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Convenzione
sui diritti del fanciullo

RU 1998 2055; FF 1994 V 1

Conclusa a Nuova York il 20 novembre 1989Approvata dall’Assemblea federale il 13 dicembre 1996 Ratificata dalla Svizzera con strumento depositato il 24 febbraio 1997Entrata in vigore per la Svizzera il 26 marzo 19971

(Stato 27 febbraio 2023)

Preambolo

Gli Stati parti alla presente Convenzione

Considerato che, in conformità con i principi proclamati nello Statuto delle Nazioni Unite2, il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana nonché l’uguaglianza ed il carattere inalienabile dei loro diritti sono le fondamenta della libertà, della giustizia e della pace nel mondo;

Tenendo presente che i popoli delle Nazioni Unite hanno ribadito nello Statuto la loro fede nei diritti fondamentali dell’uomo e nella dignità e nel valore della persona umana ed hanno risolto di favorire il progresso sociale e di instaurare migliori condizioni di vita in una maggiore libertà;

Riconoscendo che le Nazioni Unite, nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e nei Patti internazionali relativi ai Diritti dell’Uomo, hanno proclamato ed hanno convenuto che ciascuno può avvalersi di tutti i diritti e di tutte le libertà che vi sono enunciate, senza distinzione di sorta in particolare di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di ogni altra opinione, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di ogni altra circostanza;

Rammentando che nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo le Nazioni Unite hanno proclamato che l’infanzia ha diritto ad un aiuto e ad una assistenza particolari;

Convinti che la famiglia, unità fondamentale della società ed ambiente naturale per la crescita ed il benessere di tutti i suoi membri ed in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l’assistenza di cui necessita per poter svolgere integralmente il suo ruolo nella collettività;

Riconoscendo che il fanciullo, ai fini dello sviluppo armonioso e completo della sua personalità deve crescere in un ambiente familiare in un clima di felicità, di amore e di comprensione;

In considerazione del fatto che occorre preparare pienamente il fanciullo ad avere una sua vita individuale nella Società, ed educarlo nello spirito degli ideali proclamati nello Statuto delle Nazioni Unite, in particolare in uno spirito di pace, di dignità, di tolleranza, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà;

Tenendo presente che la necessità di concedere una protezione speciale al fanciullo è stata enunciata nella Dichiarazione di Ginevra del 1924 sui diritti del fanciullo e nella Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo adottata dall’Assemblea Generale il 20 novembre 1959 e riconosciuta nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, nel Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici3 (in particolare negli articoli 23 e 24), nel Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali4 (in particolare all’articolo 10) e negli Statuti e strumenti pertinenti delle Istituzioni specializzate e delle Organizzazioni internazionali che si preoccupano del benessere del fanciullo;

Tenendo presente che, come indicato nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, «il fanciullo, a causa della sua mancanza di maturità fisica ed intellettuale», necessita di una protezione e di cure particolari, ivi compresa una protezione legale appropriata, sia prima che dopo la nascita;

Rammentando le disposizioni della Dichiarazione sui principi sociali e giuridici applicabili alla protezione ed al benessere dei fanciulli, considerati soprattutto sotto il profilo delle prassi in materia di adozione e di collocamento familiare a livello nazionale e internazionale, dell’insieme delle regole minime delle Nazioni Unite relative all’amministrazione della giustizia minorile (Regole di Beijing) e della Dichiarazione sulla protezione delle donne e dei fanciulli in periodi di emergenza e di conflitto armato;

Riconoscendo che vi sono in tutti i Paesi del mondo fanciulli che vivono in condizioni particolarmente difficili e che è necessario prestare ad essi una particolare attenzione;

Tenendo debitamente conto dell’importanza delle tradizioni e dei valori culturali di ciascun popolo per la protezione e lo sviluppo armonioso del fanciullo;

Riconoscendo l’importanza della cooperazione internazionale per il miglioramento delle condizioni di vita dei fanciulli di tutti i Paesi, in particolare nei Paesi in via di sviluppo,

Hanno convenuto quanto segue:

Prima parte

Art. 1  

Ai sen­si del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne si in­ten­de per fan­ciul­lo ogni es­se­re uma­no aven­te un’età in­fe­rio­re a di­ciott’an­ni, sal­vo se ab­bia rag­giun­to pri­ma la ma­tu­ri­tà in vir­tù del­la le­gi­sla­zio­ne ap­pli­ca­bi­le.

Art. 2  

1. Gli Sta­ti par­ti si im­pe­gna­no a ri­spet­ta­re i di­rit­ti enun­cia­ti nel­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne ed a ga­ran­tir­li ad ogni fan­ciul­lo che di­pen­de dal­la lo­ro giu­ri­sdi­zio­ne, sen­za di­stin­zio­ne di sor­ta ed a pre­scin­de­re da ogni con­si­de­ra­zio­ne di raz­za, di co­lo­re, di ses­so, di lin­gua, di re­li­gio­ne, di opi­nio­ne po­li­ti­ca o al­tra del fan­ciul­lo o dei suoi ge­ni­to­ri o rap­pre­sen­tan­ti le­ga­li, dal­la lo­ro ori­gi­ne na­zio­na­le, et­ni­ca o so­cia­le, dal­la lo­ro si­tua­zio­ne fi­nan­zia­ria, dal­la lo­ro in­ca­pa­ci­tà, dal­la lo­ro na­sci­ta o da ogni al­tra cir­co­stan­za.

2. Gli Sta­ti par­ti adot­ta­no tut­ti i prov­ve­di­men­ti ap­pro­pria­ti af­fin­ché il fan­ciul­lo sia ef­fet­ti­va­men­te tu­te­la­to con­tro ogni for­ma di di­scri­mi­na­zio­ne o di san­zio­ne mo­ti­va­te dal­la con­di­zio­ne so­cia­le, dal­le at­ti­vi­tà, opi­nio­ni pro­fes­sa­te o con­vin­zio­ni dei suoi ge­ni­to­ri, dei suoi rap­pre­sen­tan­ti le­ga­li o dei suoi fa­mi­lia­ri.

Art. 3  

1. In tut­te le de­ci­sio­ni re­la­ti­ve ai fan­ciul­li, di com­pe­ten­za sia del­le isti­tu­zio­ni pub­bli­che o pri­va­te di as­si­sten­za so­cia­le, dei tri­bu­na­li, del­le au­to­ri­tà am­mi­ni­stra­ti­ve o de­gli or­ga­ni le­gi­sla­ti­vi, l’in­te­res­se su­pe­rio­re del fan­ciul­lo de­ve es­se­re una con­si­de­ra­zio­ne per­ma­nen­te.

2. Gli Sta­ti par­ti si im­pe­gna­no ad as­si­cu­ra­re al fan­ciul­lo la pro­te­zio­ne e le cu­re ne­ces­sa­rie al suo be­nes­se­re, in con­si­de­ra­zio­ne dei di­rit­ti e dei do­ve­ri dei suoi ge­ni­to­ri, dei suoi tu­to­ri o di al­tre per­so­ne che han­no la sua re­spon­sa­bi­li­tà le­ga­le, ed a tal fi­ne es­si adot­ta­no tut­ti i prov­ve­di­men­ti le­gi­sla­ti­vi ed am­mi­ni­stra­ti­vi ap­pro­pria­ti.

3. Gli Sta­ti par­ti vi­gi­la­no af­fin­ché il fun­zio­na­men­to del­le isti­tu­zio­ni, ser­vi­zi ed isti­tu­ti che han­no la re­spon­sa­bi­li­tà dei fan­ciul­li e che prov­ve­do­no al­la lo­ro pro­te­zio­ne sia con­for­me al­le nor­me sta­bi­li­te dal­le au­to­ri­tà com­pe­ten­ti in par­ti­co­la­re nell’am­bi­to del­la si­cu­rez­za e del­la sa­lu­te e per quan­to ri­guar­da il nu­me­ro e la com­pe­ten­za del lo­ro per­so­na­le non­ché l’esi­sten­za di un ade­gua­to con­trol­lo.

Art. 4  

Gli Sta­ti par­ti si im­pe­gna­no ad adot­ta­re tut­ti i prov­ve­di­men­ti le­gi­sla­ti­vi, am­mi­ni­stra­ti­vi ed al­tri, ne­ces­sa­ri per at­tua­re i di­rit­ti ri­co­no­sciu­ti dal­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne. Trat­tan­do­si di di­rit­ti eco­no­mi­ci, so­cia­li e cul­tu­ra­li es­si adot­ta­no ta­li prov­ve­di­men­ti en­tro i li­mi­ti del­le ri­sor­se di cui di­spon­go­no e, se del ca­so, nell’am­bi­to del­la coo­pe­ra­zio­ne in­ter­na­zio­na­le.

Art. 5  

Gli Sta­ti par­ti ri­spet­ta­no la re­spon­sa­bi­li­tà, il di­rit­to ed il do­ve­re dei ge­ni­to­ri o, se del ca­so, dei mem­bri del­la fa­mi­glia al­lar­ga­ta o del­la col­let­ti­vi­tà, co­me pre­vi­sto da­gli usi lo­ca­li, dei tu­to­ri o al­tre per­so­ne le­gal­men­te re­spon­sa­bi­li del fan­ciul­lo, di da­re a que­st’ul­ti­mo, in ma­nie­ra cor­ri­spon­den­te al­lo svi­lup­po del­le sue ca­pa­ci­tà, l’orien­ta­men­to ed i con­si­gli ade­gua­ti all’eser­ci­zio dei di­rit­ti che gli so­no ri­co­no­sciu­ti dal­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne.

Art. 6  

1. Gli Sta­ti par­ti ri­co­no­sco­no che ogni fan­ciul­lo ha un di­rit­to ine­ren­te al­la vi­ta.

2. Gli Sta­ti par­ti as­si­cu­ra­no in tut­ta la mi­su­ra del pos­si­bi­le la so­prav­vi­ven­za e lo svi­lup­po del fan­ciul­lo.

Art. 7  

1. Il fan­ciul­lo è re­gi­stra­to im­me­dia­ta­men­te al mo­men­to del­la sua na­sci­ta e da al­lo­ra ha di­rit­to ad un no­me, ad ac­qui­si­re una cit­ta­di­nan­za e, nel­la mi­su­ra del pos­si­bi­le, a co­no­sce­re i suoi ge­ni­to­ri ed a es­se­re al­le­va­to da es­si.

2. Gli Sta­ti par­ti vi­gi­la­no af­fin­ché que­sti di­rit­ti sia­no at­tua­ti in con­for­mi­tà con la lo­ro le­gi­sla­zio­ne na­zio­na­le e con gli ob­bli­ghi che so­no im­po­sti lo­ro da­gli stru­men­ti in­ter­na­zio­na­li ap­pli­ca­bi­li in ma­te­ria, in par­ti­co­la­re nei ca­si in cui se ciò non fos­se fat­to, il fan­ciul­lo ver­reb­be a tro­var­si apo­li­de.

Art. 8  

1. Gli Sta­ti par­ti si im­pe­gna­no a ri­spet­ta­re il di­rit­to del fan­ciul­lo a pre­ser­va­re la pro­pria iden­ti­tà, ivi com­pre­sa la sua na­zio­na­li­tà, il suo no­me e le sue re­la­zio­ni fa­mi­lia­ri, co­sì co­me so­no ri­co­no­sciu­te dal­la leg­ge, sen­za in­ge­ren­ze il­le­ga­li.

2. Se un fan­ciul­lo è il­le­gal­men­te pri­va­to de­gli ele­men­ti co­sti­tu­ti­vi del­la sua iden­ti­tà o di al­cu­ni di es­si, gli Sta­ti par­ti de­vo­no con­ce­der­gli ade­gua­ta as­si­sten­za e pro­te­zio­ne af­fin­ché la sua iden­ti­tà sia ri­sta­bi­li­ta il più ra­pi­da­men­te pos­si­bi­le.

Art. 9  

1. Gli Sta­ti par­ti vi­gi­la­no af­fin­ché il fan­ciul­lo non sia se­pa­ra­to dai suoi ge­ni­to­ri con­tro la lo­ro vo­lon­tà a me­no che le au­to­ri­tà com­pe­ten­ti non de­ci­da­no, sot­to ri­ser­va di re­vi­sio­ne giu­di­zia­ria e con­for­me­men­te con le leg­gi di pro­ce­du­ra ap­pli­ca­bi­li, che que­sta se­pa­ra­zio­ne è ne­ces­sa­ria nell’in­te­res­se pre­mi­nen­te del fan­ciul­lo. Una de­ci­sio­ne in que­sto sen­so può es­se­re ne­ces­sa­ria in ta­lu­ni ca­si par­ti­co­la­ri, ad esem­pio quan­do i ge­ni­to­ri mal­trat­ta­no o tra­scu­ra­no il fan­ciul­lo op­pu­re se vi­vo­no se­pa­ra­ti ed una de­ci­sio­ne deb­ba es­se­re pre­sa ri­guar­do al luo­go di re­si­den­za del fan­ciul­lo.

2. In tut­ti i ca­si pre­vi­sti al pa­ra­gra­fo 1 del pre­sen­te ar­ti­co­lo, tut­te le Par­ti in­te­res­sa­te de­vo­no ave­re la pos­si­bi­li­tà di par­te­ci­pa­re al­le de­li­be­ra­zio­ni e di far co­no­sce­re le lo­ro opi­nio­ni.

3. Gli Sta­ti par­ti ri­spet­ta­no il di­rit­to del fan­ciul­lo se­pa­ra­to da en­tram­bi i ge­ni­to­ri o da uno di es­si, di in­trat­te­ne­re re­go­lar­men­te rap­por­ti per­so­na­li e con­tat­ti di­ret­ti con en­tram­bi i suoi ge­ni­to­ri, a me­no che ciò non sia con­tra­rio all’in­te­res­se pre­mi­nen­te del fan­ciul­lo.

4. Se la se­pa­ra­zio­ne è il ri­sul­ta­to di prov­ve­di­men­ti adot­ta­ti da uno Sta­to par­te, co­me la de­ten­zio­ne, l’im­pri­gio­na­men­to, l’esi­lio, l’espul­sio­ne o la mor­te (com­pre­sa la mor­te, qua­le che ne sia la cau­sa, so­prav­ve­nu­ta du­ran­te la de­ten­zio­ne) di en­tram­bi i ge­ni­to­ri o di uno di es­si, o del fan­ciul­lo, lo Sta­to par­te for­ni­sce die­tro ri­chie­sta ai ge­ni­to­ri, al fan­ciul­lo op­pu­re, se del ca­so, ad un al­tro mem­bro del­la fa­mi­glia, le in­for­ma­zio­ni es­sen­zia­li con­cer­nen­ti il luo­go do­ve si tro­va­no il fa­mi­lia­re o i fa­mi­lia­ri, a me­no che la di­vul­ga­zio­ne di ta­li in­for­ma­zio­ni pos­sa met­te­re a re­pen­ta­glio il be­nes­se­re del fan­ciul­lo. Gli Sta­ti par­ti vi­gi­la­no inol­tre af­fin­ché la pre­sen­ta­zio­ne di ta­le do­man­da non com­por­ti di per sé con­se­guen­ze pre­giu­di­zie­vo­li per la per­so­na o per le per­so­ne in­te­res­sa­te.

Art. 10  

1. In con­for­mi­tà con l’ob­bli­go che in­com­be agli Sta­ti par­ti in vir­tù del pa­ra­gra­fo 1 dell’ar­ti­co­lo 9, ogni do­man­da pre­sen­ta­ta da un fan­ciul­lo o dai suoi ge­ni­to­ri in vi­sta di en­tra­re in uno Sta­to par­te o di la­sciar­lo ai fi­ni di un ri­con­giun­gi­men­to fa­mi­lia­re sa­rà con­si­de­ra­ta con uno spi­ri­to po­si­ti­vo, con uma­ni­tà e di­li­gen­za. Gli Sta­ti par­ti vi­gi­la­no inol­tre af­fin­ché la pre­sen­ta­zio­ne di ta­le do­man­da non com­por­ti con­se­guen­ze pre­giu­di­zie­vo­li per gli au­to­ri del­la do­man­da e per i lo­ro fa­mi­lia­ri.

2. Un fan­ciul­lo i cui ge­ni­to­ri ri­sie­do­no in Sta­ti di­ver­si ha di­rit­to ad in­trat­te­ne­re rap­por­ti per­so­na­li e con­tat­ti di­ret­ti re­go­la­ri con en­tram­bi i suoi ge­ni­to­ri, sal­vo cir­co­stan­ze ec­ce­zio­na­li. A tal fi­ne, ed in con­for­mi­tà con l’ob­bli­go in­com­ben­te agli Sta­ti par­ti, in vir­tù del pa­ra­gra­fo 1 dell’ar­ti­co­lo 9, gli Sta­ti par­ti ri­spet­ta­no il di­rit­to del fan­ciul­lo e dei suoi ge­ni­to­ri di ab­ban­do­na­re ogni Pae­se, com­pre­so il lo­ro, e di fa­re ri­tor­no nel pro­prio Pae­se. Il di­rit­to di ab­ban­do­na­re ogni Pae­se può es­se­re re­go­la­men­ta­to so­lo dal­le li­mi­ta­zio­ni sta­bi­li­te dal­la le­gi­sla­zio­ne, ne­ces­sa­rie ai fi­ni del­la pro­te­zio­ne del­la si­cu­rez­za in­ter­na, dell’or­di­ne pub­bli­co, del­la sa­lu­te o del­la mo­ra­li­tà pub­bli­che, o dei di­rit­ti e del­le li­ber­tà al­trui, com­pa­ti­bi­li con gli al­tri di­rit­ti ri­co­no­sciu­ti nel­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne.

Art. 11  

1. Gli Sta­ti par­ti adot­ta­no prov­ve­di­men­ti per im­pe­di­re gli spo­sta­men­ti ed i non-ri­tor­ni il­le­ci­ti di fan­ciul­li all’este­ro.

2. A tal fi­ne, gli Sta­ti par­ti fa­vo­ri­sco­no la con­clu­sio­ne di ac­cor­di bi­la­te­ra­li o mul­ti­la­te­ra­li op­pu­re l’ade­sio­ne ad ac­cor­di esi­sten­ti.

Art. 12  

1. Gli Sta­ti par­ti ga­ran­ti­sco­no al fan­ciul­lo ca­pa­ce di di­scer­ni­men­to il di­rit­to di espri­me­re li­be­ra­men­te la sua opi­nio­ne su ogni que­stio­ne che lo in­te­res­sa, le opi­nio­ni del fan­ciul­lo es­sen­do de­bi­ta­men­te pre­se in con­si­de­ra­zio­ne te­nen­do con­to del­la sua età e del suo gra­do di ma­tu­ri­tà.

2. A tal fi­ne, si da­rà in par­ti­co­la­re al fan­ciul­lo la pos­si­bi­li­tà di es­se­re ascol­ta­to in ogni pro­ce­du­ra giu­di­zia­ria o am­mi­ni­stra­ti­va che lo con­cer­ne, sia di­ret­ta­men­te, sia tra­mi­te un rap­pre­sen­tan­te o un or­ga­no ap­pro­pria­to, in ma­nie­ra com­pa­ti­bi­le con le re­go­le di pro­ce­du­ra del­la le­gi­sla­zio­ne na­zio­na­le.

Art. 13  

1. Il fan­ciul­lo ha di­rit­to al­la li­ber­tà di espres­sio­ne. Que­sto di­rit­to com­pren­de la li­ber­tà di ri­cer­ca­re, di ri­ce­ve­re e di di­vul­ga­re in­for­ma­zio­ni ed idee di ogni spe­cie, in­di­pen­den­te­men­te dal­le fron­tie­re, sot­to for­ma ora­le, scrit­ta, stam­pa­ta o ar­ti­sti­ca, o con ogni al­tro mez­zo a scel­ta del fan­ciul­lo.

2. L’eser­ci­zio di que­sto di­rit­to può es­se­re re­go­la­men­ta­to uni­ca­men­te dal­le li­mi­ta­zio­ni sta­bi­li­te dal­la leg­ge e che so­no ne­ces­sa­rie:

a)
al ri­spet­to dei di­rit­ti o del­la re­pu­ta­zio­ne al­trui; op­pu­re
b)
al­la sal­va­guar­dia del­la si­cu­rez­za na­zio­na­le, dell’or­di­ne pub­bli­co, del­la sa­lu­te o del­la mo­ra­li­tà pub­bli­che.
Art. 14  

1. Gli Sta­ti par­ti ri­spet­ta­no il di­rit­to del fan­ciul­lo al­la li­ber­tà di pen­sie­ro, di co­scien­za e di re­li­gio­ne.

2. Gli Sta­ti par­ti ri­spet­ta­no il di­rit­to ed il do­ve­re dei ge­ni­to­ri op­pu­re, se del ca­so, dei rap­pre­sen­tan­ti le­ga­li del bam­bi­no, di gui­da­re que­st’ul­ti­mo nell’eser­ci­zio del sum­men­zio­na­to di­rit­to in ma­nie­ra che cor­ri­spon­da al­lo svi­lup­po del­le sue ca­pa­ci­tà.

3. La li­ber­tà di ma­ni­fe­sta­re la pro­pria re­li­gio­ne o le pro­prie con­vin­zio­ni può es­se­re sog­get­ta uni­ca­men­te al­le li­mi­ta­zio­ni pre­scrit­te dal­la leg­ge, ne­ces­sa­rie ai fi­ni del man­te­ni­men­to del­la si­cu­rez­za pub­bli­ca, dell’or­di­ne pub­bli­co, del­la sa­ni­tà e del­la mo­ra­li­tà pub­bli­che, op­pu­re del­le li­ber­tà e di­rit­ti fon­da­men­ta­li dell’uo­mo.

Art. 15  

1. Gli Sta­ti par­ti ri­co­no­sco­no i di­rit­ti del fan­ciul­lo al­la li­ber­tà di as­so­cia­zio­ne ed al­la li­ber­tà di riu­nir­si pa­ci­fi­ca­men­te.

2. L’eser­ci­zio di ta­li di­rit­ti può es­se­re og­get­to uni­ca­men­te del­le li­mi­ta­zio­ni sta­bi­li­te dal­la leg­ge, ne­ces­sa­rie in una so­cie­tà de­mo­cra­ti­ca nell’in­te­res­se del­la si­cu­rez­za na­zio­na­le, del­la si­cu­rez­za o dell’or­di­ne pub­bli­ci, op­pu­re per tu­te­la­re la sa­ni­tà o la mo­ra­li­tà pub­bli­che, o i di­rit­ti e le li­ber­tà al­trui.

Art. 16  

1. Nes­sun fan­ciul­lo sa­rà og­get­to di in­ter­fe­ren­ze ar­bi­tra­rie o il­le­ga­li nel­la sua vi­ta pri­va­ta, nel­la sua fa­mi­glia, nel suo do­mi­ci­lio o nel­la sua cor­ri­spon­den­za, e nep­pu­re di af­fron­ti il­le­ga­li al suo ono­re e al­la sua re­pu­ta­zio­ne.

2. Il fan­ciul­lo ha di­rit­to al­la pro­te­zio­ne del­la leg­ge con­tro ta­li in­ter­fe­ren­ze o ta­li af­fron­ti.

Art. 17  

Gli Sta­ti par­ti ri­co­no­sco­no l’im­por­tan­za del­la fun­zio­ne eser­ci­ta­ta dai mass-me­dia e vi­gi­la­no af­fin­ché il fan­ciul­lo pos­sa ac­ce­de­re ad una in­for­ma­zio­ne ed a ma­te­ria­li pro­ve­nien­ti da fon­ti na­zio­na­li ed in­ter­na­zio­na­li va­rie, so­prat­tut­to se fi­na­liz­za­ti a pro­muo­ve­re il suo be­nes­se­re so­cia­le, spi­ri­tua­le e mo­ra­le non­ché la sua sa­lu­te fi­si­ca e men­ta­le. A tal fi­ne, gli Sta­ti par­ti:

a)
in­co­rag­gia­no i mass-me­dia a di­vul­ga­re in­for­ma­zio­ni e ma­te­ria­li che han­no un’uti­li­tà so­cia­le e cul­tu­ra­le per il fan­ciul­lo e cor­ri­spon­do­no al­lo spi­ri­to dell’ar­ti­co­lo 29;
b)
in­co­rag­gia­no la coo­pe­ra­zio­ne in­ter­na­zio­na­le in vi­sta di pro­dur­re, di scam­bia­re e di di­vul­ga­re in­for­ma­zio­ni e ma­te­ria­li di que­sto ti­po pro­ve­nien­ti da va­rie fon­ti cul­tu­ra­li, na­zio­ni ed in­ter­na­zio­na­li;
c)
in­co­rag­gia­no la pro­du­zio­ne e la dif­fu­sio­ne di li­bri per l’in­fan­zia;
d)
in­co­rag­gia­no i mass-me­dia a te­ne­re con­to in par­ti­co­lar mo­do del­le esi­gen­ze lin­gui­sti­che dei fan­ciul­li au­toc­to­ni o ap­par­te­nen­ti ad un grup­po mi­no­ri­ta­rio;
e)
fa­vo­ri­sco­no l’ela­bo­ra­zio­ne di prin­ci­pi di­ret­ti­vi ap­pro­pria­ti de­sti­na­ti a pro­teg­ge­re il fan­ciul­lo dal­le in­for­ma­zio­ni e dai ma­te­ria­li che nuoc­cio­no al suo be­nes­se­re in con­si­de­ra­zio­ne del­le di­spo­si­zio­ni de­gli ar­ti­co­li 13 e 18.
Art. 18  

1. Gli Sta­ti par­ti fa­ran­no del lo­ro me­glio per ga­ran­ti­re il ri­co­no­sci­men­to del prin­ci­pio co­mu­ne se­con­do il qua­le en­tram­bi i ge­ni­to­ri han­no una re­spon­sa­bi­li­tà co­mu­ne per quan­to ri­guar­da l’edu­ca­zio­ne del fan­ciul­lo ed il prov­ve­de­re al suo svi­lup­po. La re­spon­sa­bi­li­tà di al­le­va­re il fan­ciul­lo e di prov­ve­de­re al suo svi­lup­po in­com­be in­nan­zi­tut­to ai ge­ni­to­ri op­pu­re, se del ca­so, ai suoi rap­pre­sen­tan­ti le­ga­li i qua­li de­vo­no es­se­re gui­da­ti prin­ci­pal­men­te dall’in­te­res­se pre­mi­nen­te del fan­ciul­lo.

2. Al fi­ne di ga­ran­ti­re e di pro­muo­ve­re i di­rit­ti enun­cia­ti nel­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne, gli Sta­ti par­ti ac­cor­da­no gli aiu­ti ap­pro­pria­ti ai ge­ni­to­ri ed ai rap­pre­sen­tan­ti le­ga­li del fan­ciul­lo nell’eser­ci­zio del­la re­spon­sa­bi­li­tà che in­com­be lo­ro di al­le­va­re il fan­ciul­lo e prov­ve­do­no al­la crea­zio­ne di isti­tu­zio­ni, isti­tu­ti e ser­vi­zi in­ca­ri­ca­ti di vi­gi­la­re sul be­nes­se­re del fan­ciul­lo.

3. Gli Sta­ti par­ti adot­ta­no ogni ap­pro­pria­to prov­ve­di­men­to per ga­ran­ti­re ai fan­ciul­li i cui ge­ni­to­ri la­vo­ra­no, il di­rit­to di be­ne­fi­cia­re dei ser­vi­zi e de­gli isti­tu­ti di as­si­sten­za all’in­fan­zia, per i qua­li es­si ab­bia­no i re­qui­si­ti ne­ces­sa­ri.

Art. 19  

1. Gli Sta­ti par­ti adot­ta­no ogni mi­su­ra le­gi­sla­ti­va, am­mi­ni­stra­ti­va, so­cia­le ed edu­ca­ti­va per tu­te­la­re il fan­ciul­lo con­tro ogni for­ma di vio­len­za, di ol­trag­gio o di bru­ta­li­tà fi­si­che o men­ta­li, di ab­ban­do­no o di ne­gli­gen­za, di mal­trat­ta­men­ti o di sfrut­ta­men­to, com­pre­sa la vio­len­za ses­sua­le, per tut­to il tem­po in cui è af­fi­da­to all’uno o all’al­tro, o ad en­tram­bi, i suoi ge­ni­to­ri, al suo rap­pre­sen­tan­te le­ga­le (o rap­pre­sen­tan­ti le­ga­li), op­pu­re ad ogni al­tra per­so­na che ha il suo af­fi­da­men­to.

2. Le sud­det­te mi­su­re di pro­te­zio­ne com­por­te­ran­no, a se­con­da del ca­so, pro­ce­du­re ef­fi­ca­ci per la crea­zio­ne di pro­gram­mi so­cia­li fi­na­liz­za­ti a for­ni­re l’ap­pog­gio ne­ces­sa­rio al fan­ciul­lo e a co­lo­ro ai qua­li egli è af­fi­da­to, non­ché per al­tre for­me di pre­ven­zio­ne, ed ai fi­ni dell’in­di­vi­dua­zio­ne, del rap­por­to, del rin­vio, dell’in­chie­sta, del­la trat­ta­zio­ne e dei se­gui­ti da da­re ai ca­si di mal­trat­ta­men­to del fan­ciul­lo di cui so­pra; es­se do­vran­no al­tre­sì in­clu­de­re, se ne­ces­sa­rio, pro­ce­du­re di in­ter­ven­to giu­di­zia­rio.

Art. 20  

1. Ogni fan­ciul­lo il qua­le è tem­po­ra­nea­men­te o de­fi­ni­ti­va­men­te pri­va­to del suo am­bien­te fa­mi­lia­re op­pu­re non può es­se­re la­scia­to in ta­le am­bien­te nel suo pro­prio in­te­res­se, ha di­rit­to ad una pro­te­zio­ne e ad aiu­ti spe­cia­li del­lo Sta­to.

2. Gli Sta­ti par­ti pre­ve­do­no per que­sto fan­ciul­lo una pro­te­zio­ne so­sti­tu­ti­va, in con­for­mi­tà con la lo­ro le­gi­sla­zio­ne na­zio­na­le.

3. Ta­le pro­te­zio­ne so­sti­tu­ti­va può in par­ti­co­la­re con­cre­tiz­zar­si per mez­zo di si­ste­ma­zio­ne in una fa­mi­glia, del­la ka­fa­lah di di­rit­to isla­mi­co, dell’ado­zio­ne o in ca­so di ne­ces­si­tà, del col­lo­ca­men­to in un ade­gua­to isti­tu­to per l’in­fan­zia. Nell’ef­fet­tua­re una se­le­zio­ne tra que­ste so­lu­zio­ni, si ter­rà de­bi­ta­men­te con­to del­la ne­ces­si­tà di una cer­ta con­ti­nui­tà nell’edu­ca­zio­ne del fan­ciul­lo, non­ché del­la sua ori­gi­ne et­ni­ca, re­li­gio­sa, cul­tu­ra­le e lin­gui­sti­ca.

Art. 21  

Gli Sta­ti par­ti che am­met­to­no e/o au­to­riz­za­no l’ado­zio­ne, si ac­cer­ta­no che l’in­te­res­se su­pe­rio­re del fan­ciul­lo sia la con­si­de­ra­zio­ne fon­da­men­ta­le in ma­te­ria, e:

a)
vi­gi­la­no af­fin­ché l’ado­zio­ne di un fan­ciul­lo sia au­to­riz­za­ta so­lo dal­le au­to­ri­tà com­pe­ten­ti le qua­li ve­ri­fi­ca­no, in con­for­mi­tà con la leg­ge e con le pro­ce­du­re ap­pli­ca­bi­li ed in ba­se a tut­te le in­for­ma­zio­ni af­fi­da­bi­li re­la­ti­ve al ca­so in esa­me, che l’ado­zio­ne può es­se­re ef­fet­tua­ta in con­si­de­ra­zio­ne del­la si­tua­zio­ne del bam­bi­no in rap­por­to al pa­dre ed al­la ma­dre, ge­ni­to­ri e rap­pre­sen­tan­ti le­ga­li e che, ove fos­se ne­ces­sa­rio, le per­so­ne in­te­res­sa­te han­no da­to il lo­ro con­sen­so all’ado­zio­ne in co­gni­zio­ne di cau­sa, do­po aver ac­qui­si­to i pa­re­ri ne­ces­sa­ri;
b)
ri­co­no­sco­no che l’ado­zio­ne all’este­ro può es­se­re pre­sa in con­si­de­ra­zio­ne co­me un al­tro mez­zo per ga­ran­ti­re le cu­re ne­ces­sa­rie al fan­ciul­lo, qua­lo­ra que­st’ul­ti­mo non pos­sa es­se­re mes­so a ba­lia in una fa­mi­glia, op­pu­re in una fa­mi­glia di ado­zio­ne op­pu­re es­se­re al­le­va­to in ma­nie­ra ade­gua­ta;
c)
vi­gi­la­no, in ca­so di ado­zio­ne all’este­ro, af­fin­ché il fan­ciul­lo ab­bia il be­ne­fi­cio di ga­ran­zie e di nor­me equi­va­len­ti a quel­le esi­sten­ti per le ado­zio­ni na­zio­na­li;
d)
adot­ta­no ogni ade­gua­ta mi­su­ra per vi­gi­la­re af­fin­ché, in ca­so di ado­zio­ne all’este­ro, il col­lo­ca­men­to del fan­ciul­lo non di­ven­ti fon­te di pro­fit­to ma­te­ria­le in­de­bi­to per le per­so­ne che ne so­no re­spon­sa­bi­li;
e)
ri­cer­ca­no le fi­na­li­tà del pre­sen­te ar­ti­co­lo sti­pu­lan­do ac­cor­di o in­te­se bi­la­te­ra­li o mul­ti­la­te­ra­li a se­con­da dei ca­si, e si sfor­za­no in que­sto con­te­sto di vi­gi­la­re af­fin­ché le si­ste­ma­zio­ni di fan­ciul­li all’este­ro sia­no ef­fet­tua­te dal­le au­to­ri­tà o da­gli or­ga­ni com­pe­ten­ti.
Art. 22  

1. Gli Sta­ti par­ti adot­ta­no mi­su­re ade­gua­te af­fin­ché un fan­ciul­lo il qua­le cer­ca di ot­te­ne­re lo sta­tu­to di ri­fu­gia­to, op­pu­re è con­si­de­ra­to co­me ri­fu­gia­to ai sen­si del­le re­go­le e del­le pro­ce­du­re del di­rit­to in­ter­na­zio­na­le o na­zio­na­le ap­pli­ca­bi­le, so­lo o ac­com­pa­gna­to dal pa­dre e dal­la ma­dre o da ogni al­tra per­so­na, pos­sa be­ne­fi­cia­re del­la pro­te­zio­ne e dell’as­si­sten­za uma­ni­ta­ria ne­ces­sa­rie per con­sen­tir­gli di usu­frui­re dei di­rit­ti che gli so­no ri­co­no­sciu­ti dal­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne e da­gli al­tri stru­men­ti in­ter­na­zio­na­li re­la­ti­vi ai di­rit­ti dell’uo­mo o di na­tu­ra uma­ni­ta­ria di cui det­ti Sta­ti so­no par­ti.

2. A tal fi­ne, gli Sta­ti par­ti col­la­bo­ra­no, a se­con­da di co­me lo giu­di­chi­no ne­ces­sa­rio, a tut­ti gli sfor­zi com­piu­ti dall’Or­ga­niz­za­zio­ne del­le Na­zio­ni Uni­te e dal­le al­tre or­ga­niz­za­zio­ni in­ter­go­ver­na­ti­ve o non go­ver­na­ti­ve com­pe­ten­ti che col­la­bo­ra­no con l’Or­ga­niz­za­zio­ne del­le Na­zio­ni Uni­te, per pro­teg­ge­re ed aiu­ta­re i fan­ciul­li che si tro­va­no in ta­le si­tua­zio­ne e per ri­cer­ca­re i ge­ni­to­ri o al­tri fa­mi­lia­ri di ogni fan­ciul­lo ri­fu­gia­to al fi­ne di ot­te­ne­re le in­for­ma­zio­ni ne­ces­sa­rie per ri­con­giun­ger­lo al­la sua fa­mi­glia. Se il pa­dre, la ma­dre o ogni al­tro fa­mi­lia­re so­no ir­re­pe­ri­bi­li, al fan­ciul­lo sa­rà con­ces­sa, se­con­do i prin­ci­pi enun­cia­ti nel­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne, la stes­sa pro­te­zio­ne di quel­la di ogni al­tro fan­ciul­lo de­fi­ni­ti­va­men­te op­pu­re tem­po­ra­nea­men­te pri­va­to del suo am­bien­te fa­mi­lia­re per qua­lun­que mo­ti­vo.

Art. 23  

1. Gli Sta­ti par­ti ri­co­no­sco­no che i fan­ciul­li men­tal­men­te o fi­si­ca­men­te han­di­cap­pa­ti de­vo­no con­dur­re una vi­ta pie­na e de­cen­te, in con­di­zio­ni che ga­ran­ti­sca­no la lo­ro di­gni­tà, fa­vo­ri­sca­no la lo­ro au­to­no­mia ed age­vo­li­no una lo­ro at­ti­va par­te­ci­pa­zio­ne al­la vi­ta del­la co­mu­ni­tà.

2. Gli Sta­ti par­ti ri­co­no­sco­no il di­rit­to dei fan­ciul­li han­di­cap­pa­ti di be­ne­fi­cia­re di cu­re spe­cia­li ed in­co­rag­gia­no e ga­ran­ti­sco­no, in con­si­de­ra­zio­ne del­le ri­sor­se di­spo­ni­bi­li, la con­ces­sio­ne, die­tro ri­chie­sta, ai fan­ciul­li han­di­cap­pa­ti in pos­ses­so dei re­qui­si­ti ri­chie­sti, ed a co­lo­ro i qua­li ne han­no la cu­sto­dia, di un aiu­to ade­gua­to al­le con­di­zio­ni del fan­ciul­lo ed al­la si­tua­zio­ne dei suoi ge­ni­to­ri o di co­lo­ro ai qua­li egli è af­fi­da­to.

3. In con­si­de­ra­zio­ne del­le par­ti­co­la­ri esi­gen­ze dei mi­no­ri han­di­cap­pa­ti, l’aiu­to for­ni­to in con­for­mi­tà con il pa­ra­gra­fo 2 del pre­sen­te ar­ti­co­lo è gra­tui­to ogni qual­vol­ta ciò sia pos­si­bi­le, te­nen­do con­to del­le ri­sor­se fi­nan­zia­rie dei lo­ro ge­ni­to­ri o di co­lo­ro ai qua­li il mi­no­re è af­fi­da­to. Ta­le aiu­to è con­ce­pi­to in mo­do ta­le che i mi­no­ri han­di­cap­pa­ti ab­bia­no ef­fet­ti­va­men­te ac­ces­so all’edu­ca­zio­ne, al­la for­ma­zio­ne, al­le cu­re sa­ni­ta­rie, al­la ria­bi­li­ta­zio­ne, al­la pre­pa­ra­zio­ne al la­vo­ro ed al­le at­ti­vi­tà ri­crea­ti­ve e pos­sa­no be­ne­fi­cia­re di que­sti ser­vi­zi in ma­nie­ra at­ta a con­cre­tiz­za­re la più com­ple­ta in­te­gra­zio­ne so­cia­le ed il lo­ro svi­lup­po per­so­na­le, an­che nell’am­bi­to cul­tu­ra­le e spi­ri­tua­le.

4. In uno spi­ri­to di coo­pe­ra­zio­ne in­ter­na­zio­na­le, gli Sta­ti par­ti fa­vo­ri­sco­no lo scam­bio di in­for­ma­zio­ni per­ti­nen­ti nel set­to­re del­le cu­re sa­ni­ta­rie pre­ven­ti­ve e del trat­ta­men­to me­di­co, psi­co­lo­gi­co e fun­zio­na­le dei mi­no­ri han­di­cap­pa­ti, an­che me­dian­te la di­vul­ga­zio­ne di in­for­ma­zio­ni con­cer­nen­ti i me­to­di di ria­bi­li­ta­zio­ne ed i ser­vi­zi di for­ma­zio­ne pro­fes­sio­na­le, non­ché l’ac­ces­so a ta­li da­ti, in vi­sta di con­sen­ti­re agli Sta­ti par­ti di mi­glio­ra­re le pro­prie ca­pa­ci­tà e com­pe­ten­ze e di al­lar­ga­re la lo­ro espe­rien­za in ta­li set­to­ri. A tal ri­guar­do, si ter­rà con­to in par­ti­co­la­re del­la ne­ces­si­tà dei Pae­si in via di svi­lup­po.

Art. 24  

1. Gli Sta­ti par­ti ri­co­no­sco­no il di­rit­to del mi­no­re di go­de­re del mi­glior sta­to di sa­lu­te pos­si­bi­le e di be­ne­fi­cia­re di ser­vi­zi me­di­ci e di ria­bi­li­ta­zio­ne. Es­si si sfor­za­no di ga­ran­ti­re che nes­sun mi­no­re sia pri­va­to del di­rit­to di ave­re ac­ces­so a ta­li ser­vi­zi.

2. Gli Sta­ti par­ti si sfor­za­no di ga­ran­ti­re l’at­tua­zio­ne in­te­gra­le del sum­men­zio­na­to di­rit­to ed in par­ti­co­la­re, adot­ta­no ogni ade­gua­to prov­ve­di­men­to per:

a)
di­mi­nui­re la mor­ta­li­tà tra i lat­tan­ti ed i fan­ciul­li;
b)
as­si­cu­ra­re a tut­ti i mi­no­ri l’as­si­sten­za me­di­ca e le cu­re sa­ni­ta­rie ne­ces­sa­rie, con par­ti­co­la­re at­ten­zio­ne per lo svi­lup­po del­le cu­re sa­ni­ta­rie pri­ma­rie;
c)
lot­ta­re con­tro la ma­lat­tia e la mal­nu­tri­zio­ne, an­che nell’am­bi­to del­le cu­re sa­ni­ta­rie pri­ma­rie, in par­ti­co­la­re me­dian­te l’uti­liz­za­zio­ne di tec­ni­che age­vol­men­te di­spo­ni­bi­li e la for­ni­tu­ra di ali­men­ti nu­tri­ti­vi e di ac­qua po­ta­bi­le, te­nen­do con­to dei pe­ri­co­li e dei ri­schi di in­qui­na­men­to dell’am­bien­te na­tu­ra­le;
d)
ga­ran­ti­re al­le ma­dri ade­gua­te cu­re pre­na­ta­li e post­na­ta­li;
e)
fa­re in mo­do che tut­ti i grup­pi del­la so­cie­tà, in par­ti­co­la­re i ge­ni­to­ri ed i mi­no­ri, ri­ce­va­no in­for­ma­zio­ni sul­la sa­lu­te e sul­la nu­tri­zio­ne del mi­no­re, sui van­tag­gi dell’al­lat­ta­men­to al se­no, sull’igie­ne e sul­la sa­lu­bri­tà dell’am­bien­te e sul­la pre­ven­zio­ne de­gli in­ci­den­ti e be­ne­fi­ci­no di un aiu­to che con­sen­ta lo­ro di met­te­re in pra­ti­ca ta­li in­for­ma­zio­ni;
f)
svi­lup­pa­re le cu­re sa­ni­ta­rie pre­ven­ti­ve, i con­si­gli ai ge­ni­to­ri e l’edu­ca­zio­ne ed i ser­vi­zi in ma­te­ria di pia­ni­fi­ca­zio­ne fa­mi­lia­re.

3. Gli Sta­ti par­ti adot­ta­no ogni mi­su­ra ef­fi­ca­ce at­ta ad abo­li­re le pra­ti­che tra­di­zio­na­li pre­giu­di­zie­vo­li per la sa­lu­te dei mi­no­ri.

4. Gli Sta­ti par­ti si im­pe­gna­no a fa­vo­ri­re ed a in­co­rag­gia­re la coo­pe­ra­zio­ne in­ter­na­zio­na­le in vi­sta di at­tua­re gra­dual­men­te una com­ple­ta at­tua­zio­ne del di­rit­to ri­co­no­sciu­to nel pre­sen­te ar­ti­co­lo. A tal fi­ne sa­ran­no te­nu­te in par­ti­co­la­re con­si­de­ra­zio­ne la ne­ces­si­tà dei Pae­si in via di svi­lup­po.

Art. 25  

Gli Sta­ti par­ti ri­co­no­sco­no al fan­ciul­lo che è sta­to col­lo­ca­to dal­le au­to­ri­tà com­pe­ten­ti al fi­ne di ri­ce­ve­re cu­re, una pro­te­zio­ne op­pu­re una te­ra­pia fi­si­ca o men­ta­le, il di­rit­to ad una ve­ri­fi­ca pe­rio­di­ca di det­ta te­ra­pia e di ogni al­tra cir­co­stan­za re­la­ti­va al­la sua col­lo­ca­zio­ne.

Art. 26  

1. Gli Sta­ti par­ti ri­co­no­sco­no ad ogni fan­ciul­lo il di­rit­to di be­ne­fi­cia­re del­la si­cu­rez­za so­cia­le, com­pre­sa la pre­vi­den­za so­cia­le, ed adot­ta­no le mi­su­re ne­ces­sa­rie per ga­ran­ti­re una com­ple­ta at­tua­zio­ne di que­sto di­rit­to in con­for­mi­tà con la lo­ro le­gi­sla­zio­ne na­zio­na­le.

2. Le pre­sta­zio­ni, se ne­ces­sa­rie, do­vran­no es­se­re con­ces­se in con­si­de­ra­zio­ne del­le ri­sor­se e del­la si­tua­zio­ne del mi­no­re e del­le per­so­ne re­spon­sa­bi­li del suo man­te­ni­men­to e te­nen­do con­to di ogni al­tra con­si­de­ra­zio­ne re­la­ti­va ad una do­man­da di pre­sta­zio­ne ef­fet­tua­ta dal fan­ciul­lo o per suo con­to.

Art. 27  

1. Gli Sta­ti par­ti ri­co­no­sco­no il di­rit­to di ogni fan­ciul­lo ad un li­vel­lo di vi­ta suf­fi­cien­te per con­sen­ti­re il suo svi­lup­po fi­si­co, men­ta­le, spi­ri­tua­le, mo­ra­le e so­cia­le.

2. Spet­ta ai ge­ni­to­ri o ad al­tre per­so­ne che han­no l’af­fi­da­men­to del fan­ciul­lo la re­spon­sa­bi­li­tà fon­da­men­ta­le di as­si­cu­ra­re, en­tro i li­mi­ti del­le lo­ro pos­si­bi­li­tà e dei lo­ro mez­zi fi­nan­zia­ri, le con­di­zio­ni di vi­ta ne­ces­sa­rie al­lo svi­lup­po del fan­ciul­lo.

3. Gli Sta­ti par­ti adot­ta­no ade­gua­ti prov­ve­di­men­ti, in con­si­de­ra­zio­ne del­le con­di­zio­ni na­zio­na­li e com­pa­ti­bil­men­te con i lo­ro mez­zi, per aiu­ta­re i ge­ni­to­ri ed al­tre per­so­ne aven­ti la cu­sto­dia del fan­ciul­lo ad at­tua­re que­sto di­rit­to ed of­fro­no, se del ca­so, un’as­si­sten­za ma­te­ria­le e pro­gram­mi di so­ste­gno, in par­ti­co­la­re per quan­to ri­guar­da l’ali­men­ta­zio­ne, il ve­stia­rio e l’al­log­gio.

4. Gli Sta­ti par­ti adot­ta­no ogni ade­gua­to prov­ve­di­men­to al fi­ne di prov­ve­de­re al ri­cu­pe­ro del­la pen­sio­ne ali­men­ta­re del fan­ciul­lo pres­so i suoi ge­ni­to­ri o al­tre per­so­ne aven­ti una re­spon­sa­bi­li­tà fi­nan­zia­ria nei suoi con­fron­ti, sul lo­ro ter­ri­to­rio o all’este­ro. In par­ti­co­la­re, per te­ner con­to dei ca­si in cui la per­so­na che ha una re­spon­sa­bi­li­tà fi­nan­zia­ria nei con­fron­ti del fan­ciul­lo vi­ve in uno Sta­to di­ver­so da quel­lo del fan­ciul­lo, gli Sta­ti par­ti fa­vo­ri­sco­no l’ade­sio­ne ad ac­cor­di in­ter­na­zio­na­li op­pu­re la con­clu­sio­ne di ta­li ac­cor­di, non­ché l’ado­zio­ne di ogni al­tra in­te­sa ap­pro­pria­ta.

Art. 28  

1. Gli Sta­ti par­ti ri­co­no­sco­no il di­rit­to del fan­ciul­lo all’edu­ca­zio­ne, ed in par­ti­co­la­re, al fi­ne di ga­ran­ti­re l’eser­ci­zio di ta­le di­rit­to gra­dual­men­te ed in ba­se all’ugua­glian­za del­le pos­si­bi­li­tà:

a)
ren­do­no l’in­se­gna­men­to pri­ma­rio ob­bli­ga­to­rio e gra­tui­to per tut­ti;
b)
in­co­rag­gia­no l’or­ga­niz­za­zio­ne di va­rie for­me di in­se­gna­men­to se­con­da­rio sia ge­ne­ra­le che pro­fes­sio­na­le, che sa­ran­no aper­te ed ac­ces­si­bi­li ad ogni fan­ciul­lo e adot­ta­no mi­su­re ade­gua­te co­me la gra­tui­tà dell’in­se­gna­men­to e l’of­fer­ta di una sov­ven­zio­ne fi­nan­zia­ria in ca­so di ne­ces­si­tà;
c)
ga­ran­ti­sco­no a tut­ti l’ac­ces­so all’in­se­gna­men­to su­pe­rio­re con ogni mez­zo ap­pro­pria­to, in fun­zio­ne del­le ca­pa­ci­tà di ognu­no;
d)
fan­no in mo­do che l’in­for­ma­zio­ne e l’orien­ta­men­to sco­la­sti­co pro­fes­sio­na­le sia­no aper­te ed ac­ces­si­bi­li ad ogni fan­ciul­lo;
e)
adot­ta­no mi­su­re per pro­muo­ve­re la re­go­la­ri­tà del­la fre­quen­za sco­la­sti­ca e la di­mi­nu­zio­ne del tas­so di ab­ban­do­no del­la scuo­la.

2. Gli Sta­ti par­ti adot­ta­no ogni ade­gua­to prov­ve­di­men­to per vi­gi­la­re af­fin­ché la di­sci­pli­na sco­la­sti­ca sia ap­pli­ca­ta in ma­nie­ra com­pa­ti­bi­le con la di­gni­tà del fan­ciul­lo in quan­to es­se­re uma­no ed in con­for­mi­tà con la pre­sen­te Con­ven­zio­ne.

3. Gli Sta­ti par­ti fa­vo­ri­sco­no ed in­co­rag­gia­no la coo­pe­ra­zio­ne in­ter­na­zio­na­le nel set­to­re dell’edu­ca­zio­ne, in vi­sta so­prat­tut­to di con­tri­bui­re ad eli­mi­na­re l’igno­ran­za e l’anal­fa­be­ti­smo nel mon­do e fa­ci­li­ta­re l’ac­ces­so al­le co­no­scen­ze scien­ti­fi­che e tec­ni­che ed ai me­to­di di in­se­gna­men­to mo­der­ni. A tal fi­ne, si tie­ne con­to in par­ti­co­la­re del­le ne­ces­si­tà dei Pae­si in via di svi­lup­po.

Art. 29  

1. Gli Sta­ti par­ti con­ven­go­no che l’edu­ca­zio­ne del fan­ciul­lo de­ve ave­re co­me fi­na­li­tà:

a)
di fa­vo­ri­re lo svi­lup­po del­la per­so­na­li­tà del fan­ciul­lo non­ché lo svi­lup­po del­le sue fa­col­tà e del­le sue at­ti­tu­di­ni men­ta­li e fi­si­che, in tut­ta la lo­ro po­ten­zia­li­tà;
b)
di in­cul­ca­re al fan­ciul­lo il ri­spet­to dei di­rit­ti dell’uo­mo e del­le li­ber­tà fon­da­men­ta­li e dei prin­ci­pi con­sa­cra­ti nel­lo Sta­tu­to del­le Na­zio­ni Uni­te;
c)
di in­cul­ca­re al fan­ciul­lo il ri­spet­to dei suoi ge­ni­to­ri, del­la sua iden­ti­tà, del­la sua lin­gua e dei suoi va­lo­ri cul­tu­ra­li, non­ché il ri­spet­to dei va­lo­ri na­zio­na­li del Pae­se nel qua­le vi­ve, del Pae­se di cui può es­se­re ori­gi­na­rio e del­le ci­vil­tà di­ver­se dal­la sua;
d)
di pre­pa­ra­re il fan­ciul­lo ad as­su­me­re le re­spon­sa­bi­li­tà del­la vi­ta in una so­cie­tà li­be­ra, in uno spi­ri­to di com­pren­sio­ne, di pa­ce, di tol­le­ran­za, di ugua­glian­za tra i ses­si e di ami­ci­zia tra tut­ti i po­po­li e grup­pi et­ni­ci, na­zio­na­li e re­li­gio­si, con le per­so­ne di ori­gi­ne au­toc­to­na;
e)
di in­cul­ca­re al fan­ciul­lo il ri­spet­to dell’am­bien­te na­tu­ra­le.

2. Nes­su­na di­spo­si­zio­ne del pre­sen­te ar­ti­co­lo o dell’ar­ti­co­lo 28 sa­rà in­ter­pre­ta­ta in ma­nie­ra da nuo­ce­re al­la li­ber­tà del­le per­so­ne fi­si­che o giu­ri­di­che di crea­re e di di­ri­ge­re isti­tu­zio­ni di­dat­ti­che a con­di­zio­ne che i prin­ci­pi enun­cia­ti al pa­ra­gra­fo 1 del pre­sen­te ar­ti­co­lo sia­no ri­spet­ta­ti e che l’edu­ca­zio­ne im­par­ti­ta in ta­li isti­tu­zio­ni sia con­for­me al­le nor­me mi­ni­me pre­scrit­te dal­lo Sta­to.

Art. 30  

Ne­gli Sta­ti in cui esi­sto­no mi­no­ran­ze et­ni­che, re­li­gio­se o lin­gui­sti­che op­pu­re per­so­ne di ori­gi­ne au­toc­to­na, un fan­ciul­lo au­toc­to­no o che ap­par­tie­ne a una di ta­li mi­no­ran­ze non può es­se­re pri­va­to del di­rit­to di ave­re una pro­pria vi­ta cul­tu­ra­le, di pro­fes­sa­re e di pra­ti­ca­re la pro­pria re­li­gio­ne o di far uso del­la pro­pria lin­gua in­sie­me agli al­tri mem­bri del suo grup­po.

Art. 31  

1. Gli Sta­ti par­ti ri­co­no­sco­no al fan­ciul­lo il di­rit­to al ri­po­so ed al tem­po li­be­ro, di de­di­car­si al gio­co e ad at­ti­vi­tà ri­crea­ti­ve pro­prie del­la sua età e di par­te­ci­pa­re li­be­ra­men­te al­la vi­ta cul­tu­ra­le ed ar­ti­sti­ca.

2. Gli Sta­ti par­ti ri­spet­ta­no e fa­vo­ri­sco­no il di­rit­to del fan­ciul­lo di par­te­ci­pa­re pie­na­men­te al­la vi­ta cul­tu­ra­le ed ar­ti­sti­ca ed in­co­rag­gia­no l’or­ga­niz­za­zio­ne, in con­di­zio­ni di ugua­glian­za, di mez­zi ap­pro­pria­ti di di­ver­ti­men­to e di at­ti­vi­tà ri­crea­ti­ve, ar­ti­sti­che e cul­tu­ra­li.

Art. 32  

1. Gli Sta­ti par­ti ri­co­no­sco­no il di­rit­to del fan­ciul­lo di es­se­re pro­tet­to con­tro lo sfrut­ta­men­to eco­no­mi­co e di non es­se­re co­stret­to ad al­cun la­vo­ro che com­por­ti ri­schi o sia su­scet­ti­bi­le di por­re a re­pen­ta­glio la sua edu­ca­zio­ne o di nuo­ce­re al­la sua sa­lu­te o al suo svi­lup­po fi­si­co, men­ta­le, spi­ri­tua­le, mo­ra­le o so­cia­le.

2. Gli Sta­ti par­ti adot­ta­no mi­su­re le­gi­sla­ti­ve, am­mi­ni­stra­ti­ve, so­cia­li ed edu­ca­ti­ve per ga­ran­ti­re l’ap­pli­ca­zio­ne del pre­sen­te ar­ti­co­lo. A tal fi­ne, ed in con­si­de­ra­zio­ne del­le di­spo­si­zio­ni per­ti­nen­ti de­gli al­tri stru­men­ti in­ter­na­zio­na­li, gli Sta­ti par­ti, in par­ti­co­la­re:

a)
sta­bi­li­sco­no un’età mi­ni­ma op­pu­re età mi­ni­me di am­mis­sio­ne all’im­pie­go;
b)
pre­ve­do­no un’ade­gua­ta re­go­la­men­ta­zio­ne de­gli ora­ri di la­vo­ro e del­le con­di­zio­ni d’im­pie­go;
c)
pre­ve­do­no pe­ne o al­tre san­zio­ni ap­pro­pria­te per ga­ran­ti­re l’at­tua­zio­ne ef­fet­ti­va del pre­sen­te ar­ti­co­lo.
Art. 33  

Gli Sta­ti par­ti adot­ta­no ogni ade­gua­ta mi­su­ra, com­pre­se mi­su­re le­gi­sla­ti­ve, am­mi­ni­stra­ti­ve, so­cia­li ed edu­ca­ti­ve per pro­teg­ge­re i fan­ciul­li con­tro l’uso il­le­ci­to di stu­pe­fa­cen­ti e di so­stan­ze psi­co­tro­pe, co­sì co­me de­fi­ni­te dal­le Con­ven­zio­ni in­ter­na­zio­na­li per­ti­nen­ti e per im­pe­di­re che sia­no uti­liz­za­ti fan­ciul­li per la pro­du­zio­ne ed il traf­fi­co il­le­ci­to di que­ste so­stan­ze.

Art. 34  

Gli Sta­ti par­ti si im­pe­gna­no a pro­teg­ge­re il fan­ciul­lo con­tro ogni for­ma di sfrut­ta­men­to ses­sua­le e di vio­len­za ses­sua­le. A tal fi­ne, gli Sta­ti adot­ta­no in par­ti­co­la­re ogni ade­gua­ta mi­su­ra a li­vel­lo na­zio­na­le, bi­la­te­ra­le e mul­ti­la­te­ra­le per im­pe­di­re:

a)
che dei fan­ciul­li sia­no in­ci­ta­ti o co­stret­ti a de­di­car­si ad una at­ti­vi­tà ses­sua­le il­le­ga­le;
b)
che dei fan­ciul­li sia­no sfrut­ta­ti a fi­ni di pro­sti­tu­zio­ne o di al­tre pra­ti­che ses­sua­li il­le­ga­li;
c)
che dei fan­ciul­li sia­no sfrut­ta­ti ai fi­ni del­la pro­du­zio­ne di spet­ta­co­li o di ma­te­ria­le a ca­rat­te­re por­no­gra­fi­co.
Art. 35  

Gli Sta­ti par­ti adot­ta­no ogni ade­gua­to prov­ve­di­men­to a li­vel­lo na­zio­na­le, bi­la­te­ra­le e mul­ti­la­te­ra­le per im­pe­di­re il ra­pi­men­to, la ven­di­ta o la trat­ta di fan­ciul­li per qua­lun­que fi­ne e sot­to qual­sia­si for­ma.

Art. 36  

Gli Sta­ti par­ti pro­teg­go­no il fan­ciul­lo con­tro ogni al­tra for­ma di sfrut­ta­men­to pre­giu­di­zie­vo­le al suo be­nes­se­re in ogni suo aspet­to.

Art. 37  

Gli Sta­ti par­ti vi­gi­la­no af­fin­ché:

a)
nes­sun fan­ciul­lo sia sot­to­po­sto a tor­tu­ra o a pe­ne o trat­ta­men­ti cru­de­li, inu­ma­ni o de­gra­dan­ti. Né la pe­na ca­pi­ta­le né l’im­pri­gio­na­men­to a vi­ta sen­za pos­si­bi­li­tà di ri­la­scio de­vo­no es­se­re de­cre­ta­ti per rea­ti com­mes­si da per­so­ne di età in­fe­rio­re a di­ciot­to an­ni;
b)
nes­sun fan­ciul­lo sia pri­va­to di li­ber­tà in ma­nie­ra il­le­ga­le o ar­bi­tra­ria. L’ar­re­sto, la de­ten­zio­ne o l’im­pri­gio­na­men­to di un fan­ciul­lo de­vo­no es­se­re ef­fet­tua­ti in con­for­mi­tà con la leg­ge, co­sti­tui­re un prov­ve­di­men­to di ul­ti­ma ri­sor­sa ed ave­re la du­ra­ta più bre­ve pos­si­bi­le;
c)
ogni fan­ciul­lo pri­va­to di li­ber­tà sia trat­ta­to con uma­ni­tà e con il ri­spet­to do­vu­to al­la di­gni­tà del­la per­so­na uma­na ed in ma­nie­ra da te­ner con­to del­le esi­gen­ze del­le per­so­ne del­la sua età. In par­ti­co­la­re, ogni fan­ciul­lo pri­va­to di li­ber­tà sa­rà se­pa­ra­to da­gli adul­ti, a me­no che si ri­ten­ga pre­fe­ri­bi­le di non far­lo nell’in­te­res­se pre­mi­nen­te del fan­ciul­lo, ed egli avrà di­rit­to di ri­ma­ne­re in con­tat­to con la sua fa­mi­glia per mez­zo di cor­ri­spon­den­za e di vi­si­te, tran­ne che in cir­co­stan­ze ec­ce­zio­na­li;
d)
i fan­ciul­li pri­va­ti di li­ber­tà ab­bia­no di­rit­to ad ave­re ra­pi­da­men­te ac­ces­so ad un’as­si­sten­za giu­ri­di­ca o ad ogni al­tra as­si­sten­za ade­gua­ta, non­ché il di­rit­to di con­te­sta­re la le­ga­li­tà del­la lo­ro pri­va­zio­ne di li­ber­tà di­nan­zi un Tri­bu­na­le o al­tra au­to­ri­tà com­pe­ten­te, in­di­pen­den­te ed im­par­zia­le, ed una de­ci­sio­ne sol­le­ci­ta sia adot­ta­ta in ma­te­ria.
Art. 38  

1. Gli Sta­ti par­ti si im­pe­gna­no a ri­spet­ta­re ed a far ri­spet­ta­re le re­go­le del di­rit­to uma­ni­ta­rio in­ter­na­zio­na­le lo­ro ap­pli­ca­bi­li in ca­so di con­flit­to ar­ma­to, e la cui pro­te­zio­ne si esten­de ai fan­ciul­li.

2. Gli Sta­ti par­ti adot­ta­no ogni mi­su­ra pos­si­bi­le a li­vel­lo pra­ti­co per vi­gi­la­re che le per­so­ne che non han­no rag­giun­to l’età di quin­di­ci an­ni non par­te­ci­pi­no di­ret­ta­men­te al­le osti­li­tà.

3. Gli Sta­ti par­ti si asten­go­no dall’ar­ruo­la­re nel­le lo­ro for­ze ar­ma­te ogni per­so­na che non ha rag­giun­to l’età di quin­di­ci an­ni. Nell’in­cor­po­ra­re per­so­ne aven­ti più di quin­di­ci an­ni ma me­no di di­ciot­to an­ni, gli Sta­ti par­ti si sfor­za­no di ar­ruo­la­re con pre­ce­den­za i più an­zia­ni.

4. In con­for­mi­tà con l’ob­bli­go che spet­ta lo­ro in vir­tù del di­rit­to uma­ni­ta­rio in­ter­na­zio­na­le di pro­teg­ge­re la po­po­la­zio­ne ci­vi­le in ca­so di con­flit­to ar­ma­to, gli Sta­ti par­ti adot­ta­no ogni mi­su­ra pos­si­bi­le a li­vel­lo pra­ti­co af­fin­ché i fan­ciul­li coin­vol­ti in un con­flit­to ar­ma­to pos­sa­no be­ne­fi­cia­re di cu­re e di pro­te­zio­ne.

Art. 39  

Gli Sta­ti par­ti adot­ta­no ogni ade­gua­to prov­ve­di­men­to per age­vo­la­re il ria­dat­ta­men­to fi­si­co e psi­co­lo­gi­co ed il rein­se­ri­men­to so­cia­le di ogni fan­ciul­lo vit­ti­ma di ogni for­ma di ne­gli­gen­za, di sfrut­ta­men­to o di mal­trat­ta­men­ti; di tor­tu­re o di ogni al­tra for­ma di pe­ne o di trat­ta­men­ti cru­de­li, inu­ma­ni o de­gra­dan­ti, o di un con­flit­to ar­ma­to. Ta­le ria­dat­ta­men­to e ta­le rein­se­ri­men­to de­vo­no svol­ger­si in con­di­zio­ni ta­li da fa­vo­ri­re la sa­lu­te, il ri­spet­to del­la pro­pria per­so­na e la di­gni­tà del fan­ciul­lo.

Art. 40  

1. Gli Sta­ti par­ti ri­co­no­sco­no ad ogni fan­ciul­lo so­spet­ta­to, ac­cu­sa­to o ri­co­no­sciu­to col­pe­vo­le di rea­to pe­na­le il di­rit­to ad un trat­ta­men­to ta­le da fa­vo­ri­re il suo sen­so del­la di­gni­tà e del va­lo­re per­so­na­le, che raf­for­zi il suo ri­spet­to per i di­rit­ti dell’uo­mo e le li­ber­tà fon­da­men­ta­li e che ten­ga con­to del­la sua età non­ché del­la ne­ces­si­tà di fa­ci­li­ta­re il suo rein­se­ri­men­to nel­la so­cie­tà e di far­gli svol­ge­re un ruo­lo co­strut­ti­vo in se­no a que­st’ul­ti­ma.

2. A tal fi­ne, e te­nen­do con­to del­le di­spo­si­zio­ni per­ti­nen­ti de­gli stru­men­ti in­ter­na­zio­na­li, gli Sta­ti par­ti vi­gi­la­no in par­ti­co­la­re:

a)
af­fin­ché nes­sun fan­ciul­lo sia so­spet­ta­to, ac­cu­sa­to o ri­co­no­sciu­to col­pe­vo­le di rea­to pe­na­le a cau­sa di azio­ni o di omis­sio­ni che non era­no vie­ta­te dal­la le­gi­sla­zio­ne na­zio­na­le o in­ter­na­zio­na­le nel mo­men­to in cui fu­ro­no com­mes­se;
b)
af­fin­ché ogni fan­ciul­lo so­spet­ta­to o ac­cu­sa­to di rea­to pe­na­le ab­bia al­me­no di­rit­to al­le se­guen­ti ga­ran­zie:
i)
di es­se­re ri­te­nu­to in­no­cen­te fi­no a quan­do la sua col­pe­vo­lez­za non sia sta­ta le­gal­men­te sta­bi­li­ta;
ii)
di es­se­re in­for­ma­to il pri­ma pos­si­bi­le e di­ret­ta­men­te, op­pu­re, se del ca­so, tra­mi­te i suoi ge­ni­to­ri o rap­pre­sen­tan­ti le­ga­li, del­le ac­cu­se por­ta­te con­tro di lui, e di be­ne­fi­cia­re di un’as­si­sten­za le­ga­le o di ogni al­tra as­si­sten­za ap­pro­pria­ta per la pre­pa­ra­zio­ne e la pre­sen­ta­zio­ne del­la sua di­fe­sa;
iii)
che il suo ca­so sia giu­di­ca­to sen­za in­du­gio da un’au­to­ri­tà o istan­za giu­di­zia­ria com­pe­ten­ti, in­di­pen­den­ti ed im­par­zia­li per mez­zo di un pro­ce­di­men­to equo ai sen­si di leg­ge in pre­sen­za del suo le­ga­le o di al­tra as­si­sten­za ap­pro­pria­ta, non­ché in pre­sen­za dei suoi ge­ni­to­ri o rap­pre­sen­tan­ti le­ga­li a me­no che ciò non sia ri­te­nu­to con­tra­rio all’in­te­res­se pre­mi­nen­te del fan­ciul­lo a cau­sa in par­ti­co­la­re del­la sua età o del­la sua si­tua­zio­ne;
iv)
di non es­se­re co­stret­to a ren­de­re te­sti­mo­nian­za o di­chia­rar­si col­pe­vo­le; di in­ter­ro­ga­re o far in­ter­ro­ga­re i te­sti­mo­ni a ca­ri­co e di ot­te­ne­re la com­par­sa e l’in­ter­ro­ga­to­rio dei te­sti­mo­ni a suo di­sca­ri­co a con­di­zio­ni di pa­ri­tà;
v)
qua­lo­ra ven­ga ri­co­no­sciu­to che ha com­mes­so rea­to pe­na­le, po­ter ri­cor­re­re con­tro que­sta de­ci­sio­ne ed ogni al­tra mi­su­ra de­ci­sa di con­se­guen­za di­nan­zi un’au­to­ri­tà o istan­za giu­di­zia­ria su­pe­rio­re com­pe­ten­te, in­di­pen­den­te ed im­par­zia­le, in con­for­mi­tà con la leg­ge;
vi)
far­si as­si­ste­re gra­tui­ta­men­te da un in­ter­pre­te se non com­pren­de o non par­la la lin­gua uti­liz­za­ta;
vii)
che la sua vi­ta pri­va­ta sia pie­na­men­te ri­spet­ta­ta in tut­te le fa­si del­la pro­ce­du­ra.

3. Gli Sta­ti par­ti si sfor­za­no di pro­muo­ve­re l’ado­zio­ne di leg­gi, di pro­ce­du­re, la co­sti­tu­zio­ne di au­to­ri­tà e di isti­tu­zio­ni de­sti­na­te spe­ci­fi­ca­men­te ai fan­ciul­li so­spet­ta­ti, ac­cu­sa­ti o ri­co­no­sciu­ti col­pe­vo­li di aver com­mes­so rea­to, ed in par­ti­co­lar mo­do:

a)
di sta­bi­li­re un’età mi­ni­ma al di sot­to del­la qua­le si pre­su­me che i fan­ciul­li non ab­bia­no la ca­pa­ci­tà di com­met­te­re rea­to;
b)
di adot­ta­re prov­ve­di­men­ti ogni qual­vol­ta ciò sia pos­si­bi­le ed au­spi­ca­bi­le per trat­ta­re que­sti fan­ciul­li sen­za ri­cor­re­re a pro­ce­du­re giu­di­zia­rie ri­ma­nen­do tut­ta­via in­te­so che i di­rit­ti dell’uo­mo e le ga­ran­zie le­ga­li deb­bo­no es­se­re in­te­gral­men­te ri­spet­ta­te.

4. Sa­rà pre­vi­sta tut­ta una gam­ma di di­spo­si­zio­ni con­cer­nen­ti in par­ti­co­lar mo­do le cu­re, l’orien­ta­men­to, la su­per­vi­sio­ne, i con­si­gli, la li­ber­tà con­di­zio­na­ta, il col­lo­ca­men­to in fa­mi­glia, i pro­gram­mi di for­ma­zio­ne ge­ne­ra­le e pro­fes­sio­na­le, non­ché so­lu­zio­ni al­ter­na­ti­ve all’as­si­sten­za isti­tu­zio­na­le, in vi­sta di as­si­cu­ra­re ai fan­ciul­li un trat­ta­men­to con­for­me al lo­ro be­nes­se­re e pro­por­zio­na­to sia al­la lo­ro si­tua­zio­ne che al rea­to.

Art. 41  

Nes­su­na del­le di­spo­si­zio­ni del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne pre­giu­di­ca di­spo­si­zio­ni più pro­pi­zie all’at­tua­zio­ne dei di­rit­ti del fan­ciul­lo che pos­so­no fi­gu­ra­re:

a)
nel­la le­gi­sla­zio­ne di uno Sta­to par­te; op­pu­re
b)
nel di­rit­to in­ter­na­zio­na­le in vi­go­re per que­sto Sta­to.

Seconda parte

Art. 42  

Gli Sta­ti par­ti si im­pe­gna­no a far lar­ga­men­te co­no­sce­re i prin­ci­pi e le di­spo­si­zio­ni del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne, con mez­zi at­ti­vi ed ade­gua­ti, sia agli adul­ti che ai fan­ciul­li.

Art. 43  

1. Al fi­ne di esa­mi­na­re i pro­gres­si com­piu­ti da­gli Sta­ti par­ti nell’ese­cu­zio­ne de­gli ob­bli­ghi da es­si con­trat­ti in ba­se al­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne, è isti­tui­to un Co­mi­ta­to dei Di­rit­ti del Fan­ciul­lo che adem­pie al­le fun­zio­ni de­fi­ni­te in ap­pres­so.

2. Il Co­mi­ta­to si com­po­ne di di­ciot­to esper­ti di al­ta mo­ra­li­tà ed in pos­ses­so di una com­pe­ten­za ri­co­no­sciu­ta nel set­to­re og­get­to del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne. I suoi mem­bri so­no elet­ti da­gli Sta­ti par­ti tra i lo­ro cit­ta­di­ni e par­te­ci­pa­no a ti­to­lo per­so­na­le, se­con­do il cri­te­rio di un’equa ri­par­ti­zio­ne geo­gra­fi­ca ed in con­si­de­ra­zio­ne dei prin­ci­pa­li or­di­na­men­ti giu­ri­di­ci.5

3. I mem­bri del Co­mi­ta­to so­no elet­ti a scru­ti­nio se­gre­to su una li­sta di per­so­ne de­si­gna­te da­gli Sta­ti par­ti. Cia­scu­no Sta­to par­te può de­si­gna­re un can­di­da­to tra i suoi cit­ta­di­ni.

4. La pri­ma ele­zio­ne avrà luo­go en­tro sei me­si a de­cor­re­re dal­la da­ta di en­tra­ta in vi­go­re del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne. Suc­ces­si­va­men­te, si svol­ge­ran­no ele­zio­ni ogni due an­ni. Al­me­no quat­tro me­si pri­ma del­la da­ta di ogni ele­zio­ne, il Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le dell’Or­ga­niz­za­zio­ne del­le Na­zio­ni Uni­te in­vi­te­rà per iscrit­to gli Sta­ti par­ti a pro­por­re i lo­ro can­di­da­ti en­tro un ter­mi­ne di due me­si. Quin­di il Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le sta­bi­li­rà l’elen­co al­fa­be­ti­co dei can­di­da­ti in tal mo­do de­si­gna­ti, con l’in­di­ca­zio­ne de­gli Sta­ti par­ti che li han­no de­si­gna­ti, e sot­to­por­rà ta­le elen­co agli Sta­ti par­ti al­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne.

5. Le ele­zio­ni avran­no luo­go in oc­ca­sio­ne del­le riu­nio­ni de­gli Sta­ti par­ti, con­vo­ca­te dal Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le pres­so la se­de dell’Or­ga­niz­za­zio­ne del­le Na­zio­ni Uni­te. In que­ste riu­nio­ni per le qua­li il nu­me­ro le­ga­le sa­rà rap­pre­sen­ta­to da due ter­zi de­gli Sta­ti par­ti, i can­di­da­ti elet­ti al Co­mi­ta­to so­no quel­li che ot­ten­go­no il mag­gior nu­me­ro di vo­ti, non­ché la mag­gio­ran­za as­so­lu­ta de­gli Sta­ti par­ti pre­sen­ti e vo­tan­ti.

6. I mem­bri del Co­mi­ta­to so­no elet­ti per quat­tro an­ni. Es­si so­no rie­leg­gi­bi­li se la lo­ro can­di­da­tu­ra è ri­pre­sen­ta­ta. Il man­da­to di cin­que dei mem­bri elet­ti nel­la pri­ma ele­zio­ne sca­de al­la fi­ne di un pe­rio­do di due an­ni; i no­mi di ta­li cin­que mem­bri sa­ran­no estrat­ti a sor­te dal pre­si­den­te del­la riu­nio­ne im­me­dia­ta­men­te do­po la pri­ma ele­zio­ne.

7. In ca­so di de­ces­so o di di­mis­sio­ni di un mem­bro del Co­mi­ta­to op­pu­re se, per qual­sia­si al­tro mo­ti­vo, un mem­bro di­chia­ra di non po­ter più eser­ci­ta­re le sue fun­zio­ni in se­no al Co­mi­ta­to, lo Sta­to par­te che ave­va pre­sen­ta­to la sua can­di­da­tu­ra no­mi­na un al­tro esper­to tra i suoi cit­ta­di­ni per co­pri­re il seg­gio re­so­si va­can­te, fi­no al­la sca­den­za del man­da­to cor­ri­spon­den­te, sot­to ri­ser­va dell’ap­pro­va­zio­ne del Co­mi­ta­to.

8. Il Co­mi­ta­to adot­ta il suo re­go­la­men­to in­ter­no.

9. Il Co­mi­ta­to eleg­ge il suo uf­fi­cio per un pe­rio­do di due an­ni.

10. Le riu­nio­ni del Co­mi­ta­to si svol­go­no nor­mal­men­te pres­so la se­de dell’Or­ga­niz­za­zio­ne del­le Na­zio­ni Uni­te, op­pu­re in ogni al­tro luo­go ap­pro­pria­to de­ter­mi­na­to dal Co­mi­ta­to. Il Co­mi­ta­to si riu­ni­sce di re­go­la ogni an­no. La du­ra­ta del­le sua ses­sio­ne è de­ter­mi­na­ta e se ne­ces­sa­rio mo­di­fi­ca­ta da una riu­nio­ne de­gli Sta­ti par­ti al­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne, sot­to ri­ser­va dell’ap­pro­va­zio­ne dell’As­sem­blea Ge­ne­ra­le.

11. Il Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le dell’Or­ga­niz­za­zio­ne del­le Na­zio­ni Uni­te met­te a di­spo­si­zio­ne del Co­mi­ta­to il per­so­na­le e le strut­tu­re di cui que­st’ul­ti­mo ne­ces­si­ta per adem­pie­re con ef­fi­ca­cia al­le sue man­sio­ni in ba­se al­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne.

12. I mem­bri del Co­mi­ta­to isti­tui­to in ba­se al­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne ri­ce­vo­no con l’ap­pro­va­zio­ne dell’As­sem­blea Ge­ne­ra­le, emo­lu­men­ti pre­le­va­ti sul­le ri­sor­se dell’Or­ga­niz­za­zio­ne del­le Na­zio­ni Uni­te al­le con­di­zio­ni e se­con­do le mo­da­li­tà sta­bi­li­te dall’As­sem­blea Ge­ne­ra­le.

5 Nuo­vo te­sto giu­sta la Dec. del 12 dic. 1995, in vi­go­re il 18 nov. 2002 (RU 2007 4095).

Art. 44  

1. Gli Sta­ti par­ti si im­pe­gna­no a sot­to­por­re al Co­mi­ta­to, tra­mi­te il Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le dell’Or­ga­niz­za­zio­ne del­le Na­zio­ni Uni­te, rap­por­ti sui prov­ve­di­men­ti che es­si avran­no adot­ta­to per da­re ef­fet­to ai di­rit­ti ri­co­no­sciu­ti nel­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne e sui pro­gres­si rea­liz­za­ti per il go­di­men­to di ta­li di­rit­ti:

a)
en­tro due an­ni a de­cor­re­re dal­la da­ta dell’en­tra­ta in vi­go­re del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne per gli Sta­ti par­ti in­te­res­sa­ti;
b)
in se­gui­to, ogni cin­que an­ni.

2. I rap­por­ti com­pi­la­ti in ap­pli­ca­zio­ne del pre­sen­te ar­ti­co­lo deb­bo­no se del ca­so in­di­ca­re i fat­to­ri e le dif­fi­col­tà che im­pe­di­sco­no agli Sta­ti par­ti di adem­pie­re agli ob­bli­ghi pre­vi­sti nel­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne. Es­si deb­bo­no al­tre­sì con­te­ne­re in­for­ma­zio­ni suf­fi­cien­ti a for­ni­re al Co­mi­ta­to una com­pren­sio­ne det­ta­glia­ta dell’ap­pli­ca­zio­ne del­la Con­ven­zio­ne del Pae­se in esa­me.

3. Gli Sta­ti par­ti che han­no pre­sen­ta­to al Co­mi­ta­to un rap­por­to ini­zia­le com­ple­to non so­no te­nu­ti a ri­pe­te­re nei rap­por­ti che sot­to­por­ran­no suc­ces­si­va­men­te – in con­for­mi­tà con il ca­po­ver­so b) del pa­ra­gra­fo 1 del pre­sen­te ar­ti­co­lo – le in­for­ma­zio­ni di ba­se in pre­ce­den­za for­ni­te.

4. Il Co­mi­ta­to può chie­de­re agli Sta­ti par­ti ogni in­for­ma­zio­ne com­ple­men­ta­re re­la­ti­va all’ap­pli­ca­zio­ne del­la Con­ven­zio­ne.

5. Il Co­mi­ta­to sot­to­po­ne ogni due an­ni all’As­sem­blea Ge­ne­ra­le, tra­mi­te il Con­si­glio eco­no­mi­co e so­cia­le, un rap­por­to sul­le at­ti­vi­tà del Co­mi­ta­to.

6. Gli Sta­ti par­ti fan­no in mo­do che i lo­ro rap­por­ti ab­bia­no una va­sta dif­fu­sio­ne nei lo­ro Pae­si.

Art. 45  

Al fi­ne di pro­muo­ve­re l’at­tua­zio­ne ef­fet­ti­va del­la Con­ven­zio­ne ed in­co­rag­gia­re la coo­pe­ra­zio­ne in­ter­na­zio­na­le nel set­to­re og­get­to del­la Con­ven­zio­ne:

a)
le Isti­tu­zio­ni spe­cia­liz­za­te, il Fon­do del­le Na­zio­ni Uni­te per l’in­fan­zia ed al­tri or­ga­ni del­le Na­zio­ni Uni­te han­no di­rit­to di far­si rap­pre­sen­ta­re nell’esa­me dell’at­tua­zio­ne di quel­le di­spo­si­zio­ni del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne che rien­tra­no nell’am­bi­to del lo­ro man­da­to. Il Co­mi­ta­to può in­vi­ta­re le Isti­tu­zio­ni spe­cia­liz­za­te, il Fon­do del­le Na­zio­ni Uni­te per l’in­fan­zia ed ogni al­tro or­ga­ni­smo com­pe­ten­te che ri­ter­rà ap­pro­pria­to, a da­re pa­re­ri spe­cia­liz­za­ti sull’at­tua­zio­ne del­la Con­ven­zio­ne in set­to­ri di com­pe­ten­za dei lo­ro ri­spet­ti­vi man­da­ti. Il Co­mi­ta­to può in­vi­ta­re le Isti­tu­zio­ni spe­cia­liz­za­te, il Fon­do del­le Na­zio­ni Uni­te per l’In­fan­zia ed al­tri or­ga­ni del­le Na­zio­ni Uni­te a sot­to­por­gli rap­por­ti sull’at­tua­zio­ne del­la Con­ven­zio­ne in set­to­ri che rien­tra­no nell’am­bi­to del­le lo­ro at­ti­vi­tà;
b)
il Co­mi­ta­to tra­smet­te, se lo ri­tie­ne ne­ces­sa­rio, al­le Isti­tu­zio­ni spe­cia­liz­za­te, al Fon­do del­le Na­zio­ni Uni­te per l’In­fan­zia ed agli al­tri or­ga­ni­smi com­pe­ten­ti ogni rap­por­to de­gli Sta­ti par­ti con­te­nen­te una ri­chie­sta di con­si­gli tec­ni­ci o di as­si­sten­za tec­ni­ca, o che in­di­chi una ne­ces­si­tà in tal sen­so, ac­com­pa­gna­to da even­tua­li os­ser­va­zio­ni e pro­po­ste del Co­mi­ta­to con­cer­nen­ti ta­le ri­chie­sta o in­di­ca­zio­ne;
c)
il Co­mi­ta­to può rac­co­man­da­re all’As­sem­blea Ge­ne­ra­le di chie­de­re al Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le di pro­ce­de­re, per con­to del Co­mi­ta­to, a stu­di su que­stio­ni spe­ci­fi­che at­ti­nen­ti ai di­rit­ti del fan­ciul­lo;
d)
il co­mi­ta­to può fa­re sug­ge­ri­men­ti e rac­co­man­da­zio­ni ge­ne­ra­li in ba­se al­le in­for­ma­zio­ni ri­ce­vu­te in ap­pli­ca­zio­ne de­gli ar­ti­co­li 44 e 45 del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne. Que­sti sug­ge­ri­men­ti e rac­co­man­da­zio­ni ge­ne­ra­li so­no tra­smes­si ad ogni Sta­to par­te in­te­res­sa­to e sot­to­po­sti all’As­sem­blea Ge­ne­ra­le in­sie­me ad even­tua­li os­ser­va­zio­ni de­gli Sta­ti par­ti.

Terza parte

Art. 46  

La pre­sen­te Con­ven­zio­ne è aper­ta al­la fir­ma di tut­ti gli Sta­ti.

Art. 47  

La pre­sen­te Con­ven­zio­ne è sog­get­ta a ra­ti­fi­ca. Gli stru­men­ti di ra­ti­fi­ca sa­ran­no de­po­si­ta­ti pres­so il Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le dell’Or­ga­niz­za­zio­ne del­le Na­zio­ni Uni­te.

Art. 48  

La pre­sen­te Con­ven­zio­ne ri­mar­rà aper­ta all’ade­sio­ne di ogni Sta­to. Gli stru­men­ti di ade­sio­ne sa­ran­no de­po­si­ta­ti pres­so il Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le dell’Or­ga­niz­za­zio­ne del­le Na­zio­ni Uni­te.

Art. 49  

1. La pre­sen­te Con­ven­zio­ne en­tre­rà in vi­go­re il tren­te­si­mo gior­no suc­ces­si­vo al­la da­ta del de­po­si­to pres­so il Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le dell’Or­ga­niz­za­zio­ne del­le Na­zio­ni Uni­te del ven­te­si­mo stru­men­to di ra­ti­fi­ca o di ade­sio­ne.

2. Per cia­scu­no de­gli Sta­ti che ra­ti­fi­che­ran­no la pre­sen­te Con­ven­zio­ne o che vi ade­ri­ran­no do­po il de­po­si­to del ven­te­si­mo stru­men­to di ra­ti­fi­ca o di ade­sio­ne la Con­ven­zio­ne en­tre­rà in vi­go­re il tren­te­si­mo gior­no suc­ces­si­vo al de­po­si­to da par­te di que­sto Sta­to del suo stru­men­to di ra­ti­fi­ca o di ade­sio­ne.

Art. 50  

1. Ogni Sta­to par­te può pro­por­re un emen­da­men­to a de­po­si­tar­ne il te­sto pres­so il Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le dell’Or­ga­niz­za­zio­ne del­le Na­zio­ni Uni­te. Il Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le co­mu­ni­ca quin­di la pro­po­sta di emen­da­men­to agli Sta­ti par­ti, con la ri­chie­sta di far sa­pe­re se sia­no fa­vo­re­vo­li ad una Con­fe­ren­za de­gli Sta­ti par­ti al fi­ne dell’esa­me del­le pro­po­ste e del­la lo­ro vo­ta­zio­ne. Se, en­tro quat­tro me­si a de­cor­re­re dal­la da­ta di que­sta co­mu­ni­ca­zio­ne, al­me­no un ter­zo de­gli Sta­ti par­ti si pro­nun­cia a fa­vo­re di ta­le Con­fe­ren­za, il Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le con­vo­ca la Con­fe­ren­za sot­to gli au­spi­ci dell’Or­ga­niz­za­zio­ne del­le Na­zio­ni Uni­te. Ogni emen­da­men­to adot­ta­to da una mag­gio­ran­za de­gli Sta­ti par­ti pre­sen­ti e vo­tan­ti al­la Con­fe­ren­za è sot­to­po­sto per ap­pro­va­zio­ne all’As­sem­blea Ge­ne­ra­le.

2. Ogni emen­da­men­to adot­ta­to in con­for­mi­tà con le di­spo­si­zio­ni del pa­ra­gra­fo 1 del pre­sen­te ar­ti­co­lo en­tra in vi­go­re do­po es­se­re sta­to ap­pro­va­to dall’As­sem­blea Ge­ne­ra­le del­le Na­zio­ni Uni­te ed ac­cet­ta­to da una mag­gio­ran­za di due ter­zi de­gli Sta­ti par­ti.

3. Quan­do un emen­da­men­to en­tra in vi­go­re es­so ha va­lo­re ob­bli­ga­to­rio per gli Sta­ti par­ti che lo han­no ac­cet­ta­to, gli al­tri Sta­ti par­ti ri­ma­nen­do vin­co­la­ti dal­le di­spo­si­zio­ni del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne e da tut­ti gli emen­da­men­ti pre­ce­den­ti da es­si ac­cet­ta­ti.

Art. 51  

1. Il Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le dell’Or­ga­niz­za­zio­ne del­le Na­zio­ni Uni­te ri­ce­ve­rà e co­mu­ni­che­rà a tut­ti gli Sta­ti il te­sto del­le ri­ser­ve che sa­ran­no sta­te for­mu­la­te da­gli Sta­ti all’at­to del­la ra­ti­fi­ca o dell’ade­sio­ne.

2. Non so­no au­to­riz­za­te ri­ser­ve in­com­pa­ti­bi­li con l’og­get­to e le fi­na­li­tà del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne.

3. Le ri­ser­ve pos­so­no es­se­re ri­ti­ra­te in ogni tem­po per mez­zo di no­ti­fi­ca in­di­riz­za­ta in tal sen­so al Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le del­le Na­zio­ni Uni­te il qua­le ne in­for­me­rà quin­di tut­ti gli Sta­ti. Ta­le no­ti­fi­ca avrà ef­fet­to al­la da­ta in cui è ri­ce­vu­ta dal Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le.

Art. 52  

Ogni Sta­to par­te può de­nun­cia­re la pre­sen­te Con­ven­zio­ne per mez­zo di no­ti­fi­ca scrit­ta in­di­riz­za­ta al Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le dell’Or­ga­niz­za­zio­ne del­le Na­zio­ni Uni­te. La de­nun­cia avrà ef­fet­to un an­no do­po la da­ta di ri­ce­zio­ne del­la no­ti­fi­ca da par­te del Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le.

Art. 53  

Il Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le dell’Or­ga­niz­za­zio­ne del­le Na­zio­ni Uni­te è de­si­gna­to co­me de­po­si­ta­rio del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne.

Art. 54  

L’ori­gi­na­le del­la pre­sen­te Con­ven­zio­ne i cui te­sti in lin­gua ara­ba, ci­ne­se, fran­ce­se, in­gle­se, rus­sa e spa­gno­la fan­no ugual­men­te fe­de, sa­rà de­po­si­ta­to pres­so il Se­gre­ta­rio Ge­ne­ra­le dell’Or­ga­niz­za­zio­ne del­le Na­zio­ni Uni­te.

Firme

In fede di che,i plenipotenziari sottoscritti debitamente abilitati a tal fine dai loro rispettivi governi, hanno firmato la presente Convenzione.

Fatto a New York, il 20 novembre 1989.

(Seguono le firme)

Campo d’applicazione della Convenzione il 27 febbraio 2023 6

6 RU 1998 2055; 2004 339; 2007 417; 2010 1619; 2014 1311; 2016 1181, 3803; 2022 102. Una versione aggiornata del campo di applicazione è pubblicata sulla piattaforma di pubblicazione del diritto federale «Fedlex» all’indirizzo seguente: https://www.fedlex.admin.ch/it/treaty.

Stati partecipanti

Ratifica

Adesione (A)

Dichiarazione di successione (S)

Entrata in vigore

Afghanistan*

28 marzo

1994

27 aprile

1994

Albania

27 febbraio

1992

28 marzo

1992

Algeria*

16 aprile

1993

16 maggio

1993

Andorra*

2 gennaio

1996

1° febbraio

1996

Angola

5 dicembre

1990

4 gennaio

1991

Antigua e Barbuda

5 ottobre

1993

4 novembre

1993

Arabia Saudita*

26 gennaio

1996 A

25 febbraio

1996

Argentina*

4 dicembre

1990

3 gennaio

1991

Armenia

23 giugno

1993 A

23 luglio

1993

Australia*

17 dicembre

1990

16 gennaio

1991

Austria**

6 agosto

1992

5 settembre

1992

Azerbaigian

13 agosto

1992 A

12 settembre

1992

Bahamas*

20 febbraio

1991

22 marzo

1991

Bahrein

13 febbraio

1992 A

14 marzo

1992

Bangladesh*

3 agosto

1990

2 settembre

1990

Barbados

9 ottobre

1990

8 novembre

1990

Belarus

1° ottobre

1990

31 ottobre

1990

Belgio* **

16 dicembre

1991

15 gennaio

1992

Belize

2 maggio

1990

2 settembre

1990

Benin

3 agosto

1990

2 settembre

1990

Bhutan

1° agosto

1990

2 settembre

1990

Bolivia

26 giugno

1990

2 settembre

1990

Bosnia ed Erzegovina

1° settembre

1993 S

6 marzo

1992

Botswana

14 marzo

1995 A

13 aprile

1995

Brasile

24 settembre

1990

24 ottobre

1990

Brunei*

27 dicembre

1995 A

26 gennaio

1996

Bulgaria**

3 giugno

1991

3 luglio

1991

Burkina Faso

31 agosto

1990

30 settembre

1990

Burundi

19 ottobre

1990

18 novembre

1990

Cambogia

15 ottobre

1992 A

14 novembre

1992

Camerun

11 gennaio

1993

10 febbraio

1993

Canada*

13 dicembre

1991

12 gennaio

1992

Capo Verde

4 giugno

1992 A

4 luglio

1992

Ceca, Repubblica* **

22 febbraio

1993 S

1° gennaio

1993

Ciad

2 ottobre

1990

1° novembre

1990

Cile

13 agosto

1990

12 settembre

1990

Cina*

2 marzo

1992

1° aprile

1992

Hong Kong a

7 settembre

1994

7 settembre

1994

Macao

19 ottobre

1999

20 dicembre

1999

Cipro

7 febbraio

1991

9 marzo

1991

Colombia*

28 gennaio

1991

27 febbraio

1991

Comore

22 giugno

1993

22 luglio

1993

Congo (Brazzaville)

14 ottobre

1993 A

13 novembre

1993

Congo (Kinshasa)

27 settembre

1990

27 ottobre

1990

Corea (Nord)

21 settembre

1990

21 ottobre

1990

Corea (Sud)*

20 novembre

1991

20 dicembre

1991

Costa Rica

21 agosto

1990

20 settembre

1990

Côte d’Ivoire

4 febbraio

1991

6 marzo

1991

Croazia

12 ottobre

1992 S

8 ottobre

1991

Cuba*

21 agosto

1991

20 settembre

1991

Danimarca* **

19 luglio

1991

18 agosto

1991

Dominica

13 marzo

1991

12 aprile

1991

Dominicana, Repubblica

11 giugno

1991

11 luglio

1991

Ecuador

23 marzo

1990

2 settembre

1990

Egitto

6 luglio

1990

2 settembre

1990

El Salvador

10 luglio

1990

2 settembre

1990

Emirati Arabi Uniti*

3 gennaio

1997 A

2 febbraio

1997

Eritrea

3 agosto

1994

2 settembre

1994

Estonia

21 ottobre

1991 A

20 novembre

1991

Eswatini*

7 settembre

1995

7 ottobre

1995

Etiopia

14 maggio

1991 A

13 giugno

1991

Figi

13 agosto

1993

12 settembre

1993

Filippine

21 agosto

1990

20 settembre

1990

Finlandia**

20 giugno

1991

20 luglio

1991

Francia* **

7 agosto

1990

6 settembre

1990

Gabon

9 febbraio

1994

11 marzo

1994

Gambia

8 agosto

1990

7 settembre

1990

Georgia

2 giugno

1994 A

2 luglio

1994

Germania* **

6 marzo

1992

5 aprile

1992

Ghana

5 febbraio

1990

2 settembre

1990

Giamaica

14 maggio

1991

13 giugno

1991

Giappone*

22 aprile

1994

22 maggio

1994

Gibuti*

6 dicembre

1990

5 gennaio

1991

Giordania*

24 maggio

1991

23 giugno

1991

Grecia

11 maggio

1993

10 giugno

1993

Grenada

5 novembre

1990

5 dicembre

1990

Guatemala

6 giugno

1990

2 settembre

1990

Guinea

13 luglio

1990 A

2 settembre

1990

Guinea equatoriale

15 giugno

1992 A

15 luglio

1992

Guinea-Bissau

20 agosto

1990

19 settembre

1990

Guyana

14 gennaio

1991

13 febbraio

1991

Haiti

8 giugno

1995

8 luglio

1995

Honduras

10 agosto

1990

9 settembre

1990

India*

11 dicembre

1992 A

10 gennaio

1993

Indonesia

5 settembre

1990

5 ottobre

1990

Iran*

13 luglio

1994

12 agosto

1994

Iraq*

15 giugno

1994 A

15 luglio

1994

Irlanda**

28 settembre

1992

28 ottobre

1992

Islanda*

28 ottobre

1992

27 novembre

1992

Isole Marshall

4 ottobre

1993

3 novembre

1993

Israele*

3 ottobre

1991

2 novembre

1991

Italia**

5 settembre

1991

5 ottobre

1991

Kazakstan

12 agosto

1994

11 settembre

1994

Kenya

30 luglio

1990

2 settembre

1990

Kirghizistan

7 ottobre

1994 A

6 novembre

1994

Kiribati*

11 dicembre

1995 A

10 gennaio

1996

Kuwait*

21 ottobre

1991

20 novembre

1991

Laos

8 maggio

1991 A

7 giugno

1991

Lesotho

10 marzo

1992

9 aprile

1992

Lettonia**

14 aprile

1992 A

14 maggio

1992

Libano

14 maggio

1991

13 giugno

1991

Liberia

4 giugno

1993

4 luglio

1993

Libia

15 aprile

1993 A

15 maggio

1993

Liechtenstein*

22 dicembre

1995

21 gennaio

1996

Lituania

31 gennaio

1992 A

1° marzo

1992

Lussemburgo*

7 marzo

1994

6 aprile

1994

Macedonia del Nord

2 dicembre

1993 S

17 novembre

1991

Madagascar

19 marzo

1991

18 aprile

1991

Malawi

2 gennaio

1991 A

1° febbraio

1991

Malaysia*

17 febbraio

1995 A

19 marzo

1995

Maldive*

11 febbraio

1991

13 marzo

1991

Mali*

20 settembre

1990

20 ottobre

1990

Malta

30 settembre

1990

30 ottobre

1990

Marocco*

21 giugno

1993

21 luglio

1993

Mauritania

16 maggio

1991

15 giugno

1991

Maurizio

26 luglio

1990 A

2 settembre

1990

Messico

21 settembre

1990

21 ottobre

1990

Micronesia

5 maggio

1993 A

4 giugno

1993

Moldova**

26 gennaio

1993 A

25 febbraio

1993

Monaco*

21 giugno

1993 A

21 luglio

1993

Mongolia

5 luglio

1990

2 settembre

1990

Montenegro

23 ottobre

2006 S

3 giugno

2006

Mozambico

26 aprile

1994

26 maggio

1994

Myanmar

15 luglio

1991 A

14 agosto

1991

Namibia

30 settembre

1990

30 ottobre

1990

Nauru

27 luglio

1994 A

26 agosto

1994

Nepal

14 settembre

1990

14 ottobre

1990

Nicaragua

5 ottobre

1990

4 novembre

1990

Niger

30 settembre

1990

30 ottobre

1990

Nigeria

19 aprile

1991

19 maggio

1991

Norvegia**

8 gennaio

1991

7 febbraio

1991

Nuova Zelanda*

6 aprile

1993

6 maggio

1993

Isole Cook*

6 giugno

1997 A

6 luglio

1997

Niue

20 dicembre

1995 A

19 gennaio

1996

Oman*

9 dicembre

1996 A

8 gennaio

1997

Paesi Bassi* **

6 febbraio

1995

8 marzo

1995

Aruba*

18 dicembre

2000

18 dicembre

2000

Curaçao*

17 dicembre

1997

17 dicembre

1997

Parte caraibica (Bonaire,
Sant’Eustachio e Saba)*

17 dicembre

1997

17 dicembre

1997

Sint Maarten*

17 dicembre

1997

17 dicembre

1997

Pakistan

12 novembre

1990

12 dicembre

1990

Palau

4 agosto

1995 A

3 settembre

1995

Palestina

2 aprile

2014 A

2 maggio

2014

Panama

12 dicembre

1990

11 gennaio

1991

Papua Nuova Guinea

2 marzo

1993

1° aprile

1993

Paraguay

25 settembre

1990

25 ottobre

1990

Perù

4 settembre

1990

4 ottobre

1990

Polonia* **

7 giugno

1991

7 luglio

1991

Portogallo* **

21 settembre

1990

21 ottobre

1990

Qatar*

3 aprile

1995

3 maggio

1995

Regno Unito* **

16 dicembre

1991

15 gennaio

1992

Alderney

4 novembre

2020

4 novembre

2020

Anguilla*

7 settembre

1994

7 settembre

1994

Bermuda*

7 settembre

1994

7 settembre

1994

Guernesey

4 novembre

2020

4 novembre

2020

Isola di Man*

7 settembre

1994

7 settembre

1994

Isole Caimane*

7 settembre

1994

7 settembre

1994

Isole Falkland*

7 settembre

1994

7 settembre

1994

Isole Turche e Caicos*

7 settembre

1994

7 settembre

1994

Isole Vergini britanniche*

7 settembre

1994

7 settembre

1994

Jersey

29 aprile

2014

29 aprile

2014

Montserrat*

7 settembre

1994

7 settembre

1994

Sant’Elena e dipendenze
(Ascension e Tristan da
Cunha)*

7 settembre

1994

7 settembre

1994

gruppo Pitcairn (Ducie,
Oeno, Henderson e Pitcairn)*

7 settembre

1994

7 settembre

1994

Rep. Centrafricana

23 aprile

1992

23 maggio

1992

Romania**

28 settembre

1990

28 ottobre

1990

Ruanda

24 gennaio

1991

23 febbraio

1991

Russia

16 agosto

1990

15 settembre

1990

Saint Kitts e Nevis

24 luglio

1990

2 settembre

1990

Saint Lucia

16 giugno

1993

16 luglio

1993

Saint Vincent e Grenadine

26 ottobre

1993

25 novembre

1993

Salomone, Isole

10 aprile

1995 A

10 maggio

1995

Samoa*

29 novembre

1994

29 dicembre

1994

San Marino

25 novembre

1991 A

25 dicembre

1991

Santa Sede*

20 aprile

1990

2 settembre

1990

São Tomé e Príncipe

14 maggio

1991 A

13 giugno

1991

Seicelle

7 settembre

1990 A

7 ottobre

1990

Senegal

31 luglio

1990

2 settembre

1990

Serbia

12 marzo

2001

27 aprile

1992

Sierra Leone

18 giugno

1990

2 settembre

1990

Singapore*

5 ottobre

1995 A

4 novembre

1995

Siria*

15 luglio

1993

14 agosto

1993

Slovacchia* **

28 maggio

1993 S

1° gennaio

1993

Slovenia

6 luglio

1992 S

25 giugno

1991

Somalia*

1° ottobre

2015

31 ottobre

2015

Spagna*

6 dicembre

1990

5 gennaio

1991

Sri Lanka

12 luglio

1991

11 agosto

1991

Sudafrica

16 giugno

1995

16 luglio

1995

Sudan

3 agosto

1990

2 settembre

1990

Sudan del Sud

23 gennaio

2015 A

22 febbraio

2015

Suriname

1° marzo

1993

31 marzo

1993

Svezia**

29 giugno

1990

2 settembre

1990

Svizzera* **

24 febbraio

1997

26 marzo

1997

Tagikistan

26 ottobre

1993 A

25 novembre

1993

Tanzania

10 giugno

1991

10 luglio

1991

Thailandia*

27 marzo

1992 A

26 aprile

1992

Timor-Leste

16 aprile

2003 A

16 maggio

2003

Togo

1° agosto

1990

2 settembre

1990

Tonga

6 novembre

1995 A

6 dicembre

1995

Trinidad e Tobago

5 dicembre

1991

4 gennaio

1992

Tunisia*

30 gennaio

1992

29 febbraio

1992

Turchia*

4 aprile

1995

4 maggio

1995

Turkmenistan

20 settembre

1993 A

20 ottobre

1993

Tuvalu

22 settembre

1995 A

22 ottobre

1995

Ucraina

28 agosto

1991

27 settembre

1991

Uganda

17 agosto

1990

16 settembre

1990

Ungheria**

7 ottobre

1991

6 novembre

1991

Uruguay*

20 novembre

1990

20 dicembre

1990

Uzbekistan

29 giugno

1994 A

29 luglio

1994

Vanuatu

7 luglio

1993

6 agosto

1993

Venezuela*

13 settembre

1990

13 ottobre

1990

Vietnam

28 febbraio

1990

2 settembre

1990

Yemen

1° maggio

1991

31 maggio

1991

Zambia

6 dicembre

1991

5 gennaio

1992

Zimbabwe

11 settembre

1990

11 ottobre

1990

*
Riserve e dichiarazioni.
**
Obiezioni.
Le riserve, dichiarazioni e obiezioni non sono pubblicate nella RU, ad eccezione delle riserve e dichiarazioni della Svizzera. Il testo, in francese e inglese, può essere consultato sul sito Internet dell’Organizzazione delle Nazioni Unite: http://treaties.un.org/oppure ottenuto presso la Direzione del diritto internazionale pubblico (DDIP), Sezione Trattati internazionali, 3003 Berna.
a
Sino al 30 giu. 1997 la Conv. era applicabile a Hong Kong sulla base di una dichiarazione d’estensione territoriale del Regno Unito. A partire dal 1° lug. 1997 Hong Kong è divenuta una Regione amministrativa speciale (RAS) della Repubblica popolare di Cina. In virtù della dichiarazione sino-britannica del 19 dic. 1984 gli accordi applicabili a Hong Kong prima dell’annessione alla Repubblica popolare di Cina rimangono applicabili alla RAS.

Riserve e dichiarazioni

Svizzera7

La Svizzera rinvia espressamente al dovere di ogni Stato di applicare le norme del diritto internazionale umanitario e del diritto nazionale, nella misura in cui garantiscano maggiore protezione ed assistenza al fanciullo nei conflitti armati.

Articolo 58

Articolo 79

Articolo 10 paragrafo 1:

È fatta salva la legislazione svizzera, al quale non garantisce il ricongiungimento familiare a certe categorie di stranieri.

Articolo 37 lettera c:

La separazione dei giovani dagli adulti privati di libertà non è garantita senza eccezione.

Articolo 40:

È fatta salva la procedura penale minorile svizzera, la quale non garantisce né il diritto incondizionato a un’assistenza né la separazione, a livello personale e organizzativo, fra l’autorità istruttoria e l’autorità giudicante.

10

11

7 Art. 1 cpv. 1 del DF del 13 dic. 1996 (RU 1998 2053).

8 RU 20043877

9 RU 2007 3839

10 RU 2007 3839

11 RU 2004 339813

Campo d’applicazione dell’emendamento il 4 giugno 2014 12

12 RU 2007 4095e 2014 1417. Una versione aggiornata del campo di applicazione è pubblicata sulla piattaforma di pubblicazione del diritto federale «Fedlex» all’indirizzo seguente: https://www.fedlex.admin.ch/it/treaty.

Stati partecipanti

Ratifica

Dichiarazione di successione (S)

Entrata in vigore

Algeria

21 gennaio

1998

18 novembre

2002

Andorra

17 gennaio

1997

18 novembre

2002

Arabia Saudita

30 giugno

1997

18 novembre

2002

Argentina

2 marzo

1999

18 novembre

2002

Austria

1° febbraio

2002

18 novembre

2002

Bahama

23 ottobre

2001

18 novembre

2002

Bahrein

13 giugno

2000

18 novembre

2002

Bangladesh

23 aprile

1997

18 novembre

2002

Bielorussia

23 settembre

2003

23 settembre

2003

Belgio

29 giugno

2004

29 giugno

2004

Belize

15 dicembre

2000

18 novembre

2002

Bhutan

17 marzo

1999

18 novembre

2002

Bolivia

15 marzo

1999

18 novembre

2002

Botswana

6 marzo

2002

18 novembre

2002

Brasile

26 febbraio

1998

18 novembre

2002

Brunei

28 giugno

2000

18 novembre

2002

Bulgaria

25 giugno

1999

18 novembre

2002

Burkina Faso

26 luglio

1999

18 novembre

2002

Cambogia

12 agosto

1997

18 novembre

2002

Camerun

5 ottobre

2001

18 novembre

2002

Canada

17 settembre

1997

18 novembre

2002

Ceca, Repubblica

23 maggio

2000

18 novembre

2002

Ciad

16 maggio

2002

18 novembre

2002

Cile

19 agosto

1997

18 novembre

2002

Cina

10 luglio

2002

18 novembre

2002

Cipro

20 settembre

2001

18 novembre

2002

Colombia

31 gennaio

1997

18 novembre

2002

Congo (Brazzaville)

28 febbraio

2000

18 novembre

2002

Corea del Nord

23 febbraio

2000

18 novembre

2002

Corea del Sud

3 febbraio

1999

18 novembre

2002

Costa Rica

12 febbraio

1997

18 novembre

2002

Costa d’Avorio

25 settembre

2001

18 novembre

2002

Croazia

26 maggio

1998

18 novembre

2002

Cuba

23 ottobre

1996

18 novembre

2002

Danimarca

10 settembre

1996

18 novembre

2002

Dominica

5 luglio

2001

18 novembre

2002

Ecuador

25 febbraio

1998

18 novembre

2002

Egitto

28 dicembre

1998

18 novembre

2002

Emirati Arabi Uniti

11 novembre

1997

18 novembre

2002

Estonia

6 dicembre

2000

18 novembre

2002

Eswatini

17 gennaio

2002

18 novembre

2002

Etiopia

15 aprile

1998

18 novembre

2002

Figi

20 agosto

1997

18 novembre

2002

Filippine

14 gennaio

1998

18 novembre

2002

Finlandia

3 gennaio

1997

18 novembre

2002

Francia

20 giugno

1997

18 novembre

2002

Georgia

11 aprile

2000

18 novembre

2002

Germania

25 giugno

1997

18 novembre

2002

Ghana

3 febbraio

2011

3 febbraio

2011

Giamaica

6 aprile

1998

18 novembre

2002

Giappone

12 giugno

2003

12 giugno

2003

Gibuti

21 settembre

2001

18 novembre

2002

Giordania

24 settembre

2002

18 novembre

2002

Grecia

23 settembre

1997

18 novembre

2002

Grenada

20 maggio

1999

18 novembre

2002

Guatemala

26 dicembre

2002

26 dicembre

2002

Guinea

14 maggio

1999

18 novembre

2002

Guyana

15 settembre

1998

18 novembre

2002

Haiti

20 dicembre

2000

18 novembre

2002

Indonesia

17 dicembre

1998

18 novembre

2002

Iran

13 novembre

2001

18 novembre

2002

Iraq

31 dicembre

2001

18 novembre

2002

Irlanda

18 novembre

2002

18 novembre

2002

Islanda

14 gennaio

2000

18 novembre

2002

Israele

27 dicembre

1999

18 novembre

2002

Italia

14 settembre

1999

18 novembre

2002

Kenya

12 febbraio

2003

12 febbraio

2003

Kirghizistan

31 maggio

2000

18 novembre

2002

Kiribati

9 settembre

2002

18 novembre

2002

Kuwait

9 maggio

2003

9 maggio

2003

Laos

22 settembre

1997

18 novembre

2002

Lesotho

12 novembre

2001

18 novembre

2002

Libano

14 luglio

2000

18 novembre

2002

Liberia

16 settembre

2005

16 settembre

2005

Liechtenstein

21 gennaio

2000

18 novembre

2002

Lituania

27 marzo

2002

18 novembre

2002

Lussemburgo

11 luglio

2000

18 novembre

2002

Macedonia del Nord

16 ottobre

1996

18 novembre

2002

Malaysia

19 agosto

2002

18 novembre

2002

Maldive

2 novembre

1998

18 novembre

2002

Mali

4 marzo

1999

18 novembre

2002

Malta

1° maggio

1997

18 novembre

2002

Marocco

27 gennaio

1997

18 novembre

2002

Mauritania

20 agosto

1999

18 novembre

2002

Maurizio

25 agosto

1999

18 novembre

2002

Messico

22 settembre

1997

18 novembre

2002

Moldova

30 gennaio

1998

18 novembre

2002

Monaco

26 maggio

1999

18 novembre

2002

Mongolia

19 dicembre

1997

18 novembre

2002

Montenegro

23 ottobre

2006 S

3 giugno

2006

Mozambico

4 marzo

1999

18 novembre

2002

Myanmar

9 giugno

2000

18 novembre

2002

Namibia

11 dicembre

2001

18 novembre

2002

Nicaragua

23 gennaio

2003

23 gennaio

2003

Niger

24 ottobre

2001

18 novembre

2002

Norvegia

24 febbraio

2000

18 novembre

2002

Nuova Zelanda a

16 giugno

2000

18 novembre

2002

Oman

16 ottobre

2002

18 novembre

2002

Paesi Bassi a

4 dicembre

1996

18 novembre

2002

Antille Olandesi

4 dicembre

1996

18 novembre

2002

Aruba

18 dicembre

2000

18 novembre

2002

Curaçao

4 dicembre

1996

18 novembre

2002

Parte caraibica
(Bonaire, Sant’Eustachio e Saba)

4 dicembre

1996

18 novembre

2002

Sint Maarten

4 dicembre

1996

18 novembre

2002

Pakistan

19 gennaio

2000

18 novembre

2002

Palau

26 aprile

2002

18 novembre

2002

Panama

5 novembre

1996

18 novembre

2002

Paraguay

12 dicembre

2003

12 dicembre

2003

Perù

26 gennaio

2000

18 novembre

2002

Polonia

2 settembre

1999

18 novembre

2002

Portogallo

29 giugno

1998

18 novembre

2002

Qatar

5 maggio

1999

18 novembre

2002

Regno Unito

17 luglio

1997

18 novembre

2002

Romania

3 ottobre

2002

18 novembre

2002

Ruanda

19 settembre

2001

18 novembre

2002

Russia

1° maggio

1998

18 novembre

2002

Samoa

22 marzo

2002

18 novembre

2002

San Marino

10 ottobre

2000

18 novembre

2002

Santa Sede

15 agosto

1996

18 novembre

2002

Senegal

5 novembre

2003

5 novembre

2003

Serbia

4 ottobre

2001

18 novembre

2002

Sierra Leone

27 novembre

2001

18 novembre

2002

Singapore

29 marzo

2000

18 novembre

2002

Siria

16 giugno

2000

18 novembre

2002

Slovacchia

29 luglio

1999

18 novembre

2002

Spagna

13 gennaio

1998

18 novembre

2002

Sri Lanka

29 febbraio

2000

18 novembre

2002

Sudafrica

5 agosto

1997

18 novembre

2002

Sudan

9 aprile

2001

18 novembre

2002

Suriname

23 maggio

2002

18 novembre

2002

Svezia

17 ottobre

1996

18 novembre

2002

Svizzera

2 dicembre

1997

18 novembre

2002

Thailandia

30 aprile

1998

18 novembre

2002

Togo

19 giugno

1996

18 novembre

2002

Trinidad e Tobago

1° novembre

1996

18 novembre

2002

Tunisia

29 marzo

2001

18 novembre

2002

Turchia

9 dicembre

1999

18 novembre

2002

Ucraina

3 luglio

2003

Uganda

27 giugno

1997

18 novembre

2002

Uruguay

17 febbraio

1999

18 novembre

2002

Uzbekistan

25 aprile

1997

18 novembre

2002

Venezuela

2 novembre

1998

18 novembre

2002

Vietnam

11 gennaio

2000

18 novembre

2002

Yemen

3 aprile

1997

18 novembre

2002

Zambia

9 agosto

2000

18 novembre

2002

Zimbabwe

27 agosto

2002

18 novembre

2002

a
L’emendamento non vale per il Tokelau.

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