio­ne del­le pro­ve è sod­di­sfat­to se le par­ti:

a.
pos­so­no for­mu­la­re do­man­de da ri­vol­ge­re all’au­to­ri­tà este­ra ri­chie­sta;
b.
a ro­ga­to­ria esple­ta­ta, pos­so­no esa­mi­na­re il ver­ba­le; e
c.
pos­so­no por­re do­man­de com­ple­ti­ve per scrit­to.

2 È ap­pli­ca­bi­le l’ar­ti­co­lo 147 ca­po­ver­so 4.

Sezione 4: Misure protettive

Art. 149 In generale  

1 Se vi è mo­ti­vo di ri­te­ne­re che un te­sti­mo­ne, una per­so­na in­for­ma­ta sui fat­ti, un im­pu­ta­to, un pe­ri­to o un tra­dut­to­re o in­ter­pre­te pos­sa­no, a cau­sa del lo­ro coin­vol­gi­men­to nel pro­ce­di­men­to, espor­re se stes­si o una per­so­na con cui han­no un le­ga­me ai sen­si dell’ar­ti­co­lo 168 ca­po­ver­si 1–3 a un gra­ve pe­ri­co­lo per la vi­ta e l’in­te­gri­tà fi­si­ca op­pu­re a un al­tro gra­ve pre­giu­di­zio, chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to adot­ta, su do­man­da o d’uf­fi­cio, ade­gua­te mi­su­re pro­tet­ti­ve.

2 A tal fi­ne, chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to può li­mi­ta­re ade­gua­ta­men­te i di­rit­ti pro­ce­du­ra­li del­le par­ti, se­gna­ta­men­te:

a.
ga­ran­ten­do l’ano­ni­ma­to;
b.
svol­gen­do in­ter­ro­ga­to­ri sen­za la pre­sen­za del­le par­ti o a por­te chiu­se;
c.
ac­cer­tan­do le ge­ne­ra­li­tà sen­za la pre­sen­za del­le par­ti o a por­te chiu­se;
d.
mo­di­fi­can­do l’aspet­to o la vo­ce di per­so­ne da pro­teg­ge­re op­pu­re scher­man­do­le;
e.
po­nen­do re­stri­zio­ni al di­rit­to di esa­mi­na­re gli at­ti.

3 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to può con­sen­ti­re al­la per­so­na da pro­teg­ge­re di far­si ac­com­pa­gna­re da un pa­tro­ci­na­to­re o da una per­so­na di fi­du­cia.

4 Se si pro­ce­de all’in­ter­ro­ga­to­rio di un mi­no­re di 18 an­ni in ve­ste di te­sti­mo­ne o di per­so­na in­for­ma­ta sui fat­ti, chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to può inol­tre di­spor­re mi­su­re pro­tet­ti­ve se­con­do l’ar­ti­co­lo 154 ca­po­ver­si 2 e 4.

5 Per tut­te le mi­su­re pro­tet­ti­ve che adot­ta, chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to prov­ve­de af­fin­ché al­le par­ti sia ga­ran­ti­to il di­rit­to di es­se­re sen­ti­te e in par­ti­co­la­re af­fin­ché sia­no ga­ran­ti­ti i di­rit­ti di di­fe­sa dell’im­pu­ta­to.

6 Qua­lo­ra sia sta­to ga­ran­ti­to l’ano­ni­ma­to a per­so­ne da pro­teg­ge­re, chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to adot­ta mi­su­re ap­pro­pria­te per evi­ta­re scam­bi o con­fu­sio­ni di per­so­na.

Art. 150 Garanzia dell’anonimato  

1 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to può ga­ran­ti­re l’ano­ni­ma­to al­la per­so­na da pro­teg­ge­re.

2 Se con­ce­de la ga­ran­zia dell’ano­ni­ma­to, il pub­bli­co mi­ni­ste­ro la sot­to­po­ne en­tro 30 gior­ni per ap­pro­va­zio­ne al giu­di­ce dei prov­ve­di­men­ti coer­ci­ti­vi; nel­la ri­chie­sta d’ap­pro­va­zio­ne il pub­bli­co mi­ni­ste­ro pre­ci­sa tut­ti i det­ta­gli ne­ces­sa­ri al­la va­lu­ta­zio­ne del­la le­ga­li­tà del prov­ve­di­men­to. ...76

3 Se il giu­di­ce dei prov­ve­di­men­ti coer­ci­ti­vi ne­ga l’ap­pro­va­zio­ne, le pro­ve già as­sun­te con la ga­ran­zia dell’ano­ni­ma­to non pos­so­no es­se­re uti­liz­za­te.

4 Una vol­ta ap­pro­va­ta o con­ces­sa, la ga­ran­zia dell’ano­ni­ma­to vin­co­la tut­te le au­to­ri­tà pe­na­li in­ve­sti­te del­la cau­sa.

5 La per­so­na da pro­teg­ge­re può ri­nun­cia­re in ogni tem­po al­la ga­ran­zia dell’ano­ni­ma­to.

6 Il pub­bli­co mi­ni­ste­ro e chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to in giu­di­zio re­vo­ca­no la ga­ran­zia se l’esi­gen­za di pro­te­zio­ne vie­ne ma­ni­fe­sta­men­te me­no.

76 Per. abro­ga­to dal n. I del­la LF del 17 giu. 2022, con ef­fet­to dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

Art. 151 Misure per la protezione di agenti infiltrati  

1 Gli agen­ti in­fil­tra­ti a cui è sta­ta con­ces­sa la ga­ran­zia dell’ano­ni­ma­to han­no il di­rit­to:

a.
di man­te­ne­re se­gre­ta la lo­ro ve­ra iden­ti­tà du­ran­te l’in­te­ro pro­ce­di­men­to e do­po la sua chiu­su­ra nei ri­guar­di di chic­ches­sia, ec­cet­tua­ti i mem­bri del­le au­to­ri­tà giu­di­can­ti in­ve­sti­te del­la cau­sa;
b.
a che nes­su­na in­di­ca­zio­ne re­la­ti­va al­la lo­ro ve­ra iden­ti­tà sia ac­qui­si­ta agli at­ti.

2 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to adot­ta le ne­ces­sa­rie mi­su­re pro­tet­ti­ve.

Art. 152 Misure generali per la protezione delle vittime  

1 In ogni fa­se del pro­ce­di­men­to le au­to­ri­tà pe­na­li tu­te­la­no i di­rit­ti del­la per­so­na­li­tà del­la vit­ti­ma.

2 In tut­ti gli at­ti pro­ce­du­ra­li la vit­ti­ma può far­si ac­com­pa­gna­re, ol­tre che dal suo pa­tro­ci­na­to­re, da una per­so­na di fi­du­cia.

3 Se la vit­ti­ma lo do­man­da, le au­to­ri­tà pe­na­li le evi­ta­no di in­con­tra­re l’im­pu­ta­to. In tal ca­so, ga­ran­ti­sco­no in al­tro mo­do all’im­pu­ta­to il di­rit­to di es­se­re sen­ti­to. In par­ti­co­la­re, pos­so­no in­ter­ro­ga­re la vit­ti­ma ap­pli­can­do le mi­su­re pro­tet­ti­ve di cui all’ar­ti­co­lo 149 ca­po­ver­so 2 let­te­re b e d.

4 Un con­fron­to può es­se­re or­di­na­to se:

a.
il di­rit­to dell’im­pu­ta­to di es­se­re sen­ti­to non può es­se­re ga­ran­ti­to in al­tro mo­do; op­pu­re
b.
un in­te­res­se pre­pon­de­ran­te del per­se­gui­men­to pe­na­le lo esi­ge im­pe­ra­ti­va­men­te.
Art. 153 Misure speciali per la protezione delle vittime di reati contro l’integrità sessuale  

1 Le vit­ti­me di rea­ti con­tro l’in­te­gri­tà ses­sua­le pos­so­no esi­ge­re che sia­no in­ter­ro­ga­te da una per­so­na del lo­ro stes­so ses­so.

2 Un con­fron­to con l’im­pu­ta­to può es­se­re or­di­na­to con­tro la vo­lon­tà del­la vit­ti­ma sol­tan­to se il di­rit­to dell’im­pu­ta­to di es­se­re sen­ti­to non può es­se­re ga­ran­ti­to in al­tro mo­do.

Art. 154 Misure speciali per la protezione delle vittime minorenni  

1 Ai sen­si del pre­sen­te ar­ti­co­lo il ter­mi­ne mi­no­ren­ne de­si­gna la vit­ti­ma che al mo­men­to dell’in­ter­ro­ga­to­rio o del con­fron­to non ha an­co­ra com­piu­to i 18 an­ni.

2 Il pri­mo in­ter­ro­ga­to­rio del mi­no­ren­ne de­ve svol­ger­si al più pre­sto pos­si­bi­le.

3 L’au­to­ri­tà può esclu­de­re dal pro­ce­di­men­to la per­so­na di fi­du­cia che po­treb­be eser­ci­ta­re un in­flus­so de­ter­mi­nan­te sul mi­no­ren­ne.

4 Qua­lo­ra ap­pa­ia che l’in­ter­ro­ga­to­rio o il con­fron­to po­treb­be espor­re il mi­no­ren­ne a una gra­ve pres­sio­ne psi­co­lo­gi­ca, so­no ap­pli­ca­bi­li le se­guen­ti re­go­le:

a.
un con­fron­to con l’im­pu­ta­to può es­se­re or­di­na­to sol­tan­to se il mi­no­ren­ne lo do­man­da espres­sa­men­te op­pu­re se il di­rit­to dell’im­pu­ta­to di es­se­re sen­ti­to non può es­se­re ga­ran­ti­to in al­tro mo­do;
b.
nel cor­so dell’in­te­ro pro­ce­di­men­to il mi­no­ren­ne non può di nor­ma es­se­re in­ter­ro­ga­to più di due vol­te;
c.
si pro­ce­de a un se­con­do in­ter­ro­ga­to­rio sol­tan­to se nel cor­so del pri­mo le par­ti non han­no po­tu­to eser­ci­ta­re i lo­ro di­rit­ti op­pu­re se ciò è in­di­spen­sa­bi­le nell’in­te­res­se del­le in­da­gi­ni o del mi­no­ren­ne. Per quan­to pos­si­bi­le, il se­con­do in­ter­ro­ga­to­rio è ef­fet­tua­to dal­la stes­sa per­so­na che ha svol­to il pri­mo;
d.
gli in­ter­ro­ga­to­ri so­no ef­fet­tua­ti da un fun­zio­na­rio in­qui­ren­te ap­po­si­ta­men­te for­ma­to e in pre­sen­za di uno spe­cia­li­sta. Qua­lo­ra non si pro­ce­da a un con­fron­to, gli in­ter­ro­ga­to­ri so­no re­gi­stra­ti su sup­por­to au­dio­vi­si­vo;
e.
le par­ti eser­ci­ta­no i lo­ro di­rit­ti per il tra­mi­te di chi in­ter­ro­ga;
f.
chi in­ter­ro­ga e lo spe­cia­li­sta ri­por­ta­no le lo­ro os­ser­va­zio­ni par­ti­co­la­ri in un rap­por­to.

5 Qua­lo­ra ap­pa­ia che la pre­sen­za dell’im­pu­ta­to du­ran­te l’in­ter­ro­ga­to­rio po­treb­be espor­re il mi­no­ren­ne a una gra­ve pres­sio­ne psi­co­lo­gi­ca no­no­stan­te le mi­su­re pro­tet­ti­ve, l’im­pu­ta­to può es­se­re esclu­so dall’in­ter­ro­ga­to­rio pur­ché il suo di­rit­to di es­se­re sen­ti­to pos­sa es­se­re ga­ran­ti­to in al­tro mo­do.77

6 L’esclu­sio­ne non si ap­pli­ca al di­fen­so­re; oc­cor­re tut­ta­via adot­ta­re le mi­su­re pro­tet­ti­ve at­te a evi­ta­re che il mi­no­ren­ne sia espo­sto a una gra­ve pres­sio­ne psi­co­lo­gi­ca.78

77 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

78 In­tro­dot­to dal n. I del­la LF del 17 giu. 2022, in vi­go­re dal 1° gen. 2024 (RU 2023 468; FF 2019 5523).

Art. 155 Misure per la protezione di persone affette da turba psichica  

1 Gli in­ter­ro­ga­to­ri di per­so­ne af­fet­te da tur­ba psi­chi­ca so­no li­mi­ta­ti al­lo stret­to ne­ces­sa­rio; le au­di­zio­ni plu­ri­me van­no evi­ta­te.

2 Chi di­ri­ge il pro­ce­di­men­to può in­ca­ri­ca­re dell’in­ter­ro­ga­to­rio au­to­ri­tà pe­na­li o ser­vi­zi so­cia­li spe­cia­liz­za­ti op­pu­re far ca­po a fa­mi­lia­ri, al­tre per­so­ne di fi­du­cia o pe­ri­ti.

Art. 156 Misure per la protezione di persone al di fuori del procedimento  

La Con­fe­de­ra­zio­ne e i Can­to­ni pos­so­no pre­ve­de­re mi­su­re per la pro­te­zio­ne di per­so­ne al di fuo­ri del pro­ce­di­men­to.

Diese Seite ist durch reCAPTCHA geschützt und die Google Datenschutzrichtlinie und Nutzungsbedingungen gelten.

Feedback
Laden